Eterna giovinezza, un sogno. E se fosse "colpa"

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Trieste AGENDA
IL PICCOLO MARTEDÌ 7 APRILE 2015
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EVENTI “SCIENCE & THE CITY 2”
tartini
Dall’oboe al sassofono
Sei masterclass
in due settimane
Non manca la gioia di vivere a questi due arzilli vecchietti. E proprio di eterna giovinezza e di come invecchiare in salute si parlerà domani al Revoltella
Eterna giovinezza, un sogno
E se fosse “colpa” del sangue?
Domani al Revoltella prosegue il ciclo di incontri di divulgazione scientifica
In sessanta minuti scopriremo i segreti per invecchiare bene e (magari) sani
Prosegue il ciclo di incontri di
divulgazione
scientifica
“Science&TheCity_2”, la seconda edizione del ciclo di appuntamenti con la scienza in
città ideato da Icgeb, il Centro
internazionale di ingegneria
genetica e biotecnologie, sotto
la direzione generale di Mauro
Giacca.
L’iniziativa - realizzata con il
contributo della Regione, la
co-organizzazione del Comune di Trieste, la mediapartnership del Piccolo e il supporto
del Rotary Club Trieste Nord porta ancora una volta la scienza a contatto con i cittadini con
una formula complessiva di sei
incontri, che hanno preso il via
lo scorso 1 aprile con un affollato incontro sulle nuove scoper-
te nel campo della ricerca e la
cura dell’Aids, e proseguirà fino al prossimo 13 maggio.
L’auditorium del Revoltella, sede di tutti gli appuntamenti, vedrà la presenza di alcuni tra i
massimi esperti italiani della ricerca biomedica a livello internazionale con scienziati, ricercatori, giornalisti scientifici,
magistrati, docenti delle università di Trieste, Udine, Roma
e Brescia, referenti dell’Azienda sanitaria e, naturalmente,
dell’Icgeb.
Obiettivo dell’iniziativa è
quello di raccontare la scienza
al pubblico dei non addetti ai
lavori. A ogni appuntamento,
con un taglio veloce e il formato di un talk show televisivo,
due tra i massimi esperti italia-
ni si confrontano su un tema di
attualità scientifica per 60 minuti. Il secondo appuntamento è in programma domani (alle 18) sul tema “La fonte
dell’eterna giovinezza”. Se siete preoccupati dello scorrere
della vita e volete capire se la
scienza permetterà di allungare la nostra esistenza rimanendo sani, questo è l’incontro da
seguire.
Gabriella Marcon, professore di neurologia all’università
di Udine e referente dell’Azienda sanitaria triestina, si occupa
da anni dello studio delle persone ultracentenarie, per cercare di carpirne i segreti. Francesco Loffredo, cervello di ritorno da Harvard a Trieste, dove divide il suo tempo tra la
NEL POMERIGGIO
Adriatico, le date da non scordare
Cardiologia a Cattinara e l’Icgeb, ha scoperto che il sangue
degli individui giovani contiene un fattore che può ringiovanire quelli vecchi. Esisterà
quindi una terapia per rimanere giovani? E, nel frattempo,
cos’è possibile fare almeno per
invecchiare sani? Questi e molti altri i temi che saranno affrontanti grazie alla conduzione del vicedirettore del Piccolo
Alberto Bollis.
Gli appuntamenti successivi
affronteranno tematiche quali
le prospettive scientifiche, ma
anche le problematiche sociali
ed etiche legate alle cellule staminali, il valore delle analisi genetiche, oltre al tema di grande
attualità come la prova del dna
in medicina forense.
Ci sarà anche una masterclass con protagonista Donato Renzetti
Sei masterclass in due settimane: da domani al 24 aprile il
Conservatorio Tartini accelera
sugli appuntamenti speciali di
perfezionamento organizzati
nell’ambito dell’intensa politica di scambi e sinergia nazionale e internazionale. Prestigiosi della scena musicale internazionale si avvicenderanno al Tartini per vere e proprie
“full immersion” che permettono, in breve tempo, di approfondire contenuti portanti legati ai corsi ordinari del Conservatorio: ad aprire il calendario del mese, come sempre a
cura della docente Rita Verardi, sarà il concertista sloveno
Matej Šarc, per la masterclass
di oboe in programma mercoledì e giovedì, inclusiva dei
concerti previsti nell’aula magna del Tartini e al Museo Schmidl. Šarc è un grande sostenitore della musica contemporanea e ha lavorato con compositori che hanno espressamente
scritto per lui. È primo oboe
dell’Orchestra filarmonica slovena e membro del Slowind
woodwind quintet.
Pressoché contestuale la masterclass che vedrà protagonista il direttore d’orchestra Donato Renzetti rivolta agli studenti dell’unico corso dedicato in regione: quello appunto
di direzione d’orchestra, attiva-
to dal Tartini. Il corso, dall’8 al
10 aprile, verterà sui principi
generali con lezioni di tecnica,
analisi, prassi interpretativa e
prove d’orchestra. La carriera
di Donato Renzetti lo impegna
intensamente fra attività sinfonica, produzioni d’opera lirica
e registrazioni discografiche.
Attualmente è direttore principale e artistico dell’Orchestra
filarmonica marchigiana. E
nelle giornate di venerdì e sabato il Tartini prosegue con
uno dei musicisti italiani più
acclamati sulla scena internazionale, il sassofonista Marco
Albonetti, standing ovation al
suo debutto come solista alla
Carnegie Hall di New York,
ospite abituale di grandi palcoscenici in tutto il mondo.
Venerdì 16 e sabato 17 aprile
appuntamento con la masterclass di flauto dolce: a condurla sarà il concertista Amico Dolci, perfezionatosi in musica antica alla Schola Cantorum Basiliensis. Due ulteriori proposte
saranno legate alla musicologia, venerdì 16 aprile con Renzo Cresti che approfondirà temi legati alla musica italiana
contemporanea, e al canto dal
20 al 24 aprile, protagonista il
soprano turco Sebnem Unal.
Info
e
iscrizioni:
tel.
040-6724911 (www.conservatorio.trieste.it).
al salone degli incanti
E Trieste anticipò la globalizzazione
Dal crollo di Venezia a quello dell’ex Jugoslavia passando per il 1915 Il sistema marittimo ed economico al centro dell’approfondimento
Quarto appuntamento primaverile di “Adriatico, una storia
scritta sull’acqua”, la manifestazione su natura, cultura,
economia e paesaggio del
mondo adriatico organizzata
dall’associazione ambientalista Marevivo con la collaborazione del Gruppo 85 e del quotidiano Primorski Dnevnik.
Oggi alle 18, alla sala degli incontri del Vis A Vis/Duchi D’
Aosta (piazza dello Squero vecchio 1), incontro su “Adriatico
mare comune? Correva l’anno.
Per non dimenticare il 1815, il
1915 e il 1995”, con Kristjan
Knez della Società studi storici
e geografici di Pirano, e Giorgio
Conetti, professore emerito di
Diritto internazionale all’Università dell’Insubria (Varese);
introduce e modera Martina
Vocci, critica letteraria
1815: gli Stati europei si riunirono a Schönbrunn per discutere delle sorti europee dopo gli sconvolgimenti della Rivoluzione francese e dei regni
napoleonici. Per le nostre terre, con la caduta di Venezia nel
1797 il litorale adriatico orientale entra a far parte dell’impero austroungarico. 1915: l’Italia, dopo un acceso dibattito
politico e culturale entra nella
Grande Guerra a fianco dell’Intesa e contro Germania e impero austroungarico. Si apre così
il fronte italiano. 1995: è l’anno
in cui si firmano gli accordi di
Dayton, dopo la terribile strage
di Srebrenica, che mettono la
parola fine al conflitto degli stati dell’ex Jugoslavia nella penisola balcanica. Tre date che segnano irrimediabilmente momenti di passaggio anche per
l’Adriatico, il mare che si trova
al centro del conflitto e che dopo il ritorno della Croazia nella
comune casa europea torna a
essere un mare centrale, ma soprattutto europeo.
Nel corso dei venticinque anni
precedenti lo scoppio del primo
conflitto mondiale ebbe luogo
una completa trasformazione
del commercio internazionale.
A sottolinearlo è Giulio Mellinato che - alle 17.30 -, nell’ambito
degli incontri su “La Grande Trieste” organizzati dal Comune
all’auditorium del Salone degli
incanti – terrà una relazione dal
titolo “Il laboratorio della globalizzazione precoce”.
“A cavallo tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX, la definitiva affermazione della mobilità
meccanica (piroscafi, treni e reti
telegrafiche), unita a una ecce-
zionale stabilità dei mercati finanziari – anticipa Giulio Mellinato – creò le condizioni per
un’espansione senza precedenti dei commerci e delle relazioni
economiche internazionali, tanto da costruire per la prima volta
una rete di connessioni che copriva l’intero pianeta”.
“In questo scenario, prosegue
Mellinato, il ruolo ricoperto dal
sistema marittimo incentrato su
Trieste fu molto particolare: la
città che all’epoca svolgeva non
ufficialmente la funzione di capitale marittima ed economica
dell’Adriatico asburgico si trovava in bilico tra gli interessi di due
potenze di medio livello, ma nello stesso tempo era lo snodo di
collegamenti di estrema importanza anche per le potenze più
grandi, finendo con il diventare
l’oggetto di un gioco di interessi
molto ampio e articolato. Tutto
questo progresso tecnologico
addensò sull’area dell’Adriatico
settentrionale
un’attenzione
che portò indubbi benefici nel
breve periodo (commerci, investimenti, infrastrutture, ecc.)
ma nel contempo rese l’economia locale estremamente fragile
e sovraesposta con effetti che si
sarebbero riverberati lungo tutto il XX secolo”.