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Sabato 7 febbraio 2015 ore 18.00, Chiesa S. Gerolamo Emiliani, via Don Calabria
S. Messa con il nostro Arcivescovo
in Visita pastorale al Decanato di Lambrate
Invitiamo a partecipare a questo momento, che ci aiuta a riscoprire la nostra appartenenza alla Chiesa particolare
(Diocesi) e, mediante l’incontro con il Vescovo che ne è la guida, l’appartenenza alla Chiesa universale.
Data l’importanza di questo incontro, che richiede la concelebrazione dei sacerdoti, primi collaboratori del
Vescovo nella Chiesa locale (la nostra CP), e per consentire anche ai fedeli di partecipare, sabato 7 febbraio
NON verranno celebrate le SS. MESSE delle 18.00 in S. MARTINO e in SS. NOME di MARIA.
III Incontro Gruppi di Ascolto della Parola di Dio
SABATO 24 GENNAIO ore 21
* Gr. Ezechiele - c/o fam. Paraboni, Via Rimembranze, 9 Animatore: Giovanna Rol e Gennaro Mazzella
* Gr. Eliseo - c/o fam. Magnani, Via Borgomainerio, 30. Animatore: Carlo Gatti
LUNEDI’ 26 GENNAIO ore 21
* Gruppo Daniele - c/o fam. Bolleri, Via Pitteri, 111. Animatore: Emanuele Mazzei
* Gruppo Michea, c/o fam. Lunetta, Via Caduti di Marcinelle, 8. Animatore: don Luigi
* Gruppo Amos - c/o Circolo ACLI, Via C. Rosso, 5 Animatore: don Paolo
Gennaio
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Calendario liturgico - pastorale
DOMENICA - FESTA DELLA S. FAMIGLIA
10.00 - S. Martino e 11.15 - SS. Nome di Maria: Sante Messe solenni
11.15 - S. Martino (Oratorio): grande gioco 12.45 - Oratorio: Pranzo in condivisione
14.30- S. Martino (Chiesa): Recital di Natale a cura dei bambini (replica)
LUNEDÌ
17.30 - Centro Giovanni Paolo II: Incontro per i Catechisti dei bambini di II elementare
MARTEDÌ
21.00 - Centro "Giovanni Paolo II": Corso Fidanzati (III incontro)
MERCOLEDÌ - S. TOMMASO D'AQUINO, SACERDOTE (MEMORIA)
17.30 - Centro Giovanni Paolo II: Incontro per i Catechisti dei bambini di III elementare
VENERDÌ
21.00 - Oratorio S. Martino: Incontro Educatori Oratorio ed Equipes educative
SABATO - S. GIOVANNI BOSCO, SACERDOTE (MEMORIA) - DUE GIORNI CATECHISTI A SEVESO
16.30 - 17.45, SS. Nome di Maria: Per le Confessionisarà presente un confessore straordinario
Febbraio
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DOMENICA - IV DOPO L'EPIFANIA - GIORNATA PER LA VITA - DUE GIORNI CATECHISTI A SEVESO
Raccolta straordinaria offerte per le opere parrocchiali
LUNEDÌ - PRESENTAZIONE DEL SIGNORE AL TEMPIO (FESTA), DETTA ANCHE CANDELORA
17.30 - S. Martino: Benedizione e Processione "aux flambeaux" e S. Messa solenne
con Benedizione dei bambini battezzati negli ultimi anni
18.00 - SS. Nome di Maria: Benedizione e Processione "aux flambeaux" e S. Messa solenne
21.00 - Centro Giovanni Paolo II: Incontro Caritas (VI)
“NOI” - SETTIMANALE DELLA CP S. MARTINO E SS. NOME DI MARIA IN MILANO
“Noi”
SETTIMANALE DELLA COMUNITA’ PASTORALE S. MARTINO e SS. NOME DI MARIA
Anno X, n. 400 - Domenica 25 gennaio 2015 - Festa della S. Famiglia
Sacerdoti al servizio della nostra Comunità pastorale:
- Don Luigi Badi - Parroco e Responsabile della CP, Residente in S. Martino
Via Dei Canzi, 33 - tel. 02/26416283; 02/21598729; cell. 347/2978499 - e-mail: [email protected]
- Don Paolo Poli - Vicario della CP e Resp. Oratori - Residente in S. Martino
Via Dei Canzi, 28 tel. 02/26924437; cell.347/7699130; e-mail: [email protected]
- Don Fabio Fantoni - Vicario della CP - Residente in SS. Nome di Maria Via Pitteri, 54, cell. 349 - 3945350
Sito internet: www. lambrateortica.it
Il Notiziario della nostra Comunità
Decimo anno, 400 numeri!
Domenica 3 settembre 2006 usciva il primo numero del Notiziario della neonata Comunità
pastorale, istituita due giorni prima dall’allora Arcivesvovo cardinale Tettamanzi. Nasceva il "NOI”,
voluto in modo tale che anzitutto a livello di comunicazione e di informazione le due Parrocchie
cominciassero a considerarsi come un'unica comunità. Oggi il NOI raggiunge il non indifferente
traguardo del decimo anno di esistenza e di 400 numeri pubblicati!
Esso ha accompagnato - ed anche promosso - la vita della nostra Comunità, settimana dopo
settimana, intenzionalmente secondo un taglio informativo e, nel contempo, formativo.
Questa significativa ricorrenza mi sollecita a riformulare - come scrivevo sul primo numero l'auspicio che il NOI diventi espressione della Comunità, capace di dare spazio alle diverse voci, così
che attraverso di esse i lettori possano ascoltare l'unica Voce che conta, quella del Maestro interiore, lo
Spirito del Signore. Il risultato di oggi potrà essere migliorato grazie al contributo più assiduo - in
termini di articoli e notizie - delle persone e delle varie realtà che compongono la nostra Comunità. Invito dunque i Catechisti, gli Animatori della Liturgia, gli Educatori dell’Oratorio, la Caritas,
i Consiglieri dei nostri Consigli di Comunità a perseguire l’intento originario - ancora valido - del
NOI: dare voce alle molteplici espressioni della nostra Comunità. E’ di fondamentale importanza
non solo la pubblicizzazione delle iniziative pastorali ma la condivisione delle impressioni e dei
commenti dei partecipanti, una volta realizzate tali iniziative. Auspico maggiore vivacità e creatività, in particolare sul versante dei giovani, per i quali siamo disposti a dedicare alcuni spazi del
Notiziario per comunicare a tutti il loro cammino.
Infine, in occasione della Festa della Famiglia - mi auguro che il NOI entri in ogni famiglia che
partecipa all’Eucaristia domenicale, come voce semplice e familiare, che consenta - anche in questo modo - di percepire la loro appartenenza alla “famiglia di famiglie” , la Chiesa del Signore.
don Luigi
ANNO X, N. 400 - DOMENICA 25 GENNAIO 2015 - FESTA DELLA S. FAMIGLIA
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La “Giovanni XXIII” compie 50 anni!
Era l’estate del 1965 e la canicola opprimeva una Milano deserta. Trascorrevo le silenziose domeniche pomeriggio
al nuovo, piccolo oratorio dell’Ortica, quello in via Amadeo al 90 (estrema periferia est) della nuova parrocchia
Santissimo Nome di Maria, che era nata pochi mesi prima, il 26 settembre 1964. Avevo 11 anni e lì insieme a me
c’era sempre mio fratello gemello Gianni e nostro papà Felice Bardelli, che aiutava a gestire il “bar”, che allora si
trovava nel locale che si affacciava su quel piccolissimo cortile (circa 14 metri per 8) situato dietro la palazzina,
unico spazio di gioco per i bambini, circondato da muri, all’ombra del campanile e delle numerose fabbriche di
quel tempo (si poteva giocare a pallone al massimo 3 contro 3, ma senza fare scatti o falli, altrimenti si sbatteva
contro i muri). Quel piccolissimo spazio per giocare era la causa frenante al decollo del nuovo oratorio. Come si
sarebbero potuti ospitare gran parte dei tantissimi bambini che c’erano in quartiere senza un’area giochi grande,
attrezzata e organizzata? Tra l’altro erano gli anni della grande immigrazione al nord di molte famiglie meridionali
(ed erano famiglie con tanti bambini) perché l’Ortica, circondata da ferrovie, offriva tante opportunità di lavoro:
lo scalo ferroviario in via Corelli (dove lavorava anche mio papà), le ceramiche Richard Ginori in via Tucidide, la
Fabbrica Milanese Conduttori in via Pitteri, la Innocenti auto in via Rubattino. Poi c’era il Piero, un giovane uomo
sui trent’anni, autistico, ma molto socievole, gioviale, sempre pronto e disponibile spiritualmente. C’era il Sig.
Cesare, un novantenne tenero e pittoresco, sempre in giacca e cravatta, che non si toglieva mai il cappello, perché
a quell’età la lenta circolazione del suo sangue non gli faceva sentire i 40 e passa gradi che si avvertivano. E c’era il
Don Walter Larghi, il nuovo coadiutore appena arrivato in aiuto al parroco Don Tarcisio Varisco. Al solito
tavolino si giocava a scopa, le coppie fisse erano papà Felice e il Sig. Cesare contro Don Walter e Piero. Iniziavano
alle 14,30 e andavano avanti a giocare per ore con urli ed esclamazioni, risate e scherzi, bevute e spuntini (come
all’osteria). Io e mio fratello, annoiati per la mancanza di altri bambini (erano i primi mesi dell’oratorio e poi era
estate e la maggior parte erano in vacanza) ci consolavamo con un ghiacciolo dopo l’altro, andando su e giù dal
cortile a calciare il pallone contro i muri e guardando qualcosa di sport alla TV, posta in un angolo del salone. Verso
le 17,00 scendeva Don Tarcisio e si intratteneva con Don Walter e papà a parlare del futuro della parrocchia,
dell’oratorio e soprattutto del problema del dove e del come poter ospitare e far giocare i bambini.Fu in una di
quelle domeniche che papà Felice Bardelli, grande appassionato di sport, cominciò a rompere gli indugi, a uscire
allo scoperto, a suggerire, consigliare, proporre l’idea di costituire una società sportiva per far giocare i bambini e
i ragazzi, dato che lì vicino, tra via Amadeo e via Tirone, (dove oggi ci sono diverse ditte), c’era un grande e
bellissimo appezzamento di terreno, in quel periodo inutilizzato. Don Walter, che come coadiutore sapeva benissimo
che lo sport sarebbe stato un mezzo di aggregazione e di formazione educativa e anche religiosa, sposò subito con
entusiasmo l’idea di Felice Bardelli, sostenendo da subito economicamente il progetto anche personalmente, cosa
che poi ha continuato a fare fin quando è rimasto alla parrocchia SS. nome di Maria. A quel punto Don Tarcisio,
che in qualità di parroco rappresentava in primis, in ogni caso, l’autorità e la volontà della Parrocchia, comprese che
la costituzione della società sportiva avrebbe potuto incrementare e completare meglio la nuova comunità
parrocchiale. Fece quindi le dovute raccomandazioni, che il suo ruolo gli imponeva, a Don Walter e Felice Bardelli
facendogli assumere ogni genere di responsabilità sulla questione, ma ripose in loro piena fiducia. Diede dunque il
suo necessario parere favorevole e riuscì poi ad avere per l’oratorio della parrocchia l’utilizzo in prestito gratuito
del terreno tra via Amadeo e via Tirone. Una volta risolto il problema del dove avendo trovato il terreno,
rimaneva quello del come far giocare i bambini e i ragazzi. E a chi di meglio potevano affidarsi Don Walter e Don
Tarcisio se non a lui, Felice Bardelli, quarantaduenne con già più di 20 anni di esperienze sportive vissute in altri
oratori? Scelta scontata quanto fortunata! Papà Felice Bardelli portò per la nuova società sportiva, come modello,
lo statuto della società sportiva Aurora dell’oratorio di San Zeno a Olgiate Molgora (LC), società nella quale aveva
dato il suo notevole contributo per tanti anni, (perché fino al 1962 avevamo abitato in quel piccolo paesino) e con
qualche giusta integrazione di Don Walter e Don Tarcisio lo statuto ebbe il beneplacito. Per nome/denominazione
sociale da dare alla nuova società sportiva non ci furono problemi, scelsero subito, all’unanimità, Unione Sportiva
GIOVANNI XXIII, in memoria del grande Papa deceduto 2 anni prima, nel 1963. Faccio sapere che papà Felice
era molto devoto a Papa GIOVANNI XXIII perché a Lui aveva rivolto le sue preghiere l’estate precedente,
quando mio fratello era stato investito da un’auto e ricoverato in ospedale. E poi papà aveva origini lecchesi e
parenti nella provincia bergamasca, gente di estrazione contadina e operaia come lui, e quel Papa lo aveva sempre
amato e considerato come uno di loro. Per questi motivi in casa nostra c’è sempre stato il quadro di rame
raffigurante il volto buono di Papa GIOVANNI XXIII.Dopo aver scelto il nome fu facile definire l’emblema
“NOI” - SETTIMANALE DELLA CP S. MARTINO E SS. NOME DI MARIA IN MILANO
sociale: il leone alato di San Marco, perché Papa GIOVANNI XXIII era stato Patriarca di Venezia. Infine decisero
i colori della bandiera sociale: giallo e blu. Fu pertanto così, grazie a Don Tarcisio Varisco, Don Walter Larghi e
Felice Bardelli, che venne costituita mercoledì 1° settembre 1965 (come da statuto) la Unione Sportiva GIOVANNI
XXIII. Ma al di là dell’importanza di quanto è stato indispensabile quello che hanno fatto i due bravi sacerdoti,
quello che ha fatto Felice Bardelli è stato ritenuto, a detta di tutti, eccezionale e resta ancora oggi un ricordo
meraviglioso e un esempio stupendo, anche se molto difficile da imitare. Un uomo con ottime capacità organizzative,
buone doti educative, piacevoli virtù sociali e importanti valori, umani, morali e religiosi. Ha donato tutto quello
che poteva per il bene della U.S. GIOVANNI XXIII e dei suoi ragazzi, compiendo tanti generosi sacrifici, senza
però mai farlo pesare a qualcuno, ma sempre con un sorriso disarmante e un entusiasmo contagioso. E’ stato il
motore, il cuore (e forse ancora oggi) la vera anima della U.S. GIOVANNI XXIII, che ha amato fino all’ultimo
giorno della sua vita. Ho a disposizione, per chi ne fosse interessato, la lettera che ho scritto, insieme a mio fratello,
mia sorella e alla mamma, pubblicata sul giornalino n. 4/2003 della Parrocchia SS. Nome di Maria, dopo la morte
di papà Felice Bardelli avvenuta il 28 febbraio 2003. Ho a disposizione anche il bellissimo ricordo scritto da Don
Walter, che lo ha definito un “padre-amico” di tutti e l’altrettanto bellissimo ricordo scritto dai suoi ragazzi (ragazzi
che nel 2003 erano già diventati ultracinquantenni) che nel 2005 hanno dedicato alla sua memoria il “Discobolo
d’’oro”: premio che il Centro Sportivo Italiano ha consegnato alla U.S. GIOVANNI XXIII per i tantissimi anni di
attività e militanza. Don Tarcisio, purtroppo, è morto il mese prima di mio papà, il 7 gennaio 2003. Conservo
inoltre lo statuto; alcuni fogli da lettera A4 su carta intestata “Unione Sportiva G.XXIII” con sotto l’indirizzo
sociale; alcuni modelli di tessere dei soci sostenitori; l’emblema del leone alato di San Marco; le foto delle due
prime squadre di calcio del 1965: i pulcini e i dilettanti. Di particolare importanza il fatto che il 22/9/2003, l’anno
in cui sono morti Don Tarcisio e Felice Bardelli (mentre Don Walter era già da diversi anni a fare il parroco a
Magenta) a seguito del nuovo ordinamento giuridico delle società sportive si è dovuta variare la forma della
denominazione sociale da Unione Sportiva a Associazione Sportiva Dilettantistica, con tanto di nuovo atto costitutivo
e nuovo statuto, pur continuando l’attività sportiva iniziata nel 1965 con gli stessi principi educativi e religiosi.
Questo episodio è stato significativo se si pensa che questa variazione è stata fatta (anche se imposta dalla legge)
proprio quando i tre fondatori iniziali non c’erano più, quasi come a tenere distinto il prima e il dopo, senza però
rompere i ponti con il passato, anzi continuando a mantenere sempre lo stesso nome/denominazione sociale:
GIOVANNI XXIII. Pura e semplice casualità, un segno del destino o un disegno di Dio? Mi vengono i brividi
adesso se mi soffermo a pensare che è passato mezzo secolo e se penso a quanta gente ha contribuito a fare la
storia della società sportiva GIOVANNI XXIII.
Voglio pertanto ringraziare tutte le persone che hanno collaborato con Don Tarcisio, Don Walter e Felice
Bardelli e tutte quelle che dopo hanno portato avanti fino ad oggi l’idea di far vivere ai bambini/e e ragazzi/e
emozioni e gioie praticando lo sport con la società sportiva GIOVANNI XXIII, crescendo in un ambiente sano,
dove sono sempre stati seguiti anche moralmente e spiritualmente e dove, lontani dai pericoli della strada, hanno
potuto trovare amicizia e fraternità. Emozioni e gioie che ho vissuto anch’io e mio fratello giocando per tanti,
tantissimi anni per la società sportiva GIOVANNI XXIII e riuscendo a portare qualche coppa e qualche trofeo in
bacheca. Io poi ho avuto anche il piacere e la soddisfazione di fare anche l’allenatore. E’ un grande onore per me
e mi o fratello essere stati tra i primi tesserati nel 1965 a indossare la maglia di questa ormai storica e gloriosa
società sportiva GIOVANNI XXIII, ancora oggi importante e bella realtà di espressione sportiva giovanile
dilettantistica oratoriana dell’Ortica a Milano. Voglio qui ricordare e ringraziare le seguenti persone (sapendo che
sicuramente mi dimenticherò di molte altre alle quali chiedo anticipatamente di perdonarmi): Adriano Pedrazzini,
Ferruccio Collovati, Learco Magnani, Giovanni Savio, Celeste Soardi, Primo Zerbi, Edoardo Teruzzi, Guglielmino
Lozza, Fausto Lazzaretti, Paolo Calcante, Ottorino Gallotti, Giovanni Fontana, Marino Segatori, Giancarlo Missaglia,
Alberto Motto, Carlo Pettinazzi, Don Fabio Giovenzana (parroco dopo Don Tarcisio), Arrigo Zampella, Giovanni
Chiodi, Girelli Francesco, Don Paolo Poli e Don Luigi Badi (coadiutore e parroco attuali dal 2006).
Invito dunque tutti a festeggiare con gioia il 50° anniversario della società sportiva GIOVANNI XXIII e a
proporsi di continuare a sostenerla per riconoscenza verso coloro che l’hanno costituita nel 1965; per tutto quello
che di bello ci ha fatto vivere e per tutto quello che di bello auguriamo potrà ancora far vivere a tanti altri bambini/
e e ragazzi/e dell’oratorio della parrocchia SS. Nome di Maria.
Evviva e forza “Giovanni XXIII”!
Pino Bardelli
([email protected])
ANNO X, N. 400 - DOMENICA 25 GENNAIO 2015 - FESTA DELLA S. FAMIGLIA