Marco 3,13-14 - Seminario Vescovile di Rimini

 Marco 3,13-14
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Seminario Vescovile di Rimini
Via Covignano 259 -­‐ 47923 Rimini tel. 0541 752301 – fax 0541 752530 social W www.seminario.rn.it -­‐ www.vocazionirimini.it F www.facebook.com/seminariovescoovile.rimini M mailseminario.rn.it Stampato: Rimini dicembre 2014 Immagini: Bernadette Lopez .2.
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Presentazione del Vescovo
Il seminario è il cuore della Diocesi. Questa felice espressione ci aiuta a ricordare quale sia il tesoro più prezioso che dobbiamo custodire e conservare. Il nostro cuore e il nostro tesoro è lì dove ci sono giovani uomini che si stanno preparando all’annuncio del Vangelo e stanno lavorando su sé stessi per conformare la propria vita a Cristo buon Pastore. Il Signore ha concesso alla nostra Chiesa di Rimini di avere ancora un seminario, con una équipe di formatori dedicati ed un gruppetto di giovani che stanno camminando nella vocazione. È un grande dono di cui dobbiamo insieme ringraziare il Signore. Il seminario è la casa della nostra speranza. Finché il "vivaio" delle vocazioni resterà alimentato dalla generosità di giovani che desiderano mettere la propria vita nelle mani di Cristo, perché ne faccia dono alle comunità che altrimenti rischierebbero di rimanere senza Eucaristia, è segno -­‐ tangibile e concreto -­‐ che il Signore non si è ancora stancato di noi e che non vuole lasciarci senza la risorsa fondamentale perché ogni comunità cristiana possa essere guidata e accompagnata da pastori che la servano a nome e nella persona di Cristo. Con gioia presento alla Chiesa di Rimini questa nuova edizione della proposta formativa del nostro seminario, adattata alle condizioni attuali del percorso educativo che a Rimini si vive. Ringrazio di cuore i preti del seminario anche per questo lavoro, segno del desiderio di voler procedere in modo serio e pensato; colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che in .3.
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vario modo contribuiscono alla crescita dei nostri giovani seminaristi. In occasione della Giornata per il Seminario, colgo l’occasione per rinnovare l’invito a tutte le comunità per un impegno costante nella preghiera per le vocazioni strumento prezioso per dissodare il terreno delle nostre comunità e farlo diventare un terreno fecondo in cui il seme della chiamata di Dio può portare frutto. Rimini 7 dicembre 2014 II domenica di Avvento Giornata per il Seminario + Francesco Lambiasi, vescovo .4.
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Introduzione
Siamo inseriti in una storia che cambia velocemente. La valutazione del tempo è molto cambiata da qualche decennio a questa parte: ciò che è adatto all’oggi, dopo poco tempo risulta inadeguato. Anche il seminario, dopo appena sette anni dalla pubblicazione del progetto formativo conforme alla nuova edizione di La formazione dei presbiteri nella Chiesa italiana, si trova a dover aggiornare la sua proposta formativa per adeguarla alla nuova situazione presente nella realtà del seminario di Rimini. Dal settembre 2014, infatti, il primo biennio della formazione viene vissuto presso il Pontificio Seminario Regionale Flaminio a Bologna anche dagli aspiranti riminesi; mentre a Rimini rimane solamente la propedeutica. Ci è sembrato serio rimettere mano al progetto formativo per non derogare ad un’azione educativa pensata e meditata. L’avvicendamento tra don Vittorio e don Marcello e il cambio di ruolo di don Cristian, ci hanno fornito un’ulteriore motivazione per valutare l’opportunità di riformulare un progetto formativo del nostro seminario che fosse corrispondente alla realtà presente. Molte delle cose qui scritte sono riprese dal progetto precedente, che ci è servito come punto di riferimento fondamentale; altre sono state ripensate grazie alla verifica attuata in diversi anni di esperienza formativa condivisa; altre ancora rappresentano delle proposte emerse dal confronto con formatori di altre diocesi impegnati in questo stesso servizio ecclesiale: queste ultime andranno messe in atto e verificate. Proponiamo questo testo come frutto della nostra riflessione e come proposito del nostro impegno formativo; lo offriamo alla nostra Chiesa riminese che ci ha generati alla fede e al .5.
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ministero; lo offriamo al presbiterio e a tutte le comunità della nostra Diocesi come traccia per comprendere la vita del nostro seminario; lo offriamo infine ai giovani che vorranno vivere con noi questa esperienza di discernimento della volontà di Dio sulla loro vita, confrontandosi con ciò che la Chiesa di oggi propone a chi si sente chiamato al ministero sacerdotale. don Andrea Turchini, rettore don Marcello Zammarchi, vicerettore don Cristian Squadrani, direttore spirituale Rimini 5 ottobre 2014 Memoria del Beato Alberto Marvelli Inizio dell’anno Marvelliano (2014-­‐2015). (*) Il presente progetto formativo è stato presentato al Consiglio presbiterale della Diocesi il 9 ottobre 2014, che lo ha approvato. .6.
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Identità della comunità …
«Il seminario è, in se stesso, un’esperienza originale della vita della Chiesa […]. Già sotto il profilo umano, [esso] deve tendere a diventare una comunità compaginata da una profonda amicizia e carità, così da poter essere considerata una vera famiglia che vive nella gioia. Sotto il profilo cristiano, […] si deve configurare come “comunità ecclesiale” . Il seminario non è dunque solo un’istituzione funzionale all’acquisizione di competenze teologiche e pastorali o un luogo di coabitazione e di studio. È anzitutto una vera e propria esperienza ecclesiale, una singolare comunità di discepoli, chiamata a ripresentare il mistero del Signore Crocifisso e Risorto e a vivere una speciale consuetudine di vita con lui e con gli altri “ chiamati”, per verificare e far maturare i tratti specifici della sequela apostolica [...]. In quanto comunità educativa, il seminario deve avere un suo progetto organico, unitario e aggiornato, capace di conciliare la proposta chiara della meta, la serietà del cammino e l’attenzione ai soggetti concreti. Ciò esige, soprattutto nelle circostanze attuali, una sapiente elasticità, senza scendere a compromessi sui valori e sull’impegno cosciente e libero dei singoli […]. L’integrazione tra la dimensione personale della formazione e il rilievo della struttura comunitaria, l’intreccio tra “autoformazione” e dialogo educativo sono le dinamiche da attivare e da tenere in costante equilibrio. Per la sua particolare identità, il seminario è giustamente ritenuto il cuore della Chiesa particolare. Come tale, è posto al centro della sua preghiera, della sua sollecitudine e della solidarietà anche economica. Esso è chiamato a mantenere o ritrovare questa sua collocazione centrale: da una parte, di comunità unica e irripetibile per i contenuti e i cammini che esprime; dall’altra, di comunità singolarmente relativa alle diverse .7.
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realtà ecclesiali, in particolare al presbiterio e alle parrocchie. In questa prospettiva, si comprende come siano due e simultanee le dinamiche della comunità del seminario: da un lato l’appartenenza, che garantisce alla comunità una reale consistenza; dall’altro l’apertura, che la raccorda con la vita e il cammino della Chiesa diocesana»1. La proposta formativa del nostro Seminario Diocesano è fondata sulla scelta di garantire la presenza di un’équipe di preti educatori, chiamati a vivere una comunità di vita che dovrebbe essere il riferimento essenziale della proposta educativa del seminario. La loro presenza non è semplicemente funzionale al servizio educativo, ma è chiamata a diventare un segno e una testimonianza di vita che i giovani possono condividere e così confrontarsi concretamente sulla vocazione presbiterale. Nello stesso tempo, proprio perché il seminario è chiamato ad essere una comunità evangelica ed ecclesiale, essa è per la diocesi un luogo-­‐segno vocazionale che trae la sua forza dalla comunità dei preti educatori, dei giovani seminaristi e di tutti coloro che collaborano all’opera della formazione. 1
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, La formazione dei presbiteri nella Chiesa Italiana. Orientamenti e norme per i seminari (Terza edizione), 2006, nn. 60-­‐62. Da ora in poi il testo di Orientamenti e norme in questa edizione è citato con l’abbreviazione FP seguita dai numeri dei paragrafi del documento. .8.
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Evoluzione storica …eminario di Rimini
Fino alla metà degli anni ‘80 il Seminario di Rimini è stato prevalentemente un seminario minore che rivolgeva una proposta formativa ai pre-­‐adolescenti e agli adolescenti; si continuava tuttavia a curare la formazione pastorale dei teologi per lo più frequentanti il Pontificio Seminario Regionale a Bologna. Dal 1986, in seguito a una diversa interpretazione della formazione pastorale riguardante i teologi dei primi anni, nella nostra Diocesi si è compiuta la scelta di costituire a Rimini il biennio filosofico-­‐teologico, esperienza che è stata molto significativa e che ha portato ottimi frutti. A partire da quegli anni, la comunità dei “teologi” si è aggiunta alla comunità del seminario minore con momenti suoi tipici e un cammino formativo caratterizzato. A questo primo biennio è stato affiancato il cammino dell’anno propedeutico con una proposta formativa specifica. In sintesi possiamo dire che dalla metà degli anni ‘80 fino al 2007, la realtà del Seminario di Rimini risultava così composta: il gruppo del seminario minore (che negli ultimi anni comprendeva due proposte differenziate: una per i ragazzi delle medie inferiori nello short-­‐time2 e una rivolta ai ragazzi delle superiori); il gruppo della Propedeutica, il gruppo del Biennio Filosofico-­‐Teologico e il gruppo dei “teologi” che frequentava i seminari di Roma e di Bologna. Il Seminario di Rimini con questi ultimi si è sempre preoccupato di mantenere una forte relazione educativa, 2
Per short time si intendeva una proposta di attività pomeridiana durante la settimana per ragazzi delle medie e delle superiori. Nel corso degli anni la proposta è cambiata passando da quotidiana a settimanale. Nei pomeriggi di incontro i ragazzi avevano un momento di gioco, lo studio e un momento formativo organizzato dal prete educatore e/o dagli educatori coinvolti. .9.
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attraverso momenti formativi organizzati nei periodi di vacanza e attraverso contatti di varia natura; questo ha fatto sì che, pur vivendo il percorso formativo in un altro seminario, i “teologi” di origine riminese, si siano sempre ritenuti appartenenti al Seminario Diocesano. Dal 2007, per la prima volta nella storia della nostra Diocesi, la realtà del seminario minore, tradizionalmente intesa, si è esaurita. Questo è accaduto per il mutare delle condizioni socio-­‐
culturali, in particolare per la mutata condizione della famiglia nel nostro contesto territoriale. Nel frattempo si erano avviate alcune esperienze di accompagnamento vocazionale, rivolte in particolare ai pre-­‐
adolescenti. Rimaneva presente la proposta per la comunità del biennio iniziale3 del seminario maggiore e la propedeutica. Dall’inizio del 2013, sono accaduti alcuni fatti che ci hanno portato a rivedere la struttura e a riscrivere il progetto formativo: a. Durante la visita ad limina (gennaio 2013) abbiamo avuto la conferma di una serie di perplessità segnalate dalla Congregazione per l’educazione cattolica, che già nella lettera che seguiva la visita apostolica del marzo 2011-­‐ realizzata da mons. Martella -­‐ erano state messe in rilievo. Durante l’incontro dei vescovi con mons. Zani, è stata richiamata l’anomalia di Rimini rispetto alle altre diocesi della Regione e l’opportunità di verificare attentamente lo svolgimento degli studi. b. Dall’anno accademico 2013-­‐2014 è entrato progressivamente in vigore anche presso la FTER il nuovo piano di studi voluto dalla Congregazione con il “Decreto di riforma degli studi ecclesiastici di filosofia” del 28 gennaio 2011, il quale prevede un cambiamento sostanziale del piano di studi a cui eravamo abituati, con un aumento considerevole delle ore di filosofia (pari al 66% dei crediti del primo biennio), prevedendo insegnamenti molto 3
Cfr. FP n. 109: è l’espressione utilizzata da FP per indicare i primi due anni del percorso del Seminario maggiore. . 10 .
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particolari e con richiesta di titoli accademici molto esclusivi per i docenti coinvolti. c. Nella primavera 2013 la FTER, tramite il suo segretario, ci comunicava formalmente che, visto il nuovo ordinamento di studi in corso dall’ottobre successivo, doveva essere considerata superata e quindi non più valida la convenzione per gli studi teologici stipulata tra il Seminario di Rimini e la FTER, dovendoci anche noi adeguare al nuovo piano di studi; contestualmente ci veniva comunicato che non potevano essere considerati validi i corsi e gli esami gestiti direttamente dal nostro seminario, perché non risultavamo essere ente di formazione teologica approvato dalla Congregazione; ci veniva suggerito di procedere alla richiesta di riconoscimento presso la Congregazione o di fare attivare detti corsi dall’ISSR “Marvelli” che risultava essere ente approvato. Durante l’estate 2013, dopo la verifica compiuta in equipe, abbiamo condiviso le nostre difficoltà con il Vescovo, disegnando vari scenari possibili; al termine del confronto ci siamo trovati a riconoscere che la via più semplice e più rispettosa del cammino dei nostri ragazzi era quella di farli convergere nel percorso formativo presso il Seminario Regionale fin dal primo biennio, così come fanno tutte le altre diocesi della Regione Flaminia. Per questo motivo a partire dall’anno formativo 2014-­‐2015 a Rimini si avvia il percorso biennale propedeutico con la prospettiva di compiere l’intero cammino formativo del seminario maggiore presso il Pontificio Seminario Regionale Flaminio a Bologna. . 11 .
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La comunità degli educatori
In FP4 è molto bene indicato lo stile e la proposta, così come gli obiettivi che dovrebbero caratterizzare l’impegno formativo di questi presbiteri chiamati all’impegno formativo in seminario: riguardo all’equipe degli educatori nel testo degli orientamenti si sottolinea in particolare: «“si rivela insufficiente la scelta e la formazione di singoli educatori, anche se ricchi di doti personali, qualora non siano in grado di entrare a costituire delle vere e proprie équipes educanti, ben affiatate e fortemente collaboranti […]. Le esperienze infatti dimostrano che senza un vero lavoro d’insieme (teamwork) non è possibile far funzionare bene il seminario” L’opera formativa ha un carattere eminentemente collegiale [...]. È dunque necessario che tra gli educatori si stabilisca, sotto la guida del rettore, una profonda sinergia che garantisca l’interrelazione del compito di ciascuno con quello degli altri. Si tratta di un fattore determinante, specie in ordine all’elaborazione del progetto educativo, all’adozione e alla verifica dei criteri di discernimento vocazionale, alla guida e all’animazione quotidiana della comunità seminaristica. Questa sinergia educativa sarà solida ed efficace se si fonderà su una profonda unità spirituale, fatta di preghiera, condivisione della fede e comunione nello Spirito»5. Per tradizione ormai quarantennale della nostra Diocesi, l’équipe formativa del seminario costituisce una vera e propria comunità di vita presbiterale residente. Le équipes che ci hanno preceduto, ci hanno tramandato l’esigenza di dare alla vita della comunità degli educatori una vera e propria regola di 444
Cfr. FP nn. 64-­‐68. FP n. 68. 5
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vita che, nelle sue coordinate fondamentali, sia condivisa anche con i seminaristi. Come richiamato dal testo sopra riportato, fondamento della vita dell’équipe è la comunione spirituale che si esprime e si costruisce attraverso le seguenti scelte: – L’eucaristia e la preghiera comune quotidiana (liturgia delle ore e meditazione). – Itinerario annuale condiviso con momenti settimanali di meditazione comune. – Ritiro mensile. – Esercizi spirituali annuali. Il lavoro educativo dell’équipe si svolge attraverso un incontro settimanale di confronto, studio, programmazione e verifica; un momento annuale di più giorni rivolto alla programmazione dell’anno, la partecipazione comune a momenti di studio e di approfondimento delle tematiche educative inerenti alla vita del seminario organizzate a livello regionale o nazionale. Riguardo ai ruoli particolari all’interno dell’équipe vogliamo sottolineare quanto segue: Il rettore: In FP 69 si afferma quanto segue: «Il rettore è il primo responsabile della vita del seminario – di cui è legale rappresentante –, centro di unità dell’équipe educativa e promotore della formazione dei seminaristi. Egli svolge il suo ministero unitamente con gli altri educatori, esercitando la responsabilità che gli è propria. Spetta a lui: – guidare il seminario, attuando le direttive del Vescovo e accogliendo le attese della comunità cristiana, interpretando il progetto educativo [...]; – favorire l’unità e la corresponsabilità dei vari membri dell’équipe educativa [...]; . 13 .
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– esercitare la paternità nella comunità attraverso una presenza assidua [...]; – seguire, promuovere e armonizzare i vari aspetti della formazione, garantendo così una sapiente sintesi educativa; – accompagnare il cammino dei seminaristi con incontri frequenti, che gli permettano di avere una conoscenza approfondita della loro vita, di programmare le direttrici della loro formazione e di compiere un prudente discernimento vocazionale; – integrare la dinamica del seminario con l’apporto delle famiglie e delle parrocchie dei seminaristi e raccordarla con la progettualità pastorale diocesana [...]; – esprimere al Vescovo, dopo aver accolto il parere dei collaboratori, il giudizio sintetico sull’idoneità dei candidati per l’ammissione ai ministeri istituiti e ordinati e un’indicazione sulle loro attitudini pastorali»6. Tenendo conto di quanto indicato in FP, riteniamo utile specificare quanto è caratteristico della realtà del nostro Seminario Diocesano: il rettore oltre ai ruoli di coordinamento e gestione della vita del seminario, sarà particolarmente incaricato di raccordare la vita del seminario con la vita della comunità diocesana nelle sue varie articolazioni (presbiterio, consiglio pastorale diocesano, parrocchie, associazioni, aggregazioni, uffici pastorali, ecc.). Sarà compito particolare del rettore formulare e sostenere progetti o iniziative che richiamino, all’interno della vita della comunità diocesana, il ruolo del seminario e l’attenzione dovuta dalla comunità cristiana al tema delle vocazioni sacerdotali, attraverso la formulazione di itinerari particolari rivolti alle varie fasce di età o ai vari settori della pastorale ordinaria. Tradizionalmente nella nostra Diocesi il rettore è anche il responsabile della pastorale delle vocazioni. 6
FP n. 69. . 14 .
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Il direttore spirituale: In FP 70 si afferma quanto segue: è compito del direttore spirituale: «– animare la vita spirituale e liturgica del seminario, rispettando la primaria responsabilità del rettore e valorizzando l’apporto degli altri educatori; – guidare il cammino spirituale e vocazionale dei seminaristi, specialmente per quanto riguarda la ricerca della volontà di Dio e il discernimento vocazionale, l’educazione alla preghiera, la crescita nella carità pastorale e nella passione per l’evangelizzazione, la formazione alla capacità di relazione, di comunione e di collaborazione, l’educazione all’obbedienza, alla sobrietà e alla castità nel celibato, la personalizzazione della proposta formativa […]. – coordinare gli altri presbiteri eventualmente autorizzati dal Vescovo alla guida spirituale dei seminaristi, come anche i confessori, in modo da assicurare l’unità dei criteri di discernimento della vocazione»7. Confermando e aderendo totalmente a quanto indicato in FP, ci preme sottolineare il ruolo fondamentale del direttore spirituale nella vita del seminario come animatore della vita spirituale della comunità e delle realtà legate e animate dal seminario stesso. Data la particolare natura e identità della nostra comunità, sarà particolare compito del direttore spirituale promuovere e animare itinerari di formazione alla preghiera, alla lectio divina e rendersi disponibile alla direzione spirituale non solo degli alunni del seminario, ma di tutti quei giovani che si avvicinano alla nostra comunità per un percorso di discernimento vocazionale. 7
FP n. 70. . 15 .
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Il vicerettore: In FP 71 si afferma quanto segue: al vicerettore compete: «– mediare la proposta educativa nella situazione concreta; – promuovere nei seminaristi la crescita della capacità di relazione, di servizio e del senso comunitario»8. Tenendo conto di quanto indicato in FP, riteniamo utile specificare quanto è caratteristico della realtà del nostro Seminario Diocesano: il vicerettore è l’animatore e il garante della proposta educativa del seminario nella vita quotidiana. Affianca il rettore nel dialogo educativo con i seminaristi e con i giovani che condividono la vita del seminario. Come animatore si rende responsabile che ognuno possa vivere in modo significativo la proposta educativa del seminario. Per quanto riguarda tutti gli altri soggetti coinvolti nella formazione si rimanda a quanto affermato in FP nn. 72-­‐789. 8
FP n. 71. I soggetti citati sono il vescovo, i docenti, i parroci, le famiglie, le comunità parrocchiali, gli psicologi. 9
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Il cammino della propedeutica
Riguardo al cammino propedeutico al seminario maggiore, nella nostra Diocesi abbiamo avuto esperienze diverse dal 1986 ad oggi. In sintesi ci sembra di poter dire che il cammino della propedeutica abbia come obiettivi fondamentali quelli di aiutare il giovane a verificarsi sulla rettitudine delle intenzioni, la fondatezza delle motivazioni e la consistenza della personalità, oltre ad assimilare gli elementi essenziali della vita spirituale. Il percorso propedeutico è il tempo opportuno per l’eventuale «integrazione della formazione culturale di base e la preparazione immediata agli studi teologici»10. In generale vivere il percorso della propedeutica significa avere già compiuto una prima scelta in ordine alla vocazione sacerdotale, anche se questa scelta richiederà di essere verificata e approfondita. Il percorso della propedeutica rappresenta un tempo di iniziazione e di passaggio che può richiedere di conciliare il percorso educativo con l’impegno del lavoro o la conclusione di percorsi universitari precedentemente attivati. Caratteristica del percorso propedeutico è la flessibilità e l’adattamento alla situazione personale concreta. Gli aspetti fondamentali nel cammino propedeutico In FP sono ben espressi gli aspetti fondamentali del progetto educativo nel tempo propedeutico che desideriamo declinare nel modo seguente11: 10
FP n. 50. Cfr. FP nn. 47-­‐50. 11
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«– l’esperienza dello stare con il Signore: il giovane deve fare un’esperienza spirituale incisiva, per poter dire alla fine: “Sì, dedicherò tutta la mia vita al Signore”»12. Pur se riferiti all’itinerario del seminario maggiore, ci hanno molto aiutato i richiami e le sottolineature enunciate in FP nn. 80-­‐
89: «La formazione spirituale costituisce il cuore che unifica e vivifica» la vita e la formazione dei futuri presbiteri. Il suo contenuto essenziale è la condivisione dell’esperienza del mistero pasquale di Cristo Pastore, sotto l’azione dello Spirito Santo [...]. Anche oggi l’amicizia con Gesù [...] è l’elemento decisivo della formazione spirituale [...]. Formarsi al presbiterato, infatti, significa imparare a dare una risposta personale alla questione fondamentale posta da Gesù a Pietro: ‘Mi ami tu?’. Il rapporto personale con Gesù Cristo viene sperimentato soprattutto attraverso la fedele meditazione della Parola di Dio, la preghiera e l’attiva partecipazione ai sacramenti, i carismi della carità pastorale nella dedicazione alla Chiesa particolare e del dono di sé nella verginità, la trama delle relazioni educative, fraterne, amicali e di servizio. Il seminario è scuola che educa all’ascolto della Parola [...]. Momento essenziale dell’incontro con Cristo è la liturgia, che conduce i seminaristi a sperimentare con tutta la Chiesa la sovrabbondanza di grazia distribuita nell’anno liturgico e a porre al centro della giornata la celebrazione dell’Eucaristia, fonte e culmine della vita cristiana e cuore del ministero presbiterale [...]. In continuità con la celebrazione dell’Eucaristia, si incoraggi l’adorazione eucaristica [...]. La Liturgia delle ore costituisce il naturale prolungamento dell’Eucaristia durante la giornata […]. ‘Doveroso e quanto mai urgente è il richiamo a scoprire all’interno della formazione spirituale, la bellezza e la gioia del sacramento della Penitenz’ [...]. 12
FP n. 50. Il grassetto è nostro. . 18 .
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È importante che, accanto all’ascolto della Parola e alla liturgia, i seminaristi siano educati alla preghiera comunitaria e personale [...]. Alcuni momenti di preghiera siano garantiti a livello comunitario, altri lasciati alla libera iniziativa personale [...]. Nel calendario del seminario, sia riservato un tempo adeguato per i ritiri spirituali mensili e per gli esercizi spirituali annuali [...]. Al centro della formazione spirituale dei futuri presbiteri vi è la carità pastorale [...]. Il suo contenuto essenziale è ‘il dono di sé, il totale dono di sé alla Chiesa, ad immagine e in condivisione con il dono di Cristo’ [...]. La dedicazione dei presbiteri alla Chiesa particolare avviene nel contesto del presbiterio, realtà che scaturisce dallo stesso sacramento dell’Ordine [...]. I candidati al presbiterato siano perciò provocati ad avere cuore e mentalità missionari, ad allargare gli orizzonti del loro impegno apostolico e a essere disponibili alla missione [...]. Coinvolti pienamente da Cristo in una sequela radicale, i futuri presbiteri siano formati all’uso evangelico dei beni temporali e a ‘un tenore di vita povera, allo spirito di abnegazione di sé in modo da abituarsi a rinunciare prontamente anche alle cose per sé lecite ma non convenienti, e a vivere conformandosi progressivamente a Cristo crocifisso’ [...]. Nella logica dell’appartenenza totale a Cristo e della partecipazione al suo amore sponsale per la Chiesa, la verginità per il Regno ‘è sempre stata considerata come particolarmente confacente alla vita sacerdotale’ [...]. La scelta celibataria chiama in causa la personalità umana dei candidati, che deve essere sana e armoniosa»13. Ci sentiamo di mettere in evidenza alcune scelte fondamentali che tentano di tradurre nella nostra comunità propedeutica tali principi generali: • L’eucaristia al centro della vita comunitaria in ogni giorno con una liturgia attivamente partecipata e proposta come itinerario mistagogico. 13
FP nn. 80-­‐89. . 19 .
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• Il sacramento della Penitenza come esperienza gioiosa di incontro con la misericordia di Dio in Cristo. • La celebrazione comunitaria della Liturgia delle Ore come scuola di preghiera ecclesiale. • La lectio divina comunitaria come scuola di ascolto della Parola e di discernimento sulla nostra vita. • L’adorazione eucaristica come naturale prolungamento della celebrazione eucaristica. «– un impegno assiduo nella conoscenza di sé e nella maturazione umana: si tratta di favorire la conoscenza e la verifica degli aspetti fondamentali della personalità, evidenziandone le risorse e le eventuali fragilità»14. L’umanità del prete è la normale mediazione quotidiana dei beni salvifici del Regno. Per questa ragione bisogna porre molta attenzione alla formazione umana dei futuri presbiteri. I tratti della maturità umana sono ben elencati in FP n. 91: • un’intelligenza aperta alla verità; • una volontà capace di coordinare le energie verso l’obiettivo proposto; • una corporeità riconosciuta e assunta come linguaggio della persona; • una cura adeguata della persona; • una capacità di relazioni libere, oblative e sincere; • un’affettività che renda la persona capace di amare con cuore indiviso; • un’identità sufficientemente consistente. Crediamo che la vita comunitaria e la relazione educativa vissuta in modo sincero e trasparente sia la via ordinaria per realizzare tali obiettivi nell’area della formazione umana. Qualora si manifestassero esigenze particolari, come indicato in FP nn. 93-­‐
94, ci si avvarrà del contributo delle scienze psico-­‐pedagogiche 14
FP n. 50. IL grassetto è nostro. . 20 .
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avendo come fine il bene della persona e la sua completa maturazione. – l’integrazione della formazione culturale di base e la preparazione immediata agli studi teologici. Per quanto riguarda l’integrazione della formazione culturale di base occorrerà valutare con ognuno dei soggetti in base alle esigenze specifiche. Per quanto concerne la preparazione agli studi teologici, rimandiamo alla sezione inerente al “piano di studi fondamentali per il percorso propedeutico”15 avvalendoci della preziosa collaborazione dell’ISSR “Marvelli” di Rimini e di altri docenti idonei. Sarà cura dell’équipe dei formatori garantire che tale formazione sia correlata a quanto richiesto dal percorso di studi previsto nel seminario maggiore. Secondo quanto indicato da FP n. 50, riteniamo utile nel periodo propedeutico curare «un percorso catechistico sui temi fondamentali della fede»16 avendo come punto di riferimento il Catechismo dei Giovani/217 e il Catechismo della Chiesa Cattolica, così come «la presentazione di alcuni libri della Sacra Scrittura, anche in sintonia con l’anno liturgico»18. – un certo coinvolgimento in esperienze di carità. Durante l’anno la comunità dei giovani che vivono in seminario partecipa a varie iniziative di servizio ed espressione della carità cristiana, soprattutto quelle collegate con la vita della Diocesi. Da qualche anno i seminaristi partecipano ad un servizio settimanale presso la Caritas diocesana o presso l’Ospedale “Infermi” di Rimini, esperienza che ha portato buoni frutti e che ci sentiamo di confermare. Tali esperienze sono principalmente orientate alla condivisione del servizio con tanti operatori 15
Cfr. p. 25. FP n. 50. Il corsivo è nostro. 17
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Venite e vedrete. Il Catechismo dei giovani/2, Cit-­‐
tà del Vaticano 1997. 18
FP n. 50. Il corsivo è nostro. 16
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ecclesiali che si impegnano stabilmente nell’animazione della Carità. – «il contesto della vita in comune, come preparazione all’esperienza del seminario maggiore e, in seguito, alla condivisione nel presbiterio diocesano»19. Come già affermato, essa rappresenta la via ordinaria per la crescita in umanità di ogni persona. «Si esprime nell’organizzazione delle giornate, dei servizi e della liturgia, nell’accoglienza reciproca, nello scambio spirituale»20. La vita comune proposta ai giovani del propedeutico ha come punto di riferimento la vita fraterna dell’equipe formativa del seminario. Tale esperienza di fraternità diventa il contesto ordinario in cui si vive tutta l’esperienza di formazione ed il contesto concreto in cui tradurre la dimensione evangelica e spirituale. – «la possibilità di significative relazioni ecclesiali: è bene che ai giovani sia offerta l’opportunità di un adeguato inserimento settimanale (possibilmente il sabato e la domenica) presso la parrocchia di origine o un’altra idonea; così pure è utile che essi partecipino alle iniziative diocesane più significative (specialmente quelle indirizzate ai giovani), per maturare un più forte senso di appartenenza ecclesiale»21. Il percorso della propedeutica ha come finalità di «presentare in modo esauriente la figura del presbitero secondo l’attuale sensibilità ecclesiale»22. A tale scopo, in base alle diverse esperienze di provenienza dei singoli, potrà essere dedicato un tempo particolare per vivere la condivisione con una comunità di presbiteri in una parrocchia diversa da quella di origine. Sembra particolarmente opportuno durante il percorso del propedeutico un coinvolgimento attivo nella proposta delle attività vocazionali che si svolgono in seminario. 19
Ibidem. Il grassetto è nostro. Ibidem. 21
Ibidem . Il grassetto è nostro. 22
FP n. 47. 20
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Articolazione del percorso propedeutico Secondo quanto affermato da FP n. 47 e dallo Statuto del Pontificio Seminario Regionale Flaminio23 art. 11 § 2, il percorso propedeutico prevede almeno un anno residenziale, ma la prassi ormai consolidata porta a ritenere opportuno un percorso biennale per attuare il discernimento iniziale e introdurre al cammino del seminario maggiore. Tale esigenza è supportata ulteriormente dalla necessità della conoscenza e di un inserimento nella vita della Chiesa diocesana. I due anni del cammino propedeutico potrebbero prevedere la seguente articolazione e struttura: - Nel primo anno l’obiettivo prevalente è quello di approfondire il discernimento vocazionale iniziale per chiarire le motivazioni che hanno portato il giovane alla scelta di entrare in seminario. Per realizzare tale obiettivo si avrà cura in modo particolare: dell’iniziazione alla preghiera personale e liturgica; dell’eucaristia quotidiana e la confessione; della lectio divina; della direzione spirituale frequente; della catechesi sull’esperienza della fede; della vita comunitaria come ambito di condivisione e di crescita; dell’approfondimento della figura del presbitero diocesano; della conoscenza della realtà della diocesi; di esperienze di carità significative. In questo primo anno normalmente i giovani sono chiamati a rimanere in contatto con la loro comunità parrocchiale di provenienza ed a partecipare ai percorsi rivolti ai giovani della loro età. Dove sia possibile continuare o iniziare un servizio pastorale, essi dovranno essere considerati alla stregua degli altri operatori pastorali, senza enfatizzare il loro percorso vocazionale. Normalmente la permanenza in seminario sarà dalla domenica sera fino al venerdì dopo pranzo, per favorire il rientro in famiglia e in parrocchia. Per quanto concerne lo studio, in questo primo anno si cercherà di valutare le eventuali integrazioni alla formazione culturale di 23
PONTIFICIO SEMINARIO REGIONALE FLAMINIO, Statuto e Regolamento, Bologna 2010, p.16. . 23 .
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base (lingue antiche, storia della filosofia). Alla fine di questo primo anno sarà importante un primo e fondamentale discernimento per verificare se esistono le condizioni per continuare il cammino. - Nel secondo anno del percorso propedeutico, l’obiettivo prevalente è la preparazione all’ingresso al seminario maggiore. Per ottenere tale obiettivo sarà richiesto un maggiore distacco dalle famiglie e dalle comunità di provenienza. Si consoliderà l’esperienza spirituale e comunitaria, lavorando sulla valorizzazione delle risorse personali e proponendo percorsi di maturazione circa gli elementi di maggiore fragilità. Dal punto di vista spirituale si arricchiranno maggiormente i contenuti e si curerà l’acquisizione di strumenti per un discernimento personale; dal punto di vista comunitario si richiederà una maggiore corresponsabilità nella condivisione e nelle strutture della vita comune; dal punto di vista pastorale, in via ordinaria, sarà richiesto un coinvolgimento nelle attività vocazionali diocesane o l’inserimento in una realtà caritativa o pastorale della diocesi. Per quanto concerne gli studi, in questo secondo anno, si cureranno maggiormente l’introduzione allo studio della teologia, la conoscenza del Concilio Vaticano II, l’introduzione alla Sacra Scrittura, ai Padri della Chiesa e alla liturgia. Al termine del percorso propedeutico sarà valutata dagli educatori l’opportunità della ammissione al seminario maggiore secondo i criteri indicati in FP nn. 51-­‐56: • un’esperienza viva di fede e la chiara percezione della chiamata; • una positiva esperienza ecclesiale, maturata nel contesto di una parrocchia o di un’altra significativa realtà ecclesiale; • una personalità sufficientemente sana e ben strutturata dal punto di vista relazionale; • la passione apostolica e missionaria; • l’orientamento alla vita celibataria; • una sufficiente preparazione culturale; • l’apertura al mistero; . 24 .
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• l’identità nella vocazione; • un progetto vocazionale ricco di memoria credente; • la docibilitas vocazionale: «Il requisito fondamentale è quello della docibilitas della persona, ovvero la libertà interiore di lasciarsi guidare da un fratello o sorella maggiore, in particolare nelle fasi strategiche della rielaborazione e riappropriazione del proprio passato, specie quello più problematico, e la conseguente libertà di imparare e di saper cambiare»24. «Un’area delicata, che richiede una particolare attenzione nell’attuale contesto socio-­‐culturale, è quella affettivo-­‐sessuale [...]. È necessario essere prudenti e negare o dilazionare l’ingresso in seminario a chi presentasse problemi irrisolti nell’ambito delle relazioni eterosessuali o dell’omosessualità»25. «Circa i casi di vocazioni in età adulta, è doveroso predisporre un accurato discernimento sull’autenticità delle intenzioni e delle motivazioni, accertare che si tratti di persona di buona reputazione, raccogliere testimonianze attendibili che ne sostengano la candidatura, verificare la sufficiente preparazione culturale di base, ascoltare la comunità di origine e richiedere la presentazione del parroco [...]. Nei casi di aspiranti al presbiterato in età decisamente adulta, l’ammissione al seminario maggiore comporta normalmente la conclusione dell’attività professionale»26. Schema di vita comunitario Lo schema di vita comunitario riporta le coordinate fondamentali sul piano dei contenuti, dei ruoli e della struttura della vita 24
PONTIFICIA OPERA PER LE VOCAZIONI ECCLESIASTICHE, Nuove vocazioni per una nuova Europa. Documento finale del Congresso sulle Vocazioni al Sacerdozio e alla Vita Consacrata in Europa (Roma, 5-­‐10 maggio 1997), n. 17. 25
FP n. 53. 26
FP n. 55. . 25 .
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ordinaria del seminario, così come si sviluppa nel percorso propedeutico che un giovane vive in questa comunità di Rimini. La menzione ed elencazione dei contenuti sono utili sia all’équipe, che ai seminaristi per avere la prospettiva concreta del percorso che sono chiamati a compiere. Alcune scelte contingenti (come l’orario settimanale) potranno cambiare in risposta a delle esigenze che sorgono con l’andar del tempo; rimangono punti di riferimento fondamentali le scelte caratterizzanti questo percorso che, pur accogliendo persone in situazione diversa nel cammino vocazionale, non vuole in alcun modo essere generico ed incolore. La tipicità della comunità del seminario, infatti, è quella di accompagnare i giovani nel discernimento, nel confronto e nella scelta della vita sacerdotale secondo la spiritualità del presbitero diocesano. Temi trattati dal direttore spirituale nelle « istruzioni » alla comunità – La direzione spirituale. – La preghiera cristiana. – La Penitenza e l’Eucaristia. – Liturgia delle Ore. – Lectio divina. – Meditazione, lettura spirituale, esame di coscienza, culto mariano. – Regola di vita, quaderno spirituale. – Vocazione e vocazioni. – Le virtù teologali. – Ascesi, virtù cardinali, vizi capitali. – Castità, povertà e obbedienza. – Il discernimento. – Cenni all’esperienza mistica. – L’itinerario spirituale. . 26 .
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Progetto personale e regola di vita. Ogni anno del percorso di propedeutica i giovani del propedeutico, così come i seminaristi, sono chiamati a redigere un proprio progetto formativo personale da confrontare con gli educatori e con il Padre Spirituale. In tale progetto saranno evidenziati gli obiettivi formativi personali che ognuno, in base al proprio cammino e all’itinerario percorso, deciderà di perseguire nel corso dell’anno. Il progetto personale ha come obiettivo di rendere responsabile ogni giovane del proprio itinerario e di condividere con gli educatori i propri obiettivi formativi; è anche materiale utile per la verifica dei percorsi che ognuno sta compiendo nel cammino propedeutico. Per essere realizzabile il progetto personale deve tradursi in una regola di vita mediante la quale il giovane individua e sceglie concretamente i mezzi ordinari e straordinari per perseguire gli obiettivi del suo progetto. La redazione della regola di vita è occasione di incontro e confronto con gli educatori del seminario. La vita del seminario è scandita, oltre che dal suo ritmo ordinario e quotidiano, anche da momenti forti e tempi particolari Ritiro mensile La comunità dei giovani che vivono in seminario, partecipa ogni mese ad un momento di ritiro, proposto e animato dal direttore spirituale. Il ritiro mensile è un momento forte attraverso il quale si sviluppa l’itinerario formativo spirituale sopra esposto. Normalmente il ritiro mensile viene svolto dal lunedì pomeriggio al martedì pomeriggio in un luogo diverso dalla quello che caratterizza la vita ordinaria. È possibile che tali momenti di ritiro vengano vissuti insieme ai giovani della propedeutica di Faenza. . 27 .
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Esercizi spirituali Annualmente la comunità dei giovani che vivono nel Seminario di Rimini, partecipa ad un periodo di Esercizi Spirituali proposti dal direttore spirituale in accordo con il rettore. La proposta degli Esercizi rappresenta un momento culmine dell’anno formativo, sia sul piano personale che sul piano comunitario. È importante che in tale periodo ogni giovane definisca degli obiettivi personali in accordo con il direttore spirituale e li verifichi nel corso dell’anno. Gli Esercizi Spirituali, potranno essere proposti sia in collaborazione con altri percorsi propedeutici presenti nella nostra Regione. L’anno liturgico in seminario Vista la sua particolare connotazione educativa, la comunità del seminario è chiamata a mettere in particolare rilievo lo svolgersi dell’Anno Liturgico, come grande itinerario che caratterizza la vita della Chiesa. In particolare i tempi forti dell’Avvento, Natale, Quaresima e Pasqua saranno caratterizzati per sperimentare la più autentica tradizione della Chiesa. Il tempo dell’Avvento sarà il tempo dell’ascolto della Parola e della risposta obbediente, avendo come modello principale la figura della Vergine Maria e del Precursore, Giovanni il Battista. Il tempo del Natale sarà il tempo della contemplazione della Manifestazione del Signore a tutti gli uomini. Il tempo della Quaresima sarà il tempo del richiamo alla penitenza e alla conversione del cuore; in particolare sarà dato spazio al segno del digiuno, dell’elemosina e della preghiera. Il tempo della Pasqua sarà il tempo dell’annuncio e della testimonianza, a partire da una rinnovata disponibilità ad accogliere il dono dello Spirito Santo che il Signore rinnova alla sua Chiesa. . 28 .
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Alla luce dell’Anno Liturgico troveranno adeguato spazio la devozione mariana, la via crucis e altre espressioni della pietà popolare tramandate dalla consuetudine delle nostre comunità. Partecipazione ai momenti diocesani Il seminario è una comunità profondamente inserita nel contesto della Diocesi. Per questo partecipa normalmente ai momenti più importanti della vita della Chiesa di Rimini. In particolare tra i momenti liturgici: – la dedicazione della Chiesa Cattedrale; – la festa liturgica del Beato Alberto Marvelli; – la solennità di san Gaudenzo; – il mercoledì delle Ceneri; – la messa crismale; – la settimana santa e il triduo pasquale in Cattedrale; – il Corpus Domini. Tra i momenti non liturgici il seminario si rende presente: – alla settimana biblica; – alla Giornata Mondiale dei Giovani; – alla veglia per la Giornata Mondiale per le Vocazioni; – alla settimana di preghiera per l’unità dei Cristiani; – alle iniziative culturali più significative organizzate nel corso dell’anno; – al Campo Scuola Diocesano dell’ACG. Estate L’estate rappresenta un tempo particolare per la vita del seminario perché permette di poter mettere in atto esperienze educative non realizzabili negli altri periodi dell’anno. In particolare chiediamo ai giovani del seminario, sia a quelli che vivono stabilmente a Rimini, sia a quelli che stanno proseguendo l’itinerario presso il Seminario Regionale, di valorizzare questo . 29 .
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tempo come un’opportunità formativa, fuggendo dalla logica consumistica o attivista che spesso rischia di prenderci. In accordo con il rettore, perseguendo gli obiettivi messi in evidenza nel proprio progetto personale, ogni seminarista individuerà un’iniziativa formativa che dovrà caratterizzare l’estate per un periodo consistente. Tali esperienze dovranno essere progettate in collaborazione con l’équipe formativa e dovranno essere dettagliatamente esposte al rettore entro la fine del mese di aprile di ogni anno. Il seminario si impegna a sostenere economicamente tali esperienze formative. Momenti di convivenza tra tutti i seminaristi della Diocesi di Rimini Da molti anni si sente l’esigenza di proporre nel tempo di Natale, durante la Settimana Santa e durante l’estate, alcuni giorni di condivisione tra tutti i seminaristi della nostra Diocesi. In queste occasioni si consolida il senso comune di appartenenza alla Diocesi di Rimini e si condividono i diversi percorsi formativi vissuti nelle differenti situazioni. La modalità di proporre tali esperienze di condivisione può cambiare di anno in anno cogliendo le esigenze o le opportunità che si manifestano nel gruppo dei seminaristi stessi. Seminario e famiglie Confermiamo quanto affermato in FP n. 77 circa la necessaria collaborazione tra seminario e famiglie: «esse sono chiamate a diventare consapevoli della loro specifica responsabilità e a esercitarla con disponibilità e generosità»27. Riconosciamo importante « che il seminario promuova iniziative di incontro con i genitori dei seminaristi per favorire la conoscenza reciproca e la loro crescita nella fede e nella vita 27
FP n. 77. . 30 .
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spirituale»28 e che «il rapporto con le famiglie aiuti l’équipe educativa a comprendere più in profondità il vissuto dei seminaristi e a calibrare meglio l’intervento educativo»29. Ci sembra anche necessario sostenere i nostri giovani, qualora le loro famiglie di provenienza manifestino nei confronti della loro scelta vocazionale atteggiamenti di indifferenza o ostilità. In sintesi occorre sempre cercare le strade più convenienti e fruttuose per intessere un dialogo costruttivo ed educativo tra famiglia e seminario. Le modalità potranno cambiare nel corso dei tempi e si richiederà flessibilità e creatività. 28
Ibidem. Ibidem. 29
. 31 .
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La collaborazione .. Regionale
Al termine del percorso propedeutico i nostri seminaristi proseguono il loro percorso formativo presso il Pontificio Seminario Regionale Flaminio “ Benedetto XV” a Bologna. La scelta del Seminario Regionale per la nostra Diocesi possiede una tradizione antica ed è sempre stata confermata dai vescovi che ci hanno guidato. La nostra diocesi appare tra le prime che hanno aderito, all’inizio del XX secolo, al progetto del Seminario della Romagna. I nostri preti che hanno vissuto il seminario minore prima della “riforma Lanfranchi” in epoca post-­‐conciliare, hanno vissuto il seminario a Bologna come un ambito di grande apertura e di grande possibilità di formazione (anche rispetto alla proposta di Rimini), soprattutto durante il rettorato di don Nevio Ancarani. È stato a partire dal post-­‐concilio e dalle scelte sulla formazione che la nostra Diocesi ha compiuto, che si è evidenziato lo iato tra il modello formativo riminese e quello di Bologna. Lo evidenzia bene don Pier Giorgio Farina (rettore dal 1984 al 1996) in un articolo apparso sul volume commemorativo per i 70 anni di fondazione del Seminario Regionale30. In ogni caso, nonostante le differenze di impostazione, abbiamo sempre collaborato con la gestione del Regionale, inviando preti formatori (Merlini, Urbinati, Drudi, Bartoli, Donati, Tamburini, Moro, Zangheri) che potessero rappresentare l’impegno formativo della nostra Diocesi all’interno del Seminario Regionale La nostra Diocesi, in accordo con alcune Diocesi della regione, aderisce al progetto formativo del Seminario Regionale. Presso il Seminario Regionale i nostri seminaristi hanno come punto di riferimento ordinario gli educatori di quel seminario e sono seguiti dal direttore spirituale del Seminario Regionale. 30
SETTANTA ANNI DI FRUTTI. Dall’albeo del Pontificio Seminario Regionale “Be-­‐
nedetto XV” di Bologna, Padova 1989, pp. 546-­‐548. . 32 .
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Con l’équipe educativa del Regionale esiste una collaborazione fattiva e costante. Il Vescovo di Rimini si avvale normalmente della mediazione del rettore del Seminario Diocesano per seguire il percorso dei nostri seminaristi presso il Regionale. Il rettore di Rimini visita regolarmente il Seminario Regionale e intrattiene colloqui di verifica e confronto con i seminaristi della nostra Diocesi. Le esperienze pastorali dei seminaristi che frequentano il Regionale vengono svolte nei fine settimana nelle parrocchie della nostra Diocesi. Durante e alla fine del percorso, ambedue i rettori sono chiamati ad esprimere il loro giudizio sull’idoneità del candidato ai ministeri istituiti, al Diaconato e al Presbiterato. . 33 .
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LA FORMAZIONE PASTORALE .. DI RIMINI
Pur frequentando il Seminario Regionale a Bologna, l’accompagnamento nella formazione pastorale è affidato ai seminari diocesani, come indicato nella Regola di Vita Comunitaria del Pontificio Seminario Regionale Flaminio31 n.32. «La formazione pastorale costituisce il fine e la cifra di tutta la formazione presbiterale. Non si tratta in primo luogo di offrire tecniche e metodologie, corsi speciali o tirocini, ma di educare ad un modo di essere che unifichi e orienti l’intera personalità: lo stile del pastore, chiamato ad identificarsi con Cristo Pastore e a fare proprio il suo amore per il gregge, fino a dare la vita»32. Le esperienze pastorali offrono un contributo specifico alle diverse dimensioni formative. Esse promuovono: • il consolidamento della vita spirituale nell’ottica della carità pastorale; • la crescita umana integrale; • un’occasione di arricchimento e di appropriazione dello studio della teologia; • il completamento della formazione pastorale e l’acquisizione di competenze tecnico-­‐pratiche33. Le esperienze pastorali, per i seminaristi appartenenti alla Diocesi di Rimini, si attuano normalmente nella forma delle convivenze pastorali in alcune parrocchie della Diocesi scelte dall’équipe formativa, in accordo con il Vescovo, secondo i seguenti criteri: 31
PONTIFICIO SEMINARIO REGIONALE FLAMINIO, Progetto Educativo e Regola di Vita Comunitaria, Bologna 2011, p. 126-­‐127. 32
FP n. 101. 33
Cfr. FP n. 104. . 34 .
35
– la presenza in parrocchia di una qualche forma di comunità presbiterale che possa divenire il contesto formativo di riferimento dei seminaristi; – la disponibilità da parte dei presbiteri a farsi carico delle istanze formative che la presenza dei seminaristi richiede; – una realtà pastorale significativa e aderente alle linee pastorali proposte dalla Diocesi, valorizzando le esperienze che stanno più decisamente camminando nella logica della pastorale integrata. Normalmente le esperienze pastorali si svolgono durante il fine settimana e nel tempo dell’estate. La durata della presenza in una parrocchia viene valutata e verificata di caso in caso insieme ai parroci referenti. «I parroci e gli altri responsabili che affiancano gli educatori dei seminari nella formazione pastorale dei seminaristi ricordino che sono loro affidati soggetti ancora impegnati nella fase iniziale della formazione. Non li sovraccarichino perciò di attività, ma li aiutino a entrare nella vita ordinaria delle comunità avendo cura soprattutto di condividere la loro stessa esperienza pastorale. I seminaristi, dal canto loro, accostino con rispetto e discrezione le comunità cui sono inviati, nella consapevolezza che esse hanno una storia, una struttura, una precisa tradizione. Cerchino, anzitutto, di instaurare con i parroci e con gli altri responsabili un rapporto di sincerità, di condivisione e di vera fraternità; diano a tutti luminosa e coerente testimonianza di giovani credenti, impegnati a seguire il Signore con radicalità; si sforzino di assolvere i compiti loro richiesti e chiedano sempre il consenso dei parroci o degli altri responsabili pastorali per le attività che ritengono opportuno suggerire o avviare; organizzino il loro tempo in modo da potersi riservare adeguati spazi di preghiera»34. 34
FP n. 105. . 35 .
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ITINERARIO DI FORMAZIONE ... ADUTI (over 35) Approvato dal Consiglio presbiterale del 10 febbraio 2010. Nel contesto del lavoro di elaborazione del progetto formativo del Pontificio Seminario Regionale Flaminio, i vescovi delle dio-­‐
cesi afferenti al Seminario Regionale hanno approvato l’indicazione che -­‐ in via ordinaria -­‐ non accedono al percorso del Seminario Regionale gli aspiranti che intraprendono il cam-­‐
mino di discernimento (propedeutico) in età superiore ai 35 anni. A seguito di questa indicazione, l’equipe del Seminario di Rimini ha proposto al Consiglio Presbiterale della nostra Diocesi un piano formativo adatto agli aspiranti e candidati di età adulta. Tale proposta è stata discussa e approvata dal medesimo Consi-­‐
glio in data 10 febbraio 2010. Le linee educative fondamentali della formazione (obiettivi, mezzi, ecc.) rimangono le medesime di quelle indicate in Orien-­‐
tamenti e norme (III edizione) e riprese dal progetto formativo per il Seminario di Rimini (ed. 2007); ciò che caratterizza que-­‐
sto adattamento della proposta tradizionale è l’età matura degli aspiranti/candidati per i quali si valuta non conveniente il per-­‐
corso seminaristico ordinario così come oggi si esprime. Le caratteristiche dell’età matura rimandano soprattutto alla esigenza di una maggiore corresponsabilità nel processo forma-­‐
tivo da parte degli aspiranti/candidati e alla necessità di un per-­‐
corso più calato nella realtà ed in contatto con il servizio mini-­‐
steriale; più nella prospettiva “dell’imparare facendo” che dello studiare per fare. Tenendo presente quanto affermato in FP n. 55, ciò che si ritie-­‐
ne irrinunciabile è: - un percorso adeguato di studi che non faccia sconti sulla esi-­‐
genza di una preparazione teologica approfondita; a tutti gli . 36 .
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aspiranti/candidati si propone la frequenza del corso di laurea triennale presso l’ISSR di Rimini; si valuterà di caso in caso la possibilità di proseguire lo studio nel corso di laurea magistra-­‐
le in Scienze Religiose. - Un percorso spirituale significativo che abbia come punto di riferimento la comunità e il padre spirituale del seminario (salvo diverso avviso del vescovo). - Una comunità di formazione che accompagni, sebbene in modo diverso, tutto il cammino formativo: fino alla candidatu-­‐
ra gli aspiranti risiedono stabilmente in seminario a Rimini; per il tempo rimanente, si valuta l’inserimento presso una par-­‐
rocchia che costituisca la comunità di formazione35. - Il punto di riferimento ultimo rimane il rettore del semina-­‐
rio che collaborerà con le altre figure interessate. Alla fine di ogni anno viene fatta una verifica e stilato un giudizio formati-­‐
vo da parte del rettore. 35
Per comunità di formazione si intende una comunità con una pluralità di sogget-­‐
ti (sacerdoti, diaconi, laici) ove siano chiari i riferimenti formativi. Tale comunità collaborerebbe con il seminario per definire gli obiettivi individuali di formazione; in essa i candidati vengono coinvolti attivamente e a loro si affida qualche respon-­‐
sabilità effettiva in seno alla comunità, adeguata al percorso formativo che stanno compiendo. Occorre salvaguardare una vera vita comune, un livello spirituale si-­‐
gnificativo con la comunità, il tempo dello studio e della scuola. . 37 .
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IL VI ANNO E IL TEMPO DEL DIACONATO
Il cammino del seminario si conclude con l’ordinazione presbiterale. Fino a quel momento ogni persona è considerata in percorso di formazione ed ha come punto di riferimento essenziale per la formazione il seminario ed i suoi superiori. Il VI anno rappresenta il tempo di inserimento nella realtà pastorale della Chiesa particolare e, proprio sulla dimensione della pastorale pone la sua attenzione prevalente. I seminaristi di Rimini frequentanti il Seminario Regionale a Bologna frequenteranno anche il VI anno come è previsto dal progetto formativo del Seminario Regionale che accogliamo nella sua integrità. All’inizio del VI anno il giovane sarà inserito in una parrocchia o realtà pastorale in cui abiterà stabilmente e condividerà la vita ordinaria dei presbiteri e della comunità cristiana a cui è inviato. Per la scelta di tali realtà occorre porre una particolare cura, considerando che il giovane si trova ancora in una fase di formazione. Può essere confermata la parrocchia ove già si svolgeva la formazione pastorale, oppure può essere scelta una nuova parrocchia anche in vista del ministero diaconale e presbiterale. Per quattro giorni ogni settimana, gli alunni del VI anno frequentano le attività ed i corsi previsti per loro presso il Seminario Regionale. Il resto del loro tempo lo dedicano alla parrocchia. È possibile che, sempre a scopo formativo,vengano inseriti anche in qualche realtà pastorale diocesana. Come citato in FP n. 117, il VI anno è orientato alla preparazione al presbiterato e prevedrebbe che il giovane avesse già ricevuto l’ordinazione diaconale o fosse nell’imminenza della stessa. Con l’ordinazione diaconale, pur facendo riferimento al seminario, i giovani entrano nel gruppo diaconi che ha un suo ritmo di incontri e di attività. Il gruppo diaconi è coordinato dal rettore del Seminario di Rimini o da un suo delegato. Si rimane parte del gruppo diaconi fino all’ordinazione presbiterale. . 38 .
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IL DISCERNIMENTO
«Il Vescovo, per procedere all’ordinazione diaconale e presbiterale, deve essere moralmente certo dell’idoneità dei candidati, che deve risultare provata con argomenti positivi. A tal fine, è opportuno che egli conosca personalmente gli ordinandi; inoltre è tenuto ad ascoltare le persone competenti e non può discostarsi dal loro giudizio se non in virtù di ragioni ben fondate. L’atto di discernimento sull’idoneità di un candidato si denomina “ scrutinio” . Il Vescovo lo compie accogliendo in primo luogo il giudizio sintetico del rettore e avvalendosi ‘di altri mezzi che gli sembrino utili, a seconda delle circostanze di tempo e di luogo, quali le lettere testimoniali, le pubblicazioni o altre informazioni’ [...]. Il rettore ha la responsabilità di presentare al Vescovo ‘ l’attestato […] sulle qualità richieste [all’ordinando] per ricevere l’Ordine...’ […]. Per poter arrivare a formulare un giudizio sintetico obiettivo, il rettore è tenuto ad attivare con gli aspiranti e i candidati un serio percorso di discernimento vocazionale che metta in luce la loro esperienza di fede, i segni della chiamata e le intenzioni rispetto all’Ordine richiesto e ne verifichi la maturità in tutte le dimensioni (spirituale, umana, intellettuale, pastorale). Inoltre, egli ha il dovere di raccogliere il parere dei suoi collaboratori, dei docenti, dei parroci che hanno accolto i seminaristi nelle esperienze pastorali e di quanti altri ritenesse opportuno»36. Per tutti coloro che frequentano il percorso formativo presso il Seminario Regionale, tale giudizio sintetico viene formulato dal rettore del Seminario Regionale. 36
FP nn. 118-­‐119. . 39 .
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Nei casi in cui la formazione avvenisse in diocesi, sarà il rettore del Seminario Diocesano a formulare il giudizio sintetico da sottoporre al Vescovo. «Il discernimento sull’idoneità degli aspiranti e dei candidati dev’essere compiuto prima di ogni tappa dell’itinerario formativo; esso tuttavia assume un particolare significato alla vigilia dell’ammissione tra i candidati al diaconato e al presbiterato e dell’ordinazione diaconale; in questi due momenti deve essere condotto con grande profondità e ampiezza»37. In FP38 sono evidenziati, mediante un’appendice apposita, i criteri di discernimento richiesti per l’ammissione tra i candidati al diaconato e presbiterato e per l’ammissione agli ordini. 37
FP n. 121. FP, Appendice I, pp. 169-­‐172. 38
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IL SEMINARIO COME … DEL SEMINARIO
L’istanza vocazionale rappresenta una delle preoccupazioni fondamentali della vita della Chiesa, come è attestato ripetutamente nei documenti magisteriali. Nella nostra Diocesi, tradizionalmente, il seminario coordina la pastorale vocazionale diocesana, che in questi anni ha tentato di valorizzare sempre più una visione unitaria e comunionale tra i diversi soggetti particolari coinvolti (congregazioni religiose, istituti secolari, ...). Ci troviamo certamente in una fase generale di revisione pastorale che invita a pensare ad una prospettiva più integrata della nostra azione ecclesiale. Confermiamo dunque la nostra disponibilità a continuare tale servizio di coordinamento e animazione, ma nel contempo ci proponiamo di sviluppare alcuni percorsi tipici del Seminario Diocesano in quanto tale. La pastorale vocazionale del seminario Il seminario, come comunità giovanile e vocazionale, rappresenta un luogo-­‐segno ed un richiamo alla particolare vocazione ecclesiale del presbitero diocesano. Grazie anche a coloro che ci hanno preceduto in questo servizio, il Seminario di Rimini possiede una buona credibilità e accoglienza presso le comunità parrocchiali e le realtà ecclesiali della nostra Diocesi. Le nostre comunità vengono volentieri in seminario, ove si sentono accolte e trovano una comunità “simpatica”, presente e attiva nella vita della comunità diocesana. Oltre alla calda accoglienza, il seminario propone alcune iniziative proprie alle parrocchie e alle aggregazioni laicali. Dividiamo tali iniziative in due tipologie: iniziative di . 41 .
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animazione vocazionale sulla figura del presbitero nella comunità ecclesiale e percorsi di accompagnamento vocazionale. a) Iniziative di animazione vocazionale Tra le iniziative di animazione vocazionale possiamo citare: – le giornate per il seminario nelle parrocchie; – le settimane vocazionali; – gli incontri tematici con i Consigli Pastorali Parrocchiali, gli operatori pastorali, in particolare gli educatori e i catechisti; – gli incontri con i gruppi dei cresimandi nei ritiri che si svolgono in seminario; – iniziative particolari di animazione rivolte ai membri delle associazioni cattoliche (AGESCI e AC) nelle varie fasce di età; Tali iniziative hanno lo scopo di richiamare nella comunità cristiana, a vari livelli e secondo differenti sfumature, il tema della vocazione sacerdotale come essenziale alla vita della Chiesa e di far conoscere la realtà del seminario come comunità formativa presente nella nostra Diocesi. Alcune di queste iniziative andranno ripensate e rivalorizzate nelle loro motivazioni fondamentali e nelle forme espressive. b) Percorsi di accompagnamento vocazionale Per i percorsi di accompagnamento vocazionale intendiamo molte delle iniziative che in questi anni si sono svolte in seminario, a volte con destinatari selezionati o invitati personalmente: – week-­‐end vocazionali adolescenti (14-­‐19 anni); – esercizi spirituali per adolescenti e giovani; – scuola della parola per giovani; – periodi di condivisione della vita del seminario per adolescenti e giovani; – percorsi di direzione spirituale rivolti ad adolescenti e giovani; . 42 .
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– campo estivo per adolescenti e giovani orientati vocazionalmente. La parola “percorso” prevede un’attività che si ponga nella prospettiva della continuità della partecipazione ad una serie di proposte. Tali percorsi rappresentano un terreno fecondo, perché partecipati da giovani o ragazzi che, anche se a livello molto diverso, hanno già dimostrato un certo interesse per la proposta rivolta loro dalla comunità del seminario. Gruppo vocazionale adolescenti (Gruppi Ester e Samuele) Da diversi anni facciamo fatica a proporre un percorso significativo con gli adolescenti (14-­‐18 anni). Sappiamo che anche nelle parrocchie e nelle associazioni questa viene considerata un’età critica. Pur considerando queste circostanze non del tutto favorevoli, desideriamo pensare un percorso di accompagnamento vocazionale con i ragazzi della scuola secondaria che abbia come riferimento il seminario e la comunità che vi abita. La proposta per gli adolescenti si potrebbe sviluppare in modo articolato, prevedendo uno o più appuntamenti mensili in seminario in un pomeriggio di condivisione che possa prevedere attività di gioco, di animazione, di studio e di formazione specifica nella prospettiva vocazionale. Sarà importante la collaborazione, oltre che con le parrocchie e le aggregazioni, anche con chi lavora nel mondo della scuola, sia per diffondere la proposta, che per reperire spunti e modelli per il progetto rivolto a giovani di questa fascia di età. A tal fine è utile formare delle équipes composte da preti, religiosi, religiose e laici che possano adeguatamente proporre questo accompagnamento. Accanto a questa proposta settimanale ci sembra interessante rafforzare i legami ed intensificare il cammino attraverso momenti di condivisione prolungati in alcuni week-­‐end di ritiro e settimane di convivenza in seminario. . 43 .
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Nulla vieta che, qualora si creassero le condizioni educative e ci fosse una disponibilità in tal senso da parte di una o più persone, si possa pensare anche ad una forma di vita di seminario in senso più classico, riformando un gruppo di giovani adolescenti. In nessun modo intendiamo passare il messaggio che il seminario è una proposta da rivolgere solo “ai grandi”. Come comunità educante siamo disponibili a disegnare e pensare proposte di vita comunitaria adatte a tutti coloro che volessero intraprendere un percorso di discernimento vocazionale nella prospettiva del ministero ordinato, consapevoli che il Signore chiama a qualunque età. Percorsi personalizzati di partecipazione alla vita del seminario per giovani (oltre i 19 anni) Crediamo che la comunità del seminario sia un luogo-­‐segno e che, condividendo anche parzialmente tale esperienza, si possa essere aiutati a discernere la propria vocazione, soprattutto se si è già in un cammino di ricerca e di discernimento. La comunità del seminario si apre ad accogliere giovani maschi, di età superiore ai 19 anni, per periodi o tempi di condivisione dell’esperienza della vita in seminario. Sappiamo che la vita in comunità, sostenuta da un’intensa proposta di preghiera, può essere lo strumento di cui il Signore si serve per illuminare la persona in ricerca a comprendere la propria vocazione. Coloro che aderiscono a questa proposta, pur vivendo per un certo periodo in seminario, continuano la propria esperienza di lavoro o studio. Lo scopo di tale esperienza è di fornire un aiuto al discernimento vocazionale. Per questo motivo questo periodo di condivisione dovrà avere un tempo definito. Gli educatori del seminario aiuteranno la persona a verificarsi sugli obiettivi del discernimento. . 44 .
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PROPOSTA DI ….PROPEDEUTICO
Aree disciplinari Propedeutica CORSI OPZIONALI LINGUE Greco base ANTICHE Latino base Pentateuco SACRA SCRITTURA Introd. alla S. Scrittura Profeti Sinottici Lettere Paoline FILOSOFIA Laboratori di storia della filosofia Patrologia SPIRITUALITÀ Spiritualità sacerdotale Teologia spirituale MATERIE VARIE Introduzione alla liturgia Temi tratti dal Catechismo della Chiesa Cattolica SEMINARI Concilio Vaticano II Tematiche legate alla vita ecclesiale. . 45 .
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APPENDICE 1 Orario settimanale del Seminario Diocesano di Rimini nell’anno 2014-­‐2015 Domenica ore ore ore 20.00 Rientro in seminario per tutti i seminaristi e celebrazione dei Secondi Vespri. 20.30 Preparazione cena e cena condivisa con ospiti 22.45 Compieta Lunedì ore ore ore ore ore ore ore ore ore ore ore ore ore 7.00 7.30 8.30 9.00 12.50 13.00 14.30 15.30 18.30 19.00 20.00 21.00 22.45 Martedì ore ore ore ore ore ore ore ore ore ore ore ore Preghiera personale Lodi e meditazione (lettura spirituale) Colazione Scuola Ora media Pranzo Condivisione programmazione settimanale Studio Preghiera personale Vespri e Messa del direttore spirituale Cena Attività serale Compieta 7.00 7.30 8.30 9.00 12.50 13.00 14.00 18.30 19.00 19.30 21.00 23.00 Preghiera personale Lodi e meditazione (lectio divina) Colazione Tempo di Studio Ora media Pranzo Lavoro comunitario Preghiera personale Vespri Cena Messa con i giovani Compieta . 46 .
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Mercoledì ore ore ore ore ore ore ore ore ore ore ore 7.00 7.30 8.30 9.00 12.50 13.00 14.00 19.00 20.00 21.00 22.45 Giovedì ore ore ore ore ore ore ore ore 7.00 7.45 8.30 9.00 13.00 15.00 17.00 22.45 Venerdì Preghiera personale Lodi e messa Colazione Scuola Ora media Pranzo Servizio in Caritas Tempo di studio Adorazione eucaristica comunitaria Cena Attività serale Compieta Messa con lodi Istruzione spirituale Colazione Tempo di servizio Pranzo Tempo di studio Scuola (ISSR) Cena Compieta ore 7.00 ore 7.30 ore 8.30 ore 9.00 ore 12.50 ore 13.00 ore 16.30 ore 18.45 ore 20.30 Preghiera personale Lodi e messa Colazione Tempo di Studio Ora media Pranzo Laboratorio di filosofia Scuola ISSR Rientro in famiglia . 47 .
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Indice
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Presentazione del Vescovo ................................................................ p. 3 Introduzione ........................................................................................... p. 5 Identità della comunità del Seminario di Rimini .................... p. 7 Evoluzione storica del Seminario di Rimini .............................. p. 9 La comunità degli educatori ............................................................. p. -­‐ Il rettore ................................................................................................ p. -­‐ Il direttore spirituale ....................................................................... p. -­‐ Il vicerettore ........................................................................................ p. 12 13 15 16 Il cammino della propedeutica ....................................................... p. -­‐ Gli aspetti fondamentali nel cammino propedeutico ........ p. -­‐ Articolazione del percorso propedeutico ............................... p. -­‐ Schema di vita comunitario .......................................................... p. -­‐ Temi trattati dal direttore spirituale nelle “istruzioni” alla comunità .................................................. p. -­‐ Progetto personale e regola di vita ........................................... p. -­‐ Ritiro mensile ..................................................................................... p. -­‐ Esercizi spirituali .............................................................................. p. -­‐ L’anno liturgico in seminario ....................................................... p. -­‐ Partecipazione ai momenti diocesani ...................................... p. -­‐ Estate ...................................................................................................... p. -­‐ Momenti di convivenza tra tutti i seminaristi della Diocesi di Rimini ........................ p. -­‐ Seminario e famiglie ........................................................................ p. 17 17 23 25 26 27 27 28 28 29 29 30 30 La collaborazione con il Seminario Regionale ......................... p. 32 La formazione pastorale dei seminaristi di Rimini ................ p . 34 Itinerario di formazione per seminaristi adulti (over 35) .. p. 36 Il IV anno e il tempo del diaconato ................................................ p. 38 . 49 .
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Il discernimento .................................................................................... p. 39 Il seminario come comunità vocazionale e pastorale vocazionale del seminario ..................................... p. -­‐ La pastorale vocazionale del seminario .................................. p. a. iniziative di animazione vocazionale ................................. p. b. Percorsi di accompagnamento vocazionale .................... p. -­‐ Gruppo vocazionale adolescenti (gruppi Ester e Samuele) .............................................................. p. -­‐ Percorsi personalizzati di partecipazione alla vita del seminario per giovani (oltre i 19 anni) .......... p. 41 41 42 42 43 44 Proposta di un piano di studi fondamentali per il percorso propedeutico ........................................................... p. 45 Appendice Orario settimanale del Seminario Diocesano di Rimini nell’anno 2014-­‐2015 ........................................................................... p. 46 . 50 .
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