denuncia Ilde Facchi

ON.LE
PROCURA DELLA REPUBBLICA
PRESSO IL TRIBUNALE DI MONZA
La sottoscritta LEONILDE FACCHI, nata a Cologno Monzese, il 31.10.1958,
residente a Vimodrone, via …, rappresentata e difesa dall’AVV. DANILO LA
MONACA, del Foro di Milano, con studio in Milano, Piazza Cinque Giornate n. 6
(giusta nomina in All. Sub. 1 al presente atto)
ESPONE
quanto segue.
Con il presente atto di denuncia/querela la scrivente intende portare a
conoscenza dell’Autorità Giudiziaria alcuni fatti, che potrebbero costituire illeciti
di natura penale, relativi alla imminente pubblicazione del bando di gara per
l’appalto del servizio di raccolta e smaltimento rifiuti del Comune di Cologno
Monzese.
La scrivente lavora presso gli uffici del Comune di Cologno Monzese da oltre
diciassette anni: assunta all’Ufficio Ecologia nel 1996, ha ricoperto la carica di
Responsabile dell’Ufficio Igiene Ambientale a far data dal 2002, per ottenere un
ulteriore avanzamento di grado nel 2006, quando ha acquisito la titolarità della
Posizione Organizzativa del servizio Ecologia ed Igiene ambientale.
In sostanza, il lavoro della scrivente consiste nell’organizzare e coordinare
l’attività dell’Ufficio Ecologia, interfacciandosi, da un lato, con il Dirigente della
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struttura “Qualità Urbana-umana” (che accorpa i tre settori delle “Urbanizzazioni
primarie e secondarie”, dell’ “Ecologia” e della “Mobilità e trasporti”) e, dall’altro,
con l’Assessore all’Ecologia ed alla Polizia Municipale.
L’attività
forse
più
importante
(per
il
funzionamento
della
macchina
amministrativa comunale) di cui si occupa la sottoscritta consiste nella
implementazione e nel coordinamento delle iniziative correlate all’aggiudicazione
di tutti gli appalti inerenti al settore, tra cui, il più rilevante è certamente l’appalto
per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti.
Ed è proprio con riferimento alle modalità con le quali si sta predisponendo il
bando di gara per aggiudicare tale appalto che la scrivente ritiene che siano stati
posti
in
essere
comportamenti
di
natura
sospetta
da
parte
di
alcuni
amministratori e politici del Comune di Cologno Monzese.
Ma veniamo all’esposizione dei fatti.
L’esigenza di procedere ad una nuova gara per l’aggiudicazione dell’appalto sulla
raccolta e smaltimento dei rifiuti è avvertita da tempo dagli amministratori del
Comune di Cologno Monzese: il precedente appalto risale, infatti, al 2006 (e la
scrivente lo ricorda bene avendone curato la predisposizione in prima persona),
ovverosia al contratto sottoscritto con la società Aspica s.r.l. (la quale nel 2008 ha
ceduto il ramo d’azienda alla società Area Sud), scaduto ormai da tempo e
prorogato con una ordinanza sindacale.
Nel novembre dello scorso anno si è dunque proceduto all’indizione del bando di
gara avente ad oggetto “l’esecuzione integrata dei servizi di igiene urbana e
gestione dei rifiuti, comprensivi di: raccolta, trasporto, recupero e smaltimento dei
rifiuti urbani e assimilati in forma differenziata, lo spazzamento delle strade e
servizi accessori, la gestione della piattaforma ecologica, prestazioni unitariamente
considerate principali; il servizio di sgombero neve, compresa la salatura di tutte le
sedi stradali e lavori presso la piattaforma ecologica, prestazioni tutte secondarie”
(pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, 5° serie speciale – Contratti Pubblici n. 135
del 19.11.2012) (Cfr. All. Sub. ).
Si trattava di un bando importante, basti pensare che l’importo a base d’asta
dello stesso era pari ad oltre 23 milioni di Euro, che però era destinato ad avere
vita breve. Nel gennaio del corrente anno, infatti, una delle quattro aziende
partecipanti alla gara, la San Germano s.r.l., presentava un ricorso al Tribunale
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Amministrativo della Lombardia, chiedendo l’annullamento del procedimento di
assegnazione dell’appalto, essendo, ad avviso della ricorrente, “troppo bassi i
compensi previsti per i servizi richiesti dal Comune nel bando”.
In data 13.03.2013 il TAR della Lombardia accoglieva la richiesta di sospensione
dell’esecuzione del bando avanzata dalla ricorrente San Germano e di fatto
costringeva l’Amministrazione Comunale, che a fronte di ciò temeva, a ragione, di
perdere vanamente ulteriore tempo utile per la risoluzione di una questione che,
come detto, veniva avvertita come urgente e di necessaria definizione, ad
annullare in autotutela il bando di gara (ciò che avveniva con provvedimento del
29.03.2013).
Con tale provvedimento si rimetteva dunque in moto la macchina amministrativa
comunale, chiamata a predisporre, nel più breve tempo possibile, un nuovo
bando di gara che potesse soddisfare, oltre alle esigenze di bilancio ed agli
standard minimi fissati dal Comune per la qualità dei servizi erogati, anche le
valutazioni già ritenute meritevoli di interesse da parte del TAR, in seguito al
ricorso presentato avverso il precedente bando.
Già nei primi giorni del mese di aprile 2013 la scrivente prendeva dunque contatti
con il Dirigente competente, l’Architetto Danilo Bettoni, per avere indicazioni
in merito all’esperimento della nuova gara, la quale, come detto, doveva essere
effettuata in tempi molto brevi anche al fine evitare ulteriori proroghe alla società
Area Sud. Apprendeva dall’Architetto Bettoni che della questione si stava già
occupando il Segretario Generale, il Dott. Fratantonio Vincenzo.
La notizia che, di fatto, era iniziata una discussione “tecnica” sui contenuti del
bando che non coinvolgeva la sottoscritta, la quale per competenza e funzione
doveva essere uno dei soggetti centrali della procedura, destava una certa
sorpresa nella scrivente, che infatti chiedeva al più presto un incontro al
Segretario Generale.
Nel corso di tale incontro il Dott. Fratantonio comunicava “candidamente”
alla sottoscritta di aver affidato la predisposizione della parte tecnica del
bando ad un “suo amico” esperto del settore, il quale avrebbe provveduto ad
elaborare i conteggi personalmente ed a restituirgli delle bozze a lavoro
ultimato, che lo stesso segretario generale avrebbe successivamente provveduto
a trasmettere al dirigente, Arch. Bettoni.
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La notizia generava nella scrivente un enorme sconcerto dovuto al fatto di aver
appreso che una procedura così importante (per il Comune) e lucrosa (per i
privati) quale l’indizione de bando di gara per l’appalto del servizio di raccolta e
smaltimento dei rifiuti era stata affidata ad un consulente esterno privato, senza
che lo stesso fosse stato formalmente nominato in conformità a quanto
previsto dalla legge.
Del tutto illegittimamente era, dunque, stato affidato un incarico ad un soggetto
esterno al Comune, che poteva pertanto conoscere notizie che avrebbero, invece,
dovuto rimanere rigorosamente riservate al fine di consentire il corretto
svolgimento della gara di appalto.
Lo sconcerto dovuto all’irregolarità dell’iter seguito dal Segretario Generale
induceva la scrivente a rivolgersi immediatamente al Dirigente arch. Bettoni per
portarlo a conoscenza di quanto stava accadendo. Inutile dire quale sia stata la
reazione della sottoscritta allorquando l’arch. Bettoni le comunicava di essere già
a conoscenza della situazione: alla sorpresa iniziale si aggiungeva un’inevitabile
preoccupazione dovuta alla consapevolezza che qualcosa di “poco chiaro” stava
avvenendo nelle gestione dell’appalto rifiuti da parte del Segretario generale e del
Dirigente ed al timore che anche la sottoscritta potesse in qualche modo essere
coinvolta, visto il suo ruolo di responsabilità all’interno dell’ufficio, da attività
poste in essere da altri che potevano anche assumere connotati di illiceità penale.
Scossa e confusa dalla anomalia della situazione, la stessa riferiva quanto
appreso, dapprima, a parenti (ne parlava soprattutto con il fratello Stefano) e
colleghi d’ufficio e, poi, con l’Assessore all’Edilizia privata, il Dott. Maurizio Diaco.
Successivamente, in data 2 maggio 2013, veniva consegnata alla scrivente
una bozza del capitolato con le modifiche apportate dall’ “esperto amico del
segretario generale”; in tale occasione, tanto il Dirigente arch. Bettoni
quanto l’assessore all’Ambiente ed ecologia, Dott. Raffaele Cantalupo,
confermavano alla sottoscritta che le modifiche erano state apportate da un
soggetto esterno al Comune di cui però, nonostante le insistenze della
sottoscritta, si rifiutavano di fornire il nominativo.
Cominciavano da quel momento una serie di incontri e contatti tra la sottoscritta,
il Dirigente e l’Assessore, da cui la scrivente poteva comprendere, da un lato, che
l’arch. Bettoni ed il Dott. Cantalupo lavoravano di concerto con l’ “esperto” per la
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predisposizione della parte tecnica del bando (anche incontrandosi in riunioni
fissate ad hoc) e, dall’altro, che vi era un’insolita ritrosia da parte dei due nel
collaborare con la scrivente e con l’ufficio in particolar modo a proposito della
definizione dei conteggi relativi. Basti pensare, a tal riguardo, che più volte nelle
prime riunioni avute con l’Assessore ed il Dirigente, la sottoscritta, cui era stata
fornita solamente una tabella dei costi generali, aveva richiesto invano di avere
un dettaglio dei costi, assolutamente necessario per poter valutare anche la parte
tecnica (la parte economica) del capitolato. La chiara percezione era quella che la
volontà fosse di escludere dala fase di ideazione e di perfezionamento del bando la
scrivente e l’ufficio (che infatti venivano interpellati molto più raramente del
solito) e che vi fosse una tendenza da parte del Bettoni a gestire in via esclusiva
l’incombenza.
Ma è proprio nel corso di un incontro svoltosi (il 13 o 14 maggio) presso
l’ufficio della scrivente che l’Assessore Dott. Cantalupo si lascia sfuggire
involontariamente il nome dell’ “esperto”: ed infatti
parlando delle
modifiche apportate al bando fa il nome di un tal Giuseppe Clerici.
Non ci voleva molto a quel punto per scoprire, attraverso una semplice indagine
effettuata su Internet, che non solo l’ “esperto” Giuseppe Clerici non poteva
vantare alcuna esperienza nelle pubbliche amministrazioni, avendo lavorato
esclusivamente per soggetti privati, ma che lo stesso (tutt’oggi in attività benché
formalmente in pensione) lavora con importanti società operanti nel settore dello
smaltimento dei rifiuti (oltre a ricoprire, ma il dato è meno pregnante, il ruolo di
Vicesindaco presso il Comune di Bulgarograsso, in provincia di Como).
Ma, ciò che appare più inquietante, è che lo stesso, secondo quanto risultava
dalla ricerche effettuate dalla sottoscritta, aveva svolto il suo ultimo incarico per
le società Afo Ambiente e Colombo Spurghi, società che guarda caso sono
stata cedute alla San Germano s.r.l., ovverosia proprio alla società che aveva
presentato il ricorso al TAR ottenendo la sospensione del precedente bando per il
ritiro e lo smaltimento dei rifiuti (Cfr. All. Sub. ).
È stato in quel momento che la scrivente comprendeva appieno l’enorme pericolo
insito nell’indebito coinvolgimento del Signor Giuseppe Clerici nella delicata fase
di predisposizione del bando di gara in questione: in sostanza, si era data la
possibilità ad una persona esperta del settore e con rilevanti rapporti con aziende
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operanti nello stesso di propalare informazioni coperte dal segreto, orientando a
proprio piacimento l’aggiudicazione del bando di gara.
Ed è stato proprio allora che la scrivente, non volendo in nessun modo rendersi
connivente rispetto a condotte che sembravano palesemente illecite, decideva di
rivolgersi ad un avvocato per raccogliere in un atto di denuncia all’Autorità
Giudiziaria tutte le informazioni acquisite a proposito dell’approntamento del
bando de quo.
Con una siffatta, chiara, intenzione la scrivente cercava di scavare più a fondo
per capire il grado di coinvolgimento nella vicenda da parte dei soggetti succitati e
fino a che punto gli stessi si sarebbero spinti.
Contestualmente, evitando in ogni modo di manifestare un atteggiamento di
adesione rispetto a quanto stava avvenendo, continuava a rivelare agli stessi le
proprie perplessità rispetto ai contenuti del capitolato.
In diverse mail e riunioni la scrivente sollevava dubbi e criticità di carattere
tecnico non trovando, di fatto, interlocutori attenti ed intenzionati a recepire le
osservazioni e le rimostranze della sottoscritta (Cfr. All. Sub. ); anzi, era nel corso
di un colloquio con il Dirigente Bettoni che la scrivente capiva che lo stesso non
conosceva nemmeno le principali caratteristiche tecniche del bando.
L’atteggiamento ostile da parte della scrivente, che come detto non voleva in alcun
modo essere coinvolta in malefatte altrui, generava un attrito tra la stessa, il
Dirigente Bettoni e l’Assessore Cantalupo, che sfociava in una delibera della
giunta comunale, datata 31.05.2013, con cui veniva predisposto, dopo quasi
vent’anni di servizio presso quell’ufficio il trasferimento della sottoscritta (Cfr.
All. Sub. ).
Appresa
tale
decisione,
che
peraltro
non
era
stata
neppure
anticipata
verbalmente (come sarebbe stato quantomeno opportuno in considerazione della
lunga carriera e dell’impegno che la scrivente ha sempre dedicato all’Ufficio) e
temendo di essere “allontanata” in tempi brevissimi, la scrivente decideva di
mettere di fronte alle proprie responsabilità il Dirigente e l’Assessore e
rispondendo ad una mail del 5.06.2013 con la quale il Bettoni le chiedeva di
presentarsi ad un incontro “presso il nostro ufficio con l’assessore Cantalupo per
effettuare un’ultima verifica del Capitolato RSU”, faceva cenno espressamente al
consulente esterno ed al suo coinvolgimento nella predisposizione del
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capitolato scrivendo che “per rendere maggiormente costruttivo l’incontro forse
sarebbe bene invitare anche l’esperto esterno che vi ha inserito modifiche al
capitolato e predisposto il piano economico, così come mi era stato precedentemente
comunicato dall’Assessore Cantalupo” (Cfr. All. Sub. ).
Il fatto che fosse stata messa nero su bianco la partecipazione di un soggetto
esterno all’elaborazione del bando costringeva di fatto i soggetti coinvolti ad un
disperato tentativo di regolarizzare la situazione. E così, in data 7.06.2013, veniva
formalmente affidato l’incarico al Signor Clerici (Cfr. All. Sub. ): a ciò si arrivava,
troppo tardi, perché a quel punto il bando era ormai quasi pronto, proprio grazie
all’opera svolta sino ad allora dal consulente privo di incarico, e scavalcando
ancora una volta le procedure previste dalla legge. La nomina del Clerici
avveniva, infatti, mediante una semplice “determinazione” (neppure autorizzata
dalla Giunta comunale), e non come sarebbe stato doveroso a seguito di un
“avviso pubblico per l’affidamento di un incarico professionale di consulenza”, e
peraltro per mezzo di un ufficio diverso da quello competente: ad affidare
l’incarico alla All Service Cosulting s.r.l., dietro la quale figura il Clerici (Cfr. All.
Sub. ), era infatti l’ufficio Urbanizzazioni Primarie e secondarie del Comune di
Cologno Monzese e non l’ufficio di cui è responsabile la scrivente (che
evidentemente, ed il Dirigente e l’Assessore lo sapevano bene, non avrebbe mai
firmato un atto simile).
È in una tal situazione (di contrasto aperto tra la scrivente, da una parte, e il
Dirigente Bettoni e l’Assessore Cantalupo, dall’altra) che si verificava l’episodio
che dava alla sottoscritta la definitiva conferma che quanto la stessa sospettava si
stava con ogni probabilità compiendo.
Il giorno 7 giugno, parlando con il Signor De Girolamo, capo cantiere alle
dipendenze della società Area Sud (che, si ricorda, ha tutt’oggi l’appalto per il
servizio di raccolta e smaltimento rifiuti a Cologno Monzese), la scrivente veniva
messa a conoscenza di una confidenza: il De Girolamo, in sostanza, rivelava
alla sottoscritta di aver saputo dal Rag. Caironi, anch’egli di Area Sud, che
questi aveva parlato con il Clerici, suo amico, il quale gli aveva riferito che,
pur privo di un incarico formale, stava predisponendo il capitolato con i
relativi conteggi per conto del Comune di Cologno e che l’importo totale
sarebbe stato superiore di circa 900.000 Euro (senza il servizio neve)
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rispetto al precedente bando. Chiedeva alla sottoscritta, inutilmente, di
avere una conferma di ciò.
Si trattava, per la scrivente, della chiusura del cerchio; la riprova cioè che il
Clerici aveva già divulgato notizie coperte dal segreto per favorire
conoscenti ed amici (tra il Clerici ed il Rag. Caironi di Area Sud vi era
un’amicizia risalente ai tempi in cui i due avevano lavorato insieme per la
società Wast Italia) nella prossima gara per l’aggiudicazione dell’appalto sui
rifiuti di Cologno Monzese.
Lo stesso 7 giugno, all’incontro fissato per la verifica del capitolato cui
partecipavano l’architetto Bettoni, l’assessore Cantalupo e la sottoscritta, di
fronte a precise domande rivolte dalla scrivente in merito allo sviluppo dei conti
analitici dei singoli servizi, il Dirigente rispondeva che la sottoscritta era ben a
conoscenza che i conteggi non erano stati predisposti da lui e che egli non
conosceva neppure il metodo utilizzato per la determinazione degli stessi. In quel
momento il Dirigente veniva invitato dall’Assessore Cantalupo a contattare il
Clerici per fissare un incontro congiunto, cosa che il
dirigente faceva
immediatamente fissando la data dell’11 giugno (tutto ciò avveniva, guarda caso,
lo stesso giorno che con le modalità sopradescritte veniva formalmente affidato
l’incarico al Clerici).
Era a questo punto, di fronte a fatti così eclatanti e così gravi, che la scrivente
decideva di accettare una richiesta di appuntamento avanzatale dal Clerici
(evidentemente bisognoso, ora, in virtù della sua nuova veste formale, di
incontrare la sottoscritta per attribuire un’aura di “normalità” al proprio
intervento nella vicenda) e di approfittare di tale opportunità per registrare su un
file audio l’intero incontro, in modo da recuperare un’ulteriore incontrovertibile
prova delle condotte illecite che si stavano perpetrando. Nella registrazione audio
di quell’incontro il Clerici confermava expressis verbis: di aver lavorato in passato
per Wast Italia (ove ha conosciuto il Caironi, oggi di Area Sud); di aver, più
recentemente, lavorato per le società Afo Ambiente s.r.l. e Colombo Spurghi s.r.l.,
che sono “confluite” nella San Germano s.r.l.; di aver sempre lavorato per soggetti
privati; di aver avuto, nei rapporti con la Pubblica Amministrazione un’unica
esperienza con un comune molto piccolo, il Comune di Osio Sotto in provincia di
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Bergamo; di aver avuto l’incarico “informalmente” da tempo, previo contatto con il
suo amico Segretario Generale, Fratantonio Vincenzo.
Acquisita la registrazione la sottoscritta la portava immediatamente al proprio
avvocato, avv. Danilo La Monaca, perché la conservasse, ne tesse conto nella
predisposizione dell’atto di denuncia/querela che era stato incaricato di redigere e
la mettesse a disposizione su richiesta dell’Autorità Giudiziaria.
Pochi giorni dopo, la questione assumeva una rilevanza politica, in seguito alla
richiesta di informazioni presentata in Giunta dall’Assessore ai Servizi sociali
Giovanni Cocciro.
Nel bailamme originato dalla diffusione pubblica della vicenda la scrivente, in
data 12.06.2013, veniva a sapere ancora dal Signor De Girolamo di Area Sud che
quello stesso giorno vi sarebbe stato un incontro tra l’Assessore Cantalupo, il
Dirigente Bettoni e il Signor Bianchini, responsabile della società Area Sud. Si
recava dunque in Comune verso le 18:30 e, nelle prossimità dell’ufficio del
Segretario Generale, incontrava il Signor Clerici e poco dopo, sul piazzale del
Comune
incontrava il Dirigente Bettoni, l’Assessore Cantalupo ed il Signor
Bianchini (circostanza stranissima se si considera che sino a quel momento il
Dirigente di Area Sud si era presentato esclusivamente agli incontri ufficiali e
presso le sedi istituzionali del Comune).
Ora, la scrivente non sa se all’appuntamento in questione abbia effettivamente
partecipato anche il Signor Clerici, circostanza che ove accertata sarebbe, in tutta
evidenza, molto grave, per certo la compresenza in Comune, in quel giorno e
praticamente alla stessa ora di tutti e quattro i soggetti suindicati appare, alla
luce di quanto più sopra considerato, molto sospetta.
Si giunge così ai giorni nostri: il bando, praticamente pronto, attende solo di
essere firmato ed inviato in Giunta; la pubblicazione dello stesso dovrebbe
avvenire per il mese di luglio e la presentazione delle offerte per il prossimo
settembre; la scrivente lavora ancora presso l’Ufficio Ecologia in attesa della
comunicazione ufficiale del trasferimento.
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Ora, a parere della scrivente, la qualificazione giuridica dei fatti denunciati non
presenta particolari difficoltà, risultando del tutto chiara ed inequivocabile la
configurabilità in capo ai soggetti suindicati dei delitti p. e p. dagli artt. 323, 319,
346 bis, 326 e 353 c.p.
E ciò poiché non pare revocabile in dubbio che dalle condotte sopradescritte
emergano profili di responsabilità penale in capo al Dirigente, Danilo Bettoni, ed
all’Assessore all’Ambiente ed Ecologia, Raffaele Cantalupo, in ordine ai reati di
abuso d’ufficio e di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, in capo al
Signor Giuseppe Clerici per il reato di traffico di influenze illecite, mentre per tutti
e tre appaiono ravvisabili gli estremi dei reati di rivelazione del segreto d’ufficio e
di turbata libertà degli incanti.
La responsabilità dell’assessore Raffaele Cantalupo, che ha partecipato in prima
persona alla fase di ideazione da un punto di vista tecnico del bando di gara
(circostanza del tutto anomala per un organo che avrebbe dovuto limitarsi nella
fattispecie ad un’attività di mero indirizzo politico), e del Dott. Danilo Bettoni,
appare pacifica se solo si considera che costoro:
- nella loro veste di pubblici ufficiali, violando le norme di legge relative
all’assegnazione degli incarichi professionali a professionisti esterni al Comune,
hanno verosimilmente (e ciò potrà essere oggetto di una più approfondita
indagine da parte di Codesta Procura della Repubblica) procurato un ingiusto
vantaggio patrimoniale al Signor Clerici, e probabilmente a ditte interessate a
partecipare all’appalto de quo (su cui si dovrà indagare), che ha potuto e
probabilmente potrà in futuro, lucrare sulla possibilità di vendere al miglior
offerente le notizie riservate relative ai requisiti del bando di gara (così integrando
il reato di abuso d’ufficio ex art. 323 c.p.);
- in qualità di pubblici ufficiali, attraverso il coinvolgimento non formale del
Signor Clerici e le successive condotte da questo realizzate e realizzande
potrebbero (e ciò potrà essere oggetto di inchiesta da parte di Codesta Ecc.ma
Procura della Repubblica) aver ricevuto per sé e per terzi, denaro o altra utilità o
averne accettato la promessa (così commettendo il reato di corruzione per un
atto contrario ai doveri d’ufficio ex art. 319 c.p.);
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- aver concorso nell’eventuale condotta del Signor Clerici (da accertare
compiutamente) di divulgazione ai possibili partecipanti alla gara di appalto in
questione di informazioni coperte dal segreto e relative alle specifiche del bando di
gara non ancora pubblicato, sì da turbare la gara di appalto che dovrà avere
luogo (così integrando i reati di rivelazione del segreto d’ufficio ex art. 326 c.p.
e di turbata libertà degli incanti ex art. 353 c.p.).
Analogamente, dai fatti sopra riportati emerge, ad avviso di chi scrive, la
responsabilità penale del Signor Giuseppe Clerici, il quale, propalando al Signor
Caironi della società Area Sud alcune specifiche del bando di gara in
preparazione, tra cui il dato molto importante dell’importo totale dello stesso, da
un lato rivelava una notizia coperta dal segreto d’ufficio, e dall’altro poneva in
essere una condotta che, favorendo enormemente la ditta Area Sud, appare
palesemente in grado di compromettere la regolarità della gara di appalto che
avrà luogo a pubblicazione del bando (così integrando le fattispecie di reato di
rivelazione di segreti d’’ufficio ex art. 326 c.p., di turbata libertà degli
incanti ex art. 353 c.p. e di traffico di influenze illecite ex art. 34 bis c.p.).
Ovviamente tutti da valutare sono allo stato, con riferimento alla posizione del
Signor Clerici, i vantaggi patrimoniali e non che l’opera del Clerici ha potuto far
conseguire allo stesso ed agli altri soggetti che con questo hanno avuto rapporti.
Inoltre, appare plausibile che il Signor Clerici abbia “venduto” le informazioni in
suo “indebito” possesso anche ad altre aziende interessate ad aggiudicarsi
l’appalto de quo: ed infatti, che vi sia stato uno scambio di informazioni tra il
Clerici ed Area Sud rappresenta una notizia che la scrivente ha appreso del tutto
casualmente, non si può dunque escludere che un’approfondita indagine da parte
della magistratura possa far emergere ulteriori contatti (intercorsi in passato o
magari in programmazione nel futuro) tra il Clerici ed altre società attive nel
settore della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. Sotto questo profilo,
meritevoli di attenzione investigativa appaiono i rapporti tra lo stesso Clerici e la
ditta San Germano s.r.l., e cioè proprio la ditta che ha partecipato alla precedente
gara, ricorrendo al TAR e determinando l’annullamento in via di autotutela del
bando: come si è detto, infatti, in seguito ad una semplice verifica effettuata sulla
rete telematica la scrivente ha appreso che proprio l’ultimo incarico lavorativo
svolto
dal
Clerici
è
stato
per
un’azienda,
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la
Colombo
Spurghi,
che
successivamente è stata ceduta alla San Germano s.r.l.. Una coincidenza invero
sospetta.
Ci si rimette, dunque, alle valutazioni di Codesta Ecc.ma Procura della
Repubblica in ordine alla qualificazione giuridica dei fatti di reato desumibili dalle
condotte più sopra narrate ed alle ulteriori indagini relative all’operato dei soggetti
succitati e ciò in considerazione soprattutto del fatto che se è vero che rilevanti
illeciti appaiono già essere stati commessi, molti altri ancora potranno
essere commessi nell’immediato futuro, quando il bando sarà pubblicato e la
gara d’appalto verrà indetta.
Ovviamente la scrivente si impegna a non divulgare (oltre a quanto, com’è
comprensibile, è stato necessario fare - come detto - con le persone più strette
mano a mano che la sottoscritta veniva a conoscenza degli illeciti che si stavano
perpetrando) il contenuto della presente denuncia/querela per non rischiare di
compromettere le indagini che Codesta Ecc.ma Procura della Repubblica vorrà
esperire in ordine a quanto denunciato.
La sottoscritta rimane a disposizione dell’A.G. per quanto necessario e mette a
disposizione sin d’ora, se ritenuto utile, la registrazione audio relativa all’incontro
svoltosi in data 11.06.2013 tra la scrivente ed il Signor Clerici.
Tutto ciò premesso, il sottoscritto presenta formale
DENUNCIA/QUERELA
nei confronti del Dirigente dell’Ufficio Igiene ambientale del comune di Cologno
Monzese, arch. Danilo Bettoni, dell’Assessore all’Ambiente ed Ecologia del
comune di Cologno Monzese, Dott. Raffaele Cantalupo e del Signor Giuseppe
Clerici,
nonché di ogni eventuale corresponsabile, per tutti i reati che la S.V.
Ill.ma ravviserà nei fatti esposti, ed in ogni caso per i delitti di cui agli artt. 323,
319, 346 bis, 326 e 353 c.p. chiedendo espressamente che si proceda nei
confronti dei suddetti responsabili e che gli stessi siano puniti ai sensi di legge.
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Si rimane a disposizione per qualunque chiarimento.
Si chiede ai sensi degli artt. 408 e ss. c.p.p. di essere informati in caso di
richiesta di archiviazione della presente notitia criminis.
Ci si oppone alla definizione del procedimento mediante decreto penale di
condanna.
Si producono i seguenti documenti:
1. Atto di nomina in favore dell’Avv. Danilo La Monaca;
2.
Con osservanza.
Milano, 26 giugno 2013
Ilde Facchi
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