articolo di Katia Bernuzzi I GIOCHI DEL MAESTRO LODI

Spettacoli
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Museo del Violino “Stradivarius in Rio” con la Mullova
Dopo l’anteprima con Pavel Vernikov e il Trio
Ciaikovskij, si apre ufficialmente sabato 27 set‐
tembre, alle 21, il calendario di appuntamenti
dello Stradivarifestival. All’Auditorium Giovanni
Arvedi del Museo del Violino è attesa Viktoria
Mullova (nella foto) per l’esibizione “Stradiva‐
rius in Rio”. Un insolito crossover per la celebre
violinista, che nella prima parte del concerto si
esibirà nella Partita n.1 BWV 1002 di Johann Se‐
bastian Bach, suonando un Guadagnini del
1750. Nella seconda parte, invece, il violino “Ju‐
les Falk”, costruito da Stradivari nel 1723, diven‐
ta lo strumento perfetto per eseguire una sele‐
zione di musica popolare brasiliana del ventesi‐
mo secolo. Prima del concerto, alle 18, la Mullo‐
va sarà la protagonista dell’incontro “L’Artista e
il suo Strumento”, nel corso del quale racconterà
il rapporto che la lega al violino e, insieme al liu‐
taio Marcello Ive, dialogherà con il pubblico.
Sempre sabato, alle 11, nella sala conferenze del
Museo del Violino, l’incontro “Il saper fare liuta‐
rio: racconto di una vita” permetterà a tutti gli
appassionati di scoprire da vicino le figure di
Francesco Bissolotti, Giancarlo Guicciardi, Gio
Batta Morassi e Renato Scrollavezza, ai quali è
dedicata una mostra monografica. Domenica
28, alle 11, riflettori sul Quartetto di Cremona,
scelto proprio in questi giorni quale testimonial
della capitale della liuteria per l’Expo. Anche in
questo caso il programma musicale affiancherà
epoche e autori diversi ma legati da uno stesso
impegno di ricerca. Domenica pomeriggio, alle
17, il Museo si apre ai bambini e alle loro fami‐
glie. L’Oca Rina alla scoperta della Musica è, in‐
fatti, un viaggio nel mondo magico e affascinan‐
te delle sette note, con la complicità dei più
grandi compositori, quali Mozart, Beethoven,
Rossini, Paganini e Verdi, tutti interpretati dal‐
l’attore e direttore Stefano Menegale.
L’anteprima La storica voce dei Matia Bazar si esibirà in Duomo con Fausto Caporali all’organo
Arriva Antonella Ruggiero
Brani religiosi riletti in chiave moderna per il concerto del 24 ottobre
o
di Giorgia Cipelli
p
U
na voce intensa e potente,
supportata da energia, cari‐
sma e capacità di reinventarsi.
Antonella Ruggiero, voce sto‐
rica dei Matia Bazar tra la
metà degli anni ‘70 e gli anni
‘80, approda a Cremona per un progetto
musicale inedito, ideato e organizzato da
Fausto Caporali, organista della Cattedrale,
con il supporto della Diocesi di Cremona e
della Fondazione Arvedi‐Buschini, partico‐
larmente sensibile alla valorizzazione mu‐
sicale della città.
L’atteso appuntamento, intitolato “Teologia
e musica”, è in programma venerdì 24 otto‐
bre, alle 21 (ingresso libero), per un concer‐
to che intende proporre il repertorio classi‐
co in una nuova veste, capace di abbraccia‐
re sonorità e stimoli della modernità. La
Ruggiero, che all’ultima edizione del Festi‐
val di Sanremo ha presentato il brano “Da
lontano”, ha accolto con entusiasmo il pro‐
getto di Caporali, che da mesi sta lavorando
per organizzare iniziative in grado di susci‐
tare un rinnovato interesse intorno alla va‐
lorizzazione della musica classica e del re‐
pertorio liturgico. Insieme, hanno pensato
a come rendere accattivante, per un pubbli‐
co eterogeneo, canti e inni mariani della
tradizione ecclesiale, da riproporre in mo‐
do del tutto originale. L’idea ha entusiasma‐
to la cantante, che si è mostrata subito di‐
sponibile. D’altra parte, non è nuova a ope‐
razioni di questo tipo, considerando che
nella sua carriera si è distinta per un’esten‐
sione vocale che le ha consentito di passare
dal registro pop a quello lirico di soprano
leggero, passando per musica sacra, popo‐
lare, jazz, tango, musica corale e bandistica.
E già nel 2001, con l’album Luna crescente
- Sacrarmonia, aveva raccolto una serie di
brani classici sacri, nell’ambito di un pro‐
getto che ha toccato chiese e teatri di tutto
il mondo. Lo spirito di Sacrarmonia è lo
stesso con cui ora ha abbracciato il progetto
di Caporali: proporre un repertorio classico
Chi è Antonella Ruggiero
Chi è Fausto Caporali
E’ nata a Genova il 15 novembre 1952. E’
stata tra i fondatori dei Matia Bazar nel 1975,
che ha lasciato nel 1989. Il percorso da solista inizia con Libera (1996), cui ha fatto seguito Registrazioni moderne. Nel 1999 è la
volta di Sospesa e nel 2000 inizia un tour dedicato al repertorio sacro con il Quartetto
Arkè e il percussionista Ivan Ciccarelli, fissato nel lavoro Luna crescente, Sacrarmonia
(2001). Nel 2003 un ritorno pop con l’album
Antonella Ruggiero. Nel 2005 è la volta di Big
Band!, poi Stralunato recital live, Souvenir
d’Italie e Genova, la Superba. Nel 2008 esce
Pomodoro genetico e nel 2009 il progetto
Cjantâ Vilotis. Nel 2010 presenta Contemporanea Tango, mentre I Regali di Natale (2010)
è dedicato alla rilettura dei brani della tradizione natalizia nazionale e internazionale. A
febbraio 2014, dopo 7 anni di assenza torna
sul palco del Festival di Sanremo con “Quando Balliamo” e “Da Lontano”, due brani che
anticipano l’uscita dell’album di inediti L’impossibile è certo.
Si è diplomato nel 1981 in Organo e Composizione organistica al Conservatorio “G. Verdi” di Milano e nel 1983 ha conseguito il titolo
di Maestro in Canto Gregoriano al Pontificio
Istituto Ambrosiano di Musica Sacra. Per i tipi
di Armelin Musica - Padova ha pubblicato
“L’Improvvisazione Organistica - Un metodo
teorico e pratico”, “Propedeutica all’improvvisazione organistica”, “L’accompagnamento
del canto liturgico”, “Il dialogo perpetuo” e ha
curato pubblicazioni di musiche inedite di
autori barocchi e romantici. È inoltre autore
di un libro sugli organi della città di Cremona
(De perfetissima sonoritate – Il patrimonio
organario della città di Cremona) e di altre
pubblicazioni. Svolge attività concertistica sia
come solista che come accompagnatore di
gruppi vocali e strumentali, tenendo concerti
in Italia e all’estero.
È titolare del grande organo della Cattedrale
di Cremona e della Cattedra di Organo complementare e Canto gregoriano presso il Conservatorio di Torino.
ma con gli influssi della modernità.
«Il desiderio ‐ spiega Caporali ‐ è di dare ri‐
salto a una musica considerata un po’ di nic‐
chia ma che merita di essere ripresa e fatta
conoscere a un pubblico ben più ampio.
Spesso il repertorio organistico viene asso‐
ciato a un linguaggio e a suoni d’altri tempi,
che difficilmente oggi riescono a catturare
l’interesse. Il mio tentativo, invece, è di riu‐
scire a far amare Bach alle giovani genera‐
zioni tanto quanto un rapper dei giorni no‐
stri. Per questo ho iniziato a riflettere sulla
possibilità di organizzare un concerto di
classica ma con delle ‘contaminazioni’ e la
sovrapposizione di qualche suono elettro‐
nico. Senza stravolgere i brani originari, ma
rendendo l’ascolto piacevole e interessante.
Antonella si è dimostrata disponibile e in‐
teressata, ha dato un apporto importante al
progetto. Oltre al fatto che, come tutti i
grandi artisti, ha una capacità di interagire
con il pubblico straordinaria». La Ruggiero
si esibirà in brani dedicati alla Madonna, tra
cui alcune celebri “Ave Maria”, oltre a un
canto gregoriano e altre proposte del reper‐
torio sacro. Gli ultimi brani del concerto ve‐
dranno la partecipazione anche del Coro
della Cattedrale e del Quartetto d’archi Baz‐
zini.
«Il valore culturale della tradizione e lo spi‐
rito più leggero e innovatore della moder‐
nità saranno uniti in un mix perfetto ‐ pro‐
segue l’organista della Cattedrale ‐. La sera‐
ta sarà inoltre arricchita da un altro impor‐
tante momento: tra la prima e la seconda
parte del concerto, il nuovo parroco don Al‐
berto Franzini proporrà una riflessione sul
primo comandamento “Io sono il Signore,
tuo Dio. Non avrai altro Dio all’infuori di
me”, così da unire alla musica l’approfondi‐
mento teologico». Il concerto del 24 ottobre
non sarà un episodio isolato: «Il mio intento
è di organizzare altre proposte a cavallo tra
musica e teologia ‐ conclude Caporali ‐ at‐
tualizzando la tradizione organistica e non
solo. Continuando la collaborazione con
Antonella Ruggiero e ampliandola anche ad
altri artisti di fama internazionale».
Ora Mondomusica è 2.0
La tecnologia protagonista del salone commerciale con 238 espositori
Ben 238 espositori provenienti da 28 Paesi
‐ di cui il 63% stranieri e il 9% presenti per
la prima volta ‐ oltre 90 eventi tra concerti,
presentazioni, convegni e tavole rotonde e
l’auspicio di poter raggiungere e superare il
traguardo dello scorso anno, che ha portato
a Cremona 13.308 visitatori da tutto il mon‐
do. Sono questi i numeri con cui Mondomu‐
sica, salone commerciale degli strumenti
musicali organizzato da Cremonafiere, i‐
naugura oggi per proseguire sino a domeni‐
ca 28 settembre.
Il mercato internazionale guarda dunque a
Cremona con rinnovato interesse, non solo
per la produzione di strumenti di alto arti‐
gianato ma anche per le innovazioni tecno‐
logiche e i nuovi software che, in modo sem‐
pre più importante, stanno arricchendo il
panorama musicale. Per questo, tra le innu‐
merevoli iniziative, spiccano gli Stati Gene‐
rali della Musica 2.0 (con la consulenza ar‐
tistica dei maestri Ettore Borri e Roberto
Prosseda e dell’Aiarp), un focus su tutto ciò
che rappresenta l’evoluzione nel mondo
della musica, dal digitale agli approcci di‐
dattici più innovativi.
La fiera si riconferma dunque un significa‐
tivo marketplace mondiale non solo per la
liuteria ma anche per il pianoforte, grazie al‐
la concomitanza con la rassegna “Cremona
Pianoforte”; tante le presenze eccellenti, sia
tra gli artisti che si esibiranno sia tra gli
speaker degli incontri (Stuart Isacoff, critico
musicale del Wall Street Journal, e Timothy
Waker, direttore artistico della London Phi‐
larmonic Orchestra, solo per citarne alcuni).
Grande spazio sarà dedicato, come sempre,
alle performance musicali: si segnala la pre‐
senza del duo Maria Azova e Adi Bar, l’in‐
contro con Enrico Intra e Massimiliano Mot‐
terle e il recital di Tatiana Larionova e Davi‐
de Cabassi. Un’altra importante iniziativa è
dedicata agli amanti delle sei corde: si chia‐
ma “Acoustic Guitar Village” l’area comple‐
tamente dedicata alla chitarra con esposi‐
zioni ed eventi costruiti ad hoc. E, in ante‐
prima assoluta a Mondomusica, saranno
presentati gli strumenti ricoperti d’ambra
del Mar Baltico direttamente dalla Lituania.
Tra le novità di quest’anno, un padiglione
tutto dedicato alla città di Cremona, che
coinvolge Comune, Provincia, Camera di
Commercio, Museo Civico, Museo del Violi‐
no, Fondazione Teatro Amilcare Ponchielli,
Fondazione Stauffer, Scuola Internazionale
di Liuteria, Archivio di Stato, Facoltà di Mu‐
sicologia e Istituto Monteverdi, Distretto
culturale della Provincia di Cremona, Scuola
Diocesana di Musica Sacra ‘D. Caifa’. Qui si
terrà l’esposizione del testamento di Anto‐
nio Stradivari e la tavola rotonda “Il valore
del riconoscimento Unesco al saper fare liu‐
tario cremonese: una grande opportunità
da cogliere”, in programma domani alle 15.
Un’immagine
della scorsa
edizione
di
Mondomusica
MONDO PADANO
Spettacoli
Crema Ghizzoni al Caffé Letterario
Lunedì 29 settembre al teatro San Domenico
di Crema, alle 20.45, il Caffé Letterario ospiterà l’incontro con l’autore Marco Ghizzoni,
che presenterà il suo libro “Il cappello del ma-
resciallo” (Guanda), intervistato da Valentina
Cipriani con la musica del gruppo ‘The Plan B’,
di cui lo stesso Ghizzoni è batterista, con Paolo
Vaccaro (chitarra) Gian Luigi Benelli (voce).
37
Venerdì 26 settembre 2014
Letteratura La pubblicazione della Casa delle Arti e del Gioco. Prefazione della figlia Cosetta
I giochi del maestro Lodi
Un libro autobiografico dedicato a ricordi e immagini dell’infanzia
o
di Katia Bernuzzi
p
LA PUBBLICAZIONE
A
Mario Lodi (1922-2014)
nche se il Maestro non
c’è più, «Negli ultimi
tempi ci ha indicato la
strada: “Andate avan‐
ti». Cosetta Lodi è la fi‐
glia di Mario Lodi ed è
sua la firma che compare nella pre‐
fazione di “Come Giocavo”, il volu‐
me fresco di stampa, presentato
nei giorni scorsi al Tocatì Festival
di Verona che racchiude racconti e
immagini di straordinaria quoti‐
dianità infantile legati a Mario Lodi
bambino.
Il libro è edito dalla “Casa delle Arti
e del Gioco”, realizzato in collabo‐
razione con l’associazione GioNa,
con i contributi di AGA, dell’asses‐
sorato allo Sviluppo e all’Istruzio‐
ne del Comune di Cremona, della
Biblioteca Statale di Cremona e
dell’Istituto Comprensivo Cremo‐
na Uno ‐ Scuola Campi di Cremona.
Proviamo a descriverlo
«E’ un racconto autobiografico che
descrive una società diversa senza
alcun rimpianto o nostalgia ‐ rac‐
conta la figlia Cosetta ‐. Mario non
pensava che “si stava meglio quan‐
do si stava peggio” ma osservava
l’evoluzione sociale con l’occhio
dell’osservatore della natura, at‐
tento a cogliere i cambiamenti
spesso impercettibili a primo
sguardo ma che invece denotava‐
no cambiamenti di fasi storiche. Il
gioco di ieri fatto di fantasie e di
pochi mezzi ma anche di grandi
spazi non divorati dalle auto e dal‐
la tv. Il gioco come occasione di
crescita tra eguali, che si toccano,
si sporcano e si fanno qualche bot‐
ta e non chiusi in un modo asetti‐
co».
Un gioco per molti aspetti distante da quello di oggi...
«Oggi il gioco va riscoperto come
dimensione della fantasia e della
crescita che esplora, sbaglia ed im‐
para. Il gioco come necessità di re‐
cuperare spazi per la socialità di
bambini ed adulti, per far crescere
il senso di appartenenza ad una co‐
munità. Il gioco come strumento di
crescita autonoma del bambino.
Ma oggi spesso è violentato dalle
regole di un’aspra competizione».
Un tema questo rispetto al quale
Mario Lodi ha scritto moltissimo
«Nel 1982 ‐ ricorda la figlia Cosetta
‐ Mario Lodi scriveva: “Rifletto sul‐
la storia del mondo ludico del
Mario Lodi nasce il 17 febbraio 1922 a Piadena (Cremona) e si diploma maestro all’Istituto magistrale di
Cremona nel 1940. Nel 1948 è nominato maestro di
ruolo a S. Giovanni in Croce, dove scopre le capacità
creative dei bambini e la sua incapacità di maestro
formato dall’Istituto magistrale a svilupparle e organizzarle nel lavoro scolastico con una metodologia
coerente. Nel 1956 ottiene il trasferimento alla scuola
elementare di Vho di Piadena, suo paese natale. Qui,
in ventidue anni di insegnamento, realizza molti libri:
alcuni, scritti insieme ai suoi alunni, di fiabe e racconti
(Bandiera, Cipì, La mongolfiera, ecc.), altri che documentano le sue esperienze pedagogiche: C’è speranza
se questo accade al Vho (1963), Il paese sbagliato
(Premio Viareggio 1971), Cominciare dal bambino
(1977) e La scuola e i diritti del bambino (1983). Tutti
pubblicati da Einaudi. Maestro, pedagogista, autore di
molti volumi oltre che fondatore della Casa delle Arti e
del Gioco. L’associazione, grazie all’importante contributo della figlia Cosetta, porta avanti gli insegnamenti
del Maestro anche ora che se n’è andato. Dopo la sua
morte avvenuta il 2 marzo 2014 è stata pubblicata una
nuova edizione de “Il soldatino del Pim Pum Pa” e nei
giorni scorsi, al Tocatì Festival, è stato presentato “Come Giocavo”.
Il maestro Mario Lodi
bambino invaso dall’industria
del profitto che neutralizza la
fantasia col giocattolo mec‐
canico in serie. (...) Mi chie‐
do che cosa sarebbe acca‐
duto se un adulto ci aves‐
se chiamato a giocare,
in spazi organizzati, i
suoi giochi. Cinquanta
anni fa era una cosa inim‐
maginabile. Ora è una necessità,
in attesa che la città o il paese ritor‐
ni a essere gente che si conosce e
si aiuta, che ha una storia comune.
I bambini che giocano con l’anima‐
tore, cioè i più fortunati oggi, che
bambini sono? Mi chiedo. Credo
che anche (soprattutto) da qui
debba prendere il via la ricerca per
superare la disgregazione delle co‐
munità e costruire un mondo natu‐
rale e sociale equilibrato, attraver‐
so un progetto politico coerente e
globale, con prospettive lunghe ma
possibili, che ci impegni tutti. C’è
chi dice che è tardi ormai. C’è chi vi
crede».
“Come Giocavo”, insomma, ci
racconta un Mario Lodi bambino ma non solo.
«Racconta il mondo dei giochi del‐
la sua infanzia, il legame con la fi‐
gura del padre e con la sua terra,
radici profonde e determinanti
scita umana e sociale. Un libro che
forma la coscienza è il dono più
bello che possiamo fare (...)”»
nelle
scelte
della
sua vita.
In Mario
bambino
emergono i
tratti della
personalità e
alcune doti di Mario adulto: la
profonda sensibilità, l’acuta capa‐
cità di osservazione, l’amore per la
natura, la vena artistica, l’instanca‐
bile curiosità intellettuale, la spic‐
cata fantasia, la fervida immagina‐
zione e l’intelligenza creativa».
Il volume riporta il numero uno
in copertina. Ci saranno altre
pubblicazioni?
«E’ il primo di un progetto a cura
della Casa delle Arti e del Gioco, di
cui Mario Lodi aveva gettato le ba‐
si: libri per bambini, genitori, inse‐
gnanti, “libri belli”, come amava de‐
finirli, che “aiutano a riflettere, aiu‐
tano la fantasia e l’intelligenza (...)
libri scritti bene, con arte, che e‐
sprimono valori positivi e manda‐
no messaggi importanti per la cre‐
Il libro raccoglie anche una serie
di disegni. Di cosa si tratta?
«Fin da giovane, per tutta la vita,
Mario ha coltivato la passione per
l’arte. L’impegno in una propria ri‐
cerca artistica e il piacere di espri‐
mersi lo hanno portato a speri‐
mentare varie tecniche pittoriche e
a utilizzare diversi materiali: il di‐
segno a matita, la pittura su seta e
su ceramica, la pittura a olio, acrili‐
ca, a tempera, l’acquerello, la china,
il mosaico, la pirografia, lo sbalzo
su rame, fino alla realizzazione di
acqueforti e acquetinte. Amava re‐
galare le sue pitture agli amici; tut‐
ti gli anni per Natale, in famiglia, il
dono più bello per ognuna di noi e‐
ra un piccolo quadretto a olio op‐
pure un acquerello su cartolina o
su seta, accompagnato dal suo bi‐
glietto augurale. I disegni e le pit‐
ture che illustrano questo libro so‐
no stati scelti fra le sue opere con‐
servate nell’archivio di famiglia».
A spasso con la guida
tra “I tesori di Cecilia”
San Giovanni in Croce ora ha anche la sua guida
illustrata. S’intitola “I Tesori di Cecilia” (nella foto
la copertina, ndr) il bel volumetto fotografico che
il Comune in collaborazione con la cooperativa
Charta e il contributo di Fondazione Comunitaria
ha realizzato al termine dell’omonimo progetto
“I Tesori di Cecilia”, partito con la formazione di
giovani guide da destinare alle visite di Villa Medici del Vascello e alle bellezze che caratterizzano il paese. Tutte sono entrate a far parte della
guida che riporta, nelle ultime pagine, anche una
cartina con segnalati i maggiori punti di interesse artistico-culturale: Villa Medici, appunto, I portici del XVIII-XIX secolo, la vecchia Filanda (Xix
secolo), l’Oratorio
della Santissima
Trinità (XVI-XVII
secolo), il Teatro
Cecilia Gallerani
(XX secolo), la
Chiesa parrocchiale (XX secolo). La chiesa di
San Zavedro (XIV
secolo) e Villa
Grasselli Barni
(XVIII secolo).
«Abbiamo intenzionalmente puntato molto sulle
immagini - spiega il sindaco Pierguido Asinari -.
Le foto sono state realizzate da Antonella Pizzamiglio. Ciò che mettiamo nelle mani dei turisti è
una guida che riassume quali sono i nostri tesori
e li immortala con alcuni scatti particolarmente
suggestivi». La parte iconografica è accompagnata anche da alcuni testi a cura di Danio Asinari attraverso i quali si forniscono le coordinate
storiche essenziali dei vari edifici presentati.
Ampio spazio, naturalmente, è lasciato a Villa
Medici del Vascello e al suo parco che, in questo
momento, rappresenta la punta di diamante del
turismo locale.
«Abbiamo già staccato 3 mila biglietti - dice il
sindaco - pur tenendo aperto solo la domenica.
Per noi è motivo di grande soddisfazione». Anche
la guida, che è stata ufficialmente presentata
domenica scorsa, proprio nei locali della Rocca,
alla presenza anche del parroco don Mario Binotti ha riscosso sin da subito un notevole successo di pubblico. «Ha un costo di 5 euro - dice
Asinari -, il ricavato ci serve per coprire i costi di
stampa».
(kb)
Il volume, di 40 pagine, è rilegato
in brossura; il prezzo di copertina
è 10 euro. E’ in vendita on line tra‐
mite l’e‐shop del sito www.casa‐
delleartiedelgioco.it .
LIBRI/ SCELTO PER VOI
di Giorgia Cipelli
Il bacio di Giuda
Pagine intimiste, schiette, sul filo dei
ricordi. Sveva Casati Modignani ripercorre i sentieri della memoria in
un nuovo affascinante racconto autobiografico. Dopo il successo de “Il
diavolo e la rossumata”, in cui alternava le ricette con la rievocazione
degli aneddoti dell’infanzia, Sveva riprende questo filone nel nuovo “Il
bacio di Giuda” (Mondadori), ambientato nella Milano del dopoguerra.
L’obiettivo, dichiarato nella premessa, è proprio raccontare la quotidianità delle piccole cose, i personaggi
del suo quartiere, il loro modo di reagire alla distruzione e alla miseria.
Gli anni difficili della ripresa e l’evoluzione dei costumi, tra scuola, religione, ruolo dei generi. Un mondo
che non viene raccontato dai libri di
storia, ma si nutre di sensazioni, ri-
cordi, emozioni filtrate dal cuore e
della memoria di Sveva. Un viaggio
alla ricerca del tempo perduto, tra fotografie in bianco e nero che raccontano della ricostruzione della propria
identità dalle macerie. La narrazione
si muove quindi tra due piani, quello
della dimensione privata, intima, legata alle vicende familiari e scolastiche, al complesso rapporto con la
madre. La figura materna mantiene
infatti la connotazione di una donna
severa, fortemente ancorata alle
convenzioni e a una spiccata religio-
I PIÙ VENDUTI DELLA SETTIMANA
(Libreria Ponchielli, Cremona)
1. “Il mio primo processo”
Piero Calamandrei, ed. Henry Beyle 22 euro
2. “La paura e altri racconti della Grande Guerra”
Federico de Roberto, ed. e/o 14 euro
3. “Tutta la solitudine che meritate”
Claudio Giunta, ed. Quodlibet 19 euro
4. “La cresta dell’onda”
Thomas Pynchon, ed. Einaudi 21 euro
5. “Le navi dei Vichinghi”
sità, tanto che il titolo prende spunto
proprio da una pronunciata dalla madre durante un litigio.
I legami familiari rappresentano però
il filo conduttore cruciale di questo libro, nato - come dichiara la stessa
autrice - grazie allo stimolo fornito
Frans Gunnar Bengtsson, ed. Einaudi 13,90 euro
6. “Un’estate con Montaigne”
Antoine Compagnon, ed. Adelphi 12 euro
7. “Spettri di Nietzsche”
Maurizio Ferraris, ed. Guanda 18 euro
8. “Storia sociale dei tatuaggi”
Alessandra Castellani, ed. Donzelli 22 euro
9. “La vita, forse l’arte”
Lea Vergine, ed. Archinto 15 euro
10. “Diversamente giovani”
Adriana Aroldi, ed. Blurb 7 euro
dai due nipoti Lapo
e Luna, per «riacciuffare gli esili fili della memoria e riprendere il
racconto della vita di tutti i giorni di
un Paese devastato dalla guerra».
Dal sapore di uova, zucchero e Barbera (la rossumata) preparata dalla
nonna ora si passa ai ricordi della
prima comunione, in occasione della
quale la piccola Sveva viene immortalata con tanto di boccoli, alle marachelle dei compagni di classe, alla
gioia per la bicicletta nuova, alla promessa della prima biancheria di seta. Il libro si conclude con “La versione di Lucio” (nomignolo del fratello
Carlo) a completare le tessere del
mosaico memoriale.