Linee Guida BES - IIS "Patrizi-Baldelli

I.I.S. Istituto Istruzione Superiore
A.S. 2014/2015
“ Patrizi – Baldelli - Cavallotti ”
Viale A. Bologni, 86 Città di Castello
a cura del GLI di Istituto
con l’aiuto del Prof. Spec. Luca Fortuni
Linee Guida ai Consigli di Classe per BES, H, DSA
Per ricevuta il Coordinatore della Classe ____
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Città di Castello 18/11/14
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1- Introduzione e chiarimento iniziale
Il concetto di “bisogni educativi speciali” (Special Educational Needs) compare
nel 1978, in Gran Bretagna, nel Rapporto Warnock, con l’intento di superare
la distinzione tra alunni “handicappati” e “non handicappati”, segnando la
maggior complessità di un approccio che consideri non solo la menomazione
ma soprattutto le potenzialità positive.
Poco più di quindici anni dopo, con la Dichiarazione di Salamanca, il concetto
di special educational needs viene assunto come definizione, a livello
internazionale, per indicare quell’ambito educativo che ricomprende la
disabilità, le difficoltà di apprendimento e lo svantaggio (disabilities, learning
difficulties and disadvantages).
Estratto dalla Proposta di Legge per
migliorare la qualità dell’inclusione scolastica Fonte FISH 7/8/2014
L’ attuale definizione di bisogni educativi speciali (BES) ricomprende alla
luce delle recenti normative in materia: Direttiva ministeriale 27/12/2012, c.m.
n. 8/2013 e s.m.ed i. le seguenti categorie:
1) il gruppo della disabilità ai sensi della L. 104/1992;
2) l’insieme dei disturbi evolutivi specifici fra i quali i disturbi specifici
dell’apprendimento (DSA-Dislessia) ai sensi della L. 170/2010; per
“disturbi evolutivi specifici” si intendono inoltre i deficit del
linguaggio, delle abilità non verbali, della coordinazione motoria,
dell’attenzione e dell’iperattività, quest’ultimi definiti con l’acronimo
A.D.H.D., Attention Deficit Hyperactivity Disorder;
3) la tipologia dello svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale e
quello dei Borderline (funzionamento cognitivo limite).
Chiarito il significato attuale di questa macrocategoria (dei BES),
corrispondente quindi ad alunni che presentano una richiesta di speciali
attenzione, nel gergo corrente degli operatori scolastici è sempre più frequente
che la stessa sigla venga riferita esclusivamente a quelli della terza categoria
ovvero quelli dello svantaggio appena soprascritto.
Ci sembra utile allora non sottintendere tale semplificazione, ma anzi, al fine
di facilitare i termini della questione, condividere questo assunto di base
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considerando anche che le procedure, perlomeno di gestione, delle altre due
categorie (DSA ed H) sono ampiamente chiare, normate e sperimentate.
Conforto su questo assunto di partenza, ci viene anche dal passaggio nella
Nota 2563 del 22/11/13 in cui il MIUR ha fornito ulteriori chiarimenti in
merito:
…La Direttiva ha voluto in primo luogo fornire tutela a tutte quelle situazioni in cui
è presente un disturbo clinicamente fondato, diagnosticabile ma non ricadente nelle
previsioni della Legge 104/92 né in quelle della Legge 170/2010. In secondo luogo si
sono volute ricomprendere altre situazioni che si pongono comunque oltre l’ordinaria
difficoltà di apprendimento, per le quali dagli stessi insegnanti sono stati richiesti
strumenti di flessibilità da impiegare nell’azione educativo-didattica.
BES quindi può essere ogni alunno che, con continuità o per determinati
periodi, può manifestare bisogni educativi speciali. I motivi possono essere
fisici, biologici, fisiologici o anche psicologici, sociali. Rispetto a questi
l’imperativo è che le scuole offrano una adeguata e personalizzata risposta.
2- Presa in carico di ciascun docente
L’obiettivo delle recenti norme su queste tematiche oltre che aggiornare la
variegata situazione di provenienza e di esigenze degli allievi sotto tutti i
punti di vista, è sempre più quella di estendere la “presa in carico”
dell’alunno con BES da parte di ciascun docente curricolare e di tutto il team
di docenti coinvolto al fine quindi di non lasciar tali problematiche al solo
insegnante di sostegno.
Si apre qui un concetto importante in cui come GLI della nostra scuola
torneremo sicuramente a riflettere approfonditamente che è quello dei
vantaggi della codocenza.
3- Specificità dei Consigli di Classe
L’organo principe per l’assunzione delle scelte sui binari di
individualizzazione e personalizzazione della azione didattica è quindi il
Consiglio di Classe.
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“Le scuole – con determinazioni assunte dai Consigli di classe, risultanti
dall’esame della documentazione clinica presentata dalle famiglie e sulla base
di considerazioni di carattere psicopedagogico e didattico – possono avvalersi
per tutti gli alunni con bisogni educativi speciali degli strumenti
compensativi e delle misure dispensative previste dalle disposizioni attuative
della Legge 170/2010 (DM 5669/2011), meglio descritte nelle Linee guida della
C.m 8/2013”. Estratto Dir. Min. 27/12/14
“Un approccio educativo quindi, non meramente clinico, dovrebbe dar modo
di individuare strategie e metodologie di intervento correlate alle esigenze
educative speciali, nella prospettiva di una scuola sempre più inclusiva e
accogliente, senza bisogno di ulteriori precisazioni di carattere normativo”.
“Per quanto riguarda le tipologie di BES relative all’area dello svantaggio
socioeconomico, linguistico, culturale, queste sono individuate sulla base di
elementi oggettivi (come ad es. una segnalazione degli operatori dei servizi
sociali), ovvero di ben fondate considerazioni psicopedagogiche e
didattiche”. Estratto C.M. 8/2013
Solo nei casi in cui si ritenga di consentire strumenti dispensativi e
compensativi ha senso formulare un PDP. La Nota n. 2563 del 22/11/13 è
ancora più esplicita nel lasciare la massima autonomia di giudizio ai docenti
di fronte a diagnosi che non portano a certificazioni di disabilità e DSA:
“Si ribadisce che, anche in presenza di richieste dei genitori accompagnate da
diagnosi che però non hanno dato diritto alla certificazione di disabilità o di DSA, il
Consiglio di classe è autonomo nel decidere se formulare o non formulare un Piano
Didattico Personalizzato, avendo cura di verbalizzare le motivazioni della decisione.”
4- Individualizzare e Personalizzare – Una scuola per tutti e per
ciascuno
L’“individualizzazione” in senso stretto si riferisce alle strategie didattiche
che mirano ad assicurare a tutti gli studenti il raggiungimento delle
competenze fondamentali del curricolo, attraverso una diversificazione dei
percorsi di insegnamento.
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La “personalizzazione” indica invece le strategie didattiche finalizzate a
garantire ad ogni studente una propria forma di eccellenza cognitiva,
attraverso possibilità elettive di coltivare le proprie potenzialità intellettive.
In altre parole, l’individualizzazione ha lo scopo di far sì che certi traguardi
siano raggiunti da tutti, la personalizzazione è finalizzata a far sì che ognuno
sviluppi i propri personali talenti.
Nella prima gli obiettivi sono comuni per tutti, nella seconda l’obiettivo è
diverso per ciascuno.
(Baldacci M. L’individualizzazione reperibile sul sito
www.funzioniobiettivo.it/glossadid/individualizzazione.htm)
5- Alcuni punti fermi
1 La normativa attuale distingue nel campo degli strumenti di intervento sui
BES:
1) ordinarie difficoltà di apprendimento (per periodo temporanei);
2) gravi difficoltà (a carattere più stabile e con grado di complessità
maggiore viste anche le possibili concause);
3) disturbi di apprendimento (a carattere permanente e base
neurobiologica)
2 La scuola può intervenire nella personalizzazione in tanti modi diversi,
informali o strutturati, secondo i bisogni e la convenienza; pertanto la
rilevazione di una mera difficoltà di apprendimento non dovrebbe indurre
all’attivazione di un percorso specifico con la conseguente compilazione di
un Piano Didattico Personalizzato.
3… nel caso di difficoltà non meglio specificate, soltanto qualora nell'ambito
del Consiglio di classe si concordi di valutare l'efficacia di strumenti specifici
questo potrà comportare l'adozione e quindi la compilazione di un Piano
Didattico Personalizzato, con eventuali strumenti compensativi e/o misure
dispensative. Non è compito della scuola certificare gli alunni con bisogni
educativi speciali, ma individuare quelli per i quali è opportuna e
necessaria l'adozione di particolari strategie didattiche.” Estratto Nota 2563
del 22/11/13
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4 …Ove non sia presente certificazione clinica o diagnosi, il Consiglio di
classe o il team dei docenti motiveranno opportunamente, verbalizzandole, le
decisioni assunte sulla base di considerazioni pedagogiche e didattiche; ciò al
fine di evitare contenzioso.
6- L’utilità del PDP
Il senso del Piano Didattico Personalizzato è quello di prendere in
considerazione le difficoltà dell’allievo oggetto di approfondimento e provare
a delineare un percorso in chiave costruttiva e non meramente di lettura.
Il PDP, redatto dal Coordinatore della Classe ma condiviso da tutti i docenti,
è il modo per dire: con questo ragazzo possiamo fare cosi!! Le cause
potrebbero essere queste….i problemi riscontrati sono quest’altri ALLORA
proviamo con questa strategia, proviamo questi strumenti, proviamo questo
approccio…..
Il PDP ha lo scopo di definire, monitorare e documentare – secondo
un’elaborazione collegiale, corresponsabile e partecipata - le strategie di
intervento più idonee e i criteri di valutazione degli apprendimenti.
Il PDP è firmato dal Dirigente Scolastico o da un docente delegato, dai
docenti del Cdc e dalla famiglia. Nel caso poi di studenti maggiorenni la
normativa prevede che gli stessi sottoscrivano il proprio PDP.
La sottoscrizione del PdP mette in evidenza la corresponsabilità nel percorso
educativo:
o Il Dirigente in qualità di garante dell’applicazione della normativa;
o I Docenti (tutti) quali responsabili delle strategie didattiche e dei criteri
di valutazione degli apprendimenti;
o La famiglia come corresponsabile della stesura e applicazione del PDP.
o Nel caso in cui la famiglia non partecipi alla stesura del PDP, la scuola
deve acquisire agli atti la firma per presa visione oppure redigere un
verbale di presentazione.
La validità del PDP rimane circoscritta all’anno scolastico di riferimento.
Per il fac/simile del PDP si veda l’allegato 1 del PAI
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7- La scheda di rilevazione
Segue un fac simile di griglia per la rilevazione dei Bisogni educativi speciali
Anno Scolastico……….
Materia: ……………………………
Studente: ……………………………
Docente: ……………………………
Difficoltà varie:
 Necessità di tempi più lunghi
 Difficoltà di attenzione
 Difficoltà di memorizzazione
 Difficoltà di decifrazione di informazioni verbali
 Difficoltà di decifrazione di informazioni scritte
 Difficoltà di espressione-restituzione di informazioni verbali
 Difficoltà di espressione-restituzione di informazioni scritte
 Difficoltà nell’applicare conoscenze
 Difficoltà di autoregolazione, autocontrollo
 Problemi comportamentali seri (disturba lo svolgimento delle lezioni, non presta
attenzione ai richiami dell’insegnante, ha difficoltà a stare fermo nel proprio banco,
si fa distrarre dai compagni, manifesta difficoltà nel rispetto delle regole
 Problemi emozionali (aggressività, timidezza, ansia , ostilità, tristezza) Scarsa
autostima, dimostra scarsa fiducia nelle proprie capacità
 Scarsa motivazione, (non porta i materiali per le attività scolastiche, ha scarsa cura
dei materiali propri e della scuola, non svolge regolarmente i compiti a casa
 Scarsa curiosità
 Difficoltà nella relazione con i compagni (è escluso dai compagni dalle attività
scolastiche, tende ad autoescludersi dalle attività scolastiche)
 Difficoltà nella relazione con gli insegnanti (fa domande non pertinenti
all’insegnante/educatore)
 Non esegue le consegne proposte in classe
 Ha difficoltà a comprendere le consegne proposte
 Carenza/eccesso nel senso del pericolo
 Altro……………………………....
Specificare, se possibile, anche i punti di forza:
Data Firma dell’insegnante
…………………………… …………………................
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