POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN A.P. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1 COMMA 1, DCB TRENTO RIVISTA PER AMMINISTRATORI E DIPENDENTI DELLA COOPERAZIONE TRENTINA www.cooperazionetrentina.it carta ecologica n ° 8 30 MAURO GILMOZZI FLAVIO CHIZZOLA Appalti a invito fino a 2 milioni di euro Si vive di umanità, non solo di bilanci Nella giungla degli appalti dei servizi 5 - ma g g io 2 0 1 4 VINITALY Tutto il meglio dalle cantine sociali > 24 ENERGIA Con la Federazione sconti del 20-23% > 10 ITAS entra in una nuova dimensione Piazza delle Donne Lavoratrici, 2 Trento - Quartiere Le Albere gruppoitas.it n ° 5 - maggio 2 0 1 4 EDITORIALE 03 Ai bordi della strada CULTURA COOPERATIVA Racconti IN PRIMO PIANO 4-9 Nella giungla degli appalti. Alla fine ciò che conta è il prezzo che, se è eccessivamente basso, sacrifica il buon lavoro. Serve maggiore responsabilità diffusa e regole uguali per tutti. Le buone notizie dall’Europa (aumenta la soglia e sì all’appalto ‘spezzatino’) e l’intervista all’assessore Gilmozzi che dice: “Appalti a invito fino a 2 milioni di euro”. 10-11 Sconti per le cooperative. La Federazione ha rinnovato l’accordo con Trenta per la fornitura di energia alle cooperative del sistema trentino: pattuiti sconti dal 20 al 23%, per un totale di oltre 1,5 milioni di euro di risparmi in bolletta. Periodico della Federazione Trentina della Cooperazione NEWSCOOP 13 Ecco come cambia lo statuto della Trento, Via Segantini, 10 - Tel. 0461.898111 www.cooperazionetrentina.it [email protected] 14 Direttore responsabile Walter Liber Coordinatrice Dirce Pradella Foto copertina Archivio Apt Val di Non Comitato di Redazione Corrado Corradini, Franco de Battaglia, Carlo Dellasega, Silvia De Vogli, Michele Dorigatti, Cesare Dossi, Egidio Formilan, Cristina Galassi, Walter Liber, Diego Nart, Sara Perugini, Dirce Pradella, Bernardino Santoni, Paolo Tonelli, Vincenzo Visetti. Hanno collaborato Carlo Borzaga, Elisa Dossi, Umberto Folena, Paolo Tonelli. Progettazione grafica Cooperativa ARCHIMEDE - www.archimede.nu Stampa tipografica Cooperativa Nuove Arti Grafiche Federazione Cooperazione, modello per l'innovazione sociale 15 Borse di studio a Trento, Rabbi e Val di Fassa 16 La coop Gardascuola porta gli studenti in Sudafrica 17 Africa, esperienza straordinaria 18 A Tuenno la tecnologia è di casa 19 Clm Bell, c’è anche la Spagna 20 Mille nuovi posti di lavoro con Itas 21 Cambia l’immagine delle Casse Rurali 23 In Val di Fassa il bilancio sorride 24 Il Trentino brinda al Vinitaly 26 Sant'Orsola, c'è la ripresa 27 Lavoro in Primiero: serve un'alleanza comunitaria 29 Verso un disegno comunitario sulla salute 13 24 30 Chizzola: “Si vive di umanità, non solo di bilanci” La ricerca 32 Ecco perché l’Europa dovrebbe favorire le (vere) cooperative La finestra sul mondo 34 Piccole cooperative crescono sulle Ande Scuola 37 Impariamo a lavorare Immigrazione 38 Famiglia, snodo per l’integrazione C’è del nuovo 40 Mediocredito, nuovo ossigeno per le piccole imprese 41 A Sporminore la Sala della Cooperazione Val di Non Buone prassi 42 Giovani Cooperatori per la Legalità 43 Da Pergine porto il sorriso in Sudamerica Libri 44 La vita di Adriano Olivetti OPINIONI Lettere 45 Aspettando il Festival dell'economia Economia 46 Come creare occupazione riducendo il cuneo fiscale Orizzonti 47 Vittoria e Concordia, assieme Opinioni 48 “Fare sistema”, per aprirsi 32 34 Abbonamenti Costo singola copia: € 3 Abbonamento annuale (11 numeri): € 30 Abbonamento semestrale (5 numeri): € 15 Promozione 2014 Paga i primi 10 abbonamenti a prezzo pieno (30 euro, fermo da molti anni) e i restanti solo la metà. Autorizzazione del Tribunale Civile e Penale di Trento n. 26 Registro stampa di data 09.10.1950 Ecco come cambia lo statuto Il Trentino brinda al Vinitaly Che l'Europa favorisca le coop Reportage dal Perù cooperativo 2 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 EDITORIALE Ai bordi della strada Nei nostri editoriali non è infrequente l’uso della parola curiosità. Nella sua accezione trentina, è stata a lungo usata come negativa. Essere curiosi era visto come andare a mettere il naso nei fatti degli altri. Nella cultura delle nostre vallate ciò era tabù. Per la verità era pura finzione perché tutti sapevano tutto di tutti e spesso molto di più e deformato, di quello che c’era effettivamente. La parola curiosità, al contrario ha un significato importante e ha a che fare con il futuro. Prima di tutto deriva dal latino “cura” che significa premura, custodia, inquietudine, studio, ricerca. Sono tutti termini “in avanti” tutti protesi. Nonostante alla curiosità si accompagni sempre l’angoscia. Il punto che vorremmo sottolineare è proprio questo: relativo all’angoscia. E lo facciamo perché alcune settimane fa, il giorno di Pasqua, è uscita sul giornale Repubblica una bellissima intervista di mons. Gianfranco Ravasi che definisce se stesso curioso e inquieto e associa a questi concetti l’angoscia. Aggiunge subito: “l’angoscia, come diceva Kierkegaard, non ha niente a che vedere con il pessimismo disperato e molto con l’autentica pienezza che cerchiamo”. Insomma l’impegno nei nostri progetti, la cura nei confronti delle cose che facciamo e delle persone che accudiamo, lo studio continuo teso alla attenzione verso le nostre intraprese non derivano da superficiale spensieratezza ma esattamente dal contrario. Quindi l’analisi spietata che fa dire al Cardinale che il funerale delle ideologie ha prodotto un cumulo di banalità, non diventa una gabbia che rende impotenti ma uno sprone a continuare ricerca e progetto. Dalla intervista citata emerge un altro concetto che vorremmo fosse colto da tutti i cooperatori. Dove orientare la curiosità, in che direzione ricercare. Ravasi dice: “ricerco ai bordi della strada più che al centro”. Ci torna alla mente la franca e profonda discussione che facemmo in occasione del varo del documento della Cooperazione Trentina intorno alle elezioni provinciali. Il tema era relativo a quali occhi dobbiamo usare per guardare la realtà. Decidemmo che sono gli occhi di chi fa più fatica a segnare l’orientamento delle nostre scelte. Di tutte le nostre scelte. Vale qui lo stesso ragionamento fatto per l’angoscia. Guardare con gli occhi dei poveri è l’unico modo per cercare di includere tutti. Non è pauperismo inconcludente, è consapevolezza di futuro. “In ogni gesto che facciamo c’è un’anticipazione del nostro futuro” e il futuro esclude la smemoratezza. Senza memoria non c’è futuro e non c’è pensiero. Rimane solo il presente che scambiamo con l’eterno. Gli orologi moderni, senza il quadrante con le lancette, segnano solo l’istante presente. Non c’è passato e non c’è futuro. Preferiamo i cipolloni di una volta. Sul passato studiamo e cerchiamo di capire, sul futuro lavoriamo “angosciati”. 2’25’’ [email protected] 3 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 IN PRIMO PIANO Il ‘Far West’ degli a Marina Castaldo: "Alla fine ciò che conta è il prezzo che, se è eccessivamente basso, sacrifica il buon lavoro. Serve maggiore responsabilità diffusa e regole uguali per tutti: un committente che opera in modo miope guardando solo al risparmio non agisce per il bene del suo territorio". di Dirce Pradella Marina Castaldo è vicepresidente della Federazione per il settore delle cooperative di lavoro, sociali, servizio e abitazione. Spiegare ad un cittadino la procedura applicata in Trentino per assegnare gli appalti dei servizi pubblici è una missione da 007: (quasi) impossibile. Capire, in buona sostanza, in base a quali criteri viene individuata quell’impresa destinata a svolgere i servizi di pulizie, reception, custodia, verde, traslochi, ristorazione, consegna pasti, sgombero neve, smaltimento rifiuti o manutenzione negli enti pubblici trentini implica l’approfondimento di tutta una serie di leggi e interpretazioni non sempre chiare. Eppure si tratta di un comparto che rappresenta 120 milioni di euro all’anno di investimenti pubblici nella sola nostra provincia. A parte la premessa cinematografica, la posta in gioco in questo campo è davvero elevata. Presto detto il perché: nel settore dei servizi la voce di costo relativa al personale rappresenta una fetta che va dal 50 al 95% della torta complessiva dei costi. Per esempio: una impresa di pulizie spende mediamente il 95% del suo budget per pagare le risorse umane, e il restante 5% va in detersivi e attrezzatura. Applicare la spending review in questo campo, dunque, è molto rischioso, perché può scaricare il risparmio dell’ente pubblico direttamente sulle tasche dei lavoratori. Come? Non garantendo nella stesura della gara d’appalto le stesse condizioni economiche e lavorative ai dipendenti della impresa che ‘esce’ da un appalto ai dipendenti della nuova impresa che ‘entra’. Le modalità e i criteri con cui vengono emessi gli appalti diventano quindi dimensioni strategiche per assicurare la tutela del lavoro oltre che dell’ambiente e del territorio. Serve insomma che vengano garantite regole chiare e trasparenti, uguali per tutti. discrezionalità, affidando direttamente l’appalto, senza che sia necessario confrontare 3 preventivi. Gli appalti tra 40 mila e 207 mila euro, prima della legge di stabilità, potevano essere assegnati attraverso un confronto concorrenziale tra proposte, lasciando all’amministrazione pubblica la scelta, di volta in volta, tra il criterio del massimo ribasso e quello dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Il primo criterio pone un confronto basato unicamente sul prezzo, mentre il secondo inserisce nella gara anche dei profili qualitativi. Con la spending review la procedura è cambiata. Avendo come faro dell’agire il risparmio, le pubbliche amministrazioni non devono bandire gare, ma hanno di fronte 3 strade alternative. La prima è Gli APPALTI DEI SERVIZI in Trentino negli ultimi 4 anni Il mercato degli appalti N° appalti 312 471 458 2010 2011 141 205,6 4 5 5 5 2013 217,7 799,1 234,8 6 6 7 8 9 8 9 11 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 *milioni di euro 4 n ° 2012 Tipologie di procedure disponibili per affidare appalto Per lavori sotto ai 40 mila euro di valore l’amministrazione appaltante può usare piena T R E N T I N A 1.673 396 Importo aggiudicazione totale* Sotto la soglia c’è l’affido diretto C O O P E R A Z I O N E Totale 5 - m a g g io 2 0 1 4 IN PRIMO PIANO | nella giungla degli appalti appalti dei servizi quella di agganciarsi a convenzioni già stilate da enti pubblici affini: per esempio la gara per le pulizie di tutti gli enti provinciali può valere anche per gli enti funzionali della Provincia, se nel bando viene inserito un richiamo a questa possibilità. La seconda prevede l’accesso al mercato elettronico gestito da Consip, al quale partecipano imprese da tutta Italia, con una forte concorrenza sul prezzo e dove spesso la lontananza del committente costituisce un problema, poiché la dimensione del lavoro è predominante. Per questo in Provincia di Trento si è cercata una strada alternativa, istituendo un mercato elettronico provinciale che è punto di incontro in rete fra le amministrazioni pubbliche trentine (PAT, Comuni, Comunità di Valle, enti appartenenti al "Sistema pubblico" provinciale...) e le imprese fornitrici abilitate a proporre i propri articoli nella "vetrina virtuale". La stazione appaltante, dunque, può scegliere liberamente quale procedura attivare delle tre citate, stabilendo anche quali aziende invitare alla gara, senza alcun vincolo o indicazione, per esempio territoriale. Appalti per fascia Se il lettore rammenta che il costo di questo tipo di appalti è per la (grande) maggioranza destinato ai lavoratori, può subito comprendere la ricaduta che avrebbe una indicazione sul fatto di invitare alla gara imprese del territorio, che garantirebbero posti di lavoro locali. Il famoso ‘buon lavoro’, tutelato da regole precise. “Non chiediamo privilegi – spiega subito Stefano Raffaelli, direttore della cooperativa Risto3 –. Chiediamo solo che ci siano regole chiare, valide per tutti, il cui rispetto venga verificato passo passo dall’ente pubblico. Soprattutto in materia di lavoro. Per questo servirebbe potenziare meglio la vigilanza pubblica sugli appalti dei servizi, sia nella fase di stesura dei bandi sia in quella successiva di verifica dei criteri perché a fronte della sicurezza del controllo tutti sarebbero costretti a comportarsi correttamente. E questo creerebbe anche una reputazione del Trentino di trasparenza e buon governo che già da sola costituirebbe una barriera all’entrata per chi non si comporta bene”. da 40.000 a 150.000 euro da 150.000 a 500.000 da 500.000 a 1 milione da 1 a 5 milioni oltre 5 milioni 212 17,3 56 13,7 16 11,4 24 50,4 4 48,2 335 26,1 69 17,7 28 22 30 61,7 9 78,1 311 24,9 83 21,4 30 22,9 31 61,7 3 86,8 239 20,1 87 22,1 27 19,7 33 66,3 10 106,6 1/1/2010 - 31/12/2010 N° appalti Importo aggiudicazione compresa sicurezza* 1/1/2011 - 31/12/2011 N° appalti Importo aggiudicazione compresa sicurezza* 1/1/2012 - 31/12/2012 N° appalti Importo aggiudicazione compresa sicurezza* 1/1/2013 - 31/12/2013 N° appalti Importo aggiudicazione compresa sicurezza* 5 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 IN PRIMO PIANO Con l’aumento della soglia, previsto dall’Europa a 715 mila euro (vedi articolo a pagina 7), questa tipologia di gara diventerà la più frequente nell’ambito dell’assegnazione dei servizi e quindi sarà auspicabile una maggiore chiarezza sulle procedure e l’organizzazione di più controlli. Sopra la soglia i rischi crescono Quando l’appalto supera la soglia, attualmente pari a 207 mila euro (ma, come detto, destinata ad arrivare a 715 mila), le stazioni appaltanti possono scegliere tra varie procedure definite a livello europeo, nazionale e provinciale, che prevedono la stipulazione di ‘appalti tipo’ con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. “Da pochissimo è uscito il bando tipo per le pulizie redatto dalla AVCP che contiene criteri congrui e oggettivi per poter aggiudicare appalti nello specifico settore – aggiunge Stefano Gius, Responsabile Area Servizi di Consorzio Lavoro Ambiente – ma le stazioni appaltanti hanno solo la facoltà di usarlo, senza vincoli. Speriamo lo facciano, ma restiamo nel campo della buona volontà singola e non delle regole uguali per tutti”. L’introduzione dell’offerta economicamente più vantaggiosa ha senz’altro portato a miglioramenti rispetto al criterio del massimo ribasso, aprendo la porta a una valutazione degli aspetti qualitativi dei progetti. Ma anche in questo caso, senza controlli stringenti e parametri chiari, può succedere che l’offerta economicamente più vantaggiosa si trasformi semplicemente in un massimo ribasso. Come? Un esempio semplificato per far comprendere il meccanismo: se agli aspetti qualitativi vengono riservati a parametri facilmente reperibili e raggiungibili da tutte le imprese (per esempio, per restare nell’ambito delle pulizie, l’utilizzo di detersivi biologici), la gara sarà ancora una volta tutta spostata sulle questioni economiche. E quindi sul lavoro. Anche quando l’offerta ricevuta viene giudicata ‘anomala’ secondo quando previsto dalla normativa vigenti in materia di appalti (DLGS 163/06), per esempio perché troppo bassa per rispettare anche solo i minimi salariali definiti dalla contrattazione collettiva, la stazione appaltante ha solo il compito di farsi spiegare perché, essendo poi completamente libera di farsi bastare motivazioni che chiamano in campo un minore livello di assenteismo o di malattia tale da rendere più efficiente il lavoro (e quindi meno costoso) in una tal impresa piuttosto che in un’altra. Possibile crederci? "Se la qualità non ha un peso effettivo e concreto - dice Marina Castaldo, vicepresidente della Federazione per il settore delle cooperative di lavoro, sociali, servizio e abitazione - tutti gli appalti diventano al massimo ribasso. E, come già detto, in questo settore massimo ribasso significa sacrificare il buon lavoro. Risparmiare sul lavoro è un falso risparmio perché provoca un impoverimento dell’economia in generale". L’innovazione: il project financing dei servizi Nato, conosciuto ed apprezzato nel settore delle costruzioni di grandi opere edili, lo strumento del project financing è ancora nuovo nel campo dei servizi, dove le esperienze a livello nazionale si possono contare sulle dita delle mani. Eppure ha grandi opportunità di sviluppo, perché coniuga l’esigenza dell’ente pubblico di non assumersi rischi e di evitare grandi investimenti e quella dell’impresa di fare programmi a lungo termine, stimolando al massimo l’efficienza. Come tutte le innovazioni spaventa un po’, perché impone uno stravolgimento delle condizioni abituali. Proviamo con un esempio: invece di fare le gare di durata quinquennale per la gestione delle mense scolastiche, si potrebbe fare un project financing dove si propone di gestirle per 10/15 anni, a patto di rifare tutte le cucine al ritmo di 2 all’anno. L’ente pubblico azzera i costi di manutenzione ordinaria e straordinaria e rivaluta il suo patrimonio e l’impresa sa di poter contare su un contratto di lunga durata. Consorzio Lavoro Ambiente, in quest’ambito, sta investendo molto, dando supporto a tutte le cooperative del sistema trentino in termini tecnici e prospettici. Lo strumento del project financing può essere bandito dall’ente appaltante oppure può essere iniziativa dell’impresa, che propone un progetto appunto chiedendo se l’ente pubblico è interessato. 7’45’’ 6 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 IN PRIMO PIANO | nella giungla degli appalti Buone notizie dall’Europa Bruxelles aumenta la soglia del valore degli appalti ad affido diretto, suddivide i contratti in lotti, con un più facile accesso delle piccole e medie imprese. Velocizzazione e semplificazione delle procedure e preferenza per l’offerta economicamente più vantaggiosa. riduzione di oltre l'80% dell'onere amministrativo per le imprese (stime della Commissione Europea). La nuova normativa prevede anche l'istituzione di meccanismi per meglio bilanciare le richieste di controllo pubblico con quelle di politiche orizzontali, come la tutela ambientale, l'innovazione e l'integrazione delle persone in difficoltà. Arriva la Meat Grazie al nuovo criterio di "offerta economicamente più vantaggiosa" (MEAT) nella procedura di aggiudicazione, le autorità pubbliche saranno in grado di mettere più enfasi su qualità, considerazioni ambientali, aspetti sociali o innovazione, pur tenendo conto del prezzo e dei costi del ciclo di vita dei prodotti o dei servizi. Inoltre, nelle forniture di beni o servizi e nei contratti di concessione, gli Enti pubblici potranno scegliere l’offerta che ritengono più adatta, invece di accettare quella più bassa. Favorire l’accesso delle piccole e medie imprese alle gare e potenziare l’uso “strategico” degli appalti pubblici, attraverso regole e criteri di aggiudicazione capaci di contrastare le diverse forme di dumping sociale e di premiare prodotti e processi produttivi innovativi e rispettosi dell’ambiente. Sono questi gli obiettivi principali delle nuove direttive del Parlamento europeo e del Consiglio Ue in materia di contratti di concessione, appalti pubblici e procedure d'appalto nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali, che lo stato italiano avrà tempo fino al 18 aprile 2016 per recepire. “Le nuove norme si pongono tre obiettivi principali: semplificazione, flessibilità e certezza giuridica. Attraverso questa riforma, le autorità pubbliche potranno ottimizzare il loro impiego degli appalti pubblici che, con quasi il 19% del PIL europeo, rappresentano un fattore chiave della nostra economia”, ha spiegato Michel Barnier, commissario europeo per il Mercato interno. Innovazione Viene introdotta inoltre una procedura che punta a rafforzare soluzioni innovative negli appalti pubblici. Si tratta dei nuovi “partenariati per l’innovazione”, che intendono consentire alle autorità pubbliche di indire bandi di gara per risolvere un problema specifico, senza pregiudicarne la soluzione, lasciando quindi spazio alle autorità pubbliche e all’offerente per trovare insieme soluzioni innovative. Le nuove norme, inoltre, promuovono gli appalti elettronici, per generare risparmi e migliorare i risultati delle procedure, riducendo sprechi ed errori. Subappalto Per combattere il dumping sociale e garantire che i diritti dei lavoratori siano rispettati, le nuove leggi comprenderanno norme per il subappalto e disposizioni più severe sulle "offerte anormalmente basse". I contraenti che non rispettano la normativa UE sul lavoro possono essere esclusi dalla presentazione di offerte. Semplificazione Tra le novità del nuovo pacchetto di norme, un forte accento è posto sulla semplificazione: grazie a un “documento unico europeo di gara” standard, basato sull’autocertificazione, la procedura è destinata a diventare più semplice per le imprese. Solo il vincitore sarà tenuto a fornire la documentazione originale (certificati e attestati). Inoltre i termini minimi per presentare le offerte sono accorciati. Il tutto con una 3’ 7 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 IN PRIMO PIANO Appalti a invito fino a Intervista all’assessore Gilmozzi. La “Procedura negoziata” consentirà più spazio alle imprese locali. Da “Lavori pubblici “ a “Infrastrutture e ambiente”. Essenziale, anche per le cooperative, maggior collaborazione con i Comuni. Meno risorse, ma una visione più positiva e realistica. di Franco de Battaglia Mauro Gilmozzi sorride nell’incontro di prima mattina per parlare di lavori (pubblici) e di lavoro (imprese, famiglie) che è la preoccupazione maggiore anche del Trentino. è appena arrivato da Cavalese, perché ogni sera risale in Fiemme, per non perdere i contatti anche fisici con la sua valle, ma alle 8.30 è di nuovo in piazza Dante, in Provincia o in Consiglio. “Lo so, mi chiamano assessore agli appalti, un po’ con ironia un po’ con la speranza di averne di più: perché gli appalti sono diventati difficili oggi, e le risorse sono diminuite. Ma nonostante tutto il Trentino mantiene finanziamenti alti rispetto al resto del Paese. Bisogna però cambiare visione e prospettiva. Occorre un profondo rinnovamento nel modo di concepire, ed anche di affrontare le “opere pubbliche”. Un modo più vicino agli interessi delle imprese, ma anche del territorio”. gli ospedali, la riqualificazione di edifici e di paesaggi. Alcune fasi produttive si sono ridimensionate, altre hanno nuove esigenze. Occorre recuperare elasticità e multifunzionalità paesistica. Non basta solo parlare di soldi e bilanci. Ho fatto inserire un “Allegato 5” nelle opere pubbliche perché venga studiato “prima” il loro inserimento paesaggistico. Non è un limite, è una potenzialità. Non è solo l’agricoltura che deve fare sinergia con il turismo. Le imprese, dal canto loro, devono poter intervenire su scenari più articolati e vasti. E gli appalti? Sul bilancio delle opere pubbliche siamo stati costretti ad una revisione che è anche una riflessione per un riposizionamento. Abbiamo distinto le opere in tre settori, tratteggiandole con tre colori diversi, quasi come un semaforo. Le opere “rosse” sono quelle già appaltate che faranno il loro corso, le opere “gialle” sono quelle progettate non ancora appaltate, su cui si giudicherà caso per caso, in base alle risorse (o alle “mazzate” di bilancio da Roma). Le opere “verdi” sono quelle solo programmate. Verranno un po’ riviste. C’è poi da dire che occorre fare i conti con risorse decurtate, ma il Trentino, quanto a strutture pubbliche, è una terra che in questi anni si è fortemente capitalizzata. Ciò significa che la priorità è mantenere il capitale, vale a dire puntare sulla manutenzione, sull’adeguamento, sul ripristino. Prima di pensare a nuove grandi opere, va conservato e valorizzato l’esistente. Non possiamo rottamarlo, sarebbe un delitto. Abbiamo fatto la scelta di sospendere alcune opere, ce lo impone il patto di stabilità, ma anche la necessità politica di capire i tempi che ci aspettano, le esigenze di una situazione sociale in rapido mutamento. Dobbiamo dare un nuovo senso alle opere pubbliche: più strade, ad esempio, o più acquedotti? Più impianti sportivi o interventi migliorativi per la sanità, l’assistenza? Occorre accompagnare le opere anche con una azione culturale. Quali sono i cambiamenti? Il nome dell’assessorato provinciale, innanzitutto, Non è più “Assessorato ai Lavori Pubblici”, ora si chiama “Infrastrutture e Ambiente”. Non è solo un cambio di etichetta, ma di visione. Vuole comunicare alle comunità e alle imprese che il capitale, la risorsa del Trentino è il territorio “con” le sue opere e “con” il suo paesaggio. Insieme. L’ambiente appunto. Vuol dire che i lavori pubblici non sono solo “strade e mestieri”, con quel che si intende? Significa che rischiamo di avere infrastrutture e non usarle, e ciò ha fatto e fa danni al Trentino. Non ci sono solo le strade. Infrastrutture sono i treni, la linea europea Monaco Verona cui dobbiamo assolutamente agganciarci senza attardarci in by-pass miopi come la Valdastico, che fra 15 anni arriverà a Besenello quando gli snodi saranno a Verona. E per le imprese, se l’edilizia è in crisi e deve riconvertirsi, sono infrastrutture anche gli acquedotti, che occorre riprendere in mano con grande sforzo, perché l’acqua è la nuova risorsa strategica, e la depurazione, e la raccolta dei rifiuti e l’energia. E le reti cablate. Ci sono le case di riposo, 8 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 IN PRIMO PIANO | nella giungla degli appalti a 2 milioni di euro E le risorse? Sono diminuite, ma restano cospicue. E occorre tener conto – questo è il passaggio cruciale e vincente – che nel settore non agisce direttamente solo la Provincia, ma ci sono anche i Comuni. Questi, spesso, in passato, son andati ciascuno per proprio conto. E invece bisogna lavorare insieme. è la sfida di questa legislatura. La Provincia ha a disposizione circa 1200 milioni, i Comuni ne hanno 884. Non è una cifra indifferente. Se si agisce insieme, su opere mediopiccole per portare quanti più lavori possibili vicino a casa si può fare molto. Vi sono norme rigide nelle assegnazioni dei lavori, imposte da Roma e Bruxelles. C’è invece spazio per operare. è in vigore quella che viene chiamata la “Procedura Negoziata” che abbiamo portato fino a 2 milioni di euro. è una norma provinciale, lo Stato non l’ha impugnata, ed è operativa. La procedura prevede che per lavori fino a 500 mila euro vengano invitate 7 ditte, fino a un milione di euro 12 ditte e fino a 2 milioni 20 ditte. Con questo sistema, si consente un confronto autentico, ma, se c’è una collaborazione con i Comuni, è possibile dare spazio alle imprese locali. La norma, naturalmente, è coerente con Bruxelles, ma occorre stare attenti a nuove leggi, perché lo Stato sta avocando a sé anche competenze che erano già primarie, come nell’urbanistica, o nella concorrenza. è meglio partire subito ed operare bene. Mauro Gilmozzi è assessore provinciale alle infrastrutture e all'ambiente (foto Magrone Archivio Pat). emergono nuove povertà, ma si affacciano anche nuove possibilità e iniziative di lavoro. “Infrastrutture e ambiente”, è un panorama molto più vasto e complesso che “lavori pubblici”. Ma è uno scenario che va esplorato, nuovi settori che vanno definiti, capiti. Anche “fatti capire” e comunicati. La stessa Provincia ha bisogno di approfondire questa dimensione. S’è visto che la collaborazione con i Comuni diventa decisiva per creare nuove occasioni di lavoro. Ma è una collaborazione che va tutta costruita. Non potrà nascere automaticamente. Ma diventa necessaria se non si vogliono sprecare risorse e si vogliono creare occasioni di lavoro per chi nei Comuni vive. Occorrerà energia, anche fantasia, capacità di condivisione. La Cooperazione avrà un ruolo attivo da giocare. Dovrà e potrà presentare il valore aggiunto che le viene dalla sua specificità. In sostanza è questa la filosofia dei prossimi anni. Sì: “meno” soldi, quindi “più” selezione di opere, “meno” grandi opere che finiscono fuori, “più” opere necessarie in grado di sostenere comparti di ricaduta come l’artigianato. E le cooperative? In questo contesto la cooperativa, quando c’è un appalto, partecipa come tutti gli altri soggetti. Non è che nel settore dei lavori pubblici abbia particolari agevolazioni. Per quanto riguarda l’esistente è chiaro che le cooperative hanno il filtro della manutenzione ordinaria del territorio, strade, bacini montani, rifiuti… Ci facciamo anche conto. Ma siamo di fronte a scenari in rapido mutamento. Si chiudono settori consolidati, si aprono invece esigenze diversificate, 6’15’’ 9 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 IN PRIMO PIANO ENERGIA: ALLE COOPERATIVE 1,5 MILIONI DI RISPARMIO La Federazione ha rinnovato l’accordo con Trenta per la fornitura di energia alle cooperative del sistema trentino. L’acquisto di energia passa sa 40 a 120 milioni di kwh annui. Il 100% da fonte rinnovabile. Vincenzo Visetti, responsabile del Servizio Risorse umane e Organizzazione della Federazione. Consente un risparmio tra il 20 e il 23% sul costo della fornitura di energia elettrica la nuova convenzione firmata dalla Federazione trentina della Cooperazione e da Trenta spa a beneficio di tutte le cooperative aderenti all’accordo-quadro. La percentuale così elevata di sconto si deve anche al significativo aumento dimensionale del gruppo di acquisto. Per la prima volta, infatti, hanno aderito al progetto della Federazione – dando anche un significativo apporto di competenza – anche alcune importanti società e consorzi del movimento, citiamo ad esempio Melinda, che, in ragione delle grandi dimensioni e dell’abitudine a confrontarsi direttamente con il mercato elettrico, hanno consentito di ottenere condizioni economiche estremamente vantaggiose anche per le cooperative di medie e piccole dimensioni, concorrendo a formare un gruppo di acquisto di dimensioni complessive quasi triplicate rispetto ai volumi precedenti. “L’acquisto di energia regolato dal nuovo accordo – spiega Vincenzo Visetti, responsabile del Servizio Risorse umane e Organizzazione della Federazione, che ha seguito tutte le fasi della contrattazione e della stipula del contratto nei dettagli – passa infatti dai circa 40 milioni di KWh all’anno attuali ad oltre 120 milioni”. Il valore economico complessivo della fornitura di avvicina ai 25 milioni di euro, di cui 6,1 per il costo dell’energia, 13,6 per gli oneri, 1,5 per accise ed 3,7 per IVA. A beneficiare di questo accordo, dunque, non saranno solo le cooperative ma anche la Provincia autonomia, che avrà un gettito tributario decisamente più elevato. Grazie alla negoziazione congiunta di un’elevata quantità di energia, e alla favorevole situazione del mercato, è stato possibile conseguire un vantaggio economico complessivo che, per l’intero gruppo di acquisto, si stima senz’altro superiore a 1,5 milioni di euro rispetto alle tariffe attuali. La soglia dei 2 milioni di KWh Le società interessate sono state divise in due gruppi, individuando quale criterio di assegnazione un volume di consumo annuo pari o superiore a 2 milioni di KWh. Del primo gruppo fanno parte circa 200 società, con un consumo annuo complessivo di 37,5 GWh all’anno. Il secondo gruppo comprende 9 società, che in totale assorbono 85,8 GWh all’anno. Per le imprese appartenenti al primo gruppo è stato concordato un prezzo medio ponderato dell’energia pari a 57,9 euro al MWh (rispetto agli attuali 74,43), con un risparmio medio superiore al 23%. Per loro è anche previsto un bonus retroattivo di 1 euro al MWh, che sarà applicato ai consumi dall’1 gennaio al 30 giugno 2014. Per le società del secondo gruppo (consumi superiori a 2 milioni di KWh), il prezzo medio ponderato scende a 50,99 euro al MWh. Trattandosi di imprese che in precedenza erano legate ai rispettivi fornitori da contratti negoziati separatamente, non è agevole calcolare con precisione il risparmio complessivo rispetto alla situazione precedente, ma si può stimare ragionevolmente che la riduzione del costo energetico sia mediamente attorno al 15-20%. Si parte con il primo luglio Per le società già aderenti alla precedente convenzione, i prezzi saranno applicati automaticamente a decorrere dal 1° luglio 2014. Per le nuove adesioni successive al 1° luglio, il prezzo sarà quotato sulla base di listini mensili proposti da Trenta, calcolati in base all’andamento dello scenario energetico registrato fino a quel momento. Trenta garantisce, senza costi aggiuntivi, la provenienza del 100% dell’energia da fonti rinnovabili. A pagamento, viene offerto il servizio opzionale 10 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 IN PRIMO PIANO | sconti per le cooperative “100% Energia Pulita Trenta”, che prevede l’acquisizione di un certificato di garanzia emesso da organismi internazionali che attesta l’uso di energia pulita e nel contempo attribuisce al cliente il diritto di utilizzare il marchio “100% Energia Pulita Trenta” per le proprie iniziative commerciali e di comunicazione per tutta la durata del contratto. Cala il prezzo? Revisione possibile Indipendentemente dalla data di adesione alla convenzione, le condizioni applicate avranno scadenza il 30 giugno 2015, con prezzi fissi per tutto il periodo. Tuttavia, qualora entro la data del 30 giugno 2015 si verificasse una diminuzione del prezzo medio all’ingrosso di riferimento in misura pari o superiore al 10% rispetto all’attuale, Trenta si impegna in buona fede a concordare una revisione delle condizioni contrattuali per tenere conto del nuovo scenario. Tale clausola di rinegoziazione consente di evitare che i prezzi della Convenzione, attualmente assai competitivi rispetto allo scenario di mercato, divengano penalizzanti in caso di ulteriore, significativa contrazione del mercato. Per informazioni: Ufficio Acquisti, Claudio Poli: tel. 0461.898702 – 335.1003922 4’15’’ Un polo acquisti per tutto il movimento Il rinnovo della convenzione per l’energia elettrica fa parte di un progetto strategico della Federazione di più ampia portata, attraverso il quale si vuole proporre alle associate un servizio strutturato e qualificato di cost management nel campo degli acquisti, che sarà prossimamente esteso anche ad altri ambiti, quali – in via esemplificativa – l’acquisto di gas naturale, di servizi di telecomunicazione, e l’analisi dei costi INAIL del personale. Il servizio sarà caratterizzato non solo dall’attività di aggregazione della domanda e di negoziazione congiunta dei volumi, ma da un’assistenza qualificata alla gestione dell’intero ciclo di vita del contratto, dalla verifica della corretta fatturazione da parte del fornitore, al rispetto di tutte le condizioni economiche e normative del contratto stesso, all’ottimizzazione dei profili di consumo, etc. In questo modo la Federazione risponde in modo adeguato e innovativo all’evoluzione dei bisogni di tutte le associate, dando un contributo concreto all’evoluzione del suo ruolo nel promuovere la cooperazione trentina come sistema integrato di imprese, comunque sempre rispettoso dell’autonomia di ciascuna cooperativa. 11 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 NEWSCOOP Ecco come cambia lo statuto della Federazione La Federazione - rappresentata dal presidente Diego Schelfi e dal direttore Carlo Dellasega - ha incontrato di recente i soci in una serie di undici incontri sul territorio. Colloqui molto utili per conoscere i principali temi di attualità cooperativa e anche occasione di scambio di informazioni e di proposte sugli argomenti che riguardano la vita di ogni giorno delle cooperative ed i loro rapporti con la Federazione, anche in vista dell’assemblea generale il 13 giugno. Tema di apertura di ogni incontro, le modifiche allo Statuto che i soci saranno chiamati a discutere in una apposita assemblea straordinaria, convocata lo stesso giorno della ordinaria. “Modifiche che riguardano le modalità di votazione del presidente – ha affermato il presidente Schelfi – posto che alla precedente assemblea elettiva l’attuale statuto aveva mostrato qualche criticità”. Come promesso dallo stesso Schelfi all’indomani della sua elezione nel 2012, lo staff della Federazione coordinato da Francesco Odorizzi, responsabile del Servizio fiscale e legale, ha messo a punto una nuova impostazione degli articoli interessati, che è stata poi discussa e approvata dal Consiglio. Le modifiche sostanziali riguardano innanzitutto il “conteggio” dei voti spettanti ai soci in assemblea. Come noto, in base alla dimensione, le cooperative possono sottoscrivere ulteriori quote di capitale sociale della Federazione che danno diritto ad esprimere più di un voto in assemblea (fino a cinque). Da questa facoltà in futuro saranno escluse le cosiddette società funzionali, che fanno capo generalmente a consorzi, e che consentivano di accumulare un numero consistente di voti in capo ad una unica persona di riferimento. Ad esempio, le società di scopo costituite da Cassa Centrale Banca. Le modifiche proposte pongono dei limiti che di fatto ridimensionano di molto il fenomeno di “moltiplicazione” dei voti in assemblea. Il “grosso” delle modifiche riguarda l’articolo 29 (Consiglio di amministrazione) e 29 bis (candidatura ed elezione del Presidente). Il primo stabilisce che il presidente rimane in carica di norma fino a tre mandati consecutivi, a meno che il Consiglio proponga la ricandidatura per mandati successivi “ad una Assemblea appositamente convocata” entro il 31 gennaio dell’anno di scadenza del mandato. Tale Assemblea dovrà deliberare con le maggioranze previste per l’Assemblea straordinaria in prima convocazione. Se approva, allora il presidente potrà essere eletto regolarmente alla successiva assise di giugno. Egli si presenterà a quel punto come un qualsiasi candidato ordinario. L’articolo 29 bis si occupa ampiamente delle modalità di elezione del presidente. Normalmente, il Consiglio può proporre all’Assemblea un candidato presidente entro il 31 marzo precedente l’assise elettorale. Accanto alla proposta del Consiglio, potranno essere presentate altre candidature. Il soggetto interessato dovrà però ricercare il sostegno di “almeno quindici soci cooperatori che rappresentino i quattro settori e abbiano diritto complessivamente ad almeno quaranta voti”. Egli (o ella) deve presentare la propria candidatura dieci giorni prima dell’Assemblea. La procedura sembra molto complessa, ma mira ad evitare possibili equivoci o difficoltà di interpretazione alle varie situazioni che si possono presentare. Le modifiche riguardano anche l’impossibilità in futuro di aderire a più di una associazione di rappresentanza, qualora essa “sia ritenuta in contrasto con gli indirizzi e le logiche di sistema”. Il caso era nato, come si ricorderà, dopo la costituzione della nuova associazione di rappresentanza nazionale Ue-Coop. 13 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 NEWSCOOP 0,6% delle imprese italiane sono cooperative 2% delle imprese giovanili italiane sono cooperative Cooperazione, modello per l'innovazione sociale Flaviano Zandonai è uno dei tre autori del capitolo del rapporto Euricse sull’innovazione sociale. può aiutare a superare alcune difficoltà del fare impresa, grazie soprattutto alle sue caratteristiche intrinseche, alla sua capacità di attivare forme di collaborazione interne ed esterne, offrendo beni e servizi di interesse generale ad alto valore aggiunto. Ciò nonostante il modello cooperativo rimanga ancora poco diffuso rispetto ad altre tipologie d'impresa, rappresentando solo lo 0.6% delle imprese italiane e il 2% di quelle giovanili. Ancora meno diffusa risulta essere la presenza di modelli cooperativi all'interno di forme emergenti di economia, "social" in senso lato (per esempio la sharing economy), per la gestione di processi e imprese che invece individuano nella cooperazione il loro principio di regolazione. In controtendenza a questo fenomeno, si stanno diffondendo incubatori d'impresa e spazi di co-working, promossi anche dalla cooperazione, al fine di generare importanti "esternalità positive" legate non solo ai tipici benefici della creazione d'impresa, ma anche alla rigenerazione dello stesso settore cooperativo. Un capitolo del rapporto recentemente pubblicato da Euricse 'La cooperazione italiana negli anni della crisi' è dedicato alle nuove cooperative come modello di innovazione sociale. Nel contributo, firmato da Jacopo Sforzi, Flaviano Zandonai e Chiara Carini, si cerca non solo di ricostruire le principali caratteristiche delle cooperative costituite negli ultimi anni (16.164 tra il 2005 e il 2011, con 389.092 posti di lavoro creati nel 2011, per un valore complessivo della produzione pari a 10.6 miliardi di euro nello stesso anno), ma anche di approfondire il rapporto tra le cooperative e alcuni settori specifici quali l'istruzione, il welfare, il turismo e la cultura, che possono offrire interessanti opportunità per questo tipo di imprese. Dai dati presentati, il modello di impresa cooperativa mostra alcuni punti di forza, come la capacità di aggregare l'offerta di lavoro, che in molti settori è caratterizzata da una forte presenza di singoli imprenditori e micro imprese che da sole hanno minori possibilità di aumentare la propria competitività e contribuire a promuovere lo sviluppo. Inoltre, il modello cooperativo Fotocoop a San Michele Cin cin con la Rurale di Levico Dopo San Bernardo di Rabbi, Romeno e Cles, la mostra “Fotocoop: la cooperazione in uno scatto” ha raggiunto la Rotaliana, e ha trovato spazio di valorizzazione presso la Fondazione Mach di San Michele all’Adige. Visitabile fino al 9 maggio, raccoglie 60 immagini di altrettanti momenti di vita cooperativa e non solo, ritratti da sei fotografi “in fieri”: Livia Fantelli, Maria Grazia Fedel, Silvano Pedergnana, Norma Valentinelli, Pierluigi Mochen e Sandro Stanchina. La mostra è il frutto di un percorso formativo volto alla ricerca delle modalità per esprimere la cooperazione attraverso la fotografica, seguito da due professionisti: Adriano Frisanco e Pierluigi Cattani Faggion. L’iniziativa è stata promossa dalla Famiglia Cooperativa Valli di Rabbi e Sole con il sostegno della Provincia autonoma e della Cooperazione Trentina. Si è conclusa la seconda edizione del “Percorso di Avvicinamento al Vino” che la Cassa Rurale di Levico Terme ha organizzato per i propri soci e i loro famigliari: quattro serate con degustazione di vini regionali italiani e esteri, dedicate a coloro che hanno voluto approfondire le caratteristiche di una delle bevande più antiche del mondo, con l’accompagnamento del sommelier Luca Maurina. Un'utile occasione per mettere alla prova non solo le capacità di analisi gusto-olfattive dei partecipanti, ma anche la curiosità nell'esplorazione dell'universo enologico. 14 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 NEWSCOOP Le Casse Rurali nel 2013 2.805 studenti premiati 1 milione di euro assegnato B O R S E DI S T U DIO Trento Colpo d’occhio delle grandi occasioni quello offerto all’Hotel Trento per uno degli appuntamenti di maggior tradizione della Cassa Rurale di Trento. Sono stati premiati i giovani (diplomati e laureati, socio o figli di socio) che hanno ottenuto risultati di eccellenza nel proprio percorso scolastico. Hanno ricevuto il riconoscimento (meritato) dal presidente Giorgio Fracalossi e dal direttore Sergio Pontalti. Tra i premiati: 108 laureati (46 di questi con 110 e lode) e 40 diplomati (tra maturità e istituto professionale). Due i tipi di premio assegnato: un viaggio di quattro giorni a Lisbona (nel mese di aprile) oppure un buono da utilizzare alla scuola di lingue straniere Clm Bell. Val di Fassa e Agordino Bastano due numeri per comprendere cosa ha significato e significa l’attenzione della Cassa Rurale Val di Fassa e Agordino nei confronti dei giovani impegnati nel percorso formativo: 780 ragazzi premiati per un investimento in sapere e in cultura di poco inferiore ai 400 mila euro. Da una decina d’anni l’appuntamento rappresenta una tradizione che ha scritto una nuova pagina all’aula magna del Polo Scolastico di Moena. Qui hanno ricevuto il meritato riconoscimento 55 giovani, dalla qualifica professionale (1) alla laurea specialistica (23 di cui 13 con lode) passando da diploma di maturità (13) a lauree triennali (18). Il presidente Carlo Vadagnini ha esortato gli studenti a proseguire nella formazione. Rabbi e Caldes A Terzolas il primo giorno di primavera è trascorso all’insegna dei premi allo studio della Cassa Rurale di Rabbi e Caldes. Cinquantotto i premiati che rappresentano il volto giovane e ad alto potenziale delle comunità servite dall’istituto di credito cooperativo presieduto da Claudio Valorz. Nello specifico: quattro diplomati delle scuole professionali, 15 delle scuole superiori, 22 laureati (di cui 5 con lode), 1 dottorato, 11 viaggi studio all’estero. A contorno dell’evento di premiazione, sono stati invitati a salire sul palco anche i “The Bastard Sons of Dioniso”, il gruppo che si è fatto conoscere dal grande pubblico grazie al talent show “X Factor” dove ha ottenuto il secondo posto assoluto e il premio della critica. 15 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 NEWSCOOP Gardascuola 371 soci 64 collaboratori 430 mila euro patrimonio La coop Gardascuola porta gli studenti in Sudafrica Per l'ottavo anno consecutivo, gli alunni delle classi quarte dell’Istituto Tecnico Turistico Gardascuola hanno compiuto una esperienza di scambio interculturale. Ventiquattro studenti di diciassette anni di età, sono dunque partiti alla volta di Johannesburg (Sudafrica) per fare esperienza di quello che stanno studiando. Dopo aver soggiornato in luoghi immersi nella natura e camminato tra giraffe, elefanti e pinguini, i ragazzi hanno compiuto un’esperienza di scuola e di vita nel mondo africano. Il gruppo è stato accolto da Padre Giuseppe Sandri, Vescovo trentino della Diocesi di Generazioni che cambiano il mondo Witbank, che l’ha introdotto a visitare la St. Paul's High School, una scuola in area disagiata, frequentata da soli sudafricani neri, nella quale l'accoglienza calorosa è stata vissuta da tutti con grande emozione. Durante la visita, i ragazzi hanno potuto confrontarsi con i loro coetanei sudafricani sui diversi modelli di scuola, di organizzazione della società e convivenza anche nella situazione post-Mandela. Gli studenti sono stati poi accolti dalla Scuola di Turismo TTBISA, dove hanno potuto confrontarsi con un altro gruppo di alunni, questa volta bianchi, neri e di estrazione socio-economica ben diversa dai primi. A loro hanno fatto interviste più approfondite sulla società e la convivenza di razze, etnie e culture differenti. Durante la visita nelle due scuole il preside dell’Istituto Gardascuola, Lorenzo Carmagnani, ha sottolineato l'impegno della cooperativa nel progetto che vede gli studenti coinvolti in un gemellaggio di stampo linguistico-culturale con loro coetanei di paesi extra-europei. Dalle township ai grattacieli di Cape Town, dalla povertà assoluta sbirciata tra i vicoli delle città, alle casette vittoriane recintate con fili spinati, dalle antilopi agli spazi sconfinati, i ragazzi hanno potuto respirare la sottile linea di confine che separa il popolo sudafricano in due nazioni, con due anime divise. Hanno avuto modo di vedere tristi testimonianze di come la follia dell’apartheid strappò le persone alle loro case, per trasformare interi quartieri in zone residenziali esclusive per bianchi e stroncare ogni forma di aggregazione tra le popolazioni di colore, che vennero deportate nelle township, tragici ghetti a ridosso delle principali città, costruiti appositamente per loro, dove ancora oggi vive nella miseria e nella disperazione più dell'80% della popolazione nera, in fatiscenti baracche in lamiera, tra liquami nauseabondi. Ma hanno anche fatto esperienza di un paese arcobaleno, in cui tante culture convivono e crescono insieme, con un’ospitalità e un calore contagiosi. Un rappresentante dell’Associazione Giovani Cooperatori ha partecipato alla prima assemblea dei Giovani cooperatori di Legacoop, a Ferrara, dal titolo “Woodcoop: generazioni che cambiano il mondo”. Enrico Turra, 23 enne componente cda della Famiglia Cooperativa di Primiero e del direttivo dell'Associazione, è intervenuto portando l'auspicio che anche a livello nazionale si arrivi alla creazione di un'unica centrale cooperativa, come in Trentino, risolvendo le separazioni di sensibilità che ancora permangono a livello nazionale. Due le proposte del giovane amministratore trentino: autonomia politica e contaminazione. Le organizzazioni cooperative devono ritrovare maggiore responsabilità e decisionismo, soprattutto se motivate e mosse da un ricambio generazionale, e dall'altra parte da una contaminazione in entrata e in uscita da parte delle buone pratiche che fanno progredire il sistema. 16 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 NEWSCOOP Cassa Rurale d’Anaunia 4.000 soci 51 dipendenti 12 sportelli Africa, esperienza straordinaria Due settimane in Kenya per vivere “un’esperienza davvero intensa e incredibile. Le due settimane trascorse nel distretto kenyota del Meru ci hanno fatto aprire gli occhi e vedere situazioni inaccettabili, troppo per poter essere archiviate nel cassetto della memoria”. L’esperienza è stata vissuta da alcuni componenti del Gruppo Giovani della Cassa Rurale d’Anaunia. A favorire questo viaggio padre Francis e la onlus Melamango impegnate nelle adozioni a distanza. L’occasione si è rivelata utilissima per osservare con i propri occhi cosa significa vivere la quotidianità in queste zone. “Padre Francis – spiegano i giovani – ci ha portato a conoscere una famiglia. Siamo arrivati in una radura vicino a un bananeto con tre capanne fatte di fango e rami. La famiglia, cinque generazioni, vive della produzione del beverone, il risultato dell’unione di acqua, farina, bucce di patata e fermenti chimici. Molti ragazzi e uomini delle comunità vicine passano le giornate bevendolo: così il cervello si brucia”. Ma l’Africa non è soltanto questo. “è anche gente che vuole vivere e non vegetare – aggiungono. Bambini che vogliono imparare e che, ancora piccoli, hanno già capito gli errori di molti adulti. Vediamo scuole ovunque, governative e private. Le condizioni sono piuttosto precarie: manca acqua, elettricità, il pavimento delle aule è la nuda terra, non ci sono né porte né finestre, spesso è necessaria una retta anche nelle scuole dell’obbligo pubbliche per riuscire a pagare gli insegnanti (la corruzione è dilagante). Tuttavia i bambini sono volenterosi di studiare. Per costruirsi un futuro. è in loro che dobbiamo riporre le nostre speranze di cambiamento”. I componenti del Gruppo Giovani Soci della Cassa Rurale d’Anaunia che sono andati due settimane in Kenya e alcune foto da loro scattate. Giudicarie: porte aperte Amministratori, Gol (Gruppi Operativi Locali) e collaboratori della Cassa Rurale Giudicarie-Valsabbia-Paganella hanno incontrato i soci per far conoscere e promuovere le iniziative sociali e di mutualità innovativa programmate nel 2014 ma anche per spiegare gli aspetti relativi al rapporto sociale che lega la banca di credito cooperativo ai propri soci. In particolare per il cosiddetto “requisito partecipativo e bancario”. L’iniziativa è stata occasione utile anche per le numerose associazioni per conoscere le diverse azioni di supporto che la Rurale ha messo in campo a sostegno del territorio. A Fiemme: open your mind Titolo della giornata dedicata ai giovani interessati a esperienze scolastiche o lavorative all’estero. La Cassa Rurale di Fiemme, in collaborazione con Eurocultura di Vicenza, ha organizzato un doppio appuntamento rivolto a chi è interessato a fare esperienze scolastiche o lavorative oltreconfine. Obiettivo: renderli consapevoli delle molteplici opportunità di formazione e di lavoro offerte dal mercato europeo. A Mezzocorona incontro con le associazioni La Cassa Rurale di Mezzocorona ha incontrato le realtà associative del territorio, per uno scambio di vedute e sensazioni. “Siete il cuore pulsante della comunità – hanno spiegato i vertici –. Per questo noi continueremo a garantire sostegno al sistema delle associazioni e del volontariato locale per aumentare, soprattutto in tempo di crisi, il legame con il territorio”. 17 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 NEWSCOOP Cassa Rurale Tuenno Val di Non 4.038 soci 73 dipendenti 13 sportelli A Tuenno la tecnologia è di casa Prima edizione dell’Innovation Technology Day. Una serata organizzata dalla Cassa Rurale TuennoVal di Non e aperta al pubblico per approfondire i nuovi servizi e gli strumenti di ultima generazione offerti ad aziende e famiglie. Presentate le novità dello strumento di Virtual Banking “Inbank”, utilizzato da quasi il 40% della clientela. Svelate le caratteristiche della nuova App di Inbank: consente di utilizzare questo strumento sugli Smartphone, potendo tenere sempre sotto controllo il proprio conto corrente e le proprie carte di pagamento. Si è parlato anche di Pos. L’ultimo nato è lo SmartPos: di piccole dimensioni e leggero, senza fili. Comunicando con lo Smartphone del titolare e la carta di pagamento del cliente, consente in pochi istanti la conclusione sicura della transazione. Infine due interessanti novità. La prima: la nuova carta di pagamento “ContactLess”. Permette negli esercizi commerciali abilitati, di effettuare un pagamento, fino a 25 euro, senza dover digitare il codice Pin. La seconda. il servizio MyBank per pagamenti sicuri in internet. La Cassa Rurale va in fiera I due giorni di Expo Lavis e della Fiera della Lazzera hanno contato una presenza in più. Non si è trattato di una novità perché, la Cassa Rurale Lavis-Valle di Cembra, è da sempre una presenza importante a sostegno di entrambi gli appuntamenti. Quest’anno l’istituto di credito cooperativo ha voluto irrobustire la sua presenza con uno stand. Qui alcune collaboratrici e collaboratori dell’istituto però sono stati riferimenti preziosi per i tanti visitatori che volevano saperne un po’ di più sui prodotti proposti. Ma soprattutto per scambiare qualche parola in un luogo diverso e informale rispetto alla filiale. NO M IN E Maino Chiara Maino è la nuova presidente della Cooperativa Consumatori Alto Garda. L’elezione è avvenuta a seguito delle dimissioni di Michela Calzà. La nuova presidente, nata nel 1977, laureata in sociologia, è di professione responsabile della qualità della cooperativa Arcobaleno di Riva del Garda. In ambito cooperativo è anche amministratrice della Rurale Alto Garda e della Federazione. Facchinelli Coller Walter Facchinelli è il nuovo presidente della Famiglia Cooperativa di Vigo Rendena. Succede ad Alfonso Loranzi che ha affidato nelle mani di altri il testimone della cooperativa di consumo dopo ventiquattro anni trascorsi al vertice e quarantadue nel cda. Un lungo periodo di tempo caratterizzato da impegno e tante soddisfazioni. I soci della Famiglia Cooperativa di Roverè della Luna hanno eletto il loro nuovo presidente: è Matteo Coller. Ha raccolto il testimone di Ezio Ferrari, presidente da 25 anni e consigliere da oltre 50. Nel suo breve saluto, Ferrari, ha ringraziato tutti per la fiducia e per il sostegno: “Continuerò a essere vicino a questa istituzione che amo". 18 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 NEWSCOOP Clm Bell nel 2013 270 iscritti ai soggiorni in Trentino 110 iscritti ai soggiorni all’estero Clm Bell, c’è anche la Spagna Inquadrando questo codice con il cellulare o lo smart phone potrai ‘vedere’ come si svolge il soggiorno di studio in inglese a Candriai o di tedesco a Montagne. Con Sintini, formazione vincente Si arricchisce di nuove opportunità il programma per l’estate 2014 proposto dal Clm Bell, la scuola per l’insegnamento delle lingue della Fondazione Cassa Rurale di Trento. Oltre a Dublino (per l’inglese) e Bad Schussenried (per il tedesco), infatti, i ragazzi dai 13 ai 19 anni potranno scegliere di trascorrere due settimane in Spagna, a Salamanca, per perfezionare lo spagnolo. Prima della partenza sono previste lezioni ‘lingua&cultura’ e poi per tutta la durata del soggiorno è assicurata la presenza di accompagnatori qualificati. Oltre alle lezioni, come sempre, saranno organizzate escursioni, gite, programmi socio-culturali, attività sportive e molto altro ancora. Per chi sceglie Dublino, da quest’anno sarà disponibile la formula ‘Young adults’, che consente di soggiornare presso famiglie anziché nel college, per avere maggiori occasioni di libertà. Per chi vuole restare in Trentino e allo stesso tempo fare un esperienza analoga di approfondimento di una lingua straniera, Clm Bell propone due programmi a contatto con la natura: English Summer Camp, a Candriai, sul Monte Bondone, per ragazzi dai 9 ai 15 anni, e Deutches Sommer Camp, a Montagne nel Parco Adamello Brenta, per giovani da 9 a 13 anni. Ma quest’anno c’è un’altra novità nell’offerta estiva del Clm Bell: Happy Summer Days, rivolta ai bambini da 6 a 8 anni, che si svolgerà a Trento dal 30 giugno all’8 agosto. Al mattino è prevista attività in lingua inglese alla sede del Clm Bell, piacevole e utile per imparare la lingua, e al pomeriggio tanto gioco e divertimento in collaborazione con l’Arcobaleno Basket. Oltre al contributo che la Fondazione riserva ad ogni partecipante, va detto che numerose Casse Rurali mettono a disposizione sconti significativi (fino a 900 euro) per i figli dei soci che si iscrivono al servizio, che comunque è accreditato anche per i buoni servizio. Per info: 0461/981733 [email protected] e www.clm-bell.com. Nello sport ha vinto molto. Nella vita si è aggiudicato la partita più importante: la salute. Lui è Giacomo “Jack” Sintini, uno dei giocatori simbolo della Trentino Volley. Per un pomeriggio ha indossato i panni di formatore. Si è trovato di fronte una squadra motivata formata da dirigenti e collaboratori della Cassa Rurale di Mezzolombardo e San Michele all’Adige. “è stato semplicemente fantastico – spiega il direttore Paolo Segnana – Non si è trattato della lezione caratterizzata dal cliché tradizionale. Abbiamo passato due ore di un'intensità unica”. Jack, uomo di squadra, abituato a vincere e a perdere, ma sempre all'interno di un team, ha raccontato “ciò che la vita gli ha insegnato, riassunto in tre concetti, frutto della sua esperienza di confronto con la malattia – aggiunge Segnana –. Il primo: abbiamo dentro di noi le energie per superare anche le più grandi difficoltà. Il secondo: ogni esperienza negativa ha in sé dei risvolti positivi. Il terzo: quando lotti per qualcuno che ami hai sempre più energie di quando lotti per te stesso”. 19 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 NEWSCOOP ITAS Mutua: 7,7 milioni di gestione ordinaria Vita: 5 milioni di utile netto Assicurazioni: 5 milioni di premi raccolti Mille nuovi posti di lavoro con Itas La nuova sede di Itas nel quertiere ‘Le Albere’ è disegnata da Renzo Piano. Continua a creare nuove occasioni di lavoro il Gruppo Itas Assicurazioni, che ha da poco approvato un lusinghiero bilancio di fine anno della capogruppo Mutua nella nuova sede al quartiere delle Albere a Trento. In piena crisi economica generale, dal 2009 ha aperto oltre 110 nuovi uffici agenziali, dando opportunità occupazionali a circa mille persone. La rete degli agenti e collaboratori supera ora i 2.100 professionisti a cui si aggiungono i 427 dipendenti che lavorano per il Gruppo. Una forza professionale per la quale Itas ha investito, nel corso del 2013, in oltre 26.180 ore di formazione per la rete intermediari e 12.100 ore per i dipendenti (28 ore a persona). Nel presentare il bilancio 2013 sono emersi soddisfazione e ottimismo per i risultati positivi raggiunti da tutte le compagnie del Gruppo. “Si è chiuso un anno positivo sotto molti punti di vista – spiega il presidente Giovanni Di Benedetto –. Itas dimostra di saper esprimere valore anche in un momento delicato del contesto socio-politico, raggiungendo risultati d’eccellenza”. E a beneficiarne sono anche le casse pubbliche trentine, considerando che è aumentata la pressione fiscale nei confronti delle compagnie assicuratrici in Italia. Ciò ha significato, in termini percentuali, un aggravio del 70% sull’utile (lo scorso anno ammontava a circa il 50%). Una bella cifra se si considera che la Mutua capogruppo registra un utile di quasi 8 milioni di euro. Internet a Tione Economia civile a Borgo In molti hanno partecipato alla serata dedicata a “Internet. I dati che formano l’identità digitale per i migranti e i nativi digitali”. Relatore: Mauro Berti, responsabile dell’Ufficio Indagini Pedofilia del Dipartimento della Polizia delle Comunicazioni di Trento. Primo di quattro incontri proposti dalla Cassa Rurale Adamello-Brenta. Con linguaggio chiaro, affidandosi anche a brevi filmati che hanno reso semplici concetti non proprio facilissimi, Berti, ha polarizzato l’attenzione del pubblico. La rete delle reti sta caratterizzando sempre di più la quotidianità: dei giovanissimi e degli adulti, del mondo della scuola e del lavoro fino ai rapporti sociali. Basti pensare che, più di un terzo della popolazione mondiale, è connesso a Internet. In Italia il dato è ancora maggiore e arriva a sfiorare il 60%. “La sfida dell’Economia Civile. Per un cambio di paradigma nel pensiero economico”. Titolo e argomento di una delle tre serate di di “Pensiero in evoluzione - tra scienza e filosofia” organizzate da Cassa Rurale Olle-Samone-Scurelle, Istituto di Istruzione Alcide Degasperi, Biblioteca Comunale di Borgo Valsugana. Occasioni per riflettere insieme a studiosi qualificati su temi della contemporaneità, a partire da diversi e stimolanti punti di vista. A parlare di economia civile è stata la professoressa Vera Negri Zamagni. “è affrontato il tema della crisi economica che stiamo vivendo negli ultimi anni – spiegano gli organizzatori – con uno sguardo al passato ma soprattutto al futuro, cercando di cogliere le prospettive di domani”. IN Addio a Brentari Il Trofeo Melinda piange il suo papà. Dopo una lunga malattia, a 68 anni di età, Marco Brentari ha raggiunto il traguardo finale della sua vita terrena lasciando un vuoto nel mondo del ciclismo. 20 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 M EM OR IA NEWSCOOP 120 ragazzi hanno partecipato al concorso "Cambia il tuo mondo ora o mai più" Cambia l’immagine delle Casse Rurali Mette la relazione di fiducia al centro dell’attenzione la nuova campagna istituzionale delle Casse Rurali Trentine, valorizzando il claim ‘Ti seguiamo e al tempo stesso ti facciamo strada”. “Il nostro obiettivo – spiega Giuseppe Armani, responsabile dell’Ufficio marketing di Cassa Centrale Banca – è comunicare con ancora più forza il senso di appartenenza e vicinanza delle Casse alla loro comunità. è qui che la comunicazione può giocare un ruolo importante nel ricordare, con discrezione ma anche determinazione, che il significato, ma anche il risultato, di un rapporto con una banca è caratterizzato da aspetti economici, certo, ma è soprattutto fondato sulla reciproca fiducia e sull’impegno di operare per mantenere il benessere nel territorio di riferimento”. La campagna è partita a metà aprile con i soci, anche in considerazione della vicinanza con il periodo assembleare nelle Rurali. Seguiranno soggetti dedicati alla presenza delle Casse al fianco di imprese, famiglie, sport e cultura, con una creatività semplice ma allo stesso tempo reale e curata nei dettagli fotografici per un risultato di qualità. Al tema della ‘persona’ sarà dedicato anche un nuovo minisito, realizzato con tecniche innovative e finalizzato alla continua diversificazione dei linguaggi, complementare a www.crescereilfuturo.it, premiato da Aifin proprio per la capacità di attualizzare la comunicazione. Con questo ulteriore progetto si intende raffigurare in modo nuovo la centralità del valore della relazione con le persone, raccontando il significato della comunità: quel sistema di rapporti in cui le Casse Rurali hanno il ruolo di facilitare gli scambi (reciprocità), creando un legame ’affettivo’ ed incentivando la partecipazione. Telepass: canone gratuito per 6 mesi Si consolida la partnership tra le Casse Rurali e Autostrade per l'Italia, titolare delle iniziative Telepass: i nuovi clienti che attiveranno Telepass entro il 31 agosto avranno canone gratis per 6 mesi. Inoltre, abbinando la tessera Premium, potranno godere di agevolazioni esclusive per il tempo libero, lo shopping, la telefonia e il soccorso meccanico gratuito in autostrada. Vivi la Coppa del Mondo FIFA 2014 con VISA Le Casse Rurali sono state partner della Promozione FIFA 2014 che Visa ha dedicato a tutti i titolari di carte di credito. Per partecipare al concorso era sufficiente registrarsi sul sito www.visaitalia. com e inserire i dati delle ricevute di pagamento effettuate con le carte di credito durante la promozione per vincere viaggi in Brasile (per la Coppa del Mondo) e 20 tv. Video contest oom+: grande partecipazione Più di 120 ragazzi hanno partecipato al concorso “Cambia il TUO mondo ora o mai più” promosso dalle Casse Rurali per stimolare i giovani da 11 a 20 anni a presentare video in cui raccontano come si immaginano tra vent’anni. Ora la giuria sta lavorando per decretare le 4 opere vincitrici (premi da 250 a 1.000 euro in coupon) per due categorie: individuale e classe. I video in concorso sono pubblicati sul sito www.oraomaipiu.it, dove gli internauti possono anche votare l’opera preferita (500 euro di premio al più cliccato). Premiazione a fine maggio. 21 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 NEWSCOOP Famiglia Cooperativa Val di Fassa 1.973 soci 24,2 milioni di fatturato 263 mila euro di sconti ai soci In Val di Fassa il bilancio sorride Spirito di famiglia e senso di appartenenza caratterizzano la quotidianità della Famiglia Cooperativa Val di Fassa. Emerge dal bilancio presentato ai soci e approvato dall’assemblea. In tempi non facili, contraddistinti da una contrazione dei consumi, le vendite della cooperativa hanno segnato negli ultimi cinque anni un aumento del 2,6%: da 21,8 milioni sono passate a 24,2 dell’esercizio consegnato agli archivi. Segno che la cooperativa ha lavorato bene in quel rapporto continuo e costante con le comunità servite. Con i soci e clienti consapevoli che, acquistare in Famiglia, conviene perché “è un bene di tutti”. La struttura di vendita della Famiglia Cooperativa (presidente: Emilio Gross) è articolata: negozio di vicinato, supermercato, Discount, Ingrosso ed extralimentare. Un altro dato meritevole di considerazione: il costo del personale si è mantenuto su livelli quasi invariati. Anzi, nel confronto con le ultime due annate, si è assistito a un calo, contenuto ma significativo: dal 15,5% al 15,3%. L’utile ha superato i 375 mila euro ed ha irrobustito lo stato patrimoniale della cooperativa, superiore ai 9 milioni di euro. Una “Famiglia” attenta anche a modernizzare e manutenere le strutture: l’investimento è stato di poco La forza degli anni inferiore al mezzo milione di euro. I soci sono 1973. Hanno beneficiato di iniziative promozionali per un valore di 263 mila euro. “La nostra azienda ha realizzato un importante risultato che dimostra con chiarezza una buona concertazione e una proficua collaborazione tra le parti – ha spiegato il direttore Luca Giongo –. Sento il dovere di ringraziare i tanti che, ogni giorno, concorrono all’ottenimento di questo risultato”. Non solo numeri. L’assemblea ha consegnato il “Premio Fassa 2013”. è stato assegnato al Coro Val Fassa “mirabile esempio di cooperazione perché tante voci si uniscono dando vita a un’armonia unica. Proprio come la cooperazione”. Soddisfazione dei risultati è stata espressa anche da Giuseppe Fedrizzi, responsabile del settore consumo della Federazione. Numeri che confermano il trend di crescita di questi anni e l’attenzione sempre riservata al consumatore. Il punto vendita della Famiglia Cooperativa Val di Fassa e un’immagine dell’interno dell’Ingrosso. La Comunità di Sant’Egidio e la Federazione organizzano per venerdì 30 maggio la presentazione del libro ‘La forza degli anni. Lezioni di vecchiaia per giovani e famiglie’. Curato da Gino Battaglia, raccoglie contributi su aspetti diversi della condizione degli anziani oggi e dell'attività di Sant'Egidio a loro sostegno. Ne scaturisce una profonda riflessione che esprime una sapienza maturata in tanti anni di amicizia, di accoglienza, di condivisione, di accompagnamento nella malattia e nel momento della morte. Interverranno Diego Schelfi (Cooperazione Trentina), Lorenzo Dellai (deputato), Silvia Marangoni (Comunità Sant’Egidio) e Massimo Giordani (Upipa). Appuntamento alle 17 presso la sala della Cooperazione in via Segantini a Trento. 23 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 NEWSCOOP Il Trentino brinda (unito) al Vinitaly di Diego Nart Grandi novità dal mondo delle cantine sociali al Vinitaly: Cavit vince 13 premi di altissimo valore, tra cui il ‘Gran Vinitaly’, assegnato al produttore che ottiene il miglior risultato nei vini con medaglie. Dalle altre cantine nuove pregiate etichette (anche biologiche e vegane). Cavit Cavit ha ottenuto il massimo riconoscimento del concorso enologico internazionale. Un bottino ricco per il consorzio di Ravina: tredici allori tra medaglie d’oro, d’argento, gran menzioni e molto altro. Un premio da condividere assieme ai 4500 viticoltori soci impegnati nella quotidianità a coltivare ettari di vigneto destinati a produrre uve di qualità poi trasformate in vino pregiato. Il “Gran Vinitaly”, ricordiamo, viene assegnato al produttore che ottiene il risultato migliore con un paio di vini che hanno conquistato una medaglia in categorie differenti. è stato così per l’oro al “Gewurztraminer Terrazze della Luna 2013” e l’argento per “Arele Trento Doc Vino Santo 2000”. Il concorso ha assegnato 73 medaglie. Poco meno di tremila i vini in competizione. Mezzacorona Era presente in forze e con molte novità. In primis il lancio del gemello Rosè dell’Alpe Regis Trentodoc classico di Chardonnay. Come annata in etichetta ha il 2010 e rappresenta il suggello della gamma Rotari AlpeRegis che, invece, è un 2008. Dalla Sicilia, invece, il fiore all’occhiello: il nuovo vino siciliano Feudo Arancio Tinchitè, a base di Grillo, che significa abbondanza, ricchezza, per completare la già ricca collezione delle linee siciliane. Ovviamente in degustazione tutti gli altri “pilastri enologici” della qualità e dell’eccellenza della produzione del Gruppo, il Teroldego Rotaliano Nos 2007, la linea completa di varietà per la ristorazione “Castel Firmian” con le due Riserve Classiche di Teroldego Rotaliano e di Pinot Grigio (Trentino Doc), la gamma completa degli spumanti Rotari Trentodoc (e in particolare il Rotari Flavio 2006), il ricco ventaglio delle varietà siciliane del Feudo Arancio e i vini a marchio Tolloy (Alto Adige Doc). La Vis Anteprima per tre nuove referenze di vino biologico: “Nosiola Sette Fontane”, “Manzoni Bianco Pian di Castello”, “Teroldego Pergole Alte”. Inoltre linee di grappe. La prima: marchio ‘Cembra cantina di montagna’ affidata al distillatore Martino Paolazzi. A lui sono state consegnate le vinacce de Vigna delle Forche (Müller Thurgau, Tre Bicchieri 2014) e Valvalè (Schiava, selezione La Vigne) raccolte nella linea “Notte Brasca”. La seconda: marchio La Vis con “Sotto Banco” (con le vinacce dei principali vitigni autoctoni trentini) e “Bootleg” (dei vitigni internazionali di maggiore storia in Trentino). Aldeno Tre le novità per la Cantina di Aldeno. La prima: presentazione della linea “Bio vegan”. Quattro vini biologici (tutti Trentino Doc) con certificazione vegana: Chardonnay, Gewurztraminer, Pinot Nero e Cabernet. La seconda: l’esportazione nella zona di Sochi (nota per aver ospitato le recenti Olimpiadi invernali) di cinque tipi di vino: Altinum Trento Doc, Merlot, Muller Thurgau, Pinot Nero e Gewurztraminer. La terza: l’anteprima di “Altinum Trento Doc”, prodotto in circa duemila bottiglie. Affinamento quarantotto mesi. Isera Centinaia di volte, è stata ascoltata la frase di Mozartiana memoria: “versate il vino, l’eccellente Marzemino”. Presenza in fiera (anche) per lo spumante Trento Doc brut, extrabrut e Riserva. Novità: il Sauvignon Blanc. 24 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 NEWSCOOP Mori Colli Zugna Ha proposto il “Morus Trento Doc” e le note nuove (annata 2013) delle etichette dei vini fermi in particolare con la linea “Pendici del Baldo”. Rotaliana Ha presentato il suo Re: il Teroldego Rotaliano Clesuræ 2010. Insignito per tre volte consecutive dei 5 Grappoli Bibenda, è stato giudicato dalla guida dell’Associazione Sommelier, uno dei migliori dieci vini italiani tra gli oltre ventimila assaggiati di 1700 aziende vinicole del nostro Paese. Il Teroldego Rotaliano Clesuræ 2010 “è vino dell’anima, della mente e del cuore”. A Verona, Cantina Rotaliana, ha presentato la linea Redor: un brut fresco e vivace e “Redor Riserva 2007”. Quest’ultimo, ottenuto da uve Pinot nero e Chardonnay, si distingue per grande equilibrio e complessità. Roverè della Luna Si è arricchita con il vino “Lagrein Vigna Rigli” la collezione 40 Yugheri. Gran Menzione per “Gewurztraminer Vigna Winchel” e “Pinot Grigio L’Omeri”. Toblino Ha fatto il suo debutto a Vinitaly e sul mercato il “Moscato Bio”, primo nato della “Linea bio” coltivata su quaranta ettari di vigneto in totale conversione bio certificati dal 2015. Inoltre sono state stappate le prime bottiglie del “Trento Doc Antares Rosè”. Vivallis Ha raccolto ottimi segnali, tanta curiosità e attenzione dai visitatori. Viticoltori in Vallagarina si è presentata con lo spumante “Valentini di Vainfeld” (oro a Mundus Vini); l’argento con “Suseya”, bland di Marzemino e Lagrein. Inoltre: Gran Menzione con il “Lagrein Vigna Costa”. Sono stati le etichette più gettonate (e assaggiate) assieme al “Marzemino dei Ziresi”, corona ai Vini Buoni d’Italia, massimo riconoscimento per i vini autoctoni. Non solo vino Il Cangrande a Fronza C’era anche l’olio extravergine dell’Agraria di Riva del Garda a Verona. A “Sol” ha proposto e raccolto riconoscimenti: le tre foglie del Gambero Rosso (Uliva e con 46esimo parallelo monovarietale casaliva e biologico), il premio speciale (dieci in palio) per la migliore performance territoriale. Inoltre Sol d’argento per il biologico e per Uliva (fruttato medio). Ha brindato al premio “Cangrande”, Elvio Fronza. Un vero e proprio albo d’oro dei “Benemeriti della vitivinicoltura”. Riconoscimento destinato a valorizzare il merito dei grandi interpreti del mondo del vino italiano. Dei veri e propri “capitani”. Fronza, di professione avvocato, è presidente del Consorzio Vini del Trentino e delle Cantina Sociale di Trento le Meridiane. 25 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 NEWSCOOP Sant’Orsola 5 mila tonnellate di frutta 48 milioni di fatturato 130 mila euro di utile Sant'Orsola, c'è la ripresa La cooperativa Sant’Orsola si ristruttura e chiude in attivo il bilancio 2013, con un utile superiore a 130 mila euro. Il fatturato è pari a 48,1 milioni di euro, in leggero calo rispetto al 2012; i costi della produzione sono diminuiti, con risparmi superiori ai 5 milioni di euro. “Questa riduzione così importante – spiega il presidente, Silvio Bertoldi – è frutto di una attenta ed oculata politica di gestione dei costi, della rinegoziazione di contratti e servizi, di una riorganizzazione efficace dell’azienda. Il tutto senza gravare sui bilanci delle aziende socie”. Dal punto di vista patrimoniale la cooperativa è sana: i debiti totali sono calati di oltre 6 milioni. Migliorati anche i tempi medi di incasso (da 61 a 41 giorni). “I risultati trovano riscontro nei numeri – conferma il direttore Matteo Bortolini –. La produzione totale conferita dai soci ha superato le 5 mila tonnellate, tra fragole, piccoli frutti e ciliegie, per un valore liquidato di 19,3 milioni. Puntiamo a conquistare nuovi traguardi e stiamo svolgendo ricerche di mercato ed analisi sulla gestione interna, con l’obiettivo di riorganizzare i diversi reparti della cooperativa e trasformarla così in una realtà moderna.” A differenza di altri settori, i piccoli frutti risentono meno della crisi grazie alle ben note virtù salutistiche e alla praticità del consumo. Difficoltà si riscontrano però per le fragole, un prodotto facilmente reperibile sul mercato per l’intero anno, i cui player sono aumentati in maniera considerevole: alle produzioni estere si sommano nuove aree di coltivazione sparse lungo tutta Italia. La filiera della fragola si trova dunque in una situazione di reale sofferenza, in cui i prezzi liquidati ai produttori non sono sufficientemente remunerativi per stimolarli a migliorare la qualità. In 5 mila alla festa degli allevatori Complice la splendida giornata di sole, più di 5 mila persone hanno accettato l’invito della Federazione Allevatori per festeggiare l’arrivo della primavera. Con la sede di via delle Bettine trasformata per un fine settimana in una grande fattoria degli animali, con le razze di bovini allevati in Trentino e i cavalli Haflinger, ma anche gli asini e gli animali da cortile, caprette, pecore, conigli e galline. Per molti, occasione rara di vedere "dal vivo" gli animali. Per chi li alleva, anche la soddisfazione di portare in mostra i propri capi di eccellenza, con tanto di "concorso di bellezza" che ha premiato i migliori. Per la gara delle pecore Tingole (30 capi in concorso) ha vinto Marina Bonelli di Cavalese. 85 cavalli hanno partecipato ai concorsi per Haflinger (50 capi), vinto da Bruno Donati di Vigo Lomaso, e Norici (35) vinto da Fabio Dellagiacoma del Maso Lena di Predazzo. 80 anche le bovine in gara. Delle 50 vacche Pezzate Rosse la migliore è risultata quella dell'allevatore Franco Morandini di Predazzo, delle 30 vacche Rendena il vincitore è Fabio Maffei di Pinzolo. Il direttore degli Allevatori, Claudio Valorz, ha diffuso alcuni dati di partecipazione: 1800 pasti consumati sotto il tendone, a base di polenta e carne alla griglia, rigorosamente certificata e proveniente dagli allevamenti locali. Il negozio adiacente alla sede ha staccato 1300 scontrini, a dimostrare l'interesse dei consumatori trentini ai prodotti di qualità certificata e tracciata, come è il caso delle Carni del Trentino. 26 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 NEWSCOOP "Anche oggi le cooperative sociali rendono il lavoro accessibile e diffuso". Flaviano Zandonai, ricercatore Euricse Lavoro in Primiero: serve un'alleanza comunitaria Anche in Primiero aumentano disoccupazione e casi di fragilità sociale. Le cooperative sociali possono essere una risposta perché creano lavoro accessibile e diffuso, anche per i più deboli e svantaggiati. Per far funzionare queste imprese sociali, però, serve che a crederci sia l'intera comunità: dalle pubbliche amministrazioni alle imprese, dai singoli cittadini alle associazioni. È questo il dato emerso a Tonadico nel dibattito sul tema del lavoro in tempo di crisi organizzato dalla cooperativa sociale Promoproject Vanoi, Primiero Mis in collaborazione con il consorzio Consolida e la Comunità di Valle di Primiero. Oltre ad Agenzia del lavoro, le cooperative di inserimento lavorativo hanno al loro fianco Consolida: "In questi anni - ha spiegato il presidente Mariano Failoni - il consorzio si è impegnato a promuoverne lo sviluppo sia della dimensione di impresa sia di quella sociale, in particolare sostenendo la formazione specialistica degli operatori. Oggi una delle Da sinistra Flaviano Zandonai; Luciano Galetti, Silvia De Vogli; Andreina Stefani, Mariano Failoni, Michela Tomas. sfide è quella di creare intorno al tema del lavoro e del benessere delle persone più fragili, filiere di servizi che mettano insieme non solo le cooperative sociali, ma anche altre tipologie di imprese come le cooperative di produzione lavoro". La bolletta dal cuore eco-solidale La cooperativa sociale La Rete ha stipulato un accordo con Trenta spa per fornire energia proveniente da fonti rinnovabili certificata con uno sconto che va dal 9% al 12% (con bolletta via internet). Una parte di questo sconto sarà riservata al cliente (6% o 9%), e una parte più piccola ma importantissima viene destinata alla cooperativa per supportare importanti progettualità sociali (3%). Un corso per fare la tata (app) è arrivato alla seconda edizione il corso organizzato dalla coop sociale Progetto 92 con l'Agenzia per il lavoro Cooperjob per formare le aspiranti ‘tata app’, babysitter a domicilio. Al corso si sono iscritte 20 ragazze che hanno approfondito i diversi aspetti legati al babysitting: dalla sicurezza al pronto soccorso, dalle linee educative alle norme alimentari, fino ai laboratori per attività creativo-manuali, musica, lettura e giochi in casa e all’aperto. Rilancio case sfitte Da circa due anni l’Azienda per il Turismo Val di Non ha intrapreso un percorso di formazione rivolto ai propri soci proprietari di appartamenti affittati a scopo turistico, con l’obiettivo di rafforzare la consapevolezza del proprio ruolo all’interno dell’offerta turistica. Dal corso è partito un gruppo di 8 appartamentisti soci per commercializzare e testare nuovi portali internet disponibili sul mercato. Comunicare in modo autentico La cooperativa sociale Gsh ha organizzato il corso ‘Comunicazione autentica e gestione dello stress da lavoro’ rivolto a chi opera nelle relazioni educative, di aiuto e nell’ambito socio sanitario. Il corso permette di acquisire metodi ed esperienze di crescita nell’ambito dell’ascolto, della gestione di problemi e conflitti, e nella consapevolezza di sé. Al termine i partecipanti saranno in grado di attivare le risorse in un gruppo, gestire le situazioni conflittuali, prevenire e affrontare lo stress da lavoro. 27 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 NEWSCOOP Da qui al 2020 sono a disposizione oltre 100 miliardi di Fondi europei, per attività come l’assistenza sanitaria on line, la promozione della salute, i servizi all’infanzia, per gli anziani e i disabili. Luigi Fiorentino, capo gabinetto del Ministro degli Affari regionali Verso un disegno comunitario sulla salute In un momento politico e sociale così critico, è necessario riflettere sull’idea di salute, intesa come benessere globale del singolo e della comunità, partendo non tanto dalle risorse e dai servizi, quanto dalla ricchezza delle relazioni sociali, della vita collettiva e delle potenzialità che la comunità ha al suo interno. Per affrontare questo tema le cooperative sociali Sad, Antropos, Arcobaleno, Assistenza, Fai e il Sole hanno organizzato il convegno dal titolo ‘Investire nella comunità’. “Il settore pubblico – ha detto il capo gabinetto del Ministro degli Affari regionali Luigi Fiorentino, intervenuto al posto dell’annunciato sottosegretario alla Presidenza Graziano Delrio – non dispone più di tutte le risorse economiche necessarie a rispondere alla domanda di protezione sociale. Serve maggiore sinergia tra pubblico e privato, che garantisca equità ed efficienza”. Su questo non si parte da zero, e l’esperienza delle cooperative sociali lo sta a dimostrare. Ma il welfare non si può ridurre ad un elenco di servizi. “Oggi servono meno protocolli e linee guida e più valori e relazioni – ha affermato il sociologo Sergio Manghi – e la politica dovrebbe rispondere valorizzando un patrimonio di competenze e di esperienze del nostro welfare che è una sorta di miracolo vivente”. “Le istituzioni pubbliche e private – ha detto il direttore della Sad Diego Agostini – devono diventare promotrici di un progetto di salute in cui il proprio sapere diventa una risorsa messa a disposizione della comunità”. I tagli non risparmiano alcun settore, ma per i servizi sociali e per la salute saranno contenuti contenuta all’1%. Lo ha detto il presidente della Provincia di Trento Ugo Rossi: "Serve sicuramente chi pensa a tutti ma anche a chi pensa a ciascuno". E la cooperazione, secondo Rossi, assicura risposte personalizzate ai bisogni. Erio Ziglio, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha spiegato come negli ultimi decenni la salute della popolazione sia migliorata, ma sono aumentate anche le diseguaglianze. In Trentino tanti microprogetti costruiscono una solida protezione sociale. Per Giorgio Casagranda, presidente del Centro servizi volontariato, è necessario evitare la tendenza ad isolarsi e ad agire con spirito competitivo e bisogna superare la logica dell’assistenzialismo. “La cooperazione – ha detto Paolo Tonelli della Federazione Trentina della Cooperazione – è pronta a ragionare con tutti gli attori sociali e politici sul futuro del sistema del welfare”. Anche le istituzioni ecclesiali – ha detto don Lauro Tisi, vicario del vescovo di Trento – intendono dare il loro contributo per il nuovo welfare”. Da sinistra don Lauro Tisi (Curia), Giorgio Casagranda (Volontariato) e Paolo Tonelli (Cooperazione). Da sinistra Diego Agostini (Sad) e Luigi Fiorentino (Ministero Affari regionali) Una casa, 5 anziane e una badante Grande emozione per l’inaugurazione della casa anziani della Vela gestita dalla cooperativa sociale Sad. Si tratta del frutto di un progetto innovativo unico in Italia, che riunisce sotto lo stesso tetto (in una casa singola composta da 3 appartamenti, una grande terrazza e un giardino), 5 signore anziane, 4 studenti universitari e una badante (che si alterna con una seconda durante il riposo della prima). Obiettivo: fornire una soluzione di socialità e convivenza agli anziani che allunghi il tempo di indipendenza, allontanando la prospettiva della casa di riposo. Il tutto con costi accessibili (affitto, vitto, bollette e spese del servizio di assistenza vengono divise per 5) e con l’aiuto degli studenti universitari che abitano all’ultimo piano, che fanno compagnia, organizzano le feste di compleanno e aiutano nella cura dell’orto a titolo di volontariato. “Abbiamo cercato di riscostruire qui una piccola comunità che si aiuta – ha spiegato la presidente della Sad Daniela Bottura – e che non vuole stare sola. La solitudine degli anziani anticipa il loro invecchiamento e per questo la coabitazione offre opportunità di salute oltre che di cura”. 29 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 CULTURA COOPERATIVA Si vive di umanità, non solo di bilanci Il mio impegno a Mori, tra Cassa rurale, cantina e volontariato. di Flavio Chizzola La vita di Flavio Chizzola, che a 65 anni è andato in pensione da direttore della Cassa Rurale di Mori, ha fascino, quando la racconta, perché è tutta dentro una visione coerente e semplice, dentro un progetto fatto di impegno personale, relazioni familiari e comunità. Tutto si tiene, tutto si completa. Flavio Chizzola ha concentrato il suo lavoro e la sua vita a Mori, perché ama il suo paese, perché ritiene che “comunità” non sia un concetto astratto, sociologico, ma un organismo vivo, che cresce se crescono, uno per uno, gli uomini, le donne, i bambini che lo compongono. Ha avuto importanti incarichi a livello provinciale, nel consiglio della Federazione dei Consorzi Cooperativi, nel Consorzio vitivinicolo trentino, alla Cavit… dove ha portato la sua esperienza di territorio, ma ha poi rifiutato altre offerte di lavoro (alla Cassa di Risparmio, ad esempio) perché l’avrebbero allontanato da Mori. Il suo non è campanilismo nostalgico, è consapevolezza che Mori è un microcosmo, un laboratorio che può insegnare a vivere ben oltre i suoi confini e che la scommessa di un paese vivo e vivibile, val la pena giocarla per sé, ma anche per gli altri. Oggi, la grande circonvallazione in galleria che convoglia come un imbuto i turisti verso il Garda ha certo liberato il paese dal traffico, ma l’ha anche impoverito. Tutti bypassano e corrono via, chi si ferma più alla cooperativa? A un bar della piazza? Ma Mori resta ben più di un’appendice di Rovereto. è la porta verso il Garda, è l’ancoraggio della valle dell’Adige verso gli altipiani di Brentonico e il Baldo, è l’appoggio di quella valle “matrice” di colture e culture integre che è Gresta, è al centro di una zona viticola particolarmente vocata. è una borgata attiva con una popolazione che sa “fare da sé”, come confermano le sue strutture di assistenza, convenzionate, ma private di Villa Argìa, promossa con don Francesco Malacarne e Villa Mecca per i problemi psichici, luoghi protetti, di accoglienza e lavoro prima di un reinserimento sociale. A queste strutture Chizzola è sempre stato vicino, aiutando, amministrando, collaborando. A Mori sono poi numerose le iniziative sportive per i giovani. Cassa Rurale e Cantina sociale restano punti di riferimento. 30 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 CULTURA COOPERATIVA | racconti Se devo estrarre dalla mia vita un filo che ne lega i passaggi, è la consapevolezza che tutto ruota attorno al lavoro. Il lavoro aiuta a realizzarsi, serve alla comunità, ma è anche la medicina più efficace per le ansie e le insicurezze, per le depressioni di anziani e giovani. Lo vediamo a Villa Argìa, dove la vera terapia è il lavoro, ed oggi siamo un po’ in difficoltà, perché mancano le commesse, ma a soffrirne sono soprattutto gli ospiti. Per dare lavoro abbiamo comperato un ettaro di campagna, mettendo insieme la Cassa Rurale di Mori e quella della Vallagarina, più un altro ettaro che ci ha dato la parrocchia di Mori e abbiamo fatto un’azienda agricola. E abbiamo anche un laboratorio per il ferro. A 14 anni io lavoravo già, a venti sono diventato dirigente-allenatore della società sportiva “Santo Stefano”. Oggi l’idea che il 40% dei giovani sia senza lavoro mi sconvolge. Perché il lavoro dà dignità prima ancora che remunerazione. Non solo il lavoro, certo. L’altro cardine della mia vita è stata la famiglia. Il sabato pomeriggio ho sempre cercato di tenerlo libero, di passarlo a casa. Il mio hobby è il giardinaggio. Mi sono sposato nel 1976 con Giuseppina, ho due figli, Stefano e Francesca, che ha lasciato Mori e lavora a Venezia, alla Biennale. Hanno lavori interessanti, creativi, sono stato fortunato. Per parte mia nel 1972, dopo un’esperienza alla Bini e alle funivie della Polsa, sono stato assunto come impiegato alla Rurale e di lì, partendo dalla gavetta, per promozioni e concorsi interni, ho salito tutti i gradi fino alla nomina di direttore generale nel 1986. Non l’ho sentita come una “carriera”, ma come una grande occasione. La Cassa Rurale, infatti, mi ha consentito non solo di promuovere lo sviluppo economico e sociale del territorio e della comunità, ma anche di intensificare i rapporti umani, e di sostenere l’associazionismo. Rispetto alle altre banche è questo il valore “aggiunto” che ha una Cassa Rurale. E fra le attività economiche ho potuto seguire da vicino anche l’evoluzione del settore del vino, che è non solo economia, ma cultura del territorio. Nel 1990 ho incominciato a fare il caposindaco della cantina sociale, nel 2005 sono stato eletto presidente. Abbiamo fatto la fusione con Serravalle e Cogni Zugna, ma soprattutto abbiamo varato un progetto di cantina del tutto innovativo, una cantina ipogea, sotterranea, su due ettari e mezzo che consente a Mori di esser all’avanguardia nella produzione, nella qualità, ed anche come “vetrina” di richiamo. Sono stati sei mesi di scavo e venti mesi di costruzioni con un impegno di 26 milioni di euro. Abbiamo venduto la vecchia sede per 6 milioni e siamo patrimonializzati per 8 milioni con 3 milioni di autofinanziamento a tasso zero. A novembre scade il mio terzo mandato di presidente, ma la cantina può considerarsi un gioiello: vi sono 12 pompe geotermiche, l’impianto fotovoltaico, il depuratore sotterrano, le linee automatizzate… Ho sempre trovato sostengo a questi progetti in Provincia e alla Cooperazione. Ho fatto molto volontariato, e dal volontariato ho imparato. Mori è un grande laboratorio sociale con 10 mila abitanti, è il sesto Comune del Trentino, a volte lo si dimentica. Oggi in Vallagarina i tempi sono duri, il settore manifatturiero, che è trainante, gira a metà, l’edilizia è ferma, l’artigianato, di conseguenza, si trova senza lavoro, il commercio ha l’acqua alla gola. L’unico settore che “tira” è l’agricoltura, ma ha un’incidenza ridotta. Il turismo è poco, manca il reddito alle famiglie. Ma proprio per questo occorre mantenere forte la Cooperazione, non aver paura, supplire al mercato con la solidarietà. Non è il libro dei sogni. Con la cantina abbiamo dimostrato coraggio e lungimiranza imprenditoriale, la Cassa Rurale si irrobustirà unendosi probabilmente con Brentonico, diventando protagonista della ripresa, nella riqualificazione del manifatturiero, rilanciando l’artigianato nelle ristrutturazioni. Non si può assistere impunemente al fallimento di certe imprese, sane, rigorose, condotte da imprenditori che per anni hanno faticato. Sono colpi che feriscono non solo l’economia, ma demotivano, danno tristezza. Si vive di umanità non solo di strutture e bilanci. Ci sono situazioni umane che non possono essere lasciate a se stesse. La crisi della famiglia, ad esempio… quando una famiglia si rompe se ne sentono subito i contraccolpi anche in banca, è un impoverimento generale. La Cooperazione si fa carico di tutto questo, ma ha molti fronti aperti. Uno alla volta vanno chiusi. Con pazienza e fiducia nel futuro. 6’10’’ Scritto da Franco de Battaglia 31 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 CULTURA COOPERATIVA Ecco perché l’Europa dovrebbe favorire le (vere) cooperative La persona al centro di queste imprese, per far crescere lavoro, democrazia e bene comune di Emanuele Cusa Emanuele Cusa è professore di diritto commerciale presso l’Università di MilanoBicocca. Per leggere o scaricare i suoi testi in materia di cooperazione cerca sulla sua pagina personale sul sito internet della Bicocca all’indirizzo www.diseade.unimib. it, oppure fotografa con il telefono cellulare in qr-code qui sopra. Le forme giuridiche di esercizio dell’impresa sono tutte eguali nel realizzare i principi delle Costituzioni economiche dell’Unione europea e dei suoi Stati membri? È giusto che l’Unione europea tenga conto dell’esistente pluralità di modelli imprenditoriali nel regolare e promuovere l’economia europea? Quale libertà godono gli Stati membri, se vogliono favorire determinate forme imprenditoriali senza violare la disciplina comunitaria sugli aiuti di Stato? A queste tre domande cerco ora di rispondere. Più precisamente, essendo preminenti nel mercato intracomunitario gli imprenditori entificati (cioè esistenti in quanto giuridicamente creati), l’economia dell’Unione europea è influenzata dal loro regime organizzativo; quest’ultimo, infatti, incide sui rapporti interni ed esterni all’impresa. Dunque, una migliore regolamentazione dei diversi modelli organizzativi delle imprese può contribuire a rendere l’economia europea più a misura delle persone. Se vi fossero forme imprenditoriali maggiormente conformi con le Costituzioni economiche europee, l’Unione e i suoi Stati dovrebbero tutelare e promuovere la concorrenza intracomunitaria, favorendo la capacità competitiva delle predette forme. La concorrenza tra imprese, infatti, è un bene non assoluto, ma strumentale a che il maggior numero L’economia per le persone Gli Stati sono sollecitati ad intervenire in possibile di cittadini stia meglio. campo economico, concependo soluzioni giuridiche capaci di far tornare l’economia Non solo il lucro al servizio delle persone. Ciò significa che il A mio parere, meritano una specifica promozione pubblica diritto dovrebbe contribuire a organizzare i modelli imprenditoriali non esclusivamente lucrativi, tra «un’economia sociale di mercato fortemente cui spicca quello cooperativo, per cinque ragioni. Primo: se competitiva, che mira alla piena occupazione le economie comunitaria e italiana devono tendere alla piena e al progresso sociale» (Art.3 Trattato occupazione, è necessario preferire modelli d’impresa a più sull’Unione europea), ovvero un’economia alta intensità di lavoro; secondo: se la democrazia economica funzionale al «pieno sviluppo della persona rafforza e rende più stabile la democrazia politica, le forme umana» (Art.3 Costituzione Italiana). democratiche d’impresa devono essere favorite; terzo: se si Alcune di queste soluzioni giuridiche possono danneggia l’impresa adottando perlopiù scelte gestorie di essere trovate riflettendo sui diversi modelli breve periodo, occorre agevolare le imprese la cui struttura imprenditoriali, poiché le caratteristiche di proprietaria premi (o comunque non disincentivi) le scelte una data economia di mercato dipendono di lungo periodo; quarto: se cresce la diseguaglianza tra ricchi anche dagli operatori che in esso concorrono. e poveri, occorre premiare i modelli imprenditoriali capaci PER SAPERNE DI PIù Per una più stringente argomentazione giuridica si può leggere: Emanuele Cusa, Le forme di impresa privata diverse dalle società lucrative tra aiuti di Stato e Costituzioni economiche europee, Torino, Giappichelli, 2013. 32 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 CULTURA COOPERATIVA | la ricerca di migliorare la distribuzione della ricchezza nel momento in cui viene prodotta; quinto: se la cooperativa trasforma il consumatore in produttore, questo modello consente al consumatore di tutelare meglio (senza intermediari) i suoi interessi economici. Stato sociale, favorendo l’ingresso delle imprese private nel mercato dei servizi sociali. Non solo. Significa anche riconoscere l’esistenza di modelli imprenditoriali che, se utilizzati autenticamente, agevolano le persone a collaborare tra loro in modo più efficace. La vera cooperativa Imprese per realizzare fraternità La promozione pubblica dei modelli imprenditoriali non esclusivamente lucrativi va però condotta nel rispetto del diritto comunitario, poiché, altrimenti, le relative misure nazionali costituiscono illegittimi aiuti di Stato. La Corte di giustizia dell’Unione europea, definendo i confini della nozione comunitaria di aiuti di Stato, determina gli spazi di intervento degli Stati nelle loro economie. Nella giurisprudenza della Corte solo in un caso non è stata qualificata come aiuto di Stato una misura nazionale che favoriva determinate imprese unicamente sulla base della loro specifica forma giuridica; mi riferisco alla sentenza Paint Graphos del 2011, nella quale è stato statuito che le agevolazioni fiscali riconosciute alle cooperative italiane non costituiscono aiuto di Stato, qualora le beneficiarie di tale promozione siano vere cooperative; il che significa, per i giudici europei, che le cooperative siano governate dal principio della preminenza della persona. Dunque, la presenza di forme imprenditoriali private ben congegnate non solo ci facilita l’adempimento del dovere di solidarietà (Cost.) e del dovere di svolgere «un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società» (Cost.), ma contribuisce anche alla realizzazione del bene comune, il quale non è costruibile se il relativo compito è delegato eccessivamente allo Stato-istituzione. In conclusione, le cooperative, se vere, meritano di essere favorite nell’Unione europea in ragione del fatto che questa forma giuridica d’impresa è governata dal principio della preminenza della persona. Questo principio, infatti, si declina nelle seguenti quattro caratteristiche della vera cooperativa: (i) democratica, poiché nell’organizzazione della cooperativa si conta non per quello che si ha ma per quello che si è; (ii) mutualistica, poiché l’impresa della cooperativa si giustifica nella misura in cui essa risponda direttamente ai bisogni dei soci; (iii) non speculativa, poiché nella cooperativa il capitale è servente all’impresa e i suoi soci soddisfano i propri interessi necessariamente non speculativi; (iv) solidaristica, poiché la parte indisponibile del patrimonio della cooperativa deve essere destinata a finalità altruistiche, poiché la cooperativa deve essere aperta all’ingresso di nuovi soci e poiché il successo della cooperativa non può essere slegato dallo sviluppo sostenibile della comunità ove essa opera (atteso che uno stesso territorio accomuna chi è proprietario della cooperativa e chi è portatore del bisogno da soddisfare mediante l’impresa mutualistica). La centralità della persona Preminenza (non dell’individuo, ma) della persona, intesa nella sua connaturata dimensione relazionale-sociale, da cui discendono armoniosamente non solo diritti inviolabili ma anche doveri di solidarietà: così ci insegna da più di sessant’anni la nostra Costituzione. La centralità della persona diventa allora la colonna portante nel costruire sia il nostro Stato (nel senso che questo esiste in funzione della persona), sia le vere cooperative (nel senso che queste si giustificano in funzione della loro capacità di rispondere direttamente ai bisogni dei cooperatori mediante l’impresa mutualistica organizzata in modo democratico). Partendo dalla centralità della persona si può individuare anche il giusto rapporto tra lo Stato e le formazioni sociali (di cui le vere cooperative sono un’esemplificazione): il primo deve riconoscere e sostenere le seconde (se queste consentono lo svolgimento della persona nella sua intrinseca relazionalità), concorrendo così entrambi alla costruzione del bene comune. Ma, allora, il principio di sussidiarietà orizzontale non attiene unicamente al rapporto tra pubblica amministrazione e cittadini, ma innerva il rapporto tra Stato-istituzione e Statocomunità, ogniqualvolta bisogni organizzare le attività (anche quelle imprenditoriali) d’interesse per la Repubblica. Pertanto, implementare la sussidiarietà orizzontale, disciplinando come le diverse forme d’impresa possano contribuire all’economia nazionale significa porre mano alla necessaria riforma dello 6’40’’ [email protected] 33 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 CULTURA COOPERATIVA Piccole cooperative crescono sulle Con le risorse messe a disposizione dal Trentino dell’associazione Redes, è stata costituita a Huancayo la Banca cooperativa Etica, che conta più di 600 soci e ha 5 sportelli, ed è stato avviato con l’aiuto di Risto3 il ristorante self service Andes Alpes, che propone una cucina salutare valorizzando le produzioni dei piccoli agricoltori e allevatori di montagna. di Corrado Corradini Dal deserto di Lima, capitale immensa ed inquinata dove non piove mai, si arriva in 50 minuti di volo a Huancayo, capoluogo della regione di Junin, nelle Ande centrali. La vegetazione è qui rigogliosa e la vita più ordinata. Siamo a 3200 metri di quota, ma il clima è gradevole tutto l’anno, merito della vicinanza all’Equatore. A Huancayo, nel 1990, per iniziativa di un gruppo di giovani, spinti da un forte idealismo e da un profondo spirito religioso, è nata l’associazione Redes. Laicos unidos contra la pobreza (Laici uniti contro la povertà) si sono definiti nello statuto dell’associazione, dove è precisata quella che è la loro missione: “Vogliamo contribuire alla costruzione di una società giusta, democratica e fraterna”. Non c’è dubbio, osservando sul campo la realtà della zona, che il lavoro di Redes ha prodotto risultati positivi e permanenti. Per tantissime persone, che hanno migliorato la loro condizione di vita, l’incontro con l’associazione ha fatto la differenza. Il cambiamento non si misura solo in termini economici. Gli operatori di Redes aiutano la gente a crescere nella coscienza dei propri diritti e della propria importanza, comunicano speranza. Gli adulti, ma anche i bambini, a cui è rivolta un’area specifica dell’attività dell’associazione, sono incoraggiati a costruire in prima persona il proprio futuro e una vita dignitosa. Il progetto di Redes vuole testimoniare che un nuovo modello di economia fondato sulla solidarietà e la cooperazione è possibile. il Pil del Perù è aumentato del 5%. Le cooperative di risparmio e credito, cresciute come numero e base sociale, sono 166, sono presenti in 24 regioni e contano 1 milione 200 mila soci. La crescita del Pil non può però oscurare il fatto che le disuguaglianze sociali rimangono marcate: una fetta importante di popolazione, soprattutto bambini e donne delle zone rurali, è colpita dalla povertà e dall’esclusione sociale. è principalmente a sostegno di queste persone e delle loro modeste economie familiari che opera la cooperativa di risparmio e credito Etica avviata da Redes. La Banca cooperativa conta più di 600 soci ed ha 5 sportelli. Il capitale iniziale è stato messo a disposizione nel 2002 da Il Canale, che ha concesso un prestito. Il personale è formato esclusivamente da donne. La directora è Iris Vilchez Paucar, che ha rinunciato ad una promettente carriera di avvocata per abbracciare la causa dei più deboli. La banca cooperativa concede prestiti a tassi molto vantaggiosi ai soci, che possono avviare piccole attività di impresa o soddisfare i propri bisogni. La raccolta del risparmio permette al momento di far fronte solo alla metà della domanda di prestiti. Le sofferenze sono a livello zero: tutti rimborsano fino all’ultimo sol (la moneta del Perù) il credito ricevuto. Ai depositi concorrono, oltre ai soci, i bancos cooperativos solidarios (bcs), che nascono nei quartieri con lo scopo di promuovere il risparmio tra la gente. Affiliati ad Etica ci sono 128 bancos che associano 2.300 adulti e 106 bancos di bambini e adolescenti, con più di 1.000 iscritti. È sorprendente vedere l’entusiasmo e la serietà con cui i ragazzi gestiscono i loro banquitos. Eleggono le cariche, votano il bilancio, registrano i versamenti degli associati, preparano il giornalino da esporre in bacheca. I risparmi sono depositati a Banca Etica e fruttano un interesse. Nelle assemblee periodiche dei bancos, tanto dei grandi come dei bambini, si insiste sull’importanza del risparmio, che cambia la vita, ma i discorsi spaziano su altri argomenti: i diritti delle La Banca cooperativa sul modello trentino L’associazione può contare sull’appoggio della Cooperazione Trentina, in particolare della cooperativa di aiuto allo sviluppo Il Canale di Trento, e della Provincia Autonoma. Una delegazione della Cooperazione Trentina ha visitato a fine marzo Huancayo. Anche sulle Ande si avvertono i segni della crescita economica che interessa il Paese. Nel 2013 34 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 CULTURA COOPERATIVA | finestra sul mondo e Ande con l’aiuto del Trentino per cento dei prodotti - riferisce la directora Elizabeth Barreto Poma - proviene dai piccoli agricoltori e allevatori di montagna della regione di Junin. Il ristorante, che apre al momento solo per il pranzo, occupa 5 persone e somministra una media di 60 pasti al giorno. Il fatturato è integrato dai servizi di catering forniti alle associazioni che affittano per le loro assemblee, per feste, per corsi l’auditorium costruito sopra il ristorante. Da marzo 2014 è partito un progetto pilota per la gestione di mense scolastiche. Il servizio è stato attivato nella scuola “Cristo Salvador” di Huancayo. In un’ottica di educazione alimentare dei ragazzi e delle loro famiglie, il cibo è sano e non mancano mai verdura e frutta, mentre la chatarra è bandita. Il piano strategico 2014-2017 di Andes Alpes prevede lo sviluppo della fornitura di pasti alle aziende. “Redes è diventata per la regione di Junin una realtà importantissima e rappresenta un modello di riferimento che viene copiato in tutto il Perù”, dice Giovanni Peterlongo presidente della cooperativa Il Canale, che ha guidato la delegazione trentina nella recente visita a Huancayo. donne e dei minori, l’alcolismo e la droga, l’alimentazione, gli abusi sessuali, le gravidanze delle adolescenti,… Il banco cooperativo, la Banca Etica diventano luoghi di formazione alla responsabilità e alla cittadinanza attiva. Gli utili prodotti da Banca Etica sono girati a Redes, che li usa per la propria attività di aiuto allo sviluppo nelle zone rurali e di assistenza ai bambini abusati o a rischio. Si chiama Manitas Unidas il programma studiato da Redes per offrire supporto psicologico, sanitario e legale ai minori vittime di abusi. Anche le famiglie ricevono sostegno. Andes Alpes, il ristorante self a km zero Un'altra fonte di entrate per il bilancio di Redes è rappresentata dal ristorante Andes Alpes, situato vicino alla cattedrale di Huancayo, avviato poco più di un anno fa con il contributo determinante della cooperativa Risto3 di Trento. Andes Alpes propone una cucina salutare e a chilometro zero, contrastando la moda della chatarra, il cibo “spazzatura” che si è affermato anche in Perù nei gusti dei giovani. Dal menù del ristorante sono esclusi anche gli alcolici, a cui sono preferite le bevande di chicha morada (si ricava dal mais negro) e di maracuja. L’80 5’50’’ Un concerto per raccogliere fondi Il 18 maggio, alle 20.30, il Coro Vox Cordis di Fornace si esibirà in un concerto dedicato a Verdi, dal titolo ‘Viva Verdi’. Un’occasione preziosa per sentire i pezzi forti del più celebre compositore italiano di tutti i tempi, dall’”Ouverture dal Nabucco" nella versione per pianoforte a 4 mani, a pezzi corali come "Va pensiero", "O Signore dal tetto natio", "La vergine degli Angeli". Fino alle esibizioni solistiche del baritono Walter Franceschini, del soprano Silvia Pavan e del mezzosoprano Grabiella Allegrini. Al pianoforte si alterneranno Roberto Corradi, per la parte solistica, e Dante Fedele per i brani corali. Il concerto sarà ad offerta libera e il ricavato sarà devoluto in beneficienza per le attività di Redes in Perù (leggi articolo in queste pagine). 1 2 3 4 35 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 1. L’incontro della delegazione trentina con i volontari di Redes. 2. L’esperienza delle banquitos. 3. L’interno del ristorante Andes Alpes. 4. L’entrata della Banca cooperativa Etica. LA FEDERAZIONE TRENTINA DELLA COOPERAZIONE in collaborazione con il CORO”VOX CORDIS” DI FORNACE organizza Il concerto “RassegnaWdi braniVerdi ” corali e arie d’opera Verdiane A FAVORE DEI BAMBINI DEL PERÙ Domenica 18 MAGGIO 2014 ad ore 21.00 presso la Sala della Cooperazione in Via Segantini, n. °10 - Trento Presenta la serata pro.ssa CHIARA TURRINI Con la partecipazione dei cantanti lirici Walter Franceschini Silvia Pavan Paola Fumana Francesca Martinelli Al pianoforte Dante Fedele e Roberto Corradi Direttore M° MAURO CRISTELLI Ad ore 20.00 Esposizione di alcuni preziosi costumi d’opera verdiana appartenenti alla collezione privata di Amedeo Fumana. PRENOTAZIONE POSTI ENTRO VENERDÌ 16 MAGGIO 2014 AL NUMERO 0461 898111. CULTURA COOPERATIVA | scuola Impariamo a lavorare 11 studenti del liceo Filzi di Rovereto hanno fatto il loro tirocinio alla cooperativa sociale Villa Maria, che si occupa di disabili. “Un’esperienza molto coinvolgente”. “Ho cambiato il mio modo di vedere i disabili, ho dovuto ricredermi su luoghi comuni e pregiudizi che ci portiamo dietro quando non li conosciamo bene. Sono persone davvero attive, rispondono a ciò che si propone loro, si mettono in gioco al 100%. E in futuro non escludo che desidererò lavorare qui: mi sono trovata bene, è stata un’esperienza che mi ha arricchita molto!”. Rokaia En Naimi è una dei circa quindici studenti del liceo economico-sociale “Filzi” di Rovereto, che hanno partecipato al tirocinio alla cooperativa Villa Maria. Una settimana e mezzo in una realtà che si occupa di persone con disabilità psicofisiche, in una struttura che conta circa 135 utenti divisi tra i due centri residenziali di Calliano e Lenzima, le 9 comunità alloggio sparse sul territorio e i tre centri diurni. Una vera e propria esperienza di alternanza scuolalavoro: “Gli studenti mettono a fuoco con concretezza quanto hanno studiato in classe – spiega il docente di scienze umane Michele Tosin, tutor dell’esperienza al Filzi – con dei diari di bordo verificano e rapportano teoria e pratica. Una vera e propria prova di competenza, che fa sintesi tra i contenuti appresi e la loro applicazione sul lavoro”. Anche dal punto di vista della cooperativa l'arrivo dei ragazzi in visita è decisamente utile: “Accogliere dei giovani ci costringe a guardarci «da fuori», a riflettere sul nostro Il professor Michele Tosin con alcuni degli studenti coinvolti nel tirocinio presso la cooperativa sociale Villa Maria. lavoro – racconta il direttore di Villa Maria, Luca De Gasperi –. Crediamo nel valore della struttura aperta, siamo disponibili a ospitare sia classi di bambini per spiegare di che cosa ci occupiamo, sia studenti delle superiori e dell’università per tirocini come questo”. Questa classe, la quarta del liceo Filzi, ha alle spalle anche altre esperienze legate al mondo cooperativo: dallo stage in Cassa Rurale di Rovereto alla costituzione di una cooperativa scolastica. Tutte attività che hanno aiutato i ragazzi a chiarirsi le idee sul loro futuro. “Non so se farò l’operatore, ma so che il tirocinio a Villa Maria è stato molto educativo per me. Naturalmente, mi sono sentita più coinvolta emotivamente rispetto al lavoro in banca” racconta Eni Ereqi. “Invece per come sono io, i due tirocini sono stati utili per capire che lavorare in Cassa Rurale mi è molto più confacente. Ne terrò conto nella scelta dell’università” spiega Federica Denaro. “Non escludo che, quando cercherò un lavoro, busserò alla porta di questa cooperativa” rivela Alessandro Grossa. Il liceo Filzi traccia un bilancio del percorso innovativo di formazione cooperativa avviato da 4 anni per il liceo economico-sociale: “Le iscrizioni sono aumentate. I ragazzi che faranno la maturità il prossimo anno – dice con orgoglio il prof Tosin – saranno i primi a diplomarsi attestando anche le loro competenze cooperative. Non li aiutiamo solo a orientarsi, con benefici per la scelta del lavoro e dell’università, ma diamo anche loro una mano a prendere contatto con le realtà del territorio”. E dopo tutte queste attività, seguite da Marina Pancheri dell’Ufficio educazione cooperativa della Federazione, gli studenti confessano il loro sogno: “Magari potremmo fondare una cooperativa. Ci faremo venire qualche bella idea, faremo un progetto insieme e poi, democraticamente, prenderemo in squadra le nostre decisioni” (e.d.). 2’58’’ 37 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 CULTURA COOPERATIVA Famiglia, snodo per l’integrazione Il Centro internazionale studi famiglia ha esaminato la percezione dell’immigrazione in Italia e ha ragionato su come migliorare l’accoglienza: “Serve progettare un futuro con loro, non solo per loro”. di Umberto Folena Si potrebbe cominciare con una proposta, una delle tante, e come le altre semplice e difficile allo stesso tempo. Quando nel paese o nel quartiere arriva una famiglia nuova, straniera, si potrebbe individuare una famiglia tutor, volontaria, che si proponga come punto di riferimento per aiutare i nuovi arrivati a inserirsi, ad accedere ai servizi e a fare le prime conoscenze sul luogo. Semplice: non occorrono risorse particolari, non serve reperire denaro, basta una famiglia disponibile; alcune esperienze di questo genere sono già state avviate. Difficile: magari non è complicato trovare la famiglia tutor, ma meno semplice sarà per lei azzeccare le mosse giuste, il giusto approccio, senza essere scostante ed elusiva, né invadente. Si tratta di due mondi che entrano in contatto e a quel punto possono scontrarsi o ignorarsi. Oppure incontrarsi, collaborare, crescere insieme. Il rapporto del Cisf di quest’anno propende, ovviamente, per l’ultima ipotesi. Ma poiché i suoi ricercatori non sono né sognatori né ingenui, partono dalla fotografia della realtà, che non è incoraggiante. Basta leggere le tabelle. Oppure la risposta data a questa domanda: «Nel censimento del 2011 l’Istat ha detto che in Italia siamo 60 milioni di abitanti. Secondo lei, tra questi, quanti milioni di stranieri ci sono?». La domanda è cruciale perché fotografa la percezione che noi italiani abbiamo dell’immigrazione. Voi che leggete queste righe, quale risposta dareste? Il numero medio indicato dagli intervistati è di oltre 9 milioni di immigrati (9.310.000). Ebbene, sono il doppio della presenza reale, anche tenendo conto degli immigrati irregolari. Secondo il rapporto 2013 dell’Ismu (l’Istituto per lo studio della multietnicità, nato nel 1991 per iniziativa della Fondazione opere sociali della Cariplo) la popolazione straniera in Italia è infatti di poco meno di 5 milioni di individui, cifra che si ottiene assommando ai 4,4 milioni di residenti un ulteriore mezzo milione di regolari non iscritti (o non ancora iscritti) e di irregolari. La percezione è errata, e molto, per eccesso. Sembrano di più; sembrano più minacciosi di quanto non siano, e quindi tendiamo a diffidare di loro assai più di quanto sarebbe lecito. Ecco perché ci vorrebbe (ma è solo una delle tante idee) una famiglia tutor. Qualcuno dovrebbe raccogliere le disponibilità: il Comune, la parrocchia, la cooperativa con più soci; tutti costoro insieme. Non singoli individui tutor, ma una famiglia. Perché? Il Cisf è convinto che quella tra integrazione o emarginazione, tra coesione sociale o disgregazione, sia una sfida che passa attraverso le famiglie. Nella famiglia si allacciano le prime relazioni e le alleanze fondamentali; ed è la famiglia a generare valori. «Nella società contemporanea – si legge del rapporto -non basta evitare i conflitti, ma occorre generare relazioni di riconoscimento reciproco. La costruzione di una società capace di pluralismo chiama in causa in primo luogo le famiglie, proprio perché la relazione è costitutiva dell’esperienza familiare, proprio il loro essere luogo di riorganizzazione simbolica, culturale e operativa delle scelte individuali e delle scelte sociali». Ma c’è di più. Scrive Donati: «Potrebbe venire il giorno in cui le identità familiari (a partire da quelle di padre, madre, figlio) potrebbero divenire più importanti delle identità nazionali, di appartenenza a uno Statonazione, e quindi potrebbero attraversare i confini della cittadinanze statuale. Quel giorno, forse, una nuova alleanza fra le famiglie, attraverso “generazioni cosmopolitiche”, potrebbe dare ai cittadini di tutto il mondo le capacità e la forza di creare azioni collettive in cui la famiglia, lungi dall’essere considerata un residuo culturale del passato, diventa il motivo e l’emblema di una società mondiale più solidaristica». Una visione, certo. Ma anche realismo. Occorre un accesso meno tortuoso alla cittadinanza. Non lo ius sanguinis né lo ius soli. Il Cisf propone uno ius culturae, «capace di tenere insieme questi modelli 38 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 CULTURA COOPERATIVA | immigrazione ideali». Nessuno poi finge di non accorgersi di qualche ipocrisia di troppo, perfino nella comunità ecclesiale. Il rapporto parla in modo esplicito di «famiglie italiane cattoliche praticanti che sfruttano gli immigrati e le immigrate: nelle loro case, nei campi, nel lavoro». E, per non tacere nulla, c’è il mercato del sesso: «tra i clienti, quanti saranno i cattolici praticanti, mariti e padri di famiglia?». Le stesse diocesi e parrocchie potrebbero fare di più. Gli immigrati cattolici non sono pochi. Tendono a ritrovarsi tra fedeli della stessa nazionalità, e non c’è niente di sbagliato; però occorre non limitarsi a vivere a fianco a fianco, ignorandosi. Occorre comunicare di più. Gli immigrati poi vanno spesso a messa con gli italiani, mandano i figli a catechismo in parrocchia, partecipano quindi alla vita 1,2 non saprei pochi mai Quanto spesso ha provato insofferenza o fastidio per gli immigrati che vivono in Italia? molto raramente ogni tanto 36,3 57,2 né troppi, né pochi troppi spesso molto spesso 39,9 9,7 2,2 0,8 Quanto spesso ha provato ammirazione per gli immigrati che vivono in Italia? 13,1 30,8 43,6 9,7 1,6 1,2 Quanto spesso si è sentito solidale con gli immigrati che vivono in Italia? 5,2 50,1 15,5 3,4 Il recente rapporto del Cisf (Centro internazionale studi famiglia) è stato pubblicato da Erikson (Le famiglie di fronte alle sfide dell’immigrazione, 294 pagine, 29 euro) e progettato e realizzato con la collaborazione della Caritas italiana. L’indagine è stata realizzata intervistando un campione di 4.000 famiglie italiane. non risponde 17,9 29,6 24,6 4’50’’ Il rapporto Cisf Gli immigrati che vivono in Italia sono: 4,7 della comunità. Eppure non sembra che siano adeguatamente presenti, ad esempio, nei consigli pastorali. Anche nelle grandi diocesi con una forte presenza di fedeli immigrati, la loro presenza dei consigli pastorali parrocchiali e diocesani è rarissima. Il rapporto non ha dubbi. Le famiglie svolgono un ruolo centrale per l’integrazione, per fare del nostro Paese un corpo coeso e non una somma disorganica di comunità che si ignorano. Ma nel pensare l’accoglienza e l’integrazione occorre un cambio di mentalità, che il Cisf riassume così: «Progettare un futuro con loro, non solo per loro». Quante differenze ritiene vi siano tra italiani e immigrati che vivono in Italia rispetto ai valori che trasmettono ai figli? Quante differenze ritiene vi siano tra italiani e immigrati che vivono in Italia rispetto al loro attaccamento alla famiglia? 1,2 molto poche poche abbastanza 6,9 20,3 49,1 15,9 3,3 4,6 7,3 23,7 45,7 16,1 2,6 4,6 39 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 molte moltissime non risponde CULTURA COOPERATIVA | c’è del nuovo Mediocredito, nuovo ossigeno per le piccole imprese Grazie ad una convenzione con Cassa Depositi e Prestiti, Abi e Ministero per lo Sviluppo economico, valida per prestiti da 20 mila euro e 2 milioni. Le piccole e medie imprese rappresentano la spina dorsale dell’Italia che produce. Anche nel nostro territorio. Consapevole di questo, Mediocredito Trentino Alto Adige (la banca regionale per l’impresa) ha siglato una importante convenzione con Cassa depositi e prestiti, il Ministero per lo Sviluppo economico e l’Abi (Associazione Bancaria Italiana) per l’accesso al nuovo strumento agevolativo “Beni strumentali – Nuova Sabatini”. Lo strumento è rivolto alle piccole e medie imprese, operanti in tutti i settori produttivi che realizzano investimenti in macchinari, impianti, beni strumentali di impresa e attrezzature nuove di fabbrica ad uso produttivo e investimenti in hardware, software e tecnologie digitali. Mediocredito vanta un know how consolidato nel sostenere in termine finanziari questa tipologia di investimenti. “Bagaglio di esperienza – viene spiegato – maturato in Veneto nella gestione della Legge Sabatini, dove la banca è stata leader di mercato negli anni in cui le imprese facevano uso ricorrente a questa forma di sconto cambiario agevolato”. Sono tre gli aspetti di questa misura agevolativa. Il primo: Cassa Depositi e Prestiti mette a disposizione un plafond di risorse di 2 miliardi e mezzo di euro (eventualmente incrementabili fino a 5 miliardi) utilizzabili da Mediocredito e dalle altre banche aderenti alla convenzione per concedere alle piccole e medie imprese i finanziamenti di importo compreso tra ventimila e due milioni di euro. Il secondo: il Ministero per lo sviluppo economico concede un contributo alle piccole medie imprese destinato a coprire parte degli interessi a carico delle imprese sui finanziamenti bancari, in relazione agli investimenti realizzati. Il contributo è pari all’ammontare degli interessi, calcolati su un piano di ammortamento convenzionale con rate semestrali, al tasso del 2,75% annuo per 5 anni. Il terzo: le imprese potranno beneficiare della garanzia del Fondo di garanzia a loro riservato, fino alla misura massima prevista (80%) del finanziamento bancario. Naturalmente con priorità di accesso. 2’ La sede di Mediocredito Trentino Alto Adige, il presidente Franco Senesi e il direttore Leopoldo Scarpa. Bene il bilancio è positivo il bilancio 2013 di Mediocredito. Il margine di intermediazione è cresciuto, sfiorando i 31 milioni di euro (+7,6% rispetto al 2012) e i costi sono ancora diminuiti (quelli operativi di 742 mila euro), segnale inequivocabile del miglioramento in termini di efficienza. Quanto alla rischiosità degli impieghi, la dinamica complessiva dei crediti deteriorati lordi ha manifestato una crescita contenuta (+5,3% rispetto al 2012) con un’incidenza sul totale dei crediti attestatasi al 15,1% (dal 14,2% del 2012). L’utile netto è stato di 1 milione 300 mila euro. Prosegue il rapporto con il sistema del credito cooperativo. Meritevole di essere evidenziato il crescente contributo nelle cosiddette attività di provvista. Sempre sostenuto il livello dell’operatività sussidiaria al credito cooperativo a livello regionale, dove meglio si esprime il ruolo di Mediocredito, con le due Casse Centrali, a interpretazione delle esigenze delle rispettive associate su aree specialistiche. 40 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 CULTURA COOPERATIVA | c’è del nuovo A Sporminore la Sala della Cooperazione Val di Non Un luogo a disposizione della comunità per incontri e iniziative, in ricordo di Nello Franzoi. All’inizio di aprile è stata inaugurata la Sala della Cooperazione – Val di Non, un luogo a disposizione della comunità per iniziative e incontri dedicati in particolare ai giovani. è la seconda, dopo quella inaugurata nell’ottobre dello scorso anno a Piazzola dalla Famiglia Cooperativa Valli di Rabbi e Sole. Il progetto parte da lontano. Per ricordare il 2012, proclamato dalle Nazioni Unite “Anno Internazionale delle Cooperative”, era stata pensata e avviata questa iniziativa volta alla diffusione capillare sul territorio trentino di luoghi di ritrovo per la comunità con una chiara connotazione cooperativa. Una sorta di punto di riferimento per ogni valle. Collocata al terzo piano della struttura che ospita il punto vendita dalla Famiglia Cooperativa Primanaunia, la “Sala della Cooperazione” di Sporminore è stata arredata coniugando tradizione e innovazione. La tradizione della Cooperazione Trentina che ha piantato radici forti anche in questo paese. L’innovazione espressa nell’inventiva di chi ha curato il design della sala. La Sala della Cooperazione – Val di Non è stata dedicata a Nello Franzoi, già presidente della Famiglia Cooperativa di Sporminore. “Nello era per tutti uno di Famiglia – ha ricordato Ottorino Angeli, presidente della Primanaunia. Era persona di cuore. Una parola buona, un gesto di attenzione concreta non mancavano mai. Era persona genuina, insomma. Caratteristica che emergeva con immediatezza quando si aveva la fortuna di conoscerlo”. Soddisfatti per questa dimostrazione di attenzione e di sensibilità i familiari di Nello Franzoi. “Ricordo il tanto tempo dedicato da mio padre alla cooperativa di consumo – ha osservato il figlio Enzo – sia per l’attività ordinaria ma, soprattutto, quando erano in programma interventi e iniziative straordinarie come l’ampliamento della sede o il centenario di fondazione”. Gli edifici scelti per le Sale della Cooperazione sono parti di immobili di proprietà delle Famiglie Cooperative. Le altre sedi individuate sono a Marter in Valsugana, a Lizzana in Vallagarina, a Strembo per le valli Giudicarie e Rendena, a Varena per le valli di Fiemme e Fassa. L’iniziativa è realizzata in partnership con Acli Casa che ha curato i progetti di riqualificazione immobiliare. All’inaugurazione ha partecipato Diego Schelfi, presidente della Cooperazione Trentina. “Queste iniziative – ha detto – sono delle peculiarità a cui teniamo in modo particolare. La Cooperazione è un supporto forte per rimanere ancorati nella comunità. Il progetto Sale della Cooperazione non è stata una decisione calata dall’alto ma si è sviluppato attraverso l’impegno di tante persone per dare un’idea di cooperazione. Bene avete fatto a dedicarla a Nello Franzoi, un cooperatore che ha lasciato un segno importante del suo operato”. La benedizione della Sala della Cooperazione è stata affidata a monsignor Marie Fabien Raharilamboniaina, vescovo di Morondava. “Nelle genti del Madagascar – ha detto - è presente lo spirito di aiutarsi vicendevolmente. Ci sarebbe utile il contributo della vostra esperienza perché, dove c’è cooperazione, c’è giustizia, pace sociale e benessere”(d.n.). 2’50’’ L'intervento di Enzo Franzoi, figlio di Nello Franzoi, durante la cerimonia di inaugurazione della Sala della Cooperazione. Al centro monsignor Marie Fabien Raharilamboniaina, vescovo di Morondava (Madagascar). 41 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 CULTURA COOPERATIVA | buone prassi Giovani Cooperatori per la Legalità L’Associazione Giovani Cooperatori Trentini, in collaborazione con Libera e la cooperativa sociale calabrese Valle del Marro, per quest’estate offre ai giovani dai 18 ai 35 anni l'opportunità di partecipare ad un'esperienza formativa volta a comprendere e promuovere i principi della Cooperazione all’insegna della legalità. Una full-immersion in uno dei luoghi più contraddittori e problematici del Meridione italiano per individuare elementi, strumenti e spunti di riflessione utili ad approfondire il tema della legalità. È la proposta per l’estate 2014 dei Giovani cooperatori, interessati a capire meglio le tante sfaccettature di un valore, quello della legalità appunto, che spesso acquisisce sfumature diverse, in base alla storia, alla cultura e al contesto di chi ne parla. Dopo l’intensa e positiva esperienza maturata nel 2013, l’associazione dei Giovani Cooperatori Trentini ha scelto di continuare a sostenere il progetto “E!state Liberi”, realizzato in collaborazione con LiberaAssociazioni, nomi e numeri contro le mafie. E così anche quest’anno un gruppo di giovani, dai 18 ai 35 anni, potrà partecipare al campo di lavoro organizzato presso al cooperativa sociale Valle del Marro – Libera Terra di Polistena, una realtà complessa, inserita nella tristemente nota Piana di Gioia Tauro (RC), dove abbandono, omertà e collusione con le 'ndrine locali si scontrano con il coraggio, la volontà di ribellione e il desiderio di libertà di parte della cittadinanza. In particolare, la cooperativa calabrese si occupa della gestione e del riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati alle mafie, impiegando oltre trenta persone nei 140 ettari di campi coltivati. I volontari che parteciperanno al campo saranno alloggiati per una settimana in una struttura scolastica, sperimentando così anche le regole di una serena convivenza. L'esperienza si articola in tre attività principali: il lavoro agricolo e l’attività di risistemazione del bene al mattino, la formazione sui temi dello sviluppo della legalità e dell’azione collettiva nella lotta alle mafie nel pomeriggio, e l'incontro con il territorio per uno scambio interculturale alla sera. “I partecipanti – spiega la coordinatrice del progetto Nadia Pedot, componente del direttivo dei Giovani Cooperatori – avranno l’opportunità di svolgere un’appassionante e stimolante esperienza di volontariato e di formazione, in un percorso di stretta convivenza dove potranno conoscersi e cogliere insieme un'occasione di crescita personale, confrontandosi sui valori di una cultura spesso differente da quella trentina”. In programma anche diversi momenti di svago e di divertimento, con passeggiate e visite alle bellezze del posto, oltre alla consueta gita domenicale per concludere la settimana godendo della bellezza del trasparente mare di Calabria. Per maggiori informazioni e iscrizioni scrivere a [email protected] oppure telefonare allo 0461/898672 in orario di ufficio (s.p.). 2’30’’ Una foto di gruppo dei giovani cooperatori che hanno aderito al progetto nell’estate 2013. 42 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 CULTURA COOPERATIVA | buone prassi Da Pergine porto il sorriso in Sudamerica L’esperienza di Mauro Lunelli, collaboratore della Cassa Rurale di Pergine che ha preso aspettativa per fare clownterapia ai bambini più sfortunati. “Sì, mi fa molto piacere!!! Ora però sono a Iquitos, nella foresta amazzonica. Non riesco a comunicare. Ci sentiamo tra qualche giorno?”. Fin dai primi istanti la storia di Mauro Lunelli ha un che di avventuroso. Archivista alla Cassa Rurale di Pergine, si è preso 10 mesi di aspettativa per girare il Sudamerica, da Ushuaya in Argentina verso gli Stati Uniti. Ma non si tratta di un viaggio turistico: in quei luoghi sta portando il sorriso. Con un’importante parrucca e un naso rosso, e insieme a un pupazzo, il maialino Trudi, Mauro incontra le persone per la clownterapia, una cura fatta di ascolto e abbracci. Lo ha fatto per anni alla casa di riposo di Pergine, ora, fino ad agosto, lo farà in America. Nel suo viaggio fino all’ospedale del medico che ha inventato la clownterapia, Patch Adams, Mauro ha già percorso 30mila chilometri. Insieme a lui c’è Santiago, un altro clown argentino. “Abbiamo visitato 100 ospedali e altri 50 luoghi, tra favelas e centri speciali – racconta Mauro - siamo stati in Argentina, Chile, Paraguay, Brasile, Bolivia e Perù”. Si spostano quasi sempre con i mezzi pubblici, hanno dovuto prendere l’aereo solo due volte, per raggiungere il Brasile dalla Bolivia, e in Perù, per arrivare nella foresta amazzonica. Un viaggio che supera le aspettative: “Mi ha colpito l’esperienza di Santa Cruz, in Bolivia – spiega – c’è un centro d’accoglienza per 25 persone con varie forme di disabilità, che vengono abbandonate dalle proprie famiglie. Abbiamo ‘clownato’ un giorno lì, abbiamo deciso di restare una settimana, aiutandoli a preparare il cibo e a mangiare, medicandoli, abbracciandoli e scherzando con loro. Un’esperienza forte che ci ha permesso di crescere. I due volontari del centro, un dottore rumeno e una ragazza colombiana, molte volte non toccano cibo per poter nutrire i pazienti. Per questo abbiamo scelto di aiutarli anche economicamente”. Il loro è un percorso a zig-zag, con numerosi stop fuori programma, che si può seguire da casa sul suo blog, www.hagamosmile. com. Unica tappa obbligata, Iquitos: “Qui veniamo tutti gli anni, in agosto, con Patch Adams e altri 100 clown da tutto il mondo. Ma così non l’avevo mai vista: con le piogge, tutto è coperto dall’acqua. La gente vive in palafitte. Abbiamo ‘clownato’ sopra delle passerelle e noleggiato una barca per arrivare dove era necessario. Dove le passerelle non arrivano, è emozione: i bambini giocano nell’acqua, abituati a vivere 6 mesi all’anno nella città inondata”. E alla Cassa Rurale come l’hanno presa, quando hai detto che saresti partito? “Credo che il mio sia stato uno dei primi casi di aspettativa per volontariato, ma non posso che ringraziarli: direttore e presidente, anche se non è stata una decisione facile, si sono mostrati davvero interessati, e il cda ha scelto di sostenere economicamente la nostra attività”. Un’ultima domanda: come si diventa clown? “Non serve molto. Volontà, empatia, entusiasmo. Patch Adams dice che in ognuno di noi c’è un clown. Possiamo scegliere se esserlo una volta soltanto o per tutta la vita” (e.d.). 2’30’’ 43 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 CULTURA COOPERATIVA | libri La vita di Adriano Olivetti di Michele Dorigatti * Adriano Olivetti (1901-1960) ritorna in vita. Non è solo merito di un’economia nazionale che ha smarrito la sua anima. O di una business community domestica a corto di innovativi e competitivi capitani d’impresa. E con le principali famiglie del capitalismo dinastico in crisi d’identità, d’idee, di risultati e di…futuro. A riproporre al pubblico la parabola umana e imprenditoriale di Adriano è Valerio Ochetto, lo “storico” biografo dell’ingegnere e Beniamino de’ Liguori Carino, coraggioso nipote dell’imprenditore canavese. Il testo, gustato questo mese, ha per titolo “Adriano Olivetti. La biografia”. Aggiornato e dato alle stampe da Edizioni di Comunità, la casa editrice sognata ideata e condotta dallo stesso Adriano fino all’appuntamento, sfortunatamente anticipato, con la morte. L’erede della famiglia Olivetti ha, con coraggio dati i tempi, ripreso le pubblicazioni, (giustamente) partendo dagli scritti di colui che ha saputo trasformare, con le sue visioni e le sue decisioni, senza un soldo dallo Stato, una manifattura artigianale del Canavese nella prima multinazionale capace di uscire dai ristretti confini dell’Italietta degli anni 50 e 60 e imporre in ogni angolo del pianeta i suoi prodotti. Macchine da scrivere e da calcolo, funzionali, solidissime, esteticamente perfette, uscite da fabbriche a dimensione d’uomo, disegnate dai migliori architetti, lontane mille miglia dagli orribili capannoni e dai vari siderurgici & petrolchimici che hanno irrimediabilmente sfregiato, da nord a sud, il paesaggio della Bell’Italia. Dopo la fine della seconda guerra mondiale, negli anni del “miracolo economico”, la periferia del Paese è stata in grado di scrivere, sarebbe meglio dire “produrre” una delle migliori pagine del capitalismo italiano. A pochi chilometri dalla disordinata company town di Torino, condizionata dall’influenza della famiglia Agnelli, il genius loci della comunità del Canavese ha dato i natali a tre generazioni di ingegneri che hanno cambiato per sempre la vita di persone, famiglie ed aziende e dato identità e benessere a quella manciata di comuni, estranei all’industria, che ruotano attorno ad Ivrea. Il patriarca fu Camillo Olivetti, un geniale inventore, con una sola e imperdonabile colpa, per la borghesia piemontese di inizio 900, di essere un militante socialista; a lui dobbiamo la prima macchina per scrivere di produzione italiana. Correva l’anno 1911. Venne poi il tempo di Adriano, che a soli 30 anni prende le redini dell’azienda paterna e introduce, per primo in Italia, cum grano salis i sistemi di produzione e di organizzazione tayloristici in uso nelle grandiose fabbriche americane. Adriano trascorrerà 36 anni in azienda, anzi in fabbrica, e dall’interno dei cancelli avvierà, non sempre compreso e appoggiato dai suoi familiari, una via comunitaria al capitalismo. La Olivetti macinò utili (e non pochi…), esaltò i talenti delle persone, edificò ambienti di lavoro che oggi interessano all’UNESCO, favorì uno sviluppo integrale delle comunità locali. L’ultimo dei tre ingegneri fu Roberto, che, a capo della Divisione Elettronica, mise al mondo il primo computer, vincendo la concorrenza della potentissima e finanziatissima IBM… prima che una cordata di “avveduti salvatori” decidesse nel 1964 di vendere il gioiello di famiglia agli americani della General Eletric. Con l’olivetticidio si consumò uno dei più autolesionisti capitoli di quella che Luciano Gallino, autorevole olivettiano, ha definito e raccontato in “La scomparsa dell’Italia industriale”. La Olivetti non c’è più (o quasi); ma lo spirito dell’ing. Adriano è più vivo che mai. Attende solo nuovi interpreti, nuovi imprenditori, nuove imprese, all’altezza delle sfide dell’oggi. 3’10’’ * Ufficio studi e intercooperazione Federazione Trentina della Cooperazione 44 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 OPINIONI Aspettando il Festival dell’Economia lettere di Valentino Zambotti "Classi dirigenti, crescita e bene comune" è il tema del Festival dell'Economia 2014. "La crescita del bene comune e le classi dirigenti": ricombinando le stesse parole, ecco il tema che don Lorenzo Guetti avrebbe scelto per il festival dell'economia di Trento. Don Lorenzo Guetti, il prete che io amo ricordare come colui che pretendeva che nelle classi dirigenti ci fossero solo dei galantuomini. Galantuomo, questa "antiquata" parola ormai caduta in disuso, abbandonata con rassegnazione, come se, nella sua semplicità disarmante, rappresentasse, solo e semplicemente un sogno irraggiungibile e non un sacrosanto diritto di chi si reca alle urne. "Galantuomini" ecco una prima risposta per Tito Boeri che nel giorno della presentazione del festival a Milano parlava di "criteri di selezione di chi va ad occupare le posizioni di potere" e di come "garantire che le classi dirigenti... rimangano attente all'interesse pubblico". Quando a Trento i vari Renzi, Padoan, Delrio, Saccomanni... intervistati da Tito Boeri o da altri eminenti giornalisti parleranno di classi dirigenti, spero che qualcuno ricordi loro questa parola antica. Anch'io lo farò se ne avrò l'occasione e il coraggio. Io, che sono uno qualunque, avevo scoperto il festival dell'economia di Trento qualche anno fa, quasi per caso. Una scoperta affascinante e coinvolgente, un fiore all'occhiello, direi, del nostro amato Trentino. E in questi giorni, come ogni anno, il festival dell'economia di Trento conquista le testate internazionali e si aprono i dibattiti... E le nostre testate? lo ignorano? Speriamo di no: non possiamo far finta che a Trento non succeda niente tra poche settimane: premi nobel, esperti di economia e finanza, ricercatori, ma anche storici, filosofi e pensatori, si danno appuntamento a Trento. Arrivano da tutto il mondo ed incontrano anche le "classi dirigenti" del nostro paese. Ma non saranno soli negli incontri: il cosiddetto "popolo dello scoiattolo" invaderà pacificamente e gioiosamente Trento per quattro giorni a partire dal 30 Maggio. Il popolo dello scoiattolo deve partire anche dalle nostre Giudicarie. Don Lorenzo Guetti parteciperebbe sicuramente! Ognuno, io penso, può andare al festival, anche se non sa nulla di economia; ciascuno, nel suo piccolo, può capire di più e giocare un ruolo nel rinnovamento culturale. Non è mai troppo tardi per cercare di capire quello che succede attorno a noi. Ho visto con piacere che il tema dell'economia ha fatto il suo ingresso anche nelle nostre università della terza età, suscitando un inaspettato successo. L'economia: un argomento che a torto viene immaginato solo per "addetti ai lavori", una materia inspiegabilmente trascurata in ambito educativo. Ma tutto ha a che fare, direttamente o indirettamente con l'economia. La cultura stessa non può prescindere dall'economia.Speriamo che il "bene comune" quest'anno a Trento si conquisti il primo posto nella scala dei valori in questa nona edizione del Festival dell'economia di Trento in calendario dal 30 maggio al 2 giugno. Bello l'auspicio di Innocenzo Cipolletta: "Questo non sarà un Festival accademico, ma un festival della gente, che esprimerà quel senso di apertura e confronto con il territorio che è nella missione stessa del nostro Ateneo". E vorrei concludere con le parole di Abbado: "La cultura è un bene comune e primario. La cultura è come la vita, e la vita è bella!". 2’55’’ 45 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 OPINIONI ECONOMIA Come creare occupazione riducendo il cuneo fiscale Qualche mese fa il governo Letta annunciava la fine della recessione sulla base dell’inversione di segno della variazione del Pil (+1 nel 2014 e +1,7 nel 2015), mentre la Banca d’Italia non solo ridimensionava le stime del governo (+0,7 nel 2014 e +1% nel 2015) ma segnalava che la disoccupazione era arrivata al 12,8%, e sarebbe salita nel 2015 al 12,9%. Quest’ultima previsione si è purtroppo avverata in anticipo: già oggi siamo al 13%. Se poi alla disoccupazione esplicita di aggiungono oltre 500.000 cassaintegrati e una cifra difficilmente quantificabile, ma elevata, di persone che non cercano più lavoro perché scoraggiate (oggi degli italiani in età lavorativa lavora solo poco più di uno su due), c’è poco da essere ottimisti. è chiaro che continuando con le politiche fin qui adottate ci vorranno ancora anni perché la ripresa da sola (anche se si consoliderà) porti benefici in termini occupazionali. Infatti anche le imprese che operano nei settori in cui la domanda tornerà a crescere, prima riassorbiranno i lavoratori in cassa integrazione (o comunque sottoutilizzati) e solo dopo riprenderanno ad assumere e non necessariamente agli stessi ritmi di prima della crisi visto che molte di esse hanno in questi anni razionalizzato i processi produttivi e aumentato la produttività. Il nuovo governo sembra scommettere più che sulla ripresa su misure che rendano più flessibile il mercato del lavoro, in particolare semplificando da subito il ricorso al contratto a termine e all’apprendistato e prevedendo in futuro (ma senza ancora indicare quando) una riduzione del costo del lavoro agendo sul cuneo fiscale. Sulle prime misure il dibattito è in corso, ma comunque vada a finire le modifiche introdotte non avranno grande impatto sui numeri complessivi della disoccupazione. La misura più rilevante resta quella della riduzione del cuneo fiscale, ma essa va definita con molta attenzione. è infatti poco probabile che basti una riduzione generalizzata del cuneo fiscale perché non solo si rischia che lo sconto per lavoratore sia irrisorio (come è successo con l’ultima legge di stabilità), ma soprattutto perché non per tutte le imprese, e soprattutto per quelle più dinamiche, il costo del lavoro assume una importanza così rilevante come a volte si crede e si vuole far credere. Quella che serve e occorre avere il coraggio di fare è piuttosto una riduzione selettiva del costo del lavoro, che vada a beneficio solo di alcuni settori e in particolare di quelli in cui ci sono bisogni insoddisfatti a domanda totalmente interna e dove non sono possibili aumenti significativi di produttività. E dove quindi una diminuzione del costo del lavoro si può immediatamente trasferire sui prezzi, stimolando nuova domanda e quindi creando nuova occupazione, trasformando in lavori stabili e regolari tutta una serie di posizioni lavorative oggi in nero e, nel contempo, aumentando l’offerta di servizi di qualità e a costo contenuto per famiglie e pubbliche amministrazioni Una simile operazione può essere fatta in due modi: o riducendo il cuneo fiscale solo per gli occupati (vecchi e nuovi o solo nuovi) in settori quali quelli dell’assistenza e dei servizi alla persona, oppure abbassando il costo degli oneri sociali sui redditi da lavoro più bassi. Prevedendo al contempo una copertura della riduzione del montante pensionistico attraverso risorse derivate o dalla tassazione, o da un contributo di solidarietà da parte dei lavoratori dei settori ad alta produttività. L’alternativa, non auspicabile, è quella seguita già in diversi paesi europei di inventare nuove forme di lavoro sottoremunerate e senza copertura alcuna, come i mini jobs che in Germania già oggi interessano oltre sette milioni (sì proprio 7, non è un errore di battitura!) di persone. 3’13’’ * Docente dell’Università di Trento e presidente di Euricse. 46 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 [email protected] di Carlo Borzaga * OPINIONI Vittoria e Concordia, assieme ORIZZONTI di Umberto Folena «Da europeista convinto, mi ritrovo nello spirito della proposta di Cardini. La storia però fa parte della tradizione di un popolo e va rispettata. Il rischio di simili iniziative è di ottenere l’effetto contrario e rinfocolare contrapposizioni ideologiche». Paolo Biasioli, vicesindaco e assessore alla toponomastica del Comune di Trento. «Rispetto a dieci anni fa la situazione è migliorata in Alto Adige e l’ipotesi di Cardini può essere utile sul piano culturale». Luigi Salghetti Drioli, sindaco di Bolzano nel 202, ai tempi del referendum sul ripristino del nome “Piazza della Vittoria” al posto di “Piazza della pace”. «Siamo tutti per la concordia, ma queste proposte finiscono per alimentare lo scontro etnico, com’è già successo». Ferdinando Scafariello, presidente Alpini di Bolzano. «La proposta di Cardini, pur condivisibile simbolicamente, entra nella toponomastica, che suscita sempre reazioni a catena. Possiamo trovare strumenti più adatti alla lodevole finalità». Giuseppe Ferrandi, direttore del Museo storico di Trento. La provocazione di Franco Cardini ha ottenuto il risultato auspicato, probabilmente, dallo storico fiorentino. Reazioni perlopiù negative, ma dibattito aperto. (Ne abbiamo parlato qui il mese scorso: per evitare vani esercizio retorici, e in un’epoca di pericolosi rigurgiti nazionalistici, sostituire “della Vittoria” con “della Concordia” i nomi di vie, piazza, palazzi…). I critici, moderati e stroncatori, sono la quasi totalità. A Trento e Bolzano come nel resto d’Italia. Qui di fianco ci sono quattro voci locali. Analoghe a quelle nazionali. I sindaci, ad esempio. Quello di Torino, Piero Fassino, è anche presidente dell’Associazione dei comuni italiani (Anci): «Cambiare la toponomastica sarebbe un errore, perché piegherebbe la storia alle contingenze del momento. Un atto che invochi la concordia non può partire da un gesto che potrebbe provocare discordia, scontrandosi con sensibilità legittime». Quello di Fassino non è però un giudizio senza appello: «Penso tuttavia che intitolare alla Concordia una nuova piazza, una nuova strada o un parco sia un’idea molto buona». Curioso che in questo caso, con la “concordia” di mezzo, un sindaco di destra sia concorde con uno di sinistra: «Io piazza della Vittoria – dichiara Alessandro Cattaneo, sindaco di Pavia – me la tengo. Si può invece pensare di dedicare alla concordia un altro spazio». È quanto ha già fatto in passato Salerno, che per pochi mesi, nel 1944, fu capitale d’Italia. «In quei giorni – ricorda il sindaco Vincenzo De Luca – le forze politiche italiane maturarono quella che viene definita la “svolta di Salerno”. Misero da parte conflitti e discordie non solo in funzione della patria da liberare, ma gettando le basi per la nuova Costituzione. Una lezione preziosa che le istituzioni e i cittadini di Salerno hanno voluto ricordare dedicando alla Concordia una delle piazze più belle». Analoghe sono le considerazioni dei colleghi 47 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 di Cardini. Netto il giudizio di Francesco Perfetti, docente alla Luiss e direttore della rivista “Nuova storia contemporanea”: «La proposta non mi convince affatto». E se possibilista appare Agostino Giovagnoli, docente alla Cattolica («il concetto stesso di “celebrazione della vittoria” è vecchiotto, e il centenario può essere l’occasione per ricomprendere una tappa dolorosa ma significativa verso la pace»), Gianpaolo Romanato, docente a Padova, scuote il capo: «Lasciamo la toponomastica com’è. Piuttosto, vorrei che l’alluvione di celebrazioni in arrivo servisse a ricordare che la grande guerra fu la grande tragedia dell’Europa». No, meglio non toccare la toponomastica. Però, conclude Alberto Monticone, autore del libro “Plotone d’esecuzione. I processi della Prima guerra mondiale”, sarebbe importante «orientare le celebrazioni verso il senso di appartenenza dei popoli d’Europa a un destino comune». Su questo tutti (o quasi) possono essere concordi. E quindi mettersi al lavoro, con concordia appunto. 3’20’’ [email protected] OPINIONI LA PORTA APERTA “Fare sistema”, per aprirsi è ancor più necessario oggi, dopo la crisi, perché forze sempre più agguerrite si stanno coalizzando “contro” la Cooperazione, dopo averne misurato la crescita e la capacità alternativa. di Franco de Battaglia “Fare sistema” sta alla base della Cooperazione fin sanare le sue posizioni più esposte (molte) mettere dalla sua nascita. Lo intuì per primo lo stesso don ordine in casa, ritessere nuove alleanze, aprirsi su Guetti: una Cassa Rurale non può resistere se non ha uno scenario che, dopo la crisi, non sarà più quello di alle spalle un riferimento più solido come una Cassa prima... dal credito ai piccoli frutti… Centrale, così per le Famiglie Cooperative e il Sait. Ma “fare sistema” (come spesso ripete, non certo per Un esempio molto interessante viene dal retorica, il presidente Schelfi) resta ancor oggi la sfida Mediocredito. La realtà bancaria e finanziaria più difficile nelle cooperative. Ogni cooperativa, nei presieduta da Franco Senesi che vede, accanto agli enti vari settori, tende a sentirsi autonoma, a fare da sé, a territoriali, la partecipazione delle “casse centrali” volte a rifiutare appoggi e aiuti. Certo, può apparire trentine e altoatesine, ha avviato una ricognizione anche ingiusto svenarsi per economica partendo dall’Alto Adige. Non è solo “salvare” realtà cooperative “Fare sistema” un’operazione promozionale che hanno avuto ambizioni deve servire per sostenere le attività delle eccessive, che troppo alla a tessere nuove imprese. è appunto, un aprirsi leggera si sono prestate a alleanze, costruire e “fare sistema”, perché tocca sostenere poteri “forti”. Ma alla Cooperazione supplire, se non ci fosse una visione relazioni sui mercati. verso Bolzano, ai vuoti – “di sistema” tutto, di fronte Occorre esserne dannosissimi – che la politica alle bufere, crollerebbe. tutti consapevoli. ha aperto. Il primo incontro è Cadrebbero anche i più integri stato con la Leitner di Michel e prudenti. Oggi poi, dopo la crisi, mentre forze sempre Seeber, a Brunico, 717 milioni di fatturato annuo, più agguerrite si stanno coalizzando “contro” la azienda leader mondiale (dopo essere stata nel 1990 Cooperazione, perché ne hanno misurato la crescita sull’orlo del fallimento), negli impianti di risalita e e la capacità alternativa, “fare sistema” diventa non nella mobilità urbana alternativa. Un’azienda da cui solo necessario, ma indispensabile. Mai come oggi imparare. Interessante è risultata una dichiarazione di il futuro è nelle mani dei soci cooperatori e delle Seeber: “Ho scritto a Matteo Renzi che la giustizia relazione fra cooperative e consorzi. Se i soci si amministrativa in Italia è troppo lenta. Ho vinto allontanano una cooperativa muore. Se il Sait viene una gara d’appalto a Pisa tre anni fa, ho speso soldi lasciato a se stesso Despar (poniamo), con la sua per i progetti, ci sono stati dei ricorsi, e i lavori non strategia geo-politica prima ancora che commerciale, sono ancora partiti. A gennaio ne ho vinta una è pronto a occupare il territorio, nel capoluogo e simile a Miami: anche lì abbiamo avuto ricorsi, ma le nelle valli. E però “fare sistema” per chiudersi in difesa decisioni sono state rapide e stiamo già costruendo. è perdente. “Fare sistema” deve invece servire ad Se non cambiamo la situazione mandiamo il Paese in aprirsi, tessere nuove alleanze, costruire relazioni sui rovina”. Anche a salvare il Paese serve “fare sistema” mercati. Ma occorre esserne tutti consapevoli. Oggi la nella Cooperazione. Cooperazione deve assolutamente “fare sistema” per 2’35’’ [email protected] 48 C O O P E R A Z I O N E T R E N T I N A n ° 5 - m a g g io 2 0 1 4 MARKETING SAIT la Cooperazione dà buoni frutti L’agricoltura familiare è un sistema di produzione agricolo fondato sulla possibilità e sulla capacità dei nuclei familiari di lavorare la terra in cui vivono. Questo modello può assicurare un uso sostenibile delle risorse e favorire un’agricoltura legata alle specificità dei diversi territori. L’agricoltura familiare è il presupposto per un’alimentazione sana ed etica, in perfetta unione d’intenti con i principi sostenuti e praticati dalla Cooperazione. Orto, balcone e fantasia Anno internazionale dell’agricoltura familiare Foto Tonina Creare un orto in balcone non è solo una pratica di agricoltura, che consente di coltivare aromi e ortaggi dentro lo spazio domestico, ma è anche un esercizio di fantasia. Bisogna allenare l’ingegno per escogitare soluzioni adatte a piccoli spazi: ecco allora che prendono vita l’orto in bottiglia e l’orto capovolto, con le piante che spuntano dal fondo di vasi appesi. Anche la Cooperazione di Consumo è attenta a questa nuova abitudine, ogni primavera propone nei propri negozi un assortimento dedicato agli orti e ai giardini. Promozione valida dal 01/05/2014 al 31/08/2014 Il viaggio verso un’estate perfetta, parte ora con Telepass. Con Telepass viaggi comodo in autostrada ed anche in città, grazie al servizio per pagare la sosta nei parcheggi convenzionati. in più, se abbini la tessera Premium, approfitti di agevolazioni anche per il tempo libero. Scegli il prodotto adatto a te, hai 6 mesi di canone gratis. RiTiRa TelePass o TelePass PRemium allo sPoRTello oPPuRe Richiedilo online! Offerta valida per chi attiva il Telepass e/o la tessera Premium o il Telepass Twin dal 1.05.2014 al 31.08.2014 presso le Filiali aderenti all’iniziativa. 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