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In famiglia
foglio settimanale della Parrocchia S. Stefano
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La Parola di Dio domenicale
III domenica del Tempo Ordinario
25 gennaio 2015
Libro di Giona
3,1-5.10
Salmo
24
Prima lettera ai Corinzi
7,29-31
Vangelo di Marco
1,14-20
Il “Vangelo”, buona notizia!
Se un aborigeno australiano o un indio della foresta amazzonica piombasse all’improvviso
in una camera d’albergo e vedesse un qualsiasi telegiornale, probabilmente crederebbe di
essere prossimo alla fine del mondo. Abituati alla pioggia di delitti, guerre, crisi
economiche o semplicemente scontri e insulti “politici” o “sportivi”, non ci rendiamo più
conto di quanto le immagini e le sottolineature del male – in tutte le sue forme –
producano effetti nella nostra società.
Marco, l’evangelista, oggi ci ricorda che Gesù è venuto per un motivo troppo importante:
riempire il mondo di gioia. La traduzione italiana forse non è così incisiva, ma alle
orecchie degli Ebrei la frase suonava più o meno così: (un uomo che di nome fa) “Dio
Salva” ci sta venendo incontro (sta girando la Galilea) per regalarci la gioia più grande
(vangelo = annuncio di gioia) perché Dio salva oggi, adesso, qui (il tempo è compiuto!).
Che notizia meravigliosa! Siamo “salvati”, cioè nulla ci può più distruggere, offendere,
impaurire. Dio garantisce un mondo (“regno”) in cui sarà il “Signore”, in cui ci sarà
soltanto vita, pace, gioia! Non ci credete? Venite e vedrete miracoli, i segni di questa
nuova realtà!
È forse il paradiso, l’aldilà? Sicuramente sì, ma Gesù è convinto che in questo mondo si
può costruirne l’anteprima. Per questo esorta chiunque a convertirsi, cioè a realizzare per
gli altri le cose buone che chiunque vorrebbe per sé. Per questo non esita a chiamare
Simone, Andrea, Giacomo, Giovanni… pescatori d’ora in poi di uomini, cioè seguaci che
imparino l’amore, linguaggio universale che trasforma lo scontro in incontro, le crisi in
opportunità, le fatiche in felicità.
In primo piano: riflessioni
I dieci Comandamenti secondo Benigni
Una lettura parziale (il 5° comandamento vieterebbe la pena di morte e non l'aborto) ed a tratti
totalmente fuorviante (il 6° comandamento sarebbe inventato dalla Chiesa e la masturbazione
ammessa), ma Benigni non è un vescovo
C'era quasi riuscito a piacermi. La prima serata di Benigni era stata magistrale, al netto di qualche
inciampo. E pure l'avvio della seconda puntata sui Dieci comandamenti pareva promettente. Fino
al quinto comandamento. Poi, il Roberto nazionale è caduto sulle marchette.
Un'infinita serie di luoghi comuni sul sesto comandamento, che la Chiesa avrebbe «manipolato»
(non si capisce a che scopo), creando generazioni di repressi sessuali. E invece il senso del
comandamento sull'adulterio sarebbe la lotta alla violenza sulle donne (Dio, una Boldrini antelitteram), l'esaltazione della fedeltà che protegge l'amore vero e i figli. Per il resto, love is love,
fate l'amore non fate la guerra e tutto l'arcinoto e melenso repertorio retorico. Peccato che Benigni
abbia frainteso la profondità dell'insegnamento cattolico sulla sessualità, che la Chiesa considera
un preziosissimo dono del Signore e perciò difende da ogni banalizzazione: dal sentimentalismo
come dalla bestialità, dall'irresponsabilità come dalla compulsione. Il sesso è libertà e
realizzazione della propria natura relazionale, non impulso animalesco cui sottomettersi come a
un idolo, e torniamo al primo comandamento: di Dio c'è solo Dio, non il denaro, il successo o il
sesso. Di qui, le sciocchezze sul "non desiderare la donna d'altri": guardare non è peccato, basta
fermarsi là. Visto che questo monologo ci è costato due milioni a serata, ci saremmo aspettati che
oltre all'Esodo, Benigni leggesse pure il Vangelo, laddove il Cristo ammonisce: «Avete inteso che
fu detto: Non commetterai adulterio. Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla
ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore» (Mt 5, 28).
Persino su un comandamento "facile" Benigni è scivolato rovinosamente. "Non rubare". Come
volevasi dimostrare, ci ha messo in mezzo pure gli evasori: «Violano un patto che abbiamo
stabilito tutti». Caro Benigni, quand'è che avremmo stabilito consensualmente di essere derubati
dallo stato? Proprio in questi giorni il Leviatano ci chiede il conto: 144 miliardi di euro sottratti
alle tasche degli italiani. Chi sarebbe il ladro? E pensare che gli avevo perdonato l'imprecisione
sulle guerre di religione: attingendo al leitmotiv della violenza in nome di Dio, Benigni aveva
deplorato l'enormità dei massacri commessi per questioni di fede. Tuttavia, la maggior parte
delle fonti accreditate smentisce questa tesi. Le varie enciclopedie sulle guerre storiche mostrano
come i conflitti religiosi siano una minoranza: si va dall'Encyclopedia edita da Gordon Martel,
per la quale solo il 6% delle guerre censite possono essere considerate guerre di religione; al
volume di Phillips e Axelrod, che arriva alla cifra più alta, ma ancora minoritaria, del 25% – senza
contare che molto spesso, dietro il casus belli religioso si sono nascoste questioni politiche ed
economiche.
"Povero" (tra virgolette, dato l'incasso) Benigni, proprio sul più bello è partito per la tangente.
Eppure, un piccolo applauso glielo tributiamo anche noi, perché in mezzo a una televisione
generalista affollata di anticlericalismo e omosessualismo, se non altro è riuscito a parlare di Dio
con il consueto appeal mediatico. E nonostante qualche grossolana fesseria antropologica e
teologica, ci ha dato almeno il la per precisare, chiarire, arricchire, puntando i riflettori su temi
banditi dal dibattito pubblico, quando non vilipesi. Una controcultura cattolica deve iniziare ad
aggrapparsi anche a queste circostanze. A Benigni, invece, diamo un consiglio: la prossima volta,
anziché andarsi a cercare la consulenza dei pastori valdesi, dia una letta a Joseph Ratzinger.
La Bibbia Enigmistica
Ogni giorno la sua gioia
Forse ti trovi tra agi, piaceri, ricchezze, sempre in salute, circondato da amici, senza
alcuna ombra che possa rattristarti. Ma, in tale edonismo, in questa dolce vita, come
potresti avere tempo e voglia di pensare ai valori più alti, spirituali ed eterni? Perché non
ti dimentichi che qui sei pellegrino, Dio, di tanto in tanto, ti conduce a pensare attraverso
qualche segno.
3a SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO
dal 25 gennaio all’1 febbraio
Ore 8,00
Ore 9,00
25 Domenica
3ª DEL TEMPO
ORDINARIO
Conclusione Settimana di
preghiera per l’unità dei
cristiani
Giornata mondiale dei malati
di lebbra
26 Lunedì
S. Messa pro amatissimo populo
S. Messa dd. Gelso Palmer
Antonio
S. Messa d. Berto Turello
Ora di adorazione
Falò ”L’è fö il Ginèe”
Cena in oratorio
S. Maria
S. Lorenzo
Ore 20,30
Incontro catechisti
Oratorio
Ore 17,00
S. Messa dd. Stefano e Pia
S. Maria
Ore 17,00
S. Messa dd. Lina e Filippo Calvi
S. Lorenzo
Ore 17,00
S. Messa dd. Martinetti/Broggi
Barbignano
Ore
Ore
Ore
Ore
Ore
Ore
Ore
Ore
Ore
Ore
Catechesi 2a elementare
Catechesi 3a, 4a elemen; 1a media
Catechesi 2a, 5a ele; 2a media
S. Messa per la gioventù
Catechesi 3a media
Catechesi 1a media
SS. Confessioni
S. Messa dd. don Bruno e Norma
S. Messa pro amatissimo populo
S. Messa dd. Matteri Severino e
Elena
S. Messa dd. Sebastiano, Lina e
Carlo
Oratorio
Oratorio
Oratorio
S. Lorenzo
Oratorio
Oratorio
S. Stefano
S. Stefano
S. Maria
S. Lorenzo
Ore
Ore
Ore
Ore
10,30
17,00
18,00
19,00
S. Stefano
S. Maria
S. Stefano
Oratorio
Ss. Timoteo e Tito,
vescovi
27 Martedì
28 Mercoledì
S. Tommaso d’Aquino
29 Giovedì
30 Venerdì
31 Sabato
S. Giovanni Bosco
1 Domenica
4ª DEL TEMPO
ORDINARIO
Giornata nazionale per la
vita
14,00
14,30
16,30
17,00
20,30
14,15
16,00
17,30
8,00
9,00
Ore 10,30
S. Stefano
Attività Vicariato Tre Pievi
Martedì 27 gennaio, ore 10,00
Incontro Clero, Convento
Martedì 27 gennaio, ore 20,45
Incontro Pastorale per le Comunità Apostoliche in
preparazione alla visita pastorale, Dongo Magnolia
Giovedì 29 gennaio, ore 20,30
Scuola di preghiera, Oratorio Gravedona
Venerdì 30 gennaio, ore 20,30
Corso Affettività, Dongo
Angolo della Carità
Offerte SS. Messe festive (11-18/01): € 625,00
Benedizione delle auto: € 200,00