Happy New Year 2015 - Associazione Giuliani nel Mondo

GIULIANI nel
M NDO
Anno 9 - Ottobre-Dicembre 2014 - Numero 4 - Taxe Perçue - Tassa pagata - Trieste C.P.O. - Periodico di informazioni - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in A. P. - 34100 Trieste (Italy).
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IN ATTO UN RICAMBIO: DALL’EMIGRAZIONE
STORICA, ALLE SECONDE-TERZE GENERAZIONI,
ALLA MOBILITÀ PROFESSIONALE
Montenegro - Incontro con i giovani
corregionali
Johannesburg:
Convegno degli Imprenditori
14° Corso Origini-Mib: Trieste
Jari Ognibeni quarto da sinistra
co-fondatore&Ceo, Industrio Ventures
Dal Brain Drain al Brain Back
- Convegno UNAIE-EZA
Le nuove generazioni
Dirigenti in Canada
Happy
New Year
2015
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Giuliani nel Mondo
Ricordo di Aldo Clemente
Aldo Clemente socio fondatore.
L’Associazione Giuliani nel Mondo ricorda Aldo
Clemente con sentimenti di grande affetto e di
profonda gratitudine, in quanto è stato nel 1970
fra i fondatori del nostro Sodalizio e successivamente - per lunghissimi anni - componente
del Consiglio Direttivo, con il suo apprezzato
e costante contributo di indicazioni e di orientamenti fondato sulla sua approfondita conoscenza dei problemi, riguardanti in particolare
gli istriani, fiumani e dalmati vittime dell’esodo.
Quale infaticabile Presidente dell’Associazione
Triestini e Goriziani in Roma – gen. Licio Giorgieri fino al 2008 (38 anni), Associazione di cui
è stato fondatore nel 1970, Aldo Clemente ha
svolto negli anni, unitamente alla qualificata
rappresentanza degli aderenti e ad un’intensa
attività, anche un’importante funzione di relazione e di collegamento fra le istituzioni e le
realtà dell’area giuliana con i vari ambienti che
contano nella Capitale.
Le Città di Trieste e di Gorizia debbono essere
grate ad Aldo Clemente anche per questa silenziosa e preziosa attività di servizio, assieme alle
tante iniziative e realizzazioni nel loro territorio
da parte dell’Opera profughi di cui è stato per
lungo tempo Segretario Generale.
Aldo Clemente, classe 1920, è stato una personalità impegnata e benemerita, un animatore
ed un protagonista in tutte le molteplici attività
che generosamente ha svolto durante la sua
lunga vita e così è giusto e doveroso ricordarlo.
Pochi giorni prima della sua scomparsa Aldo
Clemente ha fatto pervenire all’Associazione
un documento in cui ha voluto sintetizzare
con straordinaria lucidità la pluriennale attività
dell’Opera Profughi. In questo documento, che
rappresenta l’ultima sua fatica e può essere ritenuto il testamento della sua vita di impegno
sociale, Aldo Clemente ha voluto anche ringraziare ancora volta, nome per nome, tutte le
persone che con lui hanno collaborato. Un atto
significativo, una testimonianza di alto profilo
morale.
Trieste, riconoscente a questo “figlio” illustre, ha
voluto, nel giugno 2009, consegnargli, durante
una solenne cerimonia, il Sigillo Trecentesco
della Città.
Nel grato ricordo dell’amico Aldo e facendo
memoria del bene da lui compiuto, il Presidente dell’Associazione Giuliani nel Mondo, Dario
Locchi, il Presidente onorario Dario Rinaldi, tutti
i componenti del Direttivo, assieme al Direttore
Fabio Ziberna, confermano la loro vicinanza alla
moglie Signora Liviana, ai figli ed a tutti gli altri
familiari.
Le esequie si sono svolte sabato 15 novembre
a Roma e la sepoltura mercoledì 19 novembre
nel Cimitero di S. Anna a Trieste, con la partecipazione di una delegazione associativa. L’AGM
lo ha ricordato anche con un necrologio.
Progetti e programmi 2015
nell’incontro con l’Assessore
regionale Gianni Torrenti
L’incontro delle sei Associazioni con l’Assessore Gianni Torrenti, svoltosi il giorno 21 ottobre
a Udine nella sede della Regione, è stato preceduto da una riunione interassociativa in previsione, tra l’altro, della legge finanziaria 2015.
Argomenti presi in esame: convocazione
degli Stati Generali regionali e nazionali, bilancio regionale 2015, nuova composizione
del Comitato dei corregionali all’estero, soppressione della Posizione Organizzativa del
Servizio dei corregionali all’estero, mobilità
professionale ed altre tematiche di carattere
generale.
La riunione che ne è seguita con l’Assessore
Torrenti – presenti il dott. Pellegrini e la dott.ssa
Zuccolin – è stata nel complesso positiva.
Dopo un’introduzione del dott. Pellegrini (il
quale ha svolto una carrellata sulle principali iniziative attuate in comune, sull’approvazione da parte del Consiglio regionale del
documento di indirizzi generali in materia di
rapporti internazionali e di corregionali all’estero, come pure sul Documento propositivo
dei sei Sodalizi) ha preso la parola l’assessore
Torrenti.
Circa i finanziamenti per il 2015 Torrenti ha
affermato che la Cultura dovrebbe risultare in
sofferenza di un mero 5 per cento. Pertanto
anche lo stanziamento complessivo del Fon-
do per i corregionali all’estero per il 2015 probabilmente potrebbe attestarsi sulle quote
del 2014. Torrenti ha poi fatto presente che
nel 2015, oltre alla convocazione degli Stati
Generali, va programmata l’iniziativa “Progetto Shanghai”. Ha affermato, tra l’altro, che
si dovrà giungere ad una scelta tra lo status
quo e la verifica dell’effettivo peso delle varie
Associazioni, con l’applicazione di un nuovo
meccanismo di ripartizione. Ha auspicato
una semplificazione del numero delle associazioni friulane e la possibilità di attuare, là
dove è fattibile, dei progetti in comune. Infine, sulla Posizione Organizzativa, l’Assessore
ha fatto presente che c’è ancora la possibilità
di un “ripescaggio”.
Unione degli Istriani:
60° di Fondazione
Tre i momenti che hanno caratterizzato le iniziative culturali per il sessantesimo anniversario di fondazione dell’Unione degli Istriani.
Il 3 novembre si è aperta, presso la Sala Torrebianca di via Torrebianca,
la mostra rievocativa e documentaria, mostra che ha chiuso i battenti il
30 dello stesso mese.
Per l’occasione è stato realizzato il catalogo di oltre 160 pagine con la prefazione di Massimiliano
Lacota, Presidente dell’Unione degli Istriani.
Il volume parte dal 1954 spiegando come nasce l’Unione stessa, per poi mettere in luce la storia
dell’associazione in un centinaio di pagine dedicate ad una documentazione fotografica di avvenimenti, attività, incontri, corrispondenza e recensione di articoli.
Il 22 novembre si è tenuta la conferenza a carattere nazionale nel Salone di rappresentanza della
Regione in Piazza Unità d’Italia.
Infine il 29 novembre ha avuto luogo la cerimonia commemorativa solenne nella Sala del Consiglio Comunale di Trieste, conclusasi al pomeriggio con un brindisi nella Sala Maggiore a Palazzo
Tonello, sede dell’Unione.
Incontro con il Rettore
Maurizio Fermeglia
È opportuna e necessaria una forte sinergia fra
l’Associazione Giuliani nel Mondo e l’Università degli Studi di Trieste: queste le conclusioni
dell’incontro svoltosi all’Università tra il Rettore
Maurizio Fermeglia, presente la prof. Maria Cristina Benussi, ed i vertici della nostra Associazione:
Dario Locchi, Dario Rinaldi e Fabio Ziberna.
Il colloquio – improntato alla massima apertura per l’inizio di una stretta collaborazione – si
inserisce nel quadro delle procedure avviate
dalla Regione per la ricostituzione del “Comitato dei corregionali all’estero e rimpatriati”,
in quanto di tale Comitato farà parte anche
un rappresentante dell’Ateneo triestino. Nello specifico è stata designata appunto la prof.
Maria Cristina Benussi.
L’AGM ha inoltre assicurato al Rettore Fermeglia il
massimo appoggio in ordine alla sensibilizzazione dei giovani figli o nipoti dei nostri corregionali all’estero, là dove ci sono realtà associative
aderenti all’AGM di Trieste, sì da mettere in luce
le possibilità offerte dall’Ateneo Triestino, che
- come sottolinea il Rettore nella presentazione dell’opuscolo “UNITS – Laboratorio di futuro
2014-2015” – “accoglie studenti in ambiente
dinamico, moderno, mette a disposizione laboratori d’avanguardia e ricche biblioteche, offre
la possibilità di svolgere stage presso strutture
alternative qualificate sia sul territorio che all’estero e, in ultimo, li segue nell’intero cammino
accademico con servizi di alto livello.”
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Le Associazioni dei corregionali a colloquio con l’Assessore.
Premio Salvador Allende
Alle numerose iniziative tenutesi nel quadro del
XXIX Festival del Cinema Latino-Americano – il
cui instancabile coordinatore è Rodrigo Diaz ha presenziato per l’AGM il tesoriere Nicolò Molea. L’edizione 2014 è stata quanto mai intensa
e interessante, tenuto conto che quest’anno
quasi tutti i film erano sottotitolati in italiano.
Tra le iniziative più partecipate da segnalare i
film scritti da Gabriel Garcia Marquez ed alcuni
film in competizione nella Sezione contemporanea. La cerimonia d’inaugurazione, alla
Meeting alla CCIAA con l’ARIES
L’incontro “Trieste Europea – Esperienze a
confronto”, svoltosi nella Sala Maggiore della
Camera di Commercio il 17 ottobre (articolo a
pagina 3), tra manager triestini all’estero e giovani studenti universitari, ha avuto un seguito:
un meeting, sempre a Palazzo di Piazza della
Borsa, con la dirigenza dell’ARIES, Azienda
speciale della Camera di Commercio.
Il rettore Maurizio Fermeglia.
La professoressa
Maria Cristina Benussi.
presenza dell’Ambasciatore del Cile in Italia,
Fernando Ayala, si è tenuta al Centro Internazionale di Fisica Teorica, con il conferimento
del Premio Salvador Allende (in memoriam)
a Tommaso de Vergottini, di origine istriana,
riconoscimento consegnato nelle mani della moglie Anna Sofia de Vergottini. L’AGM ha
concorso con un finanziamento al soggiorno
della vedova. Molea, in Direttivo, ha espresso l’auspicio che l’AGM, per la 30a edizione
(2015), dedichi un premio speciale.
Ad introdurre il cordiale colloquio la dott.ssa
Patrizia Andolfatto, direttore dell’ARIES.
Per l’AGM hanno partecipato Locchi, Ambrosi,
Ziberna e Gambo. È stata fatta una carrellata
sulle possibili collaborazioni, tra cui, ad esempio, l’inserimento di una Sezione per i nostri
corregionali nel Premio fedeltà al lavoro organizzato dalla Camera di Commercio.
Visite in Associazione
Anche il trimestre ottobre-dicembre ha registrato numerosissime visite in Associazione
di soci, dirigenti, presidenti, amici o simpatizzanti aderenti ai nostri sodalizi sparsi nei
cinque continenti, in occasione della loro
presenza a Trieste, nel goriziano o in Istria,
Fiume e Dalmazia: Gianpaolo Pison dal
Messico, Claudio Mayer e Carlo Leopaldi da
Shanghai, Franco Tossi e Ruggero Melan da
Bruxelles, Roberto Sancin da Roma, Stefano
Bassanese da Hong Kong, Bruno Viti e consorte da Melbourne, Stefano Macchi da Rio
de Janeiro.
Estremamente interessante la presenza di
Stefano Macchi che, come già preannunciato,
assieme a Reana Velicogna e ad un gruppo
di triestino-giuliani stanno costituendo un
nostro circolo anche nella metropoli di Rio.
L’Armonia, l’Associazione tra le compagnie teatrali triestine, ha presentato
all’AGM il cartellone della 30a stagione del Teatro in dialetto triestino.
Ben 13 gli spettacoli dei numerosi
gruppi, pari ad un centinaio di rappresentazioni: questi i dati illustrati dal
Direttore, Giuliano Zannier, assieme
alla segretaria, Sabrina Censky Goyak.
Si è discusso anche di possibili collaborazioni e sinergie, come già in atto
con Alessio Colautti, l’artista che interpreta il repertorio di Cecchelin.
Giuliani nel Mondo
ALLA CAMERA DI COMMERCIO ED AL MIB PROTAGONISTI I GIOVANI
Triestini Europei esperienze a confronto
Il tavolo dei relatori.
L’AGM di Trieste, in collaborazione con la CCIAA
– come ampiamente pubblicizzato dai media,
sia della carta stampata che delle radio-TV –
ha organizzato un incontro tra manager triestini all’estero e giovani studenti universitari.
È stato uno scambio tra testimonianze di vita
e carriera di chi ha portato un po’ di Trieste
nel mondo e coloro che stanno per affrontare
scelte di vita e professionali che probabilmente li porteranno a fare un’esperienza all’estero.
Il duplice obiettivo raggiunto è stato quello
di fornire ai giovani una visione delle diverse
opportunità che si possono cogliere in Europa
e nel mondo e rafforzare una rete che può rappresentare un’importante risorsa per la città di
Trieste.
La cronaca della manifestazione.
L’appuntamento è stato aperto dal presidente
della CCIAA Antonio Paoletti e dal presidente
dei Giuliani nel Mondo Dario Locchi.
“Negli ultimi anni stiamo assistendo ad un
nuovo fenomeno migratorio, con migliaia di
connazionali diretti all’estero”, ha sottolineato Locchi. “Ai ragazzi che ancora studiano
consigliamo di allargare gli orizzonti, di pensare anche alle opportunità offerte in Europa
e non solo. Non è questo un invito a lasciare
Trieste e il Paese, ma una constatazione che, in
tempi di crisi, è naturale rivolgere lo sguardo
anche ad altre realtà, dove magari le competenze acquisite possono venir maggiormente
valorizzate. E noi, come Giuliani nel Mondo,
con i nostri contatti e le nostre sedi sparse in
diverse nazioni, possiamo fornire un aiuto e un
supporto dove possibile”. Di seguito gli interventi di Ruggero Melan, già funzionario della
Commissione europea e fondatore del Circolo
di Bruxelles dei Giuliani nel Mondo, Giorgio
Perini, attualmente distaccato alla rappresentanza italiana a Bruxelles, Orio Giarini, amministratore dell’Accademia Mondiale delle arti e
delle scienze, Alfredo Zingale, fondatore della
Xnova Consulting Sarl in Svizzera, Ruggero
Ferraiolo, consulente nel campo della Proprietà Industriale e Intellettuale e proprietario
della Ferraiolo Srl e della giornalista Micol Brusaferro. Sono poi intervenuti molti degli studenti universitari presenti, provenienti in parte dall’Ateneo giuliano e, per la maggior parte,
dalla Facoltà di Scienze internazionali e diplomatiche di Gorizia. Giovani attenti e interessati,
sia durante l’evento, sia a margine dell’incontro,
desiderosi di approfondire alcune tematiche
con i relatori, pronti a chiedere informazioni in
merito alla vita e al lavoro all’estero. Tanti gli studenti che vorrebbero spostarsi in un altro Paese
per continuare un percorso formativo o avviare
le prime esperienze lavorative.
L’auspicio di molti è che la conferenza svoltasi in Camera di Commercio possa ripetersi in
futuro, per dare la possibilità anche ad altri ragazzi di confrontarsi con altri manager triestini
all’estero.
Ha moderato il dibattito la giornalista Benedetta Moro, mentre alla realizzazione dell’iniziativa hanno collaborato in modo efficace
Marianna Accerboni ed i nostri consiglieri Eugenio Ambrosi e Leonardo Gambo.
Decine e decine di giovani universitari presenti.
Una serie di inquadrature ed immagini - a cura del fotografo Marino Sterle della consegna ufficiale dei diplomi ai 14 giovani a conclusione del XIV
Corso “ORIGINI”.
A giovani manager discendenti di
emigranti regionali consegnati i diplomi
del XIV corso “Origini”
La quattordicesima edizione del Corso “Origini”,
programma di studio-lavoro rivolto ai discendenti degli emigranti del Friuli Venezia Giulia,
organizzato dal MIB School of Management di
Trieste in collaborazione con la Regione FVG, si
è conclusa con la consegna dei diplomi ai 14
partecipanti, otto femmine e sei maschi tra i
23 e i 33 anni, compresi tra seconde e quarte
generazioni rispetto a chi ha lasciato decenni
fa l’estremo Nord Est d’Italia, provenienti da Argentina, Uruguay, Cile, Brasile, Sudafrica, Stati
Uniti e Canada.
Gli studenti del Corso “Origini” 2014, tutti laureati e già imprenditori di se stessi o presso le
aziende di famiglia, hanno svolto i primi due
mesi di studio al MIB e tre giorni di full immersion all’ICE - Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese
italiane di Roma, per poi trasferirsi nelle 14
aziende che hanno aderito al programma, ovvero Orion, Visa, Calligaris, Villa Russiz, Snaidero,
Wartsila, Pacorini Silocaf, TBS Group, Banca Generali, Banca Fideuram, Gervasoni, Luci Group e
Solari. Alla cerimonia hanno partecipato, tra gli
altri, il prefetto Francesca Adelaide Garufi e Cristina Ravaglia del Ministero degli Affari Esteri.
“Quest’anno il corso è stato particolarmente
interessante e interattivo” – ha detto Stefano
Pilotto, direttore del Corso Origini.
La cerimonia è stata aperta con il discorso ufficiale del prof. Vladimir Nanut e del prof. Claudio
Sambri del MIB.
Il Presidente dell’AGM, Dario Locchi, nel prendere la parola, ha tra l’altro sottolineato che
“farvi riscoprire le vostre radici, coltivare l’identità originaria, è certamente importante, ma ci
rendiamo perfettamente conto che, se vogliamo interessarvi e coinvolgervi, ciò non basta,
non è sufficiente: non possiamo offrirvi solo
cultura, solo identità. Non mi stancherò mai di
ripetere che dobbiamo, altresì, considerare voi
e i vostri coetanei come una risorsa, come un
avamposto della Regione FVG nel mondo, da
coinvolgere nei rapporti internazionali che la
nostra Regione intende sviluppare, nelle attività di promozione della Regione all’estero.
In altre parole dobbiamo riuscire a farvi capire
che la riscoperta delle vostre radici può essere
per voi un opportunità in più, che avere una
“doppia identità” può rappresentare per voi una
carta in più da giocare per il vostro futuro.
Questa è la sfida che attende le nostre associazioni, i nostri circoli, i nostri segretariati, i nostri
fogolars, altrimenti la nostra presenza nel mondo è destinata a scomparire.”
Il messaggio
dell’Assessore regionale,
Gianni Torrenti
“Il prossimo anno - ha commentato l’Assessore regionale ai Corregionali all’estero, Gianni Torrenti, a margine dell’evento
- svilupperemo ulteriormente il Corso “Origini”, investendo ulteriori 20.000,00 euro
ed allargando la partecipazione anche a
connazionali all’estero non necessariamente figli o nipoti di emigranti regionali”.
“In questo modo - ha evidenziato Torrenti aumenteremo il numero di studenti per garantire maggiori sbocchi alle nostre aziende e, contemporaneamente, offrire a questi giovani l’opportunità di entrare in contatto con le terre dei loro avi e ricreare quei
rapporti in chiave di conoscenza anche e
soprattutto economico-commerciale”.
Grazie ragazzi di Alejandra Calcagni
Buonasera, grazie per essere con noi oggi in questa cerimonia. È arrivato un momento molto importante per noi. Questo fine settimana stiamo
chiudendo una magnifica tappa nelle nostre vite
piena di emozione e di crescita. Tutti noi abbiamo
fatto dei grandi sforzi per partecipare a questo
programma in diversi livelli.
È stato un cambiamento: molti abbiamo riorganizzato le nostre finanze, lasciato i nostri lavori,
le nostre case, la famiglia e anche i fidanzati. E
penso che tutto questo vale la pena, perché qui
abbiamo vissuto una grande esperienza professionale ma anche umana tutti insieme. Siamo
diventati una famiglia dal primo giorno, 4 mesi
fa. E siamo ancora una famiglia e continuerà ad
esserlo anche quando saremo un po’ più grandi
e distanti.
Abbiamo conosciuto diverse realtà ed abbiamo
imparato a rispettarci e a conoscere gli altri. Io
da ognuno di voi ho imparato qualcosa.
Ad esempio, una di quelle cose per la quale vi
ringrazio di più, è perché mi avete fatto ricordare che non dobbiamo fermarci e che dobbiamo
lottare per i nostri sogni.
Siamo tutti diversi ma tutti ci assomigliamo allo
stesso tempo.
Siamo tutti dei ragazzi pieni di vita, che rispettivamente abbiamo cercato di far vedere sempre
il lato più bello delle cose, anche quando affioravano dei momenti un po’ più difficili.
Veramente, di una cosa sono sicura: un gruppo
come questo non lo troverò mai più e mi mancherete moltissimo.
Infatti già mi mancate un po’…
Le sei stagiste giuliane
Alejandra Calcagni, residente in Cile, famiglia
originaria di Zara, ha svolto lo stage aziendale
in Orion; Silvana Del Piccolo, vive negli Stati
Uniti d’America, famiglia di Fiume e di Muzzana del Turgnano, stage in Visa; Lucia Fuentes,
Uruguay, famiglia originaria di Trieste, stage
in Calligaris; Gabriella Giuricich, Sudafrica, famiglia originaria di Lussinpiccolo, stage Snaidero; Mariana Pirih, Brasile, famiglia da Gorizia, stage in Solari; Lauren Turner, Canada,
famiglia di Cittanova d’Istria, stage in Gruppo
Luci.
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Giuliani nel Mondo
trento: assemblea unaie - convegno eza - manifesto stati generali
all’insegna del motto “cambiare paese per cercare/creare lavoro”
Un momento dell’Assemblea UNAIE.
A Trento nei giorni 17/18/19 ottobre organizzati dall’UNAIE, dalla Associazione Trentini nel
Mondo e dall’EZA si sono svolti incontri e dibattiti nel corso del Convegno su come affrontare
le nuove realtà migratorie, sopratutto in relazione con il mondo del lavoro, in un momento di
pesante stagnazione economica che interessa
non solo tutta l’area europea ma anche quella
di molti paesi extraeuropei.
I rappresentanti delle Associazioni facenti parte
all’UNAIE, nella loro Assemblea Plenaria che ha
preceduto il convegno stesso, Assemblea presieduta dall’on. Franco Narducci, hanno avuto
modo di esprimere una valutazione in linea di
massima positiva circa il Manifesto predisposto
per gli Stati Generali previsti nel 2015. Detto
Manifesto in pratica analizza le varie problematiche insite nell’attuale fase di un fenomeno
migratorio che per certi versi sta assumendo
aspetti biblici, vedi da una parte quello dell’immigrazione verso l’Europa di migliaia di uomini
e donne provenienti dall’Africa e dal Medio ed
Estremo Oriente e dall’altra da una emigrazione
da alcuni paesi europei (Italia in primis) verso altre nazioni dello stesso continente o verso paesi
più lontani ancora.
Il testo definitivo di tale documento che rappresenterà la base di discussione in occasione
degli Stati Generali, potrà subire modifiche ed
adattamenti a seguito dei confronti che si svolgeranno nei prossimi mesi a livello regionale
con le varie Associazioni operanti nel settore.
La necessità di seguire una simile procedura, è
stata evidenziata nel corso dei molti interventi
succedutisi in sede di Assemblea Plenaria, interventi che hanno evidenziato, fra le altre cose,
il poco o nullo riferimento nel Manifesto stesso,
al mondo del volontariato da sempre colonna
portante di tutto tale delicato settore e la genericità degli obiettivi soprattutto nel delineare il
tipo di associazionismo del futuro.
Passando quindi al Convegno stesso il cui
tema era: ”Cambiare paese per cercare/creare
lavoro”c’è da evidenziare che le tre giornate di
incontri e dibattiti, sono state caratterizzate da
un ricco ed interessante confronto tra le relazioni svolte da operatori del settore persone che
per il loro lavoro risultano essere in continuo
contatto con problematiche strettamente connesse con l’argomento specifico del convegno
e la platea composta in gran parte da giovani di
diversi paesi europei che tali problemi li vivono
quotidianamente sulla loro pelle.
Si sono affrontati i motivi che oggi inducono
migliaia e migliaia di persone ad emigrare, motivi che vanno dalla mancanza di cibo spesso
frutto di dissennate politiche di sfruttamento
ambientale, alla totale mancanza di lavoro conseguenza di inique scelte di distribuzione della
ricchezza del paese, alla necessità di fuggire
da guerre civili e religiose, fino alla esigenza di
trasferirsi in paesi in cui il costo della vita risulta inferiore a quello di provenienza e pertanto
anche una pensione particolarmente modesta
erogata da un paese può essere sufficiente a
condurre una vita dignitosa in un altro.
Sono state quindi analizzate la portata e le
conseguenze dell’emigrazione rumena in Italia
conseguenze che tale fenomeno ha ripercussioni anche nell’ambito sociale con in pratica
l’allontanamento dei genitori che lavorano nel
nostro Paese dai loro figli che rimangono affidati a nonni o ad altri parenti per periodi anche
lunghi di tempo. Oltre a questo c’è da considerare il problema della possibilità di avere una
qualche pensione per questi lavoratori dopo il
loro ritorno nel loro paese e ciò in considerazione spesso della saltuarietà del lavoro stesso
e della sua non sempre regolamentazione contributiva.
Sono stati quindi illustrati da un rappresentante
polacco i sistemi messi in opera in quel paese
per affrontare le problematiche della emigrazione verso la Polonia fenomeno questo per la
verità al momento contenuto, ma che probabil-
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mente aumenterà nel prossimo futuro soprattutto se quella area geografica non dovesse
trovare dei giusti equilibri tra le nazioni che la
compongono (vedi Ucraina-Russia).
Hanno quindi preso la parola i rappresentanti
sindacali che hanno illustrato le difficoltà che
incontrano nel gestire con i loro patronati gli
inserimenti degli immigranti nella vita quotidiana e nell’assicurare ad essi quei diritti che la
normativa italiana prevede per tali persone. Al
riguardo vi è stato uno scambio di opinioni tra
gli stessi sindacalisti e parte dei pubblico presente in sala circa la necessità che le informazioni da dare a tali persone riguardassero oltre
ai diritti anche i doveri che essi hanno nei confronti dello stato italiano e delle sue istituzioni.
Molto interessante è stato l’intervento del giovane fondatore e CEO di Industrio Ventures di
Trento il quale ha illustrato come il suo compito
e quello dei suoi collaboratori è indirizzato ad
aiutare sul piano economico ed organizzativo
le start up che operano nel trentino. Portando
esperienze specifiche al riguardo ha sottolineato come le capacità creative e di intuizione circa
le presenti,ma soprattutto future richieste del
mercato, fa parte del dna di noi italiani, e che
pertanto la strada da percorrere è quella della
creazione di un’imprenditorialità basata su quegli aspetti che indubbiamente caratterizzano e
differenziano i nostri giovani da quelli di altre
nazioni.
Relatori al Convegno EZA.
Di ampio respiro è risultato l’intervento del
presidente dell’UNAIE Narducci che ha sottolineato come la nuova emigrazione è in crescita
mentre l’attrattività del nostro Paese è in calo.
Ha messo inoltre in evidenza la nostra incapacità di sfruttare nel modo migliore, la notorietà
di alcuni brand nazionali,e si è soffermato infine
nel constatare la difficoltà per gran parte delle
nostre Associazioni nel sviluppare un proficuo
dialogo con i nostri giovani che vivono all’estero. Questi dove hanno potuto, hanno creato
sistemi di comunicazione fra loro il cui collante
il più delle volte non era dato dalle regioni di
provenienza,o dalla stessa nazione di appartenenza, ma da interessi comuni di tutto altro
genere (lavorativi, culturali, sportivi ecc.).
Se così stanno le cose è ovvio che bisogna ripensare completamente il nostro modo di porci di fronte a tali problematiche ed è auspicabile
che l’occasione degli Stati Generali del prossimo anno possa rappresentare un momento di
svolta per tutti coloro che hanno avuto e continuano avere particolarmente a cuore le problematiche dell’emigrazione che se pur vissute, in
passato, in modo differente da come le vivono
attualmente i nostri giovani, siamo certi rappresentavano e continuano a rappresentare un fatto traumatico per chi è costretto sperimentarle
quotidianamente.
Paolo De Gavardo
C omponente del C onsiglio D iret tivo AGM
La sala durante il convegno.
IL COMUNICATO UFFICIALE
Con la presenza di 18 associazioni e di 8 adesioni pervenute con delega, si è svolta l’annuale Assemblea dell’“Unione Nazionale Associazioni Immigrati ed Emigranti”, presieduta dall’On. Franco Narducci. Presenti i Presidenti emeriti On. Ferruccio Pisoni, il Sen. Aldo
De Gaudenz e l’Avv. Mimmo Azzia. L’Assemblea è stata preceduta da una riunione dell’Esecutivo la sera prima con i componenti Aldo
Aledda (CEDISE Sardegna), Ilaria Del Bianco
(Lucchesi nel Mondo), Anna Lanfranchi (Trentini nel Mondo) e Patrizio De Martin (Bellunesi nel Mondo). Dopo il saluto di benvenuto
rivolto ai partecipanti da parte del Presidente
dei Trentini nel Mondo, Alberto Tafner, il Presidente dell’Unione Narducci, ha illustrato
un’interessante e dettagliata relazione sull’attuale situazione politica e sociale dell’emigrazione a livello nazionale, contenuta nel “Manifesto degli Stati Generali dell’Associazionismo degli Italiani nel Mondo”, che valorizza
il potenziale culturale, sociale, economico e
politico rappresentato dalla presenza italiana all’estero – con i suoi 80 milioni di oriundi,
favorendo la transizione dalla “vecchia emigrazione” alle nuove generazioni di Italiani in
ogni parte del Mondo – e con particolare attenzione ai nuovi fenomeni di mobilità contemporanea; documento sottoscritto dalle
principali realtà associative compreso l’UNAIE. L’elezione dei nuovi COMITES è stata oggetto di numerosi interventi per le difficoltà
burocratiche operative nell’applicazione dei
vari punti esposti, invitando comunque tutte
le associazioni a sollecitare gli italiani all’estero a recarsi al voto. L’Assemblea ha provveduto ad eleggere il Collegio dei Revisori dei
Conti nelle persone di: Fabio Ziberna, Direttore dei Giuliani nel Mondo (Trieste); Nicola
Stivala, Presidente “Gente Camuna” (Brescia);
Renzo Mattelig, Direttore, “Unione Emigranti
Sloveni (Cividale) ed i Probiviri nelle persone
dei Presidenti emeriti On. Ferruccio Pisoni, il
Sen. Aldo De Gaudenz e l’Avv. Mimmo Azzia.
Confermati i Presidenti Onorari On. Dino De
Poli e Sen. Mario Toros. È stata infine accolta
la nuova adesione all’UNAIE dell’Associazione Campani nel Mondo.
MIGRANTES: RAPPORTO 2014
OLTRE 4 MILIONI E MEZZO ALL’ESTERO
La Fondazione Migrantes ha presentato il Rapporto Italiani nel
Mondo 2014 (ed. Tau), giunto alla
nona edizione. Il RIM è uno strumento culturale che si propone di
trasmettere informazioni, nozioni,
conoscenze sull’emigrazione italiana del passato e sulla mobilità degli italiani di oggi ad un pubblico
vasto con un linguaggio semplice
e immediato.
Per una maggiore comprensione
delle partenze di oggi dall’Italia,
che hanno raggiunto nel 2013 il
numero di 94.000 persone – cifra
superiore ai flussi dei lavoratori immigrati in Italia - in questa edizione,
oltre i dati del consueto database centrale dell’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, si sono
analizzate e descritte anche le iscrizioni all’AIRE
con la sola motivazione dell’espatrio avvenute
nel corso del 2013. Questi dati, insieme alle riflessioni sull’emigrazione interna, sulla mobilità per
studio e formazione e dei ricercatori italiani, dei
frontalieri nel Canton Ticino e il confronto con gli
spostamenti degli italiani nell’ambito dei principali paesi europei, offrono un quadro articolato
sul significato della mobilità italiana di oggi, sulle
sue caratteristiche, sui trend che segue e sulle
novità che emergono.
La prospettiva storica è prerogativa fondamentale di questo annuario soprattutto perché affiancata alla riflessione sull’attualità con indagini non solo su specifiche situazioni territoriali
di partenza e di arrivo, ma anche sull’idea che
i media trasmettono della mobilità, il desiderio
di partire e quello di tornare dei nostri connazionali. Alle indagini seguono le riflessioni su
temi particolarmente attuali, che vengono poi
riferite al territorio attraverso le testimonianze
di esperienze contemporanee.
Segue lo Speciale Eventi suddiviso in due parti.
Il caso italiano è emblematico: la diaspora del
secolo della grande migrazione (1876-1976) è
RINVIATE LE ELEZIONI COMITES
Il Consiglio dei Ministri ha approvato un decreto sul rinvio delle elezioni dei Comitati degli Italiani
all’estero. Le elezioni si terranno il 17 aprile 2015. Le iscrizioni alle liste per l’espressione della volontà di voto saranno possibili fino al 18 marzo 2015. Questo l’annuncio del Sottosegretario agli
Affari Esteri Mario Giro, in sede di audizione al Comitato per gli Italiani nel Mondo. Il rinvio è stato
dettato dal fatto che, stante il numero limitato di partecipazioni, si rischiava di ingenerare limitazioni e dubbi sulla percorribilità del sistema che, invece, si intende applicare anche per le elezioni
politiche. Sia il Sottosegretario Giro che il Presidente del Comitato On. Porta hanno sottolineato
come si tratti di un rinvio della data, che non mette in dubbio quanto già fatto finora.
stata il più importante veicolo di
diffusione di un modello alimentare che è penetrato nelle cucine dei
molti paesi di destinazione. La cucina italiana non è stata esportata
solo da una minoranza di professionisti dell’arte culinaria, ma è stata creata nei molti luoghi raggiunti
dall’emigrazione dei connazionali
nella dimensione privata, largamente inconscia e trasmessa oralmente. Nel mondo sono 4.482.115
i cittadini italiani residenti all’estero
iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) al 1° gennaio del 2014. L’aumento in valore
assoluto rispetto al 2013 è di quasi
141 mila iscrizioni, il 3,1% nell’ultimo anno. La
maggior parte delle iscrizioni sono per espatrio
(2.379.977) e per nascita (1.747.409).
Lungo il corso del 2013 si sono trasferiti all’estero 94.126 italiani – nel 2012 sono stati 78.941 –
con un saldo positivo di oltre 15 mila partenze,
una variazione in un anno del +16,1%.
Per la maggior parte uomini sia nel 2013
(56,3%) che nel 2012 (56,2%), non sposati nel
60% dei casi e coniugati nel 34,3%, la classe di
età più rappresentata è quella dei 18-34 anni
(36,2%). A seguire quella dei 35-49 anni (26,8%)
a riprova di quanto evidentemente la recessione economica e la disoccupazione siano le effettive cause che spingono a partire.
Il Regno Unito, con 12.933 nuovi iscritti all’inizio
del 2014, è il primo Paese verso cui si sono diretti i recenti migranti italiani con una crescita del
71,5% rispetto all’anno precedente. Seguono la
Germania (11.731, +11,5% di crescita), la Svizzera (10.300, +15,7%), e la Francia (8.402, +19,0%)
Dall’Italia dunque non solo si emigra ancora,
ma si registra un aumento nelle partenze che
impone nuovi interrogativi e nuovi impegni.
Ed è questo l’impegno che la Fondazione Migrantes si è imposta, soprattutto alla luce degli
ultimi sviluppi e dell’incremento numerico degli spostamenti che riguardano oggi migliaia
di giovani, mediamente preparati o altamente
qualificati, con qualifiche medio alte o privi di
un titolo di studio. Solo quando ci si convincerà delle opportunità che un italiano ha fuori
dell’Italia di arricchire e valorizzare il Paese in
cui è nato, probabilmente si capirà cosa significhi effettivamente parlare di “risorsa migrazione”, dove per ricchezza non si intende solo
quella economica, ma anche tutto ciò che di
positivo ritorna in termini culturali.
Giuliani nel Mondo
Sud Africa
Johannesburg - Cape Town 22-28.9.2014
5° Conferenza dei giovani corregionali nel Mondo
4° Conferenza dei Protagonisti corregionali nel Mondo - FVGworldplayers
IDENTITÀ,
INNOVAZIONE,
ECONOMIA
E
NUOVA
EMIGRAZIONE
La Regione Friuli Venezia Giulia incontra i giovani corregionali dell’Africa
e i Protagonisti corregionali nel Mondo - FVGworldplayers
DIARIO di Johannesburg e Cape Town
Convegno dei giovani corregionali del Sud Africa e dei protagonisti corregionali nel Mondo.
Meeting of young fellow Region people living in South Africa and FVGworldplayers
All’iniziativa “Identità, innovazione, economia
e nuova emigrazione” in Sud Africa, programmata dall’Assessorato alla Cultura Sport e Solidarietà della Regione Autonoma Friuli Venezia
Giulia, con il coordinamento del Servizio Corregionali all’estero e lingue minoritarie e che
ha visto capofila l’Associazione Giuliani nel
Mondo di Trieste – la partecipazione di esponenti delle altre 5 associazioni dei corregionali
(EFM, EFASCE, ERAPLE, UES, ALEF) – sono state
coinvolte direttamente oltre 700 persone tra
giovani figli e nipoti di emigrati, imprenditori
giuliani, friulani e sudafricani, esponenti del
mondo politico, amministrativo, dirigenti, studiosi, soci e familiari che gravitano nella sfera
del mondo dell’emigrazione.
La settimana sudafricana (22-28 settembre)
a Johannesburg e a Città del Capo della delegazione ufficiale regionale – guidata dal presidente del Consiglio Franco Iacop ed assistita da
Dario Locchi presidente e Fabio Ziberna direttore del Sodalizio giuliano – è stata quanto mai
intensa e proficua sia sotto gli aspetti culturali – identitari quanto economico - istituzionali.
Accompagnavano il Presidente Iacop i funzionari del Servizio dei Corregionali all’estero Lucio
Pellegrini e Bruna Zuccolin mentre Leonardo
Gambo dell’AGM ha svolto la funzione di coordinatore ed assistenza convegnistica.
La scelta di organizzare l’evento nella Provincia
del Gauteng ed in quella del Capo Occidentale
- dopo l’Australia nel 2007 a Melbourne, l’America del Sud a Porto Allegre nel 2009, nel Nord
America a Toronto nel 2011 e l’Europa a Marsiglia nel 2013, ed una parentesi in Croazia a Fiume nel 2013 – scaturisce dal fatto che in queste
due aree che contano ben 16 milioni di abitanti
(4 milioni nella sola Johannesburg, capitale
economica del paese e 3,5 a Città del Capo)
sono attivi e concentrati i nostri corregionali.
Segnatamente due i filoni che hanno contraddistinto questa qualificata presenza regionale,
uno a carattere socio-culturale, sportivo ed
associazionistico e l’altro economico-politico.
Il primo ha avuto come scenario due convention, una tavola rotonda nell’ambito della
quinta conferenza dei giovani corregionali nel
mondo presso la sede del Club Italia, la quarta
conferenza dei protagonisti corregionali nel
mondo – FVGworldplayers, nella sede della
Dante Alighieri, due conviviali celebrative alla
Casa Italia, rispettivamente per il 15° anniver-
Alla sede della SASCOC (Comitato
Olimpico del Sud Africa), Franco Iacop
riceve il quadro di Nelson Mandela.
L’entrata della sede della Holding Giuricich.
Sede ICE – Agenzia per la promozione all’estero
conferenza stampa di presentazione dell’iniziativa.
Working presso la INVESTEC BANK alla presenza dei vertici dell’istituto di credito.
L’avv. George Bizos consulente della Famiglia Mandela
presenta il suo libro “Odyssey to Freedom”.
Scambio di biglietti da visita.
Sede della FIRST NATIONAL BANK incontro informativo.
La sede della Banca.
sario di costituzione dell’Associazione Giuliani
di Johannesburg, il 40° di fondazione del coro
“Giuseppe Verdi”, (struttura che ospita i corregionali anziani del FVG) la consegna dei fondi
raccolti in beneficenza a favore della Casa Serena, dell’Associazione Assistenziale Italiana e
per la Little Eden, che ospita quanti sono colpiti da particolari malattie, due conferenze stampa nella sede dell’ICE coordinate dal direttore
Giulio Mulas, riunioni specifiche e settoriali alla
Dante Alighieri, presieduta da Gaetano Giudice, tra operatori (B2B) dei settori del marmo,
edilizia, meccanica, enogastronomia, mobili,
tecnologie avanzate, visite ad impianti coordinato dall’imprenditore Roberto Opeka nonché
due incontri con i dirigenti dei due massimi
istituti bancari sudafricani (First National Bank
presenti Howard Arrand e Zitwe Nxedlana e la
Investec Bank con Annabel Bishop).
Dalle discussioni e dagli interventi è emerso
che i piani di sviluppo del Paese, con il supporto governativo, presentano come prioritari
nell’ordine i settori dell’agricoltura-foreste,
edilizia ed elettricità.
Il secondo filone registra tre colloqui a livello
governativo con il Ministro Qedani Dorothy
Mahlangu, il presidente del Consiglio della
Provincia del Gauteng, Uhuru Moiloa e la presidente del Parlamento della Provincia del Western Cape, Sharna Fernandez.
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Giuliani nel Mondo
DIARIO di Johannesburg e Cape Town
Numerosi gli argomenti discussi nel quadro di
una prospettiva di intensificazione delle relazioni tra il Sud Africa e le istituzioni regionali.
Negli incontri sono state sottolineate le varie
iniziative finanziate dalla Regione con i progetti “Gateway to South Africa” (settori arredo,
design, agricoltura e vino) e “FVG vs Global
Competition”, rivolto ai Paesi dell’Africa Subsahariana (Nigeria, Ghana, Sud Africa) per l’agroalimentare.
In questo contesto si inserisce la cerimonia
svoltasi il 16 dicembre a Trieste in Consiglio regionale per la commemorazione, a distanza di
un anno, dalla scomparsa di Nelson Mandela,
iniziativa auspicata durante una precedente
visita in Regione - del Console Generale a Milano Saul Kgomotso Molobi accolto dall’Assessore Gianni Torrenti e vista con grande entusiasmo da George Bizos (presente ad una nostra conferenza stampa) avvocato personale
di Mandela. Si erano conosciuti nel 1941 e poi
hanno frequentato assieme nel 1948 l’Università divenendo fraterni amici.
Bizos ha fatto omaggio ai presenti della sua
antologia “Odyssey to Freedom” comprendente 600 pagine e decine, decine di fotografie
inedite.
Promotore di detto incontro l’avvocato Maurizio Mariano personaggio di spicco nel mondo
giudiziario a Johannesburg e collaboratore dei
nostri corregionali.
Momento di riflessione da ricollegarsi nell’ambito della pacifica convivenza dei 14 gruppi
etnici che compongono la Repubblica sudafricana, la cerimonia della messa a dimora di
due vitigni, denominati “il vino dell’amicizia
tra il FVG ed il Sud Africa”, di provenienza dalle coltivazioni regionali, presso il monumento
dedicato all’Esodo ed alle Foibe, eretto dall’Associazione Giuliani di Johannesburg opera
ideata dall’arch. Jenna Stelli e progettata da
Glauco Vidulich.
La benedizione è stata impartita da don Giustino Wylie che ha tra l’altro ricordato come
“questa vite dell’amicizia ci serve a ricordare
concretamente i legami di solidarietà che uniscono noi e voi malgrado le distanze che ci
separano”.
Da evidenziare altresì una visita al Waterfront
di Città del Capo, il complesso marittimo –
portuale – ricettivo, ristrutturato (120 ettari,
17.000 persone impiegate, 450 attività commerciali, 80 pubblici esercizi, 11 alberghi, una
marina di 250 posti barca, 600 appartamenti
venduti ed altri 250 in costruzione).
Il 40% delle iniziative sia edilizie che in altri
settori sono state realizzate da parte dei privati.
Tale realtà, al 50% tra governo e privati, contribuisce ad una presenza media annua di
ben 24 milioni di visitatori tra nazionali e stranieri con una rendita che va a seconda dell’attività dal 10 al 35% sugli investimenti.
All’incontro con i vertici della struttura, Steven
Bentley presidente, Andre Blaine, direttore
esecutivo e Mike Brokenshire direttore dei piani di sviluppo, sono emersi parallelismi – sottolineati dai dirigenti africani – con ipotesi di
riconversione per lo scalo triestino così come
già avvenuto per altre strutture portuali (Baltimora, New York, Madera in Argentina, ecc).
Il complesso marittimo-ricettivo di Città del
Capo che è definito “Il gioiello del Sud Africa”
potrebbe rappresentare – a detta del Management V. and A. Waterfront, a suo tempo in
visita a Trieste – un modello da seguire per il
porto giuliano si da risultare “Il gioiello dell’Adriatico”.
In merito alla parte scientifica nei rapporti
con Trieste la delegazione – accolta da Luiz
Zerbini coordinatore del gruppo Genoma ed
Irene Muriuki direttore – ha visitato gli avanzati laboratori di ricerca della sede distaccata
dell’ICGEB (Centro Internazionale di Ingegneria Genetica e Biotecnologia) giuliano guidata
dal prof. Mario Giacca ed ubicata all’interno
del Campus universitario.
La struttura fondata nel 2007 che comprende
uno staff di 70 persone di cui 60 ricercatori
provenienti da una ventina di paesi, in 7 anni
di attività si è imposta, grazie anche al know
how triestino, in tutto il continente africano
quale centro di eccellenza e di base per l’ap-
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Visita ad un centro lavorazione del
marmo gestita da una corregionale.
In un cantiere industriale del settore
della metalmeccanica pesante.
La benedizione.
La messa a dimora del vitigno “Il
vino dell’Amicizia” tra il FVG ed il Sud
Africa presso il monumento dedicato
all’Esodo ed alle Foibe.
L’interramento.
I nostri corregionali assistono alla
cerimonia.
Uno scorcio della sala con il tavolo promozionale.
Una panoramica dei commensali.
I soci, familiari alla serata.
La sede della Dante Alighieri.
Il tavolo della presidenza della
4° Conferenza dei Protagonisti
corregionali nel mondo.
Un momento della tavola rotonda.
Franco Iacop conclude i lavori.
profondimento delle malattie più frequenti e
radicate in tutta l’Africa quali HIV, malaria, tubercolosi e cancro con una sezione ad hoc per
l’agricoltura.
In occasione dello Heritage Day, festa nazionale per il riconoscimento dei vari aspetti della
cultura (lingua, storia, cibo nel Paese che tu
vivi), giornata voluta da Mandela nel 1996 il
gruppo è stato ospite a Soweto con una sosta
nei luoghi simbolo del leader e della storia della lotta all’Apharteid.
A Città del Capo, coordinatore Dario Locchi
ed animatore Lorenzo Colussi, si sono riuniti
e confrontati una trentina giovani di prima,
seconda e terza generazione unitamente a
corregionali che hanno frequentato sia i Corsi
Origini del MIB quanto del Collegio del Mondo
Unito di Duino di cui ben 15 appartenenti al
Club giuliano.
Un dibattito sulle iniziative da intraprendere
per mantenere e consolidare il legame tra loro,
le associazioni e la terra d’origine.
Dai vari interventi dei giovani è emerso che
per loro il “legame” non è tanto la lingua ma
l’origine anche se c’è sempre un interesse per
l’italiano. Inoltre la richiesta base è il potenziamento della comunicazione con le forme di
loro uso comune.
In questo contesto a più voci ed da più parti
(giovani, associazioni, soci) è emersa la richiesta che nel 2015 la Regione convochi gli “Stati
Generali” dell’emigrazione per fare il punto e
per un confronto, a distanza di tempo, sulle tematiche dei Corregionali all’estero.
Interviene Michele Bernardon.
Foto ricordo con il ministro del
Governo del Gauteng Qedani Dorothy
Mahlangu presente il deputato Uhuru
Moiloa.
Il presidente Franco Iacop per il
discorso beneaugurale.
Giuliani nel Mondo
DIARIO di Johannesburg e Cape Town
Giorgio Della Cia, titolare di un’azienda
agricola con particolare riguardo alla
produzione della grappa accoglie gli ospiti.
Roberto Bottega illustra la nuova
sede dell’azienda agricola.
Scambio di doni tra Iacop e Bottega.
Franco Iacop apre i lavori della
Conferenza dei giovani.
Il saluto del Console Edoardo Maria
Vitali.
L’intervento di Dario Locchi.
ll gruppo delle “signore” in partenza
per la visita ai vigneti.
Relaziona la Bruna Zuccolin.
I partecipanti intonano “Fratelli d’Italia”.
L’intervento di Lorenzo Colussi.
Il coro “Giuseppe Verdi”.
Imprenditori assistono ai lavori.
Foto ricordo del convegno.
La delegazione è stata ospite a Soweto per
la celebrazione dello Heritage Day, la festa
nazionale di riconoscimento dei vari aspetti
della cultura in Sud Africa.
La famiglia Giuricich premiata.
Uno dei cantieri aperti della Giuricich.
Minuziosa la visita agli impianti vitivinicoli
nella zona di Stellenbosh (un’estensione pari
a quella del Collio) degli imprenditori Roberto
Bottega e Giorgio Della Cia quest’ultimo anche produttore di grappe.
Inoltre sono stati visitati tre cantieri che in
questo momento il lussignano Nicky Giuricich, presidente dell’Associazione Giuliani in
Sud Africa, della Bros Construction Giuricich
ha in essere.
Dopo i viticoltori friulani non poteva mancare
una sosta alla pizzeria Big Route gestita da un
triestino (già calciatore della Triestina) Adriano
Zurini. La top gourmet nel menù presenta ben
50 varianti della pizza dalle classiche alle slim
con i più disparati nomi di fantasia.
Durante la conviviale è stata concordata la
costituzione di un sodalizio giuliano che
avrà sede presso il suo locale in presenza
del fatto che a Città del Capo non meno di
una decina sono i triestini attivi in vari settori dell’economia tra cui Marta Gobbo e
Raphael Paterniti che stanno inaugurando
una Openwineza.
La presenza della delegazione regionale si è
conclusa con l’inaugurazione dello stand del
FVG nell’ambito della festa della Comunità
italiana a Johannesburg allestito con prodotti tipici grazie alla collaborazione dell’Agenzia
regionale dell’FVG, dell’Agenzia regionale per
lo sviluppo rurale – ERSA e numerosi produttori enogastronomici.
La nostra struttura espositiva è stata letteralmente presa d’assalto – la manifestazione
ha registrato oltre 5.000 visitatori – tanto che
non è stato possibile accontentare centinaia
di “assaggiatori” di fave, presniz, gubane, ecc.
e degustatori dei vini ed inoltre al primo pomeriggio grazie gli organizzatori, ed in particolare del giovane Mario Giuricich bilaureato
ma futuro imprenditore pasticcere hanno
sfornato strudel andati a ruba.
Durante le manifestazioni il gruppo regionale è stato assistito dalle nostre autorità diplomatiche rispettivamente a Johannesburg dal
Console Generale Gabriele Di Muzio ed a Città del Capo dal Console Edoardo Maria Vitali,
nonché da Vito Casiello responsabile marketing della Camera di Commercio Sudafricana.
Tra le autorità presenti da segnalare Salvo
Cristaudi presidente del Comites di Johannesburg e Roberto Boni di Città del Capo, Pino
Nanna e Riccardo Pinna consiglieri del CGIE,
Claudio D’Agostini direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Pretoria, Simonetta De Paoli
presidente della Dante Alighieri di Città del
Capo, Giuliana Loi Cockcroft presidente del
Fogolar di Città del Capo che ha coordinato la
conviviale sociale friul-giuliana alla conclusione del meeting dei giovani.
Della delegazione per i Sodalizi regionali hanno presenziato Michele Bernardon presidente
dell’EFASCE di Pordenone, Piero Villotta vicepresidente dell’EFM e Graziella Coren vicepresidente dell’Unione Emigranti Sloveni.
Alla tavola rotonda i protagonisti regionali nel mondo – operatori che si distinguono
nella vita economica e sociale del paese che li
ospita – Gustavo Fabrisin e signora dall’Argentina, Mario Tommasi dal Lussemburgo, Marco
Macorigh dalla Gran Bretagna/Canada, Bruno
Mrak e Patrik Podhorsky dalla Slovacchia – si
sono confrontati con imprenditori locali mettendo a fuoco – coordinati da Iacop e Locchi
– una serie di problematiche che partono da
una auspicata maggiore disponibilità della
Regione a supportare le iniziative all’estero la
dove sono loro gli “ambasciatori” presenti, essere di riferimento, assieme alle sedi all’estero
delle associazioni per il “sistema FVG”.
E’ stata ribadita inoltre la necessità di rive-
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Giuliani nel Mondo
DIARIO di Johannesburg e Cape Town
dere il funzionamento della “cabina di regia”
nonché temi e modalità della collaborazione
economica innovativa sulla base delle analisi
e delle riflessioni a seguito delle due relazioni
sviluppate da Lucio Pellegrini e Bruna Zuccolin del Servizio regionale dei corregionali che
hanno dato spunto e base quali temi conduttori del convegno. Non è stata tralasciata anche la parte sportiva con un incontro con i vertici del SASCOC (Confederazione sportiva del
Sud Africa e del comitato olimpico), quale atto
di cortesia che fa seguito alle riunioni svoltesi
tempo fa in Consiglio regionale con i rappresentati del suddetto organismo sportivo.
Al cordiale incontro erano presenti il presidente Gidon, il direttore generale Ezera Tshabangu, il CEO Tubby Reddy, Emilie Smith della
commissione atletica, Jean Kelly e Kim Schon-
feldt componente il comitato nonché alcuni
atleti di fama internazionale.
Va ricordato che esiste un’accordo di cooperazione sottoscritto con la città di Gemona. E’
stata quindi occasione da parte di Iacop per
sottolineare la volontà di rafforzare quegli
ideali di collaborazione nel campo agonistico tra il Sud Africa e la Regione e che hanno appunto trovato significativo riscontro
nell’accordo di cooperazione che prevede la
presenza e soggiorno nella città friulana di
gruppi di atleti sudafricani in occasione delle
loro tournèe per le competizioni in Europa.
Ma a chi si deve questa complessa iniziativa? Una delle famiglie più note in queste
due città: quella dei Giuricich di Lussino che
rappresentano un colosso nel settore delle
costruzioni e che fanno da catalizzatore coinvolgendo le altre famiglie giuliano-dalmate
del territorio nonché altre realtà associazionistiche regionali e nazionali.
Pertanto i nostri corregionali quelli storici,
i giovani e la mobilità professionale sono
l’orgoglio ed i portabandiera della cultura e
rappresentano una risorsa che va valorizzata
perché svolgono un importante ruolo nella
diffusione delle nostre tradizioni e nella promozione dei prodotti e servizi.
Gli eventi sono stati trasmessi in diretta streaming a cura di Marco Macorigh. Complessivamente la trasmissione è stata seguita da un
migliaio di persone in 12 Nazioni.
La delegazione incontra Sharna
Fernandez speaker del Parlamento
della Provincia Western Cape.
Foto di gruppo con alle spalle il
Waterfront di Città del Capo.
Parte del gruppo ad una riunione
conoscitiva.
La presidente dei friulani
Giuliana Loi Cockcroft.
A sinistra la mente organizzativa Lisa
Vidulich e la cara Margherita Faccio
instancabile suggeritrice.
E chi medita il rientro
in attesa del volo.
Non sono mancati i momenti
conviviali.
I nostri imprenditori con Bruna
Zuccolin.
Chi lavora, chi suggerisce e chi
controlla!
Giovani, imprenditori e delegazione
per la tradizionale foto ricordo.
La delegazione del FVG a Johannesburg.
Il coordinatore per gli imprenditori
Roberto Opeka.
La Giuricich per il supporto logistico.
Il Console Generale e la consorte in
visita all’esposizione.
Non mancano le “Supporter”
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La copertina del libro – composto da
600 pagine – Odyssey to Freedom.
Visita ufficiale al Centro di Città del Capo del Ministro della Scienza e della
Tecnologia del Governo Sudafricano Derek Hanekom.
Giuliani nel Mondo
NOTIZIARIO EUROPEO
BELGIO
Eventi socio-culturali a livello comunitario
Il Circolo di Bruxelles conta oltre cinquanta iscritti, con diritto di voto in Assemblea generale, e circa 150 simpatizzanti. La nazionalità italiana è prevalente, ma ci sono anche una
trentina di non italiani. Fra i soci sono rappresentate anche le nazionalità austriaca, belga,
francese, irlandese, olandese, slovena e spagnola, cui vengono ad aggiungersi, fra i simpatizzanti, le nazionalità greca e tedesca. Ciò trova spiegazione nello spirito di apertura del
Sodalizio e nel carattere internazionale di Bruxelles.
La Modiano a Bruxelles
L’Ufficio di collegamento della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e l’Associazione Giuliani
nel Mondo di Trieste e di Bruxelles - in stretta
sintonia con la Modiano - hanno organizzato la
mostra “Europe before Europe - Arte e impresa
senza frontiere fra il XIX e il XX secolo nell’esperienza pubblicitaria della Modiano”, in occasione
del semestre di presidenza italiana del Consiglio
dell’UE sotto il patrocinio della Rappresentanza
permanente d’Italia presso l’UE.
L’evento ha avuto luogo presso il Comitato
economico e sociale europeo il 16 dicembre.
In precedenza, il Duo Enfants Terribles (Massimo Crispi, tenore, Marco Rapetti, pianoforte) si
sono esibiti in un concerto di arie e musiche di
vari paesi “L’Europe galante”.
La Mostra comprende cartelloni pubblicitari
della società cartotecnica triestina Modiano,
fondata nel 1868, la cui attività assunse rapidamente rinomanza internazionale, con stabilimenti inizialmente a Trieste, poi a Romans
d’Isonzo, Fiume (oggi Rijeka in Croazia) e Budapest.
Attiva dapprima nei settori dei giochi di carte, prodotti per fumatori e litografia in una
vasta area dell’Impero Austro-Ungarico (di cui
Trieste ha fatto parte fino alla fine della Prima
Guerra Mondiale), con lo sviluppo dell’attività
pubblicitaria anche per conto terzi la Modiano rafforzò la sua immagine e, avvalendosi del
contributo di artisti di fama, divenne promotrice della cartellonistica italiana.
Esposte una quarantina di opere originali in
italiano, croato, francese, inglese, tedesco, ungherese dal 1892 al 1934, in prevalenza antecedenti la Prima Guerra Mondiale, riguardanti
svariati settori (carte da gioco, cartine da siga-
Il Commissario Sapori, un francese “triestino”
Julien Sapori, che vive a Parigi (fratello di Emiliano Sapori, che vive a Trieste), Commissario
di polizia, direttore compartimentale della sicurezza pubblica della Manica, ha inaugurato
il 17 settembre a Saint-Lo una particolare Mostra.
L’esposizione, intitolata “Disobbedire per salvare; giustizia tra le Nazioni” e composta da
toccanti immagini iconografiche, mette in
luce “episodi tristi della storia francese, Paese
che ha avuto 76.000 deportati ebrei, di cui il
40 per cento arrestati dalle forze dell’ordine
francesi dell’epoca, ma alcuni di loro, ben 54,
hanno salvato decine e decine di ebrei”.
Ampio spazio a questa cerimonia è stata dedicata dalla stampa francese.
Come noto Julien Sapori è uno storico di grande fama, non soltanto in Francia, per le sue
particolari ricerche che mettono in luce episodi, vicende, fatti, racconti che hanno attinenza
sia con le cronache attuali quanto del passato,
Julien Sapori.
CROAZIA
Sergio Gnesda e le “sue” casite
Sul quotidiano “La Voce” di Fiume nel mese di
ottobre è apparso a piena pagina un articolo,
a firma di Rosanna Turcinovich Giuricin, dedicato alla passione di Sergio Gnesda – rappresentante del nostro Sodalizio in Francia – per
le “sue” casite.
Otto domande ed altrettante interessantissime risposte dove racconta questa sua naturale
inclinazione per le casite e le masiere (muretti
a secco) che rappresentano uno spaccato di
civiltà sia per l’importanza nell’organizzazione
delle attività agricole ma anche per il lato estetico, soprattutto le casite - kazuni, koce, hiske
- risultato di una sapiente e collaudata tecnologia di costruzione.
L’articolo presenta un preciso leit-motive perché Gnesda, nato a Verteneglio, sottolinea che
nelle verdi campagne istriane “basta gratar e
vien fora de tuto”.
rette, alcoli, rotte marittime, alimentazione,
carburanti e altri).
Al valore storico-artistico della mostra si aggiunge quello simbolico in quanto riflette la
situazione di un tempo in cui i popoli di quelle
regioni (oggi in particolare Austria, Croazia,
Italia, Slovenia, Ungheria) si spostavano liberamente senza frontiere, una situazione ritrovata con la recente entrata della Croazia nell’Unione Europea.
Ampio servizio nella nostra prossima edizione nel 2015.
Incontro con Paolo Rumiz
Il Direttivo del Circolo di Bruxelles dell’Associazione Giuliani nel Mondo ha incontrato Paolo
Rumiz, giornalista e scrittore triestino, il 19 novembre presso l’Istituto Italiano di Cultura di
Bruxelles, nell’ambito delle iniziative che la Regione Veneto organizza per commemorare
l’inizio della prima guerra mondiale.
L’editorialista triestino ha trattato il tema “Un secolo dopo – Viaggio sui fronti della Prima
Guerra Mondiale nell’Europa di oggi”.
100° Anniversario del Caffè San Marco
Il Circolo di Bruxelles ha festeggiato il 100° anniversario del Caffè San Marco di Trieste con
una presentazione di Massimiliano Schiozzi,
direttore di Comunicarte, casa editrice triestina che ha pubblicato il volume di Stelio Vinci
sullo storico caffè, e con una mostra di fotografie tratte dal volume stesso.
Alla manifestazione ha assistito il Direttore
dell’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles,
Paolo Grossi, cui è stata offerta in omaggio
una copia del volume (foto a destra).
L’immagine riprende il tavolo dei lavori. Dalla
sinistra Guido Bognolo, Flavio Tossi, Massimiliano Schiozzi e Giulio Groppi.
FRANCIA
Sergio Gnesda.
MONTENEGRO
A Cattaro incontro con la Comunità Italiana
Il 28 e 29 novembre si è tenuto a Cattaro
(Montenegro) un incontro organizzato dalla
Regione, in collaborazione con l’ERAPLE, rivolto alla comunità italiana ed, in particolare, agli
studenti del Liceo, ove si insegna l’italiano, e
dell’Università. Per le Associazioni dei corregionali all’estero erano presenti il Presidente
dell’EFASCE Bernardon, il Direttore dell’ERAPLE Costantini e l’AGM con il Presidente Locchi
ed il Direttore Ziberna.
L’iniziativa fa seguito alla presenza di una delegazione proveniente dal Montenegro in occasione della Convention dei giovani europei
discendenti di corregionali emigrati, tenutasi
nel mese di dicembre 2013 a Fiume e dedicata
all’entrata della Croazia nella Comunità Europea. La delegazione regionale, che era guidata dal Consigliere regionale Emiliano Edera,
dopo il convegno rivolto ai giovani, ha avuto
una serie di incontri con il neo-eletto Sindaco
di Cattaro Aleksandar Stjepcevic, con il Vescovo Iljia Janjic e con la Comunità degli Italiani
guidata dal Presidente Alexandar Dender e dal
Presidente onorario Paolo Perugini.
Presente per l’Ambasciata, il Primo segretario
Antonella Fontana.
Nel prossimo numero del trimestrale il servizio
sulla manifestazione.
Con il Vescovo Iljia Janjic.
Consegna delle bandiere alla
Comunità.
La sala durante il Convegno con i
giovani.
Con il Sindaco Aleksandar Stjepcevic.
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Giuliani nel Mondo
News con la A DEI TRE CONTINENTI - AFRICA - ASIA - AUSTRALIA
ASIA
AFRICA
Da Hong Kong Stefano Bassanese Cerimonie commemorative a
Città del Capo e a Johannesburg
Stefano Bassanese con al suo fianco alla destra
l’amico fotoreporter Marino Sterle.
Il triestino Stefano Bassanese recentemente è rientrato nel capoluogo giuliano per qualche giorno e ha fatto tappa anche
alla sede dei Giuliani nel Mondo, per raccontare la sua avventura all’estero e per evidenziare le opportunità di collaborazioni
economiche con aziende italiane in Cina.
Bassanese, general manager del noto ristorante Domani ad
Hong Kong, dopo una prima esperienza in Australia, da anni
ormai risiede in Cina, dove lavora con successo.
“I cinesi amano il made-in-Italy e c’è un mercato vivace di prodotti, soprattutto legati all’enogastronomia, che vengono molto apprezzati” – spiega – “penso che molte aziende del Friuli
Venezia Giulia potrebbero trovare nuovi sbocchi in questo
Paese o avviare collaborazioni importanti e innovative. Penso
ad alcune eccellenze, come il vino ad esempio, ma non solo. Il
mio suggerimento agli imprenditori locali è di ampliare i propri
orizzonti, pensando anche a questa fetta importante di clienti,
anche se lontani”.
E Bassanese propone qualche consiglio anche per i giovani: “Ci
sono tanti ragazzi in Italia e anche a Trieste, desiderosi di realizzare un’esperienza lavorativa, anche breve, all’estero. Perché
non considerare la Cina? Hong Kong è una metropoli in continua evoluzione – sottolinea – dove sicuramente le possibilità
non mancano, in molti ambiti”.
La lingua non rappresenta un ostacolo. “E’ importante conoscere bene l’inglese – conclude – che ormai viene utilizzato abitualmente ed è fondamentale nei rapporti economici e lavorativi”. Bassanese è diventato anche un punto di riferimento per
molti concittadini e corregionali che abitano ad Hong Kong e
che grazie a lui mantengono radici e contatti attraverso incontri e momenti conviviali.
Foto di gruppo di Giuliani presenti a Zonderwater il 2 novembre per la commemorazione dei 300 soldati italiani deceduti
durante la seconda guerra mondiale. Ben cinque le famiglie
giuliane con i loro componenti: i Giuricich, Opeka, Vidulich,
Ruzzier e Faccio.
AUSTRALIA
Rinnovo delle cariche associative della Famiglia Istriana del South Australia
Il giorno 8 ottobre 2014 si è tenuto
il meeting del Comitato, durante il
quale sono state assegnate le cariche sociali così distribuite: Presidente, Elvia Babich di Rovigno;
Comitato: Alda Bennett di Fiume,
Enzo Gatti di Fiume, Mirella Mancini di Pola, Berto Benvegnù di Montona, Elio Salvagno di Parenzo,
Marcella La Macchia di Pola, Miranda Salvagno di Verteneglio.
AUSTRALIA
Finalmente, dopo 42 anni
ci sono ritornata!
Provo ancora quella forte emozione quando in aeroporto, dopo
i dovuti controlli, cercavo con ansia tra la gente una faccia conosciuta. “Fabiana, Fabiana, welcome back home!”
Ci siamo abbracciate, ed ho pianto, ho pianto tanto (mentre la
mia famiglia, che mi accompagnava, mi guardava stupita ma
non sorpresa).
La mia amica Kristina l’avevo già rivista ma non nel paese dove
ero nata, dove i miei genitori coraggiosamente erano emigrati
per 17 lunghi anni per poi decidere di rientrare per nostalgia in
patria, nella bella Trieste.
In quelle settimane ho rivisto tanti luoghi, indelebili nei miei ricordi: la mia casa, dove ho passato la mia infanzia spensierata,
la scuola che avevo frequentato; la sig.ra Maria, la vicina, che si
ricordava, come fosse ieri, quando giocavo con le sue bambine.
E poi a scoprire le immense distese dell’outback australiano e il
ricordo di mio papà che mi raccontava di esserci stato per lungo
tempo mostrandomi una vecchia foto in bianco e nero.
Australia, paese affascinante, di incomparabili bellezze, dalle distanze sconfinate, pieno di risorse, che ha accolto gente di tutte
le nazionalità dando loro possibilità di iniziare una nuova vita.
Ciononostante, ora più che mai, mi rendo conto di come sia stato difficile per i nostri genitori adattarsi in un paese comunque
tanto diverso e con quanta determinazione, coraggio e spirito di
sacrificio hanno dovuto affrontare questa nuova realtà.
Fabiana Coslovich
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Anche a Worcester, cittadina nell’area di Città del
Capo, su iniziativa di Leonardo Giuricich, presente
il Console d’Italia Edoardo
Maria Vitali, si è tenuta una
commemorazione con la
deposizione di corone e
fiori nell’antico cimitero
militare dove sono sepolti
32 soldati italiani.
Associazione Giuliani Sydney
Celebrato “In Osmizza” il Father’s Day 2014
Domenica 28 settembre, presso il Canada Bay Club
di Fivedock, l’Associazione Giuliani di Sydney ha festeggiato il “Fathers Day” in Osmizza.
Per i giuliani la parola Osmizza rappresenta una delle tradizioni tipiche triestine/carsoline che risale al 1784, durante il regno
dell’Imperatore Giuseppe II d’Asburgo-Lorena.
E fu dovuto al suo giovanile sentimento, legato ai ricordi dei periodi trascorsi assieme alla madre Maria Teresa in quelle ventose
aspre terre bagnate dal mare e dei suoi tipici villaggi carsici, che
nel 1784 l’Imperatore Giuseppe emanò un decreto con il quale
consentiva ai contadini del circondario di Trieste e dell’altipiano
la vendita dei prodotti di loro produzione per un periodo di otto
giorni. Vino, formaggio, prosciutto, pancetta, insaccati misti e,
simbolicamente, le uova sode, per bilanciare e stagnare (voce di
popolo) gli allegri brindisi profusi.
Il nome Osmizza, trasmesso nei secoli, deriva dal sloveno
“Osmen”, cioè il numero “otto”, e sulle case dei borghi per richiamare l’attenzione dei passanti e per trovare le Osmizze, venivano
erette verdi, vistose, frasche d’albero, tradizione che continua.
Quest’anno, per ricordare la lontana tradizione, i componenti
del Comitato dell’Associazione giuliani di Sydney hanno eretto
nella sala del Canada Bay Club una simbolica “Osmizza”, una baracchetta rustica completa di frasca per la distribuzione gratis
ai papà presenti e alle gentili signore del simbolico bicchiere di
vino a loro desiderio ... bianco o rosso... durante la durata della
festa incluso il tipico “stagnante” uovo sodo.
Dopo il pranzo la musica del D.J. Giovanni dava inizio al ballo,
seguito da una simpatica lotteria con premi interessanti. Il Presidente iniziava il “Gioco delle Osmizze” e quello del “Triangolo
delle bevude”, con riferimento alla vasta area vinicola dell’altipiano carsico.
Si trattava del gioco della memoria, ideato da Pino Di Martino,
presidente onorario, di chi cioè ricordava di più il numero e la località delle Osmizze dell’altipiano triestino, con tre premi offerti
dall’Associazione Giuliani Sydney.
Il primo premio, a pieni voti, è stato assegnato alla signora Gigliana Caris, il secondo premio a Giuliano Zoratto e il terzo premio a Mario Zafret. Tra i presenti alla festa del “Papà in Osmizza”:
Michele Di Re, Presidente
dell’Associazione
Molise
NSW e signora, assieme ad
un membro del direttivo e
signora. Sempre presente
con allegria da vendere Daniele Velcich, con un gruppo
di chersini e lussignani. In
chiusura il Presidente Romeo
Varagnolo ha ringraziato i
membri del Comitato per il
lavoro svolto e tutti i fedeli
partecipanti con la promessa
di migliorare sempre di più
le simpatiche tradizionali ricorrenze giuliane istro-dalmate della
Regione Friuli-Venezia Giulia.
Per i passati servizi sociali sono stati premiati: Ermanno Fabian,
Albina Tagliavia e Mario Zafret. Uno speciale ringraziamento al
Presidente onorario Pino Di Martino per il continuo lavoro pubblicitario e fotografico delle nostre tipiche feste.
Romeo Varagnolo
NOMINE ALABARDA SPORT & SOCIAL CLUB
DEL SOUTH AUSTRALIA
È stato eletto il nuovo Comitato Esecutivo per il periodo
2014/15: Presidente Susi Clarkson, vicepresidente Stello Collini,
segretaria Nora Fletcher, tesoriere Robert Stabile, bursar Silvio
Subelli, consigliere Maria Basile.
Associazione Fiumani di Sydney
In attesa di eleggere il nuovo Presidente è stato formato il Comitato che è così composto:
Vice Presidente Layla Hall, Segretaria Serena Breese, Tesoriere
Ethel Cossutta, Comitato: Miro Raubar, Maria Raubar, Laura Zerni e Pia Drewett.
Giuliani nel Mondo
CELEBRAZIONI PER LA PIETRA COMMEMORATIVA DEDICATA
AGLI ISTRIANI DEL CHATHAM - KENT, CANADA
Per tale speciale occasione “El Campanil”, il notiziario informativo della Lega Istriana di Chatham, ha dedicato una edizione particolare
di 32 pagine contenente una serie di notizie, informazioni, discorsi, dichiarazioni, ringraziamenti, nonché decine e decine di suggestive
immagini a ricordo di un’emozionante giornata.
Domenica 28 settembre la Lega Istriana di
Chatham (S.W. Ontario) ha scritto una nuova
e bellissima pagina nel libro che racconta la
storia degli esuli istriani in Canada.
Non è la prima volta che la comunità istriana
del Chatham-Kent si distingue per essere la
prima a ricevere onori cosi importanti da essere considerati un’eccezionalità.
Nel 1990 la Lega Istriana fu la prima associazione privata “straniera” alla quale venne
concesso di alzare la propria bandiera, quella
dell’Istria - blu con la fiera capra nel centro - sui
pennoni del Municipio della Città di ChathamKent a riconoscimento dell’importanza di un
gruppo di persone che con il loro contributo
hanno sempre aiutato a “spingere” la comunità verso un futuro migliore.
Molti anni sono passati da quel giorno ma
gli istriani non hanno mai smesso di lavorare
sodo e grazie al loro ruolo di leader hanno ispirato anche le nuove generazioni di canadesi,
quelli che non “esistevano” ancora nel 1957, ad
interessarsi della storia dell’esodo e di come
dal nulla queste persone siano riuscite a ricrearsi una vita lontano dalla propria Patria.
Con l’interessamento e la conoscenza è arrivato anche il sentimento di incredulità per quanto dolore che la nostra gente ha dovuto vivere
e quello di apprezzamento per quanto fatto in
questi lunghi anni di lavoro e sacrificio.
Sulla spinta di questi sentimenti la classe politica e quella popolare hanno deciso che non
bastavano le parole per esprimere la riconoscenza verso il nostro popolo ed allora è nata
l’idea di apporre una pietra commemorativa
nel più bello e frequentato parco cittadino,
uno tra i più rinomati dell’Ontario, con una tar-
ga che ricordi e testimoni quanto è stato fatto
dagli istriani per una terra, quella canadese,
che li ha accolti a braccia aperte e che è diventata la loro nuova amata Patria.
La cerimonia è stata bellissima e toccante ed
ha visto la partecipazione sia di centinaia di
persone provenienti dai vari angoli dell’Ontario, sia quella dei rappresentanti del governo
dei due Paesi che vivono nel Cuore dei nostri
istriani, l’Italia ed il Canada.
Per il Canada erano presenti il membro del
Parlamento Dave Van Kesteren, il sindaco della città Signor Randy Hope ed il Consigliere Art
Stirling, il quale ha supportato questo progetto dall’inizio alla fine, mentre i rappresentanti
dell’Italia erano S.E. l’Ambasciatore d’Italia Gian
Lorenzo Cornado, Il Console Generale d’Italia a
Toronto Giuseppe Pastorelli e la Vice Console
Onoraria d’Italia a Windsor, Liliana Scotti-Busi.
Una presenza molto importante e significativa è
stata quella del novantenne Signor Jack Mitchinson, che negli anni 50 svolgeva il ruolo di ufficiale di accoglimento degli immigranti che arrivano
in Canada attraverso il porto di Halifax e di ufficiale di accompagnamento visto che, dopo aver
accolto queste persone, le portava fino a Chatham per aiutarli ad iniziare la loro nuova vita. Più
di qualcuno ha versato lacrime di commozione
nel rivederlo dopo cosi tanti anni.
Lacrime che hanno continuato a scorrere sul
viso dei nostri istriani quando la Pietra e la Terra d’Istria, che è stata posta sotto di essa, sono
state benedette dal nostro parroco onorario,
Padre Daniel Bombardie, che ha assunto questo ruolo dopo la scomparsa del suo predecessore Don Giovanni Gasperutti, l’amico di tutti
gli istriani nel mondo.
La prima nord-americana di “Magazzino 18”
“Toronto. Venerdì 12 settembre. Va in scena
Magazzino 18 con Simone Cristicchi.
La sala della Famee Furlane di Toronto è gremita di gente, ci sono famiglie intere di giulianodalmati ma anche di romani, pugliesi, friulani
e veneti, italiani e inglesi, ci sono rappresentanti dell’ERAPLE, dell’EFASCE, dell’Unione degli Emigrati Sloveni, istriani, croati e tanti tanti
altri, stretti attorno ad un progetto. Dopo tre
ore, a luci spente, la sensazione, per tutti, è di
aver assistito ad un evento straordinario”.
Questa la parte introduttiva dell’articolo apparso sul periodico “El Boletin”, nel numero
159, con una fogliazione di 16 pagine, dedicato alla tournée di Cristicchi negli USA-Canada
a firma di Rosanna Turcinovich Giuricin.
Una cronaca dettagliata, puntuale, minuziosa,
con una serie di elementi di grande impatto
ed emozione. Così continua il resoconto della
Giuricin:
“Manifestazioni d’affetto, abbracci e tanti sospiri. Su tutto la consapevolezza di aver preso
parte a un evento epocale. Lo ha testimoniato
Guido Braini, storico presidente del Club giuliano-dalmato di Toronto, che ha passato da
qualche anno il testimone al figlio Joe. È grazie a quest’ultimo che lo spettacolo a Toronto
è stato possibile. Con grande intelligenza ed
abnegazione Joe è riuscito a coinvolgere tutto
il suo comitato e gli altri giuliano-dalmati per
preparare una serata curata sin nei minimi par-
Per continuare vogliamo ringraziare di cuore
i politici canadesi che vivono la loro quotidianità a stretto contatto con la nostra comunità
e ne apprezzano ogni sfumatura e contributo.
Si poteva apprezzare il sorriso di felicità del
Sindaco mentre ammirava la processione di
istriani che a turno posavano con le proprie
famiglie presso la roccia per immortalare con
una fotografia un momento così storico per
tutte le generazioni istriane.
Un immenso grazie va ai nostri rappresentanti
italiani. Era la prima volta che S.E. l’Ambasciatore d’Italia veniva nel Chatham-Kent, dimostrando un interesse enorme per la nostra storia e per l’evoluzione della nostra comunità in
questi 50 e più anni di vita canadese.
È stato un onore enorme vedere l’Ambasciatore spendere la sua giornata qui con noi e
Da sinistra il Presidente onorario della
lega istriana di Chatham, Antonio Perini,
l’Ambasciatore Gian Lorenzo Cornado,
il console generale Giuseppe Pastorelli,
la vice-console Liliana Scotti-Busi,
l’on. Dave Van Kesteren, il consigliere
comunale Art Stirling, il sindaco Randy
Hope e Cristina Perini, Presidente del
nostro Sodalizio.
soprattutto è stato un grandissimo momento
di gioia sentire le parole che ha speso nei nostri confronti al momento dello scoprimento
della pietra commemorativa. Il suo discorso,
genuino e sincero, è arrivato diretto al nostro
Cuore e nelle nostre anime di Italiani lontani
dalla Patria.
Belle parole sono state spese nei nostri confronti da tutti gli ospiti d’onore presenti alla
cerimonia e non hanno fatto altro che arricchire di soddisfazione e prestigio una giornata
già speciale.
Una menzione particolare va dedicata al direttivo della Lega Istriana di Chatham che con il
lavoro svolto in questi ultimi 26 anni ha reso
possibile dare un’identità di gruppo alla popolazione istriana in Ontario.
Al Presidente Onorario Antonio Perini vanno le
nostre più sentite congratulazioni per quanto
fatto nei suoi 23 anni di Presidenza. La pietra
rappresenta un altro riconoscimento del lavoro da lui svolto.
Ed altrettante congratulazioni vanno all’attuale Presidente Cristina Perini che durante i suoi
3 anni di guida del club è già riuscita ad organizzare eventi storici per la comunità come i
25 anni del club e il monumento a Kingston
Park ma che soprattutto ha iniziato una nuova
pagina della storia del club dando un senso ed
una speranza al “SAREMO”, parola che da sempre fa parte del motto del club: “IERIMO, SEMO
e SAREMO”
Per finire la giornata e trascorrere ancora del
tempo assieme tutte le persone presenti si
sono spostate dal Kingston Park al migliore
ristorante di Chatham, Rossini’s, logicamente
istriano, per un bicchiere di Champagne ed
un’allegra cena in compagnia.
L’evento è stato seguito dai media (TV, radio e
giornali) e la notizia ha ottenuto un grande riscontro essendo la nostra pietra il primo monumento dedicato al popolo istriano in Canada.
E poi è bastato pubblicare le fotografie della
giornata sul profilo Facebook (LegaIstrianaChatham) del club per essere sommersi da migliaia di messaggi di congratulazioni da tutto il
popolo istriano sparso per il mondo.
Il cippo inaugurato rappresenta un patrimonio non solo per noi di Chatham ma per tutti i
nostri amici istriani/italiani che ogni giorno ci
aiutano a mantenere vivo il ricordo dell’Esodo
e del dolore vissuto non solo da chi è partito
ma anche da chi è rimasto.
Cristiano Suffi,
per la Lega Istriana di Chatham.
America oggi e La Voce su Cristicchi
Il 2 novembre a Toronto
Due immagini inviateci da Joe Braini, Presidente del nostro Club di
Toronto, scattate in occasione della Santa Messa per il giorno dei
defunti. Soci, familiari al termine della funzione ed un primo piano
della composizione floreale deposta ai piedi del crocifisso.
ticolari: i libretti con la storia e le recensioni di
magazzino 18, i ringraziamenti alla lunghissima fila di nomi sia dei collaboratori - tra cui i
tecnici del Rossetti di Trieste e di Toronto - che
delle famiglie che hanno sostenuto con donazioni la bellissima iniziativa.
Tra queste anche una famiglia fiumana, i
Susmel, dall’Italia, in memoria dei loro cari”.
Per l’occasione è stato stampato un opuscolo bilingue con una serie di informazioni ed articoli, quest’ultimi a firma di Fabio Dorigo, Rossana Poletti, Paola Pini.
Le collaborazioni, il supporto tecnico, finanziario, l’assistenza hanno interessato e coinvolto oltre 60 tra Sodalizi, Associazioni, privati, amici, soci e sostenitori.
CENTO CANDELINE PER LIBERA
Arrivata a Montreal nel 1952, Libera Clun in Della Santina il 30 ottobre ha raggiunto l’importante
e significativo traguardo del secolo. L’AGM si felicita con lei per aver mantenuto ben saldi i legami
di identità con la comunità giuliana in questi 62 anni di presenza in terra canadese e per aver
promosso per prima le specialità enogastronomiche triestine.
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Giuliani nel Mondo
INIZIATIVE SOCIO-CULTURALI NELL’AREA LATINO-AMERICANA
BRASILE
ARGENTINA
Da Pirassununga
Da Buenos Aires
Sabato 4 ottobre, nella Parrocchia Nostra
Signora di Loreto, del quartiere di Palermo,
si è celebrata una Santa Messa, officiata da
Padre Gioachino Arrieta, in onore di San
Francesco di Assisi, Patrono d’Italia, in cui
si è pregato per la Repubblica Italiana e per
Papa Francesco.
Presenti l’Ambasciatore d’Italia, Teresa Castaldo, il Presidente della Camera di Commercio e
Feditalia Luigi Pallaro e il Segretario Generale
di Feditalia, Duilio Ferlat.
Da La Plata
Una serie di immagini illustrative la Giornata della Comunità Italiana a Pirassununga che trova nel nostro Sodalizio, grazie alla fattiva collaborazione della Presidente Rosa Maria Clagnan Colombari e dei suoi familiari, un notevole appoggio.
Nella sequenza in centro a destra la solenne sessione del Consiglio Comunale.
Da Brasilia
Sempre attivo il nostro Roberto Max Storai Lucich a Brasilia che sta mettendo a punto – tra
l’altro – la Mostra storico-documentaria sull’emigrazione giuliana in programma nel 2015
nella capitale carioca. Ci informa che l’8 novembre si è tenuta, nella cripta del Santuario
di San Francesco, la Santa Messa in italiano così
come calorosamente è stata la richiesta della
nostra Comunità ed accolta dal parroco Frate
Roberto Candido che ha delegato Frate Raffaele a seguire gli eventi culturali-religiosi. Una
seconda Santa Messa è in programma a metà
dicembre. Il Gruppo giuliano-dalmato ringrazia
inoltre il prof. Basilio Cavalli per il suo impegno
e costante dedizione alle problematiche della
Comunità. Per quanto attiene il coro, composto
Foto ricordo con la tradizionale torta
celebrativa.
Dalla sinistra: Roberto Pagnussat,
Rina Narinuzzi, Jorge Minucci, il Console Generale d’Italia a La Plata Iacopo Foti, Carmen Di Lorenzo, Egidio
Kebat, Gianfranco Tuzzi, Alfeo Martinoli e Jose Luis Franceschi.
“Italia para Todos”
da una trentina di persone, attivo nell’ambito di
Panorama Italiano e magistralmente diretto da
Felipe Ayala, di recente è stato in tournée nella
città argentina di Mendoza.
Show musicales - Presentacion de Coros
Presentacion de ballets - Stands de comidas tipicas
URUGUAY
Celebrato il XX di costituzione
Sabato 11 ottobre, alla presenza di un centinaio tra soci e familiari ed autorità istituzionali,
si è svolta la solenne cerimonia per il 20° anniversario di fondazione del Circolo Giuliano
dell’Uruguay. Al discorso del Presidente del sodalizio, Gianfranco Premuda, ha fatto seguito
la lettura del messaggio di Dario Locchi che
qui riportiamo.
“Autorità, signore e signori, carissimi amici
giuliano-dalmati dell’Uruguay, avrei voluto
essere lì con voi a Montevideo come 5 anni fa,
ma le ristrettezze del nostro bilancio non me
lo hanno permesso. Innanzitutto porto a tutti i
partecipanti il cordialissimo ed affettuoso saluto dell’Associazione Giuliani nel Mondo, del mio
predecessore, Dario Rinaldi, Presidente onorario
dell’Associazione, del direttore Fabio Ziberna e di
tutti i membri del nostro direttivo.
Cari amici, oggi vi ritrovate per celebrare il 20° anniversario di fondazione del Circolo Giuliano dell’Uruguay. Ricorderete le partenze, spesso dolorose,
dalle terre natie, il lungo viaggio in nave, l’arrivo, l’emozione una volta giunti a destinazione, il graduale ma positivo inserimento nella società uruguagia.
Riaffermerete, con il vostro incontro, la vitalità del Circolo da voi stessi animato ai fini della
conservazione della vostra specifica identità
Il presidente Gianfranco Premuda
apre la manifestazione con il discorso
celebrativo.
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culturale, del mantenimento dei rapporti con le
Istituzioni della vostra terra d’origine.
Testimonierete, ancora una volta, l’attaccamento dei giuliano-dalmati dell’Uruguay alla terra
natale, la vostra volontà di conservare gelosamente nel tempo la cultura, i valori, la specifica
e preziosa identità di cui siete portatori, il rinnovato impegno a rimanere voi stessi, anche in un
contesto sociale tanto diverso da quello originario, contribuendo nel contempo all’ulteriore progresso del Paese in cui oggi voi operate.
Rafforzerete il vostro proposito di trasmettere
l’identità culturale italiana, giuliana ed istriana
anche ai figli ed ai nipoti, quale garanzia di continuità di presenza per l’avvenire.
La Federazione delle Associazioni italiane
della Circoscrizione di La Plata (FAILAP), che
comprende ben 25 Sodalizi tra cui il Circolo
Giuliano, ha organizzato una due giorni a carattere socio-culturale comprendente l’esibizione del coro, uno spettacolo di balletto, l’allestimento di stands con prodotti tipici delle
varie regioni italiane.
L’iniziativa si è tenuta sotto gli auspici della
Città di La Plata, l’Expo di Milano ed il Consolato Generale d’Italia.
Carissimi amici del Circolo giuliano dell’Uruguay, a voi vanno i nostri più fervidi auguri, assieme alla più profonda riconoscenza per tutti
coloro – i fondatori, i membri del direttivo, i semplici soci – che hanno dato il loro contributo per
la vita del Circolo, che si è sempre segnalato per
la sua costante e proficua attività.
Permettetemi un saluto ed un ringraziamento
particolare al Presidente Gianfranco Premuda,
al suo predecessore Dario Pribaz e alla sua gentile consorte, ed all’amico Furio Percovich.
Infine, ancora un fraterno abbraccio da Trieste,
dall’Italia, così come dalle Comunità Giulianodalmate presenti negli altri Paesi e che si raccolgono nella grande famiglia dell’Associazione
Giuliani nel Mondo.”
Autorità e soci al Salone delle feste.
Nel prossimo numero un servizio sulla
celebrazione in Uruguay e notizie da
Buenos Aires.
Giuliani nel Mondo
LA MOBILITA’ PROFESSIONALE DEI TRIESTINI (a cura di Micol Brusaferro)
Con questo numero iniziamo una collaborazione con la giornalista Micol Brusaferro, che da oltre due
anni intrattiene rapporti – attraverso il suo blog – con i giuliani all’estero per mobilità professionale i
quali le inviano mail da tutte le parti del mondo.
DARIO, COOPERANTE IN TUTTO IL MONDO
IN SITUAZIONI DI EMERGENZA
Ha lavorato nei Balcani, in Pakistan, in Afghanistan, in Palestina e in tante altre zone “calde”,
per ricostruire il tessuto urbano e le infrastrutture nelle situazioni post belliche. Attualmente
è impegnato nel Sud Sudan, dove lavora da
circa sei mesi. Il triestino Dario Piatelli è un cooperante in situazioni di emergenza e gira tutto il
pianeta da vent’anni. Lo incontro a Trieste, dove
trascorre le ferie in famiglia e conosco una persona entusiasta e determinata, con mille storie
da raccontare, vissute sul campo, tra pericoli e
paure, ma contraddistinte anche da grandi traguardi raggiunti.
Com’è iniziata questa lunga avventura?
Ero iscritto alla facoltà di Architettura all’ Università di Venezia, un ateneo che all’epoca
spingeva gli studenti verso la cooperazione
internazionale, e il settore dell’urbanistica era
molto vivace. Da studente ho effettuato la prima esperienza all’estero, in Marocco, con altri
compagni di corso, per esaminare il tessuto
urbano arabo-islamico. Da lì sono seguiti altri
viaggi, in Europa e poi più lontano.
Qual è stato il primo impegno importante?
Sono stato chiamato nei Balcani da una ONG di
Milano, che cercava un architetto per due mesi.
Sono rimasto lì cinque anni. Ho seguito da vicino tutte le zone che erano state interessate dal
conflitto. Una situazione delicata. Devi reinventare la vita delle città, ridisegnare un tessuto che
è scomparso. Sono stati anni intensi, importanti, formativi. Sono entrato in piena fase di emergenza in quel territorio, abbiamo avviato tanti
progetti, per esempio il recupero degli ospedali. La ricostruzione passa attraverso diverse fasi:
dal ripristino delle strutture sanitarie a quelle
educative fino all’housing, ognuna complessa
e delicata. Ho lasciato i Balcani nel 2001, ritornandoci poi diverse volte. Tra gli aspetti più importanti abbiamo anche seguito la rinascita dei
tribunali a Sarajevo e visto da vicino un Paese in
ginocchio, che gradualmente si è rialzato. Negli
anni seguenti ho avuto delle brevi esperienze
in Pakistan, in Sri Lanka a seguito dello tsunami
e ancora nei Balcani, a Mostar.
Quali sono stati i progetti che ti hanno regalato
finora maggiori soddisfazioni?
Davvero tanti. Oltre ai Balcani voglio ricordare
ciò che, come italiani, abbiamo realizzato in
Afghanistan. Abbiamo ricostruito tutto il sistema del pronto soccorso (l’equivalente del
nostro 118) con tutte le infrastrutture relative,
formazione del personale e fornitura delle ambulanze, uno sforzo imponente, un impegno da
5 milioni di euro. Peccato che proprio in Italia
non sia emerso tutto questo grande intervento
concluso laggiù. Voglio ricordare anche la Palestina, dove ho lavorato per quasi 2 anni nella striscia di Gaza e nei Territori Occupati della
West Bank con IMG, un’agenzia tecnica emanazione dell’Unione Europea. Abbiamo costruito
le strutture confinarie, gli uffici della dogana e
altri settori fondamentali per la logistica, in un
punto particolarmente sensibile, che come tut-
Ricerca e innovazione
Si compone di una ottantina di pagine il “Libro
bianco della ricerca e dell’innovazione” in Friuli
Venezia Giulia presentato recentemente e che
si inquadra nel Programma Operativo del
Fondo sociale europeo 2007/2013.
La pubblicazione – autore Domenico De Stefano – è stata realizzata dalla Regione Autonoma
FVG – Direzione Centrale, Lavoro, Formazione,
Istruzione, Pari Opportunità, Politiche Giovanili e Ricerca – Servizio Osservatorio del Lavoro.
Verrà dato ampio resoconto
nel prossimo trimestrale.
Tempesta di cervelli
Questo il tema della prima riunione che
giovani neo laureati dell’Università “La
Cattolica” di Roma hanno discusso sul loro
futuro. La notizia è stata diffusa dal TG5.
Dario Piatelli.
ti sanno da anni è al centro di conflitti ed equilibri precari.
Qual è la missione più difficile affrontata finora?
La situazione peggiore vissuta è stata nei Balcani, dove abbiamo assistito ad una totale perdita
di ogni punto di riferimento umano, un disagio
e una sensazione di vuoto patita da migliaia di
persone, in un clima generale di grande tensione e difficoltà.
Qual è invece la missione che in qualche modo
ti ha sorpreso?
Nel 1999 a Sarajevo abbiamo presentato un
progetto di ricostruzione del quartiere dei rom
stanziali, un progetto molto discusso e contrastato. Alla luce delle tante proteste dei cittadini
i rom hanno costituito una cooperativa per edificare da soli le loro case, chiedendoci solo materiali e consulenza. Inaspettatamente hanno
dato vita ad un meccanismo virtuoso di autocostruzione, che ha prodotto altri comportamenti
simili in diversi Paesi, tra i quali Francia e Italia.
Dove stai lavorando in questo momento?
Sono nel Sud Sudan, anche qui in un momento
di emergenza post bellica, anche se purtroppo
spesso si combatte ancora. E’ un progetto finanziato sempre dall’Unione Europea, per il ministero della giustizia locale. Stiamo costruendo un
campus universitario per gli studi nel settore giudiziario e ricostruendo tre tribunali in varie città
del Paese. Sono partito lo scorso aprile, è una trasferta faticosa, con situazioni imprevedibili, ma
come ogni volta l’impegno sarà massimo.
Che consigli daresti ai ragazzi che vogliono
intraprendere un lavoro all’estero?
Di prendere seriamente in considerazione
proprio l’ambito della cooperazione. Ci sono
molti Paesi in via di sviluppo dove le competenze acquisite in Italia sono preziose e dove
allo stesso tempo i giovani hanno l’opportunità di sviluppare ancora di più le proprie
potenzialità e magari di intraprendere un
percorso di successo personale e lavorativo.
IL TRIESTINO MATTEO CAINER, CO-FONDATORE DELLA PRIMA
UNIVERSITA’ DI ARCHITETTURA AL MONDO DAGLI ANNI ‘70
A Lione il 29 settembre ha aperto i battenti una
nuova università di architettura, trasversale e
proietta verso il futuro.
Co-fondatore del nuovo istituto, primo al mondo ad aprire i battenti dagli anni ’70, l’architetto
triestino Matteo Cainer, che ormai da anni lavora con successo tra Londra e la vicina Parigi.
“Sono vice direttore e fondatore dell’istituto
insieme alla celebre architetto Odile Decq, direttrice dell’ateneo, che si chiama Confluence
Institute for Innovation and Creative Strategies in Architecture (http://www.confluence.
eu/?lang=en) – racconta – è una strada che
abbiamo intrapreso insieme con grande entusiasmo sapendo comunque che sarebbe stata
una sfida. E’ un impegno serio, pensiamo che
nel panorama universitario, nel nostro settore,
manchi un percorso di studi così aperto e diversificato. Puntiamo a molteplici collegamenti sia
con altri campi e discipline che con il mondo
del lavoro e dell’industria, infatti gli studenti saranno supportati nel loro percorso di studi da
vari esperti anche in fisica, neuroscienza, arti
visive nel sociale-action, in aggiunta a vari stage e seminari con industrie come quella della
robotica, molto importanti nella realtà produttive del territorio. L’idea è quella di un approccio
nuovo, privilegiato, una visione a 360 gradi della professione, per dare ai ragazzi la capacita di
spaziare in tutti gli ambiti necessari alla crescita
di un architetto per gli anni a venire”.
L’università sarà privata e può già contare sul
supporto di nomi prestigiosi, come Kazuyo
Sejima, ex direttrice della biennale di Venezia
e vincitrice del Pritzker, a Bernard Tschumi ex
rettore della Columbia University a New York, a
Peter Eisenman, Massimiliano Fuksas, e tantissimi altri famosi architetti e teorici nel mondo.
Molti hanno anche scritto lettere per sostenere
il nuovo corso di studi, un plauso all’intraprendenza e all’idea di Matteo e Odile. “Non veniva
creata un’università ex novo di architettura nel
Matteo Cainer.
mondo dal 1972, quando è nata sci-ARC: Southern California Institute of Architecture – ricorda Matteo – certo nel corso degli anni sono sorte tante facoltà di architettura, ma sempre corsi
di laura o distaccamenti da grandi facoltà, ma
mai un ateneo dedicato, come il nostro”.
Quali gli obiettivi per il futuro? “Speriamo che
i giovani possano capire la valenza dei nuovi
percorsi pedagogici e del loro approccio trasversale e innovatore. Che possano avvicinarsi
alla nostra università con un approccio diverso,
consapevoli che vogliamo garantire loro un percorso costruttivo, che sia in grado di cambiare e
modificarsi a seconda delle volontà della persona, seguendo l’interesse dei ragazzi, e puntando a fornire tutti gli strumenti per affrontare il
mondo di oggi, dove la sola professione non è
più la soluzione. Mi piacerebbe vedere anche
studenti stranieri – conclude – chissà che anche dall’Italia e magari da Trieste qualcuno non
scelga di studiare proprio qui da noi”.
(articolo apparso anche su “Il Piccolo”)
ISOTTA, IN SUDAMERICA PROMUOVE
TRIESTE E TANTI VIAGGI CON FELICITOURS
Isotta Cobianco.
La triestina Isotta Cobianco ha lasciato la sua
città con una valigia piena di sogni, determinazione e voglia di fare. Attualmente accompagna i turisti italiani tra gli sciamani della foresta amazzonica, nei villaggi dei discendenti
dei Maya o nelle acque dei Caraibi, dopo aver
aperto un’agenzia di viaggi a Lima, avventura
iniziata in seguito alla gestione, per conto di un
tour operator europeo, di uffici in Perù e Belize.
Poi la scelta di avviare un’attività autonoma. In
poco tempo, dopo laurea e master conseguiti
in Italia, si è stabilita oltreoceano, con un’attenzione particolare anche al sociale.
«Il mio lavoro è iniziato quasi per caso e ha avuto un’evoluzione rapidissima», racconta Isotta:
«Dopo un master a Roma sono stata contattata
da un tour operator svizzero che si occupava di
vacanze di americani in Italia. Dopo poco tempo
i responsabili mi hanno prospettato l’opportunità di volare in America del Sud per aprire da
sola una loro “succursale”». Non ci ha pensato
due volte: «Ho fatto la valigia e mi sono trasferita,
dapprima con l’impegno in Perù e in Belize. Poi
ho deciso di avviare un’attività tutta mia a Lima:
ho intitolato la mia agenzia di viaggi Felicitours,
perché con questo lavoro sono felice e voglio
rendere felici i vacanzieri che si affidano a me».
Isotta si occupa dei turisti italiani in arrivo in Sud
America e dei peruviani che vogliono scoprire
l’Italia, con una proposta mirata naturalmente
anche alla sua Trieste. «I peruviani cominciano
a viaggiare, soprattutto i giovani, chiedono di
visitare le città più note come Milano, Roma, Venezia, Firenze o Pisa, spesso attratti dal mondo
della moda – spiega – ma ho inserito nei miei cataloghi anche il capoluogo giuliano. Tanti ragazzi
vorrebbero seguire master e concludere gli studi
proprio in Italia. Gli italiani in arrivo a Lima invece
– prosegue - chiedono tour particolari, soprattutto in Amazzonia, vogliono anche dormire
nei villaggi sperduti sulle Ande o ripercorrere i
luoghi legati ai Maya. Ma mi sono capitate anche richieste curiose, come il poter vedere da
vicino le piante allucinogene conservate dagli
sciamani nelle foreste». Non c’è solo il lavoro.
Isotta collabora con un progetto benefico mirato a salvare le bambine vendute e sfruttate
fin da piccolissime in lavori domestici, e a ricongiungerle alle famiglie d’origine da dove
spesso vengono allontanate all’età di appena
4 o 5 anni. «Suggerisco ai turisti il soggiorno
in un ostello dove tutto il ricavato – sottolinea
- viene destinato all’Ong che si occupa del sostegno e recupero di queste ragazze». Il Perù
è ancora un Paese con molte problematiche
sociali, ma secondo Isotta sta rapidamente
cambiando. «Quello che più colpisce e mi spinge a rimanere è l’elevato tasso di crescita in tutti
i settori. Si respira l’atmosfera di una vera rinascita: c’è voglia di nuove idee, nuovi progetti, è
un luogo dove c’è fortissima fiducia nel futuro.
Insomma sono passata da Trieste – conclude
Isotta – alla città del contrario del “no se pol”».
Nel prossimo numero verranno pubblicati i principali dati contenuti nell’ultimo rapporto “Almalaurea” che esamina
la condizione occupazionale dei laureati dell’Università di Trieste (prospettive,
esperienze e fenomeni collegati).
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Giuliani nel Mondo
TRIESTINITÀ ALLA RIBALTA: DAL CAPOLUGO REGIONALE a:
Il Tram di Opicina ritorna in servizio
Lo storico Tram n. 1
della Tranvia di Opicina.
La vettura n. 407 prodotta nelle
officine meccaniche Stanga a Trieste
nel 2005.
Finalmente, dopo un lunghissimo periodo di
manutenzione, in luglio si è tenuta la cerimonia con la benedizione ed il taglio del nastro
per il “nuovo” Tram di Opicina.
Per l’occasione si è esibita la famosa Banda
Refolo che ha suonato – tra l’altro – la famosa
canzone “El tram de Opcina xe nato disgrazia…”.
Per l’occasione numerose le iniziative, tra cui
anche uno speciale annullo commemorativo.
Per i nostri triestini-giuliani riportiamo qui
di seguito alcuni dati storici sulla “Tranvia di
Opicina”. La tranvia di Opicina (più conosciuta come “tram de Opcina” in dialetto triestino),
una delle attrazioni turistiche della città di
Trieste, è una linea tranviaria interurbana panoramica gestita dalla Trieste Trasporti.
Caratteristica unica in Europa, è un tratto con
forte pendenza lungo il quale le vetture vengono spinte (in salita) o trattenute (in discesa)
da un impianto a funicolare. Il servizio, classificato come linea 2, presenta un percorso urbano nel centro di Trieste (a livello del mare)
e una tratta interurbana di collegamento con
la frazione di Villa Opicina sull’altopiano del
Carso, a 329 metri sopra il livello del mare; in
funzione dal 9 settembre 1902, è lunga poco
più di 5 km. La trenovia di Opicina venne progettata alla fine del XIX secolo per collegare rapidamente il centro abitato di Opicina alla città di Trieste. La concessione per la costruzione
della trenovia fu emanata il 28 ottobre 1901,
e la linea, progettata dall’ingegner Geiringer
e gestita dalla Società Anonima delle Piccole
Ferrovie di Trieste (SPF), fu inaugurata il 9 settembre dell’anno successivo.
Lungo il percorso, superata Vetta Scorcola, la
vettura in salita prosegue ad aderenza naturale fino a Villa Opicina, percorrendo un tracciato molto panoramico, di cui il punto saliente
e più elevato è l’Obelisco, a 343 metri di altezza sul livello del mare. Lo stesso, intitolato a
Francesco I d’Austria, è il punto panoramico
per eccellenza lungo il tragitto della tranvia di
Opicina. Da qui parte la suggestiva passeggiata panoramica sulla strada Napoleonica.
La linea prosegue da qui con caratteristiche di
tranvia extraurbana fino all’inizio dell’abitato
di Villa Opicina.
MILANO
Stefano Zecchi con “Rose bianche a Fiume”
Alla serata conviviale di ottobre ospite è stato
il prof. Stefano Zecchi che ha presentato la sua
ultima fatica letteraria “Rose Bianche a Fiume”
(Mondadori).
È possibile dimenticare un grande amore per
trovare la propria felicità? È giusto ripercorrere,
a ritroso, gli eventi accaduti sulle coste orientali dell’Adriatico dopo la guerra, per restituire
dignità ai vinti della Storia? Amori, amicizie,
speranze sconvolte, sentimenti calpestati con
quel breve tratto di penna che ha creato un
nuovo confine sulla carta geografica. E si può
dimenticare il dolore per iniziare una nuova
vita? Lontano dalle rovine che hanno travolto
la sua giovinezza, quando ormai pensa che i
conti con il tempo trascorso siano chiusi, Gabriele riceve un misterioso invito che lo sfida a
fronteggiare il passato. Decide, allora, di ritornare nella sua Fiume dopo che la Jugoslavia si
è dissolta, perdendo la propria unità politica.
Ritornare: cadere nelle braccia della nostalgia attraverso i ricordi era ciò che Gabriele in
lunghi anni d’esilio aveva voluto evitare. Ma
quell’invito, un semplice appuntamento scritto su una cartolina, diventa un inesorabile appello della memoria. Gabriele non si sottrae
a questo richiamo e a Fiume ritrova il senso
perduto della propria vita. La famiglia, il padre, l’impegno politico, il grande amore che ha
continuato a solcare la sua esistenza riaccendono le luci sui momenti più appassionanti e
drammatici della sua storia. “Rose bianche a
Fiume” è un romanzo struggente, ricco di colpi di scena eppure capace di soffermarsi con
sguardo vigile e acutissimo su una delle più
orribili lacerazioni del nostro tempo. Stefano
Zecchi narra l’avventura di un uomo e di una
donna illuminati da radiose speranze e poi
costretti a percorrere fino in fondo il cammino
della disillusione. Due destini piccoli e fragili,
eppure grandi perché portano sulle spalle la
parabola di un secolo intero, il Novecento, e la
sua eredità da non dimenticare.
Stefano Zecchi è uno scrittore, giornalista e
accademico italiano, professore ordinario di
estetica presso l’Università degli Studi di Milano. È stato assessore alla cultura al Comune di
Milano dal 2005 al 2006.
Ha insegnato in diverse università straniere:
tra esse, quella che ricorda con maggiore interesse e che più l’ha coinvolto, è l’Università
Tagore di Calcutta, in India.
Oltre all’insegnamento ricopre importanti incarichi amministrativi: presidente del corso di
laurea in Filosofia dell’Università degli Studi
di Milano, consigliere d’amministrazione del
Piccolo Teatro di Milano, presidente dell’Accademia di belle arti di Brera sempre a Milano,
membro del consiglio dell’Irer (Istituto per la
programmazione scientifica e culturale della
Regione Lombardia), rappresentante del Ministero della Pubblica Istruzione presso l’UNESCO per la tutela dei Beni immateriali, consigliere comunale a Venezia e assessore alla
cultura a Milano, consigliere d’amministrazione del MAXXI (Museo dell’arte del XXI secolo),
consigliere d’amministrazione della Fondazione La Verdi di Milano, consigliere d’amministrazione del teatro Parenti di Milano.
Al suo attivo 22 saggi e 8 romanzi.
La Bora de Val Rosandra
Iero tornà d’inverno
in zerca dela Bora.
e a metà del ponte
sora del torente
che cori ancora
rabioso e prepotente
me son becà do sberle
jazade de bora.
Iera ora, la me ga zigà
freda e rabiada.
Dove te ieri fin ‘desso?
Madona che vecio...
dove xe i muli del CAI
partiti con ti?
Purtropo... cara Bora
son restado solo mi
Mario Berto e Lino
no xe più... de ani
e do’ davanti la stua
xe carighi de magagni.
Ma... Cossa xe ‘sta calma
dove te son Bora?
Torna indrio... Fermite!
dame un suffion in schena
e... Portime con ti.
Romeo
ROMA
Ricordo di Aldo Clemente
Ecco cosa scrive Adriano Degano, per molti
anni Presidente del Fogolar Furlan di Roma,
recentemente scomparso, in occasione della
cerimonia di commiato di Aldo Clemente dalla
Presidenza dell’Associazione triestini e goriziani di Roma, da lui fondata e presieduta per
oltre 40 anni:
“Aldo Clemente giunse a Roma nel febbraio
1947 per dedicarsi, anima e corpo, al problema della Sua gente, profuga dall’Istria e dalla
Dalmazia e dispersa un po’ ovunque, nella Regione Friuli Venezia Giulia, in varie parti d’Italia
e perfino nelle Americhe ed in Australia.
A Roma, giunsero tanti profughi, che non avevano lavoro, né una casa. In un collegio c’era
un gruppo di piccoli orfani, mal nutriti e senza
neppure i cucchiaini per poter mangiare la minestra. Aldo, sostenuto dal grande industriale
Sinigaglia, si mise all’opera per creare un collegio degno di questo nome. Sinigaglia ebbe
la possibilità di parlare con l’on. De Gasperi,
al quale mise a disposizione lauti fondi. Così
a Clemente fu data la possibilità di iniziare la
realizzazione del “Filzi” nella zona della Laurentina, poi venne la “Casa della bambina”. Quindi, sempre sostenuto dal Sinigaglia e da Reiss
Romoli, costituì l’Opera rimpatriati e profughi
che realizzò il grande complesso edilizio di oltre 500 appartamenti, oggi conosciuto come
Villaggio Giuliano-Dalmata.
Nel centro della vasta piazza sorge la Chiesa
nella quale fanno spicco i mosaici benedetti
da Papa Giovanni Paolo II, con la rappresentazione dei Santi patroni di tutte le città perdute a seguito della spaventosa e tragica guerra
1940-45. Fra i santi figura anche S. Giusto patrono di Trieste, capoluogo del Friuli Venezia
Sebastiano D’Angelo, Direttore dell’Associazione Ragusani nel Mondo, con
Roberto Sancin: incontro anche in PromoTrieste per una collaborazione turistico-culturale tra le due città.
Giulia. Sulla piazza è stato collocato il leone
di San Marco che i profughi hanno portato da
Pola come omaggio alla Repubblica Veneta
che per secoli aveva portato traffici e benessere alle popolazioni istriane e dalmate.
Come Presidente dell’Associazione Triestini
e Giuliani, a Roma, a Gorizia ed a Trieste Clemente si è fatto carico delle problematiche di
sviluppo della Regione, del Porto di Trieste e
dell’esigenza di dotare la città, che aveva perduto il suo meraviglioso hinterland carsico, di
grandi importanti strutture internazionali.
A lui si deve se oggi funziona con straordinari
risultati il Collegio del Mondo Unito (presieduto dal principe Carlo d’Inghilterra) e se Trieste
venne scelta dalla CEE (Comunità Europea)
come sede internazionale del Sincrotrone, con
un importante centro di ricerca. Tante sono le
benemerenze di Clemente che fu il primo a restituire allo Stato il patrimonio in attivo dell’Opera Profughi Giuliani quando venne emanata
la Legge di soppressione degli Enti inutili.
Clemente è stato un esempio raro di uomo
concreto, dinamico, volitivo, tenace, realizzatore instancabile e disinteressato (nulla volle
per sé e per i suoi) che lascia non solo l’esempio di un’azione intelligente e importante, ma
soprattutto la testimonianza di una grande
e generosa passione, un amore straordinario, quasi viscerale, per la sua Gente giuliana,
istriana e dalmata.
La Comunità friulana, con la quale operò in armonia e sintonia fraterna, e le associazioni regionali di Roma (fu uno dei più convinti fondatori dell’UNAR e che ha anche presieduto per
un certo tempo) gli devono non solo stima ma
anche una profonda e doverosa riconoscenza”.
Adriano Degano
COMMEMORATO LICIO GIORGIERI
Il 3 novembre, al Ministero della Difesa – Aeronautica, è stata deposta, da parte dell’Associazione
Triestini e Goriziani in Roma – gen. Licio Giorgieri, una targa in suo ricordo nella stanza dove lui
prestava servizio. Presenti componenti la famiglia, autorità civili e militari, tra cui il Capo di Stato
Maggiore dell’Aeronautica Pasquale Preziosa, ed ex militari con il labaro.
In serata nella Chiesa di Santa Maria è stata celebrata una Santa Messa.
Alla conviviale di settembre Licio Bossi ospite dei triestini a Milano
“Quel giorno a Trieste” è il racconto, in parte
reale e in parte romanzato, di una storia lunga quasi un secolo. Il Settecento per la città
asburgica è stato un periodo importante e di
rilevante trasformazione. Quando l’imperatore Carlo VI nel 1719 decreta il Porto franco,
il piccolo borgo di pescatori racchiuso nelle
antiche mura conta poco più di cinquemila
anime. Con l’avvento di Maria Teresa e fino
al 1797, quando la città viene occupata dalle
truppe di Napoleone, Trieste diventa una città
cosmopolita e addirittura il secondo porto più
importante del Mediterraneo.
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In questa vorticosa trasformazione si intrecciano inevitabilmente storie, drammi, successi e arricchimenti smisurati di personaggi che
con la loro intraprendenza contribuiscono
a far diventare Trieste “la gemma prediletta
dell’impero”, come orgogliosamente la definiva l’imperatrice Maria Teresa.
Nel percorso straordinario della storia
settecentesca di Trieste si sviluppano le
storie più diverse, tra cui quella fantasiosa di Valerio Orlando, un ufficiale della
marina asburgica e di Matilde, una giovane e bellissima triestina.
Licio Bossi è nato a Muggia (Trieste) nel 1949.
È stato collaboratore del quotidiano Il Piccolo dal ’73 al ’76. Successivamente ha fondato il
settimanale di cultura e politica sportiva Trieste
Sport, che ha diretto per vent’anni. Si è poi occupato di marketing, eventi e pubblicità. Nel settore editoriale ha realizzato Trieste 1900-1999,
cent’anni di storia, una corposa opera in 12
volumi che racconta in modo cronologico il secolo scorso della città. Per due anni ha ricoperto
il ruolo di responsabile del Progetto Qualità per
conto dell’agenzia regionale Turismo FVG. Quel
giorno a Trieste è il suo primo romanzo.
Licio Bossi con alla destra
Marco Fornasir.
Giuliani nel Mondo
La mia esperienza in Australia di Laura Sanabor Milani (Seconda Parte)
Le baracche con i cubicoli
Era buio e non
potevamo vedere
molto.10 baracche costituivano
un cerchio, la nostra sistemazione, era al campo numero 12. Mi ricordo la mia
prima impressione della terra del bush (“boscaglia” ndt) australiano. Era così bello. Ma non
sapevo allora che il bush australiano nascondeva pericolose creature anche velenose. Inoltre,
nella baracca, l’interno non era finito. Si poteva
vedere fuori dalla parte superiore e laterale della baracca. “Oh! che delusione”. Nel mezzo della
stanza c’era una stringa per accendere la luce.
Più tardi un uomo che era a capo del campo e la
nostra guida ci hanno fatto formare una coda, e
ad ogni coppia ha dato una scopa, un secchio,
due asciugamani e otto coperte.
Ho guardato mio marito e ho visto negli occhi lo
stesso pensiero (perché tante coperte?) Era un
bel giorno caldo di aprile. Ma abbiamo scoperto
più tardi che le notti lì erano molto fredde.
Lo stesso uomo ci ha raccolto per la cena, con
tempismo, perché tutti noi stavamo morendo
di fame. I pasti consistevano in zuppa e salsicce,
pane e bevande. Dopo i pasti, ha spiegato in un
italiano stentato (ma, finalmente parole nella
nostra lingua) che saremmo rimasti lì e avremmo mangiato in quella sala fino a quando
avremmo trovato lavoro. Dura realtà. Le condizioni sanitarie erano terribili. E le promesse che
ci aveva fatto il governo australiano?
Questa è stata la prima delusione, tante ne sarebbero seguite.
La sala da pranzo
Il cibo non era buono; principalmente
si usava il montone,
il sugo aveva un gusto molto dolce, ci
mettevano zucchero o qualcos’altro.
La cosa buona era che c’era una mensa, così noi
potevamo acquistare panini, ma, purtroppo,
noi avevamo pochi soldi da spendere e così
Franco ed io abbiamo mangiato un sacco di
uova e pomodori per la maggior parte del tempo. Dopo cena, siamo andati tutti nella nostra
baracca a dormire. Durante la notte, abbiamo
constatato che si gelava, dovemmo usare più
coperte. E di notte abbiamo avuto il nostro primo incontro con un opossum (un animale che
non avevamo mai visto prima).
Fu un’esperienza spaventosa per noi e per l’opossum, perché mio marito lo cacciò fuori con
una scopa. La baracca aveva solo un tetto di lamiera e di quadri di legno. Era facile per animali
nativi entrare in camera.
Altri migranti ebbero la stessa nostra esperienza di quella notte. Tutti ci siamo trovati fuori dalla baracche per scacciare quegli animali.
Inoltre, io e mio marito andammo fuori per cercare la toilette; la nostra guida ci spiegò in un
italiano sgangherato che il bagno era più in alto
nella boscaglia. Sembrava che tutti al campo
avessero necessità di WC e docce contemporaneamente. Ma nessuno riuscì a trovare la toilette. Dopo aver camminato per circa 200 metri,
decidemmo di usare il retro di un albero, come
unica soluzione. Era troppo spaventoso per avventurarsi nella boscaglia ulteriormente senza
alcuna luce e con strani rumori di sottofondo.
Fu anche peggio,
quando mostrò,
con un gesto
della mano, ad
una donna che
si era recata alla
toilette la posizione da assumere, fu terribilmente imbarazzante, ci avevano fatto sentire animali e non persone.
Lui era una persona maleducata, ignorante.
Dov’era il rispetto? Avrebbero dovuto informarci su quello a cui saremmo andati incontro. L’ufficiale che ci aveva parlato dell’Australia ci aveva
mostrato altre immagini. Quando ci eravamo
fermati nella stazione ferroviaria avevamo visto
normali gabinetti e non fori come quelli delle
nostre toilette. Le ragazze avrebbero voluto lamentarsi ma non c’era nessuno che capisse l’italiano, in quel campo. E tutte le promesse che ci
erano state fatte? E le foto delle bellissime città
australiane che ci avevano mostrato a Trieste?
Dopo quell’episodio, non lo vedemmo più.
(Sperammo fosse stato inviato a scuola per imparare come comportarsi con le persone).
Nei giorni successivi quando avemmo avuto
bisogno di una toilette, tutti ci andammo con
nostro marito. Di notte, il bosco era spaventoso, poteva essere bello di giorno, ma di notte,
camminare con gli occhi splendenti di qualche
creatura che ti guardano, è spaventoso. Dopo
colazione un uomo venne in mensa e ci fece un
discorso, ma purtroppo la nostra conoscenza
dell’inglese era uguale a zero, (nessuno si era
interessato per farci dare lezioni di inglese).
Nessuno ci aveva illustrato i pericoli della boscaglia e, quando più tardi con altre coppie,
andammo a fare una passeggiata, mentre si
camminava nell’erba alta, sentimmo un fruscio, ma pensando che fosse solo un coniglio
continuammo a camminare. Dopo un po’, trovammo una carcassa di animali e altre prove
inquietanti, come pelle di serpente nell’erba. E
decidemmo di tornare all’accampamento. Era
difficile trovare la via del ritorno. Poi da lontano,
vedemmo un uomo su un cavallo venire verso
di noi. Ci disse qualche parola in italiano ma era
difficile capirlo, ma Alicia capiva un po’ la lingua
inglese. L’uomo stava dicendo che eravamo folli
a camminare lì. Era un posto molto pericoloso a
causa di molti serpenti velenosi.
Fummo
fortunati ad essere notati
dall’uomo che ci ricondusse al campo,
avremmo potuto
trovarci in guai seri.
Dopo due mesi,
chiamarono alcuni
di noi. La maggior parte degli uomini erano
caldaisti o meccanici e gli fu offerto un lavoro
nell’industria dell’acciaio a Wollongong, città famosa per l’industria dell’acciaio. Mio marito era
un caldaista e fu felice di andare e anche Gidio
che era un saldatore.
Decidemmo di andare nel negozio dell’accampamento, a comprare qualcosa per pranzo
spendendo una piccola parte del denaro con i
nostri amici per festeggiare il nuovo lavoro, (per
noi il pezzo di salame e formaggio era un salasso) dopo tutto l’agnello che avevamo dovuto
mangiare. La mattina seguente, fummo presi
alla stazione con altre giovani coppie per la
nuova destinazione di Wollongong. Dopo tutta
una notte sul treno arrivammo a Wollongong.
Le nuove capanne a Fairy Meadow
di questi servizi dalla prima paga ricevuta dagli
uomini.
La mattina dopo, gli uomini andarono al nuovo
lavoro, mentre le donne rimasero al campo, per
loro non si erano trovati posti di lavoro. Gli uomini finivano di lavorare alle 3 del pomeriggio e
prendevano il treno per tornare alle baracche. I
soldi guadagnati erano appena sufficienti per il
trasporto, i servizi dell’ostello e, per chi fumava,
per le sigarette.
Successivamente affittammo da una tedesca
che parlava un po’ di italiano, per pochi soldi,
un cavallo, a volte di domenica con i nostri amici Alicia e suo marito Gidio, mettendo insieme
il denaro per andare a cavalcare sulla sabbia .
Per me e Alicia, che non aveva mai cavalcato
un cavallo prima, era difficile e, alla fine della
cavalcata avevano il sedere dolente. Così gli
uomini continuarono ad andare a cavalcare la
domenica, unico giorno libero dal lavoro. Alicia
ed io, invece, camminavamo su quella bellissima spiaggia.
Dopo qualche tempo trovai un lavoro, grazie ad
un italiano, perché sapevo usare la macchina da
cucire. Alicia che non aveva esperienza con la
macchina da cucire non fu assunta. Franco e
Gidio, marito di Alicia, continuarono a lavorare
presso l’acciaieria.
Dopo due mesi di lavoro, avevamo pochi soldi e
i costi dell’ostello ce li portavano via quasi tutti.
Gli uomini erano depressi perché non avevano,
in fabbrica, una mansione fissa, gli facevano
fare lavori di pulizia o di raccolta della spazzatura. Dopo tre mesi gli uomini chiesero al capo di
avere una mansione fissa e qualificata ma l’uomo rispose che le difficoltà linguistiche impedivano di avere lavori di maggiore responsabilità.
Gli stipendi per la quindicina erano appena sufficiente per pagare l’ostello e il treno per andare
al lavoro. Così decidemmo di andare a Sydney e
cercare di trovare un lavoro migliore.
Il lunedì seguente mio marito con altri 3 uomini andò a Sydney. Io ero molto preoccupata
perché a Sydney non conoscevamo nessuno.
Dopo un giorno, tornarono da Sydney.
Franco e Gidio avevano trovato un lavoro in
un’industria automobilistica e un appartamento in cui soggiornare. Dovemmo soggiornare
in un Hotel (hotel Royal) vicino alla stazione
di Sydney mentre aspettavamo che l’appartamento fosse pronto. Franco e Gidio andavano
a lavorare al mattino presto. Licia ed io facemmo un giro a Sydney, ma il guaio fu che non
ritrovammo l’hotel e per tornarci dovemmo
prendere il taxi per tornare, non conoscevamo il valore della moneta locale e gli demmo
quello che ci chiedevano per la corsa in taxi. Ci
fidavamo di loro.
Hotel Royal Sydney
Dopo
questa
esperienza, memorizzammo il
luogo dove si
trovava l’edificio per poterci
tornare
facilmente. Un giorno mentre facevamo shopping
vedemmo un ristorante con un nome italiano,
“Veneziana”, e, entrate scoprimmo che la titolare parlava perfettamente l’italiano. Da allora cenammo lì con i nostri mariti. E Alicia ed io pranzavamo lì anche da sole. Ci era stato detto che
avremmo potuto pagare quando i nostri mariti
avrebbero ricevuto lo stipendio.
Quando io e Alicia pranzavamo da sole, però,
gli avventori uomini ci fissavano in maniera imbarazzante. Più tardi i nostri mariti scoprirono
che in quel ristorante, in un’altra sala, venivano
serviti i pasti alle prostitute. Era che la ragione
per cui gli uomini italiani single pranzavano lì.
Inoltre, la cucina era ottima! Noi finito, velocemente, di mangiare fuggimmo via.
I bagni e gabinetti 300 metri di distanza
Un uomo che parlava il solito italiano
sgangherato venne a
prenderci in gruppi e
ci mostrò le strutture
igieniche che erano
300 metri di distanza nella boscaglia, (avrebbero dovuto essere le prime cose da farci vedere...). Le condizioni sanitarie erano primitive.
I servizi igienici non aveva porte, non avevano
l’acqua ed erano terribilmente scomodi.
L’ostello era vicino alla stazione di Fairy Meadow, all’arrivo presso l’ostello per migranti ci
diedero una casa stagna per ogni coppia ma almeno queste erano complete e ci diedero quello che ci serviva, coperte, lenzuola e secchio e
scopa. Ci mostrarono la doccia, la lavanderia e
la mensa dove avremmo consumato i nostri pasti spiegandoci che avrebbero detratto il costo
L’appartamento era a Manly, ed era bello.
Franco era felice del suo lavoro e guadagnava
bene, ci raccontava che molti operai pensavano fossero ingegneri “Probabilmente perché ci
vestiamo in blu, con la camicia bianca. “ Successivamente iniziammo ad andare fuori a cena in
città. Così, imparammo alcune parole in inglese e capivamo di più, non abbiamo mai avuto
così tanti soldi, così la nostra vita era diventata
migliore e insieme ai nostri amici Alicia e Gidio,
parlavamo spesso circa il nostro futuro nel nuovo continente, siamo diventati più vicini, eravamo come una famiglia.
Prendemmo un appartamento insieme e cercammo di aiutarci a vicenda. Qualche giorno
era molto difficile per noi, abbiamo avuto molta
frustrazione e tempi tristi, anche a causa della
non buona conoscenza della lingua inglese, ma
eravamo tutti giovani e ottimisti, siamo così riusciti ad avere anche momenti felici. Dopo un
mese dovemmo trovare un altro appartamento, perché quello era un alloggio per vacanze,
ma il trasloco era facile, avevamo solo valigie.
Trovammo un altro appartamento. Questo accadeva perché non conoscevamo la lingua e
non avevamo capito che si trattava di una casa
per le vacanze. La nostra vita continuò tra tanti
problemi, soprattutto per Alicia, per esempio:
per cucinare non trovavamo gli ingredienti perché, non conoscevamo i loro nomi in inglese e,
molte volte siamo tornate a casa con ingredienti di cui non avevamo bisogno ma di cui non
avevamo capito il nome…per molto tempo
ho cucinato sempre le stesse pietanze…in più
bisognava mettere un scellino nel misuratore
del gas per averne in cucina e il misuratore era
nell’atrio… “per cucinare una zuppa ho fatto la
maratona per le scale”.
Un fortunato giorno camminando per strada
sentimmo una canzone italiana che usciva da
un negozio di frutta e verdura, entrammo nel
negozio e chiedemmo al fruttivendolo se parlasse italiano. Lui ci rispose in perfetto italiano!
Era venuto in Australia con la sua famiglia molti anni prima di noi. Era come un sogno, come
pure scoprire che alla porta accanto c’era un negozio continentale. Finalmente saremmo state
in grado di cucinare qualcosa di diverso e i nostri mariti sarebbero stati contenti di cambiare
menù, noi eravamo felicissime di aver trovato
un negozio continentale e un negozio di frutta
di due emigranti italiani. Il signor Randazzo, il
proprietario del negozio frutta ci spronò a studiare inglese. Saremmo stati felici di imparare
l’inglese, ma dove dovevano andare, a chi ci
dovevamo rivolgere? Randazzo ci aiutò a compilare un modulo per lezioni di inglese per corrispondenza. Le lezioni ci aiutarono a capire la
lingua e lentamente iniziammo a dire qualche
parola di inglese. A quel tempo non era come
al giorno d’oggi che è possibile ottenere un interprete in tutte le lingue oppure andare al Tafe
College e imparare le lingue o un mestiere o
prendere un diploma.
Ci confidammo con il nostro amico Randazzo,
lamentandoci per tutti i soldi spesi per cucinare avendo il contatore a gas a gettoni. Il nostro
amico Randazzo ci promise di aiutarci a trovare
un posto migliore dove vivere.
Trovammo un altro appartamentino e questa
volta smettemmo di correre su e giù le scale per
mettere lo scellino nel contatore del gas, questo appartamentino era disponibile in affitto
per lungo tempo e non solo per le vacanze.
L’appartamento era bello, ma il guaio era che
era molto costoso.
La mattina dopo essere andati ad abitare
lì, ci alzammo dal letto e trovammo una
donna che fa pulizia
in cucina e aveva già
iniziato a pulire l’appartamento. Eravamo imbarazzati ad avere una
sconosciuta in casa e cercammo di spiegarle
che noi non avevamo bisogno di una donna
delle pulizie nel nostro inglese incerto ma era
come parlare con i muri, così trovammo un altro appartamento con l’aiuto di Randazzo.
L’appartamento aveva due camere da letto con
l’uso della cucina. Il proprietario dell’appartamento era un uomo greco con un cane molto
grande, che aveva l’abitudine di stare davanti
alla porta della cucina. Avevamo dovuto convincere il cane ad allontanarsi dandogli un sacco di biscotti, così potemmo iniziare a cucinare.
Un’altra abitudine del cane era scuotere tutte le
sue pulci davanti alla porta della nostra camera. La maggior parte della notti, Franco doveva
spogliarsi e spruzzare l’antipulci sul pigiama.
(Continua)
Traduzione a cura di Mariastella Malafronte
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Giuliani nel Mondo
L’ANGOLO DEI LIBRI: RECENSIONI, INIZIATIVE, PREMIAZIONI
Giuseppe Matschnig racconta del suo
Viviana Facchinetti Racconta
bisnonno: il Conte Dubsky
“PROTAGONISTI SENZA PROTAGONISMO” è la
ristampa, in veste editoriale completamente rinnovata e corposamente arricchita di corredo iconografico - per l’Edizione La Mongolfiera - della
trilogia di lavori, dedicati da Viviana Facchinetti
all’emigrazione giuliano-dalmata nel mondo,
nell’ambito del suo progetto “STORIE FUORI DALLA STORIA”. Due le presentazioni: il 17 ottobre
nell’ambito de “La Bancarella” ed il 3 dicembre
presso l’Associazione delle Comunità Istriane,
precedute dalla proiezione di un breve video in
cui sono ripercorsi i momenti più significativi dei
suoi incontri con Triestini, Istriani, Fiumani e Dalmati in Australia, Canada, USA e Sud Africa.
Nel centesimo anniversario della Prima Guerra
Mondiale si intensifica la riscoperta o la nuova
produzione di libri sull’argomento.
Tra le new entry è da segnalare il saggio di Giuseppe Matschnig, “Il caso Dubsky” (Edizioni della Laguna), apparso di recente in libreria con la
prefazione di Fabio Todero.
L’autore, attraverso una lunga ed appassionata
ricerca negli archivi di Trieste, Gorizia, Roma, ma
anche di Brno, Opava e Vienna e con l’aiuto di
documenti di famiglia, ha ricostruito la vita del
suo bisnonno, il conte Heinrich Dubsky (18471927). Nato a Vienna, ex ufficiale dell’esercito
austro-ungarico, fondatore e membro onorario
di associazioni patriottiche che operavano a
Trieste e nel Friuli austriaco, “fervente austriacante”, allo scoppio della guerra, quale podestà
di Medea, accolse l’occupatore italiano ma fu
immediatamente arrestato e pagò, con un lungo internamento assieme alla moglie ed al loro
servitore, la sua fedeltà alla corona asburgica.
L’internamento, prima a Firenze e poi a S. Miniato,
protratto per più di un anno dopo la conclusione
del conflitto, malgrado l’intervento dell’ambasciata spagnola a Roma, fu ampiamente illegale
da un punto di vista internazionale.
Fu soprattutto per l’azione pesantemente critica della stampa europea che metteva alla
berlina l’Italia per questo suo comportamento,
che lui e la moglie, appena alla fine del 1919,
poterono tornare alla loro casa di Medea, dopo
innumerevoli sacrifici fisici e morali.
Oltre a ciò il libro, con scrittura agile e vivace e
corredato da numerose fotografie, scopre con
curiosità la vita della parentela altolocata del
protagonista, annotando vizi, amori, conformismo e originalità di personaggi fautori della for-
tuna di un intero casato, ma anche della sua rovina, aprendo così una finestra sconosciuta su
quello che fu il mondo dei nobili nella Duplice
Monarchia i quali, alla conclusione della guerra,
si trovarono in un mondo che non era più il loro.
Scrive l’autore nel piano sinottico dell’opera:
“non è un libro in cui le vicende storiche si fondono con la fantasia per dar vita a fatti e dialoghi mai esistiti, un romanzo storico in altre parole, ma un insieme di documenti logicamente
collegati tra di loro nell’intento di ricostruire
quanto più possibile la storia familiare come si è
effettivamente svolta nella Mitteleuropa di fine
‘800 e dei primi del ‘900”.
Marina Radivo
“Cinquecento anni di presenza italiana a Hong
Kong e Macao”: un volume di 200 pagine, di cui
ben 100 sono dedicate al capitolo “La voce della Comunità italiana”, dove sono pubblicate 134
testimonianze di cittadini italiani, che iniziano
nel 1935 con Gaetano Nicosia per chiudere nel
2012 con Camilla Gilone. Fra questi, nel 2007,
Stefano Bassanese e sua moglie Lorena Severi.
La pubblicazione, omaggiataci dallo stesso Bas-
sanese in occasione del suo recente incontro
nella sede del nostro sodalizio, è edita su iniziativa e con il patrocinio del Consolato Generale d’Italia a Hong Kong e Macao, e pubblicata
dalla Società Dante Alighieri e con il generoso
supporto della Società Marco Polo e della Fondazione FOK.
Le prefazioni portano la firma del Presidente
della Repubblica Giorgio Napolitano, il Presidente del Consiglio Legislativo di HK, Jasper
Tsang Yok-Sing, del Segretario dell’Amministrazione legislativa di Macao Florinda da Rosa Silva Chan e dal nostro Ambasciatore a Pechino
Alberto Bradanini.
Curato da Gianni Crivellari e Angelo Paratico il
tomo è introdotto da Alessandra Schiavo, Console Generale a HK e Macao.
Dal 1861 ad oggi si sono alternati ben 54 diplomatici tra cui Ugo Gonella.
Ad Hong Kong e Macao sono registrati attualmente 2700 italiani. Ma perché 500 anni? Lo
ricorda il Presidente Napolitano citando le presenze in Cina di Padre Matteo Ricci e Valignano,
Ruggieri, Intorcetta e Castiglione.
Non va scordata l’istituzione della Diocesi Cattolica a Macao nel 1756 con la costruzione della
Chiesa in stile barocco.
Richiamandosi a Confucio, 2500 anni or sono,
spesso nel volume viene riportato un suo pensiero: “è molto piacevole avere amici che vengono da lontano”. (F.Z.)
EL TREN ROCA
Carl Weyprecht - 175 anni dalla nascita
In occasione della ricorrenza del 175esimo anniversario della nascita di Carl
Weyprecht, Enrico Mazzoli, poliedrico scrittore, ha
scritto un trattato di 417
pagine, descrivendo la vita
di questo giovane nato a
Darmstadt nel 1838 e giunto nella nostra Trieste all’età
di 17 anni. Era così immensa
la voglia di conoscenza e
di avventura che giovanissimo si imbarcò Ufficiale
nella Marina Militare austroungarica che lo portò a distinguersi nella Battaglia di
Lissa. In quel periodo crescerà il suo sapere
scientifico mentre la sua formazione della cul-
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INFORMAZIONI:
[email protected]
tura, della tolleranza e della
convivenza gli deriverà dalla sua città d’adozione: Trieste. Andrà poi in Messico
alla corte di Massimiliano
e soprattutto fra i ghiacciai
dell’Artico. Da ricordare che
egli visse quasi tutta la sua
vita a Trieste.
Enrico Mazzoli ha pubblicato numerosi libri e collaborato con numerose istituzioni.
Informazioni: mail: [email protected]
[email protected]
L’autore, Vittorio Testi, nato a
Trieste agli inizi degli anni ’70,
ora vive in Perù con la famiglia.
È un esperto di cooperazione ed
opera in diverse aree del mondo
nell’ambito dello sviluppo e implementazione di progetti atti al
miglioramento delle condizioni
di vita dei popoli dei paesi cosiddetti terzi. Il libro è stato scritto
pensando a tutti i viaggiatori che
dalla loro abitazione di un sobborgo di una grande città tutti i
giorni devono prendere un treno
per recarsi in centro.
L’autore descrive non solo come
è fatto dentro e fuori “l’animale metallico” cioè il
treno ma soprattutto quello che vede guardando dai finestrini e quello che i suoi occhi osservano: l’umanità che lo circonda.
I volti dei pendolari: l’infermiera,
l’avvocato, la ballerina, tutte persone che prendono il treno La
Roca per un viaggio quotidiano
che si può pensare sia dovuto
alla necessità e al bisogno.
Descrive le tappe (ogni tappa ha
un nome che ricorda fatti che
hanno segnato la storia del paese, oppure di personaggi che ne
hanno fatto la storia) che questo
treno vivo e pulsante fa, i chilometri che percorre e lo identifica
come una “bestia rara” sempre
lì lì per bloccarsi e non ripartire
più e invece ce la fa sempre a riprendere il cammino. Il libro consta di 10 “stazioni” ovvero dieci
capitoli.
mail: [email protected]
tel. 02.89409338
ZUGHI BISIACHI DE NA’ VOLTA
Il 13° Congresso dell’Associazione
Culturale Bisiaca, tenutosi in ottobre, è stata l’occasione per presentare il bellissimo libro di Sergio
Vittori “Zughi bisiachi de na’ volta”.
Il libro si divide in 8 capitoli dedicati ai “zughi” e alle filastrocche
bisiache.
I bambini, per imitare i “grandi”, si
inventavano i giochi, anticamente
con gli stracci e poi via via con i
materiali a loro disposizione.
Oggi non hanno più bisogno di
molta fantasia, perché le playstation e i compact disc permettono di iniziare il gioco imme-
diatamente senza dover metterci
le proprie idee. L’autore, Sergio
Vittori, classe 1944, nato a Fogliano di Redipuglia, ha inteso in queste pagine riproporre un percorso
nostalgico per i bambini d’allora
che ora, diventati grandi, troveranno nei vari capitoli un po’ della
loro infanzia.
La presentazione è di Magda
Settomini, Presidente dell’A.C.B.,
mentre la premessa è redatta dallo stesso Vittori.
Informazioni: [email protected]
Tel. 0481.476107
SOSTEGNO PER IL GIORNALE
Da un’indagine esperita tra i periodici editi da Associazioni, Enti, Fondazioni, Club, ecc. che
gravitano nella sfera del mondo dell’emigrazione emerge un dato: tutte queste realtà praticano
l’abbonamento per la propria pubblicazione. Inoltre non mancano versamenti volontari a
sostegno della rivista. Il nostro trimestrale la cui tiratura supera le 2.200 unità viene spedito
gratis. Facciamo vivo appello per un contributo a piacere:
c/c bancario n. 100000006529
presso la Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia - Trieste (Italy)
IBAN: IT61 L063 4002 2101 0000 0006 529 - Codice BIC/SWIFT - IBSPIT2U
Intestato a: ASSOCIAZIONE GIULIANI NEL MONDO
Via Santa Caterina da Siena, 7 - 34122 Trieste (Italy)
Giuliani nel Mondo
Periodico - anno 9 - Ottobre-Dicembre 2014 - n. 4
E dito :
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aderente all’U.N.A.I.E.
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Con il contributo della
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