Periodica Life nr.4 - Ladurner Ambiente Spa

4
Anno IV - nr.04
Ottobre 2014
Reg.Trib.Bz nr. 7/2001
Impianto
Ladurner
in Lituania
Sentiero
luminoso
in laguna
pag. 3
pag. 9
L’industria
al centro
della nostra
attività pag. 4
Nuovi traguardi
vecchie certezze
L
e linee strategiche che il
Gruppo Ladurner Ambiente si
è dato con il piano di sviluppo
approvato e vigente tendeva, com’è noto, a focalizzare
l’azione sul core business, riportando l’industria al centro
delle attività operative.
Come dice Andrea Silvestri (pagina 4), abbiamo concentrato gli sforzi sull’attività
che ci caratterizza e che meglio sappiamo
fare, legata alle soluzioni impiantistiche che
diano un vero valore aggiunto alle problematiche del trattamento dei rifiuti
urbani, allo loro valorizzazione, al recupero di materia ed al tempo stesso
di risorse energetiche. Il tutto con un know-how non improvvisato, ma che
viene da venticinque anni di storia imprenditoriale, di esperienze dirette, applicate a situazioni estreme e particolari, ricercando il giusto compromesso
con le condizioni territoriali esistenti, adattando le tecnologie ed il loro utilizzo alle singole realtà. Ma soprattutto essendo flessibili e disponendo di
tecnologie diverse ed adattabili alle singole realtà italiane.
DI bruno abram
Dell’approccio alle tecnologie ed alle esperienze sul campo ce ne parla anche Massimo Troncon (pagina 5), direttore commerciale, che ha vissuto le
diverse fasi dello sviluppo del Gruppo. Infatti, da sempre Ladurner ha privilegiato rapporti con partner e fornitori esteri, contribuendo allo sviluppo di
tecnologie sul mercato domestico che venivano da lontano, dall’esperienza
e dall’affidabilità delle soluzioni tecniche.
Per questo motivo adesso, che è importante e necessario per un gruppo
industriale in espansione allargare le proprie vedute al di fuori delle mura domestiche e non solo in Europa, queste esperienze ed il patrimonio di knowhow acquisiti diventano fondamentali per affrontare le sfide. E non si intende
solo know-how tecnico, ma anche commerciale, relazionale, amministrativo
e finanziario, che completa la capacità imprenditoriale di un’azienda.
Sviluppo ed internazionalizzazione, appunto, è un’altra delle linee guida a
cui il Gruppo guarda. E, come ci informa sempre Troncon, l’attività di sviluppo commerciale è molto intensa, sia in Italia che all’estero.
Pur restando interessante il mercato domestico, doverosamente selezionato, è anche all’estero che Ladurner sta guardando e soprattutto operando,
con azioni commerciali ed accordi di partnership per impianti di trattamento
di rifiuti.
Intanto, però, le prime commesse estere importanti sono state realizzate
o sono in via di realizzazione. Archiviata la commessa di Cluj, in Romania,
sempre in Europa, ma un po’ più a nord-est, una nuova ed affascinante sfida
conferisce nuove motivazioni alla struttura tecnica di Ladurner. Si tratta della
progettazione e realizzazione del nuovo impianto per il trattamento dei rifiuti
della città di Vilnius, capitale della Lituania.
Ce ne parlano (pagina 3) Burkhard Klotz, amministratore delegato della Ladurner e Massimo Mapelli, direttore dell’ufficio tecnico. I due “ing” mettono
in risalto come l’ufficio tecnico di Bolzano, pur decentrato dalla capitale lituana, farà da “thinking head” (testa pensante) della parte tecnologica del
progetto.
Naturalmente il mercato domestico continua ad essere in pieno fermento.
Simone Paoli ci informa degli sviluppi del progetto di Cupello, in Abruzzo,
dove è in corso l’iter di autorizzazione di un digestore per il rifiuto organico
per la produzione di metano.
A Tortona, intanto, sono partiti i lavori di revamping per la costruzione di un
digestore. Si tratta di due concessioni importanti nello “scacchiere” della
filiera energetica di Ladurner. Come lo sono, nello scacchiere delle gestioni,
le commesse di Montale (pagina 11) ed Eboli (pagina 10).
Non tralasciando il core business “alternativo”, come le bonifiche (a pagina
12 la discarica di Cremona) o il progetto denominato “Sentiero luminoso”
nella laguna di Venezia (Bagnacani a pagina 9).
Come si vede un’attività in fermento quella del mondo Ladurner, che punta a
nuovi traguardi, potendo contare su “vecchie” e consolidate certezze.
NEWS
NEWS
ECOMONDO 2014
Quest’anno ci troviamo nel padiglione B3, stand 160, in posizione molto
interessante perché nella stessa zona del Consorzio CONAI, solitamente
tappa obbligata per tutti i rappresentanti di Enti Pubblici che si trovino a
passare in fiera. L’appuntamento è a Rimini, dal 5 all’8 novembre.
BLOG BARATTO
Ladurner Energy – Divisione Idecom ha maturato in questi anni una buona
dimestichezza con gli strumenti di comunicazione più innovativi da mettere
al servizio della tematica sostenibilità ambientale. Abbiamo infatti curato
per diversi Comuni dei quali abbiamo seguito l’avvio delle raccolte differenziate dei blog appositamente creati per gestire le informazioni sui rifiuti
e fungere da sportello per gli start up.
A seguito di queste esperienze abbiamo pensato di utilizzare il blog anche
per la questione della riduzione dei rifiuti…perché non “salvare” molti oggetti ancora in buono stato e metterli in vetrina per proporre degli scambi
di materiale usato tra i cittadini?
La richiesta è arrivata direttamente dai Comuni, che si trovano a gestire
presso gli Ecocentri oggetti che non meriterebbero di essere rifiuti: sarebbe
volontà stessa dei cittadini donarli o barattarli, ma come e dove? Visti il problema degli spazi e i limiti imposti dalla legge in merito alle attività consentite
presso i Centri di raccolta…ecco l’idea: il blog del baratto e del riuso!
Strutturato in maniera semplice e molto dinamica è proposto alle Amministrazioni per aiutare gli utenti a proporre e scambiare qualsiasi oggetto,
promuovendo il contatto diretto tra singoli cittadini e quindi di fatto superando il problema dello spazio fisico di esposizione.
Già pronto il primo blog realizzato per la Magnifica Comunità degli Altipiani
Cimbri di Lavarone.
NOVITA’ PER IL SITO LADURNER
Ormai da alcuni mesi è on line il nuovo sito Ladurner, vetrina completa
delle nostre attività e biglietto da visita a cui è possibile far riferimento per
ogni contatto commerciale.
La nuova struttura rispecchia quella della corporate identity, è intuitiva e di
facile navigazione ma nello stesso tempo completa, in quanto raccoglie le
informazioni sui servizi ma anche la filosofia di lavoro del gruppo.
Il sito è stato indicizzato in modo da essere facilmente visto dai motori di
ricerca, tanto che negli ultimi mesi si registrano ottimi numeri in termini di
contatti giornalieri, sia dall’Italia che dall’estero. Proprio per essere pronti
al mercato internazionale, il sito è ora on line anche in lingua inglese.
4
Anno IV - nr.04
Ottobre 2014
Reg.Trib.Bz nr. 7/2001
LADURNER LIFE
Direttore Responsabile: Bruno Abram
Redazione giornalistica e progett. editoriale: Bruno Abram - Bruno Doni
Redazione: Simone Paoli - Anita Tramontano - Giorgio Canella - Francesca
Faraon - Massimo Troncon - Lorenzo Bagnacani - Claudio Biondaro - Gianluca
Musetti - Massimiliano Valle - Loris Tognoni - Elisa Stefani
Impianto
Ladurner
in Lituania
Sentiero
luminoso
in laguna
pag. 3
pag. 9
L’industria
al centro
della nostra
attività pag. 4
In copertina:
foto dell’impianto
di Albairate (Milano)
Progetto grafico e impaginazione: Ladurner Energy–divisione Idecom
Fotografie: Archivio divisione idecom
Stampa: Tipografia Esperia (TN)
©2009 – Laduner Ambiente Spa - numero 03/ottobre 2013 - Reg. Trib. Bz nr. 7/2001
Redazione: via Innsbruck 33, 39100 Bolzano - Tel. +39 0471 949 800 - e-mail: [email protected]
Informativa ai sensi dell’articolo 13 D. Lgs. 196/2003. I dati personali sono utilizzati per l’invio della testata giornalistica “LIFE” redatta
dalla Ladurner Ambiente SpA, titolare del trattamento. Essi sono trattati in forma scritta ed elettronica, non saranno soggetti a comunicazione e diffusione. In qualunque momento il lettore potrà esercitare i diritti di cui all’articolo 7 del D. Lgs. 196/2003, in particolare
il diritto di accedere ai propri dati personali, chiederne la modifica, l’aggiornamento e/o la cancellazione, nonché di opporsi al loro
trattamento per motivi legittimi rivolgendo le richieste al Titolare del trattamento: [email protected].
Questa rivista è stampata su carta certificata FSC©
2
LADURNER AMBIENTE LIFE
Una nuova sfida
in Lituania
Un’altra commessa europea per Ladurner.
diverse, con know-how ed esperienze non sempre coincidenti, trasferendole in modo unitario al cliente finale. Alla fine possiamo dire che tutti ne
sono riusciti arricchiti.”
E il cantiere come sarà gestito?
“Creeremo una struttura apposita, con personale locale che sarà coordinato e gestito dai nostri Project Manager e Supervisori, che garantiranno
un presidio costante del cantiere per tutta la durata dell’opera e l’adeguata
connessione con la sede operativa di Bolzano, dove lo staff dell’Ufficio
Tecnico elaborerà in real time le eventuali correzioni si dovessero rendere
necessarie.”
Burkhard Klotz e Massimo Mapelli
I
n questi giorni l’ufficio tecnico di Ladurner Srl è alle prese con una
nuova ed affascinante sfida: la progettazione del nuovo impianto
per il trattamento dei rifiuti urbani della città di Vilnius, capitale della
Lituania.
Ladurner, in partnership con l’altra ditta altoatesina Atzwanger e
la locale Energesman, si è aggiudicata la gara Europea avente ad
oggetto la progettazione, costruzione e gestione dell’opera per 20
anni. Si tratta di un’infrastruttura strategica, finanziata dalla Comunità Europea, con una capacità di 277.000 tonnellate/anno di Rifiuti Solidi
Urbani, con i seguenti obiettivi:
-recuperare i materiali da inviare alle filiere di recupero;
-produrre Combustibile da Rifiuti per recupero di energia;
-stabilizzare il residuo organico per ridurre i quantitativi a discarica.
Per capire al meglio l’entità dell’operazione abbiamo intervistato gli Ingegneri Burkhard Klotz (Amministratore Delegato) e Massimo Mapelli (Direttore Ufficio Tecnico) di Ladurner Srl.
Ci potete descrivere il processo previsto in questo impianto?
“La tecnologia applicata è quella a doppio flusso, ma con alcune varianti
peculiari. Dopo l’aprisacco iniziale, i rifiuti passano nella cabina di cernita
con selezione manuale per la separazioni delle prime frazioni; il materiale
residuale è inviato ad un vaglio a tamburo a tre uscite, per la successiva
selezione ottica dei materiali, il trattamento biologico del materiale residuo, e la produzione di CDR.
Che materiali si recuperano e come?
“Nella cabina di selezione manuale si recuperano vetro, carta, cartone e
polietilene a bassa densità (film), mentre con adeguati separatori i metalli
ferrosi e non ferrosi. Grazie ai separatori ottici la plastica pregiata quale
PET e HDPE è selezionata con buoni risultati. Infine si ottiene un CDR per
recupero energetico.”
Quali sono le principali differenze che avete rilevato rispetto ad un
progetto italiano?
“Sicuramente oggi queste tipologie di impianti sono abbastanza standard,
e processi e tecnologie consolidate. Ma ci ha stupito la richiesta di una
separazione così spinta dei materiali partendo da rifiuti indifferenziati, che
in Italia invece non trova per ora grande applicazione.”
Come valutate quindi l’utilizzo dei separatori ottici?
“E’ una tecnologia molto avanzata e ben funzionante, ma con costi di investimento e gestione di una certa rilevanza. Inoltre il loro utilizzo risulta estremamente più efficace su un materiale da raccolta multimateriale,
piuttosto che da indifferenziato.”
Quali accorgimenti per limitare gli impatti ambientali dell’opera?
“In questo senso gli accorgimenti sono quelli tradizionali, pertanto l’impianto sarà dotato di biofiltri, tutte le aree di lavoro chiuse ed aspirate, con
idonei filtri a maniche per gli ambienti polverosi, ed un sistema di raccolta
di tutti i percolati e acque di lavaggio in una vasca per inviare il tutto ad
impianti dedicati a cura dell’appaltatore.”
Veniamo alla gestione. Quanto personale sarà impiegato?
“In considerazione dei quantitativi da trattare, del fatto che la separazione
manuale sarà a copertura di tutti i rifiuti in ingresso, l’impianto lavorerà 2
turni al giorno per 6 gg alla settimana, ed impiegherà ca 50 persone nel suo
complesso. Anche da questo punto di vista quindi, si tratta di un progetto
assai complesso, in una realtà totalmente differente da quelle a cui siamo
abituati. Ma siamo certi di essere pronti non solo sul piano tecnico, ma
anche su quello operativo e legislativo.”
Ladurner quindi, coerentemente con i piani del gruppo, inizia a muovere
i primi passi nel mercato internazionale, e lo fa da subito con un progetto
importante, in linea con la storia dell’azienda, che ne dimostri le capacità
realizzative ed organizzative.
Quali sono le tempistiche di realizzazione previste?
“Entro settembre 2015 l’impianto dovrà essere terminato come da contratto, siamo ora nella fase avanzata di progettazione esecutiva dell’opera ed
in questi giorni stà partendo il cantiere.”
Quali macchinari e tecnologie caratterizzano questo impianto?
“In un contesto progettuale consolidato, spiccano tuttavia la selezione ottica molto spinta e riuscire a garantire l’essicamento del sottovaglio in
un ambiente con temperature che possono arrivare fino a -20°. Inoltre
la sfida di trattare oltre 270.000 t/a con selezione manuale non è stata di
semplice definizione nel compromesso tra esigenze gestionali, di investimento e dimensionali.”
Come si gestisce un progetto di questo livello?
“La sfida principale si è rivelata la collaborazione con gli enti ed imprese
locali, capire le loro dinamiche, le loro legislazioni, e le loro esigenze. Fondamentale inoltre riuscire a creare le giuste sinergie tra filosofie progettuali
3
A colloquio con l’Amministratore delegato del Gruppo Ladurner Ambiente Andrea Silvestri
Abbiamo rimesso l’industria
al centro della nostra attività
A
rchiviate le lunghe e
complesse operazioni
societarie, legate alla
semplificazione
della
catena di controllo e allo
snellimento organizzativo, avviate nel 2010 e
conclusesi nel 2013, il
Gruppo Ladurner Ambiente ha potuto
avviare, nel 2014, il suo primo esercizio
con la nuova organizzazione pressoché
a regime, concentrandosi sulle strategie
definite, per mettere in pratica le tattiche adeguate al loro perseguimento.
A un anno di distanza dalle dichiarazioni fatte tramite LIFE dall’Amministratore delegato del Gruppo, Andrea Silvestri, abbiamo voluto ripercorrere con lui le tappe di un altro anno di intensa attività societaria ed
industriale, guardando anche a quelle successive.
Una sorta di esame dell’andamento dell’attività, ma con un taglio diverso
rispetto ad una compassata e grigia “relazione al bilancio”.
E lo facciamo nel solito modo discorsivo che caratterizza il nostro house
organ.
Insomma, Silvestri, non cominciamo con un “signori azionisti”…
“Direi di no, non è la sede – risponde l’Amministratore delegato – anche
se naturalmente gli azionisti sono importanti, ma preferisco informarli più
puntualmente in occasioni più serie e formali.
Scherzi a parte, a proposito di azionisti, partirei proprio dal recente consolidamento della compagine sociale che, pur in presenza di un riequilibrio, non sostanziale, vede sempre il controllo, diretto od indiretto, della
famiglia Ladurner, con Ladurner Finance, la holding energetica controllata
a sua volta da Ladurner Group e partecipata anche da Ecopartner e AB
Invest, che assieme detengono quasi il 60% del capitale, mentre consolidano la loro partecipazione i soci trentini, con La Finanziaria Trentina e
quelli milanesi, con IGI, entrambe a circa il 20% ciascuna.”
4
Due azionisti di minoranza, ma allo stesso tempo di peso…
“Di peso e di spessore – aggiunge Silvestri – e lo dico con convinzione. La
Finanziaria Trentina Spa è una holding finanziaria che raggruppa il meglio
dell’imprenditoria trentina ed è guidata da un presidente di riconosciuta
esperienza finanziaria, anche internazionale, come Lino Benassi, che è anche vicepresidente di Ladurner Ambiente.
Allo stesso modo IGI, una società di gestione del risparmio, guidata da Giorgio Cirla, è rappresentata in consiglio di amministrazione da Enrico Palandri,
anch’egli un manager finanziario di esperienza. Entrambi hanno portato all’interno del consiglio di amministrazione della nostra holding operativa, Ladurner Ambiente, appunto, oltre a nuovi equilibri, soprattutto esperienza in campo finanziario che, unita a quella industriale dei vecchi azionisti e manager,
costituisce un valido supporto nelle decisioni strategiche.”
Vediamole, quindi, queste strategie. Ci eravamo lasciati con la parola
d’ordine “focus sul core business e più estero”. A che punto siamo?
“Direi che sul core business ci siamo – ribatte Andrea Silvestri – e mai come
in questo ultimo anno abbiamo mantenuto concentrato il focus sull’attività
che ci caratterizza e che meglio sappiamo fare e che fa parte della nostra
storia imprenditoriale, limitando, via via, le attività di diversificazione, volute ed avviate da noi, che sono state importanti per crescere, ed abbandonando quelle ereditate, che com’è noto, abbiamo valorizzato al meglio con
intelligenti dismissioni.”
Core business e dintorni, quindi. Cominciamo da qui…
“Com’è noto – dice Silvestri – il nostro core business è da sempre rappresentato dalla realizzazione di impiantistica legata a soluzioni ambientali per
lo smaltimento, il recupero e la valorizzazione di rifiuti, dalle acque reflue ai
rifiuti solidi urbani più problematici, come la frazione organica e la frazione
residua secca o indifferenziata, passando sia per il recupero di materia che
per quello energetico. E da qui siamo ripartiti. Anzi, non le abbiamo mai
abbandonate le posizioni, ma è chiaro che una certa distrazione dovuta
alla diversificazione ed agli impegni sui mercati finanziari, quando eravamo
quotati in borsa, hanno fatto sì che i focus fossero più d’uno.”
LADURNER AMBIENTE LIFE
Quando hai il cruscotto pieno di indicatori e magari con qualche spia
rossa accesa di troppo è difficile concentrarsi sulla strada?
“Proprio così. Ma in ogni caso, da oltre un anno, abbiamo rimesso il business industriale al centro della nostra attività. La Ladurner industriale, pur
avendo ridimensionato, per scelta, l’attività della costruzione di impianti
per il trattamento delle acque (continuerà nel trading delle macchine acqua), ha proseguito con maggior vigore nella realizzazione di impianti per il
trattamento di rifiuti e produzione di energia. E quando dico realizzazione,
intendo non solo costruzione, ma, com’è noto, l’intero concetto impiantistico, dalla ideazione ed individuazione dei bisogni, alla progettazione,
costruzione e gestione degli impianti. E’ così per gli impianti di digestione
anaerobica della divisione Renerwaste, sulla scorta della positiva esperienza di Albairate, revampato l’anno scorso ed avviato nel 2014. nei prossimi mesi sarà la volta di Tortona, in Piemonte, la cui costruzione è stata
avviata recentemente ed andrà in esercizio nel 2015, al quale seguirà Cupello, in Abruzzo ed una serie di altri progetti impiantistici che fanno parte
della pipe-line in via di sviluppo.”
Quali sono gli altri eventi di rilievo nel core business?
“Il consolidamento dell’attività delle gestioni degli impianti – spiega Silvestri – da sempre per noi un elemento di equilibrio e stabilità, con una buona
redditività nel lungo periodo grazie ai contratti pluriennali. Il nuovo corso
del Gruppo ha fatto registrare, tra le altre, l’aggiudicazione della gestione
dell’impianto di termovalorizzazione di Montale (Pistoia). Nella divisione
impianti, invece, abbiamo portato a termine diverse realizzazioni, tra le più
importanti la consegna del nuovo termovalorizzatore di Bolzano, oltre al
già citato digestore di Albairate.”
E l’estero, altro focus strategico?
“Anche l’attività sull’estero sono state intense. Stiamo completando le
opere elettromeccaniche, che sono di nostra competenza, della commessa di Cluj, in Romania. Abbiamo sottoscritto il contratto della commessa di
Vilnius, in Lituania, la cui fornitura delle opere elettromeccaniche è prevista
per la fine dell’anno 2014, mentre la fine lavori ed il collaudo sono previsti
per il 2015. Altri progetti sull’estero sono in corso di sviluppo, grazie ad
un’intensa attività commerciale e di preparazione.”
E sul cosiddetto “no core business” ci sono informazioni di rilievo?
“No core business per modo di dire – ribatte Silvestri – in realtà si tratta
di un core alternativo e sinergico. Lo è per Rem-Tec, impegnata nelle bonifiche e nella conduzione del proprio impianto di trattamento di materiali
provenienti dalle bonifiche stesse, che ci sta dando buone soddisfazioni.
Ma lo è anche per Ladurner Energy, che opera nell’efficienza energetica e
nella consulenza ambientale sui rifiuti. Vorrei citare, uno su tutti, il progetto per la realizzazione, gestione e manutenzione di un sistema autonomo
(stand alone) di alimentazione e produzione di energia al servizio dell’impianto di illuminazione del Canale di Malamocco nella laguna di Venezia,
di cui il nostro gruppo è promotore e per il quale si è aggiudicato la gara di
appalto dell’Autorità Portuale della città lagunare. Si tratta di un progetto
che sintetizza molto bene l’effetto che può produrre la sinergia delle esperienze e del know-how anche nelle attività di business alternativo”.
E i numeri?
“Nel corso dell’esercizio 2014 – dice Silvestri – prevediamo di consolidare
la crescita della marginalità, rispettando sostanzialmente le previsioni di
budget e migliorando sensibilmente la posizione finanziaria netta. Il resto
lo dirò puntualmente agli azionisti…”
I N T E R V I S TA A M A S S I M O T R O N C O N
Sviluppo
e internalizzazione
Sviluppo e internazionalizzazione“ sono i temi che
il gruppo Ladurner intende sviluppare nel prossimo futuro. Ne parliamo con Massimo Troncon,
Direttore commerciale, al quale abbiamo chiesto
maggiori informazioni sulle attività.
Allora “sviluppo ed internazionalizzazione”,
è una parola d’ordine fine a se stessa o c’è
di più?
“I temi – afferma Troncon - possono apparire
scontati e banali, constatato il periodo di crisi del
mercato interno e possono essere generati dalla
necessità di sopravvivenza per aziende che sono costrette a questa scelta per
non soccombere. Nel caso del gruppo Ladurner sono invece la naturale conseguenza della ragione che ha sempre contraddistinto l’esistenza del gruppo.”
Ci spieghi meglio.
“Da sempre Ladurner ha intrattenuto rapporti costanti e consolidati con gruppi esteri, non solo nell’area tedesca (Germania, Austria e Svizzera) ed in tutta
Europa (Finlandia, Olanda, ecc.), ma anche negli Stati Uniti ed in Asia (soprattutto in Giappone e Cina), contribuendo allo sviluppo di tecnologie che ha
poi introdotto e sviluppato con particolare successo nel mercato domestico.
Tecnologie che sono state dapprima applicate sui propri impianti, dalla fine
degli anni 90 e poi migliorate, implementate ed applicate, facendole in questo
modo diventare proprio know how. E questo ha riguardato in particolare tutto ciò che attiene alla realizzazione dell’impiantistica, dalla progettazione alla
costruzione, per poter dare alla committenza il meglio della tecnologia disponibile, una volta testata, collaudata e maturata sul campo.”
Ma l’esperienza di Ladurner non si limita alla tecnologia impiantistica.
“Infatti – continua Massimo Troncon - parallelamente Ladurner ha sviluppato
anche una grande esperienza nella conduzione e gestione di questo tipo di
impianti, diventandone quindi esperta nella gestione e manutenzione, un valore
aggiunto molto importante, sia nella fase di avviamento che di messa a regime.”
Su queste basi il Gruppo Ladurner ha operato finora nel mercato domestico?
“Sì. Questi due fattori, uniti ad un mercato domestico in crescita nel decennio
passato, hanno da una parte indotto il gruppo a focalizzare l’attività in Italia, dall’altra, conseguentemente, a tralasciare le opportunità nascenti in altri
mercati mondiali.”
Forse i tempi non erano ancora maturi?
“In parte è così – dice Troncon – ma il momento contingente appare maturo e
favorevole ad uno sviluppo all’estero delle attività e ancora una volta Ladurner
si trova pronta all’appuntamento con tecnologia ed esperienza per poter partecipare alla competizione su scala internazionale con cognizione di causa,
forza imprenditoriale ed esperienza acquisita e dimostrabile.”
Ladurner è in grado quindi di dare risposte reali anche in campo internazionale?
“Le tecnologie disponibili sono patrimonio del gruppo e sono di tale entità che
ben si coniugano con le richieste dei nuovi mercati. Ladurner infatti può offrire
una vasta gamma di soluzioni in dipendenza delle necessità locali ed adeguare la proposta con training di affiancamento tecnico e di gestione per il tempo
necessario o imposto dai bandi di gara.”
In modo più concreto?
“Con queste premesse Ladurner sta finalizzando accordi strutturati con primarie aziende italiane ed estere che abbiano caratteristiche complementari
e sinergiche per questo scopo, con l’obiettivo di rendere le azioni nei nuovi
mercati forti ed efficaci.”
Ci sono già dei riscontri?
“I primi risultati – conclude Massimo Troncon - sono incoraggianti e tra questi
ricordiamo l’aggiudicazione della commessa della municipalità di Vilnuis, capitale della Lituania, per la costruzione dell’impianto di trattamento meccanico biologico, TMB, del valore di circa 30 milioni di euro e l’impianto TMB per
la municipalità di Kluj, in Romania.”
Per il futuro c’è solo estero?
“L’attività di sviluppo commerciale è molto intensa, sia in Italia che all’estero. Il
mercato domestico resta interessante, ma va selezionato bene e si dovrà intervenire con azioni attente. All’estero sono in corso svariate trattative per impianti
di trattamento rifiuti in tutti i continenti, da Israele al Sudafrica all’Argentina.”
5
In Abruzzo
per produrre il metano
DI SIMONE PAOLI
ve di cui di seguito si riporta una breve descrizione e l’indicazione dimensionale.
A
seguito di Bando di gara mediante procedura aperta l’Amministrazione Comunale di
Cupello ha affidato in concessione alla Società LADURNER
Srl, società del gruppo LL
International SpA, la progettazione definitiva, esecutiva,
costruzione e gestione di un impianto di digestione anaerobica con produzione di biometano e compost di qualità presso il polo tecnologico del Consorzio CIVETA.
L’impianto che si intende realizzare sarà basato
su processi di digestione aerobica e anaerobica
con produzione di biometano con trattamento
del tipo “a secco” già attivo in diversi impianti.
Il processo impiantistico impiegato prevede un
sistema di trattamento del biogas per la diretta immissione alla rete nazionale di biometano
rispetto alla produzione di elettricità da cogenerazione, in ossequio alle modifiche normative
introdotte nel corso dell’ultimo anno. L’impianto,
attualmente in fase di autorizzazione, si candida
ad essere uno dei primi a sfruttare questa tipologia di recupero energetico, pertanto ancora una
volta Ladurner fa da apripista, non solo a livello tecnico, ma anche come procedura amministrativa.
L’impianto è stato dimensionato per una capacità di trattamento pari a circa 40.000 t/a. così
suddivise:
• 30.000 t/a di FORSU
• 10.000 t/a di Verde strutturante
La tecnologia prevista, come detto, è basata su
un processo di digestione anaerobica a secco
monostadio, di tipo batch (a lotti, non in continuo). Tali impianti vengono fatti funzionare tramite un processo discontinuo in cui si ha ciclicamente il caricamento di substrato inoculato,
l’avanzamento del processo per il tempo stabilito, lo svuotamento del fermentatore. Il digestore proposto è del tipo termofilo con temperatura
di esercizio attorno ai 55° C, anche questa un
elemento di miglioramento continuo dei processi
applicati da Ladurner.
L’area di impianto, che si estende per circa
22.570 m2, ospiterà le differenti sezioni operati-
6
• Ingresso e scarico/ricezione del rifiuto organico e verde: consta di due stalli per lo scarico
in bussola del rifiuto in ingresso.
• Conferimento e pretrattamento: ospita il mulino rompisacchi e funge da polmone dell’impianto.
• Sezione anaerobica: questa sezione ospita i
digestori anaerobici
• Miscelazione: in questa area parte del materiale già digestato ed i rifiuti in ingresso (verde
e FORSU triturati) vengono miscelati prima di
essere avviati al processo di digestione anaerobica.
• Sezione di trattamento aerobico (biocelle): l’area ospiterà le 7 biocelle che riceveranno la
quota di materiale digestato in uscita dai digestori non impiegato nel ricircolo.
• Sezione di maturazione finale e raffinazione:
questo capannone ospiterà la platea di maturazione del materiale in uscita dalle biocelle
e la sezione di raffinazione finale del compost
ormai maturo.
• Aree di stoccaggio sotto tettoia: sono previste
aree di stoccaggio del verde in ingresso, del
compost maturo e del sovvallo di ricircolo dalla raffinazione del compost.
• Aree tecniche esterne: comprendono la stazione di up-grade del biogas, i sistemi di stoccaggio del
• percolato e delle acque, la sala controllo ecc.
• Area uffici: la palazzina uffici situata a nord del
lotto ospita gli uffici amministrativi ed i servizi
per il personale.
• Sezione di biofiltrazione e trattamento dell’a-
ria: nell’area è presente anche una sezione
di biofiltrazione che attraverso un sistema di
aspirazione forzata convoglia l’aria delle diverse sezione dell’impianto al biofiltro, al fine di
abbattere le polveri ed odori, prima di rilasciarla nell’ambiente.
Il biogas prodotto durante la fase di digestione
anaerobica viene captato mediante tubazioni
dalla parte sommitale di ogni modulo e trasferito nella stazione di trattamento per essere poi
alimentato all’unità di compressione e quindi immesso nella rete di distribuzione. La produzione di biogas stimata è pari a circa 5.120 t/a per
una produzione media di circa 14 t/g. Il biogas
prodotto ha un tenore di metano compreso tra il
50-60 %.
L’impianto è progettato per lavorare in automatico, le operazioni di avvio, fermo impianto, normale attività e sospensione per emergenza, saranno compiute in automatico e monitorate dal
sistema di controllo.
Il biometano in uscita dall’impianto verrà alimentato al metanodotto Chieti - San Salvo, caratterizzato da pressione di progetto 50 Bar.
Il metanodotto si colloca in prossimità dell’area di
interesse, in maniera ottimale per il collegamento
diretto dalla stazione di compressione alla rete.
Con questo nuovo progetto, Ladurner allunga la
pipeline degli impianti in concessione, andando a
collocare il progetto Renerwaste anche in nuovi
contesti regionali e tecnologici, a dimostrazione
di una sempre rinnovata attitudine ad allargare i
propri campi di azione e le proprie competenze
tecnologiche.
LADURNER AMBIENTE LIFE
Biodigestore di Tortona
avviato il revamping
M
entre leggerete questo
numero di LIFE, la nostra
struttura operativa starà lavorando a tutta forza nella
realizzazione di un nuovo
progetto fondamentale per
il gruppo Ladurner: l’impianto di Ecoprogetto Tortona. A Bruno Abram, amministratore delegato
della società di progetto, abbiamo chiesto di illustrarci le principali caratteristiche.
Dove si inserisce l’impianto?
“L’impianto si inserisce in un´area strategica dal
punto di vista logistico nel territorio piemontese.
E’ nota la peculiarità di Tortona, da sempre polo
logistico di riferimento del cosiddetto triangolo industriale, baricentrica rispetto a Milano, Torino e
Genova”.
Qual è la genesi del progetto?
“Nel 2009 Ladurner S.r.l. si è aggiudicata, a seguito di gara con procedura aperta, la concessione per 25 anni della gestione della piattaforma di compostaggio dei fanghi di Tortona, in
provincia di Alessandria, di proprietà di AMIAS
Spa, società intercomunale dei comuni del Basso Alessandrino”.
E come si è arrivati alla Forsu?
“Tenuto conto delle mutate condizioni di mercato e della normativa ambientale che induce il
sistema di gestione dei rifiuti ad attuare strategie
tese al riciclo ed alla valorizzazione energetica
degli stessi, Ladurner, sin dalla fase di gara, ha
ritenuto opportuno proporre la realizzazione di
un nuovo impianto di digestione anaerobica di
FORSU, rifiuti organici di natura agro alimentare
DI simone paoli
Bruno Abram
e fanghi di depurazione. La natura di impianto
per il trattamento dei fanghi viene mantenuta,
anche su precisa indicazione del concedente e
delle autorità provinciali, ma viene integrata dalla
possibilità di trattare matrici più performanti nella
generazione di biogas”.
Da cosa si parte nel revamping dell’attuale
piattaforma?
“Lo stato di fatto dell’impianto consiste in una
piattaforma di compostaggio fanghi e residui
ligno-cellulosici entrata in esercizio a partire dal
1995, che sarà oggetto di revamping per adeguarla alle mutate necessità e caratteristiche,
mentre ex novo saranno realizzate tutte le infrastrutture relative alla fase di digestione anaerobica e produzione del biogas e suo utilizzo”.
Per arrivare dove?
“L’impianto a regime svilupperà una potenza di 2,2
MW termici e 1 MW elettrici. Ladurner, sponsor del
progetto, come sempre eseguirà la progettazione, la fornitura in opera e la realizzazione chiavi in
mano dell’impianto. Le nuove opere consentiranno
di trattare 33.000 t/anno di FORSU da raccolta differenziata, 7.000 t/anno di VERDE e 2.000 t/anno
equivalenti di fanghi di depurazione.
I fanghi potranno essere modulati con la Forsu fino
a 10.000 ton/anno al servizio del territorio. L’impianto è stato autorizzato con provvedimento di
autorizzazione unica rilasciata dalla Provincia di
Alessandria ai sensi dell’art. 12 del D.Lgs. 387/03”.
parteciperanno a questa iniziativa sulla scorta
della positiva esperienza di Ecoprogetto Milano
ad Albairate, impianto che, per la ridotta distanza
e le maggiori dimensioni, è una sorta di fratello
maggiore a cui guardare per sfruttare sinergie ed
esperienza acquisita in termini gestionali, operativi ed anche commerciali”.
Il sito di Tortona inoltre potrebbe essere teatro
di un importante progetto di ricerca e sviluppo,
finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico, nell’ambito del bando “Industria 2015”, grazie
al quale Ladurner e gli altri partner dell’iniziativa
potrebbero sviluppare e sperimentare una serie
di nuove tecnologie nell’ambito del trattamento
delle frazioni organiche finalizzate alla ottimizzazione della produzione di biogas nel processo di
digestione anaerobica.
Tale progetto, della durata di 3 anni, è già stato
aggiudicato ed è un’ulteriore possibilità di incrementare il know-how e la competenza di Ladurner
in un settore strategico per il proprio business. Si
tratta di attendere l’ufficialità che Tortona possa
essere sede della sperimentazione.
L’avvio dei lavori è avvenuto ai primi di ottobre
2014, per concludersi a metà del 2015.
Come si sviluppa il progetto?
“Ladurner, applicando il suo consolidato modello di sviluppo del business, ha coinvolto nel progetto mediante una società di scopo, Ecoprogetto Tortona S.r.l., una serie di soci finanziari che
7
Con CONAI
tra i borghi umbri
La raccolta differenziata
entra in hotel
DI bruno doni
DI RICCARDO MORGANTI
Il 2014 segna un punto di svolta per i Comuni dell’Ambito Territoriale Integrato nr.4 della Regione Umbria, che vedono partire la gestione unitaria
del servizio di raccolta dei rifiuti urbani. Il bacino che fa capo all’ATI nr.4
comprende 32 comuni della provincia di Terni, tra i quali si annoverano
borghi di rilevante interesse turistico quali ad esempio Orvieto, Amelia
e Narni. Il nuovo servizio prevede la gestione unitaria della raccolta dei
rifiuti urbani ed assimilati affidata tramite gara d’appalto. La raccolta dei
rifiuti prima dell’unificazione della gestione non era omogenea su tutto il
territorio: in soli 13 comuni si effettuava la raccolta porta a porta, mentre
nei rimanenti comuni la raccolta era di tipo stradale o di prossimità. Con
la nuova gestione si stanno realizzando le prescrizioni del Piano d’Ambito, redatto da Ladurner Energy, che prevedono l’omogenizzazione della
metodologia di raccolta: essa consiste nella domiciliarizzazione del servizio per circa l’80% delle utenze; per il restante 20% delle utenze ubicate
in aree a bassa densità abitativa è prevista invece una raccolta d’area
vasta, con contenitori per le diverse frazioni di rifiuto ubicati su suolo
pubblico ed opportunamente distribuiti sulla parte di territorio da servire.
Ladurner Energy – divisione Idecom, da anni impegnata ad accompagnare le amministrazioni nel tortuoso percorso di introduzione di
raccolte differenziate domiciliari, è protagonista nella fase di coinvolgimento attivo della popolazione del ternano orvietano con innovativi strumenti di comunicazione realizzati con il patrocinio di CONAI.
Tra le iniziative poste in essere da Ladurner Energy spiccano
gli eventi di piazza che vanno a coinvolgere direttamente i cittadini dei
principali centri della provincia ternana quali le “analisi merceologiche
show”, vale a dire la spettacolarizzazione dell’analisi dei rifiuti, volta a
condividere con gli intervenuti i più frequenti errori di conferimento e far
capire l’importanza della corretta differenziazione dei materiali per il loro
successivo recupero come materie prime seconde.
Visti i successi ed i risvolti estremamente positivi conseguenti la
realizzazione delle App per la raccolta differenziata in Trentino e in Liguria,
Ladurner Energy ripropone questo innovativo strumento di comunicazione anche nel ternano orvietano, per accompagnare i cittadini e le amministrazioni comunali durante lo start up delle nuove raccolte differenziate.
La App, anche in questo contesto, si integra in maniera ottimale con i
tradizionali strumenti di comunicazione; oltre a fornire agli utenti tutte le
informazioni “classiche” riguardanti la raccolta differenziata, è in grado di
dare una serie di servizi aggiuntivi che si abbinano alla poliedricità degli
smart phone. Con i sistemi di geolocalizzazione, ad esempio, i cittadini
vengono guidati al centro di raccolta materiali ed i turisti vengono informati circa la modalità di selezione e conferimento dei rifiuti del comune
in cui si trovano a soggiornare. Con la App di Ladurner Energy tutte le
informazioni sulla raccolta differenziata e gli aggiornamenti sul servizio
sono disponibili in tempo reale, con l’ulteriore vantaggio ambientale ed
economico di evitare il consumo di carta.
Uno dei nuovi progetti di comunicazione sui rifiuti di Ladurner Energy – divisione Idecom si chiama ECOmò, unica nel suo genere è una soluzione
moderna, pratica e sostenibile al 100% per portare la raccolta differenziata
all’interno dell’hotel, ai piani, al servizio di tutti gli ospiti. Idea nata da NOR
srl e da una richiesta specifica da parte del Conai.
E’ realizzato in Italia in cartone certificato FSC, nel rispetto dell’ambiente.
E’ provvisto di comodi cassetti rivestiti all’interno con materiale salva goccia
e ideato con spazi per la raccolta delle diverse frazioni di rifiuto riciclabile.
E’ fornito di uno spazio “aperto” per i giornali, per consentire la pratica del
riutilizzo, lo scambio prima che vengano definitivamente buttati.
Collocato nella hall o presso i corridoi, offre un servizio integrativo agli ospiti
dimostrando l’attenzione dell’hotel verso le questioni ambientali. ECOmò
è una azione concreta per un greenHotel, un biglietto da visita per i clienti
e una possibilità reale per i partners dell’iniziativa di entrare in un contesto
così particolare come quello della ricettività turistica.
Una azienda con la certificazione ambientale che decida di utilizzare Ecomò
come incentive verso gli hotel clienti può dimostrare di proporre un prodotto
totalmente riciclabile e quindi di porre attenzione al suo intero ciclo di vita, in
accordo con i principi della politica ambientale adottata.
ECOmò è più che un oggetto di design per
fare la raccolta dei rifiuti, è un progetto di
comunicazione integrata che da solo trasmette sostenibilità e un diverso approccio
verso questi temi anche nelle camere degli
hotel, dove spesso non vengono affrontati. Si prevede infatti di supportare l’azione
informativa con cartoline da lasciare all’interno delle stanze per promuovere l’utilizzo
di ECOmò e quindi la corretta raccolta differenziata.
Il progetto pilota partirà nel territorio delle
Giudicarie (TN) che comprende località di
grande importanza turistica, come Madonna di Campiglio, Comano Terme, Pinzolo e
sarà finanziato da CONAI con la partecipazione di Tetra Pak Italia.
UNA APP SUI RIFIUTI COMPLETA
E A PREZZI ACCESSIBILI
DI FRANCESCA FARAON
Nel settore dei rifiuti stanno prendendo sempre più piede le applicazioni
per smartphone e tablet dedicate ai cittadini e contenenti le principali indicazioni di raccolta.
Ladurner Energy – divisione Idecom segue da qualche anno l’evolversi di
questo strumento innovativo ed ha già realizzato “Io Chiudo Il Ciclo” per
Regione Liguria con il patrocinio di CONAI e “100% riciclo Giudicarie” per
l’Unione dei Comuni Trentini in collaborazione di FBK, che verrà esteso per
tutte le comunità del trentino. L’offerta sul mercato spesso non è soddisfacente perché si trovano app generiche, non contestualizzate sui diversi
territori, privi di geo localizzazione o complete ma…molto costose.
L’idea di Ladurner Energy è quella di realizzare un “contenitore” di app,
ossia uno schema standard che contenga moltissime informazioni, personalizzabili all’accorrenza tramite un apposito back office.
Di fatto stiamo costruendo uno schema di base contenente il tipo di raccolta, le informazioni sugli ecocentri, la lista dei diversi rifiuti divisi per categorie
8
e molte altre informazioni, che verrà proposto ai diversi Comuni in maniera
standardizzata. A partire da questo schema le informazioni di dettaglio saranno tutte modificabili e quindi sarà possibile ottenere app sempre nuove
con i dati personalizzati del singolo Comune che ne faccia richiesta.
Questa modalità di lavoro consentirà di avere app complete “vestite ad hoc”
- la nostra esperienza del settore ci ha permesso di pensare a tutti i dati utili
senza trascurare nulla! - a un costo molto contenuto, visto che il modello
concettuale di base è unico.
La app quindi contiene i giorni e gli orari di raccolta, la funzione “portami
all’ecocentro” collegata al gps del telefono, l’ABC dei rifiuti, i contatti utili
del Comune e dell’azienda di servizio, la possibilità di mandare notifiche con
news a tutti coloro che l’hanno scaricata. Ciascun Comune avrà la sua app
con testata introduttiva dalla grafica personalizzata. Sono in lavorazione e
di prossima messa on-line le App per il Comune di Cortina, il Comune di
Trento, ASIA, Val di Non e il consorzio ATI 4 in Umbria.
LADURNER AMBIENTE LIFE
Un “project” guidato dal Gruppo Ladurner farà luce alle navi nel Canale di Malamocco
Sentiero luminoso a
S
fida tecnologica in laguna.
L’accesso delle navi dal
mare al porto commerciale di Porto Marghera
è consentito attraverso il
Canale di Malamocco, sito
nella laguna di Venezia, in
cui le navi sono indirizzate
mediante il soprannominato “sentiero luminoso” che, dal 1989, delimita il canale
consentendo l’accesso in porto delle navi,
evitando di incorrere nelle secche e consentendo l’approdo anche nelle condizioni più estreme come, per esempio,
nelle fitte nebbie invernali.
Il “sentiero luminoso” si protrae dal porto di Marghera sino in mare aperto
per una lunghezza complessiva di circa 8 chilometri ed è costituito da 345
punti di illuminazione installati su steli d’acciaio infissi nel fondo lagunare,
con interasse mediamente di 80 ml.
I punti di illuminazione, nella versione storica, sono composti da due lampade al vapore di sodio a bassa pressione da 18Wp ciascuna allacciate alla
rete Enel e l’alimentazione dell’impianto avviene per mezzo di cavi elettrici
posati sul fondo lagunare che condizionano, con la loro vulnerabilità dovuta
alla vetustà dell’impianto e agli eventi fortuiti o dolosi, l’efficienza e la disponibilità del sistema compromettendone così la funzionalità su lunghi tratti del
sentiero luminoso medesimo.
Il Project Financing guidato dalla società di progetto Venice Port Lighting
srl, il cui azionista di maggioranza (85%) è il gruppo Ladurner, consentirà
l’ammodernamento del “sentiero luminoso” attraverso l’installazione di una
tecnologia di eccellenza che introduce innovazione tecnologica mediante
sofisticate soluzioni altamente “customizzate” per lo specifico progetto e
realizzate attraverso un duraturo processo di ricerca e sviluppo guidato da
Ladurner Energy in collaborazione con importanti aziende cinesi specializzate nei sistemi di illuminazione a LED e all’avanguardia nell’ambito dell’energia fotovoltaica.
Il progetto consentirà di sostituire nell’arco di 12 mesi l’attuale tecnologia
con un nuovo sistema altamente efficiente sia in termini di consumi elettrici
(il fabbisogno di energia sarà ridotto del 84% ed interamente coperto da
autoproduzione fotovoltaica) sia in termini di efficacia del sistema, che sarà
telecontrollabile e si baserà su speciali lampade a LED che con soli 3Wp di
potenza ciascuna saranno in grado di migliorare la funzionalità e fruibilità del
precedente sistema.
Il “sentiero luminoso” verrà pertanto trasformato passando da una configurazione basata su pali interconnessi con cavi elettrici ad una nuova configurazione con pali con funzionalità “stand alone” con installato a bordo
due lampade LED di 3 Wp ciascuna; quattro pannelli fotovoltaici di dimensioni “customizzate” per ridurre l’impatto visivo e appositamente studiati
per garantire elevata efficienza di produzione elettrica e compatibilità di
funzionamento duraturo ne tempo in un ambiente salino; quattro batterie
che verranno alloggiate all’interno del palo; un box di interconnessione che
VENEZIA
DI lorenzo bagnacani
rappresenta il cuore tecnologico del sistema in quanto al suo interno è alloggiato un sofisticato sistema elettronico in grado di governare la carica delle
batterie, l’accessione e spegnimento delle lampade e il sistema di trasmissione dati che consentirà sia di telecontrollare la funzionalità del “sentiero
luminoso”, che di intercettare con tempestività eventuali “alert” del sistema,
per garantire tempestive opere di manutenzione garantendo pertanto la disponibilità e fruibilità del sistema.
Particolare innovazione è stata introdotta nello sviluppo della lampada LED,
in quanto, oltre ai bassi consumi, è stata prestata particolare attenzione
all’eliminazione dell’inquinamento luminoso, essendo le lampade studiate
per concentrare il flusso luminoso nell’angolo di visuale utile alle navi per
seguire la direzione del sentiero luminoso, ma eliminando tutte le emissioni
luminose nelle altre direzioni.
Questo risultato consente di garantire e migliorare la funzionalità del sistema avendo particolare cura di ridurre l’impatto luminoso del sistema stesso
laddove non ha un’utilità funzionale.
Infine le lampade sono equipaggiate da speciali “Amber LED” prodotti appositamente per Venezia dalla CREE americana, leader mondiale della produzione di LED, la cui temperatura di colore ha elevata capacità di penetrare
le nebbie più fitte rendendosi pertanto visibili nelle condizioni più estreme.
Questi speciali “Amber LED”, infine, eliminano l’emissione della luce blu tipica delle lampade LED considerata da alcuni essa stessa fonte di inquinamento luminoso.
Dal punto di vista ingegneristico e funzionale il progetto “sentiero luminoso
di Venezia” rappresenta per il gruppo Ladurner il successo di una difficile
sfida tecnologica che ha saputo guidare e vincere grazie alle elevate competenze ingegneristiche presenti nel gruppo, guidate dall’Ing. Loris Tognoni,
direttore tecnico di Ladurner Energy e dalla capacità di guidare team di sviluppo aggregando partner e competenze internazionali per garantire le più
innovative soluzioni su un progetto che ha caratteristiche di unicità.
Efficienza energetica per Fercam
DI loris tognoni
Ladurner Energy Srl ha recentemente acquisito una commessa di efficientamento energetico degli impianti di illuminazione di un vasto deposito merci
per conto di uno dei leader europei del settore logistico: Fercam SpA.
L’intervento proposto, e risultato vincente tra altre soluzioni presentate da
ditte concorrenti, consiste nell’implementazione di un sistema di gestione e
parzializzazione delle accensioni basato sull’impiego di una centrale domotica che consente di massimizzare la flessibilità nella gestione dell’illuminazione interna dello stabilimento.
Completa l’intervento la realizzazione di un sistema di supervisione e controllo degli impianti (SCADA, Supervisory Control and Data Acquisition) in
grado tra l’altro di monitorare in tempo reale i consumi energetici, senza che
sia necessaria l’installazione di costosi contatori di energia, con possibilità
di controllo remoto.
Non è stata prevista in questo caso la sostituzione dei corpi illuminanti installati in quanto di recente costruzione e quindi presentanti un livello di
efficienza accettabile, pur essendo del tipo a tubi fluorescenti: la decisione di non intervenire sulle lampade è maturata nel rispetto della filosofia
progettuale che guida il team di Ladurner energy Srl: massimizzazione del
rendimento, anche dal punto di vista economico, con l’impiego delle minori
risorse possibili, nella convinzione che i migliori risultati si ottengono solo
studiando accuratamente il singolo caso, evitando di applicare acriticamente soluzioni generalizzate.
9
Sarà Ladurner ad avviarlo dopo lo svolgimento delle necessarie attività propedeutiche
Eboli, al via la gestione
dell’impianto
DI claudio biondaro
N
egli ultimi anni si è assistito ad
un incremento dei quantitativi
di compost impiegati in pieno
campo su colture estensive,
segno tangibile di una maggior confidenza da parte degli
agricoltori nei confronti di un
mezzo tecnico innovativo, nel
vasto panorama dei fertilizzanti, il cui positivo contributo impiegato come ammendante
nei suoli destinati all’agricoltura è ormai assodato da innumerevoli prove sperimentali e
dimostrative condotte in Italia da diversi centri di studio. Il miglioramento della
qualità dei compost, la potenziale surrogazione di letami e fertilizzanti di sintesi,
accanto alla riduzione delle disponibilità di sostanze organiche tradizionalmente
impiegate ed ai costi dei fertilizzanti di sintesi, hanno contribuito a fare del compost un materiale organico che può entrare a buon grado nei piani di fertilizzazione dell’azienda agraria. L’impianto di compostaggio di Eboli, realizzato per il
trattamento della frazione organica della raccolta differenziata dei rifiuti e degli
scarti ligno-cellulosici, si colloca in questo scenario con l’obiettivo di realizzare
un sistema di trattamento flessibile e modulare e di abbattere gli attuali costi di
smaltimento/conferimento che il Comune si trova a dover sostenere. L’impianto
ha una potenzialità pari a 20.000 ton/anno, di cui 15.000 ton./anno circa di FORSU e 5.000 ton/anno circa di frazione strutturante e sorge su di un’area ubicata
in zona PIP del Comune di Eboli, situata nel quadrante sud-ovest del territorio
comunale, a circa 2 km ad ovest dal limite del centro abitato.
Il corpo principale dell’impianto è costituito da due capannoni prefabbricati in
carpenteria metallica e pannellatura sandwich, all’interno dei quali è collocato il
sistema di compostaggio, costituito da sei reattori chiusi (biocelle) ad insufflazione forzata con durata del ciclo attivo di 14 giorni, da un’aia di maturazione
in stalli interni ad insufflazione forzata ed una seconda maturazione su platea
all’aperto al di sotto di una tettoia, arrivando a complessivi 90 giorni solari di
trattamento. Nel piazzale esterno è stata realizzata anche una seconda tettoia,
atta ad ospitare il trituratore per il verde, lo stoccaggio del compost di qualità
nonché lo stoccaggio provvisorio del materiale strutturante. I rifiuti costituiti da
FORSU vengono indirizzati verso l’area di scarico, interna al capannone principale, chiusa e munita di rete di raccolta delle acque di percolazione. Un sistema
di aspirazione e di trattamento dell’aria all’interno della sezione di ricezione,
10
come anche nel resto dell’edificio, garantisce il controllo delle emissioni odorigene verso l’esterno. Tutti i locali sono completamente tamponati e comunicano verso l’esterno solo attraverso portoni ad apertura rapida che, in condizioni
di normale esercizio, rimangono chiusi. Il trattamento e la depurazione dell’aria
aspirata è affidata a un sistema combinato costituito da uno scrubber e da un
biofiltro in grado di svolgere un effetto abbattimento delle componenti odorigene presenti nell’aria in uscita dall’impianto prima del suo invio in atmosfera.
All’interno del capannone sono presenti inoltre le sezioni di trattamento meccanico e miscelazione del verde con la frazione compostabile (lacerasacchi/miscelatore) nonché la sezione di raffinazione finale tramite un vaglio stellare a tre
frazioni per la separazione delle diverse frazioni granulometriche e delle impurità
(compost di qualità, frazione lignocellulosica da re-immettere nella miscela al
trattamento, frazione costituita quasi esclusivamente da impurità da smaltire in
discarica).
Il materiale compostabile miscelato con materiale strutturante viene inviato tramite pala meccanica alla sezione di biossidazione accelerata entro biotunnel
ad ambiente controllato, nei quali non vi è alcun rimescolamento della massa,
prima di essere avviato in aia per la maturazione. La permanenza complessiva
in aia sarà di circa 46 gg per completare il ciclo di maturazione, durante i quali
il materiale verrà rivoltato per garantire un’adeguata distribuzione dell’ossigeno fornito mediante insufflazione attraverso platea areata. Il materiale organico
sarà quindi inviato alla successiva sezione di raffinazione, e alla ulteriore fase di
maturazione sotto tettoia.
Al fine di agevolare le attività del personale di gestione l’impianto dispone inoltre
di due piccoli fabbricati adibiti a sala controllo impianti, ufficio, laboratori nonché i servizi igienici e gli spogliatoi.
I lavori di costruzione dell’impianto, affidati ad un’ATI di cui Ladurner è mandataria, sono iniziati nell’ottobre del 2008 sotto la Direzione dell’Ing. Cannoniero
del Comune di Eboli e, dopo diverse sospensioni dei lavori operate dalla Committenza stessa, sono stati ultimati nel settembre del 2012.
Nel mese di gennaio 2013 il Comune di Eboli ha acquisito il certificato di collaudo tecnico amministrativo e, a seguito di numerose integrazioni documentali
richieste dalla Regione Campania, ad agosto 2014 ha ottenuto l’autorizzazione
all’esercizio dell’impianto di compostaggio.
Al momento sono in corso le attività propedeutiche all’avviamento dell’impianto, dovute principalmente alla prolungata inattività dei macchinari nonché alle
sopravvenute esigenze del Comune di Eboli.
Alla Ladurner è stato affidato l’avviamento e la messa a regime dell’impianto.
LADURNER AMBIENTE LIFE
A Ladurner la gestione del termovalorizzatore del CIS di Montale (Pistoia)
Una calda opportunità
in terra toscana
DI gianluca musetti
‘
L
esperienza accumulata nel
corso della gestione, necessaria alle operazioni di collaudo dell’importante revamping
che ha interessato l’impianto
negli ultimi 7 anni, ha permesso alla Ladurner Srl di vincere
la gara per la gestione del termovalorizzatore per il trattamento di rifiuti
solidi urbani e di CDR di Montale, in provincia di Pistoia, fino al 31 dicembre 2016.
L’impianto di Montale tratta giornalmente i rifiuti indifferenziati prodotti dai
tre comuni proprietari della struttura (Agliana, Quarrata e Montale, che lo
ospita), nonché quelli della vicina città di Prato ed una residua quantità di
quelli prodotti dalla città di Firenze, per un totale di 75 tonnellate/giorno di
RSU. Oltre al rifiuto tal quale, l’impianto brucia anche quotidianamente 75
tonnellate di CDR, combustibile da rifiuti, prodotto in diversi impianti toscani.
Dalla combustione degli RSU e del CDR vengono prodotte circa 23 tonnellate/ora di vapore a 41 bar e, attraverso l’espansione dello stesso in una
turbina multistadio, vengono generati più di 4 MWh elettrici che vengono
ceduti totalmente alla rete: una potenzialità elettrica in grado di alimentare
circa 1.300 appartamenti.
Per la gestione dell’impianto è stato assunto tutto il personale già operante
da anni nello stabilimento. Si tratta di un organico di 27 persone altamente
specializzate nella conduzione e nella manutenzione h24 dell’impianto.
Gli obiettivi di Ladurner Srl per il prossimo triennio, per questo impianto,
sono l’ottenimento della certificazione ISO 14000 e la certificazione EMAS,
l’adeguamento strutturale alle nuove normative tecniche emesse al fine di
ottimizzare e rendere più sicura ed efficiente la gestione degli analizzatori
degli effluenti inquinanti dal camino (UNI 14181), l’ottimizzazione della gestione energetica dell’impianto, riducendo anche l’inquinamento luminoso
e l’adeguamento al nuovo D.Lgs.46/2014, riguardante la nuova disciplina
dell’AIA, l’autorizzazione integrata ambientale.
Albairate, prosegue la messa
a regime del biodigestore
Prosegue positivamente l’avviamento e la messa a regime del biodigestore
di Albairate da parte della Ladurner Srl, dopo la fine dei lavori a dicembre
2013 e la conseguente entrata in esercizio.
I primi mesi di avviamento sono serviti alle strutture tecnico-gestionali di
Ladurner per testare tutte le componenti impiantistiche e per programmarne
la messa a punto. Il nuovo impianto di digestione anaerobica e produzione
di energia elettrica di Albairate è situato nel Parco Agricolo Sud, nell´Ovest
della provincia di Milano ed è un impianto per il trattamento dei rifiuti organici urbani e la generazione di energia elettrica attraverso la produzione di
biogas ed il successivo compostaggio della materia solida.
Ha una potenza elettrica installata di 2 megawatt, per una produzione annua
di circa 17 milioni di kilowattora elettrici, immessi in rete al netto degli autoconsumi dell’impianto e capace di servire oltre 4.500 utenze domestiche/
famiglie medie ed una potenza totale di 2,5 megawatt termici, capace di
riscaldare oltre 300 appartamenti e tratterà circa 70.000 tonnellate di rifiuti
organici differenziati della provincia di Milano, di cui 60.000 di Forsu.
Al netto della materia gassosa (biogas) che genererà appunto energia elettrica, la materia solida verrà lavorata per la produzione di circa 20.000 tonnellate di ammendante compostato misto, il compost, un fertilizzante per
l´utilizzo in agricoltura a pieno campo, molto richiesto per colture biologiche,
che punterà all´ottenimento delle massime certificazioni del settore.
Il digestore, che ha superato positivamente i performance test contrattuali,
verrà consegnato nei prossimi mesi alla società di scopo Ecoprogetto Milano, titolare delle autorizzazioni all’esercizio ed investitore, da parte di Ladurner Srl, che ne curerà la gestione operativa per i 25 anni di concessione.
11
Rem-Tec, ripristino
ambientale a Cremona
N
el 2014 Rem-Tec si è aggiudicata l’appalto per il
ripristino ambientale della discarica di rifiuti non
pericolosi di Malagnino,
in provincia di Cremone.
Si tratta della copertura
finale della discarica di
Rifiuti Solidi Urbani realizzata e gestita
dalla società A.E.M. Gestioni Srl, azienda
municipalizzata di Cremona.
Con una proposta ad alto livello qualitativo l’associazione di imprese con capogruppo Rem-Tec e mandatarie Alpenbau
di Terento (BZ) e TRS Servizi Ambiente di Piacenza è riuscita ad aggiudicarsi
un appalto da 3,8 milioni di euro superando 15 altri raggruppamenti provenienti da tutto il territorio nazionale offrendo l’esecuzione dei lavori con mezzi all’avanguardia dal punto di vista tecnologico, materiali certificati e testati
con le condizioni sito specifiche in abbinamento all’ esperienza maturata nel
settore ambientale dal personale impiegato dalle aziende esecutrici.
I lavori, in stato di esecuzione, prevedono la ricopertura della discarica chiusa ai conferimenti da agosto 2011, con un pacchetto impermeabilizzante
formato da strato drenante biogas, manto minerale a bassa permeabilità,
strato di drenaggio delle acque, tessuti non tessuti per la separazione, strato
di terra vegetale e localmente geomembrana in polietilene ad elevate proprietà meccaniche.
Particolare attenzione è stata riservata alle caratteristiche tecniche dei materiali impiegati, alla precisione e qualità nell’esecuzione delle lavorazioni
ed al controllo pressoché continuo dei materiali in opera. Il controllo del
pacchetto di ricopertura posato rappresenta infatti la migliore garanzia per
12
DI massimiliano valle
- Superficie discarica 88.000 mq
- Materiali forniti e posati per dreno biogas e acque 87.500 mc
- Manto minerale a bassa permeabilità (< di 1x10-9 m/s)
- Fornitura e posa in piano di 23.000 mc di manto minerale
- Fornitura e posa in scarpata di 20.000 mc di manto minerale
- Posa di 260.000 mq di tessuto non tessuto con funzione di protezione
e separazione degli strati componenti il pacchetto di chiusura
- Fornitura e posa di 3,5 km di tubazioni in polietilene
la qualità nel tempo della ricopertura di una discarica, con ricadute dirette
sugli impatti ambientali in post-chiusura e sul bilancio economico di gestione. Gli obiettivi tecnici vengono controllati e verificati in continuo mediante
un Piano di controllo della qualità rigoroso e supervisionati dal Committente
e dagli organi di controllo preposti.
Rem-Tec, sulla scorta dell’esperienza maturata dal gruppo Ladurner nel settore della costruzione e gestione di discariche ed impianti per il trattamento
di rifiuti solidi urbani, è in grado di individuare le migliori soluzioni tecniche
per la ricopertura di discariche tenendo in considerazione le caratteristiche
specifiche del sito e dei rifiuti conferiti e soprattutto l’impatto futuro sulla
gestione delle scelte adottate.
L’impermeabilizzazione del corpo discarica è stata migliorata utilizzando
materiali con coefficiente di permeabilità di un ordine di grandezza superiore
a quello previsto nel progetto, in fase esecutiva sono stati introdotti accorgimenti sul ciclo di lavoro che hanno permesso una riduzione del percolato
prodotto durante i lavori.
I lavori proseguiranno fino alla primavera del 2015.
LADURNER AMBIENTE LIFE
INDUSTRIA 2015
DI SIMONE PAOLI
C
on il Decreto Ministeriale del 5 marzo 2008 il
Ministero dello Sviluppo
Economico ha deliberato
di finanziare progetti di
innovazione industriale
finalizzati all’incremento
dell’ “ Efficienza Energetica” del sistema produttivo istituendo
uno specifico fondo per favorire progetti
industriali di ricerca applicata finalizzati
allo sviluppo di tecnologie innovative in
campo energetico e nello specifico, per
quanto ci rigurda, nel processo di biodi-
gestione anaerobica ad umido.
A tale Bando ha partecipato una ATI composta tra gli altri da Veritas spa,
ENEA, CNR, Ladurner srl, Università di Venezia, Università di Verona, ecc, che
è stata finanziata con Decreto di Concessione n. 00030EE01 del 10 marzo
2014.
In tale ambito Ladurner Srl ha avuto il compito di studiare e realizzare sia un
sistema innovativo per rendere più efficiente la linea di pretrattamento della
biomassa in ingresso, sia sottoforma di scarti agroalimentare sia sottoforma
di biomassa allo scopo coltivata, che un sistema innovativo di trattamento
finale del materiale digestato. Tutto ciò al fine di aumentare la purezza e la
resa dei processi di valorizzazione energetica della materia prima impiegata.
Tale soluzione induce, vista la migliore qualità del materiale in ingresso, un
sensibile aumento della resa nella produzione di biogas per tonnellata di materiale fermentato e di valorizzare energeticamente il “digestato” che difficilmente può essere riutilizzato se non in tradizionali processi di compostaggio.
Obbiettivi di Progetto ed evoluzione della ricerca
Uno dei presupposti con i quali si era avviata la ricerca applicata era quello
di lavorare sul processo a monte e a valle dei fermentatori allo scopo di migliorare la qualità del materiale, in ingresso ed in uscita, al fine di aumentare,
da un lato, la resa delle produzioni di Biogas nei fermentatori e, dall’altro, la
qualità del “digestato” in uscita.
Inoltre, al fine di migliorare la resa complessiva nella produzione di biogas,
la struttura tecnica di Ladurner si è posta il problema che la resa poteva
migliorare, non solo intervenendo a monte e valle del processo, ma che si
poteva intervenire anche nel sistema di fermentazione propriamente detto.
Infatti nei processi di digestione anaerobica oggi disponibili le varie tecnologie si caratterizzano per la loro scarsa flessibilità e/o complessità gestionale
ed è proprio su questo tema che si è concentrata l’azione della struttura tecnica al fine di rispondere adeguatamente agli obiettivi della ricerca applicata.
Nel corso delle sperimentazioni effettuate i tecnici Ladurner hanno potuto
verificare che pur avendo migliorato la fase di pretrattamento rimaneva comunque un elemento di rigidità nel sistema di fermentazione a causa sia
della geometria con la quale venivano realizzati i fermentatori sia su come
veniva operata l’agitazione del materiale in fase di biodigestione.
Pertanto i tecnici, proprio al fine di ridurre i punti di criticità e quindi indurre
dei miglioramenti nella resa della produzione di biogas, hanno riprogettato il
sistema di fermentazione modificando la geometria dei digestori e la disposizione e le caratteristiche degli agitatori, di cui si dirà in seguito.
Il progetto prevedeva l’individuazione di insediamenti che già disponevano di impianti di trattamento della frazione organica dei rifiuti urbani o che
fossero in prossimità di preesistenti impianti di trattamento/smaltimento dei
rifiuti, in particolare i centri di trattamento e/o discariche.
L’impianto di trattamento del mix di biomasse e i rifiuti biologici descritto
nella presente relazione, costituito dalla combinazione di un pretrattamento
meccanico/idraulico, una efficace fase di fermentazione a umido e una successiva disidratazione finale, combinando in questo un sistema di disidratazione meccanico e termico, garantisce, grazie all’innovazione di processo e
grazie alla combinazione delle tecnologie impiegate, un esercizio più stabile
ed efficiente.
L’impianto che andiamo a realizzare si contraddistingue, oltre che per una
tecnica di pretrattamento assai innovativa, per uno stadio di fermentazione anaerobica diverso nella geometria e nella movimentazione interna dei
substrati e per la rigorosa fase di disidratazione, per anche determinare i
seguenti vantaggi:
-➢recupero efficiente di energia primaria
-➢aumento di produzione di biogas per tonnellata trattata
- esercizio dell’impianto energeticamente autarchico
- ridotte emissioni di odori e di CO2
-➢possibilità di trattamento di un’ampia gamma di biomasse, scarti agroalimentari e rifiuti organici indipendentemente dal loro contenuto d’acqua e
grado di acidità
-➢ridotto fabbisogno di superficie anche con grandi potenzialità di trattamento
Il punto di forza della proposta è quindi la combinazione di una serie di
tecnologie con l’obiettivo di realizzare un sistema integrato in grado di processare, con un elevato grado di flessibilità ,un’ampia gamma di possibili
materie prime.
L’ottimizzazione di ogni singolo elemento tecnologico viene perseguita
nell’ottica della migliore integrazione con gli altri elementi della filiera, sezione di pretrattamento, di fermentazione, di disidratazione, in modo da rendere il sistema proposto, per quanto possibile, “chiuso”, minimizzandone
gli impatti ambientali, sia sul versante delle emissioni sia sul versante della
produzione/collocazione dei sottoprodotti.
L’impianto che si prevede di realizzare costituirà quindi un esempio di come
si possa al tempo stesso produrre energia rinnovabile ad elevata efficienza,
anche sottoforma di biometano, dalla conversione di rifiuti e biomasse di
diversa natura riducendo l’impatto ambientale legato alla necessità di un
loro smaltimento.
13
L’attenzione alla sicurezza
non finisce mai
di GIORGIO CANELLA
A un anno dall’ottenimento della Certificazione OHSAS 18001 del Sistema di Gestione della Salute e Sicurezza sul
Lavoro (SGSSL) di Ladurner Srl, l’Organizzazione non rimane certamente seduta sul traguardo raggiunto, ma anzi,
continua a mantenere alta l’attenzione alla sicurezza sul lavoro, non solo per mantenere la certificazione durante
i controlli periodici dell’ente certificatore, ma soprattutto affinché i lavoratori non abbassino la guardia credendosi
“protetti” solo perché l’azienda ha adottato un SGSSL certificato.
quello della componente umana, un sistema ben progettato e ben costruito
può così apparire sicuro e non richiedere alcuna preoccupazione.
Si arriverebbe però così a un inevitabile disimpegno degli operatori. La sicurezza globale e il loro essere sicuri dipendono dalla validità del loro sentirsi
sicuri, ovvero dalla validità di un sistema che gli concede o gli chiede di
operare senza preoccupazioni.
Quindi, per garantire sempre più le condizioni di salute e sicurezza sul lavoro, il ns. gruppo è diretto a superare i limiti dell’approccio tecnico, normativo
e di sistema sopra specificati (che rappresenterebbero una sicurezza “reattiva”), in quanto è anche ben risaputo che incidenti e infortuni non sempre avvengono per un insufficiente adempimento normativo – tecnico, o per la non
presenza di un sistema di gestione, ma essi possono anche avvenire per un
esercizio ingenuo o superficiale delle competenze psicosociali e organizzative. Il nostro impegno sarà quindi proteso ad evolversi verso una cultura
della sicurezza sempre più “proattiva”, ovverosia che punta al miglioramento continuo della prevenzione. Prevenzione che deve agire anche sul piano sistemico della interazione e interdipendenza delle diverse componenti
dell’organizzazione e non soltanto sul piano analitico delle singole componenti (come, ad esempio, il comportamento individuale). Occorrerà quindi
D
opo aver realizzato un “Sistema di Gestione della Salute e
Sicurezza sul Lavoro” (SGSSL) e aver ottenuto la sua certificazione, non bisogna ritenere di avere la certezza di aver
eliminato in questo modo tutti i rischi aziendali. Il sistema
sicuramente aiuta ad individuare i pericoli e a valutare i rischi, ma non può prescindere dalle causalità degli infortuni e dall’arbitrarietà dei comportamenti umani. Non tutti i
pericoli infatti possono essere completamente previsti (è il
caso, per esempio, di una tegola che cade sulla testa di un lavoratore a
causa di un’imprevista tromba d’aria in una zona dove prima non si erano
mai verificati eventi atmosferici simili); non è pertanto giustificabile, ad alcun
livello aziendale, abbassare la guardia solo perché l’azienda ha attuato un
SGSSL certificato. Il sistema aiuta ad organizzare e a razionalizzare i processi, a individuare le responsabilità, a definire le metodiche di controllo,
ma resta all’intelligenza umana realizzare accurate valutazioni, analizzare le
condizioni critiche di una fase lavorativa, nonché prevedere e fare in modo
che qualora si verifichino situazioni imprevedibili, queste vengano in ogni
caso correttamente gestite.
D’altronde è anche comprensibile che i lavoratori, poiché sono esseri pensanti e operativi, a causa di vari motivi possano commettere errori; ma un
loro errore è destinato a divenire meno o maggiormente grave in base a
quanto il SGSSL sia stato in grado di individuare il miglior ambiente operativo e organizzativo e di fornire la migliore informazione, formazione e addestramento ai lavoratori.
Per evitare problematiche di sicurezza sul lavoro è importante quindi per tutta l’organizzazione mai sentirsi completamente “sicuri”, nel vero senso del
termine “sicurezza”, la cui radice etimologica è nella locuzione latina “sine
cura”, ovvero senza preoccupazioni. A questa origine lessicale corrisponde infatti una concezione della sicurezza che per anni è stata coltivata con
approcci strettamente ingegneristici che assumono le organizzazioni come
sistemi totalmente prevedibili e controllabili.
Questi approcci sono bene rappresentati da metafore organizzative della
tipologia a “ingranaggio meccanico” in cui, se ogni pezzo è al posto giusto e
svolge la sua propria funzione, il risultato globale non potrà essere altro che
quello previsto. Dal punto di vista di ogni componente, e quindi anche da
14
continuare a tenere costantemente sotto controllo la perfetta integrazione
della prevenzione e gestione dei rischi con tutte le politiche organizzative.
Da notare inoltre che la realtà osservabile in tutte le organizzazioni, in quanto
attive in contesti intrinsecamente mutevoli, è che le preoccupazioni degli
operatori non rappresentano soltanto una condizione necessaria per il loro
funzionamento, ma addirittura sono un aspetto desiderabile da coltivare e
orientare. Qui, e non solo in una schematica ingegnerizzazione dei processi,
sta la più profonda ed efficace abilità manageriale.
In sostanza, il nostro attuale e prossimo impegno è incentrato sul “tarare”
il ns. SGSSL andando alle radici della “prevenzione”, perfezionando in tutta l’organizzazione anche delle competenze “non-tecniche” (Non-Technical
Skill) relative al riconoscimento e alla comprensione dei sistemi complessi.
Le più corrette e complete concezioni di sicurezza e di comportamento sicuro implicano infatti che i diversi attori dell’organizzazione dispongano e
siano messi in grado di esercitare anche competenze “non-tecniche”. Una
corretta e ricorrente tassonomia classifica le suddette competenze “nontecniche” in: agire con consapevolezza situazionale, anticipare le condizioni
future, prendere decisioni, comunicare, lavorare in gruppo, esercitare adeguati stili di leadership, gestire lo stress e la fatica. Si tratta di competenze
che usiamo continuamente in qualsiasi ambito di vita e di lavoro, ma il saperle usare con consapevolezza non è spontaneo; le diamo per scontate
e per questo motivo si rischia di trascurarle e di coltivarle e soprattutto di
controllarne l’efficacia nel nostro personale impiego.
In conclusione, tramite l’adozione di quanto sopra
descritto, si potrà garantire sempre più una prevenzione della sicurezza, riuscendo a mettere al
centro dei processi di gestione e di cambiamento
organizzativo non le presunte caratteristiche impersonali dell’organizzazione sicura, ma proprio i soggetti coinvolti nei processi in atto. Infatti, secondo il
prevalente senso comune, il comportamento sicuro consiste in una sequenza di azioni rigidamente
predeterminate e da conformare a un modello di
esecuzione intrinsecamente sicuro; mentre secondo una concezione più corretta, il comportamento
sicuro consiste invece nello svolgimento quanto più possibile consapevole,
se non addirittura autocontrollato, di azioni conseguenti a prestazioni cognitive di percezione, giudizio e decisione.
LADURNER AMBIENTE LIFE
Verso una Compliance Aziendale
integrando i sistemi di certificazioni
al modello 231
A
di ANITA TRAMONTANO
partire dall’anno 2011, grazie
all’attività dell’Organismo di
Vigilanza nominato ai sensi
dell’art.6 del D.Lgs.231/01,
sono emerse molte opportunità di miglioramento per il
Sistema di Gestione Qualità
e Ambiente, così tra il 2011
ed il 2012 l’Ufficio Sistema Gestione Integrato (SGI) è stato impegnato nel progetto di integrazione tra Sistema di Gestione Qualità e
Ambiente e Modello Organizzativo 231.
Il progetto a cui abbiamo collaborato insieme alla collega Elisa Stefani è
stato pianificato in 5 Fasi:
Fase 1: Confronto delle procedure in essere da integrare/implementare per
rispondere ai Rischi 231;
Fase 2: Integrare/Implementare le procedure nel Sistema di Gestione Qualità
e Ambiente considerando e rispondendo anche ai Rischi 231;
Fase 3: Prevedere l’inserimento delle procedure create o integrate all’interno
delle Parti Speciali Dei MOG 231 a supporto dei protocolli;
Fase 4: Diffusione e Formazione a tutti i soggetti coinvolti nelle attività di Gruppo sulle Sistema di Compliance aziendale (Modelli di Organizzazione 231 integrato al Sistema di gestione Qualità e Ambiente);
Fase 5: Controllo e Monitoraggio continuo.
Terminata questa prima parte del progetto si sono iniziati a raccogliere i primi
frutti di un lavoro meticoloso che ha portato ad ottenere un Sistema di Gestione aziendale di Gruppo sempre più unificato orientato alla conformità delle
attività aziendali sia in base alle disposizioni legislative, che ai regolamenti,
alle procedure ed ai codici di condotta.
Il progetto in continua evoluzione e sotto la supervisione dell’alta direzione,
si sta muovendo verso l’ulteriore integrazione dei principi relativi la Sicurezza al fine di raggiungere il più alto livello di compliance a presidio dei
maggiori rischi a cui un impresa va incontro nel consueto svolgimento delle
proprie attività.
QUALITà E AMBIENTE: certificazioni
in continuo movimento
L
di ANITA TRAMONTANO e ELISA STEFANI
e aziende del Gruppo Ladurner hanno una lunga storia nell’ambito delle certificazioni di Sistema di Gestione per la Qualità e
per l’Ambiente, infatti in principio Ladurner S.r.l. ha conseguito
la certificazione ISO 9001 nel 2002 e successivamente la certificazione ISO 14001 nel 2004, la società REM-TEC S.r.l. invece
è certificata ISO 9001:2008 ed ISO 14001:2004 dal 2005, per
passare alla Ladurner Energy Srl (che ha incorporato la storica
Idecom S.r.l.) certificata ISO 9001:2008 sempre dal 2005.
Nel 2007 poi Ladurner Ambiente Spa (holding capogruppo) ha ottenuto la
certificazione conforme alle normative ISO 9001, con un Sistema Gestione
Qualità (SGQ) integrato tra le varie aziende del Gruppo.
Con le ultime variazioni societarie si è aggiunta nel 2011 anche la certificazione ISO 9001:2008 per Ladurner Solar S.r.l.,
Nel 2013 REM TEC S.r.l. ha ottenuto l’estensione delle sue certificazioni ISO
9001:2008 ed ISO 14001:2004, anche per le attività svolte dall’impianto di
trattamento rifiuti di proprietà REM-TEC situato a Sinigo (Merano) e nel qua-
le si svolge attività di gestione dei rifiuti non
pericolosi e pericolosi derivanti prevalentemente dalla riqualificazione o dalla bonifica
di aree industriali, commerciali e residenziali.
Sempre nell’anno 2013 tutte le società del
Gruppo hanno brillantemente superato l’iter
di rinnovo delle certificazioni per la qualità
e l’ambiente ed infine per il 2015 è in previsione la certificazione ISO 14001:2004 e la
registrazione EMAS dell’impianto di termovalorizzazione in gestione alla Ladurner Srl e
situato a Montale (PT).
“Tutto è in un movimento continuo sopra la Terra. Niente conserva una
forma costante, e fissa, e le nostre affezioni, che si attaccano alle cose
esterne, passano e cangiano necessariamente come quelle”.
Domenico Cirillo, Discorsi accademici, 1787.
15
ECOMONDO 2014 - 5/8 NOVEMBRE 2014 /RIMINI FIERA / PAD.B3 STAND 160 / INFO +39 0471 949 800 / www.ladurnerambiente.it
LADURNER ENERGY - Divisione Idecom
uti
Biogas da rifi trica
let
dall’energia e
.
al biometano