Caso “Fallara” : La difesa smonta i teoremi del PM

SCOPELLITI VA ASSOLTO
Anno 2 numero 221 - Copia Gratuita - Giovedì 13 Marzo 2014
www.ilmetropolitano.it
Caso “Fallara” : La difesa smonta i teoremi del PM
Università Mediterranea, al via il progetto
“Architetture per i Paesi in via di sviluppo”
Firmati nel dipartimento “dArTe” i protocolli per l’Atelier
di tesi che coinvolgerà una trentina di laureandi. Giovani
dell’ateneo reggino metteranno le loro competenze al servizio di un nuovo strumento etico di cooperazione internazionale. L’esordio vedrà protagonista la Tanzania .La
sala bianca “dArTe” del dipartimento di Architettura e
Territorio dell'università Mediterranea di Reggio Calabria
ha ospitato l’apertura dell’Atelier di tesi di laurea dal titolo
“Architetture per i Paesi in via di sviluppo”. Il progetto,
promosso dai docenti Rita Simone, Sebastiano Nucifora,
Agostino Urso, Alessandro Villari, in collaborazione con
Filippo Frazzetta, Irene Caltabiano e Laura Marino, propone ad una trentina di laureandi un’esperienza di tesi interamente dedicata alle aree del mondo a povertà diffusa.
Un contributo concreto per accrescere lo sviluppo, garantire i diritti e innalzare la qualità della vita in questi
luoghi. Il paese di esordio sarà la Tanzania. In quest’ottica,
sono stati firmati i Mou (Memorandum of Understanding) della durata di due anni, con la finalità di avviare e
promuovere, in collaborazione con figure giuridiche e
professionali realmente impegnate nella cooperazione internazionale, attività condivise di ricerca. Gli ambiti interessati sono la riqualificazione urbana in slums e aree
informali, il Social Housing, la salvaguardia del patrimonio architettonico storico e coloniale, la gestione delle risorse energetiche, le soluzioni progettuali per strutture
scolastiche e ospedaliere con materiali locali e tecnologie
a basso costo. A suggellare l’impegno, il direttore del dipartimento Gianfranco Neri ed i rappresentanti delle Ong
quali ACRACCS Milano, Associazione Giovanni Secco
Suardo di Bergamo, Intervita di Milano e VIS di Roma.
In loro rappresentanza, Lanfranco Secco Suardo, Giorgio
Zucchello e Nico Lotta, hanno illustrato agli studenti mission e visione delle organizzazioni. “Un progetto che coniuga didattica e ricerca - ha evidenziato Neri - con la
potenziale capacità di spezzare la diretta proporzionalità
tra benessere e reddito, ponendo l’accento sulla qualità
non necessariamente frutto di speculazione ma perseguibile con l’attenzione ai bisogni primari al momento della
progettazione delle opere”. Sulla stessa lunghezza
d’onda, Rita Simone che ha parlato di “esperienza che
potrebbe creare opportunità professionali ponendo al centro l’etica del progettare e del costruire senza intento alcuno di colonizzare, ma proponendo un nuovo approccio
alimentato dalla curiosità e dalla voglia di misurarsi con
nuove dimensioni”. “Etica, sostenibilità, qualità della vita
innescano un approccio che in realtà, è facilmente spendibile in tanti altri contesti”, ha ribadito il professore Sebastiano Nucifora. “Si tratta di una progettazione reale ha evidenziato Alessandro Villari - non sperimentale, capace di incidere sulla vita di intere comunità, al fianco
delle Ong, per la realizzazione dei presidi primari. Quello
che stiamo riscoprendo è una nuova etica che unisce la
progettualità all’esigenza di dare risposte ai bisogni essenziali delle persone in luoghi rimasti ai margini”. L’Atelier si inquadra nell’ambito delle iniziative di
internazionalizzazione dell’ateneo reggino già avviate,
attraverso partenariati, con l'Università tanzaniana di
Iringa e con la municipalità di Dar -El Saalam. La firma
dei protocolli è stata seguita da un convegno, da una tavola rotonda e da un workshop. Allestita inoltre nel foyer
della facoltà la mostra fotografica di esperienze analoghe
già condotte.marzo.
Tre ore di arringa per l'avvocato Labate: "Inesistenza di
prove a carico, Scopelliti venga
assolto" - "Secondo l'impianto
dell'accusa in questa sede dovrebbero essere imputati anche
l'ex sindaco f.f. Raffa, i membri
delle Giunte comunali che si
sono susseguite ed i Consiglieri comunali. E sono chiari
gli elementi di attrito dei principali accusatori Naccari e
Romeo, questo impianto è totalmente sguarnito di prove".
E' durata più di tre ore, un'arringa difensiva appassionata e
dettagliata quella dell'avvocato
Aldo Labate, uno dei difensori
del Governatore Giuseppe
Scopelliti insieme al prof. Nico
D'Ascola. Un lungo assolo in
cui il legale dell'ex Sindaco di
Reggio Calabria ha smontato,
punto per punto, ogni accusa
che il Pubblico Ministero Sara
Ombra ha mosso verso l'ex sindaco di Reggio Calabria. Una
difesa al contrattacco non solo
per i contenuti ma anche per la
chiarezza espositiva e per gli
elementi giuridici evidenziati,
con cui ha dimostrato l'inesistenza del dolo intenzionale,
elemento essenziale rispetto ai
reati contestati.
ABUSO
D'UFFICIO. "Deve essere ben
chiaro - ha affermato l'avvocato
Aldo Labate - che in questo
caso, ragionando secondo i
principi del diritto, mancano totalmente gli elementi che caratterizzano il reato di abuso
d'ufficio. Non vi è violazione di
legge perché gli incarichi conferiti alla dottoressa Fallara
erano legittimi secondo le
norme del Tuel e dei contratti
collettivi, che prevedono che la
difesa tecnica dell'ente esuli
dalle mansioni del dirigente ricomprese nell'ambito del principio di onnicomprensività
della retribuzione. Che poi l'ex
Dirigente del Settore Finanze
abbia, autoliquidandosi somme
spropositate, commesso reati,
questo non può essere certo imputato a Scopelliti ed è circostanza estranea al capo di
imputazione". INGANNATO
ANCHE RAFFA? - "Se non
fosse così - ha proseguito Labate - in questo processo sarebbe imputato anche l'ex
Sindaco f.f. Giuseppe Raffa
dato che anche lui affidò gli
stessi incarichi alla dottoressa
Fallara. Quale sarebbe la differenza tra i due? È palese che la
condotta della dottoressa Fallara era finalizzata ad indurre in
errore tutti, e Raffa si accorse
che la situazione presentava
elementi 'strani' solo dopo alcuni articoli di stampa e dopo
diversi pareri,
interni
ed
esterni all'amministrazione,
con cui si cercò
di dare risposte
al quesito. Una
rottura politica
non può scriminare, ma neanche un rapporto
di amicizia può
indicare la volontà di uno di
creare ingiusto
vantaggio nei
confronti
di
qualche soggetto e può cos t i t u i r e
elemento di prova in ordine alla
dimostrazione della sussistenza
del delitto di abuso di ufficio
con riferimento alla sussistenza
dell'elemento psicologico. I testimoni che si sono susseguiti
in questo processo, dai Dirigenti del Comune Nucera e
Squillaci ai vari politici, hanno
tutti ribadito l'impossibilità di
essere a conoscenza delle autoliquidazioni della ex dirigente
del settore finanze proprio in
virtù dei raggiri da lei posti in
essere. Come avrebbe potuto
accorgersene
Scopelliti?"
DOLO INTENZIONALE Nella sua lunga arringa, l'avvocato Aldo Labate ha evidenziato particolarmente la totale
mancanza di dolo intenzionale,
elemento psicologico essenziale per la configurazione del
reato di abuso d'ufficio. "L'intento che ha mosso il Sindaco
Scopelliti nell'affidare gli incarichi a difesa dell'ente alla Fallara è lo stesso che lo ha spinto
a istituire le short list di avvocati a cui veniva riconosciuto il
minimo del tariffario per la difesa in giudizio, procurando un
sensibile risparmio al Comune
che negli anni precedenti aveva
speso ingenti somme per la difesa tecnica in giudizi. Che poi
la dottoressa Fallara abbia, violando gli importi indicati da
Scopelliti, si sia autoliquidata
somme stratosferiche è condotta dimostrativa del raggiro a
cui ha sottoposto Scopelliti non
certo del dolo intenzionale di
quest'ultimo. Il denaro, inoltre
- ha detto il legale di Scopelliti
- è stato trovato sul suo conto e
su quello dell'architetto Labate,
già condannato, e tra i due c'era
un legame sentimentale. È per
questi motivi che la difesa
aveva chiesto l'acquisizione
della sentenza di condanna dell'architetto Labate, al fine di dimostrare
l'illiceità
dei
comportamenti posti in essere.
A tal proposito avevamo chiesto di proiettare in aula l'ultima
conferenza stampa dell'ex dirigente comunale, cosa che purtroppo non ci è stata concessa
ma che questo collegio ha acquisito, perché e' un chiaro testamento con annesse scuse nei
confronti di Scopelliti il quale,
mentre avveniva tutto ciò,
aveva lasciato già da mesi il
Comune di Reggio per transi-
tare alla Regione. Dove si può
ravvisare la volontà di Scopelliti di procurare un ingiusto
vantaggio alla dottoressa Fallara? Si può ricondurre il tutto
all'amicizia tra i due? Questi
aspetti, piuttosto, dimostrano
inequivocabilmente che c'è
stata una chiara assunzione
di responsabilità della dottoressa Fallara e la sua induzione in errore nei
confronti di Scopelliti".
TESTE ATTENDIBILI?
Successivamentel'avvocato
Aldo Labate ha preso in
considerazione i due principali accusatori di Scopelliti, gli ex consiglieri
comunali Demetrio Naccari Carlizzi e Seby
Romeo. "È bene sottolineare - ha affermato l'avvocato
Labate - che l'Amministrazione
Scopelliti aveva ereditato centinaia di passività milioni di bilancio da quella precedente,
guidata proprio da Naccari Carlizzi. Capito spesso nel cambio
delle Amministrazioni. Secondo il Pm i principali testimoni
sarebbero
proprio
Demetrio Naccari Carlizzi e
Seby Romeo ma sarebbe il caso
di valutare l'attendibilità dei
testi aldilà dei motivi politici,
prendendo in considerazione
anche i comportamenti processuali. Il Sig. Romeo, ad esempio, durante la sua deposizione,
ha negato di essere sottoposto a
procedimenti penali, fatto successivamente appurato da questa corte. Al Consigliere
Naccari, addirittura, abbiamo
appreso dai giornali che è stato
notificato l'avviso di conclusione delle indagini per reati
ben più gravi rispetto a quelli di
cui è accusato il mio assistito.
BUCO DI BILANCIO "Inoltre tutti gli imprenditori da
loro indicati, come Lo Cicero o
Cuzzocrea, hanno confermato
che, prima del periodo 20092010, non c'erano mai stati problemi legati ai pagamenti né
crisi di liquidità, per cui cosa
avrebbe dovuto mettere in
guardia Scopelliti?La giurisprudenza è molto chiara sulla
responsabilità degli amministratori riguardo i bilanci: devono esserci chiari segnali di
allarme, aspetto del tutto mancante nel caso di specie. Fermo
restando che prima di arrivare
sulla scrivania del Sindaco, il
bilancio passa dal dirigente del
settore finanze, dalla Giunta,
dalla commissione consiliare
bilancio e, infine dal Consiglio
comunale, quali elementi proverebbero un concorso di
colpe? In quest'aula si parla
solo di Scopelliti e dei revisori
dei conti.CONCLUSIONE Il legale del Governatore della
Calabria, al termine della sua
arringa, ha anche contestato la
richiesta della provvisionale
avanzata dalla parte civile, per
poi rivolgere la sua richiesta
alla Corte. "Questo processo ha sottolineato l'avvocato Labate - non si fonda su prove ma
su argomenti di tipo logico per
come lo stesso PM ha affermato nel corso della sua requisitoria, non vi erano segnali di
allarme, il movente non può essere un indizio e il Tuel indica
chiaramente nel dirigente del
settore finanze e nel segretario
comunale la responsabilità
sulla veridicità del bilancio.
Eppure in quest'aula vengono
accusati l'ex Sindaco e i revisori dei conti. Per queste chiare
ed evidenti argomentazioni
chiedo che Giuseppe Scopelliti
venga assolto con formula
piena". Successivamente l’avvocato Alberto Panuccio ha
concluso le arringhe della giornata riguardo gli altri 3 imputati
il collegio dei revisori dei conti
dell’epoca: Carmelo Stracuzzi,
Domenico D’Amico e Ruggero
de Medici. La giornata si era
aperta con la richiesta di rinvio
avanzata dall'avv. Labate a
causa dell'infortunio occorso
all'altro legale del Governatore
della Calabria, il professor
Nico D'Ascola, assente a causa
della frattura del polso. Il Presidente del collegio giudicante
Olga Tarzia ha accolto la richiesta
fissando un'ulteriore
udienza per il prossimo 27
marzo.
L’EURO NON VALE UNA LIRA!
Reggio Calabria
“OperazioneMariage” maxi
sequestro di beni alla ‘Ndrangheta
I Finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Reggio Calabria, dello S.C.I.C.O. di Roma e del Gruppo di Locri, al
termine di articolate indagini di polizia giudiziaria – coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale
di Reggio Calabria, Direzione Distrettuale Antimafia – in
esecuzione di provvedimenti ablativi emessi dalla Sezione
Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria –
hanno sequestrato un ingente patrimonio mobiliare, immobiliare e societario, per un valore stimato di circa 420 milioni di euro, in pregiudizio dei locali di AFRICO e
MARINA DI GIOIOSA JONICA ed, in particolare, delle
cosche AQUINO e MORABITO. L’inchiesta, avviata
nell’ambito dell’Operazione “METROPOLIS”, aveva già
consentito, in data 05.03.2013, di disarticolare – con l’arresto di 20 soggetti per i reati di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori e reimpiego di capitali
illeciti – le due potenti cosche egemoni sulla costa ionica
del territorio calabrese. Le investigazioni avevano consentito di accertare come le cosche MORABITO ed
AQUINO, attraverso un’articolata e complessa rete di società italiane ed estere, fossero riuscite a garantirsi, con la
forza dell’intimidazione mafiosa, la gestione, il controllo
e la realizzazione di decine di importanti e noti complessi
immobiliari turistico-residenziali, ubicati nelle più belle
aree balneari della Regione Calabria. Nel mese di marzo
2013, la locale D.D.A. delegava il Nucleo di Polizia Tributaria di Reggio Calabria, il Servizio Centrale Investigazioni Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.) e il Gruppo di
Locri, l’esecuzione di mirate indagini patrimoniali, nei
confronti dei soggetti destinatari dei provvedimenti restrittivi nonché nei confronti dei rispettivi nuclei familiari e di
persone fisiche, prestanomi e società all’uopo individuati
e riconducibili – a qualsiasi titolo – ai predetti soggetti.
L’esito dei riscontri, unitamente alla laboriosa comparazione con gli elementi infoinvestigativi – emersi dalle indagini tecniche – ha consentito di individuare alcuni
prestanomi e/o soggetti utilizzati strumentalmente all’illecito arricchimento dei sodali e quindi delle due locali di
‘ndrangheta. Tra l’altro, scelta investigativa particolarmente incisiva si è rivelata la predisposizione ed acquisizione delle tavole ortografiche e fotogrammetrie satellitari
su tutti i beni immobili oggetto di investigazione. Successivamente, attraverso un’accurata rielaborazione, sono stati
confrontati i numerosissimi dati acquisiti, mettendo in risalto l’aspetto della sperequazione tra redditi dichiarati e
l’incremento patrimoniale accertato, per poi procedere ad
una nuova e definitiva analisi contabile, che ha consentito
di evidenziare un eccezionale arricchimento patrimoniale
dei soggetti attenzionati, realizzato nel corso degli ultimi
quindici anni. La complessa attività di ricostruzione effettuata dai tre Reparti del Corpo ha portato la Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria ad
emettere i provvedimenti di sequestro eseguiti in data
odierna con i quali si è sottratto alla ‘ndrangheta un patrimonio illecitamente accumulato tra beni mobili, immobili,
attività commerciali e disponibilità finanziarie, ed investito
principalmente nel settore turistico-alberghiero. In particolare, si è eseguito il sequestro del seguente patrimonio
di numerose società , Nr. 7 veicoli commerciali, Nr. 7 autovetture di lusso; Tutti i conti correnti e disponibilità finanziarie intestati o riconducibili ai soggetti attenzionati,
per un valore stimato di circa 420 milioni di euro.
di Leo Iiriti – L’ultimo libro
pubblicato da Mario Giordano,
“Non vale una Lira”di cui due
giorni fa sono usciti ampi
stralci su Libero, apre a scenari
inquietanti, che qualora fossero fondati metterebbero in
crisi l’attuale sistema. Il giornalista sostiene di aver avuto
accesso a dei report segreti,
elaborati da alcuni analisti
delle principali banche italiane
ed estere, attraverso i quali si
ipotizza anche un piano di
uscita dall’euro. Se questo
fosse vero, allora vuol dire che
ci troveremmo di fronte ad un
problema molto serio. La politica italiana sta facendo di
tutto per garantirsi uno spazio
in Europa, con eccessive difficoltà chiamando il paese a
molti sacrifici. E se tutto questo fosse vano, perché le lobby
finanziarie non hanno fiducia
dell’eurozona sul lungo periodo? Il nostro debito che fine
farà? Come verrà garantito?
Questo non lo sa nessuno,
anche se negli ultimi tempi,
molti economisti si stanno cimentando in una serie di piani
che possano garantire l’uscita
dall’euro. La stampa, molti
13 Marzo 2014
partiti politici, e non
parlo solo di quelli italiani, stanno mettendo
in discussione tutto il sistema europeo,soprattutto negli ultimi mesi.
La verità è che le crisi,
almeno ascoltando l’intervento di Mario Monti
alla LUISS, sono utili
perché aiutano a creare
il nuovo che genera progresso, ma quella che
stiamo vivendo è qualcosa che va al di là di
qualsiasi scenario umanamente concepibile.
Le banche oggi stanno
occupando un ruolo smisurato.
I tre centri di potere veri di
questa Europa sono: banche,
fondi d’investimento e società
di rating. E qui non si tratta neanche di un conflitto tra diverse concezioni economiche,
quindi tra economia pianificata ed economia di mercato.
Perché l’economia pianificata
è morta con l’Unione Sovietica, e il liberismo è stato distrutto dalla globalizzazione,
attraverso la quale sono stati
deregolamentati tutti i mercati,
permettendo a prodotti cinesi
di entrare in Italia, distruggendo buona parte del mercato
interno delle nostre aziende,
che si sono trovate a dover
competere con realtà estremamente meno regolamentate,
sotto tutti i punti di vista, rispetto alla nostra. Oggi la
nuova frontiera dell’economia
è quella finanziaria che è sostenuta dalla logica del ” tu big
to fail”, tradotto: “troppo
grande per fallire”, perché
tutto ciò creerebbe dissesto sociale. Ecco allora che si vede
chiaramente come lo scenario
futuro diventi molto incerto,
Pag. 2
perché la verità è che dovremmo riscrivere le regole
del nostro mondo. I problemi
prioritari sono quelli economici, e il nostro paese può
pensare di ridurre il debito
solo se riuscirà a rilanciare la
crescita. Chissà quali saranno
gli sviluppi, forse le nuove elezioni europee daranno un
nuovo impulso alle politiche
dell’Europa, perché credo che
questa sia l’ultima opportunità. Fallita questa, non credo
ci siano margini per riproporre
l’unione politica di popoli tra
loro diversi.
Stanziati 57 milioni di euro per l’ammodernamento di 400 aziende agricole calabresi
È stata approvata la graduatoria definitiva della Misura 121 del Psr Calabria 2007/2013, annualità 2011. Pertanto, saranno circa
400 le aziende agricole calabresi che, grazie all’erogazione di 57 Milioni di euro, potranno, a breve, sostenere interventi di costruzione ed ammodernamento, acquisto di nuove macchine ed attrezzature, realizzazione di impianti tecnologici e di sistemi di gestione della qualità,
acquisto di brevetti e licenze e software di gestione. L’assessore regionale
all’agricoltura Michele Trematerra nel comunicarne la notizia si è detto
“molto soddisfatto di poter dare supporto a tante aziende calabresi con una
dotazione finanziaria davvero molto importante”. “Innovazione, competitività
e ammodernamento delle nostre aziende – ha rilevato ancora Trematerra –
sono tra i nostri obiettivi principali. La Misura 121 del Psr, certamente la più
gettonata, ci dà la possibilità di finanziare 400 aziende agricole del territorio
calabrese, che potranno mettersi al passo coi tempi e diventare più competitive sul mercato. Con questo bando – ha sottolineato infine l’esponente della
Giunta regionale – abbiamo rimesso in gioco tutte le domande che nel 2011
erano risultate non ricevibili o non ammissibili, dando, quindi, l’opportunità
di riprovarci a chi non era riuscito ad entrare in graduatoria”.Le graduatorie
approvate e pubblicate sono due: quella ordinaria nella quale compaiono le
360 aziende che sono state ammesse a finanziamento, quella speciale che si riferisce alle 40 aziende che hanno già sostenuto l’80%
degli investimenti. Per visionare i decreti e le graduatorie si può consultare il sito web www.calabirapsr.it.
Grande successo per la Calabria a Berlino
La Regione con le sue bellezze culturali, paesaggistiche ed enogastronomiche è stata al centro
di un evento a marchio Calabria, in coincidenza con l’Internationale Tourismus-Börse di Berlino.
L’evento, organizzato in collaborazione con Enit (Agenzia nazionale italiana per il turismo) e
la Camera di Commercio Italiana a Berlino, si è svolto – informa una nota dell’ufficio stampa
della Giunta – in una location istituzionalmente molto prestigiosa: Palazzo Italia, nel centro
della città, nei pressi dalla Porta di Brandeburgo. Particolarmente numerosa la partecipazione
di tour operator ed agenzie tedesche, circa trenta, che si sono confrontare con gli operatori del
turismo calabrese, alla presenza di dodici illustri testate giornalistiche tedesche. L’iniziativa ha
proposto un’immagine della Calabria capace di promuovere l’incoming ed incuriosire anche
fasce di target ancora inesplorate. Una scelta strategica, considerato l’importante posizionamento
del turismo nel Pil tedesco. Nel 2013, infatti, sono stati spesi ben 64 miliardi di euro per 69 milioni di viaggi (fonte F.U.R.). Una
tendenza che dovrebbe essere confermata anche nel 2014: il 25% dei tedeschi ha intenzione di viaggiare di più ed il 30% di spendere
di più per le proprie vacanze. La manifestazione si è articolata in due momenti integrati. Nel primo gli operatori dell’offerta turistica
calabrese hanno incontrato i buyer tedeschi per gettare le basi di importanti relazioni commerciali da sviluppare in futuro, a cominciare dalla prossima stagione estiva 2014. Sono stati presentati itinerari tematici, strutture alberghiere, pacchetti turistici integrati
perfettamente in linea con l’attuale gusto turistico tedesco. Nel secondo momento i buyer ed i giornalisti hanno partecipato alla degustazione enogastronomica a base di prodotti tipici calabresi in una cornice di piacevole convivialità in cui rafforzare le conoscenze
con gli operatori dell’offerta turistica locale. Le eccellenze della tradizione gastronomica calabrese, dalla spianata alle penne con
‘nduja e ricotta, dalle vecchiarelle ai fichi ricoperti di cioccolato fondente, sono state accompagnate da Chadonnay e Cabernet Sauvignon 2012 delle Tenute Ferrocinto di Castrovillari. Sullo sfondo lo scorrere delle immagini dei luoghi più famosi della Calabria:
il castello e la spiaggia di Tropea, Isola di Caporizzuto, Cirella, il Parco nazionale del Pollino, Scalea ed i monti della Sila.
CALIGIURI INAUGURA LA CENTRALE IDROELETTRICA DI BIVONGI
Finanziata dalla Regione Calabria nel
1990, l'Assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri inaugurerà sabato 15 marzo 2014 alle ore 11.30 in località Guida di Bivongi la ristrutturata
centrale idroelettrica "L'avvenire", emblema di archeologia industriale che si inserisce nell'ambito della filiera siderurgica delle
Serre, che trova il suo punto più alto a Mongiana, dove, dopo 38 anni di lavori, nel settembre scorso e' stato inaugurato il
Museo delle Reali Ferriere Borboniche. Proprio nel 2014 ricorrono proprio cento anni dell'entrata in funzione della centrale azionata dalle acque
dello Stilaro, ponendo Bivongi tra i pochi centri urbani calabresi allora provvisti di energia elettrica. L'inaugurazione sara' preceduta alle ore 9.30
da una manifestazione presso la scuola media “Tommaso Martini” di Bivongi dove interverranno l'Assessore alla Cultura della Regione Calabria
Mario Caligiuri, il Sindaco di Bivongi Felice Valenti, il dirigente scolastico dell’Istituto “Stilo-Bivongi” Giuseppe Gelardi e il presidente del Consiglio d’Istituto Antonio Marrapodi. La relazione sarà tenuta dallo studioso di Archeologia Industriale Danilo Franco, che evidenzierà gli aspetti
storici e il funzionamento di una delle prime centrali idroelettriche della Calabria. A chiusura della manifestazione sarà inaugurata la mostra documentaria e fotografica, che accompagnerà i visitatori della centrale."L'inaugurazione della centrale idroelettrica di Bivongi conferma diversi
elementi, tutti positivi", dice l'Assessore Caligiuri. "Prima di tutto, bisogna concludere e valorizzare quello su cui in quarant'anni di vita regionale
si e' investito. Poi, occorre fare in modo che gli investimenti siano produttivi, producendo immagine e reddito per i territori. Inoltre, viene recuperata
l'identità, non solo storica ma produttiva, dei luoghi, confermando, proprio nel caso della filiera siderurgica delle Serre, che in Calabria si creavano
lavoro e prodotti, tanto e' vero che ancora alla fine dell'Ottocento la nostra veniva ancora considerata una regione "industriale". Altro dato e' la riscoperta e la valorizzazione dell'archeologia industriale e degli ecomusei, settori di grande interesse in una terra che oggi esporta energia e che ha
un patrimonio naturalistico molto esteso, composto da parchi, riserve ambientali e oasi marine, chilometri di coste e di boschi.
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