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19 dicembre, 13:55
PRIMOPIANO
Un secolo di cinema in immagini
In mostra a Modena le opere di 40 maestri dello scatto
Pino Settanni, Mario Monicelli, Lo sguardo del cinema © ANSA
Un secolo di cinema in immagini. La Galleria civica di Modena inaugura il
prossimo 7 febbraio a Palazzo Santa Margherita la mostra The Cinema
Show: dal cortometraggio sperimentale "Thaïs" di Anton Giulio Bragaglia, del
1917, lungo tutto il Novecento fino ai film italiani e internazionali degli ultimi
anni e ai suoi protagonisti, da Woody Allen a Bill Murray, da Nanni Moretti a
Paolo Sorrentino.
In mostra fotografie di scena, ritratti in studio, scatti eseguiti durante le pause
sul set oppure in strada di sorpresa. Tra i divi e le dive messi in posa ci sono
Marlene Dietrich e Carroll Baker, John Huston e Tony Curtis, Totò e Roberto
Benigni, Claudia Gerini e Cristiana Capotondi.
Klaus Kinsy è ritratto con in braccio il figlio Nanhoï, mentre Marilyn Monroe,
Anna Magnani, Audrey Hepburn compaiono “paparazzate”.
Celebri registi sono rappresentati sui set dei loro film, in momenti di
concentrazione (Visconti, Antonioni), impegnati in intense conversazioni con
gli attori (Bertolucci con Depardieu in Novecento, Pasolini con la Callas in
Medea) o intenti a illustrare l'esecuzione della scena (Fellini in 8 e ½, i Taviani
in Kaos).
Anche gli attori compaiono spesso colti sul set, durante la recitazione o in
momenti di distrazione, come Eduardo De Filippo che scherza con Mastroianni.
Un'ampia sezione della mostra è poi dedicata alla fotografia di scena, con
immagini scattate da alcuni dei più grandi interpreti di questo particolare genere
fotografico sui set di film come La terra trema e Quarto potere, e a star quali
Robert De Niro, Alberto Sordi, Jane Fonda, Charlotte Rampling, Ingrid
Bergman.
La rassegna presenta l'opera di una quarantina di fotografi, alcuni che hanno
dedicato un'intera vita professionale al cinema, altri che nel corso della loro
carriera ne hanno ritratto i protagonisti in modo occasionale.
Tra i nomi degli autori, Philippe Antonello, Franco Bellomo, Anton Giulio
Bragaglia, Jean­François Bauret, Giovanni Cozzi, Chico De Luigi, Franco
Fontana, David Gamble, Marcello Geppetti, Pino Guidolotti, Horst P. Horst,
Emilio Lari, Erich Lessing, Gina Lollobrigida, Umberto Montiroli, Luciana
Mulas, Ugo Mulas, Claude Nori, Gabriele Pagnini, Federico Patellani, John
Phillips, Roger Pic, Pierluigi Praturlon, Paul Ronald, Gianfranco Salis, Tazio
Secchiaroli, Pino Settanni, Angelo Turetta, Mario Tursi.
L'esposizione è un allestimento di opere dalla Raccolta della Fotografia del
museo modenese a cura di Daniele De Luigi e Marco Pierini. Un nucleo
consistente di immagini attinge al fondo Franco Fontana, mentre numerose
fotografie provengono da nuove acquisizioni che andranno ad arricchire il
patrimonio della Galleria.
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THE CINEMA SHOW
07/02/2015
Sabato 7 febbraio la Galleria Civica di Modena inaugura presso Palazzo Santa Margherita la mostra “The Cinema Show”. L’allestimento, a cura
di Daniele De Luigi e Marco Pierini, presenta una selezione di immagini provenienti dalla Raccolta della Fotografia del museo modenese (foto di
scena, ritratti in studio e scatti “rubati” sul set). Un lungo percorso espositivo che, raccogliendo l’opera di una quarantina di fotografi, abbraccia un
secolo di cinema proponendo una lunga carrellata di immagini di divi e dive, registi e star internazionali che hanno fatto la storia della settimana
arte, dal cortometraggio sperimentale “Thaïs” di Anton Giulio Bragaglia fino ad arrivare a Paolo Sorrentino.
La mostra resterà allestita in sala grande a Palazzo Santa Margherita fino al 7 giugno 2015. Ingresso gratuito.
Info su www.comune.modena.it.
Pino Settanni, Mario Monicelli, Lo sguardo del cinema, 2003, Galleria civica di Modena
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Modena, la storia del cinema in fotografia
Nel 2015 Palazzo Santa Margherita ospita "The Cinema Show", con i
lavori di 40 maestri dello scatto
Fumetti: a Latina le illustrazioni di
Magdalena Tomala
È nell'ambito di Lillabox, la rassegna di arte
contemporanea a cura di Fabio D'Achille per il
Museo d'arte diffusa
A Bologna, “Senday City”, l’ultimo progetto di
Marco Bolognesei
Una mostra interattiva, fra reale e virtuale, alla
scoperta della città­mondo cyberpunk ideata
dall'artista emiliano
L’alienazione della follia nei dipinti di Roberto
Sambonet
Tra ritratti e studi d'artista, l'esperienza
dell'internamento in un manicomio del Brasile
Galleria Borbonica: moda e arte nei
sotterranei di Napoli
Tableaux vivants con modelle dal vivo e arte
contemporanea ispirata al Vesuvio
Bagheria, chiude il Museo di Guttuso
Il figlio del maestro: «La Collezione Guttuso a
Villa Cattolica non ha più senso. Pronto a ritirare
opere»
Douglas Kirkland, Dustin Hoffman,
MODENA – The Cinema Show. Fotografie dalla Collezione della Galleria civica
di Modena è il titolo della rassegna che, dal 7 febbraio al 7 giugno 2015, verrà
allestita nelle sale di Palazzo Santa Margherita e organizzata, per l’appunto, dalla
Galleria civica di Modena. Il percorso coinvolgerà lo spettatore nelle immagini più
interessanti del cinema internazionale: dal cortometraggio sperimentale Thaïs di
Anton Giulio Bragaglia, del 1917, fino ai film degli ultimi anni e ai suoi
protagonisti, da Woody Allen a Bill Murray, da Nanni Moretti a Paolo Sorrentino.
Esposte le fotografie e ritratti di scena, scatti eseguiti durante le pause sul set oppure
in strada di sorpresa: un affresco vivace del mondo del cinema e la sua dimensione
sospesa fra realtà e immaginario. Immortalate, le dive del grande schermo: Marlene
Dietrich e Carroll Baker, John Huston e Tony Curtis, Totò e Roberto Benigni,
Claudia Gerini e Cristiana Capotondi. E ancora Klaus Kinsy, ritratto con in braccio
il figlio Nanhoï, e Marilyn Monroe, Anna Magnani, Audrey Hepburn “paparazzate”.
Un’attenzione speciale sarà data anche ai registi, ritratti in momenti di
concentrazione (Visconti, Antonioni), impegnati in intense conversazioni con gli
http://www.artemagazine.it/arte­contemporanea/71491/modena­la­storia­del­cinema­in­fotografia/
Fumetti: a Latina le illustrazioni di Magdalena
Tomala
È nell'ambito di Lillabox, la rassegna di
arte contemporanea a cura di Fabio
D'Achille per il Museo d'arte diffusa
“Linea senza fine”: quattro artisti, la pagina
bianca e la grafite
A Torino, alla Galleria Opere Scelte, in
mostra le opere di quattro virtuosi del
sogno grafico
In Polonia, cioè dove? L’ultimo appuntamento
a Roma
L'Istituto Polacco e il Pastificio Cerere
propongono, alla Fondazione, le opere
degli allievi di Miroslaw Balka
in collaborazione con gli enti locali
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16/12/2014
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attori (Bertolucci con Depardieu in Novecento, Pasolini con la Callas in Medea) o
intenti a illustrare l’esecuzione della scena (Fellini in 8 e ½, i Taviani in Kaos).
In particolare, la mostra ospita i lavori di circa 40 fotografi, fra cui Philippe
Antonello, Franco Bellomo, Anton Giulio Bragaglia, Jean­François Bauret,
Giovanni Cozzi, Chico De Luigi, Franco Fontana, David Gamble, Marcello
Geppetti, Pino Guidolotti, Horst P. Horst, Emilio Lari, Erich Lessing, Gina
Lollobrigida, Umberto Montiroli, Luciana Mulas, Ugo Mulas, Claude Nori,
Gabriele Pagnini, Federico Patellani, John Phillips, Roger Pic, Pierluigi Praturlon,
Paul Ronald, Gianfranco Salis, Tazio Secchiaroli, Pino Settanni, Angelo Turetta,
Mario Tursi.
A cura di Daniele De Luigi e Marco Pierini, l’evento è completamente dedicato alla
settima arte e ai suoi protagonisti: un nucleo consistente attinge al fondo Franco
Fontana, mentre numerose fotografie provengono da nuove acquisizioni che
andranno ad arricchire il patrimonio della Galleria.
Pubblicato il 11 dicembre 2014 alle 18:05 | Ultima modifica 11 dicembre 2014 alle 18:05
TAG: CINEMA, MODENA, PALAZZO SANTA MARGHERITA, THE CINEMA SHOW
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16/12/2014
THE CINEMA SHOW — Galleria Civica
THE CINEMA SHOW
Galleria civica di Modena, Palazzo Santa Margherita, 7 febbraio­7 giugno 2015
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07/02/2015 18:00 al 07/06/2015 18:00
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Sabato 7 febbraio alle 18.00 la Galleria civica di Modena inaugura a Palazzo Santa Margherita The
Cinema Show, un allestimento di opere dalla Raccolta della Fotografia del museo modenese a cura
di Daniele De Luigi e Marco Pierini. La selezione delle immagini è consacrata alla settima arte e ai
suoi protagonisti: un nucleo consistente attinge al fondo Franco Fontana, mentre numerose
fotografie provengono da nuove acquisizioni che andranno ad arricchire il patrimonio della Galleria.
Il percorso espositivo abbraccia un secolo di cinema: dal cortometraggio sperimentale "Thaïs" di
Anton Giulio Bragaglia, del 1917, lungo tutto il Novecento fino ai film italiani e internazionali degli
ultimi anni e ai suoi protagonisti, da Woody Allen a Bill Murray, da Nanni Moretti a Paolo
Sorrentino.
Fotografie di scena, ritratti in studio, scatti eseguiti durante le pause sul set oppure in strada di
sorpresa, restituiscono un affresco variopinto del mondo del cinema e la sua dimensione sospesa tra
realtà e immaginario. Tra i divi e le dive messi in posa ci sono Marlene Dietrich e Carroll Baker,
John Huston e Tony Curtis, Totò e Roberto Benigni, Claudia Gerini e Cristiana Capotondi. Klaus
Kinsy è ritratto con in braccio il figlio Nanhoï, mentre Marilyn Monroe, Anna Magnani, Audrey
Hepburn compaiono “paparazzate”. Celebri registi sono rappresentati sui set dei loro film, in
momenti di concentrazione (Visconti, Antonioni), impegnati in intense conversazioni con gli attori
(Bertolucci con Depardieu in Novecento, Pasolini con la Callas in Medea) o intenti a illustrare
l'esecuzione della scena (Fellini in 8 e ½, i Taviani in Kaos). Anche gli attori compaiono spesso colti
sul set, durante la recitazione o in momenti di distrazione, come Eduardo De Filippo che scherza
con Mastroianni. Un'ampia sezione della mostra è poi dedicata alla fotografia di scena, con immagini
scattate da alcuni dei più grandi interpreti di questo particolare genere fotografico sui set di film
come La terra trema e Quarto potere, e a star quali Robert De Niro, Alberto Sordi, Jane Fonda,
Charlotte Rampling, Ingrid Bergman.
La rassegna presenta l'opera di una quarantina di fotografi, alcuni che hanno dedicato un'intera vita
professionale al cinema, altri che nel corso della loro carriera ne hanno ritratto i protagonisti in
modo occasionale. Tra i nomi degli autori, Philippe Antonello, Franco Bellomo, Anton Giulio
Bragaglia, Jean­François Bauret, Giovanni Cozzi, Chico De Luigi, Franco Fontana,
David Gamble, Marcello Geppetti, Pino Guidolotti, Horst P. Horst, Emilio Lari, Erich
Lessing, Gina Lollobrigida, Umberto Montiroli, Luciana Mulas, Ugo Mulas, Claude
Nori, Gabriele Pagnini, Federico Patellani, John Phillips, Roger Pic, Pierluigi
Praturlon, Paul Ronald, Gianfranco Salis, Tazio Secchiaroli, Pino Settanni, Angelo
Turetta, Mario Tursi.
La mostra è parte di un progetto avviato nel 2011 volto a mostrare con regolarità il patrimonio della
Galleria civica di Modena, e resterà allestita in sala grande a Palazzo Santa Margherita fino al 7
giugno 2015.
mostra The Cinema Show
sede sala grande di Palazzo Santa Margherita, corso Canalgrande 103, Modena
periodo 7 febbraio­7 giugno 2015
http://www.comune.modena.it/galleria/appuntamenti/the­cinema­show
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16/12/2014
THE CINEMA SHOW — Galleria Civica
organizzazione e produzione
Galleria Civica di Modena Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
inaugurazione sabato 7 febbraio 18.00
preview per la stampa giovedì 5 febbraio, ore 11.30
ingresso gratuito
ufficio stampa Clp Relazioni Pubbliche, Milano, Anna Defrancesco, tel. + 39 02
36755700, [email protected]
immagini e comunicati scaricabili www.clponline.it
ufficio stampa Galleria civica di Modena, Cristiana Minelli, tel + 39 059 203
2883, [email protected]
immagini e comunicati scaricabili nell'area giornalisti del sito della galleria
informazioni Galleria civica di Modena, corso Canalgrande 103, 41121 Modena, tel. +39 059
2032911/2940 Museo Associato AMACI
http://www.comune.modena.it/galleria/appuntamenti/the­cinema­show
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dicembre
2014
Settimanale, Supplemento al numero odierno - Da vendersi esclusivamente con il quotidiano “la Repubblica” – Sped. Abbon. Post. - articolo 1 Legge 46/04 del 27/02/2004 - Roma
1367
30 maggio
2014
ELOGIO DELLA BICI, MA OCCHIO ALL’ECO-ARROGANZA di Fiorillo e Papi
Massimo Troisi: 1994-2014
Dietro la maschera
y(7HB1C8*QKTKKK( +&!#!@!]!/
di Erri De Luca
con un articolo di Antonio Tricomi
e un commento di Antonio Skármeta
VENT’ANNI FA MORIVA L’ARTISTA PIÙ
Ù ORIGINALE
DELLA NUOVA NAPOLI. LO RACCONTANO UN GRANDE
SCRITTORE ITALIANO, L’AUTORE CILENO DEL POSTINO.
E L’AMICO AUTISTA DI SAN GIORGIO A CREMANO
Israele:
l’invasione
degli ultraortodossi
(e l’antidoto)
I figli rubati
ai desaparecidos:
spunta
la pista italiana
DISORDINATI
PATOLOGICI?
REGALATEVI
UN ORGANIZER
Jorge Luis Borges
e Roberto Arlt
nemici nei bar
di Buenos Aires
di Vanna Vannuccini
di Matías Marini
di Raffaele Niri
di Matteo Nucci
30 MAGGIO 2014
mille367
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Massimo
Troisi,
un genio
timido
PAGINA
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SILVIO COIANTE
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IN COPERTINA È DI:
PINO SETTANNI/IPA
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CONTROMANO DI CURZIO MALTESE
BARWEB DI MARCO FILONI
11
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DI ERRI DE LUCA,
ANTONIO TRICOMI,
ANTONIO SKÁRMETA
A PAGINA 22
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9
25 anni fa
scomparve uno dei
più geniali uomini di
spettacolo italiani.
Ecco come lo
ricordano
due grandi scrittori
e un amico
INDIZI NEUROVISIVI DI FILIPPO CECCARELLI
IL SOGNO DI ZORO DI DIEGO BIANCHI
APRIMI CIELO DI ALESSANDRO BERGONZONI
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SOTTOVUOTO DI MASSIMO BUCCHI
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QUESTIONI DI CUORE DI NATALIA ASPESI
PER POSTA DI MICHELE SERRA
FOLLOW THE MONEY DI LORETTA NAPOLEONI
FOLLOW THE PEOPLE DI PIETRO VERONESE
Israele, ultraortodossi crescono.
E si moltiplicano DI VANNA VANNUCCINI
40 Parla il frate francescano, custode
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42 In Scozia il secessionismo è un domino
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Pino Settanni, Kabul 2002-2005
Pubblicato Martedì, 29 Aprile 2014 22:32
Giovanni Lauricella Pino Settanni
ripropone un tema
a cui è da tempo
legato, la sfera
culturale del Vicino Oriente liberamente
interpretata. Da sensibile artista quale è non
sfugge al confronto-scontro che si è aperto nei
confronti di questo popolo, che esprime
contraddizioni spesso esplosive che ci
coinvolgono sempre di più.
In questo caso la rappresentazione dei soggetti
consistente nell’individuazione dell’abito
femminile islamico offre spunti formali che
Pino gestisce con intelligente abilità tecnica rendendo molto accattivanti le sue foto.
Sfruttando l’esposizione lunga egli ottiene delle scie che fanno dei burqa dei costumi colorati
dall’effetto scenografico intrigante, al punto da presentarsi nell’insieme come delle
composizioni che hanno una forza teatrale propria.
Con un attento dinamismo cromatico Pino stupisce l’osservatore, che vede in quei gruppi di
donne quasi una coreografia folkloristica di impronta occidentale, cioè appartenente al nostro
immaginario artistico contemporaneo.
In pratica, assistiamo a un paradosso estetico fatto di tradizione medioevale che diventa
una riflessione odierna tendente all’ambito astratto informale. A colpo d’occhio, se entrando a
vedere la mostra non si sapesse di essere di fronte a delle foto, si penserebbe che quei
riquadri multicolori fossero quadri dipinti con effetti lucidi e brillanti, cosa che non è in quanto
sono scatti di macchina fotografica.
Una luminescenza che sembra voler ribadire la presentazione fatta dalla curatrice Paola
Paleari, dove si ribalta il concetto oscuro che abbiamo della donna mediorientale in una
dimensione opposta, piacevole ed esteticamente efficace.
Non i soliti teatri di guerra o di violenza sessuale a cui l’immaginario collettivo è legato, ma
sinuose pieghe di colore che affascinano la visione di un mondo surreale creato dalla maestria
tecnica dell’artista Pino Settanni purtroppo recentemente scomparso.
Pino Settanni. Kabul 2002-2005
Tricromia via della barchetta, 13 Roma a partire dal 10 aprile
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KABUL, 2002-2005: L’INVITO DI PINO SETTANNI A GUARDARE
OLTRE IL ‘VELO’
24 aprile 2014 · b y Maila Buglioni · i n Arte
Eleganti e sinuose linee colorate avvolgono incantevoli occulti visi orientali. Lunghi segmenti di tinte accese
affiancate tra loro per rappresentare e ‘tras-figurare’ – dal latino transfigurare: verbo composto da trans«trans-» e figurare «foggiare, dare forma» ovvero far cambiare figura, d’aspetto, o anche solo di espressione
(come effetto, per esempio, di una intensa emozione), [treccani.it] – filiformi corpi femminili. Soggetti a primo
impatto irriconoscibili ma colmi di un’attrattiva tale da invitare lo spettatore ad avvicinarsi ed ammirare. Solo a
breve distanza, infatti, l’osservatore potrà identificare le forme impressionate da Pino Settanni (Grottaglie,
1949 – 2010) nella serie Kabul 2002-2005, visibili presso la Galleria Tricromia fino al 4 maggio. La mostra, a
cura di Paola Paleari, propone un corpus di opere che denotano l’attenzione del fotografo pugliese,
recentemente scomparso, verso valori formali ed estetici che sottolineano la natura sperimentale della sua
ricerca.
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Un amore, quello per la fotografia, che si manifesta in Settanni all’età di sedici anni, quando realizza il suo
primo ritratto: una bellissima immagine di un collega con la figlia che vince premi e riconoscimenti vari e che
si rivela essere la prima spinta ad abbandonare l’impiego presso l’Italfer di Taranto per trasferirsi a Roma.
Nel 1975, a due anni dall’inizio della sua gavetta artistica, conosce Monique Gregory, sua futura moglie, che
possiede una galleria in via del Babbuino, che lo introduce nel mondo artistico capitolino. Proprio allora
conosce il pittore Renato Guttuso, di cui diviene assistente e fotografo personale. Nel 1986 partecipa a Mois
de la Photo a Parigi, città in cui decide di risiedere per un anno. Tornato a Roma, affitta e trasforma una
portineria di Via Ripetta in sala di posa, luogo in cui ritrae numerosi personaggi importanti del mondo della
cultura e dello spettacolo come Moravia, Fellini, Mastroianni, Baj, Wertmuller, Troisi, Benigni, Morricone,
Leone, Manzù… Una grandiosa raccolta di settantasette ritratti che fu esposta presso la Galleria Rondanini e
pubblicata nel 1989. Nel 1994, la sua voglia di sperimentare lo porta a produrre alcune serie fotografiche
incentrate sui Tarocchi e s u l l o Zodiaco, quest’ultima è acquistata dalla Maisone Européenne de la
Photographie che gli commissiona L’alfabeto dei francesi a Roma, interpretazione fotografica di professioni e
protagonisti di nazionalità francese nella nostra capitale.
Dal 1998 al 2005 il suo interesse slitta verso centri urbani colpiti dalla guerra – come Mostar, Sarajevo e
Kabul – realizzando sia immagini istituzionali sia progetti personali che lo portando a riflettere sulla
condizione di questi popoli senza patria e, soprattutto, sullo status sociale femminile, tematica su cui sono
incentrate le sue ultime esposizioni. Tra i numerosi premi e riconoscimenti occorre menzionare il Pericle
D’Oro per la Fotografia e il Premio Pisa per la Fotografia. Inoltre, è di prossima apertura il museo a lui
dedicato presso il Palazzo Viceconte a Matera.
Il progetto ospitato nella sede espositiva romana, celebre per la sua inclinazione grafica, sottolinea la nuova
inclinazione della galleria ad aprirsi verso differenti linguaggi artistici come quello fotografico.
La serie dedicata alle donne di Kabul di Pino Settanni si compone di elaborazioni digitali realizzate sulla base
di fotografie analogiche scattate nella capitale afghana tra il 2002 e il 2005. Disinteressandosi delle questioni
politiche intestine che hanno investito il paese mediorientale dal 2001 – ovvero l’invasione del territorio
controllato dai talebani da parte dei gruppi afghani del Nord, loro ostili – l’occhio del fotografo s’incentra sulle
caratteriste cromatiche e sui materiali del capo d’abbigliamento tradizionalmente indossato dal gentil sesso
locale. Il burqa è così eletto a elemento formale, divenendo simbolo della bellezza e del fascino femminile
autoctono. Ne derivano suggestivi ed eleganti scatti imperniati sulle pieghe del tessuto, amplificate in lunghe
code e larghi vortici, arricchite da tinte vivaci e di forte impatto visivo. Qui, il colore fa da padrone fino a
strutturare l’immagine stessa. Drappi resi evanescenti e immateriali contrastano fortemente con le masse
corporee rese intangibili ma presenti al di sotto di essi.
Sapienza tecnica e sensibilità artistica sono le qualità che conducono Settanni a scardinare la classica e
negativa accezione dell’indumento tipico di quella regione – concepito come metafora della condizione
femminile sotto il regime talebano – tramutandolo in energia vitale. Protagonista di queste opere è la donna
raffigurata come una dea antica, fiera erede di arcaiche tradizioni, figlia della terra e del sole, nonché
portatrice e generatrice di vita. Attraverso quest’operazione Settanni restituisce dignità al soggetto, oggetto di
soprusi e di violenze, apportando al contempo un messaggio nascosto nelle pieghe della veste ovvero
utilizzare l’arte come strumento per ‘ri-trovare’ la bellezza e la luce dove tutti vedono solamente il buio, la
morte e l’orrore.
Maila Buglioni
Pino Settanni
Kabul 2002-2005
a cura di Paola Paleari
fino al 4 maggio 2014
Galleria Tricromia
via della Barchetta, 13 – 00186 – Roma
info: tel. +39 06.6896970 | +39 339 785 60 06
orario: martedì-venerdì 14-20; sabato10-19
ingresso libero
www.tricromia.com
www.pinosettanni.it
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Tags: burqa, Kabul, Paola Paleari, Pino Settanni, Roma, Tricromia Artgallery
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A Roma, i burqa colorati di Pino Settanni
Alla galleria Tricomania gli scatti del fotografo pugliese, realizzati a
Kabul tra il 2002 e il 2005.
Pino Settanni, dalla mostra “Kabul
2002-2005″.
A Roma, la galleria Tricomania ospita
una mostra di Pino Settanni (1949-2010)
dal titolo Kabul 2002-2005. Dal 10 al 26
aprile 2014, lo sfaccettato artista
pugliese, tanto poliedrico da esser stato
definito «un pittore con la macchina
fotografica», è protagonista della prima
mostra di fotografia ospitata dalla
galleria. E, dalla vasta produzione di
Settanni, sono stati selezionati alcuni
scatti parte della serie dedicata alle donne
di Kabul: elaborazioni digitali realizzate
dall’artista sulla base di fotografie
analogiche scattate nella capitale afghana
tra il 2002 e il 2005.
Vitalità. In questo lavoro, Settanni si
concentra sulle caratteristiche cromatiche e materiali del burqa, il capo
d’abbigliamento tipico delle donne del luogo, amplificando le pieghe del tessuto in
lunghe code e larghi vortici di colori: il tradizionale elemento, assunto come simbolo
negativo della condizione femminile sotto il regime talebano, è trasformato in
un’esplosione di energia vitale. È come se, negli stessi anni in cui i media restituivano
soltanto immagini di soprusi e violenza, Settanni abbia deciso di non concentrarsi
sulla guerra.
Vicino ad Agrigento, due scheletri in
anfore intatte
Emersi i resti di ossa datati tra il I e il II secolo,
forse di una donna e di un bambino.
Pisogne, un affresco del Romanino dietro
un armadio
Il dipinto è in condizioni pessime: urgenti i
restauri. Nella chiesa un ciclo di affreschi
paragonato alla Sistina.
Caravaggio, arrivo da superstar a Torino
Il "Ragazzo morso da un ramarro" accolto alla
mostra di Spalletti alla Gam da Eccher, Bandera e
Folena.
A Noto, itinerari tra i luoghi della bellezza
barocca
Ricami in pietra, balconi decorati da putti e
mascheroni, ma anche progetto di ricerca e
sperimentale,
Accardi Hafif Turcato: Roma come nel
’67
Curiosità. A Matera, è di
prossima apertura il museo a
lui dedicato, a Palazzo
Viceconte.
Edieuropa Qui Arte contemporanea ricostruisce
con 30 opere la storica mostra "Immagini del
colore".
Vademecum
A Noto, itinerari tra i luoghi della bellezza
barocca
• A cura di Paola Paleari.
• Dove: Roma, galleria
Tricomania, via della
barchetta, 13.
• Quando: dal 10 al 26 aprile
2014.
• Orari: dal martedì al venerdì
14,00 – 20,00; sabato 10,00 –
19,00.
• Info: tel. +39 066896970;
+39 3397856006.
Ricami in pietra, balconi decorati da
putti e mascheroni, ma anche progetto
di ricerca e sperimentale,
A Ferrara “Riciclart”: cento persone
disabili e l’arte
Parte del progetto "DiversArteMente",
l'iniziativa è dal 29 aprile al 2 maggio
2014. Tanti soggetti coinvolti.
Pino Settanni, “Due burqa blu”.
http://www.artemagazine.it/arte-contemporanea/47655/a-roma-i-burqa-colorati-di-pino-settanni/
A Villa Manin di Passariano, le opere
degli artisti sloveni
Fino al 22 giugno 2014, la rassegna
ripercorre gli esiti pittorici della nuova
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COMUNICATO STAMPA
Pino Settanni
KABUL 2002-2005
a cura di Paola Paleari
dal 10 aprile 2014
dalle h. 18.00
Sarà presente Monique Gregory,
moglie dell’artista
La mostra sarà aperta fino al 26 Aprile
Galleria Tricromia ospita, per la prima volta presso i suoi spazi, una mostra di fotografia. La scelta
di aprirsi a una diversa forma espressiva intende sposarsi alla vocazione tradizionalmente grafica
della galleria; tale combinazione è magistralmente incarnata da Pino Settanni, artista sfaccettato
e poliedrico che è stato definito “un pittore con la macchina fotografica”. Della vasta produzione del
fotografo pugliese, Tricromia ha deciso di presentare il progetto dedicato alle donne di Kabul: una
serie di elaborazioni digitali realizzate dall’artista stesso sulla base di fotografie analogiche scattate
nella capitale afghana tra il 2002 e il 2005.
In questo lavoro, Settanni insiste sulle caratteristiche cromatiche e materiali del burqa, il capo
d’abbigliamento tipico delle donne del luogo, amplificando le pieghe del tessuto in lunghe code e
larghi vortici di colori. Grazie alla preziosa combinazione tra sensibilità artistica e sapienza tecnica,
il fotografo riesce a scardinare la visione comune di questo elemento tradizionale - assunto a
simbolo negativo della condizione femminile sotto il regime talebano - trasformandolo in
un’esplosione di energia vitale.
La condanna all’invisibilità imposta dall’uomo viene ribaltata e la donna diventa assoluta
protagonista dell’immagine: fiera erede delle antiche tradizioni, figlia della terra, del sole e del
vento e a sua volta portatrice di vita. Negli stessi anni in cui i media ci restituivano solo immagini di
soprusi e violenza, Settanni decide di non concentrarsi sulla guerra, operando una vera rivoluzione
dello sguardo – e dunque del messaggio. Assumendosi il compito e la responsabilità di utilizzare
l’arte quale reale strumento di salvezza, il fotografo cerca e trova la luce dove tutti vedono il buio e
ci comunica in modo inequivocabile che la bellezza risiede negli occhi di guarda.
Biografia
Pino Settanni nasce a Grottaglie il 21 marzo 1949. L’amore per la fotografia comincia da ragazzo:
a 16 anni compone il suo primo ritratto, una bellissima immagine di un collega con la figlia che
vince premi e riconoscimenti e che si rivela essere la spinta per lasciare l’impiego presso la Italfer
di Taranto e trasferirsi a Roma.
È il 1973 e per Pino Settanni inizia la gavetta, fatta di ricerca, di esplorazione e di prime
collaborazioni con i giornali. Due anni dopo conosce Monique Gregory, sua futura moglie, che
possiede una galleria d’arte in via del Babbuino e lo inserisce nel mondo artistico: incontra in
questo modo Renato Guttuso a cui propone di reinterpretare fotograficamente in bianco e nero la
Sicilia alla quale lui si era ispirato per i suoi quadri. Il pittore accetta e rilancia: invita Settanni a
diventare suo assistente e fotografo personale.
Nel 1986 partecipa al Mois de la Photo a Parigi, dove resta per un anno. Rientrando a Roma,
affitta e trasforma una portineria di Via Ripetta in sala di posa, dove ritrae alcuni fra i più importanti
personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo: Moravia, Fellini, Mastroianni, Baj,
Wertmuller, Benigni, Troisi, Morricone, Leone, Manzù, Bolognini, Cucchi. Questa strepitosa
raccolta di ritratti
confluisce in un progetto di 77 immagini che venne esposto alla galleria
Rondanini e pubblicato nel 1989.
Incline di natura alla sperimentazione, nel 1994 decide di produrre delle serie fotografiche ispirate
ai Tarocchi e allo Zodiaco; quest’ultima viene acquistata dalla Maisone Européenne de la
Photographie che gli commissiona L’Alfabeto dei francesi a Roma, interpretazione fotografica di
professioni e protagonisti di nazionalità francese nella nostra capitale.
Dal 1998 al 2005, Pino Settanni fotografa città colpite dalla guerra come Mostar, Sarajevo, Kabul,
realizzando sia immagini istituzionali che progetti personali. Da questa attività di reporter nasce
una riflessione sulla condizione di questi popoli senza patria e soprattutto sulla condizione
femminile che compone le sue ultime mostre. La lunga esperienza artistica è guidata dall’interesse
instancabile per l’animo umano e per l’energia del colore e la sua inesauribile e sperimentale
ricerca gli è valsa numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il Pericle D’Oro per la Fotografia e il
Premio Pisa per la Fotografia.
Pino Settanni ci ha lasciato il 31 Agosto 2010. E’ di prossima apertura il museo a lui dedicato
presso il Palazzo Viceconte a Matera.
Vi aspettiamo giovedì 10 aprile alle h.18.00
TRICROMIA - via della barchetta, 13 (via Giulia) – 00186, Roma
Info: +39 066896970, +39 3397856006 | [email protected] | www.tricromia.com
Orari: dal martedì al venerdì 14.00 - 20.00 | sabato 10.00 - 19.00
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