REPORT PROMO VIDEOINCHIESTA SIAMO DAVVERO UGUALI?

 REPORT dei RISULTATI VIDEO INCHIESTA “SIAMO DAVVERO UGUALI?” Gennaio 2014 PREMESSA Per comprendere se stessi e gli altri, per avere delle relazioni, per imparare le regole sociali, le persone creano delle categorie attraverso le quali conoscono il mondo. La società tende ad imporre l’eterosessualità come sola categoria possibile e come unico orientamento sessuale culturalmente e socialmente legittimato. Chi non si riconosce in questi schemi, inevitabilmente, rischia di incorrere in pregiudizi negativi, in difficoltà relazionali e nel disagio psicologico. Le ricerche condotte fino ad oggi descrivono un contesto molto positivo, dove la discriminazione e l’omofobia, seppur presenti, sono di una percentuale minima. Ma cosa pensano realmente le persone degli omosessuali? Quanto è interiorizzata l’omofobia anche in individui che invece sostengono fortemente l’assoluta uguaglianza fra persone con diverso orientamento sessuale? Abbiamo iniziato un percorso di ricerca ed approfondimento legando il tema dell’omosessualità al mondo del lavoro. Proseguiremo affrontando altri contesti per comprendere al meglio quali siano le variabili esplicite e quelle nascoste su cui poter intervenire per implementare percorsi di consulenza finalizzati al miglioramento delle condizioni sociali e relazionali di tutti gli individui. ALCUNI DATI INTERESSANTI SLIDE 1 Il 61,3 % dei cittadini fra i 18 e i 74 ritiene che in Italia gli omosessuali sono molto o abbastanza discriminati Fonte: LA POPOLAZIONE OMOSESSUALE NELLA SOCIETA’ ITALIANA, 2012 ISTAT SLIDE 2 Il 22% degli omosessuali intervistati si dichiara di aver subito discriminazioni sul lavoro contro il 12,7% degli eterosessuali Fonte: LA POPOLAZIONE OMOSESSUALE NELLA SOCIETA’ ITALIANA, 2012 ISTAT SLIDE 3 Il 29,5% degli omosessuali intervistati si è sentito discriminato nella ricerca del lavoro contro il 31,3% degli eterosessuali Fonte: LA POPOLAZIONE OMOSESSUALE NELLA SOCIETA’ ITALIANA, 2012 ISTAT SLIDE 4 Ha subito discriminazioni nel mondo del lavoro perché omosessuale? No 61,2 % Fonte: Ricerca IO SONO IO LAVORO, 2011 Arcigay, Ministero del Lavoro SLIDE 5 È stato licenziato o non si è visto rinnovare un contratto in scadenza perché omosessuale? No 86,5 % Fonte: Ricerca IO SONO IO LAVORO, 2011 Arcigay, Ministero del Lavoro SLIDE 6 È stato trattato ingiustamente sul posto di lavoro perché omosessuale? No 80,9 % Fonte: Ricerca IO SONO IO LAVORO, 2011 Arcigay, Ministero del Lavoro DOMANDA 1. Il primo aggettivo o parola che Le viene in mente pensando ad una persona omosessuale.  La sensibilità  Non riesco a pensare ad un aggettivo sia omo che eterosessuale  Normale, normalità  Penso semplicemente una persona che ha un orientamento sessuale differente dal mio che sono eterosessuale  Nessuna in particolare  Libero Le premesse sono ottime e sembrano togliere ogni dubbio rispetto alla considerazione delle persone omosessuali. Sensibili, normali, liberi. Ecco come li vedono i loro amici eterosessuali. Dobbiamo fare una premessa, rispetto al concetto di “stereotipo”, ne esistono di positivi e di negativi e comunque sono legati alle modalità di conoscenza del mondo in cui viviamo. Fare delle categorie è un’attività cognitiva necessaria per comprendere e conoscere gli oggetti materiali e le modalità personali e altrui di comportamento, del “sentire”, del “provare”, etc. Quando però non siamo in grado di rendere elastiche e modificabili le categorie che abbiamo costruito, lo stereotipo diventa non solo negativo ma pericoloso perché limita fortemente la possibilità di una persona di avvicinarsi a ciò che ancora non conosce in modo neutro e può quindi avere una visione distorta della realtà, fino ad arrivare a comportamenti offensivi e violenti di chi riconoscere come diverso da se stesso. A volte anche dietro ad aggettivi positivi si può nascondere un forte stereotipo. Di certo è un terreno migliore su cui lavorare, ma ad oggi possiamo sicuramente dire che la sensibilità non è detto che sia necessariamente attribuibile ad una persona omosessuale e, anzi, proprio nella comunità GLBT ci si addita più come “acidi” e “antipatici” che come sensibili. DOMANDA 2. Ipotizziamo che domani arrivi un nuovo collega dichiaratamente omosessuale sul posto di lavoro. Come prenderebbe la cosa?  Come la prenderei se fosse qualsiasi persona normale  Io mi auguro semplicemente che sia simpatico e disponibile  Se è un buon lavoratore, una persona capace non farebbe assolutamente nessuna differenza  Senza nessun problema  Normalmente come se fosse una persona eterosessuale È nei termini, nelle parole, che a volte si può nascondere, se non proprio un pregiudizio, forse una costruzione sociale che, ancora oggi, mette in contrapposizione l’omosessualità con “qualsiasi persona normale”, “come fosse una persona eterosessuale”. Il nostro è un sistema che potremmo definire “eterocentrico”. Con questo non vogliamo assolutamente dire che sia errato ma sottolineiamo come il progresso sociale debba essere accompagnato anche da una formazione culturale e comunicativa. Si deve iniziare ad uscire da un dualismo pericoloso che contrappone ciò che è diverso da un unico punto di vista. Si deve iniziare a considerare l’orientamento sessuale non a compartimenti stagni, quindi si è una cosa o l’altra, ma come una linea continua dove ogni individuo si posiziona rispondendo alle proprie esigenze, ai propri valori e ai propri desideri più profondi. Un posizionamento che è mutevole nel tempo ma necessario per esplorare la propria sessualità, elemento essenziale per vivere una vita di relazioni piene, sincere e appaganti. DOMANDA 3. Una caratteristica che secondo Lei contraddistingue un omosessuale rispetto all'ambito lavorativo.  La creatività  Per me non c'è una caratteristica diversa rispetto agli altri, sono uguali alle mie  Più gentile  Direi nessuna in particolare DOMANDA 4. Se dovesse scoprire che il suo medico di fiducia è omosessuale, continuerebbe ad andarci?  Certo che continuerei ad andare dal mio medico se scoprissi che è omosessuale, probabilmente non ci andrei se scoprissi che è di una squadra calcistica avversaria alla mia.  Si; assolutamente si  Al galoppo Abbiamo voluto spostare l’attenzione in un contesto specifico, come quello lavorativo, per verificare eventuali scostamenti dall’attribuzione di caratteristiche generali alle persone omosessuali rispetto a situazioni particolari. Vengono mantenuti gli stereotipi, anche positivi, quando poniamo la persona all’interno di un ruolo professionale? Effettivamente alcuni non riescono a trovare differenze. Altri sottolineano la creatività e la gentilezza. Continua un posizionamento delle risposte molto positive. Non vi è dubbio. Un medico omosessuale è prima di tutto un medico. In questo caso a volte diventa anche un valore aggiunto. Sarà interessante verificare nelle prossime ricerche come vengono considerate altre figure professionali. È probabile infatti che per il ruolo riconosciuto del medico, soprattutto in Italia, siamo soggetti ad essere in soggezione davanti ai dottori. DOMANDA 5. La difficoltà più grande che secondo Lei un omosessuale incontra nel mondo del lavoro.  Quelle che possiamo incontrare tutti  Discriminazioni  La difficoltà più grande sul posto di lavoro penso come qualsiasi altro ambito un po’ di luoghi comuni sicuramente, ma non nel mio  Gli stereotipi degli altri colleghi  Probabilmente se è dichiaratamente omosessuale l'integrazione non è facile  Credo dei pregiudizi  Può avere difficoltà ad essere accettato, ad essere preso sul serio A questa domanda le risposte si canalizzano verso discriminazioni, stereotipi, pregiudizi. Eppure non c’erano condizioni iniziali che facessero pensare che una persona omosessuale potesse essere discriminata. Notiamo anche in questo caso un elemento culturale da sottolineare: “se dichiaratamente omosessuale, l’integrazione non è facile”. Quasi a voler dire che se è chiaramente effeminato avrà difficoltà rispetto ad un omosessuale più nascosto. Dopo le prime domande in cui veniva dipinto un mondo quasi ideale, dove gli omosessuali sono disegnati quasi come creature magiche e sicuramente positive, ora viene descritta una società ed un contesto davvero negativo, impositivo, ignorante e quasi violento. Come se poi fosse così differente e lontano da ognuno di noi. Ma non siamo noi stessi la società in cui viviamo? Come possiamo leggere questa discrepanza allora? Senza voler puntare il dito contro nessuno possiamo affermare che, persino le persone più progressiste ed aperte di mente possono avere, magari per retaggio culturale, degli stereotipi latenti, interiorizzati, che possono comunque essere affrontati. In un percorso di conoscenza e ti sviluppo personale è importante saper riconoscersi delle aree di miglioramento perché è proprio su quelle che si può ragionare per produrre modificazioni efficaci. DOMANDA 6. Secondo Lei una persona omosessuale è più in grado di lavorare in gruppo o di organizzare il lavoro?  Secondo me dipende sempre dal carattere e dalle caratteristiche delle persone. Però per l'esperienza che ho con colleghi omosessuali lavorare in gruppo  Ma che ne so, questo dipende dalla caratteristica sua  Entrambe le cose  Non lo so perché non ci ho mai lavorato, però credo di organizzare il lavoro DOMANDA 7. Secondo Lei una persona omosessuale è più in grado di prendere decisioni o trovare soluzioni ai problemi?  Vista la sfiga in cui si trova e la difficoltà che viene continuamente sottoposto, sicuramente la soluzione dei problemi però di fatto può essere l'uno e l'altro  Trovare soluzioni ai problemi  Dipende sempre dalle caratteristiche singolari delle persone. Dato che ha scelto di essere omosessuale, che non è una scelta facile, forse di prendere decisioni  A prendere decisioni  Soluzione ai problemi  Dipende dalla personalità che ha  Credo trovare soluzione ai problemi In ultima analisi abbiamo voluto provare a dimostrare che se di una persona omosessuale non si chiede liberamente di esprimere un aggettivo ma si “costringe” l’intervistato a scegliere fra due alternative, questi si trovano a ragionare su esperienze personali o ad attribuzioni dovute alle più svariate possibilità. Abbiamo quindi scelto due coppie di “competenze” richieste proprio nel mondo del lavoro. Ed il risultato è molto interessante perché, anche se in questo caso non statisticamente valido, ad una persona omosessuale si attribuiscono competenze di lavoro in gruppo, di organizzazione e pianificazione, di decision making e di problem solving. Che l’omosessualità possa diventare una risorsa?! Per concludere è d’obbligo ricordare che l’omosessualità non è una scelta dell’individuo ma una normale variante del comportamento sessuale. Ed è anche d’obbligo ricordare che la sfortuna non guarda in faccia a nessuno! Così come l’amore… quando arriva è sempre una cosa meravigliosa! SPUNTI BIBLIOGRAFICI • Badgett M.V.L. et al (2007) “Bias in the Workplace: Consistent Evidence of Sexual Orientation and Gender Identity Discrimination” – The Williams Institute, UCLA • Badgett M.V.L. (2009) “Best Practices for Asking Questions about Sexual Orientation on Surveys” – The Williams Institute, UCLA • Barbagli M. & Colombo A. (2001) “Omosessuali moderni. Gay e lesbiche in Italia” – il Mulino • Bertone C. et al (2003) “Diversi da chi? Gay, lesbiche, transessuali in un’area metropolitana” – Guerini e associati • Chung B.Y. 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