IL NEMICO È RENZI

Renzi conferma: blocco degli stipendi del pubblico impiego al 2009, esclusi
i magistrati e le forze dell’ordine. E meno male che non voleva “cittadini di serie B”
Domenica 26 ottobre 2014 – Anno 6 – n° 295
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Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009
Piccoli leopoldi crescono
CGIL, UN MILIONE IN PIAZZA
di Marco Travaglio
IL NEMICO È RENZI
iascuno nel tempo libero fa quel che gli pare,
C
dunque nulla di male se Renzi passa un weekend a giocare alla Leopolda (i treni esercitano
Camusso e Landini (vera star dei cortei) vincono la loro sfida in una
piazza San Giovanni gonfia di slogan, tutti contro il presidente del
Consiglio. Da Firenze, il finanziere renziano Serra provoca: “Limitiamo
il diritto di sciopero”, ma la segretaria rilancia quello generale. Ora
però la vera questione è la spaccatura nel Pd Cannavò e Vecchi » pag. 2 - 5
dc
ATTENTO, MATTEO
NON STARE SERENO
di Antonello Caporale
SEPARATI IN CASA
I “Vaffa” al leader
e l’imbarazzo
di Cuperlo & C.
d’Esposito » pag. 3
on consiglieremmo a Matteo Renzi di star sereno dopo quello che è avvenuto ieri a Roma.
Nascosti tra le bandiere rosse, hanno sfilato anche i
suoi elettori o quelli che dovrebbero essere destinatari
di una politica che guarda finalmente alla società infragilita e dispersa e le dà coraggio, speranza. La Cgil –
è questa la novità – ha raccolto sotto le sue insegne
non solo i garantiti, ma anche gli sfruttati, i disoccupati, coloro che hanno perso il lavoro e non lo ritrovano più. C’erano i nonni e i nipoti legati dallo
stesso destino, i rivoluzionari di mestiere e le mamme
senza futuro, gli studenti senza parte, gli operai senza
più fabbriche, gli insegnanti senza cattedra, i militanti senza partito. Pensavano che Renzi fosse un amico e se lo
ritrovano avversario. Pensavano che
fosse cambiato il mondo e lo vedono a
braccetto con Verdini e Marchionne.
Non era facile, in questa Italia annichilita, rassegnata a una povertà di
massa e a una nuova solitudine, scegliere di partire, giungere fino a Roma per mostrarsi,
farsi sentire e finalmente farsi contare. Provi Renzi
adesso a riempire piazza San Giovanni così.
“Respect”, diceva il cartello di un manifestante. Ecco, è
parso che questo governo non abbia rispetto per il suo
dolore e per i suoi diritti e non abbia alcuna connessione sentimentale con le sue passioni, la sua storia, la
sua memoria, il modo stesso di intendere la vita. Eppure il Partito democratico è nipote di quel Pci (mai
così tante bandiere del partito di Berlinguer come ieri)
a cui ha preso molto e restituito niente.
Dire, come fa Renzi, che la piazza non troverà ascolto, mettere questi operai al pari dei tecnocrati che
hanno dominato la politica e contribuito ad aggravare la crisi economica, è molto più di un affronto. È
una analisi rozza che denota insieme l’identità e l’alterità del personaggio, la sua estraneità a un mondo
anche grazie al quale egli è a Palazzo Chigi. Far rispondere dalla Leopolda a questo evento così politico, così popolare e così imponente al finanziere
Davide Serra, magari esperto in subprime e derivati,
sembra puro sfottò.
Ma la piazza, il premier lo imparerà presto, conta
molto più delle sue slide colorate.
N
LE RAGIONI DEI GUFI
Giovani, popolo
e bandiere rosse:
“Ora ascoltateci”
Amurri » pag. 4
QUI LEOPOLDA
Il premier: “Bello,
ma comando io”
Marra » pag. 5
» STATO-MAFIA » Martedì al Quirinale
Ecco le domande
a Napolitano
sulla Trattativa
La stampa, diversamente dall’audizione di Clinton,
non saprà nulla Lo Bianco, Rizza e Schiesari » pag. 6 - 7
SENZA PIETÀ
Iran, impiccata
Reyhaneh
Schiaffo al Papa
e all’Occidente
L’INTERVISTA
Lodovini, bellezza
e sincerità: “Sono
la rompicoglioni
del cinema italiano”
» HUGH EVANS
“La mia battaglia
per chi ha solo
un dollaro al giorno”
Borromeo » pag. 13
LA CATTIVERIA
Udi Furio Colombo
UN GOVERNO, KAFKA
E LA BUROCRAZIA
» pag. 18
Gramaglia e Marelli » pag. 10
Pagani » pag. 14 - 15
Renzi, nei manifesti contro i “gufi”, si paragona a Disney, Beatles ed Elvis.Dimenticare Gesù è segno di grande umiltà
» www.forum.spinoza.it
sempre un fascino speciale sui bimbiminkia) e a
gingillarsi con garage, tavoli, slide e televendite
varie. Del resto si sa che è un bravo presentatore
mancato: basta mettergli un microfono in mano
e issarlo su un palco per trasformarlo in un teleimbonitore tipo Virgilio Degiovanni di Millionaire. Semmai c’è da domandarsi che ci faccia
su quel palco di corrente il bravo giudice Raffaele Cantone, commissario anticorruzione, invitato non come relatore di una conferenza o un
dibattito sulle tangenti, ma come “testimonial”
di non si sa che. Quel che ci fa invece l’ex rifondatore comunista Gennaro Migliore, detto
Jenny ‘o Brufolo, lo spiega lui stesso a Repubblica:
lui ha “aderito” al corteo della Cgil, poi però gli è
scappato di andare alla Leopolda perché “in questa fase era giusto andare da Matteo”. Non è neppure un caso di trasformismo o di opportunismo. Il renzista convertito non deve manco aderire a un’idea (e quale?): solo parcheggiarsi per
un po’. Il disco orario indica la durata di questa
fase. Poi, alla prossima, si sposta: sennò arriva il
carro attrezzi. Alla Leopolda è tutto liquido, leggero, volatile. Il pullman degli ex-post-comunisti fraternizza con i charter targati Cayman e
Detroit. Renzi-Degiovanni chiama tutti per nome – Maria Elena, Graziano, Sergio (Chiamparino o Marchionne, è la stessa cosa), “vai Franchino!” – come Franca Valeri-Giulia Sofia in Totò a colori con gli esistenzialisti a Capri e l’orso
bruno al guinzaglio. E parla un po’ come B.: “Un
milione in piazza con la Cgil? Io penso ai 60
milioni che stanno a casa”. E un po’ come Gordon Gekko di Wall Street (con la differenza che
Gekko finiva in galera): “Nel 2011 capii che l’Italia era un Paese scalabile”. Diciamo pure arrampicabile. Arrampicatori e rampicanti sono tutti
lì, spacciati dalla stampa sdraiata per “nuova
classe dirigente”. Diciamo pure vecchia cena di
classe tra compagni di scuola, o di Leopolda.
L’alunno più cazzaro, quello che studia meno
ma parla di più, impugna il microfono e presenta i filmini di tutto il meglio del quinquennio.
Con qualche pietosa bugia: tipo che “il Patto del
Nazareno è un atto parlamentare” (ma in Parlamento nessuno l’ha mai visto), cosa buona e
giusta perché “Minzolini, Razzi e Scilipoti sono
contrari” (il fatto che B., Verdini, Sallusti e Ferrara siano strafavorevoli è un titolo di merito). E
qualche penosa omissione: tipo il discorso di
Luigi (nel senso del prof. Zingales) alla Leopolda
2011: “L’Italia è governata dai peggiori: l’80% dei
manager dichiara che la prima strada per il successo è la conoscenza di una persona importante, poi ci sono lealtà e obbedienza, la competenza
è solo quinta”. Allora Matteo rincarò: “Noi vogliamo un’Italia fondata sul merito, sulla conoscenza e non sulle conoscenze”. Infatti, come
ricorda Marco Damilano sull’Espresso, ha piazzato all’Enel Alberto Bianchi, curatore delle
Leopolde; a Finmeccanica Fabrizio Landi, leopoldista di tre anni fa; all’Eni Diva Moriani,
braccio destro di un finanziatore della Leopolda,
Marco Seracini, presidente del collegio sindacale di Stazione Leopolda srl e –ma tu guarda–
Zingales (nel senso di Luigi); alle Poste Elisabetta Fabbri, albergatrice amica sua; alle Fs Simonetta Giordani, leopoldista annata 2011; al
Demanio Roberto Reggi, amico suo; resta
all’asciutto un altro leopoldiano doc, Sandro
Campo Dall’Orto, ma si parla di lui come nuovo
dg Rai. Le conoscenze non contano più, adesso
conta la conoscenza: di Renzi.
“E pensare che una volta, qui alla Leopolda, ci
venivo in bici”, ricorda il commosso venditore.
Ora ci torna in un tripudio di auto blu, superscorte e unità cinofile. Vengono in mente i versi
con cui Ennio Flaiano canzonava Giovanni Russo: “Alle cinque della sera / sulla piazza di Matera
/ da una 1100 lusso / scende Giovannino Russo/
del Corriere della Sera. / Che carriera!”. Sono
soddisfazioni.