scelta dello smartphone

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SCELTA
DELLO SMARTPHONE:
APPUNTI PER UNA SCELTA PIÙ
CONSAPEVOLE
Chi ha in tasca uno smartphone ha già le idee più chiare (quanto meno per esperienza
personale). Questa breve guida (senza essere esaustiva di tutta la materia) può essere d’aiuto
per chi affronta per la prima volta la scelta di uno smartphone (che non è più il semplice
“cellulare”!) o per riepilogare alcuni punti importanti per chi si appresta a sostituire il proprio
“telefonino” con un qualcosa di più recente.
Chiariamo un concetto: sono dei computer che stanno nella mano, quindi con hardware e
software con cui fare i conti e su cui regolare le proprie scelte!
Quindi, senza eccedere nel tecnico, eccovi un po’ di appunti e riflessioni su:
Software e Aggiornamenti
Hardware






Il display: dimensione / risoluzione / tecnologia
Memoria e storage
Il processore
Connettività
Fotocamera
La batteria e quindi la sua autonomia
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SOFTWARE
E
A G GI O R N A M E N T I
Ciò che differenzia principalmente un telefono semplice da
uno smartphone è il suo sistema operativo. Se abbiamo
mai provato uno smartphone ci rendiamo subito conto che
la differenza nei confronti di un vecchio telefono è abissale.
Mentre prima i telefoni avevano un menù con poche
funzioni (Chiama, Messaggi, 4 giochi, Impostazioni e forse
naviga) ora gli smartphone nei menu possono contenere
anche centinaia di programmi diversi (Esempio: connetti
al pc, compra da amazon, pianifica le tue attività, Autobus
e treni vicini in arrivo, Opera firefox e Chrome, Leggi il
giornale, Vai su facebook, Guarda ricette, Monitora una
corsa, Come si chiama quella canzone …).
Utile quindi non solo per telefonare e mandare sms, l’apparecchio funziona, infatti, come un
computer portatile, che ha il vantaggio di essere ancora più mini e leggero. E proprio come
qualsiasi altro computer, lo smartphone è dotato di sistema operativo.
Più avanzati sono questi sistemi e più sono rapidi, belli e riescono a far svolgere nuove funzioni
al telefono. Più sono i telefoni attivati con quel sistema, più applicazioni di solito sono presenti
nel suo “negozio on-line” (a cui si attinge per nuove applicazioni o aggiornamenti).
Non conta solo il sistema operativo in sé, ma anche che molti produttori non abbiano nessuna
intenzione di aggiornare il loro telefono, specialmente se è stato un flop commerciale o se si
parla di aziende sconosciute.
Se il telefono si è diffuso abbastanza allora potrebbe essere supportato dalle comunità di
programmatori che creano aggiornamenti nel loro tempo libero. Il fatto di non avere un sistema
aggiornato rischia di rendere il telefono simile a un fermacarte perché le nuove applicazioni
vengono riservate solo alla nuove versioni del sistema operativo.
E’ importante anche l’ottimizzazione (la leggerezza, le prestazioni) che la casa produttrice fa
nel sistema operativo che installa nel telefono.
Sono cinque i principali sistemi operativi mobili: Android, iOS, Windows Phone 8, BlackBerry
(diffuso in ambito business) e Symbian. Ognuna di queste piattaforme ha caratteristiche
distintive, anche se le funzioni base, che riguardano contatti, telefono, email e internet, sono
se non uguali molto simili per tutti.
Possiamo dire che iOS è un grande classico che inizia a risentire del peso del tempo, Android è
una splendida realtà e anche una valida alternativa, mentre Windows Phone è il più giovane
ma anche quello che sembra avere maggiori margini di miglioramento.
Android
Android ha fatto passi da gigante dalla sua nascita ed è quasi la scelta obbligata per quanto
riguarda la fascia entry level. Versatile e personalizzabile a piacere (con un po’ di conoscenze
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e voglia di “smanettare” è possibile fare di tutto e di più), ha un App store in continua crescita,
il Google Play Store, che ormai regge il confronto con l’ecosistema di Apple.
È perfettamente integrato con i servizi Google (GMail, Calendar, Google+ e così via) e con
Google Maps c’è pure il navigatore gratuito (se connessi). I dispositivi Android sono disponibili
in diversi formati, con una vasta gamma di funzioni e prezzi.
Giunto alla versione 4.4 (KitKat) ha saputo migliorarsi nel corso degli
anni. Il software gira piuttosto bene sia sui modelli di punta che su
quelli di fascia bassa (ormai abbastanza potenti per gestirlo al meglio)
La natura “open” del sistema ha anche i suoi contro: ogni produttore
che sceglie Android apporta le proprie modifiche, influenzando il risultato finale, e la
disponibilità di aggiornamenti varia moltissimo da produttore a produttore (anche in base al
successo in vendite del prodotto). Ma vuol dire anche personalizzazione ai massimi livelli. Chi
sceglie Android può contare su una folta schiera di prodotti per dare spazio a tutte le modifiche
del caso. Launcher, temi, sfondi, tutto a portata di mano e disponibile direttamente su Play
Store, un vero e proprio paradiso per i fanatici dell’originalità.
Tracciare un profilo dell’utente tipo di Android è abbastanza semplice. Fondamentalmente
parliamo di due tipologie di utenza: la prima è sicuramente quella più “smanettona”, sempre
particolarmente attenta alle nuove tecnologie e vogliosa di sperimentare e personalizzare i
proprio device. La seconda è rappresentata da una serie di “utenti base” che si avvicinano a
piccoli passi verso il mondo degli smartphone e dei tablet. Questi utenti si accontentano di
avere app basilari come WhatsApp, qualche social network e cose di questo tipo, e per farlo si
rivolgono a dispositivi di fascia bassa, con prezzo contenuto.
Android è il leader di mercato: a livello mondiale 3 smartphone su 4 sono equipaggiati con
questo sistema operativo (un qualche punto percentuale in meno in Italia)
iOS
Il sistema operativo Apple ha subito diversi miglioramenti dall’uscita del
primo iPhone, ma nel complesso l’esperienza di utilizzo non è cambiata
molto; in pratica, la semplicità rimane uno dei suoi principali punti di forza.
Rispetto ad Android, è molto più rigido sia sul fronte della personalizzazione
che della gestione dei documenti e dei contenuti multimediali, ed è inoltre
legato a doppio filo all’App Store di iTunes, che però ancora oggi offre il
migliore catalogo di applicazioni.
Non è solo una questione di quantità ma di qualità. Sull’App Store è possibile
trovare applicazioni estremamente curate a livello di design e funzionalità,
con un taglio più creativo. Se sono giochi e applicazioni tra le più disparate
che cercate, iOS è ancora a oggi la scelta migliore.
Stabilità e intuitività ai massimi livelli: anche i meno esperti sanno muoversi egregiamente dopo
un minimo periodo di adattamento. Sistema volutamente chiuso che impedisce a quasi tutto
quello che è esterno di entrare: in parte un bene, ma c’è anche il rovescio della medaglia…
Ideale per chi non ha grandissime pretese e vuole un sistema operativo stabile e intuitivo, a
chi è “modaiolo”, a chi ha molti amici che usano iPhone/iPad a tutti quelli che hanno Mac e altri
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prodotti Apple. Alla portata di moltissime persone che amano fare le cose in un certo modo e
non si pongono troppe domande (e che non si fanno problemi per il costo di un Apple!).
Certamente un giusto compromesso tra prestazioni e affidabilità.
Legato essenzialmente ad Apple si stima installato su 14-15% degli smartphone (in Italia si
calcola circa 18%)
Windows Phone 8.1
Il sistema operativo Microsoft è semplice, intuitivo, veloce e offre un’esperienza di utilizzo con
un taglio molto diverso da Android e iOS. Bello e pulito graficamente, l’ultima versione di
Windows Phone si sposa bene con un pubblico giovanile particolarmente attento a questo tipo
di dettagli.
Infatti,
diversamente
da
queste
piattaforme,
basate
principalmente sulle app, Windows Phone punta più
all’integrazione di servizi e dati, per cui, al posto delle classiche
icone, troviamo riquadri animati con aggiornamenti continui.
La fluidità e il design gradevole sono sicuramente due elementi
tipici di WP8. Le caratteristiche “mattonelle fluttuanti”
accompagnano la schermata Start, proprio come avviene nella versione desktop di questo
sistema operativo. Un sistema chiuso che può essere personalizzato tramite la schermata Start,
ovviamente non al pari di Android, ma diciamo che potenzialmente si può riuscire ad avere
sotto controllo tutto quello che ci serve in un’unica schermata.
E come non menzionare la piena compatibilità con tutti i servizi Microsoft come Office 365, ed
alla disponibilità delle mappe gratuite da utilizzare con il GPS (disponibili anche off-line, cioè
scollegati da Internet). Una pecca: il Windows Phone Store è ancora acerbo, ma con la spinta
di Microsoft c’è da aspettarsi una rapida crescita.
Ultimo arrivato, in crescita (c’è tutta la spinta Microsoft), installato su circa il 7% degli apparati.
Le “vecchie” alternative: Symbian e Blackberry
Le tre piattaforme che abbiamo visto finora sono le vere alternative da prendere in
considerazione oggi. Symbian (di Nokia) è una piattaforma ancora diffusa soprattutto sui
terminali di fascia bassa, ma non può competere con Android soprattutto a livello di applicazioni
di terze parti. E poi considerare che la divisione telefonia di Nokia è stata venduta a Microsoft…
BlackBerry (di RIM) ha da poco aggiornato il suo sistema operativo che punta a colmare il gap
che si è creato tra gli attuali BlackBerry, che montano OS7, e l’accoppiata iOS / Android. Questo
smartphone è adatto soprattutto per chi non può fare a meno di una tastiera fisica ed ha
bisogno più che altro di funzioni base, come un servizio di posta affidabile con accesso da ogni
parte del mondo compreso nel proprio piano tariffario..
Quote di mercato ridotte al lumicino: assieme non arrivano al 4% (in diminuzione)
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L’ H A R D W A R E
Si può paragonare il sistema operativo alla forza mentale
di un uomo, ma ovviamente senza il “fisico” il telefono
avrà difficoltà nello svolgere tutte le mansioni che gli
vengono assegnate.
Generalmente quello che infatti fa lievitare il prezzo di
un telefono sono i suoi componenti. Accenniamo alle
cose più importanti che cambiano, dando per scontate
alcune caratteristiche (anche evolute, come per es il
GPS) comuni a tutti gli smartphone recenti.
Il display: dimensione, risoluzione, tecnologia
Cominciamo dallo schermo perché è una delle caratteristiche essenziali per valutare uno
smartphone.
Dall’avvento dell’iPhone e delle interfacce multi-touch, il display è lo strumento con cui
controlliamo le funzionalità del telefono: l’interazione tra noi e il dispositivo avviene
tramite questo strumento, un aspetto tutt’altro che banale. Ed è essenziale che le
caratteristiche del display soddisfino le proprie aspettative.
Dimensione (diagonale): lo schermo del nostro smartphone deve garantirci una scrittura
agevole, deve permetterci di interpretare con chiarezza quello che c’è sullo schermo in ogni
condizione, e pertanto la sua dimensione va scelta in funzione di quanto sarà pratico. Se
sappiamo già di non essere molto abili con le tastiere touch, allora scegliere uno schermo troppo
piccolo può rivelarsi fatale per la sua utilizzabilità.
Ma lo schermo determina anche il peso del dispositivo, l’ergonomia, il consumo energetico e
quindi l’autonomia della batteria: le considerazioni da fare su questa scelta sono quindi
tantissime e dipendono dal tipo di utilizzo che pensiamo di farne.
Ma c’è anche un altro fattore molto importante. Non esistono più smartphone sul mercato di
fascia medio/alta con display di diagonale sotto i 4”. Sotto questa soglia salvo rarissime
eccezioni si trovano solo smartphone di prestazioni modeste.
La scelta della dimensione è personale. Ovviamente se preferite uno schermo da 4 pollici invece
che 5 scegliete quello da 4 pollici. Tendo a sconsigliare gli schermi sotto i 3,5 pollici perché
rendono la lettura più difficoltosa.
La risoluzione è uno degli aspetti che generalmente gli utenti corrono ad esaminare.
Se il display è 1080p, significa che è in grado di offrire una risoluzione pari a 1.920x1.080 pixel,
la stessa che viene garantita da un TV di recente fattura. Le immagini, però, appariranno
ovviamente molto più nitide su un display di uno smartphone con una diagonale, ad esempio,
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di 5 pollici rispetto a quanto accade sullo schermo di un computer da 24 pollici o su un TV da
42 pollici.
Concentrarsi sempre e solo sulla risoluzione può essere fuorviante.
Lo schermo di uno smartphone di dimensioni maggiori che fornisce una risoluzione elevata
potrebbe non essere nitido come uno schermo di dimensioni minori e di risoluzione più bassa.
Una risoluzione di 800 x 480 su un display da 3.5 pollici ha una resa ben diversa rispetto a uno
schermo da 4.5 pollici.
Il valore che dev'essere ben soppesato è quello relativo ai PPI (pixels per inch ossia
pixel per pollice). Tale valore misura la densità di pixel presenti in un pollice lineare su uno
schermo digitale.
È uno dei più importanti indicatori della "qualità" di un display dal momento che esprime un
valore assoluto rapportato alla risoluzione ed alle dimensioni dello schermo: più è alto il valore
di PPI, più le immagini visualizzate risulteranno nitide (aumentando i pixel, i quadratini che
compongono l’immagine, migliora la qualità dell’immagine).
Indicativamente sotto i 220 punti per pollice
i pixel cominciano a diventare davvero visibili
alla distanza di visione a cui utilizziamo
normalmente uno smartphone.
Avete a disposizione solo la risoluzione e la
dimensione
dello
schermo?
Questo
strumento (http://www.sven.de/dpi) consente di effettuarne un calcolo dei PPI.
Viene spesso anche usata la misura di Dots per inch che indica invece i punti per pollice, ecco
come interpretare le sigle annesse.





LDPI: Bassa densità, probabilmente avvicinando il telefono agli occhi riuscite a vedere dei
quadrati. Fino a 120 dpi
MDPI: Media densità. Fino a 160 dpi
HDPI: Alta densità density. Fino a 240 dpi
XHDPI: eXtra Alta densità, che si consiglia in rapporto qualità/prezzo, fino a 320 dpi
XXHDPI: eXtra eXtra High density, fino a 500 dpi, la migliore qualità sugli schermi.
Tecnologia costruttiva. L'altro parametro da controllare a riguardo del display di uno
smartphone è la tecnologia con la quale lo schermo è stato realizzato. Esistono principalmente
due tecnologie dedicate agli schermi del telefono: Super Amoled e LCD.
L’OLED ha un migliore rapporto di contrasto grazie alla capacità di riprodurre un nero davvero
tale, angolo di visione perfetto (indica se e a quanto riuscite a leggere quello che è scritto sul
telefono se non lo tenete esattamente di fronte agli occhi), consuma meno energia, ma è anche
meno luminoso, i colori sono a volte fin troppo saturi e alza il costo del dispositivo. In più molti
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display OLED non hanno matrice full RGB ma "Pentile" e offrono una risoluzione percepita
inferiore a quella dichiarata.
L’LCD (indicato come Super LCD, IPS, Super LCD 2 Plus e NOVA) ha raggiunto una perfetta
maturità, permette a parità di costo dell’OLED uno schermo di gran lunga più definito e luminoso
(fattore non di poco conto per un dispositivo che si usa anche all’aperto). I contro sono un
minore angolo di visione e un nero non perfetto quanto quello dell’OLED.
Non esiste una tecnologia migliore: se preferite un miglior contrasto, angolo di visione e
risparmio di batteria scegliere gli amoled, se preferite maggiore risoluzione e luminosità
scegliete gli lcd.
Memoria e storage
Il quantitativo di RAM offerto da uno smartphone è certamente un aspetto importante ma non
così cruciale come sul versante personal computer. Le ragioni sono piuttosto semplici: le
applicazioni mantenute in esecuzione sul telefono occupano complessivamente un quantitativo
di memoria assai più ridotto rispetto a quanto accade su PC. Gli sviluppatori, infatti, sono
obbligati a sottostare a delle limitazioni hardware piuttosto restrittive.
La ram è la quantità di memoria disponibile per le applicazioni: in un telefono è molto
importante il quantitativo di memoria ram perché mantiene molti servizi e applicazioni senza
chiuderli e che richiedono un costante aggiornamento (come la ricezione dei messaggi, le ultime
informazioni sul meteo, le notifiche di Whatsapp, i messaggi da facebook, ecc....). Bisogna
considerare che solo il sistema operativo si prende 250-350 MB della memoria, sarà semplice
intuire che 512 MB di memoria non sono più sufficienti e che si deve ormai puntare almeno su
1 GB (1024 MB) di memoria.
Il quantitativo di memoria disponibile per la memorizzazione non volatile di applicazioni e dati
(storage) è un aspetto probabilmente più importante: e quindi è importante conoscere le
dimensioni della sua memoria e il fatto se abbia o meno la possibilità di inserire una sdcard.
I telefoni ora sono venduti con i seguenti tagli di memoria: 512MB, 4GB, 8 GB, 16 GB, 32 GB
e raramente 64 GB.
Musica, foto e applicazioni hanno bisogno di memoria, e quella negli smartphone è limitata. Se
pensiamo di fare un utilizzo “multimediale” del vostro smartphone o di scaricare molte
applicazioni, soprattutto giochi, allora è importante scegliere un modello con 16 o più GB di
memoria integrata e che abbia possibilità di espansione tramite schede microSD. Se il modello
scelto non è dotato di scheda microSD allora è meglio spendere qualcosa di più per avere più
memoria, che trovarsi un giorno senza spazio per le proprie foto o il gioco del momento.
In base alle vostre necessita scegliete la memoria che più vi si addice.
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Il processore
Negli ultimi anni si è cominciato a parlare di processori per smartphone quasi come si faceva
una volta per i PC. Ma quanto è importante tenere conto del processore in uno smartphone?
Tendenzialmente è un parametro che andremo a valutare soprattutto nell’acquisto di uno
smartphone Android, perché è qui che abbiamo la maggiore varietà possibile. È vero che le
ultime versioni di Android funzionano meglio con processori dual core da 1 GHz o più, ma da
sola la potenza dice poco.
Occorre infatti contestualizzarla con altri dati: risoluzione dello schermo e capacità della batteria
in particolare. Perché più risoluzione vuol dire anche più pixel da muovere sullo schermo e più
GHz comportano più consumi energetici e quindi meno autonomia.
Nessuno smartphone utilizza un processore montato su un socket, il connettore elettrico
presente ad esempio nelle schede madri per personal computer. I dispositivi mobili, piuttosto,
utilizzano un System-on-a-Chip (SoC) ovvero un circuito integrato che oltre al processore
centrale integra tutta una serie di sottosistemi addizionali (sezione video, RAM, circuiteria
input/output,...).
Mentre il mondo dei personal computer è storicamente dominato da Intel ed AMD, sul versante
smartphone il mercato è molto più vario e i SoC sono realizzati da un numero molto più ampio
di produttori.
Anche nel caso dei SoC, comunque, è bene esaminare la frequenza operativa del processore e
il numero di core ossia di unità operative montate nel medesimo package.
Il processore rimane sempre il cuore del telefono. La sua velocità è espressa in “Ghz” o “Mhz”,
suo sottomultiplo. Il telefono comincia ad avere un processore accettabile se è pari o superiore
a 1,2 Ghz di velocità. Più core nel processore detto in parole semplice è come avere più di un
processore.
Se si ha un processore dualcore da 2ghz e uno quadcore da 1 Ghz è preferibile scegliere il
primo: la motivazione è che attualmente non tutte le applicazioni sono ottimizzate per girare
su più core e si rischia di sfruttare solo un core.
Un buon dual core - che ormai si trova anche in modelli di fascia medio/bassa - garantisce un
buon compromesso di autonomia, reattività del dispositivo e potenza nella maggior parte delle
applicazioni. Se invece siete appassionati di videogiochi allora un buon processore quad core è
sicuramente consigliato.
Connettività
Tutti gli smartphone più recenti ormai offrono la possibilità di collegarsi alla rete Internet
attraverso un collegamento Wi-Fi oppure utilizzando la connessione dati dell'operatore
telefonico in modalità 3G e/o LTE.
Parlando di velocità e connessioni, è ormai frequente il supporto per il Wi-Fi 802.11n fino a 300
Mbit/s. Le specifiche più aggiornate sono quelle a cui si fa comunemente riferimento con la
sigla IEEE 802.11ac. Si tratta del successore dello standard 802.11n, capace di estendere il
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raggio di copertura del segnale (fino a 200 metri, almeno in linea teorica) ampliando, allo stesso
tempo, la larghezza di banda disponibile (1 Gbps).
802.11ac può essere considerato come il Wi-Fi di quinta generazione che ambisce a diventare
la miglior soluzione per lo scambio di dati in streaming, per le applicazioni videoludiche e per
venire incontro alle esigenze di coloro che necessitano di elevate velocità di trasferimento delle
informazioni. I dispositivi compatibili 802.11ac restano in grado di dialogare con access point e
router wireless usando le più vecchie specifiche 802.11b/g/n.
Ma attenzione: avere a disposizione un router Wi-Fi che non supporta 802.11ac, rende il
supporto delle specifiche da parte di un qualunque dispositivo mobile assolutamente inutile dal
momento che – per lo scambio dei dati – verranno usati gli standard più vecchi.
802.11ac, inoltre, può funzionare solamente sulla banda wireless da 5 GHz, molto meno
affollata rispetto a quella da 2,4 GHz sulla quale sono in grado di comunicare tutti i dispositivi
Wi-Fi
Difficilmente tramite smartphone avremo bisogno di trasferire così tanti dati su una rete Wi-Fi
da aver bisogno di tale velocità, a meno di non voler fare streaming di video a 1080p dallo
smartphone. Non è una caratteristica su cui basare il proprio acquisto, in pratica.
Nella scheda tecnica di uno smartphone troveremo diversi riferimenti al tipo di connessione 3G:
HSPA, HSPA+, DC-HSPA, svariate velocità di trasferimento dati potenziali. È un dato su cui non
basare la scelta, almeno per due motivi: primo, le reali velocità sono legate alla saturazione
della rete 3G e anche se teoricamente HSPA promette velocità fino a 42 Mbit/s nella versione
Dual Carrier, difficilmente potremo mai ottenere una simile prestazione.
In secondo luogo, tipicamente su uno smartphone non avremo mai bisogno di tanta velocità,
fatta eccezione se pensiamo di utilizzare il telefono come modem per PC.
Più importante, almeno allo stato attuale, è verificare l'eventuale supporto dello smartphone
per le connessioni LTE in mobilità. Acronimo di Long Term Evolution, LTE indica la più recente
evoluzione degli standard di telefonia mobile. Sulla carta, una connessione LTE può garantire
un'ampiezza di banda nettamente superiore rispetto ad HSDPA/HSDPA+ (tipicamente fino a
100 Mbps in download e 50 Mbps in upload)
Un dispositivo mobile compatibile LTE, quindi, può consentire di connettersi alle nuove reti che
i vari operatori telefonici italiani stanno via a via allestendo.
Se si sceglierà un telefono già LTE, tecnologia che oltre a una maggiore velocità, garantisce un
sensibile miglioramento in termini di latenza, cioè una migliore reattività nell’aprire una
connessione dati, la cosa più importante da valutare sono le frequenze supportate dal
dispositivo: in Italia si usano le bande a 800, 1800 e 2600 MHz.
Acquistare un dispositivo già LTE che non supporta queste frequenze
è completamente inutile.
Come inciso, è importante osservare che l'ampliamento della banda
a disposizione delle utenze mobili dovrebbe essere affiancato da
offerte commerciali – presentate dai vari operatori – che possano
garantire soglie di traffico più adeguate. Ad una velocità di 50 Mbps,
2 GB si consumano poco più di... 5 minuti.
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Fotocamera
La fotocamera digitale (quella "migliore" è sempre montato sul dorso) di uno smartphone è
forse uno di quei componenti che meriterebbe di spendere il maggior numero di parole.
A parte Nokia, che ha voluto sorprendere con un modello di smartphone – il Lumia 1020 –
dotato di una fotocamera da 41 Megapixel, gli altri modelli di dispositivi mobili presentano
fotocamere che generalmente non superano gli 8-13 Megapixel.
La fotocamera di un "moderno" smartphone può essere oggi usata come sostituto di una
fotocamera "compatta", a patto però che ci si trovi in buone condizioni di luce (impossibilità di
alzare notevolmente la sensibilità ISO o di effettuare regolazioni in tal senso). Se le esigenze
non sono professionali, quindi, e non si debbono effettuare stampe di grande formato, i limiti
del sensore della fotocamera digitale che equipaggia uno smartphone possono essere più che
accettabili.
Nei telefoni più costosi si può riuscire a ottenere un risultato poco inferiore alle normali
macchinette fotografiche (quelle da 50€). Non fate mai l’errore di poter pensare che un telefono
possa sostituire una reflex. Ovviamente non arriveremo mai ai livelli di una reflex!
Un numero di megapixel più elevato può inoltre non essere necessariamente indice di una
maggiore qualità degli "scatti": 13 Megapixel possono essere considerati oggi un valore più che
sufficiente.
Piuttosto, funzionalità come lo slow motion e lo stabilizzatore d'immagine, entrambe gestite via
software, consentono rispettivamente di ottenere video più chiari quando si "registrano" oggetti
in rapido movimento e di eliminare i tremolii involontari introdotti tenendo lo smartphone in
mano.
Potete rendervi effettivamente conto della sua qualità guardando i
suoi scatti.
La cosa più importante per lo smartphone è l’ottica che monta e
dopo vengono i megapixel. Anche l’apertura del diaframma e
quindi la luce che entra ha la sua importanza.
È un vecchio discorso che vale anche per le fotocamere: il numero di Megapixel non dice nulla
sull’effettiva qualità della fotocamera, e per gli smartphone questo è ancor più vero. Sono
tantissimi i modelli che vantano 8 Megapixel e scattano foto e video inguardabili e, viceversa,
modelli con sensore da 5 Megapixel con risultati infinitamente superiori.
La cattiva notizia è che, rispetto alle fotocamere, non ci sono altri parametri da valutare in uno
smartphone. L’unica cosa che può venire in aiuto, se la fotocamera rappresenta un motivo di
acquisto importante, è informarsi preventivamente sulle reali prestazioni (recensioni, consigli
degli utenti, forum).
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La batteria (e quindi la sua autonomia )
L’incubo di ogni utilizzatore di smartphone.
Se avete mai avuto uno smartphone, capite al volo come sia
frustante doversi portare in continuazione il caricatore perché il
telefono non arriva nemmeno a mezzogiorno.
Ecco quindi che la batteria copre un ruolo importantissimo.
Specialmente se non è sostituibile, quando il telefono si scarica,
rimarrete tutto il giorno irraggiungibili e a girarvi i pollici… ovviamente ci sono anche accessori
per offrire nuova carica allo smartphone quando si è in giro.
Prima di tutto se è il primo smartphone che andate a scegliere scordatevi i bei tempi in cui
caricavate il cellulare una volta alla settimana. Arrivare anche solo a fine giornata potrebbe
rivelarsi molto difficile. Tra lo schermo touch sempre più grande, la connessione 3G sempre
attiva e i giochi che sfruttano al massimo il processore, la batteria è messa a dura prova e
sempre più modelli non danno la possibilità di sostituirla al volo con un’altra carica.
Se telefoniamo molto e siamo spesso lontani da una presa della corrente, conviene scegliere
un modello con la batteria sostituibile in modo da averne sempre una di riserva.
Possiamo trovare la durata della batteria nelle specifiche date dal produttore. La voce che ci
interessa di più è la durata di riproduzione dei video che bene o male corrisponde alla durata
del telefono con lo schermo acceso.
E’ possibile dedurre l’autonomia da un semplice dato, la capacità della batteria, espressa in
mAh (milliampere-ora): indica la quantità di carica e quindi energia che una batteria può
immagazzinare. Banalmente, più è alto il numero meglio è. Il dato va come al solito
contestualizzato: una batteria da 1600 mAh può essere ottima per uno smartphone con display
da 3” e processore da 700 MHz, ma insufficiente per uno con display da 4.3” e processore dual
core da 1.5 GHz.
Ricordiamoci però di controllare anche le recensioni sullo smartphone, perché spesso la durata
reale non corrisponde alle stime dichiarate.
Sensori
I recenti smartphone fanno sempre più uso dei sensori per rendere l'esperienza
d'uso dei telefonini più coinvolgente e intuitiva rispetto al passato.
Tutti offrono ormai una ricca dotazione di sensori, anche se quelli che servono
davvero nell’utilizzo di tutti i giorni sono solo due: accelerometro e sensore di
prossimità. Il secondo è indispensabile per spegnere il display durante le
chiamate, non solo per risparmiare batteria, ma per evitare che si premano dei
comandi touch per sbaglio. Sui terminali di fascia bassa è bene verificare che ci
sia, perché non sempre è così.
Non indispensabile ma gradito il sensore di luminosità che permette di regolare
automaticamente la luminosità dello schermo per risparmiare batteria; anche
questo sui modelli più economici spesso non c’è.
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Al contrario di ciò che si potrebbe pensare questi sensori ultra-tecnologici sono diventati
piuttosto economici nella produzione su larga scala, e sono racchiusi in minuscoli microchip con
più sensori a bordo.
Comunque ecco un piccolo elenco
L'accelerometro come suggerisce la parola stessa, è un tipo di sensore in grado di rilevare e
misurare l'accelerazione subita dall'oggetto in cui è installato, nel caso degli Smartphone è stato
utilizzato in origine per rilevare l'orientamento del dispositivo verticale/orizzontale, il software
degli smartphone può così adeguare la visuale automaticamente non appena l'utente ruota il
dispositivo.
I recenti sistemi operativi dotati di accelerometro supportano nuovi tipi di comandi come ad
esempio, scuotere il dispositivo, dare dei colpetti in verticale, spostamento a destra,
spostamento a sinistra al posto dei classici tasti rapidi in alcune applicazioni.
Il giroscopio è un sensore che serve per rilevare i movimenti nei tre assi tridimensionali X,Y e
Z dell'oggetto nel quale installato, nel caso dello smartphone viene utilizzato insieme
all'accelerometro per capire in maniera più precisa e dettagliata rispetto al passato a quali
movimenti è sottoposto lo smartphone, migliorare quindi l'esperienza d'uso dell'utente
implementando nuovi tipi di funzioni e comandi di movimento.
I videogames sono le applicazioni che sfruttano meglio questo sensore, implementando
comandi speciali che fanno uso di accelerometro e giroscopio ad esempio è possibile spostare
la visuale in alcuni videogames semplicemente muovendo lo smartphone.
I nuovi sistemi operativi sfruttano sempre più questi sensori per implementare nuovi tipi di
comandi, ad esempio con alcuni Galaxy è possibile disattivare la suoneria capovolgendo il
telefonino all'interno di una tasca, esistono delle app aggiuntive che riescono addirittura a
capire se ci si trova in automobile, se si sta camminando o se si è in bici personalizzando in
maniera automatica il telefonino a seconda del tipo di attività che si svolge.
Il Magnetometro è un sensore che permette di avere una bussola nel telefonino, le
applicazioni più interessanti di questo sensore sono sicuramente la rotazione nelle
mappe/navigatori satellitari in tempo reale del cursore che rappresenta la posizione.
Il sensore di prossimità è stato introdotto negli smartphone touch screen per disabilitare il
display durante le telefonate, entra in funzione quando si avvicina il telefonino al volto (o a un
altro oggetto) in questo modo non verranno digitati comandi in maniera accidentale.
Il sensore di luce è molto utile per regolare l'intensità dell'illuminazione del display in maniera
del tutto automatica, il tallone d'Achille dei nuovi Smartphone è la durata della batteria questo
sensore viene incontro a questa esigenza ottimizzando al meglio i consumi della
retroilluminazione del display.
In presenza di molta luce il display verrà acceso al massimo della potenza per facilitare la
visione, al contrario nel buio verrà sfruttata meno luminosità per minimizzare l'uso di energia
e allungare la durata della batteria.
GPS: il Sistema di Posizionamento Globale (in inglese: Global Positioning System), abbreviato
GPS, è un sistema di posizionamento e navigazione satellitare civile che, attraverso una rete
satellitare dedicata di satelliti artificiali in orbita, fornisce ad un terminale mobile o ricevitore
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GPS informazioni sulle sue coordinate geografiche ed orario, in ogni condizione meteorologica,
ovunque sulla Terra.
Ma l’evoluzione non finisce qui: i più grandi produttori per primi, stanno arricchendo i loro
apparati di una serie di sensori in grado di interagire con l'ambiente circostante: gesti,
pressione, umidità, temperatura, umidità, barometro, sensore RGB ma anche sensori biometrici
come p.es. il rilevamento dell’iride, un tipo di sensore che consente allo smartphone di
effettuare la scansione degli occhi dell’utente al fine di stabilire una perfetta corrispondenza tra
questi e i dati memorizzati dal proprietario del dispositivo.
Insomma, piuttosto che accedere al terminale ed alle sue funzionalità attraverso la lettura
dell’impronta digitale, permetterebbe di farlo attraverso uno scanner oculare.
Caratteristiche più o meno utili che per il momento troviamo solo sui modelli più “alla moda”
(e costosi), ma che in pochi mesi cominceranno ad essere disponibili anche su modelli con costi
più abbordabili.
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