Les Choristes (I Ragazzi del Coro)

Corso di formazione per animatori
di gruppi giovanili
Diocesi di Lugano - Svizzera
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CineForum Modulo Adolescente e Preadolescente – 1° febbraio 2014
Les Choristes (I Ragazzi del Coro)
Genere:
Commedia
Regia:
Christophe Barratier
Interpreti:
Gerard Jugnot (Clement Mathieu), Francois
Berleand (Rachin), Jean-Baptiste Maunier
(Pierre Morhange bambino), Jacques Perrin
(Pierre Morhange adulto), Kad Merad
(Chabert), Marie Bunel (Violette Morhange),
Philippe Du Janerand (Langlois), Jean-Paul
Bonnaire (Maxence), Maxence Perrin (Pepinot
bambino), Didier Flamant (Pepinot adulto),
Carole Weiss (la contessa).
Anno:
2004
Ispirato al film "La cage aux rossignols" di Jean Dreville, 1945
Trama
Francia, 1949. Clément Mathieu, professore di musica, arriva in un istituto di rieducazione per minori, e viene
assunto come sorvegliante. In questo istituto il direttore Rachin, sempre nervoso e irascibile, usa metodi punitivi
(“Azione – Reazione”) che rendono difficile il dialogo con i ragazzi. Mathieu, dapprima preso in giro all'opposto
per il suo carattere remissivo, coinvolge gli allievi nella sua passione per la musica e a poco a poco mette insieme
un coro in cui a ciascuno è assegnato un preciso compito, nessuno escluso. Un ragazzo, Pierre, addirittura viene
sostenuto da Clément in modo particolare, perché ritenuto musicalmente molto dotato. Il clima e i rapporti tra
i ragazzi, nonché tra i ragazzi e gli educatori cambia in modo davvero drastico verso il positivo. Solo con un
ragazzo molto difficile, tra l’altro ingiustamente accusato di un furto di denaro e quindi imprigionato in carcere
in quanto maggiorenne, i rapporti si deteriorano del tutto.
Un giorno, quando tutti sono fuori, la scuola va a fuoco: noi spettatori scopriremo che ne è stato il colpevole.
Non ci sono vittime, ma Mathieu viene incolpato della negligenza e viene licenziato. Al momento di salire
sull'autobus, Mathieu porta con se il piccolo Pepinot. Proprio lui, da adulto, ha ricordato tutti i fatti di quegli
anni lontani e fa leggere a Pierre – ormai affermato musicista – il diario scritto a quel tempo da Mathieu, nel
frattempo deceduto: a questo grande educatore, entrambi rendono omaggio.
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CineForum – Modulo Adolescente e Preadolescente
Ultimo aggiornamento il: 01.02.2014
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Mathieu: “Lei vede il male dappertutto!”. Chabert: “Qui, sì!”.
Mathieu: “Ma davvero non si può far niente per questi bambini?!?”.
Un film d'esordio che si ispira ad un altro film: per la precisione "La Cage aux rossignol" di Jean Drevill, 1945. Un
racconto sul quale c’è ben poco da dire, se non lodarne la scrittura fine, il tono delicato, la preziosa ricostruzione
delle atmosfere, il contrasto, sapientemente dosato, tra i repressivi metodi del direttore e la lezione educativa
del timido musicista. Insomma un copione che fin dall'inizio ti dice da che parte bisogna stare, che nessun
ragazzo è veramente cattivo, che la musica e l'armonia possono rendere l'essere umano migliore e concorrere
a salvare il mondo. Il flashback infine completa il quadro e proietta il tutto sullo sfondo del ricordo e della
memoria. Un film al cui fluttuare in versi bisogna lasciarsi andare, senza chiedere di più. Dal punto di vista
pastorale, è da valutare come accettabile e senz'altro poetico. (www.cnvf.it)
Domande per la discussione:
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La critica ad un certo metodo educativo: “Azione – Reazione!”. È tutto
da buttare?
“Dicono che non c’è più niente da fare, ma non è vero. È un bravo
ragazzo, bisogna solo conoscerlo”. Valutazione di un altro metodo
educativo: vantaggi e svantaggi.
Come cambiare le cose: quali sono le “tecniche di animazione”?
L’atteggiamento personale dell’educatore: “Siate semplici come le
colombe, ma prudenti (astuti) come i serpenti” (Mt 10,16). È un buon
metodo?
A un certo punto, nel film, c’è una strana “influenza” che si diffonde a
macchia d’olio. Ve ne siete accorti? Che cos’è?
La forza della musica. Perché?
Successo e fallimento: Mathieu alla fine del film dice di essere un
educatore “fallito”. Che ne pensi?
Che cosa pensi dell’ultima frase del film: “Pepinot aveva ragione a
crederci: il giorno in cui Mathieu fu licenziato era un sabato”.
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