N° 30 Domenica 3

A PAG. 3
Catania - anno XXX - n. 30 - 3 agosto 2014 - Euro 0,60 - www.prospettiveonline.it
“Poste Italiane s.p.a.” - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/ 2004 no 46) art. 1, c. 1, DCB - Fil. di CT - Taxe perçue - Tassa riscossa - ISSN: 1720-0881
settimanale regionale di attualità
VANGELO
della FAMIGLIA e
LEGGE NATURALE
“In caso di mancato recapito rinviare al CMP/CPO di Catania, per la restituzione al mittente previo addebito. Il mittente si impegna a pagare la tariffa vigente”
L
(ucaristia non è la rappresentazione dell’Ultima Cena, ma la partecipazione all’unico mistero salvifico
A messa senza orologio
“Alla messa non si va
con l’orologio in mano,
come se si dovessero
contare i minuti o assistere ad una rappresentazione. Si va per partecipare al mistero di Dio.
E questa è la liturgia”.
S
ono queste le
parole di Papa
Francesco rivolte, qualche mese
fa, ai fedeli presenti nella
cappella Santa Marta in
Vaticano.
Il tempo da dedicare al
Signore nella celebrazione dell’Eucarestia, “ren“Ultima cena” di Leonardo
dimento di grazie” e del
Mistero della Croce, non
può essere barattato, contabilizzato o proprio vivere un’altra volta la pasbalnearizzato. La liturgia, anche nel sione e la morte redentrice del Signoperiodo estivo, ha e deve mantenere il re; vera teofania, che rende il Signore presente sull’altare per essere
medesimo decoro.
L’incontro con Gesù, fonte e origine offerto al Padre per la salvezza del
della speranza tanto attesa, come ha mondo.
detto il Papa durante la sua visita Tutto ciò vale anche durante l’estate
apostolica a Caserta, va preparato e ed anche le messe estive sono tappe e
vissuto con intensità e particolare occasioni di un “incontro”. Non
basta, infatti, andare a sentire messa,
attenzione.
“Nella liturgia eucaristica, afferma né tanto meno contare e circoscrivere
Papa Francesco, Dio è presente” e si la mezz’ora da dedicare al Signore e
fa presente in modo ancor “più vici- “togliersi il pensiero”.
no”. La sua “è una presenza reale”. La liturgia è “Il tempo e lo spazio di
Quando celebriamo la messa, non Dio” e durante la messa non si può
facciamo una rappresentazione del- rimanere semplici spettatori, perché
l’Ultima Cena”. La messa “non è la messa, non si sente soltanto, ma
una rappresentazione”; è un’altra rende i fedeli partecipi al mistero delcosa. È proprio l’Ultima Cena; è la presenza del Signore fra noi, è “la
nube di Dio che ci avvolge tutti”.
Ecco perché è necessario “lasciarsi
portare e sentirsi coinvolti nel mistero”.
Se tutto ciò avvenisse sempre, i frutti
di una vita cristiana rivitalizzata dalla
liturgia sarebbero ben evidenti.
A differenza delle pratiche devozionali di Natale e Pasqua quali il Presepe o la Via crucis, l’Eucaristia è “una
commemorazione reale, è una teofania: Dio si avvicina ed è con noi e noi
partecipiamo del mistero della
redenzione”.
Durante la celebrazione liturgica che
non si può ridurre ad un semplice
“atto sociale”, né tanto meno ad
un’ordinaria riunione di credenti per
pregare insieme, come dice il Papa,
“il Signore si fa presente e condivide
con il suo popolo un
po’ di tempo” ed è
proprio la risposta
dell’uomo al tempo
di Dio che fa la differenza.
Il buon seme è gettato, ma il terreno
fertile per farlo crescere dipende dal
singolo credente.
Educarsi alla celebrazione eucaristica
è una prassi che nel
tempo ha perso
smalto e valenza e
le abitudini si trasformano in prassi
comune, facendo
fatica a modificarle.
L’appuntamento domenicale con il
Signore, che un tempo era solo di
mattina, ora, invece si estende a quasi tutte le ore del giorno, con la messa serale, secondo le proprie esigenze, e poi ancora con la celebrazione
domenicale prefestiva, dovrebbe
costituire una positiva opportunità da
non trascurare. Spesso altre esigenze
e impegni estivi prevalgono e si tralascia l’opportunità arricchente di un
incontro di grazia, che avviene con la
partecipazione alla Comunione e
attraverso l’ascolto della Parola di
Dio, nutrimento dell’anima e guida
,l CondoWWiero
(segue a pag. 2)
Cristiani in fuga da Mosul, scaduto l’ultimatum per la conversione
NIBALI
TRIONFA
AL TOUR
DE FRANCE
a pagina 5
ROMA:
PASTORALE
dello SPETTACOLO
VIAGGIANTE
a pagina 7
TRIBUNALE
per i MINORENNI:
RICORDO
di PAOLO
BORSELLINO
“Se hanno perseguitato me, perseguiteranno
anche voi” (Gv 15, 20)
Mosul:
distruzione
della moschea
di Giona
ristiani senza pace nè casa in Medio
Oriente. A Mosul, la seconda città
dell’Iraq, caduta il mese scorso nelle mani dei miliziani jihadisti dello Stato Islamico (Isis), da settimane si assiste ad una nuova diaspora. Tutti i cristiani sono stati costretti a fuggire dalle loro case
dopo l’ultimatum imposto dai militanti del ‘Califfo’ per la conversione all’Islam. Un aut aut senza
mezzi termini che ha costretto alla fuga migliaia di
persone dalle zone settentrionali del paese iracheno. Hanno scelto la vita alla morte. Hanno scelto di
C
rifugiasi nella regione
curda o in altre zone più o
meno protette. I militanti dello Stato
Islamico (Isis) non danno tregua. Una
persecuzione cominciata settimane fa
con un segno rosso e una scritta: “immobile di proprietà dell’Isil” posta sulle pareti delle
case abitate dai cristiani. Una
strategia del terrore ben precisa con l’intento di perseguitare
e costringere alla fuga: “Gli
uomini del Califfo hanno fatto il giro dei
quartieri di Mosul chiedendo quali fossero
le abitazioni dei cristiani”, raccontano
testimoni dalla zona di al-Arabi. “Una volta individuate, con una vernice spray hanno segnato le porte d’ingresso”. Un segno
sulle porte che li identifica e li ghettizza.
Come ha raccontato anche un gruppo di
cristiani alle agenzie di stampa internazionali: “Ci disegnano un segno sugli stipiti
delle porte, un cerchio con al centro una
“nun”, cioè la lettera “n” dell’alfabeto arabo, che
indica “nazaret“, termine arabo che identifica i
Filippo Cannizzo
(segue a pagina 2)
a pagina 12
2
Prospettive - 3 agosto 2014
sommario al n. 30
PRIMO PIANO
SCUOLA, FAMIGLIA
e propaganda Gender ______3
L’origine dei comitati
interparrocchiali __________4
Indietro nel tempo
intervistando
Salvatore Pugliatti _________5
INFORMADIOCESI
Notizie in breve ___________8
Dalla Cancelleria: Nomine __8
DICHIARAZIONE IMU
2012 E 2013 _____________8
DIOCESI
Tremestieri Etneo:
1ª Festa del Volontariato ____7
Cibali 450 bambini
concludono
il Grest Salesiano _________9
Al cinema il primo film
di una regista rom:
‘Io rom, romantica’ _______11
Al Teatro greco di Siracusa
Festival Euromediterraneo _12
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Questo numero è stato chiuso
alle ore 13.00 di mercoledì 30 luglio 2014
Tra concorsi e piani speciali d’inserimento nel mondo del lavoro, vincono delusione e disoccupazione
siamo alle solite... a
quanto pare il sistema
Italia destinato ad essere guidato
sempre più spesso da maldestre
manovre, dimostra una particolare e
fastidiosa reazione allergica verso un
allergene in particolare, l’occupazione. Numerosi personaggi politici di
spicco sono scesi in campo sotto il
vessillo di ampollosi e retorici discorsi ad effetto per sostenere ben più
misere ed aride manovrette, le quali
hanno fatto ben altro che produrre
nuova occupazione, specie tra la
fascia giovanile che vanta la percentuale più alta di disoccupati, senza
avere la possibilità del corretto e
consequenziale inserimento tra la
carriera accademica e l’ambito lavorativo. I concorsi banditi per le
immissioni di nuovi docenti nel circuito scolastico a che cosa hanno
portato? I tanto famigerati piani giovani per l’inserimento di questi ultimi nel mondo del lavoro a che cosa
hanno portato? Non altro che ad una
grande beffa ai danni di chi, dopo
anni ed anni di sacrifici per costruire
una formazione degna di competenze sempre più specifiche, dopo burocratiche ed inutili, nonché letteralmente estenuanti trafile, non ha avuto altro che l’ennesima delusione ed
una sempre maggiore amarezza verso un inceppato sistema che non
riesce a dare, di fronte a grandi problemi, delle risposte concrete ed efficaci.
Qualche giorno fa, in merito alle
immissioni di docenti di ruolo per
l’anno scolastico 2014-2015, proprio
Luciano Chiappetta, Capo del Dipartimento per l’istruzione del Miur, si
è espresso senza nessuna reticenza,
E
Ai
lettori e
collaboratori
di
Dopo la consueta
pausa estiva, che inizierà
con il mese di agosto,
“Prospettive” tornerà
in edicola ed in
parrocchia il settembre.
Il direttore, la redazione
e l’amministrazione
augurano serene vacanze
ai nostri fedeli lettori
ed ai nostri preziosi
collaboratori.
(continua da pag. 1)
“SE HANNO...
“cristiani”. Poi in nero vine posta
un’altra minaccia: “Immobile di proprietà dell’Isil”. Violenze, aggressioni e gesti di sfregio eclatanti, come
anche le recenti distruzioni delle
tombe dei profeti. Dopo la tomba del
profeta Giona, anche il mausoleo di
San Giorgio, patrono di Mosul, è stato distrutto dalle forze jihadiste. In
precedenza era stata fatta saltare in
aria la tomba di Seth, venerato, sia da
cristiani e musulmani, come il figlio
Adamo ed Eva. Le ragioni sono da
ricercare nella legge islamica secondo la quale i pellegrinaggi ai monumenti dell’Islam e del Cristianesimo,
sono considerati al pari di una pratica
Le beffe del sistema Italia
in ambito occupazionale
affermando una realtà davvero disarmante: in alcune regioni italiane, ed
in particolare per alcune classi di
concorso come Lettere, non ci saranno di fatto delle nomine, “a causa di
errori di calcolo e programmazione”. Di contro Marcello Pacifico (presidente Anief
- Associazione sindacale
professionale, nonché segretario organizzativo Confedir
- Confederazione autonoma
dei dirigenti, quadri e direttivi della pubblica amministrazione) ha puntualizzato
come il Miur debba occuparsi di inserire i candidati idonei che hanno superato
diverse prove, tra cui una
preselezione, tre scritti e due
colloqui, di cui è debitore di
un tanto ambito posto di
lavoro. Come conseguenza
non ci saranno nuove assunzioni tra i nuovi aspiranti o per lo
meno se ci saranno rasenteranno la
soglia minima: se il Miur dovrà conferire priorità, riconoscendo, come è
giusto che sia, gli idonei dei vecchi
concorsi come i destinatari di una
cattedra, non ci saranno speranze per
chi parteciperà al prossimo concorso
nelle regioni e nelle classi di concorso in cui si sono verificati gli inghippi.
Il Consiglio di Stato si è espresso per
l’utilizzo delle graduatorie esistenti,
manifestando delle riserve sulla possibilità di bandire un nuovo concorso. Questo è stato ribadito anche da
Pacifico: “Al parere del Consiglio di
Stato, che chiede giustamente di
tutelare gli idonei dei concorsi, va
aggiunto che nella scuola vi sono
quasi 300mila docenti abilitati
all’insegnamento a vario titolo, di
cui la metà ogni anno reclutati attraverso contratti annuali a tempo
determinato (che nei prossimi mesi
potrebbero tra l’altro essere stabilizzati d’ufficio a seguito del parere, se
favorevole, come tutto fa indurre,
della Corte di Giustizia europea).
Ora, se è vero che occorre rispettare
(continua da pag. 1)
A MESSA...
alle azioni cristiane coerenti ai principi e ai valori del Vangelo.
La raccomandazione di Papa Francesco di “andare a messa senza orologio” non può essere interpretata
come autorizzazione per certe prediche lunghe, noiose e improduttive.
L’omelia domenicale, che non si
esaurisce nella parafrasi delle letture
liturgiche, né tanto meno in discorso
di carattere sociale, dovrebbe lasciare
un segno, un messaggio, una parola
chiave che accompagni e guidi il
cammino settimanale di vita cristiana.
Nella celebrazione eucaristica domenicale il cristiano incontra ed entra
nel mistero di Dio, in quella strada
che non si può controllare, si rinnova
il miracolo della conversione, solo
che si accetti la sfida e si abbia il
coraggio di dire di “sì”.
Il tesoro nascosto nel campo è stato
trovato, ora tocca alla buona volontà
del singolo di vendere tutto per
acquistarlo e custodirlo.
Il tradizionale “Ite, missa est” diventa monito a vivere il Vangelo nella
quotidianità della vita e che tutti
vedano i segni distintivi del cristiano
che ama, perdona, serve e aiuta il
prossimo.
eretica. Come hanno spiegato fonti
sunnite al sito Ankawa: “Secondo
l’Islam devono essere distrutti tutti i
monumenti funebri che sono stati
eretti al di sopra del terreno. Perciò
tutte queste tombe vanno distrutte
totalmente perché costruite contro la
volontà del profeta Maometto”. Proprio la tomba del profeta Giona rappresentava uno dei monumenti più
antichi di Mosul in un territorio dove
da migliaia di anni convivono diverse
fedi religiosi, oggi, oggetto di diaspora. “Siamo senza parole. I cristiani sono a Mosul da secoli e quelle
famiglie sono state improvvisamente
strappate via dalla loro città, dalla
loro casa, dalla loro vita”. Questo il
commento del vescovo caldeo di
Baghdad, Saad Syroub, dopo che le
ultime famiglie hanno dovuto lasciare la città controllata dai miliziani
jihadisti dell’auto-proclamato Califfato Islamico. “Siamo davvero preoccupati per il futuro dei cristiani in
questo Paese”, prosegue il vescovo,
sottolineando che non era mai accaduto che i cristiani fossero cacciati
dalle proprie case “come se non avessero alcun diritto”. L’alto prelato ha
poi richiamato la comunità internazionale affinché il governo iracheno
possa trovare delle soluzioni concrete di contrasto efficace alla persecuzione in atto a Mosul e in tutta la
regione settentrionale dell’Iraq. Subito la replica del segretario generale
delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon,
che ha considerato la persecuzione
dei cristiani per mano dei jihadisti
dello Stato islamico “un crimine contro l’umanità“. All’appello si è unito
anche monsignor Shlemon Warduni,
vicario patriarcale di Baghdad: “La
situazione peggiora giorno dopo
giorno. Come Caritas Iraq, poi, stiamo cercando di fare il possibile ma
siamo a corto di mezzi. Anche i pozzi che abbiamo costruito, in collaborazione con l’Unicef, si stanno rivelando insufficienti. Servono aiuti
urgentemente, la stagione è calda e
serve acqua e cibo ed ogni aiuto che
possa alleviare le sofferenze di tutta
la popolazione”.
la normativa sulle immissioni in ruolo, che impone l’assunzione dai concorsi pubblici per il 50% dei posti
dalle graduatorie dei vincitori di
concorsi, è altrettanto vero che in
presenza di tanti candidati idonei che
hanno superato una prova preselettiva, tre verifiche scritte e due colloqui, è singolare che si debba andare
a realizzare un altro concorso pubblico. Con tutti i costi e le problematiche che ne deriveranno”.
E se il settore scuola manifesta questi enormi quesiti che ad oggi non
trovano una risposta condivisibile
dai più, per quanto riguarda l’occupazione giovanile la situazione è
ancora più drammatica. I tanti piani
varati per l’inserimento dei giovani
nel mondo del lavoro si sono dimostrati letteralmente inutili.
Ad esempio il progetto “Giovani in
Sicilia”, con lo stanziamento di ben
19 milioni di euro per 2000 tirocini,
varato dalla Regione Siciliana in col-
laborazione con Italia Lavoro, ad
oggi, secondo quanto emerge dalle
numerose esperienze di molti giovani di cui il web pullula in forum e
social network, si è rivelato un vero
e proprio flop. I tirocini partiranno a lotti di 800, impegneranno i giovani, aventi
un’età compresa tra i 25 ed i
35 anni, per sei mesi con
una retribuzione di 500 euro
lordi mensili. Ma se manca
informazione sui documenti
necessari da presentare
all’azienda per l’adesione al
tirocinio, ragion per la quale
a molti giovani è stata preclusa la possibilità di aderire...e se questi documenti da
ottenere telematicamente,
attraverso siti che presentano inghippi insormontabili,
sono difficili da reperire...e
se dopo questo tirocinio,
‘necessario’ per l’apprendimento
delle competenze richieste per svolgere determinate mansioni all’interno delle aziende che hanno aderito al
progetto, queste ultime non danno
nessuna certezza in merito all’assunzione di questi giovani...e se persino
il sito per la registrazione dei giovani, con la presentazione del curriculum vitae, per le molte adesioni è
bloccato per poi permettere in determinati periodi l’adesione, costringendo gli aspiranti a stare davanti al
pc per essere più veloci degli
altri...quale è il senso della manovra
in merito all’inserimento giovanile
occupazionale??
Quali apporti benefici possono recare iniziative del genere alla tanto
dilagante disoccupazione, vera e
propria piaga sociale nel sistema Italia?? La risposta a questo interrogativo ad oggi ci è sconosciuta.
Berenice
®
®
3
Prospettive - 3 agosto 2014
Ufficio Diocesano per la Pastorale della Famiglia: Continua la lettura dell’Instrumentum Laboris
ggi l’insegnamento
della Chiesa sul matrimonio e sulla famiglia presenta delle
difficoltà circa il concetto di legge
naturale che non riguarda tanto la
difesa di un concetto filosofico
astratto, quanto il necessario rapporto che il Vangelo stabilisce con l’esigenza di fondare sulla ragione i diritti dell’uomo (Commissione Teologica internazionale, Alla ricerca di
un’etica universale: nuovo sguardo
sulla legge naturale, 35). Per la stragrande maggioranza delle risposte
date al questionario, il concetto di
“legge naturale” risulta essere a volte non capito. Numerose Conferenze
Episcopali affermano che la dimensione sponsale della relazione tra
l’uomo e la donna, pur essendo
accettata come realtà vissuta, non
viene però interpretata come conforme ad una legge universalmente
data. Inoltre l’aggettivo “naturale”
tende ad essere recepito come sinonimo di “spontaneo”, accezione che
orienta le persone a valorizzare il
sentimento e l’emotività che appaio-
O
Il Vangelo della famiglia
e la LEGGE NATURALE
no come dimensioni “autentiche” e
“originali” da seguire in modo
“naturale”. Di conseguenza, l’evoluzione, la biologia e le neuroscienze,
confrontandosi con l’idea tradizionale di legge naturale, giungono a concludere che essa non è da considerarsi “scientifica”.
Anche la nozione di “diritti umani”
viene generalmente vista come un
richiamo all’autodeterminazione del
soggetto, non più ancorata all’idea di
legge naturale. Al riguardo, molti
notano che i sistemi legislativi di
numerosi Paesi si trovano a dover
regolamentare situazioni contrarie al
dettato tradizionale della legge naturale (per esempio, la fecondazione in
vitro, le unioni omosessuali, la manipolazione di embrioni umani, l’abor-
riconosce ai genitori il diritto di
“provvedere all’educazione e all’istruzione dei figli, secondo le loro
convinzioni religiose, filosofiche e
pedagogiche” e quindi i genitori
sono responsabilizzati ad esercitare
un diritto di libertà e di scelta anche
nella proposta dell’ideologia gender,
che
sostiene
«processo
di
accettazione del proprio orientamento sessuale e della propria identità di genere», veicolato oggi sotto
forma di prevenzione del bullismo e
della discriminazione circa gli
orientamenti sessuali.
La scuola deve tornare luogo educativo, ancor prima di essere luogo
istruttivo, perché la società si è
svuotata di quei contenuti straordinari che, per un certo tempo, la definirono “comunità educante”.
Da un’Italia nella quale scuola e
famiglia zoppicano, cosa ci dobbiamo aspettare?
Che siano i centri commerciali a
educare le nuove generazioni?
Mentre si rinnova l’importanza e la
salvaguardia dell’educazione al
rispetto della persona, si sostiene
che quest’azione educativa non sia
in conflitto o in contrasto con i valori irrinunciabili della famiglia e della società, né tanto meno potrà essere mortificata e sminuita la responsabilità educativa dei genitori.
La ricerca del vero, del bene, del
bello, che ha sempre caratterizzato il
processo culturale e formativo della
scuola, in collaborazione con la
famiglia, comincia a perdere qualità
e pregnanza nella fluidità del pensiero debole, che prende il sopravvento nell’era del relativismo sociale e culturale.
Occorre muoversi e non solo per
questioni di principio o d’ideologia.
Stare a guardare l’evolversi degli
eventi e restare inattivi significa
andare indietro secondo il motto
latino: “Non progredi, regredi est”.
gia chiamata gender theory, secondo
la quale il gender di ciascun individuo risulta essere solo il prodotto di
condizionamenti e di bisogni sociali,
cessando, così, di avere piena corrispondenza con la sessualità biologica. Ciò che è “naturale” tende ad
essere definito tale soltanto dall’individuo e dalla società, divenuti gli
unici giudici per le scelte etiche. La
relativizzazione del concetto di
“natura” si riflette anche sul concetto di “durata” stabile in rapporto
all’unione sponsale. Oggi, un amore
è considerato “per sempre” solo in
relazione a quanto possa effettivamente durare. Si assiste così ad una
perdita di significato della “legge
naturale”. Viene affermato da varie
Conferenze Episcopali dell’Africa,
dell’Oceania e dell’Asia orientale
che, ad esempio, la poligamia è considerata “naturale”, così come “naturale” è considerato il ripudiare una
moglie che non sia in grado di dare
figli – e, tra questi, figli maschi – al
marito. Emerge che la legge naturale
non sia più da considerarsi universale, dal momento che non esiste più
un sistema di riferimento comune.
Le contestazioni maggiori provengono dalla pratica massiccia del divorzio, della convivenza, della contraccezione, dalle procedure artificiali di
procreazione, dalle unioni omosessuali, oppure tra le popolazioni più
povere, si sono evidenziati altri tipi
di contestazione di questa legge,
come il fenomeno del machismo,
della poligamia, dei matrimoni tra
adolescenti e preadolescenti, del
divorzio in caso di sterilità. In quasi
tutte le risposte, incluse le osservazioni, si registra il numero crescente
di casi di famiglie “allargate”,
soprattutto per la presenza di figli
avuti da diversi partners. Nella
società occidentale, specialmente in
Europa e in America del Nord, sono
stati riscontrati casi di unioni matrimoniali non aperte alla vita, così
come anche di individui che impostano la loro vita come singles con
un conseguente vertiginoso innalzamento dell’età matrimoniale. C’è
anche la volontà di riconoscere a
livello civile, le unioni cosiddette
“multipersonali” tra individui di
orientamenti e di identità sessuali
diversi, basate solo sui propri bisogni. Emerge, allora, la necessità di
dare un’enfasi decisamente maggiore al ruolo della Parola di Dio quale
strumento privilegiato nella concezione della vita coniugale e familiare
approfondendo il concetto di “ordine
della creazione”, come possibilità di
rileggere in modo esistenzialmente
più significativo la “legge naturale”
(come l’idea di legge scritta nel cuore in Rm 1,19-21 e 2,14-15). Si raccomanda anche l’attenzione al mondo giovanile da assumere come
interlocutore diretto su questi temi.
Giuseppe Adernò
Giancarlo e Sabrina Grasso
to, ecc.). In questo contesto si trova
la crescente diffusione della ideolo-
SCUOLA, FAMIGLIA e propaganda Gender
L’incertezza del futuro non dipende dalla crisi
scuola non si trasmettono soltanto contenuti
disciplinari, ma l’educatore è essenzialmente un modello di vita. Pertanto dalle tendenze sessuali dell’insegnante arrivano messaggi e testimonianze gli studenti che incideranno sulla maturazione della propria
identità.
Come coniugare il diritto alla libertà
di educazione e gli interventi di prevenzione della discriminazione per
omofobia?
Oggi, la pratica educativa moderna
fa passare attraverso la cultura di
genere una promiscuità di modelli di
famiglia che non è condivisa da tutti.
La scuola italiana è molto penalizzata nell’esercizio del diritto di libertà,
negato, di fatto, ai genitori, come
afferma il prof. Giuseppe Richiedei,
già presidente dell’AGE.
Mentre si reclama, infatti, la libertà
d’insegnamento dei docenti (art. 33
della Costituzione) si trascura il
diritto prioritario della libertà educativa che compete ai genitori.
Gli ostacoli di ordine economico, di
fatto, limitano la libertà di scelta
educativa che riconosce e rispetta i
diritti della persona umana.
La proposta più volte avanzata, del
bonus scuola, da assegnare a ciascun
studente con la facoltà di spenderlo
nella scuola liberamente scelta,
potrebbe essere una possibile soluzione al principio di libertà educativa che non è rispettato, specialmente oggi con la diffusione delle nuove
ideologie “moderne” e progressiste.
Nell’opuscolo UNAR “Educare alla
diversità” si legge ad esempio un
problema di matematica, così articolato: “Rosa e i suoi due papà hanno
comprato tre lattine di te freddo.
Contando che ciascuna costa 2 €,
quanto hanno speso in totale?”.
Il testo è manifestamente indicativo
di una nuova linea educativa che,
sotto forma di educazione al rispetto
e alla tolleranza, diffonde la teoria
A
del gender nelle scuole, al fine di rieducare a un concetto di famiglia
alternativa a quella cui siamo abituati.
Il Ministro dell’Istruzione Stefania
Giannini, a seguito della petizione su
CitizenGO che ha raccolto nel mese
di marzo 30.000 firme, ha bloccato
la distribuzione di detto opuscolo,
consapevole che non tutti i genitori
sono favorevoli a tali scelte e visioni
di vita “arcobaleno”.
Le associazioni come AGESC
(Associazione genitori scuole cattoliche) e AGE (Associazione genitori), chiedono al Ministro dell’Istruzione tutela e rispetto della famiglia
naturale, mentre altre associazioni
logo e di confronto, ove possibile.
Per il prossimo anno scolastico
2014-2015 la “Settimana contro la
violenza e discriminazione” avrà
come tema centrale il contrasto
all’omofobia e transfobia. Si tratta
non tanto e non solo di un’operazione di contrasto a episodi di bullismo,
di intolleranza e violenza discriminatoria, ma soprattutto di provvedimenti di propaganda, finalizzati a
far accettare agli alunni, in modo
subliminale, forme alternative di
famiglia e nuovi stile di vita.
In opposizione a tale proposta è stata presentata in questi giorni al
Ministro Giannini una petizione
(http://www.citizengo.org/it/9705-
LGBT italiane: “Agedo”, “Arcigay”,
“ArciLesbica”, “Associazione Radicale Certi Diritti”, “Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli”,
“Equality Italia”, “Famiglie Arcobaleno”, “Gay Center”, “MIT” propongono un piano strategico nazionale
di contrasto all’omofobia e la transfobia, così da pervenire ad una ridefinizione della famiglia, educando
i ragazzi alla cultura dei “diritti speciali” per le persone LGBT.
Il Ministero ha il dovere di ascoltare
le diverse posizioni e cercare di trovare elementi di convergenza, di dia-
no-allideologia-gender-nelle-scuole), chiedendo di non avallare la propaganda gender e LGBT nelle scuole, con l’invito a farsi promotrice di
un’educazione pubblica all’insegna
del rispetto e della promozione della
famiglia fondata sull’unione di un
uomo e una donna.
Come si saneranno il contrasto e
l’opposizione? Quale atteggiamento
assumeranno i docenti in classe?
Quali spazi di libertà potranno esercitare i genitori?
L’art. 14 della Carta dei Diritti fondamentali dell’Unione Europea
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Prospettive - 3 agosto 2014
IN PREIMOPIANO
L’origine dei comitati interparrocchiali
Partecipazione attiva dei cattolici
er quanto riguarda Il
GRUPPO INTERPARROCCHIALE SOCIO-POLITICO,
che lavora come Osservatorio, in
rapporto con le parrocchie: “S
MARIA DELLA CONSOLAZIONE” - “S. AGATA AL BORGO” –
“NATIVITA’ DEL SIGNORE” in
Cibali, in linea con le GIORNATE
SOCIALI DIOCESANE, (giunte
ormai alla decima edizione!), viene
spontaneo chiedersi da dove esso
trae la sua origine che è chiaramente
sturziana?
Dopo la presa di Roma del 20 settembre 1870 i rapporti già tesi tra il
nuovo Stato unitario e la Santa Sede
si deteriorano: il papa Pio IX (18461878) si considera prigioniero in
Vaticano e cerca di reagire con l’enciclica Quanta Cura con allegato il
Sillabo (1864) in cui si condanna il
liberalismo e si ha una presa di posizione anche nei confronti del clero e
dei cattolici liberali, illustri come
Rosmini (Cfr.Le cinque piaghe della
Santa Chiesa), o Manzoni, Lambruschini, Tommaseo, Cantù e altri, che
costituiscono quello che è stato detto
il Caso di coscienza del Risorgimento italiano.
D’altra parte, di fronte all’intransigenza del papa, il governo italiano
sulla linea, già cavouriana (Libera
Chiesa in libero Stato), cercò di
risolvere il problema dei rapporti con
la Santa Sede emanando la legge delle Guarentigie (13 maggio 1871),
rimasta unilaterale, perché non
accettata dal Vaticano: è la fine
momentanea del Cattolicesimo liberale!
Intanto restavano in vigore l’exequatur e il placet, strumenti dello stato
per controllare l’opera dei vescovi e
del clero, senza garantire affatto l’indipendenza della Chiesa.
Come si pervenne all’Opera dei
Congressi e dei Comitati Cattolici?
Erano sorte tante associazioni cattoliche con lo scopo di difendere i
diritti conculcati della Chiesa e del
Papa, ma perché si raggiungesse un
certo coordinamento, l’avvocato
Giambattista Paganuzzi lanciò l’idea
di un Congresso dei Cattolici italiani, che avvenne il 12 giugno del
1874 a Venezia.
Protagonista assieme ad altri anche il
siciliano, barone Vito D’Ondes Reggio; questi Congressi come gli altri
di Firenze e di Bologna furono
approvati da Pio IX, ma erano dislocati per lo più nel nord e nel centro
d’Italia.
Ma in Sicilia cosa avvenne?
Le prime iniziative in senso riformista si ebbero a Caltagirone con il
nuovo vescovo, mons. Saverio Gerbino, nel 1887, ma specialmente
dopo la pubblicazione della RERUM
NOVARUM del 1891, quando giunse
a Caltagirone mons. Gottardo Scotton in rappresentanza del Comitato
generale dell’Opera dei Congressi, il
quale esortò il locale clero a istituire
i
Comitati diocesani e parrocchiali e
farli confluire nel movimento cattolico nazionale diretto dal Paganuzzi.
Il vescovo Gerbino matura quell’esortazione e nel 1895 pubblica nel
Monitore Religioso, rivista da lui
fondata, una lettera circolare con cui
esorta tutti i buoni cattolici a unirsi
in comitati sotto la direzione del par-
P
roco, «per studiare il modo di far
ritornare alla vita cristiana gli individui, le famiglie e la società, per promuovere l’insegnamento catechistico nelle scuole, la diffusione della
buona stampa, le conferenze, la
sezione giovani, le
società degli operai e
degli agricoltori, le
leghe
contro
la
bestemmia, contro la
profanazione
della
festa, e la cattiva lettura, i gabinetti cattolici
di ricreazione, le casse
rurali, le società di
mutuo soccorso e di
consumo, l’ubbidienza
dei cattolici al Papa, la
scelta dei consiglieri
cattolici nelle elezioni
amministrative». Ma
poi cita che l’unico
comitato interparrocchiale effettivamente
funzionante in diocesi
è quello della parrocchia di S. Giorgio, animato dal sac. Luigi
Sturzo, che era stato
ordinato nel 1894 dallo stesso Blandini.
Sturzo subito dopo si
reca a Roma dove si
laurea in filosofia e
teologia presso la Gregoriana, ma lì
avviene la sua decisione di dedicarsi
all’azione sociale, soprattutto dopo
l’incarico, il sabato santo, di benedire le case in un quartiere popolare al
centro di Roma, vicino al ghetto,
La storia
del Movimento
Cattolico ha avuto
il suo centro,
specialmente in Sicilia,
nella città
di Caltagirone, patria
dei Fratelli Sturzo.
quando rimase talmente colpito dalla
grande miseria che vi regnava, tanto
che ricorderà: «per più giorni mi sentii ammalato e non presi cibo», e
anche perché a contatto con i circoli
romani del movimento cattolico
sociale e con personalità come Murri e Toniolo.
Ritorna a Caltagirone così trasformato, riprende con fervore l’attività
nel comitato di S. Giorgio denominato da allora “interparrocchiale” e
comincia a pensare più che a riformare il vecchio clero, a educare le
nuove generazioni; fonda la” sezione
giovani”, la “sezione operai”, una
“cassa rurale” dedicata a S. Giaco-
Campus violinistico a Cibali
ampus Violinistico di
tre giorni, tenuto dal
m° Fabio Raciti è stato un riproporre in termini attuali i programmi
educativi di Don Bosco, che premisero fin dall’inizio la presenza della
musica come strumento efficace per
l’affinamento dello spirito.
Durante le prove, nelle aule del prestigioso Istituto, tra l’intrecciarsi dei
suoni e l’alternarsi delle note vibranti, sembrava rivivere l’atmosfera
antica di quei tempi lontani in cui la
banda dei primi musicanti suonava il
suo inno di riconoscenza al Santo
Fondatore.
Sono stati giorni in cui i ragazzi
–spiega Raciti- hanno vissuto in
comunione fraterna ed in piena condivisione fatiche, gioie, incontri. Le
lezioni di sei ore giornaliere comprendevano esercitazioni su brani
tecnici, solistici e d’insieme che si
sono arricchite anche grazie al prezioso contributo del M° Salvo
Domina Violino Concertino del teatro Bellini di Catania.
Il concerto finale dei partecipanti,
tenutosi nell’Auditorium “Don
Bosco” ha visto la presenza di Don
Edoardo Cutuli, direttore della Casa
Salesiana di Cifali, che ha fortemente caldeggiato l’iniziativa, e di Don
Giuseppe Ruta, Ispettore salesiano
per la Sicilia, che ha esortato i ragazzi a coltivare quest’ambito della cultura di cui si devono considerare privilegiati fruitori in un mondo in cui
sono messi a repentaglio i più elementari diritti dei bambini e degli
adolescenti in tante zone tormentate
dalla guerra.
Al concerto prendeva parte anche il
m°Alessandro Longo dell’orchestra
del Bellini insieme ai pianisti
C
accompagnatori maestri Domenico
Lanzafame e Lino Bonomo.
L’iniziativa del maestro Raciti ha
riscosso un entusiastico consenso da
parte di genitori e amici che si sono
stretti attorno agli “artisti” in erba
con applausi e manifestazioni di
affetto, per la verità pienamente
meritevoli.
La consegna degli attestati a tutti gli
allievi è stata affidata a Don Cutuli e
alla professoressa Ermelinda Giuntalia.
®
mo.
Nel 1897 fonda la Croce di Costantino, i cui redattori, oltre a Sturzo,
sono: Luigi Caruso (Calatinus), il
canonico Angelo Interlandi, Carmelo
Caristia e principale fra tutti è il fratello Mario, a cui si deve il nome
stesso della rivista, profondo studioso di filosofia e dei Padri della Chìesa, studioso di letteratura «e soprattutto consigliere fidato del fratello,
di cui chiosa criticamente gli articoli
e suggerisce di rendere più chiaro un
concetto o di smorzare un tono inutilmente polemico; collabora anche
scrivendo romanzi edificanti di
carattere psicologico-sociale che firma con lo pseudonimo Enelèo».
È da qui che va maturando in Sturzo
l’idea di un impegno specificamente
politico dei cattolici nel famoso discorso del 1905, dopo lo scioglimento dell’Opera.dei Congressi.
Ma c’è da chiedersi, perché devono
passare ben 14 anni prima della fondazione del PPi del 18 gennaio 1919,
a Roma, con l’Appello a tutti gli
uomini liberi e forti?
La risposta sulla nascita e sul crollo
del partito a-confessionale, è nella
politica ecclesiale di tre Papi, dopo
Leone XIII (1878-1903): Pio X
(1903-1914) – Benedetto XV (
1914- 1922) – Pio XI (1922-1939).
Abbiamo voluto ripercorrere brevemente questa storia laica ed ecclesiastica per dichiarare la motivazione di
fondo da cui è nato questo nostro
Gruppo Interparrocchiale.
Per cercare di essere studiosi di autori classici come i Fratelli Sturzo, non
basta studiare le loro opere, ma eseguire ad esperimentum la loro dottrina e i loro principi, come si fa o si
dovrebbe fare di ogni classico, per
vedere dove si è mancato e come ci
si dovrebbe aggiornare, secondo le
esigenze più impellenti dei nuovi
tempi così rapidamente mutati.
BIBLIOGRAFIA La voce: MARGHERITA MARCHESE:Comitato
interparrocchiale, in Lessico Stzurziano,Rubbettino 2013, pp.144 ss.
UMBERTO AMORE, Saverio Gerbino. Vescovo del rinnovamento
sociale, in:Il Movimento cattolico
nella città di Sturzo. Biblioteca del
Cenide, 2003,pp. 32-41.
GAETANO ZITO, La pastorale dei
vescovi calatini, in Foglio Ecclesiastico (FE) 67 (1991) 21.
Salvatore Latora
Passaggio della campana al Rotaract
i è svolto al Castello
Ursino il tradizionale
passaggio della campana del Rotaract Club Catania tra il presidente
uscente Francesco Pezzino e il presidente incoming Marta Ravì.
Il presidente uscente Pezzino ha
tracciato brevemente le attività che
hanno caratterizzato l’anno trascorso. Presenti il governatore Rotary
incoming del Distretto 2110 SiciliaMalta, Francesco Milazzo, i presidenti (entrante e uscente) del Rotary
Catania, Guglielmo Longo e Carmelo Piazza, il rappresentante distrettuale del Rotaract, Tommaso Giuga,
e l’Rrd incoming, Edoardo Moreci.
Gradita la presenza del presidente
del Consiglio comunale, Francesca
S
Raciti.
La nuova presidente del club ha tracciato le linee guida del nuovo anno
sociale, dedicato a un progetto di
service ad ampio raggio rivolto a
quanti hanno patologie agli occhi,
anche in collaborazione con l’Unione Italiana Ciechi, e ha assicurato
continuità istituzionale con gli anni
passati.
A coadiuvare il nuovo presidente
nella guida del club che conta 39
soci saranno i vicepresidenti Francesca Di Stefano e Francesco Gueli, i
segretari Nicoletta Mazzullo e Graziano Malerba, i prefetti Benedetta
Grassi Bertazzi e Paola Campagna,
il tesoriere Mirko Nigro e la consigliera Sofia Lanza.
Il Rotaract Catania ha poi ammesso i
nuovi soci Giovanni D’Antone,
Ivonne La Malfa, Salvatore Panissidi
ed i fratelli Rachele e Massimo Mertoli.
Nel corso della serata, come tradizione, è stato consegnato il Premio
Aurora, che quest’anno è andato a
Roberta Capizzi, promessa dell’imprenditoria catanese nel campo della
ristorazione.
Infine, la cerimonia ha visto anche la
conclusione dell’esperienza rotaractiana del socio Virgilio Odierna e dei
due past president Fabio Adernò e
Roberto De Luca ai quali è stata conferita la carica di “Soci onorari”.
®
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IN PREIMOPIANO
Nibali trionfa al Tour de France
Un’impresa che sa di leggenda
“È una gioia immensa, una gioia
senza fine, ho i brividi in tutto il corpo”: con queste parole Salvatore
Nibali, il papà di Vincenzo, lo squalo dello Stretto, ha salutato l’exploit
del figlio al Tour de France.
Oggi sulla Tour Eiffel sventola il tricolore e l’italiano Vincenzo Nibali
16 anni dopo Marco Pantani. È il settimo italiano a vincere la Grande
Boucle, entrando nel club dei grandissimi, avendo in bacheca anche Il
Giro d’Italia e la Vuelta di Spagna.
La vittoria di Nibali, ora imperatore
del ciclismo, è stata preparata e guidata, da quando aveva 14 anni, dalla
sua prima gara a Solarino, in provincia di Siracusa.
“Mio padre, dice la sorella Carmen,
lo segue da quando era piccolo perché anche lui è appassionato di bici
quando a tredici anni Vincenzo voleva smettere di correre, gli diede uno
schiaffo. Egli reagì e salì di nuovo
sulle due ruote”. Questa è la vittoria
più bella, il meritato premio per un
vero campione, formatosi in Toscana, a Mastromarco (Pistoia), dove è
attivo il club “CanNibali”.
L’accertata “manifesta superiorità”
Foto SIR
che la stampa e la critica francese gli
hanno tributato gli hanno fatto meri-
tare il titolo di “imperatore”, ribattezzato, nel commento di Antoine
Vayer, ex direttore della Festina,
tutto devi far accompagnare al valore delle parole quello della vita. Io
ricordo i miei familiari, e soprattutto
il legame forte che mi univa a mio
padre, le difficoltà economiche della
mia infanzia, il terrore determinato
dalla catastrofe del 28 dicembre del
1908, il terremoto, il mio stare
nascosto sotto le macerie per giorni,
quindi pensa agli occhi di un bambino di cinque anni che assiste e vive
quella immane tragedia, poi la morte
dei miei fratellini durante l’epidemia
di spagnola del 1918 e poi la morte
di mia madre.
Il mondo del lavoro, il mio primo
cliente a Castanea, il circolo di amici e l’adesione alle istanze letterarie
e ai movimenti politici del tempo,
quando la politica era abnegazione
verso se stessi e dedizione al prossimo>>
Poi si ferma, si aggiusta gli occhiali
sul naso, mi guarda con un’espressione intrisa di tenerezza e accarezzandomi il viso mi sussurra: <<Nec
aspera terrent, le vicende della vita
non ti abbattano>>.
La sua voce era calda e magnetica.
Quell’incontro mi suscitò commozione, gioia e una velata malinconia,
quella malinconia che avverto nella
città sul far della sera. Chissà forse
Messina piange la sua dipartita, eh si
cari lettori, si piange sempre quando
va via una persona la cui vita è esempio di humanitas.
Così svanì, lasciandomi con un nodo
alla gola. Quella sera pioveva, guardavo lo Stretto luccicare di un tenero
bagliore, mentre il fischio di una
nave giungeva come richiamo lontano e sommessamente dissi: “Arrivederci Salvatore… .
come “l’emigrato siciliano” che
abbandonò l’isola per non essere
soffocato dalla piovra con le sue
ombre mafiose.
La città di Messina è oggi in festa
per questo suo figlio glorioso, che fa
onore alla Sicilia e all’Italia. Nibali,
che si è rilevato un vero padrone della corsa, ha conquistato tutti, soprattutto i francesi: ha pedalato da esperto sul pavè, ha dominato le montagne con una vittoria sui Volschi, una
sulle Alpi e sui Pirenei. E’ andato
forte anche a cronometro ed il trionfo presso i Champs Elysees, segna il
meritato riconoscimento al suo
impegno di ciclista.
Salvatore Famulari titolare della
rosticceria in via Cesare Battisti a
Messina, accanto al negozio dei
genitori di Nibali, per l’occasione ha
anche creato l’arancino Nibali di
colore giallo, come la maglia del
tour, con salmone, rucola e formaggio e, quando il ciclista messinese
vinse il giro d’Italia, ne aveva creato
uno di colore rosa come la maglia.
I sacrifici compiuti con il sostegno
della famiglia della moglie Rachele,
della piccola Emma Vittoria e dei
genitori, Salvatore e Giovanna, testimoniano un’esemplarità umana e
professionale, che merita attenzione
e rispetto.
La sua famiglia, radicata nella terra
di Sicilia, ricca di tradizioni religiose
e di fede popolare, ha trasmesso ad
Enzino, com’è chiamato in famiglia
e dagli amici, un patrimonio di valori che l’hanno reso bravo non solo
nel ciclismo, ma onesto nella vita.
Il ricordo del nonno Vincenzo, che
gli regalò il primo triciclo a tre anni,
è ancora vivo nella sua memoria di
bambino, che cominciò a correre
controvento nei pressi di Villafranca
Tirrena, con lo sguardo verso le isole Eolie.
Le sue espressioni di attaccamento
alla famiglia, agli amici, alla mamma
di Pantani, alla quale consegnerà la
maglia gialla, ricambiando il dono
ricevuto, in occasione del decennale
della morte di Marco, quando mamma Tonina regalò a Nibali la maglia
gialla del figlio, sono tutti segni e
testimonianza di radicati valori umani e cristiani.
Voleva diventare invincibile, inattaccabile, c’è riuscito, acquisendo tattica e strategie per superare gli avversari, ricalcando le orme di Felice
Gimondi. Non ha dentro il fuoco di
Pantani, ma la capacità di trasformare le corse impossibili - fra Alpi e
Pirenei - quasi in una kermesse
cicloturistica.
Nibali, orgoglio dei Messinesi,
soprannominato lo ‘Squalo dello
Stretto’, anche se in quel tratto di
mare c’è principalmente pesce spada, si qualifica un campione vero,
misurato, come il bergamasco
Gimondi. Ha stravinto il Giro d’Italia 2013, ha dominato il Tour de
France, ora re del ciclismo e “imperatore” a Parigi.
Gli auguri del Presidente Giorgio
Napolitano, del premier Matteo Renzi e del presidente del Coni, Giovanni Malagò, coronano un’impresa,
che ha tutto il fascino di una leggenda. Il suo nome e la sua vittoria sono
oggi una bandiera di tutta l’Italia.
Stefania Bonifacio
GiAd
come l’“ultimo sovrumano” del
Tour.
Non sono mancate le note polemiche
l’intervista
Indietro nel tempo intervistando Salvatore Pugliatti
Rialzarsi sempre dopo una caduta
otreste mai immaginare, amici lettori, cosa
mi accadde una di queste sere di
luglio nella suggestiva e anche un
po’ malinconica città di Messina?
Ricorro a questo aggettivo perché
“l’Urbe sullo Stretto” al vespero si
veste di una certa mestizia e i suoi
colori appaiono delicatamente sfumati in un leggero vapore cromatico
che va perdendo i suoi contorni nel
tramonto rosato della marina; e la
città così, con i suoi monumenti di
stile umbertino, pare essere una gentildonna dotata di una nobiltà tutta
interiore che non riesce a trattenere
una lacrima che furtiva scende sul
suo bel viso.
Il cuore di una donna è un oceano di
segreti che giammai verrà svelato.
Con i miei più cari amici, Nino Germanà, avvocato e mecenate, proprietario del Castello di Brolo ed Elio
Quiligotti, umanista e raffinato cultore della cinematografia anni ’50 e
’60, mi reco nella zona del santuario
di Montalto. Da lì la città si abbraccia con lo sguardo, questa città dove
il baluginìo del mare lo vedi da ogni
parte. Piove però a dirotto, ma la
nostra meta non può essere tradita da
un acquazzone estivo. Ci ripariamo
sotto la tettoia di un cancello, piccola ma in quel frangente utile.
L’inferriata è aperta e così entriamo
infreddoliti e con gli abiti inzuppati
in un contesto urbano a dir poco
insolito e originale.
Lì vi sono delle palazzine tutte in stile Belle Epoque ingentilite e collegate le une alle altre da una serie di gradevoli arcate e da delle scalinate
impreziosite da rigogliose fioriere.
Da qualunque parte tu volga lo
sguardo senti e vedi il mare che
come un gigante acquatico ti entra
P
nell’animo fino a farti stordire con i
suoi sentori salmastri.
È una bellezza che mi commuove,
penso immediatamente che quella è
la Messina che vorrei, così fissa e
immobile nel tempo, quando un gentiluomo si accosta alla mia persona.
Ha circa cinquant’anni il suo sguardo è serafico e gli occhi sono brillanti, segno di una vivace intelligenza, e
così si esprime: <<Noto che lei è a
dir poco conquistata dal magnetismo
che esercita questa città, soprattutto
la sera. Qui io ebbi i natali quel 16
marzo del 1903, qui espressi il mio
operato, qui amai la musica e la filosofia e il diritto fu il motore della
mia esistenza. Dal mondo accademico internazionale ricevetti molti inviti, ma non volli mai lasciare la mia
Messina. Il mio nome è Salvatore
Pugliatti>>.
Cooosa? Sicuramente ho le allucinazioni! Sarà la pioggia e il freddo
vespertino, non è possibile! Non mi
dica che lei è il giurista siciliano noto
per il suo eclettismo e il vivacissimo
spirito culturale!
<<In persona! Ho lasciato questa
dimora terrena nel 1976, ma mi consenta di aprire il mio cuore, dato che
percepisco in lei una sensibilità che
le ha fatto cogliere questa aura di
mestizia che non tutti comprendono>>.
Onoratissimma Prof. Pugliatti di
conversare con Lei!
<<Suvvia, non mi chiami
professore, preferisco invece
il mio nome, Salvatore!...E
poi , quando sento questa
parola mi è inevitabile pensare ai miei tanti alunni, gli
affezionati discepoli con i
quali aprivo dei discorsi che
andavano oltre la mera materia giuridica e abbracciavano
la filosofia, l’etica, il rapporto
uomo ambiente!>>
Mi parli di lei, Salvatore,
sa… a Messina c’è una piazza a lei dedicata!
<<Che imbarazzo!… ma i
Messinesi non avevano altro
da fare che intitolare a me
una strada! Io ho amato e
amo tanto la mia città e come vedi
quando ne pronunzio il nome mi si
inumidiscono gli occhi. Avevo costituito con degli amici veri quali Luca
Pignato, provveditore agli Studi e
Giorgio La Pira, sindaco di Firenze,
una scuola giuridica a Messina, un
vero e proprio filone culturale dove,
tramite un metodo che era l’analisi di
ogni fenomeno sociale condotta su
vari livelli, si abbracciava il sapere
condito con letteratura, musica arte e
cinema. Ho sempre portato ai miei
cari allievi l’esempio sulla differenza
tra avere ed essere su quantità e qualità, questo perché ai giovani soprat-
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Tremestieri Etneo: 1ª Festa del Volontariato
Prossimità gratuita e spontanea
l volontariato oggi, nelle
sue varie espressioni,
rappresenta una componente importante della nostra società: una presenza significativa, silenziosa e spesso bistrattata, ma portatrice di una
tale ricchezza di valori solidaristici,
di impegno civile e umanitario, oltre
che di promozione culturale e di
tutela ambientale, da costituirne una
vera forza motrice, volano di sviluppo economico e di crescita sociale.
Non sono rari, infatti, i casi in cui
una esperienza di volontariato, con il
suo slancio innovativo, l’intraprendenza e la sua capacità aggregante,
ha costituito le basi per una rinascita
economica di un territorio o la crescita sociale di una comunità. Una
esperienza contagiosa e coinvolgente
che, una volta innescata, riesce sem-
I
pre a penetrare nei cuori e nella vita
delle persone e, soprattutto, in quella
dei giovani.
Nasce proprio da questa esperienza
di vita l’idea di mettere insieme le
varie realtà di volontariato presenti
ed operanti nel territorio di Tremestieri Etneo in un progetto di collaborazione per la promozione e diffusione di una cultura solidaristica e di
un impegno generoso, gratuito e
volontario, e ciò nel solco di quella
esperienza già particolarmente radicata nella comunità di Tremestieri
Etneo, tanto da attribuirle il riconoscimento di “Città della Pace e
Dono”. La prima espressione di questo progetto aggregativo e collaborativo è stata la realizzazione della “1ª
Festa del Volontariato”, svoltasi lo
scorso 29 luglio nell’ambito delle
manifestazioni della “Estate Tremestierese” organizzata dalla Associazione “Immacolata Ravanusa” con il
patrocinio del Comune di Tremestieri Etneo.
Ben sette le organizzazioni di volon-
Migrantes, a Roma il coordinamento nazionale della pastorale dello spettacolo viaggiante
i è svolto a Roma dal 7
al 9 luglio presso la
Domus Pacis l’incontro del coordinamento nazionale della pastorale
dello spettacolo viaggiante (circhi,
luna park, artisti di strada) promosso
dalla Fondazione Migrantes. Due
giorni intensi di lavoro e di riflessione sulla missione che la Chiesa svolge al servizio della gente dello spettacolo viaggiante. Hanno preso parte
al convegno nazionale i direttori
Migrantes regionali e diocesani,
nonché gli operatori pastorali dello
spettacolo viaggiante. Per la
diocesi di Catania hanno partecipato il diacono Giuseppe
Cannizzo, direttore dell’Ufficio Pastorale delle Migrazioni
e il diacono Santo Rizzo. Si
stima che in Italia i complessi
circensi sono 140 mentre i
Luna Park, tra mobili e fissi
sono oltre 300. Ma sono
numeri che talvolta sfuggono
ad un controllo analitico. Pertanto, la Chiesa prevede una
pastorale specifica attraverso
l’impegno quotidiano che
arriva proprio dalle Chiese
locali cui spetta la cura e la
visita in risposta alle loro particolari esigenze. Mons.
Gian Carlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes ha
aperto i lavori sottolineando come
siano cinque gli ambiti e le aree di
attenzione della Migrantes a servizio
delle chiese locali e della gente dello
spettacolo viaggiante: l’informazione, la ricerca, la formazione, il coordinamento, la progettazione pastorale e sociale. Aspetti tutti imprescindibili che la Migrantes coordina e
favorisce perché nessuna di esse venga meno, auspicando che si rafforzino e si sviluppino anche in forme
diverse. La pastorale della gente dello spettacolo viaggiante non è centralizzata, ma alla luce delle indicazioni dello Statuto, che attualizzano
l’ecclesiologia post-conciliare, favorisce l’attenzione della Chiesa anche
a questa porzione di popolo di Dio.
Ricordando come senza una comunità di riferimento, senza una Chiesa
non può esserci pastorale. Perciò,
ricorda Mons. Perego, in questi anni
S
Evangelizzazione e promozione umana
per una pastorale dell’accoglienza
è maturata, anche attraverso lo studio
e il coordinamento la dinamica
duplice della pastorale della gente
dello spettacolo viaggiante: evangelizzazione e promozione umana.
La cura dell’evangelizzazione, che
nasce anche nella prossimità di chi
visita, incontra la gente dello spettacolo viaggiante, porta a condividere
l’esperienza di fede (celebrazione e
catechesi), ma anche le risorse di una
comunità: perché siano tutelati i
diritti dei lavoratori circensi, gli spazi di lavoro adeguati, la scuola dei
bambini. Facendo attenzione nello
scindere questi due aspetti che significa dimenticare che la fede non è
un’idea, ma un’esperienza di vita. Lo
ricordava, del resto, Benedetto XVI
nell’enciclica Deus caritas (proprio
il Pontefice tedesco incontrò nell’aula Paolo VI, il 1° dicembre 2012 la
gente dello spettacolo viaggiante,
oltre settemila persone provenienti
da tutto il mondo), cosi come Papa
Francesco nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium). Significative
sono state anche le indicazioni pastorali fornite da Mons. Piergiorgio
Saviola, sul tema “I circensi e i
lunaparkisti, cittadini e cristiani di
seconda categoria?”. L’ex direttore
generale Migrantes ha evidenziato
come i componenti del mondo del
circo e del luna park, esattamente
come i sedentari, sono, “a tutti gli
effetti veri e propri cittadini e godono degli stessi diritti civili e politici
stabiliti dalla Costituzione e dalle
leggi”. Anche se poi incontrano, nel loro cammino,
diversi problemi che creano
difficoltà. Tra queste, la difficoltà a reperire aree per la
sosta invernale, quando si
registrano momenti di inattività o come la delocalizzazione delle aree per esercitare il proprio mestiere.
Questo accade quando il
divertimento popolare viene
spostato dai centri abitati ha continuato mons. Saviola
- ad aree estremamente periferiche “snaturando il millenario carattere di feste di
piazza di tali attività e scoraggiando l’afflusso del
pubblico”. Ecco che la Chiesa prevede - ha aggiunto mons. Saviola - una
pastorale specifica per gli artisti di
strada e “si mostra interessata alla
loro presenza nella comunità cristiana, alle loro esigenze, alla loro particolare cultura, tanto che, anche loro
sono componenti
della
pastorale nazionale
della
Migrantes,
incaricati regionali, incaricati
diocesani,
volontari laici,
suore, dediti al
loro cammino
di fedeli a pieno titolo”. Il
servizio pastorale è, di norma,
affidato
alla
Chiesa
locale “visita-
ta” dall’attività del Circo e del Luna
Park e degli artisti di strada in genere. Di fronte al fenomeno della “mobilità” umana, è chiesto alle Chiese locali di “attrezzarsi” per offrire un servizio pastorale alle famiglie e alle persone che “attraversano” il loro territorio
attraverso la Migrantes con l’incaricato della pastorale specifico per i
Circhi e Luna Park. Occorre «far crescere e far vivere la Chiesa in questa
realtà ‘mobile’ che non ha la possibilità di contatti vitali con le nostre
comunità ‘ferme’»; formare in particolare gli artisti ad essere “loro stessi evangelizzatori della loro gente,
protagonisti della pastorale nel loro
ambiente: la famiglia da oggetto a
soggetto di pastorale”. Proprio la
Migrantes – ricorda Mons. Perego in
conclusione - coordina e favorisce
queste diverse forme pastorali, perché nessuna di esse venga meno, ma
si rafforzino e si sviluppino anche in
forme diverse. Non si può pensare la
Migrantes nazionale o diocesana
come un’agenzia di collaboratori che
per lavoro o ministero vadano in giro
per l’Italia o la diocesi a celebrare
sacramenti o fare catechesi: sarebbe
una grave deriva pastorale rispetto
alla presa in carico di ogni Chiesa di
(segue a pagina 9)
tariato che hanno aderito alla iniziativa e che hanno dato vita ad una
parata lungo le principali vie del
paese: l’associazione di protezione
civile “Artemide”, la “Associazione
Nazionale Carabinieri” impegnata
nel campo della protezione civile e
nel controllo del territorio, la “Croce
Rossa Italiana” presente nell’ambito del soccorso sanitario, l’Associazione di protezione ambientale
“Giacche Verdi”, l’associazione di
donazione di organi “AIDO”, il
Gruppo Scout “AGESCI” con le sue
attività aggregative ed educative,
l’associazione “ADVS –FIDAS”
impegnata nella promozione della
cultura “donazionale” e nella raccolta di sangue.
A conclusione della parata i tanti
volontari presenti si sono radunati
attorno la grotta della “Madonnina di
Lourdes” nella collinetta della Chiesa Madre per la recita della preghiera del volontario e la benedizione
impartita da Don Ignazio Mirabella,
parroco della Chiesa S. Maria delle
Grazie di Piano Tremestieri. “Il
volontariato e il volontario – ha sottolineato Don Ignazio – sono espressione autentica di comunione, di unità e di incontro anche tra diverse
esperienze di fede. La vostra azione
- rivolgendosi ai volontari – con il
vostro camminare e correre per avvicinare il prossimo, trasforma il presente e pone le basi per la costruzione di una società migliore”.
La festa è proseguita in serata nel
parco comunale “Padre Consoli” con
uno spettacolo di musica e cabaret
condotto dal presentatore Mario
Fusari. Ad alternarsi sul palco artisti
locali ed ospiti d’eccezione: dalla
storica band “Onde Verdi 72” ai promettenti Romina, Roy e Andrea
reduci da recenti affermazioni a
livello nazionale, dal cantastorie
Alfio Patti all’artista Gianni Foti, dal
cantante lirico Salvatore Mangano,
accompagnato al piano dal M° Giuseppe Caruso, che ha proposto alcuni brani della canzone classica napoletana, al duo cabarettistico Turi Killer e Gastone, per poi concludere
con il DJ Pietro Santonocito. Particolarmente apprezzata la partecipazione straordinaria dell’attore Gilberto Idonea, anche quale attestazione di sensibilità e di vicinanza al
mondo del volontariato e della donazione.
Salvatore Caruso
8
Prospettive - 3 agosto 2014
Ufficio di Cancelleria
Notizie in breve dal 4 al 10 agosto
S.E. Mons. Arcivescovo ha nominato:
Dall’Agenda dell’Arcivescovo
Da Lunedì 4 a Venerdì 8
• Lavoro interno per la Visita pastorale.
Sabato 9
• Ore 18.00 Adrano, Chiesa Madre:
concelebra la S. Messa in occasio-
ne del 50° anniversario di sacerdozio di Mons. Benedetto Currao.
Domenica 10
• Ore 10.00 Catania, parrocchia
Nostra Signora di Nazareth: cele-
bra la S. Messa.
• Ore 19.00 Zafferana, Chiesa
Madre: celebra la S. Messa per la
festa patronale.
®
Avviso AI SACERDOTI INSERITI NEL SISTEMA SOSTENTAMENTO CLERO
EROGAZIONE IMPORTO PREVISTO DAL
D.L. 24 APRILE 2014 n. 66 ( BONUS DI 80
EURO).
Si porta a conoscenza del rev.mo clero, che con l’integrazione del mese di giugno è iniziata l’erogazione dell’importo previsto dal D.L. 24 aprile 2014 n. 66
(“bonus di 80 euro”).
L’art. 1 di tale decreto precisa che hanno diritto al
bonus solo i titolari di redditi da lavoro dipendente od
equiparato con esplicita esclusione dei pensionati. Pertanto il bonus verrà riconosciuto solo ai sacerdoti nel
Sistema di Sostentamento, con l’esclusione di coloro
che sono nel Sistema di Previdenza Integrativo.
L’Agenzia delle Entrate nella Circolare del 28 Aprile
2014 ha precisato che:
I sostituti di imposta devono determinare la spettanza
del credito e il relativo importo sulla base dei dati reddituali a loro disposizione. In particolare, i sostituti
d’imposta devono effettuare le verifiche di spettanza
del credito e del relativo importo in base al reddito previsionale e alle detrazioni riferite alle somme e valori
che il sostituto corrisponderà durante l’anno.
L’Istituto Centrale è per Legge tenuto a conoscere i dati
reddituali dei sacerdoti e questo ha di fatto creato delle
difficoltà nell’interpretazione del decreto, difficoltà che
si sono risolte con l’ultima circolare dell’Agenzia delle
Entrate del 14 Maggio 2014.
Pertanto, questi problemi non hanno reso possibile procedere dal mese di maggio al riconoscimento del credito ma hanno costretto ad utilizzare la possibilità, prevista nel decreto stesso, di posticiparlo a giugno, fermo
restando che la cifra totale da riconoscere resta immutata e viene semplicemente distribuita su sette mesi
anziché otto.
- in data 26 giugno 2014, il Rev.do
Sac. GIUSEPPE D’ALÌ Amministratore Parrocchiale della parrocchia S. Maria del Carmelo in
Ragalna;
Nel determinare il diritto al bonus l’Istituto Centrale
Sostentamento Clero si è mosso in un’ottica prudenziale tesa ad evitare di dovere, in fase di conguaglio,
eseguire dei pesanti recuperi. Pertanto nel caso in cui il
Sacerdote ha un reddito da lavoro dipendente che include anche quello da altri sostituti di imposta e risulta
essere inferiore ai 26.000,00, ma superiore ai 20.000,
oppure nel caso in cui il reddito da lavoro dipendente,
pur risultando inferiore ai 20.000 euro, è in maggioranza composto da redditi di altri sostituti di imposta
rispetto all’Istituto Centrale (scuola, ospedale, etc…),
non è stato riconosciuto il bonus previsto dal D.L.
del 24 aprile 2014 perché si è in presenza anche di
un altro sostituto di imposta che potrebbe erogarlo e
verrà riconosciuto solo su apposita richiesta del Sacerdote da sottoscrivere presso gli uffici dell’IDSC.
Nel caso in cui nel corso dei restanti mesi, a fronte di
variazioni retroattive, il sacerdote dovesse perdere il
diritto al bonus, il ricalcolo con relativo addebito di
quanto erroneamente percepito, verrà effettuato in sede
di conguaglio fiscale.
- in data 27 giugno 2014, il Rev.do
Sac. UGO ARESCO Consulente
Ecclesiastico
dell’U.C.I.I.M.,
Sezione di S. Giovanni La Punta;
- in data 30 giugno 2014, il Rev.do
Sac. NICOLÒ GULLOTTA Rettore della chiesa S. Orsola in Misterbianco;
- in data 1° luglio 2014, il Rev.do
Sac. VINCENZO ALGERI Amministratore Parrocchiale della parrocchia S. Giovanni Bosco in Paternò;
- in data 03 luglio 2014, il Rev.do
Sac. GIUSEPPE RUGGIERI Rettore della chiesa S. Vito in Catania;
®
- in data 06 luglio 2014, il Rev.do
Sac. ANTONINO D’EMANUELE
ni 16, 17, 18 Settembre, dalle ore 17.30 alle ore
19,30. Il relatore, Fr Enzo Biemmi il 16 e il 17, partendo dall’analisi della nostra realtà, ci fornirà criteri
concreti per la riflessione catechetica e la progettazione della catechesi a livello diocesano, vicariale e parrocchiale. Giorno 18 il Padre Abate Dom. Ildebrando
Scicolone presenterà il Direttorio Liturgico Pastorale.
Come da tradizione martedì 16 settembre alle 9.30 si
svolgerà un incontro specifico per i sacerdoti e i diaconi. Sarà possibile scaricare il modulo dell’iscrizione
al convegno dal sito www.diocesi.Catania.it, nella
finestra dell’Ufficio Catechistico. Il modulo già compilato potrà essere consegnato martedì 16 a partire
dalle ore 17.00 presso la segreteria del convegno. Chi
volesse contribuire alle spese del convegno, lo potrà
fare liberamente e…generosamente. Grazie.
Salutandovi tutti cordialmente nel Signore, cogliamo
l’occasione per invitarvi a fornirci suggerimenti e proposte che ci permettano di qualificare sempre di più il
servizio dell’Ufficio Catechistico.
28 luglio – 2 agosto
18,45 – 20,00
CORSO DI LITURGIA
“Evangelizzazione e Liturgia.
Il Direttorio Liturgico Pastorale
alla luce della Evangelii Gaudium”
Prof. P. Ildebrando Scicolone
18 – 22 agosto
18,45 – 20,00
INTRODUZIONE
ALLA LECTIO DIVINA
P. Vittorio Rizzone
- in pari data, il Rev.do Sac. PIETRO GALVANO Amministratore
Parrocchiale della parrocchia Beato
Padre Pio da Pietrelcina in Catania;
- in data 07 luglio 2014, il Dott.
ALBERTO MARSELLA membro
del Consiglio d’Amministrazione
dell’O.D.A.;
- in pari data, il Rev.do Sac. ALFIO
CARCIOLA Amministratore Parrocchiale della parrocchia Santi
Pietro e Paolo in Catania;
- in data 10 luglio 2014, il Rev.do
Sac. DUILIO MELISSA Amministratore Parrocchiale della parrocchia B.V. Maria in Cielo Assunta
alla Plaia in Catania;
- in data 11 luglio 2014, il Rev.do
Sac. FILIPPO GISMONDO Amministratore Parrocchiale della parrocchia S. Lucia al Fortino in Catania;
- in pari data, il Rev.do Sac.
ANTONINO GALVAGNO Amministratore Parrocchiale della parrocchia S. Paolo in Gravina di Catania;
- in pari data, il Rev.do Sac. ANGELO PIETRO LELLO Amministratore Parrocchiale della parrocchia
S. Maria della Guardia in Borrello
in Belpasso;
- in data 06 luglio 2014, S.E. Mons.
Arcivescovo ha rinominato il
Rev.do Sac. NICOLÒ PETRALIA
Parroco della parrocchia S. Paolo in
Adrano.
Avviso agli Enti Ecclesiastici
DICHIARAZIONE IMU 2012 E 2013
Con Decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze del 26 giugno
2014 sono stati approvati il Modello e le Istruzioni per la Dichiarazione
IMU e Tasi degli enti non commerciali.
La dichiarazione deve essere presentata esclusivamente in via telematica e
pertanto si invitano i legali rappresentanti degli enti ecclesiastici a rivolgersi ad un commercialista al fine di ottemperare a tale adempimento.
La dichiarazione, diversamente dall’ICI, è richiesta per tutti gli immobili
di cui l’ente è proprietario, o titolare di diritti reali, e quindi anche per l’edificio di culto: pertanto tutte le Chiese e le Parrocchie sono soggetti
obbligati alla presentazione della Dichiarazione IMU la cui scadenza
per gli anni 2012 e 2013 è fissata per il 30 settembre 2014.
SI RICORDA CHE IN CASO DI OMESSA PRESENTAZIONE DELLA DICHIARAZIONE SI PUÒ INCORRERE NELLA DIFFICOLTÀ A FAR VALERE IL DIRITTO ALL’ESENZIONE, OLTRE CHE
ALLA SANZIONE AMMINISTRATIVA.
sac. Gaetano Sciuto
e l’equipe dell’UCD
Avviso ai lettori
Archivio Prospettive
ESTATE IN MONASTERO A NICOLOSI - 2014
28 luglio – 2 agosto
9,00-13,00 e 15,00-18,00
CORSO DI ICONOGRAFIA
BIZANTINA
Prof. Tommaso Contarino
- in data 13 giugno 2014, il Rev.do
fr. LUIGI GATTUSO O.F.M. Conv.
Assistente Ecclesiastico generale
delle Missionarie Militi dell’Immacolata in Catania;
- in data 24 giugno 2014, il Rev.do
Sac. PASQUALE MUNZONE
Amministratore Parrocchiale della
parrocchia S. Maria delle Grazie in
Belpasso;
Ufficio Catechistico Diocesano
Ai Presbiteri, ai Diaconi, alle Persone Consacrate e
ai Catechisti dell’Arcidiocesi
Convegno Catechistico Diocesano 2014
Carissimi,
anche quest’anno ricorre il consueto appuntamento
del Convegno Catechistico Diocesano che si terrà
presso il Santuario Madonna della sciara a Mompileri e avrà come tema: La programmazione della
catechesi e della pastorale, nella prospettiva della
nuova evangelizzazione.
Il tema trae spunto dalle indicazioni che Papa Francesco offre nella Evangelii Gaudium, e dal cammino di
preparazione al V convegno Ecclesiale Nazionale del
2015 (In Gesù Cristo, il nuovo umanesimo).
Inoltre la nostra Chiesa ha ricevuto il dono della nuova edizione del Direttorio Liturgico Pastorale, ed il
convegno catechistico potrà essere l’occasione propizia affinché i medesimi principi soggiacenti al Direttorio possano orientare anche la nascita di un valido
Progetto Catechistico Diocesano.
Le due realtà (Programmazione della catechesi e
Direttorio Liturgico Pastorale) ben si integrano e si
richiamano a vicenda costituendo vicendevolmente
momenti propedeutici uno dell’altro.
Lo svolgimento del Convegno sarà articolato nei gior-
- in data 14 maggio 2014, il Rev.do
Sac. GIUSEPPE MIRONE Vicario
Parrocchiale della parrocchia S.
Maria del Carmelo in Ragalna;
Amministratore Parrocchiale della
parrocchia Cristo Re in Catania;
Ogni mercoledì ore 20,45: adorazione eucaristica
Ogni venerdì ore 19,00: Lectio divina
Orari della comunità in cui è possibile associarsi alla preghiera monastica:
- Ore 6,30: Ufficio delle letture e
lodi; - Ore 18,00: Santa Messa con i
Vespri; - Ore 21,00: Compieta
®
È possibile consultare l’archivio completo dei
numeri precedenti di Prospettive inerenti all’intero
anno 2012, 2013 e parte del 2014 direttamente sul
sito del settimanale diocesano
ww.prospettiveonline.it. Mentre l’acquisto di copie
in archivio avviene solo nella sede del periodico.
Inoltre l’abbonamento può effettuarsi anche
online.
9
Prospettive - 3 agosto 2014
DIOCESI
Cibali 450 bambini concludono il Grest Salesiano
a sera di sabato 26
luglio, l’ampio ed accogliente cortile dell’Istituto San Francesco di Sales di Cibali ha accolto i
450 grestini dell’oratorio “Don
Bosco” per le due manifestazione
finali –miniolimpiadi e spettacolo
della premiazione- alle quali hanno
assistito anche i genitori e i familiari
dei bambini dai 4 ai 12 anni, raggruppati in 6 squadre con propri
colori -“Brillantini luminosi” minimini; Smeraldo-verde e Zaffiroazzurro Minigrest; Giada-arancione,
Ambra-giallo, Turchese-celeste e
Rubino-rosso grest- guidati, per ben
6 settimane, dal direttore oratoriano
don Giuseppe Raimondo, coadiuvato dal confratello don Francesco
Bontà. I due giovani sacerdoti salesiani la sera dello spettacolo conclusivo hanno concelebrato la s. messa
domenicale con il direttore dell’Istituto, don Edoardo Cutuli.
Essenziale l’ausilio di una sessantina
L
a festa della Madonna del Carmelo è la
“Sagra estiva” che annualmente i
benvenuti villeggianti e i cari trecastagnesi attendono e giudicano con
particolare simpatia anche per ritrovare se stessi in un momento del
caldo luglio che li richiama a un
legittimo riposo dalla tensione ordinaria del consueto lavoro e li spinge
pure alle sponde della Fede. Addirittura, questa bella festa a moltissimi di noi rinverdisce il ricordo: il
gesto gentile della nostra mamma
terrena che, guidandoci bambini
alle prime vicende della vita, affidava con trepidazione alla Mamma
celeste la storia avvenire della
nostra esistenza insegnandoci le
melodiose parole della preghiera:
“Ave, Maria!”. Queste righe tratte
da una considerazione riflessiva
dell’allora Arciprete Paolo La Rosa
e che risale all’incirca agli anni ’80
ci fanno comprendere come sia
sempre stato forte il culto che lega
Trecastagni a Maria ‘flos Carmeli’ e
radicata la devozione che coinvolge
tutta la cittadinanza accendendone
gli animi. Quest’anno la celebrazione della festa della Beata Vergine
Maria del Monte Carmelo ha regalato ai fedeli una pregevole statua di
fine ’600 riportata al suo antico
splendore dopo un meticoloso
restauro durato più di sei mesi che
l’ha restituita alla originale bellezza. “La gente è rimasta positivamente colpita da questo restauro
che ha consentito di ridare alla statua un aspetto pressochè simile
all’originale – dichiara Mons. Cur-
‘L
(continua da pag. 7)
EVANGELIZZAZIONE...
chi vive un’esperienza di fede in
cammino. Infine la progettazione:
dal coordinamento e dal confronto
con le diverse esperienze pastorali
nasce una progettazione. Nascono
alcuni strumenti pastorali (il catechismo, il libretto della visita del Papa,
il libro delle preghiere), alcune iniziative di collegamento tra diocesi
(Triveneto, Emilia, Toscana), alcune
nuove sperimentazioni dell’iniziazione cristiana e della preparazione
al matrimonio, alcune scelte progettuali sociali (la scolarizzazione, la
condivisione di problemi economici,
la cura delle famiglie), alcune scelte
politiche (il sostegno alla legge sullo
spettacolo viaggiante, sugli animali
e il circo), e culturali (la Giornata
Gareggiare in amicizia
di giovani animatori e animatrici
liceali-universitari e del Servizio
civile e di una quarantina di volontari adulti, uomini e donne della
comunità educativa, coordinati dal
capo-animatore Dimitri, per la
riuscita realizzazione del progetto
“Accendi una luce”, così chiamato
per celebrare l’anno della spiritualità
proclamato dal rettor maggiore in
vista del bicentenario della nascita di
Don Bosco, facendo un percorso
attraverso la storia dei diamanti
–tratta da una sogno del santo- che
rappresentano ciascuno una virtù.
Quest’anno l’oratorio si è arricchito
del “Grest Mamme” per 2 pomeriggi la settimana, del “Campionato
Papà” una sera la settimana, mentre
hanno entusiasmato tutti le giornate
a mare al “Lido le Palme” della
spiaggia della Plaia, le gite alla riserva naturale del Biviere di Gela,
all’Acquapark
di
Sommatino, al Parco
“Etna-Avventura” di
Nicolosi-Rifugio
Sapienza, al “Funny
Island Bambinopoli
Ludum” di Misterbianco, all’Acquario
di Giarre, al Museo
delle Scienze del
“Centro Sicilia” della borgata San Giorgio.
Tanti gli sport e i
laboratori praticati,
diversi dei quali di
nuova introduzione:
TRECASTAGNI: RESTAURATA
una pregevole statua di fine ’600
rò, Arciprete della Chiesa Madre
San Nicolò -. Non è stato chiesto
nessun finanziamento pubblico; tutto ciò è stato possibile grazie alle
internazionale del circo, il festival di
Montecarlo e di Latina).
Tra gli altri interventi anche quelli
del Dott. Antonio Boccioni, Presidente ENC - Ente Nazionale Circhi,
che ha affrontato il tema “Il circo
italiano tra crisi e sviluppo”; del
dott. Maurizio Crisanti (Segretario
nazionale ANESV – AGIS). “Lo
spettacolo Viaggiante difficoltà e
prospettive”; di don Paolo Sartor
(Responsabile del servizio nazionale
per il catecumenato- C.E.I.) “I nuovi
orientamenti pastorali sulla catechesi e lo Spettacolo Viaggiante”;
del diacono Mario Casile di Reggio
Calabria; del diacono Stefano Croci, Perugia; ed infine di don Mirko
Dalla Torre, Vittorio Veneto.
Padre Antonello Russo, parroco
nella chiesa di Bongiardo ma trecastagnese di nascita, ha guidato e
seguito i lavori fornendo consigli
rivelatisi preziosi al fine di realizzare un’iconografia quanto più possibile vicina a quella della Madonna del
Carmelo. La statua prima del restauro si presentava coperta da una
sovrapposizione di colori e di strati
di stucchi. “Cominciando a fare i
saggi e procedendo nel rimuovere ed
eliminare tutta la sovrastruttura esistente sono venuti alla luce elementi
che ci hanno stupito – spiega padre
Antonello -, come la meravigliosa
capigliatura dorata raccolta da un
fiocco d’argento, prima celata dal
maforiom e dai finti capelli scuri”. Il
dorato dei capelli, elemento che
accomuna molte iconografie di
Madonne e Santi della zona del versante acese, non è una caratteristica
casuale. L’oro nel simbolismo biblico – liturgico indica la regalità.
Maria quindi in quanto Regina viene spesso rappresentata con i capelli color oro. Probabilmente a causa
di una caduta la statua aveva subìto
delle lesioni alla base del collo e al
braccio destro. Quest’ultimo, ricostruito dai precedenti restauri non
rispondeva però a quelli che sono i
corretti canoni anatomici risultando
più lungo e con una posizione innaturale. “Il braccio con la mano che
tiene lo Scapolare deve essere proteso verso l’alto - continua padre
Antonello - come se la Madonna prima di donarlo lo mostrasse per farlo
contemplare al fine di comprendere
che esso rappresenta le virtù cristiane che siamo chiamati a coltivare e a
vivere”. Anche gli angioletti e la
nuvoletta dalla quale si affacciano
sono stati interessati dagli interventi
di restauro. “L’immagine della nuvola è stata letta dai Padri della Chiesa
come prefigurazione e immagine di
Maria che porta l’acqua della ‘grazia’ e toglie la siccità e l’aridità del
peccato. Infine – conclude padre
Antonello – quel Bambinello che
Maria tiene in braccio rappresenta la
salvezza, la vita eterna. È quell’invito costante che la Madonna ci rivolge come fece a Cana: ‘Fate quello
che Lui vi dirà’”.
®
Caterina Maria Torrisi
offerte dei fedeli”. I valenti ed
esperti restauratori incaricati, Giuseppe Giuffrida e Giancarlo Giunta
sono riusciti a recuperare alcune
labili tracce della statua originale le
quali hanno fatto capire come i
diversi rimaneggiamenti e i restauri
scellerati fatti in precedenza ne hanno stravolto il modello primordiale.
calcio, pattinaggio, pallavolo, pallanuoto, basket, canoa, corsa, lancio
del disco, salto in lungo, gare di nuo-
to, chitarra, danza, karaoke, scout,
giocoleria, cucina, teatro, danza, art
attack, giornalismo, ecc..
Le mini-olimpiadi sono state vinte
dalla squadra Rubino-rosso per il
medagliere più consistente del grest.
La sera delle premiazioni comunitarie ed individuali tanti bambini dei
vari gruppi hanno cantato, danzato,
suonato. I premiati
sono stati 8 bambini
del Grest (i primi due
classificati per ogni
squadra) e 4 del Minigrest mentre le squadre
vincitrici sono state
l’Ambra-giallo per il
Grest e lo Zaffiroazzurro per il mini.
Un uragano di applausi
ha coronato l’esibizione come cantante del
piccolo grestino Matteo Bellina, la simpatica mascotte che a causa
della sua grave disabilità fisica (sindrome
Marinescu-Sjogren) è costretto a stare seduto in carrozzella ma non a
rinunciare a stare e a giocare con gli
altri bambini.
A.B.
Dalla Caritas
Catania aperta anche ad agosto: “I poveri non vanno in
vacanza”
Lotta alla povertà: Eurospin
dona alimenti per un valore
di 4.542 euro
Anche ad agosto Caritas Catania
sarà al fianco dei poveri.
Per tutto il mese, Ferragosto incluso, senza interruzione, saranno
garantiti i servizi dell’Help Center:
il servizio colazione, la mensa serale, il servizio guardaroba, compresa
la raccolta di vestiti e indumenti di
stagione. Servizi estesi anche al
sabato.
Resterà aperto anche il Centro di
Ascolto dell’Help Center, dal lunedì
al giovedì dalle ore 8:30 alle ore
12.30; venerdì dalle ore 8.30 alle
ore 12.00; sabato dalle ore 8.30 alle
ore 11.00.
“In nome di tutta la Chiesa di Catania, la Caritas, non farà mai mancare il suo aiuto ai bisognosi in un
periodo dell’anno dove si avverte
maggiormente il peso della solitudine e dell’emarginazione: i poveri
non vanno in vacanza”.
Queste le parole di Don Piero Galvano, direttore Caritas Catania, che
precisa “per questo motivo si è ritenuto opportuno garantire e intensificare interventi di prossimità nei
confronti di chi si trova in difficoltà,
famiglie e anziani compresi”.
Impegno reso possibile grazie all’opera dei volontari che hanno deciso
di dedicare parte del loro tempo a
chi non avrà modo di andare in
vacanza. In questi mesi sono stati
tanti i cittadini che si sono messi a
disposizione di Caritas Catania
offrendo il loro tempo al servizio
dei bisognosi.
Numerose anche le richieste giunte
da volontari fuori dalla provincia,
disposti a trascorrere parte delle
ferie estive in aiuto degli ‘ultimi’.
A tutti loro, Don Piero Galvano, ha
rivolto un sentito ringraziamento a
nome anche dell’Arcivescovo
Mons. Salvatore Gristina: “La
Caritas vi ringrazia per il tempo
che dedicate, il vostro impegno è
espressione autentica dell’amore di
Dio e della sua Chiesa per i poveri”.
®
L’Eurospin dona 4.542 euro in alimenti alla Caritas di Catania. Si tratta di una parte dei premi – relativi al
concorso Eurospin “Vinci la casa dei
tuoi sogni” - non ritirati che la legge
prevede vadano dati in beneficenza e
che a livello nazionale la catena di
supermercati ha deciso di devolvere
alla Caritas Italiana. Quest’ultima,
poi, ha coinvolto le Caritas del territorio dove sono presenti discount
Eurospin per il ritiro dei premi in
ambito regionale. Un’azione concreta di contrasto alle diverse povertà
emergenti e che ha trovato subito il
plauso delle diverse Caritas cittadine.
Per la Sicilia ha usufruito delle donazioni la Caritas di Catania. Il direttore, Don Piero Galvano, ha incontrato
i referenti Eurospin della Sicilia per
la sottoscrizione e la ricezione delle
donazioni. Un incontro informale
che si è svolto presso il Centro Logistico Eurospin Sicilia nei locali della
zona industriale alla presenza del
responsabile di piattaforma, Antonio
Tomaselli, che nella persona del presidente regionale, Dott. Cirino Travaglianti ha ricevuto i rappresentanti
della Caritas e avviato le procedure
di consegna della merce. Caritas
Catania ha usufruito dei premi non
ritirati con una donazione equivalente di prodotti di prima necessità:
pasta, latte, pomodori pelati, conserve, nonché alimenti per l’infanzia,
quali omogeneizzati, succhi di frutta
e biscotti. Beni alimentari che serviranno a soddisfare le richieste che
ogni giorno giungono all’Help Center della Stazione Centrale. E non
solo. Al termine dell’incontro Don
Piero Galvano ha ringraziato la direzione dell’Eurospin per la sensibilità
mostrata: “Un gesto di solidarietà a
sostegno dei più poveri che per noi
rappresenta tanto. Permetterà alla
Caritas di aiutare chi è nel bisogno,
immigrati e italiani, in un periodo di
grande congestione, dove siamo
arrivati a preparare fino a 400-500
pasti al giorno”.
®
10
Prospettive - 3 agosto 2014
DIOCESI
Riflessioni sul Vangelo
I BENI MESSIANICI E L’EUCARESTIA
XVIII DOM T.O. / A - Is 55,1-3; Sal 144,8-9.15-16-17-18; Rm 8,35.37-39; Mt 14,13-21
È viva nella coscienza del popolo ebraico
l’alleanza con Dio da cui non si ci si può
staccare.
I profeti hanno mantenuto viva questa
coscienza, in particolare Isaia, invitando il
popolo a partecipare ai beni di questa
alleanza, che non è fatta per i ricchi ma
per tutti i membri del popolo. Isaia invita
tutti: gli assetati perché vengano all’acqua, quelli che non hanno denaro perché
vengano a comprare senza denaro. Segue
anche un rimprovero per avere speso il
denaro per ciò che non è pane e per ciò
che non sazia.
L’ascolto del profeta è garanzia per potere
mangiare “cose buone e gustare cibi succulenti, è anche garanzia di vita, ciò perché Dio stabilisce per quelli che lo ascoltano un’alleanza eterna. Paolo ricorda a tutti noi che nulla ci può separare dall’amore
di Cristo.
Non ci può separare la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità,
il pericolo, la spada . In tutte queste cose
“noi siamo più che vincitori grazie a colui
che ci ha amati”.
La profonda convinzione di Paolo deriva
dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù.
L’uccisione di Giovanni Battista provoca
in Gesù un ritiro “in un luogo deserto, in
disparte”, che raggiunge tramite la barca.
La folla lo viene a sapere e lo segue “a
piedi dalle città”. Ciò suscita in Gesù,
dopo essere sceso dalla barca, un sentimento di compassione nel vedere quella
grande folla che si era man mano formata. Nota l’evangelista che “sentì compassione e guarì i loro malati”.
Alla preoccupazione dei discepoli, visto il
luogo deserto e vista l’ora tarda, di licenziare la folla perché le persone provvedano a comprare qualcosa da mangiare, sorprende la risposta di Gesù: “Non occorre
che vadano; voi stessi date loro da mangiare”. La risposta non si fa attendere:
“Qui non abbiamo altro che cinque pani e
due pesci”. Il miracolo che Gesù compie
pone tanti problemi. Tutti mangiano a
sazietà e raccolgono dodici ceste piene di
avanzi. Fa notare l’evangelista che quelli
che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini senza contare le donne e i
bambini. Queste persone cercavano Gesù
per i loro bisogni ed egli senti compassione per loro. La moltiplicazione prefigura
l’Eucarestia. Ma queste persone erano
tutte in grazia di Dio da potere ricevere
l’Eucarestia? Intanto cercano Gesù, Gesù
li sfama e guarisce i loro malati.
Non sarebbe il caso che la nostra Chiesa
rivedesse la sua disciplina dei sacramenti
per non escludere nessuno dai beni del
cielo e in modo particolare dal pane eucaristico?
Leone Calambrogio
San Paolo in briciole
La vita del cristiano 1Ts 5,12-28
La gratitudine: Paolo raccomanda di
avere riguardo per quelli che faticano
tra voi, che vi fanno da guida nel Signore e vi ammoniscono: “Trattateli con
molto rispetto e amore, a motivo del loro
lavoro”.
Vivete in pace tra voi
Vi esortiamo, fratelli: ammonite chi è
indisciplinato, fate coraggio a chi è scoraggiato, sostenete chi è debole, siate
magnanimi con tutti. Badate che nessuno
renda male per male ad alcuno, ma cercate sempre il bene tra voi e con tutti.
Siate sempre lieti, pregate ininterrottamente, in ogni cosa rendete grazie: questa infatti è volontà di Dio in Cristo Gesù
verso di voi. Non spegnete lo Spirito, non
disprezzate le profezie. Vagliate ogni
cosa e tenete ciò che è buono. Astenetevi
da ogni specie di male.
L.C.
Davanti a Dio, mio vanto esclusivo è il bisogno: l’unico diritto al pane è la fame
Seduzione
Vorrei tanto essere uno dei cinquemila, quella sera, sul lago. Invidio, non
per il miracolo, ma per la seduzione
che hanno provato, più forte di ogni
paura.
Il rapporto di abbandono fiducioso, di
ascolto, di obbedienza può essere
descritto, nella sua estensione, a ogni
credente in Cristo, come rapporto di
fede e di speranza.
La fede esprime la sicurezza dell’Alleanza, l’affidamento del credente
alla fedeltà amorosa del Padre che ha
risuscitato dai morti Gesù Cristo. La
speranza si estende oltre le insicurezze, i rischi, le contraddizioni di una
libertà umana che è sempre tentata di
infedeltà. Facendo continua memoria
delle promesse di Dio e riconducendo
i propri progetti al progetto del Padre,
il cristiano si apre al futuro del Regno
di Dio, può progettare, può sperare e
attendere il compimento definitivo
dei suoi desideri.
Fede
È proprio attorno ai valori della fede e
della speranza cristiana che si costruisce l’immagine cristiana della preghiera. Nella sua motivazione profonda, la preghiera cristiana è inserzione del credente nel rapporto di
comunione filiale che Cristo ha con il
Padre, allo scopo di esprimere nella
carità il volto del Padre, riflesso nel
volto di Cristo. Nelle sue espressioni
fondamentali, in connessione con la
fede, la preghiera è lode, adorazione,
ringraziamento, riconoscimento del
Padre, affidamento a Lui.
In connessione con la speranza, 1a
preghiera è intercessione, domanda,
Un dono trasformato in miracolo
implorazione che accoglie in sé i
desideri dell’uomo, ma integrati e
purificati nel desiderio fondamentale
di fare, nella fede, la volontà del
Padre. Il cuore si apre alle dimensioni
del Regno e alle sue realizzazioni
ecumeniche e missionarie.
In questo quadro generale della preghiera cristiana prendono il loro giusto posto i suoi vari aspetti: quello
liturgico-sacramentale, quello personale e quello comunitario, quello del
cuore e quello delle labbra, quello del
silenzio teso all’ascolto e quello della
vigilante applicazione di ciò che si è
ascoltato al tessuto storico quotidiano.
Non è possibile cogliere il frutto specifico dell’Eucaristia, che è la carità,
senza camminare nella via della fede
e della speranza. Ma questo suppone
un esercizio costante di silenzioso
ascolto della Parola di Dio e di abbandono fiducioso al Suo piano di salvezza.
Come vivere tutte queste realtà nella
esperienza quotidiana? Potremmo
avere l’impressione che si tratti di
verità grandiose, che ci aprono nuovi
orizzonti, ma che è difficile riportare
alla pratica di ogni giorno. Tuttavia il
riflettervi un po’ sopra costituisce già
un primo passo.
La nostra povera preghiera personale,
le nostre semplici letture della Bibbia
e i momenti di adorazione e silenzio
che riusciamo a strappare all’incalzare degli impegni quotidiani, sono davvero un “tesoro nascosto” che dobbiamo riscoprire nel campo della nostra
vita. Si tratta di partire da ciò che già
ci è dato di capire e di vivere e di metterci a camminare risolutamente per
questa via, con coraggio e spirito di
sacrificio, avendo ben chiari in testa
le mete, gli strumenti e gli ambiti dell’educazione alla preghiera.
Occorre anzitutto chiarire la mèta. È
importante evitare un certo estrinsecismo (proporre la preghiera come una
cosa da fare accanto alle altre, senza
capire
la
sua
coestensione alla
vita globale del cristiano e dell’uomo)
e un certo efficientismo (illudersi di
raggiungere risultati
immediati,
quasi
automatici, in conseguenza di certi
strumenti messi a
disposizione).
Le mete devono
essere più modeste e
insieme più radicali.
Esse
potrebbero
essere così indicate:la consapevolezza
del valore cristiano
della preghiera. Occorre rendersi conto dal di dentro che la preghiera silenziosa e contemplativa è indissociabile
dall’esistenza cristiana.
C’ è un’educazione progressiva. Si
tratta di cominciare a fare alcuni passi. Importante è farli nella direzione
giusta, suscitando e chiedendo la
voglia di fare passi ulteriori. C’è un’
esperienza iniziale. Occorre prevedere forme e modi che già immettano le
persone, secondo i diversi stadi di
maturità spirituale, nel mondo meraviglioso della preghiera contemplativa. A pregare, infatti, si impara pregando.
Strumenti
Gli strumenti si proporzioneranno
alle mete. In ordine alla consapevolezza sembrano particolarmente utili:
una catechesi ben fatta, distribuita
magari in alcuni momenti dell’anno
con sussidi appositi. Potrebbe essere
interessante fare particolare riferimento ai testi del Vangelo alla preghiera. Occorre tenere ben presente
che non si dà una catechesi astratta
sulla preghiera: occorre contemporaneamente pregare e far pregare, con
opportuni esercizi e pause di silenzio.
La necessità di unire parola, silenzio e
preghiera vale per ogni comunicazione della fede cristiana.
C’è una conoscenza concreta della
vita di preghiera vissuta da coloro che
hanno la vocazione profetica della
preghiera. Bisogna favorire per questo i contatti con i vari luoghi e centri
di contemplazione per far conoscere
il loro modo di pregare. Sarebbe
auspicabile che coloro che vivono
questo dono della preghiera in comunità, in particolare i religiosi e le religiose, potessero aprirsi a momenti di
accoglienza per chi
volesse partecipare con
essi a queste esperienze.
In ordine alla educazione occorre tenere presente e vedere di proporre in sussidi pratici i
valori costanti e insieme le più significative
variabili dei diversi
metodi di preghiera
meditativa proposti dai
santi lungo la storia
della tradizione spirituale cristiana, tenendo
anche conto delle proposte di preghiera profonda che giungono
dall’Oriente cristiano e non.
Potrebbe anche essere utile tentare di
affrontare qualche concreto itinerario
di preghiera per varie categorie di persone, utilizzando le molte esperienze
fatte in questo campo. In ordine alla
iniziale esperienza, sarà utile preparare sussidi e valorizzare quelli già esistenti.
Padre Angelico Savarino
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Prospettive - 3 agosto 2014
cultura
Festa dell’architetto: Grande omaggio al compianto arch. Rosario Leone, figura storica per Catania
Serie di eventi tra urbanistica e cultura
esta dell’Ordine etneo
per il novantunesimo
anniversario
della
ricorrenza
nazionale, gli architetti festeggiano
con la città la voglia del Fare e il leit
motive degli eventi che si sono svolti
a largo Paisiello, e una parte in via
Crociferi con un messaggio alla città: “fare per cambiare”. Ispirati dall’acronimo della manifestazione FA,
che richiama la declinazione del verbo “fare”, l’Ordine provinciale presieduto da Giuseppe Scannella, la
sua Fondazione guidata da Paola
Pennisi e il coordinamento Giovani
(COGA) hanno organizzato una
serie di iniziative legate al motivo
conduttore della fattività, dell’operosità dei professionisti della categoria, del fermento culturale e sociale
di cui sono fautori.
C’è una parola per descrivere la Festa dell’Architetto a Catania: fare.
F
Dietro c’è la voglia, l’impegno, la
competenza, gli ideali, gli obiettivi,
non solo di chi fa parte della categoria ma della città stessa, dei luoghi
che trasudano voglia di rinnovamento tra passato e desiderio di contemporaneità. E c’è una figura che mette
d’accordo tutti, il cui “fare” ha segnato l’intera vita, con l’immancabile
tagliente ironia, quella dell’arch.
Rosario Leone.
L’apertura è stata dedicata al suo
ricordo presso il Collegio dei Gesuiti
storica sede dell’Istituto d’arte di cui
è stato preside per anni. Proiezioni
dei momenti salienti della sua vita,
letture attoriali ispirate al suo percorso professionale e personale, il ricordo del figlio Giancarlo, del nipote
Giovanni, di Fulvia Caffo visibilmente commossa citando «il grande
impegno, il senso del dovere, la passione e la dedizione», di un ex allie-
vo Salvo Campo e del
presidente
Scannella
che, anticipando la
notizia di una mostra
dedicata a novembre, ha
sottolineato «la gratitudine per aver trasmesso a
tutti l’amore per la professione: lui meglio di
chiunque altro ha messo
in pratica il ruolo di
mediatore culturale che
spetta all’architetto, tra
la società e la trasformazione urbana. Questo il messaggio che ereditiamo e che intendiamo
trasmettere alla città e alle nuove
leve della nostra categoria, come
dimostrato da questa grande festa».
Dal pomeriggio a sera Largo Paisiello (dove c’è la sede dell’Ordine) si è
trasformato in un crocevia di sperimentazione artistica, condivisione,
cultura, musica, in una parola: contemporaneità. Quella dei video girati
tra centro storico e periferia e proiettati su un grande cubo al centro della piazza; delle creazioni realizzate
in estemporanea con materiali di
recupero dai giovani del Coga; della
mostra itinerante “Comunicare
architettura”; dell’aggregazione nat-
urale regalata dalla musica
live di Antonio Ferlito trio
e Color Indaco e, infine,
quella dei cittadini che hanno risposto positivamente
al “richiamo” della festa,
partecipando numerosa e
manifestando ampio consenso per l’iniziativa.
I presidenti Scannella e
Pennisi affermano “alla
festa dell’architetto abbiamo invitato tutti i cittadini
di Catania e della provincia, e con loro abbiamo desiderato
celebrare questo anniversario e condividere il nostro ruolo sociale. L’aggregazione culturale favorisce quel
processo di urbanistica partecipata,
di cui Catania ha dimostrato di avere
necessità per il suo sviluppo futuro”.
Artemisia
Al cinema il primo film di una regista rom: ‘Io rom, romantica’
“Sogno di fare la regista da quando, a
otto, anni ho visto Manhattan di
Woody Allen”. Si presenta cosi la venticinquenne Laura Halilovic, regista
esordiente del film “Io rom, romantica” una produzione Wildside con Raicinema, nelle sale dallo scorso 24
luglio e distribuito da Good Films.
Una storia molto autobiografica. Protagonista del film è Gioia una diciottenne rom che vive a Falchera, nella
periferia torinese, da quando il comune ha assegnato alla sua famiglia
un’abitazione stabile. Il padre,
Armando, è angosciato dall’avere una
figlia diciottenne ancora zitella che si
comporta come una gagè, ossia una
non rom. Se la comunità rom tratta
Gioia come una gagè, per gli italiani
resta solo una zingara. La ragazza è
nata a Torino ma, per motivi burocratici, non può ottenere la cittadinanza. Gioia si ritrova così doppiamente
emarginata, e la sua vita appare senza
prospettive. L’unica sua confidente è
Morena, una ragazzina figlia di italiani che gode di tutta la libertà dei gagè.
È Morena a convincere Gioia a partecipare al casting per una pubblicità.
Sul set, Gioia scopre un mondo che
può offrirle tutto ciò che cerca. Finalmente ha un sogno: vuole diventare
regista. Spinta da Morena, si rivolge
ad Alessandro, il meccanico del suo
IL CINEMA abbatte ogni barriera
quartiere, che diventerà suo amico,
confidente e mentore. Questo in sintesi la storia – tratta dal press book ufficiale del film - di“Io Rom romantica”
che si presenta agli spettatori come
una favola autobiografica che si ispira
alle pellicole romantiche interrazziali
del calibro di ‘Sognando Beckham’ o
‘Il mio grosso grasso matrimonio greco’, che incentrano la sceneggiatura
sulle diversità culturali fino a costruire delle divertenti commedie di genere. Il film appare come un piccolo
gioiellino d’estate, in un periodo del-
l’anno in cui nelle sale arrivano soltanto film horror e commedie americane imbarazzanti. Merito anche della
giovane protagonista rom, Claudia
Ruza DjordJevic, che gareggia ottimamente al fianco di attori professionisti come Marco Bocci e Lorenza
Indovina. Il tutto con grande semplicità e naturalezza. È la stessa regista a
spiegare come ha scelto la giovane
attrice: “Ho cercato molto, è stato
bello vedere tante ragazze che si sono
presentate. Claudia l’ho trovata nel
campo di via di Salone, qui a Roma. È
riuscita a smuovere anche una come
me, il che non è facile. Nelle litigate
con il padre è determinata, testarda
molto credibile”. Scene che Laura ha
vissuto, così come ha vissuto la diffidenza generale all’idea di voler fare la
regista. “È stato molto difficile
all’inizio, il cinema per i rom è
pornografia, purtroppo lo pensano in
tanti, mio padre insisteva perché
lasciassi perdere. Quando ero piccola
mio padre non voleva neanche che
frequentassi persone della nostra cultura. Ma sono andata avanti lo stesso,
sapevo che quello che facevo non è
pornografia”, ha raccontato di recente al festival di Giffoni davanti ad una
MICHELE BONANNO membro
commissione generale laicato carmelitano
U
na bella notizia per la famiglia carmelitana di
Catania e di Sicilia: il giovane terziario carmelitano catanese, Michele Bonanno, sposato e padre di due
figli, già priore del Terz’Ordine secolare presso il santuario diocesano Maria Ss.ma Annunziata al Carmine e attuale presidente del Laicato carmelitano della Provincia religiosa italiana dell’Ordine dei Fratelli della Beata Vergine
Maria del Monte Carmelo, è stato chiamato dal priore
generale fra’ Fernando Millàn Romeral, a far parte in rappresentanza dei laici carmelitani italiani della commissione generale per il laicato carmelitano mondiale costituita a
livello internazionale da confratelli laici congolesi, kenioti, filippini, brasiliani, peruviani e spagnoli.
platea di giovanissimi durante la presentazione della pellicola. Il film, sceglie però la strada della sottile ironia e
fugge da ogni retorica ideologica.
Non si tratta, dunque di un film di
denuncia. Ma usa il sarcasmo come
via per comunicare e abbattere determinati muri. Un pò come il maestro
della regista, Woody Allen. “Lui è
fantastico – continua la regista - usa
l’ironia e il sarcasmo per dire quello
che vuole, come facciamo anche noi
rom. Se avessi girato un film molto
drammatico sarebbe risultata una
cosa già vista”. “Per questo film - ha
spiegato il produttore Mario Gianani la gioia è doppia perché per la prima
volta una ragazza rom può fare cinema e raccontare, dal suo punto di
vista, la sua realtà”. Ma guai a farne
un’eroina del cinema italiano o a trasformarla in un fenomeno mediatico:
“Sono felice di esserci riuscita e sono
grata ai tanti che hanno creduto in
me. Ma non vorrei che si pensasse che
tutto è successo perché sono rom e
quindi mi si deve aiutare. Sono una
ragazza come tante che cerca di realizzare il suo sogno”. Lo stesso è accaduto alla giovane protagonista del
film, Claudia Ruza Djordjevic, che ai
ragazzi del Giffoni Film Festival ha
raccontato la gioia del debutto: “Il
giorno del provino c’erano tante
ragazze, non pensavo mi avrebbero
presa. L’importante per me era mettermi in gioco, provare emozioni al di
fuori di quelle della vita del campo.
Non mi aspettavo di fare l’attrice, nessuna rom lo fa. E poi per mia fortuna
non mi sono mai trovata in conflitto
con la mia famiglia”. Anche questo
significa seguire i propri sogni e spesso il cinema diviene il mezzo per realizzarli.
F.C.
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Prospettive - 3 agosto 2014
RUBRICHE
Il Tribunale per i Minorenni apre alla città con i ragazzi in festa per ricordare Paolo Borsellino
Cambiamento: innamorarsi
della vita degli altri
i è svolta presso il cortile del Tribunale per i
Minorenni di Catania la commemorazione della morte del magistrato
Paolo Borsellino e la sua scorta nel
22° anniversario della strage di via
D’Amelio, per mano della mafia.
L’evento è stato organizzato dall’Associazione Italiana Magistrati Minorili e Famiglie (AIMMF), con la direzione artistica di Salvo Toscano,
coinvolgendo alunni delle scuole a
rischio di Catania e provincia, ragazzi detenuti del carcere di Acireale e
Bicocca in permesso premio, altri
che vivono nelle comunità un periodo di messa alla prova, tra cui alcuni
stranieri, ma anche i volontari di
diverse associazioni che hanno collaborato alla preparazione dell’evento,
i Salesiani che hanno prestato le
sedie e i ragazzi di ‘Cooperativa Prospettiva’ che hanno pulito il cortile.
Apre la celebrazione Francesca
Pricoco, presidente del Tribunale
per i minorenni di Catania, “un
pomeriggio per ricordare”, ha spiegato, “questo spazio si apre alla città
per la prima volta, per volontà dell’AIMMF e con la collaborazione di
associazioni e singoli che, come
volontari e come operatori, lavorano
con i giovani, in particolare quelli
che entrano nel circuito penale”. Con
gioia ed emozione prosegue :“la giustizia deve tendere all’accompagnamento e alla cura soprattutto con i
S
minori, verso una scelta ardita di
cambiamento e noi, qui tra queste
mura, negli Istituti Penali Minorili,
nelle comunità per minori dell’area
penale, sappiamo che questa possibilità di svolta è reale, avviene”. Mette
in risalto: “è importante il coraggio,
anche nelle piccole cose, di quelli
che prendono per mano la loro vita e
cercano di dare sostegno agli altri;
una scelta di rottura con i sistemi di
potere dentro la democrazia, vivendo
e raccogliendo la crescita con corag-
gio”. Nel suo discorso ricorda alcune
parole del magistrato Carpinato “è
importante costruire insieme quel
grande Noi, innamorarsi della vita
degli altri”. Emozionanti le testimonianze di Antonia Chiarenza, responsabile del Centro di Prima
Accoglienza: “accoglienza, nel
momento traumatico dell’arresto e
cambiamento, sono occasione di
svolta da offrire ai giovani che entrano nell’area penale”, e Silvia Vassallo della Procura per i minorenni
che afferma: “parola chiave è cambiamento, qui
riusciamo veramente a
cambiare i minori, se lo
vogliono, per raggiungere
una nuova dimensione di
vita”. Clou della serata, è
stata la musica dell’orchestra Di.sco. Brass Ensemble formata dai ragazzi
provenienti da più di 20
scuole della provincia di
Catania, che hanno trovato la possibilità di coltivare l’interesse per la musica anche dopo la scuola
media, diretta dal maestro
Giuseppe Privitera, con il
sostegno dell’Ufficio Territoriale per il contrasto
alla dispersione scolastica, che si costruiscono da
sé alcuni strumenti con
materiale riciclato di
varia provenienza, dai tubi zingati ai
cofani delle automobili, dimostrando
la loro preparazione di alto livello,
accolta con lunghi applausi dal pubblico. Hanno suonato jazz e colonne
sonore, cantando e concludendo con
una ‘antimafia song’ di Fabrizio
Moro, “Pensa”.
Il maestro evidenzia: “Il clima positivo formatosi è stato di grande aiuto
per molti dei partecipanti con grossi
problemi di attenzione e comportamentali. In questo l’attività di musica
bassi, tra il nitore solistico del soprano pugliese Daniela Degennaro, del
mezzosoprano georgiano Sophio
Janelidze, del tenore catanese Giulio
Pelligra e del basso romano Federico
Benetti.
Dopo l’intonazione in un “a solo”
delle parole scritte dallo stesso compositore “O amici, lasciateci intonare, invece di questi suoni, altri più
piacevoli e gioiosi”, la melodia si
apriva alla solarità vincendo l’inquietudine innervata dal tormento
dei temi precedenti, e prorompendo
in una coralità intensa: ecco la vera
letizia espressa dal coeso ensemble
vocale, nell’esortazione alla fratellanza universale e all’amore fra tutti
gli uomini della terra, assimilata al
dettato creativo del musicista. Prodotto non solo da uno strepitoso
orecchio musicale , ma anche da una
eccezionale fermezza interiore, che
non si lasciò mai sopraffare dal deficit fisico.
Alta l’attenzione del pubblico
intervenuto (anche se non numerosissimo) che ha apprezzato di gran
lunga l’esecuzione, elargendo agli
artisti un prolungato e meritatissimo plauso.
d’insieme aiuta tanto. Nessun giudizio, nessun voto, solo la voglia di far
parte di un insieme dove ognuno si
sente parte del tutto, per quello che
può dare”. Fil rouge della manifestazione, raccontare storie di ragazzi,
dove il cambiamento è possibile
attingendo alle risorse personali e
familiari e cogliendo le proposte di
buoni progetti e inclusione sociale,
per riappropriarsi della loro terra e
del loro destino. Momenti di intensa
emozione per l’esibizione di Roberto
Fuzio, tra i fondatori dello storico
gruppo catanese dei Lautari, attore,
cantante e musicista polistrumentista, che con tono pacato e ricco di
significati espressivi vocali, ha cantato e poi ha riportato leggendo le due
lettere di Borsellino “La prima, datata 31 maggio 1992, sottolinea, è la
risposta al ministro degli interni di
allora (Scotti) in cui rifiuta la candidatura a super procuratore nazionale
antimafia. La seconda è il suo ultimo
scritto, 12 ore prima di essere ucciso.
Rispondeva alla preside di un liceo di
Padova presso il quale avrebbe dovuto recarsi”. In essa scriveva: “Sono
ottimista perché vedo che verso di
essa i giovani, siciliani e no, hanno
oggi una attenzione ben diversa da
quella colpevole indifferenza che io
mantenni sino ai quarant’anni. Quando questi giovani saranno adulti
avranno più forza di reagire di quanto io e la mia generazione ne abbiamo avuta”. Occorre più musica e
meno mafia e i ragazzi stasera lo
dimostrano; la musica, bene immateriale, libero, creativo, non si può
trasformare in potere, ha di per sé
come ha ricordato Emma Seminara,
giudice di sorveglianza, un carattere
potenzialmente antimafioso.
In chiusura il magistrato Lia Castrogiovanni: “una serata in cui ci siamo
caricati di emozioni intense e positive” e presenta il mini documentario
“Lo decide il vento” di Giuseppe
Consales, che racconta l’esperienza
reale di una messa alla prova (la possibilità di evitare il carcere grazie a
un progetto formativo, ndr) di un
giovane, Nino, il protagonista fisicamente presente sul palco, che ritrova
la via della legalità con la passione
per la vela. Una storia positiva, in cui
hanno avuto un ruolo importante
l’impegno dei volontari del Centro
Koros e l’esperienza formativa della
navigazione a vela, all’interno del
progetto InvelataMente. Dopo sei
mesi di carcere e un anno e mezzo in
comunità, Nino è rientrato in famiglia. Comincia adesso la vera
scommessa di cambiamento, spetta a
lui capire “quale rotta prendere”,
come ha sottolineato Giuseppe Consales, regista del video, ma anche un
messaggio per far capire che ci sono
nella vita altre alternative. Aprire le
porte del palazzo di giustizia dei
minori, in modo non solo simbolico
ma anche fisico alla Città, trasformandolo per un pomeriggio in un
luogo di aggregazione nel segno del
cambiamento dell’impegno sociale e
della legalità.
Anna Rita Fontana
Lella Battiato
Al Teatro greco di Siracusa penultimo appuntamento del Festival Euromediterraneo
rutto della genialità
creativa di Ludwig
van Beethoven, la Nona Sinfonia
op. 125, detta “Corale”, è stata
oggetto del penultimo appuntamento, al Teatro greco di Siracusa,
del Festival Euromediterraneo promosso da Enrico Castiglione. A
prosieguo del calendario, la seconda fase della rassegna è prevista al
Teatro antico di Taormina e si protrarrà fino al 6 settembre. La suggestiva cornice di età millenaria ha
visto in primo piano sul colle di
Temenite l’orchestra del Teatro
Massimo Bellini di Catania, guidata dal maestro cinese XuZhong,
direttore artistico dell’ente, e il
nutrito coro di quest’ultimo, preparato con cura da Gaetano Costa.
Elaborata dal musicista di Bonn a
pochi anni di distanza dalla morte,
avvenuta nel 1827, l’opera suddetta ne compendia il travaglio umano e spirituale, acuito dal male
della sordità che afflisse il compositore già dopo i vent’anni, fino a
renderlo del tutto privo della capacità uditiva; o quasi, come vorrebbe il ritrovamento di taccuini di
conversazione dove egli stesso
dichiarò di percepire dei flebilissimi suoni in lontananza. La perentoria bacchetta di Zhong e la sua
precisione filologica hanno ben
veicolato il clima di esagitazione
che connota la partitura, nella dialettica tematica fin dal primo tempo, assecondando gli input agogici
delle sezioni orchestrali. Il maturo
linguaggio beethoveniano già pre-
F
Corale esortazione alla
fratellanza e all’amore
Xu Zhong Direttore artistico cinese
del Teatro Massimo Bellini
cursore di fremiti romantici, e una
forma innovativa anche nel susseguirsi dei tempi, con l’adagio al terzo tempo anziché al secondo, sono
stati recepiti dalla solerzia dell’ensemble orchestrale, pronto a contemperare la possenza ritmica con la dolcezza cantabile del terzo tempo, che
non ha lesinato bei momenti di
espansione lirica. “Attraverso la notte alla luce” scrisse il grande Lud-
wig, lottando strenuamente con la
sofferenza alla ricerca di un riscatto
salvifico, e pervenendo nel quarto
tempo alla tanto agognata An die
Freude, di Friedrich von Schiller,
ovvero l’ode dell’inno alla gioia,
assurto a Inno europeo nel 1986 su
iniziativa dell’UE, dopo essere stato
selezionato dal Consiglio d’Europa
nel 1972.
Il tema dell’ode diveniva man mano
sempre più incisivo nel crescendo
del corpus sonoro, dall’eloquio pregnante degli archi a partire dai violoncelli e dai recitativi dei contrab-