Lezione 9 del 06 nov. 2014 (pdf, it, 117 KB, 11/10/14)

Pedagogia generale
IX lezione (06/11/2014)
Prof.ssa Laura Selmo
Giovanni Gentile
La pratica educativa
II parte
Università degli Studi di Verona
Corso di Scienze delle Attività Motorie e Sportive
a.a. 2014/2015
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La metodologia del Service-learning
Nei paesi anglosassoni, e in maniera ancor più
massiccia negli Stati Uniti, si è iniziato ad utilizzare la
metodologia del service-learning in tutti gli ordini e gradi
scolastici.
Diversi studi e ricerche negli anni hanno dimostrato la
valenza ed efficacia del suo utilizzo sull’apprendimento
cognitivo e sociale dello studente.
(in Selmo, 2014)
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Service-learning
Service-learning è un metodo d’insegnamentoapprendimento che unisce istruzione formale
con il servizio presso la comunità.
Attraverso il service-learning si cerca di
trasmettere l’importanza della responsabilità e
dell'impegno per la comunità e per il bene
comune.
Inoltre l'apprendimento di principi e pratiche
insegnate a scuola si rafforza attraverso
l’esperienza diretta in appositi contesti sociali e
attraverso la riflessione sull’esperienza.
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Service-learning
Il termine service-learning può essere tradotto in italiano
con servizio-apprendimento o apprendimentoservizio, infatti entrambe le definizioni esprimono bene
la relazione di reciprocità fra i termini servizio e
apprendimento, e la linea che è posta fra le due parole
sta proprio a indicare il loro perfetto equilibrio.
È una metodologia d’insegnamento-apprendimento
che concilia lo studio delle materie disciplinari con
l’educazione
alla
cittadinanza
e
consta
fondamentalmente di tre fasi collegate tra loro in modo
circolare tra di loro: la preparazione, il servizio, la
riflessione.
(in Selmo, 2014)
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Service-learning
Il service-learning è strutturato attraverso:
- un collegamento stretto e diretto con le materie
disciplinari;
- una fase di servizio presso la comunità;
- una fase di riflessione sull’esperienza volta a
favorire l’apprendimento e lo sviluppo.
(in Selmo, 2014)
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Gli elementi essenziali del service-learning
Gli elementi essenziali del service-learning sono:
- la reciprocità, in quanto il service-learning apporta
benefici sia agli studenti che alla comunità;
- l’impegno, il servizio stimola il pensiero critico degli
studenti, promuovendo il senso di responsabilità e la
partecipazione attiva;
- la riflessione, che è ciò che trasforma le esperienze in
apprendimento.
(in Selmo, 2014)
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La fase della preparazione
Qualsiasi progetto di service-learning inizia con una
preparazione in cui si cerca prima di tutto di identificare e
analizzare un bisogno e poi pianificare l’intervento per
risolverlo.
Gli studenti mettono in campo abilità, saperi e
competenze per cercare di arrivare a studiare una
possibile soluzione.
Bisogna sottolineare che il punto di partenza rimane la
materia disciplinare o un corso, anche interdisciplinare,
che supporta l’intero periodo dell’attività presso la
comunità.
(in Selmo, 2014)
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La fase del servizio
L’azione/il servizio rappresenta il momento centrale del
processo, in cui si realizza in concreto l’esperienza e
dove gli studenti entrano in contatto con la comunità,
mettendosi al suo servizio.
Durante l’attività gli studenti sviluppano abilità e
competenze, interagiscono con gli altri, si mettono alla
prova e comprendono le proprie risorse e i propri limiti.
(in Selmo, 2014)
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La fase della riflessione
Ed è proprio la riflessione critica sull’intero processo che fa della
metodologia del service-learning un efficace strumento di apprendimento
non solo disciplinare, ma anche esperienziale ed educativo.
La riflessione infatti permette di mettere in connessione la teoria con la
pratica, i contenuti formali con l’esperienza sul campo, affrontare problemi
e questioni legate sia alle relazioni sia alle azioni messe in atto durante
l’attività di servizio.
La riflessione diventa momento in cui condividere dubbi e perplessità,
valutare il contributo sia individuale che di gruppo, riconoscere l’impatto
che l’esperienza ha avuto a livello personale e registrare l’opinione e il
gradimento da parte dei destinatari del servizio.
(in Selmo, 2014)
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Quali effetti produce il service-learning?
Molte ricerche hanno dimostrato che le esperienze di servicelearning
hanno
ripercussioni
positive
sia
sulla
sfera
dell’apprendimento che dello sviluppo sociale e personale dei
giovani coinvolti. In particolare esso favorisce:
- l’apprendimento della materia disciplinare;
- le relazioni fra pari e con gli altri;
- l’interessamento verso il sociale e il senso di responsabilità;
- la motivazione.
(in Selmo, 2014)
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In Italia il progetto
«Scuola e Volontariato»
La partecipazione ad attività di volontariato può offrire un’occasione
di crescita personale in cui acquisire maggiore senso di
responsabilità, sviluppare capacità organizzative, relazionali e
soprattutto conoscere la realtà sociale in cui si è inseriti. In
particolare le diverse iniziative messe in atto con questo Progetto
hanno l’intento di svolgere molteplici funzioni. In particolare:
sensibilizzare gli studenti, i docenti e i genitori verso le tematiche
legate alla solidarietà;
promuovere buone pratiche;
creare reti di scuole e di collaborazioni tra Uffici Scolastici regionali
e associazioni di volontariato;
unire l’apprendimento formale con quello informale per accrescere
le competenze della persona.
(in Selmo, 2014)
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Sport ed educazione civica
La carta internazionale per l’Educazione Fisica e lo Sport
redatta dalla conferenza generale dell’UNESCO nel
1978 indica nell’art. 2.1 che:
“L’educazione fisica e lo sport, dimensione
essenziali dell’educazione e della cultura, debbono
sviluppare le attitudini la volontà e la padronanza di
sé e di ogni essere umano e favorire la piena
integrazione nella società”
(in Casoli: Balduzzi, 2014)
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Sport come “palestra di cittadinanza”
L’idea che ogni essere umano possa integrarsi pienamente nel
contesto sociale attraverso anche l’attività sportiva costituisce un
principio di cittadinanza.
Lo sport infatti può favorire lo sviluppo delle proprie esigenze
individuali a sfondo edonistico e utilitaristico con le esigenze sociali.
Ad esempio la partecipazione agli sport di squadra, il soggetto si
trova immerso in un mondo che lo coinvolge attivamente e lo
obbliga a dover armonizzare la sua azione con le varie motivazioni
che sostengono il suo agire.
(in Casoli: Balduzzi, 2014)
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Sport come “palestra di cittadinanza”
Una sana pratica sportiva già di per sé costituisce un forte impulso
al recupero delle virtù non soltanto agonistico- sportive (tenacia,
resistenza alla fatica, serietà verso l’impegno preso) ma anche
peculiarmente etiche (fiducia verso i compagni, rispetto di tutti i
partecipanti, collaborazione …).
Lo sport inoltre rimanda alla relazione con gli altri.
Sia la pratica sportiva che l’educazione alla cittadinanza riescono
nel loro intento solo quando propongono ideali condivisibili.
(in Casoli: Balduzzi, 2014)
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Sport come “palestra di cittadinanza”
La carta di Toronto nel 2010 invita tutti gli Stati e le
comunità a impegnarsi politicamente per valorizzare
l’importanza dell’attività fisica per migliorare la salute e il
benessere di tutti i cittadini.
Essa indica come prioritario:
1. la realizzazione di un piano d’azione politico nazionale;
2. riorientare e riorganizzare dei servizi per dare priorità
dell’attività fisica.
(in Casoli: Balduzzi, 2014)
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Modello di responsabilità personale e
sociale (Modello RPS) di Hellison Donald
E’ stato pensato originariamente per lavorare nelle scuole
durante le ore di educazione fisica con lo scopo di favorire il
valore della responsabilità personale e sociale attraverso
l’attività fisica e lo sport dei giovani, in particolare per coloro
che erano socialmente disagiati. (Hellison, 2006 b, in Maulini
2014).
Questo modello venne utilizzato a partire dagli anni Settanta
nei quartieri degradati di Chicago. Poi le sue implementazioni
si svilupparono in scuole, centri giovanili e in attività
extrascolastiche.
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Modello RPS
Il modello cerca di integrare le diverse dimensioni della
persona: fisiche, psicologiche, sociali e relazionali.
In genere si parte da lezioni frontali fino al passaggio
graduale ad attività autonome svolte dagli studenti.
La scelta dello sport avviene fra quelli che vengono
praticati maggiormente nel contesto sociale dove viene
attuato il programma.
(in Maulini, 2014)
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Caratteristiche pedagogiche del modello
La relazione fra insegnante e alunni si deve basare
sull’ascolto, la fiducia e il rispetto.
Saper integrare gli obiettivi e le strategie necessarie
all’acquisizione di competenze proprie dell’attività motoria con
quelle necessarie allo sviluppo della responsabilità personale
e sociale, ovvero, utilizzare strategie didattiche che
permettono di trasmettere in maniera integrata questi
contenuti.
Sviluppare processi di empowerment;
Insegnare a trasferire la responsabilità apprese anche fuori
dalla palestra.
(in Maulini, 2014)
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I cinque livelli del programma
Il programma si propone la finalità di sviluppare la responsabilità
personale e sociale mediante il raggiungimento di cinque obiettivi
specifici che rappresentano i livelli su cui si struttura.
I ragazzi che partecipano al programma inizialmente si ritrovano al
livello zero che significa che hanno comportamenti irresponsabili,
mancanza di autocontrollo, mancanza di rispetto verso gli altri,
mancanza di obiettivi, poca speranza per il futuro.
Il programma si sviluppa in maniera graduale.
(in Maulini, 2014)
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I diversi livelli-obiettivi
I Livello: sviluppare il rispetto per i diritti e sentimenti degli
altri
Si cerca di creare un clima positivo e costruttivo in cui ognuno
può esprimere liberamente il proprio pensiero e sviluppare le
sue capacità.
II Livello: incentivare negli studenti la partecipazione e
l’impegno
Si dà l’opportunità ai partecipanti di fare esperienze positive e
stimolanti in cooperazione con gli altri e non in competizione.
In questa fase è importante la motivazione.
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I diversi livelli-obiettivi
III Livello: intende sviluppare l’autogestione insegnando
agli studenti ad essere indipendenti ed assumersi
responsabilità.
1. I partecipanti dovranno saper pianificare, organizzare i
propri obiettivi e valutare i propri risultati.
2. Le attività del programma in questa fase devono essere
volte a stimolare la creatività e la presa della decisione.
3. I partecipanti dovranno essere capaci di elaborare e
realizzare un programma personale di attività fisica ed
essere in grado di realizzarlo senza la permanente
supervisione del docente-allenatore.
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I diversi livelli-obiettivi
IV Livello: sviluppo della capacità di aiutare gli altri e
nello specifico di due importanti aspetti della
responsabilità sociale: empatia e leadership.
Gli studenti devono imparare a pensare in termini di
gruppo e di comunità aiutando gli altri quando hanno
bisogno.
V Livello: trasferire gli apprendimenti fuori dalla palestra
Incoraggiare gli studenti ad applicare gli obiettivi
perseguiti col programma fuori dalla palestra, nel
contesto familiare, amicale, sociale …
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