Marangoni, trattativa verso la fine

Data: mercoledì 9 luglio 2014 Testata:
INDUSTRIA
l'Adige
Dal colosso degli pneumatici di via Del Garda pronto
un investimento di otto milioni sugli impianti
a patto di un taglio del 10% sul costo del lavoro
Pagina: 26
L’azienda chiede, a parità di retribuzione, di portare
i turni da otto ore a otto e mezzo e limitare i tassi generali
di assenza al 2,5%. E domani un’altra assemblea
Otto giorni in più e tetto alle malattie
Marangoni, assemblea infuocata di 4 ore
L’offerta dell’impresa: prendere o lasciare
MATTHIAS PFAENDER
[email protected]
Ieri pomeriggio l’assemblea dei
lavoratori della Marangoni
Pneumatici con i sindacati e i
consulenti del lavoro sarebbe
dovuta durare due ore. Alla fine si è messo lo stop dopo
quattro ore e più. Giusto il tempo di illustrare ad operai e impiegati i numeri della trattativa con i vertici dell’azienda, arrivata nell’arco di sei mesi a dieci incontri. L’assemblea, che ha
avuto anche momenti animati,
si è chiusa con il mandato alle
rappresentanze sindacali, da
parte dei lavoratori, di tornare al tavolo della trattativa.
Obiettivo: ripresentarsi domani ai lavoratori con una proposta di accordo «più comprensibile».
Il quadro di riferimento è noto.
E complicato. L’azienda, in sofferenza da anni per la crisi economica generale e le specifiche
difficoltà di un mercato maturo come quello dello pneumatico, sostiene di dover tagliare
del 10% i costi del lavoro (peraltro gravato da intensa tassazione). Sull’altro piatto della bilancia otto milioni di euro
di investimento di medio termine (2014-17) «finalizzato a recuperare competitività». Per i
lavoratori il piano, tenuto conto che il mantenimento delle
retribuzioni nette era il parametro di partenza della trattativa, si traduce in un aumento
delle ore lavorate. Mediamente, si tratta complessivamente
di otto giornate di lavoro in più
A sinistra lo
stabilimento
della Marangoni
Pneumatici.
Sopra, i
lavoratori in
sciopero nel
febbraio scorso
a Trentino
Sviluppo con
Alessandro Olivi
all’anno. Più numerose altre
modifiche di regolamento interno, dalle pause alle malattie. Modifiche che non sono state ben accolte. Domani si replica l’assemblea. Oggi i sindacati torneranno ad incontrarsi
con l’azienda.
Al termine dell’incontro - durante il quale ha per lo più parlato il consulente dei sindacati, il vicedirettore di Afi-Ipl Mario Giovannacci - la sola Cgil ha
diramato un comunicato in cui
si cita anche l’«attivazione di
un un sistema di relazioni sindacali più evoluto, capace di
garantire un maggiore coinvolgimento dei lavoratori e del Sindacato. A tale scopo, viene istituito un “Gruppo di Lavoro paritetico”».
Scompare - sostiene la Cgil - il
pericolo degli esuberi legati alla soppressione della produzione di gomme nuove.
L’«azienda ha accettato di sottoscrivere un impegno in materia di salvaguardia dei livelli
occupazionali, di riqualificazione professionale e ricollocabilità del personale anche nelle
varie aziende del gruppo». Scintille in assemblea sul capitolo
«malattie», storico «pallino» del
patron del gruppo, Mario Marangoni. «La richiesta di abolire il trattamento in carico all’azienda (l’obbligo di integrazione salariale da parte dell’azienda nei primi tre giorni di
malattia non coperti e retribuiti dall’Inps, ndr) non è passata
mentre è stata introdotta un
nuovo meccanismo di valorizzazione economica della partecipazione/assiduità delle
maestranze». In pratica, sostengono i lavoratori, si tratterebbe di portare le incidenze delle malattie (che pesano per il
3,65% sul totale tra gli operai,
per l’1,2% tra gli impiegati) ad
un generale 2,5%, con un sistema di autodisciplina e meccanismo premiale collettivo.
Le maggiori novità riguardano
però appunto l’orario di lavoro, con i turni che dovrebbero
passare da 8 a 8 ore e mezzo.
«È stata una riunione intensa spiega Alan Tancredi, segretario Uil Tucs - e i lavoratori hanno giustamente preteso spiegazioni chiare. Spiegazioni che
in un quadro così complicato
non è scontato riuscire a dare.
Stiamo cercando di salvaguardare in primis l’occupazione,
poi le retribuzioni. Ma Marangoni Pneumatici è un’azienda
che perde. E le aziende che perdono o le si fa tornare in attivo
o alla fine chiudono».
Data: mercoledì 9 luglio 2014 Testata:
TRENTINO
Pagina: 31
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Marangoni, 8 milioni e posti garantiti
LA VERTENZA QUATTRO MESI DI TRATTATIVA
Ieri assemblea dei lavoratori che hanno dato il loro assenso al sindacato: in settimana la firma dell’accordo
di Paolo Tagliente
◗ ROVERETO
Dopo un braccio di ferro durato molti mesi, alla Marangoni
Pneumatici sembra arrivato il
momento delle scelte. Scelte
che i lavoratori hanno fatto ieri
nel corso di una lunga e tesa assemblea convocata dai rappresentanti sindacali, chiamati ad
illustrare il contenuto del decimo incontro svoltosi mercoledì pomeriggio con i vertici
aziendali e la supervisione della Provincia. Ma alla fine è arrivo l’atteso “via libera” «Il momento è difficile – spiega Mario Cerutti della Cgil Filctem – e
i lavoratori hanno mostrato di
esserne pienamente consapevoli, dimostrando ancora una
volta grande maturità e senso
di responsabilità». Una situazione assai articolata che può
essere riassunta in cinque importanti punti in altrettante
proposte.
Per quel che riguarda il Piano industriale, l’azienda conferma del “piano di sviluppo di
medio termine” con un investimento complessivo di 8 milioni nell'arco del triennio
2014-2017, finalizzato a recuperare competitività all'unità
di Rovereto.
Sul fronte delle relazioni industriali è prevista l’attivazione di un sistema di relazioni
sindacali più evoluto, capace
di garantire un maggiore coinvolgimento dei lavoratori e del
sindacato. Per questo viene
istituito un “Gruppo di Lavoro
paritetico” finalizzato a favorire la compartecipazione dei dipendenti nello sviluppo del
Piano a medio termine. si tratta di un organismo competente in materia di monitoraggio,
analisi delle criticità, approfondimento delle aree di sviluppo,
andamento aziendale, occupazionale, progetti e piani formativi e altri aspetti.
Per quanto concerne l’occupazione, punto tra i più delicati, alla luce delle anticipazioni
circolate sul ipotetico futuro
del reparto di produzione
“gomme nuove” Marangoni
Pneumatici ha accettato di sottoscrivere un impegno in materia di salvaguardia dei livelli occupazionali, di riqualificazione professionale e ricollocabilità del personale anche nelle varie aziende del Gruppo.
Un altro dei temi caldi, che
avevano più acceso gli animi
nei mesi scorsi, è quello della
“malattia”, cui Marangoni
avrebbe voluto metter mano.
In sintesi, la richiesta di abolire
il trattamento in carico all'
azienda (l'obbligo di integrazione salariale da parte dell'
azienda nei primi tre giorni di
malattia non coperti e retribuiti dall'Inps), non è passata
mentre è stato introdotto un
nuovo meccanismo di valorizzazione economica della partecipazione/assiduità delle maestranze.
Per quel che riguarda l’orario di lavoro, infine, le modifiche richieste sono state regolamentate all'interno di un siste-
ma che valorizza, anche a livello salariale, la disponibilità dei
lavoratori.
Dopo gli scioperi, il corteo di
febbraio conclusosi con l’incontro con l’assessore Olivi e
dopo la lunga trattativa a Trento, i sindacati hanno illustrato
il risultato del loro impegno.
«Giovedì (domani per chi legge, ndr) – spiega Cerutti – convocheremo un’altra assemblea
per illustrare una prima bozza
dell’accordo. La leggeremo e la
discuteremo insieme con i lavoratori, ascoltando eventuali
consigli e apportando eventuali correzioni al documento».
Dopo il passaggio di domani, i
rappresentanti sindacali di
Cgil Filctem, Cisl Femca e Uil
Uiltec redigeranno il documento definitivo e lo sottoporranno all’assemblea . «Forse già
entro questa settimana – conclude Cerutti – al massimo
all’inizio della prossima». È
tempo di decisioni, insomma.
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L’inaugurazione, nel 2009, della barriera fotovoltaica ad Isera
I lavoratori della Marangoni Pneumatici durante il corteo di protesta organizzato lo scorso febbraio
Data: mercoledì 9 luglio 2014 Testata: CORRIERE DEL TRENTINO Pagina: 11
Pneumatici Lunga assemblea con i dipendenti dopo il vertice numero 10. A rischio una decina di operai
Marangoni, salvagente occupazionale
Trattativa verso la fine. Tutele per gli esuberi del reparto «nuovo»
TRENTO — Dopo quattro
ore di assemblea ieri i dipendenti della Marangoni pneumatici di Rovereto hanno dato mandato ai sindacati di definire l’ipotesi di accordo, che
le maestranze a loro volta voteranno nei prossimi giorni.
Rispetto all’eventualità di avere a che fare con una decina
di esuberi, per la probabile
chiusura del reparto di produzione di gomme nuove,
l’azienda «ha accettato di sottoscrivere un impegno in materia di salvaguardia dei livelli occupazionali, di riqualificazione professionale e ricollocabilità del personale anche
nelle varie aziende del gruppo», vale a dire a Rovereto anche Marangoni meccanica.
L’incontro con gli operai di
ieri è arrivato dopo che l’altro
ieri si è tenuto il decimo vertice fra l’azienda, i rappresentanti sindacali di Filctem
Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil,
oltre allo staff tecnico del Provincia, in supporto alle trattative nate dopo gli sciopero
dei mesi scorsi. La richiesta
del gruppo Marangoni, come
anticipato dal Corriere del
Trentino, era di abbattere il
costo del lavoro del 10%, in
cambio di investimenti sul sito roveretano per 8 milioni di
euro.
Ieri i dipendenti hanno dato mandato ai sindacati di rifi-
nire, domani, i dettagli
dell’accordo e poi arrivare
all’approvazione. Nel corso
della decina di incontri è stata «stoppata» in particolare la
richiesta di abolire il trattamento in carica all’azienda in
caso di «carenza di malattia»,
vale a dire l’obbligo di integrazione salariale nei primi
tre giorni di malattia non coperti dall’Inps, una strategia
per evitare l’assenteismo, secondo l’azienda, problema
che però non è risultato di
particolare rilievo rispetto al-
le medie provinciali. Al posto
dell’abolizione i sindacati
hanno ottenuto «un nuovo
meccanismo di valorizzazione economica della partecipazione e dell’assiduità delle
maestranze». Centrali
nell’ipotesi di accordo saranno le modifiche dell’orario di
lavoro, che saranno regolamentate, anche a livello salariale, sulla disponibilità dei lavoratori. Poi c’è la partita Marangoni meccanica: in assemblea il tema è stato sollevato
(terreno provinciale riservato
all’espansione di Marangoni
meccanica, con fulminea
smentita del presidente Mario Marangoni, che anzi ha indicato come molto probabili i
dieci esuberi dal reparto nuovo di Marangoni pneumatici)
anche a fronte dell’apertura
aziendale. I sindacati forse
non avrebbero firmato un accordo senza riferimento a
una soluzione rispetto alla decina di esuberi del reparto
«nuovo», problema che forse
si presenterà a breve.
E. O.
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