febbraio - Barlassina.it

FEBBRAIO 2014
IN COMUNIONE
Barlassina
Camminare nella Fede
di don Sandro
desiderio di rigiocarsi nuovamente nella iniziativa
missionaria.
Carissimi,
in questi giorni abbiamo festeggiato san Giulio, la
settimana precedente abbiamo vissuto la Festa della
Famiglia, la prossima seguirà la Giornata per la Vita.
Sono avvenimenti importanti perché riguardano
elementi importanti della vita quotidiana di noi tutti.
Sto notando un segno positivo, che sta accadendo
nella nostra parrocchia, forse ancora flebile, ma certo.
Tanti fedeli che hanno ritrovato un’esperienza di fede in
vari movimenti ecclesiali pian piano si stanno
avvicinando alla nostra comunità parrocchiale,
partecipando alle iniziative che vengono proposte.
S. Giulio, il nostro patrono, ci richiama la vita del nostro
paese, delle nostre famiglie e dei nostri figli. Che cosa
abbiamo di più caro di queste realtà? Quando penso al
nostro paese, mi invade subito un senso di gratitudine
per esservi stato mandato; nello stesso tempo penso
che non possiamo perdere quella “febbre di vita di
fede” che a Barlassina esisteva tanti anni fa. Le
vocazioni consacrate erano il segno di questa
sensibilità che il nostro paese ha sempre avuto.
La Chiesa è infatti l’ambito che raccoglie tutte le
ricchezze dello Spirito. Come è bello vedere nell’unità
della Chiesa la pluriformità della comunione ecclesiale!
Ciascuno deve mantenere come fonte ispiratrice del
suo cammino quell’ambito in cui ha ricevuto
l’esperienza di una vita nuova che lo ha mosso.
La parrocchia non ha la pretesa di volere esaurire il
luogo di ripresa educativa di tutti, anche se offre tanti
momenti di ripresa forte nella fede, ma vuole essere un
luogo di missione dove vivere la ricchezza dei propri
carismi.
Certamente la vocazione è una grazia che nasce dal
Signore, ma nello stesso tempo le vocazioni crescono
quando vi è un clima intenso di esperienza cristiana fra
i giovani e nella comunità parrocchiale.
La società del benessere ha certamente avuto
un’influenza nefasta sulla comunità parrocchiale e sui
giovani. La preoccupazione della gente è quella di non
avere troppi problemi, per cui la fatica e l’avventura di
rischiare la vita consegnandola per amore è
considerata qualcosa di negativo.
Penso che ogni fedele debba avere un luogo di
cammino e di verifica del proprio cammino di fede. Può
essere in parrocchia o altrove, ma non possiamo
camminare nella nostalgia di un cammino compiuto un
giorno ed oggi non rinnovato. Fatalmente ci si spegne
in una nostalgia che impedisce di vedere la
contemporaneità di Cristo nella tua vita di oggi.
Un’occasione per riprendere questa vitalità saranno le
Missioni parrocchiali che si svolgeranno ad ottobre.
Sarà un’opportunità, un invito al risveglio per ciascuno
di noi. Mi hanno raccontato che dieci anni fa, in
occasione delle precedenti Missioni, forte era
l’entusiasmo di tutti, dai giovani alle famiglie. Lo sarà
anche quest’anno?
La proposta del Cardinale di ripartire da una Comunità
Educante che coinvolge tutte le realtà educative che
lavorano insieme per l’educazione dei nostri ragazzi e
che in prima persona vivono un’esperienza di
comunione fraterna nella fede, può essere il punto di
ripartenza di vita nella nostra parrocchia.
Ognuno potrà misurare la sua intensità di vita dal
1
Indice
Vita in parrocchia:
Pag.3
I giudizi che contano
Rubrica “Lo scrigno della memoria”
di Antonietta Porro
Pag.5
Festa della Famiglia
Testimonianze
a cura della Redazione
Pag.6-7
“A voi che avete festeggiato il vostro anniversario”
lettera firmata
Pag.8-10-11
Educare in spirito di famiglia
a cura della Redazione
Settimana dell’Educazione
Pag.13
Mons. Apeciti medita con noi la lettera pastorale
dell’Arcivescovo
Secondo incontro del cammino adulti
a cura di Paola Visconti
Pag.14-15–16 Premiazioni del Concorso Presepi
a cura della Redazione
Pag.17
di Gianandrea Maggio
La gratuità radice della carità
Banco Alimentare e raccolta mensile alimenti
Vita della Chiesa:
Pag.18
Cristo non può essere diviso!
Racconto di un incontro nell’ambito della
Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani
di Paola Visconti
Un aiuto ad un giudizio:
Pag. 19
I tweet di gennaio di Papa Francesco
Rubrica “Pillole di Magistero”
Pag.20
Anagrafe parrocchiale
a cura di M.Cristina Arienti
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Lo scrigno della memoria
Vita in parrocchia
I giudizi che contano
di Antonietta Porro
Un uomo, suo figlio e il loro asino passavano un giorno d'estate per una strada di campagna, sotto il sole: l'uomo stava in groppa all'animale e il ragazzo camminava a piedi, davanti a loro. Un passante li vide e commentò tra sé
ad alta voce: «Padre degenere! Lascia che suo figlio vada a piedi, mentre lui si fa trasportare comodamente dal suo
asino!». Il padre, sentite queste parole, scese dall'asino e invitò il figlio a montarvi sopra. Fatti pochi passi, i due si imbatterono in un contadino, il quale osservò: «Figliolo, non ti vergogni a star sopra l'asino, mentre il tuo vecchio padre si
affatica camminando?». Il ragazzo allora fece posto al padre in groppa all'asino. Mentre tutti e due procedevano in
quel modo, un viandante incontrandoli li apostrofò duramente: «Non vedete che questa povera bestia è stremata? Voi
ve ne state lì sopra, comodi comodi, e intanto il vostro asino ansima per il caldo e la fatica!». I due, a quel punto, decisero di scendere dall'asino e di proseguire a piedi, mentre l'animale li seguiva a breve distanza. Erano quasi giunti al
paese quando incontrarono due donne, le quali, scambiando tra loro una rapida occhiata d'intesa e scuotendo eloquentemente la testa, commentarono a bassa voce (ma non così tanto che padre e figlio non potessero sentirle):
«Quanto sono sciocchi quei due! Hanno a disposizione un asino e se ne vanno a piedi, con questo caldo!». Per fortuna, nel frattempo bene o male erano arrivati al paese…
Ricordo che mia madre mi raccontava spesso questa piccola storia, quando, di fronte a una decisione da
prendere o ad una scelta da fare, mi vedeva eccessivamente preoccupata di ciò che gli altri avrebbero pensato di me.
«Non devi aver paura, se pensi che tu stia facendo la cosa giusta. Troverai sempre qualcuno che la pensa diversamente da te, per un motivo o per l'altro, e che ritiene che tu stia sbagliando!».
La capacità di giudizio è una virtù importante, per tutti gli uomini; ancora di più lo è per chi viva un'esperienza
di fede, perché la bontà del suo giudizio non è legata solo a ciò che il mondo crede sia bene, ma a ciò che è bene alla
luce del Vangelo. Giudicare – o, per usare una parola che ci ha insegnato il Papa, operare il "discernimento" – è il frutto di un lavoro paziente e riflessivo, è qualcosa che si impara col tempo, che non può essere fatto in fretta e secondo
l'istinto. Per giudicare opportunamente a volte è bene confrontarsi con chi è più saggio, o, per dirla in altro modo, con
chi è più avanti di noi nel cammino della fede, con chi esercita nella comunità cristiana il ruolo di autorità. Il giudizio
deve sempre fare i conti con la carità: non si dovrebbe scegliere di compiere azioni che facciano del male al prossimo,
e il discernimento deve tener conto di questo.
Non è facile, dunque, giudicare bene, e lo prova il fatto che tante volte i nostri giudizi sono diversi da quelli
degli altri, e non di rado queste differenze generano non solo un confronto utile e fecondo per tutti, ma anche piccoli o
grandi conflitti. E tuttavia guai se la paura di non essere approvati dagli altri ci impedisse di agire, una volta messa in
atto la nostra riflessione e una volta maturato il nostro giudizio. Quando il nostro operare è buono nelle intenzioni ed è
sostenuto da un vero discernimento, bisogna correre il rischio che qualcuno ci disapprovi e non rinunziare mai per
questo all'azione.
Papa Francesco, parlando della Chiesa, ci ha detto: «Preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per
essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie
sicurezze. … Più della paura di sbagliare spero che ci muova la paura di rinchiuderci nelle strutture che ci danno una
falsa protezione, nelle norme che ci trasformano in giudici implacabili, nelle abitudini in cui ci sentiamo tranquilli» (Evangelii gaudium, n. 49). Ciò che vale per tutta la Chiesa vale certamente, e a pieno titolo, anche per le singole
persone. Nessun giudizio umano, nessuna paura, nessun pregiudizio dunque dovrà trattenerci dal fare ciò che è buono: tanto meno il timore di essere disapprovati da qualcuno che non sia Colui che ci ha creati.
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Festa della Famiglia
Vita in parrocchia
Chiamati ad un cammino insieme
Domenica 26 la nostra comunità ha festeggiato solennemente gli anniversari di matrimonio e per noi che abbiamo felicemente raggiunto il traguardo del 25° anno, è stato particolarmente emozionante!
Rivivere e ripensare a tutti i momenti trascorsi insieme, nel bene e nel male, nella gioia e nella malattia, ha rafforzato
in noi l’unione che ci lega a Dio, a Colui che aveva predestinato il nostro incontro, affinché potessimo concretizzare il
Suo progetto, perpetuandolo nei nostri figli, i quali continuamente ci stimolano a proseguire e a trasmettere quotidianamente l’amore che da sempre contraddistingue il nostro cammino e il nostro stare insieme.
Ci hanno poi colpiti le parole di Don Sandro, il quale ha ricordato a tutti noi la grazia della comunione sponsale e ci ha
esortati alla carità reciproca, citando altresì le parole del Santo Padre Papa Francesco, che in famiglia ci ricorda di
chiedere sempre “permesso, grazie e scusa!”.
Ringraziamo quindi il Signore perché questa celebrazione resterà nei nostri cuori come un giorno davvero memorabile!
Patrizia e Fabio
La partecipazione alla Celebrazione Eucaristica dedicata agli anniversari di matrimonio è stata per noi un momento
sentito ed edificante.
Abbiamo avuto occasione di ripensare agli anni trascorsi insieme, alle grazie e benedizioni di cui il Signore ci ha fatto
dono durante il nostro cammino.
Il Signore ci è sempre stato vicino dimostrandoci che il nostro incontro non è stato frutto di una nostra scelta, ma una
vocazione da Lui voluta e sostenuta.
Don Sandro nella sua omelia ha inoltre ricordato ad ogni coppia l'importanza della stima reciproca e del perdono, due
elementi fondanti ogni matrimonio cristiano, due propositi da seguire con perseveranza.
Mariarosa e Angelo
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Vita in parrocchia
Festa della Famiglia
“A voi che avete festeggiato il vostro anniversario”
Riceviamo e pubblichiamo questa lettera, perché ne siamo stati colpiti; ci sono il grido e la domanda a Dio di farsi presente anche in una situazione drammatica come quella dell’abbandono coniugale, e a noi di essere in questo dolore
dei compagni di strada che sostengono il cammino con fede e speranza.
“Avrei voluto essere lì a festeggiare con voi; avrei raccolto qua e là stralci di conversazioni piene di ricordi, di comprensione, di affetto, di figli e nipoti, di preoccupazioni, di progetti e anche di dolori condivisi: piene di vita insieme. Avrei
voluto anch'io parlare di me, dei miei figli, della mia vita matrimoniale.
Ma mio marito non c'è più, perlomeno non c'è più per me e per i nostri figli.
Voi che avete potuto festeggiare siete benedetti da Dio: non sapete cosa si provi a rimanere soli in un matrimonio. Le
vedove e i vedovi conoscono lo strazio, lo smarrimento, il senso di vuoto, la mancanza fisica dell'altro che ti rende zoppo, guercio, monco, incompleto e insicuro. Scompagnato. Ma le separate e i separati conoscono in più anche il dolore
dell'amore tradito, calpestato, umiliato, respinto e perfino deriso; conoscono il dolore nello sguardo di figli increduli,
sofferenti e delusi. Dopo tanti anni di vita insieme è faticoso tornare ad essere "uno", e in ogni momento l'assenza
dell'altro si fa presenza dolorosa.
Il confessore ti invita a rimanere fedele al tuo matrimonio e a lasciare una porta aperta.. Io so di dare fastidio a mio
marito. Perché sono viva, perché soffro, perché esisto, perché sono come una coscienza fastidiosa che lo disturba e
gli ricorda chi è stato e chi è ora....Sopravvivo per i miei figli, per i miei genitori, e grazie a chi mi vuole bene. Sopravvivo perché Dio mi ama.
In Chiesa ho pregato con voi e per voi sposi che avete potuto festeggiare i vostri anniversari, e ho pregato anche per
le tante e i tanti che non saranno mai lì con voi perché l'altra parte li ha buttati via. E ho pregato anche per queste innumerevoli altre parti perché Dio li ami con particolare attenzione nella sua infinita misericordia.”
Lettera firmata
Don Sandro risponde:
Come è commovente questa lettera che fa trasparire in un modo chiaro tutto il dolore per un progetto tanto desiderato,
per il quale si è dato la vita ed ora sembra andato in fumo.
“… Sopravvivo per i miei figli, per i miei genitori, e grazie a chi mi vuole bene. Sopravvivo perché Dio mi ama…”
Dentro a tutto questo dolore abbiamo un motivo per sopravvivere: per i figli, per i genitori … e perché Dio ci ama.
Come è commovente questa certezza di fede!
Attraverso il coniuge ci eravamo innamorati pensando che poteva essere l’altra persona a riempirci la vita ed invece
oggi ci accorgiamo che era il Signore ciò che aveva provocato tutto il ribaltamento della nostra vita. Il nostro cuore cercava il Signore anche se non ce ne accorgevamo. Dio rimane sempre lì e ci ama. Da sempre il nostro cuore lo cercava
e non ce ne accorgevamo. In tutta questa storia era il Signore che ci aspettava e che ci amava.
San Paolo dice: “Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio”. Questo bene, che in certi momenti non riusciamo a
vedere, se il tuo cuore è fedele nel cercarlo, ti accorgerai di averlo in te: una forza che viene solo dal Signore e che
non solo ti sosterrà nel portare con dignità la croce, ma anche ti farà scoprire cose nuove e belle nella vita.
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Vita in parrocchia
Festa della Famiglia
Un detto antico diceva: ”Dio scrive parole dritte sulle nostre vite storte”. Se il nostro cuore permane nell’amore di Dio,
scoprirai certamente che anche questa croce non può non portare grande frutto di cambiamento e di amore. La nostra
strada di santità sarà più grande di prima.
“In Chiesa ho pregato con voi e per voi sposi che avete potuto festeggiare i vostri anniversari e ho pregato anche per
le tante e i tanti che non saranno mai lì con voi perché l'altra parte li ha buttati via. E ho pregato anche per queste innumerevoli altre parti perché Dio li ami con particolare attenzione nella sua infinita misericordia.”
E’ commovente quale grandezza di cuore ti è stata donata per scrivere questa frase!
Ti ringrazio per questa testimonianza di fede.
Siamo in comunione in Cristo
Don Sandro
Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli tutto tollera, tutto crede,
angeli,
tutto spera, tutto sopporta.
ma non avessi la carità,
La carità non verrà mai meno.
sarei un bronzo risonante o un cembalo squillante.
Le profezie scompariranno;
il dono delle lingue cesserà, la scienza svanirà;
Se avessi il dono della profezia
conosciamo infatti imperfettamente,
e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza
e imperfettamente profetizziamo;
e avessi tutta la fede in modo da spostare le
ma quando verrà la perfezione, sparirà ciò che
montagne,
è imperfetto.
ma non avessi la carità,
non sarei nulla.
Quando ero bambino, parlavo da bambino,
pensavo da bambino, ragionavo da bambino.
Se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poDa quando sono diventato uomo,
veri,
ho smesso le cose da bambino.
se dessi il mio corpo per essere arso,
e non avessi la carità,
Adesso vediamo come in uno specchio,
non mi gioverebbe a nulla.
in modo oscuro;
ma allora vedremo faccia a faccia.
La carità è paziente,
Ora conosco in parte,
è benigna la carità;
ma allora conoscerò perfettamente,
come perfettamente sono conosciuto.
la carità non invidia, non si vanta,
non si gonfia, non manca di rispetto,
Ora esistono queste tre cose:
non cerca il proprio interesse, non si adira,
la fede, la speranza e la carità;
non tiene conto del male ricevuto,
ma la più grande di esse è la carità.
ma si compiace della verità;
S. Paolo – Prima lettera ai Corinzi 13,1
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Settimana dell’Educazione 2014
Vita in parrocchia
Educare in spirito di famiglia
a cura della Redazione
La Settimana dell’Educazione si inserisce ogni anno dentro la cornice di due memorie liturgiche che fanno riferimento
all’attenzione verso il mondo giovanile: il 21 gennaio, memoria di sant’Agnese, che nel III secolo subì il martirio all’età
di 12 anni, e il 31 gennaio, memoria di san Giovanni Bosco, il prete educatore che il beato Giovanni Paolo II definì
come «Padre e maestro della gioventù».
Sono giorni in cui la Chiesa chiede a tutti coloro che sono impegnati nell’ambito dell’educazione all’interno della comunità cristiana di fermarsi a fare il punto sulla qualità del loro servizio e sulle motivazioni che li muovono nel loro impegno a favore dei più piccoli.
In particolare il tema scelto dalla nostra Diocesi quest’anno, “Educare in spirito di famiglia”, accoglie l’invito del Card.
Scola nell’ambito dell’iniziativa pastorale “Il campo è il mondo” a costituire o riformare la «comunità educante» nelle
nostre realtà ecclesiali ambrosiane. Il termine educazione rappresenta la parola chiave di queste giornate; il termine
famiglia ne é la chiave di lettura in quanto definisce lo spirito con cui si educa nella comunità cristiana, considerata
come famiglia di famiglie.
Con questo medesimo spirito anche nella nostra Unità Pastorale sono stati proposti vari momenti formativi, di riflessione e di intrattenimento rivolti a adolescenti, giovani, adulti, catechisti, educatori, allenatori e famiglie, tutti volti ad offrire un’opportunità di crescita, di conoscenza reciproca e di comunione. L’arrivo dell’urna di san Giovanni Bosco in Diocesi ha concluso nel modo più solenne la Settimana con l’incontro della Chiesa ambrosiana con chi ha saputo
«consumare» la sua vita per i più giovani e proporre uno stile educativo basato sull’amorevolezza e sullo spirito di
famiglia.
I giovani incontrano Stefano Arosio, responsabile della Pastorale Giovanile Salesiana di Milano
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Vita in parrocchia
Settimana dell’Educazione 2014
Adolescenti e 18/19enni in visita al Centro Salesiano di Arese per una testimonianza di due giovani del Centro
Gli adolescenti consegnano al Card.Scola un DVD con alcune domande nate nei loro incontri settimanali
Le ragazze festeggiano S.Agnese
con una serata di giochi e preghiera
Don Tonino Lasconi, sacerdote salesiano, scrittore e giornalista, ha incontrato
i genitori dei ragazzi in età scolare e tutta la comunità educante sui temi dell’educazione alla Fede e delle emergenze educative
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Settimana dell’Educazione 2014
Vita in parrocchia
Famiglie in gioco: una serata di animazione in cui genitori e figli sono stati coinvolti nel gioco
I pre-adolescenti partecipano all’incontro “I ragazzi di don Bosco e la comunità” tenuto dai loro educatori
S. Messa solenne nella memoria di S. Giovanni Bosco presieduta da don Samuele Marelli, responsabile della FOM e
consulente ecclesiastico del CSI
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Barlassina
Donazioni 2014:
9 marzo
8 giugno
7 settembre
7 dicembre
Se vuoi collaborare o diventare uno dei sostenitori del giornale di vita
parrocchiale “In Comunione”, puoi farlo nei seguenti modi:

Invia una e-mail all’indirizzo: [email protected]

Telefona direttamente al numero:  0362 / 566.750
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Cammino Adulti
Vita in parrocchia
Mons. Apeciti medita con noi la lettera pastorale dell’Arcivescovo
a cura di Paola Visconti
Venerdì 17 gennaio Mons.Apeciti ha tenuto il secondo dei tre incontri che faranno da filo conduttore al cammino adulti
di quest’anno.
Il primo si era tenuto il 29 novembre e aveva avuto come tema l’Anno della Fede appena conclusosi e le figure di tre
papi: Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II, la cui vita e il cui esempio tanto possono aiutarci.
Nel secondo incontro invece, in attesa di parlare la prossima volta della lettera apostolica “Evangelii Gaudium” di Papa
Francesco, Mons. Apeciti ci ha guidato nella comprensione della lettera pastorale del nostro Arcivescovo “Il Campo è il
Mondo”, sottolineando in particolare alcuni punti, che ci possono essere d’aiuto nel nostro cammino di fede:
1)
Innanzitutto il nostro Arcivescovo – ha ricordato - ci esorta a riprendere la ricchezza di interventi che Papa Benedetto ci aveva lasciato durante la sua visita a Milano in occasione dell’Incontro Mondiale delle Famiglie. Rileggendo quindi alcuni passi dagli interventi del Papa emerito, Mons. Apeciti ha sottolineato in particolar modo il
richiamo a tendere a cose grandi, alla santità, che, come diceva Giovanni Paolo II al termine del Giubileo del
2000, non è qualcosa di straordinario, ma la misura ordinaria della vita di un cristiano. Questo esige naturalmente impegno e rinuncia alla pigrizia; è importante il dovere. Tante volte ci lasciamo prendere dal “se me la
sento”, “non ho voglia”, ma se qualcosa è bello e prezioso, vale la pena fare uno sforzo.
Non c’è naturalmente solo il dovere: nelle due figure che Papa Benedetto ha proposto come modelli ai cresimandi, cioè San Domenico Savio e Santa Maria Goretti, traspare anche l’importanza dell’allegria, della serenità, dell’essere amici di tutti e del perdono.
2)
Perché il Cardinale ci offre questa lettera pastorale? Perché ci invita a considerare che “il campo è il mondo”,
cioè ogni ambito della nostra vita e ogni persona che incontriamo?
Perché non dobbiamo nasconderci che anche nella nostra Diocesi, pur con tante ricchezze, a tanti cristiani capita di vivere come se Dio non ci fosse. Per tante persone la parola di Dio sull’amore non ha attrattiva, la dottrina
sociale della Chiesa è percepita come un’utopia, il significato della festa cristiana è smarrito. Dobbiamo allora
diventare o ridiventare testimoni convinti della bellezza della nostra fede.
3)
Come possiamo arrivare a questo?
La pagina del Vangelo che fa da icona alla lettera pastorale è quella della parabola del buon seme e della zizzania, che ci suggerisce come primo atteggiamento quello della fiducia: il mondo è innanzitutto il campo bello
di Dio, dove Dio semina il buon seme. Solo poi arriva la zizzania, ma mentre il grano cresce, la zizzania serpeggia, essa non prevarrà.
Fondamentale poi è la preghiera, dialogo quotidiano con Dio, che ci consente di fondare la nostra vita sulla roccia e non ci fa affannare a fare tante cose, ma ci aiuta a fare bene, con il cuore, quello che facciamo, tanto o
poco che sia. E’ importante, è preziosa la preghiera – ci ha ammonito Mons. Apeciti - ricordando a noi che lo
stavamo ascoltando che chi entra in Chiesa si porta dietro tutto il paese
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Vita in parrocchia
Concorso Presepi
Premiazioni del Concorso Presepi
a cura della Redazione
Come anticipato nel numero scorso, diamo conto di seguito dei vincitori del Concorso Presepi di quest’anno:
La commissione
I premi
Il Salone dell’Oratorio pronto ad accogliere i vincitori
Premio speciale della giuria: OASI 2
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Vita in parrocchia
Concorso Presepi
1° premio sezione Ragazzi: Gaia Lanzini
2° premio sezione Ragazzi: Davide Perdon
3° premio sezione Ragazzi: Stefano Trezzi
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Vita in parrocchia
1° premio sezione Adulti: Umberto Zanella
2° premio sezione Adulti: Claudia della Frera
3° premio sezione Adulti: Virginia Pensi
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Banco alimentare e raccolta mensile alimenti
Vita in parrocchia
La gratuità radice della carità
di Gianandrea Maggio
“Quando lo studio della verità cristiana si rimbocca le maniche, quello è il momento in cui la verità diventa carità, una
carezza data a chi è nella sventura”.
Se fermiamo un solo secondo il nostro correre quotidiano ci rendiamo conto di quanto questo sia vero e quante siano
le carezze che la nostra comunità dispensi ogni mese attraverso i gesti di carità presenti in parrocchia.
Tra i veri gesti di carità che nella nostra comunità ci sono, ormai consolidati, il banco alimentare con la distribuzione
dei pacchi e la raccolta mensile parrocchiale degli alimenti.
Il primo gesto nasce lontano nel tempo grazie alla San Vincenzo de’ Paoli e alla ferrea volontà delle sue dame presenti a Barlassina. In questi anni abbiamo raddoppiato le famiglie a cui vengono distribuiti i pacchi alimentari, ma non è
mai venuta meno la volontà di fare bene e continuare a rendere questo gesto bello soprattutto per tutti i volontari che
ci lavorano ogni mese.
Il secondo gesto è strettamente legato al primo e nasce per far fronte alle politiche della Comunità Europea sugli indigenti, ma soprattutto per rilanciare le ragioni di un gesto come può essere un gesto di carità.
E’ un gesto prima di tutto che si fa prima per se stessi più che per gli altri. Lo si fa per rendere piena la propria vita, per
darle pienezza, come spesso ci sentiamo ripetere da chi guida la nostra comunità.
I gesti del banco e della raccolta mensile proseguono anche quest’anno con qualche difficoltà in più legata al fatto che
la nostra quotidianità spesso prende il sopravvento sulla nostra carità, ma procede confidando soprattutto che in futuro
altri vengano ad aiutarci a rendere la propria vita vera e piena: le porte sono sempre aperte, non serve bussare, basta
entrare e dire: “Eccomi qui!”.
Un paio di anni fa lessi alcune frasi riguardo alla gratuità e alla carità e con queste vorrei lasciarci per continuare a riflettere:
“La preferenza di Dio è totalmente gratuita, tanto è vero che ci prende così come siamo - e per questo è la ragione che
sta all’inizio di ogni nostra iniziativa verso gli altri e ne indica il metodo: la gratuità.
Se non partiamo da qui in ogni nostro tentativo di amare e di aiutare gli altri, in ogni gesto che chiamiamo di carità,
prima o poi ci stanchiamo, le cose ci logorano e col tempo diventiamo sordi al nostro bisogno e a quello dei nostri fratelli uomini. E per questo siamo tentati di chiuderci nell’individualismo, ultimamente indifferenti a tutto e a tutti, cioè
soli.
Ma rimanere stupefatti perché Cristo ha avuto pietà del nostro niente, abbassandosi fino a divenire uno tra noi, questo vince ogni smarrimento e
ogni impotenza e ci rende colmi di quella pienezza che ci fa accettare ogni
sacrificio, fino alla possibilità umanamente inconcepibile di dare la vita
perché l’altro viva, esattamente come ha fatto Gesù con ciascuno di noi e
come farebbe una madre cristiana col proprio bambino”
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Vita della Chiesa
Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani
Cristo non può essere diviso!
di Paola Visconti
Natasha è una giovane teologa di origine slovena, che da anni ormai fa parte dell’équipe del Centro Aletti di Roma.
La Comunità delle Sorelle del Signore di Saronno, di cui fanno parte anche Sandra e Stefania, due nostre concittadine, l’ha invitata sabato 25 gennaio nell’ambito delle iniziative per la Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani e la
mia amica Roberta ed io, insieme a tante altre persone, abbiamo accettato l’invito e abbiamo avuto la fortuna di poterla incontrare.
Natasha è una persona solare, ha una bellissima luce negli occhi; si percepisce immediatamente, ancor prima che
parli, che deve aver incontrato qualcosa di bello e in effetti subito rimango spiazzata: mi aspettavo una bella conferenza e invece Natasha ci offre “semplicemente” un racconto, il racconto della sua esperienza e di quella del Centro Aletti.
Battezzata a 18 anni, decide di intraprendere lo studio della teologia per poter approfondire sempre meglio la Fede.
Questo desiderio per lei è grande e sincero, ma a poco a poco si rende conto che lo studio da solo non le basta, manca qualcosa.
E’ allora che ha la fortuna di venire in contatto con il Centro Aletti.
Questo Centro, che fa parte del Pontificio Consiglio Orientale, fu voluto nel lontano 1992 da Papa Giovanni Paolo II ed
é un centro di studi e ricerche primariamente rivolto a studiosi e artisti di ispirazione cristiana del centro ed est Europa,
per creare l’occasione di un incontro tra loro e i colleghi dell’ovest.
Una delle attività principali del Centro è l’atelier, uno spazio in cui un gruppo di artisti cristiani vive, prega e lavora insieme. Oltre a varie tecniche artistiche, vi si studia teologia, liturgia, bibbia, spiritualità, così da favorire un nuovo incontro tra l’arte e la fede, tra le diverse Chiese e gli artisti. Sotto la guida di Padre Rupnik, innumerevoli sono ormai
negli anni soprattutto i mosaici che gli artisti dell’atelier sono stati chiamati a realizzare nel mondo (in Vaticano, a Lourdes, nel nuovo centro alle porte di Cracovia dedicato a Giovanni Paolo II …).
E’ bello vedere, nei video che Natasha ci mostra, tante persone appartenenti a mondi diversi stare insieme, mettersi al
servizio degli altri, anche in modo molto semplice: il professore universitario torna dalle sue lezioni e si mette a cucinare o a lavare i piatti per gli altri.
Ed è interessante notare come la Fede e lo scambio nella Fede crescano passando attraverso la concretezza, il lavoro manuale, oltre che lo studio; stare tanto
tempo su un cantiere a fare un mosaico è una grande scuola di comunione e ad
esempio, tra le altre cose, guardare le tessere del mosaico e vedere che non
sono di per sé né tutte uguali né perfette, ma insieme creano l’opera d’arte, è un
aiuto a comprendere che l’uomo in sé non è perfetto, ma la sua perfezione sta
nell’accogliere l’azione di Dio, il Creatore, l’Artista per eccellenza.
Mentre la giornata volge al termine, penso che quello che Natasha ci sta raccontando e facendo vedere é proprio un ecumenismo “sul campo”, che davvero
“Cristo non può essere diviso!”, come diceva San Paolo, e che di fatto l’unità dei
cristiani è possibile, se riusciamo ad ancorarci all’Unico che davvero conta:
Gesù.
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Pillole di Magistero
Un aiuto ad un giudizio
I tweet di gennaio di Papa Francesco
a cura di M. Cristina Arienti
Papa Francesco ‫@‏‬Pontifex_it27 gen
Cari giovani, non accontentatevi di una vita mediocre. Lasciatevi affascinare da ciò che è vero e bello, da Dio!
Papa Francesco ‫@‏‬Pontifex_it21 gen
Se viviamo la fede nel quotidiano, anche il lavoro diventa occasione per trasmettere la gioia di essere cristiani.
.
Papa Francesco ‫@‏‬Pontifex_it16 gen
Preghiamo per la pace, e cerchiamo di costruirla, incominciando da casa!
Papa Francesco ‫@‏‬Pontifex_it11 gen
Nessun anziano dovrebbe essere come “esiliato” nelle nostre famiglie. Gli anziani sono un tesoro per la società.
Papa Francesco ‫@‏‬Pontifex_it13 gen
Il Signore bussa alla porta del nostro cuore. Forse noi abbiamo messo un piccolo cartello con scritto: “Non disturbare”?
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ANAGRAFE PARROCCHIALE di Gennaio 2014
BATTESIMI
1
MORELLI ANDREA
di LORIS
e FESTA VALERIA
2
MOLTENI GIULIA
di STEFANO
e ORMELLESE MICHELA
FUNERALI
1
GALIMBERTI
DANTE
anni 74
2
MERONI
LUCIANA
anni 88
3
VENTURINI
GIUSEPPINA
anni 101
4
FONTANA
NELLO
anni 76
5
BALCONI
EDOARDO
anni 84
OFFERTE
BATTESIMI
€ 100,00
FUNERALI
€ 950,00
SANTA INFANZIA
€ 370,00
Segreteria Parrocchiale
c/o casa parrocchiale Via Don Speroni, 6 - Barlassina
Servizi offerti
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Prenotazioni di SS.Messe
Richiesta di Certificati
Raccolta abbonamenti ad “Il Segno” ed “In Comunione”
Iscrizione al Corso per fidanzati
Iscrizioni ad altre iniziative parrocchiali
Orari di apertura:
INFO:  366 / 715.36.86
Mercoledì 09.30 ÷ 11.00
(attivo solo negli orari
di apertura della Segreteria)
Sabato: 09.30 ÷ 11.30
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