nr. 20 del 25 lu

Notiziario della Sezione Agordina
Anno VII
GIGLIO MARTAGONE
Nr. 20
del 25 luglio 2014
Senza la fretta di promuovere una nuova
escursione, trovo il tempo per scrivere
qualche riga su un argomento che esula un
po’ la solita montagna…
Come tutti sappiamo, la vita di ognuno è un
susseguirsi di esperienze che nel corso degli
anni serviranno per evitare di commettere
nuovamente errori già fatti o migliorarsi in
situazioni e contesti in cui la vita stessa si
svolge.
Anche noi che frequentiamo la montagna,
viviamo di esperienze più o meno positive e
piacevoli che servono a far maturare
l’alpinista che c’è in noi.
Per farla breve, se potete evitate di andare
in montagna (sulle Dolomiti Bellunesi) il 20
luglio!!!
ATTIVITA’ AL RIFUGIO SCARPA-GUREKIAN
Prosegue intensa la programmazione e lo svolgimento dell’attività al Rifugio ai piedi
dell’Agnèr, per soddisfare i gusti più diversi, dallo sport all’astronomia, alla musica di
qualità.
In allegato ed in extremis, le prossime proposte.
MONTE PIZZON
Dopo essere stati sulle Piccole Dolomiti e precisamente sulla Cima del Monte Carega,
domenica 13 luglio u.s. anche se all’alba (04,30) il tempo non prometteva niente di
buono, impavidi ci siamo ritrovati presso la sede sociale in tredici per affrontare la Cima
del Monte Pizzòn o Piz di Meodì, come viene chiamato dagli abitanti di Rivamonte
Agordino.
Partiti da Forcella Franche ci siamo inoltrati lungo il ripido sentiero che porta a Sora
Croda dove abbiamo preso un po’ di fiato ed abbiamo goduto della magnifica vista su
Tiser e sui villaggi di Casera e di Renon. Continuando attraverso la mugheta sempre in
ripida salita, siamo giunti nei pressi del Contron e man mano che salivamo di quota il
panorama si apriva sull’Agner e a tutte le cime che circondano la Conca Agordina;
raggiunto il Contron di Dentro, abbiamo risalito il canalino e la cresta finale giungendo
in vetta alle 10,40. Panorama mozzafiato sui Monti del Sole e sulle restanti Cime dal Piz
di Sagron fino al Castello del Moschesin, compreso Antelao, Torre dei Sabbioni e Cima
Bel Prà nel cuore delle Marmarole; inoltre l’occhio ha potuto spaziare su tutte le frazioni
di Rivamonte Agordino, di Agordo e su fino a San Tommaso Agordino. Dopo
l’immancabile istantanea scattata dal Presidente, a malincuore siamo ritornati sui nostri
passi anche perché il tempo stava per cambiare. Giunti al punto di partenza come di
consueto, abbiamo potuto godere di un buon Radler e dei prelibati dolci e al termine
dello spuntino, le prime gocce di pioggia hanno fatto la loro apparizione facendoci
battere in ritirata.
p.s. Iscritto alla gita c’era anche un signore con origini Gosaldine , ma che da molti anni
vive a Londra e che non aveva mai affrontato una salita ad una cima con un dislivello
così importante ed un panorama altrettanto spettacolare; nonostante la fatica che ha
dovuto patire probabilmente per il poco allenamento, credo e penso di non sbagliare
affermando che al termine della gita, persona più felice ed entusiasta di lui non c’era.
dario
MONTE PIZZOCCO
Il 20 luglio, la solita allegra combriccola, si è trasferita a San Gregorio nelle Alpi da dove
è iniziata la salita al Monte Pizzocco.
Il clima era decisamente afoso e subito le fronti (non di tutti..) si sono imperlate di
sudore, salendo verso il rifugio Casera Ere. Breve pausa-caffè e di nuovo in marcia lungo
le ripide scarpate erbose del sentiero più diretto, fino alla croce del M. Piz.
Il ripido sentiero, ha messo alla prova gli escursionisti, ma ha fatto risparmiare un po’ di
strada e di tempo. Per fortuna il sole era mascherato da qualche nuvola, così gli ultimi
tratti più impegnativi, sono stati insidiati in maniera minore dalla calura.
E finalmente, verso mezzogiorno “la quindicina” ha raggiunto la cima a 2186 m, con
bella soddisfazione di tutti.
Purtroppo però, il tanto sospirato panorama a 360° con vista della Laguna Veneta, è
rimasto un miraggio, tant’è che a malapena in cima ci si vedeva solo tra noi.
E qui finalmente riuscite a capire perché non bisogna salire sulle cime il 20 di luglio:
infatti i fuochi d’artificio della Festa del Redentore a Venezia, provocano un denso fumo
che, salendo verso le Dolomiti, offusca completamente la visuale a chi sale sulle cime il
giorno dopo.
Ora abbiate un po’ di pietà per chi scrive queste cavolate: non fa niente di male e
soprattutto non si fuma niente di strano e non assume allucinogeni….Ah ah ah
Tornando alle cose serie, dopo il rituale delle foto sulla cima e riprese un po’ le forze, il
gruppo ha cominciato la discesa che nel tratto iniziale ripercorreva la traccia di salita,
proseguendo poi verso Forcella Intrigos. Da qui, tra le nebbie si è potuta apprezzare una
breve vista sulla parete nord-est e l’ultimo tratto della Val Fiscalina, particolarmente
selvaggia e impervia. Evitato il Bivacco Palia per seguire il sentiero più diretto, siamo
così tornati al punto di partenza dove ci attendeva il solito e meritato rinfresco,
apprezzato come sempre da tutti.
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