Legainf 23-2014

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Anno XXV - N. 23 - 20 giugno 2014
Primo piano
Strumenti finanziari e opportunità
per la ripresa dell’universo cooperativo
Foto © Gaia Levi
Sono stati illustrati nel corso di un seminario nazionale che si è svolto a Bologna
Settori
a pagina 2-3
Ritratti
Greetings from
Alghero: la start up
per creativi
Un’opportunità in più per Alghero. Ad aprirla sono Rosaria Agueci, Marta
Pettinau, Sara Pettinau e
Antonello Ragnedda, età
media 30 anni, soci fondatori della cooperativa
“Greetings from Alghero”. La cooperativa
mira, infatti, a rigenerare la
cultura e l’artigianato locali,
incoraggiando artisti e designer a rileggere...
Nota della redazione
Questo numero è stato chiuso
il 19 giugno 2014 alle ore 14,30
Imprese
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leggi
Legacoopsociali
Dall’Argentina nuove Impresa sociale,
un master
opportunità per la
cooperazioneitaliana di alta formazione
Conad
Nonostante la crisi
chiude un altro anno
positivo +5,9%
Osservatorio SWG
Sì al Daspo.
Colpire il triangolo
tangentizio
Italia-Argentina, un’alleanza Promosso da Human Founper la cooperazione. Nei dation e sostenuto da Fongiorni scorsi si è svolta... dazione Vodafone Italia...
Il 2013 è stato l’anno peggiore dal dopoguerra. Ciononostante Conad conferma
il trend di crescita in tutte le
regioni italiane, portando il
giro d’affari a 11,6 miliardi
di euro – 648 milioni più
del 2012 (+5,9 per cento) –
e rafforzando ulteriormente
la leadership nel canale dei
supermercati, al 18,5 per
cento, e nei negozi di prossimità, al 14,3 per cento
(fonte: Guida Nielsen Largo
Consumo, II semestre
2013). Le famiglie ...
Il quadro della corruzione e
del malaffare pubblico, per
gli italiani, è limpido nella
sua composizione. Il suo
assetto assume i contorni di
un triangolo scaleno, con al
vertice i politici, attori indiscussi del malcostume italico; sul lato più lungo, si
posizionano i burocrati della
pubblica amministrazione
(funzionari e dirigenti), i
quali non perdono occasione per mostrarsi parte
integrante della morsa cleptocratica...
Legacoop
Coop Comunità
Si di Anas al sindaco
Castelli, casa cantonierasaràcooperativa
Territori
Liguria
Decolla coordinamento europeo per
le nuove cooperative
Dopo Bobbio la statale 45 Il supporto per la creazione
ci regala dei panorami di nuove cooperative si comozzafiato sui meandri... ordina in Europa. ...
Segreteria di Redazione:
Anna Colomberotto
Tel. 06-844.39.372
Fax 06-844.39.402
Organo ufficiale
della Lega Nazionale
delle Cooperative e Mutue
Settimanale di notizie a cura
dell’Ufficio Stampa di Legacoop
Direttore Responsabile:
Dora Iacobelli
Registrazione al Tribunale di Roma
n. 00503/90 del 6-08-1990
Primo piano
Strumenti finanziari e opportunità
per la ripresa dell’universo cooperativo
2
Sono stati illustrati nel corso di un seminario nazionale che si è svolto a Bologna
Legacoop in campo, con le strutture di sistema, per le cooperative. Per favorire
l’uscita dalla crisi e favorire la ripresa. Strumenti diversi, per rispondere a esigenze
sempre più diversificate. Il punto è stato
fatto giovedì 19 giugno a Bologna, nel
corso del Seminario sugli strumenti finanziari e le opportunità per le imprese cooperative presso la Sala A della Torre
Legacoop in Viale Aldo Moro. Strumenti tradizionali, che confermano il proprio impegno, ma anche opportunità nuove, come
quelle offerte dai minibond.
Secondo un rapporto recente del Centro
Studi che indaga sulla possibilità delle cooperative oggetto dell’indagine, di emettere
titoli (obbligazioni, minibond) cercando
strumenti di finanziamento alternativi al canale bancario per gestire l’attività ordinaria,
sono 407 le cooperative italiane potenzialmente interessate ad accedere al mercato
dei capitali di debito. In base alla dimensione aziendale si tratta di 44 imprese con
valore della produzione oltre i 50 milioni di
euro (dato 2012) pari al 10,8% del totale e
363 società di dimensioni medio piccole,
pari all’89,2%.
"Stanno proseguendo – ha spiegato
Mauro Gori, responsabile del Dipartimento Attività Economico-finanziarie di Legacoop – gli incontri con quei fondi
specializzati in mini bond che hanno dimostrato interesse per la nostra impostazione.
L'obiettivo di abbassare la soglia minima
indicata per una emissione sembra essere
conseguibile, così come quello di un contenimento dei costi indiretti, ossia non relativi agli interessi da pagare per il
finanziamento. Nelle prossime settimane
potrebbero concretizzarsi due operazioni di
emissioni di mini bond da parte di due cooperative di piccole/medie dimensioni, afferenti a territori e settori diversi, entrambe
associate a Legacoop. Si tratterebbe di un
importante risultato e dell'inizio di un percorso che anche altre imprese cooperative
potranno a breve intraprendere".
Anche Coopfond sta guardando con interesse verso i nuovi strumenti finalizzati alla
disintermediazione bancaria, sta valutando
nuovi interventi a sostegno degli start up
cooperativi e sta potenziando la ricerca di
risorse oltre il tradizionale 3% derivante
dagli utili delle cooperative. Intanto comunque prosegue l’attività ordinaria, che
nel corso dell’ultimo esercizio ha visto deliberare 45 interventi nell’attività rotativa
con un impegno complessivo pari a 42,5ml
di €. Il maggior numero di interventi si colloca nelle sezioni sviluppo, con-solidamento e prestiti in convenzione –
comprendendo tra questi anche i pro- getti
speciali destinati a particolari settori – con
un incremento della sezione consolidamento, volta al riequilibrio economico-finanziario e patrimoniale delle cooperative.
È significativo considerare che negli ultimi
5 esercizi, cioè dall’inizio della crisi, Coopfond ha deliberato sull’attività caratteristica
oltre 210 ml di € su 286 interventi, cui va
aggiunto un importo molto sostenuto tra le
partecipazioni stabili a supporto di Cooperare, Cooperfactor, le finanziarie territoriali
e il sostegno a Cooperfidi.
CFI è un investitore istituzionale che dal
1986 opera a supporto delle imprese cooperative di produzione lavoro e delle cooperative sociali, che nel 2013 ha deliberato
interventi per 10,5 milioni di euro a sostegno di 29 progetti cooperativi (+45% ri-
Foto © Gaia Levi
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Primo piano
ACI
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3
spetto al 2012; + 125% rispetto al 2011)
mentre nel biennio 2014-2015 obiettivo è
investire 30 milioni di euro a sostegno di
circa 80 progetti di impresa, che avranno
un impatto occupazionale non inferiore alle
5.000 unità. CFI, nel corso dell’ultimo triennio, oltre a diversificare in modo significativo i settori di intervento, ad aumentare il
livello di accessibilità a cooperative di piccola dimensione e ai giovani, a rafforzare le
cooperative del comparto industriale, più
sofferenti, e a continuare il trend di impieghi nel settore del sociale, più stabile nelle
performance e più dinamico negli investimenti, manterrà primario l’impegno nei
workers buyout, principale mission di CFI
e della legge Marcora.
Proprio in riferimento a questa tipologia di
operazione è stato perfezionato un approccio innovativo, connotato da un taglio
molto pragmatico, facendo sistema con le
associazioni e i diversi strumenti finanziari
Primo piano
ACI
Legacoop, approccio che oggi consente di
dare risposte rapide ed efficaci ad una domanda che cresce, il cui impatto in termini
di occupazione e fiducia verso il futuro è
immediato. Alcuni numeri possono confermare il trend: dal 2011 ad oggi, su 86 operazioni approvate, 42 sono state per wbo e
start up; nel solo 1° semestre 2014 su 34
progetti deliberati, 15 appartengono al
wbo; la diffusione di tale strumento per
fronteggiare la crisi di impresa cresce,
anche grazie ai diversi casi di successo e al
consolidamento delle buone pratiche.
Cooperfidi Italia, il confidi nazionale della
Cooperazione, ha chiuso il bilancio 2013
con un incremento superiore al 30% delle
garanzie rilasciate alle cooperative rispetto
Legacoop
Settori
al 2012 mentre la base sociale ha superato le 3.500 unità. Il nuovo Consiglio di
Amministrazione insediato dall’assemblea
dei soci di maggio proseguirà nell’attività
di ulteriore allargamento della base sociale
e delle garanzie rilasciate. Per conseguire
questo risultato nel corso del 2014 sono
state intraprese iniziative per sviluppare il
rilascio delle fideiussioni commerciali verso
enti pubblici o privati che le cooperative,
anche con un buon standing creditizio,
spesso hanno difficoltà ad acquisire. Con i
fondi mutualistici è in corso di definizione
un’operazione per facilitare la capitalizzazione delle cooperative. Con Banca prossima del Gruppo Intesa stiamo mettendo a
punto una specifica attività di rilascio di garanzie verso il settore no profit. Prosegue
infine il sostegno alla filiera della cooperazione agroalimentare.
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Primo piano
4
RITRATTI DI NUOVE COOPERATIVE
Greetings from Alghero:
la start up cooperativa per designer e creativi
Un’opportunità in più per Alghero. Ad aprirla
sono Rosaria Agueci, Marta Pettinau,
Sara Pettinau e Antonello Ragnedda, età
media 30 anni, soci fondatori della cooperativa “Greetings from Alghero”. La cooperativa mira, infatti, a rigenerare la cultura e
l’artigianato locali, incoraggiando artisti e designer a rileggere e reinventare in chiave
contemporanea e originale materiali, tecniche, identità, luoghi, storie e tradizioni della
città e della Sardegna.
Come? Coinvolgendo le aziende sul territorio,
gli abitanti della città, attraverso laboratori di
creatività partecipata, con la promozione di
partnership con i giovani creativi, gli enti pubblici e privati che operano nel settore del turismo.
Come siete passati dall’idea alla creazione di un’impresa cooperativa?
“Venivamo da studi in architettura, arte contemporanea e grafica, con esperienze importanti anche all’estero – spiega Marta
Pettinau, socia della cooperativa. Per circa
un anno abbiamo provato ad elaborare un
progetto architettonico e culturale nei locali
di in un ex cotonificio del territorio. La ristrutturazione non era alla nostra portata, - racconta - ma dall’esperienza abbiamo
estrapolato il progetto imprenditoriale e trasformato l’idea dell’ex cotonificio negli Atelier. Siamo venuti a conoscenza del bando
Culturability per start up creative e abbiamo
pensato di partecipare per provare a realizzare il nostro obiettivo. Siamo riusciti a superare la prima fase e con il supporto di
Legacoop Sardegna, da sempre nel nostro percorso, - sottolinea Pettinau - abbiamo presentato il business plan e vinto il
finanziamento. È stata per noi una grande infusione di fiducia perché è stata riconosciuta
la validità del progetto imprenditoriale”.
Di cosa si occuperà la cooperativa
Primo piano
ACI
Greetings from Alghero?
“Gli artisti emergenti e le nuove leve della
creatività e della manifattura locale saranno
sostenuti e promossi, tramite lo sviluppo di
progetti, dentro e fuori i confini dell’isola attraverso l’apertura di atelier, dove saranno
esposti i manufatti da loro prodotti con il
marchio Greetings from Alghero, affinché possano essere i testimonial della diffusione di una nuova immagine di Alghero e
della qualità della sua classe creativa. Un
marchio per dare una lettura innovativa e
contemporanea della città – spiega - ed incoraggiare nuove sperimentazioni che vadano oltre il solito souvenir con oggetti di
scarsa qualità. Stiamo ora individuando gli
spazi che diventeranno gli Atelier per i designer sardi e non che sono il cuore del progetto. A breve organizzeremo una mostra racconta - con le opere di itinerante nel centro storico di Alghero per conto di una associazione del territorio, con negozianti e
ristoratori che vogliono ridare valore alla lingua e alle tradizioni. Abbiamo inoltre avviato
Legacoop
Settori
rapporti per farci conoscere in particolare con
l’Università e la facoltà di Architettura per
coinvolgere artisti emergenti”.
Consigliereste questa esperienza ad
altri giovani in cerca di opportunità?
“Non conoscevamo la forma d’impresa cooperativa prima, – racconta Marta Pettinau –
ed il percorso di tutoraggio offerto dal bando
ci ha permesso di informarci e capire che
poteva essere la tipologia adatta al nostro
progetto e per superare i limiti dell’associazione no profit. L’idea di aprire una cooperativa è stata una sfida – spiega - veniamo da
esperienze varie di lavoro senza garanzie e
abbiamo voluto costruirci il lavoro che volevamo, sapendo che faremo sicuramente sacrifici - dice - ma vogliamo rischiare e
metterci in gioco per una vera soddisfazione
professionale e la cooperativa è una forma
di impresa snella, dove i rapporti sono democratici ed è quindi utile per i giovani che
vogliono intraprendere una esperienza di lavoro autonomo per costruire il proprio futuro”.
Territori
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Alleanza
>> Alleanza Cooperative Italiane
>> Alleanza Cooperative Italiane
>> Alleanza Cooperative Pesca
Primo piano
ACI
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ALLEANZA COOPERATIVE ITALIANE
Dall’Argentina nuove opportunità
per la cooperazione italiana
Italia-Argentina, un’alleanza per la cooperazione. Nei giorni scorsi si è svolta una missione che, sostenuta dal Ministero dello
Sviluppo economico, ha portato in Italia una
delegazione di 16 dirigenti cooperativi argentini in rappresentanza di altrettante organizzazioni e imprese dei principali settori
cooperativi di quel Paese, ospiti di Legacoop
e Confcooperative.
La cooperazione italiana ed argentina hanno
una lunga storia di rapporti e collaborazioni
che hanno visto impegnati, nel corso degli
anni , molti cooperatori dei due Paesi, provenienti da settori, regioni e territori diversi.
La delegazione argentina era guidata dall’amministratore di Cooperar, l’organizzazione nazionale delle cooperative argentine,
Mario Descarga, accompagnato dai Presidenti delle Federazioni e delle imprese
cooperative dei settori del credito, consumo,
sanitario, turismo, agricoltura, assicurazioni,
lavoro e servizi, energia, telefonia.
Da parte italiana, oltre ai soggetti cooperativi e istituzionali promotori del progetto indicati sopra, hanno partecipato i
rappresentanti delle strutture settoriali, di alcune regioni e delle imprese di Legacoop e
Confcooperative dei settori omologhi. L’iniziativa, nei suoi vari momenti organizzativi,
tra cui anche incontri B2B e visite a cooperative delle due Organizzazioni italiane, è
stata occasione di reciproco approfondimento della conoscenza ed ha permesso di
porre le basi per future collaborazioni tra le
Organizzazioni e le imprese cooperative dei
due Paesi.
Il programma generale, realizzato con il prezioso supporto organizzativo dell’Agenzia
ICE, ha avuto come evento centrale il workshop “Italia e Argentina: quali spazi di
collaborazione per le imprese cooperative?” che si è tenuto presso la sede
centrale dell’ICE Agenzia a Roma. Il seminario è stato aperto dai saluti istituzionali di
Maurizio Cotrona, della Direzione Generale Politiche Internazionalizzazione e Promozione degli Scambi del Ministero dello
Sviluppo Economico, di Maria Carmela Ottaviano, Dirigente Ufficio Intersettoriale
Grandi Progetti Internazionali dell’ICE-Agenzia (in sostituzione del Direttore Giovanni
Legacoop
Settori
Sacchi), da Gianna Perra, Ufficio Relazioni
Internazionali Confcooperative (in sostituzione di Antonello Ciambriello) .
Sono poi intervenuti il Ministro Plenipotenziario dell’Ambasciata argentina in Italia,
Carlos Cherniak, il Segretario Socio-Economico dell’Istituto Italo-Latino Americano
(IILA), José Luis Rhi-Sausi, e il Direttore
dell’Ufficio ICE di Buenos Aires, Sergio La
Verghetta,. i quali hanno presentato ai partecipanti il quadro politico, economico e sociale dell’Argentina e, più in generale gli
scenari dell’America Latina, sottolineando
l’interesse con il quale moltissimi paesi
guardano all’esperienza cooperativa italiana
anche in un’ottica di promozione degli
scambi e delle collaborazioni in ambito economico e commerciale.
Il workshop ha affrontato varie tematiche:
nella prima sessione, coordinata da Stefania Marcone, Responsabile Ufficio Relazioni Internazionali, Internazionalizzazione e
Politiche Europee si è discusso di “Internazionalizzazione e Innovazione Cooperativa:
opportunità di partenariati nell’ambito dei
rapporti tra sistemi Paese”con il contributo
di Filomena Maffullo Cooperativa Città
Solidale, Simone Mattioli, Presidente Consorzio Indaco, Marcelo O. Gallo, Presidente
Federazione Argentina Cooperative Elettriche e Servizi Pubblici (FACE).
Nella seconda sessione, coordinata da Alberto Zevi, Presidente Centro Studi Legacoop, si sono affrontati i temi legati alle
“Esigenze finanziarie e strumenti di
sostegno per le imprese italiane ed argentine nell’ambito degli scambi commerciali tra i due Paesi” con il
contribuito al dibattito, presentando le rispettive esperienze e riflessioni in materia
di: Juan Lopez, Responsabile Servizio Studi
e Ricerche , Federcasse –Confcooeprative;
Elisa Bottoni, Ufficio Relazioni Internazionali, ICCREA Holding ; Dora Iacobelli, Direttore Progetti Coopfond e Vice Presidente
Legacoop; Alberto Bavestrello, Consigliere FAC CREDITO; Dario Dofman, CEO
Fondazione Banco CREDICOOP; Antonio
Massoli Taddei, Responsabile SACE Training e Carlo De Simone, Responsabile Relazioni Istituzionali e Studi Simest.
Il Vice Presidente di Legacoop, Giorgio
Bertinelli, nel concludere il workshop ha
sottolineato i valore delle reti cooperative
nella promozione della conoscenza e dell’innovazione come pure l’importanza del la-
Territori
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voro di affiancamento e supporto da parte
delle Istituzioni dei due Paesi nella promozione degli scambi.
ALLEANZA COOPERATIVE ITALIANE
Impresa sociale, firmato protocollo d’intesa con Unioncamere
Garantire l’assistenza tecnica alla nascita di
nuove imprese offrendo il supporto per elaborare il piano d’impresa; assicurare la formazione imprenditoriale e manageriale
necessaria allo start-up; mettere a disposizione strumenti di assistenza tecnica per stabilire rapporti con i confidi e le banche, in
particolare per l’accesso al microcredito.
Sono questi i principali contenuti del protocollo d’intesa firmato il 17 giugno a Roma nel corso dell’assemblea di ConfcooperativeFedersolidarietà – dal Presidente di Unioncamere,Ferruccio Dardanello e dal Portavoce
dell’Alleanza delle Cooperative Italiane Settore sociale, Giuseppe Guerini anche in
rappresentanza di Paola Menetti, presidente
di Legacoopsociali ed Edoardo De Crescenzo, presidente AgciSolidarietá.
“L’impresa sociale è un tassello indispensabile al tessuto produttivo del Paese” ha detto
il Presidente di Unioncamere, Ferruccio
Dardanello. “In un momento di crisi come
quello che stiamo vivendo, questo modo di
fare impresa ha dimostrato di tenere i livelli
occupazionali meglio di altre forme e, anzi, di
dare opportunità a chi ha perso un lavoro. E’
la base di un nuovo welfare comunitario che
va realizzato per intercettare i nuovi bisogni
della società e rispondere con le soluzioni più
appropriate. Il protocollo di oggi rafforza una
collaborazione già solida tra sistema camerale mondo della cooperazione e che sta
dando frutti concreti. Per il progetto “Start up
imprenditoria sociale” – cui hanno aderito 38
Camere di commercio - abbiamo ricevuto
oltre 500 idee imprenditoriali valide. Grazie al
Protocollo potremo supportarle meglio”.
“Sulla base del protocollo ci impegniamo a
favorire affiancamenti (mentoring) tra imprese
sociali nascenti e imprese già attive, disponibili a favorire il decollo e a offrire l’assistenza
a tutte le “start up sociali” per le procedure di
costituzione e per la redazione e la predisposizione dell’atto costitutivo e dello statuto”,
dice Giuseppe Guerini, portavoce dell’AllePrimo piano
ACI
anza delle Cooperative Sociali.
Nell’ambito dell’intesa – della durata di tre
anni - Le parti si impegnano a costituire un
Gruppo di lavoro composto indicativamente
da tre rappresentanti di Unioncamere e tre
rappresentanti dell’Alleanza Cooperative Italiane Settore Sociale per l’attuazione di
quanto previsto nel presente protocollo. I
componenti del gruppo opereranno a titolo
gratuito e avranno anche il compito di proporre possibili ulteriori linee di collaborazione
tra Unioncamere e l’ Alleanza Cooperative Italiane Settore Sociale.
ALLEANZA COOPERATIVE PESCA
Presentazione dei Piani di Gestione
nei compartimenti pugliesi
Sei compartimenti marittimi pugliesi con
circa 1.600 imbarcazioni e oltre 3000 mila
addetti (indotto escluso) per un fatturato
complessivo di circa 180 milioni di euro. Un
settore cruciale dell’economia pugliese, con
caratteristiche fortemente diversificate, per il
quale la sperimentazione di Piani di Gestione
Locali della Pesca è strategia efficace per valorizzare la risorsa mare, tutelando la produttività delle imprese di pesca, i posti di
lavoro e scongiurando il rischio di collasso
dell’intero settore.
Nei compartimenti marittimi di Bari, Manfredonia, Brindisi, Molfetta, Gallipoli e Taranto, le
tre principali centrali cooperative, Legacoop
Pesca, Confcooperative Federcoopesca e
Agci Agrital, insieme a Federpesca (con un
Intervento finanziato dal FEP Puglia 20072013 - Misura 3.5 - Progetti Pilota), hanno
sperimentato Piani di Gestione Locali, per
l’autoregolamentazione dello sforzo di pesca,
Legacoop
Settori
perché, come è stato più volte sottolineato,
“non possono essere definite regole senza la
partecipazione e la condivisone dei pescatori”.
Una sperimentazione che si è posta l’obiettivo
di verificare le possibili soluzioni alle criticità
del settore e di rispondere concretamente a
una crisi che ha una portata nazionale e che
investe tutta la filiera ittica: -31% in 10 anni i
ricavi di impresa, - 38% l’occupazione, - 48%
la produzione.
“E’ stata una scelta importante e, direi, anche
coraggiosa - ha esordito il portavoce delle organizzazioni di rappresentanza, Angelo Petruzzella -, presa dall’Associazione delle
Cooperative Italiane della Pesca, insieme a
Federpesca, ovvero di affrontare una problematica così difficile e complessa, in una fase
drammatica che da anni ormai vive il settore
pesca in Italia e in Puglia”.
Prima criticità, e punto di partenza del lavoro,
ha riguardato le regole di pesca “profondamente diverse” tra la parte nord della Puglia
(compartimenti di Manfredonia, Molfetta e
Bari) e la parte sud (compartimenti di Brindisi, Gallipoli e Taranto), che ha determinato la
necessità di individuare ipotesi di lavoro diverse, per l’autoregolamentazione dello sforzo
di pesca, nelle due aree geografiche.
I progetti sperimentali in ciascuno dei compartimenti pugliesi pilota hanno fatto emergere ulteriori elementi di criticità e, di
conseguenza, proposte di intervento “propedeutiche” all’attuazione di piani di gestione
locale in Puglia (che, com’è noto, possono essere presentati solo se hanno l’adesione del
70% delle imprese di pesca):
la necessità, già da tempo avanzata dalle Associazioni, di includere il settore pesca nel sistema di ammortizzatori sociali in vigore per
il settore agricolo ( è stata denunciata la man-
Territori
Imprese
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7
cata liquidazione della cassa integrazione
straordinaria relativa al fermo 2013).
Bisogna incrementare le risorse a sostegno
delle imprese che aderiscono a forme di autoregolamentazione dello sforzo di pesca,
quelle previste dalla nuova regolamentazione
comunitaria (FEAMP) sono “assolutamente
insufficienti”.
Occorre intensificare e concentrare le risorse
del prossimo FEAMP sulla valorizzazione del
prodotto, soprattutto vendita diretta e condizionamento del prodotto (pre-lavorazione).
Con interventi a favore, in primis, delle imprese di pesca.
Serve un piano di controllo stringente, forte,
concreto, che elimini le attività illegali della
pesca “non professionale”.
Una semplificazione degli adempimenti amministrativi, burocratici, di controllo delle attività di pesca.
Obiettivo dei Piani di Gestione nei compartimenti pugliesi non è solo quello di salvaguardare la risorsa mare, ma anche di preservare
il lavoro di tutti coloro che sono impiegati nel
settore. “Sono in gioco 29.000 posti di lavoro, il reddito di 29.000 famiglie e la gestione di un bene e una risorsa comune che
è patrimonio vitale per l’intero Paese”. Contro ogni forma di illegalità.
Primo piano
ACI
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>> Coop Comunità
>> Coop Comunità
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COOP COMUNITÀ
Si di Anas al sindaco Castelli, casa
cantoniera diverrà cooperativa
Dopo Bobbio la statale 45 ci regala dei panorami mozzafiato sui meandri del fiume
Trebbia. Ma nel Piacentino, in località Rovaiola di Cortebrugnatella, quella casa
cantoniera, di proprietà dell’Anas, che cade
a pezzi, non è un bel vedere. In passato
questi edifici erano concessi come alloggio
ai cantonieri ai quali Anas affidava i lavori
di manutenzione e presidio delle strade.
Oggi questi servizi sono assegnati a terzi e
molte delle case cantoniere sparse su tutto
il territorio nazionale sono perlopiù abbandonate. Ma c’è chi , per fortuna, ha visto,
nei resti di quella costruzione fatiscente,
sulle rive del fiume, una opportunità per costruire futuro. Chi quel territorio lo vive tutti
i giorni e ne conosce limiti e potenzialità.
“Nel nostro territorio abbiamo degli indici
demografici che registrano una elevatissima presenza di persone anziane rispetto
a quella dei giovani. Siamo in presenza di
una vera e propria desertificazione umana.
C’è una forte necessità di creare occupazione giovanile; per questo dobbiamo fermare i pochi giovani rimasti mettendo in
atto tutto quello che può essere fatto su
questo versante - dichiara il sindaco di Cerignale Massimo Castelli - Le comunità
montane in Emilia Romagna - prosegue che dopo la riforma del Rio si sono trasformate in Unioni Montane, oltre ad avere il
compito di presidiare e promuovere lo sviluppo socio economico dei territori montani,
in applicazione delle nuove leggi dei riordini
territoriali e delle gestioni associate, devono
seguire di fatto, per conto dei comuni aderenti, le gestioni dei servizi associati, dallo
Primo piano
ACI
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Settori
scuola bus agli uffici tecnici etc. La burocrazia della pianificazione territoriale - sottolinea - purtroppo incide moltissimo sul
versante dello sviluppo. Nei territori di montagna, dove esistono vincoli legati per natura al territorio stesso , come il dissesto
idrogeologico etc, a fronte della realizzazione di un opera o di un intervento c’è bisogno di particolari autorizzazioni da parte
degli enti preposti come, Regione, Provincia, Sovraintendenza, che devono dare i loro
pareri senza essere in contrasto con la pianificazione territoriale”.
“Un anno fa - prosegue Castelli - ho partecipato ad un convegno organizzato sull’Appennino Reggiano dalla cooperativa di
comunità i Briganti di Cerreto e da lì è nata
l’idea che bisognava darsi da fare. La nostra
bellissima statale, che collega Genova alla
Pianura Padana, è molto frequentata da turisti; il fiume Trebbia è balneabile e fornisce
grande utenza ma c’è carenza nella zona di
punti di ristoro e strutture che siano in
grado di dare servizi adeguati ai turisti. Vivo
il territorio e ritengo che le case cantoniere
dell’Anas seppur abbandonate e fatiscenti
siano costruzioni degli anni 30 di un certo
pregio e spesso ubicate in punti strategici
da poter essere sfruttate turisticamente al
meglio”.
“Tempo fa in qualità di Presidente dell’Unione Montana - puntualizza - ho inviato
una lettera ad Anas, dove chiedevo la possibilità di utilizzare la casa cantoniera. Il Responsabile nazionale del patrimonio di Anas
mi ha convocato a Bologna la scorsa settimana confermando la fattibilità della mia
idea. Mediante una convenzione prima ed
una concessione poi Anas potrà cedere all’Unione montana l’immobile. L’ente dovrà
agganciarsi ai prossimi fondi di aree interne
o i prossimi psr, ristrutturare e valorizzare
l’edificio per trasformarlo in un punto di ristoro con ristorate e Ostello e costituire una
cooperativa di comunità di giovani che lo
gestisca; ed in futuro si potrebbe pensare a
puntare ad un turismo di comunità e alla
creazione di alberghi diffusi”.
Il progetto della prima cooperativa di comunità dovrebbe nascere in collaborazione
con Policoro, un progetto organico della
Chiesa italiana, attivo nella Diocesi di Piacenza-Bobbio, che mira al sostegno dei
giovani in cerca di lavoro e alla valorizza-
Territori
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Legacoop
9
zione delle loro potenzialità e delle risorse
del territorio attraverso percorsi di formazione e animazione territoriale. “In quest’area a forte deficit di sviluppo- conclude
il sindaco - la casa cantoniera rappresenterà davvero la ‘casa’, il luogo fisico dove la
cooperativa di comunità potrà partire. Vogliamo fornire ai giovani una opportunità,
l’ipotesi di un lavoro. Ma l’impegno ce lo
devono mettere loro. Regaleremo loro una
macchina … per permettergli di viaggiare”.
COOP COMUNITÀ
Alberobello, questionario “Verso la
cooperativa di comunità”
Considerata in tutto il mondo ‘la capitale dei
Trulli’, tra i 49 siti italiani inseriti dall’Unesco nella World Heritage List , la cittadina
dell’entroterra barese, attraverso un percorso di cittadinanza attiva, lancia l’opportunità alla comunità: attraverso la
compilazione del questionario “Alberobello mi piace?”, e alla possibilità di segnalare i propri bisogni personali, mira alla
Primo piano
ACI
costituzione di una cooperativa di comunità.
Il progetto “Verso una cooperativa di comunità”, nato dall’idea di un gruppo di giovani
alberobellesi è finanziato dalla Regione Puglia nell’ambito di “Piccoli sussidi 2014” ;
ha visto la collaborazione dell’Università
degli Studi di Bari nello studio e nella costruzione del questionario ed è patrocinato
dall’O.d.V. E.S.A.S Consultorio Familiare
Diocesano. Il progetto intende stimolare i
cittadini ad essere protagonisti attivi per lo
sviluppo della città di Alberobello, inserirli in
un sistema sociale che impegni loro a dare
una risposta ai bisogni rilevati dal questionario che tratterà tematiche fondamentali;
dall’assetto urbanistico, la presenza di parcheggi e spazi verdi, l’efficacia dei collegamenti con le zone periferiche della città e
con i paesi limitrofi, la qualità dei servizi
scolastici etc.
La forma di partecipazione al questionario è
anonima e volontaria e la popolazione sarà
informata per partecipare alla restituzione
dei risultati.
A tal proposito è utile ricordare che la Regione Puglia, rappresenta la prima realtà in
Italia ad aver approvato una legge sulle
cooperative di comunità definendole ‘lo
strumento aggregativo attraverso il quale i
cittadini si associano per svolgere l’attività
di interesse generale. Il progetto Cooperative di Comunità deve riconoscere la centralità del capitale umano, il che significa
impostare modelli organizzativi e gestionali
che favoriscano la partecipazione di tutti i
cittadini attivi come ‘soci’.
La cittadinanza attiva, dunque, come ‘valore’
per riscoprire il senso di comunità, attraverso
la tradizione mutualistica e cooperativa.
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>> Legacoop Sociali
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LEGACOOPSOCIALI
Impresa sociale, un master
di alta formazione
Promosso da Human Foundation e sostenuto da Fondazione Vodafone Italia, la prima
edizione dell’Executive Master in Social Entrepreneurship (EMSE) - MHUSE è realizzata da ALTIS Università Cattolica in
collaborazione con - LUISS, - Politecnico di
Milano, - Digital Accademia per offrire una
formazione manageriale alle imprese non
profit, cooperative sociali, associazioni,
ONG, ONLUS, fondazioni ecc., operanti in
qualsiasi ambito di attività.
Per i primi 30 iscritti che superano la selezione, è disponibile un contributo offerto da
Human Foundation del valore di € 5.000, a
parziale copertura della quota di partecipazione. Emse è in collaborazione con Legacoopsociali e Confocooperative, partner
ufficiali, e vede la mediapartner di www.nelpaese.it, quotidiano on line della cooperazione sociale.
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Primo piano
ACI
Legacoop
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>> Alto Adige-Südtirol
>> Liguria
>> Veneto
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ALTO ADIGE-SÜDTIROL
Legacoopbund aumenta
il numero degli occupati
>> Veneto
>> Emilia Romagna
>> Romagna
>> Toscana
>> Campania
È stato presentato il 12 giugno il bilancio
sociale dell’associazione di cooperative Legacoopbund - 21 nuove cooperative e più
di 2.000 occupati
Le cooperative associate a Legacoopbund
si presentano in controtendenza rispetto
alla crescente disoccupazione registrata in Alto Adige negli ultimi anni: Dal
2009 ad oggi il numero complessivo degli
occupati nelle cooperative di Legacoopbund
è rimasto pressoché invariato ed ha addirittura registrato un lieve aumento. Nel
2013 le 190 cooperative associate a
Legacoopbund contavano 2.332 occupati,
nel 2009 erano 2.297. Anche i risultati del
recente rapporto sulla cooperazione di Euricse avevano rilevato dati postivi rispetto
all’occupazione: secondo questo studio tra
il 2008 e il 2011 il numero degli occupati
nelle cooperative altoatesine è aumentato
del 6,34%.
“Abbiamo notato negli ultimi anni un crescente interesse per la cooperazione”, afferma Heini Grandi, Presidente di
Legacoopbund: “L’anno scorso abbiamo
sostenuto la costituzione di 21 nuove cooperative, quasi il doppio dell’anno precedente. Questo dimostra che le persone
sono alla ricerca di modelli economici alternativi che pongono la persona e non la
massimizzazione del profitto al centro del
proprio agire e che le cooperative sono una
forma d’impresa in grado di rispondere ai
bisogni attuali della società”. Con il sostengo dello sportello di consulenza CoopPoint di Legacoopbund quest’anno sono già
state costituite 11 nuove cooperative.
“Nelle cooperative la gestione democratica
e il coinvolgimento dei soci nell’attività
d’impresa sono una buona base per lo sviluppo di nuove idee e progetti”, spiega Heini
Grandi: “L’innovazione è posta in primo
>> Puglia
>> Calabria
>> Sardegna
>> Ferrara
>> Ferrara
>> Reggio Emilia
>> Parma
>> Grottammare
>> Ragusa
Primo piano
ACI
Legacoop
Settori
piano dalle cooperative; lo confermano le
neocostituite imprese cooperative che lavorano nei settori della ricerca, dell’innovazione e della green economy”. Ne è un
esempio la cooperativa di ricerca e innovazione sociale “Sophia” o la cooperativa
“Green Evolution” attiva nel settore dello
sviluppo di prodotti e servizi a basso impatto
ambientale.
I 131 milioni di euro di valore della produzione delle cooperative associate a Legacoopbund sono una prova del fatto che le
cooperative stanno percorrendo la via giusta. Creare un plusvalore per la comunità
locale è lo scopo delle cooperative ed in
particolare delle cooperative sociali nelle
quali durante il 2013 157 persone svantaggiate hanno trovato un lavoro ed
altre 104 hanno svolto un tirocinio. Conciliare impegno sociale e risultati economici
sembra essere la specialità delle cooperative.
LIGURIA
A Goteborg decolla coordinamento
europeo per le nuove cooperative
Il supporto per la creazione di nuove cooperative si coordina in Europa.
A Goteborg i partecipanti al progetto Coopstarter, coordinato a livello europeo da Legacoop Liguria, si sono riuniti per mettere a
punto gli strumenti e le metodologie per favorire la crescita di nuove imprese.
Un confronto tra i diversi partners - Confcooperative Emilia Romagna, Kooperationen (DN), Coompanion (SE), Cooperatives
Europe (BE), NABCO (IRE), Febecoop (BE) e
K.A.P.A. Network ( EL), oltre ovviamente a
Legacoop Liguria - che ha permesso di
condividere una metodologia comune di
azione per affrontare il problema della disoccupazione giovanile che non è un problema solo italiano.
“Per raggiungere questo obiettivo abbiamo
analizzato alcuni casi specifici e le migliori
metodologie applicate nei diversi paesi –
commenta Paola Bellotti, responsabile
dell’area finanza e del progetto Coopstarter
per Legacoop Liguria -. Quali sono le principali barriere per le start up europee? In
prima battuta le barriere legali come la burocrazia che ammazza la voglia di fare impresa, quindi la difficoltà di trovare capitale
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di rischio visto che i giovani hanno difficoltà
ad investire direttamente o a trovare finanziatori terzi, a cominciare dalle banche”.
Una due giorni a Goteborg che ha permesso di conoscere da vicino una cooperativa sociale di tipo b che integra nel
mondo del lavoro donne provenienti da
paesi in conflitto, come Iraq o Siria; oppure
una cooperativa finanziata attraverso il
crowdfunding che ha permesso ad una
compagnia teatrale di gestire uno spazio
proprio dove organizzano spettacoli di improvvisazione, corsi di teatro, cene e aperitivi.
“Un’occasione, quella del crowdfunding, –
conclude Paola Bellotti –che riteniamo sia
fondamentale come elemento di sostegno
per la nascita di nuove cooperative. Ormai
sono molti i casi di successo e grazie a Coopstarter vorremmo confrontarci con i principali esperti di questo settore per capire
come realizzare una piattaforma a livello
europeo”.
Al meeting di Goteborg di Coopstarter, un
partnerariato che nasce all’interno del Progetto Up promosso da Legacoop e incentrato sulle azioni di promozione verso i
giovani, hanno partecipato per la Liguria
anche Lorenzo Novaro della Cooperativa
Diciannove, Katia De Luca di Legacoop
Puglia e di Generazioni e Stefano Calvillo,
progettista di Coserco.
VENETO
Mauro Lusetti in visita alla Nuova
Cooperativa Lavoratori Zanardi
Nel pomeriggio di venerdì 13 giugno il presidente di Legacoop nazionale Mauro Lusetti ha incontrato la neonata Cooperativa
Lavoratori Zanardi, associata a Legacoop
Veneto, nata da un’operazione che vede un
gruppo di ex dipendenti rilevare l’attività
dell’azienda fallita.
La visita si è svolta presso lo stabilimento
di via Venezuela a Padova: presenti alcuni
soci lavoratori tra cui Pietro Del Popolo, presidente e già general manager dell’ex
gruppo editoriale Zanardi, e Mario Grillo,
componente del consiglio di amministrazione della coop (e prima amministratore
unico dell’azienda), oltre al presidente di Legacoop Veneto Adriano Rizzi e a Devis
Primo piano
ACI
Rizzo, responsabile del Settore Produzione
e lavoro, che ha accompagnato l’intero percorso dal momento in cui si è profilata l’ipotesi della costituzione in coop.
«Quello della mancanza di lavoro è un
dramma che vivete sulla vostra pelle e da
lungo tempo» ha esordito Lusetti continuando: «Anche per questo, come movimento cooperativo dobbiamo prestare
particolare attenzione alle nuove cooperative e imprese, così come al sostegno e allo
sviluppo di settori emergenti. Il workers buy
out in questo senso è una delle risposte più
belle, valide e significative: lavoratori e maestranze che mettono a rischio tutto ciò che
hanno per rilevare l’attività delle aziende in
crisi. Quando le persone si mettono in gioco
in prima persona è fondamentale sentire il
sostegno, l’appartenenza ad un gruppo:
questo è il senso vero dell’essere parte del
sistema cooperativo, specie in giorni come
questi, in cui alla ripresa – che ci dicono sia
prossima – ognuno di noi vuole credere,
nonostante non se ne vedano ancora i segnali».
Durante l’incontro è stato tracciato un primo
bilancio sull’attività di rilancio avviata per
l’appunto attraverso il processo di workers
buy out, che ha portato alla firma dell’atto
costitutivo della cooperativa il 25 maggio.
Proprio negli scorsi giorni sono cominciate
le trattative con i potenziali finanziatori, ai
quali è stato presentato il business plan:
«Gli esiti di queste azioni iniziali sono positivi: procediamo spediti col progetto» spiega
Rizzo. «A breve interloquiremo con altri potenziali soggetti investitori, a partire da Veneto Sviluppo, per arrivare quanto prima
alla stipula di un contratto di affitto o acquisto della sede dell’ex Zanardi e riavviare
la produzione».
«Noi vogliamo esservi accanto in tutti i modi
possibili: dal supporto finanziario alla vicinanza morale» ha affermato Lusetti. «Sono
qui per testimoniarvi questa vicinanza, a
nome di tutta l’organizzazione: noi ci siamo,
siamo con voi. Siete diventati un caso mediatico, ma io avevo bisogno di conoscervi,
di incontrarvi personalmente: ho deciso di
andare a visitare una realtà al mese sul territorio, proprio poiché sento nel profondo
che il mio ruolo non è seduto a Roma ma
fra i soci, le cooperative, a capire ciò per cui
vale la pena combattere, a toccarlo con
mano. Nell’ultimo anno sono nate quasi una
Legacoop
Settori
trentina di esperienze come la vostra, grazie alle quali si stanno recuperando circa un
migliaio di posti di lavoro. Dunque non siete
rimasti una realtà isolata, ma avete lasciato
dietro di voi una scia importante».
Fondo di solidarietà residuale Inps,
Legacoop “Più ombre che luci”
Preoccupazione per il fondo di solidarietà
residuale istituito presso l’INPS dal Governo
ai sensi dell’art.3, comma 14 della legge
92/12 (Legge Fornero).
Scendendo nel dettaglio, nel fondo - gestito
con il vincolo di pareggio di bilancio da un
comitato di gestione paritetico -, afferirà
anche la cooperazione, dunque le imprese
con più di quindici addetti che non sono tenute al versamento dei contributi Cigo e
Cigs all’Inps. La funzione è di integrare i salari in caso di riduzione dell’orario di lavoro
- secondo le medesime causali di Cigo e
Cigs - per un tempo di tre mesi continuativi
(e un massimo complessivo di nove mesi in
un biennio).
Il valore economico delle prestazioni corrisponde ai massimali della Cig, e similmente
prevede la copertura previdenziale dei periodi di calo di lavoro mediante l’integrazione del fondo.
«Ciò che preoccupa - afferma Nicola Comunello, responsabile delle Relazioni industriali dell’associazione - è l’onere di
versamento che spetta (retroattivamente)
alle aziende: dal primo gennaio 2014 infatti
per ciascun lavoratore delle imprese con
più di quindici addetti le cooperative dovranno versare al fondo un contributo addizionale dello 0,5% del salario. In caso di
utilizzo concreto delle prestazioni del fondo
invece, le aziende con meno di cinquanta
addetti dovranno versare un contributo per
singolo dipendente beneficiario pari al 3%
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del salario; mentre per quelle con più di cinquanta addetti, il contributo cresce fino al
4,5%».
Conclude Comunello: «Imporre alle imprese, già provate da una lunghissima e pesante crisi, questo tipo di costi aggiuntivi,
rischia di rendere ancora più ardua la loro
sopravvivenza sul mercato, in particolare
per le cooperative che versano in maggiore
difficoltà. Con il potenziale effetto paradossale di una grande ondata di licenziamenti.
Speriamo quindi nella revisione del decreto
in direzione di un abbassamento degli
oneri».
VENETO
Continuano le esperienze
di workers buy out
Dopo la D&C Modelleria Società cooperativa
di Vigodarzere (nel Padovano) nata dal fallimento dell’ex Modelleria Quadrifoglio Srl, e la
Cooperativa Lavoratori Zanardi - sempre di
Padova - costituitasi per rilanciare l’attività in
crisi del Gruppo editoriale Zanardi, questi
giorni hanno visto la costituzione una terza
cooperativa sempre di Legacoop Veneto
(sono in fase di conclusione le pratiche di
adesione all’associazione), ancora attraverso
un processo di workers buy out. Si tratta
della Kuni, nata dal fallimento della MoRuPa,
con sede a Giacciano con Baruchella, nel rodigino, azienda con una trentina di addetti
specializzata nella produzione di arredamenti
in legno su misura sia per la casa (cucine,
camere da letto, pareti attrezzate, mobili per
il bagno,….) che per il settore navale (in particolare il nel comparto crocieristico) e quello
del contract.
Una decina i lavoratori che si son già costituiti in cooperativa e stanno progettando una
partnership con la coop C.O.F.A di Saonara
(Padova) che produce arredi interni, realizzati in metallo, per navi da crociera. Una sinergia che genererebbe una massa critica in
grado di aggredire questo specifico segmento di mercato con un’offerta completa
per i materiali utilizzati. Già contattati Coopfond e CFI: la Cooperazione Finanza Impresa,
in particolare, ha deliberato una prima tranche di finanziamento pari a 50mila euro destinata alla fase iniziale di start up.
Come nel caso della Cooperativa Lavoratori
Primo piano
ACI
Zanardi anche i soci della Kuni che avranno
la possibilità di farlo metteranno a capitale
l’anticipo dell’indennità di mobilità.
EMILIA ROMAGNA
Rifiuti, innovativo accordo
tra Regione e Legacoop
Dopo l’accordo per il recupero delle materie plastiche sottoscritto ad aprile, la Regione Emilia-Romagna aggiunge un nuovo
tassello alla lotta alla produzione dei rifiuti,
suggellando un’innovativa intesa con Legacoop Emilia-Romagna la quale associa alcune delle più importanti insegne della
distribuzione organizzata sul territorio regionale.
L’accordo con Legacoop ed Atersir, sottoscritto il 17 giugno nella sede di Legacoop
a Bologna, riconosce i punti vendita come
luoghi strategici in cui attuare politiche di
recupero e prevenzione, in cui è possibile
agire sulle scelte di consumo dei cittadini
ma anche dove vengono attualmente prodotti grandi quantitativi di rifiuti, non solo da
imballaggio.
L’accordo si inserisce nelle nuove politiche
regionali di prevenzione dei rifiuti, parte integrante del nuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti (Prgr), che si pone come
obiettivo una riduzione della produzione dei
rifiuti pari al 20-25% entro il 2020 e che riconosce proprio nelle intese pubblico-private un efficace strumento per perseguire
tale ambizioso target.
«Lavorare con il sistema della distribuzione
organizzata nella nostra regione – afferma
il sottosegretario alla Presidenza della Regione Emilia-Romagna, Alfredo Bertelli – significa poter contare su un partner che
storicamente ha dimostrato una forte sensibilità e un deciso impegno sul fronte ambientale. Con questa intesa si vuole
capitalizzare l’esperienza consolidata nel
corso degli anni, consentendo di sistematizzare e diffondere quanto di buono è stato
fatto e al contempo progettare e avviare insieme nuovi percorsi virtuosi».
«Le nostre associate sono da tempo impegnate su questo terreno con vantaggi evidenti per tutti – ha detto Giovanni Monti,
presidente di Legacoop Emilia-Romagna –
. L’accordo è uno stimolo a fare di più e me-
Legacoop
Settori
glio. All’azione di contenimento e riuso dei
rifiuti dovrebbe tuttavia corrispondere una
più decisa politica di agevolazioni tariffarie
che premi i più virtuosi e valorizzi in generale le iniziative di prevenzione e di recupero, in particolare quelle a forte valenza
sociale».
La definizione delle singole azioni da intraprendere è affidata a specifici accordi di
dettaglio, che potranno dare operatività a
progetti molto diversi tra loro e che vedranno la luce nei prossimi mesi, come
frutto dell’attività di appositi gruppi di lavoro
tematici. Questi affronteranno argomenti di
grande rilevanza e attualità quali il recupero
dei beni non commercializzabili, esperienza
che ha già dimostrato enormi potenzialità
in alcuni territori (più di 18.000 tonnellate di
merce recuperata e donata in un anno a
oltre 50.000 persone); il recupero degli oli
alimentari esausti; un sistema di qualificazione ambientale dei punti vendita, che ne
innalzerebbe complessivamente le prestazioni ambientali migliorando non solo
l’aspetto legato ai rifiuti.
L’accordo è stato sottoscritto alla presenza
dei rappresentanti dei soggetti firmatari: il
sottosegretario Bertelli, il direttore generale Ambiente della Regione Emilia-Romagna Giuseppe Bortone, il direttore di
Atersir Vito Belladonna e il presidente di
Legacoop Emilia-Romagna Giovanni
Monti.
ROMAGNA
“Tagli ai servizi sociali?” Le coop
scrivono ai sindaci
«Chiediamo ai Sindaci della Romagna di
pronunciarsi con chiarezza sulla nuova
spending review prevista dal Governo Renzi:
dobbiamo aspettarci nuovi tagli ai servizi
sociali?».
AGCI, Confcooperative e Legacoop esprimono la forte preoccupazione delle cooperative sociali sul Decreto Legge 66 varato
lo scorso aprile. La norma prevede la possibilità per le amministrazioni pubbliche di
«ridurre gli importi dei contratti in essere
aventi ad oggetto acquisto o fornitura di
beni e servizi, nella misura del 5 per cento,
per tutta la durata residua dei contratti medesimi».
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A livello nazionale l’Alleanza delle Cooperative Italiane ha già provveduto a presentare
una proposta di emendamento, chiedendo
che siano esclusi dal provvedimento i servizi di natura socio-sanitaria e assistenziale
rivolti alle persone e quelli che hanno per
finalità l’inserimento lavorativo di soggetti
svantaggiati. Si cerca in tal modo di evitare
che la riduzione del 5% porti a una diminuzione drastica della quantità e soprattutto
della qualità delle prestazioni, nonché a una
contrazione dell’occupazione, essendo questi settori caratterizzati da una elevata intensità di lavoro.
In questo momento però la palla è in mano
ai Sindaci. «Facciamo affidamento sulla volontà politica delle amministrazioni locali di
considerare quanto previsto nel DL 66 per
quanto realmente è, vale a dire una facoltà
e non una imposizione di un obbligo», commentano le centrali cooperative delle tre
province della Romagna.
Lo stesso testo normativo, infatti, attribuisce inoltre alle parti la «facoltà di rinegoziare il contenuto dei contratti, in funzione
della suddetta riduzione» e di stipulare
nuovi contratti accedendo a convenzioniquadro di Consip S.p.A., a quelle di centrali
di committenza regionale o tramite affidamento diretto nel rispetto della disciplina
europea e nazionale sui contratti pubblici.
«Continuiamo ad essere convinti che la
spesa pubblica vada riqualificata e non solo
tagliata», precisano le centrali cooperative.
«Occorre sì intervenire su sprechi e inefficienze, ma questi non possono essere genericamente affrontati con la scure dei tagli
lineari, come avvenuto anche in passato. A
nostro avviso, invece, andrebbero riviste le
modalità organizzative tra pubblico e privato
sociale, liberando in questo modo maggiori
risorse con le quali rendere i servizi stessi
più efficienti, I servizi alla persona andrebbero salvaguardati maggiormente in quanto
proprio per la loro specificità sono solo parzialmente regolati da prezzi di riferimento e
esclusi dall’obbligo del ricorso a Consip. I
costi per il lavoro e per la sicurezza, che
rappresentano la maggiore voce di spesa
nelle nostre cooperative sociali, sono costi
che non possono essere compressi o decurtati, se non con conseguenze inaccettabili».
«Auspichiamo che durante l’iter di approvazione del Decreto Legge vengano recePrimo piano
ACI
pite le sollecitazioni avanzate in tal senso
dalle centrali cooperative a livello nazionale», aggiungono. «Temiamo infatti si tratti
di un nuovo colpo al nostro welfare e per la
tenuta dei servizi alle persone e del lavoro
in un settore delicato come quello delle prestazioni socio-sanitarie e dell’inserimento
lavorativo di soggetti svantaggiati. Il possibile taglio rischia di creare contrazioni nella
quantità, e nella qualità dei servizi, a discapito dell’occupazione. Stiamo parlando di
settori delicati come l’assistenza agli anziani, ai disabili, l’educazione dei minori e
l’inclusione lavorativa delle fasce deboli».
TOSCANA
Toscana: costituito Generazioni
network under 40 di Legacoop
Si è costituito il 13 giugno a Firenze, Generazioni Toscana, il network under 40 dei
giovani cooperatori di Legacoop. Tra gli
obiettivi principali del nuovo gruppo, quello
di proporre agli organismi dirigenti possibili
politiche e strumenti di sviluppo, innovazione e sostenibilità, con particolare attenzione ai temi del ricambio generazionale,
della formazione e della crescita dei cooperatori, promuovendo la cultura e il modello cooperativo tra i giovani. I cooperatori
riunitisi in assemblea hanno eletto all’unanimità come coordinatore regionale Sara
Guidelli (Resposabile settore industriale in
Arcpl Toscana). Per quanto riguarda invece
l’esecutivo, votato anch’esso all’unanimità,
sono stati eletti: Guido Bassi (Cesvip), Giacomo Giusti (Consorzio Pegaso), Barbara
Fortini (Cla1921), Dario Santillo (coop
Biolabor), Sara Cavallini (coop 21/coop
Wipala), Lucia Arcangioli (coop Beta) e
Andrea Rapisardi (coop Lama). «Il nostro
obbiettivo di giovani cooperatori toscani –
ha sottolineato Sara Guidelli nel corso dell’incontro - non è quello di arrivare “tranquilli” ai 41 anni ma quello di giungere a
“essere non più giovani” avendo lavorato
per il raggiungimento di un risultato: essere
stati protagonisti nella costruzione di un
nuovo modello di movimento cooperativo
italiano e aver contribuito alla promozione
di una cultura che rimetta la persona, il lavoro e la cooperazione al centro delle dinamiche di sviluppo». Hanno partecipato ai
Legacoop
Settori
lavori dell’Assemblea anche il coordinatore
nazionale di Generazioni, Matteo Ragnacci, e il presidente di Legacoop Toscana, Stefano Bassi.
La ricerca sui lavoratori delle cooperative aderenti a Legacoop
“Lavorare in cooperativa. Partecipazione e
qualità del lavoro in tempi di crisi”. Questo
il tema della ricerca sui lavoratori delle cooperative aderenti a Legacoop Toscana, che
verrà presentata a Firenze il 30 giugno, alle
ore 9.30, presso la Sala Onice, Palazzo dei
Congressi Firenze, (Piazza Adua 1).
Presentazione
Paolo Cantelli, illustrazione della
ricerca sui lavoratori delle cooperative di Legacoop Toscana
Tavola rotonda
Franca Maria Alacevich, docente
sociologia dei processi economici e
del lavoro Università di Firenze
Stefano Ciacci, presidente Coop
Cellini
Elena Lattuada, segretaria nazionale Cgil
Eleonora Vanni, vicepresidente
nazionale Legacoopsociali
Presiede Stefano Bassi, presidente Legacoop Toscana
CAMPANIA
Presentazione accordo per
interventi efficienza energetica
Banca Prossima, Coopfond e la Cooperativa Manutencoop hanno creato uno strumento per permettere alle cooperative
sociali e di abitanti di realizzare dei programmi di miglioramento dell’efficienza
energetica delle loro strutture, in modo da
ridurre i costi energetici .
Si tratta di uno strumento articolato, che garantisce un supporto completo, sia sul piano
tecnico che su quello finanziario.
In una prima fase dell’intervento, Manutencoop offre alla cooperativa un qualificato
audit energetico gratuito, in cui saranno indicati gli eventuali interventi necessari per il
risparmio energetico. Micro interventi come
sostituzioni di caldaie, installazione di
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pompe di calore e simili, possono essere
oggetto di questo strumento di sostegno.
Nella fase successiva della realizzazione
dell’intervento, la cooperativa, per finanziare
gli investimenti necessari, potrà avvalersi
della convenzione tra Banca Prossima e
Coopfond. Infatti, il progetto di investimento, una volta valutato e approvato da
Coopfond e Banca Prossima, sarà finanziato in pool da questi ultimi.
Per illustrare in modo approfondito e completo il progetto in Campania, Legacoop e
Legacoopsociali regionali hanno organizzato un incontro con le cooperative interessate e con i partner del progetto che si
terrà il 26 giugno, con inizio alle ore
11.00, presso Gesco (via Vicinale S. Maria
del Pianto, 61 Complesso Polifunzionale
Torre 1 p. 9 – Napoli).
Programma
11.00 Saluti Sergio D’Angelo, Direttore
Gesco
Mario Catalano, Presidente Legacoop Campania
Luca Sorrentino, Responsabile
Legacoopsociali Campania
11.30 Introduzione Vanni Rinaldi, Responsabile Energia Legacoop
11.45 Interventi
Roberto Leonardi, Advisor Fondazione per l’Innovazione Terzo Settore
Gerardo Iula, Responsabile Coordinamento Commerciale Banca
Prossima
Dora Iacobelli, Direttore Coopfond
Maurizio Bottaini, Responsabile
Efficienza Energetica Manutencoop
12.45 Matching cooperativo con Banca
Prossima, Coopfond, Manutencoop
PUGLIA
“Rating di legalità alle imprese”
Legacoop: “Ottima norma ma...”
“Una norma virtuosa ma che, di fatto,
esclude la micro-impresa che, più di tutte,
pur agendo in contesti di legalità, continua
a subire gravi restrizioni, soprattutto rispetto
all’accesso al credito bancario”. Così il responsabile dell’ufficio Legislazione Lavoro
Legacoop Puglia, Massimiliano Maggio,
ai margini della Conferenza permanente
provinciale in Prefettura, svoltasi a Bari il 18
Primo piano
ACI
giugno, per approfondire, alla presenza
delle PP.AA. provinciali, insieme a sindacati,
parti sociali e rappresentanti delle forze dell’ordine, la disciplina e i criteri di attribuzione del “rating di legalità” alle imprese, in
applicazione del decreto 20 febbraio 2014,
n. 57.
“Riteniamo, come organizzazione di rappresentanza regionale delle cooperative,
quanto un decreto siffatto, pur nella bontà
degli obiettivi, releghi a una condizione di
ulteriore marginalità realtà di micro impresa
rispetto a quelle medie, piccole e, soprattutto, grandi, che concretamente vedranno
semplificate le procedure per l’accesso a
finanziamenti pubblici e accesso al credito”.
“Economie regionali del Sud, come la nostra, si reggono, soprattutto, sulle piccolissime imprese, già oberate da obblighi fiscali
e contributivi. Incentivare, a buon diritto,
grandi e medie imprese, dimenticando le
altre, significa allargare il gap economico
anche tra aree regionali. Con conseguenze
irreparabili economiche e sociali”.
“L’auspicio – conclude - è che vengano apportati emendamenti al decreto e al regolamento dell’Autorità garante della
concorrenza e del mercato (Agcm), sì da
permettere la valutazione di legalità anche
alla micro-impresa”.
CALABRIA
La solidarietà di Legacoop
all’azienda Guglielmo
Pubblichiamo, di seguito, il messaggio di
solidarietà inviato da Giuseppe Pellegrino, presidente di Legacoop Calabria, all’azienda Giuliano.
“L’attentato all’azienda Guglielmo è un vile
atto che non deve intimidire i titolari, i lavoratori e le loro famiglie; a tutti loro va la mia
personale vicinanza, quella della Legacoop
Calabria e dell’interno settore della cooperazione. Purtroppo nella nostra regione,
spesso, troppi e numerosi sono gli attacchi
a coloro che decidono di non piegare la
testa e rispondere alla illegalità con dignità,
diritti e lavoro, lo sanno bene le nostre cooperative e i nostri soci soprattutto quelli che
spendono la loro attività sui terreni confiscati alla criminalità organizzata. Sono fiducioso nell’attività degli inquirenti che
Legacoop
Settori
faranno luce sulla vicenda. L’invito all’azienda Guglielmo, e a Daniele Rossi che
conosco personalmente, è di andare avanti
con sempre maggiore determinazione e la
consapevolezza del sostegno della gran
parte dei calabresi che vogliono dire basta
a malaffare ed illegalità”.
SARDEGNA
Prorogate al 2020
le concessioni di pesca
Il Consiglio Regionale ha approvato la Legge
che proroga, anche per la Regione Sardegna, le concessioni ad uso di pesca e acquacoltura al 31/12/2020, modificando
quanto legiferato in precedenza e parificando pertanto la normativa regionale a
quella nazionale.
In un primo momento la Regione Sardegna,
unica in tutta Italia, aveva prorogato le concessioni demaniali solo fino al 31/12/2014
e pertanto, come affermano i rappresentanti
di Federcoopesca Sardegna, Lega Pesca
Sardegna, Agci Agrital Sardegna e Associazione Armatori Sardi, “quello ottenuto con
l’approvazione di questa legge deve essere
considerato un importante risultato che
pone le basi per costruire, assieme agli operatori, una strategia politica a medio-lungo
termine per una gestione razionale delle
aree demaniali a fini di pesca e acquacoltura, partendo da un’analisi dell’esistente e
tenendo in considerazione tutti gli aspetti
produttivi, sociali, economici e ambientali”.
FERRARA
Il 27 giugno seminario
“Cooperazione e territorio”
“Cooperazione e territorio. Cooperative di
consumo, case del popolo, cooperative arte
e spettacolo rivivono per dare risposta ai
nuovi bisogni: welfare, lavoro, cultura”.
Questo il tema al centro del seminario promosso da Legacoop Ferrara che si terrà il
27 giugno presso la Cooperativa di Consumo di Alberone (Alberone di Ro – Ferrara).
Esiste un patrimonio comune, fatto di edifici, storie, persone, esperienze, diffuso in
tutta Italia, alla cui crescita hanno contri-
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Imprese
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Territori
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buito centinaia di cooperatori, che nelle
Case del Popolo, nelle piccole Cooperative
di Consumo, nelle Cooperative Arte e Spettacolo, hanno trovato soddisfazione ai propri bisogni. Economici, culturali, sociali.
Un patrimonio che oggi tende ad essere dimenticato, sostituito da risposte più commerciali,
standardizzate,
spesso
insoddisfacenti per chi vive nei luoghi periferici o spesso solo decentrati.
A volte però le comunità hanno solo bisogno di ritrovarsi e di scoprire che i bisogni
possono essere condivisi, così come le risposte. Legacoop Ferrara, in collaborazione con la Cooperativa Camelot, sta
sperimentando percorsi di riattivazione
delle comunità, a partire dalla valorizzazione del patrimonio cooperativo ancora
presente, per trovare nuove risposte ai
nuovi bisogni, con risultati incoraggianti.
La Cooperativa di Consumo di Alberone,
proprietaria di due immobili situati sotto
l’argine del Po, in una posizione strategica,
dal punto di vista turistico, agricolo e paesaggistico, ha le carte in regola per diventare un laboratorio, in cui continuare a
sperimentare, coinvolgendo tutti gli attori
del territorio.
Proprio per le sue caratteristiche sperimentali, l’iniziativa si colloca all’interno di
un più ampio progetto nazionale di promozione di nuove cooperative per e con i giovani che fa perno sulle opportunità del
territorio e sui bisogni delle comunità locali,
sostenuto da Coopfond, il fondo mutualistico di Legacoop.
17.30 TAVOLA ROTONDA
Antonio Giannini - Sindaco di Ro
Ferrarese
Introduzione e saluti
Chiara Berteli - Legacoop Ferrara/Generazioni
La risposta cooperativa ai bisogni
del territorio, radici e prospettive
Anna Baldoni - Cooperativa Camelot
I percorsi di riattivazione delle comunità e il patrimonio cooperativo
Maurizio Davolio - Legacoop Turismo
II turismo di comunità
Orazio Torri - Vicepresidente cooperativa Valle dei Cavalieri Community engagement e sviluppo di
nuove attività - un caso di successo
Primo piano
ACI
Aldo Soldi - Direttore Coopfond
La promozione cooperativa come
leva per lo sviluppo del territorio
19.30 - 20.30
Il tramonto sulla destra Po
Breve itinerario cicloturistico sul Po,
dalla Cooperativa di Consumo di Alberone alla Casa del Popolo di
Guarda
20.30 - 21.00 C‘era una volta la cooperativa di consumo di Alberone
Memorie e testimonianze dei soci
della Cooperativa di Consumo di Alberone.
FERRARA
Le Case del Popolo rivivono grazie
alla solidarietà dei cooperatori
Le Case del Popolo rivivono grazie al Fondo
di solidarietà “Un’ora vale due”, che ha raccolto i contributi dei lavoratori delle cooperative italiane, a favore delle comunità
colpite dal terremoto. 8 Case del Popolo tra
Bondeno, Ferrara e Poggio Renatico sono
state riattivate come centri di aggregazione
e rilancio di nuove attività produttive attraverso interventi di progettazione partecipata.
Le prime Case del Popolo risalgono agli inizi
del ‘900. Furono costruite dai lavoratori
(braccianti, manovali, facchini) come luoghi
di emancipazione delle classi più deboli.
Luoghi di ritrovo, di formazione, di mutuo
soccorso tra le persone.
In provincia di Ferrara, negli anni ’70 si contavano 108 Case del Popolo. Oggi ne sono
rimaste una cinquantina. In molti casi
hanno perso la loro funzione originaria, ma
rimangono in alcuni piccoli centri gli unici
luoghi di aggregazione, consentendo anche
il mantenimento di servizi essenziali come
la presenza dell’Ufficio postale, di uffici comunali distaccati, dei patronati.
Sono un patrimonio immobiliare, relazionale
e sociale, organizzato in forma cooperativa,
che in prospettiva può essere la base su cui
ricreare luoghi in cui gli abitanti possano
trovare risposta ai loro bisogni, attraverso
forme di collaborazione e autorganizzazione. Bisogni sociali, culturali, di assistenza, ma anche economici e lavorativi.
E’ sulla base di queste riflessioni che Legacoop Ferrara ha coinvolto le Cooperative
Legacoop
Settori
Camelot e Le Pagine, nella progettazione di
un intervento che potesse fornire strumenti
di sostegno alle piccole comunità della provincia di Ferrara che, dopo il terremoto,
hanno visto ridursi i luoghi e le occasioni di
socialità e di mutuo sostegno.
Il progetto è stato presentato al Fondo di solidarietà “Un’ora vale due”, costituito subito
dopo il sisma dalle Centrali cooperative e
dai Sindacati, per sostenere le comunità
colpite dal terremoto.
Grazie ai contributi versati dai lavoratori
delle cooperative, il Fondo ha raccolto in
tutta Italia quasi 900.000 euro, che ha deciso di destinare a progetti mirati a rivitalizzare il sistema produttivo e le relazioni
sociali nei comuni colpiti, in un’ottica di
lungo periodo.
Il progetto “Ri-popolare: azioni integrate per
il rilancio comunitario post sisma delle Case
del Popolo” presentato da Camelot e Le Pagine, in collaborazione con la cooperativa
Case del Popolo e Arci Ferrara e con il sostegno dei Comuni di Ferrara e Bondeno, è
stato finanziato dal Fondo e si è sviluppato
nell’arco di circa un anno, per concludersi
nel maggio scorso.
Otto sono le Case del Popolo interessate dal
progetto, (di queste, 4 sono ubicate nel Comune di Bondeno (La Schiavona – Bondeno, Pilastri, Scortichino e Gavello), 2 nel
Comune di Ferrara (Porotto e Corlo), 1 nel
Comune di Poggio Renatico (Coronella) e 1
nel Comune di Vigarano Mainarda (Vigarano
Pieve) sulle quali sono state realizzate attività diverse, individuate dalle comunità
stesse, grazie ad un processo partecipato
di coinvolgimento dei cittadini, delle associazioni e organizzazioni a vario titolo operanti sul territorio, condotto dagli operatori
della cooperativa Camelot.
Tutti gli interventi sono stati portati avanti
con l’obiettivo di avviare dei percorsi, che
poi i cittadini stessi potessero proseguire e
consolidare.
Grazie al progetto, la Casa del Popolo di Coronella è ora sede di una ludoteca, gestita
da un comitato di genitori, che quasi quotidianamente accoglie più di 20 bambini; la
Casa del Popolo “Schiavona” di Bondeno
diventerà presto la sede di un birrificio artigianale, che consentirà l’impiego di giovani
locali, tra cui anche persone svantaggiate;
a Scortichino, i libri donati negli anni da soci
e frequentatori della Casa del Popolo sono
stati censiti e inseriti in un sistema di cata-
Territori
Imprese
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Territori
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logazione che ne consentirà il prestito e la
circolazione; la Casa del Popolo di Porotto
ha visto alternarsi sul campo di bocce professionale squadre di bambini della Scuola
Media De Pisis, che hanno seguito con successo un corso tenuto dalla Federazione
Italiana Bocce; il teatro della Casa del Popolo di Pilastri è ora dotato di un impianto
audio che consentirà sia alle orchestre che
a gruppi musicali giovanili di esibirsi e così
via.
Il progetto è concluso, ma solo in parte. Saranno gli stessi soci delle cooperative, i cittadini, le associazioni locali a portarlo avanti.
Legacoop, con il supporto di Camelot, della
cooperativa Le Pagine e delle Case del Popolo continuerà ad investire in progetti che
possano trovare risposte ai nuovi bisogni
delle comunità, valorizzando il patrimonio
che i soci delle Case del Popolo hanno
creato e conservato in più di cent’anni di
storia. Il modello di lavoro ha definito buone
prassi riproducibili, pertanto l’Ufficio promozione e start up di Legacoop è disponibile a proseguire questo lavoro nei confronti
di altre Case del Popolo o Cooperative di
utenza presenti sul territorio. Il 27 giugno
prossimo, ad Alberone di Ro, presso la Cooperativa di Consumo, si terrà un seminario
nazionale proprio su questo tema.
I risultati dei progetti sostenuti dal Fondo
“Un’ora vale due” sono raccolti sul sito ad
esso dedicato http://unoravaledue.legacoopemiliaromagna.it/
REGGIO EMILIA
Nuovo fondo per potenziare
il servizio civile volontario
Con l’autunno 2014 per i giovani della provincia di Reggio Emilia si apriranno nuove
possibilità di natura occupazionale e formativa grazie ad un impegno congiunto del
nostro territorio, grazie ad un progetto di
Forum Terzo Settore di Reggio Emilia (a cui
partecipa anche Legacoop Reggio Emilia) e
Caritas Reggiana.
Con il progetto, sostenuto da Fondazione
Manodori, Camera di Commercio, Provincia e Comune di Reggio Emilia e presentato
nei giorni scorsi alla Fondazione Manodori,
verrà ampliata l’offerta di posti di Servizio
Civile Volontario all’interno degli enti accrePrimo piano
ACI
ditati sul territorio cittadino.
Un progetto pilota che, grazie anche ad una
collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, metterà a disposizione circa
250.000 euro per raddoppiare la disponibilità dei posti a giovani interessati a partecipare a progetti della durata di 10/12 mesi
all’interno di associazioni, cooperative sociali, enti del territorio con attività nel campo
sociale, educativo, culturale ed assistenziale.
Una grande opportunità per la costruzione
del senso civico dei ragazzi e contemporaneamente una importante risposta al tema
dell’occupazione giovanile nell’ambito del
welfare italiano. Lo strumento del servizio
civile volontario, presente in Italia dal 2001,
è una opportunità messa a disposizione dei
giovani dai 18 ai 28 anni per dedicare un
anno della propria vita a favore di un impegno solidaristico, civico e civile con forte valore in termini di coesione sociale. A fronte
di questo impegno è inoltre riconosciuto al
giovane un riconoscimento economico
mensile commisurato al monte ore settimanale che va dalle 25 alle 30 ore.
Le aree di intervento nelle quali è possibile
prestare il Servizio Civile Nazionale sono riconducibili ai settori: assistenza, protezione
civile, ambiente, patrimonio artistico e culturale, educazione e promozione culturale,
servizio civile all’estero. Il canale prioritario
del Servizio Civile Nazionale prevede un finanziamento pubblico gestito dalla presidenza del Consiglio dei Ministri e dalle
Regioni che annualmente permette la copertura di uno o più bandi di progettazione
(e conseguente selezione e avvio dei volontari).
Negli anni questo fondo ha subito forti tagli
e conseguenti riduzioni dei posti disponibili
(nel 2006 sono entrati in servizio 45.890
volontari, nel 2013 solamente 15.939) a
fronte di una domanda nazionale che non
scende sotto alle 86.500 domande presentate. Lo scorso anno nella provincia di
Reggio Emilia sono stati attivati solamente
84 posti a fronte di circa 600 domande.
Con questa iniziativa si ritiene di poter avviare al servizio circa 170 giovani: una reale
politica giovanile ed al tempo stesso una
politica del lavoro e dell’occupazione che
presenti una forte connotazione in termini
di professionalizzazione, creazione e trasferimento di competenze e riattivazione dei
Legacoop
Settori
giovani in un settore, quello del no profit –
che nella nostra provincia rappresenta una
realtà importantissima e fondante. La prospettiva è quella di creare un sistema virtuoso che in un prossimo futuro permetta
agli enti di attivare posizioni lavorative e formative per i giovani ad un costo sostenibile
anche per l’ente di servizio civile.
PARMA
DaSimulimpresanasceBEC,lacooperativa per prodotti e servizi ICT
Oltre trenta studenti di Economia hanno sperimentato la creazione di una cooperativa
grazie al Laboratorio Simulimpresa dell’università di Parma in collaborazione con Legacoop ed il sostegno di Coopfond
BEC è il nome della cooperativa nata dal programma internazionale “Simulimpresa”,
organizzato dall’Università di Parma – Dipartimento di Economia, in collaborazione
con Legacoop Parma e con il sostegno di
Coopfond.
Il progetto formativo riproduce il modo d’operare delle imprese ed è fondato sull’actionoriented learning. Trentadue studenti,
selezionati in base a curriculum e motivazioni, sono stati coinvolti in 70 ore di attività,
da febbraio a maggio, mantenendo un elevato grado di fedeltà alla realtà imprenditoriale, dall’elaborazione dell’idea alla
creazione della società in tutti le sue fasi.
L’azienda simulata che ne è sorta, BEC,
commercializza prodotti e servizi nel settore
dell’Information and Communication Technology (ICT), dai computer agli smartphone dagli ultrabook alle webcam, con
particolare riguardo alla diffusione di app
evolute. Nell’ambito del programma, gli studenti hanno partecipato anche alla Fiera internazionale di Imprese simulate, tenutasi
a Barcellona a marzo.
Ieri, nelle aule di via Kennedy, durante la cerimonia di chiusura, i soci imprenditori della
cooperativa hanno ricevuto gli attestati e presentato il loro lavoro davanti al prof. Eugenio
Pavarani, coordinatore del progetto, a Loretta Losi e Vanessa Sirocchi di Legacoop, e agli ospiti presenti per l’occasione.
Hanno portato il loro saluto: Andrea Volta,
presidente Legacoop Parma e Mauro Lusetti, presidente Legacoop nazionale e Alle-
Territori
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Sondaggio
Territori
18
anza delle Cooperative Italiane, a testimonianza dell’attenzione del movimento cooperativo nei confronti di questo tipo di iniziative.
“La cooperativa si tramanda alle generazioni,
un peculiarità che dà un senso di infinito a
questa forma di impresa”, ha detto Lusetti.
Inoltre, a riprova del valore concreto di Simulimpresa, alcuni soci di BEC, hanno
espresso il desiderio di approfondire la fattibilità del loro business in un’ottica di startup. L’esperienza, quindi, si pone obiettivi reali
per chi intende darsi un’opportunità di lavoro
attraverso l’autoimprenditorialità.
GROTTAMMARE
Agenzia Res, Koinema e Coos MarcheprotagonistedelprogettoSprar
E’ un modello di accoglienza diffusa per le
persone immigrate quello che propone il Comune di Grottammare e che realizza insieme
all’associazione temporanea d’impresa formata dalle cooperative sociali Agenzia Res,
capofila, Cooss Marche e Koinema. Su 300
progetti approvati dal ministero dell’Interno
Primo piano
ACI
per il Sistema di protezione per richiedenti
asilo e rifugiati-Sprar, quello di Grottammare
è arrivato 33 esimo. Il progetto viene finanziato per la maggior parte dal ministero.
Punta sul concetto di accoglienza diffusa per
personalizzare i benefici rivolti ad ogni singolo ospite a cui non offrire solo assistenza
ma anche gli strumenti per crearsi una personale autonomia. Il tempo di accoglienza
dura sei mesi. In questo periodo, ognuna
delle persone coinvolte nel progetto deve frequentare un tirocinio o un corso professionalizzante. Grazie all’attivazione di 13 forme
di tirocinio in ristoranti, pizzerie, bar, residence del territorio, queste persone possono
imparare un mestiere.
RAGUSA
Ragusa: Pino Occhipinti torna
presidente di Legacoop
Cambio al vertice di Legacoop Ragusa.
Pino Occhipinti torna a guidare l’associazione di categoria con il ruolo di presidente
provinciale, sostituendo Roberto Roccuzzo
Legacoop
Settori
che ha rassegnato le dimissioni. E’ stata la
direzione provinciale, nel corso della riunione tenutasi l’11 giugno, ad indicare in
Occhipinti la nuova guida, dopo una parentesi durata quasi un anno e mezzo, dell’organizzazione di categoria. Occhipinti,
sciclitano, da sempre nel mondo della cooperazione, continuerà comunque a ricoprire
l’incarico di responsabile del settore agroalimentare di Legacoop Sicilia.
“Apprezzo l’attestato di stima arrivato dai
componenti della direzione provinciale – afferma Occhipinti – e sono pronto a dare di
nuovo il massimo nel contesto di un ruolo
che conosco benissimo e che, però, occorre
affrontare sempre con il dovuto piglio anche
per le complesse condizioni socio-economiche che tutti ci troviamo ad affrontare.
Legacoop Ragusa, impegnata nella costituzione dell’Aci (Alleanza cooperative italiane)
, insieme con Agci e Confcooperative, vuole
continuare ad esercitare una parte di primo
piano nel contesto delle dinamiche da adottare per rilanciare l’economia a livello locale. Siamo pronti a provarci”.
Territori
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Imprese
>> Conad
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CONAD
>> Coop Adriatica
Nonostante la crisi chiude un altro
anno positivo +5,9 per cento
>> Unicoop Tirreno
Il 2013 è stato l’anno peggiore dal dopoguerra. Ciononostante Conad conferma il
trend di crescita in tutte le regioni italiane,
portando il giro d’affari a 11,6 miliardi di
euro – 648 milioni più del 2012 (+5,9 per
cento) – e rafforzando ulteriormente la leadership nel canale dei supermercati, al 18,5
per cento, e nei negozi di prossimità, al 14,3
per cento (fonte: Guida Nielsen Largo Consumo, II semestre 2013).
Le famiglie hanno visto il reddito eroso progressivamente dalla crisi e dalle tasse, mentre le vendite nella grande distribuzione
(ipermercati, supermercati e libero servizio)
hanno conosciuto una pesante contrazione:
-2,1 per cento. E al Sud è andata ancora peggio, -5 per cento (fonte: Guida Nielsen Largo
Consumo, dicembre 2013). Si parla tanto di
spending review: ebbene, gli italiani hanno incominciato a farla direttamente sulla propria
pelle, portando in tavola solo l’indispensabile
e rinunciando talora anche alla qualità e alla
tradizione.
E’ dunque significativa la crescita di Conad in
tutto il territorio nazionale, portando la quota
di mercato all’11,4 per cento e guadagnando ancora terreno rispetto al leader
(fonte: Guida Nielsen Largo Consumo). Migliorata anche la solidità patrimoniale, che
ammonta a 1,95 miliardi di euro (+15,5
per cento).
In tale scenario, Conad ha investito nella salvaguardia del potere d’acquisto degli italiani
con una serie di iniziative di convenienza che
hanno dato risposta ai nuovi modelli di consumo e alle esigenze di una clientela che ha
come obiettivo primario di risparmiare anche
sulla spesa quotidiana.
Le iniziative nazionali hanno generato oltre
600 milioni di risparmio per i clienti. In
modo particolare Bassi&Fissi, nella quale
Conad ha investito 250 milioni di euro, dando
risposta a necessità emergenti e accrescendo
al contempo la fedeltà alla propria marca
(+2,2 per cento).
Non meno forte l’impegno per le comunità,
sia attraverso iniziative mirate quali la seconda edizione di Insieme per la scuola –
17.424 attrezzature informatiche donate a
4.452 scuole di tante regioni italiane, con un
investimento di 3 milioni di euro – sia at-
>> Unicoop Tirreno
>> Coopservice
>> Consorzio Sanità
>> Apofruit
>> Itaca
>> Consorzio Toscana
Turismo e Cultura
>> Abita.net
>> Coop Archeologia
>> Coop Occhio del Riciclone
Primo piano
ACI
Legacoop
Settori
traverso gli accordi commerciali con 5.894
piccoli e medi fornitori locali di prodotti di qualità per un valore complessivo, tra consorzio e
cooperative, di 3,2 miliardi di euro.
“Abbiamo ottenuto risultati positivi – annota il
direttore generale di Conad Francesco Pugliese –, ma non possiamo ancora dire di
esserci lasciata la crisi alle spalle. I consumi
continuano a diminuire, si fa economia su
tutto, compreso ciò che si porta in tavola rinunciando talora anche alla qualità. Viviamo
una crisi diventata ormai strutturale, in cui la
domanda interna non dà segni di ripresa. Per
questo investiremo ancora, puntando a crescere e ad essere sempre più il punto di riferimento per la spesa di un numero crescente
di persone”.
La dinamica dei consumi delle famiglie è ancora molto debole; per questo Conad, coerente con la propria natura cooperativa,
continuerà ad investire anche nel 2014 in attività di sostegno al potere d’acquisto e nello
sviluppo dei propri soci.
Nel corso del 2013 Conad ha rimodulato la
propria rete di vendita, presente in 1.468 comuni e 108 province italiane. I punti vendita
sono scesi a 3.019 (erano 3.067 nel 2012)
per una superficie complessiva di 1.750.643
mq, cresciuta di 28.311 mq rispetto all’anno
precedente: 40 ipermercati, 187 Conad Superstore, 936 Conad, 893 Conad City, 717
Margherita Conad e 246 altre insegne.
Crescono le “piccole metrature”, la prossimità, il piccolo negozio di alimentari sotto
casa con un buon assortimento anche di prodotti freschi, perché i clienti tornano a frequentare quelli che sono centri commerciali
“naturali”, vale a dire le vie e i centri storici di
città e paesi.
Ai risultati positivi del 2013 ha contribuito il
buon andamento della marca del distributore,
che prosegue nel suo trend di crescita a tassi
superiori alla media di mercato. Le vendite di
prodotti Conad sono aumentate del 15 per
cento rispetto all’anno precedente, con un
mercato che – a totale Italia iper e supermercati – ha guadagnato solo il 5 per cento,
generando un fatturato di 2,5 miliardi di
euro.
La marca ha raggiunto una quota del 26,2
per cento (1,5 punti percentuali in più rispetto
al 2012) distanziando – secondo le rilevazioni
Symphony Iri – il totale Italia di 7,2 punti percentuali e garantendo la qualità da leader con
una convenienza del 25-30 per cento. Dunque, più di un prodotto su quattro venduti è a
Territori
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Imprese
20
marca Conad. La crescita è generalizzata in
tutte le categorie merceologiche e si rivela
fondamentale per accrescere la fedeltà all’insegna, tanto da essere leader nel 43 per
cento e occupare la seconda posizione in un
altro 30 per cento.
Sul fronte dell’innovazione di servizio, Conad
ha in attività 23 distributori di carburanti che
da novembre 2005 – anno di apertura del
primo impianto a Gallicano, in provincia di
Lucca – a fine 2013 hanno prodotto un beneficio per gli automobilisti di 55,2 milioni
di euro, pari ad un prezzo mediamente inferiore di 8,6 centesimi di euro rispetto al
prezzo medio comunicato dal ministero dello
Sviluppo Economico. Le 73 parafarmacie
hanno prodotto convenienza per i clienti per
ulteriori 7 milioni di euro.
Si tratta di numeri ancora “esigui” per certi
versi, complice il ritardo – se non lo stop – a
cui vanno incontro le liberalizzazioni del mercato in materia di energia e farmaci, ma che
si rivelano importanti anche per la funzione
calmieratrice indotta sui prezzi praticati dalla
concorrenza.
I reparti Ottico (12) e le Cremerie Sapori&Dintorni (22) completano il quadro dei servizi.
Nuova tappa anche per il progetto degli store
Sapori&Dintorni con l’apertura di Sassari; una
formula di successo anche alla luce di una
produttività ai vertici del mercato con oltre 22
mila euro a metro quadrato.A inizio 2014 ha
preso poi avvio il programma di aperture nelle
grandi stazioni ferroviarie italiane con l’inaugurazione a Roma Termini. La prossima sarà
a S. Maria Novella, a Firenze.
L’export Conad ha chiuso il 2013 con una
crescita del 20,7 per cento, attestandosi a
60,3 milioni di euro, focalizzato sui prodotti
italiani di maggior successo, sempre più presenti nei canali della grande distribuzione
estera, a marchio Conad, Sapori&Dintorni
Conad e Creazioni d’Italia, quest’ultimo
creato esclusivamente per il mercato internazionale.
Conad conferma il piano strategico degli investimenti per il triennio 2012-2014 annunciato nel 2011 –770 milioni di euro finalizzati
a 260 nuove aperture e 5.800 assunzioni –,
anche se ridimensionato a causa dell’applicazione dell’articolo 62 che ha drenato liquidità dalle casse di Conad per oltre 450 milioni
di euro.
Lo scorso anno, Conad e UniCredit hanno siPrimo piano
ACI
glato un innovativo accordo di factoring al
servizio degli attori della filiera che ha raggiunto gli 800 milioni di euro di valore, consentendo alle imprese fornitrici coinvolte di
disporre di un polmone finanziario non trascurabile nell’attuale panorama degli affidamenti.
COOP ADRIATICA
Approvato il bilancio 2013;
Turrini rieletto presidente
Si è tenuta sabato 14 giugno l’assemblea
generale dei soci delegati di Coop Adriatica,
che ha votato il nuovo Cda e approvato il Bilancio d’esercizio 2013. I 281 delegati,
scelti in rappresentanza dei 27.666 soci
che hanno partecipato alle 92 assemblee
separate svolte nei territori della Cooperativa tra il 15 maggio e il 5 giugno, hanno
anche nominato la nuova Commissione
etica.
Il dati del Bilancio 2013 e il Ristorno sociale
Coop Adriatica ha chiuso il 2013 con un bilancio solido in un contesto di grande difficoltà dei consumi: con un utile d’esercizio di
32,8 milioni di euro (+6,2 milioni sul 2012),
un patrimonio netto di 942,9 milioni (+33,6
milioni) e vendite pari a 2,079 miliardi (in
lieve flessione sull’anno precedente: -0,6%).
I buoni risultati consentono di erogare il Ristorno (la quota percentuale sugli acquisti effettuati l’anno precedente che viene restituita
ai soci): per le spese del 2013 ammonta allo
0,30%, contro lo 0,25% dell’anno precedente, per un totale 4,8 milioni di euro.
Il nuovo Cda e la nuova Commissione etica
Il Cda di Coop Adriatica è composto da 25
membri: 12 presidenti di Distretto – votati direttamente da oltre 75 mila soci nelle elezioni di aprile – e 13 consiglieri tecnici,
proposti dalla Commissione elettorale. Il Cda,
nominato ogni tre anni, ha potere di indirizzo,
Legacoop
Settori
controllo e decisione, e tutela gli interessi dei
soci. La Commissione Etica, invece, è formata da 5 membri.
Con l’insediamento del Cda si completa il
percorso di democrazia per il rinnovo della
governance di Coop Adriatica, iniziato due
mesi fa con le elezioni dei rappresentanti dei
soci. Con le votazioni nei negozi sono stati
scelti 463 consiglieri di Zona, 26 presidenti
di Zona e 12 presidenti di Distretto: fino al
2017 saranno loro a portare la voce dei soci
nella vita della Cooperativa.
Il nuovo Consiglio di amministrazione di Coop
Adriatica ha confermato Adriano Turrini
presidente per i prossimi tre anni. Al suo
fianco resta il vicepresidente Elio Gasperoni. Le nomine sono state effettuate durante la prima riunione del neoeletto
Consiglio di amministrazione, subito dopo il
termine dell’assemblea generale di Bilancio.
All’assemblea generale di Coop Adriatica
hanno partecipato, oltre ai soci delegati,
anche i dirigenti della Cooperativa, i presidenti eletti nelle 26 Zone soci, i rappresentanti territoriali di Legacoop.Tra gli interventi,
anche quelli del presidente di Coop Italia
Marco Pedroni, e del presidente di Legacoop Nazionale Mauro Lusetti.
UNICOOP TIRRENO
Approvato il bilancio 2013
tra luci e ombre
Approvato dal CdA di Unicoop Tirreno il bilancio consuntivo: 1.178,2 milioni di euro di
vendite, 258,6 milioni di patrimonio netto e
1.164,4 milioni di raccolta del prestito sociale. Poste straordinarie causano una perdita per 24,3 milioni di euro, mentre la
Cooperativa investe 26milioni nei territori.
Sul risultato economico 2013 hanno influito
i risultati negativi di alcune partecipazioni per
20,5 milioni. In primo luogo la controllata
Ipercoop Tirreno (gestisce i punti vendita in
Campania) ha confermato il risultato negativo
presente ormai da anni (-14,7 milioni), mentre altri oneri sono derivati dalla cessione
della società Sviluppo Discount (Dico) e dall’acquisizione della newco Distribuzione
Roma, titolare di 54 supermercati nel Lazio.
Da evidenziare nella capogruppo Unicoop
Tirreno il risultato positivo di 0,9 milioni della
Territori
Imprese
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Imprese
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gestione ordinaria (la somma delle gestioni
commerciali e immobiliari da un lato e finanziarie dall’altro).A questo si aggiungono oneri
straordinari complessivi di 22,8 milioni (comprese le svalutazioni di partecipazioni), determinanti per il risultato finale che registra una
perdita di 24,3 milioni di euro.
Nel 2013 è continuata la crisi dei consumi insieme alla riduzione dei redditi e dell’occupazione. I consumi alimentari sono diminuiti di
oltre il 3% (Istat) e anche nei primi mesi del
2014 si conferma il trend negativo. In questo
contesto la Cooperativa ha comunque mantenuto il ruolo di difesa del potere di acquisto
di soci e consumatori potenziando la convenienza (promozioni e abbassamento generale
dei prezzi), ha aperto quattro nuovi punti vendita (Grosseto, Tuscania e Fabro) e ristrutturato gli esistenti (dodici interventi) per un
investimento totale di 26milioni di euro.
Tra i fatti successivi alla chiusura dell’esercizio 2013 l’avvio della gestione da parte di
Campania Distribuzione Moderna srl del superstore di Afragola (Napoli) a partire dal febbraio scorso. Questa operazione, insieme ad
altri interventi di miglioramento della gestione,
consentirà di ridurre le perdite di Ipercoop Tirreno e di migliorare il risultato economico di
Gruppo Unicoop Tirreno a partire dal 2014.
“Il risultato di bilancio 2013 è purtroppo negativo –dichiara Marco Lami, presidente di
Unicoop Tirreno – dobbiamo comunque valutare che è ancora una volta determinato
dalle poste straordinarie, cioè dal risultato di
Ipercoop Tirreno e da alcune poste negative
derivanti dall’operazione di cessione dei Dico
e acquisizione di Distribuzione Roma. Le
aspettative per il 2014 sono di un miglioramento molto sensibile, perché l’operazione
Campania si è chiusa negli ultimi giorni di dicembre 2013 e quindi i risultati positivi li
avremo quest’anno. Inoltre anche nella rete
vendita toscana si sta completando l’estensione del nuovo modello vendite che produce
aspettative di miglioramento per il bilancio
2014.
“Queste aspettative si confrontano con l’andamento generale del paese – continua Lami
– e quindi con un trend di consumi ancora
negativo che non registra, allo stato attuale,
alcuna ripresa. L’auspicio da parte nostra è
che la situazione economica migliori, in ogni
caso questo ci impegna a migliorare le nostre prestazioni e a non lasciare nulla d’inPrimo piano
ACI
tentato. Siamo convinti che il posizionamento
che stiamo perseguendo, basato sulla forte
convenienza e attenzione al territorio, sia il migliore possibile per intercettare la ripresa che
tutti auspichiamo arrivi prima possibile”.
Il bilancio 2013 sarà presentato e discusso
alle assemblee separate delle sezioni soci
Unicoop Tirreno dal 9 al 20 giugno.
UNICOOP TIRRENO
Lancia il franchising
Primo negozio a Infernetto (Roma)
Da giovedì 19 giugno 2014 Unicoop Tirreno
entra nel franchising con il primo punto vendita affiliato inaugurato il 19 giugno a Infernetto (frazione di Roma), tra l’Eur e Ostia.
Si avvia così il Progetto Franchising di Unicoop Tirreno (la Coop con sede a Piombino –
LI e presente con 112 punti vendita in Toscana, Lazio, Campania e Umbria) che prevede l’affiliazione di altri quattro negozi a sud
di Roma entro il 2014.
Il supermercato dell’Infernetto ha insegna
MAP, dell’imprenditore romano Maurizio Pini
che opera nella grande distribuzione dal
2001 e nel passato è stato affiliato anche a
Dico.Alla sua insegna si affianca il logo “affiliato Coop Unicoop Tirreno”.
Il negozio ha un’area vendita di 1.000 mq, 4
casse e 14 dipendenti. La gamma merceologica è completa “Con punti di forza nella gastronomia e nella macelleria – spiega
Carmelo Nanì, responsabile progetto franchising per Unicoop Tirreno - che contribuiscono a connotarlo come supermercato di
qualità. Avrà in assortimento una quota di
prodotti acquistati da Unicoop Tirreno, i prodotti a marchio Coop e i prodotti freschissimi
acquistati da Coop o da fornitori locali previa
certificazione di Unicoop Tirreno. I prezzi di
vendita sono imposti sul prodotto Coop e suggeriti sulla rimanente parte dell’assortimento,
mentre Coop assicura una consulenza commerciale e di marketing.Al MAP affiliato Coop
Unicoop Tirreno non ci sarà alcun servizio dedicato ai soci Coop”.
Giovedì 26 giugno aprirà poi il punto vendita
di Torvaianica “Qui”, gestito dalla famiglia Pitton da decenni nel settore della distribuzione
alimentare nel sud del Lazio. Si trova sul lungomare, è una superette di vicinato, ha
Legacoop
Settori
un’area di vendita di circa 300 mq con gastronomia assistita, banco carni assistito e ortofrutta a libero servizio. Anche a Torvaianica
all’insegna “Qui” si affianca il logo Coop Unicoop Tirreno.
Con l’ingresso nel franchising Unicoop Tirreno
si aspetta un ritorno di diffusione dell’insegna
Coop in zone dove essa è poco presente e
facendo conoscere i prodotti a marchio Coop
e la sua politica commerciale.
COOPSERVICE
Bilancio positivo, innovazione e ricerca alla base dello sviluppo
Si è tenuta il 18 giugno a Bologna, presso
l’Hotel Marconi di Bentivoglio, l’assemblea
territoriale dei soci di Coopservice che ha approvato il bilancio consuntivo 2013 e consegnato dei riconoscimenti ai soci con anzianità
di 10 e 20 anni.
A fine aprile 2014 gli occupati della filiale
di Bologna erano 625, di cui 406 soci.
Fra i principali clienti che si avvalgono dei
servizi di Coopservice: Gruppo G.D., Regione
Emilia Romagna, Università di Bologna,
Azienda Ospedaliera Sant’Orsola, Azienda
ASL, Stazione Ferroviaria Bologna Centrale,
Gruppo Unipol, Ducati Energia, Biblioteca ex
Sala Borsa, Ikea, Coop Adriatica, Shopville
Gran Reno.
A Bologna Coopservice è infatti di casa:
da oltre vent’anni la cooperativa reggiana, che
è tra i principali player italiani nella progettazione, erogazione e gestione di servizi integrati alle imprese e alle comunità, è presente
con il proprio Istituto di vigilanza, che si trova
a Casalmaggiore, un istituto dotato delle più
moderne tecnologie per quanto riguarda la
sicurezza e il trasporto valori.
Nel corso degli anni l’attività della cooperativa si è gradualmente estesa alle pulizie civili e industriali, alla logistica, all’ecologia, al
facility management, ma a fare la parte del
leone sono gli storici servizi di vigilanza
che producono tuttora la quota più alta dei ricavi: 20 milioni di euro su un totale di
circa 23 milioni.
Il bilancio 2013, che sarà sottoposto all’assemblea generale dei soci il prossimo 29 giugno, si è chiuso con risultati economici e
sociali positivi: ricavi pressoché in linea con
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l’anno precedente nonostante i pesanti tagli
della spending review, utile netto in crescita,
sostanziale tenuta dell’occupazione certificata
a fine anno da 11.400 addetti.
«Si tratta di performance – ha sottolineato il
presidente di Coopservice Roberto Olivi per nulla scontate e ancora più significative
se lette alla luce della crisi economica che
anche nel 2013 ha travagliato il nostro Paese,
spostando di nuovo avanti l’uscita dalla recessione, nonostante alcuni timidi segnali di
ripresa che si sono manifestati nei primi mesi
di quest’anno».
«Se a questi risultati – ha proseguito Olivi aggiungiamo la solidità finanziaria e patrimoniale su cui poggia Coopservice (nel 2013 il
patrimonio netto complessivo ha superato i 94 milioni di euro), si può ragionevolmente sostenere che la cooperativa gode
di buona salute e ha le carte in regola per affrontare le nuove sfide che l’attendono sulla
strada dello sviluppo. Un percorso impegnativo che Coopservice ha intrapreso nel segno
dell’innovazione, investendo risorse in nuove
attività ad alto contenuto tecnologico come la
logistica del farmaco e il facility management».
All’assemblea è intervenuto il presidente di
Legacoop Bologna, Gianpiero Calzolari:
«Se in questo territorio si vive meglio rispetto
ad altri e anche grazie alla forte presenza
cooperativa. CoopService a Bologna non è un
ospite, ma un protagonista a tutti gli effetti e
vogliamo rafforzare questo rapporto anche
con una più marcata presenza negli organi di
direzione».
CONSORZIO SANITÀ
Il congresso a Roma
dal 26 al 28 giugno
sione sul Patto per la Salute tra Governo e
Regioni, un documento che dovrà dare linee
di indirizzo per il servizio sanitario nei prossimi anni.
Una parte corposa del patto riguarda la riorganizzazione delle cure primarie e l’integrazione tra queste ed i servizi socio sanitari, un
percorso in parte definito dalla legge “Balduzzi”.
Su questo processo, che vede un ruolo determinante dei medici di medicina generale
è aperto un confronto per la revisione del
contratto che lega i medici al servizio pubblico. Tale confronto dovrà recepire l’obbligatorietà delle forme associative tra Medici e
della partecipazione ai processi di riorganizzazione delle cure territoriali per garantire
continuità assistenziale e modelli innovativi di
servizio basati sulla presa in carico delle patologie croniche, sulla medicina di iniziative e
sulla integrazione dei servizi sanitari di primo
livello.
Il titolo del congresso si basa su una domanda:
“Le Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT)
e le Unità Complesse di Cure Primarie (UCCP)
sono un obbligo formale della legge “Balduzzi” (189/2012) o il percorso di salvezza
del servizio sanitario universalistico?”.
Su questa domanda si confronteranno per
due giorni i soggetti che saranno protagonisti di questi processi di riorganizzazione, nelle
diverse funzioni di operatori, decisori politici,
manager sanitari, sindacati di categoria,
mutue volontarie e rappresentanti degli utenti.
I lavori inizieranno alle ore 14,30 di Giovedì
con i saluti dell’On. Davide Faraone, responsabile welfare del PD e del presidente
dell’Ordine dei medici di Roma.
Seguiranno diversi interventi per delineare gli
scenari della riorganizzazione del servizio sa-
nitario pubblico, con particolare riferimento
alle cure primarie.
Sono previsti tra gli altri gli interventi dell’assessore alla sanità della Regione Veneto
(L.Colletto) del segretario della FIMMG (G.
Milillo) del presidente del CoS (A.Di Malta)
La prima giornata si concluderà con una tavola rotonda che vuol essere occasione di un
confronto sulle proposte del CoS sulla attuazione delle AFT e UCCP. Al confronto parteciperanno la Sen. Emilia De Biasi
(presidente della XII commissione Igiene e
Sanità), T.Aceti ( cittadinanza Attiva), il direttore generale regione Friuli (A. Marcolongo)
, C. Troise (Anao Assomed) e V. Panella di
Federsanità ANCI.
La mattinata di Venerdì 27 sarà dedicata a
presentare le esperienze innovative realizzate
dalle cooperative del CoS ed il ruolo delle
nuove tecnologie nelle cure primarie. Interverranno rappresentati delle cooperative di
MMG, degli infermieri, direttori di ASL o servizi specialistici. Diverse sfaccettature di idee
e progetti realizzati nella gestione dei servizi
delle cure primarie: dalla gestione attiva delle
malattie croniche, alla organizzazione della
continuità assistenziale ed alla integrazione
socio sanitaria.
Il pomeriggio focalizzerà l’attenzione sui modelli gestionali delle cooperative nella riorganizzazione dei servizi sanitari sul territorio, dei
progetti di integrazione socio sanitaria e del
ruolo della mutualità integrativa.
Concluderà il pomeriggio una tavola rotonda
sulle forme di integrazione e gli strumenti di
gestione e monitoraggio dei risultati delle cure
alle patologie croniche.
Al confronto parteciperanno Antonio Di
Malta (Presidente del CoS), Maurizio Pozzi
(presidente Federazione Sanicoop) i presidenti dei centri studi FIMMG Verona e CoS (F.
Il Consorzio Sanità (CoS) terrà a Roma, presso
il centro Congressi Frentani, a partire dal pomeriggio di Giovedì 26 Giugno il suo congresso nazionale.
Il CoS ha da oltre 15 anni l’organizzazione nazionale delle cooperative di Medici di medicina generale ed ha maturato, con le
cooperative, importanti esperienze nella gestione dei processi di riorganizzazione ed innovazione delle cure primarie.
Il congresso cade nella fase finale di discusPrimo piano
ACI
Legacoop
Settori
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Del Zotti e A. Aronica), il direttore generale
ASL di Bergamo (M.Azzi), C. Carbone (Il Sabato sarà invece dedicato ad un lavoro di
gruppo, con lo scopo di realizzare un confronto operativo per individuare problemi e
soluzioni alle fasi di attuazione dei modelli di
riorganizzazione delle cure .
Le conclusioni sono previste per le ore 13 con
l’intervento del Presidente del CoS.
APOFRUIT
Bilancio2013positivo,cresconovalore della produzione e liquidazioni
I 3.327 soci produttori di Apofruit Italia collocati in diverse regioni ortofrutticole italiane,
nel corso delle diverse assemblee territoriali
svoltesi in questi giorni, hanno approvato il
bilancio 2013 della cooperativa e il listino di
liquidazione della frutta invernale.
I dati più significativi dell’esercizio 2013 evidenziano una produzione conferita di
182.619 tonnellate ( - 7% sul 2012) per un
valore della produzione di 208 milioni di euro
(+ 2% sul 2012 ). La liquidazione ai produttori raggiunge gli 87.985.000 euro (+ 6,34%
sul 2012).
Il risultato di gestione vede un utile netto di
523.000 euro (era di 450.000 nel 2012)
Il bilancio consolidato, invece (Apofruit consolida le società Canova e Vivitoscano, che si
occupano di bio, e Mediterraneo Group, che
svolge attività di trading per i partner) evidenzia un valore della produzione pari a 255,5
milioni di euro, ossia 9,7 milioni in più rispetto
al 2012 (più 4%). Il patrimonio netto raggiunge i 103,2 milioni, che fa di Apofruit una
struttura tra le più capitalizzate del settore.
Per quanto riguarda la frutta invernale, vengono liquidate 67.039 tonnellate (- 6,3% rispetto al 2012) per un importo pagato ai soci
di 33,5 milioni di euro (+ 7% sul 2012).
Tra i principali prodotti oggetto di liquidazione
si conferma il buon andamento delle mele di
qualità, nonostante l’annata di piena produzione. Le mele appartenenti a questa categoria hanno registrato quotazioni interessanti,
soprattutto per le cultivar Cripps Pink e Rosy
Glow. Molto soddisfacente anche l’andamento del kiwi, che si conferma sempre più
al centro delle strategie di Apofruit. In generale, la buona qualità dei kiwi ha permesso di
Primo piano
ACI
intensificare i rapporti commerciali in oltremare.
“Con questa liquidazione - commenta il Presidente di Apofruit Mirco Zanotti - si chiude
un anno tutto sommato positivo per Apofruit
e i propri soci. Infatti, in un contesto in cui
continua ad affermarsi il calo dei consumi di
ortofrutta, i risultati della liquidazione dei prodotti invernali sono soddisfacenti. Ciò è stato
possibile grazie ad un consolidamento della
vendita sui mercati nazionali ed europei, ed
un forte sviluppo dell’export”.
“Dal punto di vista gestionale - dichiara il direttore generale Renzo Piraccini - si tratta
di una annata discretamente positiva. Chiudiamo un bilancio in utile, come sempre, ma
il nostro obiettivo non è capitalizzare ulteriormente la cooperativa ma liquidare bene i prodotti conferiti. Dal punto di vista commerciale
mi paiono particolarmente significativi i risultati del kiwi, che sono anche la conseguenza
dello sviluppo dell’export e delle buone performance dei prodotti biologici che, grazie alle
politiche portate avanti in questi anni nel settore del bio, hanno trovato una buona valorizzazione.”
ITACA
Inaugurazione della struttura
“Casa e Piazza”
Sabato 28 giugno, alle 11, a Virco di Bertiolo
(Ud), la Cooperativa sociale Itaca (che il giorno
successivo compirà 22 anni) inaugurerà ufficialmente la nuova struttura della Comunità
“Casa e Piazza”, rivolta a 10 persone con disabilità psico-fisiche, ultimo investimento del
2013 e sesto totale. Costruito ex novo e finanziato interamente dalla Coop friulana,
quello situato in via Bertiolo 2/B è un edificio
all’avanguardia, che presenta forti innovazioni
anche dal punto di vista energetico, essendo
e completamente autosufficiente.
Nella comunità, attiva sulle 24 ore già da novembre 2013, attualmente risiedono 8 persone con disagio psico-fisico.“Questa attività
è una piccola parte del lavoro di cura che
svolgiamo da più di 20 anni – spiega la presidente Orietta Antonini -, soprattutto nel
territorio regionale, e che oggi si rivolge a
quasi 10 mila utenti con circa 1500 lavoratrici
e lavoratori prevalentemente socie e soci”.
Legacoop
Settori
“Essere cooperativa e occuparci di servizi
socio assistenziali ed educativi - sottolinea la
presidente Antonini - vuol dire attribuire al lavoro di comunità e alla rete dei servizi del territorio un valore fondamentale e vincolante
del lavoro sociale. Perciò questo momento
inaugurale – che vogliamo condividere con
tutta la nostra rete - non rappresenta solo un
rafforzamento economico e patrimoniale della
nostra attività, ma è un investimento generativo di capitale sociale e relazionale di tutto il
territorio e della comunità di riferimento”.
Nelle scorse settimane Itaca ha approvato il
bilancio 2013 registrando, malgrado il panorama esterno caratterizzato da un continuo
arretramento socio economico e occupazionale, risultati più che apprezzabili: circa 10
mila beneficiari dei servizi, 1483 lavoratori
mediamente occupati (più del 75% rappresentato da socie e soci, percentuale di occupazione femminile consolidata all’83%), un
valore della produzione che sfiora i 37,5 milioni di euro, utile pari a 280.363 euro.
CONSORZIO TOSCANA
TURISMO E CULTURA
4 nuovi soci e un fatturato di oltre
90mila euro
Un fatturato di oltre 90.000 euro, un patrimonio netto di quasi 17.000 e 4 nuovi soci.
Questi alcuni dei numeri contenuti nel bilancio 2013 del Consorzio Toscana Turismo e
Cultura, approvato giovedì scorso all’unanimità dall’Assemblea dei Soci.Tre i filoni d’attività principali del TTC nello scorso esercizio:
il Dì di Festa, un’iniziativa avviata nel 2010 in
collaborazione con Unicoop Firenze e che
oggi conta una media prenotazioni di 1.000
persone al mese; animazione culturale, sempre per Unicoop; e la partecipazione al Progetto Accessit, con l’organizzazione di
convegni e conferenze sul tema del turismo
accessibile nei siti archeologici. Nel corso del-
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l’Assemblea sono state presentate ai soci le
linee di lavoro per il mandato 2014-2015 nell’ambito di una strategia che prevede, tra i
suoi obiettivi principali, oltre al consolidamento di quanto sviluppato nel 2013, un incremento delle attività turistiche, la
partecipazione e la gestione di bandi nazionali
ed internazionali in tema di turismo socio-culturale, la commercializzazione di offerte dedicate al mondo della cooperazione e uno
sviluppo della comunicazione in direzione
web e social. L’Assemblea infine, nel rinnovare le cariche sociali giunte a scadenza, ha
deliberato di allargare a sette membri il Consiglio di Amministrazione per il prossimo
triennio: confermati Barbara Setti (Presidente), Laura Giuliano, Gianni Autorino,
Paolo Bongianni e Daniela Lippi, a cui si
aggiungono Stefano Beretta (presidente
della cooperativa Nuova Maremma) e Simone Matteagi (presidente della cooperativa Toscana d’Appennino). Nel corso dei
lavori sono intervenuti anche Riccardo Vannini (responsabile settore turismo e servizi
culturali di Legacoop Servizi Toscana) e Olmo
Gazzarri (coordinatore del protocollo cultura
Arcpl Toscana).
voratori di Peschiera le cooperative lombarde
aderenti).
Obiettivo del Contratto è individuare strategie
di rete per il consolidamento e lo sviluppo
delle cooperative di abitanti. In particolare
l’Associazione Nazionale delle Cooperative di
Abitanti si pone l’obiettivo di coadiuvare le
associate in rete nella definizione delle progettualità sviluppabili nell’ambito di modelli
collaborativi di rete in ordine ai seguenti
obiettivi:
- attivazione di risorse finanziarie;
- rivitalizzazione della domanda;
- innovazione dell’offerta;
- sviluppo di nuovi settori di business.
L’iniziativa è stata presentata a Milano il 10
giugno 2014 da Luciano Caffini in qualità
di Presidente di ABITA.net.
Hanno partecipato ai lavori: Mauro Lusetti
(Presidente Legacoop e ACI), Luca Bernareggi (Presidente Legacoop Lombardia),
Barbara Farina (Direttrice Legacoop Lombardia), Luciano Pantaleoni (Direttore
Coop.Andria) e Riccardo Prandini insieme
con Vincenzo Marrone del Dipartimento di
Sociologia e Diritto dell’Economia, Facoltà Di
Scienze Politiche, dell’Università di Bologna.
ABITA.NET
COOP ARCHEOLOGIA
Nasce la rete delle cooperative
di abitanti
Presentato a Milano il contratto di rete che
coinvolge le principali cooperative del settore
ed è finalizzato a condividere la gestione di
alcune funzioni aziendali, conseguire economie di scala e valorizzare le conoscenze.
ABITA.net è la Rete costituita tra 15 cooperative di Abitanti caratterizzate da un modello
di operatività misto divisa-indivisa, distribuite
in 7 regioni (Uniabita, Ecopolis, Degradi e La-
Primo piano
ACI
Nasce il settore di visite guidate in
lingua inglese, in collaborazione
con il mensile The Florentine
Si amplia di nuove proposte il settore di turismo culturale di Cooperativa Archeologia, realtà leader nell’area archeologica e dei Beni
Culturali a livello internazionale, nata a Firenze nel 1981. La Cooperativa ha avviato
nel 2012 il progetto ‘Enjoy Firenze’, che propone un calendario di visite guidate dedicate
alla scoperta dei tesori artistici, archeologici
e architettonici meno conosciuti di Firenze e
della Toscana, in compagnia di esperti del
settore, e in collaborazione con la Soprintendenza per i beni archeologici della Toscana e
i Civici Musei Fiorentini. Un’iniziativa in crescita: nel 2013 sono state organizzate 119
visite, per un totale di 2800 persone. I numeri salgono nel 2014: in 5 mesi, le visite
sono già 115.Vari e divisi per macro aree gli
appuntamenti mensili con gli esperti d’arte,
con un nuovo programma che si svolgerà da
Legacoop
Settori
sabato 21 giugno al mese di agosto, per chi
rimane in città (con una pausa solo dal 7 al
20 agosto). Gli itinerari sono scelti soprattutto
per valorizzare il patrimonio archeologico e i
capolavori fuori dai grandi circuiti, come ‘A
spasso per’,‘Capolavori risvelati’,‘Firenze archeologica’, ‘Riscopriamo i grandi classici’ e
‘Fuori Porta’. La proposta dei mesi estivi si
inaugurerà sabato con l’itinerario inedito ‘Natura e storia a Bellosguardo’, una passeggiata serale, tra angoli e aneddoti storici, sulla
collina di Bellosguardo, nella parte sud-ovest
di Firenze, da cui si gode della vista sulle ville
che hanno ospitato personaggi illustri quali
Giuseppe Garibaldi, Ugo Foscolo, Henry
James (ore 18.00, evento inserito ne ‘Le
sere del Dì di Festa’, organizzato da Unicoop
Firenze e dalle cooperative culturali toscane
aderenti a Legacoop). L’itinerario è in replica
16 e 19 luglio, mentre altri appuntamenti saranno con ‘Le strade dimenticate’, passeggiata sull’antica direttrice viaria che dal
centro di Firenze porta verso Fiesole (29 luglio), la visita guidata al Museo Ferragamo,
artista per il cinema di Hollywood (5 luglio), e
‘Nati all’ombra di’ cupolone’, itinerario per
fiorentini doc e non solo, diventato un ‘cult’,
alla scoperta di falsi miti e della nascita di
modi di dire toscani (24 luglio). Tra gli eventi
di agosto, l’itinerario ‘Le Antiche sedi delle
Arti’, nel centro storico, alla scoperta dei luoghi delle corporazioni (5 agosto). Oltre al cartellone mensile, il progetto di turismo
culturale, sotto la direzione di Barbara Setti,
si espande, con l’apertura del settore rivolto
agli stranieri. Cooperativa Archeologia ha
scelto come partner del nuovo progetto di visita guidata in lingua inglese il mensile The
Florentine, diretto da Marco Badiani. La volontà è quella di dare un vero ‘taglio internazionale’ agli appuntamenti, offrendo una
proposta rivolta soprattutto agli studenti e
agli ‘expat’ (espatriati, ovvero anglosassoni
che vivono in Italia o ci soggiornano per un
po’ di tempo). Un pubblico colto che conosce
già la città, è esigente e ha voglia di uscire
dal turismo più propriamente ‘mainstream’,
l’equivalente del target raggiunto da Cooperativa Archeologia per le visite in italiano.
L’iniziativa si intitola ‘Enjoy with The Florentine’ e permetterà di visitare alcuni luoghi
guidati da archeologi che nella maggior parte
dei casi hanno preso realmente parte agli
scavi, dando così una visione nuova, sugge-
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stiva e autentica di ogni posto. Accanto a
loro, ci sarà Alexandra Lawrence, guida turistica e collaboratrice di The Florentine. Tre
gli appuntamenti in programma prima della
pausa estiva (a breve saranno comunicati i
prossimi eventi su www.enjoyfirenze.it e su
www.theflorentine.net): la visita a Palazzo
Vecchio, finestra sulla storia di Florentia, e
agli scavi del teatro romano, 2000 anni in
un solo luogo (sabato 28 giugno alle ore
21.00); l’itinerario ‘Navi Antiche di Pisa’,
un’occasione unica per poter visitare uno
dei più importanti scavi archeologici degli
ultimi 10 anni in Italia, una specie di ‘Pompei’ del mare, con 30 imbarcazioni complete di carico (5 luglio, ore 9.30);
‘Passeggiando sulle tracce di etruschi, romani e longobardi’ presso l’Area Archeologica di Fiesole (12 luglio, ore 17.00). Per
ulteriori informazioni: www.enjoyfirenze.it e
www.theflorentine.net.
Primo piano
ACI
COOP OCCHIO DEL RICICLONE
Negli sfasci per fare moda
con le cinture di sicurezza
Sottratte alle macchine in demolizione, le cinture di sicurezza diventano tessuto per borse
chic e trolley super-resistenti prodotti dalla
cooperativa Occhio del riciclone – neo aderente a Legacoop Lazio. La moda ecosostenibile negli sfasci è un’idea delle sarte stiliste
Aurelia Laurenti e Francesca Patania
che, attorno al loro marchio, hanno costruito
un microcosmo che dal Lazio si è allargato in
Toscana, Campania, Emilia Romagna e Calabria, fino all’estero- con sedi operative in
Messico e in America Latina.
Grazie ad accordi e collaborazioni con autodemolitori, laboratori sartoriali e ditte di teloni pubblicitari, l’Occhio del Riciclone ha
dato vita ad una filiera che trasforma mate-
Legacoop
Settori
riali riciclabili in economia. I prodotti di merchandising ricavati da materiali usati si sono
moltiplicati: alle cinture di sicurezza si sono
aggiunte le vele delle barche, i teloni in pvc,
gli sfridi tessili e tutto quanto possa stimolare la fantasia per dare vita alla linea del
marchio Belt bag. Ma intanto, l’associazione
studia il ciclo dei rifiuti per valorizzare l’usato.
E anche le persone.
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OSSERVATORIO SWG
Sì al Daspo.
Colpire il triangolo tangentizio
Il quadro della corruzione e del malaffare
pubblico, per gli italiani, è limpido nella sua
composizione. Il suo assetto assume i contorni di un triangolo scaleno, con al vertice i
politici, attori indiscussi del malcostume italico; sul lato più lungo, si posizionano i burocrati della pubblica amministrazione
(funzionari e dirigenti), i quali non perdono
Primo piano
ACI
Legacoop
Settori
occasione per mostrarsi parte integrante
della morsa cleptocratica (governo del furto)
che attanaglia la seconda Repubblica; sul
lato più corto si appollaiano gli imprenditori,
attori-pagatori, ma anche attori-beneficiari
del sistema tangentizio, che elargiscono favori e prebende, per assicurarsi lavori e appalti e per sfuggire alle regole del mercato,
della competizione e del merito.
L’indagine realizzata da SWG tra il 10 e il 12
giugno 2014, su un campione di 1.000 cittadini maggiorenni, ha portato alla luce la
classifica redatta dai cittadini in merito alla
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responsabilità degli episodi di corruzione. Al
primo posto, medaglia d’oro indiscussa con il
74% delle indicazioni, ci sono i politici. Condividono il podio iridato i burocrati, che raggiungo il 59% delle indicazioni. Seguono,
infine, gli imprenditori con il loro 34%. Bassa
è la percezione della corruzione tra le forze
dell’ordine, mentre il 29% dell’opinione pubblica ritiene che quello corruttivo sia un fenomeno da cui non è immune nessun italiano.
Per il 59% degli intervistati, infatti, la corruzione è un male intrinseco della mentalità nazionale. La maggioranza dell’opinione
pubblica, pur durissima verso il mondo della
politica, non è indulgente con il complesso del
tessuto italico. Sei intervistati su dieci ritengono che gli italiani, per arricchirsi o per ottenere benefici immeritati, sarebbero disposti a
corrompere o a farsi comprare. Una convinzione trasversale, che unisce i giovani e gli
adulti, gli uomini e le donne, chi vive al Sud e
chi abita al Nord, gli elettori di centrosinistra
con quelli di centrodestra (passando per i grillini).
Le differenze di valutazione, tra gli elettori dei
diversi schieramenti politici, si ritrovano, invece, sul fronte del j’accuse ai politici. Per
l’87% degli elettori dell’M5s tutti i politici sono
corrotti (o, comunque, la gran parte). Percezione che scende al 53% tra gli elettori del
Pd, per risalire al 63% tra quelli di Forza Italia. Se osserviamo il dato per aree geografiche, la valutazione che la gran parte dei
politici sia corrotta la troviamo in primo luogo
nelle isole (76%) e al Sud (73%), mentre a
Nordest incontriamo il dato più basso (64%),
seguito dal 68% del Nord ovest e dal 72%
del centro Italia.
Nessuna divisione, invece, nel colpire i tangentomani. Per l’85% dell’opinione pubblica
il Daspo per i politici corrotti (chi è coinvolto in
episodi di corruzione dovrà essere interdetto
dall’occuparsi della cosa pubblica), è una
scelta assolutamente benefica. Una proposta
che piace in modo plebiscitario agli elettori
del Pd (95%) e ai seguaci di Grillo (93%) e
raccoglie un vasto consenso (79%) anche tra
gli elettori di Berlusconi.
NOTA INFORMATIVA: Rilevazione effettuata
da SWG tra il 10 e il 12 giugno 2014 tramite
sondaggio CAWI su un campione rappresentativo nazionale di 1.000 soggetti.
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