01 FEBBRAIO 2015 - Parrocchia s. Antonio di Padova

PARROCCHIA S.ANTONIO DI PADOVA (RE)
FRATI MINORI
ANNO 32 – NUMERO 05 ANNO LITURGICO B
01 FEBBRAIO 2015
Dal Vangelo secondo Marco (1,21-28)
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,] insegnava.
Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che
ha autorità, e non come gli scribi. Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo
posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi,
Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù
gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a
vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito
dovunque, in tutta la regione della Galilea.
PREGHIERA
Una dottrina nuova insegnata con autorità".
Signore, io riconosco la tua autorità e la
professo di fronte al mondo visibile ed invisibile. Io credo che la forza che proveniva
da te, emana sempre dal tuo corpo che è
la Chiesa;
Signore, io credo nella potenza della tua
parola proclamata nella Chiesa, io credo
nella forza soprannaturale comunicata da
tutti i sacramenti e, in particolare, dall'Eucaristia, pane quotidiano e sostanziale.
Signore, tu vivi in mezzo a noi.
SOMMARIO
Pag. 1
Vangelo della Domenica
Pag. 2
L’autorità di Gesù
Notizie da ricordare
Pag. 3
Messaggio dei Vescovi per la Giornata
della vita consacrata
Pag.. 4
Messaggio dei Vescovi per la Giornata
della vita
Vita Parrocchiale
PAGINA 2
L’AUTORITA’ DI GESU’
Nel brano di oggi ritorna per due volte la parola “autorità”, riferita all’insegnamento di Gesù
ma anche al potere che Egli dimostra contro gli spiriti impuri. Anzitutto il suo insegnamento:
Gesù non insegna per costringere a credere in Lui, non impone il suo insegnamento, allo
scopo di dominare le persone, ma lo propone per farle crescere, per aiutarle a convertirsi e
ad entrare nella logica del Regno che è una logica di libertà e di amore. Ancora, Gesù non
usa il suo potere per acquistare potere, per avere successo, ma per liberare le presone dal
potere di satana. Questo è molto evidente nella liberazione dell’uomo posseduto da uno spirito impuro. E’ interessante notare che il testo originale parli di “un uomo in uno spirito impuro”. Questo vuol dire che non era il diavolo ad essere dentro quell’uomo, ma era quell’uomo
ad essere dentro il diavolo. Infatti siamo noi, con le nostre scelte, che entriamo dentro il diavolo, dentro il male, dentro il peccato e formiamo come una cosa sola con il male. E’ interessante anche che il diavolo dica: “ Che cosa c’è tra te e noi?” Questo conferma l’immedesimazione tra il diavolo e l’uomo posseduto e la totale estraneità tra Gesù e il demonio. E’ pure
interessante il fatto che il diavolo chiami Gesù “Il santo di Dio” e riconosca che Gesù è venuto a rovinare la sua opera. Sì, la liberazione che Gesù compie per noi è proprio questa: sottrarci al potere del male per renderci liberi di iniziare un nuovo cammino, offrendoci la possibilità di partecipare alla sua santità, di entrare dentro il suo Regno di amore e di diventarne
costruttori e testimoni.
Il Parroco, fra Francesco
NOTIZIE DA RICORDARE
Domenica 1 Febbraio
Giovedì 5 Febbraio
Si celebra la giornata della vita Ore 19,00-21,00: adorazione
il cui tema è: “Solidali per la
eucaristica in chiesa.
vita”.
Venerdì 6 Febbraio
Ore 16,00 in duomo, celebra- Ore 21,00: incontro dei fidanzione della giornata della vita
zati nel nostro oratorio.
consacrata, presieduta dal VeSabato 7 Febbraio
scovo Massimo.
Ore 18,00: incontro delle gio- Ore 15,00: catechismo per tutte le classi.
vani coppie.
Ore 17,30: incontro per i geniLunedì 2 Febbraio
tori dei ragazzi di I media.
Festa della Presentazione del
Domenica 8 Febbraio
Signore. Orario feriale. Alle
Santa Messe, benedizione del- Vendita di torte per l’associale candele.
zione “Il giro del cielo” che
svolge la propria attività nel
Martedì 3 Febbraio
nostro oratorio.
Ore 21,00: letture della domeVi preghiamo di prendere la
nica in oratorio.
Relazione del Sinodo sulla fa-
miglia e il foglio con le domande alle quali siete pregati di
rispondere e di mettere la risposta nella scatola in fondo
alla chiesa.
Ricordiamo la campagna per
il riscaldamento. Il contributo
è di Euro 60,00 per un giorno
di riscaldamento .
E’ già possibile iscriversi da
Paolo Malandrino in oratorio
alla gita parrocchiale dell’1dell’1-2
Maggio ai santuari di Castelmonte (Udine) e di Barbana
(Grado), con visita ad Aquileia
e sosta alla Basilica di
sant’Antonio a Padova.
Vita Ecclesiale
PAGINA 3
Messaggio dei Vescovi per la Giornata della vita consacrata
Papa Francesco nella sua Lettera a tutti i consacrati afferma: «Dove ci sono i religiosi c'è gioia». Ciò accade
perché essi riconoscono su loro stessi, e in tutti i luoghi e i momenti della vita, l'opera di un Dio che ci salva
con gioia. La stanchezza e la delusione sono esperienze frequenti in ciascuno di noi: benedetti coloro che ci
aiutano a non ripiegarci su noi stessi e a non rinchiuderci in scelte comode e di corto respiro. Rallegriamoci dunque per la presenza delle consacrate e dei consacrati nelle nostre comunità. Facciamo festa con loro,
ringraziando per una storia ricca di fede e di umanità esemplari e per la passione che mostrano oggi nel
seguire Cristo povero, casto, obbediente.
I Vescovi italiani ripongono grande fiducia in voi, sorelle e fratelli carissimi, soprattutto per il contributo
che potete offrire a rinnovare lo slancio e la freschezza della nostra vita cristiana, così da elaborare insieme forme nuove di vivere il Vangelo e risposte adeguate alle sfide attuali.
«Mi attendo che svegliate il mondo», dice ancora papa Francesco nella sua Lettera. «Mi attendo non che
teniate vive delle ‘utopie', ma che sappiate creare ‘altri luoghi', dove si viva la logica evangelica del dono,
della fraternità, dell'accoglienza della diversità, dell'amore reciproco. Monasteri, comunità, centri di spiritualità, cittadelle, scuole, ospedali, case-famiglia e tutti quei luoghi che la carità e la creatività carismatica hanno fatto nascere, e che ancora faranno nascere con ulteriore creatività, devono diventare sempre più
il lievito per una società ispirata al Vangelo, la ‘città sul monte' che dice la verità e la potenza delle parole
di Gesù» (Lettera a tutti i consacrati, II,2). È una grazia che chiediamo per tutti in questo Anno della vita
consacrata.
Desideriamo intensamente che in questa occasione risalti con chiarezza il valore che la vita consacrata riveste per la Chiesa e anche per il mondo. La scelta della castità consacrata, che si sostiene e alimenta solo in
Dio, non è una fuga dalle responsabilità della vita familiare, ma testimonia la via di una diversa fedeltà e
fecondità, con cui le persone consacrate si legano all'amore assoluto di Dio per ogni uomo affinché nessuno
vada perduto. Allo stesso modo, i consigli evangelici della povertà e dell'obbedienza testimoniano, in un
mondo tentato dall'individualismo egoista, che si può vivere conformati in tutto a Cristo, così da ordinare
all'intimità con Lui il proprio rapporto con se stessi, con gli altri e con le cose. Da questa radice sboccia l'esperienza gioiosa della fraternità, sogno di Dio per l'umanità intera. Anche questa è profezia: grazie allo
Spirito di Gesù, possiamo vivere gli uni per gli altri, nella ricerca del bene comune e nell'accoglienza delle
differenze. Rovesciando così numerosi criteri e parametri che sembrano insuperabili nel loro dividere l'umanità in fortunati e sfortunati, degni di vivere e condannati a soccombere, integrati ed esclusi, la vita consacrata mostra come la verità del potere sia il servizio, la verità del possesso sia la custodia e il dono, la verità del piacere sia la gratuità dell'amore. E la verità della morte sia la Risurrezione.
Per vocazione e missione i consacrati sono chiamati a frequentare le «periferie» e le «frontiere» dell'esistenza, dove si consumano i drammi di un'umanità smarrita e ferita. Sono proprio le persone consacrate,
spesso, il volto di una Chiesa capace di prendersi cura e ridonare dignità a esistenze sfruttate e ammutolite, a relazioni congelate e spezzate, perché la persona sia rimessa al posto d'onore riservatole da Cristo.
L'opera di tante persone consacrate diventi sempre più il segno dell'abbraccio di Dio all'uomo e aiuti la nostra Chiesa a disegnare il «nuovo umanesimo» cristiano sulla concretezza e la lungimiranza dell'amore.
Rinnoviamo la profonda stima e gratitudine a tutte le persone consacrate, sentinelle vigili che tengono accesa la memoria di Cristo nelle notti fredde e oscure del tempo, splendida ricchezza di maternità e di paternità spirituali, che rendono visibile e desiderabile la bellezza di appartenere totalmente a Cristo e alla
sua Chiesa.
Vita Ecclesiale
PAGINA 4
Messaggio dei Vescovi per la Giornata per la vita
«I bambini e gli anziani costruiscono il futuro dei popoli; i bambini perché porteranno avanti la storia, gli anziani
perché trasmettono l'esperienza e la saggezza della loro vita». Queste parole ricordate da Papa Francesco sollecitano un rinnovato riconoscimento della persona umana e una cura più adeguata della vita, dal concepimento al
suo naturale termine. È l’invito a farci servitori di ciò che “è seminato nella debolezza” (1 Cor 15,43), dei piccoli
e degli anziani, e di ogni uomo e ogni donna, per i quali va riconosciuto e tutelato il diritto primordiale alla vita.
Quando una famiglia si apre ad accogliere una nuova creatura, sperimenta nella carne del proprio figlio “la forza
rivoluzionaria della tenerezza” e in quella casa risplende un bagliore nuovo non solo per la famiglia, ma per l’intera società.
Il preoccupante declino demografico che stiamo vivendo è segno che soffriamo l’eclissi di questa luce. Infatti, la
denatalità avrà effetti devastanti sul futuro: i bambini che nascono oggi, sempre meno, si ritroveranno ad essere
come la punta di una piramide sociale rovesciata, portando su di loro il peso schiacciante delle generazioni precedenti. Incalzante, dunque, diventa la domanda: che mondo lasceremo ai figli, ma anche a quali figli lasceremo
il mondo?
Il triste fenomeno dell’aborto è una delle cause di questa situazione, impedendo ogni anno a oltre centomila esseri umani di vedere la luce e di portare un prezioso contributo all’Italia. Non va, inoltre, dimenticato che la
stessa prassi della fecondazione artificiale, mentre persegue il diritto del figlio ad ogni costo, comporta nella sua
metodica una notevole dispersione di ovuli fecondati, cioè di esseri umani, che non nasceranno mai.
Il desiderio di avere un figlio è nobile e grande; è come un lievito che fa fermentare la nostra società, segnata
dalla “cultura del benessere che ci anestetizza” e dalla crisi economica che pare non finire. Il nostro paese non
può lasciarsi rubare la fecondità.
È un investimento necessario per il futuro assecondare questo desiderio che è vivo in tanti uomini e donne. Affinché questo desiderio non si trasformi in pretesa occorre aprire il cuore anche ai bambini già nati e in stato di abbandono. Si tratta di facilitare i percorsi di adozione e di affido che sono ancora oggi eccessivamente carichi di
difficoltà per i costi, la burocrazia e, talvolta, non privi di amara solitudine. Spesso sono coniugi che soffrono la
sterilità biologica e che si preparano a divenire la famiglia di chi non ha famiglia, sperimentando “quanto stretta
è la porta e angusta la via che conduce alla vita” (Mt 7,14).
La solidarietà verso la vita – accanto a queste strade e alla lodevole opera di tante associazioni – può aprirsi anche a forme nuove e creative di generosità, come una famiglia che adotta una famiglia. Possono nascere percorsi
di prossimità nei quali una mamma che aspetta un bambino può trovare una famiglia, o un gruppo di famiglie,
che si fanno carico di lei e del nascituro, evitando così il rischio dell’aborto al quale, anche suo malgrado, è
orientata.
Una scelta di solidarietà per la vita che, anche dinanzi ai nuovi flussi migratori, costituisce una risposta efficace
al grido che risuona sin dalla genesi dell’umanità: “dov’è tuo fratello?”(cfr. Gen 4,9). Grido troppo spesso soffocato, in quanto, come ammonisce Papa Francesco “in questo mondo della globalizzazione siamo caduti nella globalizzazione dell'indifferenza. Ci siamo abituati alla sofferenza dell’altro, non ci riguarda, non ci interessa, non è
affare nostro!”.
La fantasia dell’amore può farci uscire da questo vicolo cieco inaugurando un nuovo umanesimo: «vivere fino in
fondo ciò che è umano (…) migliora il cristiano e feconda la città». La costruzione di questo nuovo umanesimo è
la vera sfida che ci attende e parte dal sì alla vita.
P ARROCCHIA S. A NTONIO
DI P ADOVA
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