Sanità Pillola dell`Anio Salute e Benessere Sanità Sociale

www.liberoreporter.it
Settimanale d’informazione socio-sanitaria dell’A.N.I.O.
anno 10 - n. 09 del 09 Marzo 2015
Salute e Benessere
“Km 0”, ormai un lusso
per pochi cittadini
pag.3
Sanità
La neurochirurgia fa
passi avanti nella
gestione del paziente
anziano
pag.4
Sanità
Il personale
ospedaliero, una
risorsa da impiegare
con oculatezza
pag.5
Sociale
Mettiamo in atto
strategie preventive
per contrastare la
violenza giovanile
pag.6
Pillola dell’Anio
Il “Savelife” un’app per
tutelare i medici dalle
aggressioni
pag.7
www.nellattesa.it
L
a tiroide è uno dei nostri organi più importanti, ma anche uno dei più trascurati.
Eppure, la sua azione è vitale per il nostro sviluppo corporeo e per la sua conservazione funzionale. Una sua disfunzione genera condizioni cliniche che mettono
a dura prova la salute del nostro corpo, ma esistono esami che ci permettono di
individuare tale disfunzione. I suoi enzimi, quindi, sono vitali per il nostro organismo.
Ci sono, poi, comportamenti dell’uomo che inducono una riduzione della tiroide. Ad
esempio, una carenza di carboidrati alimentari, protratta nel tempo per il rifiuto di
assumerli, causa una riduzione del valore fT3, condizione di effettivo ipotiroidismo
indotto da una dieta errata. Inoltre, una tiroide malfunzionante genera uno stato depressivo nella relazione con persone ed ambiente di vita e di lavoro.
pag. 2
SANITA’
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2
La tiroide e la nostra alimentazione
Prof. Pier Luigi Rossi
Medico Specialista
dell’alimentazione
Università di Bologna
L’
analisi più indicativa
ed affidabile per la
valutazione iniziale
di disfunzione tiroidea è rappresentata dal valore del Tsh nel sangue. È un
ormone secreto dall’ipofisi e
interviene nella gestione della tiroide. Un valore elevato
del Tsh significa una ridotta
funzionalità tiroidea, che si
definisce ipo-tiroidismo, mentre
un suo valore sotto il livello definito “normale” significa
iper-tiroidismo. Esiste un rapporto vitale tra l’intestino, il
fegato, la tiroide e l’alimentazione, poiché
la tiroide secerne il 90% dell’ormone fT4 e
il 10% dell’ormone fT3. Tuttavia, è l’ormone fT3 a svolgere
appieno le funzioni metaboliche all’interno delle cellule.
L’ormone fT4 è trasformato
in fT3 da alcuni enzimi (desiodasi) ubicati nelle membrane
cellulari del fegato, rene, tessuto adiposo, cute, cervello,
ipofisi.
Le cause che possono alterare la funzione delle
desiodasi sono varie, come
un’errata alimentazione, l’eccesso di peso corporeo, diete
carenti di carboidrati, livelli
elevati di insulina nel sangue.
Queste ultime causano una riduzione di efficienza di questi
enzimi. Le desiodasi, infatti,
sono enzimi capaci di togliere
un atomo di iodio dall’ormone fT4 trasformandolo in fT3.
Il numero indica gli atomi di
iodio presenti nell’ormone.
L’alterata funzione degli enzimi desiodasi è più frequente
di quanto si possa pensare. In
questa condizione non è la tiroide a non funzionare bene,
bensì i suoi enzimi che sono
presenti, soprattutto, nel fegato. Un ruolo centrale sulla
funzionalità tiroidea è esercitato dall’integrità dei villi
presenti nell’intestino tenue.
Esiste, perciò, un rapporto
tra alterata permeabilità (celiachia-sensibilità al glutine)
dei villi intestinali del tenue
e la patologia autoimmunitaria della tiroide.
Avere un’alimentazione capace di assicurare e di recuperare una
corretta funzione dei villi intestinali può generare un netto
miglioramento delle funzioni
della tiroide. Per verificarlo,
si possono eseguire le analisi
sugli anticorpi anti tiroide (denominati anti-Tpo, anti-Tg,
anti-Tr), che sono prodotti
dallo stesso organismo e che
possono aggredire la tiroide.
Queste analisi possono essere eseguite in ogni ospedale
o laboratorio Clinico pubblico
e privato e sono importanti
per le gestanti.
Infatti, un dosaggio di anti-Tpo, durante il
primo trimestre di gravidanza,
indica un rischio di sviluppo
di tiroidite post-partum che,
se curata in fase iniziale, eviterà di arrecare disturbi nella
donna.
Ogni anticorpo antitiroideo indica uno specifico
quadro patologico, che il medico di fiducia potrà spiegare.
Per chi ha, poi, valori elevati
di anticorpi positivi contro la
propria tiroide, è preferibile,
in questo caso, che esegua
anche una ricerca sull’intolleranza al glutine. Si può realizzare una ricerca della calcitonina che è un ormone che
interviene nel metabolismo
del calcio, secreto dalla tiroide, che circola ogni giorno nel
nostro sangue. I valori alterati
della calcitonina possono essere interpretati come marcatori di un carcinoma della
tiroide. Un’altra situazione
dalle conseguenze gravi è l’assunzione di una dose ristretta
di carboidrati o, peggio, l’astensione dai carboidrati, che
procura una chetosi. Quest’ultima è un’acidificazione dei
tessuti corporei causati dalla
formazione di corpi chetonici per carenza di carboidrati.
Ciò provoca una riduzione del
fT3, un aumento del cortisolo, una perdita del muscolo e
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del peso a scapito della massa
magra muscolare. Si riducono
il metabolismo e il consumo di
ossigeno, ma la condizione di
chetosi porta al blocco della
perdita di peso. Un fT3 basso
causa un blocco nella perdita di peso corporeo, cadendo
nella sindrome di adattamento metabolico.
L’organismo,
così, reagisce alla dieta povera di carboidrati, bloccando
la perdita del peso corporeo.
Questa condizione si chiama
blocco metabolico del peso
corporeo ed è causato dalla
tiroide.
La carenza di fT3 crea
riduzione della termogenesi
che è la condizione per cui la
persona sente freddo.
Pertanto, la persona è stanca,
insonne, nervosa, e può finire
per aumentare di peso per riduzione del suo metabolismo
ossidativo. Il blocco metabolico nella perdita di peso corporeo si ha dopo 15 – 20 giorni
dall’inizio di una dieta ipoca-
lorica fortemente carente di
carboidrati (assenza di pane,
pasta, riso, cereali, legumi),
con una dose giornaliera inferiore a 100 g di carboidrati.
Il
blocco metabolico è, comunque, variabile nel tempo, poiché è soggettivo, ma si verifica per la riduzione di fT3. Una
persona che non conosce questo processo ormonale fisiologico, concentra la delusione
sulla dieta, quando è proprio
la dieta ad essere causa di
questo blocco.
Le giovani donne in età fertile
con carenza di carboidrati alimentari possono avere amenorrea (blocco ciclo) per ipotiroidismo (fT3 basso) indotto
da dieta. Tuttavia, non appena
la persona decide di smettere
di eseguire la dieta, riprende il peso eliminato in pochi
giorni. C’è da riflettere, non si
mangia solo per dimagrire!
Francesco Sanfilippo
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SALUTE E BENESSERE
3
“Km 0”, ormai un lusso per pochi cittadini
O
ggi recandosi in un supermercato si tende
molto al risparmio,
molte volte però viene tralasciata la qualità e la
provenienza dei prodotti acquistati. Oggi parliamo di corretti stili di vita, ci prepariamo
alla grande esposizione mondiale che si terrà a Milano, dedicata all’alimentazione, ma
tutto quello che predichiamo
è concreto? Il “km 0”, in città è assai complicato, cercare
di consumare alimenti freschi
e prodotti in maniera genuina
e quasi impossibile, si per la
vita frenetica di tutti i giorni e soprattutto per le scarse
economie di una famiglia media. L’unione europea e i paesi
membri, dovrebbero dare un
sterzata alla tendenza del consumismo, alla globalizzazione
e attenzionare maggiormente
la qualità e blindare le produzioni nazionali ove le norme di
tutele della salute sono rigide
e ponderate. Se quello che
mangiamo è già guasto all’origine diventa difficile condurre
un sano stile di vita alimentare. Siamo il paese del canone
inverso, l’AIFA (Agenzia Italia-
na del Farmaco), porta avanti
una campagna aggressiva di
riduzione dell’utilizzo dei farmaci e soprattutto dell’abuso
degli antibiotici perché creano resistenze al nostro sistema immunitario e l’inefficacia degli stessi quando stiamo
veramente male, tutto quello
che mangiamo in un modo o
nell’altro ha dei contenuti indotti di antibiotici, conservanti e chi più ne ha più ne metta.
E’ noto a tutti l’ampio utilizzo
di antibiotici negli allevamenti massivi di pollame, bovini e
ovini quanto nel pesce d’allevamento, oltre all’impiego di
farine animali e conservanti
che fanno da re nei prodotti
di ampio consumo, tuttavia
potremmo evitare di andare in
farmacia quando si sta male.
Esiste la convinzione, molto diffusa negli allevamenti
di carne che consumiamo,
dell’utilizzo di estrogeni, essendo eccezionali acceleratori
di crescita, per far ingrassare
gli animali. Queste convinzioni sono nate intorno alla fine
degli anni ’50 quando si scoprì che trattando gli animali
con ormoni sintetici o natu-
rali, questi crescevano più
di quelli non trattati. Si vide
anche che somministrando il
potente estrogeno sintetico
Dietilstilbestrolo era possibile
“castrare” i polli maschi e trasformarli in capponi.
Grazie ad attenti medici e ricercatori ci si rese conto che
gli ormoni restavano come residui nelle carni e che tali residui provocavano gravi conseguenze a chi le mangiava ed in
particolare ai bambini: furono
infatti osservati numerosi casi
di alterazioni a carico dell’apparato riproduttore maschile
e femminile.
Le Autorità Sanitarie, almeno
in Italia, reagirono con grande
determinazione e, a partire
dagli inizi degli anni ’60, vennero emanati provvedimenti
molto rigorosi che negli allevamenti proibirono sia l’uso,
sia la detenzione di qualsiasi
“sostanza ad attività ormonale”. Seguirono controlli estesi
sul territorio nazionale che
consentirono di arginare se
non bloccare completamente
il fenomeno. L’uso degli ormoni anabolizzanti in zootecnia
consentiva di ottenere impor-
tanti vantaggi economici. Proprio sulla base di questo fatto
in alcuni paesi, come gli USA,
il trattamento con ormoni è
stato autorizzato negli allevamenti dei bovini da carne;
sono state però anche imposte
regole che di fatto dovrebbero
escludere la persistenza di residui. L’Unione Europea invece
ha imposto il divieto dell’impiego degli ormoni anabolizzanti zootecnici in tutto il
territorio della comunità e da
molti anni ha anche messo a
punto un programma di controlli che coinvolge tutte le
Autorità Sanitarie nazionali.
E come la mettiamo che gran
parte delle carni che noi consumiamo sono provenienti da
altri paesi?
I salumi che mangiamo sono
fatti con bestiame allevato
altrove, dove le nostre sicure
regole nel non utilizzo di anabolizzanti, ormoni ed antibiotici restano fine a se stesse,
visto che le carni entrano in
Italia macellate e il controllo
sanitario non prevede alcuni
esami specifici.
Girolamo Calsabianca
SANITA’
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4
La neurochirurgia fa passi avanti
nella gestione del paziente anziano
un ruolo preponderante così
come le cure>>.
Dott. Natale Francaviglia
Neurochirurgo Osp. A. Civico PA
I
traumi e la decadenza del
corpo negli anziani impone
l’uso di tecniche mininvasive per recuperare senza
danni la funzionalità motoria
nell’anziano stesso. Ne parliamo con il direttore dell’Unità
operativa di Neurochirurgia
dell’Ospedale Arnas Civico,
dott. Natale Francaviglia.
Quali tendenze si stanno affermando nella chirurgia mininvasiva?
<<Gli interventi su alcuni tipi
di fratture vertebrali generate
da traumi, sono migliorate con
l’uso della cifo-plastica, favorendo i trattamenti mini-invasivi. Tuttavia, è nella neurochirurgia degenerativa che
si sta puntando sempre più,
perché la società invecchia e
le malattie degenerative della colonna vertebrale avranno
Che cosa accade alla colonna
vertebrale dell’anziano?
<<L’anziano si ritrova l’usura
del proprio corpo determinata
dal tempo, per cui i due punti
focali sono la degenerazione
del disco e quella ossea. La
degenerazione del disco porta
ad una destabilizzazione delle
faccette articolari o le tendine legamentose della stessa
faccetta articolare. Le faccette articolari, peraltro, sono i
legamenti che uniscono la vertebra superiore a quella inferiore. Per questo, il paziente
incorre in uno scivolamento
della vertebra o listesi, oppure un’instabilità dovuta al non
corretto movimento delle faccette articolari>>.
Come si può intervenire
nell’anziano?
<<Oggi, siamo sempre più propensi a intervenire in questo
complesso articolare formato
da dischi da un lato, foranee e
faccette articolari dall’altro.
Prima, per curare un’ernia
collocata nel foraneo, occorreva demolire la parte ossea
che vi si trovava intorno. Oggi,
con gli endoscopi si mira direttamente all’ernia, penetrando nel foraneo attraverso
i muscoli, lasciando intatta la
restante parte ossea. Quest’operazione si chiama endoscopia transforaminale. Invece,
quando le faccette articolari
diventano ipermobili, si usano delle viti e delle placche
inserite per via cutanea sottoscopia, che non richiedono
più tagli. I dischi danneggiati
possono, al contrario, essere
sostituiti con una gabbietta di
carbonio. Un altro problema
per l’anziano è il collegamento giallo che è il legamento
che chiude lo spazio tra una
vertebra e l’altro.
Quando questo legamento
s’irrigidisce, l’anziano non
può più deambulare liberamente. Perciò, si toglie questo
legamento, ma spesso occorre
intervenire su più segmenti
della colonna.
Ciò può essere svolto con tecniche mininvasive, angolando
il microscopio a tal punto da
curare la parte interessata
senza dover demolire la struttura ossea come accadeva in
precedenza. Ormai, la maggior
parte dei lavori dei congressi
si orienta sulla Mis (minimally
invasive surgery-chirurgia mininvasiva). Un mito da sfatare
riguarda l’ernia recidiva che,
in realtà, coinvolge solo il 5%,
che non si estende a tutti i
casi di ernia al disco>>.
I pazienti possono condurre
una vita normale?
<<I pazienti possono condurre
una vita normale, anche per
gli sviluppi delle tecniche, per
cui si è passati da tagli di 10
cm e busti tenuti per mesi a
tagli di 4 cm che permettono
al paziente di mettersi in piedi
dopo pochissimi giorni. L’uso
estensivo del microscopio permette questi interventi>>.
Ci spieghi la vostra tecnica
della cifoplastica
<<La traumatologia dispone,
anch’essa, di strumenti efficaci, quali la cifoplastica che è
stata definita dalla nostra équipe a Caltanissetta nel 2000
per contrastare inizialmente
l’osteoporosi.
Si entra nel corpo vertebrale
danneggiato per via radiologica, s’immette un palloncino
che libera il disco schiacciato,
ridistendendolo e consentendoci così di recuperarlo nuovamente con un cemento biologico.
Questa tecnica po’ essere applicata all’80% dei casi che
giungono al Pronto soccorso,
mentre i pazienti medullolesi
richiedono ulteriori operazioni>>.
La nostra Sanità regionale
può svolgere questi interventi?
<<La nostra sanità regionale
può svolgere questi interventi
senza differenze con altre regioni. Molti pazienti si operano
in altre regioni, per poi essere
rioperati in Sicilia, quando i
nostri specialisti possono occuparsene senza inferiorità>>.
Francesco Sanfilippo
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SANITA’
5
Il personale ospedaliero, una risorsa
da impiegare con oculatezza
C
on l’avvento dell’“aziendalizzazione”
la
Sanità si è ritrovata
ad assumere in sé dei
concetti e dei criteri di valutazione tipici delle aziende. Per tale motivo oggi le
Aziende Sanitarie, con sempre
meno risorse, stanno ponendo
la lente d’ingrandimento su
tutte quelle potenzialità che
possiedono, per migliorare e
per far fronte alle sempre più
crescenti richieste di cure da
parte dell’utenza. Oggi la più
grande risorsa delle aziende
sanitarie sono i propri “dipendenti”; essi sono il più
cospicuo “capitale” di cui dispongono. Ecco che quindi la
formazione, l’addestramento
e soprattutto la valutazione del personale sono letti
in modo totalmente diverso.
La valutazione del personale è intesa come crescita e
valorizzazione continua del
collaboratore, il quale viene
ad essere motivato ed impiegato secondo le sue effettive
capacità contribuendo in tal
modo alla crescita dell’Azienda Sanitaria. “Razionalizzare”
il lavoro e le attività dei propri dipendenti consente alle
aziende sanitarie di evitare
inutili dispendi di energie o
di impiegare impropriamente
delle risorse che potrebbero
essere utilizzate in modo più
Salute orale e piercing
efficace/efficiente in altri
settori. Per tali motivi, la gestione del personale in ambito
sanitario oggi sempre di più
richiede particolari competenze, tecniche e preparazione. La Gestione delle Risorse
Umane è un processo molto
articolato e complesso che
riguarda l’acquisizione delle
risorse umane in azienda e la
loro gestione. Se risulta facile
la gestione di un dipendente
che ha la possibilità di esprimere la propria professionalità al 100%, diverso risulta
il gestire un dipendente con
limitazioni. Questi professionisti sanitari sono colleghi che
si ritrovano a dover usufruire
di “permessi” per curare se
stessi o familiari, professionisti che in prima persona
sperimentano la necessità di
chiedere assistenza e cure,
persone che per motivi di salute non riescono più a svolgere
la propria professione al 100%.
Essi rappresentano ancora una
“risorsa” che se gestita bene,
riesce a far recuperare all’azienda produttività, prestigio e migliori rapporti con il
cittadino. La ridistribuzione
del personale con limitazione
funzionale deve essere fatta
valutando molti parametri,
per valorizzare ciò che il professionista può ancora dare
in termini di esperienza alle
esigenze dell’azienda. Quindi,
chi gestisce il personale deve
anche avere doti di negoziazione per fare in modo da far
collimare tutti questi aspetti.
È chiaro come sia importante
la valorizzazione del professionista, ma anche il soddisfacimento delle esigenze organizzative. Se il lavoratore
prende coscienza della propria professionalità, del proprio ruolo ancora da riscoprire
ed ancora da sperimentare,
migliorerà anche la qualità del
servizio. C’è posto per il personale con limitazioni funzionali, lo si ritrova allo sportello
con l’utenza, e chi meglio di
un operatore sanitario che ha
necessità di cure può dare sostegno e rafforzare il rapporto
con l’utenza stessa?
Lo si ritrova all’accettazione
dei campioni biologici in un
laboratorio, chi meglio di un
professionista sanitario può
manipolare i campioni biologici e capirne l’effettiva importanza e tutto ciò che ne deriva? Lo si ritrova all’interno di
un reparto, dove applica con
dedizione tutti quei protocolli
amministrativi, con l’occhio
vigile di chi conosce le procedure poiché le ha sperimentate in prima persona. Quanti
suggerimenti possono dare per
migliorare, semplificare il lavoro!
Una grande risorsa ancora da
scoprire e da valorizzare, in
un’ottica di risparmio e di aumento della Qualità del Servizio Sanitario.
Teresa Bonaccorso
Tecnico di lab. Biomedico
Ospedale “Sirai” - ASL 7
Carbonia
Ministero della Salute, Indicazioni per la promozione della salute orale nelle scuole secondarie
Effetti degli stupefacenti sulla salute orale
L’
uso e l’abuso di stupefacenti e farmaci
determinano alterazioni del senso di
fame (in eccesso o in difetto)
con modifiche del comportamento alimentare che si ripercuotono anche sulla salute
orale.
- L’abuso di droghe analgesiche determina un aumento
della soglia del dolore con la
conseguente mancanza di percezione algica ed indifferenza
verso eventuali cure
mediche.
- Il conseguente tardivo ricorso a cure odontoiatriche riduce notevolmente le
possibilità terapeutiche di
tipo conservativo.
- La presenza di sostanze aci-
de nelle droghe e nei farmaci
può determinare erosioni dentali.
- Frequentemente, a peggiorare il quadro clinico sono il
concomitante utilizzo di
tabacco e di alcol.
Il piercing è una pratica che
rientra tra le forme di «body
art», come disegni, dipinti,
tatuaggi e orecchini.
Il fenomeno è ormai così largamente diffuso che un piercer (chi effettua il piercing)
effettua mediamente 50 prestazioni settimanali solo nel
distretto del cavo orale.
Rischi legati alla procedura:
• sanguinamento prolungato;
• gonfiore dei tessuti;
• trasmissione dei virus delle
epatiti A, B e C e HIV;
• endocardite (infezione a carico della parete che riveste il
cuore- endocardio) causata
da batteri presenti nel cavo
orale e migrati altrove;
• perdita totale o parziale
della sensibilità gustativa della lingua.
Rischi legati al jewel:
• reazioni allergiche ai materiali usati (nichel, talvolta
acciaio);
• infezioni gengivali causate
dall’alterazione della flora
batterica orale;
• recessioni gengivali che possono essere causate anche dal
continuo trauma subito
dalla gengiva a causa del piercing;
• fratture dentali che posso-
no essere causate dai continui
traumi del piercing sui denti.
In caso di piercing:
- effettuare un’igiene orale
quotidiana scrupolosa, almeno
due volte al giorno, dopo i
pasti principali con spazzolino
e dentifricio al fluoro.
- dopo l’igiene orale spazzolare la barra del piercing in
modo da eliminare placca e
residui alimentari che possono
causare infezione.
- dopo aver effettuato la pulizia della barra del piercing,
effettuare sciacqui con
collutorio o con acqua e sale,
senza risciacquare successivamente con acqua.
- effettuare controlli periodici
dall’odontoiatra.
SOCIALE
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6
Mettiamo in atto strategie preventive
per contrastare la violenza giovanile
L’
OMS la definisce
come:
“l’utilizzo
intenzionale
della forza fisica o del
potere, minacciato o reale,
contro se stessi, un’altra persona, o contro un gruppo o
una comunità, che determini
o che abbia un elevato grado
di probabilità di determinare
lesioni, morte, danno psicologico, cattivo sviluppo o privazione”. La diffusione della
violenza, sotto le forme più
diverse, costituisce purtroppo uno dei tratti salienti della società contemporanea.
La ricerca più recente indica
che fattori biologici e altri
individuali spiegano in parte
la predisposizione all’aggressività. Spesso, questi fattori
interagiscono con la famiglia,
la comunità e con altri fattori culturali ed esterni creando
una situazione in cui la violenza diventa possibile. Nel 1996,
la 498° Assemblea Mondiale
della Sanità ha adottato la risoluzione WHA 49.25, in cui si
dichiara che “la violenza è un
problema di salute pubblica di
fondamentale importanza e in
progressiva espansione in tutto il mondo”. Crisi, disoccupazione, presenza di minoranze
straniere non integrate, disagio sociale ed emarginazione
incidono in maniera importante sul comportamento violento. Si evidenziano i campanelli
di allarme di violenza lì, dove
le difficoltà economiche sono
maggiori. In Europa, il numero
di crimini denunciati è in calo
quasi ovunque, ma crescono
in maniera preoccupante traffico di droga, abusi su minori e
reati violenti. Soprattutto nei
paesi colpiti dalla crisi. I dati
sul crimine nel nostro Paese,
nonostante le profonde differenze economiche e sociali, registrano un andamento
comune con la Germania per
quasi tutte le tipologie di reato. In questo quadro, va collocato l’omicidio di Aldo Naro
avvenuto presso la discoteca
Goa a Palermo che continua a
riempirsi di nuovi tasselli e Palermo è sotto choc. Su Facebook intanto è stata inaugurata
la pagina “Giustizia per Aldo”.
Una foto copertina con la
scritta gigantesca: “Stop alla
violenza”. Undicimila iscritti
in poche ore. Un fiume di rabbia, della Palermo giovane che
non vuole accettare la verità
peggiore: morire in discoteca, tra gli amici, durante una
festa. La cittadinanza tutta,
anche il Quartiere Zen di Palermo, si mobilita in una fiaccolata con slogan di pace “Io
sono Aldo Naro” e “In discoteca non si muore”. Sono sempre
più frequenti i comportamenti
giovanili aggressivi. Verso gli
altri e verso se stessi. Disinteressati, indifferenti, incapaci
di comunicare e di stabilire
relazioni; in questo deserto
della comunicazione adopera
il gesto violento, anche estremo, per esprimere il proprio
disagio, il proprio malessere.
Ogni giorno i notiziari aggiornano il bollettino degli atti di
violenza quotidiana, sempre
più numerosi, sempre più efferati e sempre più crudeli.
Si può prevenire il comportamento violento? Il Trattamento dei cosiddetti violenti tiene
in considerazione il legame
tra cognizione ed emozione.
È studiato dai teorici dell’approccio del cognitive apprai-
sal, la valutazione cognitiva.
Arnold (1960) ha introdotto
per primo il termine appraisal
per indicare il processo cognitivo con cui valutiamo se lo
stimolo che percepiamo buono o cattivo. James (1884),
invece, sostiene che alla base
dell’emozione ci sarebbe una
retroazione dalla periferia al
sistema nervoso centrale,
tra percezione e cambiamenti
fisiologici. Nel caso di esposizione a stimoli con alto potenziale di arousal, sia donne
sia uomini hanno mostrato le
reazioni emotive maggiori.
Tuttavia, la rielaborazione cognitiva è un processo centrato sui momenti antecedenti
l’emozione, si riferisce a che
cosa si fa prima che l’emozione sia pienamente vissuta
e abbia influenzato il nostro
comportamento e/o alterato
il sistema periferico. Sul piano
comportamentale la visione di
scene violente è stata spesso
indicata come una delle cause
dell’aumento degli episodi di
violenza nella vita quotidiana.
Per valutare l‘impatto della
visione di scene violente sulla tendenza a mettere in atto
condotte violente si sono considerati due indicatori della
condotta aggressiva: irritabilità e ruminazione. L’irritabilità è riferita alla propensione
a reagire impulsivamente ad
una provocazione o dissapore anche minimi, mentre la
ruminazione si riferisce alla
propensione a superare con
difficoltà rancori o desideri di
vendetta. Per quanto riguarda i processi di regolazione
delle emozioni, s’ipotizza che
la rielaborazione cognitiva e
l’autoefficacia nel controllo
delle emozioni negative possano anch’esse contribuire
a contenere gli stessi vissuti
emotivi negativi. «I processi
formativi: dolore, disagio e
violenza vuole trasmettere il
messaggio che attraverso una
sana educazione, e mediante
una formazione metodica ed
efficace, si possono prevenire
e curare i disagi del bambino
e dell’adolescente. Essere capaci di stabilire relazioni empatiche e di ascoltare attivamente e costruttivamente gli
alunni, è il miglior modo per
rendere educativo un incontro
che, altrimenti, sarebbe sterile, se non devastante» (Tatarelli R., 2006). L’Helpline “Telefono Giallo” offre il conforto
emotivo attraverso il Numero
Verde 800 011 110.
Concludendo, bisogna “andare
oltre” i dolorosi fatti di cronaca per comprendere il grave
disagio giovanile e ricordare
l’invito di Papa Francesco alla
gentilezza con l’esortazione a
dire «Grazie, scusa, permesso» insegnandoci così una parabola sulla buona educazione.
Dott.Viviana Cutaia
(Psicologa/Psicoterapeuta,
Musicoterapeuta,
Coord. Telefono Giallo)
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Per prenotazioni, telefonare ai numeri
091 346563 cell. 338 8546604
FISIATRIA
S
i è svolto nei giorni scorsi, presso la prefettura
di Palermo, un incontro
tra il presidente dell’ordine dei medici di Palermo
Salvatore Amato e il prefetto Francesca Cannizzo, era
presente anche Silvia Radosti
consigliere Omceo (ordine dei
medici chirurghi e degli odontoiatri) di Palermo e rappresentante dei medici di continuità assistenziale. L’incontro
è avvenuto per presentare in
via sperimentale il progetto della prima applicazione
(app) antiviolenza, denominato “savelife”, primo nel suo
genere, in caso di emergenza
dalla app parte una chiamata
di sos, la posizione, le foto e
i video, facendo intervenire i
sistemi di sicurezza già operativi sul territorio.
L’idea è nata dalla reale esigenza di pericolo cui sono
esposti i sanitari e dai numerosi casi di aggressioni violente a medici in servizio nello
svolgimento delle funzioni di
guardia medica. Tale situazione non fa altro che avvelenare
il clima di collaborazione tra
medici e pazienti.
Il servizio sarà testato per la
prima volta a palermo, dove
ha trovato la piena collaborazione della prefettura e si spera di poterlo istituzionalizzare
a tutto il territorio italiano.
Girolamo Calsabianca
DOTT.SSA BARBARA SCHEMBRI
Medico Fisiatra, Osteopata,
Omeotossicologia.
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Cell. 3405269019
Email: [email protected]
Studio medico zona Via Libertà
SANITA’
7
NEUROLOGIA
DOTT. MARCELLO ROMANO
Neurofisiopatologo. Az. Osp.Riuniti Villa
Sofia Cervello, Studio di neurologia ed
elettromiografico.
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via E. Notarbartolo, 38 Palermo
Tel. 0916259811 - Cell. 3491467337
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PSICOLOGIA
DOTT.SSA CATERINA D’ANNA
Psicologa - Psicoterapeuta.
Psicologia - Psicoterapia del bambino,
dell’adolescente e della famiglia.
Via Tripoli 18 Palermo.
Recapiti telefonici: 329 4321204
DOTT.SSA VIVIANA CUTAIA
Psicologa e Psicoterapeuta, Musicoterapeuta, consulenze psicologiche: individuali, di coppia, familiari, di gruppo.
Via Belgio n.33, Palermo.
Promozione: il I colloquio è gratuito per
tutti i lettori del settimanale Nell’Attesa
Riceve per appuntamento: 340.0552032
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GASTROENTEROLOGIA
DOTT. SERGIO PERALTA
Dirigente Medico U.O. di Gastro-enterologia ed Epatologia. Responsabile U.O.S. di
Endoscopia Digestiva Policlinico,
Piazza delle Cliniche, 2 Palermo.
Mob. 338 6963040
e-mail: [email protected]
www.gastroenterologiaperalta.it
settimanale d’informazione socio-sanitaria dell’A.N.I.O.
Reg. al Tribunale di Palermo n° 11 del 29/05/2006
Comitato Scientifico:
Dir. Scientifico: Girolamo Calsabianca Segretario Nazionale ANIO Onlus - [email protected]
Dr. Dario Bellomo Medico Specialista ASP di Asti
Prof. Giorgio Maria Calori Prof. Univ. Milano Dir. COR Gaetano Pini (Mi)
Prof.ssa Carla Giordano Resp. UOC di Endocrinologia Policlinico (Pa)
Dr. Emilio Italiano Andrologo Osp. riuniti Villa Sofia Cervello
Dr. Tommaso Mannone Risk Manager A. O. Villa Sofia-Cervello (Pa)
Dr. Sergio Salomone Pres. Associazione A.S.S.O.
Dr. Angelica Provenzano Resp. Centro Officine di Ippocrate A. O. Villa Sofia-Cervello (Pa)
Dr. Alessandro Scorsone, Diabetologo, Asp 6 Ospedale Civico di Partinico
Dr. Gabriele Viani, Medico Specialista in Radiologia
Dr. Benedetto Alabastro, Consulente ANIO per il diabete
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nell’attesa... Edito da: Phoenix di Simona Lo Biondo
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Le informazioni pubblicate da “nell’Attesa…” non sostituiscono in alcun
modo i consigli, il parere, la visita, la prescrizione del medico.
A.N.I.O. Onlus,
Associazione Nazionale per le Infezioni Osteo-Articolari
L’
ANIO (Associazione Nazionale per le Infezioni Osteo-articolari) volge tutto il suo impegno al fine di dare una spalla forte e consapevole a quella fascia di cittadini disagiati da
una complicanza ortopedica garantendo la presa in carico globale del pazientee della sua
famiglia, fortificando lo spazio di ascolto, la promozione di un servizio d’informazione, supporto
e orientamento ai servizi, assistenza socio-sanitaria (invalidità, legge 104, ricorsi e aggravamenti,
contrassegni di circolazione auto ecc...).
E’ possibile sostenere le attività di ANIO versando il proprio contributo su c/c 21641931 o iban sul
c/c IT57F0760104600000021641931. Oppure destinando il proprio 5 per mille nella dichiarazione
SEDE NAZIONALE:
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Cervello - Piano Terra
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Codice Fiscale: 97165330826
dei redditi (730, Unico, Cud) inserendo il codice fiscale 97165330826 nel riquadro “Sostegno del
volontariato” e organizzazioni non lucrative di utilità sociale”.
Servizio Ambulanza diurno
Dimissioni Ospedaliere - Spostamenti in città o fuori
comune, Visite Mediche, Esami
Per info chiamare:
Numero verde gratuito: 800.688.400
Emergenze: 3289485124
e-mail: [email protected]
PRESIDIO OSPEDALIERO:
Cto Ospedali Riuniti Villa
Sofia Cervello
A.N.I.O. – O.N.L.U.S.
Tel. 091.7804219
email: [email protected]
Diabetici cronici;
Donne over 50;
Soggetti Disabili e da tutti
coloro che hanno un’indicazione prescrittiva di uno
specialista.
PREMESSA.
Il Centro Pilota Plurispecialistico Sperimentale per la
Prevenzione delle Disabilità
e delle Alterazioni Posturali è una tessera del grande
mosaico che compone il progetto core di ANIO per l’anno
2013/2015 denominato
OFFICINE D’IPPOCRATE.
Il progetto mira a garantire
percorsi di prevenzione, diagnosi e cura, al fine di
ridurre e/o limitare l’insorgere di complicanze, ortopediche e posturali, mettendo
in campo tutte quelle azioni
di prevenzione concreta delle
patologie dell’apparato muscolo-scheletrico.
ESAMI STRUMENTALI
Gli esami strumentali sono
effettuati presso l’ambulatorio “Officine d’Ippocrate”
sito al 2° piano dell’Azienda
Ospedaliere Villa Sofia Cervello Presidio Ospedaliero C.T.O.
di Palermo.
L’attività degli esami
strumentali comprende:
DA CHI E A CHI E’ EROGATO
IL SERVIZIO
Il servizio è erogato dalla
Azienda ospedaliera Ospedali
Riuniti Villa Sofia Cervello
con medici e tecnici strutturati in cooperazione con un
Team di medici e specialisti
messi a disposizione dall’associazione A.N.I.O.
Soggetti in Età Evolutiva
(soggetti con patologie degenerative dell’apparato
muscolo scheletrico –
osteoporosi – malati cronici);
Podoscanner
(Podoscopia digitale)
Permette di rilevare le informazioni del piede sotto carico, analizzare la lunghezza
dei due piedi e rilevare le
eventuali asimmetrie podaliche.
Baropodometro Elettronico
Piattaforma di rilevazione per
lo studio delle pressioni plantari da fermo (esame statico),
l’analisi del gesto motorio
durante la deambulazione
(esame dinamico) e la
valutazione delle oscillazioni
del corpo (esame stabilometrico), con e senza svincolo.
Di seguito le indicazioni ministeriali per prenotare:
PRESTAZIONE:
Test Posturografico
CODICE MINISTERIALE: 93054
QUANTITA’: 2
PRESTAZIONE:
Test Stabilometrico Statico e
Dinamico
CODICE MINISTERIALE: 93055
Quantità: 2
Formetric
Consente di effettuare una
rapida ed estesa scansione ottica non invasiva del rachide,
con possibilità di rappresentare graficamente numerose
problematiche di natura clinica inerenti l’analisi obiettiva
e quantitativa della statica
corporea e della postura.
Di seguito le indicazioni ministeriali per prenotare:
PRESTAZIONE:
Test Posturografico
CODICE MINISTERIALE: 93054
QUANTITA’: 4
Densitometria DEXA
Il sistema consente di calcolare la densità ossea mediante i
seguenti esami:
• Lombare
• Femorale
• Protesica
• Dual protesica
• Avambraccio
• Morfometria
• Total body
Di seguito le indicazioni
ministeriali per prenotare:
PRESTAZIONE:
Densitometria Ossea con
Tecnica di assorbimento a
raggi X
CODICE MINISTERIALE: 88992
QUANTITA’: 2
Si ringrazia la
PRESTAZIONE:
Densitometria Ossea con
Tecnica di assorbimento a
raggi X TotalBody
CODICE MINISTERIALE: 88993
QUANTITA’: 1
VISITE
Odontoiatrica - Gnatologica
Fisiologia, patologia e
disfunzioni dell’articolazione
temporomandibolare-ATM.
(Dott.ssa A. Provenzano)
Fisiatrica Posturale
Diagnosi e cura dei paramorfismi e dismorfismi del piede,
arti inferiori, colonna vertebrale, patologie congenite
neonatali.
(Dott.ssa B. Schembri)
Ortopedica
Diagnosi e cura dell’osteoporosi. (Dott. V. Badagliacca)
Diabetologia
Prevenzione diagnosi e cura
del diabete. (Dott. V. Schirò)
PRENOTAZIONI VISITE
Gli utenti potranno accedere
al servizio, muniti di richiesta
del medico curante,
chiamando il CUP Ospedali
Riuniti Villa Sofia Cervello al
numero: 800.178.060 o AL
numero diretto dell’ANIO:
091 7804219, o tramite mail
inviandoci la richiesta al
seguente indirizzo:
[email protected];