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INDEX
MANIFESTO
PROGRAMMA
LISTA
COME SI VOTA
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PAG. 34
MANIFESTO
UN NUOVO PATTO DI CATEGORIA
Era l’Italia di fine anni Settanta: gli anni della disco-music e di un papa
“venuto da molto lontano”.
Alcuni di noi erano appena laureati, altri erano solo dei bambini, altri
ancora non erano nemmeno nati.
Erano gli anni in cui il nostro Presidente del Consiglio pronunciava le sue
prime parole… gli stessi anni in cui la farmacia romana vedeva l’ultimo
avvicendamento alla propria presidenza.
All’epoca parole come “distribuzione per conto”, “generici” e
“parafarmacie” non esistevano nemmeno e la nostra categoria viveva
ancora uno splendore che, di lì a poco, sarebbe inesorabilmente finito,
perdendo una battaglia alla volta con la filosofia del “poteva andarci
peggio”.
In questo periodo non abbiamo saputo fare altro che subire il cambiamento,
incapaci di abbozzare la benché minima reazione perché troppo impegnati
ad assomigliare a noi stessi.
E così, anno dopo anno, la Farmacia italiana è diventata la parente povera
di quella di un tempo, della quale siamo riusciti a conservare unicamente
l’odiosa nomea di “casta” e le medesime persone a rappresentarci.
In un mondo che cambia sempre più rapidamente, abbiamo il dovere
di proporre soluzioni al passo coi tempi, per gestire il cambiamento
interpretandolo a nostro vantaggio, rimanendo fedeli alle nostre tradizioni,
ma con lo sguardo rivolto al futuro.
Non possiamo permetterci di affrontare il mondo di oggi e le battaglie
di domani con gli strumenti di ieri: abbiamo bisogno di nuove idee, nuovi
progetti, nuove motivazioni.
Abbiamo bisogno di guardarci negli occhi e stringere un Nuovo Patto di
Categoria, per rilanciarci con coraggio verso le sfide che verranno, con
una nuova mentalità, un nuovo spirito, una nuova immagine, ma sempre
con rispetto per il lavoro di chi ci ha preceduto e di chi verrà dopo di noi.
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MANIFESTO
LA PAROLA AL POPOLO SOVRANO
Abbiamo davvero provato a conciliare le diverse posizioni in campo per il
bene supremo della categoria, ma si sa che per fare un accordo e stringere
un patto bisogna essere in due.
Quando questo non è possibile, in ogni democrazia che si rispetti, la parola
ritorna al popolo sovrano, che deciderà chi dovrà governarlo.
Siamo comunque convinti che, se si rimarrà in un contesto di lealtà e
correttezza tra colleghi anche durante la fase più intensa della campagna
elettorale, la possibilità di scegliere sia sempre un dono in grado di
arricchire chiunque, attraverso un confronto di idee e di progetti che
può solo far bene ed essere da stimolo per tutti.
In certi casi, privarsi di questa opportunità è un delitto in cui a farne le spese
è sempre la nostra capacità di crescere e maturare come professionisti e
come categoria.
In fondo, in qualunque situazione della nostra vita, la presenza di una scelta
e il perseguimento di una decisione è sempre un’occasione per sviluppare
una consapevolezza di sé e un senso di appartenenza.
Al contrario, invece, l’assenza di una scelta crea inevitabilmente
indifferenza e disaffezione.
Pertanto una nuova visione di interpretare il nostro Sindacato – e la nostra
categoria in generale – non dovrà essere vista né come alternativa a
qualcosa, né come contraria a qualcuno: sarà semplicemente un punto
di vista diverso che potrà dare l’opportunità a tutti i colleghi di scegliere
e di maturare un vero sentimento di appartenenza in grado di riaccendere
quell’entusiasmo perduto che sarà fondamentale per vincere le battaglie
del futuro.
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MANIFESTO
SENTIRSI PARTE DI QUALCOSA
Crediamo fermamente che il perdurare negli anni di una situazione sempre
uguale a se stessa, abbia inevitabilmente condotto i nostri “vertici” a
rinchiudersi sempre più nelle stanze dei bottoni, provocando un incolmabile
distacco con la cosiddetta “base”, ormai totalmente succube degli eventi e
vittima della rassegnazione.
Inoltre, il sempre minore coinvolgimento degli associati nei processi
decisionali della nostra categoria, ha fatto sì che, nel tempo, venisse
meno quella consapevolezza di sentirsi parte di “qualcosa più grande”,
che dovrebbe essere la base di qualunque forma associativa.
La mancanza di questo sentimento di appartenenza, sommato a una
evidente assenza di dialogo, ci ha dunque trascinato verso una sorta di
anarchia, in cui vige la legge del “tutti contro tutti”.
In questo contesto anche una semplice liberalizzazione dei turni, invece di
essere gestita come un’opportunità, è stata l’occasione per far emergere
nuovi egoismi e nuovi personalismi, che hanno contribuito a danneggiare
ulteriormente una categoria che non è mai stata considerata nel suo
complesso, ma piuttosto come una somma di tanti individui distinti e
distanti tra loro, e quindi più deboli e più facili da governare.
Noi invece riteniamo sia assolutamente necessario riavvicinarci tutti alla
vita associativa, ognuno partecipando e dando il proprio contributo, non
solo in termini d’idee, ma anche (chi lo vorrà) lavorando concretamente
per una causa comune.
Dobbiamo tornare ad avere una visione d’insieme della Farmacia, e
ambire a essere una categoria finalmente unita e in grado di determinare
con forza le scelte dei Governi, consapevoli del nostro ruolo fondamentale
nella società.
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MANIFESTO
UN MAGGIORE COINVOLGIMENTO
La sempre maggiore autoreferenzialità dei nostri vertici ha portato,
lentamente ma inesorabilmente, un’intera categoria a non sentirsi più
utile. Questo, a nostro modo di vedere, è un errore gravissimo per chiunque
abbia l’ambizione di rappresentare altre persone, in qualunque tipo di
contesto.
Noi siamo invece convinti che le decisioni più importanti debbano
essere condivise con l’assemblea, e che gli associati debbano essere
maggiormente chiamati a esprimere la propria opinione attraverso il loro
voto, qualunque esso sia.
In tal senso sarebbe ad esempio utile prevedere dei piccoli referendum
on-line rivolti ai colleghi, per conoscere il loro parere sui vari momenti
della nostra vita professionale e associativa.
Inoltre, considerando che ognuno di noi dovrebbe essere chiamato a dare il
proprio contributo attivo all’associazione, sarebbe importante chiedere a
ciascun associato di avanzare idee o suggerimenti da fornire al Consiglio
eletto, affinché si possa migliorare insieme, essendo tutti partecipi del
rinnovamento.
Siamo perfettamente consapevoli che in molti hanno perso la voglia di
partecipare, che in molti hanno smarrito la speranza, che in molti non
ci credono più: la nostra più grande ambizione è quella di riaccendere
l’entusiasmo in questi colleghi, in nome di un progetto comune in cui
ognuno dovrà essere protagonista.
Siamo intimamente convinti che queste persone, indipendentemente
dalla loro età, in fondo al loro cuore abbiano ancora voglia di lottare, di
essere coinvolti, di dare il contributo e di gridare a gran voce tutta la loro
voglia di rivalsa, con fermezza, determinazione e coraggio. Esattamente
come due anni fa, quando, con un caldo torrido, eravamo insieme sotto
il Parlamento per urlare, con tutto il fiato che avevamo in gola, il nostro
diritto di sopravvivere.
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MANIFESTO
VALORIZZARE L’ESPERIENZA
Rispetto a quel giorno di Luglio l’Italia è cambiata radicalmente: dopo il
fallimento di Monti, gli italiani hanno deciso di pensionare la vecchia classe
dirigente e di dare una chance a una nuova generazione di rappresentanti
che hanno voglia e forza di crederci ancora.
Diversamente però dai “rottamatori” nudi e crudi, per i quali l’età anagrafica
sembra essere l’unico fattore dirimente riguardo l’epurazione o meno di
questo o quel personaggio, noi siamo dell’idea che la vera discriminante
di un’eventuale rottamazione debba essere la volontà o meno del soggetto
in causa di mettere concretamente la propria esperienza a servizio del
prossimo.
A tal proposito pensiamo dunque che, nell’ambito di un naturale
rinnovamento, le persone che avranno il desiderio e la voglia di
condividere la propria esperienza non debbano essere escluse, ma al
contrario, dovranno essere valorizzate e messe nelle condizioni di poter
trasmettere il loro bagaglio di conoscenze, come una sorta di eredità da
tramandare di padre in figlio.
Coloro i quali, invece, vorranno tenere per sé le proprie competenze
per tentare di mantenere uno status, evidentemente non potranno
essere utili alla causa.
Per queste persone la rottamazione è l’unica via possibile.
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MANIFESTO
DISTINGUERE GLI AMICI DAI NEMICI
Siamo cresciuti facendoci la guerra tra di noi.
A nostro parere, questa è la sconfitta più grande di coloro che, a tutti i
livelli, ci hanno rappresentato in questi anni.
Abbiamo vissuto in una continua lotta col vicino, tra scorrettezze e
dispettucci per strapparci anche un solo cliente. Non siamo riusciti a
vedere oltre i confini della nostra Pianta Organica e questo atteggiamento
è talmente radicato in noi che a volte riesce a valicare le generazioni,
come fosse un lascito ereditario.
Nel momento in cui lo Stato, scaltramente, ha messo “la casta” alla prova,
liberalizzando prezzi e turni, è venuta fuori tutta la nostra immaturità
come categoria e siamo riusciti a dare il peggio di noi.
Non siamo stati preparati a una situazione che andava gestita prima e che
è ormai difficile da aggiustare.
Dobbiamo metterci in testa, una volta per tutte, che i nostri nemici sono
ben altri, certamente molto più forti e molto più strutturati del nostro
vicino, il quale invece dovrà necessariamente diventare nostro alleato in
questa battaglia in cui, solo se saremo uniti, potremo vincere.
A tale scopo, crediamo si debba dare merito a chi in questi anni ha
organizzato diversi eventi conviviali tra colleghi, creando l’occasione per
ritrovare vecchi amici dell’università e per discutere insieme di come
affrontare insieme le varie difficoltà del nostro lavoro.
Durante queste serate, di fronte a un buon piatto di pasta e con un buon
bicchiere di vino in mano, è certamente più facile riavvicinarsi, conoscersi
meglio e magari anche appianare divergenze passate.
Questa è la strada che necessariamente dovremo continuare a seguire,
perché crediamo fermamente possa e debba essere il nostro più grande
punto di forza: una categoria unita e affiatata, al di là degli individualismi,
delle ambizioni personali e dei rancori che appartengono ad un passato
che non tornerà più.
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MANIFESTO
UN NUOVO STATUTO
Per evitare che questo nuovo patto di categoria rimanga un semplice
slogan elettorale, una delle prime cose da fare sarà quella di tramutarlo in
qualcosa di concreto.
Per questo, dopo tanti anni, crediamo sia arrivato il momento di
“mandare in pensione” l’attuale statuto di Federfarma Roma – ormai
totalmente anacronistico e inadeguato – e redigerne uno nuovo che possa
in qualche modo rappresentare la declinazione ufficiale di questo patto,
naturalmente non prima di averlo ampiamente discusso e condiviso in
assemblea.
Vorremmo che la nuova Federfarma torni ad essere l’associazione di
tutti e non la proprietà di pochi.
Per questo motivo è fondamentale che la stesura del nuovo statuto possa
essere un momento di grande partecipazione in cui ogni associato che lo
vorrà, sarà chiamato a dare il proprio contributo per la redazione del testo
definitivo, che si spera possa essere preso come esempio di modernità e
innovazione in tutte le altre Federfarma provinciali italiane.
Per fare un esempio, tra le varie cose da rivedere dell’attuale statuto, a
nostro giudizio una delle più importanti è porre un limite alla rieleggibilità
del Presidente oltre un certo numero di mandati.
Si tratta, questa, di una prassi consolidata in qualsiasi moderna forma
associativa affinché il Presidente col tempo non corra il rischio di
considerarsi un primus-inter-pares e non dimentichi mai di essere un
rappresentante eletto pro-tempore dall’assemblea elettiva.
Inoltre stabilire un limite alla rieleggibilità del Presidente eviterà che si
vengano a creare situazioni statiche, favorendo altresì lo sviluppo di un
naturale ricambio in termini di uomini, idee ed energie.
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MANIFESTO
UN NUOVO MODO DI COMUNICARE
Abbiamo assolutamente bisogno di un nuovo modo di comunicare, sia dal
punto di vista della Forma che della Sostanza. Per quel che riguarda la
Forma, viviamo ormai nell’era dei social network, in cui le giornate corrono
sul telefonino tra la corsa a un Mi Piace e l’ansia del re-tweet.
C’è da dire purtroppo che, a parte qualche goffo tentativo di approccio ai
Social (non ci si può improvvisare: è più difficile di quanto sembri!), come
categoria non abbiamo mai nemmeno provato a diventare degli opinion maker
del villaggio virtuale. Di certo dunque non brilliamo nell’utilizzo dei nuovi
media, per i quali c’è bisogno di un linguaggio e di una velocità che non
appartengono a tutti.
Ciò che è grave – e qui non ci sono scusanti – è che in tutti questi anni non
siamo riusciti a essere mai protagonisti nemmeno sui media classici come
televisione e carta stampata, per i quali è necessario lavorare di fino per
tenere rapporti con i vari giornalisti, i vari reporter o, meglio ancora, i vari
direttori.
Ma se nella Forma andiamo maluccio, è nella Sostanza che diamo davvero il
peggio di noi stessi. Purtroppo non abbiamo mai avuto il coraggio di ribattere
pubblicamente ogniqualvolta (fin troppo spesso) i media ci dipingevano
come la solita “casta” che gode di chissà quali privilegi.
Siamo passati sopra a ingiurie e offese di ogni genere, riuscendo persino a
lasciar correre (come se niente fosse) quando Maurizio Crozza ci ha attribuito
un atteggiamento mafioso in prima serata TV. L’aver derubricato un episodio del
genere a un semplice momento comico, ha creato inevitabilmente un precedente
e lascia spazio a chicchessia di dirci qualunque cosa gli passi per la mente.
Non possiamo più accettare nemmeno una parola fuori posto.
Dovremo replicare in maniera astuta, ma con fermezza, alle tante falsità dette
sul nostro conto, senza aver paura di raccontare a tutti le reali condizioni della
Farmacia italiana, a un passo dal baratro come ogni onesta piccola impresa del
nostro Paese.
Sarà quindi fondamentale stravolgere sia la Forma che la Sostanza, riconsiderando
radicalmente l’approccio comunicativo con ogni tipo di media (nuovo o classico che
sia), all’interno di una fitta rete di pubbliche relazioni che dovrà necessariamente
coinvolgere a 360° tutte le Istituzioni e tutte le forze politiche.
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MANIFESTO
UNA RIVISTA DI CATEGORIA
Sempre allo scopo di sviluppare un nuovo modello di comunicazione, il
nostro obiettivo è di realizzare una vera e propria rivista di categoria,
che non si rivolga però agli stessi farmacisti, ma che sia pensata
esclusivamente per i cittadini.
Questo mensile sarà distribuito gratuitamente ai nostri clienti in tutte
le farmacie del Lazio con una tiratura così importante (circa 100 copie a
farmacia per circa 1000 farmacie, per un totale di 100.000 copie) da poter
rappresentare, agli occhi del mondo politico, un elemento comunicativo
influente e, come tale, potenzialmente appetibile ma al tempo stesso
anche temibile (dipenderà da come si comporteranno con noi…).
Per noi sarà un modo semplice, quanto innovativo, di divulgare la nostra
professionalità, elargendo quei consigli che ogni giorno dispensiamo
gratuitamente a centinaia di persone e che fanno di noi la figura
professionale che, più di ogni altra, gode della fiducia degli italiani. Tra
un articolo sulla dermocosmesi e uno sulla corretta alimentazione, tra
un’intervista a un medico specialista e una pagina dedicata alle future
mamme, avremo così modo di comunicare, attraverso specifici editoriali,
i vari pensieri e le varie problematiche inerenti la Sanità in generale e la
nostra categoria in particolare.
Inoltre, allo scopo di costruire un rapporto sempre più stretto con le
Istituzioni e gli Organi dei vari partiti, si potrebbe decidere di volta in volta
di “ospitare” nella nostra rivista un intervento o un’intervista a personaggi
politici di spicco, dando loro modo di arrivare direttamente nelle case degli
italiani.
Conoscendo bene il mondo della politica, siamo certi che questo
progetto potrebbe finalmente ridarci quella forza contrattuale che ci è
mancata in tutti questi anni, e che potrebbe ridare lustro e dignità alla
nostra categoria.
Peraltro una rivista del genere, oltre a rappresentare una forma ulteriore
di coinvolgimento (magari dando la possibilità ai colleghi di scrivere
articoli a turno) potrebbe addirittura risultare una fonte di guadagno
per l’associazione stessa, attraverso la pubblicità di tutte quelle aziende
che sono certo pagherebbero volentieri uno spazio in una rivista distribuita
nelle farmacie direttamente ai consumatori finali.
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MANIFESTO
ABBASSARE LA QUOTA SINDACALE
In un periodo storico di profonda crisi, tra farmacie che falliscono ed
altre che fanno sempre più fatica a pagare i fornitori, troviamo a dir
poco paradossale che il Sindacato, che dovrebbe essere il primo a
comprendere la situazione dei colleghi, non abbia ancora ridotto una
quota associativa già di per sé molto onerosa.
Certamente non possiamo rinunciare ai fondi necessari a coprire i costi fissi
e tutte quelle spese vive di cui l’associazione ha bisogno per svolgere al
meglio il proprio lavoro, ma crediamo che di questi tempi si possa e si debba
tirare la cinghia ed eliminare qualche consulenza e qualche collaborazione
che non rientrano propriamente tra le priorità degli associati.
Senza scendere nei dettagli e senza fare numeri, crediamo che il prossimo
Consiglio abbia l’obbligo morale di prendere una decisione in tal senso,
impegnandosi al contempo nella ricerca di risorse alternative, ad esempio
attraverso la realizzazione di eventi sociali organizzati da aziende
interessate, o magari attraverso la sopra citata rivista di categoria.
In questo modo si unirebbe l’utile al dilettevole: raccogliere fondi e al
tempo stesso creare momenti conviviali di partecipazione e coinvolgimento
all’interno dei quali sarà possibile invitare rappresentanti delle Istituzioni
ed esponenti dei vari partiti politici, al fine di espandere sempre più le
nostre pubbliche relazioni e la nostra attività comunicativa a 360°.
Non si tratta di un’impresa impossibile, sarà sufficiente riuscire a riunire
tanti colleghi-amici per creare interesse nei confronti di moltissimi soggetti
che sarebbero senz’altro intenzionati a partecipare attivamente pur di
essere coinvolti.
Come si vede, dunque, ci sono diversi modi per poter abbassare la quota
sindacale, mantenendo – e forse incrementando – i servizi e l’attività
dell’associazione.
Per farlo però, serve la partecipazione e il coinvolgimento di tutti, cosa
possibile solo se si accorcerà drasticamente l’enorme distanza che c’è in
questo momento tra i vertici e la base della nostra categoria.
Non si tratta di idee geniali, ma solo di idee nuove portate avanti da
persone nuove: non è altro che il naturale ordine delle cose.
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MANIFESTO
AIUTARE CHI È IN DIFFICOLTÀ
In una situazione difficile come quella che stiamo vivendo, considerando
inoltre l’imminente apertura di più di 100 farmacie solo su Roma, riteniamo
ormai improcrastinabile l’istituzione di una vera e propria unità di crisi
per aiutare concretamente gli associati in difficoltà finanziaria.
Ciò che abbiamo in mente dovrà essere molto di più dell’attuale
commissione, interna al Consiglio, la cui ambizione massima è quella di
dare un’ideale “pacca sulla spalla” per alleviare momentaneamente le
preoccupazioni del collega.
L’obiettivo sarà invece quello di mettere in piedi una struttura permanente
che possa rappresentare un punto di riferimento per chiunque abbia bisogno
d’aiuto; una struttura che, forte della massa critica dell’associazione
stessa, abbia margine per poter stipulare una serie di accordi con
distributori intermedi, istituti di credito e studi commercialistici, studiati
appositamente per le farmacie in emergenza.
Non basta: pensiamo sia necessario avvalersi di tecnici e consulenti
specifici del settore per offrire qualcosa di davvero concreto e
risolutivo, qualcosa che possa concedere una vera opportunità di salvarsi
e di rimettersi in carreggiata.
Siamo perfettamente consapevoli che non tutti i casi sono uguali e
certamente non possiamo diventare il salvagente di chi se ne approfitta, ma
riteniamo sia comunque un dovere dell’associazione offrire una possibilità
a quei colleghi che, pur lavorando duramente, non riescono a uscire dalle
sabbie mobili e hanno semplicemente bisogno della giusta spinta per
ripartire.
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MANIFESTO
DECENTRAMENTI
I margini delle nostre aziende sono ridotti ai minimi termini e siamo ormai
scivolati in prossimità del cosiddetto break even point, il punto di pareggio
economico che delimita il confine tra utile e perdita di esercizio.
In una situazione come questa, in cui siamo costretti a ridurre al massimo
anche i costi più insignificanti, su molti colleghi del centro di Roma pende
da anni la spada di Damocle di un affitto esorbitante.
I proprietari di questi locali, una volta scaduto il contratto, cercano di
recuperare gli effetti negativi della crisi aumentando a dismisura il
canone di locazione ai nostri colleghi affittuari, immaginando ancora la
Farmacia come quella prospera degli anni ’80 e ’90 (altro grave danno della
comunicazione pressoché nulla di questi anni).
Fino a qualche tempo fa, in questi casi, ai farmacisti romani era concessa
la possibilità di “decentrarsi”, cioè trasferire la propria sede in una zona
periferica ad alta espansione urbanistica, certamente con canoni di
locazione più sostenibili.
Questa opportunità, peraltro, forniva ai colleghi in affitto una certa
possibilità di trattativa con il proprietario, in quanto si poteva “minacciare”
di decentrarsi qualora il contratto di locazione fosse troppo oneroso.
Da qualche anno invece i decentramenti sono scandalosamente bloccati e
le sedi adibite a tale scopo sono state tutte destinate al maxi-concorso,
provvedendo così a soddisfare la necessità di una sede farmaceutica nelle
nuove zone periferiche ad alta espansione urbanistica.
Molti titolari sono ormai intrappolati tra le maglie soffocanti della nostra
burocrazia, sempre più oppressi da affitti eccessivi.
Per questi colleghi, in attesa di ripristinare i decentramenti e che si
vengano a creare nuovi nuclei urbani con un numero di abitanti sufficiente
a mantenere l’economicità di una farmacia, sarà assolutamente prioritario
studiare strumenti ad hoc per dare loro respiro, come ad esempio cercare
di ottenere speciali sgravi fiscali relativi alle imposte comunali e
regionali per le farmacie in difficoltà che hanno avanzato invano richiesta
di decentramento.
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MANIFESTO
STARE VICINO ALLE FARMACIE RURALI
L’atteggiamento usato nei confronti delle farmacie rurali è una delle cose,
a nostro giudizio, più fastidiose.
Esse vengono chiamate in causa ogniqualvolta ci sia bisogno di rimarcare
la capillarità territoriale della Farmacia, salvo poi puntualmente essere
dimenticate quando si tratta di affrontare i grandi problemi quotidiani
che affliggono questi nostri colleghi, come se a un tratto diventassero
colleghi di serie B.
Conoscendo bene la realtà delle farmacie rurali della provincia di Roma,
abbiamo coscienza di alcune situazioni davvero proibitive (sia dal punto
di vista commerciale che logistico) in cui i nostri colleghi svolgono
quotidianamente quel vero servizio sociale che rappresenta l’originale
essenza della nostra professione.
Molto spesso i titolari di queste sedi sono costretti a lavorare da soli e in
maniera continuativa, senza neanche la possibilità di concedersi qualche
ora di riposo.
È comprensibile dunque che questi nostri colleghi abbiano davvero poche
possibilità (e probabilmente anche poca voglia) di muoversi fino a Roma per
partecipare alla vita di categoria.
Per questo pensiamo sia nostro dovere cercare di coinvolgerli
maggiormente calendarizzando, zona per zona, diversi incontri
programmatici in loco al fine di poter toccare con mano le problematiche
più cogenti e lottare insieme per il diritto di svolgere dignitosamente la
professione.
A tal riguardo, una delle questioni più sentite e alle quali bisognerebbe
trovare una soluzione anche a livello nazionale, è quella di cercare il modo
di stipulare una polizza assicurativa collettiva che possa rifondere i
danni economici derivanti da un’eventuale malattia o infortunio che
colpisca i titolari delle farmacie rurali senza dipendenti.
Pensiamo sia davvero il minimo che si possa chiedere per questi nostri
colleghi che svolgono da soli e in condizioni a dir poco disagevoli un servizio
così importante per moltissimi italiani.
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MANIFESTO
MAGGIORE SICUREZZA IN FARMACIA
Negli ultimi anni, solo su Roma, tra rapine denunciate e quelle non
denunciate, possiamo vantare la triste media di più di un evento criminoso
al giorno.
Il problema della sicurezza in farmacia, oltre a rappresentare l’ennesima
fonte di costi per le nostre aziende, è ormai diventato una vera priorità per
tutti noi, in quanto condizione necessaria per poter svolgere serenamente
la nostra professione.
A tal proposito, per quanto riguarda le contromisure da adottare per
difenderci quotidianamente dai malintenzionati, riteniamo che utilizzare
unicamente la tecnologia come forma di deterrenza per questo genere di
reato (commesso per lo più da tossici che si accontentano di rubare anche
solo pochi euro nell’arco di mezzo minuto), sia indiscutibilmente d’aiuto,
ma non possa rappresentare un fattore risolutivo.
Inoltre pensiamo che, ancor più importanti delle azioni da intraprendere
durante o dopo la rapina, siano le azioni da compiere prima, allo scopo
di evitare che questa avvenga del tutto.
Per ottenere risultati tangibili sarà quindi necessario mettere in atto
nuove forme di collaborazione con le forze dell’ordine, sviluppando
un sistema condiviso per garantire numerosi e costanti pattugliamenti
davanti alle zone più a rischio e a quelle che di volta in volta ne avranno
bisogno.
Eliminare del tutto il problema delle rapine ovviamente non è possibile,
ma siamo convinti si possa e si debba fare di più per ridurne sensibilmente
l’incidenza.
Siamo certi che non si tratta di un obiettivo irraggiungibile: basta avere la
ferma intenzione di affrontare il problema senza paura una volta per tutte.
Con meno proclami e più fatti.
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MANIFESTO
E INFINE… METTERSI AL SERVIZIO
DI CHI VINCE!
Non c’è più spazio per i giochi di poltrone, non c’è più spazio per le
ambizioni personali: l’unica ambizione possibile è quella di crescere come
categoria e siamo fermamente convinti che questo possa avvenire solo
passando attraverso un sano e, ci auguriamo, corretto confronto elettorale
in cui poter ritrovare quello spirito di appartenenza che rappresenta la
forza di qualunque forma associativa, dalla più piccola alla più grande.
In questo senso e in questo modo nessuno dei candidati uscirà veramente
sconfitto, perché avrà contribuito con le sue idee e con il suo entusiasmo
alla maturazione e a una maggior consapevolezza di tutti coloro che si
recheranno alle urne per esprimere la propria preferenza.
Gli unici possibili perdenti in questa situazione (ma vogliamo credere che
non ce ne sarà nessuno) potranno essere solo coloro i quali, evidentemente
privi di idee e di progetti, proveranno a farsi largo gettando fango nei
confronti di altri colleghi candidati.
A costoro andrebbe tutto il nostro disprezzo e il nostro compatimento per
il fatto di non aver capito nulla di quello che serve alla nostra categoria.
Per quanto riguarda invece il momento post-elettorale, riteniamo che
coloro i quali non saranno scelti a rappresentare i colleghi nel Consiglio
sindacale, dovranno avere il dovere morale di rispettare la volontà
dell’assemblea elettiva, mettendosi sin da subito al servizio del Consiglio
eletto e rendendosi disponibili, qualora fosse richiesto, a dare una mano.
Questo, almeno per noi, è il minimo che si possa e si debba fare per onorare
il risultato elettorale e per rendere merito a chi, in maniera democratica,
è stato chiamato a rappresentare i colleghi.
Speriamo che questa possa essere la ferma intenzione di tutti, perché solo con
questo spirito, per una volta, a vincere, sarà la nostra categoria.
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PROGRAMMA
Dopo 37 anni senza ricambi al vertice, abbiamo bisogno di ripartire
con forze fresche e persone motivate, abbiamo bisogno di nuovi
contenuti e di una nuova immagine, abbiamo bisogno di ritrovare
quella forza e quella passione che col tempo abbiamo perduto.
Per fare questo è necessario “RESETTARE” la nostra Associazione
e dare corso a un nuovo inizio, per ricordarci chi siamo
e non rimanere indietro in un mondo che è cambiato.
UN’ASSOCIAZIONE PIÙ TRASPARENTE
Attraverso una parete è difficile parlare, ma è impossibile vedere.
Mattone dopo mattone nel corso di quasi mezzo secolo è stato innalzato un
vero e proprio muro dietro il quale i vertici della nostra categoria si sono
sempre più trincerati, rimanendo ingabbiati nella loro stanza dei bottoni.
E’ tempo di abbattere questo muro. E’ tempo che base e vertici
dell’associazione lavorino insieme in un’unica grande “stanza”.
Per farlo è necessario portare avanti una forte operazione trasparenza che
coinvolga anche le società collegate come l’Assifar Servizi e che preveda
tra le altre cose:
1) uno spesometro on-line consultabile dagli associati per sapere in tempo
reale come vengono spesi i loro soldi;
2) resoconto on-line delle riunioni di Consiglio;
3) una sezione del sito di Federfarma-Roma in cui avanzare proposte,
richieste e suggerimenti;
4) una sezione del sito in cui segnalare le criticità e poter esprimere una
valutazione dei vari servizi offerti dall’associazione.
Appare evidente che un associato a Federfarma Roma è per estensione anche
un associato a Federfarma Lazio. Eppure consultare il bilancio e lo Statuto di
quest’ultima, sembra essere la cosa più impossibile di questo mondo.
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PROGRAMMA
Molte volte li abbiamo richiesti, ma ci sono stati sempre inspiegabilmente negati.
Se poi si considerano gli ingenti movimenti contabili in entrata e in uscita
che naturalmente avvengono tra queste 2 istituzioni, presiedute peraltro
dalla stessa persona, riteniamo che una vera operazione trasparenza non
possa prescindere dalla:
1) Possibilità per gli associati di consultare liberamente i bilanci
di Federfarma Lazio, comprensivi di Nota Integrativa;
2) Possibilità per gli associati di consultare lo Statuto di Federfarma Lazio.
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UN’ASSOCIAZIONE PIÙ SOLIDALE
In questo periodo di profonda crisi del nostro settore, riteniamo sia dovere di
un’associazione aiutare i colleghi che stanno attraversando un momento di
difficoltà, non necessariamente di natura economica.
Si dovranno a tal fine sviluppare delle misure volte a supportare le categorie di farmacie
più deboli come ad esempio quelle rurali, quelle da anni in attesa di decentramento,
quelle in difficoltà economica e quelle più colpite dal fenomeno rapine.
Per questo sarà necessario:
1) sostenere le farmacie rurali, con particolare attenzione per quelle senza
collaboratori e cercare di stipulare per esse polizze assicurative che tutelino il titolare
dai danni economici derivanti da malattie o infortuni;
2) cercare soluzioni con Roma Capitale per detassare le imposte comunali alle
farmacie del Centro che sono nella vana attesa di decentramento;
3) costituire una vera Unità di Crisi, non composta da membri del consiglio, ma
da consulenti d’aziende e professionisti del settore al fine di aiutare le farmacie in
difficoltà, attraverso lo studio di un piano economico-finanziario personalizzato (taglio
dei costi, riduzione inefficenze, valorizzazione risorse, piano di marketing ecc.);
4) incrementare la sicurezza all’interno delle farmacie, non solo attraverso strumenti
tecnologici, ma anche e soprattutto tramite la stipulazione di accordi concreti con le
varie forze dell’ordine per un maggiore e visibile controllo preventivo sul territorio.
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PROGRAMMA
UN’ASSOCIAZIONE PIÙ VANTAGGIOSA
Purtroppo sempre più colleghi si chiedono a cosa serva ormai essere iscritti
al nostro Sindacato. Quando si arriva a fare una domanda del genere, vuol
dire che si è arrivati alla fine di un ciclo.
In un’epoca in cui le informazioni sono alla portata di tutti, crediamo che
l’iscrizione al Sindacato debba significare per gli associati evidenti vantaggi
in termini professionali, sindacali, associativi ed economici, che vadano
ben oltre il servizio di circolari informative e dei pur interessanti corsi ECM.
In parole povere, essere iscritti all’Assiprofar, oltre a rappresentare un
vero momento di crescita come categoria, deve convenire, sotto tutti i
punti di vista.
Sembra banale e scontato, ma dobbiamo sottolineare che un titolare
associato, rispetto a un collega che non lo è, deve poter:
1) essere realmente tutelato dal Sindacato in caso di necessità, da un
punto di vista burocratico, legale, amministrativo e politico;
2) usufruire di un numero importante di vantaggi, agevolazioni e
convenzioni (molte più di adesso) non solo nei confronti della Pubblica
Amministrazione, ma anche di tutte quelle aziende di beni e di servizi con
cui le nostre farmacie (o anche i singoli titolari nella vita di tutti i giorni)
vengono quotidianamente a contatto.
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PROGRAMMA
UN’ASSOCIAZIONE PIÙ MODERNA
E’ necessario un cambio di passo per affrontare le sfide del futuro. Per
farlo sarà necessario riscrivere insieme le regole dello stare insieme in un
grande momento di condivisione che preveda la redazione di un “Nuovo
Statuto di Federfarma Roma” all’interno del quale, tra le altre cose,
inserire:
1) Un limite alla rieleggibilità del Presidente, oltre un determinato
numero di mandati;
2) La formulazione di un “codice etico” da rispettare per chi avrà l’onore e
l’onere di sedere in Consiglio di Federfarma Roma e che serva a identificare
sin dall’inizio i requisiti di eleggibilità.
Parlando di un’associazione più moderna, pensiamo sia il momento di
rinnovarci anche dal punto di vista della tecnologia e dell’informatica.
Ad esempio, crediamo sia possibile velocizzare da un punto di vista
informatico e burocratico l’operatività delle piattaforme DPC e WEBCARE. Questo evidentemente ci consentirà di dedicare più tempo alla
“cura” del cliente e, di conseguenza, avere la possibilità di accrescere la
nostra professionalità e redditività.
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UN’ASSOCIAZIONE PIÙ COINVOLGENTE
Coinvolgimento, entusiasmo e partecipazione sono la forza di ogni
categoria.
Bisogna far tornare l’assemblea e i singoli soci al centro delle scelte e
dei momenti più importanti della vita associativa. Per fare questo sarà
necessario:
1) creare delle commissioni esterne al Consiglio, in costante contatto
con esso, per includere nei processi decisionali tutti coloro che hanno
voglia di dare il proprio contributo;
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PROGRAMMA
2) effettuare periodicamente dei “Referendum on line” tra gli
associati per condividere gli argomenti più importanti;
3) convocare più spesso l’assemblea dei soci per ascoltare suggerimenti
e richieste dei colleghi;
4) organizzare eventi informali di aggregazione tra colleghi per
rendere anche piacevole la vita associativa, con lo scopo di unire
sempre più la nostra categoria.
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UN’ASSOCIAZIONE PIÙ COMUNICATIVA
La comunicazione è sempre stata il nostro tallone d’Achille.
Il nostro modo di comunicare è antiquato come l’immagine che
con esso diamo di noi, e questo non ci aiuta certamente a toglierci
di dosso l’odiosa nomea di “casta”.
In tal senso sarà necessaria una vera e propria rivoluzione che
preveda:
1) operazioni simpatia con messaggi “virali” diffusi a larga scala
su tutti i più importanti social media;
2) un utilizzo più dinamico di facebook e twitter, con una maggiore
possibilità di interazione tra gli utenti;
3) una forte operazione di lobbying nei confronti di giornali e
televisioni per evitare di essere quotidianamente “massacrati” dai
media;
4) la realizzazione a costo zero di una rivista di categoria rivolta
ai cittadini, attraverso cui – tra i vari articoli su salute, bellezza e
cura del corpo – poter comunicare loro il nostro punto di vista.
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PROGRAMMA
UN’ASSOCIAZIONE PIÙ INFLUENTE
Il problema della nostra categoria è che politicamente contiamo
meno di zero.
Soprattutto in questo momento storico in cui la classe politica è stata
completamente rinnovata e siamo governati da persone non ancora
quarantenni, è necessario un nuovo modo di comunicare con la politica.
Avere buoni rapporti con tutti i partiti è senz’altro un buon punto di partenza
da cui non si può prescindere, ma per essere rispettati in politica, bisogna
mettersi nelle condizioni di essere influenti e dimostrare di poter
incidere elettoralmente, socialmente e mediaticamente.
A tal fine sarà fondamentale realizzare quanto prima, e con una tiratura
molto importante, la sopra citata rivista di categoria per distribuirla
diffusamente in tutto il Lazio.
Al suo interno si potranno poi “ospitare” di volta in volta vari esponenti
politici con i quali poter instaurare un rapporto paritetico e un dialogo
costruttivo.
Dal punto di vista, invece, della forza relativa di Federfarma Roma
nell’ambito di Federfarma nazionale, c’è da dire che dopo anni di
contrapposizione ininterrotta – che si fa fatica a non attribuire a motivazioni
personali – la nostra associazione locale si trova completamente isolata
ed estromessa da ogni ruolo di responsabilità e processo decisionale a
livello nazionale.
Sette lunghi anni in cui sono state spese risorse (anche economiche) per
portare avanti una guerra fratricida che troppe volte ha valicato i confini di
casa nostra, contravvenendo al famoso consiglio su dove sarebbe opportuno
lavare i panni sporchi.
Tutto questo ha contribuito a indebolire la nostra immagine al di fuori della
nostra categoria, dando evidenza di essere deboli e divisi al nostro interno.
E’ tempo che Roma sia nuovamente rappresentata a livello nazionale,
nel Consiglio di Presidenza di Federfarma e non solo. Questo non vuol dire
appiattirsi su linee politiche o metodi non condivisi, ma al contrario, significa
portare avanti in maniera costruttiva le proprie battaglie internamente al
Sindacato, guadagnando col tempo il consenso per poterle vincere.
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PROGRAMMA
E INFINE… UN’ASSOCIAZIONE
MENO COSTOSA
In questo momento di crisi è necessario eliminare il superfluo
e stringere la cinghia.
Questo deve valere anche per la nostra associazione.
Senza andare a intaccare tutti quei costi fissi che consentono il buon
funzionamento degli uffici e dei servizi, riteniamo sia il momento di una
riduzione generalizzata della quota associativa, che sia progressivamente
più cospicua per le farmacie più piccole e per quelle in difficoltà.
Per ottenere questo sarà necessario:
1) effettuare risparmi su progetti non strategici e non impellenti per
l’associazione;
2) ridurre drasticamente tutte quelle consulenze non propriamente
indispensabili che, a fine anno, gravano non poco sul bilancio;
3) sfruttare maggiormente le competenze già presenti nella struttura
Assiprofar e individuare sinergie con altre realtà di categoria presenti
nel territorio;
4) pensare a metodi alternativi per raccogliere fondi che possano al tempo
stesso diventare eventi partecipativi e di solidarietà tra colleghi.
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LISTA
MAURIZIO BISOZZI
1954
Consigliere dell’Ordine di Roma al quarto mandato
e Membro di Commissione ispettiva,collabora con
numerose riviste di settore.
FILIPPO BUCCELLA
1961
Fondatore e Presidente di Parent Project Onlus,
associazione nata per promuovere e finanziare la ricerca
scientifica sulla Distrofia Muscolare di Duchenne e Becker.
FABIO CAMILLI
1954
Laureato in Farmacia presso l’Universita La Sapienza
di Roma nel 1978. Titolare dell’omonima farmacia,
sede n°125 del Comune di Roma dal 1991.
FABRIZIO CARNOVALE
1963
Nell' Ottobre 1985 laurea in Farmacia presso l’Università
Federico II di Napoli con 106/110. Da agosto 1989 titolare
della Farmacia Carnovale a Roma.
GIOVANNA CIDONIO
1966
Socio Direttore della Farmacia La Torraccia snc, sede
n602 ex Caprifoglio. Gruppo di lavoro “la rete Cofarmit”
2011-2012, oggi Gruppo di lavoro “+bene”.
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LISTA
VITTORIO CONTARINA
1977
Presidente dei Probiviri dell’Agifar Roma e Membro del
C.d.A. della coop. Sinfarma. Da anni organizza eventi
con i colleghi al fine di favorire l’unione della categoria.
EMILIA DE CESARIS
1961
Si pregia di appartenere ad una famiglia di antiche
tradizioni ”speziali” e nel 1994 diventa titolare della
farmacia paterna. Ha fatto parte del gruppo Fenagifar.
LUCA DE MICHELE
1979
Esercita la professione nella Farmacia di famiglia, che
gestisce insieme al padre, a Montecelio di Guidonia,
in provincia di Roma.
ROBERTO DOMINICI
1960
Numerose partecipazioni a progetti per l'’informatica in
farmacia, tra cui gestionale Assifar Servizi, Banca Dati
Federfarma e piattaforme WEBDPC e Webcare Lazio.
ROBERTA ELETTI BIANCHI
1970
Laureata in farmacia nel 1995. Collaboratrice Farmacista
fino al1998, quando diventa Titolare della Farmacia
Eletti Bianchi di Roma.
27
LISTA
SALVATORE INFANTINO
1980
Laureato in Farmacia a Roma nel 2006.
Titolare della Farmacia rurale sussidiata di Gerano.
EUGENIO LEOPARDI
1958
Fondatore del CESFI nel 1987. Fondatore del FENAGIFAR
nel 1989 della quale è stato presidente fino al 1992. Dal
2008 presidente di UTIFAR.
ANDREA MANCINI
1967
Vincitore del concorso per Ufficiali Farmacisti, viene
nominato nel 1993 delegato sindacale per il Consiglio di
Rappresentanza dell'Esercito Italiano COCER.
MASSIMILIANO MATTEAZZI
1973
Titolare della Farmacia Matteazzi snc dal 2007. Referente
della Asl Rm D per Ostia. Componente della commissione
turni e ferie dell’ordine dei farmacisti di Roma dal 2010.
MARIA GRAZIA MEDIATI
1969
Consigliere Nazionale di Federazione Sanità.
Presidente della Cooperativa Sociale Sinfarma Sanità.
Presidente Nazionale Rete CAP Italia.
28
LISTA
PIETRO MINONZIO
1973
Docente per le scuole di omotossicologia della OTI.
Volontario nei Pionieri della CRI (Croce Rossa Italiana).
Revisore dei conti di Assiprofar –Federfarma Roma dal 2006.
OSVALDO MOLTEDO
1960
E' stato Consigliere e Tesoriere dell'Ordine dei Farmacisti
di Roma, presidente FENAGIFAR e AGIFAR Roma.
Attualmente è Tesoriere di Federfarma Roma.
VINCENZO NICOTRA
1973
Ha ricoperto il ruolo di: Guardamarina farmacista presso
le infermerie autonome della Marina Militare, Consigliere
Assiprofar Federfarma Roma e Assifar Servizi.
UMBERTO PAOLUCCI
1973
È stato Consigliere e Segretario Agifar Roma. Consigliere
FENAGIFAR e Coordinatore Corsi ECM in collaborazione
con Comando CC Tutela per la Salute.
CLAUDIA PASSALACQUA
1972
Presidente Agifar Roma dal 2001 al 2004.
Revisore dei conti Fenagifar dal 2003 al 2006.
Direttore della Farmacia Passalcqua S.a.s.
29
LISTA
GAETANO PEDULLÀ
1967
Dal 2010 è titolare della Farmacia delle Valli a Roma.
Dal 2007 è Direttore della Logistica della cooperativa Farla
per la gestione dei due magazzini di Latina e Viterbo.
RENZO POGGI
1947
Consigliere dell’Ordine dei Farmacisti della provincia di
Roma per tre mandati. Direttore Generale dell’Azienda
Farmaceutica Municipalizzata di Pomezia fino al 1985.
ALFREDO PROCACCINI
1962
È stato Consigliere Ordine Farmacisti di Roma per tre
mandati, presidente FENAGIFAR e Consigliere Federfarma
Roma. Attualmente Presidente UNIFARO.
RAFFAELLA RAMUNDO MONTARSOLO
1968
È stata Consigliere, Segretario e Presidente dell’Agifar
Roma, Proboviro della FENAGIFAR per due mandati e
Revisore dei Conti Dell’Ordine dei Farmacisti di Roma.
FELICE RESTAINO
1958
Membro della Consulta di Federfarma Roma fino al 2007.
Commissione Vigilanza Farmacie della ASL RM G.
Vicesindaco del Comune di Guidonia dal 2007 al 2008.
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LISTA
ANDREA RIGANO
1965
Ha fatto parte del Consiglio Assiprofar dal 2000 al 2010.
Componente Commissioni Vigilanza ASL RMA. Ad oggi
Consigliere di Amministrazione della Coop. Sinfarma.
STEFANO SIMEONI
1971
Laureato in Farmacia nel 1996.
Collaboratore e socio presso la “Eredi Simeoni Luigi sas ”
società titolare di due Farmacie nella provincia di Roma.
FABRIZIO SQUARTI
1961
Consigliere Arca Farmaceutica dal 1996 al 2008.
Consigliere Sinfarma dal 2008 ad oggi.
Membro della Commissione Ispettiva Farmacie fino al 2008.
NICOLA STRAMPELLI
1981
Vice-presidente Agifar Roma. Membro del Consiglio
Regionale di FederazioneSanità – Confcooperative.
Revisore dei conti di Assiprofar FederfarmaRoma dal 2011.
WANDA VIGGIANI
1980
Laureata in Farmacia all’Università della Calabria.
Fino al 2009 collaboratrice presso Farmacia con sede a Milano.
Dal 2010 titolare della Farmacia Tor Millina di Roma.
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COME SI VOTA
COME SI VOTA
L'assemblea elettiva per il rinnovo degli organi sociali per il triennio
2015/2017 si svolgerà secondo il seguente calendario:
domenica 12 Aprile 2015
dalle ore 10:00 alle ore 19:00
lunedì 13 Aprile 2015
dalle ore 9:30 alle ore 19:00
martedì 14 Aprile 2015
dalle ore 8:00 alle ore 17:00
Sarà possibile votare per i 20 consiglieri, per i 5 membri della Consulta del
Presidente e per i 5 membri del Collegio Sindacale.
MOLTO IMPORTANTE: Affinchè la scheda sia valida, bisognerà scrivere il
NOME e il COGNOME dei candidati.
I 20 consiglieri più votati siederanno in Consiglio per i prossimi 3 anni e
avranno il compito di eleggere le cariche sociali come il Presidente, il Vice
Presidente urbano e Rurale, il Segretario e il Tesoriere.
E’ evidente quindi che le suddette cariche, e in generale l’intera politica
sindacale, sarà la naturale espressione della lista che riuscirà a far eleggere
almeno 11 consiglieri su 20.
Per questo motivo SARA’ FONDAMENTALE VOTARE TUTTA LA LISTA
PER INTERO, in modo da permettere davvero la svolta di cui la nostra
associazione e la nostra categoria hanno bisogno.
Votare, ad esempio, solo qualche persona della nostra lista, di fatto
equivale a non darci la possibilità di essere in maggioranza e quindi di
dettare una nuova linea sindacale.
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