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MERCOLEDÌ
13 AGOSTO 2014
La Provincia
SPAZIO APERTO
Basta critiche solo politiche
Giudichiamo la giunta sui fatti
Le italiane rapite in Siria
‘eroine’ sprovvedute e dannose
Egregio direttore,
dopo aver letto nei giorni scorsi
diversi commenti in merito alle onde
blu di corso Garibaldi, vorrei
esprimere la personale
commiserazione per gli autori di
alcune lettere critiche nei confronti
di chi ha progettato e autorizzato tale
opera. Nel pieno rispetto dei giudizi
personali, trovo abbastanza
squallido che vengano utilizzati certi
strumenti, oltretutto privi di serie
argomentazioni, per esclusivi scopi
politici. Capisco benissimo che
questi personaggi possano non aver
ancora smaltito la bruciante
sconfitta nelle recenti elezioni
amministrative, però, come in
ristorante, chiedere il conto ancor
prima di essere serviti mi
sembra alquanto
assurdo. E’ pur vero che
in passato il
centrosinistra possa aver
commesso errori quando
era al governo della
nostra città, prendo come
esempio la nota critica
circa l’abbandono di
un’area del centro
dismessa da anni (ex
Supercinema), mi
rivolgo però a lorsignori
per rispondere che negli
unici cinque anni,
appena trascorsi,
Cremona era
amministrata dal
centrodestra, e tale
scempio è ancora oggi lì
da vedere. Pertanto
lasciamoli lavorare in
tranquillità, e fra cinque
anni arriverà anche loro come per i
precedenti amministratori la
pagella stilata dagli elettori.
Carlo Vittori
(Cremona)
Egregio direttore,
sono completamente d’accordo con
Giulio Roveda in merito alle italiane
rapite. Desidero aggiungere del mio.
1) Certe eroine sprovvedute non
sono inutili ma dannose; stanno
creando problemi alla nostra
diplomazia che avrebbe ben altro da
fare. 2) Ammiro tutti coloro che
fanno del bene a chi ne ha più
bisogno ma se farlo in Italia fa
proprio schifo vi sono a disposizione
Sudamerica, buona parte dell’Africa
e tante altre zone. Trovo assurdo (e
non solo assurdo) per due ragazze
inoltrarsi in zone dove taluni, da
anni, sparano su altri ma non
sappiamo bene chi sono gli altri e
nemmeno i taluni.
Indipendentemente da
ogni considerazione,
logica o meno che sia,
non si va alla ricerca di
disgrazie nel Paese tra i
più difficili da giudicare;
gli agguati attendono in
ogni ora della giornata.
Se dovessi pagare per la
liberazione pagherei il
doppio affinché le
trattenessero qualche
giorno in più.
Nonostante tutto spero
che si possa trovare la
strada del ritorno e che
rimangano indenni; sono
pur figlie della nostra
nazione e c’è da sperare
che vengano indotte alla
saggezza. Al solo
pensiero del dolore per
le loro famiglie si viene
indotti alla speranza
d’immediata risoluzione senza
danni.
Geo Monti
(Cremona)
S ono d’accordo con lei.
Perché la Fondazione Sospiro
non può più mantenere il museo
Difendo i diritti degli animali
Arbitrario parlare di idolatria
Egregio direttore,
ringraziandola per aver pubblicato
sabato 9 agosto la mia lettera
riguardante il Mai Museo di Sospiro,
sono gentilmente a chiederle una
precisazione riguardo ad un periodo
non pubblicato (...)
il quale ha dato modo a varie persone
di interpretare in modo non fedele al
mio pensiero ciò che esprimo.
La mia netta contrarietà è intesa che
dalle casse di Fondazione Sospiro
non escano più risorse per
mantenere il museo perché questo
comporterebbe un inevitabile
esborso per le tasche degli ospiti e le
loro famiglie.
Giorgio Rampi
(coordinamento dei famigliari Area
R.S.D. Fondazione Istituto Ospedaliero
di Sospiro Onlus)
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Signor direttore,
mi fa piacere constatare che
qualcuno abbia tentato, con
pretestuosa interpretazione
palesemente personale, di arricchire
di buoni contenuti, non esplicitati né
lontanamente sottintesi, ma
semplicemente assenti, la lettera del
signor R.C. di Casalbuttano che, anzi,
disgustato dagli infiniti diritti di cui
godrebbero gli animali, si permette
di smentire, non menzionandola,
l’esistenza di un quadro normativo e
giurisprudenziale in merito alla
tutela degli stessi.
Mi si consenta di obiettare al signor.
Fenocchio l’affermazione secondo
cui certi animalisti usano nelle loro
argomentazioni interlocutorie un
criterio sofistico, vale a dire da
ragionatori sottili e cavillosi, al solo
fine di ottenere consensi più
sentimentali che razionali. Non mi
pare che il ricorso al sensazionalismo
sia una nostra prerogativa, né che il
sentimento debba in qualsiasi caso e
per forza, essere scisso dalla ragione:
molto più spesso è invece un
equilibrato connubio e non quella
clamorosa mancanza di buon senso,
con cui veniamo qualificati dai soliti
perbenisti depositari, o prigionieri,
delle loro verità assolute e dei loro
incontrovertibili dogmi.
Rammento inoltre al signor
Fenocchio che parlare di idolatria
nei confronti degli animali è non solo
arbitrario, ma anche fuori luogo,
poiché idolatria, conformemente
all’etimologia originaria del
termine, significa adorazione delle
immagini, ideologia, pertanto, da
situare in ben altri ambiti…. ma non
certamente in quello animalista.
Rosangela Barili
(Cremona)
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IL CASO
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La città è meravigliosa
Non tutti voi lo sapete
Gentile direttore,
incuriosito dall’arredo-fiume (e polemiche) l’altra sera ho fatto quattro
passi a Cremona. Non è serata di
movida, parcheggio tranquillamente e m’incammino.
Piazza Stradivari, grande spazio,
perfette geometrie, gente ai tavolini
che parla rilassata.
Piazza della Pace, ragazzi, musica,
lo sguardo si appoggia sulle architetture.
Piazza Marconi, spazio, storia, tradizione artistico-culturale, un’orchestra in concerto, magico.
Piazza Duomo, non ci sono parole.
Sala mercanti un trio in concerto.
Via Mercatello, angolo delizioso,
persone sorseggiano e parlottano, ridono.
Via Mazzini, luci, vetrine.
Giardini pubblici, il verde, genitori,
bambini, nonni.
Corso Campi, salotto commerciale,
occhi curiosi frugano volentieri luminose vetrine.
Corso Garibaldi, colori e bambini
che giocano, altri gustano un buon
un gelato.
Sono nove luoghi, ma potrei continuare… e penso.
La città va vista e vissuta nell’insieme. Il fiume colorato è solo un angolo che si inserisce in un contesto
urbano ricco, diversificato e valorizzato per storia, arte, cultura, commercio.
E’ l’angolo colorato dei bambini,
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Fondazione Zucchi Falcina
Invito Monfrini a un confronto
Egregio direttore,
dopo mesi di assoluto silenzio
rispetto ad una vicenda triste come
IL RACCONTO
eravate?
3) Io personalmente ho scritto un
libro, già inviato al giornale, in data
2014, prima della nascita del M5S
con le idee anche più numerose,
attuabili ed impreziosite di quelle
che stanno oggi nello statuto del
M5S.
4) Mai ho minimizzato la presenza di
un solo consigliere del M5S, ma l’ho
sempre considerata una chiave
apriscatole per rendere pubblici i
dati, finanziari e non, comunali che,
ovviamente, non lo sono mai stati (...)
Roberto Bonezzi
(Cremona)
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Tavecchio pagherà cambiali
ai presidenti suoi elettori
Giochi di bimbi in corso Garibaldi
non solo ci sta ma ci vuole. Trovo l’idea al tempo stesso geniale e ovvia,
com’è ovvio che in ogni grande casa
ci sia il salotto, lo studio, il tinello, il
giardino e, anche nelle case più austere, la stanza colorata dei bambini.
Guai se non fosse.
M’incammino verso la macchina,
Incontro un caro amico cremonese:
ma vi rendete conto di che meravigliosa città avete? Mi guarda con occhi sorpresi. Mi sa di no!
Piero Lombardi
([email protected])
a sua lettera è un atto d’amore
L
verso Cremona ed è un invito a
tutti noi ad aprire gli occhi su ciò
che abbiamo e a imparare a
valorizzarlo con molta più
convinzione di quanta non ne
stiamo mettendo.
Gentilissimo direttore, da uomo di
sport quale io sono mi rivolgo a Lei
per una piccola riflessione della
quale sicuramente ne capirà il senso
e anche i motivi. Si sono svolte le
elezioni del presidente Figc, il
governo del calcio in Italia, dopo il
flop dei mondiali era atteso un
completo rinnovamento, un
rinnovamento radicale, una
governance formata da persone
giovani con idee chiare e innovative
per dare una spinta al nostro calcio
nazionale che si appresta ad un
nuovo impegno europeo. Cosa è
successo? Alla presidenza è stato
eletto un personaggio ( Tavecchio ) il
cui significato sta proprio nel nome,
ma chi ha seguito come me tutta la
vicenda ha potuto notare come
l’elezione di questo personaggio sia
solo un paravento di presidenti che
poi lo maneggeranno come vogliono
loro con Lotito e Galliani in prima
linea. Le cambiali che dovrà pagare
Tavecchio non si conteranno e
appena usciranno ce le
racconteremo. Per finire una piccola
considerazione, come calcio proprio
non vogliamo crescere finché ci
saranno solo interessi commerciali e
personali.
Pier Alfredo Gualdi
(Grontardo)
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quella della Casa di Riposo di
Soresina, apprendo con piacere,
nella lettera a Lei inviata in data
30/07/2014, della necessità dell’ex
sindaco Giuseppe Monfrini di
proclamare la sua assoluta
correttezza e trasparenza.
Convinto come sono che ognuno
debba rispondere del suo operato
nell’arco di tempo nel quale ha svolto
un incarico pubblico, sono certo che
il signor Giuseppe Monfrini
accoglierà sicuramente la mia
richiesta di partecipare ad un
confronto pubblico sul tema.
La comunità soresinese ha il diritto,
infatti, di ricevere le ancora tante
risposte rispetto agli interrogativi
per troppo tempo inevasi
sull’importante realtà
socio-assistenziale patrimonio della
nostra comunità.
Sin d’ora mi ritengo a disposizione
del Monfrini per organizzare un
momento di discussione e confronto
aperto a tutta la cittadinanza ed alle
forze sociali e politiche dal titolo
‘Tutta la verità sulla Fondazione
Zucchi e Falcina’, in modo da
coinvolgere i cda che si sono
susseguiti, le varie forze politiche e
gli amministratori, le organizzazioni
sindacali e i lavoratori, la dirigenza
della struttura e tutta la cittadinanza
interessata.
Una reale occasione quindi di
mettere alla prova la correttezza e
trasparenza di tutti gli attori in gioco.
Fabio Bertusi
(Soresina)
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Il consigliere del M5S utile
contro i ‘segreti’ in Comune
Signor direttore,
vorrei rispondere a chi mi attacca
senza nemmeno metterci la faccia
come il sottoscritto fa ed ha sempre
fatto, ma sottoscrivendosi con le sole
iniziali.
1) Io risposi il giorno 18 luglio, ma
nella pagina c’è e ci deve essere
spazio per tutti ed il signor direttore
può certamente confermare.
2) Noi assenti? Ed a S. Felice voi dove
Soresina da rinnovare: si pensi
ai giovani e ai disoccupati
Gentile direttore
ognuno ha la sua idea, noi non
vogliamo togliergliela. Noi non
vogliamo i truffatori. Gli evasori
fiscali, i tangentisti professionisti
che studiano i trucchi per arricchirsi.
Noi vogliamo premiare chi lavora
bene, che fa il proprio dovere, chi ci
onora.
Signor sindaco io so che lei vuole il
bene di Soresina e la Rinnoverà . Ma
attenzione, ci hanno provato degli
altri prima e non gli è andata molto
bene. Ci vuole forza e coraggio. E noi
anziani le diamo piena fiducia
nell’ambito delle nostre conoscenze.
(...) L’ostacolo più duro è la
burocrazia. Resista, pensi sempre ai
giovani nell’affrontare i problemi ,
loro sono i più fragili , meno arroganti
e e disoccupati. Non li tradisca
Mario Belviolandi
(Soresina)
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Signor direttore,
a volte una oscura nottata può essere piena di bei sogni, mentre una radiosa giornata di sole può trasformarsi in un incubo. È quello che mi é capitato l’altro giorno. Ero sul mio fiume che, essendo abbastanza di schiena, si prestava ad una gita
che solo gli esperti si permettono di fare:
il giro dell’isola antistante Casalmaggiore, ossia entrare a valle sotto i due ponti,
risalire dietro l’isola e sbucare fuori a
monte all’altezza di Sacca Parmigiana.
Una decina di chilometri già fatti diverse
volte, che conoscevo benissimo e che si
fanno in un paio d’ore. Questa volta la
troppa sicurezza mi ha tradito. Dato
l’eccesso di vegetazione, il canale é quasi
IL MIO CARO AMICO PO L’ALTRO GIORNO
STAVA PER TOGLIERMI LA VITA
irriconoscibile, ciò nonostante mi sono
spinto, non senza qualche difficoltà, sino
ad un centinaio di metri dallo sbocco in
alveo, ma la ramaglia, i tronchi semisommersi e la forte corrente me lo hanno
impedito. A nulla é valso buttarmi in acqua diverse volte e cercare di trascinare
con l’acqua alla gola, fra punture di zanzare e tafani, la barca verso l’uscita. Ho
perso le forze e l’unica cosa che ho potuto
fare é stato ributtarmi sulla barca ormai
mezza piena d’acqua e sterpaglie e, or-
mai esausto, lasciarmi andare. La cosa
peggiore che potessi fare. La barca senza
controllo si metteva di traverso, sbatteva
contro i tronchi, imbarcava acqua ed io
in qualche modo dovevo sbloccarla, rimetterla nel filo della corrente e così una
decina di volte. Bisogna dire che in quella
specie di giungla si é praticamente introvabili: non parliamo di motoscafi assolutamente immanovrabili ma uno stesso
elicottero stenterebbe a vedervi. Intanto
il tempo passava. Mia moglie, a cui avevo
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comunicato per sommi capi dov’ero, era
irraggiungibile essendosi bagnato il telefonino e stava calando la sera. Me la son
vista veramente brutta. Solo una disperata volontà di non darmi per vinto mi ha
permesso di tornare da dove ero partito.
Quello che videro attraccare alla zattera
era uno straccio in una barca semisommersa e piena di fango e frasche. Scrivo
queste righe per mettere in guardia
chiunque, e a Cremona saranno tanti
che, conoscendo il Po, pensano di non
aver niente da temere da lui e di poter fare qualsiasi cosa. Il mio più caro amico
stava l’altro giorno per togliermi la vita.
Ernesto Biagi
(Casalmaggiore)