IL MONDO CHE MANGIAMO EDIZIONE ITALIANA L’OPUSCOLO E LA MOSTRA L’opuscolo «Il mondo che mangiamo» traduce i contenuti della mostra «Wir essen die Welt» ideata da HELVETAS Swiss Intercooperation. La mostra, in esposizione nelle maggiori città svizzere negli anni 2014/2015, è in tedesco; questo libretto è stato realizzato per accompagnare i visitatori italofoni. L’opuscolo presenta spunti interessanti per i docenti di scuole medie e medie superiori interessati ad introdurre i temi dell’alimentazione, della globalizzazione e del consumo responsabile ai propri allievi. Le informazioni, domande e riflessioni di seguito riportate possono essere riadattate dai docenti per creare percorsi ed attività didattiche che diano agli studenti la possibilità di riflettere su queste importantissime ed attuali tematiche. La mostra e l’opuscolo si sviluppano attorno ad un viaggio in otto paesi del mondo, ognuno con le sue problematiche e peculiarità. Ogni paese è presentato da un personaggio di riferimento, con il quale gli studenti possono entrare in contatto ed identificarsi grazie alle informazioni contenute nelle pagine seguenti. Ogni personaggio affronta tematiche diverse, ma tra loro collegate, legate all’alimentazione. HELVETAS Swiss Intercooperation è una organizzazione di cooperazione allo sviluppo in Svizzera. Il punto focale dell’attività di Helvetas è il lavoro all’estero. In Africa, Asia, America Latina ed Europa dell’Est l’organizzazione si impegna affinché migliorino le condizioni di vita delle popolazioni svantaggiate. In Svizzera, Helvetas vuole rendere attenta la popolazione alle situazioni di vita e alle richieste delle popolazioni dei paesi in sviluppo. L’attività di sensibilizzazione nelle scuole riveste una particolare importanza. L’ufficio della Svizzera italiana offre ai docenti materiali didattici sui temi dell’alimentazione, dell’acqua e delle relazioni Nord/Sud, e animazioni per le scuole – da quelle elementari alle scuole superiori. Per maggiori informazioni Attività scolastiche di Helvetas: www.helvetas.ch/it/scuola Mostra «Wir essen die Welt»: www.helvetas.ch/it/attivita/il_mondo_che_ mangiamo HELVETAS Swiss Intercooperation Ufficio Svizzera italiana Via San Gottardo 67, 6828 Balerna, Svizzera Tel. +41 91 820 09 00 www.helvetas.ch/it [email protected] Nelle ultime pagine di questo libretto sono presentati alcuni scenari futuri, allo scopo di riflettere sulle conseguenze delle nostre azioni di tutti i giorni, e di fornire dei suggerimenti su comportamenti responsabili dei quali possiamo beneficiare non solo noi stessi ma anche coloro che vivono a molta distanza da noi. s. Verassung Front E 1.2_küche_front_100p.pdf EV V E EV V E EV V E EV V 17.04.2013 Wir e CUCINARE: DOMANDE E RISPOSTE 600 mm 300 mm 600 mm 600 mm 600 mm 517 mm 600 mm 653 mm 0 mm 253 mm ont_100p.pdf 18 19 13 12 8 14 DiE 22 144 mm 21 WElt 1 17 9 5 24 904 mm EssEn 23 596 mm Wir 388 mm 4 3 25 360 mm 576 mm 7 6 2 10 11 15 16 500 mm 20 1 L’ACQUA: NE USIAMO TROPPA? In Svizzera ogni persona consuma al giorno 160 litri d’acqua per lavare, cucinare, fare la doccia e usare i servizi igienici. Per la produzione degli alimenti (soprattutto nell’irrigazione) vengono inoltre utilizzati 4 000 litri di «acqua virtuale». mente severe e così molti prodotti finiscono inutilmente nella spazzatura. CONSIGLIO: Usate naso e occhi invece di fare attenzione soltanto alla data! 4 DA DOVE PROVENGONO I BASTONCINI DI PESCE? 2 UN TERZO DEGLI ALIMENTI VA SPRECATO Un terzo dei prodotti alimentari finisce nella spazzatura. Questo dato equivale a 290 chili a persona all’anno. Il 20% nell’agricoltura: frutta e verdura considerate troppo grandi, troppo piccole o «deformi». Il pesce preferito per i bastoncini è il merluzzo del Nord Atlantico e del Nord Pacifico. Oggi, a causa della pesca eccessiva, la maggior parte dei banchi di merluzzi è fortemente minacciata. CONSIGLIO: Comprate pesce proveniente dalla Svizzera e controllate che sui pesci di mare sia riportato il marchio MSC. Il 30% nella fase di trasformazione e nel commercio: avanzi, sottoprodotti; avaria durante il trasporto, data di vendita scaduta. 5 CHI DEDICA PIÙ TEMPO ALLA CUCINA? La donna (e a volte anche l’uomo) passa diverse ore al giorno ai fornelli. Il 50% a casa dai consumatori o nel settore della ristorazione: avanzi, data di scadenza passata. Svizzera: 1 ora Honduras: 5 ore India: 4 ore 3 PIÙ A LUNGO DI QUANTO PENSIATE! Di solito i prodotti alimentari possono essere consumati anche (molto) dopo la data di scadenza. In Svizzera le prescrizioni sono particolar- Etiopia: 5 ore Nei Paesi in via di sviluppo viene calcolato anche il tempo impiegato per procurarsi l’acqua o la legna da ardere. 6 CUCINARE GIOCANDO – GIOCARE A CUCINARE > GIOCARE È PERMESSO! 7 GUSTOSO E VELOCE? PREGO! Invece di buttare via gli avanzi del giorno, create in un batter d’occhio un piatto appetitoso da portare in tavola il giorno successivo! CONSIGLIO: gratin coi fiocchi preparato con gli avanzi della settimana Patate: avanzate dalla raclette di sabato Broccoli: avanzati dal pranzo di domenica Formaggio da grattugiare e panna: non possono mai mancare in frigo Speck a dadini: devono essere consumati perché domani scadono E inoltre: un’insalata fresca che deve essere ancora comprata. 8 IN COSA LA SVIZZERA È LA NUMERO UNO? Nei sussidi all’agricoltura! I pagamenti statali coprono oltre la metà dei redditi agricoli. In Svizzera ve ne sono oltre 40 tipi differenti. È da notare l’elevata quota di sussidi «verdi» rispetto ad altri Paesi. I contadini svizzeri ricevono per esempio sovvenzioni per la produzione ecologica, l’allevamento adatto alla specie o la salvaguardia del paesaggio.* 9 ATTENZIONE… ... alle conseguenze che i piatti pronti e i prodotti a basso costo hanno sulla salute e sull’ambiente: additivi (E 100-1521), scarti degli imballaggi. CONSIGLIO: utilizzate ingredienti freschi, cucinare diventerà un’esperienza unica! 10 CHI LAVA I PATTI? Quantità d’acqua consumata nel lavare i piatti (risultato del test effettuato su un pasto abbondante in un nucleo familiare di più persone): A mano: Ø 88 litri, 25-30 litri, se si fa attenzione al consumo In lavastoviglie (vecchio modello): Ø 25 litri (nuovo modello): Ø 7–14 litri CONSIGLIO: fate partire la lavastoviglie soltanto quando è piena. 11 PERCHÉ LE PATATINE SANNO DI ORANGO? In Asia grandi superfici di foreste vergini vengono disboscate per creare piantagioni di olio di palma. Tutto ciò che vi vive, oranghi compresi, perde lo spazio vitale e rischia di estinguersi. CONSIGLIO: acquistate prodotti biologici che contengono olio di palma di produzione sostenibile. Questi prodotti contengono olio di palma: 12 DA DOVE PROVIENE IL CIBO CHE MANGIAMO? Dalle aziende agricole in Svizzera: verdura, frutta, latte, carne, patate. Dalle aziende agricole nei Paesi in via di sviluppo: riso, frutta esotica, piante d’olio, cacao, caffè, tè, zucchero. A seconda dei costi di produzione, i contadini ottengono spesso solo un modesto guadagno dai loro prodotti. Mentre in Svizzera ricevono in aggiunta i contributi statali (sussidi), nei Paesi in via di sviluppo i proventi sono per molti appena sufficienti per vivere. 13 CHI TRAE VANTAGGIO DA QUESTA SITUAZIONE? Molte materie prime per la produzione di alimenti provengono dai Paesi in via di sviluppo. I contadini certamente non ne traggono vantaggio. I grandi affari si fanno con la lavorazione, il commercio e la vendita dei prodotti alimentari. Poche imprese europee e americane controllano il mercato globale; possiedono terra, riserve d’acqua e fabbriche e investono molto denaro nella pubblicità. Fortunatamente la pressione dei consumatori ha fatto in modo che anche i più potenti muovessero i primi passi nel commercio equo. 14 IL PANE QUOTIDIANO Quello che per noi è ovvio possedere, manca a oltre 800 milioni di persone nel mondo che ogni sera vanno a letto affamate. Dopo alcuni successi nella lotta alla fame degli ultimi decenni, dalla crisi alimentare e finanziaria del 2008 sempre più persone soffrono la fame. 15 COLORATO E DELIZIOSO! Frutta e verdura sono salutari e quelle di stagione piacciono ancora di più. Fuori stagione devono essere trasportate da lontano e questo grava sull’ambiente. Le stagioni della frutta e verdura: fragole: maggio – agosto uva: settembre – ottobre 20 SALVADANAIO La parte del reddito che una famiglia media spende per i prodotti alimentari: Svizzera: 15%, Paesi in via di sviluppo: 70% 21 PETROLIO E ACQUA: QUAL È IL NESSO? Il processo di imbottigliamento, trasporto e raffreddamento di acqua minerale comporta un determinato consumo di energia (convertita nell’equivalente in petrolio). Confronto con l’ecobilancio 1 litro di acqua minerale importata: 2,5 decilitri di petrolio 1 litro di acqua minerale svizzera: 1,1 decilitri di petrolio 1 litro di acqua del rubinetto: 0,003 decilitri di petrolio. pomodori: giugno – ottobre fagioli: luglio – settembre. 22 PAGAMENTI DIRETTI IN MILIARDI DI FRANCHI 16 FACCIAMO UN PO’ DI PIÙ? Il signor Schweizer e sua moglie consumano ogni giorno (a scelta): 290 g di latte e formaggio / 221 g di verdure / 185 g di frutta / 141 g di pane e prodotti cereali / 95 g di carne / 13 g di pesce / 25 g di caffè / 10 cl di birra e vino. Sono i pagamenti che nel 2011 sono stati trasmessi direttamente alle aziende. 17 HELVETAS Helvetas è una delle organizzazioni di cooperazione allo sviluppo con maggiore esperienza e più grandi della Svizzera. Opera in Africa, Asia, Sudamerica ed Europa orientale con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita delle persone in difficoltà nelle regioni rurali. Al centro dei progetti vi sono diversi temi: l’acqua, l’agricoltura (in particolare l’alimentazione, la bioagricoltura e il commercio equo), l’ambiente e il clima, l’educazione, la democrazia e la pace. In Svizzera Helvetas mira a sensibilizzare l’opinione pubblica alle esigenze degli abitanti dei Paesi in via di sviluppo attraverso esposizioni, manifestazioni e offerte educative e formative. 18 MANGIATE L’ALTRA METÀ! Ogni maiale macellato in Svizzera viene mangiato solo per metà. L’altra metà finisce nella spazzatura. Oltre alle ossa e al grasso anche le interiora, che una volta erano consumate con piacere, oggi non vengono quasi più richieste. 19 TROPPO O NIENTE? • In Svizzera il 37% della popolazione è in sovrappeso (donne: 28%, uomini: 46%). • Il 3,5% della popolazione è sottopeso (donne: 6%, uomini: 1%) I libri sui consigli per la dieta sono tra i testi divulgativi più venduti. 23 IN COSA LA SVIZZERA È LA NUMERO UNO? (Fonte: Amministrazione federale delle finanze) Pagamenti diretti ecologici; pagamenti diretti generali, dal 1999 connessi alla certificazione di prestazioni ecologiche; sussidi ai prodotti animali; sussidi ai prodotti vegetali. Per le didascalie delle immagini di frutta e verdura e per i testi dell’esposizione «Geschichte der Ernährung» (storia dell’alimentazione) non è disponibile alcuna traduzione in italiano. Neanche per le tre parti «Ländervergleich» (confronto tra Paesi), «Teller» (piatti) e «Weltkarten/Produkte» (mappamondo/prodotti) 3.1 DOGANA: DISTRIBUTORE DI PASSAPORTI ZoLL Titel Eingang Format DrucKFLäche Version s. Vermassung s. Ansicht masse E text EV V E EV V BiLD E Datei EV V E Helvetas ausstellung Wir essen die Welt Datum EV V 11.03.2013 3000 mm Datei 3.1_zoll_pass3_1100x312_400p.pdf 312 mm Datei 3.1_zoll_sujet_95x211_400p.pdf DOGANA: LETTORE DEL CODICE A BARRE (ACCOGLIENZA DEI FUNZIONARI): 0 25 m m Hier beginnt eine Reise, die Ihnen Einblick gibt Hier beginnt eine Reise, in die Hintergründe der gibt die Ihnen Einblick Nahrungsmittelproduktion in die Hintergründe der und in die Welt des Essens. Nahrungsmittelproduktion und in die Welt des Essens. Beziehen Sie Ihren Reisepass, bevor Beziehen Sie Ihren Reisepass, bevor Sie sich zum Zolldurchgang begeben. Sie sich zum Zolldurchgang begeben. Die Ausgabe erfolgt nach dem Zufallsprinzip. Die Ausgabe erfolgt nach dem Zufallsprinzip. Siebesondere «Ihrem Land» besondere Schenken Sie Schenken «Ihrem Land» Aufmerksamkeit. Alle acht Destinationen Aufmerksamkeit. Alle acht Destinationen aber Wert. einen Besuch wert. sind aber einensind Besuch Passaporto del Brasile: Passautomat PassBüro Bom dia – Buongiorno! Arriva dal Brasile! Un Paese gigantesco. Mandrie di bovini, soia, fin dove può giungere lo sguardo. E la foresta vergine. O quello che ancora ne resta. Con il passaporto le si apre un mondo: Africa, Asia, America. E ogni Paese ha qualcosa da offrire. Bene, è arrivato il momento di augurarle buon viaggio – Bon viajem! 2 Halten Sie den geschlossenen Pass mit dem Strichcode nach vorne gerichtet in den Barcodeleser. Datei 3.1_zoll_pass1_1100x1798_400p.pdf Holen Sie sich überall den Visumsstempel. Datei 2110 mm 3.1_zoll_pass2_298x498_400p.pdf 3 Wir EssEn EinE ausstEllung von HElvEtas DiE HINWEIs Bitte führen Sie an allen Barcodeleser-Stationen in der Ausstellung den Pass geschlossen mit dem Strichcode nach vorne ein. WElt ÜbEr gEnuss, gEscHäft unD globalisiErung 1798 mm 1 Passaporto del Perù: Perù! Buenos dias – Buongiorno! Ci sono stato una volta. Macchu Picchu, il lago Titicaca, le montagne. Le patate crescono ad alta quota, lì dove da noi ci sono i ghiacciai – Buen viaje! Passaporto dell’Honduras: 950 mm 950 mm 1 IL MONDO CHE MANGIAMO. Un’esposizione di Helvetas sul piacere del mangiare, sugli affari e sulla globalizzazione. 2 Qui comincia il viaggio che vi porterà nei retroscena della produzione alimentare e alla scoperta del mondo del cibo. Prima di varcare la dogana, riceverete un passaporto. La distribuzione dei passaporti non segue un ordine prestabilito. Fate particolare attenzione a quello che compare sotto la voce «Paese». Vale la pena visitare tutti gli otto Paesi di destinazione. Ricordatevi di apporre sempre il timbro sul visto. 3 Tenete il passaporto chiuso con il codice a barre rivolto verso il lettore. 1100 mm Honduras – questa è l’America Latina! Buenos dias – Buongiorno! Poco tempo fa ho mangiato il cioccolato dell’Honduras. E sa perché? Perché vi cresce il cacao migliore del mondo! – Buen viaje! Passaporto degli USA: Arriva dagli USA! Hi! È il Paese dei re del commercio mondiale. Comprano e vendono grano, zucchero, riso, a migliaia di tonnellate! E non sanno neanche come sia fatto un chicco di cereali! Il passaporto prego..– Have a nice trip! Passaporto del Burkina Faso: Burkina Faso – è in Africa Occidentale? Bonjour! Mi ricordo di un documentario, dei mercati di paese in cui si vendevano arachidi e verdura di ogni genere. Esistono ancora o sono ormai tutti scomparsi? Il passaporto..– Bon voyage! Passaporto dell’Etiopia: AL MOMENTO DELL’ACCOGLIENZA AL PRIMO PIANO RICEVERETE IL PASSAPORTO NELLA VOSTRA LINGUA. Viene dall’Etiopia? Ten ... Un attimo, prego ... Tenaystillin! [tenaistijin] – Buongiorno. La vita qui non è affatto facile. Lunghi periodi di siccità. L’acqua scarseggia. La gente però non si arrende. Il passaporto prego – Melkam guzo! Passaporto dell’India: Namaste – Buongiorno! Arriva dall’India – un Paese immenso: dall’Oceano all’Himalaya. E nonostante questo non tutti possiedono terra a sufficienza per coltivare il riso. Il passaporto... – shubh yatra! Passaporto del Bangladesh: È del Bangladesh. Assala mu alaikum! – Buongiorno. I fiumi qui devono essere davvero meravigliosi, soprattutto quelli che sfociano nel mare. E poi le foreste di mangrovie lungo il litorale. Khoda hafez! 120 mm 960 mm ZOLL AUF WIEDERSEHEN CARTELLI PUBBLICITARI Datei 11_beschriftung_blenden_400p.pdf 2835 mm Datei 3.2_zoll_goodbye_945x1000_400p.pdf honduras Peru Brasilien Burkina Faso Äthiopien indien Bangladesch das land . der unBegrenzten . möglichKeiten . malerische . strÄnde.. die inKas . und andere . hochKulturen . amazonas, . zucKerhut und . KarneVal . destination Für . Film und Kultur . im herzen . WestaFriKas . das BiBlische land . der Königin saaBa . FarBige VielFalt . der Kulturen . und religionen . Wilde . FlusslandschaFten . 1000 mm usa Wir Wünschen eine gute reise 945 mm 945 mm 945 mm USA – Il Paese dalle possibilità illimitate PERÙ – Incas e altre civiltà evolute BRASILE – Rio delle Amazzoni, Pan di zucchero e Carnevale HONDURAS – Spiagge uniche e pittoresche BURKINA FASO – Meta per eccellenza di cinema e cultura nel cuore dell’Africa Occidentale ETIOPIA – Il Paese sacro della regina di Saba INDIA – Vivace molteplicità di culture e religioni BANGLADESH – Paesaggi fluviali incontaminati PAESI Datei Datei 5.2_back_honduras_1220x2110_400p.pdf 5.2_rechts_1110x2110_400p.pdf Bessere Preise für den Kakao – Schulgeld für die Kinder. » Leonor Gomez (42 Jahre) Kakaobäuerin Nationalität Liebstes/wichtigstes Objekt Honduras Meine Kakao-Pflanzungen Familie Liebste Freizeitbeschäftigung Sprache Verwandte besuchen, mit den Kindern spielen Spanisch Witwe, 4 Kinder Grösster Wunsch Religion Olancho (150 km entfernt) Dass meine Kinder die Mittelschule besuchen und sie meine Liebe zum Kakao ansteckt Wichtigste Bezugsperson Typisches Essen Katholisch Weiteste Reise Meine Freundin, die jung starb Idol, Vorbild Die Leiterin der Kakao-Kooperative 1 6 Wo Macht schoKolade GlücKlich? Datei « 5.2_ausziehtafeln_565x545_100p.pdf Datei 5.2_links_1110x2110_400p.pdf Mais-Tortillas, braune Bohnen, Kochbananen, Schafkäse, Chili Typisches Getränk Wasser, Cola, Bier Vom Glück der Schokolade und des Fairen Handels Kakao stammt aus Mittelamerika. Gefässfunde in Honduras belegen, dass die Pflanze schon vor 3000 Jahren genutzt wurde. Die Bohnen galten bei den Anständiges einkommen dAnk fAirem HAndel Azteken in Mexiko als heilig und wurden als Gewürzgetränk, Opfergabe für Götter und sogar als Zahlungsmittel genutzt. Die spanischen Kolonialherren brachten den Kakao nach Europa. 2 3 4 5 Schokolade ist nicht nur süss, sie macht die Konsumenten auch glücklich. Das Glücksgefühl beginnt im Kopf. Das Theobromin im Kakao regt das Gehirn 9 Die Arbeitsteilung ist die gleiche wie schon seit hundert Jahren: Der Süden liefert die Rohstoffe, der Norden verarbeitet sie zu Industrieprodukten. Hier fallen die grossen Gewinne an – bei der Verarbeitung, beim Zwischenhandel und beim Verkauf. Ganz unten im globalen Geschäft stehen die Kleinbauern und Arbeiterinnen in den Entwicklungsländern. Sie erhalten den kleinsten Anteil an der Wertschöpfung. Obwohl sie hart arbeiten und grosse Risiken tragen: Ungeziefer, Krankheiten und Wetterereignisse können Kleinbauern in den Ruin treiben. Ein Preiszerfall am Weltmarkt kann bedeuten, dass der Anbau mehr kostet, als er einbringt. Auch Arbeit auf den Plantagen ist meistens schlecht bezahlt und reicht nicht aus, um die Familie über die Runden zu bringen. 8 an, das Glückshormon Serotonin zu produzieren. Vermutlich ein Grund dafür, dass immer mehr Menschen Schokolade konsumieren. Dies schlägt sich auch auf den Preis nieder. Kakao wird – mit Schwankungen – immer teurer. Bauernberater haben lange Zeit betont, im heissen und feuchten Klima von Honduras brauche es Pestizide, um gute Erträge zu erzielen. Doch diese sind teuer. Deshalb unterstützt Helvetas die Bauernfamilien, Kakao im biologischen Anbau zu produzieren. Neben dem Kakao werden auch Mais, Bohnen und Bananen für den Eigengebrauch angepflanzt, die auch als Bodendecker und Schattenspender dienen. Kakao wird in Honduras mehrheitlich auf kleinen und kleinsten Betrieben 150 angebaut. Bisher waren die Kleinbäuerinnen und Kleinbauern dem Preisdiktat der «Coyotes», der Zwischenhändler, schutzlos ausgeliefert. Jetzt sind sie in 150 Holen Sie SicH Hier Den ViSumSStempel die Infrastruktur zu investieren. Zum Beispiel in Fermentierungsanlagen für eine fachgerechte Trocknung und Gärung. So können sie einen hochwertigen Biokakao produzieren. Schokoladekonsum Schweiz: 12 Kilogramm pro Kopf und Jahr Schweiz: Schokoladekonsum 12 Kilogramm pro Kopf und Jahr HonDurAS Die Bauernfamilien in den Helvetasprojekten können ihren Kakao im Fairen Handel direkt an die Schweizer Chocolats Halba (Coop) verkaufen. Sie erhalten einen höheren Preis, Qualitätsberatung und die sogenannte Fairtrade-Prämie. Diese wird zum Beispiel für Schuleinrichtungen verwendet. In 20 bis 30 Jahren wird sich das Einkommen der Bauernfamilien nochmals erhöhen. Dann können sie nämlich die ersten Edelhölzer ernten, die sie Der Welthandel erfolgt hauptsächlich zwischen Europa, Nordamerika und Schwellenländern wie Brasilien, Indien und China. Die 50 ärmsten Länder haben nur einen Anteil von 0.5%. zwischen den Kakao gepflanzt haben. 7 Max havelaar: Garantiert fairtrade In der Schweiz erteilt Max Havelaar seit 1992 das Gütesiegel für Güter, die nach Fairtrade-Standards produziert und gehandelt werden. Und die Stiftung überprüft regelmässig die Einhaltung dieser Standards. Helvetas ist Mitbegründerin und -trägerin von Max Havelaar und mit dem eigenen FairShop Pionierin des Fairen Handels in der Schweiz. Hierzulande führen heute über 3000 Fachgeschäfte, Supermärkte und Online-Shops Fairtrade-Produkte in ihrem Sortiment. Obwohl die Schweiz weltweit zu den Spitzenreitern gehört, ist der Umsatz für fair gehandelte Produkte noch bescheiden und liegt bei jährlich rund 50 Franken pro Kopf. Anteil Fairtrade knapp 2% produktionsgemeinschaften organisiert. Das stärkt ihre Stellung auf dem Markt. Ausserdem lohnt es sich für diese Gemeinschaften, mehr Geld in Das Projekt für biologischen und fair gehandelten Kakao aus Honduras wird auch vom Staatssekretariat für Wirtschaft SECO unterstützt. Datei 270 mm 136 136 270 mm 270 mm 5.2_inszen_honduras_270x270_100p.pdf DOVE HA EFFETTI BENEFICI IL CIOCCOLATO? 264 mm 1 Das in der Schokolade enthaltene Theobromin (die Speise der Götter) aktiviert das Gehirn, das Glückshormon Serotonin auszuschütten. Im biologischen Anbau In Produktionsgemeinschaften Im Fairen Handel Biologische Kakopflanzer kommen ohne Kunstdünger und ohne Pestizide aus. Sie müssen weniger investieren, und sie leben gesünder. Wenn Kleinbauern sich zusammenschliessen, können sie besseren Kakao produzieren und den Zwischenhändlern die Stirn bieten. Die Kleinbauern erhalten für ihre Produkte höhere Preise, und mit den Fairtrade-Prämien werden Schulhäuser oder Krankenstationen finanziert. 7 264 mm 270 mm Kopf 2 Nella mente La teobromina contenuta nel cioccolato («il cibo degli dei») stimola il cervello a distribuire la serotonina, l’ormone della felicità. 3 Nella coltivazione biologica I coltivatori di cacao biologico riescono a lavorare senza concimi artificiali e pesticidi. Investono meno e vivono in modo più sano. 4 Nelle comunità di produzione Se i piccoli agricoltori si riuniscono, possono produrre cacao di migliore qualità e tenere testa agli intermediari. 5 Nel commercio equo I piccoli agricoltori ricevono prezzi più elevati per i loro prodotti e con i premi del commercio equo vengono finanziati scuole e ospedali. 6 272 mm LEONOR GOMEZ (42 anni) Coltivatrice di cacao «Prezzi migliori per il cacao – riserve finanziarie per pagare la scuola dei bambini». Paese: Honduras Famiglia: vedova con quattro figli Lingua: spagnolo Religione: cattolica Il viaggio più lontano: a Olancho (distante 150 km) La figura di riferimento più importante: la mia amica morta giovane Idolo: la responsabile della cooperativa La cosa più prezioso: le mie piantagioni di cacao Il passatempo preferito: fare visita ai parenti, giocare con i miei figli Il desiderio più grande: che i miei figli possano frequentare la scuola media ed ereditare il mio amore per il cacao Piatto preferito: tortillas di mais, fagioli marroni, banane da cuocere, pecorino, chili Bevanda preferita: acqua, coca-cola, birra 270 mm Kaffee war das erste zertifizierte Fairtrade-Produkt und ist heute in der Schweiz in über 100 Sorten erhältlich. 272 mm Datei 5.2_klappe_honduras_264x264_100p.pdf 112 40 112 AUDIO RACCONTI «Non puoi smettere di coltivare il cacao! Mai!» mi ha detto mio marito quando era sul punto di morire. Diceva che sarebbero arrivati tempi migliori e io gli ho promesso che sarei rimasta fedele al cacao. Dimenticavo: mi chiamo Leonora Gomez e sono coltivatrice di cacao. Dopo la morte di mio marito sono andata avanti da sola. Ho imparato sbagliando, devo ammettere oggi. I raccolti erano magri, poiché a quel tempo ne sapevamo molto poco su quello di cui ha bisogno una pianta di cacao o di come si combattono la muffa e altri parassiti, proprio tutto quello che è necessario per un buon raccolto. E poi c’erano ancora i «Coyotes». Chiamiamo così gli intermediari che abbassano i prezzi fino all’inverosimile. Canaglie! A quel tempo non ci era rimasto quasi più niente. C’era davvero da disperarsi! Fino a quando arrivò Cristóbal. O Christoph, come dite voi. Cristóbal era stato mandato dalla Svizzera da una fabbrica di cioccolato. Ci proponeva prezzi corretti, ma chiedeva un livello di qualità elevato. Poco dopo sono arrivati i consulenti agricoli di Helvetas. Ci hanno insegnato come possiamo coltivare biologicamente il nostro cacao. Biologicamente e con profitti migliori. Ci hanno mostrato anche come proteggere dal sole cocente le piante di cacao accostandole ad alberi di legno pregiato. Oggi siamo in grado di produrre cacao di eccellente qualità e di avere in compenso un buon prezzo. Siamo davvero contenti. Prezzi migliori significano soldi a sufficienza per la scuola dei bambini, medicinali, olio, zucchero, sapone. «Cacao – nuestra pasión!» («Cacao – la nostra passione!»), diciamo oggi con gioia. A proposito, lo slogan pubblicitario l’ho inventato io. Pensate un po’, una semplice coltivatrice di cacao che inventa uno slogan pubblicitario! 204 Datei 272 mm 20 40 270 mm Die «Bananenfrauen» haben in den 1970er Jahren den Fairen Handel initiiert, heute sind über 50% der Bananen in der Schweiz zertifiziert. www.maxhavelaar.ch, www.fairshop.helvetas.ch 1265 mm 1000 mm 272 mm Stabile abnahmepreise und eigene Projekte Der Faire Handel garantiert demgegenüber existenzsichernde Löhne und faire Preise für die Menschen, die unseren Morgenkaffee, die Zutaten für den Riz Casimir oder die Baumwolle für unsere Kleider produzieren. Langfristige, stabile und partnerschaftliche Handelsbeziehungen verschaffen den Produzenten im Süden einen fairen Zugang zum Weltmarkt und garantieren ihnen stabile Abnahmepreise. Zu Fairtrade gehört auch die mögliche Vorfinanzierung der Ernte sowie eine Fairtrade-Prämie. Damit werden zum Beispiel eigene Entwicklungsprojekte geplant und umgesetzt, was die Eigenverantwortung der Bauern und Arbeiterinnen stärkt. Der Bau eines Schulhauses oder einer Wasserversorgung kommt nicht nur den Einzelnen, sondern der ganzen Gemeinschaft zu Gute. Viele nutzen die Fairtrade-Prämie, um ihre Produktion auf Bio umzustellen. Wer Fairtrade-Produkte einkauft, fördert also auch eine soziale und umweltverträgliche Produktion. 5.2_links_headphones_400p.pdf 270 mm 7 I BENEFICI DEL CIOCCOLATO E DEL COMMERCIO EQUO 8 Il cacao proviene dall’America centrale. I ritrovamenti di vasi in Honduras dimostrano che la pianta del cacao veniva utilizzata già 3 000 anni fa. I chicchi avevano un valore sacro per gli Aztechi in Messico e venivano usati come bevanda speziata, come offerta agli dei e addirittura come mezzi di pagamento. Furono i padroni coloniali spagnoli a portare il cacao in Europa. Il cioccolato non è solo dolce, ma rende anche felice chi lo mangia. La sensazione di felicità comincia nella testa. La teobromina contenuta nel cacao stimola il cervello a produrre la serotonina, l’ormone della felicità. Probabilmente è uno dei motivi per cui sempre più persone consumano cioccolato. Questo si riflette anche sul prezzo: il cioccolato diventa, nonostante le oscillazioni, sempre più caro. Per molto tempo i consulenti agricoli hanno sottolineato che in Honduras, visto il clima caldo e umido, è necessario utilizzare pesticidi per ottenere buoni profitti. Ma i pesticidi sono molto costosi. Per questo Helvetas sostiene le famiglie di agricoltori nel produrre cacao con coltivazione biologica. Oltre al cacao vengono coltivati anche mais, fagioli e banane per consumo proprio, ma anche per riparare il terreno e creare zone d’ombra. In Honduras il cacao viene coltivato soprattutto nelle aziende piccole o piccolissime. Finora i piccoli agricoltori subivano l’imposizione dei prezzi degli intermediari, i «Coyotes», senza potersi difendere. Ora invece sono organizzati in comunità di produzione e questo rafforza la loro posizione sul mercato. A queste comunità conviene investire più denaro nelle infrastrutture, come per esempio negli impianti di fermentazione per ottenere un’asciugatura e una fermentazione corrette. In questo modo i piccoli agricoltori possono produrre un cacao biologico di eccellente qualità. Le famiglie di agricoltori coinvolte nei progetti di Helvetas possono immettere in commercio equo il proprio cacao vendendolo direttamente alla Chocolats Halba svizzera (Coop). Ricevono un prezzo più elevato, una consulenza sulla qualità e il cosiddetto premio del commercio equo. Quest’ultimo viene destinato per esempio alle strutture scolastiche. Tra 20-30 anni il reddito delle famiglie di agricoltori tornerà a crescere perché potranno tagliare i primi alberi pregiati che hanno piantato con il cacao. Il progetto per il cacao biologico proveniente dall’Honduras e venduto secondo principi di equità viene finanziato anche dalla Segreteria di Stato dell’economia SECO. REDDITO DIGNITOSO GRAZIE AL COMMERCIO EQUO 9 La suddivisione del lavoro è la stessa di cento anni fa: il sud fornisce le materie prime, il nord le trasforma in prodotti industriali. Il grande guadagno arriva dalla trasformazione, dal commercio intermedio e dalla vendita. Alla base del commercio mondiale ci sono i piccoli agricoltori e le lavoratrici dei Paesi in via di sviluppo, che pur lavorando duramente e assumendosi grandi rischi ricevono la minor parte del plusvalore: parassiti, malattie e condizioni climatiche difficili possono infatti mandare in rovina un piccolo agricoltore. Un crollo dei prezzi sul mercato mondiale può significare che la coltivazione costa più di quanto rende. In genere anche il lavoro presso le piantagioni è mal pagato e non è sufficiente per sostenere una famiglia. PREZZI DI VENDITA COSTANTI E PROGETTI PROPRI Invece il commercio equo garantisce stipendi che permettono di vivere e prezzi onesti per le persone che producono il caffè che beviamo il mattino, gli ingredienti per preparare il riso casimiro oppure il cotone dei nostri vestiti. I rapporti commerciali a lungo termine, costanti e di partecipazione procurano ai produttori un accesso equo al mercato mondiale e garantiscono loro prezzi stabili. Il commercio equo comprende anche la possibilità di un finanziamento anticipato del raccolto, nonché di un premio del commercio equo. In questo modo è per esempio possibile pianificare e realizzare progetti di sviluppo propri, il che rafforza la responsabilità individuale di agricoltori e lavoratrici. Costruire una scuola oppure un impianto idrico non va solo a beneficio dei singoli, bensì dell’intera comunità. Molte persone usano il premio del commercio equo per passare alla produzione biologica. Chi acquista prodotti del commercio equo promuove anche la produzione sociale ed ecosostenibile. MAX HAVELAAR GARANTISCE IL COMMERCIO EQUO In Svizzera Max Havelaar assegna dal 1992 il marchio di qualità per i beni che vengono prodotti e trattati secondo gli standard del commercio equo. L’associazione verifica anche regolarmente che si mantenga questo standard. Helvetas è cofondatrice e responsabile di Max Havelaar ed è pioniera con il proprio FairShop del commercio equo in Svizzera. Oggi nel nostro Paese più di 3 000 rivenditori specializzati, supermercati e shop online hanno prodotti fairtrade nel proprio assortimento. Anche se a livello mondiale la Svizzera si situa ai primi posti, il fatturato ottenuto dalla vendita di questi prodotti è ancora modesto ed arriva a circa 50 franchi all’anno per persona. Datei Datei 5.2_back_peru_1220x2110_400p.pdf 5.2_rechts_1110x2110_400p.pdf Zwei oder drei Monate Regen ist zu wenig für ein ganzes Jahr. » Phuyu Colque (63 Jahre) Bäuerin im Hochland Nationalität Liebstes/wichtigstes Objekt Peruanerin Die Schöpfung als Ganzes Familie Liebste Freizeitbeschäftigung Mein Mann, unser Sohn mit seiner Familie Grösster Wunsch Plaudern, spinnen Religion Wieder genug Kraft zu haben, um das Feld zu bestellen Katholisch Typisches Essen Weiteste Reise Mein Sohn Kartoffeln, Quinoa, getrocketes Alpaca Fleisch, Gemüse, gerösteter Mais, Eier, Kochbananen. Idol, Vorbild Typisches Getränk Meine Grossmutter selig Tee, Wasser, Maisbier Sprache Quechua Cusco Wichtigste Bezugsperson 1 6 Welche Knolle für Welches KliMa? Datei « 5.2_ausziehtafeln_565x545_100p.pdf Datei 5.2_links_1110x2110_400p.pdf Kartoffelbauern spüren den Klimawandel Die Kartoffel gedeiht in fast allen Klimastufen der Welt. Sie kann ohne Maschinen gesetzt werden, liefert gute Erträge, und sie enthält Nährstoffe wie VieLfaLt Sichert unsere ernäHrung Eiweiss und Vitamin C. Ursprünglich stammt die Kartoffel aus Lateinamerika. Peru ist das Kartoffelland schlechthin, dort deckt sie 60 Prozent des Nah- 270 mm 7 rungsbedarfs. 2 3 4 5 Die Bauernfamilien in den Anden pflanzen traditionellerweise mehrere Sorten gleichzeitig auf verschiedenen Parzellen an. Je nach Wetter gedeiht die 9 In seiner gesamten Kulturgeschichte hat der Mensch Nutzpflanzen ausgewählt und gezüchtet, um eine optimale Anpassung an die Umweltbedingungen und damit höhere Erträge zu erzielen. Diese Entwicklung war nur dank der grossen genetischen Vielfalt möglich. Seit dem 20. Jahrhundert wurden immer weniger Pflanzensorten angebaut. Die industrielle Landwirtschaft setzte zunehmend auf Monokulturen von besonders ertragreichen Sorten, und die Nahrungsmittelindustrie verlangte nach normierten Produkten bezüglich Grösse, Form und Reifung. Viele alte Kultursorten gingen dabei verloren, und das System wurde anfälliger für Krankheiten oder Insektenbefall. 8 eine oder andere Sorte besser. Seit einiger Zeit bekommen sie aber den Klimawandel zu spüren: Es ist trockener, denn es regnet später und weniger, mal fällt die Temperatur auf minus 30 Grad, mal ist es zu warm, was zu Ertragsverlusten führt. Helvetas unterstützt die Bauernfamilien dabei, ihre Produktionsmethoden an die widrigen Bedingungen anzupassen. Dazu gehört auch, dass die Bauernfamilien die Sortenvielfalt gezielt einsetzen. So kann das Risiko trockener oder nasser Sommer oder von Frostperioden und von Schädlingen und Krankheiten vermindert werden. Forscher untersuchen, welche Sorte in welcher Höhe und bei welchen Temperaturen am besten wächst. Wettervorhersagen, die Beobachtung von Anzeichen in der Natur und auch die Bewässerung gewinnen an Bedeutung. 150 Mit einem geografischen Informationssystem prüft das Internationale Kartoffel- 150 zentrum CIP in Peru den Einfluss der verschiedenen Klima-Szenarien auf den Kartoffelanbau. Traditionelles Wissen wird so mit naturwissenschaftlichen Holen Sie SicH Hier Den ViSumSStempel Erkenntnissen kombiniert. Das CIP, das von der schweizerischen Direktion für Entwicklungszusammenarbeit (DEZA) unterstützt wird, lagert 3000 verschiedene Kartoffelarten. Diese grosse Vielfalt ist der Schlüssel für die Zucht von neuen Sorten, die 75 Prozent der Nutzpflanzen verschwunden Die Kartoffel zeigt, wie wichtig die Biodiversität ist und was passiert, wenn sie verlorengeht. Im 19. Jahrhundert vernichtete eine Pilzkrankheit die Kartoffelernte in Irland. Über eine Million Menschen starben, eine weitere Million wanderten aus. Das Land hatte sich auf eine einzige Kartoffelsorte verlassen, die auf eben diese Pilzkrankheit anfällig war. Selbst die später entwickelten Pestizide konnten Missernten wie 1997 in Idaho (USA) nicht verhindern, als die Kraut- und Knollenfäule die Kartoffeläcker befiel. Die Ausbreitung von neuen Krankheiten und Schädlingen und der Klimawandel haben die Bedeutung der Arten- und Sortenvielfalt für die Ernährungssicherheit ins Bewusstsein gerückt. Sie ist die Grundlage für die Züchtung neuer Sorten, die unter veränderten Bedingungen gedeihen. Doch bis heute sind weltweit bereits 75 Prozent der einst bekannten Nutzpflanzen ausgestorben. Damit fehlen auch Sorten oder Wildarten mit besonderen Eigenschaften, die vielleicht eines Tages gebraucht werden. Kein Leben ohne Vielfalt In der Schweiz engagiert sich die Stiftung Pro Specie Rara dafür, alte und gefährdete Sorten vor dem Verschwinden zu retten und die verbleibende Vielfalt zu erhalten. Sie sucht nach vergessenen Kulturpflanzen und Nutztierrassen, fördert deren Anbau und Züchtung sowie den Verkauf – Nahrungsmittel mit dem Gütesiegel von Pro Specie Rara sind heute auf Märkten und bei Grossverteilern erhältlich. Wer diese Sorten im eigenen Garten anbaut oder einkauft, leistet nicht nur einen Beitrag zur Erhaltung der Sortenvielfalt. Gezahnte Tomaten oder blaue Kartoffeln sind auch ein besonderer Genuss für Augen und Gaumen. Die Sorge um die Biodiversität als Voraussetzung für eine nachhaltige Sicherung unserer Ernährungsgrundlagen muss aber weit über landwirtschaftlich genutzte Arten hinausgehen. Von der Artenvielfalt hängt das Überleben ganzer Ökosysteme (wie Wälder oder Meere) und damit das Leben auf der Erde überhaupt ab. Durch die immense Nachfrage der Menschen nach Wasser, Nahrung und Brennstoffen sind heute viele dieser Systeme und die darin lebenden Arten ernsthaft bedroht. peru dem veränderten Klima angepasst sind. Zum Beispiel Kartoffeln mit kurzer Anbauzeit, damit die Bauern den Trocken-, Hitze- oder Kälteperioden besser ausweichen können. Die Andenbewohner machen die Kartoffel seit über tausend Jahren durch Gefriertrocknung haltbar: «Chuño» heisst die Chips-ähnliche, konzentrierte Vollnahrung. Die Kartoffeln sind für die Bauern unterdessen aber auch eine 7 Eine Viruserkrankung gefährdete in den 1970er Jahren asiatische Reissorten. Ein Wildreis, der nur in einem bestimmten Tal auf den Philippinen vorkam, widerstand dem Virus. Das Resistenzgen konnte mit dem Kulturreis gekreuzt werden. wichtige Einnahmequelle. Die Entwicklungszusammenarbeit fördert die Erschliessung regionaler Verkaufskanäle. In den Städten werden einheimische Pro Specie Rara fördert den Erhalt von gefährdeten Nutztierrassen wie der Stiefelgeiss … Datei Kälte Nässe «Yuraq Suytu Siri» «Maria Bonita» «Azul Llumchuy Waqachi» «Duraznillo» Eine Kartoffel mit kurzer Wachstumszeit, speziell für warme Gebiete und bei Trockenheit. Sie wurde vom internationalen Kartoffelinstitut (CIP) in Peru gezüchtet und ist seit 1995 auf dem Markt. Zum Braten und für die Herstellung von Chips geeignet. Traditionelle Kartoffel, resistent gegen Kälte und diverse Krankheiten. Ideal für «Gschwellti». Früher mussten Mädchen diese Sorte zur Probe schälen, um ihre Heiratsfähigkeit unter Beweis zu stellen. Und sie wurden jungen Männern bei rituellen Wettrennen als Kraftnahrung serviert. Robuste Sorte, gedeiht auch in schlechten Jahren mit viel Regen und Kälteperioden. Den Namen, «Durazno» heisst Pfirsich auf Spanisch, erhielt sie wegen ihrer Farbe und Form. Die Kartoffel wird zu «Chuños» verarbeitet und in der Küche für Suppen und «Gschwellti» verwendet. 200 mm 136 270 mm 272 mm 264 mm 6 2 Altopiano «Yuraq Suytu Siri». Varietà tardiva, cresce fino a 4 000 metri sopra il livello del mare. Ideale per preparare zuppe e «chuños» (snack di patate liofilizzate) e come farina per dolci. La «Yuraq Suytu Siri» è anche usata come medicina tradizionale contro le infezioni agli occhi e il mal di testa. 3 Siccità «Maria Bonita»: una patata con un breve periodo di crescita, si trova specialmente in ambienti caldi o molto secchi. Questo tubero è stato selezionato dal Centro internazionale della patata (CIP) in Perù ed è presente sul mercato dal 1995. La «Maria Bonita» è particolarmente indicata per preparare le patate al forno o per le patatine chips. 4 Freddo «Azul Llumchuy Waqachi»: è una patata tradizionale, resiste al freddo e a diverse malattie. È adatta per preparare gli «Gschwellti», patate cotte e servite con la buccia. In passato le donne dovevano sbucciarle per dimostrare la propria attitudine al matrimonio; agli uomini veniva invece servita come alimento energetico durante le gare. 5 Umidità «Duraznillo»: varietà robusta, cresce anche in annate cattive caratterizzate da molte piogge e periodi di freddo intenso. In spagnolo «Duraznillo» significa pesca, nome che le è stato attribuito per la sua forma e colore. Questa patata viene consumata come «chuños» oppure è usata per preparare zuppe o «Gschwellti». 270 mm 272 mm Datei 5.2_klappe_peru_264x264_100p.pdf 112 40 112 PHUYU COLQUE (63 anni) Contadina sull’altopiano 204 QUALE TUBERO PER QUALE CLIMA? Trockenheit Späte Sorte, gedeiht bis 4000 Meter über Meer. Für Suppe und «Chuños» (gefriergetrocknete Kartoffelsnacks) und als Mehl für Süssspeisen. Die Kartoffel wird zudem als traditionelle Medizin gegen Augeninfektionen und Kopfweh verwendet. 136 270 mm Hochland 140 mm 270 mm 270 mm «Due o tre mesi di pioggia sono troppo pochi per un anno intero». 20 40 Datei 5.2_inszen_peru2_200x140_100p.pdf 272 mm 264 mm Datei 5.2_inszen_peru_270x270_100p.pdf 270 mm 5.2_links_headphones_400p.pdf 1265 mm 1000 mm 272 mm 1 …und alten Gemüsesorten wie der «Chioggia Rande». www.prospecierara.org Kartoffeln als Chips, Suppen, Kartoffelstock und farbige Gourmetkartoffeln konsumiert. Für Bauernfamilien bedeutet das mehr Einkommen, und es macht sie auch stolz. Paese: Perù Famiglia: mio marito e nostro figlio con la sua famiglia Lingua: quechua Religione: cattolica Il viaggio più lontano: a Cusco La figura di riferimento più importante: mio figlio Idolo: la buonanima di mia nonna La cosa più amata di tutte: il creato nel suo insieme Il passatempo preferito: chiacchierare, tessere Il desiderio più grande: avere ancora abbastanza forza per coltivare i campi Piatti tipici: patate, quinoa, carne di Alpaca essiccata, verdure, mais tostato, uova, banane da cuocere Bevande tipiche: tè, acqua, birra di mais 7 AUDIO RACCONTI «Phuyu!», grida la gente quando dopo un lungo periodo di siccità compare finalmente una nuvola in cielo. «Una nuvola! Guarda lì, una nuvola!». Ed è proprio questo il mio nome: Phuyu. Il mio cognome invece è Colque. Significa argento. Credo che nuvola d’argento sia un nome bellissimo. Forse però dovrebbero chiamarmi «Nuvola anziana», dato che ho già 63 anni! Quando ero giovane, la pioggia arrivava ad ottobre e la stagione delle piogge durava più di sei mesi. Oggi comincia a piovere solo a dicembre. A volte piove così forte che le acque trascinano via il terreno fertile. Dopo due o tre mesi la stagione delle piogge è già finita. È troppo poco per un anno intero. Con l’aiuto di Helvetas abbiamo costruito una diga che frena l’acqua che defluisce. Lo chiamiamo racogliere l’acqua. Con la raccolta dell’acqua dietro la diga possiamo irrigare i campi di patate e gli orti. Quando le patate sono abbastanza grandi, andiamo tutti nei campi, anche i bambini. E quando a fine giornata le patate vengono ammassate in grandi mucchi nel campo, sono tutti soddisfatti. Vengono raccolte insieme patate piccole e grandi, rotonde e allungate, rosse, gialle, viola e a righe rosse e gialle. In Perù esistono circa tremila varietà di patate, ci ha spiegato un consulente agricolo. Noi, nel nostro villaggio, non ne abbiamo ovviamente così tante. Cerchiamo però di avere se possibile diverse varietà. Alcune che resistono al caldo o al freddo, altre che crescono meglio in un clima secco e altre ancora che preferiscono la pioggia. Avere tante varietà ci dà sicurezza. E al giorno d’oggi, dato che non possiamo più contare così tanto sulla pioggia, abbiamo bisogno ancora più di prima di questa sicurezza. CHI COLTIVA LE PATATE AVVERTE IL CAMBIAMENTO CLIMATICO 8 La patata cresce quasi in qualsiasi clima, può essere piantata senza l’ausilio di macchine, fornisce un buon raccolto e contiene sostanze nutritive come le proteine e la vitamina C. Originariamente questo tubero proviene dall’America latina. Il Perù rappresenta infatti il Paese per eccellenza dove trovare le patate, lì coprono il 60 % del bisogno alimentare. Per tradizione, le famiglie di agricoltori delle Ande piantano diverse varietà contemporaneamente e lo fanno su parcelle diverse. A seconda del tempo, una varietà di patata potrà crescere meglio di un’altra. Tuttavia, da qualche tempo anche le patate subiscono l’influenza del cambiamento climatico: l’ambiente è più secco perché piove più tardi e meno di prima, a volte la temperatura arriva a toccare i -30°C oppure ad essere troppo elevata e questo porta a perdere il raccolto. Helvetas aiuta le famiglie di agricoltori ad adattare i propri metodi di produzione alle condizioni climatiche più avverse. Fra le altre cose gli agricoltori devono piantare le diverse varietà in modo mirato, così si riduce il rischio causato da estati secche o piovose oppure da periodi di gelo, nonché il rischio di parassiti o malattie. I ricercatori stanno svolgendo studi per scoprire quale varietà cresca meglio a quale altitudine e a quali temperature. Prevedere il tempo, osservare gli indizi che ci dà la natura e anche irrigare diventa importante. Grazie a un sistema d’informazione geografico il Centro internazionale della patata (CIP) in Perù verifica l’influenza dei diversi climi sulla coltivazione delle patate. Il sapere tradizionale si unisce così a quello scientifico. Nel CIP, che è sostenuto dalla Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), si trovano 3 000 varietà di patate, questa grande scelta è la chiave per coltivarne nuove, che a loro volta si adattano al clima che cambia. Un esempio sono le patate a breve ciclo di cultura, grazie alle quali gli agricoltori riescono ad evitare i periodi di siccità, grande caldo oppure freddo. Da oltre mille anni gli abitanti delle Ande producono patate che si mantengono grazie al processo di liofilizzazione: «chuño» è il nome di un alimento completo, concentrato e simile alle patatine chips. Per gli agricoltori le patate sono però diventate anche un’importante risorsa. L’aiuto allo sviluppo promuove l’apertura di canali regionali per la vendita. Nelle città le patate locali sono consumate sotto forma di patatine chips, zuppe, purea di patate e patate gourmet colorate. Questo per le famiglie di agricoltori significa avere maggiori entrate, fatto che li rende fieri. LA VARIETÀ GARANTISCE LA NOSTRA ALIMENTAZIONE 9 In tutta la sua storia culturale, l’uomo ha scelto e coltivato piante utili per adattarsi alle condizioni ambientali in maniera ottimale e quindi ottenere raccolti migliori. Questa evoluzione è stata possibile solo grazie alla grande varietà genetica. Dal XX secolo sono state coltivate sempre meno varietà di piante. L’agricoltura industriale si è concentrata sempre più sulla monocultura di varietà particolarmente fruttifere, mentre l’industria ha richiesto prodotti standardizzati per quanto concerne dimensione, forma e grado di maturazione. In questo modo si sono perse molte varietà culturali del passato e il sistema è diventato vulnerabile a malattie e insetti. IL 75% DELLE PIANTE UTILI È ANDATO PERSO Le patate sono l’esempio di quanto la biodiversità sia importante e di cosa succede se la si perde. Nel XIX secolo una malattia fungina ha distrutto il raccolto di patate in Irlanda. Sono morte oltre un milione di persone e un altro milione ha dovuto emigrare. Il Paese aveva fatto affidamento su una sola varietà di patate, che era appunto sensibile a questa malattia fungina. Nemmeno i pesticidi sviluppati in seguito hanno potuto impedire annate cattive, come nel 1997 a Idaho (USA), quando la peronospora della patata ha colpito i campi. La propagazione di nuove malattie e parassiti e il cambiamento climatico hanno richiamato l’attenzione sull’importanza della diversità delle specie e delle varietà per garantire l’alimentazione. La sicurezza alimentare è il fine della coltivazione di nuove varietà che crescono in condizioni mutate. Ciononostante, ad oggi nel mondo si sono estinte già il 75% delle piante utili che una volta erano conosciute. Sono scomparse anche varietà o specie con particolari caratteristiche, che forse un giorno avrebbero potuto essere utili. SENZA VARIETÀ NON C’È VITA In Svizzera la Fondazione Pro Specie Rara si impegna per salvare dall’estinzione le varietà in pericolo e per mantenere le specie rimanenti. Cerca piante coltivate e razze di animali utili dimenticate, ne promuove la coltivazione, rispettivamente l’allevamento e la vendita. Oggi i prodotti alimentari di Pro Specie Rara sono dotati del marchio di qualità e si possono acquistare nei mercati o presso i grandi distributori. Chi coltiva queste varietà nel proprio giardino o le acquista non fornisce solo un contributo alla salvaguardia della diversità varietale: prodotti come i pomodori dentati o le patate blu sono infatti anche un piacere particolare sia per gli occhi che per il palato. La preoccupazione per la biodiversità quale condizione necessaria per assicurare la sostenibilità delle nostre basi nutritive deve tuttavia andare ben oltre le specie utilizzate in agricoltura. La sopravvivenza di interi ecosistemi (come foreste o mari) e con essi soprattutto la vita sulla Terra dipende dalla diversità delle specie. Oggi molti di questi sistemi e delle specie che vi vivono sono seriamente minacciati dall’immensa domanda di acqua, cibo e combustibili da parte dell’uomo. Datei Datei 5.2_back_brasilien_1220x2110_400p.pdf 5.2_rechts_1110x2110_400p.pdf Monokulturen, Futtermittel und Agrotreibstoffe haben in Europa einen schlechten Ruf. » João Felipe Maria Carneiro (29 Jahre) Soja-Bauer (Grossgrundbesitzer) Nationalität Liebstes/wichtigstes Objekt Brasilien Familie Mein Pferd «Ventania» Liebste Freizeitbeschäftigung Vater und Mutter Samba tanzen Sprache Grösster Wunsch Portugiesisch Eine eigene Familie gründen Religion Typisches Essen Katholisch Mein Vater Feijoada: schwarze Bohnen Reis, Würste, Zunge, Schweinsohren und -füsse, geröstetes Maniokmehl, Kohl, Pfeffersauce Idol, Vorbild Typisches Getränk Mein ehemaliger Wirtschaftsprofessor Guaranà-Limonade, Wasser, Caipirinha Weiteste Reise Lissabon, Portugal Wichtigste Bezugsperson 1 6 Was stecKt in ihreM steaK? Datei « 5.2_ausziehtafeln_565x545_100p.pdf Datei 5.2_links_1110x2110_400p.pdf Getreide für tiere statt für menschen Soja ist ein hochwertiges Nahrungsmittel. Es enthält 18 Prozent Öl und mit 28 Prozent ähnlich viel Eiweiss wie Fleisch. Heute wird drei Viertel der Ernte tiere Als nAHrungsmittel zu Mastfutter für Hühner, Schweine und Rinder verarbeitet und zu Eiern, Milch und Fleisch veredelt. Die Ernährungs- und Landwirtschaftsorganisation 270 mm 7 2 3 4 der UNO (FAO) sagt voraus, dass sich der Fleischkonsum bis zum Jahr 2050 verdoppeln wird. Im Landwirtschaftsjahr 2012/13 produzierte Brasilien 5 Rund 300 Millionen Tonnen Fleisch werden weltweit pro Jahr produziert. Die Armen essen nur einen kleinen Teil dieser Menge, die Wohlhabenden den Löwenanteil: In den USA liegt der jährliche Konsum pro Kopf bei 115 Kilogramm, in Westafrika sind es 4 bis 10 Kilogramm. Doch die Entwicklungs- und vor allem Schwellenländer holen auf. Je höher das Einkommen, desto mehr Fleisch wird gegessen. In den neuen Mittelschichten Chinas, Indiens und Brasiliens steigt der Konsum von Fleisch dramatisch an. Bis ins Jahr 2050 wird sich der weltweite Fleischkonsum gemäss Schätzungen verdoppeln. 75 Millionen Tonnen Soja. Im Jahr 2021/22 dürften es 90 Millionen Tonnen sein. 9 8 Beim Anbau von Soja in Monokulturen werden viel chemische Unkraut- und Schädlingsbekämpfungsmittel (pestizide) eingesetzt, sowie Kunstdünger und Wasser, das oft von weit hergeleitet wird. Für die Böden im tropischen Klima ist das verheerend. Sie verlieren in wenigen Jahren ihre Fruchtbarkeit, laugen aus und bleiben als Halbwüste zurück. Weil ein grosser Anteil der Pestizide nicht zu den Pflanzen gelangt, sondern aus den Böden ausgewaschen wird, werden Flüsse, Fische und Menschen vergiftet. Die Sojafelder in Brasilien belegen 24 Millionen Hektar Land. Das Landwirtschaftsministerium schätzt, dass bis 2021/22 noch einmal 4,7 Millionen Hektar dazukommen, nochmals etwas mehr als die Fläche der Schweiz also. 150 Schweizer fleischeslust Auch die Schweiz ist ein Land von Fleischessern: Über 50 Kilogramm isst jeder Schweizer, jede Schweizerin pro Jahr. Doch die Felder und Weiden der Schweizer Bauern geben nicht genug her, um all das Fleisch zu produzieren. Jedes Jahr müssen eine Million Tonnen Futtermittel importiert werden. Skandale um falsch deGetreideverschwendung klariertes oder vergammeltes durch Fleischproduktion Fleisch, um grausame TierhalDirekte Nahrung: 1 1 tung oder Krankheiten lassen hingegen immer mehr MenIndirekte schen zu Vegetariern oder sogar Nahrung: 7 1 Veganerinnen werden. Andere reduzieren ihren Fleischkonsum und beschliessen, nur noch ein Kalorienumsatz von Weizen bei Verwendung für: Mal pro Woche Fleisch zu es1:1 3:1 sen – und dann aus nachhaltiger Produktion statt billige 10:1 5:1 Massenware. Dafür werden transnationale Konzerne zusätzlichen tropischen urwald roden – mit beträchtlichen Auswirkungen für die Umwelt. Zum einen verschwinden 150 bedrohte Tier- und Pflanzenarten, weil sie ihren Lebensraum verlieren. Zum anderen wird mit dem Urwald die natürliche Lunge des Kontinents zer- Holen Sie SicH Hier Den ViSumSStempel stört. 75 Prozent der Treibhausgas-Emissionen Brasiliens gehen auf Waldrodungen zurück. Der Hunger nach Anbauflächen für Soja hat auch soziale Folgen: Kleinbauern werden von ihrem Land vertrieben oder gedrängt, es zu verkaufen. Damit verschärft sich die ungleiche Verteilung des Bodens in Brasilien weiter. 1:7 gegen das fleisch Die zunehmende Lust auf Fleisch ist verheerend für die Umwelt und für die Ernährung der Weltbevölkerung. Für die Umwelt, weil Nutztiere das Klima belasten – sie verursachen 18 Prozent der Treibhausgase. Diese Treibhausgase entstehen im Tier selbst (bei der Verdauung), bei der Futterproduktion (Waldrodung, Maschinen), beim Transport, im Schlachthaus, beim Kochen und bei der Abfallbeseitigung. Der Verzehr von einem Kilogramm Rindfleisch belastet die Atmosphäre ungefähr gleich stark wie eine Autofahrt von 200 Kilometern. Die Lust auf Fleisch verschärft auch die weltweite Hungerkrise, denn das Getreide und die Ölsaaten (vor allem Soja), die in den Mägen der Tiere landen, fehlen auf den Tellern der Menschen. Fleisch ist ineffizient: Um eine tierische Kalorie (Fleisch, Eier, Milch) zu produzieren, braucht es durchschnittlich sieben Kalorien Getreide. In einem Rumpsteak von 200 Gramm zum Beispiel stecken 1,3 Kilogramm Getreide und Ölsaaten. Weltweit werden 40 Prozent der Getreideernte an die Tiere verfüttert. Kraftfutter aus brasilianischem Soja in einem Schweizer Stall BrASilien Kalorie in Getreide pflanzliche Kalorien (Getreide) Der Anbau von Soja als Futtermittel ist pure Verschwendung. Die weltweit an Tiere verfütterte Menge Soja, Mais und Weizen würde reichen, um 3 Milliarden Menschen zu ernähren. Damit wäre das globale Problem des Hungers bis in die Zukunft hinein gelöst – wenigstens von der Menge her. Zerteilung am Fliessband in einem Schlachthof in den USA Kalorie in Brot tierische Kalorie (Fleisch, Eier, Milch) Brot, direkte Nahrung Schweinefleisch Milch Rindfleisch Datei 272 mm 270 mm 136 136 270 mm 270 mm 5.2_inszen_brasilien_270x270_100p.pdf QUANTO COSTA LA NOSTRA BISTECCA DI CARNE? 264 mm 1 Soja ist ein hochwertiges Nahrungsmittel. Doch 80 Prozent der Weltproduktion wird an Masttiere verfüttert oder landet als Agrotreibstoff in den Autotanks. Pestizide Mit mehr als 800‘000 Tonnen pro Jahr ist Brasilien der grösste Pestizidverbraucher der Welt. Ein grosser Teil dieser Pestizide wird ausgespült und vergiftet Flüsse, Fische und Menschen. Urwald In Brasilien wird auf 24 Millionen Hektar Land Soja angebaut – fast sechs Mal die Fläche der Schweiz. Ein beträchtlicher Teil davon war einst Urwald; jährlich wird ein zusätzlicher Hektar für die Sojaproduktion gerodet. 7 Hunger Mit dem Soja und Getreide, das weltweit in den Mägen von Masttieren landet, könnte man drei Milliarden Menschen ernähren. 264 mm 270 mm Soja 2 La soia La soia è un alimento ad alto valore nutrizionale. Ma l‘80% della produzione mondiale viene utilizzato come foraggio per gli animali da ingrasso o come carburante biologico nelle autocisterne. 3 I pesticidi Con più di 800 000 tonnellate all’anno, il Brasile è il più grande consumatore di pesticidi al mondo. Una gran parte di questi si disperde nel terreno insieme all’acqua e avvelena fiumi, pesci e persone. 4 La terra coltivata Nel 2013 in Brasile sono stati destinati alla coltivazione della soia 24 milioni di ettari (sei volte la superficie della Svizzera). Ogni anno la superficie coltivata aumenta del 10%. 5 La fame Con la soia e i cereali che in tutto il mondo fungono da cibo per gli animali da ingrasso si potrebbero nutrire tre miliardi di persone. 6 272 mm JOÃO FELIPE MARIA CARNEIRO (29 anni) Coltivatore di soia (latifondista) «Monocolture e agrocarburanti hanno in Europa una cattiva reputazione». Paese: Brasile Famiglia: i miei genitori Lingua: portoghese Religione: cattolica Il viaggio più lontano: a Lisbona, Portogallo La figura di riferimento più importante mio padre Idolo: il mio ex professore di economia La cosa più amata: il mio cavallo Ventania Passatempo preferito: ballare samba Il desiderio più grande: formare una famiglia Piatti tipici: feijoada: fagioli neri, riso, salsiccia, lingua, orecchie e piedi di maiale, cavolo, salsa piccante Bevande tipiche: limonata di guaranà, acqua, caipirinha 270 mm 272 mm Datei 5.2_klappe_brasilien_264x264_100p.pdf 112 40 112 AUDIO RACCONTI Mi chiamo João Felipe Maria Carneiro e sono il proprietario della fazenda Jardim das orquideas – il giardino delle orchidee. Il nome risale al periodo in cui dietro la fattoria c’era ancora la foresta vergine. Oggi per arrivarci bisogna attraversare per un’ora i campi di soia. Mio padre non ha mai apprezzato la soia. Era un fazendeiro della vecchia scuola: un uomo a cavallo con 50 000 ettari di terra e 35 000 bovini intorno a lui. Un’immagine romantica, molto macho, ma terribilmente inefficiente. A quei tempi studiavo economia a São Paulo, il boom della soia era appena cominciato e io proposi a mio padre di passare alla coltivazione di questa pianta. Mi affidò 100 ettari per i miei esperimenti, come li chiamava lui prendendomi in giro. Smise di ridere quando dopo tre anni gli mostrai le cifre dei guadagni. Dal 2008 sono io il proprietario della fazenda. Non ho fatto macellare tutti i bovini, questo no. Ne abbiamo ancora all’incirca 1 000. Un po’ di romanticismo ci deve essere, soprattutto per mio padre. La maggior parte della terra è destinata alla soia. 100 000 tonnellate di soia vengono esportate come foraggio in Europa, 40 000 vengono usate per produrre agrocarburanti. A grandi linee. Da quando tutti reclamano gli agrocarburanti, i prezzi della soia sono saliti alla stelle e noi guadagniamo davvero bene. Sì, lo so, la monocoltura, il foraggio e gli agrocarburanti hanno una cattiva reputazione da voi in Europa. Ma chi può portare avanti il Brasile se non noi? L’acqua è l’unico problema. Il governo si sta certamente impegnando per deviare verso di noi una parte del fiume. Naturalmente ci sono Indiani e pescatori che si oppongono. A loro dico: fatevi da parte e spostatevi nella foresta vergine. Di questa, qui in Brasile, ce n’è ancora più che a sufficienza. 204 Datei 270 mm 20 40 272 mm 5.2_links_headphones_400p.pdf 1000 mm 1265 mm 7 CEREALI PER ANIMALI INVECE CHE PER PERSONE 8 La soia è un alimento ad alto valore nutrizionale. Contiene il 18% di olio e il 28/ di proteine, le stesse quantità presenti nella carne. Oggi i tre quarti del raccolto vengono utilizzati come mangime da ingrasso per polli, maiali e bovini e trasformati in uova, latte e carne. L‘Organizzazione dell’ONU per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) prevede che entro il 2050 il consumo di carne raddoppierà. Nell’anno dell’agricoltura 2012/13 il Brasile ha prodotto 75 milioni di tonnellate di soia. Nel 2021/22 potrebbe raggiungere gli 89 milioni di tonnellate. Nella coltivazione di soia nelle monocolture vengono impiegati in gran quantità diserbanti e antiparassitari chimici (pesticidi), nonché concimi artificiali e acqua che spesso arriva da lontano. Per i campi nelle zone dal clima tropicale questo ha un effetto devastante: perdono in pochi anni la loro fertilità, si impoveriscono e tornano ad essere quasi deserti. Poiché una gran quantità di pesticidi non raggiunge le piante ma si disperde nel terreno, fiumi, pesci e persone vengono avvelenati. I campi di soia in Brasile coprono 24 milioni di ettari di terra. Il ministero per l’agricoltura ritiene che fino al 2021/22 aumenteranno ancora di 4,7 milioni di ettari, quindi quasi più dell’intera superficie della Svizzera. I colossi transnazionali perciò renderanno ulteriormente coltivabile la foresta vergine tropicale con notevoli ripercussioni sull’ambiente: da una parte le specie di piante e animali minacciate scompaiono, poiché perdono il loro spazio vitale; dall’altra, insieme alla foresta vergine, viene distrutto il polmone verde del continente. Il 75% delle emissioni di gas serra in Brasile è causato dal disboscamento. La ricerca forsennata di superfici coltivabili per la soia ha anche conseguenze sociali: i piccoli agricoltori vengono cacciati dai propri terreni o sono costretti a venderli, aggravando ancor più il problema della ripartizione ineguale della terra. La coltivazione di soia come foraggio è puro sperpero. Le quantità di soia, mais e grano mangiate dagli animali a livello mondiale basterebbero a nutrire circa tre miliardi di persone. In questo modo il problema della fame nel mondo potrebbe essere risolto – perlomeno per quanto riguarda la quantità di cibo. 9 ANIMALI COME FONTE DI NUTRIMENTO Ogni anno nel mondo vengono prodotti circa 300 milioni di tonnellate di carne. I poveri ne mangiano solo una piccola parte, mentre i benestanti fanno la parte del leone: negli Stati Uniti si consumano annualmente 115 chili di carne per persona, nell’Africa dell’ovest si parla di 4-10 chili. I Paesi in via di sviluppo e quelli di recente industrializzazione, però, stanno recuperando terreno. Maggiori sono le entrate, più carne si mangia. Nelle nuove classi medie di Cina, India e Brasile il consumo di carne aumenta a vista d’occhio. Entro il 2050 si prevede un raddoppio del consumo di carne a livello mondiale. 1:7 CONTRO IL CONSUMO DI CARNE Il crescente desiderio di carne è dannoso per l’ambiente e per l’alimentazione della popolazione mondiale. Infatti gli animali utili inquinano l’ambiente poiché provocano il 18% di gas serra. Questi gas derivano dall’animale stesso (digestione), dalla produzione di mangime (dissodamento, macchine), dal trasporto, dal mattatoio, dalla cucina e dallo smaltimento dei rifiuti. Consumare 1 chilo di carne di manzo inquina l’ambiente più o meno tanto quanto un viaggio in auto di 200 chilometri. La voglia di carne aggrava inoltre la crisi alimentare in tutto il mondo, poiché i cereali e i semi oleosi (in particolare la soia) che finiscono nelle pance degli animali verranno a mancare nei piatti dell’uomo. La carne è inefficiente: per produrre una caloria animale (carne, uova, latte) sono necessarie, mediamente, 7 calorie di cereali. In una costata di manzo di 200 grammi, per esempio, si nascondono 1,3 chili di cereali e semi oleosi. In tutto il mondo circa il 40% del raccolto di cereali è usato per nutrire gli animali. GLI SVIZZERI AMANO LA CARNE Anche la Svizzera è un Paese di carnivori: ogni anno mangiamo oltre 50 chili di carne ciascuno. Eppure, i campi e i pascoli degli agricoltori svizzeri non si prestano abbastanza per produrre tutta questa carne, ecco perché ogni anno occorre importare un milione di tonnellate di alimenti per animali. Gli scandali che riguardano carne dichiarata erroneamente o avariata, detenzione di animali crudele o malattie fanno sì che sempre più persone scelgano di diventare vegetariane oppure vegane. Altri, invece, riducono il proprio consumo di carne, decidono di mangiarne solo una volta alla settimana e scelgono prodotti di produzione sostenibile piuttosto che carne venduta a buon mercato. 1220 mm 1220 mm 1110 mm Datei Datei 5.2_links_1110x2110_400p.pdf 5.2_back_usa_1220x2110_400p.pdf 5.2_rechts_1110x2110_400p.pdf Die Börse ist nicht verantwortlich für die Armen in Mexiko. » John Shriver (50 Jahre) Börsenhändler Nationalität Liebstes/wichtigstes Objekt USA Mein Mobiltelefon Familie Liebste Freizeitbeschäftigung Ehefrau, 3 Kinder Hochseeangeln Sprache Grösster Wunsch Englisch Protestantisch Ist erfüllt: bin vom Tellerwäscher zum Millionär geworden Religion Weiteste Reise Typisches Essen St. Moritz (Skiferien) Meine Frau Rinds-Steak, Pommes Frites, Eisbergsalat, Tomaten, Donut Idol, Vorbild Typisches Getränk Bill Gates Cola, Kaffee, Orangensaft Wichtigste Bezugsperson 1 6 Wer Macht die Getreidepreise? Datei « 5.2_ausziehtafeln_565x545_100p.pdf 1110 mm Datei 565 mm preise, markt und macht die Preise steigen. Auch die Produktion von Agrotreibstoffen und die Tiermast verschärfen die Nachfrage und sorgen damit für höhere Preise. 270 mm 7 2 3 4 Landwirtschaftliche Grossbetriebe produzieren die Hälfte der globalen Getreidemenge, beschäftigen aber nur ein Prozent der landwirtschaftlichen Bevölkerung. Die grössten Betriebe finden sich in Nord- und Südamerika sowie in Europa. Sie betreiben eine industrielle Landwirtschaft, die enorme Mengen an Energie, Chemie und Wasser verschlingt. Monokulturen (der Anbau nur einer Pflanzensorte) auf riesigen Flächen ermöglichen eine effiziente maschinelle Bewirtschaftung. Um die hohen Erträge zu erzielen, werden auf Hochleistung gezüchtete Pflanzen und Kunstdünger eingesetzt. Monokulturen sind besonders anfällig für Schädlingsbefall, der Einsatz von Insektenvernichtungsmittel ist daher hoch. Unkraut und Pilzkrankheiten werden ebenfalls chemisch bekämpft. Die Anwendung dieser Pestizide schädigt die Umwelt: Rückstände gelangen über den Boden ins Grundwasser und belasten die Ökosysteme. Selbst Auswirkungen auf den Menschen sind nachgewiesen. In Gebieten Argentiniens zum Beispiel, wo Felder per Flugzeug besprüht werden und sich die Giftstoffe weit ausbreiten, wurden deutlich erhöhte Krebsraten festgestellt. Die Spekulanten versuchen, die Preisentwicklung vorauszusehen und mit dem 5 Kauf oder Verkauf von Zukunftskontrakten, sogenannten «Futures», möglichst viel Geld zu verdienen. Gesetze, die diesen Handel regelten, wurden im 9 Zug der wirtschaftlichen Liberalisierung aufgehoben, und nach der Jahrtausendwende entdeckten auch Banken Rohstoffe als Anlagemöglichkeit. Sie verkaufen ihren Anlegerinnen und Anlegern Indexfonds auf Nahrungsmittel, 8 das Geld wird dabei auf den Futures-Märkten investiert. Der Markt hat sich dadurch von der Realwirtschaft abgekoppelt, Herdenreaktionen der Händler verschärfen Preisausschläge auf Nahrungsmitteln zusätzlich. Das Nachsehen haben Länder, die auf Importe angewiesen sind, und dort vor allem die ärmere Bevölkerung. Bei der sogenannten Tortilla-Krise im Jahr 2007 zum Beispiel verdoppelte bis verdreifachte sich der Preis für Mais. Vor allem für die Stadtbevölkerung Mittelamerikas, die immer noch die Hälfte ihres Kalorienbedarfs mit Mais abdeckt, war das eine Bedrohung der Existenz. Massendemonstrationen waren die Folge. 150 2110 mm 150 Einige grosse Konzerne, die über Silos, Schiffe, Hafenanlagen, Futtermittelfabriken, Mastbetriebe, Schlachthöfe, Düngerfabriken und Supermärkte Holen Sie SicH Hier Den ViSumSStempel verfügen, können Ware zurückbehalten und so zur Preissteigerung beitragen. 220 mm Auch die Politik kann die Preisschwankungen verschärfen. Wenn ein wichtiges Produktionsland einen Exportstopp verfügt, um die eigene Bevölkerung zu versorgen oder um später zu höheren Preisen zu verkaufen, heizt das die uSA Preisspirale an. Der Run geht los: Alle Händler wollen kaufen. Die gesamte Kette spekuliert, sowohl in den Export- als auch den Importländern. Mit einer Giftige Spritzmittel für Gentech-Pflanzen Mit der Gentechnologie ist der Absatz von chemischen Spritzmitteln weiter gestiegen. Insbesondere in Nord- und Südamerika werden heute für die Getreide- und Sojaproduktion mehrheitlich Gentech-Pflanzen verwendet – der Anteil liegt zum Beispiel bei Soja weltweit bei 60, in den USA bei über 80 Prozent. Diese Pflanzen sind resistent gegen Unkrautvertilgungsmittel (Herbizide) und können ohne Schaden zu nehmen damit bespritzt werden, während alle Unkräuter auf dem Acker abgetötet werden. Doch weil Unkraut und Insekten in den letzten 20 Jahren immun geworden sind gegen bestimmte Mittel, müssen immer neue und mehr Pestizide eingesetzt werden. Das grosse Geschäft in der Landwirtschaft machen Agrarkonzerne, die den Bauernbetrieben Gesamtpakete anbieten aus Dünger, Pestiziden und dagegen resistentem gentechnisch verändertem Saatgut. wirklichen Verknappung hat das aber nichts zu tun. So geschehen bei der Reiskrise 2008: Der nötige Reis war vorhanden, aber der Preis stieg wegen Den Welthunger nachhaltig besiegen Die Hoffnung, die industrielle Landwirtschaft könne den Welthunger besiegen, ist einer grossen Skepsis gewichen. Die Ernährungs- und Landwirtschaftsorganisation der UNO (FAO) etwa warnt vor den ökologischen, aber auch sozialen Folgen. Sie sieht stattdessen die kleinbäuerliche und nachhaltige Landwirtschaft als Schlüssel zur Ernährungssicherung. Denn wo Kleinbauern genügend Land, Wasser, Saatgut und Know-how zur Verfügung stehen, produzieren sie einen deutlich höheren Nährwert pro Hektar als die industrielle Landwirtschaft. In der industriellen Landwirtschaft werden grosse Mengen an Pestiziden eingesetzt. Die Mittel der Bauern in Entwicklungsländern sind beschränkt, schonen aber die Umwelt. Exportstopps und Spekulation auf das Dreifache. Bauern und Bäuerinnen können zwar von steigenden Weltmarktpreisen 136 136 Die Autofahrer Die Fleischesser Die Spekulanten Die Preise steigen auch, weil immer mehr Soja oder Mais zu Treibstoff für Autos verarbeitet wird. Diese Zweckentfremdung wird von den USA und der EU unterstützt. Immer mehr Menschen essen immer mehr Fleisch, und so landet immer mehr Getreide in den Mägen von Masttieren. Die Preise für Mais, Soja und Weizen ziehen an. Börsenhändler wetten auf die Preisentwicklung. Sie jagen die Preise kurzfristig in den Himmel oder lassen sie ins Bodenlose fallen. 7 2 Il tempo La siccità e le tempeste catastrofiche tipiche delle grandi Corn Belt nordamericane e russe riducono l’offerta e di conseguenza fanno aumentare i prezzi. 3 Gli automobilisti I prezzi aumentano anche perché soia e mais vengono sempre più utilizzati per il carburante delle automobili. Stati Uniti ed Europa sostengono questo uso di cereali che potrebbero essere destinati ad altro scopo. 4 Gli amanti della carne Sulla terra ci sono sempre più carnivori, di conseguenza sempre più cereali vanno a finire nelle pance degli animali da ingrasso. I prezzi per mais, soia e frumento salgono. 5 Gli speculatori Gli agenti di borsa scommettono sulla crescita dei prezzi. Speculano all’ultimo momento sui prezzi al rialzo o al ribasso. 6 272 mm 264 mm 264 mm CHI DETERMINA IL PREZZO DEI CEREALI? Dürren oder verheerende Stürme in den grossen nordamerikanischen oder russischen Getreidegürteln verknappen das Angebot, und die Preise steigen. 270 mm 270 mm 5.2_inszen_usa_270x270_100p.pdf 270 mm 270 mm JOHN SHRIVER (50 anni) Agente di borsa «La borsa non è responsabile dei poveri in Messico». Paese: USA Famiglia: moglie e tre figli Lingua: inglese Religione: protestante Il viaggio più lontano: a San Moritz (vacanze sulla neve) La figura di riferimento più importante: mia moglie Idolo: Bill Gates La cosa più amata: il mio cellulare Passatempo preferito: pescare in alto mare Il desiderio più grande: è stato esaudito: da lavapiatti sono diventato miliardario Piatti tipici: bistecca di manzo, patate fritte, insalata iceberg e pomodori, donut Bevande tipiche: coca-cola, caffè, succo d’arancia 270 mm Datei 5.2_links_headphones_400p.pdf 272 mm Datei 5.2_klappe_usa_264x264_100p.pdf AUDIO RACCONTI 112 40 112 204 Datei 272 mm Non è divertente essere agenti di Borsa, non è affatto divertente. La gente ci insulta dandoci degli strozzini e ci ritiene responsabili della fame nel mondo. In Senegal i poveri non possono permettersi più neanche il riso. In Perù lo zucchero comincia a scarseggiare. In Egitto il prezzo del pane sta raddoppiando. E chi sono i colpevoli di tutto questo? Gli agenti di Borsa. Sempre gli agenti di Borsa. By the way, I am John Shriver, agente di Borsa alla Mercantile Exchange di Chicago, la Borsa delle materie prime. Sposato. Three kids. A Chicago siamo i migliori. In nessun altro luogo vengono commercializzati così tanti prodotti come da noi. Frumento, mais, soia e zucchero. Commercializzo tutto, ma il mais è il prodotto che conosco meglio. Non la pianta o i chicchi. Il mio lavoro è quello di osservare il mercato. So come reagisce e so come io devo reagire. Se reagisco correttamente, ossia velocemente, posso stipulare contratti vantaggiosi. In questo sono bravo. Analizziamo la situazione un po’ più nel dettaglio. Estate 2012. Il Nordamerica soffriva di una siccità secolare e ci si aspettava un raccolto di mais scarso. Gli esperti avevano predetto un deficit mondiale. Il prezzo del mais salì alle stelle. Io lo avevo previsto. Avevo puntato sull’aumento dei prezzi quando ancora nessuno lo sospettava. Sono riuscito così a stipulare contratti redditizi e ho guadagnato parecchio per i miei investitori. Non posso determinare i prezzi di mercato, ma posso approfittare delle oscillazioni dei prezzi. Cosa c’è di sbagliato in questo? Sono io responsabile del fatto che i poveri in Messico non possono più permettersi le tortilla? No. Non sono io a stabilire il prezzo del mais e quindi delle tortilla. È il mercato. E la politica. Questo deve essere detto in modo chiaro e univoco. That’s it. 20 40 270 mm 780 mm 900 mm 1265 mm 1000 mm 272 mm 1Das Wetter und Spekulanten abgeschöpft werden. 1400 mm 110 7 profitieren, allerdings nur dann, wenn die höheren Erträge an der Börse von Chicago auch wirklich bis zu ihnen gelangen und nicht von Händlern, Banken 273 mm 545 mm Auf HocHleistung getrimmte lAndwirtscHAft Das Wetter ist ein wichtiger Faktor dafür, wie die Ernten ausfallen. Stürme und Trockenheiten sind für schlechte Ernten verantwortlich und lassen 8 PREZZI, MERCATO E POTERE Il clima gioca un ruolo importante nella riuscita di un raccolto. Le tempeste e la siccità sono responsabili di un cattivo raccolto e fanno aumentare i prezzi. Lo stesso vale per la produzione di agrocarburanti e di mangime per animali da ingrasso, che fanno aumentare la domanda e causano quindi un rialzo dei prezzi. Gli speculatori cercano di prevedere l’aumento dei prezzi e di guadagnare più denaro possibile grazie all’acquisto o alla vendita dei cosiddetti «futures», contratti a termine che prevedono la consegna di un bene a una data stabilita. Le leggi che regolavano questo tipo di commercio sono state annullate con il liberalismo economico; dopo il passaggio al nuovo millennio anche le banche hanno scoperto che le materie prime hanno un potenziale di investimento. Dunque vendono ai propri investitori fondi indicizzati e i soldi che ricavano sono poi investiti nei mercati dei futures. Il mercato si è staccato dall’economia reale, le reazioni di massa dei commercianti hanno contribuito ulteriormente all’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari. I Paesi che dipendono dalle importazioni, specialmente gli strati più poveri della popolazione, restano a bocca asciutta. Quando c’è stata la cosiddetta crisi della tortilla nel 2007, ad esempio, il prezzo del mais è raddoppiato, se non triplicato. Questo avvenimento ha rappresentato una minaccia per l’esistenza, specialmente per la popolazione urbana dell’America Centrale, Paese che tutt’oggi soddisfa ancora la metà del proprio fabbisogno di calorie grazie al mais. Le dimostrazioni di massa non sono mancate. Alcuni grandi gruppi industriali, che dispongono di sili, navi, strutture portuali, fabbriche di alimenti per animali, aziende da ingrasso, macelli, fabbriche di concimi e supermercati possono trattenere la merce e quindi contribuire all’aumento dei prezzi. Anche la politica può contribuire al cambiamento dei prezzi. Quando un Paese di produzione importante ordina uno stop all’esportazione per sostentare la propria popolazione o per vendere in un secondo tempo la propria merce a un prezzo più alto, la spirale dei prezzi si acuisce. La gara ha inizio: tutti i commercianti vogliono acquistare. Tutti speculano, sia nei Paesi esportatori che in quelli importatori. Questo non ha tuttavia nulla a che vedere con una vera e propria penuria. Come è successo durante la crisi del riso nel 2008: il riso di cui si aveva bisogno c’era, ma il prezzo è triplicato a causa degli stop all’esportazione e delle speculazioni. È vero che gli agricoltori possono approfittare dell’aumento dei prezzi del mercato mondiale, tuttavia possono farlo solo quando i proventi più alti nella Borsa di Chicago arrivano veramente fino da loro e non sono prelevati da commercianti, banche e speculatori. 9 AGRICOLTURA AD ALTA RESA Le grandi aziende agricole producono la metà della quantità di cereali mondiale, e danno impiego solo all’1% della popolazione agricola. Le aziende più grandi si trovano in Nordamerica, Sudamerica e in Europa: la loro è un’agricoltura industriale che costa grandi quantità di energia, prodotti chimici ed acqua. Le monocolture (coltivazione di una sola varietà di piante) su superfici enormi permettono una lavorazione con mezzi meccanici efficace. Per ottenere una maggiore resa vengono impiegati tipi di piante e fertilizzanti artificiali che rendono molto. Le monocolture sono particolarmente vulnerabili quando c’è un’infestazione parassitaria, ecco perché si usano frequentemente insetticidi. Anche le erbacce e le malattie fungine vengono combattute chimicamente. A causa della resistenza è inoltre necessario usare dosi sempre maggiori. Impiegare questi pesticidi danneggia l’ambiente: i residui vanno a finire nell’acqua freatica passando attraverso il terreno e inquinano gli ecosistemi. È dimostrato che questi prodotti hanno ripercussioni anche sull’uomo. In alcune zone dell’Argentina ad esempio, dove le superfici di atterraggio per gli aerei sono spruzzate con pesticidi e le sostanze velenose si diffondono su vaste zone, si è registrato un notevole aumento dei casi di cancro. PRODOTTI TOSSICI PER LE PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE Con l’ingegneria genetica la vendita di spray chimici è cresciuta ulteriormente. In particolare in Nordamerica e in Sudamerica, oggi per produrre cereali e soia si usano prevalentemente piante geneticamente modificate. La quota mondiale di soia geneticamente modificata, per esempio, è del 60%, negli Stati Uniti invece supera l’80%. Le piante geneticamente modificate sono resistenti agli erbicidi e possono essere spruzzate con questi prodotti senza subire conseguenze, ma tutte le altre piante vengono annientate. Tuttavia occorre impiegare sempre nuovi pesticidi poiché negli ultimi vent’anni molte piante ed insetti sono diventati immuni ad alcuni particolari prodotti. Nell’agricoltura sono i grandi gruppi industriali a fare gli affari maggiori offrendo alle aziende agricole interi pacchetti di fertilizzanti, pesticidi e sementi geneticamente modificate resistenti a questi prodotti. SCONFIGGERE LA FAME NEL MONDO IN MODO SOSTENIBILE La speranza che l’agricoltura industriale potesse sconfiggere la fame nel mondo ha lasciato il posto ad un grande scetticismo. L’Organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura dell’ONU (FAO), per esempio, mette in guardia dalle conseguenze ecologiche e sociali. Ritiene che la soluzione atta a garantire il sostentamento sia piuttosto l’attività di piccoli agricoltori e l’agricoltura sostenibile. Infatti dove i piccoli agricoltori hanno terra, acqua, semenza, strumenti di lavoro e conoscenze a sufficienza, hanno un rendimento per ettaro chiaramente superiore rispetto a quello dell’agricoltura industriale. 820 mm Datei 270 mm 270 mm 730 mm Datei 5.2_links_1110x2110_400p.pdf Das europäische Tomatenpurée ist unglaublich billig. » Safiatou Dyamba (35 Jahre) Marktfrau Nationalität Burkina Faso Familie Liebstes/wichtigstes Objekt Meine Handtasche Liebste Freizeitbeschäftigung 4 Kinder, Eltern Radio hören, Hühner züchten Sprache Grösster Wunsch Muslimin Französisch und Dioula Einen eigenen Laden haben und dass die Kinder gesund bleiben Weiteste Reise Typisches Essen Religion Ouagadougou (Hauptstadt) Wichtigste Bezugsperson Hirsebrei, Sauce aus Erdnüssen, Okra, Tomaten, Spinat, Mango Meine Mutter Typisches Getränk Idol, Vorbild Hibiscussirup, Ingwergetränk, Tamarindensaft Améty Meria (Sängerin) 1 6 selBer essen oder verKaufen? Datei « 5.2_rechts_1110x2110_400p.pdf 5.2_ausziehtafeln_565x545_100p.pdf Datei 5.2_back_burkina_1220x2110_400p.pdf Die Dorfmärkte und der Weltmarkt 150 150 4 3 2 270 mm 270 mm In Burkina Faso leben drei Viertel der Menschen von der Landwirtschaft. Viele sind zugleich Selbstversorger und Produzenten für den lokalen oder regio- 7 5 BioLoGiScher LaNDBau für ein gesundes Ökosystem nalen Markt. Dort werden auch immer mehr importierte Nahrungsmittel aus Industrieländern angeboten. Diese sind oft subventioniert und daher billiger als die einheimischen Produkte – obwohl letztere eigentlich günstiger erzeugt werden. Beim Grundnahrungsmittel Hirse kommt vom Weltmarkt wenig Konkurrenz, Der biologische Landbau verzichtet auf umweltbelastende Techniken, Kunstdünger und chemische Pflanzenschutzmittel (Pestizide). Stattdessen nutzen die Bäuerinnen und Bauern die lokal vorhandenen Ressourcen optimal, um die Leistungen des gesamten Ökosystems zu verbessern. Das schont Boden, Wasser, Luft und die Gesundheit der Menschen. Wichtig sind geschlossene Kreisläufe von Nährstoffen: Nichts ist Unkraut oder Abfall, alles wird «rezykliert». Bio-Betriebe sind oft Mischbetriebe, wo neben Ackerbau auch Tiere gehalten werden, deren Mist und Gülle als Dünger für Pflanzen und Böden dienen. Arten- und Sortenvielfalt sind zentral im Bio-Anbau. Die Bauern bauen zum einen verschiedene Pflanzen gleichzeitig an: damit die eine Pflanze der anderen Schatten spendet oder auch solche, die Nützlinge anlocken oder Schädlinge vertreiben. Zum anderen säen sie verschiedene Feldfrüchte nacheinander aus, damit die Bodenfruchtbarkeit erhalten bleibt. doch hier machen den Bauern die veränderten Nahrungsgewohnheiten zu schaffen. Vor allem die Menschen in den Städten wenden sich zunehmend von der «altmodischen» Hirse ab und konsumieren das «modernere» Brot. 9 8 tomaten sind auch in der Küche der Burkinabé wichtig. Doch die Frischtomaten erhalten Konkurrenz. durch das praktische und gut haltbare Tomatenpurée aus Europa. Weil die europäischen Staaten ihre Landwirtschaft hoch subventionieren, ist das Tomatenpurée unrealistisch billig. Die Regierung hätte zwar die Möglichkeit, importierte Nahrungsmittel mit Zöllen zu belegen. Doch die Handelspolitik ist geprägt von der Liberalisierungswelle der 90erJahre und die Länder Afrikas stehen unter dem Druck der Industrieländer, ihre Märkte zu öffnen. Ausserdem will die Regierung die städtische Bevölkerung mit tiefen Nahrungsmittelpreisen besänftigen. Für die einheimischen Bauernfamilien ist das verheerend. Holen Sie SicH Hier Den ViSumSStempel erdnüsse sind für westafrikanische Länder ein wichtiges Exportgut. Sie kommen in Europa als Speiseöl oder in Form von Salznüsschen auf den Tisch. Falls die Exporterlöse nicht direkt in den Taschen der Herrschenden landen, ermöglichen sie Investitionen für die wirtschaftliche Entwicklung. Doch weil die Preise für die landwirtschaftlichen Erzeugnisse schwanken und die Preise für die Maschinen aus dem Ausland hoch blieben, müssen sich Entwicklungs- Langfristig kostengünstiger Würden alle Umweltkosten eingerechnet, wäre der biologische Anbau die billigste Produktionsart. Noch sind Kunstdünger aus Erdöl und Elektrizität aber zu günstig, und die Verursacher müssen für die Folgen der Umweltschäden aus konventioneller Landwirtschaft nicht geradestehen. Die Kosten werden die kommenden Generationen zu tragen haben. ernährungssicherheit dank Bio Beim Bio-Landbau bleibt das Ökosystem langfristig gesund und die natürlichen Ressourcen bleiben erhalten. Dank Intensivierung und Diversifizierung kann er auch in Zukunft einen entscheidenden Beitrag zur globalen Ernährungssicherheit leisten. Hier setzt die Arbeit des Forschungsinstituts für biologischen Landbau (FiBL) und Helvetas an. Sie unterstützen Bäuerinnen und Bauern in Westafrika dabei, eine ökologische Landwirtschaft zu betreiben, die an den Klimawandel angepasst ist. Die Bauern bilden dabei Lerngemeinschaften, tauschen Wissen und Erfahrungen aus und werden aktiv in die Entwicklung angepasster Anbausysteme einbezogen. Das stärkt auch die Anerkennung der Bauern und ihrer Arbeit in der Gesellschaft. BurKinA FASo länder verschulden, um ihre Investitionen zu tätigen. Aus einer Ausbildungsbroschüre für Biolandbau in Afrika Der Bio-Landbau hat Zukunft. Wenn traditionelles Wissen mit Erkenntnissen wissenschaftlicher Forschung kombiniert wird, ermöglicht Bio den Bauernfamilien in Entwicklungsländern auf relativ einfache und kostengünstige Art, ihre Erträge im Vergleich zur traditionellen Selbstversorgungswirtschaft zu erhöhen. Unter dem Strich bringt der Bio-Landbau den Bäuerinnen und Bauern sogar ein besseres Einkommen als der konventionelle Anbau. Er bewahrt sie auch vor der Schuldenfalle. Denn viele verarmen, wenn sie Darlehen für chemische Dünger, Pestizide und patentiertes Saatgut aufnehmen müssen, die sie bei Missernten nicht zurückzahlen können. In der Hochsaison sind die einheimischen Märkte von mangos überschwemmt. Die Preise fallen in sich zusammen und die Früchte verfaulen. Eine Nahrungsmittelindustrie könnte die süsse Frucht in der Hochsaison zu Fruchtsaft oder Konserven verarbeiten und später auf den internationalen Markt bringen. Doch eine solche Industrie, die auch Arbeitsplätze böte, gibt es heute noch nicht. Datei 270 mm Datei 270 mm Tomaten werden auch in Burkina Faso angebaut. Sie werden jedoch durch billiges Tomatenpurée aus der staatlich unterstützten europäischen Landwirtschaft konkurrenziert. Erdnüsse sind ein typischer Bestandteil der afrikanischen Küche, aber auch wichtiges Exportprodukt, das im Ausland zu Speiseöl verarbeitet wird. 6 Mangos wachsen je nach Saison in grossen Mengen. Die süssen Früchte sind jedoch schwierig zu lagern und zu transportieren. Eine verarbeitende Industrie existiert kaum. 240 mm 264 mm 264 mm ist ein klassisches afrikanisches Grundnahrungsmittel, das von den Kleinbauern für den Eigenbedarf angebaut wird. Überschüsse werden auf dem lokalen Markt verkauft. 270 mm 2 Il miglio È un tipico alimento di base africano coltivato dalle famiglie di agricoltori per il proprio fabbisogno interno. La quantità eccedente viene venduta sul mercato locale. 3 I pomodori Coltivati anch’essi in Burkina Faso, devono però competere con la passata di pomodori a buon mercato dell’agricoltura europea sovvenzionata con fondi statali. 4 Le arachidi Sono una componente tipica della cucina africana, ma anche un importante prodotto d’esportazione che all’estero viene trasformato in olio commestibile. 5 Il mango Cresce in grandi quantità a seconda della stagione. I frutti dolci sono però difficili da conservare e trasportare. Non esiste un’industria di trasformazione. 270 mm 220 mm Datei 5.2_klappe_burkina_264x264_100p.pdf 112 40 112 SAFIATOU DAYAMBA (35 anni) Venditrice al mercato 20 40 CONSUMARE TUTTO O VENDERE? 1Hirse 130 220 mm 270 mm 5.2_inszen_burkina_270x270_100p.pdf 270 mm 420 mm 204 130 5.2_links_headphones_400p.pdf 1000 mm 1130 mm 1265 mm 7 «La passata di pomodori proveniente dall’Europa è molto più conveniente dei nostri pomodori». Paese: Burkina Faso Famiglia: genitori e quattro figli Lingua: francese e dioula Religione: musulmana Il viaggio più lontano: a Ouagadougou (la capitale) La figura di riferimento più importante: mia madre Idolo: Améty Meria (cantante) L’oggetto più amato: la mia borsa Passatempo preferito: ascoltare la radio, allevare le galline Il desiderio più grande: avere un negozio tutto mio e che i miei figli continuino a stare bene Piatti tipici: pappa di miglio, salsa di arachidi, okra, pomodori, spinaci, mango Bevande tipiche: sciroppo di ibisco, bevanda allo zenzero, succo di tamarindi 7 AUDIO RACCONTI Ieri ero a Diapaga al mercato e sono passata in drogheria per comprare il sapone. Indovinate cosa ho visto! Non lo indovinereste mai… Ho visto carne di pollo proveniente dall’Europa. Fresche ali di pollo bianche dall’Europa! Erano lì, sul tavolo, e non erano affatto care. In ogni caso meno care dei polli magri che sono appesi fuori al mercato, legati insieme per le zampe. «Safi», diceva il venditore – il mio nome è Safiatou Dayamba, ma tutti mi chiamano Safi. «Safi», diceva il venditore, «la gente in Europa è ricca. Mangia soltanto le parti più belle del pollo, le zampe e il petto. Il resto lo vende a noi». Ogni martedì vado al mercato. Vendo okra – è un tubero che ha radici profonde nel terreno – e pomodori. Non guadagno molto, ma quello che ricavo è tutto mio e posso comprare ciò che voglio. Prima dell’inizio dell’anno scolastico, il materiale per la scuola e l’uniforme per i bambini. Altrimenti compro cose per la casa e medicinali. I pomodori, li riunisco in piccole piramidi e li vendo a 60 franchi CFA. Però da alcuni anni al mercato si vende anche la passata di pomodori. Dalla Francia! E costa così poco che alcune donne hanno iniziato a cucinare con questa anziché con la verdura fresca. Chissà come si andrà avanti se per la gente il sapore non è più così importante. E se la passata di pomodori della Francia diventa ancora più conveniente. Finora ho sempre pensato che in Europa è tutto caro. Perché allora la passata di pomodori costa così poco? Non capisco. Ho solo paura di non riuscire più a vendere i miei pomodori se i Francesi continuano a esportare la loro passata a un prezzo così basso. I MERCATI LOCALI E IL MERCATO MONDIALE 8 In Burkina Faso i tre quarti della popolazione vive di agricoltura. Molti contadini sono allo stesso tempo consumatori degli alimenti di propria produzione e produttori per il mercato locale e regionale che però offre sempre più beni importati dai Paesi industrializzati. Questi vengono spesso sovvenzionati e costano perciò meno di quelli locali, prodotti tuttavia a condizioni effettivamente più vantaggiose. Tra gli alimenti di base, il miglio ha meno concorrenza sul mercato mondiale, ma le mutate abitudini alimentari creano non poche difficoltà ai contadini. In particolare nelle città ci si allontana sempre più dal “vecchio” miglio e si consuma il “più moderno” pane. I pomodori sono un alimento importante anche nella cucina dei burkinabé. I pomodori freschi competono con la passata di pomodori dell’Europa, pratica e facilmente conservabile. Poiché i Paesi europei sostengono fortemente l’agricoltura, la passata di pomodori è incredibilmente a buon mercato. Il governo avrebbe la possibilità di imporre dazi sui beni importati, ma la politica commerciale è influenzata dalla tendenza alla liberalizzazione degli anni Novanta e i Paesi africani sono sottoposti alle pressioni degli Stati industrializzati ad aprire i propri mercati. Inoltre il Governo vuole tranquillizzare la popolazione urbana mantenendo bassi i prezzi degli alimenti. Per le famiglie degli agricoltori locali tutto questo è devastante. Le arachidi rappresentano un importante bene di esportazione per i Paesi dell’Africa occidentale. In Europa arrivano in tavola sotto forma di olio commestibile o di noccioline salate. Quando i ricavi delle esportazioni non finiscono direttamente nelle tasche dei potenti, consentono investimenti per la crescita economica. Poiché i prezzi dei prodotti agricoli oscillano e quelli delle macchine provenienti dall’estero restano elevati, i Paesi in via di sviluppo sono costretti a indebitarsi per fare investimenti. Durante l’alta stagione i mercati locali sono inondati di mango. I prezzi crollano e la frutta marcisce. Un’industria alimentare potrebbe trasformare il frutto dolce in succhi di frutta o conserve durante l’alta stagione e in seguito portare i prodotti sul mercato internazionale. Oggi un’industria del genere, che offrirebbe anche posti di lavoro, non esiste ancora. AGRICOLTURA BIOLOGICA PER UN ECOSISTEMA SANO 9 L’agricoltura biologica rinuncia a utilizzare tecniche, concimi chimici e prodotti fitosanitari (pesticidi) dannosi per l’ambiente. Invece gli agricoltori usano in maniera ottimale le risorse locali disponibili per migliorare le prestazioni dell’intero ecosistema. Questo risparmia terreno, acqua, aria e la salute delle persone. I circuiti chiusi delle sostanze nutritive sono importanti: non ci sono malerbe o rifiuti, tutto viene riciclato. Le aziende biologiche sono spesso aziende miste; oltre ad occuparsi di campicoltura tengono anche animali. Il loro letame e liquame serve poi come concime per piante e terreni. Nella coltivazione biologica la diversità delle specie e delle varietà è essenziale. Gli agricoltori piantano molte piante allo stesso tempo affinché si facciano ombra l’un l’altra, oppure ne piantano alcune che attirano organismi utili o allontanano organismi nocivi. Inoltre seminano numerosi frutti di terra uno accanto all’altro, in modo che il suolo rimanga fertile. A LUNGO TERMINE CONVIENE Se si tenesse conto di tutti i costi ambientali, la coltivazione biologica sarebbe il metodo di produzione più economico. I concimi artificiali ricavati da petrolio ed elettricità sono però ancora troppo convenienti. Infatti chi provoca danni ambientali all’agricoltura convenzionale non deve rispondere alle conseguenze. Saranno le generazioni future a doversene assumere i costi. La coltivazione biologica ha futuro. Combinando il sapere tradizionale e i risultati di ricerche scientifiche, il biologico permette alle famiglie di agricoltori nei Paesi in via di sviluppo di migliorare facilmente il proprio raccolto senza far fronte a costi elevati. In definitiva, la coltura biologica porta agli agricoltori maggiori entrate rispetto alla coltivazione convenzionale e li protegge anche dall’indebitamento. Difatti, molti di loro si impoveriscono se devono fare dei prestiti per acquistare concimi chimici, pesticidi e semenze brevettate, che poi non possono pagare in caso di raccolti cattivi. SICUREZZA ALIMENTARE GRAZIE AL BIOLOGICO Nell’agricoltura biologica l’ecosistema rimane in buona salute a lungo termine e le risorse naturali restano invariate. Grazie a principi come l’intensificazione e la diversificazione, questo tipo di agricoltura potrà dare anche in futuro un contributo determinante alla sicurezza alimentare mondiale. Qui inizia il lavoro dell’Istituto di ricerche dell’agricoltura biologica (FiBL) e di Helvetas, che aiutano gli agricoltori dell’Africa dell’ovest ad avvalersi di un’agricoltura ecologica che si adatti al cambiamento climatico. Gli agricoltori formano così gruppi di studio, si scambiano sapere ed esperienze e sono coinvolti attivamente nello sviluppo di sistemi di coltivazione. Questo rafforza anche il riconoscimento degli agricoltori e del loro lavoro nella società. Datei Datei 5.2_back_indien_1220x2110_400p.pdf 5.2_rechts_1110x2110_400p.pdf Ich will den Bauernfamilien zeigen, wie sie sich wehren können. » Liebstes/wichtigstes Objekt Indien Mein Kurszentrum für Bäuerinnen Familie Liebste Freizeitbeschäftigung Mit Familie und Verwandten plaudern Sprache Grösster Wunsch Hindu Dass der ursprüngliche Basmati-Reis wieder geschätzt wird statt der teuren Zuchtsorten der Konzerne Weiteste Reise Typisches Essen Religion Chennai (2500 km entfernt) Vandana Shiva (Aktivistin) Reis, Linsen, Gemüsecurry, Chilisauce, Essigfrüchte, Fladenbrot, Gurken, Tomaten. Idol, Vorbild Typisches Getränk Mahatma Gandhi Wasser, Joghurtdrink, Gewürztee Wichtigste Bezugsperson 1 6 Ehemann, 3 Kinder Hindi Wenn es nicht reicht: BleiBen oder WeGGehen? 420 mm 420 mm 3 150 270 mm 7 150 Datei Nationalität Reis ist das Grundnahrungsmittel für jeden zweiten Erdenbewohner. In Indien, dem Reisland schlechthin, kultivieren Kleinbauernfamilien den Reis zur Selbst- DaS LuKratiVe GeSchäft mit dem lAnd versorgung oder für den Verkauf. Meist wird er im Nassanbau gepflanzt – es braucht 3000 bis 5000 Liter Wasser, um ein Kilogramm Reis zu produzieren. Landesweit fördern 21 Millionen Pumpen Wasser für die Landwirtschaft, der Grundwasserpegel sinkt bedrohlich. Fruchtbarer Boden ist ein begehrtes Gut. Bevölkerungswachstum, veränderte Ernährungsgewohnheiten, die Verstädterung und das Aufkommen von Agrotreibstoffen verstärken die weilweite Nachfrage nach landwirtschaftlich nutzbarem Land und darunter liegenden Wasserquellen. In den vergangenen Jahren haben immer mehr staatliche und private Investoren damit begonnen, in anderen Staaten grosse Landflächen zu pachten oder zu kaufen. Solche transnationalen Landgeschäfte werden als «Land Grabbing» («An-sich-Reissen von Land») bezeichnet. Viele indische Kleinbauernfamilien besitzen kein eigenes Land. Sie bezahlen einen Pachtzins und müssen teures Saatgut, Kunstdünger und Pestizide kaufen. Viele Bauern bleiben und nehmen Kredite auf. So sind die meisten schon vor der Aussaat verschuldet. Um die Schulden auf den Termin zurück- 9 8 zuzahlen, müssen sie die schlechten Preise akzeptieren, die ihnen von den Aufkäufern bezahlt werden. So deckt der Erlös die Ausgaben nicht. – In 4 Indien sind die Selbstmorde von hoch verschuldeten Bauern zu einem landesweiten Problem geworden. rücksichtslose Deals Sei es für die Produktion von Nahrungsmitteln, schnellwachsenden Hölzern und Agrotreibstoffen oder als reines Anlageobjekt: Im Rahmen grosser Deals wurden seit dem Jahr 2000 weltweit über 70 Millionen Hektar Ackerland verpachtet oder verkauft – eine Fläche fast 17 Mal so gross wie die Schweiz. Rund die Hälfte davon entfällt auf Afrika. Und das sind nur die gesicherten Zahlen. Manche Schätzungen gehen von einer drei Mal so grossen Fläche aus. Die Investoren kommen dabei aus aller Welt. Wichtigste Akteure sind die USA, Malaysia, Grossbritannien, China und die Arabischen Emirate. In Ostafrika finden sich allerdings auch Investoren aus der Schweiz, aus Deutschland und Österreich. Das grosse Problem dabei: Die Deals zwischen ausländischen Investoren und nationalen Regierungen werden oft über die Köpfe der lokalen Bevölkerung hinweg abgeschlossen, ohne Rücksicht auf bestehende Eigentums- und Nutzungsrechte. Kleinbauern und Nomaden verlieren so den Zugang zu Ackerund Weideland und damit ihre Lebensgrundlage. Andere Bäuerinnen und Bauern, die ihr Land verloren haben, gehen und arbeiten als tagelöhner. Sie verdingen sich als Erntehelfer oder Wanderarbeiterinnen, sind dabei viele Stunden unterwegs, arbeiten mal hier mal dort und finden an vielen Tagen keine Arbeit. Die Löhne genügen nicht, um eine Familie zu ernähren, und so müssen auch die Kinder mitverdienen. Wer krank ist oder wer einen Unfall hat, verdient nichts. In den Städten Indiens findet ein wirtschaftlicher Aufschwung statt. Es ist dort eine Mittelschicht enstanden, die gut ausgebildet und sehr wohlhabend ist. Auf dem Land bleiben die Leute arm. Deshalb gehen viele Bauernfamilien und suchen das Glück in der Stadt. Doch die meisten müssen sich dort ins Holen Sie SicH Hier Den ViSumSStempel Heer der Arbeitslosen einreihen. Andere suchen im Ausland nach Arbeit, z.B. als Bauhandlanger oder als Haushaltshilfe. inDien Für innovative Bauern- oder Landlosenfamilien gibt es eine Alternative: 2 7 bleiben und ideen entwickeln. Mit «Riverbed farming», mit gemeinschaftlichen Saatgutbanken oder mit der Umstellung auf Bioproduktion. Beim «Riverbed farming» werden während der Trockenzeit die freiliegenden, opfer und täter zugleich Für Indien etwa sind gegenwärtig Landverkäufe und -verpachtungen an ausländische Investoren von über 200‘000 Hektar dokumentiert. Davon entfallen allein 194‘000 Hektar auf eine aber feuchten Teile eines Flussbetts genutzt, um Gemüse anzupflanzen. Gemeinschaftliche Saatgutbanken geben Kleinbauern kostenlos traditionelle Reissamen ab. Im Norden des Landes unterstützt Helvetas die Umstellung auf Bioproduktion und Trockenanbau. Die in Genossenschaften organisierten 1330 mm Datei Datei 270 mm 380 mm 380 mm Kredite aufnehmen Gehen und als Tagelöhner arbeiten Gehen und das Glück in der Stadt suchen Bleiben und Ideen entwickeln Viele Kleinstbauern kaufen Saatgut, Dünger und Pestizide auf Kredit und geraten in eine hoffnungslose Schuldenspirale. Die Grossgrundbesitzer brauchen Tagelöhner, doch sie zahlen so wenig, dass kaum die Reisekosten gedeckt sind. Wer auf dem Land keinen Ausweg mehr sieht, zieht auf der Suche nach Arbeit in eine Stadt oder ins Ausland – meist ohne Erfolg. In der Trockenzeit geben die Flüsse weite Teile des Flussbetts frei. Mit «Riverbed farming» können Landlose die Restfeuchtigkeit des Untergrunds nutzen und Gemüse anpflanzen. 264 mm SE IL DENARO NON BASTA: RESTARE O ANDARE VIA? 1Bleiben und 2 Restare e contrarre prestiti Molti piccoli agricoltori comprano a credito sementi, fertilizzanti e pesticidi e finiscono in una spirale di debiti senza speranza. 3 Andare via e lavorare come braccianti I latifondisti hanno bisogno di braccianti, ma pagano così poco che i lavoratori riescono appena a coprire le spese di viaggio. 4 Andare via e cercare fortuna in città Chi in campagna non vede più via d’uscita, si sposta in cerca di lavoro in città o all’estero, in genere senza successo. 5 Restare e sviluppare nuove idee Nella stagione secca vengono liberate lunghe parti dei letti dei fiumi. Con il progetto «Riverbed farming» (coltivare nel letto del fiume) i senza terra possono sfruttare l’umidità residua nel sottosuolo e coltivare verdura. 6 270 mm 270 mm 5.2_inszen_indien_270x270_100p.pdf 270 mm 150 SUDHA RAO (55 anni) Agronoma «Voglio mostrare alle famiglie di agricoltori come possono difendersi». Paese: India Famiglia: marito e tre figli Lingua: hindi Religione: indù Il viaggio più lontano: a Chennai (distante 2 500 km) La figura di riferimento più importante: Vandana Shiva (attivista) Idolo: Mahatma Gandhi L’oggetto più amato: il corso di formazione per contadine Passatempo preferito: chiacchierare con la mia famiglia e i miei parenti Il desiderio più grande: che il riso basmati originario venga di nuovo apprezzato al posto delle costose varietà di coltivazione dei complessi industriali Piatti tipici: riso, lenticchie, curry alle verdure, salsa al chili, frutta sott’aceto, focaccia, cetrioli, pomodori Bevande tipiche: acqua, bibita allo yogurt, tè alle spezie 264 mm 7 150 270 mm 150 Datei 5.2_klappe_indien_264x264_100p.pdf 204 40 20 AUDIO RACCONTI 204 270 mm Hi, mi chiamo Sudha Rao e sono agronoma nello Stato federale indiano di Andhra Pradesh. Qui vivono molte famiglie di agricoltori povere. Si possono permettere appena il pasto quotidiano e in più forse una camicia nuova o un nuovo sari. Anche i miei genitori sono contadini e se qualcuno avesse predetto che la loro figlia un giorno avrebbe studiato all’università non ci avrebbero creduto. Sono stata fortunata, una professoressa mi ha aiutata ad avere una borsa di studio. All’inizio degli studi tutti dicono di voler lavorare in campagna, formare i contadini e aiutarli a lottare per i loro diritti. Poi però la maggior parte degli studenti rimane in città, trova un posto di lavoro sicuro nell’amministrazione e gode di tutte le comodità che la città può offrire. Io invece lavoro lì da dove provengo, dai piccoli agricoltori. Mostro loro come migliorare la produzione di riso e commercializzare meglio questo prodotto. E li incoraggio a difendersi contro gli usurai, i latifondisti e i politici corrotti. Non diventerò ricca facendo questo. Al contrario. Ho i potenti contro e una volta – nell’occupazione di un terreno – sono stata arrestata e trattenuta in carcere per due settimane. Quello che mi aiuta nel mio lavoro è il pensare al mio grande esempio Mahatma Ghandi, il quale ha portato l’India all’indipendenza attraverso la resistenza non violenta. Non sono come lui, no, questo non lo pretendo. E non confronto i miei successi con i suoi. Ma con l’occupazione della terra abbiamo perlomeno ottenuto che tutte le piccole aziende agricole hanno adesso un contratto di proprietà. Ora sui loro appezzamenti di terra coltivano biologicamente il riso basmati tradizionale. Una parte va al fabbisogno personale, l’altra al commercio equo in Europa. 20 40 150 australische Jatropha-Plantage für die Produktion von Agrotreibstoffen. Kritiker werfen der indischen Regierung vor, die Rechte der Einheimischen ungenügend zu schützen und sprechen von einem regelrechten Krieg gegen die Bauern. Tatsächlich ermächtigt ein Gesetz aus dem Jahr 1894 den indischen Staat, private Landbesitzer zu enteignen und die Landrechte neu zu vergeben. Dabei fällt den Behörden nicht selten ein satter Gewinn zu. Bedeutender ist allerdings die eigene aktive Rolle Indiens beim Land Grabbing. Das aufstrebende Schwellenland gehört mit knapp zwei Millionen Hektar in Afrika und Südostasien mittlerweile zu den zehn grössten Landkäufern und -pächtern Bauern und Bäuerinnen in Nordindien protestieren gegen die Enteignung ihres Landes. weltweit. Kleinbauern können ihren hochwertigen Basmatireis zu fairen Preisen in die Schweiz liefern, wo er bei Coop verkauft wird. 5 1000 mm 1000 mm ohne Boden kein einkommen 5.2_links_headphones_400p.pdf Sudha Rao (55 Jahre) Agronomin 270 mm « 5.2_ausziehtafeln_565x545_100p.pdf Datei 5.2_links_1110x2110_400p.pdf 8 SENZA TERRA NESSUNA ENTRATA Il riso è l’alimento di base per una persona su due. In India, il Paese del riso per eccellenza, le famiglie di piccoli agricoltori coltivano il riso per il proprio approvvigionamento o per la vendita. Di solito viene piantato in coltivazione allagata – per produrre un chilo di riso servono 3 000 – 5 000 litri d’acqua. In tutto il Paese sono necessarie 21 milioni di pompe d’acqua per l’agricoltura e il livello dell’acqua freatica scende minacciosamente. Molte famiglie indiane di piccoli agricoltori non possiedono alcun appezzamento di terra. Pagano un canone d’affitto e sono costrette a comprare a caro prezzo sementi, concimi e pesticidi. Molti contadini restano e contraggono prestiti. Così la maggior parte di loro è indebitata già prima della semina. Per pagare in tempo i debiti, devono accettare i prezzi svantaggiosi che vengono pagati loro dagli accaparratori. Il ricavo perciò non copre le spese. Oggi in India i suicidi dei contadini fortemente indebitati rappresentano un grave problema diffuso in tutto il Paese. Altri contadini che invece hanno perso il proprio terreno lasciano il luogo d’origine e lavorano come braccianti. Donne e uomini prestano servizio come braccianti, sono in viaggio per molte ore, sono una volta qua e una volta là e spesso non trovano neanche lavoro. Gli stipendi non sono sufficienti per mantenere una famiglia e perciò anche i bambini devono contribuire al sostentamento. Chi si ammala o chi ha un infortunio non guadagna e non riceve niente. Nelle città indiane si sta verificando un progresso economico. Qui è nato un ceto medio che ha una buona formazione ed è molto benestante. In campagna invece la gente resta povera. Molte famiglie di agricoltori perciò si spostano e cercano fortuna in città. La maggior parte deve farsi largo fra la moltitudine di disoccupati. Altri cercano lavoro all’estero, per esempio come manovali gli uomini o come collaboratrici domestiche le donne. Per le famiglie di agricoltori e di senza terra più innovative vi è un’alternativa: restare in India e sviluppare nuove idee attraverso il «Riverbed farming», il banco collettivo di sementi o la produzione biologica. Nel «Riverbed farming» durante la stagione secca vengono utilizzate le parti libere e umide del letto del fiume per coltivare le verdure. Nei banchi collettivi di sementi invece i piccoli agricoltori ricevono gratuitamente i tradizionali semi di riso. Nel nord del Paese Helvetas sostiene il passaggio alla coltivazione biologica e con minor spreco d’acqua. I piccoli agricoltori organizzati in cooperative possono fornire alle Coop svizzere il loro eccellente riso basmati a prezzi equi. 9 OTTIMI AFFARI CON I TERRENI I terreni fertili sono un bene molto richiesto. La crescita demografica, le cambiate abitudini alimentari, l’urbanizzazione e la nascita degli agrocarburanti rafforzano la domanda mondiale di terreni a uso agricolo con le sottostanti fonti idriche. Negli anni passati sempre più investitori statali e privati hanno iniziato a prendere in affitto o ad acquistare grandi terreni in altri Stati. Questo modo di fare affari a livello internazionale è chiamato «Land Grabbing» («appropriarsi un terreno»). FARE AFFARI SENZA SCRUPOLI Che sia per la produzione di prodotti alimentari, per alberi a crescita rapida e agrocarburanti oppure come bene d’investimento: dal 2000, nel quadro di questi grandi investimenti (o deal) sono stati affittati o venduti oltre 70 milioni di ettari di terreno coltivato, ossia una superficie di quasi 17 volte più grande della Svizzera, quasi la metà in Africa. E queste sono solo le cifre conosciute e sicure. Alcuni stimano che la superficie sia tre volte superiore a quella comprovata. Per questo tipo di commercio gli investitori arrivano da tutte le parti del mondo. Fra gli attori principali ci sono gli USA, la Malesia, la Gran Bretagna, la Cina e gli Emirati Arabi. Nell’Africa dell’ovest ci sono però anche investitori svizzeri, tedeschi o austriaci. Il problema sta nel fatto che i deal fra gli investitori esteri e i governi nazionali sono spesso conclusi senza tener conto della popolazione locale, senza riguardo dei diritti di proprietà e d’uso esistenti. I piccoli agricoltori e i nomadi perdono l’accesso a terreni arabili e pascoli e quindi una base vitale. VITTIMA E AUTORE DEL REATO ALLO STESSO TEMPO In India sono documentati oltre 200 000 ettari di terreno finora venduti oppure affittati a investitori esteri. Di questi 194 000 ettari fanno parte di una piantagione australiana di jatropha per la produzione di agrocarburanti. I critici rimproverano al Governo indiano di non tutelare a sufficienza i diritti dei locali e parlano di una vera guerra contro gli agricoltori. Infatti una legge del 1894 dà allo Stato indiano il diritto di espropriare proprietari terrieri privati e di assegnare nuovamente i diritti agrari. Non di rado le autorità traggono vantaggio da queste transazioni. Più importante è però il ruolo attivo dell’India nel Land Grabbing. Questo Paese di recente industrializzazione, con i suoi quasi due milioni di ettari in Africa e nel Sud-est asiatico, fa infatti parte dei dieci maggiori acquirenti e affittuari di terreni al mondo. Datei Datei 5.2_back_aethiopien_1220x2110_400p.pdf 5.2_rechts_1110x2110_400p.pdf Wassertragen ist meine wichtigste Arbeit. » Hadega Gebrehiwut (10 Jahre) Schülerin Nationalität Liebstes/wichtigstes Objekt Äthiopien Unser kleines Geisslein Familie Liebste Freizeitbeschäftigung Grosseltern, Eltern, 5 Geschwister Sprache Geissen hüten Grösster Wunsch Amharisch Heiraten und Kinder haben Religion Typisches Essen Christlich-orthodox Meine Mama Fladenbrot, Kartoffeln und Karotten, Linsen, Kohl, Fleisch, scharfe Sauce aus Bohnen, Zwiebeln und Tomaten Idol, Vorbild Typisches Getränk Meine grosse Schwester Wasser, Kaffee Weiteste Reise Nachbardorf Wichtigste Bezugsperson Welche 6 1 Gesichter hat das Wasser? Datei « 5.2_ausziehtafeln_565x545_100p.pdf Datei 5.2_links_1110x2110_400p.pdf Wasser verfügbar machen 270 mm Der Norden Äthiopiens wird immer wieder von Hungersnöten heimgesucht. Die Region ist heiss und trocken, es regnet lediglich 300 bis 500 mm 2 3 Äthiopien VerStecKteS WaSSer pro Jahr. Oft sind die Regenfälle kurz und heftig. Das Wasser kann nicht versickern, sondern fliesst auf der Oberfläche ab und reisst fruchtbare Erde 4 mit sich. Jedes Jahr verlieren die äthiopischen Bauern deshalb eine halbe Million Hektar Land. Das entspricht etwa der Fläche des Kantons Wallis. 5 Bei der Produktion von Nahrungsmitteln (und anderen Konsumgütern) wird Wasser verwendet, das dem fertigen Produkt nicht mehr anzusehen ist. Die Wissenschafter sprechen von verstecktem oder virtuellem Wasser. In der Schweiz konsumiert jede Person allein mit der Nahrung 4000 Liter verstecktes Wasser pro Tag. Rund die Hälfte davon ist auf den Fleischkonsum zurückzuführen. Denn der Anbau von Futtermitteln wie Getreide und Soja ist sehr bewässerungsintensiv. Wer auf Fleisch verzichtet, konsumiert nur etwa 2000 Liter verstecktes Wasser. Quellen trocknen zu schnell aus, Felder verdorren. Tiere müssen geschlachtet werden, weil das Futter fehlt. 9 8 Mit einer Reihe von einfachen Massnahmen hilft Helvetas, die knappen Niederschläge besser zu nutzen und die Ernährungssicherheit der Bauernfamilien zu erhöhen: Wenn in der Regenzeit eine erste Regendusche den Staub weggeschwemmt hat, fliesst von den Dächern sauberes Wasser zum trinken. Familien bauen Zisternen, um das Wasser aufzufangen und bis weit in die Trockenzeit hinein aufzubewahren. Für Frauen und Mädchen ist das eine Erleichterung. 200 Millionen Stunden, so wird geschätzt, wenden sie weltweit jeden Tag auf, um Wasser aus weit entfernten Wasserlöchern zu holen. 150 In der Umgebung der Häuser wird das abfliessende Wasser in Gräben geleitet. Die Familien bauen einfache Becken und Teiche, auf denen ein Algen- 150 teppich verhindert, dass zu viel Wasser verdunstet. Das ergibt in jeder Regenzeit bis zu 80 Kubikmeter Wasser für Gärten und kleine Felder. Holen Sie SicH Hier Den ViSumSStempel Dort wachsen Tomaten, Sonnenblumen für das Öl, Knoblauch, Kohl und Zwiebeln. Bei heftigen Regenfällen reisst zerstörerisches Wasser fruchtbare Erde mit sich. Entlang den Hängen werden kleine Mauern und Gräben gebaut, Versiegte flüsse, sinkende Wasserspiegel 70 Prozent des globalen Wasserverbrauchs geht aufs Konto der Landwirtschaft. Die intensive Bewässerung in der industriellen Landwirtschaft hat dazu geführt, dass in vielen Regionen die Grundwasserspiegel sinken, wie z.B. in Nordafrika und im nahen Osten, und Flüsse versiegen wie der gelbe Fluss in China oder der Rio Bravo in Mexiko/USA. Die Auswirkungen sind bedrohlich: Ökosysteme werden zerstört und die Selbstversorgung der Menschen mit Trinkwasser und Nahrungsmitteln ist gefährdet. ÄtHiopien die den Lauf des Wassers bremsen. Die fruchtbare Erde bleibt auf den Feldern. Das Wasser versickert und die Quellen in der Ebene führen länger Wasser. An den Hangmauern ausserhalb des Dorfes pflanzen die Bäuerinnen und Bauern Hecken mit widerstandsfähigen Pflanzen in die Steinwüste: Feigenkaktus, Salzbusch und Elefantengras. Mit ihren Wurzeln halten sie die fruchtbare Erde zusammen. Im Boden und in den Pflanzen gespeicher- 7 art und herkunft des Produkts entscheidend Die Menge des versteckten Wassers variiert nicht nur nach Produkt, sondern auch nach Anbauregion. Tomaten in holländischen Treibhäusern mit Tröpfchenbewässerung brauchen 10 Liter, in Spaniens heissem Süden sind es 85 und in Ägypten gar 230 Liter – pro Kilo. Auch bei Fleisch und Milch variiert die Menge an verstecktem Wasser je nachdem, ob die Kuh mit bewässertem Soja oder Mais aus heissen Ländern gefüttert wird, wo Wasserknappheit herrscht, oder ob die Kuh Gras von einer vom Regen bewässerten Wiese frisst. Es gibt beim Wasserverbrauch «harmlose Riesen» wie Kakao oder Vanille, die zwar viel Wasser brauchen, aber nur aus Niederschlägen. Es gibt «gefährliche Zwerge», die an sich wenig Wasser benötigen, Erdbeeren aus Südspanien etwa, die aber mit immer knapperem Grundwasser bewässert werden. Zum virtuellen Wasser gehört auch all das Wasser, das im Produktionsprozess verunreinigt wird. Deshalb hat der biologische Anbau eine bessere Wasserbilanz: Hier werden keine Pestizide verwendet, die das Grundwasser belasten. tes Wasser bleibt länger verfügbar. Die Pflanzen dienen als Futter für die Tiere. Der Feigenkaktus, der auch als Umzäunung für Weiden und Höfe Datei 1000 mm 270 mm 270 mm Gespeichertes Wasser 7 2 L’acqua da bere Se vi è una cisterna che raccoglie l’acqua piovana, le donne, più e meno giovani, possono risparmiarsi la marcia lunga ore verso la sorgente. Wo eine Zisterne das Dachwasser sammelt, können sich Frauen und Mädchen den stundenlangen Marsch zu einer Wasserstelle sparen. Wer abfliessendes Wasser in grossen Becken sammelt, kann während der Trockenzeit seine Gärten bewässern. Bei Gewittern brechen Gräben und Mauern die Wucht des abfliessenden Wassers und verhindern, dass es den frucht baren Boden wegschwemmt. Durch Bepflanzung der Böden kann er besser Wasser speichern und wird nicht erodiert. Der Feigenkaktus liefert Futter für die Tiere sowie Früchte für die Menschen; vor allem festigt den Boden mit seinem Wurzelwerk, sodass dieser mehr Wasser speichern kann. 3 L’acqua per irrigare campi e orti Chi raccoglie l’acqua corrente in grandi bacini, può irrigare il proprio orto durante i periodi di siccità. 4 L’acqua che defluisce Durante i temporali i fossati e i muri di sostegno attenuano la violenza dell’acqua che defluisce, impedendole di trascinare via il terreno fertile. 5 L’acqua immagazzinata Alcune piante come il fico d’India, che ha bisogno di poche risorse, rafforzano il terreno con le loro radici. Inoltre immagazzinano acqua e nei periodi di siccità fungono da cibo per gli animali. 6 270 mm 264 mm I MILLE VOLTI DELL’ACQUA Zerstörerisches Wasser 80 HADEGA GEBREHIWUT (10 anni) Scolara «Portare l’acqua è il mio compito fondamentale». Paese: Etiopia Famiglia: nonni, genitori e cinque fratelli Lingua: amharisch Religione: cristiano-ortodossa Il viaggio più lontano: villaggio vicino La figura di riferimento più importante: la mia mamma Idolo: mia sorella maggiore La cosa più importante: il nostro caprettino Passatempo preferito: sorvegliare le capre Il desiderio più grande: sposarmi e avere figli Piatti tipici: focaccia, patate e carote, lenticchie, cavoli, carne, salsa piccante di fagioli, cipolle e pomodori Bevande tipiche: acqua, caffè 80 270 mm 15’000 1’300 3’000 liter/kg liter/kg 225 5’000 250 140 liter/stück liter/kg liter/kg Liter/tasse liter/kg 80 Datei 5.2_klappe_aethiopien_264x264_100p.pdf 112 40 112 AUDIO RACCONTI «Alzati Hadega! Dobbiamo andare». La voce di mia madre mi sveglia dai sogni. Non voglio alzarmi. Mi giro dall’altro lato. La mamma mi prende per le spalle e mi scuote. «Alzati Hadega. Avanti, vieni!». Il mio nome è Hadega Gebrehiwut, ma tutti mi chiamano soltanto «la piccola». Non mi piace. Ho dieci anni e non voglio essere «la piccola». Mia madre mi consola: «non sei piccola, sei grande», dice. «Cosa farei senza di te?». E questo è vero, cosa farebbe senza di me e senza Seti. Seti è la mia sorella maggiore. È una testa più alta di me, ma sono forte tanto quanto lei. Solo chi è forte può portare per due ore una tanica d’acqua sulla testa. Questo è il mio compito fondamentale durante il periodo di siccità. Una volta che le sorgenti si sono prosciugate sull’altopiano, dobbiamo andare a prendere l’acqua dalla valle. Quando partiamo da casa è notte. La mamma va avanti, poi ci sono io. Seti è l’ultima. È freddino. Ho i brividi. Camminiamo velocemente per riscaldarci. Quando dopo due ore arriviamo alla sorgente, è quasi giorno. Ci sono già molte donne e ragazze di cinque villaggi diversi. Tutte donne e ragazze. Nessun uomo. Nessun ragazzo. A volte vorrei essere un ragazzo. Di solito dobbiamo aspettare molto tempo. Le donne hanno disposto le taniche in fila. Le taniche grandi per le mamme, le piccole e le medie per le ragazze. Dico sempre alla mamma che riuscirei a portare una tanica media, ma mi dà soltanto una piccola. «Dieci litri sono abbastanza», mi risponde. La via del ritorno è ovviamente più faticosa dell’andata. Camminiamo in salita e fa caldo. Quando arriviamo a casa verso le dieci, è tardi e io sono troppo stanca per andare a scuola. 204 170 264 mm 270 mm 750 mm 20 40 Datei Wasser für Gärten und Felder 70 liter/stück www.wasserfussabdruck.org 1265 mm 270 mm 5.2_inszen_aethiopien_270x270_100p.pdf Wasser zum Trinken Schweizer Verbrauch an virtuellem Wasser, das in Nahrungsmitteln steckt 4000 Liter pro Person und Jahr, davon 82% importiert dient, liefert süsse Früchte. In Kursen lernen die Frauen, die Kaktusfeigen zu Konfitüre zu kochen, die sie in die Hauptstadt verkaufen. 200 1 Der Konsum von Nahrungsmitteln, die aus wasserarmen Weltgegenden importiert werden, kann ärmere Bevölkerungsschichten ihrer Lebensgrundlage entziehen. Trotz entsprechender Bemühungen gibt es aber noch keine Gütesiegel für eine wasserschonende Produktion. 5.2_links_headphones_400p.pdf 7 hol dir hier den iMMiGrationsteMpel 8 RENDERE L’ACQUA ACCESSIBILE A TUTTI La zona settentrionale dell’Etiopia viene continuamente colpita da periodi di carestia. Il clima è molto caldo e secco, piove soltanto 300-500 mm all’anno. Spesso le piogge sono brevi e violente. L’acqua non riesce a penetrare nel terreno, ma defluisce sulla superficie e porta via con sé il terreno fertile. Ogni anno i contadini etiopi perdono perciò mezzo milione di ettari di terra. Questo corrisponde circa alla superficie del Cantone del Vallese. Le sorgenti si prosciugano troppo velocemente e i campi inaridiscono. Gli animali devono essere macellati a causa della mancanza di mangime. Con una serie di semplici misure, Helvetas aiuta a sfruttare meglio le poche precipitazioni e ad aumentare la sicurezza alimentare delle famiglie di agricoltori. Durante la stagione delle piogge, dopo che un primo scroscio ha trascinato via la polvere, dai tetti cola acqua pulita da bere. Le famiglie costruiscono le cisterne per raccogliere l’acqua e conservarla nel periodo di siccità. Per le donne e le ragazze è un sollievo. Si calcola che ogni giorno in tutto il mondo vengano impiegate 200 milioni di ore per andare a prendere l’acqua dalle sorgenti molto distanti. Nei dintorni delle case l’acqua corrente viene incanalata nei fossati. Le famiglie costruiscono bacini e stagni sui quali un tappeto di alghe impedisce che evapori troppa acqua. Questo sistema restituisce durante ogni stagione delle piogge fino a 80 metri cubi di acqua per orti e piccoli campi. Qui crescono pomodori, girasoli per l’olio, aglio, cavoli e cipolle. Durante i temporali violenti la potenza dell’acqua distruttrice trascina via con sé il terreno fertile. Lungo i pendii vengono costruiti muretti e fossati che frenano la corsa dell’acqua e il terreno fertile resta così nei campi. L’acqua penetra nel terreno e in pianura le sorgenti forniscono acqua per più tempo. Sui versanti, al di fuori del paese, i contadini piantano nei deserti rocciosi piante resistenti come il fico d’India, la salvadora persica e l’erba elefantina. Con le loro radici queste piante tengono insieme il terreno fertile. L’acqua immagazzinata nel suolo e nelle piante resta a lungo accessibile. Le piante fungono da cibo per gli animali. Il fico d‘India, che serve anche da recinzione per i pascoli e le fattorie, produce frutti dolci. Nei corsi di cucina le donne imparano a preparare marmellate di fichi d‘India che poi vendono nella capitale. 9 L’ACQUA NASCOSTA Nella produzione di prodotti alimentari (e altri beni di consumo) si utilizzata l’acqua, che però non si vede nel prodotto finito. I ricercatori parlano di acqua nascosta oppure virtuale. In Svizzera ogni persona alimentandosi consuma ogni giorno 4 000 litri d’acqua nascosta. Circa la metà di questa acqua è dovuta al consumo di carne, poiché coltivare foraggio per gli animali, come cereali e soia, necessita di molta acqua. Chi rinuncia alla carne consuma solamente circa 2 000 litri d’acqua nascosta. TIPO E ORIGINE DEL PRODOTTO SONO DETERMINANTI La quantità di acqua nascosta non varia solo da prodotto a prodotto, ma anche a seconda della regione in cui viene coltivato. I pomodori che crescono nelle serre olandesi secondo il sistema di irrigazione a goccia hanno bisogno di 10 litri d’acqua, quelli nel caldo sud della Spagna di 85 litri e in Egitto addirittura di 230 litri – al chilo. Anche per carne e latte la quantità di acqua nascosta varia. Infatti può cambiare a seconda se la mucca è nutrita con soia o mais provenienti da Paesi caldi in cui l’acqua scarseggia, oppure se mangia l’erba di un prato che è stato bagnato abbondantemente dalle piogge. Nel consumo d’acqua ci sono «giganti buoni» come il cacao e la vaniglia, che consumano molta acqua, ma che lo fanno attingendo solo dall’acqua piovana. Ci sono anche dei «piccoletti pericolosi» che invece necessitano di poca acqua per sé stessi, come le fragole della Spagna del sud, ma che sono annaffiati con acqua freatica che diventa sempre più scarsa. Anche tutta l’acqua inquinata durante il processo di produzione è considerata acqua virtuale. La produzione biologica ha un bilancio migliore per quanto riguarda l’acqua: infatti non si usano pesticidi, che inquinano l’acqua freatica. FIUMI CHE SI PROSCIUGANO E LIVELLO DELL’ACQUA CHE SI ABBASSA Il 70% del consumo d’acqua mondiale va a finire nell’agricoltura. L’irrigazione intensiva dell’agricoltura industriale ha causato l’abbassamento del livello dell’acqua freatica in molte regioni, come in Africa del Nord e nel Vicino Oriente: i fiumi si prosciugano come il Fiume Giallo in Cina o il Rio Grande in Messico/USA. Le conseguenze sono minacciose: gli ecosistemi vengono distrutti e l’autoapprovigionamento degli esseri umani con acqua potabile e prodotti alimentari è messo in pericolo. Il consumo di prodotti alimentari importati da zone del pianeta in cui l’acqua scarseggia può sottrarre risorse vitali alle fasce più povere della popolazione. Nonostante gli sforzi, non esiste ancora un marchio di qualità per una produzione acqua-friendly. CONSUMO D’ACQUA PER PRODOTTO ALIMENTARE: 1 mela 70 l, patate 250 l/kg, mais 900 l/kg, pane 1 300 l/kg, riso 3 000 l/kg, formaggio 5 000 l/kg, 1 uovo di gallina 225 l, carne di manzo 15 000 l/kg, 1 tazza di caffè 140 l, www.impronta-idrica.org Datei Datei 5.2_back_bangladesch_1220x2110_400p.pdf 5.2_rechts_1110x2110_400p.pdf Die Crevetten werden als Delikatesse verkauft. Und was haben wir davon? » Nationalität 1 6 crevetten schÄdlich? Datei Refat Jahangir (18 Jahre) Fischer Wo sind Liebstes/wichtigstes Objekt Bangladesch Familie Mein Fahrrad Liebste Freizeitbeschäftigung Eltern, 6 Geschwister Plaudern mit Freunden am Marktplatz Sprache Grösster Wunsch Bengali Moslem Ich gehe zur Mittelschule und möchte eines Tages eine besser bezahlte Arbeit Weiteste Reise Typisches Essen Nächste Küstenstadt Mein Vater Reis, Fisch, Kürbis, Spinat, Curry mit Kartoffeln und grünen Bohnen, Tomaten Idol, Vorbild Getränk Mein älterer Cousin Wasser Religion Wichtigste Bezugsperson Kurzsichtiges Gewinnstreben schädigt die umwelt Mit 250 Flüssen und 80’000 km2 Fanggründen, was zweimal der Fläche der Schweiz entspricht, ist Bangladesch ein Wasserland. Fisch deckt 70 Prozent dAs meer Als SeLBStBeDieNuNGSLaDeN des Eiweissbedarfs der Menschen. Seit einigen Jahren ist Bangladesh auch einer der weltweit grössten Erzeuger von Crevetten. Mit einer Produktion 270 mm 7 2 3 4 von 30‘000 Tonnen und Exporteinnahmen von über 300 Millionen Franken ist die Produktion dieser Delikatesse ein wichtiger Wirtschaftsfaktor geworden, 5 der einer Million Menschen Arbeit verschafft. 9 Die Meere werden wie Niemandsland behandelt, das verschmutzt und ausgebeutet werden kann. Abfälle, Überdüngung, der unkontrollierte Abbau von Bodenschätzen und Tankerunglücke beeinträchtigen das Ökosystem Meer. Und das Meer wird immer leerer. Fast überall werden mehr Fische gefangen, als durch natürliche Vermehrung nachwachsen. 8 Die Crevettenzucht belastet aber die umwelt. 190’000 Hektar wertvolle Mangroven und fruchtbares Land wurden für die Crevettenbecken geopfert. Ohne den Schutz der Mangrovenwälder vor den Küsten steigt Meerwasser weit in die Flussmündungen hinauf. Die Erträge aus dem Flussfischfang sind um 80 Prozent zurückgegangen. Auch die Erträge der Reisfelder gehen wegen der Versalzung zurück. Boden ist im dicht besiedelten Bangladesch ein knappes Gut. Im Südwesten sorgten einflussreiche Leute dafür, dass Deiche geöffnet und die Felder von Salzwasser überflutet wurden. Wegen der Versalzung der Böden gingen die Erträge der Reisfelder zurück. Das hat die Bauern vertrieben und es den Grossinvestoren ermöglicht, Becken für die Crevettenzucht zu bauen. 150 Mit Crevetten ist kurzfristig viel Geld zu verdienen. Dank Kraftfutter wachsen 150 die Tiere in 40 Tagen zu beachtlicher Grösse heran und erzielen hohe Preise. Damit sich in den dicht besetzten Becken keine Krankheiten verbreiten, werden Holen Sie SicH Hier Den ViSumSStempel pestizide oder Antibiotika eingesetzt. Teile dieses starken Cocktails gelangen in die Flüsse, Fischarten sterben aus, die Fischzucht wird ebenfalls beeinträchtigt. BAnGlADeScH Auch in der Crevettenzucht regiert der markt. Weil auch andere Länder auf Crevetten setzen, sind die Preise gefallen. In Bangladesch könnte man heute mit Reis mehr verdienen als mit Crevetten, und viele Arbeiter in der Schwimmende fabriken auf Grossfang Fisch ist zu billig, weil er «gratis» gefangen werden kann. Früher setzte die Technik dem Hochseefischfang Grenzen, man blieb in Küstennähe. Mittlerweile werden Satelliten eingesetzt, um Fischschwärme aufzuspüren. Und die Schiffe der Fischereinationen sind zu schwimmenden Fabriken ausgebaut worden, die den Fisch tonnenweise fangen und verarbeiten. «Unbrauchbare» Fische werden als sogenannter Beifang tot ins Meer zurückgeworfen. In den Netzen verheddern sich auch Delfine und Schildkröten, die darin kläglich verenden. Die Hochseeschiffe drängen immer häufiger auch in küstennahe Gewässer, wo die Holzboote der afrikanischen und asiatischen Kleinfischer nicht mit ihnen konkurrieren können. Für Letztere bleiben vielerorts nicht mehr genug Fische übrig, um davon leben zu können. Mit der modernen Hochseefischerei stieg die Entnahme enorm: 1950 wurden 20 Megatonnen (20 Milliarden Kilo) Fisch gefangen, im Jahr 2000 waren es 100 Megatonnen. Der Ertrag der industriellen Fischerei wird übrigens nur zum kleinen Teil direkt von Menschen konsumiert. Fischöl und Fischmehl werden zu Tierfutter verarbeitet und in der industriellen Hühner- und Schweinezucht eingesetzt. 100’0000 0 1900 1000 mm Datei 136 136 270 mm 270 mm PERCHÉ ALLEVARE GAMBERETTI CAUSA PROBLEMI? Markt In der Crevettenzucht werden Chemikalien eingesetzt. Das Kraftfutter für die Crevetten ist teuer geworden. Die Rückstände bleiben im Boden und vergiften Fische ebenso wie Menschen. Der Crevettenpreis fällt, weil auch andere Länder die Produktion forcieren. 264 mm 270 mm Pestizide und. Antibiotika 2 Per l’ambiente Per allevare i gamberetti sulle coste vengono disboscate preziose foreste di mangrovie; di conseguenza il terreno retrostante non è più al riparo dalle inondazioni. 3 Per il terreno I terreni inondati dall’acqua di mare si rovinano e diventano sterili. L’aumento della salinità fa allontanare dai fiumi anche i pesci. 4 Per gli esseri umani e gli animali Per allevare i gamberetti si usano pesticidi e antibiotici. I residui rimangono nel terreno e avvelenano sia i pesci che gli esseri umani. 5 Per il mercato Il foraggio è diventato costoso; allo stesso tempo il costo dei gamberetti diminuisce perché anche altri Paesi ne forzano la produzione. 6 REFAT JAHANGIR (18 anni) Pescatore «I gamberetti vengono venduti come leccornie. E quale vantaggio ne ricaviamo noi?». Paese: Bangladesh Famiglia: genitori e sei fratelli Lingua: bengali Religione: musulmana Il viaggio più lontano: nella città costiera vicina La figura di riferimento più importante: mio padre Idolo: mio cugino maggiore La cosa più importante: la mia bicicletta Passatempo preferito: chiacchierare con gli amici alla piazza del mercato Il desiderio più grande: frequentare la scuola media e avere un giorno un lavoro meglio retribuito Piatti tipici: riso, pesce, zucca, spinaci, curry con patate e fagiolini, pomodori Bevande tipiche: acqua 272 mm 264 mm 7 270 mm 1910 1920 1930 1940 1950 1960 1970 1980 1990 2000 272 mm Datei 5.2_klappe_bangladesch_264x264_100p.pdf 112 40 112 AUDIO RACCONTI Una bella giornata è una giornata in cui ho male alle braccia per aver sollevato pesi, quando i due cestini da pesca sono pieni. Una volta era quasi sempre così, dicono gli anziani. Una volta qui si catturavano i pesci a mani nude tra le mangrovie. A questo non ci credo proprio. Ma che il pescato diminuisce l’ho notato anch’io. Quando ho cominciato con la pesca, ero ancora un ragazzo. Io e mio nonno andavamo a pesca nei canali stretti attraverso le mangrovie. Ah sì, dimenticavo, mi chiamo Refat Jahangir, 18 anni, pescatore. Andavamo a pesca nei canali stretti attraverso la foresta di mangrovie. Ovunque nell’acqua vedevamo i piccoli anelli che compaiono quando un pesce sale un attimo in superficie. Era un paradiso. Poi sono arrivati gli allevamenti e le vasche di gamberetti. All’inizio tutti esultavano. Finalmente nascevano posti di lavoro. Finalmente anche il nostro villaggio poteva trarre vantaggio dal progresso. Poi hanno creato 50, 100 allevamenti e ciascuno con numerose vasche. Brulicano di gamberetti. E dato che sono così tanti, si ammalano facilmente. Per evitarlo, si somministrano loro vari antibiotici. Le mangrovie che ci avevano protetti dal mare sono state disboscate. I pesci sono scomparsi. Questa è la prima cosa che abbiamo notato. In seguito i contadini si sono lamentati che con l’alta marea l’acqua salata saliva sempre più contro corrente e rovinava i campi. E ora durante le burrasche le grandi onde colpiscono la campagna e strappano via il terreno. I gamberetti, così ho sentito, vengono venduti all’Europa come leccornie. E quale vantaggio ne ricaviamo noi? Nessuno. Noi perdiamo le risorse fondamentali per la nostra vita. I contadini perdono il terreno e i pescatori perdono i pesci. Ho anche riflettuto se abbandonare la pesca, se cercare lavoro in un allevamento di gamberetti. Non è più così facile come una volta. I primi allevamenti sono stati già chiusi. Le vasche sono contaminate dai medicinali in modo così pesante che i gamberetti ne muoiono. Mi chiedo dove sono adesso tutti quegli allevamenti di gamberetti. 204 270 mm 20 40 272 mm 1 Die Versalzung vertreibt auch die Fische aus den Flüssen. 500’0000 400’0000 200’0000 1265 mm 270 mm Datei Von Meerwasser überflutete Böden versalzen und werden dadurch unfruchtbar. 700’0000 600’0000 behandelt werden. Der Fang bringt gesunde Crevetten für den Verkauf und dazu kleine Fische für die eigene Küche. 5.2_inszen_bangladesch_270x270_100p.pdf Damit fehlen auch die Puffer, die das dahinter liegende Land vor Überflutung schützen. 800’0000 der Gewinn ist bescheidener, dafür aber dauerhafter. Die Crevetten werden weniger intensiv gefüttert und dürfen nicht mit Pestiziden oder Antibiotika 272 mm Für die Crevettenzucht an den Küsten werden wertvolle Mangrovenwälder abgeholzt. 900’0000 Wegen Überfischung wurden die Bestände so stark dezimiert, dass ab den 1990er Jahren kaum mehr Kabeljau gefangen wird. Die nachhaltige Produktion von Crevetten braucht etwas mehr Zeit, und 7 Boden fangmenge von Kabeljau, in tonnen 300’0000 Crevettenindustrie wären gerne wieder Reisbauern. Doch die Mangroven sind für immer verloren, und die Böden werden Jahre brauchen, um sich zu regenerieren. Umwelt fischbestände sind massiv bedroht Ein Viertel der Meerfische ist heute gefährdet, die Hälfte der Bestände ist so dezimiert, dass sich die Populationen nur schwer erholen. Dazu zählen Hai-Arten, Kabeljau, Heilbutt, Blauflossen-Thunfisch und Granatbarsch. Zum Schutz und zur Erholung der Bestände werden zwar internationale Fischereiabkommen ausgehandelt. Die festgelegten Fangquoten überschreiten aber regelmässig die Empfehlungen des Internationalen Rats für Meeresforschung. Ohne eine Ausweitung der Meeresschutzgebiete und Fischerei-Schutzzonen werden sich die Fischbestände nicht mehr erholen können. In der Schweiz werden jährlich 17 kg Fisch pro Kopf verzehrt. Davon werden 95 Prozent importiert. Nur 5 Prozent stammen aus einheimischen Gewässern. Organisationen wie Fair Fish empfehlen, Schweizer Fisch zu bevorzugen und bei Meeresfischen auf das MSC-Label zu achten. 5.2_links_headphones_400p.pdf « 5.2_ausziehtafeln_565x545_100p.pdf Datei 5.2_links_1110x2110_400p.pdf IL PROFITTO A BREVE TERMINE DANNEGGIA L’AMBIENTE 8 Con i suoi 360 fiumi e 80 000 km2 di fondali, che corrispondono a due volte la superficie della Svizzera, il Bangladesh è un Paese d’acqua. Il pesce copre il 70% del fabbisogno proteico delle persone. Da alcuni anni, il Bangladesh è anche uno dei maggiori produttori di gamberetti al mondo. Infatti con una produzione di 30 000 tonnellate e un utile di oltre 300 milioni di franchi dovuto all’esportazione, il commercio di questa leccornia è diventato un importante fattore economico che procura lavoro a un milione di persone. Tuttavia allevare gamberetti inquina l’ambiente. 190 000 ettari di preziose mangrovie e terre fertili sono state sacrificate per fare posto alle vasche di gamberetti. Senza la protezione delle mangrovie davanti alle coste, l’acqua di mare sale lungo le foci dei fiumi. Così il ricavato dalla pesca di fiume è diminuito dell’80% e quello dei campi di riso diminuisce a causa dell’aumento della salinità. Lo Stato del Bangladesh è densamente popolato, di conseguenza il suo terreno rappresenta purtroppo un bene limitato. A sud-ovest alcune persone più influenti hanno aperto gli argini e fatto sì che i campi fossero inondati dall’acqua marina. L’aumento della salinità ha causato una diminuzione del profitto dei campi di riso, gli agricoltori sono stati cacciati e i grandi investitori hanno potuto costruire vasche per allevare i gamberetti. Con i gamberetti si può guadagnare molto e in breve tempo. Infatti grazie al foraggio, in 40 giorni gli animali crescono considerevolmente e possono quindi essere venduti a un prezzo alto. Per contrastare le malattie nelle vasche sovraccariche di gamberetti, si usano pesticidi o antibiotici. Parte di questo cocktail letale va a finire nei fiumi, causa la morte di molte specie di pesce e allo stesso tempo ne danneggia l’allevamento. Anche nell’allevamento di gamberetti governa il mercato. Siccome anche altri Paesi puntano sul mercato dei gamberetti, i prezzi sono diminuiti. Oggi in Bangladesh con il riso si potrebbe guadagnare più che con i gamberetti e fra coloro che lavorano nell’industria dei gamberetti, molti tornerebbero volentieri alla coltivazione del riso. Purtroppo le mangrovie sono perse per sempre e i terreni avranno bisogno di anni per rigenerarsi. La produzione sostenibile di gamberetti ha bisogno di più tempo; il profitto è modesto, in compenso però duraturo. I gamberetti sono nutriti con minore intensità e non sono più curati con pesticidi o antibiotici. La pesca porta gamberetti sani destinati alla vendita e anche piccoli pesciolini per la propria cucina. 9 IL MARE È COME UN SUPERMERCATO I mari sono trattati come la terra di nessuno: tutti possono inquinarli e sfruttarli. Rifiuti, eutrofizzazione, estrazione incontrollata di minerali e catastrofi petrolifere pregiudicano l’ecosistema marino. Di conseguenza il mare è sempre più vuoto: quasi ovunque la pesca supera la capacità di riproduzione dei pesci. FABBRICHE GALLEGGIANTI E GRANDE PESCA Il pesce è troppo conveniente: può essere catturato «gratuitamente». In passato la tecnica fissava dei limiti alla pesca in alto mare, si restava piuttosto vicino alla costa; oggi invece si usano dei satelliti per rintracciare i banchi di pesce. I pescherecci sono stati trasformati in fabbriche galleggianti in cui si cattura o lavora il pesce a tonnellate. Il pesce «inutilizzabile» viene scartato e rigettato in mare senza vita. Purtroppo nelle reti restano intrappolati anche delfini e tartarughe che vanno così incontro ad una morte terribile. Le navi d’alto mare si spingono sempre più spesso verso acque vicine alla costa, dove le imbarcazioni di legno di piccoli pescatori africani e asiatici non posso certo competere con loro. Per questi, poi, in molti posti non resta più pesce a sufficienza per poter vivere. Con la pesca d’alto mare moderna la quantità di pescato è aumentata notevolmente: nel 1950 sono stati catturati 20 megaton di pesce (20 miliardi di chili), nel 2000 erano 100 megaton. Solo una piccola parte del raccolto della pesca industriale è consumato direttamente dagli esseri umani. Olio e farina di pesce vanno a finire nel cibo degli animali e sono usati per l’allevamento industriale di polli e maiali. LE RISERVE DI PESCE SONO SERIAMENTE MINACCIATE Oggi un quarto dei pesci di mare è in via di estinzione, la metà delle riserve di pesce è talmente decimata che le popolazioni ittiche possono riprendersi solo con difficoltà. Fra le varietà in pericolo ci sono diverse specie di squali, merluzzi, ippoglossi, tonni pinna blu e il pesce specchio atlantico. Per proteggere e recuperare queste riserve si negoziano accordi internazionali sulla pesca. Le percentuali di pesca stabilite oltrepassano però regolarmente le raccomandazioni del Consiglio internazionale per l’esplorazione del mare (CIEM). Se non vengono allargate le aree di protezione, le riserve di pesce non si riprenderanno mai più. In Svizzera ogni anno si consumano circa 17 chili di pesce per persona, il 95% è pesce importato, mentre solo il 5% proviene dalle nostre acque. Le organizzazioni come Fair Fish raccomandano di consumare preferibilmente pesce svizzero e di fare attenzione all’etichetta MSC quando si decide di comprare pesce di acqua salata. Datei 6.1_person_leer_1200x1150_400p.pdf VIAGGIO NEL FUTURO Lindsay Breed, (LB): Ricercatrice e capo dell’istituto «Innovation in Agriculture» presso la Corn University (USA) Materre B äuerin a f r i k a n i s ch e n tiative ent aire 205 0» ar (Senegal) auern ke i n e ch e r h e i t . » Fritz Ackermann, (FA): Agricoltore a Schleitheim SH, consigliere nazionale Claudine Materre, (CM): Politologa, agricoltrice e presidente dell’iniziativa «Sicurezza Alimentare 2050» per i piccoli agricoltori africani con sede a Dakar (Senegal) FC: C’è un mediatore, per caso? LB: Magari prima di cominciare presentiamoci brevemente. Allora, io sono Lindsay Breed, alcuni di voi forse conoscono il mio nuovo libro «Come sfamare 9 miliardi di persone». Nel 2050 saremo in 9 miliardi e non vogliamo certo che qualcuno patisca la fame. FA: A noi interessa parlare degli 8 milioni di abitanti in Svizzera. E del mantenimento delle aziende contadine. Ma permettetemi di presentarmi: Fritz Ackermann, agricoltore e consigliere nazionale. Arrivo adesso da una sessione della Commissione che si occupa di agricoltura del Consiglio nazionale in cui abbiamo... FC: Per favore, solo una breve presentazione! Mi chiamo François Commercier. La Agrotrading SA, la nostra ditta commerciale, fornisce prodotti alimentari a chi ne ha bisogno. Questo è il nostro contributo all’alimentazione mondiale. CM: Di quali prodotti alimentari si tratta? FA: Cereali, frutta, verdura, foraggio per animali e carne. CM: Ali di pollo e orecchie di maiale. La carne che nessuno vuol mangiare in Europa. FA: C’è qualcosa di sbagliato? CM: Certo. I nostri agricoltori ... LB: Per favore si presenti! CM: Sì, scusate. Claudine Materre. La nostra associazione «Sicurezza Alimentare 2050» vuole sostenere i milioni di piccoli agricoltori in Africa. Saranno loro a nutrire il nostro continente. FC: Al momento queste piccole aziende producono alimenti soltanto per la propria famiglia. Quando ci riescono. Però, mi chiedo, chi deve sfamare tutti gli abitanti delle città? Carri bovini trainati da buoi e falci non sono certo sufficienti! Per farlo sono neces- 1150 mm François Commercier, (FC): CEO Agrotrading SA, Ginevra, Segretario del gruppo di interesse «Grain, Brain and Freetrade» (GBFT) sarie grandi aziende, impianti di irrigazione, prodotti chimici. E l’ingegneria genetica. CM: Le vostre grandi aziende rubano terra e acqua alle aziende più piccole. Producono per dieci, forse vent’anni, costi quel che costi. E poi i terreni si impoveriscono. Duri come la pietra. Un semideserto. FA: Nella nostra fattoria ci occupiamo di agricoltura da 300 anni e ancora oggi abbiamo un gran bel raccolto. FC: Più che altro un raccolto che costa! In Svizzera per i prodotti alimentari pago di più di qualsiasi altro posto in Europa. Noi possiamo fornirvi gli stessi prodotti a un prezzo molto più vantaggioso. Ovunque. CM: Per le piccole aziende agricole è disastroso. Mais dagli USA. Pomodori dall’Europa. E noi sovvenzioniamo tutto ciò. I nostri piccoli agricoltori non possono certo competere con prezzi del genere. FC: Cosa c’è di sbagliato se una mamma africana desidera acquistare per la propria famiglia alimenti che siano il più economici possibile e se questi vengono da un altro Paese? François Commerci CEO Agrotrading SA, Genf Sekretär der Interessensgruppe «Grain, Brain and Free Trade» «Der globale Handel schafft günstige Preise für alle.» 1150 mm Discussione: come possiamo sfamare 9 miliardi di persone entro il 2050? LB: Economici. Giusto. Però abbiamo già visto tutti come possono esplodere i prezzi del mercato mondiale e poi restare alti per mesi. Lì la mamma africana non ha scampo. Per sicurezza alimentare s’intende un’altra cosa. FC: Con il commercio si generano incassi. Questi soldi vengono investiti. La produzione aumenta. Si produce di più, in genere anche per il mercato locale. FA: La sicurezza alimentare esiste dove le aziende agricole producono per il mercato regionale. Come è il caso per la Svizzera. Possiamo farlo perché il prezzo delle importazioni viene aumentato in dogana. Senza questa protezione doganale anche la Svizzera sarebbe inondata da prodotti alimentari sovvenzionati e a buon mercato. FC: Però questo costa miliardi a contribuenti e consumatori. Nella ricca Svizzera possiamo permetterci questo lusso. Gli agricoltori che producono per il mercato locale sono destinati a fallire! CM: Le nostre aziende agricole spariscono a causa della concorrenza da parte dei Paesi industrializzati dove l’agricoltura è sovvenzionata. Questo è un fatto. Dobbiamo proteggere la nostra agricoltura. Solo in questo modo è possibile combattere la fame. FA: L’agricoltura non può essere semplicemente lasciata al mercato libero. L’alimentazione non è un lusso, ma un diritto dell’uomo. E la produzione alimentare necessita di protezione e linee guida da parte dello Stato. CM: La politica internazionale non lo vuole. I Paesi ricchi pensano solo a se stessi. Ma noi cosa vogliamo per il futuro? Una grande agricoltura che funzioni con il minor numero possibile di lavoratori? O piuttosto una rete di aziende familiari che garantisca un reddito a molte persone? FC: Per l’amor del cielo! Dove vive? Il mondo è diventato un grande paese. La concorrenza crea novità ben gradite. E lei vuole di nuovo alzare muri e proteggere artificialmente i piccoli agricoltori. Così non progrediremo mai. FA: Finora ce la siamo cavata. FC: E allora da dove arriva la soia che il signor Ackermann dà ai suoi manzi da ingrasso? Dal Brasile o dall’Argentina. E chi la porta in Svizzera? Il commercio mondiale libero! FA: Erba e fieno da soli non bastano. Ecco perché acquistiamo foraggio per animali. Che alternativa abbiamo? Dobbiamo mangiare meno carne? FC: A casa mia mangiamo carne solo una volta a settimana. Mia moglie è vegetariana. LB: Le statistiche mostrano che il consumo di carne mondiale non diminuisce, anzi aumenta. Tutte le persone che in India, Cina e Brasile riescono ad uscire dalla povertà vogliono più carne. Dobbiamo proibirglielo? CM: Proibire no, però si può vendere a un prezzo più alto. Per 1 chilo di carne di manzo ci vogliono 10 chili di mangime. Quindi la carne è un prodotto alimentare lavorato. È davvero troppo a buon mercato. FC: (Con Peter W.) Non in Svizzera! FA: L’allevamento moderno di animali in Svizzera ha il suo prezzo. LB: Mi sembra più importante sapere di quanta ricerca abbia bisogno l’agricoltura per nutrire il mondo anche in futuro. Abbiamo bisogno dell’ingegneria genetica? Abbiamo bisogno di pesticidi più efficaci? È Datei 6.1_p ier Claudine M a t e r r e Claudine Materre Po l i t o l o g i n und B äuerin Präsidentin der a f r i k a n i s ch e n Kleinbauern-Initiative «Sécurité Aliment aire 205 0» mit Sitz in Dak ar (Senegal) Politologin und Bäuerin Präsidentin der afrikanischen Kleinbauern-Initiative «Sécurité Alimentaire 2050» mit Sitz in Dakar (Senegal) «Ohne Kleinbauern ke i n e E r n ä h r u n g s s i ch e r h e i t . » «Ohne Kleinbauern keine Ernährungssicherheit.» Fritz Ackermann Lindsay Breed Forscherin Leiterin des Instituts für «Innovation in Agriculture» an der Corn University (USA) Bauer in Schleitheim SH Schweizer Nationalrat «Lokale Nahrungsproduktion braucht staatlichen Schutz.» «Innovation garantiert gute Ernten überall auf der Welt.» necessaria un’irrigazione ad alta tecnologia? FA: Per me l’ingegneria genetica in ambito agricolo è una cosa impensabile. LB: Che cos’ha contro le varietà di cereali che sfidano il riscaldamento climatico e che hanno bisogno di meno acqua? In futuro di acqua ce ne sarà sempre meno. Perché l’ingegneria genetica non dovrebbe provvedere a produrre ortaggi con vitamine aggiuntive? FA: Tutto ciò si può ottenere anche con la coltivazione. LB: Non tutto, qui la devo contraddire. CM: Ma finora cosa ha portato l’ingegneria genetica? Un nuovo tipo di pianta sviluppata grazie a una multinazionale, resistente al pesticida della stessa multinazionale. LB: E cosa mi dice delle verdure vitaminiche? CM: Per gli agricoltori africani non è importante perché non possono permettersi la semenza. LB: Non è la ricerca ad esserne responsabile! CM: Qui dovrebbe appunto intervenire la politica internazionale e regolamentare le cose. FA: La politica però non può regolamentare tutto … CM: Ad esempio può promuovere la ricerca che è orientata specialmente a piccole aziende agricole. In questo ambito infatti c’è ancora molto da migliorare. FC: Qui per la prima volta ci troviamo d’accordo! FA: Ciò che mi dà più da pensare in tutta la faccenda dell’alimentazione sono gli sprechi. LB: Un terzo dei prodotti viene buttato op- pure marcisce nel passaggio fra terreno e consumatore. Si tratta di 1,3 miliardi di tonnellate di prodotti alimentari. Senza queste perdite già oggi si produrrebbe a sufficienza per poter nutrire tutti gli abitanti della Terra nel 2050. CM: Sprechi. Non in Africa. FA: Ogni volta che vedo cosa butta la gente nell’immondizia mi viene male. Se penso che noi durante la guerra abbiamo addirittura coltivato patate sulla piazza del Sechseläuten a Zurigo! Come contributo alla sicurezza alimentare. CM: Lo scorso autunno ho visitato il suo Paese. La frutta non viene raccolta, sui campi giacciono le carote che non rispettano gli standard. Anche questi sono sprechi. FC: Anche gli standard fanno parte della produzione razionale di prodotti alimentari. Per i bellissimi vecchi alberi che producono tipi di mele non più richiesti e per l’idillio biologico non c’è posto. LB: Sicuro di non sbagliarsi? Uno studio ha mostrato che gli agricoltori biologici chirghisi raccolgono, per ettaro, quasi tanto cotone quanto le aziende intensive australiane. FA: Anch’io sono stato educato a liberare ogni albero fino all’ultima mela. Oggi però dobbiamo lavorare in maniera razionale. FC: Vuole tornare indietro ai vecchi tempi? LB: Non si tratta di tornare indietro. FA: Dobbiamo preservare quello che c’è di buono! CM: Non tornare indietro, bensì proseguire verso nuovi valori! LB: La mentalità dell’avarizia non ci fa progredire. FA: Chi vuole continuare a mangiare con poco, rovina gli agricoltori. CM: Abbiamo bisogno di prezzi che coprano i costi per i prodotti alimentari. Non solo nell’ambito del commercio equo, in tutto il commercio. LB: Possiamo concludere dicendo che per sfamare il mondo abbiamo bisogno di agricoltori e che gli agricoltori necessitano di metodi di produzione migliori, risorse più sicure e prezzi onesti per i propri prodotti? LETTORE DEI CODICI A BARRE A FIANCO DELLA TESTA DEL PROFESSORE (PREVISIONI DEL FUTURO) Leonora Gomez, Honduras Che futuro si prospetta per Leonora Gomez? Secondo la prima ipotesi, il processo di concentrazione mondiale nel settore alimentare continuerà, con grandi piantagioni e grandi gruppi. I piccoli agricoltori non potranno effettuare gli investimenti necessari per il trattamento dei grani di cacao e saranno esclusi. In altre parole: escono dal gioco. Leonora Gomez ad esempio venderà la sua piccola piantagione a un grande proprietario terriero e i suoi figli un giorno si dovranno spostare in una baraccopoli della capitale. Fortunatamente però, è possibile osservare anche delle controtendenze, che costituiscono la base della nostra seconda ipotesi. Si parte dal presupposto che la domanda di prodotti del commercio equo e biologici aumenti così tanto che i grandi distributori dovranno reagire a questa tendenza. Per quanto riguarda il cacao per esempio, in cinquant’anni metà di tutta la merce passerà per i canali del commercio equo. Questo rafforzerà la posizione delle piccole aziende agricole: in questo modo i successori di Leonora Gomez gestiranno una piccola e redditizia piantagione di cacao e i loro figli avranno accesso a una formazione scolastica superiore. Refat Jahangir, Bangladesh Volete sapere cosa aspetta i giovani pescatori in Bangladesh? I calcoli sui modelli tracciano un’immagine negativa. Al momento nulla fa pensare che il disboscamento delle mangrovie potrà cessare. Non sono nemmeno previsti accordi vincolanti contro lo sfruttamento ittico (pesca eccessiva). In quest’ottica Refat Jahangir, così si chiama questo giovane, non ha nessun futuro come pescatore. Questa sarebbe la peggiore delle ipotesi. Tuttavia non sarebbe la prima volta nella storia dell’umanità in cui la politica reagisce a catastrofi incombenti all’ultimo momento. La comunità internazionale potrebbe giungere ad accordi vincolanti sulla protezione delle foreste e della pesca già verso la metà dei prossimi anni Venti. Se così fosse il patrimonio forestale e quello ittico si potrebbero facilmente riprendere – lo dimostrano le esperienze raccolte in Costa Rica e con la pirateria mercantile al Corno d’Africa. Se questa seconda ipotesi si verificasse, i pescatori avrebbero di nuovo una prospettiva per il futuro. Hadega Gebrehiwut, Etiopia Nel 2050 Hadega sarà nonna e potrà attingere l’acqua da una fontana nel suo paese. Solo se il Governo etiope continuerà ad interessarsi delle persone e non del proprio arricchimento personale, questo Paese caratterizzato dalla grande siccità potrà fare dei progressi. Nei prossimi decenni in Etiopia si costruirà una fitta rete di fontane e pozzi, inizialmente grazie all’aiuto di fondi dall’estero, poi con le proprie forze. Le difficoltà saranno sicuramente enormi. La popolazione crescerà ancora per alcuni decenni, tuttavia avrà sempre meno acqua a disposizione a causa del cambiamento climatico e dell’esaurimento delle riserve di acqua freatica. Se non si farà nulla per combattere il cambiamento climatico anche in Etiopia, altre parti del Paese diventeranno inabitabili. João Felipe Maria Carneiro, Brasile Che futuro si prospetta per il grande proprietario terriero brasiliano João Felipe? Manterrà la propria ricchezza e potrà accrescerla ulteriormente. I migliori esperti di agricoltura pronosticano entro il 2050 un raddoppio del consumo di carne a livello mondiale e allo stesso tempo un aumento del prezzo della carne e un bisogno crescente di alimenti per animali. Questo sviluppo è positivo per persone come João Felipe e negativo per la natura. Il dissodamento della foresta amazzonica progredisce. Il Brasile potrebbe diventare sterile. I sociologi, invece, vedono un futuro meno drammatico grazie al mutamento dei valori nelle società occidentali. Via dalla quantità, spazio alla qualità. Le persone mangiano meno, in compenso però mangiano carne di produzione ecologica; oppure diventano completamente vegetariane. Non per questo João Felipe diventerà povero: resterà una persona benestante, ma non conterà più sull’espansione della propria proprietà a scapito della foresta. John Shriver, USA Utili di speculazione nel commercio dei prodotti alimentari. Carburante dai prodotti alimentari. In futuro la politica dovrà reagire a sviluppi negativi di questo tipo. Nuove leggi regolamenteranno il commercio delle materie prime. Una minuscola tassa per ogni transazione rallenterà la negoziazione in borsa. Lo Stato non favorirà ulteriormente la promozione di agrocarburanti e il mais non finirà più nei serbatoi della benzina, bensì nei piatti della gente (a prezzo accettabile). Cosa succederebbe però se la Borsa aumentasse ulteriormente i ritmi e il potere? E se l’economia energetica dovesse puntare ancora sugli agrocarburanti? E se i grandi gruppi usando il proprio potere sul mercato alzassero i prezzi ancora di più? A quel punto tutto crollerebbe, come succede quando una giostra gira troppo velocemente. Per noi che stiamo svolgendo delle ricerche sulle tendenze future questo sarebbe un contesto interessante. Per la gente, anche per i commercianti come John Shriver, invece, sarebbe devastante. Phuyu Colque, Perù Se volessimo prevedere il futuro di Phuyu Colque, sarebbe sufficiente guardare indietro nella storia Svizzera. In passato la Svizzera contava 500 varietà di mele. Oggi in commercio se ne trovano solo circa una ventina. Le altre varietà sono sparite. Alcune si sono estinte, altre spesso sopravvivono solo grazie all’aiuto di piccole nicchie di agricoltori innovativi. Un destino simile minaccia le patate gialle, rosse e rigate di Phuyu Colque. Nei supermercati non è più possibile trovarne, in compenso c’è sempre più merce importata, e con la crescente supremazia dell’agricoltura industriale scompariranno definitivamente. Tuttavia sembra che anche il Perù stia cambiando ottica. Nei media si discute la straordinaria diversità varietale e i centri di ricerca statali e le associazioni dello sviluppo promuovono la coltivazione di vecchie varietà. Quando vogliono coltivare nuove varietà di patate che resistono al caldo, i coltivatori ricorrono a questa ricchezza. Forse un giorno i campi di Phuyu Colque potrebbero essere considerati una sorta di Arca di Noè. Sudha Rao, India Il riso è un alimento di base per tre miliardi di persone e continuerà ad esserlo anche in futuro, così dicono i dati attualmente disponibili. Inoltre una grande parte del riso sarà prodotta dai piccoli produttori di riso. Al momento sono circa il 90%. Non è però sicuro che anche in futuro i raccolti miglioreranno. Il cambiamento climatico e la scarsità d’acqua potrebbero infatti ridurre le aree coltivabili, ma ancora più delicata è la questione sociale. È un segno allarmante che in India, come succede al giorno d’oggi, ogni anno migliaia di agricoltori preferiscono suicidarsi perché non sono più in grado di pagare i debiti. Se però si riesce a dare una prospettiva futura ai piccoli agricoltori, questi potranno ancora svolgere il proprio compito nell’alimentazione mondiale. Hanno bisogno di terreni propri, di contratti di smercio equi, di consulenza e di piccoli crediti. Per Sudha Rao il lavoro non mancherà. Questo ve lo posso garantire al 100%. Safiatou Dayamba, Burkina Faso Cosa può o deve aspettarsi Safiatou Dayamba dal futuro? Dipende dal significato che avranno i mercati locali in futuro. E le ricerche non prevedono un futuro troppo roseo, ad ogni modo fino a quando i Paesi industrializzati continueranno ad investire miliardi di dollari per ridurre il costo dei propri prodotti agricoli in eccesso da immettere poi sul mercato mondiale. In questo mercato distorto le opportunità dei piccoli agricoltori, siano essi africani, asiatici o dell’America latina, svaniscono. Nessuno vorrà più acquistare i prodotti delle rivenditrici al mercato, che perderanno i propri mezzi di sostentamento. Se la globalizzazione dovesse prendere un’altra direzione, invece, la situazione che si presenterebbe sarebbe completamente diversa. Allora banane, caffè, cacao e altri prodotti continuerebbero ad essere imbarcati, per il piacere dei Paesi industrializzati e a vantaggio di quelli in via di sviluppo. Tuttavia, al fine di rispettare l’ambiente, gli alimenti di base come i pomodori, le patate o i cereali saranno prodotti lì dove vengono consumati. Si aprirebbero nuove prospettive alle piccole aziende agricole e ai mercati locali, sia nei Paesi in via di sviluppo che nel mondo industrializzato. ESPOSIZIONE – TESTO E IMMAGINI POCO MA BUONO! Quanto cibo vorresti? Un intero salmone tutto per te? Una ciotola di crema al cioccolato con panna? Gustando una torta di carote riesci a capire che forma avevano prima di cucinarle? Ha importanza se sono cresciute in un terreno sano? Il formaggio ha un sapore diverso quando conosci il pastore che ha fornito la materia prima? Pensi che un pastore guadagni quanto te? Quanto vale il suo lavoro? Se fossi a conoscenza delle terribili condizioni in cui vivono molte famiglie di coltivatori di caffè, ne berresti di meno? Oppure berresti solo caffè Fairtrade (commercio equo e solidale, n.d.t.)? Quanta scelta vuoi avere? Cinque varietà di pesce locali sono sufficienti? In quanti modi diversi sai preparare le patate o i cavoli per variare la tua alimentazione anche in inverno? Conosci la gioia dell’attesa di cogliere direttamente dal terreno le prime fragole dell’anno? Hai già preparato un risotto con i funghi che avevi raccolto personalmente? Hai già scaldato per tre volte la stessa sostanziosa zuppa? L’hai già arricchita con crostini di pane? Finisci sempre quello che hai nel piatto? La carne che mangi deve per forza essere filetto? Se sì, quanto e con che frequenza è sufficiente mangiarne? Mangi anche parti meno pregiate? Durante i pasti e in cucina quanto è importante il tempo? Dedichi molto tempo alla preparazione dei tuoi piatti? Ti capita di lasciare a mollo i fagiolini durante la notte? Perché mangiamo sempre più spesso fuori casa? Cucinare per la persona amata rende felici? Quando è stata l’ultima volta in cui ti sei sentito/a euforico/a mentre stavi mangiando? Eri da solo/a? Mangiare in compagnia è importante quanto il sale nella zuppa? L’alimentazione potrebbe essere definita il campo di battaglia della società? È sufficiente seguire principi etici solo nella vita privata? Cosa ne facciamo dei nostri principi al ristorante o al supermercato? Il movimento Slow Food si occupa di curare l’interazione sociale, il piacere del cibo e la moderazione con cui si mangia. Perché non partecipare? L’AGRICOLTURA URBANA La popolazione nelle città cresce a vista d’occhio. Procurarle i prodotti alimentari causa molto traffico, la merce arriva da sempre più lontano e non diventa più fresca, ma più cara. L’agricoltura urbana promette rimedi perché nelle città le superfici, in particolare tetti e facciate, rimangono inutilizzate. Nascono aree industriali dismesse, le chiese sono in disuso. C’è molto calore residuo. Le città hanno più varietà di specie rispetto all’agricoltura industriale. Le api di Parigi raccolgono nettare da piante ornamentali, selvatiche e utili e producono un miele eccellente per gli apicoltori. Durante la crisi immobiliare, scoppiata negli Stati Uniti nel 2008, interi quartieri cittadini si sono impoveriti. Disperati, i cittadini di molte regioni hanno creato dei giardini comuni: cibo economico, fresco e salutare, scambi sulla preparazione, movimento all’aria aperta. Al 12° piano insalata bio sterilizzata, coltivata con concime sterilizzato proveniente dal 6° piano. È poco probabile che le «vertical farms» riusciranno a conseguire utili molto alti. Da poco nell’area Dreispitz di Basilea è stata aperta una peschiera e viene coltivato un orto su un tetto. I cicli chiusi delle sostanze costituiscono un elemento importante, l’alimentazione vegetariana dei pesci proviene dalla produzione locale. Oggi il termine tedesco «Gartenrestaurant» ha un doppio significato: oltre al conosciuto «ristorante con giardino» questo termine può significare «ristorante con orto». Infatti come fanno anche alla Ziegelhütte di Zurigo, sempre più cuochi tengono un orto in cui coltivano i propri ortaggi, l’orto di erbe aromatiche è una scelta naturale. Un nuovo movimento botanico ha conquistato le città, anche in Svizzera nascono progetti di questo tipo: a Grand-Saconnex, alla periferia di Ginevra, gli abitanti del quartiere coltivano un orto in comune. Un cestino, una borsa di generi alimentari freschi direttamente dal contadino. L’agricoltura a contratto e il commercio equo sono alla pari: consumatori e produttori si mettono d’accordo e contrattano direttamente sul prezzo. I migranti mettono radici nei giardini interculturali. Svolgere insieme attività semplici e manuali permette di socializzare. Quando si mangia e si festeggia in compagnia, locali e immigrati si scambiano le proprie esperienze e culture. La città si trasforma continuamente. Soluzioni provvisorie sono il luogo adatto per creare campi di ortaggi temporanei. Qui i futuri abitanti di un centro residenziale di Zurigo imparano a conoscersi. Qualche giorno di servizio agricolo e divertimento invece del trattore: la banda della vanga della cooperativa ortofrutticola Ortoloco si occupa di vangare i campi. 200 case di Zurigo si riforniscono di verdura fresca proveniente dal campo di Dietikon. Anche nel proprio appartamento di città c’è chi dedica un piccolo spazio agli alimenti di propria produzione. Ma avete un’idea di quanto sono buoni nell’insalata i germogli coltivati personalmente? Avete un posticino sul terrazzo per far crescere i pomodori? Per le due parti «Wanzen zum Pausenkaffee» e «Wer gewinnt bei Lebensmitteln aus dem Labor» non è disponibile alcuna traduzione in italiano. Format DrucKFLäche Version s. Vermassung 8.1_postkarten_wand_EV2.indd masse E text EV V E BiLD EV V E Datei EV V E Datum EV V 11.04.2013 Helvetas ausstellung Wir essen die Welt PARETE DELLE CARTOLINE Datei 8.1_postkartenwand_1200x1910_400p.pdf 200 mm 1910 mm 2400 mm India Brasile Ciao Michela, dovresti vedere queste enormi pianure per le mandrie, Cara mamma, qui non sei mai solo, c’è un sacco di gente ovunque. oppure i chilometrici campi di soia! Nella nostra piccola Svizzera non Non mi sorprende che abbiano quasi troppa poca acqua e terra per possiamo nemmeno immaginarceli, anche se molto di quello che vie- avere cibo a sufficienza. Anche di mucche ce ne sono a bizzeffe, 1200 mm 1200 mm ne prodotto qui arriva anche da noi, da ciò che ho sentito dire. Ciao idem per concime e carburante. A presto! Adrian e a presto, Susanne Bangladesh Ciao Sonja, il Bangladesh è davvero un Paese d’acqua. Nei posti in Perù Caro Peter, qui ho scoperto come cambia il clima e quanto è impor- cui fino a due settimane fa andavo in macchina, adesso c’è un lago tante avere diverse varietà di patate – qui ce ne sono di tutti i colori enorme, è tutto allagato. In compenso però c’è anche il pesce e qui coltivano addirittura tappeti di verdure! Cheers Rolf e forme! Ciao Andrea Honduras Cara nonna, finalmente ho visto come cresce il cacao! Ha un sapore un po’ amaro, non è ancora come il cioccolato. E ho imparato che le famiglie di agricoltori del posto guadagnano di più se noi compriamo il cioccolato con il marchio Fair Trade. Cari saluti, il tuo Samuele USA Caro fratellone, qui a Chicago ho visitato la Borsa per le materie prime, dove i commercianti danno i numeri quando il prezzo sale alle stelle o scende. Dovresti venirci una volta! Qui si gestisce il commercio mondiale … cari saluti a tutta la famiglia, Sabine Burkina Faso Caro Georges, dopo il festival del film sono andato in campagna per seguire un progetto. Qui piantano diverse cose una accanto all’altra senza concimi o macchine e tutto cresce a meraviglia! Cari saluti, Christoph. Etiopia Caro papà, l’Etiopia è veramente meravigliosa! È molto più verde di quanto pensassi. Le persone del posto sono riuscite a risolvere bene il problema di come estrarre l’acqua nonostante la siccità! Ti dirò di più al mio ritorno. Baci Barbara DOGANA – BENTORNATI IN SVIZZERA Dogana: lettore del codice a barre (saluto dei funzionari): Passaporto del Brasile: Bemvindo em casa – Bentornato/a! Che bello rivederla! Immagino abbia provato migliaia di sensazioni ed emozioni diverse. I campi di soia del Brasile, la montagna di carne nei piatti – e tanto altro ancora. Racconti questa esperienza anche ad altre persone. E dica cosa noi possiamo fare per permettere alla Terra di sfamare tutti quanti. O ancora meglio: ci dica quello che lei intende fare. Nella cabina accanto può registrare un videomessaggio. Passaporto dell’Honduras: Bienvenido a casa – Bentornato/a! Che bello rivederla! Immagino abbia provato migliaia di sensazioni ed emozioni diverse. Il cacao dell’Honduras, il commercio equo con la Svizzera – e tanto altro ancora. Racconti questa esperienza anche ad altre persone … Passaporto del Perù: Bienvenido a casa – Bentornato/a! Che bello rivederla! Immagino abbia provato migliaia di sensazioni ed emozioni diverse. Le patate rosse e il cambiamento climatico dell’altopiano del Perù – e tanto altro ancora. Racconti... Passaporto degli USA: Welcome back – Bentornato/a! Che bello rivederla! Immagino abbia provato migliaia di sensazioni ed emozioni diverse. La speculazione nelle borse americane e la carestia nel Sud – e tanto altro ancora. Racconti questa esperienza anche ad altre persone … E ci dica quello che possiamo fare affinché il mondo possa sfamare tutti quanti. O ancora meglio: ci dica quello che lei intende fare. Nella cabina accanto può registrare un videomessaggio. Passaporto del Burkina Faso: Bienvenu de retour – Bentornato/a! Che bello rivederla! Immagino abbia vissuto tantissime nuove esperienze. I mercati del Burkina Faso e i pomodori francesi a un prezzo davvero conveniente – e tanto altro ancora. Racconti … Passaporto dell’Etiopia: Inquan dehna met’a – Bentornato/a! Che bello rivederla! Immagino abbia vissuto tantissime nuove esperienze. Il problema della siccità e dell’acqua dell’Etiopia, che sfinisce la popolazione – e tanto altro ancora. Racconti … Passaporto dell’India: Swagat – Bentornato/a! Che bello rivederla! Immagino abbia vissuto tantissime nuove esperienze. Il riso indiano e la terra preziosa – e tanto altro ancora. Racconti … Passaporto del Bangladesh: Shagotum – Bentornato/a! Che bello rivederla! Immagino abbia vissuto tantissime nuove esperienze. I gamberetti del Bangladesh e la pesca eccessiva – e tanto altro ancora. Racconti ... CABINA VIDEO Per la guida all’utilizzo della cabina e per gli esempi di video proiettati sullo schermo non sono disponibili traduzioni. Ma è possibile registrare un videomessaggio in un’altra lingua, purché siate in grado di capire la guida in lingua tedesco. Anche per i messaggi scritti (concorso incluso) sono disponibili solo cartoline in lingua tedesca. MA NOI COSA POSSIAMO FARE? • Acquistare prodotti alimentari regionali • prediligere prodotti di coltivazione biologica e del commercio equo • mangiare meno carne e pesce, anche il cibo vegetariano è buono e sazia • cercare di acquistare frutta e verdura stagionali • evitare gli sprechi, comprare solo ciò di cui si ha davvero bisogno e mangiare anche gli avanzi • cucinare usando prodotti freschi • mangiare con piacere e fermarsi prima di essere troppo sazio/a • bere molta acqua, direttamente dai rubinetti, la qualità migliore • informare e motivare amici a scegliere prodotti provenienti dal commercio ecquo • impegnarsi per un mondo sostenibile e giusto all’interno di un’associazione dello sviluppo o di un’organizzazione ambientalista
© Copyright 2024 Paperzz