dentistry

cosmetic
dentistry
Cosmetic Dentistry Italian Edition, anno 3, vol. 3
supplemento n. 3 di Dental Tribune Italian Edition, anno X n. 10
Ottobre 2014
_ beauty & science
3
2014
|l’intervista
Antonio Cerutti
Dal tecnicismo alla
qualità percepita dal paziente
|case
report
A biomimetic approach
|l’opinione
Il piatto... Perde
editoriale _ cosmetic dentistry
Interdisciplinare è bello,
ma con qualche avvertenza
Il tema dei trattamenti interdisciplinari in medicina e in odontoiatria è conseguenza, da un lato,
dell’evoluzione della medicina specialistica dell’ultimo secolo e, dall’altro, della ricerca scientifica, che
ha messo in luce l’interattività tra le diverse patologie, ritornando a considerare il paziente nell’interezza della sua situazione soggettiva. In odontoiatria, oltre a queste ragioni, all’avvento dell’implantologia e delle tecnologie digitali, sono progressive le richieste di un risultato anche estetico.
Patrizia Gatto
Molti studi dentistici associano oggi diversi specialisti, mentre lo studio monoprofessionale ricorre ai consulenti. Un piano di trattamento si svolge coinvolgendo il chirurgo orale, il parodontologo
e l’ortodontista, solo per citare alcuni esempi. La positività dei piani di trattamento interdisciplinari
contiene però anche una serie di rischi. I più clamorosi sono i casi di possibili richieste di risarcimento
da parte del paziente e oggi, con l’assicurazione obbligatoria del professionista, le diverse polizze
stipulate da loro.
Per evitare un fallimento clinico cito gli interessanti suggerimenti del dott. Musilli, dati durante
una conferenza a Salerno sul trattamento interdisciplinare implantologia-ortodonzia, insieme al
dott. Vaia: non si può prescindere da una conoscenza reciproca della specialità del collega; è fondamentale l’utilizzo di un linguaggio comune, per un’esatta comunicazione tra professionisti e con
il paziente.
_Patrizia Gatto
cosmetic
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03
sommario _ cosmetic dentistry
08
| editoriale
03 Interdisciplinare è bello, ma con qualche avvertenza
_P. Gatto
| aziende
_news
06 Anytime, anywhere Yvoire
Filler dermico di nuova generazione
| l’intervista
_Antonio Cerutti
08 Dal tecnicismo alla qualità percepita dal paziente,
passando dallo studio dei materiali
_P. Gatto
| speciality
_restauri in composito
10 Nuovo metodo per restauro in composito diretto
nei settori latero-posteriori
16
| case report
_biomimetic approach
22 A biomimetic approach
Interdisciplinary treatment of a patient
with 11 missing permanent teeth
_M. Jaszczak-Małkowska, J. Witanowska, M. Zadurska
| l’opinione
_manufatto protesico
31 Il piatto… Perde
_A. Puntoni
| aziende
40_news
| eventi
44_Istituto Stomatologico Toscano
46_ANDI Salerno
_L. Giachetti
| expert article
_imaging 3D
16 Comunicazione ortodontica per immagini
del terzo millennio: dal 2D al 3D
_G. Perrotti, G. Lorè, M. Politi
22
04
10
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47_IV Sirona Users Meeting
| l’editore
50_gerenza
31
44
1° annuncio
12 • 13 Dicembre 2014
Viareggio
2 INTERNATIONAL
MEETING
Lo sbiancamento dentale
fra biologia ed estetica
nd
Istituto Stomatologico Toscano
Via Aurelia, 335 - I-55043 Lido di Camaiore (Italy)
Phone +39 0584 6059888/9 - Fax +39 0584 6058716
Organizational Secretary Office
Tueor Servizi srl - Via D. Guidobono, 13 - I-10137 Torino (Italy)
Phone +39 011 3110675 - [email protected]
Istituto
Stomatologico
Toscano
aziende _ news
Anytime, anywhere Yvoire
Filler dermico di nuova generazione
DL Medica spa
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20129 Milano
Tel.: 02.762751
Fax: 02.76275300
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www.dlmedica.it
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La nuova linea filler Yvoire, creata e prodotta
nei laboratori di ricerca di LG Life Sciences, rappresenta la nuova generazione dei filler dermici a
base di acido ialuronico.
Yvoire è composto da HA cross-linked di origine non animale, prodotto mediante un processo di fermentazione microbica secondo un rigido
protocollo.
La particolare attenzione impiegata nei processi produttivi di Yvoire e i severi controlli di
qualità a cui vengono sottoposte le singole siringhe assicurano l’immissione sul mercato di un
filler di altissima qualità, in grado di soddisfare i
più restrittivi canoni di sicurezza.
L’innovazione di Yvoire deriva dalla HESH
Technology, processo mediante il quale si riesce
a ottenere la miscelazione e la stabilizzazione
dell’acido ialuronico ad alta concentrazione e
ad alto peso molecolare. Attraverso l’impiego di
questa tecnologia, Yvoire è in grado di offrire,
in un unico prodotto, l’elasticità e il potere volumizzante del filler bifasico uniti alla fluidità e
plasticità del filler monofasico.
La linea Yvoire si propone sul mercato euro-
peo con tre formulazioni differenti:
_ Classic S, indicato per impianti superficiali e medi;
_ Volume S, indicato per impianti medi e
profondi;
_Contour, indicato per impianti profondi e
periostei.
Tutte le formulazioni di Yvoire si contraddistinguono per l’eccellente morbidezza, in grado
di sorprendere anche il medico più esigente.
L’iniettabilità del prodotto è agevolata dall’introduzione della siringa COC, dal design ergonomico e unico, studiata per consentire il massimo
controllo e precisione.
L’utilizzo di aghi “Terumo thin Wall” a parete sottile, contribuisce a garantire un’omogenea
erogazione di Yvoire anche nelle condizioni più
difficili.
La gamma Yvoire è completa e versatile, studiata per supportare e soddisfare il professionista nelle diverse tipologie di intervento.
La morbidezza, l’elevata integrazione tissutale e i risultati sorprendentemente naturali rendono Yvoire un filler assolutamente rivoluzionario.
l’intervista _ Antonio Cerutti
Dal tecnicismo alla qualità
percepita dal paziente, passando
dallo studio dei materiali
_Ad Amici di Brugg 2014 la redazione di Cosmetic Dentistry ha avuto l’opportunità di intervistare il prof.
Antonio Cerutti (in foto), titolare della cattedra di Conservativa presso l’Università degli Studi di Brescia,
appassionato di odontoiatria ed estetica, medico di lunga esperienza e riconosciuto opinion leader a
livello internazionale.
Qual è la sua idea di
estetica e di conservativa?
Per parlare di estetica
oggi dobbiamo distinguere
tra parti oggettive e parti
soggettive.
Le prime sono canoni
legati alla mimesi, alla riproducibilità dell’elemento
dentale e, più in generale,
all’estetica del volto, mentre le seconde sono in connessione alla soggettività del paziente ovvero a
quello che vuole il paziente. Dobbiamo riuscire ad
associare questi aspetti, ma l’odontoiatra è portato ad affidarsi più ai primi, oltre ai canoni della
morfologia e del colore, anziché ascoltare con più
attenzione il paziente. Penso sarebbe giusto correlare questi due elementi soggettivi e oggettivi, nel
rispetto della mimesi e a ciò che somiglia all’elemento perso o che vorrebbe riacquistare.
Molti colleghi studiano il volto digitalmente, misurandolo. Questo lo ritiene oggettivo o soggettivo?
Seduti su una sedia, di fronte a uno schermo, facendo vedere al paziente il suo risultato
finale e facendogli scegliere quello che potrebbe
essere il risultato finale della sua bocca: questo
credo che abbia una valenza fondamentale. Noi
interpretiamo per i pazienti i loro desideri, ma
avere il confronto con il paziente è un atto fondamentale. Lo desidererei anch’io per me stesso
in un atto di trattamento terapeutico; credo che
sia un diritto di tutti.
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Per fare questo, però, ci vuole molto tempo. Lei, quanto tempo dedica alla parte di comunicazione iniziale?
Lo dico sempre nei miei corsi e con gli studenti: dieci minuti di colloquio iniziale per costruire
empatia, il rapporto medico-paziente alla base del
nostro lavoro, e per capire i suoi desideri. Questo
ci permette anche di dire: «Purtroppo non si può
fare», perché i desideri a volte vanno oltre possibilità terapeutiche.
In questo caso, in cui soggettivamente il
paziente ha un desiderio, come si comporta?
Lascia il paziente a un altro collega o cerca
un compromesso?
Dobbiamo trovare insieme una soluzione.
Demandare ad altri può essere una sconfitta personale. Dobbiamo capire insieme il problema e
cercare un percorso condividendo gli intenti; il paziente deve conoscere cosa lo aspetterà in un certo tipo di piano di trattamento e le difficoltà che
questo comporta. Dobbiamo assistere il paziente
nel suo percorso e prima dell’atto terapeutico. Se
possiamo previsualizzarlo, bene, ma per lo meno
dobbiamo spiegarlo.
Il dott. Spreafico, recentemente, parlando
della fase di comunicazione con il paziente e
della scelta del piano terapeutico, ha riferito
di proporre percorsi diversi a seconda delle
possibilità economiche del paziente. Cosa ne
pensa?
Penso che l’annotazione di Spreafico sia corretta. Per ragioni soggettive e non solo economiche. Per esempio, potrebbe non essere troppo
disponibile in termini di tempo o potrebbe non
essere una priorità nella sua vita, in quel momen-
l’intervista _ Antonio Cerutti
to, migliorare le proprie condizioni. Individuare insieme un piano di trattamento all’interno di tante
opzioni è corretto: riprende il concetto di ascoltare
il paziente e offrire diversi tipi di soluzioni. Non
c’è un’estetica o un piano di trattamento ideali: c’è
un’essenza, la sintesi di un percorso di conoscenza
del paziente, insieme al quale si è cercata una soluzione sostenibile sotto tutti i punti di vista.
Parliamo del fattore velocità nel piano
dei trattamenti, oggi sempre più richiesta dai
pazienti. Le moderne tecniche adesive hanno
trovato delle soluzioni in questo senso?
La variabile indipendente “tempo” è un punto
cruciale per l’odontoiatra. C’è una sola cosa che
guarisce questa variabile: la passione che mettiamo in quello che facciamo, per cui il tempo “vola”.
Ma, parlando del paziente, nelle tecniche adesive
il tempo è fondamentale. Possiamo ottimizzare la procedura, ma non prescindere dalle regole
che sono dettate dalla fisica e l’odonto-chimica,
saltando così dei passaggi fondamentali (pena
l’insuccesso a breve o futuro). Le tecniche adesive e digitali hanno cambiato modo di intervenire
e conservare il più a lungo possibile la struttura
dentale, ineguagliabile e inimitabile. La longevità
degli elementi dentali dipende tantissimo dalle
soluzioni intermedie che possiamo dare prima di
arrivare al restauro definitivo.
In alcune conferenze lei ha sostenuto
l’importanza della conoscenza di materiali, da
cui dipende un risultato predicibile.
È necessario conoscere i materiali in modo approfondito prima di utilizzarli nella propria pratica
clinica. Le nuove tecnologie ci portano sicuramente dei vantaggi, ma dobbiamo avere dei dati che
ne comprovino l’efficacia e l’efficienza. Questo
abbraccia qualsiasi specialità medica.
La conoscenza dei materiali avviene in due
modi. Uno dipende da noi, che dalla ricerca e dalla
letteratura trasferiamo nella pratica clinica la nostra conoscenza. La seconda è provare il nuovo
materiale prima di utilizzarlo con il paziente, facendo un training opportuno.
I materiali cambiano e si evolvono continuamente. Alcuni colleghi sostengono che
questo crea delle problematiche: come possiamo parlare di predicibilità e di conoscenza?
Grazie per questa domanda. In ambito di
ricerca questo ci impone delle limitazioni. Io mi
occupo anche di ricerca in vitro e quando dobbiamo fare delle valutazioni a 5 o 10 anni, spesso
il materiale studiato non esiste più in commercio.
Il dato clinico si perde se scompare il materiale, ma i principi che regolano la quotidianità rimangono un patrimonio che possiamo trasferire.
Anche se il materiale cambia, le tecniche con cui
lo applichiamo possono essere ancora valide.
Inoltre, i materiali non sono molto dissimili uno
dall’altro, anche se auspichiamo sempre un’evoluzione migliorativa degli stessi.
Alcuni colleghi dicono che tutto questo
potrebbe mettere in discussione l’evidenza
scientifica. Lei cosa ci dice a tal proposito?
Io dico sempre che in conservativa e in endodonzia – di cui mi occupo quotidianamente
nel campo della ricerca e dello studio – l’evidence based dentistry è un’impresa improba,
perché abbiamo variabili indipendenti che ci
sfuggono. Ma dico sempre anche che ciò che
conta è l’approccio al materiale, che deve essere quello del ricercatore, ovvero scettico ma
anche curioso. Suggerisco di osservare il nuovo
materiale in terza persona, non innamorarsene
se non dopo una accurata valutazione dei pregi
e dei difetti. A volte è difficile, la passione ci
trascina. Dobbiamo poi essere responsabili nei
messaggi che rilasciamo, relativi agli orientamenti scientifici. Stiamo attenti, perché poi i
nostri pazienti si aspetteranno un trattamento
di successo. Questo risultato passa attraverso
la combinazione della conoscenza del nostro
paziente, la conoscenza di quello che facciamo
e la conoscenza dei materiali.
Può darci un messaggio per i giovani?
È necessaria tanta passione per quello che
si fa, specie oggi che tutto pare più difficile e il
concetto di qualità percepita dal paziente diventa
un punto critico. Noi oggi siamo valutati con dei
parametri che non sono quelli della qualità che
sappiamo esprimere nel nostro quotidiano.
La qualità percepita è un tema poco trattato dai clinici, per lo più materia di studio
dei consulenti. Perché allora non cominciare
a presentare una casistica della qualità percepita dal paziente?
Diplomaticamente ci sta. Personalmente, mi
piace pensare che dobbiamo affrontare inevitabilmente questo argomento diventando noi stessi
pazienti. Quando entriamo nella parte del paziente, anche il lavoro del nostro collega lo percepiamo
in modo diverso e ci accorgiamo che le spiegazioni
tecniche non sono sempre di facile comprensione.
Torniamo ad essere semplici e torniamo a fare i
medici, come quello di paese, che ti conosce e ti
dedica cinque minuti per capire i tuoi desideri e
cosa vuoi dall’operatore. Lo abbiamo troppo spesso trascurato in questi anni, a favore di un tecnicismo esasperato.
_Patrizia Gatto
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speciality _ restauri in composito
Nuovo metodo per restauro
in composito diretto
nei settori latero-posteriori
Autore_L. Giachetti, Italia
_Introduzione
L’evoluzione dei materiali compositi e delle tecniche adesive ha notevolmente cambiato
l’approccio restaurativo nei settori latero-posteriori. I vantaggi di un restauro adesivo non
sono solo di natura estetica, ma sono soprattutto legati alla possibilità di conservare una
quantità maggiore di tessuto sano mantenendo
Fig. 1
Fig. 2
Fig. 1_Caso iniziale: 1.6 vecchia
amalgama da sostituire con carie
mesiale, 1.5 carie primaria distale, 1.4
vecchia amalgama da sostituire.
Fig. 2_Isolamento del campo
operatorio con diga di gomma
stabilizzata con uncino universale
SoftClamp.
Fig. 3_Situazione clinica dopo
rimozione dei restauri in amalgama. Si
proteggono gli elementi contigui con
matrici metalliche prima di abbattere
le creste marginali.
Fig. 3
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e “rinforzando” la struttura dentale residua.
Tuttavia per ottenere appieno questi vantaggi, sono necessarie procedure cliniche rigorose in grado di limitare quello che da sempre
rappresenta il principale difetto dei materiali
compositi: la contrazione da polimerizzazione e
il conseguente stress responsabile della maggior parte degli insuccessi clinici.
Lo sforzo dei produttori è indirizzato a pro-
speciality _ restauri in composito
Fig. 4_Accesso alle lesioni cariose
approssimali.
Fig. 4
durre materiali che siano sempre più semplici
da utilizzare e che allo stesso tempo siano in
grado di minimizzare le problematiche a loro
associate.
La recente introduzione del Sistema SonicFill segue questa direzione. SonicFill combina le caratteristiche di un composito a bassa
viscosità e di un composito universale. Attivando il composito con energia sonica, è possibile
riempire la cavità e adattare facilmente il materiale sfruttando l’iniziale bassa viscosità, quindi
compattare e modellare mentre il composito
modifica la sua consistenza raggiungendo una
viscosità più elevata.
I vantaggi dichiarati dal produttore sono:
_ velocità: riduzione del tempo di lavoro,
con la possibilità di realizzare singoli in-
Fig. 5
Fig. 6
Fig. 7
Fig. 8
crementi per uno spessore massimo di 5
mm ciascuno;
_ affidabilità: per la bassa contrazione e
per la buona adattabilità alle pareti cavitarie dovuta alla bassa viscosità iniziale;
_ facilità: per la possibilità di erogare il
materiale attraverso una cannula di piccolo diametro e con il controllo a pedale.
Di seguito presentiamo un caso clinico dove
sono stati realizzati restauri diretti con SonicFill
su 3 elementi del quadrante 1.
Fig. 5_Toilette cavità, rimozione
tessuto demineralizzato.
Fig. 6_Rifinitura dei margini con
inserti SonicSys.
Fig. 7_Matrici sezionali metalliche
contrapposte su 1.6 e 1.5 stabilizzate
con cuneo di legno, matrice MetaFix
All-in-One stabilizzata con cuneo di
legno su 1.4.
Fig. 8_Matrici in situ, si apprezza
l’adattamento a livello del gradino
cervicale.
_Caso clinico
Paziente di sesso maschile, livello d’igiene
orale accettabile. Nel quadrante 1 sono presenti
alcuni restauri in amalgama deteriorati con segni
d’infiltrazione marginale compatibile con l’età dei
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speciality _ restauri in composito
Fig. 9
Fig. 10
Fig. 9_Applicazione del Sistema
Adesivo Self-Etch OptiBondTM XTR –
Primer.
Fig. 10_Applicazione del Sistema
Adesivo Self-Etch OptiBondTM XTR –
Bonding.
Fig. 11_Applicazione di uno strato
sottile di composito a bassa viscosità
Premise Flowable.
Fig. 11
Fig. 12
Fig. 13
Fig. 12_Riempimento completo della
cavità OM del 1.6 con composito
SonicFill.
Fig. 13_Adattamento del materiale
in cavità con strumento CompoRoller
punta Ovale e impostazione della
modellazione con puntale a fiamma.
Fig. 14_Applicazione del composito
SonicFill nella cavità occlusale distale
alla cresta obliqua.
Fig. 14
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speciality _ restauri in composito
Fig. 15_Modellazione del composito
SonicFill con strumento Suter DD1DD2.
Fig. 16_Restauro della cavità OD del
1.5 con SonicFill applicato con un
unico apporto.
Fig. 17_Restauro della cavità OD del
1.4 con SonicFill applicato con un
unico apporto.
Fig. 15
Fig. 16
Fig. 17
Fig. 18_Caratterizzazione dei solchi
con Kolor Plus Marrone.
Fig. 19_Restauri dopo rifinitura.
Fig. 20_Restauri ultimati dopo
controllo occlusale.
Fig. 18
Fig. 19
Fig. 20
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speciality _ restauri in composito
Fig. 21
Fig. 21_Controllo a 1 settimana.
restauri e segni di usura nelle zone di contatto occlusale. Il dente 1.5 presenta carie primaria distale.
Il piano di trattamento prevede la sostituzione
dei vecchi restauri in amalgama e la terapia della
carie primaria con restauri estetici diretti in composito (Figg. 1-21).
_Conclusioni
La possibilità di riempire con un unico apporto
le cavità profonde meno di 5 mm velocizza effettivamente il lavoro di restauro.
Il composito SonicFill presenta un buon adattamento marginale e non è appiccicoso. Una volta
interrotte le vibrazioni soniche assume una consistenza ideale per la modellazione, mantenendo
facilmente la forma impostata.
Dal punto di vista estetico è forse un po’
translucente, per consentire una maggiore profondità di polimerizzazione, tuttavia è possibile
applicare dei supercolori per ottenere un restauro più naturale.
In definitiva, se i controlli a distanza dimostreranno il mantenimento dell’integrità dei margini,
potremo effettivamente affermare di aver compiuto un passo significativo verso la semplificazione delle procedure di restauro diretto con materiali compositi nei settori latero-posteriori.
I prodotti che appaiono in concomitanza con
questo articolo sono solo a scopo illustrativo
e informativo. Il loro inserimento nell’articolo
non indica l'approvazione da parte dell'autore.
_autore
Luca Giachetti, graduated in Medicine and Surgery in 1983 and specialized in Odontostomatology
in 1986 at Universityof Florence Medical School. Msc in Dental Materials in 2009 at University of
Siena Dental School. Chair of Dental Materials and Restorative Dentistry, University of Florence Dental
School. Director of post graduate courses in aesthetics and adhesive dentistry, University of Florence
DentalSchool. Dental Chief of Staff of Conservative Dentistry, Careggi Hospital-University, Italian NHS,
FlorenceHe is member of the faculty in the International PhD program: “Biotechnology and Dental
Biomaterials” at University of Siena Dental School. Associate Fellow in Education & Development,
Warwick Dentistry, The University of Warwick, Coventry, UK. He has lectured at congresses and
symposia and published on dental adhesives and composites in international dental journals. He runs a
private practice in central Florence.
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expert article _ imaging 3D
Comunicazione ortodontica
per immagini del terzo
millennio: dal 2D al 3D
Autori_G. Perrotti, G. Lorè & M. Politi, Italia
Reparto di Ortodonzia e Odontoiatria
infantile, Università degli Studi di
Milano, Clinica Odontoiatrica, IRCCS
Istituto Ortopedico Galeazzi
Fig. 1_Check-up ortodontico 2D
tradizionale.
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_Introduzione
Il mondo della comunicazione è sempre
in evoluzione: suoni, linguaggio e parole si
modificano continuamente. Negli ultimi cinquant’anni il cambiamento è stato notevole
e ha assunto grande importanza in numerosi ambiti lavorativi tra cui quello
medico-sanitario. Una buona comunicazione con il
paziente aumenta la fiducia
nei confronti del clinico, incrementa la collaborazione,
migliora il rapporto tra i due,
minimizzando le incomprensioni.
A oggi il modello di visita medica predominante è
quello patient centred, in cui
il paziente possiede un ruolo attivo interagendo con il
clinico durante l’intero iter
diagnostico e terapeutico,
affermando il suo diritto di
autodeterminazione
nelle
scelte terapeutiche prospettategli. L’utilizzo di strumenti
come computer o visualizzatori d’immagini può essere
un mezzo comunicativo molto importante che permette
al paziente di capire al meglio le proprie problematiche
e le varie opzioni terapeutiche proposte per la loro riFig. 1
soluzione.
Per comunicazione visiva si intende la
trasmissione di un messaggio tramite un’immagine (e perciò è chiamata a volte comunicazione iconica, dal greco eikon, “immagine”),
che rappresenta in maniera metaforica la realtà. La comunicazione per immagini permet-
expert article _ imaging 3D
te, quindi, di raggiungere il massimo effetto
comunicativo nel più breve tempo possibile,
grazie al suo forte potere di richiamo, alla sua
spesso immediata comprensibilità e alla facilità di memorizzazione.
Il concetto di comunicazione ha assunto
una graduale valenza in ogni ambito lavorativo.
Comunicare significa spiegare, illustrare
e rendere appetibile un prodotto per il potenziale utente. In medicina il concetto di
comunicazione si affianca a quello del consenso informato, in quanto ai fini legislativi
qualunque trattamento sanitario può essere
eseguito solo previa autorizzazione firmata
del paziente che deve essere sottoposto a terapia fisica e/o farmacologica.
È chiaro perciò che l’operatore sanitario
ha l’obbligo di spiegare al paziente la sua ma-
Fig. 2
Fig. 2_Analisi cefalometrica 3D
metodica “MP Ceph 3D”. L’analisi
cefalometrica tridimensionale ha
permesso di ottenere misure più
precise e inoltre di coinvolgere
pazienti e genitori nella diagnosi
eseguita. Ciò è reso possibile dalle
capacità comunicative intrinseche
di una ricostruzione tridimensionale,
differenti dalla classica radiografia
piana. Le problematiche del paziente
risultano più evidenti e più facili da
comprendere.
Fig. 3
lattia, comunicargli la diagnosi, prospettargli
una terapia e indicargli le prognosi e i rischi
legati al trattamento.
Anche in ortodonzia il consenso informato non deve essere ricondotto alla mera
sottoscrizione di un modulo ma è un atto
fondamentale di comunicazione fra medico e
paziente, durante il quale viene spiegato lo
stato diagnostico attuale e il piano terapeutico. La cefalometria, l’analisi dei modelli e le
foto cliniche del paziente sono gli strumenti
di comunicazione e indicano se l’ortodontista
ha elaborato una diagnosi e una terapia in
modo consapevole e in scienza e coscienza.
In ortodonzia la fase preliminare di studio di ogni singolo caso prevede, dopo la fase
anamnestica e l’esame clinico, un check-up
tradizionale basato su foto cliniche intra- ed
extra-orali, il confezionamento di modelli
studio che riproducono le arcate dentarie ed
esami strumentali quali ortopantomografia
delle arcate dentarie (OPT), teleradiografia
latero-laterale del cranio e radiografia po-
Fig. 4
stero-anteriore in casi selezionati correlati ad
analisi cefalometrica.
Questi strumenti permettono un inquadramento nosologico del paziente, sia da un
punto di vista scheletrico che dentale, una
valutazione estetica e dei rapporti occlusali
e verticali.
Tuttavia, l’esperienza clinica permette di
affermare che alla consultazione con il paziente, momento durante il quale vengono
spiegate le problematiche e le possibili scelte
terapeutiche derivanti dall’analisi effettuata,
Fig. 3_Analisi estetica tessuti
molli realizzata mediante tecnica
multiplanare e una misura angolare
per la dimensione naso-labiale.
Fig. 4_Ricostruzione tridimensionale
del paziente da esame CBCT. Le
varie strutture sono state ricreate
utilizzando diversi valori di sogliatura,
permettendo quindi di dividere i
tessuti duri (ossa e denti) da quelli
molli (cute e vie aeree). Inoltre i
software di imaging permettono di
utilizzare dei filtri come la trasparenza
rendendo così visibile dall’esterno le
componenti scheletriche profonde.
Fig. 5_Acquisizione 3D delle arcate
dentarie come file. STL in visione
frontale.
Fig. 5
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expert article _ imaging 3D
Figg. 6-9_Set-up ortodontico virtuale.
Una delle opzioni dei software 3D è
quella di poter simulare un vero e
proprio trattamento ortodontico.
Sono state eseguite le estrazioni dei
quarti superiori e inferiori (Fig. 6).
È stato eseguito un set-up virtuale
(Figg. 7-9) per la correzione della
malocclusione con arretramento
dell’arcata superiore, e chiusura
degli spazi in I Classe. È possibile
vedere la differenza tra la posizione
dei denti pre-trattamento (viola
superiormente/verdi inferiormente) e
post-trattamento (gialli). L’ipotesi di
trattamento prevede inoltre una lieve
intrusione del settore molare che
induce una rotazione della mandibola
in senso antiorario.
La rotazione mandibolare sull’asse
cerniera e la modifica del piano
occlusale permette di risolvere l’openbite: tale risultato è visibile attraverso
la sovrapposizione della mandibola
pre (arancione) e post (grigia).
La simulazione dei movimenti
dentari è eseguita con i medesimi
principi applicati alla costruzione di
un set-up su modelli in gesso con
la possibilità in più di controllare il
movimento radicolare all’interno della
componente dento-alveolare.
Fig. 8
18
Fig. 6
Fig. 7
la visualizzazione di immagini aumenta la sua
comprensione, lo rende più attivo nella programmazione della riabilitazione e più consapevole del piano terapeutico che si accinge a
iniziare.
L’avvento della TC Cone Beam (CBCT) e di
software dedicati alla rielaborazione d’immagini 3D dai dati DICOM (Digital Comunication
in Medicine) permette la valutazione della
struttura cranio-facciale nella terza dimensione.
Le scansioni di CBCT e le loro rielaborazioni sostituiscono, quando eseguite, le radiografie tradizionali nell’ambito del checkup ortodontico in casi selezionati di gravi
disgnazie, inclusioni dentarie, soprattutto nel
paziente adulto e in casi limitati alla gravità
del caso in pazienti in corso di crescita.
Lo scopo del presente articolo è mostrare
Fig. 9
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come la comunicazione per immagini con il
paziente si stia evolvendo rapidamente grazie a metodiche diagnostiche innovative che
hanno perciò due scopi: da un lato servono
per ottenere un migliore livello di accuratezza
e precisione e maggiore approfondimento nei
livelli di conoscenza dei dettagli analiticostrumentali del paziente ortodontico; dall’altro sono elementi dinamici attraverso i quali
si può elaborare un progetto virtuale che serve come base per una valutazione prognostica accurata.
Infine, lo stesso mezzo diagnostico-progettuale viene utilizzato per comunicare con
il paziente. La ricostruzione 3D dei tessuti
duri e molli del paziente, i modelli delle arcate dentarie virtuali e la fotografia tridimensionale del volto, sono i nuovi tools digitali
per l’elaborazione del piano di trattamento
expert article _ imaging 3D
nel paziente adulto. A oggi possono essere
utilizzati anche dei software tipo DSD (Digital Smile Design), un metodo semplificato per
evidenziare i problemi, e progettarne le soluzioni, prima ancora di prendere le impronte
diagnostiche. In pochissimi minuti tramite
pochi e semplici passaggi è possibile visualizzare le foto necessarie per poter diagnosticare le problematiche estetiche e progettare
le modifiche necessarie per risolvere esteticamente il caso.
È inoltre possibile eseguire, attraverso
programmi di fotoritocco, con l’innovativo
DSD (Digital Smile Design), un’elaborazione
del risultato finale, coinvolgendo in maniera
attiva il paziente durante le fasi di progettazione della riabilitazione da effettuare.
_Materiali e metodi
Al fine di ottenere un piano di trattamento ortodontico di un caso complesso di un
soggetto adulto borderline per la chirurgiaortognatica, è stata eseguita un’analisi cefalometrica 3D di tipo multiplanare sulla ricostruzione volumetrica del caso.
La progettazione virtuale del riposizionamento degli elementi dentari lungo le corticali dento-alveolari eseguita con software
Materialize Dental O&O (Leuven, Belgio) ha
permesso di eseguire un set-up ortodontico
accurato. La scelta terapeutica verso la chirurgia ortognatodontica o di solo trattamento ortodontico è stata presa dopo attento e
accurato set-up dentario.
La visualizzazione dei rapporti dentari
ottenibili tramite set-up virtuale è stata illustrata al paziente e data così una motivazione alla scelta di un trattamento ortodontico
estrattivo senza terapia chirurgica di tipo
maxillo-facciale.
È stato tuttavia proposto un trattamento
esclusivamente di tipo ortodontico associato
a estrazione di 4 elementi, grazie alla previsione del risultato ottenuta attraverso set-up
ortodontico virtuale.
Vengono proposte, inoltre, le immagini
relative alla simulazione virtuale del sorriso
a fine trattamento. Si utilizza a questo scopo
il sistema DSD (Digital Smile Design): si crea
un’analisi dettagliata con la partecipazione
attiva del paziente nello stabilire il risultato
finale anche attraverso modifiche suggerite
dal paziente stesso.
Il clinico ha il compito finale di stabilire
e spiegare al paziente la reale possibilità di
ottenere tali risultati.
_Discussione
L’utilizzo dell’imaging 3D e di software
dedicati non solo all’elaborazione d’immagini ma anche all’allestimento di un set-up
ortodontico virtuale permette una migliore
visualizzazione della problematica individuale del paziente e del trattamento proposto. Il
paziente attraverso questo tool di visualizzazione rimane notevolmente più coinvolto
nella fase consensuale, con l’esito positivo
di ottenere una maggiore collaborazione con
un minor rischio di livelli di incomprensioni e
spiacevoli fraintendimenti.
Inoltre, mediante le nuove tecnologie di
elaborazione digitale, l’ortodontista è in grado di presentare al paziente una visione del
risultato finale.
La pratica attuale prevede l’elaborazione estetica mediante l’utilizzo di programmi
di fotoritocco, con l’innovativo DSD (Digital
Fig. 10
Fig. 10_Valutazione estetica della
simmetria eseguita con KeyNote13.
Fig. 11
Fig. 12
Fig. 11_Valutazione delle proporzioni
dentali associata alla out-line del
sorriso eseguita con KeyNote13.
Fig. 12_Risultato estetico finale
virtuale eseguito con tecnica Digital
Smile Design (DSD) dove si nota la
chiusura dell’open-bite anteriore
come da progettazione nel set-up
virtuale eseguito sul rendering 3D
degli elementi dentali.
cosmetic
dentistry
3_2014
19
expert article _ imaging 3D
Smile Design), mentre il futuro sta andando
verso programmi che eseguono gli stessi passaggi in modo automatico.
La filosofia alla base di questo nuovo approccio è quella di creare e mantenere l’armonia tra il sorriso e il volto del paziente,
effettuando per prima cosa un’analisi estetica e funzionale del viso, valutando eventuali asimmetrie, e successivamente un’analisi delle componenti dentali, parodontali e
occlusali.
Il nuovo metodo diagnostico cambia il
modo di pianificare le fasi di trattamento e
aumenta il grado di accettazione da parte
del paziente. Il paziente partecipa in modo
attivo alla progettazione del suo sorriso, sapendo e vedendo quale sarà il suo risultato
finale. In questo modo migliora la comunicazione con il paziente stesso e tenendo
conto dei suoi bisogni e della sua personalità è possibile capire meglio le sue esigenze
estetiche e funzionali.
_bibliografia
1. Carrassi DA et al. Comunicazione, consuelling in
odontoiatria. Elsevier 1999.
2. Ferrario S, et al. Dal 2D al 3D nella diagnosi e pianificazione terapeutica dei canini mascellari inclusi. Ital Oral
Surg 2012.
3. Moja EA, Vegni E. La visita medica centrata sul paziente. Raffaello Cortina 2000, 42-49;53.
4. Proffit WR, Fields HW Jr., Sarver DM. Contemporary
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Restorative
Digital dentistry
Orthodontics, fourth edition. Elsevier Masson 2007.
5. Kapila S, Conley RS, Harrell WE Jr. The current status
of cone beam computed tomography imaging in orthodontics. Dentomaxillofac Radiol 2011;40:24-34.
6. Kihara T, Tanimoto K, Michida M, Yoshimi Y, Nagasaki
T, Murayama T, Tanne K, Nikawae H. Construction of
orthodontic setup models on a computer Am J Orthod
Dentofacial Orthop 2012;141:806-13.
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case report _ biomimetic approach
A biomimetic approach
Interdisciplinary treatment of a patient
with 11 missing permanent teeth
Author_Drs Magdalena Jaszczak-Małkowska, Joanna Witanowska & Małgorzata Zadurska, Poland
Figs. 1a, b_Situation before
orthodontic treatment.
Fig. 2_A pre-op panoramic
radiograph.
Fig. 1a
_The current level of technology and specialization in all areas of life allow us to assess correctly our capabilities and limitations in the treatment of our patients. We are no longer trying
to improve nature, but we are doing everything
Fig. 1b
Fig. 3a
to imitate it as perfectly as possible, drawing
from its best solutions. This is the essence of
biomimetics. It has already been applied in many
fields of science and technology, including medicine and dentistry. By applying the biomimetic
Fig. 2
Fig. 3b
Fig. 3c
Figs. 3a-c_Teeth contacts before
treatment.
Figs. 4a, b_The maxillary and
mandibular arches before treatment.
Fig. 4a
22
cosmetic
dentistry
3_2014
Fig. 4b
case report _ biomimetic approach
Figs. 5a-d_Occlusal contacts after
orthodontic treatment, showing
the rounded shape of the maxillary
incisors.
Fig. 5a
Fig. 5b
Fig. 5c
Fig. 5d
approach to the treatment of our patients, we
can achieve satisfying results aesthetically and
functionally. The aim of the biomimetic approach
is to respect nature and effect as little irreversible change as possible. It is very important for
young adult patients, whose entire lives lie before them, and has a great influence on their treatment planning, especially in patients with multiple agenesis Undoubtedly, this is a therapeutic
challenge and requires extensive knowledge,
experience and close collaboration between different specialists in dentistry.
_Case description
A 19-year-old female sought treatment at
the Department of Orthodontics at the Medical
University of Warsaw because of her congenitally
missing permanent teeth (Figs. 1a, b). During an
interview, she reported that her brother and mother also had several missing teeth. Clinical examination revealed a persistent primary maxillary
right second molar, the absence of all maxillary
premolars, two mandibular second premolars and
one mandibular incisor. A panoramic radiograph
confirmed the absence of the seven permanent
teeth above and all third molars (Fig. 2).
_Occlusal analysis
The midline of the maxillary arch did not coincide with the facial midline. The midline of the
mandibular arch could not be assessed owing to
the presence of three mandibular incisors. The lateral crossbite on the right side was present from
the lateral incisor to the last tooth in the arch.
Figs. 6a, b_Plaster models without
(a) and with the diagnostic wax-up (b).
Fig. 7_A panoramic radiograph after
implantation.
Figs. 8a-c_Delayed implantation of
the implant in region 14.
Fig. 6a
Fig. 6b
Fig. 7
Fig. 8a
Fig. 8b
Fig. 8c
cosmetic
dentistry
3_2014
23
case report _ biomimetic approach
Fig. 9a
Fig. 9b
space necessary for one premolar on each side
of the maxilla and the second premolars in the
mandible. The missing teeth were to be replaced with crowns supported by implants, while
the shape of incisors was to be changed with
veneers and direct composite.
Figs. 9a, b_Reshaping of the two
maxillary central incisors
(before and after).
Fig. 10_The prepared feldspathic
veneers for the two maxillary
lateral incisors.
_Orthodontic treatment
Fig. 10
Transverse and vertical relationships were normal
(Figs. 3a-c, 4a, b). During lateral excursions, there
was no canine guidance on both sides and traumatic occlusion was present at the second molars.
During protrusion, the incisal guidance was maintained. The incisal edges of the maxillary lateral
incisors were rounded, and midline diastemas were
present in the maxillary and mandibular arches.
_Treatment plan
Figs. 11a, b_The maxillary lateral
incisors before and immediately
after placing the veneers, with visible
gingival irritation.
Figs. 12a, b_The veneers one week
after cementation, showing perfect
gingival integration.
Combined orthodontic, prosthodontic, and
implant treatment was planned, aimed at restoring aesthetics and function with the maximum
preservation of hard tissue, while replacing the
missing teeth and reshaping the maxillary lateral incisors. It was planned to close the diastemas between the teeth, restore the midline in
both arches and canine guidance, and gain the
Fig. 11a
Fig. 11b
Fig. 12a
Fig. 12b
24
cosmetic
dentistry
3_2014
The first stage of treatment included the
orthodontic treatment to correct the lateral
crossbite, close spaces in the anterior segment
and restore coincidence between the midline of
the maxillary arch and the facial midline. The treatment plan also included restoring the coincidence between the maxillary midline and the line
between two mandibular incisors on the left side.
Therefore, two incisors were left on the right side,
whereas on the left side the canine was moved to
the position of the missing lateral incisor. Normal
intercuspation and canine guidance were achieved on both sides.
In the mandibular arch on the left side, the left
canine assumed the function of the lateral incisor
and the left premolar that of the canine. During
orthodontic treatment, the persistent primary tooth was retained, to provide additional anchorage
and to maintain the width of the alveolar process.
_Implant-prosthodontic treatment
After orthodontic treatment had been completed, a new occlusal analysis was performed
case report _ biomimetic approach
Fig. 13a
Fig. 13b
Fig. 13c
Fig. 13d
Fig. 14a
Fig. 14b
Fig. 14c
Fig. 14d
to evaluate the aesthetics and to establish the
implant-prosthodontic rehabilitation necessary. Photographs were taken at different angles
and diagnostic casts were mounted in an Artex
partially adjustable articulator (AmannGirrbach)
using the facebow registration and the centric
relation registration techniques by Dawson.
_Analysis of occlusion
and articulation
Normal occlusion was present, and incisal
and canine guidance was restored (disclusion
of posterior teeth during protrusion and laterotrusion). Normal occlusal contacts and intercuspation were present. In centric relation, no premature contacts and traumatic occlusion were
seen in articulation (centric relation = maximum
intercuspation).
No subjective or objective temporomandibular joint problems were registered. Spaces were
closed and tooth contacts were restored in the
maxillary and mandibular anterior segments.
The space necessary to restore missing teeth 24,
25 and 45 was established by orthodontic treatment. In order to restore missing tooth 14, the
Fig. 15a
space was maintained by retaining the persistent
primary molar (Figs. 5a-d).
_White and red aesthetics
About 1 mm of the incisal edges was visible
with lips in the rest position. During smiling, normal exposure of the maxillary teeth was present
and the incisal line did not follow the curvature
of the lower lip. In order to maintain the canine
guidance, elongation of the maxillary incisors
was not possible. The anterior gingival margin
line was normal.
Figs. 13a-d_The maxillary lateral
incisors without and with veneers,
showing perfect white and red
aesthetics.
Figs. 14a-d_Gingival shaping with
the healing screw and temporary
crown (a & b), zirconia abutment and
final restoration (c, d).
_Treatment plan re-evaluation
In order to establish the treatment plan and
to analyse aesthetics in the anterior segment,
the diagnostic wax-up and mock-up were created, which enable an assessment of the proportions and appearance of the final restoration in
the patient’s mouth (Figs. 6 a, b).
It was decided to recontour the mesial angles
of the maxillary central incisors with composite
and to apply two ceramic feldspathic veneers sintered on a refractory mass to the lateral incisors.
Figs. 15a-c_Teeth contacts after
prosthodontic treatment.
Fig. 15b
Fig. 15c
cosmetic
dentistry
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25
case report _ biomimetic approach
Figs. 16a, b_The maxillary and
mandibular arches after
prosthodontic treatment.
Figs. 17a, b_The modified zirconia
crown on a standard abutment – the
visible subgingival part of the crown
was not covered with the ceramic.
Fig. 18_The modified crown screwed
on to implant 14.
Figs. 19a, b_Post-op situation.
Fig. 20_Harmonous smile
after treatment.
Fig. 16a
Fig. 16b
Fig. 17a
Fig. 17b
Fig. 18
Fig. 19a
Because the patient did not agree to the
recontouring of the maxillary canines, it was
decided not to close the gaps between the maxillary lateral incisors and canines to maintain
the normal proportions between the central
and lateral incisors.
The patient is still using permanent and removable retainers The persistent primary tooth
55 was scheduled for extraction. Restoration
Fig. 19b
of all the missing premolars was planned using
implant-supported ceramic crowns.
_Implant treatment
CBCT was performed to evaluate the anatomical and surgical conditions, and to plan the
surgical treatment. Owing to sufficient height
and width of the alveolar process at the implant
sites, guided bone regeneration was not required. TSIII implants (OSSTEM; 4 mm × 10 mm S,
3.5 mm × 10 mm M) were used in regions 14 and
24, and TSII implants (OSSTEM; 3.5 mm × 10 mm
M, 3.5 mm × 10 mm M) were used in regions 35
and 45. However, delayed implantation in region
14 was performed four weeks after the extraction of tooth 55 (Figs. 7, 8a-c).
_Prosthodontic treatment
Recontouring of the central incisors was
performed using the direct method with GRADIA DIRECT composite (GC Europe) and a two-
Fig. 20
26
cosmetic
dentistry
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case report _ biomimetic approach
component adhesive system, CLEARFIL SE BOND
(Kuraray Noritake). Mesial angles were recontoured using the standard Hawe celluloid matrix system (Kerr). The composite surface was prepared
and polished using Sof-Lex discs (3M ESPE; Figs.
9a, b). The contours of the veneers for teeth 12
and 22 were checked again using a mock-up,
and then minor adjustments were performed.
Using a specially trimmed silicone mock-up, the
amount of space for the planned ceramic reconstructions was determined and the preparation
of teeth was abandoned.
Fig. 21a
Fig. 21b
Fig. 21c
Fig. 21d
Fig. 22a
Fig. 22b
After cleaning the teeth with pumice and
introducing Ultrapak #00 retraction cord (Ultradent) into the gingival sulcus, two-layer singlephase impressions were taken using polyvinyl
siloxane impression material (Bisico).
Once the final restorations had been received from the laboratory (Fig. 10), their integrity,
match to the abutments and colour were checked using a Variolink Try-in paste (Ivoclar Vivadent). The abutment surfaces were isolated with
a rubber dam and cleaned with pumice, then rinsed thoroughly with water and etched with 37%
Fig. 23a
Fig. 23b
Fig. 23c
Fig. 23d
Figs. 21a-d_Upper incisors after
finishing prosthodontic treatment and
the two years follow-up.
Figs. 22a, b_Bite after finishing
treatment and after two years, stable
functional and aesthetic result.
Figs. 23a-d_Bite after finishing
treatment and after two years, stable
functional and aesthetic result.
cosmetic
dentistry
3_2014
27
case report _ biomimetic approach
Fig. 24
Fig. 24_Pantomographic X-ray two
years after implants loading,
perfect bone stability.
phosphoric acid for 45 seconds. They were then
rinsed with water for the same period. Subsequently, Variolink Veneer light-curing adhesive
composite was applied.
Meanwhile, the inner surfaces of the veneers were etched with 7% hydrofluoric acid for 1
minute, rinsed with water and then the veneers
were placed in the ultrasonic bath for 2 minutes.
Silane (Monobond Plus, Ivoclar Vivadent) was
applied to the etched surface of the veneers,
which were then dried, and the bonding agent
(Heliobond, Ivoclar Vivadent) was applied. Vario
link Veneer in shade HV+1 was applied to the veneers’ surface and the veneers were placed on
the abutments.
Excess material was initially removed and
precured for 10 seconds. The restoration edges were smeared with glycerine gel to prevent
_about the authors
Dr Magdalena Jaszczak-Małkowska (DMD) graduated
from the Medical University of Warsaw in Poland in 1996. Until
1998, she was a collaborator with the Institute of Genetics and
Animal Breeding of the Polish Academy of Sciences. In 2008,
she obtained a certificate in Prosthodontics. She has worked
in a private practice specialising in aesthetic and prosthodontic
dentistry since 2000.
ESTEDENTICA
ul. Dobra 27/A, 00-344 Warsaw, Poland
[email protected]
Dr Joanna Witanowska (DMD) graduated from the Medical
University of Warsaw. She is a specialist in orthodontics and
a research fellow at the Department of Orthodontics at the
University. She is completing a doctoral thesis in Orthodontics.
ul. Nowogrodzka 59, 02-005 Warsaw, Poland
[email protected]
Dr Małgorzata Zadurska (DMD, PhD) graduated from the Poznan University
of Medical Sciences in Poland. She is a specialist in orthodontics and paediatric
dentistry, and Associate Professor at and head of the Department of Orthodontics
at the Medical University of Warsaw.
Nowogrodzka 59, 02-005 Warsaw, Poland
28
cosmetic
dentistry
3_2014
oxygen access and the formation of an oxygen
inhibition layer on the composite bond. Curing
was continued with an 800 mW/cm2 polymerisation lamp for 60 seconds on each surface.
Excess composite was removed with a #12 scalpel blade, and the veneers were polished with
strips and rubber polishing burs for composites.
Finally, the veneers were checked during occlusion and articulation using 14 µm articulating
paper. Corrections were made using a 45 µm
smooth diamond-coated bur on a 1:5 speedincreasing handpiece on a micromotor. The final
polishing was performed using rubber burs for
composites (Figs. 11a, b). After a week, gingival
integration with the veneers had been achieved
(Figs. 12a, 12b, 13 a-d).
After a period of healing, the emergence
profile of the implant restorations was reshaped
using crowns on temporary abutments (Figs. 14a,
b). After obtaining a satisfactory effect for implants 24, 35 and 45, permanent zirconia crowns
on standard zirconia abutments were fabricated
(Figs. 14c, 14d, 15a-c, 16a, 16b).
Owing to the thick layer of soft tissue, a modified screw-retained zirconia crown on a zirconia abutment was placed on implant 14 (Figs. 17a,
b). The emergence profile was reshaped using a
crown bonded to the standard zirconia abutment
and the crown was veneered with feldspathic ceramics only at the supragingival zone, owing to
the unavailability of individually shaped zirconia
abutments for the OSSTEM system (Fig. 18).
_Conclusion
Working with patients missing so many
permanent teeth is extremely difficult and sometimes marked with compromise. Achieving
a satisfactory result both functionally and aesthetically is possible only through the close
co-operation of specialists from various fields
of dentistry and meticulous planning from the
commencement of treatment to the final aesthetic stage (Figs. 19a, b, 20).
As I mentioned at the beginning, apart from
other crucial issues, it is important to preserve
the patient’s own tissue as far as possible, which
translates into the longevity and stability of the
restorations. The case presented demonstrates
that. We achieved satisfactory long-term aesthetic and functional results with minimum intervention.
After two years, there is perfect bone stability around the implants (Figs. 21a-d) and excellent gingival integration with the prostheses on
both the implants and the natural teeth (Figs.
22a, 22b, 23a-d, 24).
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L’approccio clinico moderno è sicuramente basato sul massimo rispetto dei
tessuti dentali sani, sull’ottenimento di un’estetica gradevole e sull’attenta gestione
dell’occlusione in modo da garantire comfort al paziente e durata dei restauri.
L’intero mercato odontoiatrico è alla ricerca di materiali e tecniche che possano
ridurre i costi del trattamento in quanto l’aspetto economico ha un peso sempre
crescente nell’accettazione dei piani di cura.In questo webinar mostreremo
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Il piatto…
Perde
_autore
Andrea Puntoni,
Laboratorio odontotecnico
Via Rodolfo Berretta 84
56023 Navacchio (PI)
[email protected]
Tel.: +39 050 760530
Autore_A. Puntoni, Italia
_Prefazione
«Lo scopo di questo articolo è quello di risvegliare l’anima nobile che risiede in noi, per applicarla
nel nostro campo professionale, che non vuole essere soltanto una produzione tecnica, ma include
anche sentimenti che suscitano le emozioni come
crescita dinamica, spesso relegata a protocolli standardizzati dogmatici e privi di sensibilità». (La creazione dentale e l’armonia di un insieme. Il viaggio,
di Giorgio Talarico e Ezio Morgante, Edizioni Quintessenza).
_Il piatto… Perde
Sguardo fisso, fiero, labbra che assaporano il
dolce del successo estetico. Decido di seguire il manufatto fino alla consegna, ho bisogno di stimoli importanti, un po’ di soddisfazione non è male!
Per dirla con Paulo Coelho «non è importante
la meta, ma il cammino» (Il cammino di Santiago).
Il viaggio è un apoteosi di sensazioni positive, traslucenze e opacità che si contrastano, assorbimenti
e riflessioni che creano il gioco di luce che ha preso
vita ed è nato proprio dalle mie mani.
Il sorriso stampato sul mio volto è il buongiorno
appena varcata la soglia dello studio odontoiatrico.
Chiara è già in poltrona e mi scruta incuriosita dalla
mia strana eccitazione. Scorgo soddisfazione anche
negli occhi e nella postura di Francesco, il clinico, che
muove l’articolatore appena estratto dal contenitore
etichettato. Il provvisorio è stato rimosso, gli elementi dentali residui preparati già detersi e pronti ad accogliere la nuova situazione estetica, in un attimo la
protesi definitiva è al suo posto.
La percezione visiva mi accompagna, mano nella
mano verso il baratro. Sottile avorio sapientemente
levigato solcato da splendide venature, nasconde
fibre legnose di tasti intervallati da diesis e bemolle
che imitano le zone interdentali che si aprono verso
le papille retratte.
Eh sì, una splendida tastiera appare non appena si solleva il coperchio e ci si sbarazza del feltro
rosso di un magnifico Steinway and sons, peccato
che il palcoscenico della chiostra dentale abbia di simile soltanto i colori e il peso della coda di questo
pianoforte non è altro che il grande fardello che mi
opprime mentre esco dalla sala operativa.
Dove sono finite tutte le straordinarie traslucenze che vedevo, i chiaro scuri che mi apparivano
muovendo il modello master sormontato dall’indice
nella consueta veste odontotecnica, la riflessione della luce era buona, segno di una mappatura
superficiale eseguita con cura, il colore appariva
gradevole, ma che cosa ho sbagliato di cosi decisamente importante?
Pian piano mi tornano alla mente le parole di
Lanfranco, Paolo, Hitoshi, Shigeo, Makoto, Yoshimi,
ma anche di Klaus, Michael, Roberto e Cristiano – «la
forma è il colore» –, scorro mentalmente tutti quei
dettagli anatomici che ho tralasciato, trascinato da
quell’entusiasmo che trasferivo al pennello e dalla
voglia di sentirmi l’artista che invece non sono.
Fortunatamente non serve esserlo, nel nostro
lavoro è solo un valore aggiunto, abbiamo un modello da copiare, dobbiamo conoscerlo molto bene per
cercare di realizzare un falso più vero possibile.
«La forma è il modo di manifestarsi della materia». (Hegel) A questo punto mi chiedo, mi serve per
fare una riflessione: “Perché di fronte a un’opera
scultorea in marmo come il Mosè di Michelangelo
Buonarroti non si percepisce come elemento di disturbo la mancanza del colore?” (Fig. 1).
Fig. 1_Il Mosè, opera in marmo di
Michelangelo Buonarroti 1513-1515
c.a. Chiesa S. Pietro in Vincoli Roma.
Fig. 1
cosmetic
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31
l’opinione _ manufatto protesico
Figg. 2a-f_Modellazione anatomica
di incisivi superiori. Rispetto dei
dettagli anatomici naturali.
32
cosmetic
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Fig. 2a
Fig. 2b
Fig. 2c
Fig. 2d
Fig. 2e
Fig. 2f
l’opinione _ manufatto protesico
L’emozione che ti avvolge è dovuta ai dettagli
anatomici, all’espressione del volto, alla fluidità della muscolatura del braccio sinistro, alla levigatezza
che mette in luce le fasce muscolari e le gonfie vene
nel tratto dal ginocchio destro, sino al piede e ti fa
dimenticare che in passato quello era soltanto un
pezzo di pietra. L’osservazione si riporta sulla totalità
dell’opera e sorprendentemente l’energia sprigionata
dalla raffigurazione si concentra nella torsione del
corpo con la spalla sinistra in posizione più avanzata
Fig. 3
Fig. 3_Torsione coronale dei due
incisivi centrali naturali. Osservare
l’andamento delle creste di sviluppo.
Fig. 4a
Fig. 4b
Figg. 4a-c_Forme geometriche
basilari: quadrangolare, ovoidale e
triangolare.
Fig. 4c
cosmetic
dentistry
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33
l’opinione _ manufatto protesico
Figg. 5a-b_La torsione coronale
in proiezione incisale. Notare
l’andamento del margine di incisura.
Figg. 6a-b_Sviluppo dei lobi o creste
buccali e traettorie cervico-incisali.
L’immagine in bianco e nero evidenzia
i dettagli.
rispetto alla destra e, viceversa, il ginocchio destro
più in alto e protruso del sinistro, il volto che rivolge
lo sguardo su una linea divergente all’asse del corpo
aumenta, in maniera esponenziale, la torsione e il potenziale espressivo di tutta l’opera (Figg. 2a-e).
È proprio su quest’ultimo, ma non per importanza, dettaglio anatomico vorrei focalizzare l’attenzione, cercando di introdurlo in quello che ogni giorno
dobbiamo realizzare e che fra tutti i dettagli anatomici è quello di cui meno si parla anche in letteratura (Fig. 3). Mi trovo a Paestum, nel 2004, dopo aver
tenuto una relazione, assisto nello stesso congresso
alla presentazione di Paolo Miceli coadiuvato nelle
fasi pratiche dal collega Beniamino Foresi, “Bengy”
per gli amici. Per la prima volta sento parlare della
torsione coronale dei canini superiori con una spiegazione precisa e dettagliata che suscita in me il desiderio di saperne di più.
Torno in laboratorio, nei giorni successivi nella
mia mente risuona come un’eco: «viste le dimensioni
del mio capo», parole usate da Paolo. Inizio a ricercare in letteratura ma poco o nulla, passo a osservare
i modelli da studio che ho selezionato negli anni e
Fig. 5a
Fig. 5b
Fig. 6a
Fig. 6b
34
cosmetic
dentistry
3_2014
giacciono sopra alla mensola di fronte al mio banco di lavoro, in quel momento uno dei clinici con cui
collaboro, in visita nel mio laboratorio per discutere
alcuni casi da realizzare, mi omaggia con degli elementi dentali naturali estratti sapendo di farmi cosa
gradita e come d’incanto inizio a tirar fuori tutti gli
elementi naturali che negli anni sono riuscito a reclutare. Inizia la fase della duplicazione, delle polveri
opacizzanti, di scatti al microscopio con i flash al posto delle fibre ottiche. Parte così la fase del “riempi
bagaglio”, ma troppe informazioni rischiano di creare
confusione, c’è bisogno della fase successiva, quella
che io chiamo di digestione e assorbimento di tutte
quelle informazioni.
La terza fase è la notifica, tutti gli appunti presi
devono essere trascritti in maniera che “noi umani”
possiamo capirli o almeno riuscire a leggerli.
Per iniziare a parlare di questo piccolissimo studio per così dire “homemade”, vorrei citare le parole
di uno dei più grandi maestri odontotecnici, Makoto
Yamamoto: «ogni elemento dentale sia esso anteriore o di occlusione, superiore o inferiore ha la propria
torsione coronale».
l’opinione _ manufatto protesico
Figg. 7a-f_Posizione, dimensione e
profondità delle vie di fuga palatali.
Fig. 7a
Fig. 7b
Fig. 7c
Fig. 7d
Fig. 7e
Fig. 7f
cosmetic
dentistry
3_2014
35
l’opinione _ manufatto protesico
Fig. 8a
Fig. 8b
Figg. 8a-b_Le vie di fuga palatali
nella modellazione in cera e cera
opacizzata con polvere dorata.
Fig. 9_Anche in visione incisale si
può notare la sporgenza della cresta
marginale disto-incisale.
Fig. 9
Parlando in questa fase del sestante superiore
non posso che partire dallo studio di J.L. Williams che
nel 1912 individuò una certa correlazione tra forma
facciale e forma dentale. Questa ricerca trovò immediata applicazione in protesi mobile ma negli anni la
stessa teoria è stata estesa anche alla protesi fissa
(Figg. 4a-c). In natura la forma triangolare presenta
una torsione coronale maggiore di quella quadrata,
sino ad arrivare alla forma ovoidale che risulta la
meno espressiva rispetto alle precedenti.
Per questo motivo prendo in considerazione la
forma che mette in risalto maggiormente questo
dettaglio anatomico. La poca conoscenza della torsione labiale degli incisivi può portare a ricostruzioni
protesiche piatte o protruse distalmente (Figg. 5a-b).
Osservando l’elemento dentale naturale in visione
36
cosmetic
dentistry
3_2014
incisale, immediata è la percezione che le creste marginali mesiale e distale abbiano due sviluppi differenti
in senso cervico-incisale (Figg. 6a-b).
La linea di transizione mesiale o lobo-mesiale
risulta più vestibolarizzata in zona cervicale e man
mano che decorre verso incisale rientra con andamento linguoverso fino ad arrivare all’apice del bordo
incisale creando con quest’ultimo un angolo abbastanza accentuato. Esiste per la torsione buccale una
stretta correlazione con le vie di fuga palatali, più o
meno accentuate a seconda della forma geometrica
di base e dalla classe masticatoria di appartenenza,
presenti sin dalla nascita dell’elemento dentale o create dall’azione masticatoria (Figg. 7a-f).
Queste zone libere sono estremamente importanti nelle traiettorie funzionali di latero-protrusione
l’opinione _ manufatto protesico
e si trovano nella zona più incisale delle creste marginali palatali, infatti, la rientranza del lobo mesiale
labiale unita al minor spazio occorrente a lasciar passare la porzione mesio-incisale dell’incisivo inferiore
del lato bilanciante durante gli spostamenti laterali
(sul lato lavorante) fa sì che la depressione a “goccia”
della via di fuga mesiale sia più piccola e meno profonda di quella distale. La cresta marginale distale ha
invece un andamento opposto alla mesiale, sì sviluppa in zona cervicale più retrusa e nel decorso verso
l’incisale si protende sempre più in senso labiale collassando lingualmente a ridosso del bordo incisale.
Questo determina un arrotondamento dello spi-
golo disto-incisale e un maggiore spazio per la via di
fuga palatale che risulta più ampia e profonda della
mesiale, considerato che si trova sulla traiettoria della
porzione disto-incisale dell’incisivo inferiore, antagonista negli spostamenti latero-protrusivi lavoranti
(Figg. 8a-b), lasciando talvolta intravedere in proiezione vestibolare la sporgenza laterale della cresta
marginale linguale (Fig. 9).
La partenza cervicale del lobo distale è determinata anche da una concavità (solco distale) di cui per
primo il maestro Yamamoto ne intuì l’importanza.
Questa depressione ha forma triangolare, si
sviluppa con la sua base dalla sella della linea cer-
Figg. 10a-d_Solco interprossimale
o approssimale e solco distale.
Conoscere e rispettare i dettagli
naturali nell’esercizio della
modellazione in cera e con ogni
materiale da rivestimento estetico.
Fig. 10a
Fig. 10b
Fig. 10c
Fig. 10d
cosmetic
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l’opinione _ manufatto protesico
Fig. 11a
Fig. 11b
Fig. 11c
Fig. 11d
C
Figg. 11a-d_Creste e solchi mesiali
e distali, l’opacizzazione superficiale
dei materiali da ricostruzione mette in
risalto ogni concavità e convessità.
38
cosmetic
dentistry
3_2014
vicale anatomica distale dirigendosi in senso obliquo
con l’apice in zona labiale. Questo dettaglio non va
confuso con il solco prossimale che invece è creato dall’avvicinamento delle creste marginali labiali e
linguali sia in zona mesiale che distale (Figg. 10a-d).
L’incisivo laterale ha il medesimo sviluppo crestale dell’incisivo centrale ma con minore effetto
torsionale, questo è dovuto principalmente alle sue
dimensioni ridotte rispetto all’incisivo contiguo.
Il canino è invece l’elemento dentale con la caratteristica torsionale più spiccata rispetto a tutti gli
elementi presenti nel cavo orale, questo è dovuto
principalmente all’assenza di torsione dell’enorme
radice, relegando così alla corona, la totalità dell’aspetto torsionale che abbinato alla grande cresta di
sviluppo centrale che gli conferisce la classica forma
a cuneo, mette in risalto ancor più la forza di incisione di questo elemento dentale. La posizione strategica che assume all’interno della chiostra dentale
va a creare l’armonico passaggio tra gli elementi di
incisione e i quadranti masticatori.
Una conoscenza approfondita dei dettagli anatomici naturali ci favorisce nella comprensione delle
diverse modifiche dell’aspetto coronale che subiscono gli elementi dentali dalla fase adolescenziale
all’età adulta, in quanto il dente è l’unico organo del
M
Y
CM
MY
CY
CMY
K
l’opinione _ manufatto protesico
corpo umano che ha una perdita dimensionale naturale con il passare degli anni (Figg. 11a-d).
Ogni nostra conoscenza diviene parte intrinseca
di tutto ciò che realizziamo, ma può essere vanificata
dalla complessità di fattori esterni ai protocolli operativi che portano a un risultato soddisfacente.
Il punto di svolta è il lavoro di un team realizzativo, che dalla fase progettuale sino alla consegna del manufatto ultimato, vive dell’interscambio
dei pensieri tra ogni figura che lo compone e che
è parte integrante del coro, dagli specialisti clinici
alle assistenti alla poltrona, all’odontoprotesista con
i suoi collaboratori. Solo in questo caso la coda di
quel magnifico strumento non resterà unicamente il
peso del fardello che ci opprime, ma diverrà sempre
più spesso promotrice di gioia per quella sinfonia che
prende anima dal movimento armonico delle sapienti
mani su quegli splendidi… “tasti”.
_Ringraziamenti
Ringrazio la mia famiglia, colonna portante
della mia vita, per l’essenziale contributo che mi
esprime ogni giorno.
Alessandro, Paolo e Riccardo, i miei collaboratori, che mi danno la possibilità di trovare un
po’ di tempo per questo studio.
I clinici con cui collaboro, per la volontà di
AVVISO_OTT-NOV-DIC_210X140.pdf
2
25/08/14
crescere insieme e per la stima
reciproca12:09
che ci
lega professionalmente.
Il dott. Vincenzo De Sivo e il collega Marcello
Busardò, miei mentori letterari, per i sempre fedeli consigli.
Un grazie particolare a Paolo Miceli che
ascolto da molti anni e riesce ancora a emozionarmi.
_bibliografia
1. Michelangelo. Artista, pensatore, scrittore. Edizione speciale Grande Enciclopedia.
Istituto Geografico De Agostini, Novara.
2. Creazione dentale e armonia di un insieme. Il viaggio. Talarico, Morgante. Quintessenza Edizioni, 2006.
3. Tre ponti realizzati da ceramisti di fama
mondiale. QDT – Quintessence of Dental
Technology, 1991.
4. Atlante della morfologia dentale di Wheeler. Mayon M. Ash. Scienza e tecnica dentistica. Edizioni internazionali.
5. Combinazioni dentali anatomiche. Guida alla massima estetica dentale. Jin-Ho
Phark, Giuseppe Romeo. Quintessence of
Dental Technology 2013.
6. Morfologia naturale dei denti. Aspetto
e forma dei restauri ceramici. Shigeo
Kataoka, Yoshimi Nishimura. Scienza e
tecnica dentistica. Edizioni Internazionali.
7. P. Magne, U. Belser. Restauri adesivi in
ceramica dei denti anteriori. Quintessenza
Edizioni, 2003.
8. Rufenacht Cr. Fondamenti di estetica.
Quintessenza Edizioni, 1990.
9. Williams Jl. The Temperamental selection
of artificial teeth a fallacy. Dent Digest
1914.
10. Williams Jl. A new classification of human
tooth forms with special reference to a
new system of artificial teeth. Dentists
Suppl., 1914.
11. Arnheim R. Art end visual perception. A
psychology of the creative eye. University
of California, 1974.
12. Lukacs G. L’anima e le forme. Se, 1991.
13. Carrel A. L’uomo, questo sconosciuto.
Bompiani, 1936.
14. Ferretti F. Pensare vedendo le immagini
mentali nella scienza cognitiva. Carrocci,
1988.
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_2014
dentistry
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aziende _ news
Tecnologie digitali al
servizio dell’estetica dentale:
intervista al dottor Bini
_Le problematiche legate a un sorriso poco incisivo, ai denti non allineati o non perfettamente bianchi,
oltre a incidere direttamente sulla salute dell’individuo, presentano dei risvolti psicologici notevoli. Sono
proprio quest’ultimi i fattori che spingono un adulto a contattare uno specialista in grado di risolvere
questo disagio.
Per approfondire l’argomento, ne abbiamo discusso con il dott. Valerio Bini, specialista in Odontoiatria,
esperto in Estetica e Cosmesi dentale e consulente in Odontoiatria a indirizzo estetico per Invisalign.
Quale ruolo gioca il sorriso nelle
richieste dei suoi pazienti?
Il sorriso è fondamentale per stabilire il
primo contatto con gli altri, per creare attrattiva o repulsione. È perciò naturale che
i denti e le labbra, le sue componenti principali, possano influenzare direttamente la
qualità dei rapporti interpersonali e incidere
sul livello di autostima di una persona.
Le persone che si rivolgono a un odontoiatra estetico ricercano innanzitutto la
ridefinizione dell’armonia ideale del viso,
un obiettivo che implica la ricerca del giusto equilibrio tra denti, tessuti molli, labbra,
viso, fisionomia e soprattutto il “sorriso”.
Ci sono delle tecnologie che hanno
facilitato il lavoro dell’estetica del
sorriso negli ultimi anni?
Nel trattare malocclusioni dentali di vario
grado, affollamento e morso inverso, l’innovazione più ragguardevole degli ultimi anni
è stata inaugurata dagli allineatori invisibili
Invisalign perché consentono un’effettiva
predicibilità degli spostamenti dentali e contemporaneamente una rilevante diminuzione
della sensazione di disagio per il paziente.
Grazie alle tecnologie digitali e alla grafica tridimensionale del software ClinCheck
è infatti possibile visualizzare filmati tridimensionali e, interagendo con Aesthetic
Digital Smile Design e CAD/CAM, realizzare
prototipi estetici del nuovo sorriso, frutto
40
cosmetic
dentistry
3_2014
del Digital Dentistry di cui Align Technology
è affermato leader. Inoltre, il lancio del nuovo Invisalign i7, prodotto con l’innovativo
materiale SmartTrack, e utilizzabile con successo su malocclusioni, affollamenti, spaziature e recidive ortodontiche di lieve entità,
rappresenta un salto di qualità notevole per
assicurare ai pazienti grande comfort funzionale ed estetico, oltre che tempistiche
minori di trattamento, con un indubbio vantaggio anche per gli specialisti.
Come possono collaborare i vari
specialisti del sorriso?
Partendo dai modelli virtuali estetici
tridimensionali realizzati grazie all’impiego
delle tecniche e delle tecnologie Invisalign,
al paziente che ricerca l’armonizzazione
non solo del sorriso ma dell’intero profilo
del viso, i diversi specialisti possono offrire un servizio veramente integrato e quindi
approcciare ai casi clinico-estetici in modo
multidisciplinare: chirurgo plastico, medico
estetico e odontoiatra possono lavorare più
facilmente insieme sul resto del profilo ideale definito insieme al paziente e disegnare
le linee più adatte a riequilibrare il viso partendo dall’elaborazione e implementazione
di dati digitali utili all’analisi estetica dentofacciale.
Anche questa collaborazione fra le diverse branche della medicina estetica ha ricadute positive per il benessere e l’autostima
del paziente stesso.
aziende _ news
Oggi i “triangoli neri” si chiudono
con l’acido ialuronico
De Ore introduce in Italia il primo acido
ialuronico per le papille
La parola “estetica” è sulla bocca di tutti e
molto spesso la ricerca del ringiovanimento e
della bellezza sono associati all’acido ialuronico.
Da tempo anche in odontoiatria sono state formulate diverse proposte per il trattamento delle
labbra e dei tessuti periorali ma fino a oggi non
si era mai parlato dell’impiego dell’acido ialuronico (HA) per il trattamento degli inestetismi dei
tessuti molli intraorali.
Adesso alcuni autori propongono l’impiego
dell’acido ialuronico per la chiusura dei cosiddetti “triangoli neri”, ovvero quegli inestetismi dovuti alle papille che non chiudono lo spazio tra i
denti, e l’azienda De Ore ha introdotto in Italia un
prodotto specifico per quest’applicazione.
«Il dr. William Becker, che molti conoscono
per essere stato uno dei pionieri della rigenerazione guidata dei tessuti in parodontologia –
commenta il dott. Andrea Nicolis di De Ore – nel
2009 ha pubblicato un interessante studio clinico in cui ha valutato l’applicazione dell’acido
ialuronico per la rigenerazione della papilla. Nello
studio ha valutato il trattamento con HA in 14
pazienti che avevano deficienze papillari sia su
denti naturali che su impianti. Otto pazienti hanno conseguito una chiusura superiore al 97% e
cinque una chiusura superiore al 75%. L’aspetto interessante è che i casi monitorati fino a 25
mesi hanno mantenuto il risultato ottenuto».
«Spinta e motivata da questo studio – prosegue Nicolis – un’azienda tedesca, con la quale
De Ore collabora, ha messo a punto una formulazione specifica dell’acido ialuronico con un
prodotto chiamato Flex Barrier e un gruppo di
clinici tedeschi ha preparato un protocollo applicativo in 3 step».
Il dott. Goetffert di Norimberga che ha proposto e pubblicato in Germania la “3 step technique”, sostiene che la tecnica consente di «ottenere una base stabile per consentire al corpo
di rigenerarsi naturalmente. Nell’odontoiatria
estetica moderna, dove pochi millimetri possono fare la differenza, una chirurgia mininvasiva
è un concetto chiave».
Flex Barrier è acido ialuronico in siringa: per
due terzi è cross linked, ovvero si riassorbe lentamente, mentre per un terzo non lo è. Questo
consente non tanto di fare un mero effetto riempitivo, quanto di permettere all’acido ialuronico di esercitare la sua funzione di stimolo dei
fibroblasti sia nell’immediato che nel tempo. Il
protocollo prevede l’applicazione con tre iniezioni in gengiva non aderente, gengiva aderente
e nella papilla, ed eventualmente si può optare
per una seconda applicazione dopo circa tre
settimane.
De Ore
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cosmetic
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odontoiatria oggi… ed è prodotto dalla DenMat.
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È molto leggero e facile da trasportare, ha la
batteria interna con oltre 3 ore di autonomia. La
fibra si riavvolge in un sistema a mulinello permettendo l’utilizzo solo della parte interessata.
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Il laser ha tre funzioni preimpostate per semplificare i protocolli di trattamento e un’impostazione addizionale che può essere personalizzata a
secondo delle proprie esigenze. Tutte e quattro le
impostazioni sono completamente personalizzabili,
questo dà la possibilità di avere infinite soluzioni.
_Visibilità
Il fascio luminoso di colore blu permette di
visualizzare meglio la zona che si sta operando
essendo in forte contrasto con il colore rosso dei
tessuti e del sangue e sempre visibile anche con gli
occhiali protettivi.
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costo per paziente. Sono disponibili sia i puntali da
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molli, che da 300 micron, più sottili e più lunghi
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cosmetic
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eventi _ Istituto Stomatologico Toscano
Lo sbiancamento dentale
al centro dell’appuntamento 2014
dell’Istituto Stomatologico Toscano
_Per il terzo anno l’Istituto Stomatologico Toscano, Fondazione per la Clinica, la
Ricerca e l’Alta formazione in Odontoiatria,
organizza un convegno che si rivolge sia agli
odontoiatri che agli igienisti dentali con un’alternanza di temi che interessano di volta in volta
prevalentemente gli uni o gli altri.
Il convegno si incentrerà su un tema di grande attualità, quello dello sbiancamento dentale,
di maggiore interesse per gli igienisti dentali,
anche se di grande richiamo per il dentista che
decide il piano di trattamento.
Lo sbiancamento dentale rappresenta, infatti,
una crescente domanda in campo odontoiatrico e necessita, a nostro giudizio, di un approccio approfondito che non si fondi solo su mere
istruzioni per l’uso, ma che tenga conto anche di
tutti gli importanti risvolti biologici che presenta qualunque procedura a carico di un elemento
dentario. Scopo del convegno è quello di dare un
contributo al fine di chiarire tutti gli aspetti dello
sbiancamento dentale, da quelli storici, a quelli
biologici, clinici, psicologici, motivazionali e infine medico-legali, così che gli operatori coinvolti
possano affrontare tale procedura nella piena
conoscenza di tutte le problematiche connesse,
senza rischi per il paziente o per se stessi.
Ancora una volta spero che affrontare in
modo monotematico un argomento, sviscerandolo in ogni dettaglio, possa dare un contributo
al miglioramento professionale dei partecipanti
fin dal loro ritorno a casa.
Non posso che chiudere con l’augurio che
questo evento rappresenti un’occasione per incontrare i numerosi amici che hanno dato fiducia
nel tempo alle nostre attività culturali e con un
caloroso arrivederci a Viareggio a tutti gli operatori della salute orale.
_Ugo Covani, Presidente della Fondazione
Istituto Stomatologico Toscano
SPONSOR
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cosmetic
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3_2014
PROGRAMMA
preliminare
VENERDI, 12 DICEMBRE
ore 9-17
Ore 9.00 - 9.30
Registrazione e welcome breakfast
Ore 9.30 - 10.00
Ugo Covani (Pisa, Italia)
Apertura del Convegno e saluto ai partecipanti
12
DICEMBRE
eventi _ Istituto Stomatologico Toscano
Annamaria Genovesi (Genova, Italia)
Introduzione
PRESIDENTE DI SESSIONE: Maria Rita Giuca (Pisa, Italia)
Ore 10.00 - 11.00 Nicola Perrini (Pistoia, Italia)
Lo sbiancamento dentale fra biologia ed estetica
Ore 11.00 - 11.30 Break
Ore 11.30 - 12.30 Linda Greenwall (Londra, UK)
Titolo in fase di definizione
Ore 12.30 - 13.30 Vilma Pinchi (Firenze, Italia)
Le implicazioni medico-legali nella pratica dello sbiancamento dentale
Ore 13.30 - 14.30 Lunch time
PRESIDENTE DI SESSIONE: Maria Perno Goldie (San Francisco, USA)
Ore 14.30 - 15.30 Damien Walmsley (Birmingham, UK)
The future face of communication
Ore 15.30 - 16.00 Break
Ore 16.00 - 17.00 Diane Rochford (Londra, UK)
Titolo in fase di definizione
Ore 20.30
Gala dinner e Notte degli Award
13
SABATO, 13 DICEMBRE
ore 9-13
DICEMBRE
presso Hotel Principe di Piemonte
PRESIDENTE DI SESSIONE: Gianna Maria Nardi (Bari, Italia)
Ore 9.30 - 10.30
Leopoldo Forner Navarro (Valencia, Spain)
Marketing e sbiancamento dentale
> Programma
Ore 10.30 - 11.30 Angelo Putignano (Ancona, Italia)
Estetica orale e style italiano
Relax
Ore 11.30 - 12.00 Break
Ore 12.00 - 13.00 Giacomo Derchi (Pisa, Italia)
Effetti dello sbiancamento sui materiali da restauro
EVENTI SOCIALI
> Gala dinner
Eventi
sociali
ore 20,30 nella sala in stile Belle Époque
a seguire
all’Hotel Principe di Piemonte il 12.12.2014
> Notte degli Award
con musica, spettacoli, buffet dolci e premiazioni
per partecipanti
e accompagnatori
presso l’Hotel Principe
di Piemonte: spa, palestra,
piscina termale riscaldata
sul roof garden
> Shopping
in Versilia
> Museo del
Carnevale
> Visita a
Villa Puccini
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dentistry
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eventi _ ANDI Salerno
Tra cultura e bellezza:
a
la 17 edizione del Memorial
ANDI Salerno
_Venerdì 12 e sabato 13 settembre 2014 si
è tenuto l’appuntamento culturale provinciale
ANDI Salerno, organizzato dalla nuova dirigenza
della sezione provinciale, giunto quest’anno alla sua
17a edizione.
Giovanni Maria Gaeta, appassionato di estetica
dentale da sempre, in qualità di responsabile scientifico dell’evento ha introdotto con grande passione
il tema, con una relazione dal titolo “Estetica e morfometria del viso e del sorriso”, dopo la lectio magistralis dello scrittore Carlo Animato, che ha ribadito
come Salerno sia patria della Scuola di Medicina, che
già nell’antichità si occupava di estetica.
Sono seguiti interventi in diverse discipline. Giovanni Giorgetti, con la relazione “Realtà aumentata e
le nuove prospettive 3D in chirurgia”, ha presentato
un’applicazione di ultima generazione che consente
di visualizzare direttamente in streaming una sovrapposizione tra elementi reali e virtuali.
Marino Musilli ed Enzo Vaia, con un intervento
dal titolo “Riabilitazione estetica mediante approccio
interdisciplinare ortodontico e implantare”, hanno
affrontato le necessità e le complicazioni degli interventi disciplinari. In particolare, Vaia ha messo in
evidenza quanto anche la figura dell’odontotecnico
intervenga agli albori del piano di trattamento e pertanto necessiti di una conoscenza anche anatomica
e biologica, mentre Musilli si è soffermato sull’importanza della conoscenza reciproca della materia e la
necessità di comunicare con un linguaggio comune.
Giorgio Tessore ha relazionato su “Lifting del sorriso”: il sogno di molti pazienti di ringiovanire il proprio
sorriso in modo predicibile e rapido con restauri poco
invasivi è reso attualmente possibile grazie all’applicazione di faccette in ceramica. Si è parlato anche
delle corone in ceramica integrale e delle caratteristiche merceologiche di questi materiali.
Marco Del Corso, parlando di “Estetica in implantoprotesi”, ha focalizzato l’attenzione sull’importanza
di un’attenta pianificazione del caso clinico differente da paziente a paziente, avvalendosi di tecniche
chirurgiche appropriate atte a soddisfare le esigenze
del clinico e del paziente. Ha concluso la giornata dedicata agli odontoiatri il dott. Andrea Fabianelli con
la relazione su “Preparazioni verticali in estetica: connubio possibile”.
Nella sessione dedicata al team odontoiatrico,
Giovanni Maria Gaeta ha parlato di “Approccio estetico al paziente per il team odontoiatrico”, considerato elemento cardine per affrontare le modalità di
presentazione dei trattamenti estetici ai pazienti e la
loro gestione amministrativa nell’ambito dell’attività
clinica dello studio, anche per la maggior confidenza
e complicità con gli stessi.
Prescelta per l’evento una nuova sede, il Teatro
Antonio Ghirelli, esempio di recupero architettonico
post industriale inserito nell’opera di riqualificazione urbanistica portata avanti dall’amministrazione
comunale cittadina, posizionato nel verde del Parco
dell’Irno a Salerno. La dirigenza ANDI Salerno, al 50%
femminile, ha coordinato con commozione e grinta
l’evento (Giustina Napoli, neo presidente ANDI Salerno, Laura Sisalli, segretario culturale, e il neo segretario Simona Salerno).
Hanno partecipato all’evento per la Direzione nazionale ANDI Rocchetti e Ghirlanda, a dimostrazione
della capillarità di presenza del board nazionale in
tutti gli eventi provinciali.
_Patrizia Gatto
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eventi _ IV Sirona Users Meeting
IV Sirona Users Meeting
13 e 14 novembre al Palazzo della Gran
Guardia di Verona
_“Le regole della moderna odontoiatria interpretate in chiave digital”
è il tema scelto per la IV edizione dell’evento che riunisce gli utilizzatori italiani
delle tecnologie Sirona. Un tema che rappresenta senza dubbio una sfida: quella di
coniugare i principi e le metodologie che
costituiscono lo stato dell’arte della moderna odontoiatria con i nuovi paradigmi
che scaturiscono dall’adozione delle tecnologie digitali.
Proprio per rispondere a questa sfida,
il programma di quest’anno, articolato in
due giornate, intende rappresentare un
punto di svolta nel mondo odontoiatrico:
per la prima volta, infatti, i professionisti
che hanno contribuito a redigere le regole
delle moderne riabilitazioni odontostomatologiche saranno affiancati dall’équipe
dei Trainer di Sirona Digital Academy con
l’obiettivo di rileggere i casi clinici semplici
e complessi attraverso gli strumenti della
digital dentistry.
In quest’ottica, il IV Sirona Users Meeting vedrà avvicendarsi sul palco una “staffetta” di professionisti che, con ruoli diversi, si passeranno tra loro il testimone per
assicurare continuità fra le due modalità
di interpretazione della pratica quotidiana.
Insieme, avranno l’ambizione di raggiungere quel traguardo rappresentato dal
mantenimento degli standard qualitativi
più elevati e dalla semplificazione delle
procedure. La tesi che si intende dimostrare è che le tecnologie basate sul digitale
non cancellano le regole, anzi: l’adozione
della digital dentistry nella pratica quotidiana, affiancata a quelle stesse regole, offre vantaggi in termini di semplificazione e
standardizzazione delle procedure. Il tutto,
ovviamente, a vantaggio della predicibilità dei risultati finali in termini di estetica,
funzione e soddisfazione del paziente.
Entrando nello specifico del program-
ma, il giovedì pomeriggio
sarà dedicato alla sessione di diagnostica odontostomatologica e decisione
clinica, presieduta dal dottor Tiziano Testori. Grazie
all’intervento della dottoressa Francesca Manfrini,
presidente dell’Accademia
Italiana di Conservativa, si
approfondirà
l’approccio
conservativo alla formulazione del piano di trattamento nei casi complessi.
Nella parte dedicata alle
tecnologie digitali, l’attenzione si concentrerà sull’utilizzo della terza
dimensione per la visione diretta della situazione clinica.
Il venerdì mattina, i professori Roberto
Scotti e Francesco Simionato guideranno
la sessione dedicata a protocolli clinici e
metodologie in protesi e implantoprotesi. Il
dottor Leonello Biscaro, presidente dell’Accademia Italiana di Odontoiatria Protesica
e il dottor Stefano Gracis, past president
della stessa Accademia, coinvolgeranno i
partecipanti nella formulazione del piano
di cura nelle riabilitazioni semplici e complesse. Da un punto di vista “digital”, i trainer di Sirona Digital Academy illustreranno
i nuovi metodi, le nuove funzioni software
e i materiali innovativi che offrono al clinico una maggiore predicibilità ed efficienza.
Il venerdì pomeriggio, con presidente il dottor Roberto Spreafico, si terrà la
sessione di riabilitazione conservativa mininvasiva odontostomatologica. Il dottor
Sandro Pradella, dell’Accademia Italiana
di Conservativa, illustrerà le linee guida
sulle preparazioni conservative, i metodi
di build-up e cementazione adesiva nella
restaurativa mininvasiva. Anche in questo
ambito, verrà poi testimoniato come l’ado-
zione delle tecnologie digitali porti a una
rivoluzione nelle potenzialità mininvasive
estetiche e nell’utilizzo di materiali di ultima generazione.
La sessione per odontotecnici vedrà
il professor Francesco Simionato parlare
del supporto della scienza dei materiali
alle metodologie digitali in odontotecnica,
mentre i trainer di Sirona Digital Academy
proporranno la soluzione di casi protesici
complessi grazie ai nuovi strumenti digitali e introdurranno il nuovo software inLab
4.3.
La sessione per igienisti dentali sarà
caratterizzata da un corso sull’utilizzo
avanzato di strumenti digitali per la lettura
3D del cavo orale a cura della professoressa Gianna Nardi e della dottoressa Laura
Antonia Marino e la presentazione della
spettrometria come innovativo strumento
di indagine nell’igiene orale a cura della
professoressa Gianna Nardi.
Per condividere anche un clima di convivialità, i partecipanti al IV Sirona Users
Meet-ing avranno la possibilità di unirsi
all’esclusiva e originale atmosfera del Dinner Party che si terrà il giovedì sera presso
il museo Nicolis di Verona.
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In collaborazione con The Institute for Implant and Reconstructive Dentistry™
Palm Beach Gardens, Florida, USA
e Dental Tribune International
Corso pratico su paziente
LIVE SURGERY 360°
Tiziano Testori
con la partecipazione di: Matteo Invernizzi, Christian Monti
18 marzo, 19 giugno, 23 settembre, 20 novembre 2015
Argomenti trattati:
 dalla chirurgia implantare alle moderne tecniche di chirurgia mucogengivale in associazione ad
interventi di prima o seconda fase chirurgica;
 dalla gestione dei tessuti molli perimplantari, alla chirurgia estrattiva, alla GBR, fino alla chirurgia
computer assistita;
 dal carico immediato su elementi singoli ad arcate complete;
 dagli impianti in settori ad alta valenza estetica al sinus lift con approccio laterale o con tecnica di
accesso crestale fino ai più recenti ultra short implants.
Il tutto sarà condotto avvalendosi degli ultimi dispositivi strumentali e tecnologici che il mercato del
settore offre.
Sarà nostro compito, selezionare accuratamente i casi in modo da garantirvi la maggior completezza
ed esaustività possibile degli argomenti e delle tecniche proposte.
Negli incontri potrete inoltre apprezzare i reali benefici dell’utilizzo del protocollo di ansiolisi endovenosa
che l’odontoiatra moderno può autonomamente condurre nel proprio studio.
Solamente questa novità merita la Vostra attenzione!
In fase pre-operatoria ogni caso clinico verrà presentato attraverso immagini cliniche e radiografiche
con particolare attenzione alla pianificazione con software 3D a cui seguirà la Live Surgery.
Infine, ciascun partecipante potrà acquistare una copia del dvd contenente i filmati di tutti gli interventi
eseguiti nei singoli incontri.
Vi aspettiamo numerosi!
La segreteria è a vostra disposizione per informazioni
sui corsi in programmazione nel 2015
Per informazioni ed iscrizioni: Lake Como Institute® - Via Rubini, 22 - 22100
Como Tel. 031/2759092 - Fax 031/243027 - e-mail: [email protected]
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Si tratta di giornate di studio esclusivamente pratiche con chirurgie dal vivo, eseguite da me e dai miei
collaboratori con commento in diretta, in cui avrete la possibilità di trovare delle conferme o
rinfrescare ed aggiornare quanto già conoscete e fate nella vostra quotidianità di studio.
La clinica sarà la vera protagonista.
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entusiasti del successo ottenuto dal Corso Live Surgery 2014
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chirurgia a 360° gradi per un totale di dodici chirurgie dal vivo.
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l’editore _ gerenza
Cosmetic Dentistry Italian Edition
supplemento n. 3 di Dental Tribune Italian Edition, anno X n. 10
Publisher
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