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PROFILOSALUTE
///////////////// Anno VII / n. 03 - 2014 / Maggio - Giugno / Bimestrale / € 1, 00 / Poste Italiane SpA / Spedizione in abbonamento Postale / 70% LO/BS /////////////////
l a
r i v i s t a
d i
S a l u t e
e
B e n e s s e r e
INTERVISTA
CARLO
VERDONE
COME HO VINTO L'ANSIA
TRUCCO
DELL'ESTATE
PRONTO SOCCORSO
SOLE
UNGHIE
E CAPELLI
PUNTURE
D'INSETTI
LE PIANTE
PER CURARSI
LaVignetta di Qmino
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PROFILOSALUTE
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Concessionaria per la pubblicità:
Punto Farma srl
Direttore Responsabile
Luigi Cavalieri
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Direzione e Amministrazione
Punto Farma srl
Via A. Grandi 18
25125 Brescia
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Editore:
Punto Farma srl
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Stampa:
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PROFILOSALUTE
Anno VII - numero 3 - 2014
www.profilosalute.it
Responsabile commerciale:
Federica Peretti
Telefono 030.36.65.685
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AUTORIzzAzIOnE TRIbUnALE
DI bRESCIA n. 48/2008
del 24.10.2008
Poste Italiane SpA
Spedizione in Abbonamento postale
- 70% - LO/BS
in collaborazione con:
3
numero 3 - maggio/giugno 2014 - www.profilosalute.it
PROFILOSALUTE
In questo numero
COPERTINA
89
CARLO
VErDONE
COME
HO VINTO
L'ANSIA
89
TRUCCO DELL'ESTATE
Utili consigli per valorizzare l'occhio
Come usare matita, mascara e ombretto
di Marilisa Rusconi
39 PRONTO SOCCORSO SOLE
Bambini al sole, mamme felici
Importante proteggere la pelle
di Chiara Kron Morelli
39
62 UNGHIE E CAPELLI
61
Unghie, peli e capelli:
sono così importanti?
Un piccolo vademecum per saperne di più
di Antonella Boldini
61
62
PUNTURE D'INSETTI
Disguidi pungenti
Le attenzioni per non guastare
le passeggiate all'aria aperta
di Monica Chirico
96
LE PIANTE PER CURARSI
La salute sul balcone di casa
Erbe e piante benefiche per il nostro organismo
di Erica Denti
COPIA OMAGGIO OFFERTA DALLA TUA FARMACIA
EDITORIALE
7 Verso l’estate tonici e briosi
di Luigi Cavalieri
FOCUS
9 La salute non va in "crisi"
a cura della Redazione
CONTENUTI
di Roberto Bellucci
47 I meccanismi delle complicanze della
malattia aterosclerotica
di Luciano Cominacini
49 Osteoporosi: ladra siolenziosa
di Luigi Cavalieri
52 La terapia fotodinamica (PDT)
13 Mille bambini salvati dal Buruli
15 Cattive notizie per le nostre arterie
di Roberto Mazzoli
IL
PUNTO
17 Nuova metodica
per la diagnosi dei tumori rari
a cura della Redazione
PERSONAGGI
18 La medicina tra le passioni
di Carlo Verdone di Tommaso Revera
PSICOLOGIA
22 Amore e Chat
di Brian Kristian Vacchini Giampaoli
25 La crisi fa soffrire
concretamente ed emotivamente
di Romana Caruso
di Cristina Agostini e Stefano Capra
BELLEZZA
83 Via le occhiaie con l'acido jaluronico
di Giovanni Brunelli
84 I nostri piedi dalla A alla Z
di Simonetta Elseri
86 Un'abbronzatura perfetta
di Roberta Rossi
PSICOLOGIA E
SESSUOLOGIA
per le patologie dermatologiche
di Rita Martinelli
91 Far l'amore con problemi
54 Ancora sull'ipertensione
ALIMENTAZIONE
di Franco Pesciatini
56 La medicina tradizionale cinese
e la prevenzione di Sergio Perini
di Sara Ziliani
93 Il cibo è un farmaco di Luca Barbieri
99 Integratori per il sole
BENESSERE
di Antonio Marinelli
di Lisa Cesco
100 Gnocchi al cacao e fragole
64 Pillola: più benefici che rischi
67 Mi spieghi dottore
come posso curare la cistite
di Claudio Paganotti
Seguici su Facebook
Profilo-Salute
LA
RICETTA
di Laura e Silvia Squizzato
NEWS
103 Andar per Mostre
di Fiorella Memo
L'ODONTOIATRA RISPONDE
69 Farmacista33
105 Il laser in odontoiatria:
FARMACIA
Tumore del colon retto:
Cause, diagnosi, trattamenti
la soluzione per i bambini
di Belsorriso
26 Le farmacie in continua evoluzione
di Clara Mottinelli
71 I funghi medicinali
di Davide Colosini
INIZIATIVE
28 L'acqua uno dei beni più preziosi in natura
72 Amputazioni dovute all'arteriopatia
ANZIANI
75 Diabete e dietoterapia
di Francesco Rastrelli
31 L'alimentazione per gli anziani
di Marco Belloni
MAMMA E BAMBINO
di Serena Schiavo
4
43 Estate: tempo di mosche volanti!
FATTO
IL
33 Il caldo: attenzione ai bambini!
96
PARLA LO
SPECIALISTA
36 La varicella di Guido Vertua
40 Trattamento osteopatico in gravidanza
di Veronica Lorenzini
diabetica: si possono evitare!
intervista a cura di Tommaso Revera
di Antonella Tanzariello
77 Tè verde! antiossidante di lunga vita
di Enrica Zugno
79 Needle shaping per il rimodellamento
di viso e corpo
di Enrico Filippini
MEDICINA NATURALE
80 Il lampone, un frutto per dimagrire
di Antonio Schiavo
108 Pillole di salute: lotta alla sedentarietà
di Franco Tortorella
CURIOSITà
109 La storia di "Maria Dolens"
di Luigi Cavalieri
AMICI ANIMALI
111 La filariosi cardio-polmonare
di Nicola Bertoni
112 Educhiamo il nostro cane
di Michele Raffaelli
I
GIOCHI
114 Cruciverba, Enigma, Rebus
CONTENUTI
5
EDITORIALE
Verso l’estatE
Tonici e briosi
di Luigi Cavalieri
L
Direttore Responsabile
La nostra è una “macchina” delicata che abbisogna di costante “manutenzione”
REPARTO SPECIALIZZATO
PER MASTECTOMIA.
Protesi al silicone ultra leggere;
Protesi adesive;
Protesi al silicone per piscina e sport;
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bikini - copricostume - ciabattine mare;
Copricapo per post chemioterapia;
Laboratorio per modifiche estetiche.
NOVITà
Indumenti predisposti
per attività sportiva.
a primavera con temperature al
Per le signore è arrivata l’ora di prepararsi alla prodi sopra della media stagionale ci
va costume: se l’alimentazione invernale vi ha un
sta introducendo all’estate.
po ‘appesantite, il farmacista é in grado di fornire
Già il ritorno all’ora legale, che
utili consigli per recuperare la forma, così da poter
ci farà compagnia sino al 26 otaffrontare senza patemi una concorrenza sempre più
tobre, ci ha regalato giornate di
agguerrita. In questo numero della rivista potete legluce più lunghe.
gere interessanti suggerimenti in proposito.
In tutti noi è scattata, legittimamente, la voglia di
Attenzione, però, a zanzare, vespe e pappataci, che
Luigi Cavalieri
stare all’aria aperta per dare libero sfogo al desidecol caldo vanno alla ricerca delle loro prede preferio, represso d’inverno, di socializzare, ritemprarsi
rite. Andiamo, pertanto, a scoprire come difenderci!
e rigenerarsi con una passeggiata nel parco o sul
La bella stagione è anche invitante per una serata frilungolago. Insomma vogliamo riscoprire quei piaceri e quelle vola in compagnia degli amici e per le signore un buon trucco
sensazioni, che gli indumenti più leggeri ci aiutano a percepi- può fare la differenza. Come essere sempre all’altezza? Ci ha
re meglio, Così come cogliamo i profumi sparsi nell’aria, che pensato una nostra collaboratrice.
ci fanno sentire maggiormente
Accanto ad articoli che affronla gioia di vivere e di essere più
tano, secondo consuetudine,
tonici.
alcune patologie ed in particoMa la bella stagione, dopo il
lare come curarle, abbiamo volungo inverno, può vederci più
luto soffermarci anche su alcuni
affaticati e stressati. Per questo
aspetti, segnalatici dai lettori,
è meglio correre ai ripari, onde
per essere al loro fianco con
evitare che un piacere possa
quelle risposte, che, puntualtramutarsi in qualche problemente, abbiamo affidato ai
mino per il nostro organismo.
nostri esperti.
La nostra è, infatti, una
Il nostro obiettivo primario,
“macchina” delicata, che abnon ci stancheremo mai di
bisogna di costante “manuripeterlo, è, però, sempre lo
tenzione”, perché il motore
stesso: diffondere il concetto
possa sempre funzionare a
di prevenzione oggi fondapieno regime!
mentale per il nostro orgaAnche il sole, tanto sospirato,
nismo ed, in generale, per il
da alleato può divenire nostro
nostro benessere.
nemico, specie per i nostri
Alla prossima!
bambini, se non si adottano le
dovute precauzioni.
[email protected]
la bella stagione, dopo il
lungo inverno, può vederci
più affaticati e stressati
EDITORIALE
7
La salute
non va in “crisi”
a cura della Redazione
[email protected]
Primo valore per l’80% degli italiani, più importante di lavoro, vita di coppia e denaro
N
egli ultimi 2 anni, nel pieno della
crisi economica e sociale, gli italiani si sono aggrappati alla Salute,
oggi considerato insieme alla Famiglia il valore più importante nella
vita dall’80% della popolazione,
in netta crescita
rispetto al 61%
del 2011. È quanto emerge dai nuovi
dati dell’Osservatorio Salute AstraZeneca, che confermano il vecchio
adagio “La salute prima di tutto” e svelano come al secondo posto - in questa
speciale scala dei valori tricolore - si
piazzi l’inedito tandem Lavoro-Vita di Coppia. I due valori,
indicati entrambi da 1 italiano su 4 (25%), hanno, però, fatto registrare un calo di considerazione negli ultimi 2 anni,
rispettivamente dell’8% per il Lavoro e del 7% per Vita di
Coppia. Al contrario, ha scalato molte posizioni nelle priorità nazionali il Denaro, il cui peso nella vita degli italiani
è quasi raddoppiato (è passato dal 13
al 24%), sorpassando così l’Amicizia
(23%) e la Religione (14%). Trend
positivo anche per la Solidarietà (8%
vs 5% del 2011), considerata oggi più
indispensabile di Cultura (stabile al
7%), Tempo Libero (4% vs 7%), Studio (3% vs 5%) e Potere (1% vs 2%).
LA SALUTE, INSIEME
ALLA FAMIGLIA, è il
valore più importante
secondo gli italiani
FOCUS
9
Italia insoddisfatta
Un quarto della popolazione non è
contento della propria situazione economica (il 23%) e l’insoddisfazione
è aumentata considerevolmente negli
ultimi 2 anni (+ 5%). Tra i problemi
più sentiti dagli italiani spunta anche
la mancanza di tempo, segnalata dal
21% del campione. Diminuiscono
Diminuiscono, com’era forse
prevedibile, i connazionali
appagati dal proprio lavoro
(passati dal 45% al 39%)
alla crisi economica e che comporta
anche una riduzione del 10% nelle
analisi e negli esami di controllo periodici (scesi al 67% rispetto al 77%
del 2012). Inoltre il 16% degli italiani ammette di non seguire una dieta
equilibrata ed il 13% rinuncia ad uno
stile di vita sano.
poi, com’era forse prevedibile, i connazionali appagati dal proprio lavoro
(passati dal 45% al 39%), mentre per
il momento reggono i rapporti familiari (molto positivi per il 69%), amicali (62%) e sentimentali (58%).
In generale, negli ultimi 2 anni sono
raddoppiati i pessimisti. Oggi infatti
quasi 1 italiano su 3 è sfiduciato (il
27% contro il 14% del 2011) e ben il
14% crede che la situazione sia destinata a peggiorare ulteriormente nei
prossimi 3 mesi. Resiste, però, uno
zoccolo duro di “inguaribili ottimisti”: il 14% (era il 30% un anno fa)
ritiene
che la situazione non possa peggiorare ulteriormente ed è dunque destinata a migliorare. I più ottimisti sono
uomini (70% contro 66% delle donne) e meridionali (71% vivono al Sud
contro 68% al Nord e 61% al Centro),
soprattutto giovani (nell’81% dei casi
hanno meno di 34 anni) e in prevalenza laureati (88%).
C’è crisi, che stress!
Anche quando lo stress è alle stelle,
il 40% della popolazione non riesce
a concedersi una pausa e il numero
degli italiani, che debbono rinunciare
a questo “lusso”, è cresciuto del 12%
nell’ultimo anno (28% nel 2012).
Che cosa fare, dunque, per contrastare tensione e nervosismo, quando diventano insopportabili? Solo il 29%
cerca un conforto medico, mentre 1
su 2 si affida ad amici o familiari e
ben 1 italiano su 3 cerca conforto nella fede, nelle preghiere e nelle pratiche religiose in generale.
La scala dei valori
tricolore
“È estremamente interessante osservare come i cittadini italiani attribuiscano sempre più valore alla salute.
È un dato che fa riflettere e che deve
spingere ancor di più ogni operatore del Sistema Salute a impegnarsi
al massimo nella promozione della
ricerca e del progresso scientifico
per migliorare la qualità di vita delle
persone e facilitare la soddisfazione
di questo grande bisogno di salute
che emerge nella popolazione”, ha
dichiarato Gilberto Riggi, Direttore
Medico di AstraZeneca Italia
.
Offerta valida nelle farmacie aderenti all’iniziativa, fino a esaurimento scorte e fino al 31.08.2014. Per maggiori informazioni visita il sito www.farmaciainsieme.it
Il paradosso
“Toglietemi tutto, ma non la salute”,
sembrano pensare gli italiani. Eppure
più di 1 connazionale su 3 (il 36%)
dichiara di non prestare alcuna attenzione alla prevenzione delle malattie, con una crescita dei “trascurati”
del 12% solo nell’ultimo anno. Un
trend, che è probabilmente collegato
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La Cooperativa dei Farmacisti
Offerta valida sui marchi riportati sopra e se disponibili in farmacia
Si Cura di Te
Mille bambini
salvati dal Buruli
a cura di LUIGI CAVALIERI
Giornalista
Soddisfazione per i risultati ottenuti con l’ozonoterapia
R
iprendiamo il filo, che, però, non si era
mai interrotto, con la dott.ssa Antonella Bertolotti, che da 25 anni si dedica
a missioni umanitarie in Asia, Africa,
Sud America. Questa donna, attualmente psichiatra presso la Casa di cura
S. Camillo di Brescia, affascina per
l’entusiasmo con cui racconta la sua esperienza, fatta di
conquiste quotidiane, di risultati raggiunti a piccoli passi
assieme ad alcune colleghe con le quali condivide questa
passione.
Antonella ci confida di aver voluto laurearsi in medicina
proprio per andare a prestare la sua assistenza laddove c’è
maggior bisogno.
La dott.ssa Bertolotti ha lavorato per diverse Organizzazioni umanitarie (Medicus Mundi - Terre des hommes - Unicef), ma dal 2000 con altri medici ha fondato una Onlus
denominata Intermed.
I Progetti attualmente in corso interessano il Burkina Faso
in Africa con le Suore Camilliane, il Congo con le Suore
Canossiane, la Costa d’Avorio con l’Università di Medicina
di Abidjan e l’Istituto Pasteur per studiare l’ozonoterapia.
IL FATTO 13
L’obiettivo è sconfiggere
l’ulcera di Buruli. É simile
alla lebbra ed é causata
da un mico batterio
La dott.ssa Antonella Bertolotti con
uno dei suoi piccoli pazienti.
“L’obiettivo - evidenzia Antonella - è
sconfiggere l’ulcera di Buruli. è simile alla lebbra ed è causata da un mico
batterio, inoculato attraverso il morso di un insetto d’acqua,
che punge i bambini
che fanno il bagno
nei fiumi o nelle
lagune. Assieme
all’Istituto di Anatomia patologica
dell’ Università di
Brescia siamo riusciti a dimostrare
che l’ozono, dopo
due settimane di
terapia, uccide il
mico batterio responsabile
della
malattia”.
Un lavoro, questo,
pubblicato addirittura sul British Medical Journal: davvero una bella soddisfazione per la dottoressa Bertolotti
ed i suoi più stretti collaboratori!
Ma vediamo quali sono le conseguenze del Buruli, che può arrivare a
causare anche l’amputazione dell’arto colpito: prima intacca la formazione nodulare, poi si ulcera e va a ledere i tendini, il muscolo ed il tessuto
osseo.
“ Il nostro lavoro - conclude Antonella - sta dando ottimi risultati, tant’è
che sono un migliaio i pazienti salvati negli ultimi tre anni, dopo
essere stati trattati”. Una bella
soddisfazione certamente sul
piano scientifico, ma ancor più
su quello umano! E, se pensiamo
che la strumentazione necessaria
per l’ozonoterapia costa meno
di 5.000 euro, ci rendiamo conto
NEL 2000 Grazie alla
dott.ssa bertolotti
NASCE La Onlus
denominata Intermed
14 IL FATTO
la strumentazione
necessaria per
l’ozonoterapia costa
meno di 5.000 euro
come la generosità di quanti collaborano con questi autentici “missionari” scientifici, appassionati del loro
lavoro, può produrre benefici sino a
soli pochi anni fa insperati.
La dott.ssa Bertolotti ci tiene, però, a
ricordare che, quando in queste terre
di missione si progetta un Centro di
Salute, bisogna attivare un dispensario farmaceutico, un ambulatorio ed
un laboratorio di analisi, Dopo tanti
anni e tante soddisfazioni chiediamo
alla dottoressa cosa l’ha più colpita.
Lei non ha dubbi:
“Aver visto crescere in questi
Paesi la Sanità!”.
E ciò è stato possibile lavorando
in modo capillare sulla sanità
decentrata
Luigi Cavalieri
.
Cattive notiziE
per le nostre arterie
L’
a cura di Roberto Mazzoli
Esperto in nutrizione e metodologie naturali per lo sport e il fitness
eccesso di colesterolo è sensibile
all’ossidazione
da
parte dei radicali liberi. Una
volta ossidato,
si accumula nelle pareti delle nostre
arterie per formare una placca capace di ostruirle e condurre all’infarto.
Che ruolo ha, dunque, il potassio in
questo scenario?
Il colesterolo è indispensabile
Esso è una molecola classificata tra
i “corpi grassi”, ma la sua formula è
diversa da quella degli “acidi grassi”.
Si tratta di uno steroide che possiede
una doppia origine. Il nostro fegato
ne fabbrica i due terzi, grazie ad una
lunga catena di reazioni chimiche orchestrate da numerosi enzimi dei quali il principale si chiama HMC-CoA
reduttasi. Il terzo rimanente è fornito
dagli alimenti di origine animale.
Il colesterolo svolge diverse funzioni
nell’organismo. Il corpo lo utilizza per
fabbricare delle sostanze indispensabili quali la bile e gli ormoni sessuali.
Ma è soprattutto uno dei costituenti
della membrana che avvolge tutte le
nostre cellule. Possiede un ruolo strutturale. Si insinua nel “doppio strato lipidico”, fra le molecole dei fosfolipidi
formando una specie d’armatura della
membrana cellulare.
Quando le cellule si rigonfiano, in seguito ad un eccesso di sodio intracellulare e ad una carenza di potassio, le
proprietà meccaniche delle membrane
vengono modificate. Le membrane
sono messe sotto tensione e s’irrigidiscono. Il colesterolo non ha più spazio
sufficiente per inserirsi fra i fosfolipidi: così torna nella circolazione sanguigna, per “ossidarsi” e favorire la
formazione di “placche ateromatose”.
Il potassio si prende cura
delle nostre arterie
Numerosi studi in vitro su animali suggeriscono che integrare elevate quantità di potassio serve a proteggerci dalle
malattie cardiovascolari. Ad esempio,
è stato evidenziato, su animali ipertesi, che il potassio permette di ridurre i
lipidi nel sangue e nei vasi sanguigni.
Inoltre impedisce ai macrofagi di aderire alla parete arteriosa. I macrofagi
sono delle cellule specializzate, incari-
cate di ripulire (o spazzare si tratta di
cellule dette anche “spazzine” capaci
di distruggere gli “organismi estranei”
che invadono il corpo) il colesterolo
LDL (il cattivo).
Sfortunatamente, quando questo colesterolo si “ossida”, i macrofagi lo
depositano sotto forma di grassi nelle pareti arteriose, il che contribuisce
alla formazione di “placche ateromatose”. Il potassio potrebbe frenare le
malattie cardiovascolari, impedendo
ai macrofagi di
aderire alle pareti.
Altri studi, fatti
sempre su animali, hanno mostrato che il potassio
potrebbe ridurre
i depositi di coleRoberto Mazzoli
sterolo nell’aorta
.
15
Nuova metodica per la
diagnosi dei tumori rari
S
a cura della Redazione
[email protected]
Una ricerca messa a punto da Arc-Net dell’Università di Verona
equenziare contemporaneamente
50
geni da una piccola
porzione di tessuto proveniente dalla
biopsia o prelevato
durante l’intervento
chirurgico. Una rivoluzione nella diagnostica dei tumori rari resa possibile
dal lavoro del team del Centro di ricerca sul cancro Arc-Net dell’Università
di Verona, guidato da Aldo Scarpa,
direttore del Dipartimento di Patologia e Diagnostica di Ateneo. Sino ad
oggi era, infatti, possibile ottenere la
sequenza di Dna di un solo frammento
di gene alla volta, ma era impensabile riuscire a sequenziare un gene per
intero.
I risultati del lavoro dal titolo “La
diagnosi istopatologica di nuova generazione: una lezione dallo studio
di un tumore raro (carcinosarcoma
del fegato)” sono stati pubblicati sul
Journal of Clinical Oncology il giornale ufficiale della Società Americana
di Oncologia Clinica, rivista di riferi-
La nuova metodica è
stata utilizzata nello
studio di un tumore
raro del fegato, il
carcinosarcoma
mento sia per i ricercatori che per gli
oncologi medici impegnati nella cura
dei tumori. Lo studio è consultabile
anche su pubmed.com oppure sul sito
jco.ascopubs.org.
Lo studio
La nuova metodica è stata utilizzata nello studio di un tumore raro del
fegato, il carcinosarcoma, di cui si è
potuto stabilire con certezza l’assetto
molecolare sia della cellula progenitrice che delle diverse sottopopolazioni di cellule variamente
differenziate, che compongono il
tumore esaminato. Questa caratterizzazione molecolare ha permesso
di individuare le mutazioni di geni
per i quali esistono già farmaci in
grado di bloccarne l’attività. “Il la-
voro - spiega Aldo Scarpa - dimostra
la potenzialità diagnostica delle nuove
metodiche di sequenziamento del Dna
nell’identificazione del complesso di
mutazioni geniche presenti in un tumore, ai fini della caratterizzazione
molecolare di ogni singolo tumore.
Un importante passo in avanti che
guarda alla personalizzazione delle terapie attraverso l’impiego di farmaci
mirati a bloccare le molecole alterate
nello specifico cancro di ciascuna persona. Solo leggendo l’insieme delle
mutazioni del codice genetico insite
nelle cellule tumorali, infatti, potremo
sfruttare al meglio i farmaci bersaglio”. E la metodica messa a punto dal
gruppo coordinato da Scarpa getta le
basi per un passo avanti decisivo proprio in questo senso
.
IL PUNTO 17
«L’implosione della famiglia
ha portato a uno smarrimento
in cui il dialogo tra genitori e
figli scarseggia».
La medicina tra le passioni
di Carlo Verdone
a cura di Tommaso Revera
Intervista a Carlo Verdone, al cinema "Sotto una buona stella"
otto una buona stella:
una nuova commedia, da lei diretta ed
interpretata,
molto
simpatica che intende
dare un altro ritratto
di un’Italia sconvolta
dalla
disoccupazione e dalla perdita dei valori. Quali sono i motivi che l’hanno spinta
ad approfondire queste tematiche?
“Sotto una Buona Stella nasce come una
18 PERSONAGGI
commedia che vuole rappresentare alcune “emergenze” del periodo che stiamo
vivendo. C’è la descrizione di un padre
assolutamente assente nella crescita dei
due figli, il conseguente scontro generazionale, quando questi ultimi si ritrovano
a vivere con lui (essendo morta la madre
dalla quale era divorziato Federico Picchioni), la perdita del lavoro di Federico,
che, avendo 60 anni, non è in grado di
riciclarsi in un altro lavoro che prima gli
dava benessere. E, non ultimi, i pensie-
ri sul futuro dei figli, ai quali il presente
non promette un’opportunità lavorativa
stabile. Un senso di impotenza avvolge
tutti i personaggi di questa commedia,
compresa Luisa (Paola Cortellesi) che
vive di sensi di colpa per lo spietato lavoro che svolge: la tagliatrice di teste.
Tutti i personaggi di questo racconto
hanno bisogno di solidarietà. Di qualcuno che si occupi di loro, di qualcuno che
voglia loro bene, di qualcuno che li guidi nella vita. È una commedia di quattro
personaggi in cerca di una carezza e di
certezze. Ad analizzare bene questi temi
sembrerebbe un film ben lontano dalla
leggerezza della commedia. Ma l’abilità
del regista e degli sceneggiatori è anche
quella di trovare un grande senso della
misura e di equilibrio nel rappresentare
queste difficoltà all’interno di un film
brillante. Con molti momenti di malinconia e anche di poesia. Non riesco a
concepire una commedia che non racconti il momento che viviamo. Se non
analizza anche le fragilità che contraddistinguono l’attuale tempo, la commedia non ha più un gran
senso e non è un documento di analisi di un momento sociale”.
Per questo film ha scelto Paola Cortellesi, per cui ha
scritto anche il personaggio di Luisa. È una donna che
ha sempre stimato e che considera sciolta e autorevole. Immagino sia stata all’altezza delle sue aspettative?
“Paola è un’attrice che sta migliorando film dopo film. Ha un
grande senso della misura, è essenziale, non esagera mai e rende i suoi personaggi assolutamente riconoscibili perché veri. Ha
una scioltezza invidiabile. E direi anche una grande amabilità
particolare. L’ho scritto per lei quel ruolo, dopo la promessa di
fare un film insieme. E l’ho adattato al suo carattere, ai suoi lati
preponderanti. È l’attrice con la quale ho
meno faticato nell’impostare il suo ruolo
e i duetti fra noi. Era perfetta. Non avevo
quasi mai alcuna perplessità nel vederla
provare. Era misurata, efficace e perfetta. Trovare una partner così è assai raro”.
Nel film ricorre la relazione tra padre e figli e il tema dell’affettività. Il
protagonista, infatti, dopo una brillante carriera professionale, acquista consapevolezza sulla necessità di
riscoprire un ruolo paterno fondamentale nell’orientare lo spirito di
una generazione confusa di prole e genitori. Un tema certamente d’attualità in una società come la nostra nella quale si è perso il valore delle relazioni e dei rapporti umani...
“L’implosione della famiglia, negli ultimi trent’anni, ha portato ad una gran confusione. E ad uno smarrimento in cui
il dialogo tra genitori e figli scarseggia. E c’è sempre meno
tempo per parlare, condividere riflessioni, osservazioni ironiche, e scambi approfonditi. Genitori e figli, spesso, vivono
come estranei dentro casa. E il problema è che si conoscono
poco. Questo è uno dei temi principali di questa commedia”.
Un altro riferimento del film molto attinente alla realtà
in cui viviamo è la scelta di tanti giovani di lasciare l’Ita-
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20 PERSONAGGI
«Allo stato attuale
l’Italia è ancora
bloccata da una
generazione al
potere molto
anziana».
FA
lia per trovare gloria all’estero. È una
scelta che condivide e soprattutto considera l’Italia un Paese per “vecchi”?
“Allo stato attuale l’Italia è ancora bloccata da una generazione al potere molto
anziana. È l’unico Paese al mondo dove
un alto dirigente che ha più di settant’anni, una volta decaduto nell’incarico, viene
riproposto in un altro incarico importante. Tutto questo provoca un tappo nello
scorrere delle generazioni in molti campi.
Però stiamo vedendo dei timidi segnali di
cambiamento. E questo mi porta a dire ai
giovani: andate all’estero per prepararvi,
ma tornate qui perché c’è bisogno di voi”.
Recentemente è arrivato l’Oscar per
“La grande bellezza” - il film di Paolo Sorrentino a cui ha lavorato - premiato come migliore pellicola straniera. Che effetto fa ricevere un premio
così importante? Come ha detto,
l’Italia aveva bisogno di un attestato
internazionale così importante. E il
fatto che sia arrivato con la Cultura la
dice lunga sulle potenzialità di un Paese che non è solo crolli e/o scandali...
“Quasi tutti i governi non hanno mai mostrato un vero interesse sul potenziale che
la nostra Cultura può avere a livello internazionale. Spesso abbiamo sentito dire:
“Con la Cultura non si mangia”. Ecco
che La Grande Bellezza smentisce questa
analisi miope e cinica. È stato un film importante per quello che raccontava, ma lo
è stato anche come spot pubblicitario per il
nostro Paese. Una Roma come quella tutti
la vogliono vedere. E, se riflettiamo che
il film è stato venduto in tutto il mondo, avremo presto
la riprova di una crescita turistica nel nostro Paese, non
solo per Roma. L’Italia ha una grande risorsa: l’arte, il
turismo, l’ambiente. Lavoriamo affinché la nostra arte
non vada nel degrado e sia abbagliante come in quel
film. L’emozione che ho provato è stata forte. Ma questo
successo deve essere uno stimolo a portarci a fare dei
buoni film, possibilmente con temi universali e non solo
locali. Un buon film porta visibilità italiana all’estero e
riporta il pubblico in sala”.
Prima di lasciarla, un paio di curiosità sul suo rapporto con la salute essendo la nostra una testata
sensibile a questo tema. Non ha mai nascosto la sua
convivenza con l’ansia e con il panico da successo ritenendo che riconoscere la propria
fragilità sia, sempre e comunque, una dimostrazione di forza. Che suggerimenti si sente
dare a coloro i quali convivono abitualmente
con i disagi prodotti dalla mente?
“All’inizio della mia carriera ho avuto molti
problemi con un’ ansia che spesso sfociava in
panico. Non mi sono mai vergognato di dirlo.
Ma ne sono uscito fuori in fretta grazie ad un
bravo psicoanalista, che vedeva in questa mia
instabilità la paura di una vita che andava cambiando grazie al successo. Per me, che ero fondamentalmente timido, mi sembrava impossibile confrontarmi con un grande pubblico e perdere il mio anonimato. L’uso di
qualche psicofarmaco mi aiutò all’epoca. Ma la risoluzione del problema fu quella di
accettare i consigli del professor Bellanova: quella di sfidare il terrore di non farcela
attraverso prove spaventose ed impensabili. Quando compresi, dopo tanto penare, che
quelle prove riuscivo, piano piano, a superarle senza morire o svenire, il panico cominciò a perdere la sua potenza negativa. Ma fui molto coraggioso ad uscire di notte con la
macchina, raggiungere una località lontana e saper ritornare sano e salvo. Da solo riuscii
dopo un po’ di mesi ad avere finalmente più fiducia nel mio corpo e nella mia psiche.
Tutte le prove erano stabilite dal professore. Fu un grande”.
Come è nata la sua ossessione per la salute e la medicina? Un pensiero fisso che
è riuscito, comunque, a sdrammatizzare in maniera molto divertente in tanti
dei suoi film...
“Allora… Io non ho alcuna ossessione per la medicina. E non sono affatto un ipocondriaco. Quando ho avuto dei problemi, l’ho detto. Ora sono un semplice, ma vero appassionato di medicina e farmacologia. Qualche volta di sera mi soffermo su qualche
Convegno medico e lo studio a fondo. È una vera passione. Certamente, avendo solo
una laurea “affettuosa” consegnatami dalla Federico II di Napoli, non posso ritenermi un
medico. Faccio ipotesi e non diagnosi. Altrimenti sarei un ciarlatano presuntuoso, È vero,
però, che tre ipotesi in tre casi erano di una difficoltà spaventosa. E qui anticipai medici
luminari. E salvai sul filo di lana due di queste persone. Diagnosticare una Steven Johnson non è facilissimo. Come prevedere il formarsi di un ictus. Ma in casa il nostro medico
curante era un immenso diagnostico. Ho imparato più da lui che da qualunque altro testo.
Tutto qua. Una passione che mi porta spesso ad azzeccare un’ipotesi, che il vero medico
poi valuterà. Avrà capito che ho molte passioni. E questa è una delle tante”
• PER FAVORIRE IL
SOSTEGNO METABOLICO
• 1 COMPRESSA AL GIORNO
• RILASCIO PROLUNGATO
Amore e chat
a cura di Brian Kristian Vacchini GiampaolI - [email protected]
O
Referente Territoriale dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia
Membro del Comitato Etico degli Spedali Civili di Brescia
Profondamente cambiati i rapporti, compresi quelli amorosi
ggi sono profondamente cambiati i rapporti tra
gli esseri umani,
compresi quelli
amorosi. Accade sempre più
frequentemente, infatti, che ciò che un
tempo era l’ultima risorsa per qualcuno,
oggi sia la regola: conoscersi attraverso
internet.
Come si sceglie un partner online?
Per milioni di anni gli individui hanno selezionato i propri compagni basandosi su una vasta gamma di informazioni reperite tramite il contatto
diretto. Il tono di voce, il linguaggio corporeo, l’odore e lo sguardo
erano elementi essenziali per far
scattare la famigerata scintilla.
Viene però da chiedersi cosa succeda oggi quando spesso capita di
contattare qualcuno sui social network senza niente di tutto questo,
ma unicamente dopo aver visto
una fotografia. Su cosa basano le
scelte oggi gli esseri umani, quando scelgono, con un click, tra un
numero illimitato di possibili partner? Vediamo cosa ci dicono le ricerche sul tema:
• La scelta di contattare un potenziale partner si basa per l’85% sulla fotografia del suo profilo personale.
Uno studio del 2008 ci rivela che i
maschi con un’immagine di copertina,
in cui apparivano genuini, estroversi e
aggraziati, venivano contattati molto
22 PSICOLOGIA
di più rispetto a
tutti gli altri. Le
femmine, invece,
venivano giudicate più attraenti,
se, attraverso il
loro avatar, erano in grado di
trasmettere buona autostima,
femminilità e
calore umano.
• Gli interessi
in comu-
L’adagio che afferma che
i poli opposti si attraggono
sembra non valere più
ne contano molto! L’adagio che afferma che i poli opposti si attraggono
sembra non valere più. Oggi si prediligono partner che condividano gli stessi obiettivi di vita, siano essi avere/
non avere figli, fumare/non fumare e
via dicendo (Fiore & Donath, 2005).
• Uomini e donne differiscono per
il modo di gestire le comunicazioni
online. Mentre i maschi sembrano più
propensi ad avviare numerosi contatti, ma a ricevere meno risposte, le
femmine sembrano rispondere molto
meno ai messaggi, che ricevono, ma,
quando lo fanno, è a seguito di una decisione “pensata”.
Come ci si racconta virtualmente ?
Superato lo scoglio della selezione
e del contatto del partner, arriva il
momento in cui bisogna conoscerlo.
Chat, mail, videocall… Attraverso
questi strumenti si fa spesso proseguire un rapporto virtuale ed il rischio è
di farsi più belli di ciò che si è. Il dr.
Toma dell’Università di Cornell ci ha
svelato quanto nelle prime conversazioni online i soggetti tendano ad esagerare i propri attributi positivi ed a
nascondere quelli negativi. Le bugie,
però, sembrano essere presenti in maniera minima e su temi di scarsa rilevanza. Si tende, quindi, ad omettere i
dettagli scomodi ed a far risaltare gli
aspetti migliori. Questo è, forse, dovuto al rischio di essere smentiti nell’incontro dal vivo. È proprio nell’approccio di persona, infatti, che si scopre, se
chi abbiamo immaginato e conosciuto
virtualmente corrisponde ad un essere
umano reale, di nostro gradimento.
Strumenti digitali e rapporti
già avviati
La tecnologia non caratterizza solo le
relazioni allo stadio iniziale, ma influisce molto anche su quelle già avviate.
Basta pensare a quanti di noi hanno un
cellulare e quanto spesso lo utilizziamo
per contattare il partner. Le ricerche ci
raccontano come oggi le lettere d’amore siano state sostituite dagli sms,
metodo definito “veloce”, “efficiente”
ed “affidabile” da tutti i soggetti intervistati. Il 90% delle coppie riferisce di
interagire tramite messaggistica istantanea più di 6 volte al giorno, con un
picco nei “nuovi amanti”, che contano
almeno ben 10 contatti quotidiani nei
primi 8 mesi di frequentazione!
È nell’approccio
di persona che
si scopre se chi
abbiamo Conosciuto
virtualmente
corrisponde ad un
essere umano di
nostro gradimento
La tecnologia rende un amore
incancellabile?
Per rispondere a questa difficile domanda mi vengono in aiuto le parole di un
paziente, che, a distanza di alcuni mesi
da una rottura affettiva, così mi raccontava: “La più importante relazione, che
ho avuto nella mia vita, è finita la scorsa
estate senza lasciare alcuna traccia fisica.
Non ho scatole di foto, souvenir, vestiti.
Tutto ciò che mi resta sono centinaia di
messaggi, tag in Facebook ed immagini su Instagram. E tutto questo è molto
più difficile da eliminare di qualsiasi oggetto concreto”. Queste parole sofferte
ci fanno comprendere quanto oggi sia
assai complesso eliminare le tracce di
una storia d’amore dal web. È, infatti,
molto difficile sciogliere il nodo del legame virtuale: i post degli amici, gli aggiornamenti di stato e le foto pubblicate
divengono istantaneamente di dominio
pubblico e saranno lì per molto tempo a
ricordarci quanto abbiamo perduto.
Non tutto è astratto
Le numerosissime interazioni virtuali che
gli esseri umani portano avanti quotidianamente ci raccontano di quanto la ricerca
dell’affetto sincero non sia facile e di come
le regole dell’attrazione siano complesse.
Dietro una semplice richiesta di amicizia
in Facebook si cela spesso un bisogno
più profondo: quello di non essere soli.
Molti di noi sfruttano tutti gli strumenti a
disposizione, compreso internet, per
trovare degli occhi
in cui rispecchiarsi.
Il rischio è, però, di
perdersi in un mare
di bit, dimenticando
il calore e la forza di
Brian Giampaoli
un abbraccio
.
PSICOLOGIA 23
QUANDO E’ DIFFICILE
PERDERE PESO,
SPESSO E’ COLPA
DEGLI ORMONI
Fai attività fisica regolare, hai eliminato
grassi e dolci e cerchi di seguire un’alimentazione sana? Eppure, i rotolini sulla pancia
e la cellulite sui fianchi non se ne vanno? La
colpa potrebbe essere di alcuni ormoni. La
parola ormone deriva dal verbo greco “ormao”, che significa mettere in movimento,
questa definizione rispecchia molto bene il
ruolo di questi “messaggeri“ chimici, che inviano segnali da una cellula all’altra. Sono gli
ormoni a regolare l’appetito, il senso di sazietà, la velocità con cui bruciamo energie.
Natrix è il laboratorio di analisi ideale per
valutare il livello degli ormoni che possono
crearci difficoltà nel perdere peso.
PROFILI ORMONALI NATRIX
PROFILO DIMAGRIMENTO: permette di determinare il nostro metabolismo, è consigliato quando si inizia, in maniera consapevole, un percorso alimentare finalizzato al
dimagrimento.
PROFILO STRESS: determina i livelli bioattivi
di cortisolo e DHEA. Il livello di cortisolo tende ad aumentare con il passare degli anni
o in seguito a stress severo e prolungato. Il
livello del DHEA, al contrario, diminuisce progressivamente con l’età e l’aumento dello
stress.
PROFILO SPORT: permette di valutare l’impatto dell’attività sportiva sull’organismo. Il
test è consigliato per perfezionare la performance sportiva ed evitare l’over-training.
PROFILO DONNA FERTILE: permette di conoscere i livelli di progesterone ed estradiolo in tre diversi momenti del ciclo.
Rappresenta un utile strumento per comprendere eventuali squilibri ormonali.
PROFILO DONNA MENOPAUSA: è utile per il
controllo dello stato ormonale della donna
nel periodo che precede la menopausa e
durante la menopausa. Fornisce importanti informazioni sulla necessità di una terapia
ormonale.
PROFILO UOMO: permette di verificare l’efficienza ormonale e sessuale maschile in
età fertile e in andropausa. Il test determina
il cortisolo e il DHEA.
PROFILO BUONANOTTE: permette di conoscere la concentrazione serale di melatonina, fondamentale neurormone che regola
il ciclo sonno-veglia. Il test è consigliato in
periodi di elevato stress psico-fisico, durante l’invecchiamento, in menopausa. Utile
anche nei bambini che hanno difficoltà a
dormire nelle ore notturne.
Natrix Lab: il laboratorio certificato (UNIENI-ISO 9001: 2000) di riferimento per le
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La crisi fa soffrire
Concretamente ed emotivamente
C
a cura di Romana CARUSO
Psichiatra, Psicoterapeuta - Socio fondatore de ilsorrisodeibimbi
Non solo sofferenza dei bilanci, dell’occupazione e del denaro
risi.
Che
tutti fa soffrire concretamente
e emotivamente. Perché la cronaca, quella dei giornali e quella
di cui ciascuno è testimone nella
quotidianità, mostra che non
esistono solo le sofferenze dei
bilanci, dell’occupazione e del
denaro. Ma che la precarietà sveglia o risveglia le fragilità emotive più recondite di ciascuno di
noi. L’ansia per il futuro. L’angoscia di farcela. La vergogna
di non dimostrare. La tristezza di
non essere più all’altezza. La paura di essere non produttivi e
per questo abbandonati. Il terrore di non bastare a se stessi ed
a chi si ama. La disillusione. Lo scoraggiamento. La vittoria
delle idolatrie e delle illusioni. Lo stordimento delle droghe e
delle compulsioni. Qualcuno con il suicidio arriva al capolinea. Anche se ancora povero non era e nemmeno lo sarebbe
mai diventato.
Una falce inarrestabile, che sta decimando le famiglie, seminando morti e feriti. E ferite profonde alla coesione familiare.
Al senso del futuro dei più piccoli. Alla speranza degli anziani. Alla fiducia dei giovani che stanno diventando adulti.
Passerà questa crisi.
Speriamo che non passi
l’attenzione al disagio
interiore che ha portato
Qualcuno sta fornendo risposte, in una catena di solidarietà tra
terapeuti, pazienti, famiglie. Qualcuno chiude gli occhi e continua a non vedere una delle poche cose, per cui questa crisi
nera può essere d’aiuto: ritrovare il vero senso di se stessi e
della affettività. Rinsaldare le basi della vita emotiva. Evidenziare ed interrompere meccanismi distorti dell’interiorità.
Qualcuno si sorprende di riuscire solo ora a riflettere su quanto non è materia. Di riuscire solo in un inaspettato difficile
frangente a realizzare sogni intimi di tranquillità personale. Di
trasmettere da dentro molto di più.
Passerà questa crisi. Speriamo che non
passi l’attenzione al disagio interiore che
ha portato. Per continuare ad avere attenzione per i più deboli dentro. Per curare
l’instabilità e prevenire il suo formarsi.
E per continuare a considerare anche i
professionisti della salute interiore come
professionisti della salute globale (e non
Romana Caruso
più della follia)
.
PSICOLOGIA 25
Le farmacie
in continua evoluzione
a cura di Clara Mottinelli
Presidente dell'Associazione dei Titolari di Farmacia della Provincia di Brescia
Risorsa della sanità al servizio del cittadino
Q
uanto sono cambiate le farmacie negli ultimi
anni. Non solo
a livello di professionalità di
chi sta dietro al
bancone, ma anche per l’offerta non
solo di medicinali, per il maggior numero di servizi garantiti, per le sempre
maggiori richieste dei clienti e, anche,
per adeguarsi a un sistema tecnologico
26 FARMACIA
Pharmaceutical care è un termine
inglese che descrive meglio la
trasformazione del ruolo delle
farmacie E DEI FARMACISTI
che corre e che dietro l’angolo presenta già la ricetta in formato elettronico.
"Pharmaceutical care" è un termine
inglese che descrive meglio la tra-
sformazione del ruolo delle farmacie
e dei farmacisti, che non sono ormai
più soltanto delle figure che distribuiscono farmaci agli utenti, ma tendo-
UN nuovo modello di
farmacia che fornisce
assistenza di qualità
alle persone
no sempre più a prendersi in carico il
paziente nella complessità dei bisogni
e degli stili di vita. “Pharmaceutical
care” indica questo nuovo modello
di farmacia che fornisce assistenza di
qualità alle persone accompagnandole
lungo tutto il percorso medico di cui
hanno bisogno, per migliorare lo stato
di salute del cliente e, in seconda battuta, anche contenere la spesa sanitaria per le malattie croniche. Il tutto, è
ovvio, in stretta collaborazione con i
medici di base e con la partecipazione delle Asl del territorio. Il concetto
di salute oggi si allarga a quello di benessere con la farmacia che non è più
soltanto vista come un luogo di cura e
controllo dell’aderenza alla terapia da
parte dei pazienti, ma anche di prevenzione e di benessere.
Anche il Ministero della Salute è impegnato in questo senso ed ha coniato lo slogan “Dare più vita agli anni”
perché i cittadini vivano più a lungo
ma in salute. Le farmacie, essendo
così radicate e capillari sul territorio,
sono il punto naturale per diffondere
questa cultura di benessere e di salute:
per questo il farmacista sarà sempre di
più un operatore sanitario del territorio ed è per questo che oggi si parla di
“Farmacista di comunità”, perché è un
professionista in grado di coniugare il
ruolo di educatore sanitario e sociale.
lare di quella cronica. Il farmacista, in
questo frangente, assume un ruolo attivo al fianco del paziente per assisterlo, nella quotidianità, a una maggiore
aderenza alla terapia. L’obiettivo oggi
Le farmacie, essendo così radicate
Sul territorio, sono il punto
naturale per diffondere UNA
cultura di benessere e di salute
In questi ultimi anni, anche dal punto
di vista della formazione, ha puntato
molto sugli stili di vita, con il farmacista come “mentore” e guida
dei suoi utenti. In questo grande
cambiamento la farmacia non dimentica però il suo primo e principale compito, anzi lo
potenzia: la cura
dell’aderenza
alla terapia
nel ruolo attivo del “Pharmaceutical
care” in partico-
è migliorare la gestione della cronicità sul territorio in modo soprattutto da
contenere la spesa pubblica.
È anche per questo motivo che è attivo un tavolo di lavoro con i medici di base, l’Università e le due Asl
bresciane,per condividere insieme
il nuovo assetto e
gli obiettivi futuri.
“Brescia è la prima provincia che
si mette in discussione su questo
doppio ruolo"
Clara Mottinelli
.
FARMACIA 27
L’acqua, uno dei beni
più preziosI in natura
a cura di Francesco Rastrelli - [email protected]
S
Presidente Ordine dei Farmacisti della Provincia di Brescia
Il nostro corpo ne è composto per oltre la metà
ulla terra l’acqua copre il 70,8% della superficie del pianeta.
La presenza di acqua
sulla terra è una condizione
essenziale
per lo sviluppo e il
sostentamento della vita come la conosciamo.
Tutti gli organismi dipendono dall’ac-
28 FARMACIA
L’uomo durante la sua vita
beve circa 25.000 litri d’acqua
per il mantenimento delle sue
funzioni biologiche
qua e ne contengono in quantità elevate. Il nostro corpo è composto da acqua,
almeno oltre la metà. L’uomo durante
la sua vita ne beve circa 25.000 litri
per il mantenimento delle sue funzioni
biologiche e delle strutture organiche.
Tutti i sistemi organici sono in contatto
con l’acqua: circolatorio, urogenitale,
respiratorio, digestivo, nervoso, sensoriale. Quindi l’acqua, che beviamo,
non serve solo per dissetarci e rinfrescarci, ma svolge un grande numero di
funzioni insostituibili.
L’acqua è rappresentata dalla formula chimica H2O, due ioni di idrogeno
e uno di ossigeno. Ma l’acqua dolce,
che troviamo sulla terra (pozzi, fiumi,
sorgenti, laghi, ecc.), non è composta
solamente da queste due sostanze. ma
contiene batteri, minerali inorganici,
metalli pesanti, idrocarburi ed altri elementi inquinanti. Questo è dovuto al
fatto che l’acqua, durante il suo ciclo
naturale, viene a contatto con rocce,
piante, animali, terreni inquinati, onde
elettromagnetiche, sostanze radioattive, energie negative, ecc. Nella ricerca
dell’acqua pura si devono considerare
tutti questi fattori, tenendo presente
che meno componenti indesidera-
L’acqua destinata al
consumo umano è
regolamentata dal
Decreto Legislativo del
2 febbraio 2001 n.31
ti vi si trovano, migliore è la qualità
dell’acqua. Il concetto di acqua come
H2O è, quindi, un’illusione, data la
molteplicità di sostanze microbiologiche o chimiche in essa contenute.
L’acqua destinata al consumo umano
è regolamentata dal Decreto Legislativo del 2 febbraio 2001 n.31 (in vigore
dal 25 Dicembre 2003), che recepisce nella legislazione nazionale (DPR
236/88) le prescrizioni della direttiva
dell’Unione Europea 98/83/CE relative alla qualità delle acque destinate al
consumo umano. La legge regolamenta dal punto di vista sanitario tutti gli
aspetti organolettici, microbiologici
chimici ed i processi di gestione legati all’erogazione dell’acqua fissando
dei limiti di concentrazione massima
ammissibile. Questi vengono stabiliti
tenendo conto dell’assunzione massima giornaliera su lunghi periodi, della natura del contaminante e della sua
eventuale tossicità.
Per quanto riguarda i controlli l’acqua
erogata viene sottoposta a duplice controllo: interno da parte del gestore, che
periodicamente verifica la potabilità
dell’acqua ed esterno tramite controlli
analitici eseguiti dall’ASL competente.
Negli ultimi due anni Brescia è stata
al centro di una problematica importante: la presenza di Cromo esavalente
nell’acqua.
Con il documento degli ecologisti
(ottobre 2013) vengono presentate
criticità già note sui temi dell’acqua,
dell’aria, del suolo, dei rifiuti e della
partecipazione, ma che, messe tutte in
fila, restituiscono un quadro sempre
più da tenere sotto controllo.
Ma che cos’è il Cromo?
In origine il Cromo [CR], che si estrae
sotto forma di Cromite, si presenta
come un metallo duro di colore acciaio
grigio, è molto resistente alla corrosione con un punto di fusione vicino ai
1900 °C.
I composti del Cromo esavalente sono
considerati potenzialmente pericolosi,
specialmente se assunti per inalazione.
È importante tenere presente che, nel
caso ci fosse un’ assunzione accidentale nella normale dieta, lo stomaco,
tramite un meccanismo fisiologico di
regolazione omeostatica, riduce il Cromo esavalente a Cromo trivalente, forma chimica priva totalmente di pericolosità per l’organismo umano. Infatti il
Cromo trivalente è un elemento essenziale, necessario per numerosi funzioni, in particolare concorre a regolare i
livelli di glicemia nel sangue.
Attualmente, nonostante gli allarmi
diffusi negli ultimi tempi, i livelli di
Cromo rilevati nell’acqua potabile,
che sgorga dai rubinetti di Brescia, rientrano in quelli che vengono definiti
“parametri a norma di legge”. I risultati di cinque mesi di analisi, effettuate
tra novembre 2013 e febbraio 2014,
dimostrano che nel 22% dei prelievi il
Cromo esavalente è risultato pari a 2
microgrammi/litro, soglia minima accettabile. “L’acqua di Brescia è buona,
potabile, si può bere”. Lo garantiscono
l’Azienda
sanitaria locale, preposta al controllo
sulle acque destinate al consumo
umano, ed A2A,
che tramite «A2A
ciclo idrico» la distribuisce col civiFrancesco Rastrelli
co acquedotto
.
FARMACIA 29
wellcare.it
Gambe sane e belle
come a vent’anni.
Corregge
Destasi
Uniforma
Perfect legs
Idrata
Riattiva
Tonifica
Alleggerisce
Per una pelle
sana e bella.
Naturalmente.
Smagliature, cicatrici,
invecchiamento cutaneo?
In farmacia nuovi
“dermo-trattamenti repair”.
Le smagliature, spesso causate
da aumenti di peso o gravidanza,
sono tra gli inestetismi femminili
più frequenti. Le cicatrici sono le
conseguenze visibili di un trauma
o di un intervento chirurgico.
Eliminarle completamente non è
possibile, ma si possono rendere
meno evidenti. L’invecchiamento cutaneo è un fenomeno biologico ineluttabile: già al termine
della crescita la pelle comincia ad
invecchiare!
BB CREAM GAMBE
Corregge gli inestetismi di smagliature,
cicatrici e capillari evidenti, mentre
restituisce leggerezza tonicità e sollievo.
Destasi
Perfect legs
BB Cream
Trattamento Gambe.
Piacere cosmetico
e benessere.
Da oggi possiamo fare molto per
attenuare smagliature, cicatrici e
rallentare gli effetti visibili dell’invecchiamento grazie a Kut repair,
Oil, Cream e Fluid, l’innovativa
linea di trattamenti a base di oli e
attivi naturali.
La molteplicità di azioni svolte (tonificante, ricompattante, elasticizzante, rigenerante, idratante, antiage) ne fanno tre alleati specifici
per correggere gli inestetismi di
viso, mani e corpo, l’assenza di
sostanze allergizzanti garantisce
massima sicurezza.
Kute-Oil repair, per un trattamento mirato e intensivo, contiene Dragoxat che favorisce il
rapido assorbimento degli attivi.
Kute-Cream repair, per un trattamento quotidiano, contiene
Lipomoist 2013 che crea sulla pelle un film altamente protettivo e
idratante.
Kute-Fluid repair, nuovo fluido
corpo per il trattamento delle
superfici estese, contiene Megamoist che potenzia il fattore di
idratazione della pelle.
Dalla ricerca Hynecos Research
Da Pool Pharma in farmacia.
L’ alimentazione
per gli anziani
è
a cura di MARCO BELLONI
Farmacista e Segretario di Federfarma Brescia
Importante variarla e con tutti i gruppi di alimenti
noto da tempo il
peso che alimentazione e stili di vita
hanno sulla nostra
salute e questo non
cambia con il passare degli anni, anzi
l’invecchiamento e
le malattie, che ad esso si accompagnano, rendono ancora più importante fare le
scelte appropriate.
A tutte le età è necessario fornire all’organismo un apporto di energia adeguato
all’attività e tutte le sostanze nutrienti
necessarie a mantenerlo in buona efficienza. Dal momento che ogni cibo può
fornire sostanze diverse, è importante che
la propria alimentazione sia varia e comprenda tutti i gruppi di alimenti.
Come per le persone più giovani ci sono
alimenti che possono, o devono, essere
assunti in maggiore quantità ed altri da
usare in piccole quantità od occasionalmente: un aiuto nella scelta viene dalle
“piramidi alimentari”, che illustrano in
modo molto immediato queste indicazioni.
Tra gli errori più frequenti: mangiare troppi formaggi e troppi dolci, che portano ad
un eccesso di grassi e di carboidrati. Per
quanto riguarda i grassi: nei condimenti è
utile limitare quelli di origine animale (ad
esempio il burro) e privilegiare quelli vegetali (soprattutto l’olio d’oliva) e si deve
contenere il consumo di salumi (che,
generalmente, contengono anche molto
sale). Le indicazioni generali sono comuni per tutte le età, ma si deve tenere conto
delle modificazioni, che avvengono con
l’età in modo da introdurre gli opportuni
adeguamenti: in primo luogo diminuisce
la necessità di energia, perché diminuisce
il fabbisogno calorico di base ed anche
perché si riduce l’attività fisica.
Un altro aspetto di cui tenere conto sono
le patologie che frequentemente si accompagnano all’invecchiamento: ipertensione, diabete, osteoporosi; ognuna
di esse può richiedere un adeguamento
dell’alimentazione.
Infine è necessario cercare di evitare che
problemi fisici (ad esempio le difficoltà
di masticazione) e situazioni personali
(solitudine, difficoltà economiche) condizionino troppo l’alimentazione.
La carne continua ad essere importante
nell’alimentazione: se comporta difficoltà di masticazione,
si possono adottare diversi metodi
di cottura, ma non
si deve rinunciare a consumarne.
Molto importante
introdurre anche
il pesce, che può
fornire nutrienti
preziosi, che non
si ottengono da altre fonti. Non dimentichiamo, infine, l’importanza
di frutta e verdura (per l’apporto
di vitamine, sali minerali e fibre) e
di bere molta acqua (invecchiando
lo stimolo della sete si fa sentire
meno, ma la necessità di idratazioMarco Belloni
ne resta)
troppi formaggi
e troppi dolci
portano ad un
eccesso di grassi
e di carboidrati
.
ANZIANI 31
Il caldo:
attenzione ai bambini!
P
iù sono piccoli, più i
bambini sono esposti al
rischio disidratazione.
Questo perché sudano
di più, non riescono
a disperdere efficacemente il calore e, come
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Importante farli bere spesso
spesso, specie quando ci si trova nei luoghi più caldi dove si suda di più.
Spesso la mamma non sa che nei primi
mesi di vita il lattante non ha bisogno di
bere acqua. Il latte materno, così come
quello in formula, è composto per oltre
il 95% di acqua. Per questo motivo non
solo non c’è nessun bisogno di aggiungere altra acqua, ma è anche opportuno
che il lattante non assuma altri liquidi
(acqua, tisane, ecc) oltre al latte nei primi
quattro-sei mesi di vita. Si rischia, infatti,
di riempire inutilmente lo stomaco, che
arriverà alla poppata con un falso senso
di sazietà, e di instaurare cattive abitudini
(in particolare di notte). Solo durante le
prime fasi dello svezzamento si può offrire al bambino una piccola quantità di
acqua durante i pasti (30-50 ml), ma non
è un obbligo.
Spesso la mamma
non sa che nei
primi mesi di vita
il lattante non ha
bisogno di bere
acqua
I lattanti e i bambini piccoli si adattano
meno facilmente dell’adulto alle temperature elevate, per questo, quando fa
molto caldo, bisogna evitare di portarli
in locali chiusi surriscaldati e scarsamente ventilati o, peggio ancora, di lasciarli
incustoditi nell’automobile parcheggiata al sole: la temperatura all’interno di
un’automobile può salire rapidamente e
l’ipertermia nel bambino può verificarsi
in soli 20 minuti.
La maggior parte delle vittime di ipertermia ha un’età compresa tra 0 e 4 anni.
Se si portano i bambini all’aperto, bisogna pensare a proteggerli dal caldo e
MAMMA E BAMBINO 33
dalle esposizioni dirette alle radiazioni
ultraviolette (UV) del sole (che possono
danneggiare la loro pelle molto delicata),
utilizzando vestitini leggeri, in fibra naturale, copricapi e crema solare.
Una protezione ancora più efficace la si
ottiene lasciando i bambini all’ombra,
soprattutto dalle 11.00 alle 18.00. I danni
causati dai raggi solari sono particolarmente pericolosi per i lattanti e i bambini
piccoli.
Durante le ondate di caldo, inoltre, occorre dedicare particolare attenzione ai
bambini, che hanno già qualche problema di salute: malattie cardiache, circolatorie, respiratorie e asma, perché sono
particolarmente sensibili alle ondate di
caldo ed ai valori elevati di ozono.
Di seguito alcuni consigli di carattere generale:
- Mantenere freschi i locali dove soggiorna il bambino, aerare soltanto al mattino presto e di notte; durante il giorno
oscurare le finestre esposte al sole.
- Vestire i bambini in modo molto leggero, lasciando ampie superfici cutanee
scoperte.
- Controllare regolarmente la temperatura corporea di lattanti e bambini piccoli;
se necessario, rinfrescare delicatamente
il loro corpo con una doccia tiepida o
panni umidi.
- Fare bere acqua, non fredda, in piccole quantità, lentamente e molte volte al
giorno.
- Preferire l’acqua ad altre bevande, specialmente se gassate.
- Evitare di far uscire i bambini all’aperto
nelle ore più calde della giornata, ossia
dalle 11.00 alle 18.00; applicare sempre
prodotti solari ad alta protezione sulle
parti scoperte del corpo e proteggere il
capo con un cappellino.
- Nelle piscine all’aperto o in spiaggia
proteggere i bambini dal calore e dalle
radiazioni solari (vestiti, copricapo, crema solare); evitare l’esposizione diretta
dei bambini al sole dalle ore 9.00 alle
18.00. I bambini sotto i sei mesi di vita
non devono essere mai esposti al sole
34 MAMMA E BAMBINO
diretto. È bene sapere che, anche sotto
l’ombrellone, non si è protetti dal caldo,
né dai raggi solari.
- Evitare che i bambini più grandi svolgano attività fisica all’aperto durante le
ore più calde.
- Fare bere il bambino prima e durante
l’attività fisica, anche quando gioca, per
compensare le perdite di liquidi dovute
alla sudorazione.
- Evitare di lasciare bambini incustoditi
in luoghi chiusi poco protetti dal caldo e
dall’esposizione ai raggi solari, esempio
in tende da campeggio o in auto, specialmente durante le ore calde della giornata.
Attenzione: l’ipertermia, in un bambino
lasciato in auto, può verificarsi anche
nelle giornate fresche, con temperature
intorno ai 22 °C. Questo perché l’abitacolo della macchina può surriscaldarsi
fino a superare i 40 °C, anche se i valori
di temperatura esterna non risultano elevati.
- Preparare cibi freschi e leggeri, ricchi
di acqua (frutta e verdura fresca).
- Fare molta attenzione alla corretta preparazione e conservazione dei cibi. Le
temperature elevate favoriscono la contaminazione degli alimenti ed aumentano il rischio di gastroenteriti e intossicazioni alimentari.
- Si consiglia di lavare bene frutta e verdura e tutti i cibi consumati crudi, facendo attenzione che non vengano a contatto con altri alimenti o con piani di lavoro
sporchi, per evitare il rischio di contaminazione crociata.
- Lavarsi le mani prima di procedere alla
preparazione dei cibi.
- Evitare di lasciare insalate condite, cibi
deperibili (es. latte, latticini, dolci a base
di crema, carne, pesce, etc.) e cibi cotti o
precotti, a temperatura ambiente; vanno
conservati in frigorifero.
è chiaro che in estate bisogna dare la
preferenza ad un’alimentazione ricca di
frutta e verdura, che contengono un’alta
percentuale di liquidi e sali minerali, che
si perdono con la sudorazione. Limitare,
invece, i grassi, che servono all’organismo per produrre calore, di cui però
adesso proprio non abbiamo bisogno!
È molto importante portare sempre con
sé una bottiglietta d’acqua o il biberon,
per far bere il bambino ogni volta che ha
sete. Se è ancora allattato al seno è bene
offrirgli il latte più spesso, senza aspettare il solito lasso di tempo fra una poppata
e l’altra.
Se fa molto caldo, si può fare un bagnetto al bebè anche un paio di volte al giorno. L’importante è
usare solo piccole
quantità di detergente, per non irritare la pelle. Ottimi
i prodotti a base di
amido di riso o avena, che hanno un
effetto rinfrescante
Serena Schiavo
e lenitivo
.
La varicella
a cura di Guido Vertua
Pediatra, responsabile dei contenuti medici di www.mammaepapa.it
è una delle principali malattie esantematiche dei bambini
Qual è la causa della varicella?
Un virus della famiglia degli Herpes,
Virus chiamato Varicella Zoster.
Come si contagia la varicella?
Attraverso un contatto diretto con la
saliva del paziente infetto, oppure con
le goccioline respiratorie emesse con
la tosse, gli starnuti o anche semplicemente parlando oppure con il contatto
con il liquido contenuto nelle caratteristiche vescicole. Può anche essere
trasmessa, ma con minore facilità, da
un individuo affetto da Herpes Zoster.
Il picco di incidenza si verifica nel tardo inverno ed all’inizio della primavera. In genere colpisce bambini tra i
5 e i 10 anni di vita. È una malattia
molto contagiosa per cui la maggior
parte della popolazione in età adulta è
immune.
Dopo quanto tempo dal contagio si
manifestano i sintomi della varicella?
In genere dopo 14-16 giorni compaiono i primi sintomi ma, si possono
anche avere casi da 10 a 21 giorni dal
contagio.
Come si riconosce la varicella?
Inizia con malessere generale e febbre, in genere lieve, ma che può arrivare anche a 39-40 °C.
Dopo alcuni giorni compare la tipica
eruzione cutanea (in termine medico esantema), molto pruriginosa, che
interessa all’inizio il cuoio capelluto, il viso e il tronco e poi si estende
all’addome, ai genitali, alle braccia ed
agli arti inferiori. Le manifestazioni
cutanee hanno dapprima l’aspetto di
macule-papule, in altre parole appaiono come macchioline di colore rosso,
lievemente rilevate al tatto, del diametro di 2-3 mm, che nel giro di poche
ore si trasformano in vescicole (contenenti liquido chiaro). Queste in alcuni
giorni diventano torbide tramutandosi
in pustole e, quando si seccano, diventano croste che si staccano spontaneamente senza lasciare cicatrici (tranne
nelle forme con sovrainfezione batterica). Le lesioni cutanee si risolvono
completamente in circa 10-14 giorni.
Quali sono le complicazioni della
varicella?
Sovrainfezione batterica (da stafilococco o da streptococco) delle lesioni
cutanee, secondaria a grattamento delle vescicole Raramente epatite, encefalite (infezione del sistema nervoso
centrale), polmonite, artrite, glomerulonefrite. La varicella è raramente
grave nel bambino sano, ad eccezione
dei bambini molto piccoli e in quelli
La legge italiana
prevede la riammissione
a scuola dopo 7 giorni
dalla comparsa
che presentano una grave immunodepressione.
Per quanto tempo il bambino affetto
da varicella è contagioso?
Da 1-2 giorni prima dell’inizio delle
manifestazioni cutanee fino a quando
le lesioni sono tutte ricoperte da croste
(6-9 giorni).
Come si cura la varicella?
Nel bambino sano è solitamente una
malattia autolimitantesi e la terapia è
solo di supporto. Si somministrano antifebbrili (escludendo quelli a base di
acido acetilsalicilico come l’aspirina,
che possono provocare gravi reazioni nel paziente) e antistaminici per il
prurito. È consigliabile tenere corte e
pulite le unghie del piccolo per evitare che infetti le vescicole grattandosi.
Esiste un farmaco specifico per la varicella, chiamato Aciclovir, che, som-
36 MAMMA E BAMBINO
ministrato per bocca entro 24 ore dalla
comparsa delle prime manifestazioni
cutanee, provoca una diminuzione
della durata
e dell’entità
della
febbre,
e
del numero
e della durata degli
elementi
cutanei. Il suo
uso non è raccomandato nel bambino
sano, ma può essere preso in conside-
LO SAPEVATE CHE?
Una volta contratta la varicella, il virus rimane per tutta la vita nel nostro organismo, annidato nei gangli
delle radici dei nervi spinali, pur senza dare sintomi (si dice, in questo
caso, che rimane latente). Può accadere che, soprattutto negli adulti
e negli anziani, in corrispondenza
di situazioni stressanti o di immunodepressione transitoria, il virus si
riattivi, causando lesioni cutanee che
prendono il nome di Herpes Zoster o
“fuoco di Sant’Antonio” e che sono
costituite da grappoli di vescicole
spesso dolorosi, localizzati lungo il
decorso di un nervo sensitivo.
razione nei bambini maggiormente a
rischio di complicazioni come quelli
di oltre 12 anni di età, o con malattie
respiratorie e cutanee croniche gravi
o nei casi secondari che avvengono
in famiglia (e che di solito hanno un
decorso più grave).
Come si previene la varicella?
Con il vaccino anti-varicella, che viene
somministrato in due somministrazioni. Nei bambini la prima dose si consiglia tra i 12 e i 15 mesi di età con una
dose di richiamo a 5-6 anni di età (può
anche essere somministrata prima,
almeno 3 mesi dopo la prima dose).
La vaccinazione è indicata anche nei
bambini più grandi, negli adolescenti
e negli adulti ancora suscettibili, che
non hanno cioè contratto la malattia: in
questi casi le due dosi vanno somministrate di seguito, distanziate di almeno
quattro settimane l’una dall’altra.
Quanto tempo si deve stare assenti
da scuola in caso
di varicella?
La legge italiana
prevede la riammissione a scuola dopo
7 giorni dalla comparsa delle prime
manifestazioni cutanee
Guido Vertua
.
MAMMA E BAMBINO 37
Bambini al sole,
mamme felici!
a cura di Chiara Kron Morelli
"M
Farmacista
Importante proteggere la pelle
ettiamo la crema?”, “Stai all’ombra!”,
“Rimettiamo la crema!”... Mi sembra
già di sentire le mamme in spiaggia
che rimproverano i loro figli per una
scorretta esposizione solare! Ma è
noto che con l’arrivo della bella stagione è molto difficile tenere i bimbi
lontano dal sole caldo, che invoglia a correre ed a fare giochi divertenti!
Se da un lato è molto importante l’attività all’aria aperta per i più piccoli,
in modo particolare per la produzione della vitamina D, dall’altro è bene
proteggere in maniera adeguata la loro pelle. La scelta del solare con un
filtro di protezione 50+ non solo al mare, ma anche durante una passeggiata in montagna o in città, l’esposizione nelle ore meno calde, mai dalle
12 alle 16, l’idratazione continua, sono tra i consigli più frequentemente sentiti. Ma può influire l’alimentazione in tutto questo? Sicuramente i
bambini, che già soffrono di dermatiti o intolleranze alimentari, dovrebbero seguire una dieta adeguata tutto
l’anno, a maggior ragione d’estate
quando i raggi solari più caldi e pericolosi potrebbero accentuare in modo
molto evidente il problema pelle, dando origine a fastidiosi eritemi solari,
accompagnati da prurito e, talvolta,
da febbre. In genere gli alimenti più
coinvolti sono latte, salicilati naturali
presenti in alcuni ortaggi, conservanti e coloranti. Quindi sì ad una dieta
variata con pranzi leggeri a base di cereali e verdura di
stagione, merende e spuntini con frutta, yogurt o frullati... senza dimenticare pesce e carne, anch’essi molto
importanti. Con un’attenta dieta “antintolleranza”, senza eliminare alcun alimento, ma piuttosto riducendolo,
l’intensità dell’eritema può diminuire o non presentarsi
del tutto. Un ultimo consiglio da mamma: mettete la
crema solare ai vostri figli a casa, con calma, senza tralasciare nessuna parte esposta... eviterete di rincorrere Chiara Kron Morelli
i vostri figli ovunque e vi godrete anche voi il sole!
l’attività all’aria aperta
per i più piccoli è importante
per la produzione
della vitamina D
.
MAMMA E BAMBINO 39
Trattamento osteopatico
in gravidanza
L'
a cura di Veronica Lorenzini
Osteopata
Per rendere confortevole il luogo del nascituro
approccio osteopatico per la mamma in attesa ha
due scopi:
1) Correggere la
postura della donna in modo da evitare dolori articolari (come dorsalgie,
lombalgie o sciatalgie…) durante i 9
mesi, dato che il baricentro, spostandosi in avanti, obbliga le articolazioni a
cambiare posizione ed a dare dolori
nel caso ci siano
rigidità che originano da traumi o
posture viziate;
2) Preparare da
un punto di vista
osteotendineo l’elasticità del bacino e del tratto lombare,
che, in sinergia con il sistema musco-
il baricentro,
spostandosi in avanti,
obbliga le articolazioni
a cambiare posizione
lo-fasciale uterino, devono favorire la
fioriuscita corretta del bambino: ne deriva un parto eutocico semplice e sen-
Un trattamento
osteopatico favorisce
un parto eutocico
semplice e senza
complicazioni
za complicazioni ed un modellamento
cranico del neonato, che evita plagiocefalie e torcicolli miogeni.
Un altro vantaggio importante, che
deriva dal trattamento osteopatico in
gravidanza, è il fatto che sistemare la
“casa”, che il neonato deve occupare,
significa rendere confortevole il luogo
nel quale si deve posizionare. Questo
evita parti podalici o facciali ed agevola una presentazione fisiologica del
bambino nel bacino della mamma per
la corretta fioriuscita dal canale del parto grazie alle contrazioni uterine.
La terapia è solo manipolativa e le tecniche non sono invasive né violente.
Il protocollo consiste, generalmente, in
2-3 sedute ravvicinate (cadenza settimanale o quindicinale) ed in una seduta
al mese per la durata dell’attesa (con la
possibilità di saltare il 6° se la paziente
sta bene).
Il trattamento
osteopatico del neonato
Nel caso in cui il parto, invece, sia distocico, cioè un parto, che ha avuto una
difficile espulsione con la necessità di
aiuti esterni come la manovra di Kristeller (le spinte sulla pancia) o l’uso
della ventosa od in extremis il taglio
cesareo, il modellamento cranico del
neonato può risultare asimmetrico.
Nel caso del parto cesareo, infatti, mancando il normale passaggio attraverso
un canale circolare, non avviene il giusto modellamento, che può eliminare
eventuali asimmetrie createsi durante i
9 mesi a causa di posizionamenti particolari del feto nello spazio a disposizione.
40 MAMMA E BAMBINO
sistemare la “casa”, che il
neonato deve occupare, significa
rendere confortevole il luogo
nel quale si deve posizionare
A volte proprio per questo motivo anche il resto del corpo del bimbo assume
delle posture asimmetriche (in genere
curvate a “banana”), che si riscontrano
anche dopo la nascita e possono essere
eliminate con le corrette tecniche osteopatiche.
Il cosiddetto torcicollo miogeno congenito è, in realtà, spesso causato da
un’asimmetrica cranica (nello specifico occipitale), che obbliga la cervicale
del bambino ad assumere una postura
asimmetrica in side-bending e rotazione, poiché la struttura sottostante non
può sostenere una verticalità corretta.
In caso di plagiocefalia i disturbi che il
bambino può presentare sono:
- disturbi del sonno;
- irrequietezza;
- rigurgiti e reflusso gastroesofageo;
- coliche gassose;
- lacrimazione per dotto lacrimale
chiuso;
- disturbi ORL, otiti frequenti…
Il protocollo, in genere, è di 3 sedute
a cadenza settimanale o quindicinale
più un controllo a distanza di 1 mese
o 1 mese e mezzo a seconda dell’età
del neonato. L’ideale sarebbe vedere il
bimbo prima possibile, ma, comunque,
entro i primi 6 mesi di vita: le fontanelle
iniziano,
poi, ad ossificarsi
terminando il processo attorno ai 12
o 15 mesi. Quindi
favorire il rimodellamento cranico
risulta, poi, più difficile
Veronica Lorenzini
.
MAMMA E BAMBINO 41
C
Estate: tempo di
mosche volanti!
a cura di Roberto Bellucci - [email protected]
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OCCHI ARROSSATI
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inizio d’estate aumentano i soggetti
che segnalano al
medico oculista
la visione di “mosche volanti”, cioè
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Direttore di Oculistica Azienda Ospedaliera di Verona
0373. Leggere attentamente le avvertenze o le istruzioni per l’uso. Autorizzazione del 17/12/2013
ma anche contro il libro che stiamo
leggendo in spiaggia, sul foglio bianco
dove stiamo scrivendo, e persino sul
televisore. E questo ci preoccupa, che
sta succedendo alla nostra vista?
In realtà si tratta di un fenomeno molto
comune, che fa parte delle esperienze di “visione endottica”, cioè della
visione di elementi, che si trovano
all’interno dell’occhio. Ricordiamo
che l’occhio vede con la retina e che
questa retina è situata sul fondo del
bulbo oculare. La luce deve, quindi,
attraversare tutto l’occhio per essere
percepita e se, trova sulla sua strada
elementi non trasparenti, si generano
delle ombre che vengono percepite
dal soggetto. Le “mosche volanti” non
sono altro che addensamenti del corpo
vitreo, cioè della gelatina che occupa
la grande cavità oculare. Nei giovani
Visione con “mosche volanti”.
la struttura della gelatina vitreale è regolare, il corpo vitreo è del tutto trasparente e non vi è visione di “mosche
volanti”. Con l’età però l’architettura
del vitreo cambia, si formano addensamenti e condensazioni che hanno la
caratteristica di fluttuare nel gel vitreale. Quando ruotiamo l’occhio, loro
seguono con un piccolo ritardo, dando l’impressione di volare. Per lo più
appaiono di colore scuro, ma, a volte,
hanno l’aspetto di una larva o di un
PARLA LO SPECIALISTA 43
Corpi mobili vitreali
vermicello.
Per ragioni legate a fattori climatici i fenomeni si accentuano in estate,
quando caldo e disidratazione sono
più presenti. Spesso questi corpi mobili vitreali (l’oculista li chiama così)
appaiono abbastanza improvvisamente
mettendo in apprensione il soggetto: è
successo qualcosa? In realtà quasi mai
la comparsa di “mosche volanti” è indice di un problema serio alla retina.
Dipende sì dal movimento del fluido
interno all’occhio, ma assai raramente questo provoca un danno. In caso di
comparsa improvvisa, una visita oculi-
Il corpo vitreo ha un
metabolismo assai lento, che le
riduce nel corso di mesi senza
arrivare ad eliminarle del tutto
stica dirà se vi è stato coinvolgimento
della retina e se serva un qualche tipo
di trattamento. Spesso l’oculista farà
diagnosi di “distacco posteriore di vitreo”, che non è una malattia, ma una
situazione non pericolosa essendo presente nel 30% dei soggetti di 60 anni e
che non richiede trattamento. A volte
parlerà invece di “piccola lacerazione
retinica”, che viene saldata mediante
coagulazione laser. In casi eccezionali (1 su 500-1000) si trova, invece,
un danno, che richiede un intervento
chirurgico. In questi casi la comparsa
delle mosche volanti è preceduta dalla
visione di lampi insistenti e prolungati anche per giorni, ma anche qui non
sempre ai lampi fa seguito un problema da curare.
Il destino delle mosche volanti è quello di diminuire pian piano fino a non
essere più avvertite. Il corpo vitreo ha
un metabolismo assai lento, che le ri-
Voluminoso corpo mobile
disturbante la visione.
C
duce nel corso di mesi senza arrivare
ad eliminarle del tutto. Altre si possono formare nel frattempo. Per fortuna
la visione non è danneggiata, neppure
quando “mosconi” si piazzano davanti
alla riga, che stiamo leggendo risultando molto fastidiosi. Ricordiamoci,
però, di segnalare all’oculista ogni variazione evidente ed improvvisa. Con
l’autunno ci esporremo meno al sole,
ci disidrateremo meno e il disturbo si
attenuerà. Nel frattempo in estate ricordiamoci di bere molto: prevenire
è meglio che curare! Ma esiste una
cura? Alcuni prodotti in compresse si
propongono di aumentare l’idratazione del corpo vitreo e possono essere
di qualche utilità, ma più spesso è solo
l’intervento chirurgico, che può risolvere il problema,
un intervento poco
eseguito, perché
introduce un seppur piccolo rischio
chirurgico in una
situazione, che, lasciata a se stessa,
non comporta dei
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rischi
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I meccanismi
delle complicanze della
malattia aterosclerotica
I
a cura di Luciano Cominacini
Ordinario di Medicina Interna dell’Ospedale di Verona
Infarto del miocardio e ictus ischemico. Il lavoro di un team scaligero
l lavoro dal titolo “I derivati ossidati degli acidi
grassi polinsaturi agiscono
sull’ apoptosi mediata dallo stress del reticolo endoplasmatico nelle placche
carotidee umane?” è stato
pubblicato sulla prestigiosa rivista
americana Antioxidants & Redox Signaling. Lo studio è stato condotto dal
Gruppo di ricerca diretto da Luciano
Cominacini, Ordinario di Medicina
Interna, da Ulisse Garbin, responsabile del Laboratorio Aterosclerosi
del Lurm (Laboratorio Universitario
di Ricerca Medica dell’Università) e
dalla ricercatrice Anna Fratta Pasini
del Dipartimento di Medicina dell’Università di Verona, in collaborazione
con Elda Baggio e Giovanni Lipari
del Dipartimento di Chirurgia di ateneo.
Lo studio, condotto su placche aterosclerotiche umane provenienti da
pazienti sottoposti ad intervento chirurgico, dimostra che a causare la
complicanza più grave della malattia aterosclerotica e cioè l’occlusione trombotica del vaso arterioso e la
conseguente ischemia acuta (infarto
del miocardio, ictus ischemico) potrebbero essere alcuni derivati ossidati di acidi grassi polinsaturi, che sono
presenti nella placca stessa e che, le-
Lo studio dimostra che a causare
l’Ischemia acuta potrebbero
essere alcuni derivati ossidati di
acidi grassi polinsaturi
gandosi a due specifici recettori, ne
determinano l’instabilità. Si è visto,
inoltre, che il fenomeno, riprodotto in
laboratorio, poteva essere bloccato da
farmaci antagonisti dei due recettori,
indicando che tali recettori potrebbero costituire un importante target
terapeutico nella prevenzione delle
complicanze acute della malattia aterosclerotica
.
Il team di lavoro guidato da Luciano Cominacini.
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l’aspetto della pelle
in presenza di:
• Smagliature
• Cicatrici
• Disidratazione
• Invecchiamento cutaneo
G
li inestetismi e il gonfiore
delle gambe diventano
per molte donne un chiodo fisso nei mesi che precedono
l’arrivo dell’estate e della fatidica
prova bikini. Purtroppo con l’arrivo dei mesi caldi questi disturbi
(smagliature, cellulite, capillari
dilatati, colorito pallido e opaco)
tendono ad essere più visibili.
Avere gambe belle e sane è il desiderio di tutte le donne poichè
sono il simbolo della sensualità e
della bellezza femminile.
novità
a cura di Cristina Agostini e Stefano Capra - [email protected]
P
Fondazione Richiedei Gussago (Bs)
Malattia sistemica causata da un impoverimento della massa ossea
ensiamo
comunemente all’osso come
impalcatura
rigida
con funzione di sostegno e protezione, ma si tratta di un
prezioso deposito di
minerali disponibili per le richieste
metaboliche.
L’osteoporosi è una malattia sistemica
caratterizzata da impoverimento della
massa ossea e da alterazioni qualitative del tessuto osseo: lo scheletro diventa fragile e poroso.
L’impoverimento dell’osso, accumulato durante la crescita, avviene lentamente e silenziosamente fino a quando
si manifesta drammaticamente nella
frattura tipicamente localizzata in corrispondenza di polso, femore, vertebre.
È possibile conoscere il grado la den-
sità minerale ossea attraverso la Mineralometria Ossea Computerizzata
(MOC).Il risultato della rilevazione
MOC è un numero chiamato T-score.
Uno score inferiore a -2, 5 è indicativo di osteoporosi, ma questo dato è
necessario e non sufficiente per individuare la fragilità ossea.
È compito del medico effettuare l’inquadramento anamnestico, farmacologico e valutare il metabolismo mine-
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dermocosmetica di Pool Pharma,
ha realizzato DESTASI BB CREAM GAMBE, l’unica BB Cream
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di smagliature, cicatrici e capillari
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PARLA LO SPECIALISTA 49
Molti farmaci contribuiscono
all’indebolimento dell’osso e sarà
il medico a valutare il rapporto
rischio-beneficio
Il riassorbimento dell’osso è particolarmente evidente nelle donne subito dopo la menopausa, perché viene
meno la stimolazione estrogenica, ma
l’osteoporosi si sviluppa con maggiore probabilità ed intensità, quando il picco di massa ossea, raggiunto
entro i primi 20-25 anni di vita, non
è ottimale. La capitalizzazione ed il
mantenimento delle riserve minerali è
un processo che riguarda tutta la vita.
Esiste una predisposizione genetica,
Nel cerchio blu, osso sano.
Nel cerchio rosso, osso affetto
da osteoporosi.
apporto di calcio e vitamine (D-C-K).
L’esposizione al sole permette di sintetizzare la vitamina D, indispensabile
per l’assorbimento intestinale di calcio. In tutte le fasi della vita è importante muoversi, camminare, rinforzare la muscolatura. I generi voluttuari
(fumo di sigaretta, eccessivo consumo
di caffè, droghe) dovrebbero essere
limitati. Molti farmaci contribuiscono
all’indebolimento dell’osso e sarà il
medico a valutare il rapporto rischio-
beneficio. Particolare attenzione a
preservare la salute dell'osso va posta
quando si iniziano terapie cortisoniche. Sono disponibili farmaci antiriassorbitivi, che riducono i processi
di degradazione dell’osso, limitando
l’attività dei “Picconatori dell’osso”,
gli osteoclasti. Nei casi di osteoporosi severa possono essere utilizzati
analoghi del paratormone, che hanno
la capacità di rallentare gli osteoclasti
e soprattutto di attivare i “Costruttori di osso”, gli osteoblasti. Esistono
farmaci capaci di legarsi ai recettori
estrogenici. Sono ora disponibili farmaci biologici che interferiscono con
la produzione di osteoclasti. In ogni
caso le terapie devono essere valutate e prescritte dal medico di fiducia,
dopo aver attentamente valutato il
rischio di frattura. Il miglioramento
dello stile di vita, l’attività fisica e la
corretta introduzione di calcio e vitamina D rimangono difesa efficace in
ogni fase della vita
.
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ma anche stili di vita che permettono
di contrastare la “Ladra silenziosa”. È
importante l’alimentazione, che deve
essere varia, ricca di frutta, verdura,
latte e derivati per garantire giusto
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rale osseo, completando il dato della
MOC con esami ematici, che misurano la disponibilità di calcio e fosforo
ed escludono la presenza di osteoporosi secondaria ad altre patologie.
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l’equilibrio dell’intero organismo.
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La terapia fotodinamica (PDT)
Per patologie dermatologiche
a cura di Rita Martinelli - [email protected]
Dermatologa
Una soluzione moderna, non invasiva, non chirurgica
La PDT è una terapia moderna, non invasiva, non chirurgica, indicata per il
trattamento di numerose patologie dermatologiche quali:
- LESIONI PRECANCEROSE CUTANEE
(SONO LESIONI CHE POSSONO GENERARE UN TUMORE)
- CARCINOMI
- CHERATOSI ATTINICA
- BASALIOMI
- VERRUCHE VOLGARI
- VERRUCHE PIANE
- FOTORINGIOVANIMENTO / FOTOINVECCHIAMENTO
- ACNE IN FASE ATTIVA
La PDT prevede l’utilizzo di una sostanza fotosensibilizzante (cioè capace
di reagire con la luce), somministrata per via topica o, in casi selezionati,
per via sistemica e successiva irradiazione con una luce a specifica lunghezza d’onda. La combinazione di questi 2 fattori (sostanza fotosensibilizzante e luce) innesca un processo chimico (reazione fotodinamica), che
provoca il danneggiamento e la distruzione selettiva delle cellule malate.
Acne: prima e dopo. Per gentile concessione del Dott. Marco Fumagalli
52 PARLA LO SPECIALISTA
Procedura
del trattamento
Il trattamento è ambulatoriale, talora prevede una preparazione domiciliare.
Nella modalità di somministrazione
per uso topico:
- si applica sull’area da curare una
sostanza (è un profarmaco chiamato
5/ALA ed è un metabolita del nostro corpo), che viene assorbita dalle cellule malate (non penetra nelle
cellule sane) e trasformata in un prodotto fotoattivo, la Protoporfirina
IX (sostanza fotosensibilizzante).
- si copre la parte trattata con un
bendaggio occlusivo, che favorisce
la penetrazione del prodotto e impedisce la penetrazione della luce.
- dopo un tempo variabile (da 1 ora
a tutta la notte), a seconda del tipo di
patologia da trattare, la medicazione
viene rimossa e l’area interessata
viene esposta, per alcuni minuti, ad
una sorgente luminosa che emette
luce rossa di lunghezza d’onda intorno a 630 nm.
Nei giorni
successivi
al trattamento il
paziente
deve evitare
l’esposizione
alla luce solare
e lampade UV
Nei giorni successivi al trattamento
il paziente deve evitare l’esposizione alla luce solare e lampade UV.
Gli effetti collaterali, che si manifestano durante l’illuminazione
(sensazione di calore, bruciore) e
nei giorni successivi al trattamento (eritema, gonfiore e talora croste), sono gestibili dal medico. Il
costo è di euro 150/200 a seduta.
La PDT topica è una terapia naturale (non utilizza farmaci), sicura ed
efficace; offre indiscussi vantaggi
rispetto alle terapie convenzionali,
considerate più invasive (crioterapia, laserterapia, diatermocoagulazione, chirurgia): tra i più evidenti
e importanti la selettività (agisce
solo sulle cellule malate e non causa danni alle cellule sane della
cute), possibilità di trattamento di
più lesioni contemporaneamente,
si può ripetere più volte, rapidità
di trattamento, non lascia cicatrici
ed i risultati estetici sono ottimali.
Si propone come valida alternativa
terapeutica nel trattamento dell’acne in fase attiva , spegne l’infiammazione senza ricorrere all’uso di
antibiotici. I risultati clinici sono
immediati (sono necessarie 1–2 sedute a intervalli di 15–20 giorni).
Cheratosi attinica: prima e dopo.
Per gentile concessione del dott. Giuseppe Solari.
La PDT è considerata la terapia di
prima scelta nel trattamento della
Cheratosi attinica, una condizione
premaligna molto comune: è la forma precoce del carcinoma squamocellulare.
rappresenta l’unico approccio terapeutico attualmente possibile. Agisce anche sulle lesioni subcliniche e
svolge un importante ruolo di bonifica e prevenzione dell’evoluzione
in tumore.
La PDT è considerata la terapia
di prima scelta nel trattamento
della Cheratosi attinica
La lesione insorge su un’ area di cute
danneggiata dal sole. Si manifesta
come una chiazza brunastra, ruvida
al tatto, talora ricoperta da squamocroste. Le lesioni sono isolate o
multiple; spesso nell’area circostante sono presenti lesioni subcliniche
difficili da riconoscere. Compaiono
in media e tarda età nelle zone scoperte: viso, cuoio cappelluto, tronco
e mani. L’esposizione prolungata al
sole è la causa principale. Se le lesioni sono estese o multiple, la PDT
Una recente applicazione della terapia fotodinamica è il trattamento del
Fotoinvecchiamento, che è il danno
cutaneo causato
dall’esposizione
cronica ai raggi
ultravioletti del
sole e delle lampade UV
.
Rita Martinelli
PARLA LO SPECIALISTA 53
La regola di
abbassare la
pressione sempre al
di sotto di 140/90 NON
VALE PER TUTTI
Ancora
sull’ipertensione
a cura di Franco Pesciatini
I
Specialista in Cardiologia, Dietologia, Fisiatria
Principale responsabile di ictus e infarto
l tema nasce da una domanda recentemente
postami da un paziente: “La terapia, che mi
ha prescritto, mi abbassa troppo la pressione ed io non sto bene; quanto devo abbassare la pressione per non incorrere nel
rischio di ictus?”.
È necessario dare una risposta ad una domanda così
importante, che scaturisce dall’ ormai diffusa consapevolezza che l’ipertensione è la principale responsabile di ictus ed infarto. Molti ipertesi in terapia,
54 PARLA LO SPECIALISTA
hanno difficoltà a rientrare nei parametri consigliati, inferiori a 140/90, anche perché la pressione non
è mai uguale nel corso della giornata, presentando
notevoli variazioni durante l’attività fisica, durante
il lavoro, durante condizioni di stress; subisce oscillazioni con rialzi anche importanti specialmente in
soggetti anziani, ansiosi, obesi e diabetici. Rientrare, allora, nei parametri consigliati vale per tutte le
età e per tutti i soggetti? Chi scrive sostiene che non
dobbiamo farci condizionare solo da un dato numerico ed accanirci ad abbassare i valori di pressione
in ogni caso; ritengo, invece, che
ogni paziente necessita, prima di tutto, di una precisa
valutazione e, poi, di
un trattamento personalizzato, individuale.
La regola di abbassare
la pressione sempre al
di sotto di 140/90, a mio
parere, non vale per tutti,
perché in alcuni pazienti, soprattutto anziani, potrebbe essere persino
dannoso e pericoloso ridurla eccessivamente. Inoltre, se è vero che è meglio iniziare a trattare l’ipertensione
prima che intervengano danni a carico
degli organi bersaglio (cuore, cervello, reni) senza aspettare l’insorgenza
di sintomi, in quanto l’ipertensione
agisce come un “ killer silenzioso”, i cambiamenti dello
stile di vita, come abbandonare il fumo, ridurre il peso
corporeo, evitare la sedentarietà, sono misure spesso
sufficienti ad abbassare la
pressione, anche se non sempre al di sotto dei parametri
suggeriti. La presenza di fattori di rischio non eliminabili come il diabete,
l’eccesso di colesterolo, la familiarità
e la stessa età devono influire sulle decisioni terapeutiche. Gli stessi farmaci
vanno prescritti in base alle caratteristiche del paziente dopo accurata valutazione clinica e strumentale, tenendo
anche conto dei possibili effetti collaterali, che tutti i medicamenti possono
dare, senza dimenticare che la terapia
deve essere continuata regolarmente
ed ininterrottamente anche dopo la
normalizzazione dei valori pressori.
Una completa valutazione strumentale per diagnosticare correttamente
corso delle varie attività della giornata consentono di ricavare valori
medi sia di pressione sistolica (mas-
Le ripetute misurazioni nel corso
delle varie attività della giornata
consentono di ricavare valori medi
molto più utili del singolo valore
e precocemente uno stato ipertensivo, ma anche per valutare l’efficacia della terapia prescritta, non può
prescindere dalla monitorizzazione
della pressione, oggi facilmente eseguibile mediante l’Holter pressorio,
unico modo, che consente di valutare
l’andamento della pressione arteriosa
nell’arco della giornata, prescindendo dallo stato emozionale che la presenza del medico comporta in alcuni
(la famosa “ipertensione da camice
bianco”). Le ripetute misurazioni nel
sima) che diastolica (minima), che
sono più utili del singolo valore.
Per concludere: il trattamento dell’ipertensione non è
sempre facile, ma
occorre evitare di
porre esclusiva
attenzione ad un
numero piuttosto
che “curare” il
paziente!
.
Franco Pesciatini
PARLA LO SPECIALISTA 55
La medicina tradizionale
cinese e la prevenzione
a cura di Sergio Perini - [email protected]
prof. a c. Corso di Perfezionamento in Agopuntura Facoltà di Medicina Università di Brescia
Direttore Scuola Superiore di Agopuntura UMAB (Unione Medici Agopuntori Bresciani)
L’agopuntura parte importante
L'
attuale sviluppo
in Occidente della Medicina Tradizionale Cinese
(MTC), di cui l’agopuntura è parte
importante, sembra
andare di pari passo con una maggiore attenzione da parte della nostra popolazione al proprio stato di salute, avvalorata da
una cultura della prevenzione, a cui segue
la ricerca di un medico con una formazione culturale più olistica.
Dopo l’agopuntura, vera testa di ponte
56 PARLA LO SPECIALISTA
della medicina cinese, sono state introdotte gradualmente in questi anni le altre branche della Medicina Tradizionale
Cinese (MTC) quali: massaggio (tuina),
moxibustione, coppettazione, ginnastiche mediche (Tai Qi Quan, Qi Gong),
dietetica e fito-farmacologia cinese.
La Medicina Cinese è strettamente connessa alla Cultura Cinese, che affonda
le proprie radici nella filosofia Taoista
con elementi di Confucianesimo e di
Buddismo.
Nel Dao Te Ching il libro della via e della
virtù di 91 capitoli , Lao Zi scrive:
“L’uomo che raggiunge il Dao non è
nient’altro che l’uomo vero, l’uomo che
vive la verità di sé, che agisce conformemente al Cielo/Terra. Quando l’Uomo
vero raggiunge l’unità originale, non
Dopo l’agopuntura
sono state introdotte
le altre branche
della Medicina
Tradizionale Cinese
agisce più direttamente, ma lascia che
la natura segua il suo corso, perché la
volontà del saggio si identifica completamente con l’ordine del Dao”.
Ed ancora: “Quando l’uomo sa mantenere l’equilibrio della componente yin
e della componente yang nel suo organismo, quando sa difendersi e nutrirsi, quando sa adattarsi alle 4 stagioni,
quando sa mantenere il suo animo tranquillo, si riscopre sano e autentico nel
seguire il Dao, la Via”.
I testi di Medicina Cinese più antichi
sono due: Su Wen (Libro delle domande
semplici) e Ling Shu (Perno spirituale). I
temi trattati sono:
- anatomia, fisiologia, cause di malattia,
evoluzione della patologia, prevenzione e
trattamento soprattutto tramite agopuntura e moxibustione;
– fisiologia governata da 5 oragni pieni
Zang e 6 visceri vuoti Fu attraverso i canali principali Jing luo;
– definizione delle varie forme di Energia
e le energie psichiche dell’individuo;
- 4 fasi diagnostica: ispezione, auscultazione, interrogazione e presa dei polsi;
- teorie fondamentali dello yin e dello
yang e dei 5 movimenti.
Molti altri libri di Medicina sono stati
scritti nei secoli successivi fino alle ricerche moderne in questo settore pubblicate anche in inglese e che si possono leggere sui vari motori di ricerca
medico-scientifica.
Alla base della MTC stanno alcune teorie
e paradigmi quali:
- Teoria dei 5 elementi o movimenti
(Fuoco, Terra, Metallo, Acqua, Legno);
- Teoria del Sangue (Xue), dei Fluidi
(Jin Ye) e dell’Energia (Qi), espressioni
diverse della Energia che permette la vita.
Questi elementi trovano la loro applicazione pratica su conoscenze ben
precise di anatomia e fisiologia, che
studiano le strutture e le funzioni principali dell’organismo.
In questa costruzione teorica l’Uomo
è considerato una centrale energetica
in cui gli apporti esterni forniti da una
L’eziopatogenesi permette
di comprendere i fattori che
alterano la circolazione
dell’Energia e del Sangue
corretta alimentazione e respirazione
vengono assimilati e trasformati dagli
organi e dai visceri, quindi, trasportati e distribuiti in tutto l’organismo dai
vasi sanguigni e dai meridiani, sorta
di network formata da 12 Meridiani
Principali e Secondari e 8 Meridiani
Meravigliosi.
L’equilibrio del Qi o Energia può, dunque, essere mantenuto con una corretta
alimentazione e respirazione , fattori
essenziali per ridurre al minimo la dispersione del Qi originario o ancestrale
dato dai genitori nel momento del concepimento. Quanto maggiore è questo
Qi originario e quanto minore ne è la
sua dispersione, tanto migliore sarà lo
stato di equilibrio psico-fisico e, quindi,
lo stato di salute.
Sui Meridiani sono stati individuati numerosi punti o aree con caratteristiche
neurofisiologiche specifiche, che possono essere stimolate dal terapeuta con
diverse modalità.
L’eziopatogenesi o causa di malattia
permette di comprendere i fattori che
agiscono, attraverso meccanismi complessi, alterando la circolazione dell’Energia e del Sangue, dando degli squilibri che provocano la malattia.
La semeiologia o studio dei segni e la
diagnostica si avvalgono dello studio
particolareggiato della lingua (glossoscopia) e della palpazione dei polsi
radiali (sfigmologia), che permettono
di comprendere le caratteristiche “ambientali” ed energetiche dell’organismo
che predispongono a determinati squilibri e, quindi, alle
malattie. Una volta
messi a fuoco i segni ed i sintomi del
paziente, si giunge alla clinica con
quadri sindromici
diversi dalle sindromi della mediSergio Perini
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Le attenzioni per non guastare le passeggiate all’aria aperta
Si avvicina la bella stagione... e con queste le
nostre libere uscite a goderci sole, vento, fiori,
profumi. Non per fare la guastafeste, ma oltre
ai fiorellini, al cielo azzurro e alle farfalle...
ahimè... vi sono plotoni di agguerritissimi
esseri volanti, ma soprattutto pungenti… api,
zanzare, calabroni, pappataci. Tra i fili d’erba
così verdi ed invitanti si annidano zecche e
pulci. Dimorano tra le crepe dei muri i ragni.
Alcuni di questi insetti pungono per poter sopravvivere (il nostro sangue costituisce il loro
pasto): sono i cosiddetti insetti ematofagi.
Altri, invece, pungono per legittima difesa
(ad esempio le api), per difendere i loro nidi o
se provocati da intrusioni improvvise, come,
ad esempio, api, calabroni e vespe. A nostra
difesa ci sono presidi di varia natura: dagli
spray propellenti agli unguenti a base di geranio, citronella, essenza di lavanda, dai granuli
omeopatici (apis 7 ch cantharis 9 ch, ledum
palustre 7 ch) alle lampade iridiscenti .
Ma conosciamo davvero zanzare, zecche, api
e company? È importante conoscere la natura
dei più comuni insetti allo scopo di garantire
la corretta gestione della reazione locale. Nei
casi più sfortunati si può avere una reazione
eccessiva del nostro sistema immunitario
(reazione allergica), che può portare anche
alla morte, se non affrontata tempestivamen-
te. Attenzione, quindi, al veleno degli insetti
appartenenti alla famiglia degli imenotteri
ovvero api, vespe e calabroni. Il loro veleno,
infatti, contiene sostanze tossiche e componenti ad attività allergeniche. Le sostanze
tossiche producono un effetto vasodilatatore
e sono responsabili di lievi reazioni cutanee,
che compaiono nella maggior parte delle persone. Negli individui predisposti all’allergia
una puntura di ape può risultare pericolosa, in
quanto il veleno iniettato veicola alcuni allergeni (esempio le proteine presenti in esso) che
possono scatenare entro pochi minuti diversi sintomi, che vanno dal turgore e marcato
edema, a reazioni esagerate (reazioni anafilattiche) con dispnea, difficoltà respiratorie,
brusche variazioni di pressione, vertigini e
sensazione di svenimento, confusione, ansia,
agitazione, per le quali è consigliabile richiedere un intervento medico. Per questo motivo
gli allergici in estate o nei periodi a rischio è
meglio siano equipaggiati con kit di salvataggio, costituito da cortisone per via orale e da
adrenalina intramuscolo come salvavita . Nel
caso dei calabroni e delle vespe, che pungono a ripetizione, o se si è attaccati da sciami è
possibile che le punture siano molteplici. Se
queste superano la dozzina, l’accumulo di veleno può indurre una reazione tossica, che si
manifesta con nausea, vomito, vertigini, febbre e perdita di coscienza.
Di solito le punture delle zanzare sono innocue… Tutt’al più compaiono ponfi dolenti,
rossore localizzato, prurito, fenomeni che
tendono a risolversi spontaneamente nel giro
di pochi giorni. Questo effetto è tipico anche delle pulci, dei pappataci e dei pidocchi.
Sono insetti ripugnanti, ma soprattutto un po’
diabolici: Quando pungono, iniettano una
sostanza anestetica, in modo che possono
procedere al loro pasto indisturbati. Le loro
punture danno, quindi, fastidio risolvibile
con poco, un’impomatata di antistaminico o
calendula e via.
La zanzara tigre, specie Aedes, può trasmettere malattie gravi come febbre gialla, encefalite, mentre la specie Anopheles può indurre la malaria e la filariosi. Anche le zecche
sono vettori di molte malattie, sia dell’uomo
che degli animali. Possono portare, ad esempio, l’agente eziologico, che causa una malattia pericolosissima, il morbo di Lyme.
Un’altra occasione di pericolo post-puntura è
rappresentato dalle nostre stesse mani. Raramente sono sterili, quindi grattandoci non otteniamo altro che estendere l’infiammazione,
danneggiare la pelle e aprire la strada ai batteri. La presenza dei seguenti segni, a livello
locale, può indicare un’ infezione:
- presenza di pus dentro e intorno al ponfo;
- aumento di arrossamento, gonfiore, dolore;
- comparsa di vescicole e bolle.
Comunque mai trascurare segni sospetti o reazioni anomale, evitare il fai da te e rivolgersi,
senza indugio, alla valutazione di personale
sanitario. A volte, ritardare significa mettere
in pericolo la propria vita. Ad esempio la zecca provoca una sola puntura, che si riconosce
dalla presenza di un puntino rosso all’interno
della papula. In genere rimane attaccata all’ospite e bisogna rimuoverla il più possibile afferrandola con una pinzetta e facendola ruotare delicatamente senza utilizzare oli, alcool,
che possono danneggiare la cute e favorire
sovrainfezioni.
Un discorso a parte
vale per i tafani: provocano lesioni molto dolorose, poiché
tagliano la pelle con
le loro fauci, mentre
mordono,
anziché
Monica Chirico
pungere
.
BENESSERE 61
Unghie, peli e capelli:
sono così importanti?
a cura di Antonella Boldini
Farmacista
Un piccolo Vademecum per saperne di più
L
e due parole “annessi cutanei” corrispondono semplicemente alle unghie, ai peli ed
ai capelli, ed, ultimamente, sento svariate
informazioni, più o meno corrette, sulla
loro cura e trattamento in caso di malattie. Così ho pensato di scrivere un Vademecum degli annessi cutanei, una sorta di
“bigino”, dalla consultazione veloce, per chiarire certe cosucce anche su queste parti del nostro organismo, che sembrano poco
utili, ma che, in realtà, hanno alle
spalle una lunga evoluzione.
Che cosa è un’unghia?
È una lamina di sostanza cornea, costituita per il 98% da cheratina, una
proteina plastificata dell’acqua, e da
aminoacidi, acqua, vitamine e minerali. In genere è una struttura semitrasparente con cui finisce l’estremità delle dita di molti animali,
con lo scopo di facilitare la presa, contribuire alla stabilità
62 BENESSERE
strutturale delle dita e limitare l’usura delle estremità.
Quanto cresce un’unghia?
È una crescita continua, circa 0, 1-1mm al giorno e varia a
seconda di vari fattori, quali l’età e la stagione.
A seconda di quale carenza si hanno problemi alle unghie?
La mancanza di vitamina A porta ad unghie poco elastiche
e deboli, quella di vitamina B comporta la formazione di tipiche striature verticali, quella di proteine,
ferro e calcio porta
alle comuni macchie
bianche con striature
longitudinali; e ancora, se ci sono problemi
al fegato, le unghie
sono bombate e tendono
a schiacciare i polpastrelli
e, infine, se ci sono affezioni dermatologiche o psoriasi, le
unghie mostrano macchie rosse in superficie o lungo i bordi.
L’UNGHIA È una lamina
di sostanza cornea,
costituita per il 98%
da cheRATINA
Riassumendo?
Le unghie diventano fragili
per carenze di A, B e B12,
zinco, proteine e ferro, per
disfunzioni a livello tiroideo
o ormonale, che possono
compromettere la normale
produzione di cheratina e
per allergie alimentari.
Quali comportamenti
le indeboliscono?
L’onicofagia è sicuramente
tra i primi comportamenti
non adeguati, manicure e pedicure fatte da persone inesperte e smalti e trattamenti
(tipo colata di gel!), che soffocano l’unghia, seguono a
ruota.
Farmaci?
Il primo rimedio è, senza
dubbio, il cibo: alimenti ricchi di biotina, che è la vitamina H, quali latte e legumi
freschi, e di zinco, come le
germe di grano, il pesce e
il formaggio, favoriscono
la crescita della cheratina.
Dall’omeopatia, poi, possiamo utilizzare Graphites 5CH quando si sbriciolano, Silicea 5CH quando si spezzano
facilmente e sono di diversa lunghezza,
Thuja 5CH quando si sfaldano come
se fossero a strati e Antimonium crudum 5CH quando sono molli. Il lievito
di birra è, inoltre, un ottimo rimedio,
così come i tantissimi integratori, che
contengono sostanze per il benessere
dell’unghia. Quando, invece, il problema è l’onicofagia, cioè la mania di mangiarsi le unghie, si possono usare questi
rimedi omeopatici: Cuprum metallicum
9CH e Baryta carbonica 7CH, 5 granuli
ogni dieci giorni in alternanza.
Che cosa è un pelo
e quale è la sua funzione?
I peli sono piccole formazioni sottili e
filiformi, che crescono nella maggior
parte dei mammiferi; chimicamente
sono una serie di filamenti di cherati-
na ed insieme al follicolo pilifero ed
alla ghiandola sebacea costituiscono il
complesso pilo sebaceo. Grazie proprio
a questa struttura i peli permettono di
secernere il sebo, che ha la funzione di
ammorbidire la pelle e possono provocare il fenomeno dell’orripilazione, comunemente chiamata “pelle d’oca”.
I peli crescono sempre?
La produzione di peli non è un continuo, ma segue un ciclo secondo il quale il follicolo pilifero entra in una fase
quiescente con espulsione del pelo, una
fase di riposo ed una di ricrescita; tale
ciclo è indipendente per ogni follicolo e,
quindi, il numero di quelli a riposo non
è costante.
Anche il capello è un pelo?
Sotto un certo punto di vista direi di sì,
ma con qualche complicanza in più soprattutto a livello del follicolo, il quale
contiene enzimi recettori di ormoni androgeni, che convertono, ad esempio, il
testosterone in estrone,
cioè da un ormone che
causa alopecia ad uno,
che, al contrario, stimola
la crescita del capello.
Che cosa è l’alopecia?
Si definisce alopecia
quel processo attraverso
il quale si ha una costante diminuzione della
qualità e della quantità
di capelli o addirittura
la loro scomparsa in alcune zone del cuoio capelluto; la sua eziologia
è di tipo genetico, immunologico, dovuto ad
un abbassamento delle
difese immunitarie, nutrizionale e psicologico, causato da stress ed
eventi traumatici.
Come posso curarla?
I rimedi omeopatici più
efficaci sono Lachesis
5CH e Aurum metallicum 5CH, 2 granuli al
mattino in alternanza,
con l’aggiunta di Betula pubescens macerato glicerico, 50 gocce in poca acqua
prima dei pasti.
E l’incanutimento prematuro
è la stessa cosa?
È sempre una perdita di capelli, ma non
dovuta alla vecchiaia e, inoltre, è una diminuzione in diverse parti del cuoio capelluto: non si formano le chiazze come
nell’alopecia.
I rimedi in questo caso?
Lycopodium 5CH, 5 granuli ogni 15
giorni e il BioMag, 1 capsula
al risveglio; in
aggiunta, poi, è
sempre il caso di
integrare con la
Biotina, una compressa durante il
pranzo per almeno
Antonella Boldini
due mesi
.
BENESSERE 63
Pillola:
più benefici che rischi
ITALIANE DIFFIDENTI
Solo il 16% delle donne in Italia sceglie la pillola anticoncezionale, contro una media europea del 21, 4%,
con punte che superano il 50% in
Portogallo e Germania.
a cura di LISA CESCO
Giornalista
La pillola anticoncezionale ha conosciuto alterne fortune nei suoi primi 50 anni di vita
D
a strumento di
liberazione della donna a metodo
guardato
con sospetto per
i possibili effetti collaterali, la
pillola anticoncezionale ha conosciuto alterne fortune nei suoi primi 50
anni di vita (fu lanciata negli Usa nel
1960). Ora però a sgombrare il campo
64 BENESSERE
da timori arriva la pronuncia dell’EmaEuropean Medicines Agency, realtà
europea di riferimento per la sicurezza
dei farmaci, che, dopo una attenta rivalutazione dei contraccettivi ormonali
combinati, ha dichiarato che la pillola
offre benefici maggiori per la salute
rispetto ai possibili rischi, in particolare quello di tromboembolia venosa.
«Se scelta con cura, la pillola è un
grande alleato delle donne, e assicu-
ra anche un effetto protettivo contro
il tumore all’ovaio ed endometrio»,
LA PILLOLA è l’arma
numero uno per
curare diverse
patologie delle
donne
chiarisce Rossella Nappi,
ginecologa, professore
associato della Sezione di Clinica Ostetrica
e Ginecologica dell’Università di Pavia e membro
del Comitato scientifico
della Società Italiana di Endocrinologia
Ginecologica.
«Se è vero che alcuni progestinici in determinate combinazioni
comportano un piccolo rischio in
più di tromboembolia venosa, è tuttavia necessario fare una distinzione fra
l’esigenza di contraccezione tout court,
in cui in prima battuta è opportuno scegliere sempre la tipologia di pillola (o
cerotto o anello) al minimo rischio possibile, e la necessità di trattare, invece,
specifici disturbi femminili», spiega la
ginecologa. La pillola, infatti, non è solo
efficace a livello contraccettivo, «ma è
l’arma numero uno per curare diverse
patologie delle donne, come l’ovaio
policistico, l’endometriosi, la sindrome premestruale, l’anemia».
In questi casi, grazie
alla disponibilità di varie tipologie di pillola,
comprese quelle di terza e quarta
generazione, va costruita una terapia personalizzata, «che
offre benefici in
termini di qualità di vita e
prevenzione molto
maggiori
rispetto a
un minuscolo rischio
in più di
tromboembo-
Se Scelta con cura
la pillola
è un grande alleato
delle donne.
lia», spiega la Nappi, ricordando che
un passaggio fondamentale è l’analisi
accurata della storia clinica della paziente, che aiuta ad individuare i fattori di rischio ed a calibrare la terapia.
L’attenzione si sta ora concentrando sulle nuove
pillole a base di
ormoni
naturali indicate per le
over 35 e sulla futura mini spirale
con progesterone,
adatta anche alle
Lisa Cesco
più giovani
.
BENESSERE 65
Mi spieghi dottore
Come posso curare la cistite
L'
a cura di CLAUDIO PAGANOTTI - www.paganotti.it
Specialista in Ostetricia e Ginecologia. Consulente in Sessuologia Clinica. Istituto Clinico “Città di Brescia”
Un’infiammazione della vescica che colpisce il 50-60% delle donne adulte almeno una volta nella vita
80% delle cistiti sono causate dai
batteri intestinali: il più comune
è l’Escherichia Coli. Le donne
sono più a rischio rispetto agli uomini per due motivi: 1. la brevità
dell’uretra, condotto che porta l’urina all’esterno (3 cm contro i 1213 dell’uomo e, pertanto, maggior facilità di risalita dei
germi); 2. la vicinanza con la vagina rende la vescica più
sensibile ai microtraumi meccanici, causati da un rapporto
sessuale.
I comuni disturbi della cistite sono lo stimolo urgente e
frequente a urinare, il bruciore quando la vescica si svuota,
il senso di pesantezza al basso ventre e la presenza di sangue nell’urina. Quando la cistite si presenta più di tre volte
nello stesso anno, si parla di cistite ricorrente. È presente
nel 20-30% delle donne ed è dovuta a reinfezioni da batteri
diversi o a recidive dello stesso batterio.
BENESSERE 67
LE cistiti sono causate
COMUNEMENTE DA un
BATTERIO INTESTINALE:
l’Escherichia Coli
Come curare la cistite
L’esame strategico per la cistite è l’esame delle urine con l’urinocoltura:
una volta identificato il germe, si sceglie l’antibiotico più efficace. Nella
fase acuta della cistite è importante
bere molti liquidi, almeno 1, 5-2 litri
al giorno per diluire la concentrazione
di batteri presenti nelle vie urinarie;
preferire alimenti in grado di acidificare l’urina (l’acidità protegge dalle
infezioni urinarie) come mirtilli, prugne, cereali e proteine di origine animale; sospendere alimenti irritanti per
le vie urinarie come alcol, bevande a
base di caffeina, peperoncino e cibi
speziati in genere.
Che cos’è la “cistite da passione”
Alcune cistiti sono chiamate “da passione”, perché compaiono 24-48 ore
dopo i rapporti sessuali: sono infiammazioni meccaniche, spesso senza la
presenza di batteri. Spesso coesiste un
ipertono del muscolo che circonda la
vagina e l’uretra (muscolo elevatore
dell’ano), il cui stato di tensione aumenta la probabilità di microtraumi
meccanici durante la penetrazione,
68 BENESSERE
ma soprattutto è possibile che non sia
raggiunta un’adeguata lubrificazione
vaginale.
Quando la cistite è legata ai rapporti
sessuali, oltre a porre attenzione all’i-
per non contaminare con i batteri intestinali) e con l’uso di detergenti intimi delicati (pH intorno a 5); scegliere un corretto abbigliamento intimo
di cotone rispetto alle fibre sintetiche
per favorire la traspirazione ed evitare
quello particolarmente stretto.
Per evitare future cistiti è opportuno
l’uso di integratori rappresentati da
sostanze di origine vegetale o da nutrienti. Il mirtillo rosso e la berberina, alcaloide presente in molte piante,
per esempio, impediscono l’adesione
dei batteri, incluso l’Escherichia Coli,
alla mucosa vescicale il primo rendendola antiadesiva ai batteri, il secondo
distruggendo le fimbrie e i flagelli dei
batteri stessi. L’uva ursina, invece,
SE LA CISTITE è LEGATA AI RAPPORTI
SESSUALI è necessario intervenire
sui muscoli perivaginali con la
ginnastica perineale
giene intima prima e dopo i rapporti
sessuali, è importante urinare prima e
dopo i rapporti e spesso è necessario
intervenire anche sui muscoli perivaginali con la ginnastica perineale, che
aiuta a distendere in modo corretto tali
muscoli. È anche possibile una profilassi antibiotica dopo il rapporto.
Come evitare la cistite ricorrente
Norme igienico-comportamentali efficaci per combattere le cistiti ricorrenti
sono le seguenti: eseguire un’accurata
igiene intima con l’attenzione alla direzione in cui ci si lava (sempre dal
davanti all’indietro, mai viceversa,
svolge un’azione antimicrobica contro numerosi ceppi batterici e la betulla, un’azione diuretica che favorisce il
lavaggio delle vie urinarie e diluisce
la carica batterica presente in vescica.
Il mannosio, un carboidrato semplice,
infine, previene
l’aderenza di certi
ceppi batterici, soprattutto l’Escherichia Coli, alla
mucosa vescicale
mediante un’azione antibatterica
Claudio Paganotti
.
Farmacista33
Tumore del colon retto:
cause, diagnosi, trattamenti
Il tumore del colon retto è una neoplasia maligna
dovuta alla proliferazione incontrollata delle cellule della mucosa del grosso intestino. Comprende
le neoplasie del colon, quelle del retto, quelle della
giunzione-sigomoidea e quelle dell'ano. La malattia può derivare dalla trasformazione in senso maligno di piccole masse di tessuto benigne che originano dalle pareti intestinali chiamate polipi. Uno
dei fattori chiave per stabilire la probabilità che un
polipo evolva in tumore è la sua grandezza:
• rischio basso (<2%): dimensioni inferiore a 1,5 cm;
• rischio intermedio (2-10%): compresa tra 1,5-2,5 cm
• rischio significativo (>10%), se supera i 2,5 cm.
I segnali, a cui porre attenzione in un pazientem,
sono: l'alterazione della funzionalità dell'alvo, il
dolore addominale, la presenza di sangue e muco
nelle feci, un dimagrimento inspiegabile e l'anemia
sideropenica. In una persona di età superiore ai 50
anni il sanguinamento rettale non va mai sottovalutato, tenuto conto, però, che i sintomi tipici del
tumore si manifestano solo nella metà dei pazienti e che quasi un terzo arriva alla diagnosi già con
metastasi e in stadio avanzato per un'occlusione o
una perforazione intestinale.
Cause e incidenza I fattori, che predispongono all'insorgenza del tumore del colon retto,
sono una storia di cancro e adenoma, la poliposi
adenomatosa familiare, le malattie infiammatorie
intestinali (colite ulcerosa, morbo di Crohn), le neoplasie dell'endometrio, le mutazioni genetiche e
l'età. La maggior parte delle neoplasie colo rettali,
però, è di tipo sporadico. Diversi studi clinici hanno dimostrato anche un'associazione significativa
con una dieta ricca di carne rossa. Nei Paesi sviluppati il carcinoma colo rettale è il secondo tumore
più diffuso nelle donne e il terzo negli uomini. L'incidenza comincia ad aumentare intorno ai 40 anni
per raggiungere un picco tra i 60 e 75 anni di età. In
Italia si stimano ogni anno circa 19.500 casi nelle
donne e 29.000 negli uomini.
Prevenzione Alcuni studi hanno suggerito un
effetto protettivo delle fibre alimentari e del pesce il
cui consumo elevato è associato con una riduzione
del rischio per i tumori intestinali significativo. L'a-
dozione di comportamenti protettivi, per esempio
l'abolizione di sigarette e alcol, la diminuzione del
consumo di carne rossa, il controllo del peso, può
abbassare fino al 70% il rischio di ammalarsi.
Diagnosi In presenza di sintomi che possono
far supporre la presenza di un tumore del colon
retto, va eseguita un'anamnesi accurata, la ricerca
di un'eventuale familiarità, la palpazione dell'addome e un'esplorazione rettale. Completano l'iter
la ricerca di sangue occulto nelle feci e, in caso di
positività, l'esecuzione di una colonscopia per l'identificazione e la stadiazione delle lesioni. In base
alle prove disponibili, i programmi di screening per
il carcinoma del colon retto prevedono, dall'età di
50 anni fino ai 70 anni, la rilevazione del sangue
occulto nelle feci ogni 24 mesi. Una piccola parte
dei programmi di screening attivi in Italia utilizza
al posto della ricerca del sangue occulto un altro
esame di screening, la rettosigmoidoscopia eseguita una sola volta all’età di 58-60 anni. Lo screening
si è dimostrato efficace nel ridurre la mortalità,
ma nei pazienti con storia familiare la sorveglianza deve essere precoce e più aggressiva. La stima
italiana indica una quota di sopravvivenza per il
tumore al colon del 66% a un anno, del 52% a tre
anni e del 47% a cinque anni (per il retto sono rispettivamente del 72%, del 51% e del 43%).
Terapie Dopo la diagnosi, nell'80% dei casi
si procede con l'asportazione parziale o totale del
tratto di colon o retto dove è presente la neoplasia. Oltre a prevenire l'occlusione o la perforazione
dell'intestino ed evitare di ricorrere a una stomia
permanente, l'intervento chirurgico ha anche l'obiettivo di minimizzare il rischio di metastasi. La
scelta del tipo di intervento varia in base alla sede
del tumore e allo stadio, ma in circa la metà dei
pazienti c'è il rischio di recidiva. In casi selezionati
si utilizza la radioterapia pre-operatoria (Iort) per
ridurre la massa. Sia la chemioterapia sia la radioterapia (pre e post intervento in ottica adiuvante)
si sono dimostrate utili per aumentare la sopravvivenza. In casi selezionati possono essere utili gli
anticorpi monoclonali come il bevacizumab, il cetuximab e l'erlotinib.
BENESSERE 69
Publish03.com - vr
I FUNGHI MEDICINALI
a cura di Davide Colosini
LA MICOTERAPIA
E’ NEL NOSTRO DNA
w w w. f r e e l a n d t i m e . c o m
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L'
Farmacista
Sempre più diffusi come alimenti e integratori
uso dei funghi medicinali come alimento o come integratore sta, negli ultimi
decenni, diventando
sempre più diffuso.
Del resto centinaia
di anni di loro uso terapeutico e solide
ed inconfutabili ricerche scientifiche
moderne hanno suscitato l’interesse dei
mass media sulle possibilità terapeutiche
offerte dai funghi medicinali.
Da queste ricerche emergono dei dati
univoci, ovvero che i funghi medicinali
in toto, parti di essi od i loro estratti, hanno vari effetti benefici a livello organico.
Ogni fungo ha un effetto terapeutico specifico, ma tutti, in generale, agiscono su:
- metabolismo glucidico e lipidico;
- chelazione dei metalli pesanti;
- riequilibrio del sistema immuntario;
- contrasto delle spinte di crescita cellulare anomale.
è, quindi, ormai chiaro che i funghi non
velenosi, pur essendo spesso semplici
alimenti, possono, sostanzialmente, aiutare i pazienti in patologie per le quali la
medicina ufficiale non ha proposte terapeutiche semplici o prive di effetti collaterali.
Tra queste patologie possiamo includere:
diabete, ipercolesterolemia, aterosclerosi, virosi di vario tipo (epatite C, HPV,
Herpes virus, Epstein virus…), asma,
allergie, ecc.
Tuttavia, mentre sono noti i benefici
dell’alimentazione a base di funghi medicinali, non tutti i funghi sul mercato
hanno chiari effetti terapeutici.
In effetti solo un numero ristretto di fun-
ghi, usati in un certo modo ed a certi dosaggi, ha un effetto terapeutico chiaro,
come è dimostrato da moltissimi lavori
scientifici sulle patologie croniche, in
particolare se correlate ad un deficit immunologico.
Oggi la ricerca scientifica ha permesso
di isolare con sicurezza
centinaia di molecole
con effetto terapeutico
interessante nei funghi,
le estrazioni e standardizzazioni devono avvenire da tutto il frutto
e nelle confezioni deve
essere segnalata la titolazione in polisaccaridi, in particolare
la percentuale di betaglucani e triterpeni. Ma la moderna Micoterapia su basi
scientifiche non vuole nemmeno ignorare i principi della MTC (Medicina Tradizionale Cinese) e tende a raccomandare
l’uso dei funghi terapeutici anche in toto
così come si trovano in natura, come
alimento o in capsule di frutto in toto
essiccato a freddo per mantenere tutto il
corredo enzimatico. Ciò che conta nella
scelta del fungo giusto è dove e come è
stato coltivato e lavorato ,quindi scegliere sempre prodotti biologici, certificati
Gmp e da piantagioni europee con esperienza decennale.
I funghi più noti e presenti in Italia come
integratori alimentari sono:
l’ABM (il fungo della prevenzione totale, chelante);
l’AURICULARIA (il fungo del cuore e
della circolazione);
il COPRINUS (il fungo antiglicemia);
il CORDYCEPS (il fungo della forza e
ATTENZIONE: non tutti
i funghi sul mercato
hanno chiari effetti
terapeutici
dell’efficienza psico –fisica);
il CORIOLUS (il fungo delle difese a
360°, azione antivirale);
l’HERICIUM (il fungo di protezione
delle strutture nervose, gastrite e reflusso);
il MAITAKE (il fungo per la sindrome
metabolica);
il POLYPORUS (il fungo per drenare i
liquidi del corpo);
il REISHI (il fungo dell’immortalità,
ossigenante, immunomodulante);
lo SHIITAKE ( il fungo anticolesterolo).
Le controindicazioni all’utilizzo dei
Funghi
Medicinali sono sostanzialmente
una:
utilizzare immunonutrizione
in
pazienti trapiantati,
onde non promuovere possibili sintomi di rigetto
Davide Colosini
.
BENESSERE 71
Amputazioni dovute all’arteriopatia
diabetica: si possono evitare!
intervista a cura di TOMMASO REVERA
Intervista al Dott. Lanfroi Graziani - Responsabile del Laboratorio Endovascolare presso l’Istituto Clinico Città di Brescia
Patologia e statistiche:
Malattia in continuo aumento, il diabete
comporta di frequente problemi alla circolazione arteriosa, con ulcere ai piedi
e complicanze agli arti inferiori che col
tempo possono rendere necessaria
l’amputazione invalidante della gamba.
Negli ultimi vent’anni la mortalità per
malattia coronarica nei diabetici non
solo non è diminuita, ma è addirittura
aumentata. L’Organizzazione Mondiale della Sanità classifica il diabete (e le
e dializzati, nei quali è comune la coesistenza di patologia cardiovascolare,
vascolare e cerebrovascolare, spesso
accompagnate da insufficienza renale. Siamo specializzati nelle tecniche
di rivascolarizzazione non chirurgica
degli arti inferiori dei pazienti diabetici per contrastare le conseguenze
dell’arteriopatia diabetica. Dal 1998
ad oggi, abbiamo trattato più di 15.000
Nate a Brescia le tecniche di rivascolarizzazione non chirurgica degli arti
inferiori che contrastano le conseguenze dell’arteriopatia diabetica.
Brescia fa scuola. Trent’anni fa è iniziata l’esperienza del Dott. Lanfroi
Graziani nel trattamento non chirurgico dell’arteriopatia periferica nei
diabetici, da sempre causa delle loro
amputazioni agli arti inferiori. Ebbene
oggi, nonostante numerose difficoltà e
un’iniziale diffidenza della cultura me-
72 BENESSERE
dica, Brescia può vantare il perfezionamento di alcune tecniche divenute
realtà in tutto il mondo che hanno prodotto una notevole riduzione dell’incidenza delle maggiori amputazioni in
Italia.
Dott. Graziani quando ha intuito le
potenzialità di queste procedure innovative?
“Il diabete è una delle principali fonti
di spesa sociale ed è la causa di gravi
e diffuse invalidità. Per questo motivo,
già dagli anni ’80, ho iniziato ad interessarmi al problema sperimentando
la possibilità di riaprire le piccole arterie periferiche per rivascolarizzare le
gambe dei pazienti”.
Presso l’Istituto Clinico Città di
Brescia è attivo un Centro di Alta
Specialità, di cui è il Responsabile,
dedicato a questi interventi.Di cosa
si occupa?
“L’attività del Centro è rivolta principalmente alla popolazione di diabetici
complicanze cardio-cerebro-vascolari
che ne derivano) tra le tre priorità più
urgenti su cui intervenire, insieme al
cancro e alle malattie respiratorie croniche. 345 milioni di persone nel mondo,
più del 5,7% della popolazione mondiale
adulta, soffre di diabete. Un dato che nel
2030 si stima possa arrivare a 480 milioni, il 7,1% della popolazione, complice la condizione genetica nello sviluppo
di questa patologia. In tutto il mondo, il
70% delle amputazioni delle gambe in-
teressa persone affette da diabete; in
pratica, ogni 20 secondi una gamba viene amputata a causa degli effetti terribili
prodotti da questa patologia. Ne consegue una mortalità a distanza di due
anni del 50% dei casi. Conseguenze devastanti se consideriamo anche il costo
sanitario per arginare questo fenomeno:
il costo del piede diabetico, per esempio,
assorbe il 15-25% di tutte le risorse sanitarie disponibili per la cura della malattia diabetica in generale.
Circa il 95% di tutte le
amputazioni correlate al
diabete può essere prevenuta
con l’educazione della
popolazione diabetica
pazienti a rischio di
amputazione
grazie
alle speciali tecniche di
angioplastica messe a
punto in questi anni”.
zione delle popolazione diabetica, ma
soprattutto con queste nuove metodiche di rivascolarizzazione non chirurgica. Non a caso qui a Brescia, riceviamo da sempre pazienti da tutta Italia”.
Oggi è quindi realistico pensare che una
delle conseguenze più
temute del diabete
possa essere scongiurata?
“Circa il 95% di tutte le
amputazioni correlate
al diabete può essere
prevenuta con l’educa-
Difficili da eseguire, queste tecniche
richiedono una grande preparazione e un lungo percorso formativo.
Non a caso è nata la Fondazione
PAD (Prevenzione delle Amputazioni nei Diabetici) di cui è presidente...
“La fondazione, che non ha fini di
lucro ed è riconosciuta anche dalla
Regione, ha l’obiettivo di favorire
la riduzione delle amputazioni nei
diabetici attraverso la ricerca e il sostegno ai medici specialisti per l’apprendimento delle nuove tecniche di
rivascolarizzazione. Fra le finalità
della fondazione, c’è quella di formare gli operatori in maniera corretta con
appositi corsi e certificazione finale, e
finanziare borse di studio e grant per
giovani medici che vogliano dedicarsi
a questo settore”
Grazie al contributo
del Dott. Lanfroi
Graziani, Responsabile
del Laboratorio
Endovascolare presso
l’Istituto Clinico
Città di Brescia,
è stato possibile
raggiungere un primato
d’assoluto rilievo a
livello internazionale
.
BENESSERE 73
Diabete e dietoterapia
I
a cura di Antonella Tanzariello - www.studiotanzariello.it
Biologa Nutrizionista
Il glucosio principale fonte di energia del nostro organismo
l glucosio rappresenta la più
importante fonte di energia
per le cellule del nostro organismo; il Diabete Mellito
comprende un
gruppo di disturbi metabolici accomunati dal fatto
di presentare una persistente instabilità del livello glicemico del sangue,
passando da condizioni
di iperglicemia, più frequente, a condizioni di ipoglicemia.
L’ingresso del glucosio dal sangue nel-
FISH FACTOR
le cellule viene regolato da un ormone chiamato insulina, il deficit di secrezione
insulinica o l’insensibilità alla sua azione sono proprio i due meccanismi principali attraverso cui si espleta il diabete.
Esistono diversi tipi di terapie e farmaci (orali o tramite iniezioni sottocutanee),
che, sotto un controllo
continuo del paziente e
del medico, somministrano questo ormone, ma è
bene sapere che un controllo della propria alimentazione e del proprio
stile di vita può limitare il
trattamento farmacologico o l’insorgenza futura di forme più acute.
Molti studi hanno evidenziato l’importanza del cambiamento dello stile di vita
L’INSULINA REGOLA
L’INGRESSO DEL GLUCOSIO
DAL SANGUE NELLE CELLULE
Æ
NATURALMENTE EFFICACE
BENESSERE 75
Tè verde
antiossidante di lunga vita
nelle persone affette da diabete mellito. Un regime dietetico, in cui i rapporti tra carboidrati, proteine, acidi grassi
saturi e insaturi siano ben controllati,
è fondamentale, affinché la terapia farmacologica riesca a controllare efficacemente la glicemia.
Contrariamente a quanto avveniva in
passato, non si prescrivono più regimi
nutrizionali ipoglucidici, ma si ritiene
che l’apporto di carboidrati debba costituire il 50-55% del totale giornaliero
di calorie, l’apporto di grassi circa il
30% (cercando di ridurre i grassi saturi
a meno del 10%) e l’apporto proteico
intorno al 10-20% (non più di 0, 8-1
gr/kg/die).
Ecco i consigli per una efficace “dietoterapia”:
• Consumare 5 porzioni al giorno tra
ortaggi e frutta, variando i colori: verde (verdura), rosso (pomodori), arancione (carote, arance);
• Le fibre, in quantità di 20-30 gr/die,
sono utilissime nel controllo glicemico, dei trigliceridi e del peso corporeo
(attraverso un aumento del senso di
76 BENESSERE
si ritiene che
l’apporto di
carboidrati debba
costituire il 50-55%
del totale giornaliero
di calorie
sazietà);
• Preferire pane e pasta integrale;
• Mangiare almeno tre volte a settimana i legumi (fagioli, lenticchie, ceci,
piselli, ecc.);
• Consumare almeno due porzioni di
pesce a settimana;
• Preferire carni magre e bianche;
• Bere una tazza di latte parzialmente
scremato o scremato al giorno oppure
uno yogurt magro;
• Assumere formaggi e latticini non
più di 2 volte a settimana;
• Usare solo olio di oliva crudo come
condimento eliminando i grassi “satu-
ri” come burro, strutto,
panna, etc;
• Ridurre al massimo anche i cosiddetti grassi “trans”, presenti in crackers,
biscotti, merendine;
• Tra le bibite preferire quelle “diet”
senza zucchero;
• Limitare l’alcool o eliminarlo completamente nei pazienti in sovrappeso.
Lo stile di vita non è solo alimentazione, ma anche esercizio fisico: è dimostrato che un modesto esercizio fisico
della durata di 30 minuti circa per 5
giorni alla settimana possa produrre effetti positivi sia a livello di prevenzione che per quanto riguarda il ritardarsi
dei possibili effetti. A meno che non
sia controindicato per la coesistenza di
altre patologie, l’esercizio riduce l’intolleranza al glucosio (migliorando la
sensibilità all’insulina) e diminuisce i
fattori di rischio cardiovascolari.
Contrariamente a quanto si può pensare (l’esercizio fisico consuma le riserve di glucosio), capita che durante lo
sforzo fisico la glicemia aumenti. Basandosi sulle indicazioni del proprio
medico curante ed, eventualmente, sui
riscontri glicemici,
può essere, quindi,
necessario prima
e/o dopo l’attività
sportiva apportare
i dovuti cambiamenti alla terapia
insulinica tenendo
conto di tali inforAntonella
Tanzariello
mazioni
.
I
a cura di ENRICA ZUGNO
Farmacista
Carburante essenziale per mantenere il corpo efficiente nel tempo
l tè verde si ricava dai germogli delle foglie e dalle
foglie giovani della pianta
conosciuta come Camelia
Sinensis, arbusto sempreverde della famiglia delle
theaceae. Le sue origini si
perdono nel tempo; in Cina si narra
che l’Imperatore Shen Nung fu il primo bevitore di tè verso il 2700 a.C.,
mettendo le foglie della pianta dentro
una brocca di acqua bollente e dando
così inizio a questa usanza.
Durante la preparazione del tè verde
viene evitato il processo di fermentazione per mantenere nel prodotto la
maggior parte
delle sue
proprietà
benefiche
legate
al polifenolo
più importante, cioè l’epigallocatechingallato (catechina). È questa la
sostanza, che contiene le proprietà
antiossidanti in grado di diminuire il
danno cellulare con effetti salutari su
tutti i tessuti.
Una volta introdotte nell’organismo,
le catechine agiscono bloccando quei
frammenti noti come radicali liberi.
Quali sono i danni provocati dai radicali liberi?
I pericoli derivanti dal contatto delle
cellule con i radicali liberi sono, in primo luogo,
il danneggiamento
delle stesse
con
conseguente rischio per il mantenimento dello stato di salute. In secondo luogo, uno degli imputati certi del
processo d’invecchiamento del corpo
sono proprio i radicali liberi. Perciò,
oltre a rappresentare un rischio per la
salute, i radicali liberi producono anche un’azione negativa costante, che
velocizza i processi d’invecchiamento cellulare e, quindi, di tutto il corpo. Va ricordato che la prevalenza dei
sistemi ossidativi su quelli di difesa
antiossidante naturale si associano a
in Cina si narra che
l’Imperatore Shen Nung
fu il primo bevitore di tè
verso il 2700 a.C.
comuni malattie dovute all’invecchiamento quali l’aterosclerosi, il morbo
di Alzheimer e di Parkinson. In realtà
il nostro corpo ha i suoi sistemi di
ammortamento, ma, quando la
produzione di radicali diventa prevalente, si determina
uno stress ossidativo, che,
nel tempo, produce usura e,
di conseguenza, incrementa
l’effetto d’invecchiamento.
Il tè verde, con l’elevata attività antiossidante, può essere di
grande beneficio per proteggere
BENESSERE 77
Le catechine del tè
verde sembrano avere
attività terapeutica
nella sindrome
metabolica
il nostro corpo dai problemi di salute
causati dai radicali liberi.
Il tè verde presenta ulteriori effetti benefici quali l’aumento della resistenza
alle malattie, un miglioramento della
salute del sistema cardiovascolare, la
riduzione del colesterolo, l’eliminazione delle tossine e proprietà dimagranti.
Le catechine del tè verde sembrano
avere attività terapeutica nella sindrome metabolica. Il tè verde diminuisce,
infatti, l’assorbimento dei lipidi tramite
legame diretto con i grassi alimentari
ed aumenta il metabolismo, in particolare aumenta la capacità di utilizzare i
grassi per la produzione di energia.
Il tè verde è da considerarsi una bevanda salutare, che si può bere regolarmente, in quantità non esagerata
ed in armonia con il nostro modo di
alimentarci ed il nostro stile di vita
.
Needle shaping per il
rimodellamento di viso e corpo
a cura del Prof. ENRICO FILIPPINI, endocrinologo (Brescia)
M
Professore a contratto in “Nutrizione Clinica” - Roma
Effetto liftato con autotrapianto di fibre di collagene
entre mi appresto a raccontarvi
la nuova tecnica,
che, in un certo
senso, rivoluziona
la medicina estetica soprattutto del
viso, mi trovo in difficoltà riguardo al
nome. Senza dubbio figlia della medicina e chirurgia non ablativa, la posso
chiamare con il nome inglese di Needle
shaping (modellare solo con l’utilizzo
di un piccolo ago), o con l’apparecchio
che viene utilizzato per imprigionare le
fibre di collagene, cioè il vibrance. Oppure la nuova tecnica la possiamo denominare con quello che sottende in realtà,
cioè lo spostamento di fibre di collagene
proprie in uno spazio che deve essere
riempito,e quindi: autotrapianto autologo di fibre elastiche di collagene!
Needle shaping, preferito da chi vi scrive, perché, alla fine, quello che conta è
il risultato, cioè il rimodellamento del
viso, è la nuova tecnica, che permette
riempimento e lifting nella stessa seduta
di tutti i tessuti del corpo, senza dover
fare impianti di filler, di botulino, chirurgia o tutte le soluzioni tanto odiose e
contestate da un folto gruppo di pazienti.
Sono tantissime, infatti, le persone che
vogliono migliorare un poco il volume
del proprio viso,o stirare leggermente,
senza troppa enfasi, il collo o l’interno
braccia; con il Needle shaping, attraverso il vibrance, con un piccolo ago,
grande come un capello, posso ottenere
risultati realmente sorprendenti. Inserito il piccolo ago, di quelli usati in agopuntura, attraverso il vibrance e le sue
impercettibili multi correnti, imprigiono
le fibre di collagene e con molta delicatezza le sposto dove voglio, per riempire
spazi vuoti. Diversi lavori scientifici dimostrano che questi microscopici spostamenti di fibre determinano la messa
in opera dei fibroblasti dermici, che, in
poco tempo, sintetizzano nuovo collagene e fibre elastiche, donando tono e
rinnovando la consistenza ed elasticità
di tutta la zona trattata; semplice, efficace, indolore, appagante! La seduta
di Needle shaping viene effettuata dal
medico esperto nella metodica in circa mezz’ora per trattare zone limitate,
in un’ora l’intervento su tutto il viso e
collo. Le zone da modellare o da liftare,
da sollevare possono essere tutte quelle
desiderate; viso,collo (grande soddisfazione), ma anche glutei, braccia, cosce e
ginocchia possono essere selettivamente trattate. Dopo una leggera detersione
della pelle, il paziente, comodamente
sdraiato, si rilassa, mentre il medico
esperto della metodica inserisce il minuscolo aghetto (un capello) nel punto
da sollevare o da modellare e, con un
lieve movimento, aggancia le fibre e le
sposta, meccanicamente, e le mette in
leggera trazione. Non sostanze estranee,
non filler, non botulino, non il chirurgo
o l’anestetico, non sangue, ovviamente,
assenza di dolore. Alla fine della seduta
già una sensazione di tessuto in “trazione” lieve dà una piacevole sensazione,
insieme allo specchio che rimanda una
parte più modellata e stirata. Due, tre sedute a distanza di un mese normalmente
bastano per ottimi risultati nel tempo.
Pochissime le controindicazioni e minimi i possibili effetti collaterali, che vengono spiegati e fatti leggere al paziente
al momento della visita necessaria preliminare. Il trattamento è assolutamente di pertinenza
del medico estetico
esperto nella metodica, che potrà illustrarvi il metodo in
tech più indicato da
abbinare al Needle
Enrico Filippini
shaping
.
BENESSERE 79
Il lampone,
un frutto per dimagrire
I
a cura di Antonio Schiavo
Farmacista
Una dieta assai facile da seguire, senza particolari sacrifici
l lampone, questo delizioso
frutto, è balzato agli onori
della cronaca, quando recenti studi hanno evidenziato che in esso è presente una
sostanza naturale: Rasberry chetone, un polifenolo,
che può aiutare a dimagrire in modo
tutto naturale e senza alcun rischio
per la salute, in particolare quando
viene associato ad una dieta sana ed
al regolare esercizio fisico.
80 MEDICINA NATURALE
I chetoni del lampone hanno gli stessi
effetti delle medicine prescritte ed utilizzate per la perdita di peso, ma non
Il Rasberry chetone
è stato riconosciuto
come integratore
dimagrante dalla FDA
americana
presentano gli stessi spiacevoli effetti
collaterali.
Il Rasberry chetone è stato riconosciuto come integratore dimagrante
dalla FDA americana (Ministero della
Salute americano) e funziona regolando un ormone noto come Adiponectina, che determina la velocità del metabolismo corporeo.
Quando si assumono integratori a base
di chetoni di lampone, il metabolismo
si velocizza, permettendo al corpo di
bruciare grassi più velocemente.
Il risultato, come ci si può aspettare, è
una perdita di peso.
Naturalmente i migliori risultati si
ottengono abbinando l’assunzione di
questi integratori con un corretto regime alimentare e con l’esercizio fisico,
in modo da favorire la perdita di peso
su più fronti.
L’assunzione costante di chetoni di
lampone è un'ottima “polizza assicurativa” in grado di mantenere il proprio corpo in modalità brucia grassi,
anche quando si interrompe momentaneamente la dieta alimentare.
Il dosaggio ottimale quotidiano è di
100 mmg di chetoni di lampone, che
corrispondono a circa 40 chili di lamponi freschi, per cui è chiaro che risulta impossibile effettuare una dieta
di chetoni di lampone utilizzando il
frutto fresco, ma è necessario assumere integratori predisposti con questi dosaggi.
La dieta con integratori di chetoni di
lampone è assai facile da seguire, perché non richiede particolari sacrifici
ed inoltre è totalmente priva di sgradevoli effetti collaterali.
Chi si è già sottoposto a diete dima-
La dieta con integratori
di chetoni di lampone è
totalmente priva di sgradevoli
effetti collaterali
granti con pillole, prescritte dal dietologo, si è di certo reso conto quanto
queste diete possano essere frustranti.
Molti ingredienti, contenuti nelle pillole dimagranti reperibili sul mercato
ed anche in quelle ritirate dal com-
mercio, in quanto dannose, sono responsabili di gravi effetti collaterali
come la nausea, la pressione alta e le
palpitazioni.
Tutto il contrario della vita sana, cui
ciascuno, ragionevolmente, ambisce
nel momento in cui decide di perdere
peso.
Per tale ragione la dieta a base di chetoni del lampone è senz’altro un metodo dimagrante da preferire ed utilizzare, perché la sua assunzione ci porta
fisiologicamente verso una perdita di
peso in maniera sana e naturale, senza effetti collaterali che possono compromettere la qualità della vita.
Al contrario la
dieta con i chetoni del lampone ci
accompagna nella
nostra sfida con
tutta la naturalità
e la bontà della
frutta!
Antonio Schiavo
.
MEDICINA NATURALE 81
Via le occhiaie
con l’acido jaluronico
U
a cura di Giovanni Brunelli- www.giovannibrunelli.it
Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica
La costante ricerca permette ora di curare questo fastidioso inestetismo
no dei trattamenti più richiesti negli ultimi
tempi riguarda
le occhiaie, quei
solchi brunastri
che si trovano
frequentemente sotto l’occhio e rendono lo sguardo stanco e triste. Di solito
compaiono prima nell’angolo dell’occhio, per poi diffondersi al contorno,
e hanno diverse origini: affaticamento,
microcircolazione insufficiente, vita
stressante, oppure possono essere costituzionali.
Fino a poco tempo fa la correzione delle
occhiaie poteva essere eseguita solo con
interventi chirurgici di non facile esecuzione o con l’innesto di grasso, poiché
non esistevano altre possibilità affidabili
nel campo della medicina estetica.
La zona periorbitaria è una regione difficile da trattare per motivi anatomici e,
purtroppo, non esisteva un prodotto di
riferimento specificatamente dedicato.
La costante ricerca di novità in medicina estetica ha permesso di formulare un
acido jaluronico studiato appositamente per curare questo fastidioso inestetismo, che è stato immesso sul mercato
recentemente.
Questo prodotto, di lunga durata, è
formato da un gel di acido jaluronico
morbidissimo, che consente al medico
di avere un controllo completo sulla
qualità del risultato ed ha un effetto riempitivo ed idratante, da un complesso
di aminoacidi, antiossidanti, minerali
e vitamine ad effetto
ristrutturante, associato alla lidocaina, il
più sicuro fra gli anestetici locali.
Ciò consente di correggere le occhiaie in sicurezza e nel totale comfort del
paziente, soprattutto se il trattamento
La zona periorbitaria
è una regione
difficile da trattare
per motivi anatomici
viene eseguito con microcannula, ciò
che rende l’esperienza praticamente indolore e, quasi sempre, non lascia segni
visibili sulla pelle. Questo prodotto ha
dimostrato di essere molto sicuro; in
circa dieci anni di
ricerca nessuna segnalazione è stata
fatta al comitato di
vigilanza ed ha una
delle percentuali di
effetti collaterali
più basse fra i vari
prodotti presenti
Giovanni Brunelli
sul mercato
.
BELLEZZA 83
I nostri piedi dalla A alla Z
a cura di SIMONETTA ELSERI
Farmacista
Un piccolo vocabolario utile prima dell’estate
Per non mancare all'appuntamento con l'estate, che richiede piedi sani e belli , ecco un piccolo vocabolario dedicato
alle nostre importantissime estremità.
A come alluce valgo: non è solo un problema estetico; a
lungo andare compromette il modo di camminare e causa
dolore, anche intenso. Oltre ad una certa predisposizione
familiare, il rischio di incappare in questa patologia è legato alla scelta delle scarpe. Non a caso maggiormente colpite sono le donne, soprattutto se cedono al fascino del tacco
12! Il piede si trova in una posizione innaturale e, come
conseguenza, tende a deformarsi per compensare il peso
del corpo, che si sposta in avanti. Le cosiddette "calzine",
consigliate per ridurre l'attrito con la scarpa, sono utili, ma
non curative. Il consiglio è di consultare il medico alla pri-
84
BELLEZZA
ma comparsa della "cipolla" senza aspettare che il dolore
vi blocchi.
B come bellezza: il piede è un grande strumento di seduzione; non a caso le donne destinano una buona parte della
loro scarpiera a sandali, infradito e décolleté super sexy.
Uguale investimento va fatto per mantenere i nostri piedi
sani, e, quindi, belli.
C come calli: si tratta di indurimenti della pelle che si
formano in risposta ad uno stimolo meccanico, come l'eccessiva costrizione delle scarpe. Si può intervenire eliminandoli o proteggendoli. Nel primo caso si usano cerotti,
liquidi o creme a base di acido salicilico. Per la protezione
esiste un'ampia gamma di dispositivi in feltro, lattice o gel
D come duroni: questi inspessimenti cutanei si formano
sui bordi esterni delle dita, sul cuscinetto del piede e sotto
il tallone. Sono più estesi dei calli e di colore giallognolo.
Provocano una sensazione di bruciore diffuso anziché il
dolore acuto associato ai calli. Il metodo per trattarli è analogo a quello delle callosità.
E come esfoliazione: la rimozione della pelle morta regala
piedi morbidi e setosi; esistono creme per il peeling, appositi dispositivi con rulli abrasivi, o la curiosa alternativa
proposta da alcune beauty-farm: piccoli pesciolini esotici
che provvedono ad asportare la pelle secca dai piedi immersi nella vasca/acquario!
F come funghi: i piedi sono particolarmente sensibili allo
sviluppo di micosi; possono colpire la pelle (es. il piede
d'atleta) o le unghie (onicomicosi). Il trattamento di queste patologie richiede normalmente applicazioni quotidiane dei farmaci e molta costanza. Soprattutto nel caso delle
unghie occorre attendere la ricrescita della lamina sana per
dichiarare risolto il problema.
G come gel: il gel è un materiale molto usato per
cuscinetti plantari, separa-dita, protezioni antisfregamento. Si può senz'altro considerarlo
un utile alleato per il comfort.
H come hamamelis: come altri principi attivi di origine vegetale può
dare sollievo a piedi screpolati o
gonfi.
I come idratazione: i piedi sono
particolarmente soggetti alla secchezza, che può portare inconvenienti dolorosi, come le ragadi;
una crema specifica, applicata
dopo la detersione, è una buona
pratica quotidiana.
L come lamette: il loro uso andrebbe limitato a calliste esperte;
la scarsa manualità e la difficoltà di
maneggiarle possono causare danni e
dolori superiori al peggiore dei calli.
Particolarmente rischiose per persone
anziane e diabetiche.
M come massaggio plantare: chi non
ne ha mai desiderato uno dopo una lunga
giornata in piedi? Fare scorrere la pianta del
piede sopra una pallina da tennis rappresenta un'alternativa economica e accessibile.
N come nodosità: per l'alluce valgo,
ogni parte del piede che soffre per una
compressione o sfregamento può produrre
sporgenze ossee che diventano con l'andar
del tempo dolorose.
O come occhio di pernice: sono, a tutti gli
effetti, dei calli, in genere piccoli e localizzati sulle dita dei piedi. Per il loro trattamento vedere alla voce calli.
P come pellicine: come per le mani, le pellicine delle dita dei
piedi non andrebbero mai tagliate, ma solo scostate delicatamente con un bastoncino.
Q come qualità delle calzature: anche se la moda detta le
sue regole, non è detto che i nostri piedi abbiano voglia di seguirla.
R come ragadi: i tagli, che si formano in genere sul tallone,
sono dovuti a fessurazioni della pelle secca e inspessita. Molto
dolorosi e altrettanto antiestetici. Prevenzione con creme nutrienti con costanza e lieve massaggio.
S come sudorazione: può diventare un vero problema, se
causa la macerazione degli spazi tra le dita, aprendo la porta
ad infezioni fungine e/o batteriche. Massima igiene, scelta di
calzature con materiali naturali (no plastica)
e uso di deodoranti mirati.
T come talloni: cattive posture o scarpe non adatte possono causare una fastidiosa infiammazione, la tallonite. Si
consiglia, oltre a terapie a base di farmaci proposti dal medico, l'utilizzo di
plantari per ammortizzare il carico sul
tallone e rendere la camminata più confortevole.
U come ustioni: camminare a piedi
nudi sul cemento esposto al sole estivo può trasformare in braciole le piante
dei piedi! Se siete incappati in un simile inconveniente, basterà applicare una
crema lenitiva apposita.
V come vesciche: basta mezz'ora di
convivenza con una scarpa stretta per regalarci una dolorosa vescica. Mai bucarle,
ma proteggerle con cerotti tipo seconda pelle
che assorbono anche il liquido, evitando che si
sviluppi un'infezione. E si può ripartire.
Z come zanzare: mai dimenticare di applicare
il repellente sui piedi. Le zanzare preferiscono
le zone vicino al malleolo e alle dita perché il
sangue scorre vicino alla
superficie cutanea.
Se vi è rimasta qualche
curiosità da soddisfare,
fate quattro passi fino
alla vostra farmacia di fiducia. Per sapere proprio
tutto dalla A alla Z
.
Simonetta Elseri
BELLEZZA 85
F
a cura di Roberta Rossi
Farmacista
è bene prepararsi per non rovinarsi le vacanze
inalmente è arrivato il momento per sfoggiare una abbronzatura invidiabile. Un pò di tintarella fa sicuramente bene, perchè, oltre a donarci un colore ambrato,
l’esposizione solare previene l’osteoporosi, aiuta a
combattere alcune malattie della pelle (psoriasi,
eczemi e dermatiti) e migliora le nostre difese immunitarie. Ma, per non rovinarsi le vacanze, è bene
prepararsi utilizzando prodotti appropriati per evitare eritemi e scottature. È importante scegliere il prodotto solare adeguato al nostro tipo di
pelle, perchè proteggerci non è un optional o un vezzo, ma una esigenza
vitale. Per l’acquisto del solare è importante recarsi in farmacia,
perchè il solare è sì un cosmetico, ma deve offrire il massimo del beneficio, minimizzando gli effetti negativi delle radiazioni solari.Esistono
una serie di regole per un’ esposizione intelligente. Infatti l’obiettivo
principale, dopo la prova costume, è un’ abbronzatura uniforme e duratura. L’importante è non esagerare e seguire alcune semplici indicazioni. È necessario scegliere una protezione solare adatta al proprio fototipo (legato al colore della pelle e dei capelli, dalla predisposizione agli
eritemi e all’attitudine all’abbronzatura). Ri-applicare la protezione solare ogni 2/3 ore anche se il prodotto è dichiarato waterproof. Mettere
la protezione anche prima di fare il bagno: ci si abbronza anche in acqua. Mettere la protezione anche se è una giornata
nuvolosa. Evitare l’esposizione nelle ore più calde
(dalle 11, 30 alle 16, 00). Attenzione ai farmaci: se
si stanno usando antibiotici, antistaminici o cortisonici, è meglio non esporsi. Dopo aver trascorso
la giornata sotto i raggi del sole, è indispensabile
restituire alla pelle la giusta quantità di acqua persa durante l’esposizione . La sera dopo la doccia
è indispensabile utilizzare un prodotto doposole
in grado di reidratare, rinfrescare ed ammorbidire la pelle. Va applicato in modo abbondante
su tutto il corpo e massaggiato con delicatezza.
Vuoi mantenere l’abbronzatura perfetta per
tutta l’estate? Esegui uno scrub su tutto il corpo
una volta alla settimana e ogni sera alla crema idratante per il corpo aggiungi un pò di crema autoabbronzante e massaggia con cura. Il colore del mare
durerà a lungo .
Roberta Rossi
se si stanno usando
antibiotici, antistaminici o
cortisonici, è meglio non
esporsi al sole
86 BELLEZZA
realizzata con il contributo medico-scientifico di
*Non contiene glutine o i suoi derivati. L’indicazione consente una decisione informata ai soggetti con “Sensibilità
al glutine non-celiaca (Gluten Sensitivity)”.
**Anche contenuti residuali di nickel possono creare, in particolare nei soggetti predisposti, reazioni allergiche
o sensibilizzazioni. Quindi ogni lotto è analizzato per garantire un contenuto di nickel inferiore a 0,00001%.
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Al sole senza paura
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info-educativa in collaborazione con ADOI per una corretta esposizione
al sole. Per maggiori informazioni collegati al sito www.bionike.it -
Utili consigli per
valorizzare l’occhio
M
a cura di Marilisa Rusconi
Farmacista
Come usare matita, mascara, ombretto
atita, mascara, ombretto…solo questo è
necessario per valorizzare l’occhio. Talvolta, infatti, una delineatura dell’occhio,
un colore ben applicato, un tocco di mascara valorizzano il nostro
sguardo, lo rendono più intenso.
Ecco alcuni semplici consigli.
Innanzitutto effettuiamo la bordatura che
evidenzia il contorno occhi. Con una matita
scura, nera o marrone, temperata ogni volta
prima dell’utilizzo, bordiamo la palpebra inferiore partendo da circa un terzo dell’angolo
interno dell’occhio, seguiamo l’attaccatura
delle ciglia e sfumiamo con un pennellino
verso la parte esterna.
Non sempre è necessaria questa bordatura, lo diventa quando la palpebra è priva, o
scarsa, di ciglia. Bordiamo la palpebra superiore iniziando dall’angolo esterno, proseguendo verso l’interno contornando la rima
cigliare sfumando le linee. Stendiamo una
base fissante sulla palpebra mobile controllando bene gli angoli dell’occhio. La base
permetterà una maggiore tenuta del trucco
ed anche una maggiore scorrevolezza della
polvere. Scegliamo ora l’ombretto del colore preferito, evitando i perlati, se ci sono piccole rughe. Applichiamo con un pennellone
un poco di cipria sotto l’occhio in modo che
eventuale polvere di ombretto caduta durante l’applicazione non vada a sporcare la
zona delle occhiaie (con lo stesso pennellone spolvereremo via la cipria a fine trucco).
Almeno due devono essere le tonalità
dell’ombretto: chiara per illuminare, scura
per contornare e scolpire.
Stendiamo con un pennellino per occhi il
tono più scuro partendo dall’angolo esterno dell’occhio verso il centro nella piega
palpebrale sfumando
verso l’alto ed aggiungere colore a seconda del risultato che si
desidera raggiungere.
Ricordiamo che ogni
aggiunta di colore modifica i volumi.
Controlliamo che il
trucco applicato sia
simmetrico!
Un tocco di ombretto, più chiaro nella
parte centrale dell’occhio e sull’arcata sopraccigliare (solo esterna), darà allo sguardo un aspetto più aperto.
Stendiamo ora il mascara, applicandolo a
più riprese con movimenti a zig zag per
separare i peli fra loro e spalmando verso l’esterno le ciglia esterne. Alziamo con
l’indice l’arcata sopraccigliare per allargare la frangia delle ciglia ed evitare di sporcare la palpebra durante l’applicazione.
Non dimentichiamo di curare le sopracciglia, che da sole possono determinare l’espressione del viso, ridisegnamole pulendo
i peli superflui e scegliendo una forma più
adatta al nostro viso o
al nostro gusto, separandole e pettinandole
con lo spazzolino per
ciglia
Marilisa Rusconi
Un tocco di ombretto
NELLA parte centrale
dell’occhio darà
allo sguardo un
aspetto più aperto
.
BELLEZZA 89
PSICOLOGIA E SESSUOLOGIA
a cura di SARA ZILIANI - [email protected]
Psicologa e Consulente Sessuale
Questa rubrica si occupa di fornire una risposta ai Vostri dubbi
o a semplici curiosità in tema di Sessualità e di Psicologia.
Potete inviare le vostre domande a: [email protected]
Sara Ziliani
Farl’amoreconproblemi
L’eiaculazione precoce può avere natura psicologica
Gentile Dottoressa,
soffro da sempre di eiaculazione precoce. Non mi sono mai sottoposto ad
esami medici specifici, perchè credo sia di natura psicologica in quanto
sono una persona molto ansiosa. Vorrei capire come posso risolvere il mio
problema. Grazie,
Andrea
Caro Andrea,
l’eiaculazione precoce è la più frequente disfunzione sessuale maschile.
Viene definita come condizione in cui
un uomo non riesce ad attuare volontariamente un controllo sul suo riflesso orgasmico. È parere condiviso dalla
comunità scientifica che il criterio per
rientrare nella diagnosi di eiaculazione precoce sia la durata inferiore ai 60
secondi dei rapporti sessuali dal momento della penetrazione.
Tale disfunzione si trascina gravi
complicazioni emotive a livello di
coppia: l’uomo, che ne soffre, vivrà,
infatti, sentimenti di insicurezza e di
angoscia rispetto all’attività sessuale sviluppando anche senso di colpa
nei confronti della partner, mentre la
partner si sentirà frustrata per l’impossibilità di raggiungere adeguati livelli
di soddisfazione sessuale e tutto ciò
potrebbe anche sfociare nell’evitare o
nel rifiutare i rapporti sessuali, andando a compromettere una sana vita di
coppia.
Nella tua lettera non mi scrivi quan-
ti anni hai, se hai sempre sofferto di
questo problema e se, eventualmente,
ti è capitato con tutte le partner che hai
avuto. Fattori che mi permetterebbero
di capire, se si tratta di eiaculazione
precoce primaria o secondaria.
Anche se tu pensi che il problema sia
di natura psicologica, la prima cosa da
fare è, comunque, quella di escludere
la possibilità di una causa di natura
organica, attraverso una visita dall’andrologo, che ti sottoporrà ad adeguati
accertamenti.
Se non vi sono problemi organici,
allora l’ intervento indicato per la
risoluzione della disfunzione è una
terapia di tipo psicosessuologico,
che si pone come obiettivo, con una
metodologia specifica, l’apprendimento di un migliore controllo del
riflesso eiaculatorio, indagando, allo
stesso tempo, l’origine della disfunzione. L’uomo può, infatti, imparare
a riconoscere ed a gestire il momento dell’imminenza orgasmica, così
come i bambini apprendono a controllare gli sfinteri
.
91
molluscobalena.it
Liberiamo l’energia
Il cibo è un farmaco
a cura di Luca Barbieri
Supervisor Chef, Direttore area ricerca e sviluppo “cucinalinearemetabolica”: prevenzione, cura e salute
Abusarne o privarsene può causare effetti devastanti
"I
powerenergia.eu
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l cibo è un farmaco, l’abusarne o
il privarsene può
causare effetti devastanti”: in ogni
introduzione dei
miei libri e delle
ricerche tecnico/scientifiche sperimentali, che conduco, appare sempre
questo slogan.
Non solo la “Cucinalinearemetabolica” sposa questa fondamentale teoria,
tutto il mondo scientifico e della Nutrizione imperna le proprie iniziative,
anche a livello congressuale, su questo
principio.
Basti pensare che proprio il cibo sarà
l’argomento principale di Expo 2015
dove sicuramente si avrà l’occasione
di toccare con mano le evoluzioni del-
il cibo sarà
l’argomento
principale di Expo
2015
la Nutrizione confrontandosi con gli
altri Paesi.
Noi addetti ai lavori, cuochi in primis,
siamo obbligati a conoscere tutte le
corrette prassi imposte dall’HACCP,
non siamo più dei semplici manipolatori, ma attenti studiosi in grado di
produrre e trasformare i cibi senza alterarne i fondamentali valori nutrizionali, esaltandone gusti, sapori ed aromi, rendendoli in gergo “buoni e che
facciano bene”.
Trasmettere le nozioni tecnico-scientifiche a tutti coloro che cucinano tra
le mura domestiche è un dovere, oltre
che un piacere, è l’unico modo per far
fronte a diverse dinamiche relative al
benessere, ma anche alla prevenzione
ed alla cura tutelando la salute.
Per essere più concreto ho ritenuto opportuno, in questa mia collaborazione
con la Redazione di ProfiloSalute, tra-
ALIMENTAZIONE 93
smettervi dei consigli importanti
neutralizzandosi, formando così
INFO
ricavati da alcuni miei libri.
l’ abbassamento del ph e creando
Spero che la dinamica vi faccia
www.cucinalinearemetabolica.it un ambiente critico per la prolifepiacere e possa tornarvi utile.
razione batterica.
Sul sito
È consigliabile utilizzare una
www.cucinalinearemetabolica.
marca di acqua minerale gasata
tura, per esempio di ortaggi, prima di
it, dove con il dott. Macca forniamo
con ph inferiore a 7, ce ne sono in comeffettuare altre operazioni.
molte indicazioni, potrete approfondimercio diverse.
Raccogliete gli scarti di lavorazione
re altri aspetti.
Adottando questa tecnica, anche nella
in una terrina evitando di spargerli.
pratica della cucina domestica, riusciaQueste operazioni garantiranno agli
suggerimenti operativi
mo a garantire degli standard igienici
alimenti di mantenere la loro salubrità
La manipolazione degli alimenti
molto elevati, sicuri di consumare proevitando spiacevoli danni che potremÈ fondamentale lavorare gli alimenti in
dotti sani.
mo arrecare alla nostra salute.
ambienti sanificati, dopo aver provveduto a lavarsi le mani con i giusti deIl pesce crudo, attenzione!
tergenti.
Una circolare del Ministero della SaLavorate, man mano, piccole
nità del 1992 (Ordinanza Ministeriale
quantità di prodotto che dovrà
del 12/05/1992 Misure urgenti
poi necessariamente essere
per la prevenzione delle
posto nel frigorifero.
parassitosi da Anisakis),
Utilizzate i contenitori e
ancora in vigore, obbliga
gli involucri più consochi somministra pesce
ni alla conservazione
crudo o in salamoia (il
degli alimenti, conlimone e l’aceto non
trollate che siano in
hanno alcun effetto sul
materiale conforparassita) ad utilizzare
me, ultimamente ne
pesce congelato o a sottoesistono in commercio
porre a congelamento predi ogni tipologia.
ventivo il pesce fresco da
Utilizzate coltelli ed atsomministrare crudo. Infatti
trezzi vari ben lavati, ciol’anisakis simplex e le sue larve
La corretta
tole e terrine anch’esse perfettamente
muoiono se sottoposti a +60 °C di tempulizia dei pesci e dei
sanificate.
peratura per almeno 10 minuti, oppure
molluschi
Non effettuate lavorazioni promiscue
dopo 96 ore a -15 °C, 60 ore a -20 °C,
Come al solito raccomando di seguire
ovvero, carni e pesci sullo stesso taglie12 ore a –30 °C, 9 ore a -40 °C.
le procedure di pulizia riguardanti il
re, non utilizzate coltelli senza averli
Acquistate, quindi, il pesce da consupesce ed i molluschi scritte nelle ricetsanificati, non lavorate mai prodotti
mare crudo nella pescheria di vostra
te, consiglio di procedere al lavaggio
cotti su basi dove sono state effettuate
fiducia, che vi garantisca di aver apdegli stessi con acqua minerale gasata
lavorazioni di materia prima cruda.
plicato la corretta prassi igienica sopra
poiché, essendo l’ammoniaca presente
Sanificate perfettamente lavandino e
descritta.
nella loro composizione chimica e ricopostazione di lavoro dove sono avveQuesta informanosciuta come sostanza basica, crea un
nute le operazioni di lavaggio, mondazione è fondacontramentale per sconsto con
giurare fastidiose
l’anidriconseguenze alla
de carvostra salute, che,
bonica
in alcune circopresente
stanze, possono
nell’acrecare danni deciLuca Barbieri
qua misamente gravi
nerale
IN CUCINA BISOGNA SEGUIRE
SEMPLICI operazioni che
evitanO spiacevoli danni
ALLA SALUTE
94 ALIMENTAZIONE
.
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La salute
sul balcone di casa
P
a cura di ERICA DENTI
Farmacista
Erbe e piante benefiche per il nostro organismo
erché non trovare un posticino tra i fiori
del nostro balcone ad erbe e piante con
un'azione benefica e curativa per il nostro
organismo?
Potrebbe sembrare difficile o impegnativo, ma nella pratica non è così: non sono
infatti necessarie capacità specifiche, il risultato supererà ogni aspettativa e sicuramente ci appassionerà regalando un effetto benefico sulla salute a 360 gradi.
Molti studi hanno dimostrato quanto questa pratica possa
diminuire stress e giovare al nostro umore.
Inoltre avremo sempre
disponibile la materia
prima fresca in cucina per i nostri piatti e per tisane o
infusi. Servirà
solo un po’
di attenzione per
imparare
a conoscere i bisogni delle
singole
piante,
che decideremo di
coltivare. L'ideale
sarebbe avere un balcone esposto a sud, in quanto garantirebbe alle piante la luce necessaria ogni giorno. Non servono attrezzi o contenitori particolari, diversi da quelli che
usiamo per le nostre piante fiorite, così come terriccio e
concime di facile reperibilità presso i vivai o supermercati.
Potremmo iniziare con le più semplici, da coltivare già in
96 ALIMENTAZIONE
questa stagione.
La pianta di rosmarino, ad esempio, può essere piantata
in zone anche fredde, ma esposte al sole, è utilizzato in cucina per insaporire i piatti, ma è utile anche per farne degli
infusi dalle proprietà stimolanti, digestive dei grassi e depurative e trova impiego nell'uso esterno come purificante
della pelle acneica e rinforzante dei capelli.
La salvia è la pianta da balcone per eccellenza con le sue
caratteristiche foglie grigio-verdastre e fiori lilla. Dobbiamo ricordarci che ogni inverno andrà potata regolarmente
per garantire un vaso sempre più rigoglioso durante la stagione calda. È una pianta officinale
perenne, di cui si usano sia foglie che
fiori per preparare svariati rimedi
erboristici: protegge dai bruciori di
stomaco e toglie le infezioni intestinali in virtù delle sue mucillagini. Utile in caso di eccessiva
sudorazione anche per
uso esterno, è, però,
sconsigliata durante l'allattamento,
perché blocca la
secrezione del
latte.
Il timo
p u ò
essere
piantato
sia partendo dal seme che dalla pianticella, ama il sole e va innaffiato regolarmente, perché le sue radici sono abbastanza
superficiali. E' spesso utilizzato in cucina per insaporire
e rendere più digeribili le carni, ma è anche benefico per
le vie respiratorie: è un ottimo antisettico ed espettorante in caso di tosse e raffreddore, usato spesso per fare i
L'ideale è avere un
balcone esposto a
sud, che garantirsce
alle piante la luce
necessaria ogni
giorno
suffumigi. L'idea di avere del buon
prezzemolo sempre fresco e profumato sulle nostre tavole è allettante:
i nostri piatti saranno gustosissimi.
Basterà trapiantare una piantina in un
vaso profondo almeno 30 centimetri
in un punto semi-ombreggiato e ricordarsi di innaffiarlo frequentemente. Il
prezzemolo è un ottimo digestivo e
depurativo, stimola l'appetito.
É il profumo delicato di limone che
caratterizza le foglie fresche di melissa. Utilizzata per tisane rilassanti sulla muscolatura intestinale, è, infatti,
la prima scelta per chi soffre di colon
irritabile.
Il fiore della passiflora, detto anche
“fiore della passione”, è bellissimo e
particolare, cresce su una pianta ram-
picante solitamente apprezzata come
ornamentale, ma se ne dimenticano le
proprietà
erboristiche: si
raccolgono e poi si
lasciano
seccare
steli, fiori, foglie
e frutto per ricavarne tisane rilassanti
contro ansia, agitazione ed insonnia.
Le foglie di menta sono di un bel
verde brillante dal profumo fresco e
piacevole, spesso se ne vedono sui
banconi dei bar, perché diventano la
materia prima per bevande rinfrescanti, ma, allo stesso tempo, digestive e
tonificanti e sono facilissime da coltivare.
Infine il peperoncino, i cui frutti durante lo sviluppo regalano una serie
La pianta di rosmarino
è utile per fare degli
infusi dalle proprietà
stimolanti
di colori sorprendenti che vanno dal
violaceo al verde, giallo, arancio fino
ad accendersi in un rosso brillante.
È una pianta originaria del Messico,
ma cresce anche nelle nostre zone. Si
comprano facilmente i semi che andranno piantati in primavera, messi in
un punto ben soleggiato ed innaffiati
frequentemente. Ottimo condimento
per pasta e mille altri piatti, è ricco
di vitamina C ed è un ottimo battericida, pertanto un ottimo alleato nella
stagione fredda contro raffreddori ed
influenza oltre ad
aiutare la digestione.
Ora non resta che
scegliere la nostra
piantina ed iniziare. Buon lavoro a
tutti
.
Erica Denti
ALIMENTAZIONE 97
INTEGRATORI PER IL SOLE
a cura di ANTONIO MARINELLI - [email protected]
VITAMINA B2
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FORMULA
POTENZIATA
Contribuisce a proteggere le
cellule dallo stress ossidativo
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Contribuisce al regolare
funzionamento del
sistema immunitario
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Contribuisce alla normale
pigmentazione cutanea
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PRIMA E DURANTE L'ESPOSIZIONE SOLARE
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N
Farmacista
Come proteggersi dall’interno coi nutraceutici
onostante
gli
esperti
forniscano
raccomandazioni su
“Come prendere il sole” senza danneggiare la pelle, ogni anno si registra un
aumento dei casi di malattie e tumori
della pelle, causati dall’esposizione.
La degenerazione della pelle a causa
di una lunga ed errata esposizione ai
raggi solari porta con sé conseguenze maggiormente marcate rispetto
all’invecchiamento naturale dovuto
all’età. Si spazia dai primi sintomi
come il cambio del colore originale
della pelle, rughe e piccole cicatrici,
sino ad arrivare, purtroppo, a gravi
alterazioni vascolari, morfologiche
o addirittura al melanoma. La pelle
trascurata e danneggiata cerca di proteggersi da sola dall’azione degenerativa dei raggi solari, inspessendosi,
tentando così di creare una barriera ai
raggi UVA, ma perdendo di elasticità
e riducendo la capacità di rinnovarsi.
La nostra epidermide, infatti, quando viene esposta al sole per periodi
troppo lunghi o senza le dovute protezioni, si trova a dover affrontare
uno stress ossidativo, che ne accelera
l’invecchiamento soprattutto a causa
della presenza dei radicali liberi.
L’utilizzo dei prodotti solari dermocosmetici è il primo passo per evitare
i danni da raggi ultravioletti: pochi
però sanno che la protezione può essere raddoppiata con l’uso di specifici
nutraceutici ed integratori.
Oltre a salvaguardare la salute della
pelle, che risulterà più giovane rispetto a quella di chi non si protegge, anche aspetto e durata dell’abbronzatura ne risentiranno positivamente.
Si tratta di sinergie di effetto tra sostanze funzionali applicate
localmente ed altre che,
agendo dall’interno,
sono finalizzate alla
correzione di una
carenza all’origine o per ripristinare funzioni o
condizioni alterate dallo stress
causato dalle radiazioni.
Antiossidanti
Luteina, betacarotene, licopene, vitamine (C, E), selenio, acido lipoico ed
altri combattono gli effetti dei radicali liberi.
I raggi UV sono in grado di aumentare la normale presenza di radicali liberi già dopo 15 minuti di esposizione solare. Inoltre i raggi UV risultano
particolarmente dannosi per la pelle,
perché innescano tutta una serie di
processi degenerativi. Vanno assunti preferibilmente in associazione: in
farmacia si possono trovare quelli più
adatti ai vari tipi di esposizione.
Nutraceutici fitoterapici
Molte piante, come il tè verde, hanno un’azione antiossidante, ma ce
n’è una che ha anche una capacità
fotoprotettrice specifica in grado di
ridurre gli eritemi solari persino in
assenza di un filtro dermatologico.
Si tratta del Polypodium leucotomos,
una felce originaria del Centro America oggi molto studiata per queste
sue proprietà. Gli studi confermano
la sua capacità di attivare i geni “oncosoppressori” ovvero che sopprimono l’attività tumorale (riferita al
derma), di ridurre
l’infiammazione
ed il danno ossidativo.
Il consiglio è di
utilizzarla, sempre e comunque,
associata al filtro
Antonio Marinelli
solare
.
ALIMENTAZIONE 99
GNOCCHI AL CACAO E FRAGOLE
Ingredienti per 4 persone
•
•
•
•
•
•
800 gr di patate
160 gr di farina bianca
(più due cucchiai per la
preparazione)
1 tuorlo d’uovo
40 gr di cacao amaro
(più due cucchiaini per la
lavorazione)
Tempo di preparazione 40 minuti
RICETTA
Gnocchi al cacao e fragole
a cura di Laura e Silvia Squizzato
www.gemellesquizzato.it
Un accostamento insolito per un piatto dedicato alla bella stagione
Giornaliste, conduttrici e attrici da
5 anni sono inviate del programma
“Mezzogiorno in famiglia” su Rai
Due e sono autrici del libro di cucina
“I nostri dolci light” (Gribaudo Editore)
Per questo numero abbiamo scelto un
piatto che saluta l’inverno e accoglie
la bella stagione. Infatti usiamo il cacao, che ci allieta il palato nei mesi
freddi, e le fragole, frutto primaverile
molto dolce e gustoso.
Con questi due ingredienti base ed un
100 RICETTA
minimo di manualità possiamo realizzare un piatto divertente, sicuramente
insolito, con cui stupire gli ospiti, che
inviterete a casa.
Un primo piatto con la frutta potrebbe
stonare per molti, ma l’accostamento
è gustoso e in molti paesi fuori dall’Italia c’è l’abitudine di usare la frutta
abbinata sia ai primi piatti che ai secondi.
L’effetto dolce-salato di questo piatto,
credeteci, sarà in grado di soddisfare
i palati curiosi di nuovi gusti e nuovi
accostamenti!
Lavate le patate in acqua fredda, mettetele in
una pentola senza sbucciarle e copritele con
abbondante acqua fredda. Portate a bollore
e lessatele per circa 30 minuti (o comunque
finché una forchetta entra con facilità nella
polpa) a fuoco lento e aggiungete due cucchiai
di sale grosso quasi a fine cottura. Scolatele,
fatele riposare per 3 minuti e poi sbucciatele
con un coltello.
Schiacciate accuratamente con una forchetta
la polpa delle patate o passatela in uno
schiacciapatate, lasciate cadere la purea in
una ciotola precedentemente infarinata.
Formate una conchetta e versatevi il tuorlo e
il sale fino.
Setacciate la farina con il cacao in una ciotola
a parte.
Impastate la purea con il tuorlo e unite il
composto di farina e cacao, poco alla volta e
lavorando velocemente con le dita.
Dividete l’impasto a pezzetti e rotolateli uno
alla volta sul piano di lavoro precedentemente
spolverizzato con il cacao formando dei
cilindri di 3 centimetri circa di diametro.
Tagliate poi i cilindri in pezzetti lunghi circa
3 centimetri l’uno.
Farcite poi i pezzetti di pasta con le fragole
•
•
•
•
•
•
•
•
•
600 gr di fragole mature
4 bastoncini di cannella
1 pizzico di cannella in
polvere
1 cucchiaino di zucchero
(o fruttosio)
2 pizzichi di sale fino
2 cucchiai di sale grosso
80 gr di burrO
PEPE
nel seguente modo: dopo aver lavato le
fragole, tagliatele a pezzetti, asciugatele un
po ‘con carta da cucina, posate un pezzetto di
pasta sulla mano, schiacciatelo leggermente
con il pollice dell’altra mano, formando una
conchetta. Appoggiate un pezzo di fragola
dentro la conchetta. Avvicinate poi il bordo
della conchetta con le dita per chiudere
all’interno la fragola. Poi rotolate leggermente
ogni gnocco senza premerlo.
Appoggiate gli gnocchi farciti su un pezzo di
carta da forno precedentemente spolverizzato
con poco cacao.
Sciogliete il burro in una padella antiaderente
e rosolate per qualche minuto i bastoncini
di cannella e il resto delle fragole sempre
tagliate a pezzetti.
Lessate intanto gli gnocchi in acqua salata,
pochi alla volta e scolateli quando vengono
a galla. Versateli nel tegame del condimento
e fateli rosolare per circa un minuto,
mischiandoli a fuoco dolce.
Trasferiteli poi nei piatti di portata,
aggiungendo un pizzico di zucchero, cannella
e abbondate con tre pizzichi di pepe.
Guarnite ogni piatto con un bastoncino di
cannella e servite ben caldi.
VARIANTI
Potete rendere ancora più
voglioso d’estate questo piatto
usando delle ciliegie al posto delle
fragole. La procedura è identica,
però ricordate che le ciliegie
non sono da tagliare in pezzetti,
ma mantenute intere e quelle
che vanno inserite negli gnocchi
devono essere denocciolate con
l’apposito attrezzo. Questo piatto
può essere abbellito guarnendolo
oltre che con il bastoncino di
cannella anche con qualche foglia
di ciliegia.
Andarpermostre.
a cura di FIORELLA MEMO - [email protected]
Fiorella Memo
Milano
Fino al 13 luglio
raccolta,
stoccaggio,
classificazione
e smaltimento
di farmaci
e prodotti
farmaceutici
non più vendibili.
Palazzo Reale propone, per la prima volta nella sua città, un’esposizione
monografica dedicata a Gustav Klimt, dal titolo “Klimt. Alle origini del mito”.
Il celebre artista viennese, nato nel 1862, è considerato uno dei massimi esponenti
dell’Art Nuveau. Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo divenne uno dei
promotori della cosiddetta Secessione Viennese: assieme ad altri artisti austriaci, tra
cui Egon Schiele, diede vita a un Movimento antiaccademico ed indipendente, con
una propria sede nel Palazzo della Secessione di Vienna.
La Mostra, organizzata in collaborazione con il Comune di Milano, 24 ORE
Cultura e Arthemisia Group e con il Museo Belvedere di Vienna, è curata da
Alfred Weidinger, affermato studioso di Klimt e vicedirettore del Belvedere.
Nelle intenzioni di Weidinger il desiderio di raccogliere oltre 100 opere dell’artista e dei pittori a lui vicini, esplorando i motivi più
influenti nel corso della sua carriera: il teatro, la musica e soprattutto l’arte totale, dove l’osservatore si può letteralmente immergere.
Non a caso è la ricostruzione originale del “Fregio di Beethoven”, esposto nel 1902 a Palazzo della Secessione a Vienna, a chiudere
il suggestivo percorso espositivo.
FERRARA
Fino al 15 GIUGNO
Prosegue fino al 15 giugno, nel Palazzo dei Diamanti di Ferrara, la Mostra “Matisse, la figura.
La forza della linea, l’emozione del colore”, organizzata da Fondazione Ferrara Arte. Un titolo
che racchiude l’essenza della pittura così come era pensata dall’artista francese. Nella prospettiva
del Fauvismo, cui Matisse appartiene, le linee e i colori sono il solo mezzo di espressione per
tratteggiare la “figura”. E in Matisse la figura è soprattutto la donna, fonte di energia, vera
ispirazione. La curatrice della Mostra Isabelle Monod-Fontaine trova nelle parole del pittore la vera
sintesi della sua opera: “La figura mi permette ben più degli altri temi di esprimere il sentimento,
diciamo religioso, che ho della vita”.
Rovigo
Fino al 22 GIUGNO
Strada Comunale della Fonticella – 65016 Montesilvano (PE)
tel: 085 4681525 - web site: farmecoservice.it - e-mail: [email protected]
Fu Vittorio Pica, uno dei fondatori della Biennale di Venezia (nata nel
1895), a parlare di “ossessione nordica”. Quando gli artisti italiani videro
per la prima volta le opere dei pittori provenienti dalla Scandinavia, dalla
Norvegia, dalla Germania, non poterono rimanere indifferenti, e, anzi,
furono affascinati e sedotti dai paesaggi e dai soggetti rappresentati,
dalle sfumature e dal linguaggio “nordico” d’espressione. Fu un
incontro che determinò profondamente le scelte artistiche italiane del
primo Novecento. Per questo Rovigo ospita la Mostra “L’ossessione
nordica. Böcklin, Klimt, Munch e la pittura italiana”, fino al 22 giugno a Palazzo Roverella. Curata da Giandomenico Romanelli,
l’esposizione offre l’opportunità di rivivere quel confronto, di capire come gli artisti italiani acquisirono e re-interpretarono i simboli,
le sfaccettature, la sensibilità di quei mondi, un tempo, lontani.
NEWS 103
Il laser in odontoiatria
La soluzione per i bambini
a cura di
Ho sentito parlare del laser per curare le carie...
Il laser in odontoiatria esiste da più di
10 anni, ma, solo di recente se ne producono di veramente efficaci con piena
soddisfazione del paziente e del professionista che lo deve usare.
I moderni laser dentali sono un’alternativa confortevole, semplice, veloce
per molte terapie, come, ad esempio, il
trattamento delle carie e la piccola chirurgia muco-gengivale.
Questa tecnologia, infatti, consente di
intervenire in modo molto mirato e so-
prattutto in modo poco invasivo.
Il raggio laser, infatti, permette una
grande precisione consentendo di intervenire solo dove è necessario, senza
produrre rumore e vibrazioni, che sono
spesso la causa delle ansie e paure nei
bambini, ma anche negli adulti.
La possibilità, poi, di effettuare piccoli interventi di chirurgia sulle mucose
senza produrre sanguinamento e consentendo, nel contempo, un ‘azione
asettica, riduce anche in modo significativo tempi e postumi
post-operatori.
Potete inviare le vostre domande a:
L’applicazione del laser
oggi è molto ampia: si [email protected]
sono curare carie, gengive
L’utilizzo del laser
consente di non
effettuare anestesie
locali, perciò risulta
particolarmente
indicato per i bambini
malate, effettuare piccoli interventi di
chirurgia sui tessuti molli (gengive),
oppure devitalizzare denti doloranti.
L’utilizzo del laser consente in molti
casi di non effettuare anestesie locali,
perciò risulta particolarmente indicato
per i bambini e per le donne in
stato interessante.
Nei piccoli pazienti il laser trova
una speciale applicazione. Infatti
il suo utilizzo consente, ad esempio, di incidere in modo non doloroso la gengiva per facilitare la
fuoriuscita di un dente. Oppure,
nel caso delle carie, esso si utilizza in sostituzione degli strumenti
tradizionali, che spesso inducono ansia e paure. Il laser, invece,
consente di effettuarne la rimozione in modo delicato, poiché
viene effettuata una “vaporizzazione” della carie, rendendo la
cura efficace anche sotto il profilo psicologico. Il bambino infine
non riceverà una immagine traumatica del lavoro del dentista
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nasce dall’alleanza tra diverse forze della provincia
di Lecco, sia del Volontariato che delle Istituzioni
per il contrasto alla sedentarietà .
Ideato dall’Associazione Giretto e
dall’ASL di Lecco, si è strutturato
attraverso l’alleanza con Coni e Provincia per la ricognizione di tutte le
Società sportive, Associazioni, Amministrazioni in grado di offrire “Prove
gratuite di movimento” ai cittadini,
creando così il “Salvadanaio” d’offerta.
Fondamentale è stata, poi, l’alleanza con Federfarma, che ha subito apprezzato l’idea e le potenzialità, che
ne derivano per il ruolo educativo dei
Farmacisti.
Partendo dalla ricognizione di esperienze esistenti e mettendo intorno
al tavolo progettuale i principali stakeholders: Assessorato Provinciale
allo Sport, CONI, Associazioni di
promozione sportiva (Giretto), Federfarma, coinvolgendo in ogni fase
anche lo sponsor (ACEL Service),
si sono colte alcune opportunità già
presenti sul territorio, ore gratuite di
attività fisica o sportiva offerte da
Associazioni sportive e ricreative,
e studiato uno strumento
che comunicasse in modo
efficace e provocatorio tali
opportunità al target delle
famiglie.
Secondo tecniche di marketing sociale si è lancia-
108 INIZIATIVE
ta sul mercato
una scatoletta
similfarmaco
in distribuzione
gratuita nelle
farmacie che offriva quello che
farmaco
non
può essere, il
principio attivo
“attività fisica”
descritto
per
tutte le sue positive indicazioGianluigi Maggioni, GIRETTO Associazione di Promozione
ni preventive e Sociale - Antonio Rossi, Assessore Sport e Politiche per
terapeutiche nel i giovani Regione Lombardia - Enzo Lucchini, Direttore
bugiardino e of- Generale Asl Lecco
ferto attraverso
lità delle offerte sportive.
35 coupon di attività fisica gratuita da
La parallela attivazione di un sito inriscuotere presso la rete delle strutture
ternet dedicato www.pilloledisalute.
aderenti al progetto.
giretto.it ha consentito il costante agIl lancio a settembre 2012 del prodotgiornamento dell’offerta e informazioto è stato frutto della collaborazione di
ni sui corretti stili di vita.
tre uffici stampa (Asl, Provincia, Acel)
Oltre 1500 persone hanno usufruito
e dell’impegno delle Amministrazioni
di tale esperienza; il target familiare è
locali. Una sinergia, che ha portato ad
stato raggiunto con fasce d’età prevauna vera e propria ricerca attiva dellenti di utenti sotto i 10 anni (32,6%) e
le Pillole e il suo conseguente utilizdai 20 ai 60 (53%); il 17% degli utilizzo per tutto l’arco dell’anno, anche in
zatori sono risultati residenti in altre 5
base alla
province, segno di gradimento dell’istagionaniziativa.
I risultati ottenuti hanno stimolato
uno sviluppo su scala regionale del
progetto. La sua proposizione per una
sperimentazione interregionale come
“Buona pratica” ha trovato l’approvazione del Ministero della
Salute per l’attuazione del Programma CCM 2013
.
a cura di LUIGI CAVALIERI
A Rovereto ogni sera i suoi cento rintocchi invitano alla pace e alla fratellanza
Nel girovagare lungo la nostra
bella Italia sono capitato
spesso a Rovereto, dove il
mio nipotino Jacopo, ogni
volta che avevo occasione di
incontrarlo, mi parlava, non
senza una certa emozione, di
una Campana, che ogni sera,
puntualmente, scandendo i
suoi cento solenni rintocchi,
onora i Caduti di tutte le guerre
ed invoca pace e fratellanza
fra i popoli del mondo intero.
E così finalmente mi sono
deciso a scrivere per i lettori
della nostra rivista la storia
della Campana più grande
del mondo. Non senza, però,
aver prima voluto recarmi sul
posto per rendermi conto quali
potessero essere i sentimenti
che questa Campana mi
ispirasse. Ed in effetti tutto
il contesto trasuda pensieri
che rifuggono da ogni guerra
tanta è la pace che sul Colle
di Miravalle si assapora.
Fatte le debite ricerche, ho scoperto
che è stata ideata dal sacerdote
roveretano don Antonio Rossano e che
venne fusa a Trento il 30 ottobre 1924
col bronzo dei cannoni offerto dalle
Nazioni partecipanti al primo grande
conflitto mondiale. Fu battezzata il
24 maggio 1925 col nome di "Maria
Dolens".
La Campana, però, non rispondeva
al suono voluto, per cui venne rifusa
a Verona il 13 giugno 1939 per far
ritorno a Rovereto il 26 maggio 1940
per riprendere così la sua alta missione
di pace e fratellanza universale. Il
31agosto del 1960, per una grave,
irreparabile incrinatura, la Campana
cessava di suonare ed il 1 ottobre
1964, grazie all'apporto finanziario
dei Lions Club d'Italia, veniva rifusa
presso le Fonderie Capanni
a Castelnuovo nè Monti
(Reggio Emilia).
La Campana è stata benedetta
a Roma in piazza San Pietro
dal Santo Padre Paolo
VI il 31 ottobre 1965 ed
il 4 novembre ritornava
trionfalmente a Rovereto e
veniva collocata sul Colle di
Miravalle.
Sul manto di "Maria Dolens"
sono incisi gli augusti
autografi dettati dai Sommi
Pontefici Pio XII: "Nulla è
perduto con la pace. Tutto può
essere perduto con la guerra";
Giovanni XXIII: "In pace
hominum ordinata concordia
et tranquilla libertas".
Un'annotazione: a coloro che
davanti alla monumentale
Campana reciteranno un
Requiem per i caduti i
Sommi Pontefici Pio XI e
Pio XII hanno concesso una
particolare indulgenza.
In conclusione: può essere una buona
occasione per una gita fuori porta in
compagnia della famiglia. Assaporare
la pace, in tempi come quelli che
viviamo, dove in qualche parte del
mondo non mancano fermenti di
guerra, aiuta a riflettere come questa
sia davvero un bene prezioso
.
CURIOSITà 109
La filariosi cardio-polmonare
a cura di Nicola Bertoni - Medico Veterinario - www.veterinariobertoni.it
Ruolo fondamentale della zanzara in questa malattia
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La Dirofilaria immitis è un nematode
(verme) sottile e filiforme, le cui dimensioni variano da 12-17 cm di lunghezza
nel maschio e 25-32 cm nella femmina.
La zanzara svolge un ruolo fondamentale in questa malattia, infatti funge da
vettore: quando una zanzara punge un
cane infestato dalla filariosi insieme
al suo sangue succhia anche alcune
microfilarie (larve), che, alla puntura
successiva, saranno inoculate nel sangue di un altro cane. Nel nuovo ospite
le microfilarie iniziano a crescere ed a
spostarsi verso il cuore, dove, divenute
ormai vermi adulti, possono cominciare il loro ciclo riproduttivo producendo
altre microfilarie.
L’invasione colpisce solitamente l’arteria polmonare, la vena cava inferiore
e l’atrio destro del cuore: un singolo
animale ammalato può ospitare da 3 a
50 parassiti adulti, che vivono fino a
7 anni, sempre che non ne provochino
prima la morte.
La malattia si manifesta con sintomi
aspecifici: i principali sono la tosse ed
una spiccata affaticabilità, alla quale si
associano poi i sintomi tipici dell’insufficienza cardiaca destra (ascite: raccolta
di liquido in addome).
La filariosi può colpire anche il gatto,
nel quale la sintomatologia è acuta e
respiratoria (eventualmente associata a vomito); anche un solo parassita
può comportare grave sintomatologia
e morte improvvisa; e il furetto in cui
infesta cuori e vasi sanguigni, molto più
piccoli di quelli del cane.
La filariosi può
colpire anche il
gatto, nel quale la
sintomatologia è acuta
e respiratoria
Controllare questa malattia risulta difficile, in quanto bisogna controllare soprattutto il vettore zanzara, risultano, però,
efficaci gli Spot-on o i collari repellenti
per il cane (attenzione: la Permetrina è
tossica per il gatto), effettuare trattamenti profilattici nel cane o con l’iniezione
annuale, metodo più immediato che
consiste in un unico trattamento da fare
una volta all’anno, somministrato direttamente dal veterinario; o con le compresse mensili che bloccano lo sviluppo
delle larve inoculate dalle zanzare nel
cane ed hanno due caratteristiche fondamentali: vanno somministrate ogni 30
giorni e posseggono effetto retroattivo.
Pertanto è totalmente inutile anticipare
eccessivamente la prima somministrazione, mentre è fondamentale proseguire
la profilassi fino al mese successivo alla
scomparsa delle zanzare. La profilassi
con compresse, se non seguita correttamente per l’intera stagione di rischio, risulta inefficace a prevenire il rischio filaria. La diagnosi si effettua mediante test
sierologici e sulla valutazione di sintomi,
la terapia per la cura degli animali infetti
è lunga e complicata ed espone i nostri
amici a notevoli rischi cardiopolmonari, che vanno dall’embolia a pericolose
infezioni. Una volta uccisi i vermi con
farmaci specifici a base di sostanze tossiche, occorre far
stare l’animale a
riposo assoluto per
diverse settimane
per permettergli di
liberarsi dei vermi
morti, che possono,
comunque, ostruire
arterie ed altri vasi
Nicola Bertoni
sanguigni
.
AMICI ANIMALI 111
Educhiamo
IL NOSTRO CANE
a cura di Michele Raffaelli
Dottore in Scienze del comportamento animale - Educatore cinofilo e consulente comportamentale
PARTE SECONDA - Altri comandi per educare il nostro cane
Proseguiamo il nostro percorso con
l’educazione del cane per fargli apprendere comportamenti che risulteranno utili, corretti e adatti alla
realizzazione ottimale della sua vita
sociale.
In questo modo sarà soddisfatto il suo
bisogno di organizzazione e collocazione all’interno del branco/famiglia.
Dal Seduto al Resta!
Ottenuto il Seduto, potremo iniziare il
logico proseguimento dell’esercizio il Resta! - che, grazie all’introduzione
dei parametri distanza-tempo, insegnerà al cane a rimanere in attesa in
uno stato di quiete e rilassamento, prima di un evento gradito e gratificante.
112 AMICI ANIMALI
Poiché il cane, sociale per definizione,
mal sopporta anche il solo presagio
dell’abbandono, sarà fondamentale
fargli capire che, comunque, a ogni
allontanamento noi torneremo sempre.
Per questo è importante osservare una
rigorosa progressione nei tempi di attesa e nella distanza di allontanamenti.
Inoltre sarà importante gratificare
sempre il cane al rientro. Secondo la
tipologia caratteriale del cane dovremo interrompere le sessioni di esercizio con una certa frequenza, dando
al cane il comando liberatorio (Ok! –
Vai!) e farlo giocare in libertà.
Come insegnare il Resta!
Inizialmente, dopo aver premiato il
cane per il Seduto, faremo un mezzo
passo indietro per poi riavvicinarci e
premiare il cane che, probabilmente,
non si sarà mosso. Ripetiamo per un
certo numero di volte e, se il cane continuerà a mantenere la posizione di seduto, aumentiamo progressivamente il
numero di passi indietro.
In questo esercizio è molto utile l’utilizzo della mimica: palmo della mano
rivolto verso di lui a significare Alt!
Possiamo procedere con l’aumento
del tempo di attesa prima del rientro
nella posizione di partenza (all’inizio
qualche secondo), avendo cura di an-
Ottenuto il seduto,
potremo iniziare il
logico proseguimento
dell’esercizio - il resta!
ticipare con un No! - Resta! accompagnato dalla mimica della mano e
immediato ritorno, l’eventuale intenzione del cane di alzarsi.
Inizialmente il comando Resta! dovrà
essere pronunciato immediatamente
prima del nostro riavvicinamento al
nostro amico, poiché, non conoscendolo ancora, potrebbe interpretarlo
come un invito.
Distanza e tempo
Come detto, possiamo aumentare
l’impegno e la difficoltà dell’esercizio
giocando sui due parametri distanza e
tempo: il consiglio è di non esagerare
con il primo, la distanza, magari può
essere più utile diversificare la nostra
traiettoria di allontanamento e, al limite, interrompere il contatto visivo
girando le spalle al cane, fino a scomparire per qualche secondo dalla sua
vista.
Viceversa è più utile giocare sul parametro tempo, anche perché potrebbe
capitare che il cane spontaneamente decida di sdraiarsi ottenendo così
spontaneamente il Terra! (che immediatamente assoceremo al comando
vocale con una solenne gratificazione). Poiché il nostro vero scopo non
è quello di far mantenere al cane una
posizione precisa, questo - perché indicativo del fatto che lui ha raggiunto
un maggior grado di rilassamento durante la fase di attesa - sarà sicuramente auspicabile!
Nel caso ciò non avvenga, per ottenere
il Terra! sarà possibile ricorrere nuovamente allo stimolo attivatore rappresentato dal bocconcino (e a un piccolo
aiuto “meccanico”). Partiamo dal Se-
duto! e lentamente
accovacciamoci
di fronte a lui. La
mano destra stringerà il bocconcino all’altezza del
muso del cane, la
sinistra, partendo
dal contatto con
la spalla destra
del cane, arretrerà posizionandosi
qualche centimetro sopra la groppa
del cane per creare
un impedimento,
che, però, mai dovrà risolversi in
una spinta verso
il basso. A questo
punto con la mano
che stringe il bocconcino, descriveremo piuttosto
rapidamente un
movimento a L, prima verso il basso
poi leggermente in avanti. Sulla carta
il cane, per seguire il movimento della mano, abbasserà il treno anteriore
(cosa cui immediatamente noi assoceremo il comando Terra!). In realtà
molti cani inizialmente tenderanno ad
alzare il posteriore mentre abbassano
la testa.
Per una buona riuscita è importante il
movimento della mano destra e capire
quale sia la distanza giusta dal corpo.
Potrebbero essere necessari più tentativi durante i quali saremo aiutati
dall’ostacolo rappresentato dalla mano
sinistra (ripeto mai premere: otterreste
la risposta uguale e contraria). Non
Inizialmente il
comando Resta! dovrà
essere pronunciato
immediatamente
appena il cane abbozzerà l’abbassamento del posteriore, connoteremo la
cosa con un bravo e, volendo, in termini di “modellamento” potremo già
aprire la mano e concedere il premio.
Successivamente la mano si aprirà
solo al raggiungimento della posizione completa e, nel
giro di un paio di
lezioni, anche la
mano sopra il posteriore non sarà
più necessaria e
il cane eseguirà il
Terra! in maniera
spontanea
Michele Raffaelli
.
AMICI ANIMALI 113
iGiochi.
#1
cruciverba
ORIZZONTALI:
1. Astinenza più o meno prolungata dal cibo - 6. Desiderio intenso - 11. Piccolo
foro dell’ago in cui passa il filo - 13. Liquori digestivi - 15. Aree scoperte dietro
gli edifici - 17. Schiere di barbari - 18. Uno a Londra - 19. Insieme di persone
che vivono di attività illecite - 21. Sinonimo di grandi mezzi di trasporto merci 22. Targa di Taranto - 23. Insetti come il pidocchio e la pulce - 25. Una bevanda
tonica ricca di caffeina - 26. Insenatura della costa - 27. Un comunissimo mezzo
di trasporto - 28. Incontro di due o più vocali che non formano dittongo - 30.
Convenienza, utilità - 32. La terza nota - 33. Starnazza nell’aia - 34. Il dio greco
dell’amore - 35. Un fiume che scorre in Svizzera - 36. Gradazioni di voce o di
colore - 38. Velivolo privo di motore - 40. Grotta, spelonca - 42. Corregge il caffè
- 43. Uno era figlio di Telamonio - 44. Si consultano in stazione
VERTICALI:
2. Immagine sacra dipinta su legno - 3. Una consonante bifronte - 4. Tariffa
urbana a tempo (sigla) - 5. Intrattiene gli ospiti nei villaggi turistici - 7. Fine della
bufera - 8. Insidia per i pesci - 9. Il santo che coprì un povero mendicante nudo
- 10. Coraggioso, audace - 12. Portare in secco un’imbarcazione - 14. Il giorno
appena trascorso - 15. Attrezzo usato per affilare - 16. Piccola rana - 20. Omicida,
criminale - 23. Pasticcio a base di fegato d’oca - 24. Desiderio di bere - 25.
Individui il cui corredo genetico ha subìto un’alterazione - 27. Capoluogo delle
Marche - 28. È circondata dalle acque - 29. Maestà, sovrano - 30. Una vocale
greca - 31. C’è quella paleozoica - 32. La... madre di Nerone - 35. Parte del fianco
corrispondente al bacino - 37. Collera, furore - 39. Un massiccio montuoso nel
nord del Niger - 41. Il sì dei Provenzali
SOLUZIONI
boa TO asso R dante: BOATO ASSORDANTE
#3
ENIGMA
La lampadina nella stanza chiusa
In una stanza chiusa è contenuta una lampadina, in un’altra stanza tre
interruttori, ma solo uno di questi accende la lampadina.
Potendo azionare i tre interruttori a proprio piacimento e potendo andare
nella stanza chiusa solo una volta per verificare lo stato della lampadina,
come si può fare per risalire all’interruttore giusto per accenderla?
All’inizio dell’esperimento la lampadina spenta e tutti gli interruttori sono
in posizione OFF.
SOLUZIONE: Si mettono due interruttori (che
chiameremo 1 e 2) su ON, si attende qualche minuto e
se ne spenge uno (diciamo il numero 1). Si va quindi
a controllare la lampadina. Se la lampadina è accesa,
l’interruttore giusto è il numero 2. Se la lampadina è
spenta ma calda, l’interruttore giusto è l’1. Se la lampadina
è spenta e fredda, l’interruttore giusto è il numero 3.
ENIGMA
REBUS
#2
REBUS (FRASE: 5,10)
cruciverba
114 GIOCHI