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LA
LA STAMPA
STAMPA
QUOTIDIANO FONDATO NEL 1867
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014 1 ANNO 148 N. 320 1 1,70 € IN ITALIA (PREZZI PROMOZIONALI ED ESTERO IN ULTIMA) SPEDIZIONE ABB. POSTALE - D.L. 353/03 (CONV. IN L. 27/02/04) ART. 1 COMMA 1, DCB - TO www.lastampa.it
Contro la fame nel mondo
Multe fino a 500 euro
Al posto di Alonso
Il Papa: «Il cibo c’è,
ma non per tutti»
Venezia, mai più
turisti con i trolley
La Ferrari riparte
dal 2015 c’è Vettel
Il Pontefice alla Conferenza della Fao
chiede uno sviluppo sostenibile:
la Terra se trascurata non ci perdonerà
Francesca Paci A PAGINA 17
Le valigie con le ruote fanno rumore
e danneggiano gli antichi masegni
Stop da maggio, deroga per i veneziani
Massimo Guerretta A PAGINA 19
Per il pilota tedesco tre anni
di contratto e 30 milioni di euro
a stagione. «Il sogno di una vita»
Chiavegato e Mancini ALLE PAGINE 40 E 41
Scoppia il caso prescrizione. Renzi: fare in fretta, ddl alle Camere la prossima settimana. Lutto cittadino a Casale
“Scuse per scioperare”
Eternit, attacco alla Cassazione
Renzi, accuse
ai sindacati
Social card anche
I giudici dell’Appello di Torino: sentenza errata, il reato non è estinto per gli immigrati
Guariniello chiude l’inchiesta bis: ora contesta 256 omicidi volontari
L’UMANITÀ
DELL’IMPUNITO
D’AMIANTO
MASSIMO GRAMELLINI
Renzi a Parma attacca i
sindacati, che «s’inventano
scioperi, mentre io creo lavoro», e annuncia una nuova rivoluzione fiscale, con l’eliminazione degli scontrini attraverso la
tracciabilità totale, e con
un’unica tassa comunale. Con
un emendamento alla legge di
Stabilità, inoltre, il governo
estende la social card agli immigrati. Barbera, Bertini, Chiarelli,
1
Martini, Sorgi ALLE PAG. 6, 7 E 8
L’
i m p u n i t o
d’amianto Stephan
Schmidheiny è riuscito a
perdere la faccia
dopo avere sgraffignato l’assoluzione. Il comunicato in cui il
padrone della Eternit attacca i
giudici di Torino e si rivolge con
arroganza allo Stato italiano affinché gli eviti ulteriori perdite
di tempo processuali è una radiografia del suo stato di umanità in prognosi riservata.
DESTRA E SINISTRA
NOI ITALIANI
RIFORMISTI
IMMAGINARI
LUIGI LA SPINA
A
CONTINUA A PAGINA 31
SÌ, LA CORTE
POTEVA DECIDERE
DIVERSAMENTE
CARLO FEDERICO GROSSO
ALESSANDRO ADINOLFI
La protesta di Casale Monferrato dopo la sentenza della Cassazione
L’
epilogo della vicenda giudiziaria Eternit è sicuramente una
vergogna. Condotte delittuose gravissime,
accertate giudizialmente in
modo certo, che avevano dato luogo a condanne di primo
e di secondo grado pesanti,
sono improvvisamente svanite dissolvendosi nel nulla.
Liberi tutti, dunque, o quantomeno libero l’unico soggetto condannato dal giudice di
appello.
NICCOLÒ ZANCAN
INVIATO A CASALE MONFERRATO
INTERVISTA AL GIUDICE
a una settimana aveva una tosse
stizzita, di quelle che non vanno
via. «Mia moglie insisteva: “Vai a
farti vedere, vai dal dottore, Giuseppe...”. Ma io tergiversavo, perché mi
sentivo forte. In trentacinque anni di lavoro all’Enel, ho fatto solo 45 giorni di
mutua e tutti di fila, quando mi hanno
messo il gesso. Ero un tipo sportivo.
Correvo, mai un problema, pensavo di
essere immune».
“Il mesotelioma ha decorso
molto lungo, gli effetti
non s’erano esauriti allora”
CONTINUA A PAGINA 3
Massimiliano Peggio A PAGINA 5
D
CONTINUA A PAGINA 31
Oggè: la nostra sentenza basata
sull’epidemiologia, il picco
di mortalità non c’è ancora
AVEVA 83 ANNI, VINSE L’OSCAR
PRIMA VETTURA NEL ’70, DOCUFILM AL TFF
9 771122 176126
41121
Addio a Nichols, il regista
Quando la Fiat
costruì Togliattigrad della generazione "laureato”
ALBERTO PAPUZZI
PAOLO MASTROLILLI
I
V
l più grande affare del secolo. Così venne definito
l’accordo Fiat-Russia che il 4 maggio 1966 firmarono a Torino il ministro sovietico per l’Industria
automobilistica e Vittorio Valletta, che proprio quell’anno lasciava la presidenza dell’azienda a Giovanni
Agnelli.
CONTINUA A PAGINA 32
Grignetti, Longo, Salvaggiulo DA PAG. 2 A PAG. 5
E UN COMMENTO DI Feltri A PAG. 31
oglio dirti una parola. Solo una. Plastica». Può bastare una parola a definire la carriera, e magari la
vita di una persona? Sostenerlo sembra un’eresia,
soprattutto nel caso di Mike Nichols, che di parole ne ha
pronunciate migliaia, al cinema, al teatro e in televisione.
CONTINUA A PAGINA 37
Alessandra Levantesi Kezich A PAGINA 37
TESTIMONIANZA
Ma il mio dolore
non si prescrive
SILVANA MOSSANO
O
ggi avrei voluto tanto raccontare
il capitolo finale di una storia giusta. E, invece, purtroppo sono qui
a scrivere una pagina dolorosa.
CONTINUA A PAGINA 2
ncora una volta Torino
e il Piemonte possono
rappresentare un caso
esemplare della situazione
italiana. La giunta regionale
di centrosinistra, presieduta
da Sergio Chiamparino, ha
presentato il piano di riforma
sanitaria. Un progetto, che
mira a ridurre l’impressionante deficit, accumulato negli anni, dall’assistenza sanitaria pubblica piemontese,
subito apparso sostanzialmente analogo, seppur con
qualche variante, a quello che
tentò di varare la precedente
amministrazione regionale di
centrodestra, poi naufragato
tra i dissidi interni e la fine anticipata della legislatura.
CONTINUA A PAGINA 31
Elezioni in Emilia-Romagna
Salvini duetta con Casadei
La Lega verso il voto
benedetta dal re del liscio
Alberto Mattioli A PAGINA 9
2 .Primo Piano
STAMPA
.LA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
U
AMIANTO
DOPO LA SENTENZA
Guariniello rilancia e punta sull’omicidio
La Procura di Torino chiude la seconda inchiesta e contesta a Schmidheiny le morti dal 1989 al 2014
MASSIMILIANO PEGGIO
TORINO
Mai arrendersi se si crede
nella giustizia. Lo dice chiaramente il pm Raffaele Guariniello, il giorno dopo la sentenza dei giudici della Cassazione. Sebbene abbiano «sancito l’esistenza del disastro
ambientale provocato negli
anni dagli stabilimenti Eternit» hanno ritenuto prescritto
il reato, gettando nello sconforto i familiari di tutte le vittime delle polveri di amianto.
Di nuovo dolore, senza pace,
né giustizia.
Ma il lavoro di Guariniello,
come quello del collega Gianfranco Colace, non è stato vano in questi anni. Lo dicono le
migliaia di carte dell’inchiesta, prima ancora delle decisioni dei giudici della Suprema Corte. E lo si comprende
anche dalle reazioni dei politici e dei giuristi, come l’intervento del professor Zagrebelsky sulle pagine de La Stampa, così apprezzato negli uffici della procura torinese. «Il
fatto che il reato sia caduto in
prescrizione - osserva Guariniello - non cambia nulla dal
punto di vista della responsabilità dell’imputato». Nel costruire l’accusa di disastro
ambientale, i pm avevano fatto affidamento sull’orientamento indicato dalla Cassazione in occasione di un’altra
catastrofe industriale. «Noi spiega il magistrato - ci eravamo attenuti alla linea che la
Cassazione aveva tracciato
nel 2007 con un provvedimento su Porto Marghera. Quella
linea è stata cambiata in corso
d’opera. Io rispetto la Corte,
ne sono un sostenitore e ne seguo sempre le indicazioni, ma
c’è bisogno di regole chiare».
E la prescrizione dei reati,
baluardo del diritto, risuona
oggi come sinonimo di impunità, di ingiustizia. E così, nel
giorno dopo la sentenza, dagli
uffici della procura di Torino,
parte il contrattacco giudiziario con la chiusura dell’inchiesta Eternit bis. Questa volta
viene contestato all’imprenditore svizzero Stephan Schmi-
Ai familiari delle vittime
va detto che non bisogna
mai demordere, la delusione
deve diventare la base
per agire e non per arrendersi
L’idea che alla fine arriva
la prescrizione, che si possono
violare le regole impunemente,
è devastante perché finisce
per impedire di fare prevenzione
La Cassazione ha modificato
la linea tracciata con una sentenza
sullo stabilimento di Porto
Marghera che noi avevamo
seguito per il caso Eternit
Raffaele Guariniello
Sostituto procuratore della Repubblica
di Torino, pubblica accusa nel caso Eternit
ALESSANDRO DI MARCO/ANSA
Un momento della giornata di lutto cittadino proclamato a Casale Monferrato dopo la sentenza Eternit
dheiny l’omicidio volontario di
256 persone, tra operai delle
fabbriche di amianto, operanti
e familiari uccisi dal mesotelioma pleurico a partire dal 1989.
Non è una rivincita legale, ma
un’inchiesta parallela costruita
esaminando le cartelle cliniche
di tutte le vittime, alla luce di un
reato mai contestato prima ad
un industriale. E questo è stato
possibile grazie alle certezze
consolidate nella sentenza di
secondo grado del 2013, dove è
stato scritto che Schmidheiny
agì con dolo, conoscendo i ri-
schi dell’amianto, anteponendo
i profitti alla salute delle persone. Non solo: mise in atto addirittura una strategia di disinformazione, «tranquillizzando
lavoratori e utilizzatori» dei
prodotti Eternit e le popolazioni residenti attorno agli stabilimenti. E fece in modo che le colpe, se mai fossero saltate fuori,
ricadessero sui dirigenti locali
e non sul vertice. «Dobbiamo
far capire ai familiari delle vittime - dice Guariniello - che non
basta disperarsi, ma occorre
andare avanti. Non bisogna mai
demordere. La delusione deve
diventare la base per agire e
non una resa».
Ecco qui le nuove accuse che
investono Schmidheiny come
responsabile, dal 1976 al 1986,
degli stabilimenti per la «lavorazione dell’amianto» di Cavagnolo (Torino), Casale Monferrato, Napoli-Bagnoli, Rubiera
(Reggio Emilia). Negli atti spediti ieri al legale dell’imprenditore svizzero, compaiono i nomi di tutte le vittime: dalla prima, risalente al 1989, alle ultime, di pochi mesi fa. A dimo-
256
Vittime
La nuova inchiesta
Eternit contesta
l’omicidio all’ex numero
uno Schmidheiny
Trent’anni di fiori, lutti e battaglie
Il reato è prescritto, il mio dolore no
SILVANA MOSSANO
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
E
sono ormai troppe le
pagine di dolore che
ho scritto da oltre
trent’anni parlando dei molti
che ho conosciuto sani e ho
salutato con
un fiore e una
firma sul registro delle onoranze funebri,
e ricordando
chi ho amato
pieno di vita e,
pur tenace e caparbia, non
sono riuscita a difendere dal
mal d’amianto, rivale per me
cruento e imbattibile.
Sono qui a documentare, oggi, una giornata triste, che ha
levato l’alba trovandomi sveglia, svuotata e stanca. Non la
stanchezza del sonno che manca da molte ore, ma la stanchezza dell’anima di fronte a
un dilemma che ancora non
riesco a capire. Ah, il significato tecnico tutti noi che eravamo là in Cassazione, l’abbiamo
compreso, ben spiegato dal pm
Francesco Iacoviello; anzi, si è
impegnato a essere chiaro “per
farmi capire anche dai signori
del pubblico”. L’avevamo preso
come un esordio di buon auspicio. Invece, la conclusione, che
la Corte ha fatto propria trasformandola in sentenza definitiva e irremovibile, è stata un
sasso in testa. Mi sono sentita
stordita da una prescrizione
del disastro da amianto che
non è colpa di una magistratura lenta o degli artifici degli avvocati per tirare in lungo i processi; no, è colpa del male stesso che il disastro ha prodotto e
continua a produrre chissà fino
a quando. Il fatto è che il mesotelioma, il cancro canaglia che
dell’amianto è figliastro, si manifesta dopo una lunghissima
latenza e, quando compare, chi
ti ha infettato (in questo caso
Stephan Schmidheiny) non è
più punibile (di disastro doloso) perché nel frattempo la sua
azione criminosa (che il pm
non ha negato, anzi) è prescritta. Sapete qual è stata la prima
associazione di parole? Marco
è “prescritto”. Mauro, Maria
Rosa, Renzo, Paolo, Ornella,
Piero, Luciana, Gabriella, Giuseppe, Giovanni, Gigi… sono
“prescritti”? Spazzati via?
La Romana, dopo la sentenza, è stata trascinata dal figlio
lontano da lì, era troppo anche
per lei, pur così coraggiosa e
indomita. Ha solo mormorato:
“A questo sono servite tutte le
nostre lotte?”. E io sono qui a
domandarmi: “A questo è servito tutto quello che ho scritto,
scevra, lo giuro, da ogni rancore, a implorare solo una via di
uscita da tanto dolore? Pagine
e pagine scritte di sofferenze
per aggiungerne oggi una in
più, che è anche di più, è non
senso. Non ho la presunzione
di dire che la sentenza è sbagliata: abbiamo sentito dire
che il diritto deve prevalere
sulla giustizia. Ma dove? Dentro la maestosa aula magna di
Cassazione trova ragione la
vittoria del diritto astratto, ma
è lontanissimo dalla giustizia
concreta attesa come riscatto
e riconoscimento di un torto
subìto che è reale, e ci brucia
addosso, e ci fa paura. Il diritto
di chi ha fatto del male vale di
più dell’anelito di giustizia di
chi l’ha subito e lo subisce? E
allora si parta subito con una
battaglia legislativa.
So, poi, che qualcuno ha la
tentazione di evocare quell’offerta di Schmidheiny al Comu-
strazione che la polvere di
amianto uccide ancora, nonostante la prescrizione. Nonostante le sentenze.
Non è la prima volta che
Guariniello si misura con questa scure. «Ormai ci sono abituato» dice. «Il guaio è che così
si vanificano gli sforzi della giustizia di fare prevenzione negli
ambienti di lavoro». E aggiunge: «Ho molto apprezzato le parole di Renzi. Anzi, ne sono rimasto entusiasta. Ma serve
certezza nel diritto. Lo dobbiamo alle vittime».
ne di Casale, respinta con sdegno. “Se l’avessimo presi quei
soldi… ora, invece, ci si trova con
un pugno di mosche…”. Beh, se
l’avessimo presi quei soldi maldati, non offerti ma imposti a
condizioni umilianti, oggi ci troveremmo a incassare questo
nuovo dolore sotto il peso della
vergogna. Invece, almeno, la collettività unita è qui sì a piangere
insieme, ma non piegata. Ha la
schiena dritta.
Silvana Mossano, giornalista de
La Stampa, casalese da
generazioni, è stata la prima in
Italia, con il marito Marco
Giorcelli , direttore del
“Monferrato”, a sollevare il
problema dell’amianto
e della sua pericolosità.
Silvana ha seguito il caso
Eternit fin dagli Anni 80.
La vicenda ha sconvolto la sua
vita familiare quando Marco
Giorcelli si è ammalato ed
è morto di mesotelioma
nel 2012, a soli 51 anni.
LA STAMPA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
Primo Piano .3
.
La bonifica
che non c’è
L’Eternit ha chiuso nel
1986, ma l’amianto
c’è ancora. Le fibre
sono nei cortili, nei
tetti, nei giardini.
Dice il sindaco Titti
Palazzetti:
«Servirebbero 60
milioni: in questi
giorni grazie allo
“Sblocca Italia”
abbiamo saputo di
poter utilizzare 1
milione e 700 mila
euro. Ci hanno dato
anche il via libera per
sbloccare il Patto di
stabilità: avremo a
disposizione altri 15
milioni di euro».
GIULIO LAPONE/FOTOGRAMMA
“Non so quando, ma io sarò
il prossimo morto di Eternit”
Personaggio
NICCOLÒ ZANCAN
INVIATO A CASALE MONFERRATO
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
iuseppe Manfredi
si presenta all’appuntamento con
un sorriso stanco:
«Buongiorno, io
sono il testimonial vivente, per
ora, della malattia...». Il nome è
diventato impronunciabile.
Non si può dire. Come una maledizione. Perché contiene al
suo interno la negazione di
qualsiasi speranza. «È stata la
prima cosa che mi ha colpito racconta Giuseppe Manfredi la delicatezza di tutti. Quando
hanno trovato l’acqua nel mio
polmone destro, ancora non dicevano niente. E l’infermiere,
mentre lo svuotavano con la
cannula cercava di tranquillizzarmi. “Il liquido non è scuro”,
diceva. “Bene, il liquido non è
ancora nero...”. E io non capivo.
O forse, non volevo capire. Dopo tre settimane di ricovero,
quando sono arrivati i risultati
delle analisi, il primario ha pronunciato questa frase: “Abbiamo trovato delle microcellule
neoplastiche”. Anche la sua è
stata una delicatezza. Ora lo so.
Era semplicemente un altro
modo per dire la stessa cosa:
mesotelioma pleurico». Era il
cancro dell’amianto. Quello
che porta il polverino, quando
si attacca ai polmoni. Il destino
di questa città: 1800 morti, 49
nuovi casi nei primi dieci mesi
del 2014. La colpa che nessuno
sta pagando.
Giuseppe Manfredi cammi-
Giuseppe Manfredi: “Non lavoravo in fabbrica, ma qui è uguale”
G
Mi hanno fatto tutto:
dal cortisone che ti fa
ingrassare fino a 92 Kg
alla decorticazione
della pleura
Mia moglie e mia figlia
piangono quando
non ci sono e
sorridono appena
rientro in casa
Al Pg ho detto: «Spero
che soffra come me»
Lo Stato difende
questi delinquenti
mentre noi moriamo
Giuseppe Manfredi
Casalese, ex addetto Enel
malato di mesotelioma
na piano davanti al Comune, imbocca via Roma, ci tiene ad arrivare fino in via Trevigi. «Guardi,
laggiù, al fondo della strada», dice. «Lì c’era l’Eternit. Quando tirava vento, la polvere bianca si
incanalava dentro questa via
stretta e sbucava proprio qui, fra
le case del centro storico. Qui
hanno iniziato ad ammalarsi e a
morire i primi che non avevano
lavorato in fabbrica. Quelli come
me». Tutti, identicamente, passati da un calvario inutile. «Chemioterapia. Analisi. Liquido di
contrasto. Mi hanno fatto in tutto 46 iniezioni di cortisone. Sono
arrivato a pesare 92 chili. Con il
medico, alla visita, alla fine
scherzavo: sottragga almeno il
peso delle mutande...». Ti mettono davanti a un bivio terapeutico
che suona in modo terribile: talcaggio pleurico o decorticazione.
«A me hanno fatto la decorticazione», dice Giuseppe Manfredi.
«Ti tirano via la pleura, letteralmente, attraverso un taglio qui
sul fianco. Il tentativo è stabilizzare o almeno rallentare il decorso. Ma sai che presto incomincerai a respirare sempre peggio.
Sempre meno...».
Questa città è un cortocircuito di tragedie. Il cognato di Manfredi era un vigile urbano morto
due anni fa. Il marito della fioraia
del cimitero è morto l’anno scorso. L’amica di infanzia dell’onco-
loga Elisabetta Gattoni ha bussato alla porta del suo reparto.
Giocavano insieme all’oratorio,
ma non si incontravano da vent’anni. «“Ti ricordi?”, le ho detto
quando l’ho vista entrare. “Io sono Betti...”. E ci siamo abbracciate». L’amica di infanzia di Betti
non c’è più. Come non c’è più il
geometra Luigino Bozzo, 58 anni, sepolto tre giorni fa. L’ultimo
morto. «La cosa più dura è la disperazione in cui cadono i malati
- dice la dottoressa Gattoni - tutti
la conoscono, tutti sanno come
finisce. È una cappa nerissima. È
una malattia mostruosa».
Ora tocca a Giuseppe Manfredi e ad altri 48. «Di giorno cerco
di fare il testimonial vivente, di
notte non riesco a dormire», dice. «Quando ho capito che era il
mesotelioma pleurico, sono andato da un mio amico medico e
gli ho detto: “Dammi qualcosa
per dormire, oppure mi ammazzo”. E lui: “Non scherzare!”. Però
ha capito. Di notte è dura, per
fortuna i tranquillanti funzionano». Ogni mattina, Giuseppe
Manfredi fa una lunga passeggiata al suo passo: «Vado al santuario della madonnina di Lourdes. Quella in memoria di un miracolo di cui aveva beneficiato un
casalese...». E sua moglie? «Lei e
mia figlia piangono quando non
ci sono e sorridono appena rientro in casa».
Mercoledì mattina Giuseppe
Manfredi era a Roma, ad attendere assieme ad altri la sentenza
della Cassazione. «Mi sono avvicinato al procuratore generale e
gli ho detto queste parole: “Non
so quanto mi rimarrà da vivere,
ma le auguro di soffrire quello
che sto patendo io. Mi vergogno
di essere un italiano. Perché difendete un personaggio squallido come Schmidheiny, venuto in
Italia per fare soldi sulla pelle
della gente?”». E il procuratore,
cosa ha risposto? «È rimasto immobile, la faccia contratta. I carabinieri mi hanno allontanato,
ma uno di loro ha sussurrato:
“Ha ragione. Anche io la penso
come lei...”. Mi ha fatto piacere».
Il sindaco di Casale è un’ex insegnante di Lettere, si chiama
Titti Palazzetti. Dice: «Non ci arrendiamo, anzi… Combatteremo
contro questa mentalità da rapina medievale che ci circonda…».
Ieri l’hanno chiamata anche dalla Cina e dal Kazakistan. Tutti
vogliono capire. E lei, a tutti,
spiega che era appena riuscita a
sbloccare i fondi per le bonifiche.
Perché questa è la storia più spaventosa e, forse, più importante.
Essere dentro una città impastata di polverino. Gli scarti di lavorazione dell’Eternit, invece che
essere smaltiti, venivano regalati. A sacchi. A pezzi. A tegole.
L’amianto è dappertutto. L’han-
no trovato sul sagrato di una
chiesa, al cimitero, nel cortile di
un castello, nei campi da bocce e
nei giardini condominiali. Dei 2
milioni di metri quadrati di tetti
da bonificare a Casale Monferrato, ne sono stati rimossi solo 600
mila. Servono soldi. E serve una
nuova discarica, perché la prima
è quasi colma. La maledizione
del polverino non è una vecchia
storia finita male. Affolla oggi il
reparto di oncologia. Il picco è atteso dal 2015 al 2020.
«Psicologicamente non sono
mai stato così male», dice Manfredi. «Non è facile accettare che
lo Stato italiano difenda i delinquenti, mentre noi stiamo morendo».
Jena
Giustizia
Ma si può prescrivere una
strage come fosse un
Berlusconi qualunque?
[email protected]
1
4 .Primo Piano
STAMPA
.LA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
U
AMIANTO
LE REAZIONI
O una vicenda come
Eternit non è un reato
o, se è un reato ma
prescritto, bisogna
cambiare le regole
Il Cdm ha già definito
la nuova disciplina
della prescrizione che
andrà in Parlamento
la prossima settimana
Da 15 anni auspico
un cambiamento
della prescrizione
Questa è una legge
sbagliata e va cambiata
Matteo Renzi
Andrea Orlando
Pietro Grasso
presidente
del Consiglio
ministro
della Giustizia
presidente del Senato
ed ex magistrato
Renzi accelera
“Nuove regole
sulla prescrizione”
IlministroOrlando:trapochigiorniilddlinParlamento
FRANCESCO GRIGNETTI
ROMA
Dice Matteo Renzi: «O una vicenda come Eternit non è un
reato o se è un reato ma prescritto, vuol dire che bisogna
cambiare le regole». Stavolta
il presidente del Consiglio
sembra davvero deciso: «Da
premier dico: processi più veloci, senza l’incubo della prescrizione. Ecco perché cambieremo il sistema del processo e il modo di concepire
la prescrizione».
D’un colpo, insomma,
cambiano le prospettive per
una riforma delle dodici sulla
giustizia annunciate dal governo il 29 agosto, e che finora era finita sempre in fondo
al mucchio. Ora è in cima all’agenda. Renzi insiste via
Twitter: «La giustizia deve
essere tempestiva. Non pos-
Retroscena
GIUSEPPE SALVAGGIULO
TORINO
O
ggi si celebrano le
udienze dei due principali processi italiani
in campo ambientale: a Chieti per la maxidiscarica di rifiuti tossici Montedison di
Bussi (19 imputati, 180 anni
di carcere chiesti dai pm, richieste di risarcimenti per
2,5 miliardi di euro, prima
sentenza a fine anno) e a Taranto per l’Ilva (danni stimati in 30 miliardi, il gup deve
decidere se rinviare a giudizio 50 persone). In entrambi
viene contestato il reato di
disastro doloso, come nel
processo Eternit. Magistrati
e avvocati si chiedono se ci
sarà un effetto a cascata della sentenza della Cassazione.
A Chieti è verosimile che
gli avvocati dei manager imputati invochino un’analoga
prescrizione anticipata (la
Montedison vendette la fabbrica dei veleni nel 2002).
Difficile farlo a Taranto, dove
i fatti sono più recenti. Analoghe considerazioni si fanno
in altri uffici giudiziari impegnati in inchieste su queste
materie. Il timore è che, come interpretato dalla Cassa-
siamo cedere davanti alla prescrizione. I processi devono
essere veloci e giusti».
E in effetti le cose di colpo
prendono a marciare. Il ministro della Giustizia, Andrea
Orlando, può annunciare: «La
settimana prossima presente-
Sabelli (Anm): «Il caso
Eternit offre uno spunto
di riflessione, la riforma
è una priorità urgente»
remo in Parlamento il ddl che
modifica la prescrizione».
Lo choc emotivo che è seguito alla sentenza della Cassazione sulla vicenda Eternit,
il composto dolore delle parti
civili, le polemiche, hanno dunque prodotto un’accelerazione
della politica. Il primo a coglie-
re il vento nuovo è il pm di Torino, Raffaele Guariniello:
«Sono entusiasta per le dichiarazioni di Renzi - dice - perché
c’è davvero la necessità di riflettere sulla prescrizione. Vedo troppi processi su fatti che
hanno profondamente colpito
l’opinione pubblica, con grandi
drammi, magari a seguito di
processi molto complessi, che
arrivano in Cassazione e lì si
dice che il reato è prescritto. A
questo punto la delusione delle
vittime è enorme. Anche perché se passa l’idea che alla fine
si arriva alla prescrizione, allora tu puoi stabilire tutte le
regole del mondo, ma se si sa
che poi non si incorre in responsabilità puoi violare le regole impunemente».
Interviene anche il presidente del Senato, Pietro Grasso: «Non ho letto la sentenza
RICCARDO ANTIMIANI/ANSA
I parenti delle vittime davanti alla Cassazione in attesa del verdetto
sul caso Eternit - afferma da ex
magistrato prestato alla politica - e non posso commentare,
ma c’è una legge sulla prescrizione che è sbagliata e che va
cambiata al più presto. Sono 15
anni che lo dico».
A questo punto, la strada di
questa riforma sembra in discesa. Alla Camera c’è una
proposta di legge, firmata dalla presidente della commissione Giustizia, Donatella Ferranti, Pd, in avanzata gestazione. Ferranti spiega: «Abbiamo
appena ultimato le audizioni;
ora i relatori si apprestano a
mettere a punto un testo unificato per la discussione, ma intendiamo procedere con rapidità in sinergia con il governo,
e in tal senso accolgo come incentivo ad andare avanti le dichiarazioni del presidente del
Consiglio». Anche i grillini,
che non mancano di polemizzare con Renzi per il tempo
perso nell’ultimo anno («Il
patto del Nazareno incombe e
la gente muore senza nessuna
giustizia»), spingono per modificare le norme.
«Non entriamo nel merito
di questo processo - intervie-
L’Unione dei penalisti
frena: «Non bisogna
farsi trascinare
dall’emozione collettiva»
ne infine il presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli - ma la
sentenza Eternit offre uno
spunto di riflessione sul tema
della prescrizione, la cui riforma è una priorità davvero urgente. La magistratura associata lo sta ripetendo da anni:
Veleni e discariche tossiche
L’effetto Eternit e i timori
su altri processi ambientali
CRISTIANO LARUFFA/AGF
ROBERTO SALOMONE/CONTROLUCE
La maxidiscarica tossica di Bussi sul Tirino, in Abruzzo
Lo stabilimento dell’Ilva a Taranto
zione, il reato di disastro doloso diventi inservibile. L’Osservatorio Legalità di Legambiente si è messo al lavoro su una
ventina di processi a rischio.
In Italia i reati ambientali
non hanno mai goduto di fortuna legislativa. Sono contravvenzioni fuori dal codice penale, si prescrivono in cinque an-
sioni ministeriali e non se n’è
mai fatto nulla, ora speriamo
che sia la volta buona».
Nell’attesa, le Procure si sono arrangiate forzando altre
fattispecie. L’attuale procuratore di Taranto, Franco Sebastio, negli Anni ’80 aprì i primi
fascicoli sull’Ilva per getto di
cose pericolose. Poi si è esteso
ni, si cancellano pagando due
soldi. «Figli di un dio minore»,
scherza Gianfranco Amendola, procuratore di Civitavecchia e storico pretore d’assalto, con un’esperienza politica
nei Verdi. «Sono quindici anni
che si parla di un salto di qualità introducendo reati specifici,
ho partecipato a tre commis-
al campo ambientale il «disastro innominato» previsto dal
codice del 1930. Resta la via di
contestare gli omicidi procurati con avvelenamenti ed
esposizione ad agenti tossici:
diretta, ma incerta dal punto
di vista probatorio.
L’effetto è un’odissea a cui
raramente i processi ambien-
la legge ex-Cirielli è assolutamente inadeguata».
Tutti d’accordo, allora? Non
proprio. Gli avvocati dell’Unione delle camere penali continuano a frenare. «Se davvero
si vuole che i processi non siano eterni, che le vittime dei reati siano risarcite in tempi ragionevoli, e che gli imputati
stessi siano giudicati e scontino le relative pene in epoca
possibilmente prossima ai fatti, occorre che l’istituto della
prescrizione non venga stravolto. Compito della politica è
di resistere alle sollecitazioni
della cronaca e non di trasformare in improvvide riforme
l’onda d’urto dell’emozione collettiva. Per non fare di un disastro (ambientale) motivo d’innesco d’ulteriori disastri (processuali) conviene mantenere i
nervi saldi».
tali sfuggono. Alla complessità
dell’accertamento dei fatti si
aggiungono le guerre sulle perizie e le dispute sulla qualificazione del reato. Così per la
maxidiscarica di Bussi che avvelenava l’acqua di 500 mila
persone, scoperta dalla Guardia Forestale nel 2007, il processo è partito nel 2009, si è
fermato nel 2012 ed è ricominciato nel 2013 davanti a un diverso giudice per un contrasto
interpretativo tra gup e tribunale. Inoltre, dato che i danni
ambientali sono generalmente
diffusi su molte vittime e si
manifestano a distanza di tempo, la prescrizione incombe
inesorabile.
Reati depotenziati, meccanismi processuali dilatori, incertezza probatoria, interpretazioni ballerine dei giudici
creano un inefficace mix dissuasivo. Come spiega Laura Di
Filippo, già titolare del primo
corso universitario di criminologia ambientale, «questi reati
fanno parte della criminalità
economica: avvengono su base
razionale, secondo un’analisi
costi-benefici». E in Italia le
condanne definitive sono poche, ancor meno quelle che
portano in prigione. «Inquinatori in carcere ne ho visto solo
uno - dice Rosario Ferrara, docente dell’università di Torino
- ed era un poveretto che sversava liquami nel Tanaro. Se lo
fa una multinazionale, non
succede niente».
LA STAMPA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
La Cassazione: la sentenza
non è riferita alle vittime
Nota della Corte: solo il disastro ambientale era oggetto del giudizio
GRAZIA LONGO
ROMA
Un conto sono le dichiarazioni ufficiali con cui la Cassazione ribadisce che il disastro
ambientale per l’amianto dell’Eternit «è realmente avvenuto, ma non è stato possibile
procedere con una condanna
perché il reato è da tempo
prescritto». E che le vittime,
«non erano oggetto del processo che, riguardava infatti
esclusivamente il disastro».
Un altro, ben più caustico e
allarmante, le dichiarazioni
off records degli Ermellini che
bollano la causa intrapresa a
Torino come «un processo nato
morto», «impostato male» e
che potrebbe «addirittura vanificare l’inchiesta bis per omicidio volontario poiché i fatti oggetto di indagine sembrerebbero proprio essere gli stessi del
maxiprocesso, ossia le morti da
amianto e patologie correlate».
All’indomani del verdetto
che ha annullato la condanna a
18 anni del magnate svizzero
Stephan Schmidheiny, la Suprema Corte interviene per i ri-
badire la bontà della sua scelta.
Certo, solo le motivazioni chiariranno definitivamente il quadro. Ma la posizione della prima sezione penale, presieduta
da Arturo Cortese, già s’intravede da come ha accolto le osservazioni del sostituto procuratore Francesco Iacoviello
sulla mancata contestazione
dell’omicidio da parte di Guariniello in relazione al disastro
ambientale.
In sostanza, viene fatto notare, già nel 1998 era tutto prescritto e i magistrati di Torino
avrebbero potuto, e forse dovuto, percorrere un’altra strada.
Per non parlare poi del «divieto di processare due volte la
stessa persona per una stessa
condotta anche se in un processo per disastro ambientale e
nell’altro per omicidio volontario». Dalla Cassazione filtra
inoltre la convinzione che «se ci
sono delle parti lese è meglio
mandarle subito davanti al giudice civile per la causa risarcitoria che almeno in parte potrà
indennizzare il danno subito
anche in mancanza di accerta-
mento della responsabilità penale». Come è accaduto per i familiari delle vittime di Ustica:
«Non si è trovato nessun colpevole dopo anni e anni di indagini e processi, ma alla fine un po’
di giustizia le cause civili l’hanno ristabilita e lo Stato ora paga
i risarcimenti».
Un po’ di sfiducia deve essere comunque serpeggiata anche tra i parenti delle vittime
Eternit, considerato che due
terzi delle parti civili hanno
preferito raggiungere transazioni extragiudiziarie.
E comunque, in un comunicato ufficiale - scelta decisamente inusuale per la Cassazione - ribadisce fermamente
che «oggetto del giudizio dell’udienza del 19 novembre
2013 era esclusivamente l’esistenza o meno del disastro
ambientale».
Non le vittime, dunque. Infatti «non erano oggetto del
giudizio i singoli episodi di morti e patologie sopravvenute, dei
quali la Corte non si è occupa-
Primo Piano .5
.
ta». Il documento degli Ermellini è importante anche perché
contribuisce a sgomberare il
campo dagli equivoci sulla natura del loro verdetto. Non siamo infatti di fronte a un’assoluzione, ma a una cancellazione
della condanna a causa della
prescrizione del reato. Si legge
nel testo firmato dal consigliere Raffaele Botta, responsabile
dell’ufficio stampa: «La sussistenza del disastro è stata affermata dalla Corte».
Fuori dall’ufficialità
i giudici dicono
che «questo era un
processo nato morto»
Ma c’è un ma, che riguarda
appunto «l’avvenuta prescrizione del reato». L’evento, viene
rilevato, «si è consumato con la
chiusura degli stabilimenti
Eternit, avvenuta nel 1986, data
dalla quale è iniziato a decorrere il termine di prescrizione».
Intervista
MASSIMILIANO PEGGIO
TORINO
a sentenza
Eternit?
Non polemizzo con
la Cassazione. Ma sommessamente ritengo che la sentenza da noi
emessa in appello, tra qualche
anno non solo sarà ritenuta
giusta, ma anche giuridicamente corretta. Forse abbiamo solo precorso i tempi».
Alberto Oggè, un anno fa,
prima di andare in pensione, ha
pronunciato la sua ultima sentenza infliggendo 18 anni di carcere a Stephan Schmidheiny,
scrivendo con le colleghe Elisabetta Barbero e Flavia Nasi le
800 pagine di motivazione su
sui è piombata la scure della
prescrizione. Oggi è l’unico giudice di quel collegio libero di poter esprimere il suo pensiero,
senza condizionamenti.
«L
Che cosa è rimasto di quel
processo?
«Abbiamo ritenuto che il
reato di disastro ambientale
non fosse prescritto per il solo
fatto che le fabbriche in cui si
lavorava il cemento-amianto
avessero chiuso nel 1986, alcune anche poco prima. Gli effetti mortali non si sono conclusi allora: le malattie come
l’asbesto e il mesotelioma
hanno un decorso molto lungo, non si può pensare che gli
effetti si siano esauriti in allora. Al contrario, il picco di
mortalità non è ancora stato
raggiunto, o siamo prossimi a
raggiungerlo. Non ha senso
parlare di un evento esaurito,
perché si tratta di un reato a
consumazione prolungata».
Su quali basi avete ancorato
la vostra decisione?
«Sull’epidemiologia, scienza
medica che studia le cause di
una patologia e la sua incidenza. Si fonda su regole che definiscono la portata di un fenomeno e le sue cause. Se in un territorio come Casale Monferrato e
dintorni si continua a morire a
causa di certe malattie, in percentuali superiori rispetto ad
altri territori in relazione alle
stesse patologie, dunque non
ha senso parlare di cessazione
del pericolo e quindi di prescrizione del reato. Nel momento in
cui sono state chiuse le fabbri-
Alberto Oggè
Le malattie come
il mesotelioma hanno
un decorso molto
lungo, non si può
pensare che gli effetti si
siano esauriti allora
La nostra sentenza si
era basata sulla
epidemiologia.
Il picco di mortalità
ancora non è stato
raggiunto
Il giudice non deve fare
prendere il sopravvento
all’elemento emotivo
su quello razionale
ma nemmeno
metterlo da parte
Nei casi più difficili
i giudici devono
applicare alcuni
princìpi: il primo
è quello della dignità
dell’uomo
Mentre pronunciavo
i nomi dei deceduti, mi
resi conto che stavo
leggendo un’antologia
di Spoon River
Alberto Oggè
Ex presidente della Corte
d’Appello oggi in pensione
MARCO ALPOZZI/LAPRESSE
La lettura della sentenza di condanna in appello per il processo Eternit, pronunciata nel Tribunale di Torino, il 3 giugno 2013
“I supremi giudici hanno sbagliato
La nostra condanna verrà rivalutata”
Oggè, il presidente della Corte che ha emesso il verdetto d’appello:
“Il reato non è estinto: gli effetti mortali sono continuati dopo il 1986”
che, si è interrotta la causa principale del pericolo quindi del disastro, ma non è meno vero che
l’evento è ancora in atto perché il
pericolo non è venuto meno».
La Cassazione, dunque, non
ha fatto giustizia?
«Per capire a fondo la decisione bisognerà leggere le motivazioni, ma presumibilmente la
Corte ha ritenuto che l’evento si
fosse materializzato ed esaurito quando ha cessato di operare
la causa dell’inquinamento. È
uno degli aspetti che abbiamo a
lungo vagliato nella nostra motivazione. Non siamo riusciti a
convincere la Cassazione. La
verità è che le regole sono fatte
per i casi facili, non per quelli
difficili. In questi bisogna applicare i principi, tra i quali il primo è quello della dignità dell’uomo. È un riconoscimento di
tale dignità dire alle persone offese dal reato: guardate, è trascorso troppo tempo perché
l’autorità giudiziaria debba ancora occuparsi della vostra richiesta di giustizia».
Che cosa intende dire?
«Non lo dico io. Lo sosteneva
il filosofo Ronald Dworkin. Nei
casi facili i giudici devono applicare le regole precise, identificabili nelle norme e nelle massime della giurisprudenza. Nei
casi dubbi e difficili i giudici,
prima di applicare le regole, devono applicare i principi, intesi
come canoni di valutazione delle regole».
Quindi giustizia e diritto non
sono sempre in sintonia?
«Bisogno sfatare il mito del
fatto che la legge sia sempre applicabile con certezza, il mito
del giudice bocca della legge.
Nei casi nuovi, difficili, con problemi che mai si erano presentati prima in questo modo e con
questa drammaticità, bisogna
applicare le regole alla luce dei
principi, consentendo al giudice di dare una valutazione più
confacente ai criteri di giustizia
consacrati nella Costituzione».
Che cosa ha rappresentato per
lei quella vicenda?
«Ecco un’altra tesi da sfata-
re. Il giudice non deve permettere all’elemento emotivo di
prendere il sopravvento su
quello razionale, ma non può
pensare di metterlo in disparte.
In appello, la lettura della sentenza durò un poco meno di
un’ora. Mentre pronunciavo i
nomi dei deceduti, mi resi conto
che stavo leggendo un’antologia
di Spoon River. Stavo rievocando vicende umane, sofferenze,
che non era giusto, in quel contesto, valutare con freddezza.
Stavo comunicando alle persone decedute ed ai loro congiunti
che le istituzioni e la società si
ritenevano moralmente obbligate a rievocare il loro sacrificio
ed a dichiararne la causa e che
erano consapevoli della solennità del momento».
Nonostante la legge?
«Non vorrei essere frainteso:
il giudice non deve applicare la
legge nel modo più rigoroso. Ma
nell’applicarla deve sempre tenere conto del fattore umano.
Perché le leggi sono fatte per gli
uomini».
Amianto
Oltre30milasiti
dabonificare
1 Sono 33.610 i siti di
amianto in Italia. O meglio sono quelli censiti perché da Calabria e Sicilia (salvo scarsissimi dati) persiste da anni un
black out di informazioni. E di
queste migliaia di puntini del
cosiddetto Piano nazionale
amianto, aggiornato al luglio
2014, la maggiore concentrazione è soprattutto nelle Marche e nell’Abruzzo (50% dei
dati), e un po’ su tutto il versante adriatico. La mappa sullo Stato delle bonifiche indica
che solo 832 sono i siti bonificati, 339 quelli parzialmente
bonificati (con prime misure
di messa in sicurezza con le risorse economiche disponibili)
e 30.309 quelli ancora da bonificare.
6 .Primo Piano
STAMPA
.LA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
U
GOVERNO
Con gli operai
Matteo Renzi
ieri in visita
a Parma
LO SCONTRO SUL LAVORO
Cambiare racconto
Noi siamo abituati al cliché
che racconta l’Italia come
un insieme di sfighe. Basta
La Cgil come la Lega
Salvini e Camusso sono
due facce della stessa medaglia
Due leader della protesta
FLICKR/PALAZZO CHIGI
Renzi ai sindacati: inventate
scioperi, io creo lavoro
Poi annuncia: elimineremo gli scontrini fiscali attraverso la tracciabilità totale
TEODORO CHIARELLI
INVIATO A PARMA
Attacca i sindacati («Si inventano scioperi, io creo lavoro»),
punzecchia Susanna Camusso («Lei e Salvini sono due facce della stessa medaglia»), rilancia l’orgoglio nazionale
(«Basta col cliché dell’Italia
insieme di sfighe»), annuncia
la nuova rivoluzione fiscale
(«Elimineremo gli scontrini
attraverso la tracciabilità totale e faremo un’unica tassa
comunale»), blandisce il Pd
(«Nel partito c’è chi cerca di
bloccare, ma io vado avanti»),
avverte il Parlamento («Forse
non serve, ma sul Jobs act siamo pronti alla fiducia, se salta
una riforma, saltano tutte»).
Matteo Renzi a tutto campo,
da un capo all’altro dell’Italia,
fra un’intervista a Rtl, una premiazione a Roma (i Digital
champions), una visita alla Pizzarotti costruzioni, un incontro
a Parma con i sindaci colpiti
dall’alluvione, la firma del Protocollo di Milano (a favore della
lotta alla fame e all’obesità) promosso dalla Fondazione Barilla
Center for Food and Nutrition e
un comizio a Bologna per la
chiusura della campagna elettorale di Stefano Bonaccini (minitest regionale di domenica
prossima al quale Renzi nega
un valore nazionale).
Jobs Act e sindacati sono al
centro dei pensieri del presidente del Consiglio, che non esita ad accomunare il segretario
della Lega al leader della Cgil.
«Salvini e Camusso sono due
facce della stessa medaglia: ho
grandissimo rispetto per loro
perché fanno il loro lavoro. Sono
dei leader della protesta: chapeau. Ma io non posso permettermi la protesta, sono quello che ci
prova». Concetto che il premier
ribadisce ai microfoni di Rtl
commentando lo sciopero generale promosso da Cgil e Uil.
«Non mi preoccupo di far scioperare le persone, ma di farle lavorare. Anziché passare il tempo a inventare ragioni per fare
scioperi, mi preoccupo di creare posti di lavoro, c’è ancora
tantissimo da fare. Ci sono stati
più scioperi in queste settimane
che contro tutti gli altri governi». E ancora: «Il Paese è diviso
in due, tra chi si rassegna e chi
va avanti. Ma piazza o non piazza, le cose le cambiamo».
Sul Job Act («Che tolga i diritti ai lavoratori è la più grande opera di fantasy che abbia
mai sentito») il presidente del
Consiglio ha fretta di concludere, è deciso, se necessario, a
chiedere la fiducia. Non solo:
«Siamo pronti con i decreti attuativi della delega lavoro. Arriveranno nei primi 30 giorni
dall’entrata in vigore, saremo
rapidissimi». Basta, poi, con la
sindrome della «sfiga». «Dobbiamo smettere di raccontare
che tutto va male ed esaltare i
nostri punti di forza. Serve un
cambio di paradigma nel rac-
conto del Paese. Tipico dei format tv, oggi è un racconto che
non parla mai dei successi.
Deve emergere un’idea di futuro: il mio compito è dimostrare che l’Italia si può rimettere in moto».
Futuro migliore è anche
cambiare il rapporto degli italiani con il Fisco. «Dobbiamo
eliminare gli scontrini attraverso la tracciabilità totale, così
che l’Agenzia delle Entrate non
venga più avvertita come l’avvoltoio sulle spalle, ma come un
advisor per le aziende. La delega fiscale sta cambiando radicalmente l’approccio dell’Agenzia delle Entrate». Quindi, ai
sindaci del parmense, un nuovo
annuncio: «Presto avremo
un’unica tassa comunale, di cui
voi sindaci siete i responsabili,
che i cittadini potranno verificare in relazione ai sevizi. Un
cambiamento radicale del sistema». Secondo Renzi una vera rivoluzione.
Sindaci che lottano contro ristrettezze economiche e calamità naturali, aziende che innovano, investono ed assumono
(come Pizzarotti, Dallara e Barilla visitate a passo di carica).
Sono i due pezzi di Italia che
Renzi mette in vetrina nel suo
blitz a Parma, per contrapporli
alla macrocategoria dei “gufi”.
La lunga giornata del premier
si conclude a Bologna, dove ha
deciso di sostenere personalmente la campagna elettorale
del Pd. Con l’evidente obiettivo,
quando accusa i sindacati di inventarsi gli scioperi, di strappare consensi all’elettorato moderato presentandosi come l’uomo che cambierà i vecchi rituali
della sinistra.
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LA STAMPA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
Reportage
FABIO MARTINI
INVIATO A FIRENZE
I
resti di quel che fu il
più potente partito comunista d’Occidente
accolgono Matteo Renzi con un applauso rispettoso: appena il premier
si affaccia nel catino dello
storico PalaDozza di Bologna, dai duemilia sugli spalti
si alza un battimani che dura venti secondi. Metà sala
scatta in piedi a lanciare una
standing ovation, che parte
a metà. Mezza sala resta seduta senza applaudire, chi
per farsi un selfie, chi per
curiosare e basta. Qualcuno
isolato dal loggione urla
«Matteoooo», ma neppure il
coretto decolla. Calore, simpatia, ammirazione per Renzi, ma a volume basso, senza
grande pathos. Almeno nella accoglienza iniziale.
Per non parlare dell’applauso di cortesia, freddino
GRANDE SFORZO
La macchina si è mossa,
ma senza l’entusiasmo
dei tempi del vecchio Pci
Ma per il premier
solo un Paladozza
tiepido e dimezzato
Arrivano 2300 persone ma sugli spalti spazi vuoti
Solo verso la fine Renzi riesce a scaldare il pubblico
Nel giorno in cui Matteo
Renzi ha sferrato il più sferzante attacco mai indirizzato
verso i sindacati - si inventano
gli scioperi mentre io creo posti di lavoro - era davvero interessante misurare l’impatto
emotivo tra il premier-segretario del Pd e la sua base più
“rossa”, quella più vicina alle
grandi organizzazioni della sinistra, la Cgil, ma anche Lega
delle cooperative e Cna. Certo,
per l’arrivo di Renzi, i quadri
del partito hanno stressato la
macchina organizzativa, tutti i
circoli della Regione, da Piacenza a Rimini, sono stati invitati a dare il massimo. Sugli
spalti sono arrivate duemilatrecento persone, con spazi
vuoti anche rispetto ad una capienza che è stata dimezzata,
da seimila a tremila posti.
Domenica in Emilia la posta
in gioco non è la vittoria, che il
Pd è sicuro di portare a casa.
Tengono banco domande che
sembrano da “anime belle” ma
potrebbero preludere a risposte preoccupanti per il futuro
prossimo: quanti emiliani di si-
nistra decideranno che non vale la pena andare a votare per
“questi” politici? Il candidato
governatore della sinistra riuscirà anche stavolta a superare il milione di voti o per la prima volta resterà sotto questa
soglia politicamente critica?
Gara minore alle elezioni di domenica in Emilia-Romagna, è
quella per il secondo posto con
la Lega, con Matteo Salvini si è
quasi trasferito da queste parti, con la scritta “Emilia” sulla
felpa a sostegno del suo candidato, il sindaco di Bondeno, il
trentacinquenne Alan Fabbri.
In una campagna elettorale
a volume bassissimo, con pochi
manifesti, poche manifestazioni, la sinistra si è affidata al
quarantasettenne Stefano Bonaccini, per anni campione del
Pd bersaniano, il “Bruce Willis
di Campogalliano” (come lo
chiama Renzi in persona), che
dopo aver tanto esitato a candidarsi, ha dovuto fare fronte
al disastro dell’inchiesta sulle
“spese pazze” dei consiglieri
regionali, circa due milioni di
euro pubblici da giustificare.
La “fortuna” per i candidati
governatori è che nello scandalo sono finiti dentro quasi tutti,
compresi grillini e leghisti e
perciò sulla questione morale è
calata una cortina di silenzio
che ha vieppiù allontanato da
tutta la politica una opinione
pubblica disgustata. In una
campagna elettorale segnata
da clamorosi abbandoni, con
Francesco Guccini che ha annunciato che voterà un candidato di Sel («Scelgo la persona») con Romano Prodi (la nipote candidata a Reggio Emilia), che ha fatto sapere: «Andrò a votare senz’altro», ma
con una chiosa manzoniana: «Il
buon senso restava nascosto
per paura del senso comune».
lA CONTESTAZIONE
Tafferugli
in piazza a Parma,
la polizia carica
IL LEADER PD
«Vinceremo, ma ci diranno
che comunque ci sono
stati troppi astenuti...»
che accoglie il candidato governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, mentre l’uscente Vasco Errani è
accolto come un eroe, per lui
un lunghissimo battimani.
Sono le 21,50 e il premier-segretario, appena entrato nel
parterre del Palasport di Bologna, per partecipare alla
chiusura della campagna
elettorale di Bonaccini, riscalda l’atmosfera: «Ho la
sensazione strana di tornare
a casa, quella che ti accompagna anche quando sei lontano». Ma c’è subito la battutina: «Non saranno mai contenti, loro, diranno che c’è
stata troppo astensione...
L’importante sarà essere
contenti noi...». E più tardi,
quando fa il suo discorso,
Renzi da affabulatore, riscalda il Palasport
Grande tensione e qualche tafferuglio hanno
accompagnato la giornata emiliana di Renzi.
Nel centro di Parma, dove il presidente del
Consiglio è arrivato in visita al sindaco
Pizzarotti e a i sindaci dei Paesi alluvionati,
un gruppo di giovani dei collettivi ha cercato
di sfondare il cordone di polizia per
avvicinarsi al vicino municipio dal portico di
strada Mazzini: gli agenti antisommossa
hanno risposto con una carica. Non ci sono. A
protestare c’erano una sessantina di persone
fra militanti dei centri sociali, anarchici,
sindacalisti e alcuni rappresentanti della lista
l’Altra Emilia Romagna. Le vie e le piazze a
ridosso del palazzo del comune erano
presidiate in forza da polizia e carabinieri. Lo
stesso scenario che si è presentato in serata a
Bologna, nei dintorni del Paladozza, teatro
della manifestazione di chiusura del
candidato Pd Bonaccini, dov’è intervenuto lo
stesso Renzi: schieramento imponente di
forze dell’ordine, a contrastare l’annunciata
contestazione dei centri sociali.
[F.GIU.]
PIERPAOLO FERRERI/ANSA
Retroscena
CARLO BERTINI
ROMA
C’
Cgil e Uil compatte in difesa
ma tanti veleni sulla strategia
Camusso dura col premier. Gelo per l’intervento della Furlan
è lo scontro con Renzi, pubblico e ripetitivo, «abbiamo chiesto di modificare la manovra tire cosa dicono in privato le
e il jobs act, se non sono moti- due guarnigioni. Anche se i gevazioni queste...», si difende nerali si mantengono sempre
Barbagallo della Uil. E Ca- sul filo della diplomazia. C’è la
musso: «Renzi dialoga solo Camusso che di prima mattina
con chi gli dà ragione, porti ad Agorà definisce «rassegnarispetto ai lavoratori». «Do- ta» la risposta della Cisl sullo
v’era il sindacato in questi sciopero, senza dire altro che
anni? A difendere l’occupa- possa offendere la sensibilità
zione», reagidella sua omolosce la Furlan.
MATRIMONIO FINITO ga Annamaria
E c’è lo scon«Mai laLa leader Cisl: tante Furlan.
tro anche denvorerò per spactro il sindacato, battaglie fatte con Uil care il sindacato,
sotto il pelo del- «in totale solitudine» ma per riannol’acqua, come
dare i fili», assinei match di pallanuoto dove i cura la leader della Cisl. Senza
colpi più contundenti vengo- neanche citare per nome e cono inferti senza che il pubbli- gnome la Camusso quando si
co se ne accorga. Le poche smarca dallo sciopero generale
centinaia di metri che separa- parlando dal palco dei cugini
no le sedi di via Po e Corso Ita- della Uil. Una platea che del relia di Cisl e Cgil, si trasforma- sto la accoglie con una coltre di
no in un rivolo di veleni a sen- gelo quando fa il suo ingresso in
sala al Palazzo dei Congressi. E
il tiepidissimo applauso con cui
viene salutata al termine del
suo intervento è solo un segnale di rispetto, visto che molti si
aspettavano venisse accolta da
una selva di fischi. «Non è detto
che uno si sposa per sempre, ci
sono divisioni, ma per noi non
ci sono avversari nei sindacati», garantisce Barbagallo. Il
quale, con quell’uscita «sono
pronto a revocare lo sciopero
se il governo apre un confronto
nel merito», fa capire l’imbarazzo che percorre le sue truppe per l’adesione alla forma più
estrema di protesta.
Furlan lancia siluri alla Cgil
quando ringrazia la Uil «per le
tante battaglie fatte insieme in
splendida solitudine»; quando
cita la Fiat, «un’azienda forte e
presente in tutto il territorio
nazionale grazie al nostro co- Tutti alla Cisl ricordano i casi
raggio e al referendum che ci che si contano sulle dita di una
ha dato ragione sugli accordi di mano, in cui la confederazione
Pomigliano e Mirafiori: è stata ha fatto «uno sciopero generale
dura, i nostri delegati sbeffeg- che paralizza un paese: sui ticgiati e insultati, ma abbiamo ket, con Marini segretario consalvato posti di lavoro», dice al- tro il governo De Mita a fine anzando il tono della voce. Tra- ni ’80; o nel ’94, sulle pensioni,
dotto: noi salviamo le imprese, contro il primo governo Berlusconi, che poco
altri cavalcano la
protesta. Dà un
LA LEADER CGIL dopo cadde». E il
velenoso
altro colpo alla
«Renzi dialoga solo quesito
che quelli della
Camusso quancon chi gli dà ragione. Cisl si pongono
do difende la manifestazione per E la Cisl è rassegnata» scortando la
Furlan nei corriil pubblico impiego, «che ha uno scopo preciso doi del Palazzo dei congressi, è:
che chiunque coglie, il rinnovo «Ma come fanno questi della
del contratto dopo sei anni». Uil ad andare in piazza con la
Tradotto dai suoi uomini: lo Fiom, che ci ha preso a pesci in
sciopero generale si fa solo faccia quando abbiamo firmato
quando si vuole far cadere un i contratti dei metalmeccanici?
governo, altrimenti è un assist Che ci ha sparato a pallettoni
a Renzi e quindi un boomerang. dandoci dei venduti?»
Primo Piano .7
.
Taccuino
MARCELLO
SORGI
Matteo
a caccia di voti
ha trovato i suoi
nuovi “nemici”
N
on s’è svolto in un clima sereno il viaggio
di Renzi in Emilia, alla vigilia delle elezioni regionali di domenica. A Parma,
dove ha incontrato il sindaco 5 stelle Pizzarotti prima
di andare alla Barilla, e successivamente a Bologna, il
premier è stato contestato
da gruppetti di antagonisti
dei collettivi e dei centri sociali, che lo hanno accolto
con fischi e cori di «buffone» e «vergogna». Nulla di
particolarmente drammatico. E per Renzi un occasione in più per alzare il tono.
In ogni campagna elettorale infatti Renzi s’è scelto
un avversario diretto da sfidare sul campo. Nelle primarie in cui conquistò la segreteria del Pd furono Bersani e il vecchio gruppo dirigente da rottamare del partito. Alle europee di maggio
sono stati Beppe Grillo e il
Movimento 5 stelle, che non
si aspettavano di essere
battuti con un distacco così
grande. In questa piccola
tornata di regionali, che
giorno dopo giorno sta assumendo il valore di una
prova d’appello rispetto al
clamoroso risultato del 40,8
per cento delle urne di primavera, il premier s’è posizionato contro la Cgil, e segnatamente contro la segretaria del maggior sindacato Susanna Camusso, e
contro Salvini, che in Emilia
corre per arrivare primo
nella classifica del centrodestra, davanti a Berlusconi
e Forza Italia, e se possibile
anche davanti a Grillo, che
proprio in questa regione in
passato aveva mietuto i suoi
primi successi elettorali.
Camusso e Salvini, tra
l’altro, sono alleati nella raccolta delle firme per il referendum abrogativo della riforma Fornero: ed è anche
per questo che Renzi li ha
attaccati in tweet in cui,
senza demonizzarli, accomunandoli in una sorta di
partito della protesta, che
con la Cgil cerca «pretesti»
per scioperare, da contrapporre, appunto, al governo
impegnato a cambiare le cose. Una descrizione che non
è piaciuta affatto alla Camusso, che gli ha risposto
per le rime.
La drammatizzazione
dello scontro, in una regione in cui il Pd si sente già la
vittoria in tasca, nei piani di
Renzi serve a mobilitare un
elettorato stanco, ancora disorientato per gli effetti dello scandalo delle «spese
pazze» in regione e pertanto portato all’astensionismo, ancora molto alto in
tutte le previsioni della vigilia. Il premier non vuole un
risultato dimezzato dalla
scarsa partecipazione, e
per questo ha scelto di
spendersi in prima persona
e sfidare le contestazioni organizzate. Renzi scommette così su una conferma del
consenso incassato la volta
scorsa, e si prepara a spenderla nel difficile confronto
parlamentare che di qui a fine anno dovrebbe portare
all’approvazione del Jobs
Act e della legge di stabilità.
8 .Primo Piano
STAMPA
.LA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
U
CONTI PUBBLICI
LA LEGGE DI STABILITÀ
Social card agli immigrati
Protestano Ncd e Lega
Il Tesoro: “La conferma di norme in vigore”. Sanatoria per le slot estere
Il caso
ALESSANDRO BARBERA
ROMA
n attesa di spedire una
nuova lettera di impegni sulle riforme alla
Commissione europea,
alla Camera il governo
concede alla sua maggioranza qualche modifica alla legge di Stabilità. Anzi, appena
il maquillage per un testo
che Renzi e Padoan vogliono
resti intatto, pena ulteriori
complicazioni nei rapporti
fra Roma e Bruxelles. La novità politicamente più rilevante è l’emendamento che
conferma la sperimentazione della «social card» a favore dei cittadini extracomunitari in regola nelle 12 grandi
città con più di 250mila abitanti. L’emendamento non è
piaciuto né alla Lega, né agli
alleati dell’Ncd, che hanno
immediatamente scritto al
governo per un «chiarimento di metodo». Scrive la capogruppo De Girolamo:
«Dobbiamo vigilare affinché
non venga distribuito a pioggia e senza rispettare una
seria classificazione di attribuzione che non può prescindere dal reddito e da
una regolare presenza sul
territorio dei richiedenti».
Poco dopo è costretto a sua
I
FONDO EMERGENZE
Rifinanziato solo per
60 milioni di euro, arriva
il piano di prevenzione
volta ad una nota il Tesoro,
per spiegare che il rifinanziamento è per la stessa cifra di quest’anno (250 milioni di euro) e che sarà erogato
a favore delle stesse persone, ovvero italiani bisognosi
o stranieri regolari che ne
faranno richiesta. Non solo:
senza la norma il governo
sarebbe costretto a chiedere
indietro i fondi a chi li ha
avuti all’inizio di quest’anno,
prima che venisse rinnovata
la convenzione con Poste.
Altre novità: il fondo per le
emergenze, rimpinguato con
cento milioni di euro poche
settimane fa, verrà finanziato per altri sessanta milioni.
Non molto per affrontare le
ultime emergenze, abbastanza per affrontare le spese più
urgenti. Molti protestano ma
fino a prova contraria il governo conta sui bilanci delle
Regioni e sulla prevenzione:
ieri mattina il sottosegretario Delrio ha presentato una
prima tranche di interventi
che l’anno prossimo varrà un
miliardo. Via libera anche all’emendamento che concede
più fondi per la promozione
del Made in Italy: nel 2015 sono 130 milioni. I tempi in cui
il governo Berlusconi chiudeva l’Istituto per il commercio
estero sono lontani anni luce.
Ancora: è stato rimpinguato
di 400 milioni di euro il fondo
per le non autosufficienze e i
malati di Sclerosi laterale; sono 150 milioni in più dei 250
concessi di anno in anno dalla
legge di bilancio. Infine: c’è il
sì ad un emendamento che
promette di dimezzare i tempi
per la vendita degli immobili
della Difesa.
Poi ci sono le modifiche che
il governo promette di presentare e non ancora depositate.
Per i Comuni è in arrivo un
pacchetto che aumenterà le
spese oggi impedite dal patto
di Stabilità interno come gli in-
cassi da oneri di urbanizzazione. Il ministro Boschi promette altri cento milioni per gli
asili nido, il numero due del Tesoro Morando un emendamento che obbligherà a pagare
il canone Rai nella bolletta
elettrica. A proposito di evasione: è in arrivo una maxi-sanatoria da quasi un miliardo
per le agenzie di scommesse
senza concessione in Italia, le
quali però operano liberamente in base ai principi comunitari. L’emendamento è ancora
nel cassetto e verrà tirato fuori
durante l’esame della manovra
al Senato. Prevede una sorta
di condono da diecimila euro
per ciascuna agenzia di scommesse che varrà fino a quando
non verrà fatta una nuova gara
aperta ai nuovi operatori, nel
2016. Altri 450 milioni di euro
dovrebbero arrivare dall’inasprimento delle sanzioni per le
slot scollegate dalla rete e per
chi ha installato i cosiddetti
«totem», macchine in tutto e
per tutto simili alle slot ma di
proprietà di concessionari che
pagano le tasse altrove in barba al fisco italiano.
Twitter @alexbarbera
La platea allargata
La manovra conferma l’estensione della social card anche
agli immigrati: può richiederla chi ha un regolare permesso
di soggiorno e abita nelle città con più di 250mila abitanti
Debiti dello Stato
Corte dei Conti
“In molti casi
il Patto blocca
i rimborsi”
ROMA
E dire che, in molti casi, le risorse ci sarebbero. Se le amministrazioni pubbliche fanno
così fatica per saldare i debiti
con le imprese, spiega la Corte
dei Conti, la colpa è soprattutto del patto di stabilità. «Spesso i soldi in cassa ci sono, ma
non si possono usare», dice il
presidente della magistratura
contabile Raffaele Squitieri,
che punta il dito contro i limiti
eccessivi. «Noi non possiamo
far altro che far rispettare la
legge», ragiona durante una
lectio magistralis a tutto campo nella Scuola Nazionale dell’amministrazione.
C’è anche un altro eccesso
che va contrastato: quello di
leggi, che finisce per alimentare la corruzione. Il sistema
amministrativo e burocratico è così farraginoso, dice,
che chi è coinvolto nel procedimento sfrutta spesso la sua
posizione per accelerare o facilitare un processo altrimenti infinito. La soluzione?
Troppo spesso è stata creare
altre norme. È successo, ragiona Squitieri, in occasione
dell’Expo e del varo dello
Sblocca Italia, che alza a 5,2
milioni l’importo degli appalti per i quali non è necessaria
una gara. «Siamo arrivati al
paradosso: per poter raggiungere un obiettivo si è dovuto fare un dl per dire che le
leggi non si rispettassero. C’è
qualcosa che non va», dice.
Il presidente difende con
le unghie il lavoro della Corte
dei Conti, definendo «un alibi
nefando» quello utilizzato
durante l’alluvione di Genova
e con il quale si è fatto ricadere sui magistrati contabili e
sull’assenza del loro «timbro
finale» la colpa delle opere
incompiute, e rivendicando
fino in fondo il ruolo di controllore dell’organismo. Anche nei confronti dell’Ufficio
parlamentare di bilancio, con
cui si creano problemi di sovrapposizione.
[GIU. BOT.]
LA STAMPA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
Primo Piano .9
.
U
REGIONALI
IL VOTO IN EMILIA ROMAGNA
La storia
ALBERTO MATTIOLI
INVIATO A CESENATICO (FORLÌ)
cco, questa ci mancava.
Matteo Salvini che duetta a squarciagola «Romagna mia» con Raoul Casadei fa impallidire i telerisotti di D’Alema, le vecchie tate di
Fassino e perfino (forse) le migliori
performance di Berlusconi. Roba
che nemmeno il più efferato autore
di Maria De Filippi poteva immaginare. La politica va col liscio, puro
nazionalpop. Salvini, oltretutto, è anche intonato.
Penultimo giorno di campagna
elettorale per le elezioni in EmiliaRomagna. Il duo leghista FabbriSalvini, il sindaco con il codino aspirante governatore e il suo segretario-pigmalione aspirante leader del
centrodestra, decide di giocarsela
nella metà dopo il trattino della regione. Il colpo di genio è di iniziare il
giro a casa Casadei. Salvini sbuca
nella villa del papa laico romagnolo,
a Gatteo mare, frazione di Cesenatico, in felpa verde Lega con scritta
gialla «Romagna» (e non «Roma
gnam» com’era sembrato di vedere
a una prima occhiata, la polemica
con Roma ladrona non si porta più).
Annuncia che lui adora il liscio, che
«le tradizioni sono il futuro, non il
passato», che l’Europa cattiva non
vuole solo farci pensare, mangiare e
vivere tutti allo stesso modo, ma anche farci ascoltare la stessa musica,
quindi, testuale, «Casadei è un antidoto alla globalizzazione» e insomma una mazurka ci salverà.
Data la premessa, fra i due è amore alla prima stretta di mano. Il re del
liscio fa gli onori di casa, mostra l’orto («ci passo cinque ore tutti i giorni,
visto che broccoli?»), le galline e la
corte su cui si affacciano le villette di
quattro generazioni di Casadei, perché il figlio Mirko è già nonno a 42
anni. Salvini accarezza cani e bambini, poi raccoglie cachi e fa l’attesa
battuta sull’Italia «terra dei cachi», e
siamo sempre in zona Sanremo.
Si recita a soggetto, ma il duetto è
perfetto. Il culmine nel cucinone,
quando Casadei esibisce le sogliole
già pronte per il forno, «comprate
questa mattina dal pescatore a Bel-
E
Casadei è un antidoto
contro
la globalizzazione
Le tradizioni sono
il futuro non il passato
Matteo Salvini
Segretario
della Lega Nord
Quando c’era Berlinguer
andavo alle feste dell’Unità
La Lega sostiene la propria
gente, mi sembra
un partito in evoluzione
Raoul Casadei
Musicista
e compositore
Da sinistra Matteo Salvini, Alan Fabbri, Mirko Casadei con in braccio il nipote e Raoul Casadei
Salvini va col liscio
Benedizione romagnola
a casa del clan Casadei
Colpo di fulmine tra il re della mazurka e il segretario leghista
Scambi di regali, pranzo a suon di musica e tanto Sangiovese
laria, freschissime, 22 euro», dunque a
chilometro zero e a buon mercato, e
l’impressione è che i disastri della finanza globalizzata possano davvero
essere rimediati da una sana economia domestica quasi preindustriale,
«le uova sono nel pollaio, chi ne ha bisogno si serve». Arrivano il Sangiovese e la piadina con l’acciuga preparata
dalla signora Casadei, che è napoletana, e poi battute, risate, «esse» grasse,
cordialità, sangue romagnolo, insomma (però De Amicis, al confronto, era
un dilettante).
Scusi, Casadei, ma lei non era
sempre stato di sinistra? «Mo’ sì,
quando c’era Berlinguer andavo a
suonare alle feste dell’Unità, “Bandiera rossa” all’inizio e alla fine, e
con il pugno chiuso». E adesso è leghista? «Mo’ no, il voto è segreto, la
Lega sostiene la propria gente, mi
sembra un partito in evoluzione», insomma meglio non schierarsi troppo, perché lo Strauss della Riviera è
un finto ingenuo tutt’altro che stupido, altrimenti non sarebbe sulla
breccia dai tempi di Rumor. «Roma-
gna mia, Romagna in fioreee» mette
tutti d’accordo.
Siamo ai regali. Da Salvini a Casadei la felpa padanromagnola, da Casadei a Salvini la maglietta con la scritta
«Non abbiamo troppe pretese / ci droghiamo col sangiovese», e giù altre risate, e poi l’autobiografia, che neanche
a farlo apposta s’intitola «Bastava un
grillo (occhio, con la minuscola) a farci
sognare». Finisce con baci, abbracci e
consigli all’Alan Fabbri, che è onesto e
simpatico ma sempre un po’ soverchiato dal suo straripante «capitano»:
«Oh, vedi bene di farti vedere di più».
Salvini esce con un sorriso che gli
va da un orecchino all’altro. A questo
punto la tournée fra Riccione, Rimini e
Ravenna è una marcia trionfale, tanto
più che dopo il tentato linciaggio di Bologna ogni bar dov’è annunciato il suo
apericomizio (aperitivo più comizio)
risulta più blindato di Fort Knox. Contestazioni, quasi nessuna. C’è un tizio,
al caffé Staccoli di Cattolica, che urla:
«Sono esseri umani!» quando Salvini
spara sugli immigrati. E lui, prontissimo ma franando un po’ sul Ricucci: «E
allora portateli nel tuo salotto! Facile,
fare i buoni con il sedere degli altri».
E giù le solite bordate contro Renzi,
l’Europa, le banche, i moduli dell’asilo
con la scritta «Genitore 1» e «Genitore
2» («Ma con due uomini o due donne
un bambino non viene fuori nemmeno
se governa il Pd») e lo scandalo dei rimborsi ai consiglieri regionali, compreso
quello del sexyshop: «Vuoi il vibratore?
Almeno pagatelo!». Il popolo di destra,
che qui subisce da sessant’anni, gode,
ride, spera e fa battute con cadenza da
Gradisca felliniana: «Matteo veh, a Bologna a forza di correre ti hanno fatto
fare una bella dieta!». Poi, si sa, domenica sera il nuovo governatore dell’Emilia sarà quello del vecchio partitone, Stefano Bonaccini. Ma almeno
Salvini ci avrà provato. E, ammettiamolo, ci siamo proprio divertiti.
Pizzarotti: “La Lega ci ruba voti
Dobbiamo combattere il populismo”
Intervista
Il sindaco 5 Stelle di Parma per la prima volta con Renzi: “Ma non abbiamo parlato di Grillo”
FRANCESCO MAESANO
lle nove di sera Federico Pizzarotti lascia la sede della Barilla e si infila in macchina,
slaccia la cravatta e respira. «Giornata impegnativa ma siamo arrivati in
fondo. Organizzare un incontro così,
con Renzi e 46 sindaci...Menomale
che non è venuto in mutande quello
di Berceto come aveva promesso».
A
La visita
Matteo
Renzi con
il sindaco
di Parma
Federico
Pizzarotti
Con Renzi un colloquio
sull’alluvione. In queste
occasioni riesce
a esprimere grande
vicinanza al territorio
A chi è venuta l’idea di vedervi a Parma?
Federico Pizzarotti
«Era partita nei giorni dell’alluvione.
Ci avevano comunicato che volevano
venire in queste zone tramite il senatore del Pd Giorgio Pagliari».
È stato il primo faccia a faccia tra lei e
Renzi?
«Il primo. E non mi aspettavo niente
di diverso: in queste occasioni Renzi
riesce a esprimere grande vicinanza
al territorio».
Di che avete parlato?
«È stato un colloquio breve e istituzionale. Niente politica, niente Grillo
e Casaleggio. Abbiamo parlato di territorio. Gli ho lasciato tre promemo-
Sindaco 5 Stelle
di Parma
FLICKR/PALAZZO CHIGI
ria: la scuola europea di Parma, il festival Verdi che per ora resta al di fuori
della legge sui festival e il cambio dell’articolo dello Sblocca Italia sugli inceneritori che permette che i rifiuti vadano in giro per l’Italia senza limiti.
Tre richieste in cambio un cadeau».
Quale?
«Un libro sul teatro Regio di Parma. Lo
stesso che abbiamo regalato al Papa e
al presidente della Repubblica».
Avete pronunciato la parola Stabilità?
«Abbiamo parlato della Local tax. Gli
ho detto chiaro che serve lo stesso gettito del 2014. Lui mi ha promesso di sì.
Vedremo alla prova dei fatti, ma intanto abbiamo aperto un canale».
Lei un contatto a Roma già ce l’ha: sbaglio o è Graziano Delrio?
«Diciamo così: se devo inviare una let-
tera alla presidenza del consiglio, metto in copia anche lui».
Tra breve ci sarà l’incontro nazionale
del M5S che lei ha convocato per il 7
dicembre. È stata definita la sua Leopolda.
«Ma quale Leopolda. Sarà una giornata per far conoscere il nostro lavoro.
Sono tutti invitati, anche Grillo e Casaleggio. Sul referendum a quorum zero
gli altri sindaci M5S non hanno mosso
un dito e noi siamo già all’arrivo. Ma
soprattutto servirà a ragionare sulla
differenza che passa tra l’essere opposizione e diventare maggioranza».
C’aveva già provato al Circo Massimo.
«Sì. E non è stato possibile. Ma tanto a
Parma lo facciamo già da tempo: ad
esempio abbiamo ospitato i consiglieri
comunali di Belluno per capire insieme le difficoltà e magari fare un’opposizione più mirata».
La rete di Pizzarotti?
«Dico che per fare un Governo diverso
occorre un’opposizione diversa».
Altrimenti? Salvini si mangia il M5S come rischia di fare nella sua Emilia?
«È un fatto che la Lega ci stia rubando
voti. Per contrastarla dovremmo maturare la consapevolezza che l’Italia
non può più dar retta al populismo».
Detto da un Cinque Stelle fa il suo effetto.
«Noi lavoriamo sul territorio, gli slogan lasciamoli ad altri».
Twitter @unodelosBuendia
1232456 89 3A12BC42 8D9E LA STAMPA 9D
LA STAMPA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
Primo Piano .11
.
U
GOVERNO
IL NODO RIFORME
Responsabilità toghe, primo sì in Senato
Il premier: faremo valere il principio che chi sbaglia paga. I dubbi dell’Anm : il filtro ai ricorsi era giusto
FRANCESCO GRIGNETTI
ROMA
I punti principali
È un passo avanti nella nuova
legge sulla responsabilità civile dei magistrati: con 150 voti
a favore e 51 contrari, il Senato approva un testo che cambia le regole. In futuro costituirà «colpa grave» per il magistrato la violazione manifesta della legge nonché del diritto Ue, il travisamento del
fatto o delle prove, la negazione di un fatto la cui esistenza
risulta negli atti del procedimento, e anche l’emissione di
un provvedimento cautelare
fuori dai casi consentiti dalla
legge o senza motivazione.
Commenta subito Matteo
Renzi, molto soddisfatto: «Faremo valere il principio che
chi sbaglia paga: se un operaio
sbaglia, paga; se uno fa il gior-
1
2
3
Con la maggioranza
i voti di Sel e M5S
Contrari Forza Italia
e Lega: non abbastanza
nalista e sbaglia, paga. Allo
stesso tempo se un magistrato sbaglia per dolo, deve pagare come capita a tutti. Anche
sulla responsabilità civile dei
magistrati abbiamo fatto passi in avanti». Il premier ha ben
presente la necessità di andare avanti nelle riforme della
giustizia: «Ci sono un sacco di
meccanismi assurdi, con procedimenti arcaici e barocchi».
«È una riforma che risente
di molti pregiudizi e di un atteggiamento molto superficiale», si lamentano però i diretti interessati, i magistrati,
attraverso il presidente dell’Anm Rodolfo Sabelli.
Fondamentale per la riforma sarà la scomparsa del filtro processuale. Un «tappo»,
il caso
PAOLO FESTUCCIA
ROMA
rindisi e complotti. Non
è il titolo di una fiction
ma il “paradosso” in casa Rai, che strappa applausi e
capitali in borsa per Raiway
ma si spacca in cda. «Però, a
quelli che ci accusano di aver
oscurato la quotazione delle
antenne rispondiamo che se
ne faranno una ragione…».
Parla come il premier Renzi
ma è Antonio Verro il consigliere più berlusconiano che
ci sia alla Rai. Per lui, quel che
è fatto è fatto. «Il mio ordine
del giorno contro il prelievo
all’azienda di 150 milioni di euro era fermo in cda dai primi
di luglio. Poi, sempre rinviato.
Altro che complotto», tuona.
«Se 6 consiglieri su 9, con storie, competenze e culture diverse avviano un’azione contro un provvedimento così invasivo del governo, ci sarà una
ragione». E già. La prima è
chiara e articolata: «quella di
interpretare l’umore e il sentimento dei dipendenti e dei
sindacati tutti che non hanno
B
Magistrati
Il voto
del Senato
non è piaciuto
per nulla
ai magistrati:
«È una riforma
che risente
di molti
pregiudizi
e di un
atteggiamento
molto
superficiale»
l’aveva definito il ministro della Giustizia, Andrea Orlando.
Dice: «Sarà più facile presentare ricorso, e più probabile
che questo venga analizzato
nel merito». E invece ecco come la vede l’Anm: «Al filtro si
sono rivolte critiche ingiuste.
Si è detto che è il motivo delle
poche condanne. Ma il discorso è sbagliato, come dimostra
l’esame dei casi concreti: la
stragrande parte dei ricorsi è
stata respinta per carenza dei
requisiti formali».
La nuova legge non toccherà
il principio che la rivalsa del cittadino può essere solo indiretta: nel caso si ritenga di avere
subito un errore giudiziario, si
fa causa allo Stato per avere un
risarcimento e non al magistra-
to (posizione di Forza Italia e
Lega). Se poi il cittadino ottiene
ragione da un tribunale, entro
due anni dal risarcimento il
presidente del Consiglio ha
l’obbligo di esercitare la rivalsa
nei confronti del magistrato,
ma esclusivamente nei casi di
colpa grave, dolo o negligenza
inescusabile.
Fin qui, gli aspetti tecnici.
Salta però agli occhi il «miracolo» politico di una legge, voluta
in questa formulazione dal ministro Guardasigilli, che ottiene
il sì della maggioranza allargata
per una volta a Sel e M5S, e per
di più un inedito asse tra gli avvocati penalisti dell’Unione camere penali e i grillini, quasi
sempre su posizioni opposte.
È una giornata di dichiara-
«Colpa grave»
1 Il
magistrato
dovrà rispondere
per manifesta violazione della legge e il
travisamento del
fatto o delle prove
Risarcimento
1 Non potrà esse-
re richiesto direttamente al magistrato
ma sarà lo Stato a risarcire il cittadino
che ha subito il torto
Rivalsa
1 Il governo ha pe-
rò l’obbligo entro
due anni di esercitare
la rivalsa nei confronti del magistrato per
colpa grave
zioni sorprendenti. Dice il senatore Mario Giarrusso, M5S:
«Non sarà una legge perfetta,
ma sicuramente non è una porcata ed è grazie a noi. Noi non
abbiamo trovato un muro questa volta». Oppure il viceministro Enrico Costa, Ncd: «E’ un
voto di portata storica, che segna un significativo passo avanti verso il superamento dell’inefficace Vassalli». O ancora
Beppe Lumia, Pd: «In Italia c’è
la responsabilità civile senza ledere l’autonomia e l’indipendenza della magistratura».
Se restano contrari Lega e
Forza Italia, i penalisti dell’Ucpi addirittura esultano: «Il
governo ha dimostrato una fermezza al di là delle migliori
aspettative».
Caos Rai, il governo pensa
ad azzerare il cda di viale Mazzini
Dopo la decisione di ricorrere contro il prelievo di 150 milioni
condiviso “l’azione” del governo». Anzi, secondo alcuni pareri legali il prelievo-Rai sarebbe
incostituzionale. E da qui,
l’azione dei consiglieri per mettersi al riparo anche da eventuali richieste risarcitorie della
Corte dei Conti; la seconda meno “istituzionale” ma ugualmente efficace. Esce dal cilindro di un assai navigato ex consigliere Rai – per il quale l’alzata
di scudi segnerebbe l’inizio non
solo «del si salvi chi può» ma
anche del «ricicliamoci un po’».
Segno, spiegano a viale Mazzini, che «nel palazzo della Tv
pubblica la rottamazione ancora non s’è vista». Anzi, non è
mai cominciata. Tant’è che il
cda resta saldamente ancorato
- fa notare un manager - «all’era
Monti», quando arrivarono «gli
alieni» (così la politica bollò il
nuovo corso di viale Mazzini) .
E da allora, sottolinea Michele Anzaldi del Pd, è trascorsa
«un’era geologica». Tanto è vero che «i tre montiani hanno assunto tre posizioni diverse», insiste Anzaldi: «Gubitosi contro
il cda, il consigliere Pinto a favore, la presidente Tarantola
astenuta. E questa scelta lascia
basiti perché la figura del presidente di garanzia, alla quale si
richiama la numero uno di viale
Mazzini, nella legge attuale non
c’è, non esiste; ma di che cosa
parla Anna Tarantola?».
Scontri a parte, la sintesi del
caos arriva da una autorevole
fonte di viale Mazzini: «Il problema è che tutte le forme di solidarietà politica in cda sono
saltate. Il risultato è che la Rai è
al collasso». In cerca non solo di
una governance migliore ma
anche di una nuova missione.
«Non mi preoccupo del mandato in scadenza ma della scadenza del contratto del servizio
pubblico. Cosa sarà della Rai
nel 2016?», conclude Verro. E
Antonio
Verro
Il consigliere
Rai che
ha dato il via
al ricorso
contro
il governo
poi, come si muoverà il governo
dopo l’ennesimo scontro con i
vertici aziendali? A viale Mazzini raccontano che l’esecutivo è
a un bivio: far finta di niente per
quanto accaduto, e lasciare che
la consiliatura si esaurisca con
l’approvazione dell’esercizio di
bilancio la prossima primavera,
oppure agganciare alla riforma
del canone anche quella della
governance, come fa capire il
sottosegretario alle Comunicazioni Antonello Giacomelli. Ma
tra il dire e il fare ci sono di mezzo i tempi: troppo stretti anche
per un dibattito di riforma Rai.
Così ora si fa largo l’ipotesi di
cambiare viale Mazzini con un
decreto legge ad hoc. Si dirà,
«non è mai stato fatto per la
Rai». Vero, chiosa una fonte del
Cda: «Ma vista la crisi che coinvolge la Tv pubblica e l’intero sistema audiovisivo, la Rai può
permettersi il lusso di gettare
via altri quattro-cinque mesi?».
Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi
Legge elettorale
Gliexpresidenti
dellaConsulta
boccianol’Italicum
UGO MAGRI
ROMA
Uno dopo l’altro sfilano in commissione al
Senato i presidenti emeriti della Consulta.
Vengono interpellati immaginando che siano in
grado di anticipare come si regolerebbe la
Corte, se il testo della riforma elettorale restasse com’è oggi. Ieri è stato il turno di Tesauro e dell’ex giudice Mazzella. Ne è venuto fuori
(ma per il democratico Giachetti è solo un
«come volevasi dimostrare») che nella versione attuale l’«Italicum» molto a fatica supererebbe un vaglio di costituzionalità.
Anzitutto la Consulta obietterebbe che non
ha senso varare la legge solo per la Camera e
non anche per il Senato, sul presupposto che
tanto quest’ultimo chiuderà i battenti. Infatti
può succedere che si debba tornare alle urne
quando ancora il bicameralismo non sarà stato
abolito. E in quel caso ci troveremmo con una
legge elettorale maggioritaria alla Camera e
un’altra legge proporzionale (il «Consultello»)
al Senato: sarebbe un grosso pasticcio. Renzi
privatamente alza le spalle, garantisce che
perfino in quel frangente non ci vorrebbe nulla
a varare in 10 giorni una leggina per estendere
a Palazzo Madama l’applicazione dell’«Italicum». Forse il premier è troppo ottimista, o
magari no, lo vedremo. Ma le riserve degli
esperti in Commissione non si fermano qui.
Tesauro, per esempio,segnala altre tre «criticità». Una riguarda la distribuzione nazionale
dei seggi, nel senso che l’elettore potrebbe
mandare in Parlamento con il suo voto qualcuno di cui mai aveva neppure sentito parlare.
Secondo, dare la maggioranza assoluta dei
seggi a chi supera il 37 per cento significa di
fatto che il 27 per cento degli elettori (al netto
delle schede bianche e delle astensioni) sarebbe sufficiente per impossessarsi dell’Italia.
Alzare al 40 per cento la soglia del premio non
risolverebbe, ma già sarebbe un pochino meglio. Terza «criticità»: il ballottaggio eventuale
permetterebbe di accaparrarsi il premio con
una percentuale perfino inferiore...
Tutte obiezioni che sono taniche di benzina
per il partito degli incendiari, cioè di quei
senatori che verrebbero mandati a casa dall’«Italicum» e già si preparano alle barricate.
Come osserva Minzolini (Fi), «lo spirito di
sopravvivenza può trasformare in eroi perfino
i codardi». A questo partito si è iscritta nelle
ultime ore Forza Italia, nonostante i toni sopra
le righe con cui Renzi e Berlusconi avevano
rinverdito una settimana fa le loro intese.
Proprio l’ex Cavaliere adesso risulta «in fredda» col premier, niente affatto propenso a dare
via libera. Al punto da consentire che Fitto
organizzi per la prima metà di dicembre un
convegno dove, da destra a sinistra, si daranno
appuntamento tutti i «resistenti» contro l’«Italicum». Se Matteo vorrà procedere, dovrà farlo
camminando sulle gambe corte e traballanti
della propria maggioranza in Senato.
1232456 89 3A12BC42 8D9E LA STAMPA 98
LA STAMPA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
Primo Piano .13
.
U
MEDIO ORIENTE
I FRONTI DELLO SCONTRO
Intervista
Ha
detto
Il futuro di Gerusalemme
MAURIZIO MOLINARI
INVIATO A RAMALLAH
erve un’iniziativa
di pace dell’Ue per
rimettere in moto
il negoziato e impedirci di scivolare in una guerra religiosa nelle braccia
di Isis». Yasser Abed Rabbo, stretto
consigliere di Abu Mazen, manda questo messaggio «all’Italia presidente di
turno Ue e a Federica Mogherini, ministro degli Esteri Ue». Rabbo parla
nel suo ufficio, nei pressi della Muqata, nelle vesti di segretario generale
del comitato esecutivo dell’Olp: la
stessa carica che ricopriva Abu Mazen quando sostituì Yasser Arafat.
«S
Perché guardate all’Europa?
«I Paesi europei stanno riconoscendo la Palestina con i Parlamenti, sono
contro gli insediamenti, sanzionano
alcuni prodotti delle colonie israeliane e vogliono i due Stati. L’Europa
può tornare protagonista politica,
come lo fu negli Anni 70 quando iniziò il dialogo con noi prima degli Usa.
E ora, con il passo indietro compiuto
da Kerry, c’è lo spazio affinché l’Ue
prenda l’iniziativa per arrivare alla
soluzione del conflitto».
A che tipo di iniziativa pensa?
«Serve qualcosa di più di un incontro
di poche ore o giorni. Serve una conferenza di pace, in un luogo specifico
e in seduta permanente. Convocata
dall’Ue, nel quadro del Quartetto,
mettendo assieme le parti e i Paesi
arabi dell’iniziativa di pace della Lega Araba come sauditi ed Emirati.
Per avere un quadro regionale, andando incontro a Israele. E poi Usa,
Russia, Cina. Anche singoli europei
in quanto tali. In una cornice pratica,
non cerimoniosa. Credetemi, non c’è
tempo da perdere».
A cosa fa riferimento?
«Al fatto che questa regione è in ebollizione. Rischiamo di scivolare nella
guerra di religione desiderata dai fanatici di Isis. È un pericolo reale perché le
violazioni israeliane dello status quo
della Spianata delle Moschee di Gerusalemme e il prolungamento dell’occupazione hanno trasformato Al Asqa
il caso
DALL’INVIATO A RAMALLAH
on un video di 7 minuti il Califfo dello Stato Islamico (Isis) fa
capire di voler portare la più
sanguinosa Jihad nel cuore della
Francia, terrorizzandone gli abitanti. Nelle immagini, confezionate e diffuse online dal «Hayat Media Center» di Isis, si vede un gruppo di jihadisti francesi col volto scoperto che,
dentro una boscaglia, prima bruciano i passaporti transalpini gettandoli
in un falò e poi si appellano ai compagni «ancora in Francia» esortandoli a
«portare il terrore nelle città e nei
mercati» per «non far dormire tranquilli gli infedeli». Suggerendo anche
come: «Con il veleno nel cibo e nell’acqua o investendo le vittime».
Il video conferma la volontà del Califfo Abu Bakr al-Baghdadi di esportare la Jihad fuori dal territorio di SiriaIraq - preannunciata nell’audio della
scorsa settimana - e di puntare sui volontari europei a fini di propaganda,
per sfidare il nemico e moltiplicare le
reclute. Ma se nel video sulla decapitazione di Peter Kassig i jihadisti stra-
C
Potrà essere una città
senza barriere e con libertà
di accesso ai luoghi sacri
Il pericolo di nuove violenze
La regione è in ebollizione
Facciamo fatica a tenere
la situazione sotto controllo
MOHAMMED ABED/AFP
Un giovane sventola una bandiera palestinese al confine tra Israele e la Striscia di Gaza
“L’ Ue torni protagonista
Porti Israele e Palestina
a una conferenza di pace”
Rabbo, braccio destro di Abu Mazen: sì a un forum permanente
“Agire subito, rischiamo la guerra religiosa invocata dall’Isis”
nella miccia di una sollevazione che monta. Conosco i palestinesi perché mi batto
per loro da quando ero 18enne. So capire
quando cova qualcosa e vi dico che il nostro governo fa fatica a tenere la situazione sotto controllo nei territori. Ci accusano di cooperare con l’occupante. Potremmo non farcela a evitare il peggio».
Come giudica le violenze a Gerusalemme, dal rapimento dei 3 ragazzi
ebrei all’uccisione del giovane palestinese di Shuafat, all’attentato alla sinagoga di Har Nof. È una terza Intifada?
«Non credo alle espressioni del passato per descrivere il presente. Ma c’è
una violenza che cresce, di matrice religiosa, e può incendiare tutto. Ogni
volta che si pensava che il peggio non
potesse avvenire, si è verificato. Chi
avrebbe mai immaginato che un grup-
Ma Netanyahu insorge
IlsindacodiAshkelon
cacciailavoratoriarabi
1 Critiche al sindaco di Ashkelon,
sud di Israele, per la decisione di bandire gli operai arabi dai lavori negli asili nido della città. Itamar Shimoni ha
motivato il veto con la situazione di
tensione di queste settimane e l’attacco di martedì a una sinagoga di Gerusalemme. Ma lo stesso premier Benyamin Netanyahu, alfiere della linea
della fermezza, ha detto che «in Israele non c’è posto per discriminazioni
contro gli arabi-isreliani».
po come Isis potesse controllare ampi
territori in Siria o Iraq, con aree perfino in Libia e Sinai? Il pericolo è qui».
Dove dovrebbe portare la conferenza
di pace che auspica?
nieri venivano ripresi mentre decapitavano dei soldati siriani, compiendo un
atto brutale ma tacendo, in questo caso
parlano ostentando sicurezza. E lo fanno in francese, rivolgendosi ai francesi
che si trovano in Francia. All’inizio del
filmato un miliziano di Isis, mentre get-
ta e distrugge il passaporto transalpino, dice «non crediamo in voi e nei vostri passaporti e se verrete qui vi combatteremo». Poco dopo a parlare è un
giovane che si presenta con il nome
Abu Osama al-Faranci rimproverando i
musulmani francesi che ancora non so-
«Potrà essere una città aperta, senza
barriere, con libertà di accesso ai luoghi santi ma dovrà essere chiaro dov’è
il confine».
Perché il governo palestinese non riesce ancora ad assumere il controllo di
Gaza. Quale sono gli ostacoli con Hamas?
«Il problema è che non c’è un governo
di unità nazionale Fatah-Hamas, ma un
governo tecnico. Hamas ha gioco facile:
da un lato lo sostiene, ma dall’altro lo
ostacola. Serve un maggiore coinvolgimento di Hamas, un esecutivo con suoi
ministri, così la cooperazione sarebbe
reale, consentendo la ricostruzione».
Come impedire nuovi conflitti fra Hamas e Israele?
l’evidente intento di spingere i simpatizzanti di Isis in Francia a commettere
brutalità sanguinose lì dove si trovano.
D’altra parte una cellula di jihadisti australiani - catturata da Canberra - progettava di decapitare passanti in una
qualsiasi strada di Sydney. Questo video
segna comunque la prima volta che Isis
minaccia un singolo Paese della coalizione internazionale che lo combatte: la
scelta della Francia appare una conferma dell’importante contingente di volonno «emigrati nello Stato Islamico». Il tari transalpini nei ranghi del Califfato.
volto seguente che appare sullo scherPer l’antiterrorismo di Bruxelles si
mo è di Abu Salman al-Faranci, con una tratta di almeno 1000 persone, ovvero il
kefya a scacchi biancorossi sul capo, gruppo europeo più numeroso nei ranimpugnando con una mano un fucile e ghi dello Stato Islamico, mentre il pricon l’altra una lunga e pesante spada. mato fra gli arabi spetta ai tunisini, che
«Voi mujaheddin, non dovete esitare a sarebbero almeno 3000. All’inizio della
tagliare le teste dei
settimana il presinemici dell’Islam», NUOVO VIDEO DI PROPAGANDA dente
francese
afferma, spiegando
François
Hollande
Gli islamisti bruciano aveva espresso
che il volontariato
prei passaporti occidentali occupazione per gli
per il Califfo «è un
e chiamano altri volontari occidentali a cui Isis
dovere personale»
che «chiunque può
«ha lavato il cervelespletare come preferisce».
lo», riferendosi in particolare ai due conDa qui l’invito a colpire gli infedeli cittadini identificati nel video sulla decafrancesi lì dove si trovano: «Chi non si pitazione di Kassig: Michaël Dos Santos
unisce allo Stato Islamico qui deve ope- e Maxime Hauchard. Ciò che accomuna
rare in Francia, dovete terrorizzarli, non i jihadisti francesi apparsi nei due video
consentirgli di dormire a causa della pa- è il fatto di avere il volto scoperto, in
ura e dell’orrore». «Dovranno avere pau- un’evidente dimostrazione di sfida nei
ra perfino di andare al mercato, fate confronti di Parigi, ma anche per attequalsiasi cosa necessaria per umiliarli», stare la scelta di aver legato il proprio
[M.MO.]
aggiunge Abu Salman al-Faranci con futuro alle sorti del Califfato.
I miliziani si rivolgono ai connazionali: “Avvelenate il cibo”
Jihadisti
francesi
hanno
esortato
in un video
di 7 minuti
i musulmani
francesi
a scatenare
il terrore
a Parigi
e nel Paese
Come immagina il futuro di Gerusalemme in caso di pace?
«Siglando una tregua di 10-15 anni a
«A un accordo in gran parte già scritto nome del governo Fatah-Hamas».
con due Stati divisi dai confini del 1967,
Lei si batte per i due Stati ma negli opsenza gli insediamenti,
posti campi c’è chi parla
intese sulla sicurezza e
I TERMINI DELLA PACE di uno Stato binazionala composizione del
È una prospettiva
«L’accordo è già scritto le.
contenzioso sui rifupossibile?
Due Stati divisi «Per fare un matrimogiati del 1948».
dai
confini
del 1967» nio bisogna essere in
Se vi fosse la confedue. Prima la Palestirenza di pace, che
sorte avrebbe l’iniziativa palestinese na deve diventare uno Stato, poi potrà
all’Onu per il riconoscimento della so- unirsi con Israele in una federazione o
confederazione sul modello dell’Ue che
vranità?
«L’iniziativa all’Onu è stata intrapresa potrebbe includere anche altri Stati
perché tutte le altre strade si sono arabi, come la Giordania o, perché no?,
chiuse. Se ve ne fossero di nuove, la si- anche la Siria del prossimo futuro».
Gli jihadisti francesi in Siria
“Portate il terrore a Parigi”
Minaccia
tuazione muterebbe. Ciò che conta è
riuscire a spingere Israele ad accettare davvero i due Stati perché, da Oslo
in poi, non hanno fatto altro che creare
sul terreno fatti che li allontanano».
12 45 67 18
14 .Estero
STAMPA
.LA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
NELLA NOTTE L’ANNUNCIO DELLA RIFORMA. I CONSERVATORI INSORGONO: «PRONTI A DARE BATTAGLIA»
Obama, la sfida sugli immigrati
fa infuriare i repubblicani
Il leader Usa agirà
a colpi di decreti
e prepara lo scontro
sugli altri temi
PAOLO MASTROLILLI
INVIATO A NEW YORK
I repubblicani minacciano di
portarlo in tribunale, avviare
l’impeachment, o bloccare le
attività dello Stato negando i
fondi. Quindi il presidente
Obama sembra aver centrato
il suo obiettivo, con il discorso
televisivo che ieri sera ha annunciato agli americani la riforma dell’immigrazione a
colpi di decreti.
Da una parte, infatti, questa
iniziativa consente al capo della Casa Bianca di mantenere
una vecchia promessa elettorale, che servirà a ricompatta-
re gli ispanici con il Partito democratico, nella coalizione già
vittoriosa nel 2008 e nel 2012.
Dall’altra, gli ordini esecutivi uccideranno sul nascere quasi
ogni possibilità di collaborare
con il nuovo Congresso dominato dai repubblicani, sperando
che questo scontro faccia emergere l’ala più estremista del
Grand Old Party, come gli americani chiamano il partito di Lincoln, in vista delle presidenziali
del 2016. A meno che invece non
abbiano ragione proprio i repubblicani, e le decisioni di Obama provochino una reazione così negativa da parte degli altri
gruppi della società americana,
da compromettere le prospettive politiche dei democratici.
Negli Usa vivono circa 12 milioni di immigrati illegali. La
grande maggioranza sono brave
persone venute a lavorare, che
hanno creato famiglie. Molti però rischiano di essere deportati
e divisi dagli affetti, perché non
hanno i documenti in regola.
Obama aveva promesso di sanare questa situazione nel 2008 e
nel 2012, e ha adottato il programma Daca che evita l’espulsione dei figli degli illegali portati negli Usa da bambini. Il Senato aveva approvato una legge di
riforma bipartisan, ma la Camera dominata dalla corrente più
conservatrice del Partito repubblicano l’ha bloccata. Ieri sera
quindi il presidente ha rotto gli
indugi, annunciando una serie
di ordini esecutivi che cambiano
le regole. Quattro milioni di illegali otterranno il permesso di vivere e lavorare negli Usa, se
hanno figli nati in America, sono
nel Paese da almeno 5 anni e non
hanno avuto problemi con la legge. Un altro milione verranno
protetti dalla deportazione, alzando l’età entro cui dovevano
essere entrati da bambini. Nessuno però riceverà la sanità
pubblica, per evitare l’accusa
che Obama ha aperto le porte
per sostenere la sua riforma.
Questo ha provocato critiche
nella comunità ispanica, ma la
Casa Bianca non vuole correre il
rischio di compiere atti che potrebbero risultare poi illegali.
Prima ancora che il presidente parlasse, il nuovo leader repubblicano della maggioranza
al Senato, McConnell, lo ha avvertito: «Se sfiderà la volontà
del popolo, il Congresso agirà».
Il suo collega Coburn ha aggiunto che «ci saranno casi di anarchia, e forse violenza». Le ipotesi considerate dai repubblicani
vanno dallo «shutdown» del governo all’impeachment. La Casa Bianca risponde che il presidente ha l’autorità legale per
agire su questa materia, e ha ricevuto per due volte il mandato
politico. È l’inizio di uno scontro
che continuerà, su vari fronti, fino alle presidenziali del 2016.
MICHAEL CIAGLO/THE COLORADO SPRINGS GAZETTE/AP
Il soldato bacia la moglie
Sabryna Schlagetter (a sinistra) bacia la moglie
al suo rientro dalla base militare di Fort Carson. Obama
ha tolto tutte le restrizioni per i gay nelle Forze armate
Clima
Sicurezza
A braccetto
con la Cina
Incertezze
suIsiseRussia
Dopo l’accordo con il
presidente
cinese Xi
Jinping sulla
limitazione
delle emissioni di gas
serra (Washington entro
il 2025, Pechino entro il
2030), Barack Obama ha
sottolineato che Stati
Uniti e Cina continueranno a lavorare congiuntamente nella lotta ai cambiamenti climatici. Un
annuncio che ha fatto
scattare la reazione del
leader della maggioranza
repubblicana al Senato,
Mitch McConnell, secondo il quale «questo piano
irrealistico, che il presidente ha voluto scaricare
sul suo successore, garantirà tariffe più alte
per i servizi pubblici e
meno posti di lavoro».
A margine del
vertice Apec
a Pechino, il
presidente
Usa Barack
Obama ha
discusso con il leader
russo Vladimir Putin di
crisi ucraina e Siria. Ma
su entrambi i fronti la
situazione è a un punto di
stallo: in Ucraina Obama
vorrebbe che Mosca
smettesse di appoggiare i
ribelli separatisti dell’Est,
mentre in Siria si dice
intenzionato a far crollare
Assad («il solo modo per
sconfiggere Isis», ha
annunciato recentemente). Il problema? Putin la
pensa al contrario. La
guerra all’Isis è anche
motivo di scontro con i
repubblicani, che vorrebbero mandare sul terreno
le truppe Usa.
Energia
Datagate
Intesa a destra
sul fracking
Patriot Act
sarà scontro
Si giocano
anche sull’energia le
elezioni
americane
del 2016. Gli
Stati Uniti puntano sull’esportazione di gas
liquefatto, o shale gas,
soprattutto verso l’Europa. E questo richiederà
un aumento della produzione. Di qui la spinta di
Obama per la diffusione
del fracking, l’estrazione
di gas attraverso la frantumazione delle rocce.
Un’indagine del Congresso Usa dice però che sul
fracking non ci sono
controlli e che non mancano rischi per l’ambiente e la salute dei cittadini.
Intanto, il business è
iniziato, scoraggiando
l’attività delle industrie
energetiche rinnovabili.
Il Senato
americano
ha inflitto
una dura
sconfitta a
Barack Obama
bocciando la riforma della
National Security Agency.
Lo «Usa Freedom Act»,
questo il nome della proposta di legge fortemente
voluta dal presidente Usa,
avrebbe dovuto porre fine
alla raccolta automatica
di dati dalle chiamate
telefoniche degli americani. Un giro di vite contro
le intercettazioni selvagge
al centro dello scandalo
che ha travolto la Nsa. Il
no rinvia al prossimo
anno il dibattito sulla
riforma, il cui stallo è
legato alla modifica del
«Patriot Act», la legge
anti-terrorismo approvata dopo l’11 settembre.
LA STAMPA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
È ACCUSATO DI STUPRO. DA OLTRE DUE ANNI VIVE BLINDATO NELL’AMBASCIATA DELL’ECUADOR A LONDRA
La Svezia non si arrende
“Arrestate Assange”
La Corte conferma il mandato di cattura per il fondatore di WikiLeaks
MONICA PEROSINO
Julian Assange è finito in un
vicolo cieco giudiziario, un
paradosso che non lascia
scampo. La Corte d’appello
di Stoccolma ha rigettato ieri
la richiesta degli avvocati del
fondatore di WikiLeaks di revocarne il mandato d’arresto. E ora, se Assange osasse
mettere piede fuori dall’ambasciata dell’Ecuador a Londra, dove si è autoesiliato da
due anni, verrebbe immediatamente prelevato da
Scotland Yard - che staziona
in pianta stabile di fronte all’ambasciata dal 2012 - ed
estradato in Svezia.
Il caso va avanti dall’agosto 2010. Un mese prima
WikiLeaks aveva iniziato a
rendere pubblici gli «Afghan
War Logs», i documenti classificati sulla guerra in Afghanistan. Sono i giorni in cui i
file segreti dalle ambasciate
americane in tutto il mondo
mettevano in imbarazzo Capi di Stato e cancellerie. A
maggio era scattata la denuncia contro l’analista dell’intelligence Usa Bradley
Manning - condannato poi a
35 anni di carcere - per aver
passato ad Assange una serie
di file top secret tra cui il video «Collateral Murder». Ad
agosto Assange, l’uomo che
ha svelato i segreti degli apparati militari e diplomatici
di mezzo mondo, si trova in
Svezia per una serie di conferenze. Due mesi dopo la procura di Stoccolma ne ordina
l’arresto. L’accusa è di stupro. Due donne svedesi lo
hanno denunciato per violen-
I nodi
1
Gli «Afghan War Logs»
1 Il 25 luglio WikiLeaks
svela a «New York Times»,
«Guardian» e «Der Spiegel» i
file segreti sulla guerra in Afghanistan
2
KI PRICE/REUTERS
L’accusa
1 l 18 novembre 2010 il tri-
bunale di Stoccolma spicca un
mandato d’arresto per Assange con l’accusa di stupro, molestie e coercizione illegale
3
L’autoesilio
1 Nel giugno 2012, dopo la
richiesta di estradizione della
Svezia, Assange si rifugia nell’ambasciata dell’Ecuador a
Londra e chiede asilo politico
SMASCHERATO IL TRUCCO DEL SITO «INSECAM»
Hacker e webcam, così i russi
spiavano le famiglie inglesi
Un sito web russo trasmetteva illegalmente immagini in tempo reale provenienti da migliaia di telecamere sparse per il Regno
Unito e installate all’interno di palestre, case private
e altri luoghi pubblici. «Sono veramente preoccupato
per quello che mostra questo sito e voglio che i russi
lo rendano inaccessibile subito», ha detto il capo del-
1
l’organismo per la protezione dei dati nel Regno Unito
Chistopher Graham del sito incriminato «Insecam»,
chiedendo la collaborazione degli Usa. Il sito sarebbe
attivo da circa un mese e
fra le immagini che vengono inviate ci sono quelle che
arrivano da Webcam usate
per controllare i bambini
nella loro cameretta o da
uffici e palestre.
za sessuale: hanno avuto rapporti consenzienti, ma Assange non ha usato il preservativo,
come entrambe avevano richiesto. E per la legge svedese
questa omissione è configurabile come stupro.
Da allora, da quattro anni, la
procura ne richiede l’arresto e
l’estradizione. Non per incarcerarlo, visto che Assange non
è ancora stato incriminato, ma
per interrogarlo, dal momento
che le indagini del pubblico ministero Marianne Ny sono ancora nelle fasi
preliminari.
Per questo
- in quello che
gran parte
dell’opinione
pubblica svedese bolla come «circo giudiziario» - la
Corte d’appello boccia sì la
richiesta degli
avvocati, ma
critica la procura «che non
ha trovato
strade alternative» e che
«non ha ancora superato»
la fase preliminare delle
indagini. Sarebbe a dire
che forse, visto
anche
l’avallo e il supporto del governo inglese, i pubblici ministeri
potrebbero andare a interrogarlo a Londra.
Assange si è sempre opposto all’estradizione in Svezia
ordinata da Marianne Ny, convinto che questo sia, in realtà,
solo il primo passo verso
l’estradizione negli Stati Uniti
dove, dal 2010, è in corso un’indagine del Grand Jury sulla
pubblicazione dei documenti
segreti del governo americano. Uno degli avvocati di Wikileaks, Per Samuelson, ha annunciato che il prossimo passo
sarà quello di presentare un
nuovo appello alla Corte suprema svedese. Il prossimo
passo di Assange, invece, sarà
quello di divulgare presto nuovi file segreti.
Addio duchessa d’Alba
la ribelle che dava del tu
alla regina Elisabetta
Ritratto
MARIA CORBI
U
n sangue così blu da
permetterle di dare
del tu alla regina Elisabetta. Una regina ad honorem in patria. Una leggenda. María del Rosario Cayetana Fitz-James Stuart,
XVIII Duchessa d’Alba, 88
anni se ne è andata. E la sua
Spagna, ha pregato per lei
accompagnandola in diretta
tv al suo ultimo respiro. Il
popolo in lutto, una scia di
lacrime per un pezzo di storia e di tradizione, un legame
che sottolinea ancora di più
il distacco con la casa regnante, quella in carica.
Ci vuole una parete per
contenere tutti i suoi titoli
nobiliari di questa donna che
Estero .15
SPARI SU ISPETTORI OSCE
Mille morti
dall’inizio
della tregua
in Ucraina
KIEV
Da quando lo scorso 5 settembre è stato siglato il cessate il
fuoco in Ucraina orientale,
sono - secondo stime Onu –
quasi mille le persone che
hanno perso la vita nel conflitto del Donbass. In effetti,
la fragile tregua non ha mai
del tutto messo a tacere i kalashnikov. Proprio ieri, un
convoglio di osservatori Osce
è finito sotto il fuoco di uomini
«armati e in uniforme» a circa 15 chilometri a ovest di Donetsk, in una zona controllata
dalle truppe di Kiev. Mosca
ha subito puntato il dito contro il governo ucraino, che ha
negato a sua volta.
Alla vigilia del primo anniversario della rivoluzione del
Maidan, la tensione rimane
alta. Oggi, nel centro di Kiev,
si svolgerà una manifestazione per ricordare la rivolta e i
suoi caduti. Saranno presenti
anche il vicepresidente americano Joe Biden, che incontrerà il capo di Stato ucraino
Petro Poroshenko e il premier Arseni Iatseniuk, politicamente vicino a Washington
e a favore di un ingresso dell’Ucraina nella Nato a cui Mosca - accusata da Kiev e Usa
di sostenere militarmente i
separatisti - è da sempre fermamente contraria. Alla
mossa americana, il leader
del Cremlino Vladimir Putin
ha risposto indirettamente
affermando che le cosiddette
rivoluzioni colorate «sono
una lezione e un monito» e devono essere evitate. Da quando è iniziato il conflitto nel
sudest ucraino lo scorso aprile a oggi, sono morte complessivamente 4.317 persone
tra civili, soldati e miliziani. I
[G. GAM]
feriti sono 9.921.
MATTIA FELTRI
C
Spagna, muore a 88 anni Cayetana Fitz-James Stuart
ha collezionato tre mariti e 6 chessa d’Alba, è stata la musa
figli: 14 volte Grande di Spa- di Francisco Goya, era lei la
gna, 7 volte duchessa, 23 con- «Maja Desnuda». Picasso
tessa, 1 viscontessa, 17 volte avrebbe voluto lei «desnuda»,
marchesa. Nel Guinness Wor- ma il primo marito, l’aristold Records. Per Oriana Fallaci cratico Luis Martinez de
«il sangue più blu di tutti i san- Irujo, non lo permise.
gui della terra» che avrebbe
Nata nel 1926 a Madrid,
potuto ambire anche al trono Cayetana (la sua madrina fu
di Scozia se il referendum di la regina Vittoria Eugenia di
settembre avesse deciso per Spagna), passò la sua infanla separazione da Londra.
zia a Londra dove il padre
Se ne è andata per le conse- era ambasciatore, cenava
guenze di una polmonite e con Winston Churchill e gioquando ha capito
c av a c o n l e
che questa volta LA DONNA DEI RECORD p r i n c i p e s s e
non l’avrebbe Ha collezionato titoli Margaret ed
raccontata ha
Elisabeth. Le
nobiliari, ricchezze sue amiche da
voluto tornare
Sposata tre volte giovane donna
nel palazzo di
Dueñas, a Sivisi chiamavano,
glia, immerso nel profumo del Audrey Hepburn e Jacqueligiardino di limoni.
ne Kennedy. Amava circonLa sua storia si mescola con darsi di bellezza e di arte
la leggenda e con il romanzo. grazie a un patrimonio stiPerché la duchessa ha sempre mato intorno a 1,2 miliardi di
vissuto come un’eroina della euro. Ma non amava buttare
letteratura ottocentesca. D’al- i soldi, andava a fare shoptronde una sua antenata del 18 ping da Dior come nei grandi
esimo secolo, la 13esima du- magazzini. Per spostarsi da
.
JAVIER DIAZ/REUTERS
L’omaggio di Siviglia
Nella «sua» città è stato decretato il lutto in omaggio a quella
donna «libera e coraggiosa», come la definì l’ex Presidente Guerra
Madrid a Siviglia prendeva il
treno. «Molte persone confondono avere cash con l’avere asset, non abbiamo mai
avuto molto cash» ha scritto
nella sua autobiografia. Messaggio chiaro ai nuovi ricchi.
Una benedizione per la
stampa rosa che ha seguito i
suoi tre matrimoni, i divorzi,
le liti con i figli contrari alla
sua ultima follia, le nozze con
un impiegato senza altra fortuna che la sua prestanza:
Alfonso Diéz, 24 anni più giovane di lei.
Ha seguito sempre il cuore,
mai le convenzioni.
«Sono una donna con un po’
di sangue gitano e un po’ di
magia, sempre disposta a vivere la vita al meglio possibile», si descriveva nella biografia «Yo Cayetana». Di lei si sono innamorati toreri e principi come l’italiano Aspreno Colonna, ma anche Alí Khan, il
padre dell’attuale Aga Khan e
uno dei mariti di Rita Hayworth. Amava stupire e stupirsi.
Odiava frenarsi in nome del
suo rango. E della sua età. Non
ayetana, duchessa
d’Alba, è morta ieri a 88
anni. In realtà aveva un
nome più lungo (Doña María
del Rosario Cayetana Alfonsa
Victoria Eugenia Francisca
Fitz-James Stuart y de Silva
Falcó y Gurtubay). Oltre che
d’Alba, era duchessa di altri
sette posti, marchesa di altri
diciannove, contessa di altri
ventitré, ma anche contessaduchessa di Olivares,
viscontessa di la Calzada,
baronessa di Bosworma. A
parte la longevità, sembra la
storia di Scelta civica.
si rassegnava al tempo che
passava impietoso lasciando
solchi sulla sua pelle e ha cercato di fermarlo siglando un
patto con i migliori chirurghi
di Spagna. Ma quel suo essersi
sfigurata, assomigliando sempre più a un cartone animato,
ha intenerito gli spagnoli che
non le hanno mai tolto la loro
simpatia. Era «una donna libera e coraggiosa», come ha
detto l’ex Presidente socialista Alfonso Guerra, «che si è
messa il mondo in testa come
un cappello da torero».
1232456 89 3A12BC42 8D9E LA STAMPA 9F
Mondadori Store ha vinto il premio
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LA STAMPA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
La fame
nel mondo
Investimenti Servirebbero 3,2 miliardi
di dollari l’anno per dare da mangiare
a 66 milioni di ragazzini in età scolare
.
Estero .17
Il dramma Malgrado i sistemi produttivi avanzati
ogni anno la carenza di cibo miete più vittime
di Aids, tubercolosi e malaria messe insieme
L’emergenza
63
i Paesi in via di sviluppo
che hanno dimezzato
il numero di persone
che soffrono la fame
805 milioni
Le persone che soffrono
la fame nel mondo,
sono 1/9
della popolazione
50%
La mortalità a causa
di malnutrizione rappresenta
il 50% della mortalità totale
L’OSSERVATORE ROMANO/ANSA
I tre Paesi
dove si soffre
più la fame:
LEGENDA
Obiettivo raggiunto
(dimezzare %
di persone denutrite)
o che si prevede
sarà raggiunto entro il 2015
Timor Est
Progressi insufficienti
Burundi
Nessun progresso o situazione
in peggioramento
Niger
Centimetri
LA STAMPA
Papa Francesco con la Regina di Spagna Letizia al vertice della Fao a Roma
I diritti
Il paradosso
L’affamato chiede
diritto di cittadinanza
Chiede dignità
non elemosina
Lo spreco, lo scarto
e il consumo
eccessivo sono
davanti ai nostri occhi
Dati non rilevabili
La denuncia di Papa Francesco
“Il mercato non speculi sul cibo”
Bergoglio alla Conferenza della Fao: ce n’è per tutti, ma non tutti mangiano
FRANCESCA PACI
ROMA
M
adre Terra non è Dio e,
se trascurata, «non ci
perdonerà». Parola
del Pontefice, che ieri
è intervenuto alla seconda Conferenza Internazionale sulla Nutrizione organizzata dalla Fao e
dall’Organizzazione mondiale della
Sanità (Oms). L’appello di Bergoglio
per uno sfruttamento sostenibile del
pianeta, dalle risorse ambientali a
quelle alimentari, è rivolto a una società globale sempre più tecnicizzata
in cui «c’è cibo a sufficienza per tutti
ma non tutti possono mangiare».
Il paradosso dell’abbondanza è da
oltre vent’anni il cruccio delle agenzie umanitarie, che ripetono come a
dispetto di sistemi di produzione
agricola estremamente avanzati la
fame continui a mietere ogni anno
più vittime di Aids, malaria e tubercolosi insieme. I rapporti dell’Onu so-
Burundi
Secondo l’Indice
Globale Fame
del 2014 in cima
alla classifica
dell’emergenza
c’è il Burundi,
dove il livello
del bisogno
di cibo è salito
dal 32% del ’90
al 35,6% attuale .
Mentre est
e sud-est asiatico
fanno progressi,
la denutrizione
affligge l’Africa
sub-sahariana
no bollettini di guerra (anche quando
la guerra non c’è): 805 milioni di persone nel mondo non hanno abbastanza
da mangiare (ma sono 209 milioni in
meno del 1990), la maggior parte degli
«affamati» vive in Paesi in via di sviluppo dove il 13,5% degli abitanti è denutrito, 3,1 milioni di bimbi muoiono ogni
anno entro i 5 anni per problemi alimentari, l’80% dei minori con deficit di
sviluppo vive in 20 Paesi.
Il Papa punta l’indice contro il mercato, le cui «priorità», in primis il guadagno, ostacolano la lotta contro la fame riducendo il cibo a «una merce
qualsiasi, soggetta a speculazione anche finanziaria». La crisi è un acceleratore di energia negativa che ingabbia
in un circolo vizioso. Secondo il World
Food Programme (Wfp) servirebbero
3,2 miliardi di dollari l’anno per alimentare 66 milioni di ragazzini in età
scolare, poco più di quanto la Apple ha
investito qualche mese fa per acquisire
Beats Music e Beats Electronics e circa un sesto della cifra sborsata dal pa-
Vaticanistade«LaStampa»
AdAndreaTornielli
ilpremio«DeCarli»
Eritrea
Sebbene sia
migliorata
rispetto al 1995,
quando alla fine
di 30 anni
di guerra
ad aver fame
era il 41,2%
degli abitanti,
l’Eritrea resta
uno dei paesi
più bisognosi
del pianeta,
dove nel 2014
il livello
di denutrizione
resta al 33,8%
1 È Andrea Tornielli uno dei vinci-
tori del Premio giornalistico Giuseppe De Carli, istituito alla memoria del
fondatore di Rai Vaticano scomparso
nel 2010. Tornielli, vaticanista de «La
Stampa» e coordinatore del portale
«Vatican Insider», ha ricevuto il riconoscimento per l’intervista a papa
Francesco, pubblicata il 15 dicembre
2013 col titolo «Mai avere paura della tenerezza». La giuria lo ha scelto in
particolare «per la grande pertinenza delle domande poste al Santo Padre». Insieme a Tornielli hanno vinto
Daniele Bellocchio dell’Espresso e Aldo Maria Valli del Tg1 Rai. A Luigi Accattoli del «Corriere della Sera» è stato assegnato il premio alla carriera.
Pranzo
Oggi la protesta nelle scuole materne ed elementari
Bambini
in mensa
Oggi a Bologna ci sarà
il cosiddetto«
sciopero
del vassoio»
I genitori
rivendicano
prodotti
biologici
al 100%
A Bologna sciopero contro le mense
I genitori vogliono alimenti biologici
Critiche anche per
le tariffe troppo alte
Il Comune: i nostri
pasti sono di qualità
FRANCO GIUBILEI
BOLOGNA
Lo sciopero del vassoio scatterà a mezzogiorno di oggi quando i bambini delle scuole materne ed elementari di Bologna, anziché mangiare il pasto
fornito dalla mensa, addenteranno un panino portato da casa. Non è bastata la mediazione del sindaco Virginio Merola
a scongiurare l’agitazione: l’Os-
servatorio mense di Bologna,
una rappresentanza delle famiglie, ha deciso di «incrociare» le
posate per ottenere una maggiore qualità del cibo, contestando
allo stesso tempo tariffe troppo
alte e la politica di mancata redistribuzione degli utili di Seribo,
l’azienda che confeziona i pasti
partecipata al 51% dal comune.
Ma siccome siamo pur sempre a Bologna, una delle capitali
italiane del mangiar bene, i genitori sono arrivati a rivendicare
alimenti biologici al 100% (come
peraltro prevede una legge regionale dell’anno scorso, ndr),
un controllo puntuale sull’intera filiera, l’eliminazione dei piatti di plastica e l’acquisto di lavastoviglie adeguate al lavaggio
dei nuovi piatti in ceramica.
La rottura con l’amministrazione arriva dopo un’altra polemica scoppiata alcuni giorni fa,
a causa della sperimentazione
del «piatto unico» da parte di
Seribo nelle mense scolastiche: i
bambini si sono visti presentare
soltanto una porzione di tagliatelle al ragù, la notizia è circolata
su Facebook e il piatto unico è
stato subito irriso come «unico
piatto». L’osservatorio delle famiglie poi contesta anche i prezzi. «Un pasto in mensa, per la fascia di reddito superiore ai
26mila euro, a Bologna costa
6,83 euro contro i 4,92 di Firenze
e i 3,56 di Milano – spiega Sebastiano Moruzzi, portavoce dell’Osservatorio – Questo per noi è
tron di Facebook per WhatsApp.
A 25 anni dal crollo del muro di Berlino e dalla vana previsione di una pacificata fine della Storia l’auspicio moraviano di far diventare la guerra un tabù è morto, la sfida alla fame lanciata
nel 1985 da LiveAid è morta e il mondo
intero non si sente molto bene. Le diseguaglianze che la globalizzazione aveva fatto credere di poter annullare e
che ispirano la teoria della «decrescita
felice» sono, per l’assai poco global
Francesco, una bomba a orologeria.
Nel suo cahier de doléances il Pontefice non dimentica nulla: «I rapporti
tra le Nazioni troppo spesso rovinati
dal sospetto reciproco», «quanti mancando del cibo quotidiano hanno smesso di pensare alla vita e lottano solo
per la sopravvivenza», «lo spreco e il
consumo eccessivo», «l’acqua erroneamente considerata gratis», «l’obbligo
di condividere la ricchezza economica
del mondo», «l’urgenza di un sistema
internazionale equo che tuteli il diritto
all’alimentazione e il diritto alla vita».
Ad eccezione dell’ultimo punto, dietro
cui si legge la più controversa posizione della Chiesa sull’aborto e l’eutanasia, Bergoglio raccoglie il consenso diffuso di quella fetta del pianeta che al di
là delle categorie novecentesche di destra e sinistra vorrebbe mettere un
freno alla corsa cieca del progresso. La
platea applaude, applaudono gli uomini e soprattutto le donne. Il Wfp calcola che se le contadine avessero il medesimo accesso degli uomini alle risorse,
il numero degli affamati nel mondo potrebbe diminuire di 150 milioni.
FOTOGRAMMA
un prezzo ingiustificato». «E a
fronte di questi costi – prosegue
Moruzzi – , la qualità non trova
riscontri: per la regione gli alimenti dovrebbero essere interamente biologici, invece qui siamo al 61%». E così sul servizio
mensa oggi pioveranno migliaia
di disdette, com’è verosimile
aspettarsi dopo il successo del
primo sciopero, lo scorso 5 maggio, quando secondo gli organizzatori aderì il 60% delle famiglie
(i bambini sono circa 18mila, per
altrettanti pasti ogni giorno).
Il comune replica con un comunicato: «A settembre la quota di materie prime da coltivazioni biologiche ha raggiunto il
61%; se si contano anche i prodotti dop, igp o di origine locale si
supera il 70%». Quanto alla plastica, «in tutte le scuole vengono
utilizzati piatti di ceramica o ecocompatibili, in 52 scuole sono già
operative le lavastoviglie e saranno stanziati fondi per le lavastoviglie nelle scuole rimanenti».
A Milano
Pocaigiene,lascuola
bocciala«schiscetta»
1 Naufraga a Milano il pro-
getto di riportare in auge la
tradizionale «schiscetta». La
sperimentazione avviata il 3
novembre scorso in una scuola elementare del «Lunch Box»
va in soffitta. Motivo: «Non
sussistono i requisiti minimi
atti a garantire la sicurezza alimentare», spiegano da Milano Ristorazione, società che
gestisce la refezione scolastica. Prevedeva la sostituzione
dei piatti di plastica, in uso in
mensa, con un contenitore
adibito al consumo del pasto a
scuola, da riportare a casa, lavare e riportare il giorno successivo. Ma le analisi sui contenitori, hanno evidenziato che
solo un quarto dei Lunch Box
risultava idoneo all’utilizzo.
18 .Cronache
STAMPA
.LA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
La storia
PIERANGELO SAPEGNO
ASTI
al giudice, ieri,
non s’è fatto vedere. Ma lui non
si faceva mai vedere. Anche per
rubare, Pierino Santoro distoglieva, o sottraeva, si dice così.
Da direttore generale dell’Atc
di Asti, che gestisce quasi
duemila case popolari, aveva
portato via in dieci anni 8,5
milioni di euro senza mai uscire dal suo buco, senza mai farsi vedere una volta a una festa, una cena, un invito qualsiasi, un incontro.
Aveva la vita di un impiegatuccio della ricchezza, preciso
e noioso, lui, che sussurrava
sempre, anche se doveva comandare, che non si faceva
mai sentire quando camminava, come se avesse vergogna,
anche adesso che poteva fare
quello che voleva con tutti i
soldi che aveva preso, Pierino,
che stava sempre zitto, «con
quella sua aria da chierichetto», come ce lo hanno descritto i colleghi, piccolino, grigio,
stempiato, così anonimo, con
quelle giacche e quelle cravatte senza stile, con quelle scarpe nere allacciate perfettamente e il cappello da levare
appena, come facevano i signori per accennare un saluto. Ieri, Pierino Santoro ha
patteggiato senza farsi vedere: 4 anni e due mesi per quegli 8,5 milioni che ha rubato di
nascosto a tutti. Cioé, niente.
La sera prima, mezza Asti
aveva partecipato a una fiaccolata per chiedere una condanna esemplare. Ma chissà se
serve condannarle persone come lui. Continua a fare la vita
che gli concede il suo perime-
D
La doppia vita del travet
Pierino Santoro, ex direttore
delle case popolari di Asti:
ha rubato una fortuna senza
che nessuno lo fermasse
Il procuratore
8,5
La giustizia fa
il suo corso, non ci
facciamo condizionare
dalle fiaccolate
milioni
La somma che Pierino
Santoro ha rubato nell’arco
di dieci anni
Giorgio Vitari
L’uomo che ha rubato un tesoro
se la cava con 4 anni di carcere
Asti in piazza contro la pena inflitta all’ex direttore delle case popolari
tro, con la stessa noia e lo stesso
vuoto, come se fosse già nato per
vivere sempre nello stesso posto
e nella stessa cella, solo la villa
con piscina al posto della casa in
condominio, i Suv da cambiare
ogni otto mesi e gli orologi Rolex,
l’unica sua passione, come se
quella fosse la diversità.
Lo scoprirono quasi per caso
all’inizio di quest’anno durante
un controllo del collegio sindacale. I 3 ispettori trovarono la
ricevuta di una carta di credito
legata a un conto che non esisteva. Chiesero a tutti e alla fine
lui confessò: è mia. Andava
avanti da 10 anni, facendo mandati di pagamento senza giustificativi: «Contavo sul fatto che
non c’era un sistema di controllo incrociato». In realtà, nessuno riusciva a pensare a lui, a
quest’omino così fedele ai suoi
orari e alle sue abitudini. Al pm
confessò che in effetti era stupito che «il revisore dei conti non
controllasse bene i bilanci, che
gli andasse bene tutto quello
che gli preparavo io». Usava
trucchetti banali, faceva tanti
piccoli mandati di pagamento
senza fattura, di modo che non
risultassero. Ma quando qualche dipendente storceva il naso, rispondeva duro: «Fatti gli
affari tuoi». E all’impiegata che
si rifiutava di truccare un conto, sibilò come sapeva fare: «Ricordati che sei una precaria».
Perché Pierino era noioso e
preciso, ma anche spietato, a
modo suo. Quando lo beccarono
andò in depressione e tentò il
suicidio. Però, una volta finito in
clinica a Bra, ha organizzato
con ostinata meticolosità l’occultamento delle sue ricchezze,
intestando conti, veicoli e case
ai familiari, e spargendo qualche utile menzogna. Solo alla figlia spiegava che stare in clinica «mi servirà perché sono un
soggetto che ha avuto problemi
e non sarà più compatibile con
la vita carceraria».
Molti soldi li aveva tenuti in
banca, come un onesto travet.
Nella sentenza di ieri hanno
disposto il sequestro dei conti
correnti: due milioni d’euro. E
la vendita all’asta della villa
che s’era fatto costruire, così
banale e così grande. Dalla clinica, al telefono con un avvocato, lancia anche qualche
messaggio: «Sai come dice
Cetto Laqualunque? Se mi
metto a cantare io... Se canto
io, io canto come un usignolo».
Gli impiegati si erano divertiti
tanto con quel cialtrone di
Cetto. Al giudice nega: «Ma
no, ero molto teso in quel periodo...». Poi torna preciso come
sempre, come l’impiegato modello che era. Dalla clinica cerca sul tablet le escort di Bra.
Chiama e chiede a una puntigliosamente: «Ma sei proprio
come nella foto?». Perchè se
no, non paga. Esce, va e rientra soddisfatto. La precisione
è tutto nella vita.
LA STAMPA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
Cronache .19
.
NEGLI STATI UNITI
In carcere
da 39 anni
per un delitto
mai commesso
Veneziani
esentati
FRANCESCO SEMPRINI
NEW YORK
Il provvedimento
del Comune
di Venezia
si applicherà ai soli
turisti: i residenti,
infatti, potranno
continuare a usare
le loro valigie con
le ruote
ANDREA MEROLA /ANSA
il caso
MASSIMO GUERRETTA
VENEZIA
l Redentore, Capodanno, la Regata Storica e
il Carnevale. Nei giorni
in cui Venezia si trasforma in un caleidoscopio di rumori - e ben ci sono abituati i veneziani stessi non resta altro da fare se non
alzare il volume della tivù o
andare a dormire il più tardi
possibile, per dribblare il caos. Meno facile, invece, è abituarsi durante tutti gli altri
giorni dell’anno a quel rollio
continuo. Quel rumore di
carretti, di ruote che strisciano, sgommano, saltano,
sbattono. I trolley, questi nemici dell’udito, tornano a far
parlar di sé. Ci aveva provato
prima Cacciari – l’ex sindaco
firmò un’ordinanza che vietava il passaggio di carretti e
valigie con ruote sul ponte di
Calatrava, controlli impossibili per i vigili – ora il tentativo spetterà al commissario
prefettizio, in sella dopo il
ruzzolone di Orsoni. Ha appena dichiarato guerra aperta alle appendici di ogni turista. Anzi, alle loro ruote di
plastica piena, dura. Plastica
divenuta insopportabile.
I
Venezia, trolley al bando
“Fanno troppo rumore”
Il commissario prefettizio: dai ruotini danni anche ai masegni
Mai più turisti con valigie
rumorose che strisciano sugli antichi «masegni» di Venezia, deroga invece per i veneziani stessi, soliti a usare
proprio i carretti, a «sfregiare» i ponti: la rivoluzione partirà da maggio (prima dell’insediamento del nuovo sindaco, quindi), per chi sgarra
multe fino a 500 euro.
Vittorio Zappalorto vuole
far approvare un’ordinanza
anti inquinamento che rivoluzionerà la mobilità in centro
storico, obbligando turisti a
utilizzare esclusivamente valigie con ruote di gomma, gonfiate ad aria. Di più: i dirigenti
del settore edilizia, tra il serio
e il faceto, auspicano che
«qualche produttore di valigie
inventi il modello Venezia».
D’altronde basta scendere
dagli scalini della stazione di
Santa Lucia per rendersi conto di quel brulicare di persone
con i valigioni – 27 milioni di
turisti all’anno, secondo le sti-
Venezia è il più grande
monumento al
mondo, dobbiamo
quindi gestire la tutela
dei luoghi pubblici
della città
Vittorio Zappalorto
commissario
prefettizio
me - che attentano all’udito e
che cercano di fare l’impossibile per evitare di pagare i 7
euro a tratta, costo quasi proibitivo del vaporetto, per muoversi in città. «Venezia è il più
grande monumento al mondo
– ricorda Zappalorto – dobbiamo quindi gestire la tutela dei
luoghi pubblici, come ponti e
calli, e il crescente inquinamento acustico di una città
che sposta merci ed effetti personali senza automobili, ma
500
euro
A tanto potrà arrivare la
multa che i vigili potranno
dare a chi non rispetterà
l’ordinanza
con mezzi a ruota a spinta».
L’obiettivo è di evitare che gli
urti continui rompano i «masegni», le maxi mattonelle in
pietra d’Istria su cui si cammina in centro storico, e i ponti
che solcano i canali.
Banditi, dunque, i trolley
con ruote in gomma piena e
quelli di plastica perchè fanno
troppo rumore e troppi danni.
Che il problema sia reale, comunque, è dato dallo stato del
ponte di Rialto: i tecnici che
stanno lavorando al restauro
non hanno potuto non notare i
segni del passaggi di trolley e
carretti.
La nuova disposizione verrà
inserita nel regolamento edilizio municipale e non varrà per
i residenti. Il commissario ha
nel mirino non solo i turisti, ma
anche i carretti di hotel e supermercati, di operatori del
trasporto merci e delle lavanderie: il commissario ricorda
che non mancano le segnalazioni dei «numerosi cittadini
che hanno sottolineato il grave
disagio legato alla movimentazione in orari acusticamente
protetti dalla legge».
Alla fine della fiera, a rimetterci, potrebbero non esserci
solo i turisti, ma anche i vigili
urbani, in una sorta di contrappasso del supplizio di Tantalo: la polizia municipale dovrebbe quindi controllare tutti
i croceristi diretti in Marittina
e migliaia di turisti diretti verso gli hotel.
VIGEVANO, IL SINDACO FA UNA COLLETTA E PAGA LA CONTRAVVENZIONE
Ciotola per cani non in regola
Al barista multa di 168 euro
Per i vigili
si tratta
di occupazione
di suolo pubblico
FABIO POLETTI
VIGEVANO
Il monolite dello scandalo,
come da verbale della solerte
vigilessa di Vigevano con fischietto di acciaio e inossidabile senso del rigore, è «una
struttura a base circolare, di
30 centimetri di diametro e
30 di altezza, con annessa
bacinella contenente acqua». Per i titolari del Bar
Grecale in Corso Vittorio
Emanuele, Massimiliano e
Sonia, era solo «una ciotola
per abbeverare i cani fuori
dal nostro locale». Suddetto
manufatto è rimasto per oltre otto mesi - e pare incredibile - accanto all’ingresso del
locale. Impossibile non vederlo. Per fortuna l’oggetto in non
meglio precisata plastica, il
verbale ahinoi non approfondisce, avvolto in un cesto di vimini per evitare che qualcuno
ci inciampasse, è stato notato
dalla indefessa vigilessa con
inappuntabile divisa di ordinanza che domenica 9 novembre ha imposto che venisse tolto dal marciapiede per «indebita occupazione di suolo pubblico». Sembrava finita lì, ma
poichè ad ogni violazione si deve accompagnare inflessibile
sanzione è arrivato pure il verbale, con tanto di timbro della
Polizia municipale del paesone
in provincia di Pavia, per un
importo di 168 euro, bolli e diritti di segreteria inclusi.
La sanzione - come rivela La
Provincia Pavese - è già stata
pagata dal sindaco Andrea Sala che ha fatto colletta tra i suoi
amministratori e poi è andato
prima in posta col bollettino e
poi al bar. Il sindaco è un filo
CONTRO I RINCARI
Strisce blu a Roma
Il Tar chiede
gli atti al Comune
Entro 20 giorni il
Comune di Roma dovrà consegnare al Tar
del Lazio tutti gli atti
che hanno portato alla
decisione di aumentare
le tariffe per il parcheggio delle auto sulle
strisce blu. L’ordinanza
è stata emessa ieri dopo la discussione sui
tre ricorsi proposti da
una trentina di professionisti e cittadini romani, dal Movimento
dei Consumatori e dal
Codacons per contestare la delibera.
1
GETTY
Domenica ci sarà una manifestazione a sostegno del barista
indispettito per l’eccesso di zelo della vigilessa e ha fatto
aprire un’indagine: «Ritengo
che la polizia locale abbia ben
altre priorità, quali garantire
la sicurezza e il decoro della
città. Mi sarei augurato un po’
più di buon senso».
Sul profilo Facebook del Bar
Grecale ci sono oltre cento
commenti. Per domenica si
prevede una manifestazione si
spera autorizzata a sostegno
dei baristi e dei proprietari di
cani. Massimiliano, il titolare
della caffetteria, l’ha presa sul
serio: «Non pensavo di violare
il Codice della Strada. Il nostro
voleva solo essere un gesto di
cortesia. Appena c’è stato fatto notare che la ciotola non era
regolamentare l’abbiamo tolta. Non ci aspettavamo la sanzione. Ora stiamo studiando il
regolamento del Comune per
metterci in regola».
Un atteggiamento che sarà
citato ad esempio dal tutore
dell’ordine che avrebbe affascinato pure lo scrittore Lucio Mastronardi, autore de Il
calzolaio di Vigevano, Il maestro di Vigevano e purtroppo
non de La vigilessa di Vigevano. Perchè la legge è legge e
questo è il paese del Diritto,
non sia mai che qualcuno non
righi dritto.
Esce di prigione dopo 39 anni,
diventando così il cittadino
americano che più a lungo di
ogni altro è rimasto ingiustamente dietro le sbarre, prima
di essere scarcerato. Ricky
Jackson potrà riacquistare la
sua libertà, grazie alla sentenza di un tribunale di Cleveland, Ohio, che ha annullato le
condanne a suo carico, per un
omicidio che risale al 1975. Secondo quanto riferito da Mark
Godsey, avvocato dell’Ohio Innocence Project, restano solo
le ultime pratiche amministrative da completare, e
Jackson potrà dire addio alla
galera, dopo esserci entrato
quando aveva solo 18 anni.
L’uomo, oggi 57 enne, era
stato infatti condannato, assieme ad altre due persone,
per l’assassinio di Harold
Franks, commesso di «money order» di Cleveland, sulla
base della testimonianza di
Eddie Vernone, un ragazzino
di 12 anni il quale, dichiarò di
aver assistito all’aggressione.
Intorno al suo racconto è stato costruito il castello accusatorio che ha permesso di
incastrare Jackson, nessun
AP
Ricky Jackson ha oggi 57 anni
altro elemento nelle mani
della procura riconduceva il
giovane afro-americano all’omicidio del commesso.
Jackson fu comunque condannato alla pena di morte,
ma si salvò a causa di un difetto negli atti del processo.
La ricostruzione dell’unico
testimone tuttavia è stata
sempre contestata dall’accusato e da non pochi ritenuta
non plausibile. Tra questi i legali dell’Ohio Innocence
Project, associazione che perora le cause dei presunti
«condannati innocenti». Il
Project ha così chiesto di indire un nuovo processo, durante
il quale il super-test Vernon,
oggi 53 enne, ha ammesso che
in realtà, al momento dell’omicidio, si trovava a bordo
dello scuolabus. La nuova versione, confermata da più parti, significava che l’allora dodicenne non aveva assistito al
delitto, e tanto meno poteva
aver riconosciuto Jackson
quale esecutore. Per questo il
giudice del Cuyahoga County,
Richard McMonagle, non ha
potuto che prendere atto delle
circostanze e rivedere la sentenza di Jackson, ordinandone la liberazione. Rimane da
capire chi ha commesso quel
crimine: dalle indagini della
polizia di Cleveland, è emerso
che la calibro 38 e la convertibile verde ritrovate sulla scena del delitto appartenevano
a un pregiudicato, arrestato
tre anni dopo per omicidio aggravato relativo a una serie di
rapine, ma mai incriminato
per l’assassinio di Frank. Anche gli altri due condannati
per l’omicidio, i fratelli Ronnie
e Wiley Bridgeman, hanno
chiesto un nuovo processo.
12 45 67 18
59A97BC 82 AD59EF79 82 LA STAMPA 8
LA STAMPA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
.
Società .21
Nelle Langhe
TuttoNebbiolo
La storia
ROBERTO FIORI
COPENAGHEN
asta guerra di
campanile tra il vino di Cavour e
quello di Garibaldi, stop alle rivalità tra il Coppi e il Bartali dei
grandi rossi: dopo un secolo e
mezzo di spietata concorrenza, Barolo e Brunello hanno
deciso di firmare, se non proprio una pace, almeno un armistizio e di progettare strategie comuni per conquistare
nuove fette di mercato.
Lo fanno, per ora, un po’ all’italiana, organizzando due
degustazioni concomitanti,
l’una all’insaputa dell’altra,
che oggi e domani vedranno
protagonisti più di 70 produttori piemontesi e toscani divisi equamente tra Copenaghen e il castello di Barolo.
Ma al di là del calendario
da rodare, il segnale è inequivocabile e svela i primi passi
di un’inedita alleanza enologica per cavalcare il periodo positivo che stanno vivendo entrambi i vini e cogliere le opportunità che si nascondono
tra le pieghe di crisi e competizione.
In Danimarca, Barolo e
Brunello oggi si presentano
B
NEL SEGNO DELL’EXPORT
È un patto tra prodotti
di qualità che ora vivono
un momento positivo
insieme per la prima volta per
un evento di promozione nato
dalla partnership tra il consorzio I Vini del Piemonte, la
Strada del Barolo e il Consorzio del vino Brunello con il patrocinio
dell’ambasciata
d’Italia. Nelle eleganti sale del
Børsen Palace, nel cuore della
capitale, venti produttori di
Langa e altrettanti di Montalcino danno vita a una degustazione e a laboratori comparativi per 400 operatori
professionali e duemila
«wine-lovers».
Ma anche il castello di Barolo oggi e domani tende un
rametto d’ulivo agli storici rivali toscani per una degustazione aperta al pubblico degli
appassionati e organizzata da
WineZone. Un’occasione unica per scoprire, insieme con
trenta produttori, le affinità,
le indubbie differenze, ma anche le assonanze tra il Barolo
e il Brunello: temi che da sempre sono motivo di fascino, discussioni e accesi confronti.
Segno che qualcosa sta
PIEMONTE
Barolo
13milioni
È la produzione media
annua di Barolo, che può
essere venduto
quattro anni dopo
la vendemmia
Tra Barolo
e Brunello
l’alleanza
dei due re
Nel Senese
Sangioveseal100%
TOSCANA
Montalcino
I grandi e storici vini di Piemonte e Toscana
si presentano oggi insieme in Danimarca
e sanciscono così la fine di un’antica rivalità
1 Il Brunello di Montalcino
si produce solo con uva Sangiovese al 100% e solo nel Comune di Montalcino. La superficie vitata è di 2100 ettari.
Ha un colore rosso rubino intenso, odore caratteristico e
intenso, sapore asciutto, caldo, robusto e armonico. La
gradazione alcolica minima è
12,5%. Le aziende produttrici
sono circa 250, per il 70% viene esportato (soprattutto negli Stati Uniti, Centro America, Germania).
9milioni
di bottiglie
È la produzione media annua
di Brunello di Montalcino,
in vendita dopo
cinque anni dall’anno
della vendemmia
FRANCO COGOLI/SIME-MASSIMO RIPANI/SIME
cambiando nei due territori
simbolo dell’enologia italiana?
Vedremo. Che ci piaccia o no, i
francesi in fatto di saper vendere i loro vini nel mondo, sono
ancora in vantaggio. Appena si
apre un fronte, schierano compatti le loro bottiglie e la capacità di fare sistema, mettendo
in riga tutti gli altri. Ma c’è
Arriva la bambola
bella come la realtà
A sera, il sito web era inaccessibile. Dopo aver annunciato che 19 mila Lammily
saranno pronte per il mercato natalizio 2014, Nickolay Lamm, che si
presenta come «artista
digitale laureato in
marketing», è stato
travolto dal suo stesso successo. Un po’ come gli era
accaduto a marzo, quando
aveva lanciato una sottoscrizione online per finanziare la Lammily:
cercava 95 mila dollari,
ne raccolse 500 mila.
L’idea è semplice: creare
100% di uva Nebbiolo in undici comuni delle Langhe. La
superficie vitata è di 2000 ettari. Il vino ha un colore rosso
granato pieno e intenso, odore intenso e caratteristico e
sapore asciutto, pieno, armonico. La gradazione alcolica
minima è 13%. Le aziende che
lo producono sono circa 300,
il 75% della produzione va all’estero, soprattutto negli
Stati Uniti, Gran Bretagna,
Paesi Scandinavi, Svizzera.
di bottiglie
LA «LAMMILY» IN VENDITA PER NATALE
PIERO NEGRI
1 Il Barolo si produce con il
la prima bambola realistica,
basata sulle misure medie
delle vere diciannovenni
americane. In più, Lamm
ha prodotto un kit di 38
adesivi con i quali è possibile modificare la bambola e dotarla di cellulite,
brufoli, cicatrici, lentiggini, smagliature. La
bambola costa 25
dollari, il kit sei. È
chiaro, il progetto di
Lamm sfida i modelli irraggiungibili e irreali veicolati da altre bamboline di
antico e grande successo.
«La realtà con suoi alti e
bassi non è perfetta, ma è
bella», ha spiegato.
un’altra legge che compensa
questa amara verità. È il fatto
che, non appena Bordeaux e
Borgogna iniziano a rallentare,
salgono le vendite di Barolo e
Brunello, che da decenni si contendono il primato di vino italiano più apprezzato nel mondo, seguiti dall’Amarone.
Ebbene, questo momento
Il Lotto
ConcorsoN.139-Giovedì20novembre2014
Bari
85 84 65 30 6
Cagliari
8 72 46 87 14
Firenze
74 78 3 11 76
Genova
38 20 84 86 7
Milano
60 65 51 20 11
Napoli
3 12 81 76 65
Palermo
78 30 26 18 21
Roma
10 47 89 81 72
Torino
33 8 12 56 55
Venezia
82 68 14 24 56
Nazionale
23 17 79 73 24
SUPERENALOTTO
Combinazione vincente
42 56 45
numerojolly 82
68 83 48
superstar 4
MONTEPREMI 14.143.280,70 €
JACKPOT
394.072.024,60 €
Nessun 6
Nessun 5 +
Ai 11 con punti 5
19.286,30 €
Ai 591 con punti 4
362,51 €
Ai 20692 con punti 3
20,60 €
10 e LOTTO
Numeri vincenti
3 8 10 12 20 30 33 38 46 47
51 60 65 68 72 74 78 82 84 85
sembra essere arrivato anche
in Danimarca, e in generale nel
Nord Europa, dove i numeri
parlano chiaro: con una quota
di mercato pari al 20%, il nostro
vino è il più venduto, avendo superato da qualche anno anche
quello francese, fermo al 15%.
«È arrivato il momento di uscire allo scoperto, di presentarci
E’ mancato all’affetto dei suoi cari
Giuseppe Bergonzo
anni 80
Addolorati lo annunciano: la moglie,
la iglia, il fratello. Funerali sabato 22
novembre ore 10 parrocchia San Giuseppe Benedetto Cottolengo.
– Torino, 19 novembre 2014
O.F. Astra - tel. 011.280901
al mondo parlando di Sistema
Italia», dicono gli organizzatori, arrivati oggi a Copenaghen
armati di bottiglie e bicchieri.
L’ambasciatore Stefano
Queirolo Palmas è d’accordo:
«La Danimarca è un mercato
potenzialmente perfetto per i
nostri due “fuoriclasse”. L’attenzione al vino italiano in que-
E’ mancata
Ne danno il triste annuncio il iglio
Paolo con Lucrezia, i nipoti Chiara e
Marco, il fratello Pietro con Marisa e
Cristina, parenti tutti. Rosario oggi ore
20 nella parrocchia Santa Maria Madre della Chiesa, Settimo Torinese. Funerali sabato 22 ore 10,30 medesima
parrocchia.
– Torino, 20 novembre 2014
O.F. Eurofunerali - tel. 011.389335
Carla carissima, tutti gli amici del corso di inglese ti abbracciano e ti sono
vicini in questo doloroso momento
per la perdita del caro
Giovanni Masante
– Moncalieri, 20 novembre 2014
2008
2014
Rita Trombetta
ved. Allara
Margherita Tamietti
ved. Pelassa
Lo annunciano la iglia Ornella con
Diego ed Andrea. Rosario: venerdì
21 ore 17,30 Santuario N.S. Lourdes,
corso Francia 29 Torino, ore 20,30
parrocchia Villafranca d’Asti. Funerali:
sabato 22 ore 10,30 parrocchia Villafranca d’Asti.
– Villafranca, 20 novembre 2014
Sempre nel mio cuore. Ciao mamma.
E’ mancata all’affetto dei suoi cari
Iolanda Simonetti
ved. Neirotti
sto Paese è talmente alta che le
nostre esportazioni hanno superato tutti i principali competitor. Spero che l’esempio di
questa unione tra i produttori
dei due grandi rossi sia contagioso».
A quando l’alleanza tra
Amarone e Chianti, o tra Prosecco e Asti Spumante?
La società Pneumofore S.p.A. partecipa al dolore della famiglia per la perdita del signor
Alfredo Hiliker
– Torino, 21 novembre 2014
ANNIVERSARI
Beppe e Maria Sara ricordano congiuntamente con immutato affetto e
rimpianto i propri genitori
Salvatore e Concetta Fragalà
Giuseppe e Tina Catanzaro
Una Messa di Suffragio sarà celebrata
domenica 23 novembre 2014 alle ore
11 presso la cappella dei Mercanti.
– Torino, 21 novembre 2014
2013
2014
Lorenzo Zocchi
I tuoi cari con immutato rimpianto.
12 45 67 18
59A97BC 82 AD59EF79 82 LA STAMPA 88
LA STAMPA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
Esca formidabile I suoi vistosi frutti
erano (e purtroppo lo sono ancora spesso)
usati dagli uccellatori per attirare tordi e merli
Con le sue bacche scarlatte colora l’autunno (e gli uccelli ne vanno ghiotti)
PAOLO PEJRONE
I
l sorbo (Sorbus aucuparia) è
l’albero di Papageno, il furbo e
ingenuo uccellatore: le sue
rosse e vistose bacche erano, e
purtroppo qualche volta ancora sono, l’esca più popolare per irretire tordi, merli, cesene e tante altre
vittime di uno dei più spietati passatempi di «sportivi» senza cuore.
Piantato in roccoli, ragnaie e paretai, il sorbo era il degno compagno
del vischio: un vero duetto di morte.
Purtroppo dopo l’ultima guerra con
l’uso di sofisticate reti di nailon, si è
riusciti a fare delle autentiche stragi
e con esse a tacitare per sempre il
canto di milioni e milioni di uccelli.
Appartenendo all’eletta famiglia
delle Rosaceae, il sorbo non annovera che grazia e innocente bellezza: a
SCENOGRAFICO
Regala un tardivo e affascinante
colpo di rosso-arancio-rame
e «chiude» il défilé autunnale
RESISTENTE
Il «Sargentiana» cresce
a 2 mila metri: fu dedicato
al grande botanico Sargent
20
metri
Questa l’altezza
che può
raggiungere
l’albero
di «Sorbus
Aucuparia»,
quello più diffuso
in Italia
È presente anche
come arbusto
come bene sanno gli inglesi e soprattutto i giardinieri scozzesi.
Pochissimo conosciuto è il Sorbus
sargentiana, un sorbo proveniente
dalla Cina, dalle montagne del Sichuan, dove cresce fino a duemila
metri di altitudine. A scoprirlo in
quelle terre lontane, nei primi anni
del XX secolo, fu il mitico «Plant
Hunter» inglese Ernest Henry Wilson, che la Cina l’aveva percorsa in
lungo e in largo alla ricerca, dapprima, delle piantine di Davidia involucrata e poi dei semi del Meconopsis, il
papavero dell’Himalaya. Dedicò la
nuova scoperta al botanico americano Charles Sprag Sargent, suo mecenate e direttore del famoso Arnold
Arboretum a Boston, che proprio in
quegli anni, sotto la sua guida illuminata, era stato fondato dall’Università di Harvard.
Fu una scelta particolarmente felice quella di dedicare a Sargent una
pianta come il nostro sorbo, dall’aspetto tanto rustico e selvatico:
una pianta da bosco, molto più che
da giardino, per ricordare chi per
Fiori & frutti
In primavera
offre numerosi
piccoli fiori riuniti
in corimbi,
che si aprono
ad aprile,
profumati
e amati dalle api
I frutti, piccole
bacche lucide,
sono raccolti
in pesanti
grappoli
La sequoia nel ruolo di regina
TIZIANO FRATUS
ILCERCATOREDIALBERI
L
87
primo si batté, con coraggio e lungimiranza, per le native foreste americane, testimoni di una «Wilderness»
che era ormai necessario salvaguardare e proteggere. A lui devono molto i parchi per cui gli Stati Uniti sono
famosi nel mondo.
Quella del Sorbus sargentiana è una
generosità no-stop, senza ripensamenti: in ogni momento dell’anno sa
essere attraente e gradevolissimo,
specialmente in autunno, quando le
foglie, di poco più grandi di quelle delle altre specie, si tingono di un bel rosso -arancio -rame. Foglie, per
nostra gioia e delizia, lungamente
persistenti sull’albero: qui in
giardino, a differenza di tutti i
sorbi nostrani,
che da un pezzo
hanno perso la
chioma, il Sorbus
sargentiana continua a resistere,
regalando un
tardivo ed affascinante colpo di
colore, quasi a ricordare che a lui
soltanto, e da più
di
vent’anni,
spetta la chiusura del violento e
colorato défilé
autunnale.
Più tardi, durante l’inverno,
lucide come fossero laccate, le
grosse gemme
apicali che lo caratterizzano rispecchiano la luce
del sole. Pianta
resistentissima e
di poco volume, il
Sorbus sargentiana è sicuramente
HANS HUBER/MARKA
ideale per i piccoli giardini poiché riempie lo scorrere delle stagioni con un intenso susseguirsi di gradevoli momenti.
In Italia purtroppo è pianta poco
comune e quindi poco conosciuta, anzi è praticamente sconosciuta: come
spesso capita, bisognerebbe ricercarlo in vivai inglesi, olandesi o tedeschi.
Ora, grazie a Internet, tutto è diventato molto più facile di un tempo e, soprattutto nei primi giorni freddi, vi
saranno grati i pochi tordi e merli sopravvissuti. E, lo posso assicurare,
non soltanto loro.
tetti ai tempi di Leopoldo II, molto ristretti rispetto a ciò che viene attualmente tutelato.
Negli Anni 30 del XIX secolo viene
chiamato ad occuparsene l’ingegnere
forestale boemo Karl Siemon, italianizzato in Carlo Siemoni. In quattro
decenni ridefinisce i confini, aggiorna
e amplia le specie forestali nel territorio, importando abeti del Canada, olmi, ginepri e sequoie, che disloca in alcuni punti del parco. Nel 1846 fonda poi
a Badia Prataglia un arboreto, il primo
in Italia, e qui inizia ad accostare alberi
esotici e alberi nostrani. L’albero che
La maestosa regina
del parco del Casentino
uoghi carichi di religiosità. le
foreste del Casentino, oggi
Parco Nazionale. In questi
posti circola lo spirito di San
BIBBIENA
FIRENZE
E
Francesco. che ha pregato sotto un masso ai piedi di quello
che è diventato il Santuario
A1
della Verna, circondato dalla
faggeta-abetina che costituisce
POPPI
la foresta omonima.
Ma si può anche andare al
AREZZO
TOSC
TOSCA
O CA
CANA
ANA
Monastero e all’Eremo dei Camaldolesi, fondati mille anni orsono da Romualdo (951-1027), che ha
Centimetri
lasciato la sua «piccola regola»: «Siedi
LA STAMPA
nella tua cella come in paradiso; scaccia dalla memoria il mondo intero e
gettalo dietro le spalle, vigila sui tuoi bero celebre si trova nel bosco che cinpensieri come il buon pescatore vigila ge come un ermellino pregiato l’edifisui pesci». Il cercatore di grandi alberi cio del Monastero: è il Miraglia, maepuò trovare molti spunti di ristoro per stoso castagno cavo entro il quale, agli
le proprie radici fisiche e metafisiche inizi del Novecento, la moglie del diretattraversando le vallate boscose e tore del ministero dell’Agricoltura si
spesso nebbiose del Casentino. Un al- andava a sedere. Un «Sentiero Natu-
Società .23
Generosità no stop Il «Sorbus sargentiana»,
originario della Cina, sa essere attraente,
anche grazie alle foglie, in ogni stagione
Sorbo, grazia e bellezza
dei giardini di tutto l’anno
cominciare dalle alterne e pinnate
foglie verdi scuro, e in primavera dai
numerosi piccoli fiori riuniti in corimbi, che si aprono ad aprile, profumati e golosamente amati dalle api.
I frutti, le piccole bacche lucide
e rosso scarlatto, sono raccolte in
pesanti grappoli e colorano l’albero dall’autunno e parte dell’inverno (o, meglio, lo colorerebbero, se
volatili e affini, anche se pochi, non
ne facessero una ghiotta e subitanea razzia). Quella dei sorbi è una
lunga e grandiosa «performance»,
che lo rende una delle piante più
amate e diffuse nei giardini «freddi», o di montagna o di alta collina,
.
CARLO SIEMONI
Era il boemo Karl Siemon:
fondò il primo arboreto nel 1846
con alberi esotici e nostrani
ra» (lungo un miglio) vi ci accompagna, partendo dal punto informativo
del parco, di fronte alla farmacia, dove
potete acquistare una copia del prezioso «Giganti di legno e foglie» di
Elias Ceccarelli. Impressiona vedere
l’estensione dei boschi granducali pro-
Gigantessa
Alta 40 metri,
la sequoia
semprevirens
domina
il panorama
ne è diventato il re, o forse sarebbe meglio dire la sovrana, è una sequoia costale (Sequoia sempervirens) alta 40
metri, che domina il panorama. La presenza di questo gigante fa scricchiolare il primato delle sequoie più annose
d’Italia, detenuto dalle cinque del Parco Burcina a Pollone, nel Biellese, piantate nel ’48 per la celebrazione dello
Statuto Albertino. Solo nel 1851 vengono messe le prime conifere esotiche
lungo i sentieri che portano al Castello
di Sammezzano, a Reggello, mentre il
celebre arboreto sperimentale di Vallombrosa sarà inaugurato nel 1869.
12 45 67 18
59A97BC 82 AD59EF79 82 LA STAMPA 8
LA STAMPA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
In Italia
FTSE/MIB
FTSEItaliaAllShare
-0,88%
-0,80%
Euro-Dollaro
CAMBIO
Petrolio
dollaro/barile
All’estero
DOWJONES(NewYork)
NASDAQ(NewYork)
DAX(Francoforte)
1,2547
FTSE(Londra)
R Oro
75,59
euro/grammo
ECONOMIA
FINANZA
+0,17%
+0,56%
+0,12%
-0,3%
S
30,6858
.
25
&
A TRASCINARE IL SETTORE DELLE ABITAZIONI SONO I GRANDI CENTRI. L’ISTAT: AUMENTANO LE FAMIGLIE SODDISFATTE DELLE LORO CONDIZIONI ECONOMICHE
Il mattone riparte, l’industria rallenta
Nel terzo trimestre balzo delle compravendite immobiliari. Giù fatturato e ordinativi delle imprese
GIUSEPPE BOTTERO
TORINO
Una boccata d’ossigeno dopo
anni di calo: il mercato immobiliare, nel terzo trimestre del 2014, è cresciuto del
3,6% rispetto allo stesso periodo del 2013. A spingere il
settore - spiega la fotografia
scattata dall’Agenzia delle
Entrate - sono le compravendite di abitazioni, salite del
4,1%, in particolare nei centri
delle grandi città. Firenze e
Bologna, i due capoluoghi in
cui, nel corso negli anni, i
prezzi sono scesi di più, fanno segnare, rispettivamente,
un balzo del 22,8 e dell’11,8
per cento. Seguono Genova
(+10,4%), Palermo (+8,9%) e
Napoli (+7,3%), Milano conferma il segno positivo
(+6,8%) mentre Torino chiude con un +0,7 per cento.
La fase critica è superata,
spiega Luca Dondi, direttore
generale del centro di ricerche Nomisma. «È tornata la
fiducia - ragiona - e il mercato
è alimentato da un atteggiamento del credito leggermente meno selettivo. Certo, i dati
vanno consolidati, e i numeri
del terzo trimestre, tradizionalmente, sono più contenuti». Il mattone, in ogni caso,
non sembra ancora aver ritrovato l’appeal del passato. I
prezzi nel 2014 sono scesi del
4 per cento, e non si vedono
spiragli neppure per il 2015.
Oltre a quelle di case, nell’ultimo trimestre sono cresciute anche le compravendite di negozi (+9%) e capannoni (+1,6%) mentre è ancora
negativo (-2%) il dato sugli uffici. «Presto per parlare di ripresa - spiega Dondi -. Si
tratta di oscillazioni ancora
da consolidare. Siamo comunque su livelli molto esigui». Tanto che Confedilizia
parla di illusione ottica, visto
che nel buon trimestre appena trascorso le vendite sono
state il 28% in meno rispetto
al 2011. È stata una illusione
ottica, a quanto pare, anche
la «ripresina» dell’industria
della scorsa primavera, visto
che a settembre il fatturato è
sceso del 2,2% tendenziale e gli
ordinativi dell’1,5% a livello
congiunturale, con diminuzioni sia sul mercato estero
(-2,0%), sia su quello interno
(-1,2%). Il comparto alimentare fa registrare una situazione
peggiore rispetto alla media,
con un calo di fatturato del 2,5
per cento, spiegano dalla
Coldiretti, per l’effetto congiunto di un rallentamento
della crescita delle esportazioni e della riduzione degli acquisti interni, che quasi una famiglia su tre ha dovuto tagliare.
Non siamo gli unici a frenare: l’indice Pmi cinese di novembre è sceso ai minimi da sei
mesi a quota 50, proprio sulla
soglia limite tra espansione e
contrazione del ciclo, mentre
in Eurozona l’indice Pmi composito, che monitora l’attività
manifatturiera e dei servizi, è
sceso ai minimi da 16 mesi (a
51,4 da 52,1 di ottobre). Ma a
preoccupare di più è la frenata
della Germania: l’indicatore, a
sorpresa, è scivolato a quota 50
da 51,4 di ottobre. Continua a
navigare in cattive acque la
Francia con un Pmi manifatturiero in ulteriore contrazione a
47,6 da 48,5 precedente.
Nonostante il panorama poco rassicurante, gli italiani
hanno più speranze nella ripresa, almeno secondo quanto
emerge dai nuovi dati Istat sulla soddisfazione dei cittadini:
voto medio 6,8 (lo stesso degli
ultimi due anni), soddisfazione
economica per una percentuale del 43,4% (era al 40,1% nel
2013), soddisfazione per le relazioni d’amicizia e familiari rispettivamente al 90,3% e all’82%. L’Istituto inoltre rileva
«un aumento significativo»
della percentuale di famiglie
che giudicano adeguate le loro
risorse economiche (dal 48,6%
al 52,5%) e una diminuzione altrettanto significativa della
quota di famiglie che le ritiene
scarse (dal 42,3% al 39,2%).
+3,6
per cento
L’aumento fatto registrare
dal mercato immobiliare
nel terzo trimestre 2014:
crescono
soprattutto le case
130
125
120
115
110
105
100
95
90
85
I
80
ESTRATTO DI ESITO DI GARA
1) Stazione appaltante: ITALFERR SpA.
2) Oggetto: Procedura ristretta per i “Servizi di
supporto alla redazione di studi archeologici,
progettazione ed esecuzione di indagini
archeologiche da eseguirsi sulla tratta
ferroviaria
Cancello
Frasso”
(Area
Territoriale 2) (RdA 27073 - CIG
5518745471). 3) Soggetto aggiudicatario:
CONSORZIO LIMES XII con sede in via dello
Statuto, 44 - 00185 Roma (RM), con il ribasso
percentuale unico del 50,999%. 4) Profilo del
Committente: www.gare.italferr.it.
Il Responsabile
Ing. Fabrizio RANUCCI
(numero indice, base 2010=100, media mobile 4 termini)
70
60
50
Fonte: elaborazione
LA STAMPA su dati
Istat, Agenzie delle Entrate
e Eurostat
Indice compravendite
Indice mutui
Indice prezzi
II III IV I II III IV I II III IV I
2008
2009
2010
II III IV I
2011
AZIENDA CASA EMILIA ROMAGNA DELLA PROVINCIA DI RAVENNA
Avviso per affidamento dei Servizi Assicurativi Aziendali
CIG: 5858486F92
Ente Appaltante : AZIENDA CASA EMILIA ROMAGNA DELLA PROVINCIA DI RAVENNA Viale Farini n. 26 - 48121 Ravenna - Tel 0544.210111 - fax 0544.34146. Procedura di aggiudicazione:
Offerta economicamente più vantaggiosa ai sensi dell’art. 83 del D.Lgs. 163/2006 e s.m.i.
Lotto 1 - CIG 5858383A94 GLOBALE FABBRICATI - Offerte ricevute: 1 Data di aggiudicazione:
14/10/2014. Aggiudicatario: UNIPOLSAI Assicurazioni S.p.a. di Bologna. Premio annuo:
€ 120.214,79 Premio complessivo € 601.073,95.
Lotto 2 - CIG 58583986F6 RCT/RCO - Offerte ricevute: 1 Data di aggiudicazione: 14/10/2014.
Aggiudicatario: UNIPOLSAI Assicurazioni S.p.a. di Bologna. Premio annuo: € 7.935,00 Premio
complessivo € 39.675,00.
LOTTO 3 - CIG 5858413358 FURTO PATRIMONIO - Non aggiudicata in quanto non sono pervenute offerte convenienti per l’Amministrazione.
Lotto 4 - CIG 5858422AC3 ALL RISKS ELETTRONICA - Offerte ricevute: 1 Data di aggiudicazione: 14/10/2014. Aggiudicatario: UNIPOLSAI Assicurazioni S.p.a. di Bologna. Premio annuo:
€ 1.105,00 Premio complessivo € 5.525,00.
Lotto 5 - CIG 5858447F63 INFORTUNI - Offerte ricevute: 3 Data di aggiudicazione: 14/10/2014
Aggiudicatario: GENERALI ITALIA di Mogliano Veneto TV. Premio annuo: € 7.800,00 Premio
complessivo € 39.000,00.
Lotto 6 - CIG 5858461AF2 CVT - DANNI A VEICOLI PRIVATI UTILIZZATI IN MISSIONE - Offerte
ricevute: 1 Data di aggiudicazione: 14/10/2014. Aggiudicatario: UNIPOLSAI Assicurazioni S.p.a.
di Bologna. Premio annuo: € 3.500,00 Premio complessivo € 17.500,00.
Lotto 7 - CIG 5858470262 TUTELA LEGALE - Offerte ricevute: 1 Data di aggiudicazione:
14/10/2014. Aggiudicatario: ITAS MUTUA di Trento. Premio annuo: € 5.976,00 Premio complessivo € 29.880,00.
Lotto 8 - CIG 5858486F92 RC PATRIMONIALE ENTE - Offerte ricevute: 5 Offerte ammesse: 3
Data di aggiudicazione: 14/10/2014. Aggiudicatario: XL Group Insurance Reinsurance di Londra.
Premio annuo: € 13.995,50 Premio complessivo € 69.977,50.
Data di spedizione dell’avviso relativo all’appalto aggiudicato alla GUCE: 11/11/2014
Il Responsabile del Procedimento
(Dott.ssa Elisabetta Cescutti)
Università degli Studi di Udine
AVVISO DI APPALTO AGGIUDICATO
L’Università degli Studi di Udine in data
20/10/2014 ha aggiudicato l’appalto per l’affidamento dei servizi assicurativi dell’Università degli Studi di Udine per il lotto n. 1
(Polizza RCT/O) CIG 5812644990 alla Società
ACE European Group Limited, con sede in Milano e il lotto n. 2 (Polizza All Risks) CIG
5812656379 alla Società RSA Sun Insurance
Office, con sede in Genova. Durata contrattuale: 4 anni. Importo stimato per il quadriennio: lotto n. 1 € 274.291,84 - lotto n. 2
€ 558.511,72 (importi comprensivi di imposte
ed oneri di sicurezza da rischio interferenze);
Iporto stimato per le ipotesi di rinnovo/proroga: lotto n. 1 € 377.151,28 - lotto n. 2
€ 767.953,62. L’avviso è stato inviato alla
GUUE il 20/10/2014. L’avviso integrale è reperibile sul sito http://www.uniud.it/ateneo/organizzazione/appalti/appalti_servizio.
IL DIRETTORE GENERALE
dott. Massimo Di Silverio
LUCAS JACKSON/REUTERS
LA VIA DI NEW YORK IN CIMA ALLA CLASSIFICA DI C&W
La Quinta Strada è la più cara del mondo
1 La Fifth Avenue di New York è di nuovo la via dello shopping più
costosa al mondo, se qualcuno pensasse di acquistare un immobile.
Dopo essersi vista strappare lo scettro dalla Causeway Bay di Hong
Kong, la Quinta Strada, celebre per i negozi dei marchi più prestigiosi, è tornata in cima alla classifica di Cushman & Wakefield (C&W).
II III IV I II III
2013
2014
COSÌ IL MERCATO IMMOBILIARE
I
dott.ssa Monica SCIAJNO
II III IV I
2012
100
Il calo fatto registrare
a settembre dal fatturato
dell’industria rispetto
allo stesso mese del 2013
IL DIRIGENTE DELL’AREA APPALTI ED ECONOMATO
II III IV I
2011
Compravendite, concessione di mutui ipotecari e prezzi di vendita
110
90
ASTA PUBBLICA N. 94/2014 PER ESTRATTO
“ALIENAZIONE
PER
LA
COSTITUZIONE
DEL
DIRITTO
DI
SUPERFICIE
NOVANTANOVENNALE SU AREA SITA IN
VIA MALTA ANGOLO VIA LUSSIMPICCOLO
- TORINO”. PREZZO A BASE D’ASTA:
EURO 1.300.000,00. FUORI CAMPO I.V.A.
Il bando integrale sarà pubblicato il giorno 21
NOVEMBRE 2014 sulla Gazzetta Ufficiale della
Repubblica Italiana, all’Albo Pretorio e visibile sul
profilo INTERNET del committente ai seguenti
indirizzi: http://www.comune.torino.it/bandi/
http://www.comune.torino.it/comunevende
Torino, 17 novembre 2014
(numero indice, base 2010=100, media trimestrale)
II III IV I II III IV I II III IV I
2008
2009
2010
120
per cento
CITTÀ DI TORINO
Fatturato, ordinativi e produzione
Centimetri-LA STAMPA
130
-2,2
COSÌ L'INDUSTRIA
Fatturato
Ordinativi
Produzione
Comando Legione Carabinieri “Emilia Romagna”
Servizio Amministrativo
AVVISO PUBBLICAZIONE AGGIUDICAZIONE DEFINITIVA
(ai sensi dell’art. 122 comma 7 D. Lgs n. 163/2006)
CODICE GARA: 5721679 CIG 58955498EF CUP: D31E14000110005
Oggetto della gara: Appalto integrato per la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori di ristrutturazione della palazzina atleti e della palestra - 2° Lotto. Località ed immobile: Bologna, caserma “Mazzoni”
sede del 5° RGT CC “E-R”. Stazione appaltante: Comando Legione Carabinieri “Emilia Romagna” - Servizio
Amministrativo Via dei Bersaglieri n. 3 - 40125 Bologna. PROCEDURA: Aperta. Criterio di aggiudicazione:
Prezzo più basso, ai sensi dell’art. 82, comma 2, let. b. del D.Lgs n. 163/2006, con l’applicazione dell’esclusione automatica prevista dall’art. 122, comma 9 del medesimo D.Lgs.. Importo a base di gara:
€ 503.753,06 (IVA 10% esclusa) di cui: € 476.319,99, ammontare dei lavori (soggetti a ribasso);
€ 11.045,58, costi della sicurezza (non soggetti a ribasso d’asta); € 2.122,44, costi da interferenze (non
soggetti a ribasso d’asta); € 14.271,05 (CNPAIA 4% compresa) onorario per la progettazione esecutiva
(soggetti a ribasso). Imprese partecipanti: 85 Imprese non ammesse: 01 Imprese escluse ex art. 122
comma 9 D.Lgs 163/2006): 26. Impresa aggiudicataria: ABBATI COSTRUZIONI srl P.I. 01842530345 Via
G. Da Verrazzano n. 6 43010 Roccabianca (PR), con ribasso del 27,36%. Importo di aggiudicazione:
€ 369.528,99 IVA esclusa. Data di aggiudicazione definitiva: 12/11/2014. Subappalto: SI. Secondo quanto
previsto dall’art. 118 del D.Lgs n. 163/2006 e dalle prescrizioni di cui al bando di gara e al capitolato
speciale d’appalto.
Pubblicazione bando di gara e avviso rettifica e proroga termini:
- G.U.R.I. - V Serie Speciale - contratti pubblici il 17/09/2014 e il 17/10/2014;
- sito web Arma dei Carabinieri, www.carabinieri.it area tematica “Le gare d’appalto”;
- sito web Ministero Infrastrutture e Trasporti, www.serviziocontrattipubblici.it;
- sito web Autorità Nazionale Anticorruzione (A.N.AC.) - sito già A.V.C.P. -, www.avcp.it area tematica
“Servizi ad accesso libero” - “Portale Trasparenza”;
- Albo Pretorio informatico Comune di Bologna http://alboonline.comune.bologna.it/albopretorio/albo.nsf. area tematica “Avvisi di gara-di altri Enti”;
- per estratto il 18/09/2014 sui quotidiani LA STAMPA ed. nazionale e CORRIERE DI BOLOGNA ed. locale
(Bologna-Modena).
Avviso di appalto aggiudicato: G.U.R.I. trasmesso il 18/11/2014 e medesimi quotidiani e siti di pubblicazione del bando di gara. Organismo responsabile delle procedure di ricorso: Tribunale Amministrativo
Regionale dell’Emilia Romagna - Strada Maggiore n. 53 - 40125 Bologna. Presentazione del ricorso: 30
giorni dalla data di ricevimento della comunicazione degli atti ai sensi dell’art. 79 del D. Lgs. 163/2006.
Servizio presso il quale sono disponibili informazioni sulla presentazione di ricorsi: Comando Legione
Carabinieri “Emilia Romagna” - Servizio Amministrativo - Via dei Bersaglieri n. 3 - 40125 Bologna telefono
051/2005115-29; email [email protected]; PEC [email protected]. Responsabile del
procedimento: Capo Servizio Amministrativo Legione CC “E-R-” pro-tempore.
Bologna, 18/11/2014
Il capo servizio amministrativo - Cap. amm. Marco Cicconi
II III IV I
2012
II III IV I II III
2013
2014
Assicurazioni
Allo Stato
3,8 miliardi
con le tasse
sulla Rc auto
ROMA
Lo Stato incasserà nel 2014
dal pagamento delle polizze
Rc auto imposte per un totale
di 3,8 miliardi di euro. Su ogni
versamento fatto alle compagnie di assicurazione - precisa
uno studio del sito specializzato Facile.it - il peso delle tasse arriva a gravare fino al
26,5%. Di queste imposte il
10,5% è destinato al Servizio
Sanitario Nazionale (quest’anno riceverà poco più di
1,5 miliardi di euro) mentre il
16% è destinato alle Province
che incasseranno dunque dalla spesa degli automobilisti
per l’assicurazione obbligatoria ben 2,3 miliardi di euro.
A livello di Regioni, il maggiore contributo allo Stato arriverà dalla Lombardia con circa
605 milioni. Seguono il Lazio
con un gettito di 450 milioni e la
Campania che, con i suoi premi
molto alti, verserà allo Stato
362 milioni di euro. Tenendo
conto delle aliquote applicate in
ogni Provincia italiana, Facile.it
ha anche stilato la graduatoria
delle amministrazioni provinciali che riceveranno i contributi maggiori provenienti dall’Rc
auto. Domina la classifica la
provincia di Roma (quasi 200
milioni di euro) seguita da quella di Milano e quella di Napoli
che incasseranno contributi
per 128 e 105 milioni di euro. [R.E.]
1232456 89 3A12BC42 8D9E LA STAMPA 8F
NON CI FERMIAMO MAI:
IL FUTURO VOGLIAMO SCRIVERLO,
NON LEGGERLO.
Non fermarsi mai, anche quando sembra che non ci sia
più niente da raggiungere. È questo il DNA di Citizen:
avere una visione e realizzare il futuro attraverso una volontà
ed una evoluzione tecnologica che non hanno uguali.
Chi possiede un orologio Citizen lo sa.
Guardare oltre, cercare sempre, fermarsi mai.
BETTER STARTS NOW
€ 428
RADIOCONTROLLATO • PRECISIONE ASSOLUTA
L’orologio riceve, con trasmissione via onde radio, il segnale generato da un orologio atomico:
la sua precisione ha una tolleranza di 1 sec. ogni 10 milioni di anni.
SISTEMA ECO-DRIVE • ENERGIA INESAURIBILE
Basta una minima esposizione alla luce naturale o artificiale per accumulare
una grande quantità di energia e garantire il funzionamento dell’orologio, senza pila.
VETRO ZAFFIRO • PREZIOSO E INSCALFIBILE
Protegge l’orologio grazie alla particolare compattezza della sua composizione chimica
e ne esalta l’estetica con una trasparenza assoluta.
LA STAMPA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
IL TEDESCO OETTINGER ATTACCA LA FRANCIA SUL DEFICIT: «SONO RECIDIVI, VANNO TRATTATI CON RIGORE»
Economia .27
.
L’INCONTRO COL CAE
Juncker accelera sulla flessibilità
Fiat-Chrysler,
l’Europa
in pareggio
Il dossier sul tavolo martedì. Padoan: “Mi aspetto che lo sforzo dell’Italia sia apprezzato” nel 2016
MARCO ZATTERIN
CORRISPONDENTE DA BRUXELLES
Nel menu del grande D-Day
economico dell’Europa (il giudizio sui conti pubblici, slittato
ora a martedì), la Commissione Ue ha iscritto anche la proposta per una nuova mappa
della flessibilità. Mossa attesa,
sebbene non priva di controversie. Il “Team Juncker” vuole avviare una vera discussione
sulle idee destinate a scavare
nella roccia delle regole i margini per le esigenze di spesa di
chi è al lavoro sulle riforme (come l’Italia) e chi ritiene che i
Il ministro italiano
«I parametri sui conti
sono rigidi, con quelli
Ocse siamo in surplus»
vincoli di bilancio previsti dal
Fiscal Compact siano sacri
(Germania e Nordici). «Si ragiona sull’ampliamento della
clausola di investimento», sussurra una fonte bruxellese. Ma
l’intesa appare complessa: c’è
ancora parecchia confusione.
Le portate sono numerose,
forse troppe. Il nuovo esecutivo vuole intavolare in un unico
giorno il famigerato piano da
300 miliardi di investimenti su
cui si punta quasi tutto per rilanciare l’economia; il Growth
Survey, le linee strategiche a
breve; la valutazione delle leggi
di bilancio per il 2015, compresa l’Italia che solo le riforme
concrete possono salvare. Il
quarto tema è l’avvio della re-
visione della governance economica (i cosiddetti Six e TwoPack), momento previsto da
tempo in cui si intende valutare
l’efficacia dell’impianto costruito durante la crisi. In totale, racconta un funzionario, «sono 500
pagine». L’idea originale del presidente Juncker era quella di
svuotare i cassetti lunedì e andare a Strasburgo a raccontare all’Europarlamento (dove martedì arriva anche Papa Francesco)
l’offensiva. Poi ci si è resi conto
che serviva un confronto politico, sottolineato dalla giornata in
cui il tedesco Oettinger (commissario Tlc) se l’è presa coi
francesi «recidivi» e da trattare
«con rigore»». Il nuovo calendario dice che il dossier sarà approvato martedì per finire in aula mercoledì. Resta un piccolo
dubbio sulle leggi di stabilità: c’è
chi parla di «giovedì-venerdì», il
che magari darebbe più tempo
all’Italia per la sua lettera di riepilogo sulle riforme che a Bruxelles aspettanodomani mattina. Sarebbe l’ultimo passo per
scongiurare una richiesta di
sforzi aggiuntivi sino all’esame
di primavera. «Mi aspetto che
l’Ue capisca e apprezzi la filosofia complessiva» della politica
economica italiana, basata su
«un consolidamento pro-crescita», ha detto ieri il ministro dell’Economia Padoan al Financial
Times. Ricordando anche che secondo lui i parametri di valutazione Ue sono «troppo rigidi.
Con quelli Ocse saremmo in surplus strutturale».
Sul Piano da 300 miliardi il
barometro è contrastato. Non è
ANSA
Il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker
DEL TORCHIO: COSÌ CRESCIAMO CON ETIHAD
Alitalia, da Milano e Venezia
nuovi voli per Abu Dhabi
Al via da marzo i nuovi
collegamenti Alitalia da Milano Malpensa e da Venezia
verso Abu Dhabi. Lo annuncia la compagnia in una nota, precisando che i voli di
andata e ritorno fra l’Italia e
Abu Dhabi saranno 42 in totale. I nuovi collegamenti
rafforzano l’offerta intercontinentale Alitalia e consentono ai passeggeri in
1
partenza dal Nord Italia di
raggiungere non solo gli
Emirati Arabi, ma di proseguire anche, via Abu Dhabi,
verso 27 destinazioni in Medio Oriente, Africa, Asia e
Australia grazie alle connessioni con Etihad Airways.
«Mai stati così forti collegamenti tra Italia ed Emirati
Arabi» ha detto l’ad di Alitalia, Gabriele Del Torchio.
ancora chiaro quanti saranno i
soldi veri e dove saranno reperiti, né c’è univocità sul ruolo della
Bei come regista. Si promette
«piena tutela per la Tripla
AAA» dell’istituto, il che implica
la possibilità che non gestisca direttamente gli investimenti, ma
sia il pilota di un nuovo strumento in cui finirebbero soldi del bilancio Ue e fondi delle capitali.
Questo veicolo dovrebbe scegliere i progetti da finanziare
«con l’obiettivo di attirare capitali privati» e «investire dove
serve mercato unico, in primis
energia e mondo digitale».
I socialisti hanno presentato
il loro piano alternativo da 700
miliardi, «per evitare a Juncker
di fare una figuraccia», precisa il
capo del gruppo all’Europarlamento, Gianni Pittella, che chiede «soldi freschi, non fondi riciclati». La Commissione sa di dover concedere qualcosa, sebbene dalle parti del coordinatore
economico Katainen si ricordi
che «il mandato è non uscire dai
Trattati». Ritorna in gioco dunque la clausola di investimento
sempre difesa dall’Italia. «S’insegue l’interpretazione che consenta di scomputare parte degli
impieghi virtuosi dalla contabilità», viene suggerito. Il francese
Moscovici, commissario per
l’Economia, risulta avere questo
in mente, mentre Renzi nota:
«se consentiamo a chi fa gli investimenti di stare dentro le regole, ma fuori dai vincoli, è un passo in avanti». Non sarà facile. Ma
«se c’è anche solo uno spiraglio assicura Pittella - poi alla porta
c’è tempo per pensarci».
TORINO
Pareggio di bilancio (breakeven) per le attività europee
nel 2016, grazie allo sviluppo
dei prodotti Alfa e di quelli di
Melfi, il Jeep Renegade e la
500X, piena occupazione in
tutti gli stabilimenti italiani
nel 2018. Sono le indicazioni
principali che la delegazione
di Fca, guidata da Pietro De
Biasi, responsabile relazioni
industriali e da Alfredo Altavilla, responsabile dell’area
Emea, hanno dato ai sindacati
nella riunione del Comitato
aziendale europeo (Cae), convocato dopo tre anni a Torino.
A Mirafiori l’investimento
per il suv Maserati Levante, atteso tra fine 2015 e inizio 2016,
va avanti secondo i piani e alla
Sevel sarà prodotto con Psa un
nuovo Ducato che uscirà nel
2019 e darà garanzie occupazionali fino al 2027 ai 6.000 dipendenti e all’indotto. De Biasi
e Altavilla hanno spiegato ai
sindacati che la fusione FiatChrysler non ha avuto effetti
negativi sull’occupazione, neppure nell’area della progettazione. «I dati forniti - sottolinea
il leader della Fim, Ferdinando
Uliano - confermano che le
scelte contrattuali hanno consentito di salvaguardare gli stabilimenti e l’occupazione. Positivo il giudizio di Luc Triangle,
vice segretario generale della
confederazione dei sindacati
europei, che ha ringraziato
l’azienda «per la completezza
[R.E.]
delle informazioni».
12 45 67 18
59A97BC 82 AD59EF79 82 LA STAMPA 8
Borsa .29
LA STAMPA
.
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
LEGENDA
AZIONI: il prezzo ufficiale rappresenta il prezzo medio dell’intera quantità di
titoli trattata nella seduta. Il prezzo di riferimento è costituito dal prezzo medio dell’ultimo 10% di titoli trattati. La capitalizzazione è espressa in milioni di
Euro. EURIBOR: è il tasso interbancario comune delle piazze finanziarie dell’area euro: lettera è il prezzo di chi vende; denaro quello di chi acquista.
OBBLIGAZIONI 20-11-2014
il punto
TITOLI
IL MIGLIORE
+15,76%
Zucchi
IL PEGGIORE
-8,03%
Sintesi
0,0699
0,0595
Ven
Lun
Mar
Mer
Gio
Ven
Lun
Mar
Mer
PREZZO
Atlantia nv18 TF Eur 3.6
B IMI giu17 Eur TV Minim
B Pop lg17 Mc Eur
Barclays dic15 eur 4.4%
Bco Popolare nv20 TF LT
Bei 96/16 Zc
Bei 97/17 Zc
Bim Imi 99/24 Fixed Zero
CEDB to CMS 2025
Centrob /18 Rfc
Centrob /19 Sdeb
Comit 97/27 Zc
Comit 98/28 Zc
Cr.Suisse ago15 MC eur
Crediop 98/18 Tf Capped
Crediop 98/18 Tf Capped
Dexia Cr/15 ST Gen05
Dexia Mz16 4.85
Dexia ott18 Ser.Spec.2 T
Enel 07/15 Eu 5.25%
Enel 07/15 Ind
Enel 10/16 TV Eur
Enel Feb16 Eur 3.5
Enel feb18 TF 4.875% Eur
Eni giu 15 Eurib 6m+0.89
Eni ott 17 4.875
IMI ag19 TF Sprint BPost
IMI fb15 Bposta MC Eur
IMI mar15 Tasso Misto
IMI MZ15 MC eur
IMI ot19 TF Sprint Banco
Interb /21 359 Cr
Med Lom /18 Rf C 75
Med Lom /19 1 Sd
GIUSEPPE
BOTTERO
Gio
GIÙ LE POPOLARI E MONTEPASCHI
BENE SAIPEM, TENARIS E PRYSMIAN
I
nuovi timori per il rallentamento della Cina e il calo del
Pmi manifatturiero dell’area euro frenano Piazza Affari: il
Ftse Mib perde lo 0,88%, l’All Share lo 0,80%. In fondo al
listino ci sono i finanziari: Banco Popolare e Bper lasciano sul
terreno oltre il 3,3%, giù anche Bpm (-2,50%), Ubi (-2,50%) e
Mps (-2,15%). In rosso Unicredit (-1,53%), Intesa Sanpaolo
(-1,57%) e Mediobanca (-1,23%), in controtendenza Generali
(+0,3%). La migliore delle «blue chips» è Saipem: la controllata dell’Eni (-0,42%) mette a segno un progresso del 2,79% in
scia alla notizia proveniente dalla Francia di un’offerta da 1,47
miliardi di Technip per la società di servizi petroliferi Cgc.
Bene anche Tenaris (+1,34%) e Prysmian (+1,20%). Chiusura
in ribasso del 2,11%, invece, per Enel. Telecom Italia fa segnare una flessione dell’1,04% a quota 0,9040 euro per azione alla
vigilia del Cda che dovrebbe fornire indicazioni ulteriori sul
Brasile e Metroweb. Contrastato il lusso: giù Luxottica
(-0,49%) e Tod’s (-0,35%), positiva Ferragamo (+0,97%).
Mercati
Fondi su LaStampa.it
1 34567 67 7589AB7C95B4 A454 45 D759 AE FBC7B
9 45AEDBD7 D756774 111234564784296ABCDE9
111.08
98.60
105.07
104.17
106.81
99.51
40.30
164.61
100.29
111.66
113.23
69.70
67.08
110.58
105.25
105.89
99.55
102.95
95.01
100.68
100.12
100.69
103.81
113.04
100.45
112.62
107.69
108.01
100.10
100.04
107.66
119.79
113.06
97.66
FUTURES SU FTSE MIB
TITOLI
Med Lom /19 3 Rfc
Medio ag23 MB21 TV Cape
Medio ap23 Lower Tier2 T
Medio Cen 19 Step Down Z
Medio dc18 MB27 TF 3.20
Medio dic17 Zc Eur
Medio giu21 TV 4to Atto
Medio mag20 Eur 4.5
Medio Nv 20 Eur 5
Medio ot23 MB25 TM Cap F
Medio ot23 MB25 TM Cap F
Medio/15 Inf. Perf.
Medio/15 MC Eur
Mediob /19 St Down
Mediobanca ap19 MB14 Tas
Mediobanca ge19 MB10 Tas
Mediobanca ge21 MB31 Tas
Mediobanca ge22 MB30 Tas
Mediobanca mg22 MB36 Mc
Mps nov17 Stepbystep 5%
MPS ot17 Mc Eur
MPS set17 MC Eur
Rbs 01-20 tv Eurib.
Rbs 09-16 4.3%
Rbs 10-19 6%
Rbs 22-12-14 tf/tv
RBS MZ18 Mc Eur
RBS MZ20 Tsf
RBS nov16 Tasso Misto BP
RBS ott16 Tasso Misto BP
Rbs St17 Sc Eur
Rep Aus/20 Flo.Ra
Rep Aus/CMS 2035
Soc.Gen mag15 MC Eur
INDICE BORSA
VALORI DI MILANO
FTSE MIB
FTSE Italia All Share
FTSE Italia Mid Cap
FTSE Italia MIB Storico
FTSE Italia Stars
FTSE Italia Small Cap
D.J.Eurostoxx 50
PREZZO
112.01
103.70
114.01
133.51
106.03
96.48
107.26
113.85
109.56
104.79
104.79
99.97
109.73
99.10
100.76
102.73
102.13
105.09
101.69
108.33
104.29
103.87
129.83
105.86
99.17
100.00
103.25
97.07
99.90
99.92
104.49
108.05
100.99
99.70
EURIBOR
20-11-2014
VAR.%
19209,22
20305,06
24673,99
16037,58
18002,88
16274,15
3102,21
-0,88
-0,80
-0,28
-1,15
+0,22
-0,13
-0,67
PER.
TA.360 TA.365
1 sett
1 mese
2 mesi
3 mesi
6 mesi
9 mesi
12 mesi
-0,0040
0,0090
0,0420
0,0810
0,1810
0,2580
0,3360
Il Mercato Azionario del 20-11-2014
-0,0040
0,0091
0,0425
0,0821
0,1835
0,2615
0,3406
TITOLI
PREZZO
Spaolo /19 Sw Euro
Spaolo 97/22 115 Zc
TIP 2014/2020 TF Eur 4.7
UBI giu15 Tasso Misto
UBI giu18 TF Sub Lowtier
UBI gn18 Eur 5.4
UBI mar19 LowT2 Call
UBI nov15 LowT2 Amor
UBI nov17 Eur 4.3
UBI nv18 Mc Eur
UBI ott19 Lower Tier II
UBI ott19 Lower Tier II
UniCr/16 LT
104.92
85.41
105.63
99.99
105.14
105.62
101.11
99.63
104.04
97.44
107.74
109.04
101.39
TITOLI DI STATO
BoT 14-28/11/14 S
13-12/12/14 A
14-31/12/14 S
14-14/01/15 A
14-13/02/15 A
14-27/02/15 S
12-01/03/15 S
14-13/03/15 A
14-31/03/15 S
14-14/04/15 A
14-30/04/15 S
14-14/05/15 A
14-12/06/15 A
14-14/07/15 A
14-14/08/15 A
14-14/09/15 A
14-14/10/15 A
14-13/11/15 A
CcT 07-01/12/14 S 0.40%
13-31/12/14 A
08-01/09/15 S 0.22%
10-15/12/15 S 0.58%
09-01/07/16 S 0.30%
12-01/12/16 S 3.00%
10-01/03/17 S 0.22%
12-15/06/17 S 1.44%
10-15/10/17 S 0.50%
11-15/04/18 S 0.60%
13-01/11/18 S 1.00%
13-15/11/19 S 0.69%
14-15/12/20 S 0.58%
CTz 13-30/06/15 A
13-31/12/15 A
14-29/04/16 A
14-30/08/16 A
100.00
100.00
100.00
99.98
99.96
99.95
100.61
99.95
99.93
99.91
99.90
99.89
99.86
99.81
99.77
99.75
99.73
99.67
100.01
99.99
100.12
100.58
100.08
103.41
100.00
104.96
100.79
101.16
104.10
102.09
99.68
99.81
99.50
99.24
98.95
SCADENZA
Dic14
Mar15
Giu15
Set15
CAMBI VALUTE
APERT.
CHIUS.
MIN.
MAS.
19370
19320
-
19160
19187
18832
18745
19000
19055
-
19390
19320
-
MONETE AUREE
VALUTA
EURO
Sterlina (v.c)
Sterlina (n.c)
Sterlina (post.74)
Marengo Italiano
Marengo Svizzero
Marengo Francese
Marengo Belga
Marengo Austriaco
20 Marchi
10 Dollari liberty
10 Dollari Indiano
20 Dollari liberty
20 Dollari St.Gaude
221,960 - 240,230
220,040 - 245,310
220,040 - 245,310
169,340 - 193,310
167,190 - 191,130
165,680 - 190,690
165,420 - 190,690
165,270 - 190,690
216,770 - 231,030
483,230 - 547,010
488,330 - 558,960
960,480 - 1112,090
969,790 - 1175,550
MERCATI
EURO
%
Dollaro Usa
1,2539
1 0,7975
Yen giapponese
148,2500
100 0,6745
Sterlina inglese
0,7989
1 1,2517
Franco Svizzero
1,2014
1 0,8324
Corona ceca
27,657
100
3,616
Corona danese
7,444
10
1,343
Corona islandese
100
Corona norvegese
8,492
10
1,178
Corona svedese
9,279
10
1,078
Dollaro australiano
1,456
1
0,687
Dollaro canadese
1,420
1
0,704
Dollaro Hong Kong
9,725
1
0,103
Dollaro neozelandese
1,596
1
0,626
Dollaro Singapore
1,633
1
0,612
Fiorino ungherese
304,620
100
0,328
Litas lituano
3,453
1
0,290
Leu rumeno
4 10000 2250,934
Lev bulgaro
1,956
1
0,511
Lira cipriota
1
Lira maltese
1
Lira turca
2,795
1
0,358
Rand sudafricano
13,781
1
0,073
Won Sud coreano 1396,940 1000
0,716
-0,03
-0,54
0,09
0,00
0,09
0,00
AZIONI
A A.S. Roma
A2A
Acea
Acque Potabili
Acsm-Agam
AdF-Aerop.Firenze
Aedes
Aiòn Renewables
Alba Private Eq.
Alerion
Ambienthesis
Anima Holding
Arena
ASTM
Atlantia
Autogrill
Autostrade Mer.
Azimut
B Banca Generali
Banco Popolare
Basicnet
Bastogi
Bca Carige
Bca Carige r
Bca Intermobiliare
Bca Pop.Milano
Bca Pop.Spoleto
Bca Popolare Italiana 10 warr
Bca Profilo
Bco Desio-Brianza
Bco Desio-Brianza rnc
Bco Santander
Bco Sardegna rnc
BE
Beghelli
Beni Stabili
Best Union Co.
Bialetti Industrie
Bioera
Boero Bart.
Bon.Ferraresi
Borgosesia
Borgosesia rnc
Brioschi
Brunello Cucinelli
Buzzi Unicem
Buzzi Unicem rnc
C Caleffi
Caltagirone
Caltagirone Ed.
Campari
Carraro
Cattolica As
Ceram. Ricchetti
Cerved
CHL
CIA
Ciccolella
Cir
Class Editori
CNH Industrial
Cofide
Cogeme Set
Conafi Prestito'
Cred. Artigiano
Cred. Emiliano
Cred. Valtellinese
Crespi
Csp
CTI Biopharma
D D'Amico 16 warr
Damiani
Danieli
Divid.
0,591
0,813
8,980
0,904
1,048
13,000
1,272
0,621
2,274
2,540
0,445
4,000
0,005
9,530
18,740
5,585
15,160
16,840
-1,34
-0,91
+0,39
-3,78
+0,87
-0,38
-2,23
0,00
-1,04
-1,70
+4,31
+0,60
0,00
-2,06
-1,21
-1,24
0,00
-0,94
0,592
0,809
8,923
0,914
1,001
13,192
1,326
0,622
2,275
2,567
0,429
3,970
0,005
9,556
18,707
5,569
14,944
16,767
20,730
9,885
2,460
2,390
0,072
1,237
3,498
0,547
1,794
-1,33
-3,37
-0,73
+3,91
-1,51
-1,04
0,00
-2,50
0,00
0,00
+1,31
+2,16
-2,81
-1,63
0,00
-0,04
+0,99
0,00
+0,50
-2,92
+2,34
0,00
+0,45
-3,66
0,00
+3,63
-1,30
-0,95
-0,87
20,752 0,950
9,916
nr
2,464
nr
2,473
nr
0,072
nr
1,237
nr
3,495
nr
0,546
nr
1,796
nr
nr
0,315 0,003
2,355 0,021
2,142 0,036
6,692 0,151
10,491 0,300
0,454
nr
0,441
nr
0,532 0,022
1,989
nr
0,622
nr
0,279 0,010
18,862
nr
26,734 0,040
0,750
nr
0,785
nr
0,099
nr
16,701 0,110
11,333 0,050
6,776 0,050
0,318
2,370
2,146
6,650
10,600
0,461
0,448
0,530
2,030
0,615
0,271
19,030
27,000
0,750
0,785
0,100
16,750
11,510
6,835
1,380
2,080
0,960
5,425
1,796
5,200
0,243
4,440
0,040
0,236
0,255
0,822
0,289
6,465
0,384
0,048
0,266
5,980
0,746
0,026
1,478
1,757
0,00
+1,46
0,00
+0,37
-1,64
+1,96
+1,29
-0,80
-1,25
+0,21
-2,30
+0,31
-0,31
-0,39
+1,00
0,00
-3,59
0,00
-1,16
-2,16
0,00
-1,14
-0,90
1,372
2,069
0,949
5,393
1,825
5,085
0,245
4,459
0,039
0,232
0,255
0,808
0,289
6,476
0,383
0,049
0,267
5,968
0,745
0,025
1,488
1,748
Minimi
Anno
Massimi
Anno
Quantità
trattate Capitalizz.
TITOLI PUBBLICI
USA 10 anni
CAN 10 anni
UK 10 anni
GER 10 anni
FRA 10 anni
REND.
TITOLI PUBBLICI
2,340%
2,017%
2,098%
0,800%
1,145%
REND.
ESP 10 anni
HOL 10 anni
SVE 10 anni
GIA 10 anni
2,108%
0,944%
1,122%
0,471%
nr 0,462 0,852 161077
235
0,033 0,696 1,016 13880846 2536
0,170 8,054 11,171
83912 1900
nr 0,759 1,447
2648
33
0,045 1,001 1,369 256777
77
0,040 9,622 13,859
88
119
nr 1,005 5,382 557008 1451
nr 0,622 0,622
0
11
0,096 1,777 2,644
2089
23
0,080 2,567 3,957
38480
112
nr 0,381 0,675 199803
40
nr 3,681 4,592 233065 1190
nr 0,005 0,007
0
9
0,450 9,351 12,839
20771
841
0,391 16,498 21,298 2021664 15448
nr 4,993 7,666 2094285 1417
0,200 14,767 17,266
0
65
0,700 16,425 25,586 842200 2402
0,010
0,030
nr
0,080
nr
0,450
nr
nr
nr
nr
nr
nr
nr
0,200
nr
nr
0,060
nr
0,120
nr
nr
0,050
nr
18,248 25,136 195054
9,111 15,631 5212900
2,092 2,511
56224
0,813 3,718 307813
0,064 0,277 14478995
0,904 1,975
3000
3,115 3,675
28175
0,388 0,723 71593226
1,796 1,796
0
0,200
2,198
2,038
6,268
9,510
0,258
0,386
0,477
1,482
0,222
0,221
18,389
26,734
0,734
0,783
0,078
14,854
9,618
5,721
0,479 540687
3,395
33325
3,135
7559
7,889
6991
11,914
2758
0,647 195267
0,619 201037
0,666 897957
2,241
6809
0,845 618652
0,452 560533
23,750
0
38,858
2858
0,933
3405
1,195
0
0,147 2650787
26,230
44659
15,134 1646105
7,987
43702
1,346 1,674
0
1,880 2,996
11734
0,944 1,359
8685
5,132 6,405 1419541
1,706 3,385
41460
4,975 12,093 1241334
0,184 0,389 186346
4,373 5,011 131649
0,037 0,059 332372
0,225 0,311
9150
0,238 0,419 103173
0,768 1,214 697194
0,179 0,402 1042446
5,954 8,793 4476746
0,358 0,569 293005
0,049 0,049
0
0,223 0,655 322293
5,662
0,711
0,025
1,324
1,443
7,670
88257
1,225 5035408
0,025
0
2,021
10712
3,101 401516
0,062 -2,52 0,062
nr 0,058 0,128
1,114 -0,36 1,114
nr 1,111 1,780
19,430 -0,46 19,326 0,300 17,697 26,687
15000
10850
29902
2400
3591
150
44
734
3
546
2398
53
0
214
275
28
84216
69
61
88
1208
19
47
10
82
150
28
1
78
1136
1874
276
17
249
119
3132
84
275
20
869
10
21
46
642
82
8770
275
3
12
0
1984
826
4
50
309
0
92
790
AZIONI
Danieli rnc
De'Longhi
Delclima
Diasorin
Dmail Group
13,850
16,180
1,529
32,830
2,050
E Edison r
0,848
EEMS
0,207
Enel
3,614
Enel Green Pw
1,845
Enervit
3,790
Eni
16,420
Erg
9,135
Ergy Capital
0,092
Ergy Capital 16 warr 0,015
Eukedos
1,002
Exor
34,060
Divid.
Minimi
Anno
Massimi
Anno
-1,77 13,687 0,321 13,678 17,992
-0,68 16,081 0,400 11,869 16,933
+0,59 1,531
nr 1,200 1,580
-0,58 32,663 0,550 27,907 35,923
-5,44 2,053
nr 2,053 4,488
Quantità
trattate Capitalizz.
91002
73878
11099
80329
2050
553
2404
229
1827
3
-0,53 0,845 0,050 0,828 1,051 132895
93
-6,43 0,212
nr 0,171 0,539 1913943
9
-2,11 3,611 0,130 3,151 4,454 46768678 33956
-1,60 1,841 0,032 1,761 2,154 9460940 9205
-0,21 3,753 0,045 3,147 5,848
1750
67
-0,42 16,404 0,560 15,768 20,365 15526505 59615
-1,14 9,164 1,000 8,446 12,045 200671 1378
-7,98 0,097
nr 0,063 0,190 2273650
16
+29,20 0,015
nr 0,009 0,031
52
0
+0,70 1,005
nr 0,620 1,132
8334
18
-0,29 33,885 0,335 27,314 34,588 508571 8343
F FCA-Fiat Chrysler Aut. 9,765 +0,10 9,677
nr 6,769 10,147 13978876 11633
0,400 17,840 27,699 664890 3461
nr 0,613 0,780 584544 1178
nr 3,788 4,394 1312010 2653
nr 5,480 7,766 3863534 4216
0,013 0,485 0,690 202764
246
nr 1,629 3,158
3
19
Ferragamo
Fincantieri
FinecoBank
Finmeccanica
FNM
Fullsix
20,720
0,697
4,392
7,260
0,574
1,705
+0,97 20,549
-0,92 0,696
-1,08 4,376
-1,96 7,292
+0,70 0,566
+0,65 1,705
G Gabetti Pro.Sol.
0,934
3,660
16,710
2,676
0,938
18,460
-2,10 0,972
nr 0,869 2,141 328146
42
+1,95 3,643 0,160 3,517 5,061
5553
164
+0,30 16,628 0,450 14,688 17,523 8790016 25887
-1,11 2,696 0,060 2,217 3,408 186118
699
-0,11 0,927
nr 0,830 1,962 274741
382
-0,32 18,382 0,750 15,605 24,030 331594 3216
Gas Plus
Generali
Geox
Gruppo Edit. L'Espresso
Gtech
H Hera
I I Grandi Viaggi
IGD
Il Sole 24 Ore
Immsi
Indesit
Industria e Inn
Intek Group
Intek Group rnc
Intesa Sanpaolo
Intesa Sanpaolo rnc
Invest e Sviluppo
Iren
Isagro Azioni Sviluppo
Italcementi
Italmobiliare
Italmobiliare rnc
IVS Group
IVS Group 16 warr
2,000 -1,86
0,530
0,639
0,616
0,494
10,950
0,445
0,338
0,568
2,254
2,010
0,511
0,956
1,200
4,780
19,000
13,200
8,010
0,360
2,005 0,090
1,641
2,167 1368856
+0,86 0,536
nr 0,383 0,858
40384
24
+2,24 0,639 0,065 0,570 1,085 2143849
483
-2,38 0,613
nr 0,588 1,307 101978
27
-1,20 0,498
nr 0,447 0,793 234121
170
-0,27 10,911 0,170 9,387 11,386 143960 1246
+4,71 0,440
nr 0,422 0,977
9416
10
-0,88 0,336
nr 0,316 0,490 157276
116
-0,35 0,562
nr 0,406 0,661
22879
28
-1,57 2,250 0,050 1,803 2,626 150572120 34914
-1,76 2,005 0,050 1,469 2,234 3327042 1870
-3,58 0,517
nr 0,457 0,839
10234
3
-2,00 0,957 0,052 0,886 1,343 1292749 1131
-0,83 1,193
nr 1,150 1,789
7150
17
+0,63 4,695 0,060 4,136 8,618 957001 1640
-2,41 19,137 0,150 17,949 34,475
5000
425
+0,30 13,227 0,255 12,261 22,828
31899
216
0,00 8,013 0,120 7,204 9,341
500
312
0,00 0,341
nr 0,200 0,500
0
0
J Juventus FC
0,220 +0,69
0,218
nr
0,210
0,252 1131824
K K.R.Energy
0,841 -2,32
1,090 -1,62
0,845
nr
1,097 0,010
0,778
1,094
1,908
2,525
Kinexia
L Lazio
Luxottica
Lventure Group
M M&C
Maire Tecnimont
Mediacontech
Mediaset
Mediobanca
Mediolanum
Meridie
Mid Industry Cap
Mittel
MolMed
Moncler
Mondadori
Monrif
Monte Paschi Si.
Moviemax
0,515 -0,77 0,514
nr 0,490 0,601
40,610 -0,49 40,418 0,650 35,509 43,036
0,651 -2,84 0,661
nr 0,407 1,487
0,093
1,780
0,921
2,982
6,830
5,200
0,102
1,276
0,460
11,470
0,749
0,306
0,660
0,035
2987
58049
329884
220
28
62
7710
35
678381 19457
53455
12
-0,96 0,091
nr 0,088 0,168 403014
-2,68 1,803
nr 1,487 2,884 1155056
-1,07 0,928
nr 0,826 2,300
2263
-0,47 2,990
nr 2,504 4,363 11267329
-1,23 6,813
nr 5,924 8,394 5139935
-1,14 5,195 0,150 4,879 7,128 2959138
-4,58 0,102
nr 0,078 0,183 267052
0,00
1,300
+0,08 1,298
nr 1,202 1,824
14401
+0,44 0,461
nr 0,447 0,849 442319
-0,86 11,432 0,100 10,224 16,314 724170
-1,45 0,745
nr 0,583 1,541 597448
0,00 0,307
nr 0,277 0,605
22960
-2,15 0,660
nr 0,625 2,558 48149752
-3,06 0,035
nr 0,033 0,100 2356635
43
551
17
3532
5869
3829
5
0
114
108
2858
195
46
3379
3
AZIONI
N Noemalife
Prezzo Differ. %
Chiusura Riferim.Prezzo VWP
QUOTAZIONI BOT
SCADENZA
PREZZO
TASSO %
18
51
81
109
141
171
200
232
263
294
324
354
99,997
99,984
99,964
99,945
99,910
99,886
99,858
99,814
99,774
99,754
99,733
99,668
0,000
0,020
0,080
0,110
0,160
0,160
0,200
0,240
0,280
0,270
0,260
0,300
12/12/14
14/01/15
13/02/15
13/03/15
14/04/15
14/05/15
12/06/15
14/07/15
14/08/15
14/09/15
14/10/15
13/11/15
Divid.
Minimi
Anno
Massimi
Anno
Quantità
trattate Capitalizz.
4,760
0,130
0,800
0,00
0,00
0,00
4,760
0,127
0,800
nr
nr
nr
3,473
0,085
0,702
6,054
0,430
0,935
50
0
0
36
0
11
O Olidata
0,359 +2,69
0,352
nr
0,322
0,534
50239
12
0,029 2,365 2,548 138509
nr 1,353 1,537
17640
0,092 1,987 2,969 404003
nr 0,515 0,822
5150
nr
nr 2,924 5,043
63276
0,020 1,527 2,355
33732
0,320 9,867 12,717 2201323
0,390 8,763 10,927
57526
0,020 0,208 0,456
5028
nr
nr 5,010 8,726 6849459
0,050 2,991 4,439 891130
nr 0,246 0,758 3549777
nr 0,215 0,413 105028
0,420 12,647 19,565 1066825
4439
0
834
33
0
100
76
5189
121
30
+0,06 3,099
nr 3,061 3,099 2048709
+0,16 2,458 0,100 2,181 2,721
2432
-0,26 0,954
nr 0,844 1,800 504216
-0,64 13,845 0,260 10,290 14,027 166307
-2,07 0,570
nr 0,481 0,781 407423
-5,13 0,118
nr 0,086 0,237 6909688
0,00 1,229
nr 1,229 1,604
12503
843
67
498
2895
94
213
14
R Rai Way
Ratti
RCS Mediagroup
Recordati
Retelit
Risanamento
Rosss
S Safilo Group
Saipem
Saipem risp
Salini Impregilo
Salini Impregilo rnc
Saras
Sat
Save
Screen Service BT
Seat PG
Seat PG r
Servizi Italia 15 warr
Sesa
SIAS
Sintesi
Snai
Snam
Sol
Sorin
Space
Space warr
Stefanel
Stefanel risp
STMicroelectr.
T Tamburi
Tamburi 15 warr
TAS
Telecom IT
Telecom IT Media
Telecom IT Media rnc
Telecom IT rnc
Tenaris
Terna
Tiscali
Tiscali 14 warr
Tod's
Trevi Fin.Ind.
U UBI Banca
Unicredit
Unicredit risp
Unipol
Unipol pr
UnipolSai
UnipolSai risp
3,090
2,494
0,965
13,880
0,569
0,109
1,249
-0,11 9,344
+2,79 13,253
0,00 18,200
0,00 2,915
+6,52 9,720
-0,43 0,811
0,00 13,188
+1,66 12,752
0,00 0,038
+9,09 0,001
-7,61 0,850
0,00 0,300
+0,49 12,326
-0,99 7,495
-8,03 0,074
-1,80 1,322
-0,43 4,105
+4,58 6,618
+2,84 1,825
0,00 9,724
0,00
0,351 -0,37 0,350
146,000 0,00 146,000
5,900 +0,17 5,868
9,440
13,250
18,200
2,920
9,720
0,811
13,150
12,880
0,038
0,001
0,850
0,300
12,300
7,495
0,070
1,313
4,122
6,625
1,846
9,815
nr 9,224
0,050 11,887
0,710 16,220
1,490 2,167
0,260 9,159
nr 0,717
0,090 10,750
0,520 11,844
nr 0,034
nr 0,001
nr 0,480
nr 0,235
0,450 11,476
0,240 7,252
nr 0,050
nr 1,088
0,150 3,857
0,100 5,651
nr 1,667
nr 9,630
nr
nr 0,239
nr 146,000
0,100 5,006
0,17
0,58
-0,41
(Prezzi vendita in $ per oncia). Un’oncia Troy=gr.31,1035
SCADENZA
2449
1356
151
40
3064
19,075
20,887
20,990
4,910
12,876
1,290
14,256
13,737
0,180
0,002
1,295
0,528
14,123
9,753
0,124
2,277
4,554
7,194
2,300
11,056
127211
584
4730680 5849
0
2
4311025 1435
600
16
835614
771
0
130
1278
706
0
5
38863290
19
1223
1
0
0
14290
193
117983 1705
1601539
3
179425
154
8431779 13882
28295
600
1243719
873
0
126
0
0,457 323545
30
147,000
0
0
7,366 6290402 5344
2,480
0,476
0,470
0,904
0,888
0,546
0,702
14,330
3,822
0,042
0,000
70,800
2,816
+0,81 2,455 0,083 2,160 2,810
97386
352
0,00 0,492
nr 0,322 0,815
0
0
+4,89 0,470
nr 0,424 0,626
800
20
-1,04 0,897 0,020 0,712 1,000 106710050 12078
+0,28 0,887
nr 0,836 2,080
35213
92
-5,95 0,546
nr 0,171 0,921
1080
3
-2,16 0,702 0,028 0,563 0,784 25662420 4230
+1,34 14,230 0,300 14,230 18,180 3201245 16799
-0,98 3,817 0,130 3,568 4,124 8876150 7673
-0,47 0,042
nr 0,040 0,080 6390021
78
0,00 0,000
nr 0,000 0,001 3000000
0
-0,35 70,407 2,700 66,101 120,260 147690 2155
0,00 2,786 0,130 2,672 5,723 683939
459
5,660
5,470
7,680
3,970
3,670
2,222
237,500
-2,50 5,648
-1,53 5,470
+0,13 7,675
-0,75 3,947
0,00 3,604
-1,86 2,208
-0,79 236,456
0,060 4,895 7,420 9581284 5093
0,100 5,117 6,834 81902231 32074
0,100 7,525 9,435
947
19
0,162 3,393 5,700 791773 1753
0,182 3,132 5,043 674801
986
nr 1,961 2,701 10348737 5024
nr 175,065 279,317
521
302
20-11-2014
Londra
Milano (Euro/gr.)
Argento (Euro/Kg.)
1190,00
30,6858
436,7402
19-11-2014
EURO
1196,00 949,0389
30,9584
439,1464
-
BORSE ESTERE
GIORNI
Noemalife 15 warr
Novare
P Parmalat
2,442 +0,33 2,426
Parmalat 15 warr
1,413 -0,70 1,412
Piaggio
2,280 +0,71 2,293
Pierrel
0,688 +1,33 0,688
Pierrel 12 war
0,00
Pininfarina
3,300 -1,61 3,314
Piquadro
1,520 -1,30 1,527
Pirelli & C.
10,970 0,00 10,908
Pirelli & C. rnc
9,995 +0,55 9,912
Poligrafici Editoriale 0,224 -3,03 0,231
Pop Emilia 01/07
0,00
Pop.Emilia Romagna 5,090 -3,32 5,105
Pop.Sondrio
3,006 -1,51 2,991
Prelios
0,288 +2,13 0,297
Premuda
0,214 -0,28 0,215
Prysmian
14,300 +1,20 14,186
0,01
-0,21
-0,36
0,18
-0,03
-0,09
0,12
0,06
0,00
-0,08
0,00
ORO CHIUSURE
MERCATI
QUOTAZ.
VAR.%
Amsterdam (Aex)
Bruxelles (Bel 20)
Francoforte (Dax Xetra)
Hong Kong (Hang Seng)
Londra (Ftse 100)
Madrid (Ibex 35)
Parigi (Cac 40)
Sydney (AllOrd)
Tokio (Nikkei)
Zurigo (Smi)
New York (Dow Jones)
Nasdaq
416.81
3193.24
9483.97
23349.64
6678.90
10209.20
4234.21
5302.45
17300.86
8989.94
17716.46
4701.87
-0.23
-0.55
+0.12
-0.10
-0.26
-1.62
-0.75
-0.93
+0.07
+0.07
+0.17
+0.56
VWP è il Prezzo calcolato sui dati dell’intera seduta di negoziazione, comprese le fasi d’asta
Prezzo Differ. %
Chiusura Riferim.Prezzo VWP
X
RENDIMENTI ESTERI
Dati forniti da IL SOLE 24 ORE - RADIOCOR.
I dividendi indicati si riferiscono all'anno solare corrente o a quello precedente.
Prezzo Differ. %
Chiusura Riferim.Prezzo VWP
QUOT.
AZIONI
UnipolSai risp B
V Valsoia
Vianini Industria
Vianini Lavori
W World Duty Free
Y Yoox
Z Zucchi
Zucchi 14 warr
Zucchi rnc
Prezzo Differ. %
Chiusura Riferim.Prezzo VWP
Divid.
Minimi
Anno
Massimi
Anno
nr
1,941
2,645
195853
817
14,550 +0,34 14,458 0,230 10,252 15,526
1,320 0,00 1,300 0,020 1,094 1,541
5,280 +0,86 5,269 0,100 4,588 6,440
3841
254
2965
151
39
231
6,291 10,905 1004225
1795
nr 14,250 34,569 1060579
1012
2,178 -1,45
7,110 +0,42
2,166
7,052
17,120 +0,59 16,954
0,060 +15,76
0,000 +100,00
0,172 +0,35
0,058
0,000
0,175
nr
nr
nr
nr
Quantità
trattate Capitalizz.
0,049
0,000
0,167
0,143 26289530
0,008 370010
0,294
55781
22
0
1
nr 12,337
nr 0,730
0,043 4,025
0,160 6,589
0,120 1,688
0,190 5,046
0,320 5,461
0,570 11,790
7,000 112,051
0,010 0,361
nr 0,460
nr 0,478
0,180 5,016
0,035 2,733
0,500 18,923
0,300 3,641
0,270 4,764
0,260 8,528
0,080 4,164
0,060 1,733
0,017 0,341
nr 2,388
0,160 7,659
nr 1,204
nr 2,179
0,420 33,649
0,500 16,021
0,027 1,420
0,025 0,593
0,656 36,263
0,089 5,286
nr 1,417
nr 0,634
0,032 0,904
nr 2,405
nr 5,322
nr 2,749
1,250 25,543
0,170 8,795
0,010 1,686
nr 1,433
nr 1,347
0,121 3,917
nr 0,973
0,580 10,931
nr 1,038
nr 0,500
0,120 4,012
0,043 2,650
nr 1,136
nr 5,029
nr 9,295
nr 0,262
0,700 49,074
1,000 10,449
0,150 5,700
0,167 4,575
0,140 3,685
0,130 1,948
0,060 1,416
0,016 0,595
0,250 6,896
0,180 8,492
0,220 4,928
22,772
4174
2,343 1040958
4,955 263811
9,184 922288
2,331
73122
8,372 283001
8,612
7165
16,383
42249
182,030
4387
0,585
21733
1,053 398525
0,837
26810
9,609
73473
4,081
32195
29,592 183929
5,299
0
7,745
23799
12,298
9485
7,237
89056
5,897
17605
0,733 750349
4,221
2447
9,964
34979
1,563 417592
3,740
6450
43,537
62719
25,139
13994
2,033
15490
1,058
20648
53,806
5901
8,712
41122
2,639
64170
0,998 121310
1,487 287983
3,579
3799
8,759
7937
4,228
1126
39,275
96843
11,196 127746
2,248
10307
2,312
53680
2,094
2256
6,770
25903
1,582
34710
14,403 108808
1,738 130235
2,225 237470
5,319
2890
3,599
6600
1,606
5252
8,131
765
15,715
17520
0,361 215006
66,064
1812
14,295
3122
8,844
6793
7,824
9393
5,649
11726
4,961 807563
2,372
43034
0,904
55664
11,972
10726
10,749
18608
6,389
9407
51
252
1112
1669
415
501
61
704
2137
158
102
17
222
71
1817
35
425
181
766
28
163
44
517
479
45
1139
116
100
122
483
308
58
37
295
15
248
47
1168
1167
50
36
11
206
123
844
227
44
186
313
54
49
138
100
527
131
97
43
117
245
58
69
86
574
462
STAR
Acotel Group
12,500
Aeffe
2,390
Amplifon
4,980
Ansaldo Sts
8,365
Ascopiave
1,770
Astaldi
5,130
B&C Speakers
5,570
Banca Ifis
13,280
180,000
BB Biotech
Bca Finnat
0,434
Bca Pop.Etruria e Lazio 0,464
Biancamano
0,497
Biesse
8,165
Bolzoni
2,800
Brembo
27,290
Cad It
3,900
Cairo Comm.
5,385
Cembre
10,570
Cementir Hold
4,834
Cent. Latte Torino
2,778
D'Amico
0,382
Dada
2,664
Datalogic
8,850
Dea Capital
1,589
Digital Bros
3,218
EI Towers
40,670
El.En.
24,000
Elica
1,573
Emak
0,740
Engineering
38,580
Esprinet
5,935
Eurotech
1,620
Exprivia
0,706
Falck Renewables
1,014
Fidia
2,880
Fiera Milano
5,870
Gefran
3,250
Ima
32,010
Interpump
10,700
Irce
1,800
Isagro
1,466
IT WAY
1,348
La Doria
6,700
Landi Renzo
1,094
MARR
12,810
Moleskine
1,071
Mondo Tv
1,657
Mutuionline
4,744
Nice
2,690
Panariagroup
1,210
Poligr. S.Faustino
5,740
Prima Industrie
13,100
R. De Medici
0,270
Reply
56,300
Sabaf S.p.a.
11,310
Saes
6,630
Saes rnc
5,820
Servizi Italia
4,130
Sogefi
2,098
TerniEnergia
1,541
Tesmec
0,645
TXT e-solution
7,300
Vittoria Ass.
8,515
Zignago Vetro
5,245
0,00 12,337
+3,11 2,343
+0,32 4,955
-0,06 8,343
+0,17 1,770
+0,98 5,087
-0,54 5,578
+2,00 13,083
-0,55 180,304
0,00 0,435
-2,75 0,469
-0,70 0,510
+1,81 8,107
+0,21 2,733
+0,33 27,212
0,00 3,904
-0,83 5,422
+0,57 10,636
0,00 4,814
-1,77 2,794
-0,88 0,386
+1,68 2,625
-0,45 8,853
+2,65 1,563
-0,43 3,213
+2,19 40,295
-1,48 24,099
-1,69 1,582
-1,99 0,745
-0,67 38,617
+0,08 5,881
-1,28 1,630
-3,42 0,712
+0,30 1,014
-0,69 2,928
0,00 5,872
-0,31 3,253
+1,68 31,716
-0,65 10,721
+0,56 1,772
-2,72 1,478
-1,61 1,370
+1,36 6,653
-0,73 1,095
+0,23 12,691
+0,09 1,070
-1,89 1,665
+0,08 4,716
-1,47 2,695
+1,94 1,199
-0,52 5,656
-0,91 13,209
+0,37 0,266
-0,35 56,349
-1,31 11,343
+0,08 6,635
+1,22 5,768
+0,24 4,110
-2,05 2,069
+0,72 1,531
+1,02 0,641
-0,88 7,306
+0,06 8,512
-0,19 5,250
30 .Lettere e Commenti
STAMPA
.LA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
LA STAMPA
MARIO
CALABRESI
Eternit/1 Ho rivisto
l’agonia di mio zio
1 Sono il nipote di una
vittima. Una di quel migliaio
di vittime provocate
dall’amianto negli
stabilimenti di Casale e
Cavagnolo. Ho scritto alcune
frasi di getto, un po’ per
scaricare la rabbia e la
delusione che sono montate
in me alla lettura della
sentenza della Cassazione sul
processo Eternit.
Non so quali siano in modo
preciso i sentimenti che
prevalgono in me in questo
momento. Forse rabbia, forse
delusione, certamente la
consapevolezza di una
giustizia italiana non
adeguata, non pronta,
incapace di affrontare una
problematica complessa
come quella del disastro
ambientale e delle migliaia di
morti provocati dall’amianto
utilizzato dal famigerato
magnate svizzero (e dalla
buonanima del belga prima!).
È difficile anche solo
immaginare che la
Cassazione abbia ritenuto
prescritto (non inesistente,
almeno!) un reato commesso
ripetutamente nel corso di
decenni, quando gli effetti
nefasti di quell’azione
criminosa si sono manifestati
e continuano a manifestarsi a
distanza di anni dall’evento
iniziale.
Chi respirò l’amianto, lui
inconsapevole, negli anni
sessanta, settanta, ottanta, è
poi deceduto negli anni
novanta, duemila, ancora
oggi: la prima immagine che
stamattina, sentendo la
notizia e leggendo gli articoli
dell’inqualificabile sentenza,
mi è comparsa davanti agli
occhi è stata quella di mio zio
Giovanni, delle sue ultime
notti all’ospedale attaccato
all’ossigeno, del suo desiderio
di rimanere vicino ai suoi
cari, ma nel contempo di
porre fine a sofferenze che lo
avevano costretto, per oltre
trent’anni, a dormire con tre
cuscini dietro la schiena, a
preoccuparsi ogni volta che
una normale tosse si
prolungava per troppo
tempo, a non poter più
condurre una vita normale.
Me lo rivedo a miscelare a
mani nude, senza
mascherine,
quell’impalpabile polvere che
si portava anche a casa, sulle
tute blu con la scritta Saca
prima, Eternit negli ultimi
tempi, una polvere di cui il
magnate svizzero ben
conosceva gli effetti, ma che
continuò ad utilizzare in
modo spregiudicato per i
suoi interessi, tutt’altro che
filantropici. Il risultato di ciò
che sto vivendo in queste ore
è di una ulteriore perdita di
fiducia nelle istituzioni dello
Stato, in cui da cittadino
sono portato a credere, ma le
cui azioni stanno sempre più
divaricando le nostre strade:
oggi porterò un fiore sulla
LETTERE AL DIRETTORE
tomba di mio zio, un fiore
colorato, un fiore di speranza,
che contrasti con il grigio della
polvere che per quarant’anni
lui ha respirato e con il grigio,
nebuloso incedere della
giustizia italiana.
GIULIO BOSSO BRUSASCO (TO)
regolare processo e
condannati, perché da noi no?
Si riesce a dare a tutti noi,
cittadini di secondo livello, un
motivo per credere che questo
maledetto Paese sia degno di
noi?
ENRICO CERUTTI
Eternit/2 Ennesimo
formalismo giuridico
Eternit/4 Ma è lavoro
non terminato
1 Leggo sulla Stampa il
1 Se un dipendente
titolo «Eternit, sentenza beffa»
a proposito della prescrizione
dei crimini commessi dalla
proprietà Eternit. Questa
sentenza segue quelle che i
giudici italiani hanno prodotto
negli ultimi giorni: decisioni
che il buon senso comune
difficilmente può accettare.
Si è iniziato con la sentenza
libera tutti sulla morte di
Stefano Cucchi, poi quella
analoga sul processo per le
minacce a Roberto Saviano; e
se non bastasse tutti assolti i
membri, salvo uno, del
comitato scientifico che
rassicurò gli abitanti
dell’Aquila sulla improbabilità
del terremoto che ha poi
distrutto la città e fatto
centinaia di vittime. Tutto alla
luce di un formalismo giuridico
che non giova alla certezza del
diritto e delle pene.
VITTORIO TESIO
Eternit/3 Quante
prescrizioni eccellenti
1 Mi sento deluso e confuso,
arrabbiato. La prescrizione nel
processo Eternit mi ha
turbato, perché,
indipendentemente dal caso
specifico, la giustizia in Italia
ha perso dignità, cancellando
diritti sacrosanti e
prescrivendo a ripetizione,
come emerso in questi anni,
processi su processi, in cui
spesso gli imputati erano i
cosiddetti «eccellenti».
Sono lustri che la nostra
giustizia assolve o prescrive
ministri, politici, imprenditori,
insomma i potenti di turno;
rimango basito di fronte alle
lungaggini, ai tempi biblici, ai
costi esorbitanti necessari per
arrivare ad un giudizio.
Guariniello afferma che non
c’è stata assoluzione e che ora
si può procedere per omicidio.
Perché negli Usa i giudici
condannano le multinazionali
a risarcimenti miliardari, che
tra l’altro vengono
immediatamente pagati alle
vittime, e da noi no? In Francia
esiste la messa in stato di
pericolo, perché da noi no? In
Germania i politici, di fronte
anche a un piccolo scandalo, si
dimettono e poi subiscono
c.
contatti
terminasse in ritardo il
proprio lavoro e questo
causasse la consegna del
prodotto oltre i tempi stabiliti,
l’azienda pagherebbe le penali
e il dipendente subirebbe
un’ammonizione. Il secondo
ritardo comporterebbe un
aggravio delle penali e un
richiamo scritto verso il
dipendente. Al terzo ritardo, il
cliente sarebbe perso e il
dipendente disoccupato, senza
poter invocare il vecchio art. 18
(sussisterebbe la giusta
causa).
Considerando che ogni
procedimento giudiziario che
si concluda con una
prescrizione dei termini è un
lavoro non terminato nei tempi
previsti, mi chiedo: in
magistratura come ci si
comporta? E, purtroppo, la
risposta la so già: non è colpa
di nessuno, nessuno rischia il
posto e neppure una
piccolissima ammenda.
PAOLO MAFFEI TORINO
Silenzio sulle parole
del card. Bagnasco
1 Il Card. Bagnasco è stato
zittito dai media? Mi aspettavo
grande risonanza alle sue
parole in difesa dei piccoli che
hanno diritto a un papà e a una
mamma, quindi su matrimoni
e adozioni gay, paragonandoli a
un «cavallo di Troia». Mi
sbagliavo, eppure aveva
centrato il problema e le
conseguenze in una società
che accetta il «cavallo» come
trofeo di guerra e, senza
curarsi degli effetti dorme
sonni tranquilli, come i troiani
di Omero, trovando al mattino
dopo la città in fiamme.
GIULIO MANTOVANI
Quei compensi
comunque troppo alti
1 Credo che molti lettori,
leggendo che il compenso del
Presidente di Agcom non è di
600.000 ma «solamente» di
240.000 euro, la penseranno
come me, e cioè che è ancora,
nel contesto attuale italiano,
assai alto.
Io sono stato professore alla
LE LETTERE VANNO INVIATE A
LA STAMPA VIA LUGARO 15,
10126 TORINO
E-MAIL: [email protected]
FAX: 011 6568924
Editrice La Stampa
REDAZIONE
AMMINISTRAZIONE TIPOGRAFIA 10126 Torino, via Lugaro 15, telefono 011.6568111,
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ABBONAMENTI 10126 Torino, via Lugaro 21, telefono 011.56381, fax 011.5627958.
Italia 6 numeri (c.c.p. 950105) consegna dec. posta anno e 402,50; Estero: e 858,50.
Arretrati: un numero costa il doppio dell’attuale prezzo di testata.
facoltà di ingegneria di Pisa,
ma guadagnavo molto meno, e
tuttavia confrontandomi con
quello che era il compenso
medio di tante persone mi
ritenevo soddisfatto. E
comunque cercavo di
assolvere ai miei compiti
meglio che fosse possibile,
indipendentemente dal
compenso.
Ma tanti presidenti o alti
funzionari fanno come facevo
io o si impegnano solo in
proporzione a quanto
guadagnano?
ING. ALBERTO PALAVISINI
FUCECCHIO (FI)
Quotidiano fondato nel 1867
2
DIRETTORE RESPONSABILE
MARIO CALABRESI
VICEDIRETTORI
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FRANCESCO MANACORDA (RESPONSABILE MILANO), LUCA UBALDESCHI
REDATTORI CAPO CENTRALI
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(RESPONSABILE EDIZIONI PIEMONTE E VALLE D’AOSTA)
CAPO DELLA REDAZIONE ROMANA
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MARCO SODANO, GIANLUCA PAOLUCCI ECONOMIA E FINANZA,
PIERO NEGRI SCAGLIONE SOCIETÀ, RAFFAELLA SILIPO SPETTACOLI,
PAOLO BRUSORIO SPORT, GUIDO TIBERGA CRONACA DI TORINO
2
EDITRICE LA STAMPA SPA
PRESIDENTE JOHN ELKANN
AMMINISTRATORI
LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO, JAS GAWRONSKI, ANTONIO MARIA MAROCCO,
LODOVICO PASSERIN D’ENTRÈVES, DIEGO PISTONE,
GIOVANNA RECCHI, LUIGI VANETTI
DIRETTORE GENERALE LUIGI VANETTI
RESPONSABILE DEL TRATTAMENTO DEI DATI (D. LGS.196/2003):
MARIO CALABRESI
2
Il progetto
di Scelta Civica
1 L’articolo di Mattia Feltri
pubblicato sulla Stampa di ieri
dà, a mio giudizio, una lettura
sbagliata della storia di Scelta
Civica. I problemi che abbiamo
dovuto affrontare sono
derivati non tanto dal
fallimento del progetto di
portare la società civile in
Parlamento, quanto dal
tentativo di fondere questo
progetto con una certa politica
tradizionale.
Non è un caso che le
scissioni e le polemiche siano
nate da dissapori con persone
come Mauro e Casini, che
propriamente nuove non sono,
o dall’uscita di colleghi come
Andrea Romano, che ha
comunque una lunga storia
politica alle spalle che lo ha
portato a tornare là da dove
era partito.
Il nostro progetto
riformatore, però, non è affatto
fallito. Il Jobs Act porta la
firma di Pietro Ichino, la
riforma della scuola quella di
Stefania Giannini, il piano per
il Made in Italy è di Carlo
Calenda, la liberalizzazione del
commercio esiste ancora solo
grazie alla resistenza di Scelta
Civica ai tentativi di
controriforma, e siamo gli
unici ad aver presentato
proposte di legge per ridurre i
vitalizi di parlamentari e
consiglieri regionali e per
cancellare migliaia di
partecipate pubbliche
inefficienti.
Insomma, i parlamentari
che oggi sono in Scelta Civica
stanno onorando l’impegno
assunto con gli elettori e
continueranno a farlo. E il
percorso congressuale che si
concluderà a gennaio dovrà
servire a dare una maggiore
efficacia alla nostra azione
politica e comunicativa.
Segnalo, infine, che il
sottoscritto non è presidente
del partito né costituzionalista,
ma capogruppo alla camera,
Renato Balduzzi è da oltre un
mese al Csm ed è stato
presidente, non segretario, i
deputati del gruppo sono 26 e
non 24 e la nostra addetta
stampa non è stata cacciata
ma si è dimessa per passare ad
altro gruppo.
ANDREA MAZZIOTTI
PRESIDENTE DEL GRUPPO
DEI DEPUTATI DI SCELTA CIVICA
Usa La Stampa (Usps 684-930) published daily in Turin Italy. Periodicals postage paid at L.I.C. New York
and address mailing offices. Send address changes to La Stampa c/o speedimpex Usa inc.- 3502 48th
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LA STAMPA, VIA GIORDANO BRUNO 84, TORINO
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REG. TRIB. DI TORINO N. 26 14/5/1948 CERTIFICATO ADS 7742 DEL 18/12/2013.
LA TIRATURA DI GIOVEDÌ 20 NOVEMBRE 2014 È STATA DI 254.400 COPIE
TM
L’editoriale
dei
lettori
DIRITTO
O DOVERE?
GIUSEPPE LANZAVECCHIA
er vivere e aver famiglia occorre lavorare, pertanto il lavoro è necessario. Per lavorare occorre saperlo fare e quindi solo
chi sa farlo può lavorare. Per concludere
se il lavoro è un diritto, il saper lavorare è
un dovere. Kant dice: «L’insegnamento universitario della filosofia deve far sì che l’allievo diventi un
Selbstdenker», uno che pensa con la propria testa.
Parafrasando Kant gli studenti non imparino «pensieri» ma imparino a «pensare», non apprendano le
discipline, ma diventino invece capaci di svilupparle; non siano indotti a diventare «recipienti» di idee
e conoscenze prodotte da altri, ma acquisiscano le
procedure per produrle autonomamente.
Oggi, gli sviluppi in atto e il cambiamento continuo – come ho spiegato nel mio libro Il lavoro di oggi
e domani – richiedono che per qualunque attività –
dal manovale, al tecnico, allo scienziato, all’umanista – si debba imparare come dice Kant, cioè a essere creativi, pena non servire a nulla e restare inesorabilmente disoccupati.
Un tempo i mestieri si imparavano a casa o nelle
botteghe, oggi si dovrebbero apprendere a scuola,
dove però si perde tempo a imparare una enorme
quantità di nozioni del tutto inutili se non ridicole,
ma non si insegna a creare idee e attività come suggeriva Kant. Pertanto i giovani imparano a essere
ignoranti e gli anziani a diventarlo e quasi tutti restano o diventano disoccupati.
Per concludere: di fatto non ci sono diritti al lavoro se non si acquisisce la cultura necessaria per
farlo; non ha senso imparare un mestiere specifico,
qualunque sia manuale o intellettuale, se non si impara a disporre della «cultura» che consente di inventarli e comunque di sapersi adattare ai nuovi
mestieri; la cultura dei catechismi – verificabile
con l’Invalsi – che ti dice cosa è giusto e cosa sbagliato – è il modo più sicuro di non trovare lavoro o
di perderlo se ne hai uno.
P
Fisico, già direttore di un grande Centro di Ricerca
e assistente scientifico del Ministro dell’Università
e della Ricerca, oggi in pensione, Novara
oppure collegandosi al sito www.lastampashop.it; presso gli sportelli del Salone La Stampa,
via Lugaro 21, Torino.
INFORMAZIONI Servizio Abbonati tel. 011 56381; fax 011 5627958. E-mail [email protected]
CONCESSIONARIA PER LA PUBBLICITA’ NAZIONALE RCS MediaGroup S.p.A. Divisione Pubblicità
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LA STAMPA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
L’UMANITÀ
DELL’IMPUNITO D’AMIANTO
MASSIMO GRAMELLINI
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
el momento dello scampato pericolo, l’uomo che dovrebbe pur abitare dentro il finanziere ha rivelato
la sensibilità di un colapasta. Visti i
precedenti, nessuno si aspettava
da lui un pensiero comprensivo nei confronti
delle famiglie di Casale che continuano a piangere i caduti di una guerra senza fine. Ma era
almeno lecito attendersi un silenzio dignitoso,
per rispetto nei confronti dell’esercito muto
dei morti. Invece Schmidheiny ha parlato, e
dell’unico argomento che gli interessava davvero: se stesso. Incurante dello strazio che circonda il suo trionfo, ha continuato a indossare
N
SÌ, LA CORTE
POTEVA DECIDERE
DIVERSAMENTE
CARLO FEDERICO GROSSO
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
om’era inevitabile, ieri sono
esplose le polemiche, che hanno investito - nelle parole dello
stesso Presidente del Consiglio
- soprattutto l’istituto della prescrizione, che ancora una volta avrebbe
fatto irruzione nel processo penale producendo guasti dirompenti. Di qui l’urgente
necessità, si è ribadito, di cambiare le regole penali del decorso del tempo. Nella vicenda Eternit, tuttavia, la disciplina della
prescrizione non è, forse, la responsabile
principale dello sconcertante esito giudiziale. La cassazione ben avrebbe potuto infatti eludere, con un’interpretazione diversa della legge penale, gli effetti perversi dello scorrere degli anni.
Nel processo Eternit la procura di Torino aveva contestato il delitto di disastro, reato che si realizza quando viene cagionato
un evento dirompente di vaste proporzioni
che crea una situazione di pericolo per la
vita o l’integrità fisica di un numero indeterminato di persone. E’ pacifico che a realizzare tale delitto non è necessario che si
verifichi la morte o la lesione personale di
qualcuno, ma è sufficiente che taluno, cagionando l’evento distruttivo - il crollo di un
edificio, il naufragio di una nave, l’inquinamento di un ambiente - faccia sorgere il rischio che un numero indeterminato di persone rimanga ucciso o sia menomato nell’integrità fisica. Se per effetto del disastro
si verifica la morte o la malattia di qualcuno, con il delitto di disastro concorreranno
quelli di omicidio e di lesioni personali, tan-
C
Illustrazione di Gianni Chiostri
i panni della vittima, arrivando in un eccesso
di spudoratezza a ribaltare la motivazione della sentenza romana che lo ha assolto per avvenuta (ancorché discutibile) prescrizione, mica
per non avere commesso il fatto.
Siamo abituati a imprestare all’indole contorta di noi italiani una certa disinvoltura nell’interpretare le decisioni dei giudici, persino
quelle favorevoli. Ma la faccia tosta ha disseminato proseliti anche nei quartieri alti di Zurigo, dove un privilegiato vive talmente sconnesso dalla realtà da non riuscire nemmeno a
truccare il suo disprezzo per il prossimo con il
rimmel delle buone maniere. E fornisce solidi
argomenti al sospetto che non di una divaricazione tra diritto e giustizia si sia trattato, ma
semmai dell’ennesima conferma che il diritto
del più forte se ne infischia della giustizia.
ti quante sono le persone uccise o comunque
offese.
Il problema è sorto quando ci si è domandati in quale momento il reato di disastro si
consumi. Secondo l’interpretazione maggioritaria della cassazione, ciò si verificherebbe
quando le condotte che cagionano la situazione di pericolo (ad esempio l’inquinamento
di un ambiente) vengono a cessare (ad esempio, perché l’ambiente viene bonificato o l’attività produttiva nociva viene interrotta).
Secondo un’interpretazione minoritaria, la
persistenza dell’insorgere di malattie o del
verificarsi di decessi impedirebbe invece di
considerare concluso il fatto disastroso, che
rimarrebbe vivo fino a che tutte le patologie
o gli eventi collegati al disastro si siano esauriti. In questa prospettiva il delitto di disastro verrebbe meno soltanto quando si sia
verificato l’ultimo decesso o l’ultima malattia collegata alla situazione di pericolo.
La spiegazione tecnica di quanto è avvenuto nella vicenda Eternit risiede tutta in
questa divergenza d’interpretazione. Tribunale e Corte di Appello di Torino, per non
considerare prescritto il reato contestato
dalla Procura, avevano fatto affidamento
sulla nozione di disastro «allargata» agli
eventi di morte e di lesione personale. La
cassazione, ribadendo quanto aveva già più
volte stabilito, ha invece individuato il momento consumativo del reato in quello in cui
la «fabbrica delle polveri» aveva cessato di
produrre. Così individuato il «tempo del
commesso reato», dichiarare la prescrizione
era giocoforza sulla base di un semplice calcolo di anni, mesi e giorni trascorsi.
Avrebbe potuto tuttavia, la cassazione,
decidere diversamente? Certo che sì: considerata l’eccezionalità della situazione, la particolare gravità della vicenda delittuosa e le
ragioni di giustizia sostanziale inevitabilmente sottese al caso sottoposto al suo giudizio, avrebbe potuto optare per l’interpretazione contrapposta del momento consumativo del reato di disastro. Non lo ha fatto perché, tecnicamente, sarebbe stato sbagliato
farlo? E’ difficile rispondere, perché in diritto
BERLUSCONI (MA NON SOLO)
A CHI GIOVA LA PRESCRIZIONE
MATTIA FELTRI
n fondo Silvio Berlusconi rispetta la
casistica: sei proscioglimenti su poco più di trenta procedimenti penali,
il venti per cento scarso, cioè il dato
di una decina di anni fa, quando in
Italia si estinguevano più di duecentomila
processi l’anno. Ma comunque è lui il grande prescritto della recente storia italiana,
forse più di Giulio Andreotti, la cui sentenza divenne la madre di tutte le prescrizioni, probabilmente anche per il risvolto bizzarro: mafioso ma non più giudicabile fino
al 1980, non più mafioso ma giudicabile di lì
in poi. Il fatto è, come scrive Luigi Lanzillo
per la Treccani, che «la prescrizione si è
impropriamente trasformata da strumento eccezionale a congegno di deflazione», e
cioè il sistema più efficace di non prolungare i processi all’eternità. C’è, segnala Lanzillo, anche «un distorto uso di mezzi, di
per sé leciti» da parte dei difensori per arrivare ai limiti temporali ed evitare la condanna agli assistiti, ma si tratta di casi non
così numerosi. Naturalmente sono intervenute delle leggi, come la famosa e berlu-
I
sconiana Cirielli (anzi, ex Cirielli perché il Cirielli in carne e ossa, Edmondo, l’ha disconosciuta), che hanno accorciato i tempi di prescrizione; ma curiosamente la legge è del
2005, anno in cui (dati del ministero della
Giustizia) le prescrizioni furono 189 mila, e
l’anno dopo erano già calate a 159 mila contro le 220 mila del 1994 e le 113 mila del 2012,
ultimo dato disponibile. Siamo ormai intorno all’11 per cento, che è ancora il numero di
prescrizioni più alto in Europa. E, se si aggiunge che l’Italia è il Paese più condannato
dalla Corte europea per «l’irragionevole durata dei processi», la questione si fa chiara.
Per risultato, una quantità di vicende
buone a infiammare il dibattito sono poi rimaste senza finale, con eguale danno per
l’imputato, le parti civili e l’opinione pubblica. Per restare in politica, un caso recente è
quello di Filippo Penati, presidente della
Provincia di Milano del Pd, e prescritto per
le tangenti di Sesto San Giovanni. Ma qui
l’elenco potrebbe essere lunghissimo, da
Marcello Dell’Utri per i fondi di Publitalia a
Claudio Scajola per la casa vista Colosseo
fino a Massimo D’Alema, prescritto una vita fa per finanziamento illecito al Pci: venti
non è frequente poter discernere con sicurezza ciò che è tecnicamente corretto e ciò
che è tecnicamente scorretto. Quando la lettera della legge non è vincolante e si apre alla
possibilità d’interpretazioni differenti, il giudice, purché motivi adeguatamente la sua
decisione, è tutto sommato libero di orientare le proprie scelte tecniche sulla base degli
scopi di giustizia che intende perseguire.
Stabilito che il giudice di legittimità, nella
vicenda giudiziaria Eternit, non era costretto dall’assoluta ineluttabilità della legge penale ad optare per l’interpretazione prescelta del momento consumativo del reato, la
«responsabilità» della disciplina attuale della prescrizione per l’esito abnorme di tale vicenda inevitabilmente si stempera. Anche in
pendenza della disciplina vigente, l’effetto
estintivo del decorso del tempo avrebbe potuto essere evitato; dato il lungo periodo trascorso dalla chiusura dell’Eternit, a fronte
dell’interpretazione «rigorosa» seguita dalla
cassazione anche una più ragionevole disciplina della prescrizione non avrebbe d’altronde potuto, verosimilmente, evitare
l’estinzione del reato di disastro.
Ben venga comunque, ora, l’indignazione (tardiva) dei politici per gli effetti dirompenti della prescrizione (come è stata delineata qualche anno fa dalla c.d. riforma ex
Cirielli) sul sistema di giustizia italiano. Se
tale indignazione dovesse condurre a riformare finalmente l’istituto in modo da renderlo adeguato ai tempi necessari a portare a termine i processi penali, l’esito della
vicenda giudiziaria Eternit, al di là dello
sconcerto che inevitabilmente suscita,
avrebbe quantomeno prodotto un risultato
positivo. Purché ovviamente, sull’onda dell’indignazione, non si finisca per cadere
nell’eccesso opposto: eliminare cioè pressoché del tutto, o ridurre in modo spropositato, gli effetti estintivi del decorso del tempo. La ratio della prescrizione - e cioè non
punire il delinquente che, a distanza di anni
dalla commissione del reato, magari si è redento o si è rifatto una vita - mantiene infatti, intatta, la sua efficacia persuasiva.
milioni di lire del 1985. Ma sono proprio i
casi complicati come quello dell’Eternit di
Casale Monferrato a finire più spesso in
nulla. Lo stesso esito fu riservato ai parenti
di Giancarlo Mangione, operaio della Breda morto per aver aspirato fibre d’amianto.
Molte (ma non per tutti) furono le prescrizioni nel processo sulla morte degli operai
di Marghera provocata (secondo il convincimento dell’allora pm Felice Casson) dall’esposizione a cloruro di vinile monomero.
Molte (ma non per tutti) le prescrizioni per
le botte di Bolzaneto, nella notte terribile
del G8 di Genova. I casi dolorosi non sono
pochi, e così nessuno pagò per la morte di
Niccolò Galli - il figlio di Giovanni, ex portiere di Fiorentina e Milan - che se ne andò
cadendo in motorino su un tubo che sporgeva malamente da un guardrail. Prescrizioni per le valvole-killer nel cuore dei cardiopatici all’ospedale di Padova. Prescrizione per le truffe a 2 mila e 500 famiglie
romane rimaste senza casa. Non sarebbe
difficile proseguire per qualche pagina. Ma
rimane da aggiungere che circa sette prescrizioni su dieci avvengono durante le indagini preliminari, cioè prima del processo; riguardano reati così marginali che restano in un cassetto, o di reati scoperti
quando era troppo tardi, e la prescrizione
diventa automatica: tanto per mettere in
chiaro che le verità raccontate dai numeri
hanno sempre pretese troppo alte.
Lettere e Commenti .31
.
NOI ITALIANI
RIFORMISTI
IMMAGINARI
LUIGI LA SPINA
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
parte invertite, il piano Saitta, dal nome dell’assessore regionale competente, ha ricevuto la stessa accoglienza riservata a quello di
Monferino, il manager a cui l’ex presidente
del centrodestra, Roberto Cota, aveva affidato la guida del progetto di riforma sanitaria: accuse
dall’opposizione, rivolta dei sindaci nelle città in cui è
prevista la chiusura di ospedali troppo piccoli, proteste
di primari, medici, infermieri.
Al di là del balletto delle polemiche strumentali tra i
due schieramenti che si sono alternati al comando della
Regione Piemonte, è ovvio che i progetti si assomiglino
molto: gli standard internazionali di riferimento a cui
l’Italia deve adeguarsi e le direttive di Roma per evitare
il commissariamento non lasciano molto spazio alla fantasia riformatrice. Si possono cambiare dettagli e scelte
secondarie, ma l’impianto generale per evitare la bancarotta finanziaria deve restare sostanzialmente immutato. È possibile che, questa volta, attraverso una maggiore esperienza politica e abilità mediatrice dell’assessore
Saitta, la riforma non sia affossata, ma è probabile che i
compromessi con tutte le parti interessate finiscano per
riservarle la solita sorte, quella di un provvedimento poco efficace rispetto agli obbiettivi proclamati.
L’esempio della sanità piemontese è proprio lo specchio dell’Italia di oggi, quella di un Paese che avrebbe
bisogno di riforme radicali, come ammettono tutti, di
cambiamenti che non sono nè di destra nè di sinistra,
come riconoscono quasi tutti, perché servono a rimettere la nostra nazione al passo della rivoluzione produttiva, culturale, sociale che è avvenuta nel mondo, ma che
né la destra, né la sinistra, da oltre vent’anni, riescono ad
approvare. O, se qualche riforma viene realizzata, è così
azzoppata da mille mediazioni da non servire a nulla, o
quasi.
Si parla, da decenni, di semplificare quella burocrazia
italiana che affligge i nostri cittadini, le nostre aziende, le
nostre scuole e le nostre università tra mille adempimenti che rallentano la produttività e scoraggiano chi
voglia investire. Lo stesso obiettivo avrebbe una riforma
che, come dimostra anche il caso Eternit, avvicini l’amministrazione del diritto a una vera giustizia. È urgente
un piano di salvaguardia del suolo nazionale, sbriciolato
tra frane e alluvioni che denunciano i danni della mancata manutenzione del territorio e dell’abusivismo edilizio.
Tutte questioni, come il problema dell’evasione fiscale e
molte altri, che non dovrebbero essere sbandierate come battaglie di parte tra destra e sinistra, perché sono
mali sui quali non solo la diagnosi è comune, ma anche la
terapia è abbastanza condivisa. Eppure, sono lì dalla fine
del secolo scorso e la loro soluzione non appare vicina.
Prima, la colpa delle mancate riforme era dell’«anomalia Berlusconi», tra conflitti di interessi e questioni
giudiziarie, che impediva alla grande maggioranza parlamentare su cui poteva contare di portarle a compimento. Poi, la colpa fu quella di Prodi e degli altri leader
di centrosinistra che, invece, erano angustiati da numeri
troppo risicati alle Camere e da profondi dissensi interni
alle variegate coalizioni necessarie per vincere. Ora, anche il decisionismo renziano sembra avviato alla stesso
deludente risultato.
Il rimedio a questo impantanamento riformistico dell’Italia, almeno così pare, arriva sempre dalla stessa ricetta, quella di rafforzare il potere del governo rispetto a
quello delle Camere. Ci provò Craxi, poi le famose bicamerali, compresa quella di D’Alema; in seguito, l’impotenza dell’esecutivo fu la scusa di Berlusconi per giustificare i suoi fallimenti rispetto ai grandi progetti annunciati. Adesso, Renzi vuole dimezzare il Parlamento nella
speranza di accelerare l’iter dei suoi provvedimenti, ma
siamo sicuri che, quand’anche questa riforma si realizzasse, l’Italia davvero potrà «cambiare verso»?
L’impressione è un’altra. Se la diagnosi della malattia
nazionale è condivisa e la terapia non dovrebbe separare
drammaticamente la destra e la sinistra nel nostro Paese, la maggioranza della classe dirigente, quella che detiene il potere delle principali corporazioni che reggono
l’Italia, non ha nessuna volontà di assumere il farmaco
del cambiamento. Perché la vasta platea dei garantiti,
politici, alti burocrati, amministratori pubblici, lavoratori dipendenti che non rischiano il licenziamento, professionisti, sindacalisti e imprenditori dei settori protetti
dalla concorrenza internazionale, detentori di cospicue
rendite finanziarie, e tante altri, dovrebbero voler mutare una situazione che ancora li rende categorie che vivono senza particolari affanni?
Il vero paradosso italiano, però, viene dai non garantiti. Anch’essi, in fondo, sognano, un giorno o l’altro, di riuscire a passare dall’altra parte, quella dei garantiti. Perché dovrebbero voler cambiare una condizione che appare un miraggio di tranquillità e di benessere, per
estendere costumi di vita mutevoli, flessibili, faticosi,
magari più brillanti e adeguati ai tempi che sono irreversibilmente cambiati, ma anche più rischiosi, dal momento che sono più competitivi e meritocratici? Se, forse,
aveva ragione il generale de Gaulle, quando riteneva difficile governare un Paese come la Francia con 246 varietà differenti di formaggi, forse ha ragione pure chi pensa
sia altrettanto difficile voler governare l’Italia verso il
cambiamento, quando, da noi, i veri riformisti sono del
tutto immaginari.
A
32
STAMPA
.LA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
ConsegnatialQuirinale iPremiBalzan
Si è svolta ieri al Quirinale la cerimonia finale dei Premi
Balzan. Il Presidente Napolitano li ha consegnati a Ian
Hacking per l’epistemologia e la filosofia della mente, Dennis Sullivan per la matematica, G. David Tilman per l’ecologia delle piante e Mario Torelli per l’archeologia classica.
Il premio per l’umanità, la pace e la fratellanza tra i popoli è
andato a «Vivre en famille» per la realizzazione di un reparto di maternità e la riattivazione di una scuola in Congo.
CULTURA
SPETTACOLI
&
ALBERTO PAPUZZI
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
L’
accordo prevedeva la costruzione
chiavi in mano di
uno stabilimento
per la produzione di duemila automobili al
giorno, sul modello della
«124», entro tre anni. Per l’insediamento del nuovo complesso si scelse la località di
Stavropol sul corso del Volga, che venne ribattezzata
Togliattigrad, in memoria
del leader del Pci. La prima
vettura uscì dalle officine il
19 aprile 1970. Si trattava del
più grande progetto che vedeva protagonista l’industria
italiana nel secondo dopoguerra. Una manifestazione
sia di potenza sia di sapienza
tattica. L’azienda italiana ottenne carta bianca in materia di tecnologie produttive e
di rete distributiva, destreggiandosi al meglio nella competizione con marchi che
avevano medesimi interessi
e ambizioni, più di tutti
Volkswagen e Renault.
Quasi mezzo secolo dopo,
la gigantesca opera rivive in
un film documentario che si
presenta al Torino Film Festival: Togliatti(grad) di Federico Schiavi e Gian Piero
Palombini, con una raffinata
fotografia di soggetto industriale, prodotto da Nacne
Sas in collaborazione con
Rai Cinema. Cinquantasei
minuti, che offrono una visione articolata e suggestiva,
sorprendente e brillante, ricca di spunti storiografici e
carica di annotazioni di costume, per un episodio che
allora scosse il mondo. I punti chiave attorno ai quali ruota il racconto sono due: il
LA CITTÀ FABBRICA
Consegnata chiavi in mano
in tre anni di lavoro
La prima vettura nel 1970
lampante confronto tra comunismo sovietico e capitalismo occidentale, largamente a favore di quest’ultimo,
quasi una appendice della
guerra fredda, e il conflitto
più generale che venne messo a nudo, innanzi tutto in
campo sovietico, tra due culture, che interessavano e
coinvolgevano ideologie, fedi, tradizioni, provocazioni,
per una generazione di uomini e donne vissuti con o per il
lavoro. Per girare il documentario ci sono voluti quasi
quattro anni, e si sono incontrate centinaia di persone.
Per i sovietici Togliattigrad fu una sfida senza esitazioni. «Eravamo sicuri che,
come i nostri padri e madri
avevano vinto la guerra, così
noi avremmo potuto vincere
anche questa competizione»,
dichiara Vladimir Mirisakov,
allora caposquadra dell’Officina Motori. Con Togliattigrad comincia la storia russa
dell’automobile. Prima si
producevano soprattutto se
non esclusivamente automezzi pesanti: i camion e gli
autobus prodotti nel 1938
erano, per esempio, 185 mila
su un totale di 200 mila autoveicoli; nel 1960 passano a
344 mila su 500 mila. Nel
maggio del 1966, quando si
firma l’accordo, circolava
Togliattigrad
l’epopea dell’auto
nella steppa
Un film documentario racconta la costruzione
dello stabilimento, frutto dell’accordo Fiat-Urss,
che avviò la storia russa delle quattro ruote
Qui accanto
la catena
di montaggio
all’interno
della Fabbrica
dell’AutoVaz a
Togliattigrad,
in basso
la pausa
per il pasto.
L’accordo tra
Fiat e Urss
venne siglato il
4 maggio 1966
dal ministro
sovietico
per l’Industria
dell’auto
e da Vittorio
Valletta, che
proprio
quell’anno
avrebbe
lasciato
la presidenza
dell’azienda
all’Avvocato
Agnelli
Al Torino Film Festival
Il documentario Togliatti(grad) di Federico Schiavi e Gian Piero
Palombini (da cui sono tratte le immagini pubblicate di questa pagina)
sarà presentato al Torino Film Festival il 28 novembre
(cinema Reposi, ore 17,15). Qui sopra una veduta della città,
situata lungo il corso del Volga nella regione di Samara (Russia).
Nella foto grande l’imponente stabilimento dell’AutoVaz
un’automobile privata ogni dei lavoratori italiani tutti di240 persone.
pendenti dalla Fiat e la collet«Era un programma sempli- tività che stava nascendo e orcemente terrificante - dice nel ganizzandosi sulle rive del Volfilm Carlo Mangiarino, che era ga (anche con la presenza di
stato ingegnere capo nell’edifi- volontari, soprattutto donne e
cazione della fabbrica -. Dove studenti, affascinati dal proc’era soltanto la steppa, senza getto). Notevole scalpore,
traccia di tessuto industriale, ascoltando gli ex, venne creato
ma freddo a trenta gradi sotto naturalmente dall’incontro tra
zero d’inverno, e caldo rovente maschi italiani capaci di eseral sole d’estate, dovevamo far citare l’arte del corteggiamensorgere uno stabilimento che to e bionde ragazze russe di cui
aveva in sé un
si magnificavaknow how globa- ARRIVANO GLI ITALIANI no le lunghe cole». Le immagini
Il problema
Feste negli alberghi sce.
proposte dal doera che gli uomie caccia alla bionde ni italiani andacumentario sono
ragazze russe vano in caccia di
sbalorditive: prima la steppa
un tradizionale
verde e arida, poi fuoco e fumi divertimento, mentre le russe
degli impianti, infine le auto- puntavano a stabilire relazioni
mobili immerse nel traffico. stabili. Nel 1972 si contavano
Come una stregoneria, dal de- già trenta matrimoni di russe
serto stepposo dovevano pren- con italiani.
Ma non era solo una quedere vita le officine che avrebbero sfornato duemila vetture. stione di rapporti personali.
Se sul piano macroscopico Era la scoperta della realtà itac‘era da restare a bocca aper- liana, allora non molto conota, un’avventura straordinaria sciuta dai sovietici. «Cosa safu corsa al livello delle micro- pevamo noi dell’Italia? - si dostorie che interessarono i rap- manda Nelly Sumina, una delporti sociali, tra la comunità le numerose interpreti -. Io co-
noscevo soltanto Marcello Mastroianni, Sofia Loren e Adriano Celentanto». Spesso si organizzavano feste negli alberghi e le russe facevano la fila
per andarci: «Guardate, sono
arrivati gli italiani! Infatti erano come una apparizione». Le
diciottenni di allora (e non solo
le diciottenni!) ricordano anche belle macchine e vestiti
formidabili. Una vita fatta di
sogni e entusiasmi, «mentre
da noi era molto, molto più grigia», dice ancora Nelly Sumina. I russi non vedevano di
buon occhio quei rapporti e
sottoponevano le loro ragazze
a insistenti interrogatori.
Nel nostro paese non mancarono le polemiche, come
sempre di fronte a una novità.
A Tribuna sindacale, programma televisivo, si chiese conto a
Agnelli di dubbi finanziamenti
collegati all’impresa che la sua
azienda portava a termine.
L’Avvocato diede una risposta
delle sue: «Per fare la sua domanda - disse al suo interlocutore - lei ha impiegato due minuti. Per la mia risposta mi basta un secondo: non è vero».
LA STAMPA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
Cartesio
MARIO
BAUDINO
Il fantasma Ddr
e gli scherzi
di Franco Fortini
Il Muro a Francoforte
A 25 anni dalla caduta del Muro,
forse nessuno ricorda un seguito
imprevedibile e piuttosto letterario: la strana sopravvivenza, per
alcuni giorni, di un Paese fantasma. La Ddr, scomparsa ufficialmente il 3 ottobre 1990, resistette
in un solo punto del pianeta: fino
a domenica 7, alla Fiera del libro
di Francoforte. I tempi erano sta-
ti così rapidi che al momento dell’apertura gli editori dell’ex Est si
ritrovarono dove erano stati un
anno prima, tra italiani, turchi,
austriaci e altre nazionalità ancora. Stranieri in Patria. Quando si
dice organizzazione.
Ma Raboni no
Alfonso Berardinelli - sul Foglio ricorda invece Franco Fortini e in
.
33
particolare una foto del Capodanno ’89 con Giovanni Raboni e
altri intellettuali legati alla neonata Rifondazione Comunista,
che forse per questo lo «immelanconisce». Ricorda anche i suoi
epigrammi. Noto quello contro
l’avversatissimo Carlo Bo («Carlo Bo/No»); meno quello dedicato
proprio a Raboni: «In Rabo/ni c’è
un Bo». Compagni che sbagliano.
“I giovani cinesi si sono imborghesiti
Tienanmen è irripetibile”
Parla la scrittrice Xiaolu Guo che ha appena pubblicato La Cina sono io
“I ricchi studiano a Harvard, al ritorno non hanno voglia di cambiare”
ALBERTO SIMONI
S
gomberiamo subito
il campo: Xiaolu Guo
non è una dissidente.
Non è, oggi, una di
quelle intellettuali
braccate da Pechino, anche se
gli screzi con il regime li ha
avuti per via di un suo documentario del 2004, The Concrete Revolution. Fu tirata fuori dai guai da un avvocato per i
diritti degli immigrati che riuscì a riportarla a Londra dove
viveva dal 2002.
Ma non pochi mugugni Guo
se li è attirati fra gli alfieri in
esilio della democrazia. Nel
2012, quando Mo Yan vinse il
Nobel per la letteratura, lei lo
difese. Lo dipinsero come timido contro il regime, per qualcuno «lo scrittore del Partito».
Lei replicò: «Rispetto chi non
vuole fare il martire politico».
Poi se la prese con gli «snob
dei diritti umani». E oggi,
quando la raggiungiamo fra
una presentazione e l’altra in
Italia del suo ultimo libro La
Cina sono io (ed. Metropoli
Xialu Guo,
scrittrice e regista,
ha 41 anni. Nata
in Cina, dal 2002
vive a Londra.
Suo padre
durante
la Rivoluzione
culturale
ha trascorso
15 anni in un
campo di lavoro
perché amava
dipingere. Suo
fratello 25 anni fa
ha fatto
lo sciopero della
fame in piazza
Tienanmen ed è
riuscito a sfuggire
al massacro
dei carri armati
IL SUO ROMANZO
Dietro la storia d’amore
un Paese che ripudia
il passato e cerca un futuro
d’Asia), sull’eterna lamentela
occidentale dei diritti violati
dal governo cinese, punge: «A
forza di chiedere il rispetto dei
diritti umani e trattare la Cina
come fosse Cuba, il risultato è
l’effetto contrario, un irrigidimento ulteriore». E poi su Xi
Jinping, il «nuovo imperatore»
cinese come lo esalta il Time in
copertina questa settimana:
«Vi ricordate come morivano
di fame i nostri nonni 50 anni
fa? Ora non è così, il livello di
vita è dignitoso, abbiamo una
classe media, un buon livello di
istruzione», ci dice. Eppure i
diritti, la lotta spietata, sin
brutale, alla corruzione... «In
Occidente c’è voglia di giudicare il leader, certo è normale
ma sono ottimista e il mio giudizio è positivo».
L’autrice credeva nella democrazia e in libere elezioni
25 anni fa mentre il fratello
faceva lo sciopero della fame
in piazza Tienanmen, sfuggendo al massacro dei tank.
Xiaolu Guo ci crede ancora
oggi. Del suo Paese che osserva (ma ci torna ogni anno) da
una casetta a East London ha
un ricordo «romantico, nostalgico». Anche se la Cina di
oggi misura la felicità dei suoi
cittadini in Pil pro capite, si è
votata al business, sa stare al
mondo e dialogare - sempre
più spesso - da posizioni di
superiorità, economica s’intende, con gli altri Grandi inquilini del pianeta.
Eppure la dissidenza è parte integrante della vita e del-
BASSO CANNARSA
l’opera di Guo. Suo padre trascorse 15 anni in un campo di lavoro solo perché amava dipingere e la Rivoluzione culturale
non gradiva divagazioni dal tema. I personaggi della Cina di
Guo sono artisti. Come la stessa
autrice («scrittrice e regista»,
ci tiene a sottolineare quest’ultima caratteristica) che dalla
sua vita ha attinto per tratteggiare lineamenti e comportamenti di Kublai Jian e Deng Mu.
Il primo è uno storico e musicista punk figlio ribelle di un papavero, il più alto, del regime;
Mu è una poetessa.
La Cina di Xiaolu Guo sono
loro, innamorati lontani: lui vagabondo «sans papier» in Europa rifiutato dal Paese dopo un
periodo di detenzione per aver
diffuso durante uno show un
manifesto che inneggiava alla
perpetua rivoluzione; lei in cerca di identità in America ma incapace di staccarsi dalla patria
e dagli affetti famigliari. Li separa la «Rivolta dei gelsomini»
del 2011, tentativo di importare
a Pechino la primavera araba,
stroncato sul nascere dal go-
Vi ricordate come
morivano di fame
i nostri nonni
cinquant’anni fa?
Ora non è più così,
il livello di vita è
dignitoso, abbiamo
una classe media,
un buon livello di
istruzione. Ma ci siamo
imborghesiti, siamo
tutti più conservatori
verno. I giovani si radunavano
nelle vie del lusso nel cuore della capitale, la polizia apriva gli
idranti, allagava tutto (negozi
compresi) e la forza della rivoluzione annegò in quel trucchetto tanto astuto quanto banale. Nel suo vagabondare tra
Londra, Svizzera, Parigi, Marsiglia, Creta, Jian scrive a Mu.
Lei risponde. Immortala i suoi
pensieri sul diario. E sarà un
plico di lettere recapitato a casa
di Iona, scozzese traduttrice di
cinese, che consentirà al lettore
di ricostruire la storia dell’amore interrotto, di vedere mischiarsi vite sempre al confine
tra la realtà e la finzione, di appassionarsi all’intreccio tra più
livelli narrativi che alla fine
cambiano (e migliorano) la
stessa Iona.
Questo il romanzo d’amore.
«Non è un testo politico», quasi
si giustifica Guo. Ma è difficile
non scorgere altro dietro l’«io»
che comprime Jian e Mu, politica e apolitica, ribellione e tradizione. La Cina che ripudia il
passato e vuole un altro futuro,
e quella romantica. In fondo
Guo scrive un inno al suo Paese
non nascondendone le contraddizioni. Sullo sfondo Tienanmen, quasi mai citata ma
eterno spartiacque della Cina
moderna, esperienza tragica e
formativa. E «irripetibile», aggiunge Guo. Perché? «Ci siamo
imborghesiti, c’è una classe
media sempre più forte e numerosa, siamo tutti più conservatori». E se a Hong Kong
sono stati i giovani e gli studenti, come Mu e Jian nel 2011, a
sfidare il regime, lo spegnersi o
forse l’affievolirsi del moto di
ribellione della città, Guo lo coglie al volo: «Certo i giovani sono un motore che cambia la società, ma non è solo da loro che
possono venire le mutazioni; in
fondo sono anch’essi élite, serve la base». L’élite ricca che
studia a Harvard, «con i soldi
di papà, intrisa di nazionalismo, perché mai dovrebbe riportare in Cina la voglia del
cambiamento?».
E la gente? Sta meglio. Grazie a Deng, Jiang, Hu e ora Xi.
Quasi due decenni di boom economico e nuovi soldi da distribuire. «Siamo sempre più come
gli americani....», scherza Guo.
Sogniamo il benessere, il business. Tienanmen, addio.
1232456 89 3A12BC42 8D9E LA STAMPA FE
LA STAMPA
FULVIA CAPRARA
ROMA
D
a una parte il piacere vitale di un
pesce ben cucinato nel ristorante
sotto casa, dall’altra l’abitudine struggente di
non cancellare mai dal cellulare nomi e numeri di quelli che
non ci sono più. Ferzan Ozpetek è così, come i suoi film, sospesi tra certezze terrene e
magiche aspettative, tra incanti amorosi e delusioni carnali. Il brutto di oggi, dice, «è
che si è affermata ovunque la
mentalità del pensare solo a
se stessi, al proprio orto e basta... l’altro giorno qualcuno
mi ha chiesto un aiuto per
l’Africa, ho risposto che preferivo dare una mano a chi ho vicino, e sono tanti, che adesso
ha bisogno e prima non ne
aveva». A Torino, presidente
della giuria del Tff che si inaugura stasera, porterà, come
sempre, tutto se stesso, una
carica positiva, un calore
uguale a quello della sua cucina, dove libri, teglie di verdure, colf e bambini segnano, allegramente, il ritmo diseguale
della vita: «Sai che cosa diceva Elio Petri? Qualsiasi cosa
facciamo nella vita è per allontanare l’idea della morte».
I film del Tff sono soprattutto opere prime e seconde,
con che atteggiamento si
prepara a valutarle?
«Sono molto attratto dai debutti, in questo mestiere essere vergini è importantissimo,
e all’inizio si sente sempre
quando uno è sincero, sono
belli anche gli errori, e se un
regista è bravo lo si intuisce
dalle inquadrature e dal modo
con cui fa lavorare gli attori.
So che nelle giurie prevale
spesso la tendenza a bilanciare premi e giudizi, io questa
tendenza non ce l’ho, discuterò cercando di far capire
l’emozione e l’amore che provo per quel determinato film».
Il suo è stato un esordio felice, Il bagno turco fu molto
apprezzato.
«Sì, mi dicevano tutti che funzionava, il primo fu Aurelio De
SIMONETTA ROBIONY
ROMA
S
e non fosse l’ennesima
prova dello sfascio italiano sarebbe la trama perfetta per una farsa all’antica
maniera: così si presenta infatti la lotta senza risparmio di
colpi tra Luca Barbareschi e la
famiglia Monaci per il possesso del teatro romano Eliseo, un
tempo casa elegante e pacifica
della compagnia dei Giovani,
da anni terreno di scontro tra i
due contendenti. Ieri l’ultimo
atto: ma sarà davvero l’ultimo?L’Eliseo è stato sgombrato. Fuori tutti, i Monaci padre e
figlio, i dipendenti, i collaboratori e all’alba l’asino che pare
fosse stato introdotto in teatro
perché, essendo gli animali tutelati in caso di sfratto, avrebbe dovuto bloccare le forze dell’ordine. Barbareschi inneggia
al trionfo: «Sono io il nuovo
proprietario e sarò anche il direttore artistico. Finalmente
TorinoFilmFestival2014
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
Spettacoli .35
Apertura
Chiusura
Questa sera
l’inaugurazione del
Torino Film Festival
con «Gemma Bovery»
di Anne Fontaine,
commedia francese
interpretata da
Fabrice Luchini e
Gemma Arterton, che
gioca con l’assonanza
tra Bovery e la più
nota Madame Bovary
«Wild» di Jean-Marc
Vallée con Reese
Witherspoon (foto),
sceneggiato da Nick
Hornby, storia vera di
Cheryl Strayed, una
vita tra droghe e
amori sbagliati, che
un giorno decise di
buttare tutto alle
spalle e avventurarsi
nel Pacific Crest Trail
FERZAN OZPETEK
“Il mio Festival?
Amo le opere prime
anche se sbagliano”
Il presidente di giuria del Tff che apre stasera
“All’inizio si sente sempre quando uno è sincero”
Laurentiis, poi ebbe buone critiche, andò a Cannes alla Quinzaine des realisateurs. Era un
film semplice, povero, ed è arrivato in tanti Paesi del mondo».
Che rapporto ha con Torino?
«Mi vengono in mente tre parole, Littizzetto, tartufo, festival... La prima volta che ci sono
venuto ero aiuto-regista di Ricky Tognazzi per Ultrà, ho
pensato subito che sarebbe
stato un posto adatto per girare un thriller. E mi piacciono i
portici, poter camminare riparati per tanto tempo».
Il prossimo film, basato sul suo
romanzo, sarà ambientato a
Istanbul, un ritorno importante nella sua città natale.
«Sì, è dal ‘98 che non ho più girato lì, tornare mi affascina e
mi angoscia, ma sento che è
arrivato il momento di parlare
del posto in cui sono nato. Ho
già scritto due trattamenti
con Gianni Romoli, stiamo lavorando al terzo. Gli elementi
sono gli stessi del libro, ma
molte cose sono cambiate. Al
centro ci sono Istanbul e un
Quando sarà pronto Istanbul red?
«Le riprese si svolgeranno nel
prossimo autunno, ma forse anche in primavera, è necessario
un clima di passaggio. Sarà una
coproduzione, fra Italia, Turchia, forse Inghilterra, il film
uscirà nell’inverno 2016».
Le capita spesso di essere chiamato a commentare gli avvenimenti del suo Paese, ma lei
rifiuta quasi sempre.
«Sì, non voglio diventare ambasciatore di nessuno, se sto in
Turchia mi chiedono di dire la
mia sull’Italia e viceversa... In
ogni paese sento critiche nei
confronti di altre nazionalità,
per esempio i miei amici intellettuali turchi hanno molto da
ridire sui siriani che sono arrivati in quantità. Avverto un diffuso, forte, malessere, non voglio mettermi in mezzo, la mia
posizione è sempre, comunque,
dalla parte dell’essere umano».
Papa Francesco sta per andare
in Turchia, che pensa di lui?
«Quando è stato eletto mi sono
messo a piangere per la felicità,
«Il prossimo film? Ambientato
a Istanbul, è dal ‘98 che non ho
più girato lì, tornare mi affascina
e mi angoscia, ma sento che
è arrivato il momento di parlare
del posto in cui sono nato»
protagonista, intorno tanti altri personaggi».
Quanto è cambiata Istanbul
dai tempi del suo primo film?
«La città del Bagno turco non esiste più, Istanbul, come il resto del
mondo, si è trasformata. Conserva sempre il suo grande fascino
che viene dalle tante anime, religioni, bandiere diverse, dalla
convivenza della modernità con
il passato, però si sono aggiunte
anche elementi nuovi. Per esempio lo sviluppo di una certa estetica, la curiosità verso i pittori e i
registi emergenti, qualcosa che
qui mi sembra si sia perso, e lì invece è molto forte. E comunque
non è finita, sento che Istanbul
avrà altri cambiamenti, per questo voglio girare lì adesso».
Ferzan Ozpetek,
presidente di
giuria al Torino
Film Festival,
sta per
incominciare a
girare il suo
nuovo film,
«Instanbul
Red» tratto dal
suo romanzo:
«Sentivo che era
ora di tornare
nella mia terra»
Telenovela Eliseo, dopo
lo sfratto arriva Barbareschi
L’attore e i Monaci, lite per il possesso del teatro
possiamo dire che gli asini sono
usciti dall’Eliseo. Certo - aggiunge col sorriso sarcastico che l’ha
reso famoso - alludo all’animale
che vi era rinchiuso».
La vicenda è nota. La famiglia
Monaci riuscì alcuni anni fa a
strappare l’Eliseo a Barbareschi
che dovette cedere di fronte al
fatto che Vincenzo Monaci, il padre, avesse comprato il 34% del
teatro mentre il figlio Massimo
ne diventava il direttore artistico. Tutto bene all’inizio ma poi,
un po’ per la crisi del settore dello spettacolo, un po’ perché i conti non riuscivano più a quadrarli,
i Monaci cominciarono a non pa-
.
gare la loro quota di affitto agli
altri soci. E qui scattò lo sfratto
per morosità: annunciato, negato, rinviato, posposto, temuto, invocato fino alla fatale esecuzione
di ieri. «Sto salvando il teatro dice Barbareschi, uomo intelligente e capace ma certo non modesto - . Voglio una compagnia
stabile, voglio farne un luogo di
formazione, voglio investire 4
milioni di euro il primo anno, e
riaprire l’Eliseo subito, entro
uno o al massimo due giorni. La
stagione va salvata. Gli impegni
presi vanno rispettati. Ho quasi
60 anni: potrò far qualcosa per
questa città che amo tanto?».
Luca
Barbareschi
nuovo boss
dell’Eliseo
La risposta della famiglia
Monaci non si fa aspettare ed è
aspra: sarebbe da querela se
Barbareschi non anticipasse
che la querela non vuol farla. «I
fascisti nel breve periodo vincono ancora - dicono alludendo all’antica amicizia tra Barbareschi e Fini -. Abbiamo subito
una violenza inaccettabile malgrado la nostra disponibilità. La
nostra posizione è sempre stata
aperta all’ospitalità. Ci vendicheremo. Riusciremo a dimostrare che non abbiamo fatto
mai alcunché per interesse».
Sarà. Ma i debiti ci sono e la decisione di non pagare l’affitto è
presa consapevolmente: «Sapevamo che era un atto grave, ma
le istituzioni non hanno reagito:
il loro silenzio è stato assordante». Per di più pare che a richieder soldi indietro non siano solo
sono ammirato dal suo coraggio, lo vedo come una luce nel
buio, vale la pena combattere e
andare avanti perchè c’è lui.
Non sto parlando solo dell’uomo religioso, ma anche semplicemente dell’uomo, le cose che
dice ti fanno riappacificare con
te stesso e con gli altri».
Le piacerebbe fare il direttore
del Tff?
«No, non ci penserei minimamente, c’è un direttore perfetto, forte e gentile, che è Emanuela Martini, una persona che
in questi anni è stata molto importante per il Festival. A me
piace fare i film, nel resto del
tempo occuparmi di opera lirica, e ho appena iniziato, con gioia, il mio secondo romanzo».
gli altri proprietari dello stabile
ma anche attori, produttori, registi che hanno lavorato all’Eliseo ma non sono stati pagati.
Debiti alti, dunque. Debiti che
avrebbero spinto gli altri due
soci a intimare ai Monaci di pagare o andar via e di fronte a tre
possibili proposte di acquisto,
avrebberofirmato un contratto
con Barbareschi, ignorando la
volontà della famiglia Monaci
che per andare avanti ha temporaneamente concesso il palcoscenico al festival RomaEuropa tant’è che continua a essere annunciato, in questi giorni,
lo spettacolo di Emma Dante
Operetta burlesca, nonostante
RomaEuropa, vista la malaparata, avesse comunicato che si
sarebbe trasferita altrove. Restano in sospeso i 60 lavoratori
del teatro, di cui 16 fissi, ormai
senza più lavoro anche se Barbareschi ha promesso che esaminerà la posizione di ciascuno
di loro, e soprattutto resta in sospeso il pubblico.
1232456 89 3A12BC42 8D9E LA STAMPA F
LA STAMPA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
Addio a Mike Nichols
Oscar per il “Laureato”
Il regista aveva 83 anni, stava lavorando a un film sulla Callas
Grande anche a teatro e in tv con la serie “Angels in America”
ALESSANDRA LEVANTESI KEZICH
N
ell’aprile 1938 approdò a New
York Mikhail Igor
Peschkowsky, un
bambino di 7 anni
che con il fratellino stava raggiungendo il padre, medico
ebreo di origine russa fuggito
dalla Berlino nazista. Nel 1944
il piccolo Mickhail fu naturalizzato cittadino americano e
divenne Mike Nichols, il regista del mitico Il laureato, il
film che nel 1967 con 7 nomination all’Oscar (e uno vinto
per la regia) e uno stratosferi-
co incasso di 50 milioni di dollari gli conferì fama planetaria.
Tra l’altro, questa deliziosa «satira sociale serio-comica» lanciò l’allora sconosciuto Dustin
Hoffman in un ruolo che doveva
essere del più attraente Robert
Redford, aprendo la strada a
una schiera di divi, da De Niro a
Pacino a Nicholson, che un tempo sarebbero stati confinati in
parti di carattere.
Scomparso due giorni fa a 83
anni per arresto cardiaco, Nichols amava profondamente gli
attori. Aveva cominciato la sua
carriera proprio recitando,
mentre studiava medicina al-
l’Università di Chicago: lì si era
unito al gruppo cabarettistico
The Compass Players, lì aveva
incontrato Elaine May con cui
fece coppia comica per qualche
anno fra night, tv e infine a
Broadway. Erano spiritosissimi, irresistibili, e quando nel ’61
il duo si sciolse, Mike si accorse
di essere pronto per la regia.
Nel 1963 A piedi nudi nel parco
gli regalò il primo dei suoi otto
Tony, poi vennero Luv e La strana coppia, successi di Broadway
che gli aprirono la strada del cinema. Esordio con Chi ha paura
di Virginia Woolf battezzato da
13 nomination, secondo film per
l’appunto Il laureato, e poi una
lunga carriera fra alti e bassi
come qualsiasi carriera. Ma
sempre ai massimi livelli, arpeggiando fra dramma e commedia, passando da Cechov a
Stoppard e firmando apprezzate pellicole come Silkwood e
Una donna in carriera, I colori
della vittoria e Piume di struzzo.
I tanti interpreti straordinari
con cui ha lavorato - Meryl
Streep, Robin Williams, Julia
Roberts, Jeremy Irons, Al Pacino - gli hanno sempre riconosciuto la qualità rara di dirigerli
senza averne l’aria, di saper tirare fuori da loro il meglio. Dal
Mikhail Igor
Peschkowsky
era figlio di
un medico
ebreo di
origine russa
fuggito bambino dalla
Berlino nazista nel 1938:
fu naturalizzato americano nel 1944
canto suo, Nichols sosteneva
che l’unico compito del regista
era «mettere le persone nel posto giusto in scena». Diceva che
di fronte al testo bisogna cercare, o creare, il tessuto di eventi
nascosto dietro le parole, ovvero l’inspiegabile. Gli ultimi suoi
grandi regali al pubblico sono
stati nel 2004 la splendida miniserie tv Angels in America, vincitrice dell’Emmy; e, nel 2012, un
premiatissimo Morte di un commesso viaggiatore, protagonista
Philip Seymour Hoffman. Chi
l’ha visto sa bene che con Mike
Nichols è scomparso un immenso uomo di spettacolo.
.
Spettacoli .37
“X Factor”
Morgan c’è
“La musica è
ricominciata”
RAFFAELLA SILIPO
MILANO
«Mi si nota di più se ci vado o
se non ci vado?» deve aver morettianamente pensato Marco
Castoldi in arte Morgan, di
fronte all’alternativa di tener
fede all’orgoglioso proclama
di giovedì scorso: «Lascio X
Factor per sempre. Non c’entro più niente con la deriva
che ha preso la trasmissione»
o tornare sui suoi passi e sedersi di nuovo sulla poltrona
che lo ha reso tanto popolare.
E alla fine di una settimana di
Le scene clou
A sinistra Benjamin osserva la
sua amante Mrs Robinson, a
destra interrompe le nozze
della figlia di lei, Elaine
ANSA
Morgan
Personaggio
PAOLO MASTROLILLI
CORRISPONDENTE DA NEW YORK
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
A
nzi, se c’era una cosa
che i suoi critici gli rimproveravano, era proprio il vizio di essere troppo
prolifico e avere troppo successo. Eppure quella plastica
sinonimo di falsità, quel consiglio tanto serio quanto balordo, sussurrato dal signor McGuire all’orecchio del fresco
laureato Benjamin Braddock,
è diventata l’icona di una generazione. L’urto soffice, ma
irriconciliabile, tra gli americani che avevano combattuto
e vinto la II Guerra Mondiale,
e poi avevano vinto anche il
dopoguerra, e i loro figli viziati e disorientati, che invece
avrebbero fatto del proprio
meglio a cavallo tra gli Anni
60 e 70 per demolire la prima
superpotenza della storia.
rare, o preso dalla curiosità di
Nichols diceva che «diven- progetti improbabili, si esponetare una leggenda è facile: ba- va al rischio dell’irrilevanza.
sta fare una sola cosa». Quin- Del resto lui notava che «Modidi si infurierebbe a sentire gliani era sconosciuto in vita, e
che la gente lo ricorda solo aver avuto enorme successo
per un film, Il Laureato. Infatti dopo la morte non gli è servito a
la lista dei suoi successi, da granché». Mike invece il sucChi ha paura di
cesso lo voleva
Virginia Wolf? a
I GENITORI tutto e subito, se
Conoscenza
e lo ha
Erano stati tutti eroi possibile,
Carnale, dal ciinseguito in ogni
nema di Silkwo- la greatest generation direzione. Eppuod, al teatro di che sconfisse i nazisti re il secondo film
Morte di un
che aveva girato,
commesso viaggiatore, alla tv nel 1967, aveva già definito la
di Angels in America, è infinita. sua carriera.
L’unico ad aver vinto il premio
Il fatto curioso, leggendo le
Oscar, l’Emmy, il Tony e il agiografie uscite dopo l’annunGrammy. La lista delle glorie è cio della sua morte, è che non si
appena più lunga di quella dei capisce da dove sarebbe uscito
suoi flop, quando pur di lavo- tanto successo. Bravo con la ca-
“Mrs Robinson” cantò
il baratro tra padri e figli
dell’America Felice
società americana con il distacco che solo un non americano
poteva avere, e quindi l’aveva
afferrata meglio dei suoi membri originali. Aveva capito che il
proprio disorientamento non
era inusuale, anzi. Per lui almeno c’era la giustificazione di essere precipitato negli Stati Uniti da un altro mondo, ma per i
ragazzi della sua generazione
non esisteva neppure questo
alibi. I loro genitori erano stati
tutti eroi, compreso il padre di
Mike, che era riuscito a salvare
la famiglia dalle persecuzioni.
quelle naziste in America. A La «Greatest Generation», coquattro anni d’età Mike aveva me l’avrebbe definita Tom Broperso tutti i capelli, a causa del- kaw, e a ragione, perché provala reazione ad una cura per la teci voi a crescere durante la
tosse, e da allora in poi era sem- Grande Depressione, sconfigpre andato in giro indossando gere i nazisti sulle spiagge della
una parrucca. Mimetizzato, Normandia, e poi tornare a caquasi nascosto dietro una ma- sa per costruire il sogno amerischera, per oscano degli Anni
servare le vite
I GIOVANI 50. Mike, però,
degli altri. Quan- Viziati e disorientati era nato troppo
do aveva sette
tardi per fare
pronti a demolire parte di questa
anni la sua famila superpotenza generazione, e
glia si era trasferita a New York,
troppo presto
e per sua stessa ammissione per diventare un «baby boonon aveva avuto un amico fino mer» devastato e disilluso dal
all’epoca in cui era andato al- Vietnam. La posizione ideale
l’università, a Chicago. Un ana- per osservarli entrambi, padri
lista direbbe che era rimasto e figli dell’America felice, e spiecosì alienato, da non riprender- gare perché non si sarebbero
si mai più. Aveva osservato la mai più capiti.
Il regista lo colse per primo con il distacco dell’esule
mera, per carità, ma non visionario come un Martin Scorsese. Distinto, ma privo di uno stile marcato. Abile con le parole e
ironico, però niente a che vedere con un Woody Allen. E poi
questa smania di passare da un
genere all’altro, come una persona incerta della propria identità, o decisa a provarle tutte
pur di incassare qualcosa.
Benjamin Braddock, in altre
parole. Non a caso, la sua casa
di produzione si chiamava Icarus Productions.
Quando era nato, a Berlino
nel 1931, Nichols si chiamava in
realtà Mikhail Igor Peschkowsky. Figlio di un medico
russo ebreo, che prima era
scappato dalle persecuzioni sovietiche in Germania, e poi da
suspence assai produttiva per
gli ascolti, è prevalsa la prima
ipotesi - o forse l’ammontare
della penale da pagare a Sky
per l’eventuale forfeit - e il «ragazzaccio» è tornato al suo
posto. «Ho vissuto un momento di conflitto, di sconforto dice in video e poi canta (stonando, sarà l’emozione) al pianoforte in apertura -. Può capitare a tutti, è naturale che in
una grande passione come
quella che c’è tra me e la musica ci siano tormenti, proprio
perchè è un sentimento gigantesco e romantico: la musica è
finita, ma la musica è ricominciata anche. Bentornati».
Bentornato: Morgan non è
solo «un» giudice di X Factor,
ma «il» giudice: eloquio travolgente (spesso utilizzato da
conduttore e regista per colmare i buchi della diretta) e
notevolissima conoscenza
della musica, i suoi ragazzi li
ha sempre sostenuti con ardore portandoli alla vittoria per
un numero di volte che non ha
eguali nelle edizioni mondiali
del talent. L’eliminazione dei
suoi Spritz for Five, che in
molti davano tra i favoriti alla
vittoria, al ballottaggio contro
i colleghi Komminuet, gli ha
fatto davvero male: «Come al
solito, la guerra fratricida è la
più ingiusta». Gli fa male, probabilmente, anche l’essere
passato nel giro di un anno dal
ruolo di ragazzo prodigio del
programma (almeno in confronto ai veterani Elio e Simona Ventura) a quello di giudice
senior (Victoria, Mika e Fedez
sono tutti più giovani e più
nuovi). Ma il vero protagonista, nel bene e nel male, resta
lui: per tornare a Moretti - e
parafrasando il giudizio fulminante che ne diede Dino Risi si potrebbe dire a buon diritto: «Morgan spostati, lasciaci
vedere X Factor». Ma non è
detto che se Morgan si spostasse, lo spettacolo sarebbe
altrettanto gustoso.
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59A97BC 82 AD59EF79 82 LA STAMPA LA STAMPA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
.
Spettacoli .39
Programmi tv
I programmi settimanali completi delle principali tv satellitari, del digitale terrestre e delle radio su: www.lastampa.it/programmi
del 21 novembre 2014
Rai 1
6.45 Unomattina Attualità
10.55 Rai Player Rubrica
11.00 Tg 1
11.10 A conti fatti Attualità
12.00 La prova del cuoco
13.30 Telegiornale
14.00 Tg 1 Economia Attualità
14.05 Dolci dopo il Tiggì
14.40 Torto o ragione? Il verdetto finale Attualità
16.00 La vita in diretta
18.50 L’eredità Game show
Una carrellata di giochi,
di curiosità e di informazioni sono gli ingredienti del programma quotidiano condotto da
Fabrizio Frizzi
20.00 Telegiornale
20.30 Affari tuoi Game show
21.10 Carosello Reloaded
Attualità
Rai 2
7.10 Army Wives Serie
8.30 Il tocco di un angelo TF
10.00 Tg2 Insieme Attualità
11.00 I fatti vostri Varietà
13.00 Tg 2 Giorno
13.30 Tg2 Eat Parade
13.50 Tg2 Sì, Viaggiare
Attualità
14.00 Detto fatto Attualità
16.15 Castle Telefilm
17.00 SuperMax Tv Varietà
17.45 Rai Parlamento Telegiornale Attualità
17.55 Tg2 Flash L.I.S.
18.00 Rai Player Rubrica
18.05 Tg sport
18.20 Tg 2
18.50 NCIS: Los Angeles Telefilm
19.40 NCIS Telefilm
20.30 Tg 2 20.30
21.00 Impazienti Sitcom
21.10
I mercenari
The Expendables ★★★
21.15
Tale e quale show
VARIETÀ. Penultima puntata del
varietà di Carlo Conti. I sei finalisti di questa quarta edizione si
cimenteranno ancora una volta
nella difficile arte della trasformazione
23.45 TV 7 Attualità Lo storico
rotocalco di Raiuno
0.50 Tg 1 - Notte.
Che tempo fa
1.25 Cinematografo
2.15 Sottovoce Attualità
2.30 Rewind - Visioni private
FILM. (azione, 2010) con Sylvester
Stallone, Jason Statham. Regia
di Sylvester Stallone.Un gruppo di mercenari ha un nuovo
compito: uccidere un dittatore
23.00 The good wife Telefilm
23.45 Tg2
0.00 Troppo Giusti Magazine
0.30 Stone Film (dramm.,
2010) con Edward Norton, Robert De Niro,
Milla Jovovich
Rai 3
Canale 5
6.00 Tg 5 Prima pagina
7.54 Traffico
8.00 Tg 5 Mattina
8.45 Mattino Cinque
11.00 Forum Attualità
Con Barbara Palombelli
13.00 Tg 5. Meteo.it
13.40 Beautiful Soap opera
14.15 Centovetrine Soap
opera
14.45 Uomini e donne Talk
show
Con Maria De Filippi
16.15 Il segreto Telenovela
17.00 Pomeriggio cinque
Attualità
18.45 Avanti un altro! Game
show
Con Paolo Bonolis
20.00 Tg 5. Meteo.it
20.40 Striscia la notizia Varietà
satirico
8.00 Agorà Attualità
10.00 Mi manda Raitre
11.00 Elisir Attualità
12.00 Tg 3
12.45 Pane quotidiano
13.10 Il Tempo e la Storia
14.00 Tg Regione. Tg Regione
Meteo
14.20 Tg 3. Meteo 3
14.50 Tgr Leonardo Attualità
15.00 Tg3 Lis
15.05 Tgr Piazza Affari
15.10 Rai Player Rubrica
15.15 Terra nostra 2 - La speranza Telenovela
16.00 Aspettando Geo
16.40 Geo Documentari
19.00 Tg 3. Tg Regione. Tgr
Meteo
20.00 Blob Videoframmenti
20.15 Sconosciuti Attualità
20.35 Un posto al sole SO
Italia 1
7.15 Tutto in famiglia Telefilm
7.45 Mike & Molly Sitcom
8.40 Psych Telefilm
10.30 The closer Serie
12.25 Studio Aperto
13.00 Sport Mediaset Sport
14.05 I Simpson Cartoni
animati
14.35 Futurama Cartoni
animati
15.00 2 broke girls Telefilm
15.20 Big Bang Theory Sitcom
Quattro giovani scienziati di diversi campi
lavorano insieme
al California Institute
of Technology
16.05 E alla fine arriva mamma
Sitcom
16.50 White Collar Telefilm
18.30 Studio Aperto. Meteo
19.20 CSI New York Telefilm
21.05
Questioni di famiglia
21.10
Il segreto VII
21.10
Homefront
ATTUALITÀ. Al via il nuovo programma che ha l’obiettivo di raccontare e intervenire nella realtà, in continuo cambiamento,
della famiglia italiana. Conduce
Marida Lombardo Pijola
TELENOVELA.
Hipólito segue
Quintina di nascosto e scopre
qualcosa che lo lascia senza
parole. Nel frattempo, Raimundo riesce a vedere Sebastian. Con Iago García
FILM. (thriller, 2013) con Jason
Statham, James Franco. Regia
di Gary Fleder. Un ex agente
della Dea trasferisce la sua famiglia in una quieta cittadina per
scappare dal suo passato
23.15 Hotel 6 Stelle Attualità
0.00 Tg3 Linea Notte
1.05 Rai Parlamento Telegiornale Attualità
1.15 Appuntamento
al cinema
1.20 Storie dell’arte Doc.
23.50 I cerchi nell’acqua
Miniserie
1.45 Tg 5 Notte. Rassegna
stampa. Meteo.it
2.15 Striscia la notizia
2.50 Uomini e donne Talk
show
★★
23.10 Le iene show Varietà
satirico
0.50 Sport Mediaset Sport
1.15 Studio aperto
La giornata
1.30 Trasformat Quiz
3.20 Il maschio ruspante Film
UNA MARCIA IN PIÙ ALLE
TUE DIFESE? SU CON
IMMUNO
Rete 4
La 7
6.50 Zorro Telefilm
7.10 Hunter Telefilm
8.05 Cuore ribelle Telenovela
9.30 Carabinieri Telefilm
10.35 Sai cosa mangi?
10.45 Ricette all’italiana
11.30 Tg 4 - Telegiornale
12.00 Detective in corsia TF
13.00 La signora in giallo TF
14.00 Lo sportello di Forum
Attualità
15.35 Cimarron Film (western,
1960) con Glenn Ford,
Maria Schell. Regia di
Anthony Mann. Storia
del giornalista che partecipò alla conquista
delle terre dell’Oklahoma. ★★★
18.55 Tg4 - Telegiornale
19.35 Il segreto Telenovela
20.30 Tempesta d’amore SO
7.00 Omnibus - Rassegna
stampa Attualità
7.30 Tg La7
7.55 Omnibus Attualità
9.45 Coffee break Attualità
11.00 L’aria che tira Attualità
Il programma di economia condotto in studio
da Myrta Merlino
13.30 Tg La7
14.00 Tg La7 Cronache Attualità Il programma, a cura
della redazione News,
dedicato alla cronaca
14.40 Il commissario Maigret
Telefilm
16.30 Suor Therese Telefilm
18.15 Il commissario Cordier
Telefilm
20.00 Tg La7
20.30 Otto e mezzo Attualità
Con Lilli Gruber
21.15
Quarto grado
ATTUALITÀ. Al centro della sera-
21.10
Crozza nel paese
delle meraviglie
ta, Gianluigi Nuzzi e Alessandra
Viero tornano sui casi di femminicidio, come quelli di Elena
Ceste, Sarah Scazzi, Yara Gambirasio e Mariella Cimò
VARIETÀ. Ottava puntata dello
show di Maurizio Crozza, che
attraverso la sottile ironia dei
suoi personaggi descrive le
stranezze del nostro Paese
0.20 Quicksand Film-tv
2.10 Tg4 Night News
2.30 E lo chiamarono Spirito
Santo... Film (western,
1971) con Vassili Karis,
Dick Palmer, Margaret
Rose Kill ★
22.40 Bersaglio mobile
Attualità
Un programma di Enrico Mentana
0.45 Tg La7
1.00 Otto e mezzo (R)
1.45 Coffee break (R)
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fredda e quando le tue difese immunitarie sono messe
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digitale terrestre
RAI 4
21
16.20 The lying game
Serie
17.05 Rai News - Giorno
17.10 Streghe Serie
17.55 Xena Serie
18.40 La spada della
verità Serie
19.25 Rai Player
19.35 Supernatural Serie
20.20 Beauty and the
Beast Serie
21.10 Final Destination
2 Film
22.45 Wonderland 2014
Fantasy Magazine
RAI 5
23
17.05 Rai News - Giorno
17.10 Ubiq - Innocenza
17.45 Grandi giardini
d’Italia-Il
Rinascimento
18.55 Divini Devoti
19.45 Rai Player
19.55 Passepartout:
visione e parola
Rubrica
20.30 Concerto Lang
Lang Musicale
22.05 Scaramouche
Scaramouche
Cortometraggio
RAI STORIA 54
18.10 Superstoria-La
penna scotta
19.00 Magazzini
Einstein
19.30 L’Italia in 4d Anni
‘70: La grande
evasione
20.30 Il giorno e la storia
20.50 Il tempo e la storia
21.35 14-18 Grande
Guerra cento anni
dopo
22.35 Donne Guerra e
Pace - La pace
svelata
RAI MOVIE
13.50
14.00
15.30
17.30
17.35
17.45
19.30
21.15
23.00
0.55
CINEMA FAMILY
19.05 Tutti pazzi per Rose
Déborah François è una
giovane che diventa la
dattilografa più veloce
del mondo SKY PASSION
19.10 Il bell’Antonio
Preceduto dalla fama
di dongiovanni,
Mastroianni torna in
Sicilia per sposarsi SKY
CLASSICS
Paparazzi I paparazzi
dell’agenzia fotografica
Magic Press all’opera
nelle strade di Roma
SKY COMEDY
Limitless In piena crisi
creativa, uno scrittore
comincia a prendere una
pillola magica SKY MAX
19.30 L’era Glaciale 2 - Il
disgelo Il mammuth, la
tigre e il bradipo scoprono che c’è pericolo
di un’alluvione SKY
CINEMA 1
19.35 Tempesta polare Un
meteorite colpisce il
luogo dove vive l’astrofisico James Mayfield
SKY HITS
21.00 Yentl Polonia primi ‘900:
Barbra Streisand si traveste da uomo per studiare
il Talmud SKY CLASSICS
Non pensarci Valerio
Mastandrea, chitarrista
rock di 35 anni, cerca di
sbarcare il lunario SKY
COMEDY
Litigi d’amore Dopo la
morte del marito, Terry
si ritrova sola con 4
figlie. Con Kevin
Costner SKY PASSION
22.35 Spymate Mike e il suo
compagno 007, lo scimpanzé Minkey devono
gestire un’emergenza
SKY CINEMA FAMILY
22.40 Jack Reacher - La prova
decisiva Tom Cruise nel
secondo film del premio Oscar Christopher
McQuarrie SKY MAX
22.50 E io non pago Maurizio
Mattioli e Maurizio
Casagrande sono della
Guardia di Finanza SKY
COMEDY
23.10 Machete Danny Trejo è
Machete, ex agente
federale dei servizi
segreti messicani SKY
CINEMA 1
23.20 La donna del tenente
francese Inghilterra vittoriana: una donna fa
perdere la testa a un
giovane gentiluomo
SKY CLASSICS
23.25 The Last Days Una
misteriosa epidemia
colpisce l’intero pianeta
SKY HITS
Rai Player
A testa alta Film
Don Bosco Film
Rai News - Giorno
Rai Player
Tiro incrociato
Film
I mitici - Colpo
gobbo a Milano
Film
Switch Film
Linha de Passe
Film
Rai News - Notte
Notiziario
serie tv
film
17.25 Beautiful Creatures - La
sedicesima luna
Trasposizione cinematografica dei romanzi
di Kami Carcia e
Margaret Stohl SKY
18.05 Grey’s Anatomy
FOX
LIFE
18.15 Castle FOX
18.20 Cold Case FOX CRIME
18.35 Donne nel mito: Hedy
Lamarr DIVA UNIVERSAL
18.50 Quincy DIVA UNIVERSAL
19.00 Grey’s Anatomy FOX
19.05 I Simpson FOX
19.15 NCIS FOX CRIME
19.35 I Simpson FOX
19.50 Poirot DIVA UNIVERSAL
Il tocco dello chef FOX
LIFE
20.00 Bones FOX LIFE
The Big Bang Theory
FOX
CRIME
20.30 The Big Bang Theory
FOX
20.50 Donne nel mito: Maria
Teresa de Filippis DIVA
UNIVERSAL
21.00 Criminal Minds
FOX
CRIME
Grey’s Anatomy
22
11.05 Ricchi ricchissimi
praticamente in
mutande Film
13.20 Hazzard Telefilm
15.30 Una pistola per
Ringo Film
17.25 Un sacco bello Film
19.15 Hazzard Telefilm
21.00 Rocky V Film
23.05 La leggenda di
Bagger Vance Film
1.30 Sogni di Gloria Film
3.10 Troppo per vivere... poco per
morire Film
ARTE
19.45 X Factor Daily SKY UNO
20.00 Affari a quattro ruote
DISCOVERY CHANNEL
20.05 Cuochi e fiamme LEI
20.20 Stupidi al quadrato
America’s Got Talent
SKY UNO
20.30 Sonic Highways:
Washington D.C. ARTE
20.40 Romaeuropa Festival
2014 ARTE
20.55 Truffato a Bangkok!
NATIONAL GEOGRAPHIC
DISCOVERY CHANNEL
Case da incubo LEI
21.10 The Unknwon Known
- The Life and Times
of Donald Rumsfeld
ARTE
Got to Dance - Nati
per ballare UK SKY
UNO
FOX
LIFE
Homeland FOX
21.55 Profiling FOX CRIME
Nashville FOX LIFE
22.00 The Big Bang Theory
FOX
22.30 The Big Bang Theory
FOX
22.35 Eppure io l’amavo
DIVA UNIVERSAL
Nashville FOX LIFE
The Killing FOX CRIME
22.45
22.50
23.00 The Big Bang Theory
CIELO
26
14.30 MasterChef
Australia Varietà
15.15 SkyTg24 mezzogiorno
15.30 MasterChef
Australia Varietà
16.30 Fratelli in affari
17.30 Buying & Selling
18.30 Fratelli in affari
19.15 Affari al buio
20.15 Affari di famiglia
21.10 Cucine da incubo
2 Varietà
0.15 Peep Show
Documentari
MTV
8
17.00 Friendzone: amici
o fidanzati?
17.50 Teen Mom 2
Varietà
19.50 Motorhome Piloti di famiglia
Varietà
20.15 Il Testimone
Magazine
21.10 Motorhome Piloti di famiglia
Varietà
22.00 Il Testimone
Magazine
0.00 The Valleys Varietà
REAL TIME
21.30 Case da incubo LEI
21.55 Autostrada per l’inferno NATIONAL
GEOGRAPHIC
22.00 Fast N’ Loud
DISCOVERY CHANNEL
Malattie misteriose
LEI
22.05 Xtra Factor SKY UNO
22.50 Ostetriche in sala
parto LEI
Megafabbriche Lamborghini
Aventador NATIONAL
GEOGRAPHIC
31
16.15 Abito da sposa
cercasi: i consigli
di Randy Varietà
17.15 Quattro matrimoni
18.10 Amici Casting
19.10 Cucine da incubo
Usa Varietà
21.10 Bake Off Italia:
dolci in forno
22.10 Il boss delle cerimonie Varietà
23.05 La chef e la boss
0.05 Malattie misteriose
DMAX
14.15
15.10
16.00
16.50
17.45
18.35
19.30
20.20
21.10
22.00
22.50
15.55 La cena per farli conoscere Ricoverato in
ospedale, Diego
Abatantuono viene
raggiunto dalle figlie.
Di Avati PREMIUM CINEMA
EMOTION
16.35 Radio America Storia
del programma radiofonico condotto da
Garrison Keillors. Di
Robert Altman PREMIUM
CINEMA
17.30 L’isola delle coppie
Quattro coppie decidono di passare le vacanze nella stessa isola tropicale PREMIUM COMEDY
17.35 La vita facile Due amici,
dopo essersi persi di
vista, si ritrovano dopo
qualche tempo in
Kenya PREMIUM CINEMA
EMOTION
17.50 Whiteout - Incubo
Bianco Antartide: lo
sceriffo federale Carrie
Stetko sta concludendo
il suo mandato PREMIUM
CINEMA ENERGY
18.25 Topaz Agente Cia, in
missione a Cuba, rivela
l’esistenza sull’isola di
missili russi PREMIUM
UNIVERSAL
18.45 Transformers Il pianeta
Terra sta per diventare
teatro della guerra fra
due razze aliene
PREMIUM CINEMA
19.25 L’amore ritrovato Il tormentato amore fra
Giovanni, infelicemente
sposato, e la sua ex
Maria PREMIUM CINEMA
EMOTION
19.30 Matrimonio a Parigi I
figli di un imprenditore
e un finanziere condividono un appartamento
a Parigi PREMIUM COMEDY
19.35 Born to raise hell
Steven Seagal è in
Europa dell’est per
indagare su un traffico
di armi e droga
PREMIUM CINEMA ENERGY
21.15 Burning bright - Senza
via di scampo Una
ragazza e il fratellino
autistico sono bloccati in
casa con una feroce tigre
PREMIUM CINEMA ENERGY
Il guru Un indiano va a
New York per fare cinema, ma si ritrova nel
cast di un film hard
PREMIUM COMEDY
The Skulls - I teschi
Uno studente di Yale
vuole entrare nella
società segreta e tentacolare i Teschi PREMIUM
UNIVERSAL
22.50 The Hitcher Mai dare
passaggi agli sconosciuti.
Soprattutto nel deserto,
sotto la pioggia PREMIUM
CINEMA ENERGY
22.58 Com’è bello far l’amore
Le avventure di una famiglia normale alle prese
con l’arrivo di un pornodivo PREMIUM COMEDY
52
Banco dei pugni
Texas Tarzan
River Monsters
Affari a quattro
ruote
Top Gear
Affare fatto!
Storage Wars
Canada
Banco dei pugni
Swords: pesca in
alto mare Sport
Epidemie killer
1000 modi per
morire
film
intrattenimento
19.30 Le Italie della Moda:
La Materia, Prima
21.00 Affari a quattro ruote
FOX
20.05 Criminal Minds
IRIS
NATIONAL GEOGRAPHIC
LIFE
FOX
24
serie tv
15.45 Distretto di Polizia 8
TOP CRIME
Una Famiglia... Quasi
Perfetta MYA
16.20 Grimm ACTION
16.30 Friends JOI
16.40 Matrimonio a
Sorpresa MYA
16.55 Parks And Recreation
JOI
17.05 Almost Human ACTION
17.25 Mom JOI
17.45 Flikken - Coppia in
giallo TOP CRIME
17.50 2 Broke Girls JOI
17.55 I Signori della Fuga
ACTION
18.20 Mike & Molly JOI
18.30 Pretty Little Liars MYA
18.40 Quelli di Joi JOI
18.45 Grimm ACTION
The middle JOI
19.10 Big Bang Theory JOI
19.25 Law & Order: Unità
Speciale TOP CRIME
Una mamma per
amica MYA
19.30 The Transporter: The
Series ACTION
19.35 Psych JOI
20.25 I Signori della Fuga
ACTION
Psych JOI
21.05 Longmire TOP CRIME
21.15 Chicago Fire ACTION
Pretty Little Liars MYA
Super Fun Night JOI
22.05 Due Uomini e 1/2 JOI
22.10 Gossip Girl MYA
22.45 Chase TOP CRIME
22.50 Orphan Black ACTION
23.00 Nip’n Tuck MYA
40
STAMPA
.LA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
SPORT
Renzi: «Sì a Roma 2024». La Lega lo attacca
«Se riusciamo a rimettere in moto il fisco e la Pubblica
amministrazione, le Olimpiadi le facciamo sotto
gamba. Sarà più facile». Matteo Renzi, in un’intervista
a Rtl102.5, vara il progetto Roma 2024, ma il leader
della Lega Nord Matteo Salvini lo attacca: «Renzi è
pericoloso, abbiamo ancora le cattedrali nel deserto per
Torino 2006 e i debiti per i mondiali di nuoto di Roma».
F1, AD ABU DHABI LA SVOLTA ATTESA: LA FERRARI INGAGGIA IL PILOTA QUATTRO VOLTE CAMPIONE DEL MONDO
Anni:
27
Nato a:
Heppenheim
(Germania)
IN 8 STAGIONI IN F1
Gp disputati
138
Vittorie
39
Podi
66
Pole position
45
Punti conquistati
1.610
Rosso
LA CARRIERA IN F1
Debutto
2007
Dal
2009
Vettel
GUADAGNI
IN CARRIERA
64 milioni di euro
NUMERI DA RECORD
È ufficiale: nel 2015 il tedesco
prenderà il posto di Alonso
Per lui tre anni di contratto
e 30 milioni a stagione
21 anni 73 giorni
più giovane vincitore
in F1 (Monza 2008)
23 anni 134 giorni
più giovane campione
del mondo della storia
15 vittorie in una
stagione, record (2011)
15 pole position
in una stagione (2011)
13 Gp vinti nel 2013
(pari con Schumacher 2004)
9 Gp vinti
consecutivamente (2013)
397 punti in una
stagione, record (2013)
DALL’INVIATO AD ABU DHABI
ebastian Vettel sarà un pilota della Ferrari per i prossimi tre anni. L’annuncio ufficiale è stato dato ieri mattina ad Abu Dhabi, dove domenica si correrà l’ultimo Gran premio della stagione. «Formazione 2015 con Raikkonen»,
precisa dal nuovo profilo twitter la «ScuderiaFerrari». Tedesco, 27 anni, Vettel ha
vinto quattro titoli mondiali con la Red Bull. Prende il posto di Fernando Alonso,
S
che dopo cinque anni lascia Maranello per tentare una nuova avventura in McLaren, anche se per la conferma bisognerà attendere il mese prossimo. Secondo
indiscrezioni, il pilota tedesco guadagnerà 30 milioni l’anno compresi i premi,
diventando il ferrarista più pagato dopo Michael Schumacher. Ma per mettersi al
volante di una Ferrari dovrà aspettare: la Red Bull non gli ha concesso di partecipare ai test di fine stagione in programma da martedì ad Abu Dhabi.
[S. MAN.]
Il lungo addio di Fernando: “Era ora di cambiare”
Alonso: “È stata una decisione difficile ma ragionata”. Il suo futuro è in McLaren
Retroscena
CRISTIANO CHIAVEGATO
isputerà l’ultimo Gran
Premio con la Ferrari
indossando un casco
speciale. Da un lato la foto di
un pit stop con tutti i meccanici in azione, dall’altro le firme
dei componenti la squadra, in
mezzo la bandiera italiana.
Dietro questo omaggio agli
uomini del Cavallino, Alonso
ha rivelato parte del suo percorso d’addio. Aveva chiesto
gli autografi da riprodurre
D
durante il GP di Russia, all’ini- personaggio tormentoso e torzio di ottobre. Dunque, aveva mentato. «La mia - ha dichiaradeciso di lasciare Maranello in to Fernando - è stata una deciquel periodo. È stata una nota sione difficile ma ragionata. Era
congiunta che ha confermato il arrivato il momento di cambiadistacco: «La Scuderia Ferrari re. Avevo confidato a Montezee Fernando Alonso comunicano molo che se non avessimo vinto
quest’anno me ne
di avere interrotto consensualUN CASCO SPECIALE sarei potuto anLa mia stomente il loro rapSarà firmato da tutti dare.
ria con la Ferrari
porto di collaborazione tecnico- i meccanici: lo spagnolo finisce qui, da lulo userà domenica nedì sarò un tifoagonistica. Il piso della Rossa.
lota lascerà la
squadra alla conclusione di Ma ora spero di lottare finalquesto campionato al termine mente per la vittoria. Guardo
di un quinquennio che sinora lo avanti con grande entusiasmo».
E qui viene fuori la verità. Ferha visto conquistare 1186 punti,
nando ha sempre pensato di po44 podi e 11 vittorie».
Grande pilota, capace di vin- ter arricchire il suo bottino di ticere, giovanissimo, due mon- toli mondiali. Ma si è dovuto ferdiali: lo spagnolo, 33 anni, è un mare ai due conquistati con la
Renault. L’amore con il Cavallino
c’era e c’è sempre stato. Si è
spento davanti alle difficoltà e
forse anche a fronte di offerte allettanti arrivate più dalla Honda
che dalla McLaren, se è vero che
incasserà 35 milioni di euro a
stagione, per le due o tre che correrà con la squadra inglese. Dalla Ferrari il campione di Oviedo
ha sussurrato ai suoi amici di
non avere avuto abbastanza garanzie tecniche. Probabilmente
aveva chiesto l’assunzione di alcuni specialisti che Maranello
non ha ritenuto di prendere. E
forse ha anche tirato sul prezzo
per essere disposto a correre il
rischio di non vincere ancora.
Felipe Massa, che ha corso
per quattro anni a fianco di
Alonso, nel commentare la sepa-
LAPRESSE
Fernando Alonso, 33 anni
razione tra Fernando e la Ferrari
e l’arrivo di Vettel a Maranello,
ha avuto parole acide e ironiche:
«Lui è sicuramente il migliore in
pista. Maranello perde un grande pilota. Ma ha tanti aspetti negativi nel modo di lavorare all’interno della squadra, è un tipo
complicato. Sarà interessante
vedere come andrà. Vettel? Non
so se è bravo come lo spagnolo.
In ogni caso cambiare aria sarà
meglio per entrambi. E anche
per Kimi che probabilmente con
dovrà fare più i conti con distacchi pesanti in classifica con il
compagno di squadra».
Adesso non resta che attendere la fine del campionato.
Alonso dovrà aspettare sino ai
primi di dicembre per ottenere
l’ufficializzazione dell’ingaggio
nella squadra inglese. La McLaren deve ancora far sapere chi
sarà il compagno di squadra tra
Button e Magnussen. Ma non
sono escluse sorprese, visto che
i tempi delle decisioni si sono
dilatati e che per Fernando anche questo conta.
LA STAMPA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
Davis, Federer gioca Francia-Svizzera
Oggi in Tv
Roger Federer oggi sarà in campo nel primo giorno
della finale di Coppa Davis tra Francia e Svizzera. A Lille,
nello stadio di calcio che può ospitare 27mila persone,
si inizia con Monfils-Wawrinka (ore 14, diretta tv su
Supertennis). Poi il tennista svizzero, fermato dalla
sciatalgia a Londra, giocherà contro Tsonga. Al fianco
di Federer non ci sarà la moglie dopo le polemiche.
09,00 Golf. Pga European Tour
13,00 Sport Mediaset
13,45 F1. Gp Abu Dhabi, prove libere
14,00 Basket Nba. Miami-LA Clippers
17,00 Pattinaggio. Isu Grand Prix
17,45 Salto con gli sci. Coppa del mondo
Personaggio
STEFANO MANCINI
INVIATO AD ABU DHABI
a frase più schietta
alla fine è di Sebastian Vettel: «Non
puoi trattenere uno
che ha voglia di andarsene. Non è una buona
idea». Parla di se stesso, ma vale anche per Fernando Alonso
di cui eredita il sedile. Entrambi avevano esaurito il loro ciclo, uno di vittorie, l’altro di
frustrazioni, e avevano bisogno di aria fresca e nuove sfide.
Ieri l’annuncio, dopo mesi di
melina e rinvii. «Vettel è pilota
della Scuderia Ferrari». A Maranello non sono mai stati prolissi nel comunicare le grandi
rivoluzioni, e adesso che le comunicazioni importanti viaggiano su twitter, si trovano
perfettamente a loro agio.
La novità (che tutti conoscevano) ha portato entusiasmo.
Campione che va, campione
che viene, la Ferrari da Michael
Schumacher in poi non ha mai
sbagliato un acquisto e anche
stavolta ha scelto il migliore sul
mercato. È stato un allineamento dei pianeti a rendere
possibile e necessaria l’operazione: Alonso che si stufa e che
già nel 2013 scalpita per andarsene, Vettel che nello stesso anno lancia messaggi sportivamente romantici dal podio di
Monza («un giorno vorrei festeggiare qui vestito di rosso»),
la Ferrari che cambia pelle e
management, via Luca Montezemolo e Stefano Domenicali,
timone che passa a Sergio Marchionne e Marco Mattiacci.
Serve una discontinuità forte
per archiviare la stagione più
deludente dell’ultimo ventennio. Sebastian è perfetto: dopo
L
In passerella
Sebastian Vettel,
27 anni, neo ferrarista
Dal 2015 toccherà a lui
riportare in alto la Rossa
Sky Sport 2
Italia 1
Rai Sport 2
Sky Sport 2
Rai Sport 2
Eurosport
L’emozione di Vettel, l’uomo scelto per tornare a vincere
«Da ragazzino, Michael era il
mio idolo - ha raccontato ieri durante le conferenze stampa al
circuito di Abu Dhabi -. Poter
guidare una Ferrari come lui è
quindi un sogno che si realizza».
Negli ultimi cinque anni di rivalità Alonso lo punzecchiava insinuando che i suoi risultati erano
merito della Red Bull, cercava di
instillargli il tarlo dell’insicurezza, soprattutto quando non riusciva più a stargli dietro. L’altro
incassava: «I giudizi altrui non
mi rendono più veloce né più
lento. Vinco, di più non posso fare». I quattro titoli lo collocano
su un gradino altissimo della
Una carriera formidabile
L’esordio
1° Mondiale
Sebastian
Vettel
ha debuttato
in Formula 1
al Gp degli
Stati Uniti
nel 2007
su Bmw:
sostituì
Robert Kubica
infortunatosi
a Montreal
Nel 2010,
a 23 anni,
il pilota
tedesco
festeggia
il primo dei
suoi quattro
titoli Mondiali
al volante
della Red Bull:
batte allo
sprint Alonso
REUTERS
REUTERS
1a vittoria
Il poker
Nel 2008
a Monza
Vettel
centra il
1° successo
alla guida
della Toro
Rosso (motore Ferrari): è
il più giovane
vincitore
di sempre
Nel 2013
arriva il quarto trionfo
mondiale del
pilota tedesco
dopo
una cavalcata
senza
avversari
La sua Red
Bull è
imprendibile
REUTERS
REUTERS
41
18,05 Rai Tg Sport
Raidue
18,30 Sport Mediaset
Premium Calcio
19,30 Sportitalia News
Sportitalia
20,30 Serie B. Frosinone-Livorno Sky Sport 1/Pr.C.
20,30 Ligue 1. Metz-Paris SG
Foxsports
22,30 Liga. A.Bilbao-Espanyol
Foxsports
23,00 Reparto corse
Rai Sport 2
02,00 Nba. Washington-Cleveland
Sky Sport 2
Cresciuto nel mito di Schumi
“Realizzo il mio sogno
guidare una Ferrari come lui”
tanta irruenza latina, piace il
pilota tedesco che ricorda Michael Schumacher nell’atteggiamento, nel carattere e nei
numeri. Giovane e vincente,
meticoloso, freddo: come nel
2012 ad Abu Dhabi, quando rimonta dall’ultimo posto e festeggia il titolo sul podio.
.
storia, dietro a Schumacher e
Fangio e alla pari di Prost. È stato il più giovane in pole position
e a vincere una gara (21 anni, con
la Toro Rosso) e a diventare
campione la stagione successiva
in Red Bull. Adesso ha nel mirino i primati di Schumi, i sette titoli, i 91 successi, le 68 pole. Eccolo il prossimo sogno da realizzare: diventare il più grande di
sempre con la Ferrari. Perfetto
anche come compagno di squadra di Kimi Raikkonen. I due sono amici e vicini di casa in Svizzera. «Per me la collaborazione
con lui sarà più semplice - assicura Sebastian -. Kimi è il pilota
meno complicato della Formula
1. È una persona molto lineare, e
CARATTERI OPPOSTI
L’era Alonso da archiviare:
lui è meticoloso e freddo e
per questo è il pilota ideale
OBIETTIVO
Sebastian si è dato due anni
di tempo per riportare
il mondiale a Maranello
tra noi due ci sono un ottimo
rapporto e un rispetto reciproco». Il 2014 è l’unica ombra nella
carriera di Vettel: per la prima
volta è stato battuto dal compagno di squadra, il sorprendente
Daniel Ricciardo. Qualcuno, sapendo che a inizio anno ha avuto
una figlia dalla compagna Hanna, gli ha ricordato una frase di
Enzo Ferrari: «La paternità fa
perdere un secondo a giro». Lui
ha sorriso: «Pensate che brutta
persona sarei se accusassi mia
figlia di farmi perdere!». L’incantesimo con la Ferrari dipende da altre formule magiche:
con la F14-T non avrebbero vinto neanche Hamilton, Alonso e
Vettel messi insieme. La sfida ricomincia in fabbrica a Maranello: Sebastian si è dato due anni
per vincerla.
www.lastampa.it/mancini
REUTERS
Il team che lascia
Lo stato d’animo
La forza interiore
L’intesa con Raikkonen
Non è stato semplice:
ho sempre corso
con la Red Bull ma
volevo cambiare
Sono emozionato:
metterò le mie capacità
al servizio della squadra
per la vittoria
I giudizi altrui non mi
rendono né più veloce
né più lento. Vinco,
altro non posso fare
La collaborazione
con Kimi sarà semplice
Lui è il pilota meno
complicato della F1
12 45 67 18
42 .Pubblicità
STAMPA
.LA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
LA STAMPA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
Retroscena
GIANLUCA ODDENINO
TORINO
Può essere l’ultimo
contratto con la Juve:
mi ha dato tutto ciò
che cercavo e non sarà
mai in debito con me
Ufficializzati i rinnovi
di Buffon e Chiellini:
bianconeri a vita
Qualche sogno, come
la Champions, lo devo
coltivare e alimentare
È dura, ma non
poniamoci dei limiti
È una famiglia e qui
sono diventato uomo
In futuro quando
parleranno di me, si
penserà alla Juve
elido e diretto.
Andrea Agnelli
serve ad Antonio
Conte il più pubblico dei «c’eravaGigi Buffon
mo tanto amati» nel giorno
Portiere e capitano
più caldo, celebrativo e orgoRinnovo fino al 2017
glioso di una Juve che trasforma in «bianconeri a vita» due
bandiere come Gigi Buffon e
Giorgio Chiellini, grazie al rinnovo del contratto rispettivamente fino al 2017 e 2018. Certe ferite, evidentemente, non
si sono ancora rimarginate. E
certe orecchie a Torino saranno fischiate dopo Italia-Albania, quando il ct azzurro ha
denunciato con forza tutta la
sua solitudine. «Nessuno ci
aiuta e la Nazionale viene vista come un fastidio - ha detto
Conte -: non posso stare 4 mesi senza rivedere i giocatori».
Un j’accuse che
ha fatto rumore, così come lo
sfogo sui problemi patiti finora da selezionatore. «Qualcuno storce il
naso - ha poi
aggiunto da
Genova - anche
se parlo di intensità nei pochi giorni in cui
ho i ragazzi a
disposizione».
Frasi che
valgono l’apertura di un nuovo fronte con la
Juve («Storicamente tra i
maggiori fornitori di giocatori
all’Italia», sottolinea Agnelli)
LAPRESSE
e che vanno ad L’abbraccio tra giocatori e dirigenti dopo l’annuncio dei rinnovi: da sinistra Buffon, Agnelli, Marotta e Chiellini
aggiungersi alle recenti indopo l’imprevista chiamata di
comprensioni su Chiellini, recchio con i giocatori a dispo- le anche per l’Italia».
Non siamo al declassamen- Chiellini in azzurro. «È infortuPirlo, Ogbonna e Bonucci tra sizione». Altro che approfondiinfortuni e convocazioni. «Il menti su potenziali stage o to, ma quasi. Anche perché il nato - disse - e vederlo convocarapporto tra i club e la nazio- aperture di credito. Andrea metodo Conte alla Juve lo cono- to mi dispiace. Questo mi ramnale è perfetto - risponde il Agnelli respinge le ipotesi di scono molto bene e non solo marica molto: penso che tante
presidente bianconero -: noi Conte e non lo cita mai. «Non perché ha portato tre scudetti volte da parte del ct si chieda
rispettiamo il regolamento e capisco quale sia la difficoltà di consecutivi con il record dei collaborazione, ma mi aspettasappiamo quando dobbiamo un rapporto con i club - argo- 102 punti in campionato. Per vo una mezza chiamata da parrilasciare i calciatori. Negli ul- menta il numero uno biancone- questo nessuno ha dimenticato te di Prandelli. Che non è stato
timi 80 giorni sono stati 50 ro a precisa domanda -: De- quello che l’attuale ct sostene- educato e garbato». Riletta ora
giorni nei club e 30 via. E schamps chiama Pogba quando va da allenatore dei campioni fa un certo effetto, come un
quindi devo dire che di tempo lo ritiene opportuno. Vale per d’Italia. Privatamente e pubbli- boomerang, ma che i rapporti
la Nazionale ne ha avuto pa- tutti i selezionatori e questo va- camente, come nel marzo 2014 tra Conte e la Juve siano diffici-
G
IL TERZINO AZZURRO
Ho solo un rammarico
Non aver giocato la
finale di Europa
League in casa:
sembravamo destinati
Difensore e vice capitano
Rinnovo fino al 2018
Il presidente: “La Nazionale ha avuto i giocatori per 30 giorni su 80”
li lo testimonia anche il fatto
che il ct azzurro non sia stato
ancora a Vinovo, dopo aver girato praticamente tutte le
squadre di serie A, così come
allo Stadium per una partita.
Allegri lo aspetta e sulla polemica di questi giorni riflette:
«Io sono contento quando i
miei giocatori vanno in Nazionale. Certo, le cose si possono
migliorare: basta organizzarsi». Agnelli, invece, ha interrotto ogni tipo di contatto con il
suo ex tecnico dopo i tre anni
Il calcio italiano riunisce il
proprio governo e riflette sul
grido di allarme di Antonio
Conte, ct azzurro. Conte si
sente solo, i club non sono
d’accordo, la Figc vara una
nuova agenda fatta di riforme
e numeri che ha l’immediato
effetto di scontentare il sindacato giocatori: il punto di
ri-partenza è già un rompicapo. Da dove pensa di ricominciare il nostro pallone? Il tema dominante è quello sugli
extracomunitari, giovani, giovanissimi e non solo.
Detto delle rose da 25 elementi, 4 formati nel vivaio del
club, altri 4 in quelli delle altre società italiane, obbligatoria a partire (gradualmente)
dal prossimo campionato, da
applaudire c’è la volontà, nei
fatti, della Federcalcio di mettere fine alla «tratta» dei baby
giocatori. La rivoluzione dal
basso è significativa: il giovane extracomunitario al primo
Riformista
Carlo Tavecchio, 71 anni,
presidente
della Federcalcio dalla
scorsa estate
tesseramento dovrà essere residente in Italia ed essere entrato nel nostro Paese con i genitori non per ragioni sportive
e, comunque, aver frequentato
la scuola per almeno quattro
anni (tali giocatori non potranno essere, inoltre, utilizzati per
la sostituzione di un nuovo calciatore extracomunitario). Gli
effetti di tale svolta sono evidenti: in futuro non sarà più
possibile chiamare in Italia ragazzi giovani, fargli firmare un
contratto e, poi, utilizzarli come scambio verso l’estero per
lasciare libero il posto ad un
non comunitario più abile e su
cui scommettere. Gli autori
della riforma parlano di «una
sorta di ius soli sportivo...» (Lotito dixit) e invitano a guardare
al complesso dei provvedimenti presi per aiutare i ragazzi italiani a trovare spazio e considerazione anche ad alti livelli.
Conte si lamenta, il sindacato giocatori non stringe la mano
alla Figc per le scelte fatte. In
verità, quello che stride è il con-
fine, fin troppo sottile, che i vertici del calcio hanno individuato per definire uno degli extracomunitari potenzialmente in
entrata in possesso di un proprio curriculum. Le nuove norme, infatti, assegnano il particolare status a quel giocatore
non comunitario che, nell’anno
in corso, abbia almeno due presenze nella lista a referto per
gare della propria nazionale e
che ne abbia 5 in carriera.
Troppo poco, forse. Troppo limitato il giudizio di qualità professionale di un calciatore che,
spesso non a fatica, raggiunge
la nazionale, anche senza, poi,
scendere in campo. Sul tema
degli extracomunitari c’è altro,
ovvero una piccola, ma discutibile, apertura alla possibilità
per un club di derogare alla regola del due più due (uno esce,
allora uno entra, con due come
tetto massimo): anche se una
società non libera le proprie caselle, può pensare di arricchire
l’organico con un non comunitario, seppur «qualificato».
L’AFFONDO
RAPPORTI CON IL CT
La riflessione di Allegri:
«Si può migliorare,
basta organizzarsi»
vissuti intensamente. E ieri,
per sottolineare la leadership
di Buffon e Chiellini («Due che
erano in paradiso, sono scesi all’inferno e ci hanno riportato in
paradiso»), il presidente ha citato i primi sei mesi del campionato 2012/13. Quelli della squalifica di Conte, «quando la Juve
ha giocato senza l’allenatore in
panchina». Un altro piccolo
sgarbo, probabilmente non l’ultimo sull’asse Juve-Conte.
In breve
25
Calciatori
Le rose
dovranno
avere
questo tetto
massimo,
con 4 ragazzi
cresciuti
nel vivaio
del club
Roma, al cervello
Castan si deve operare
1 Leandro
Castan, difensore brasiliano della Roma
fermo da due mesi, sarà
operato alla testa ai primi di
dicembre per un cavernoma, ovvero un’aggregazione
di vasi sanguigni anomala a
livello cerebrale. La sua vita
non è a rischio, spiegano i
medici, ma si prevede un
lungo stop. Per questo la
Roma a gennaio punta Balanta del River Plate.
Serie B, l’anticipo
C’è Frosinone-Livorno
2
Presenze
Nella propria
nazionale
nell’ultimo
anno: questo
il curriculum
richiesto a un
giocatore
non
comunitario
La carica dei Nazionali può
essere la spinta decisiva nella settimana di passione che
si appresta a vivere la squadra granata. Basta avere la
ricetta giusta. «Io ai fornelli
sono un disastro - sorride
Matteo Darmian -, ma so che
ingredienti occorrono per affrontare le prossime sfide:
serve un Toro che metta in
campo cuore e anima, che
lotti su ogni pallone, che vada
oltre ogni difficoltà». Il terzino, perno inamovibile del
gruppo di Conte ma anche di
quello di Ventura (che però
domenica potrebbe farlo riposare) è intervenuto alla
presentazione dell’opera che
affresca la storia granata: «Il
Toro che vorrei», nato dall’unione di intenti del cappellano della squadra don Aldo
Rabino e del giornalista Beppe Gandolfo. «Questa maglia
ha una storia pesante, trasmette tutta quella passione
che noi proviamo a portare
in campo - spiega Darmian,
che, oltre ad essere un pessimo cuoco, nel libro svela
come lo chiamano scherzo-
«Deschamps chiama Pogba
quando lo ritiene opportuno
Con l’Italia intesa perfetta»
RIFORME FIGC: ADOTTATA UNA SORTA DI IUS SOLI SPORTIVO, MA GIOCATORI E TECNICI VOTANO NO
GUGLIELMO BUCCHERI
ROMA
Toro, Darmian
dà la carica
“Andiamo oltre
le difficoltà”
FRANCESCO MANASSERO
TORINO
Giorgio Chiellini
Juve-Conte, il gelo in una stanza
Agnelli: “Non capisco i problemi”
Extracomunitari e rose, il calcio cambia
Sport .43
.
1 Si
gioca stasera alle 21
(Sky Sport 1-Premium Calcio) Frosinone-Livorno, anticipo della 15ª di serie B.
Basket: stasera Sassari
Eurolega, Milano ko
1 Milano
cede in casa 7480 ai turchi del Fenerbahce
nel sesto turno dell’Eurolega.
Sassari tessera l’esterno
Matteo Formenti e stasera
ospita i russi del Novgorod
(20.30, diretta Fox Sports 2).
Matteo Darmian, 24 anni
samente i compagni: don
Matteo -, a volte ci riusciamo bene e in altre occasioni
meno: ma il sudore non è
mai mancato. Ne servirà
tanto adesso: vogliamo riprendere a vincere e a fare
punti. Speriamo di fare un
bel regalo ai nostri tifosi».
Sassuolo, Bruges, Juve
sono tre sfide completamente diverse da loro, ma con un
minimo comune denominatore: possono cambiare la
stagione del Toro, in un mo-
Sassuolo, Bruges
e derby in sette giorni
«Speriamo di fare
un bel regalo ai tifosi»
do o nell’altro. Nella prima,
che sarà arbitrata da Rizzoli, i granata si giocano la possibilità di conquistare una
dimensione più vicina a
quella immaginata ad inizio
anno: una tranquilla posizione in centro classifica. Il secondo match vale per aggiudicarsi in anticipo il pass del
passaggio del turno in Europa League. Mentre il terzo, il
derby, non ha bisogno di presentazioni: il Toro, reduce
da 6 sconfitte di fila contro
la Juve, ha in palio - innanzitutto - l’orgoglio. Un concetto molto caro ad Emiliano
Moretti, compagno (anche)
d’azzurro di Darmian. «Io
vorrei soprattutto regalare
ai nostri sostenitori un sentimento d’identità forte - le
parole dell’esordiente più
maturo nella storia della Nazionale a 33 anni e 5 mesi -,
in primis a quelli che ci guardano da più lontano. Devono
potersi sempre riconoscere
nella loro squadra».
1
44 .Sport
STAMPA
.LA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
“La nuova Inter meglio del cinema
Con Mancini la svolta decisiva”
Intervista
Handanovic legge il derby e l’ennesima rivoluzione: “Ho perso abbastanza”
LAURA BANDINELLI
MILANO
pero che quelli
che fino ad oggi
preferivano andare al cinema, tornino allo stadio,
abbonati compresi». Samir Handanovic non è uno
che te le manda a dire,
piuttosto resta in silenzio
e di fronte a una qualsivoglia domanda scomoda
chiosa. Guai, però a tocca-
S
CAMBIAMENTI RADICALI
«In questi anni non si
capivano bene le cose e ci
siamo fatti influenzare »
re il tasto rigori, ne ha parati 3 solo in questa stagione, 20 in serie A ma non si
prende meriti, non fa letteratura in merito e soprattutto non dà dettagli: «:
«Non rispondo mai a domande su questo tema».
Handanovic, c’è chi sostiene che alla Pinetina si respiri un’aria nuova.
«È vero, c’è entusiasmo e positività».
Che cosa non ha funzionato con Walter Mazzarri?
«È una domanda troppo difficile, gli altri andavano più
forte di noi, ma se stai all’Inter devi mettere in conto
che un pareggio può valere
come una sconfitta. Se il tifoso non è contento però le
colpe sono di tutti».
I fischi del pubblico hanno
condizionato le vostre prestazioni?
L’idea: Ale&Franz «capi» delle curve
Mancinicercaunvice,anchePuyoldiceno
1 Cercasi un vice disperata-
mente e non un vice qualunque.
Roberto Mancini (che ieri ha incontrato Thohir per la prima volta) dopo Daniele Adani ha provato a ingaggiare Carles Puyol
ex difensore del Barcellona ma
anche lui ha detto no. L’obiettivo è trovarlo in tempo per il derby di domenica. Sugli spalti invece potrebbe andare in scena
un intrattenimento all’insegna
del fair play che coinvolgerebbe
anche le due Curve. Per la prima
volta infatti potrebbero esserci
due comici infiltrati, Ale di fede
interista in Curva Nord e il milanista Franz in Curva Sud, chiamati a intonare cori e a divertirsi
con reciproci sfottò. Le due so-
Esperto
Samir
Handanovic,
30 anni,
è in Italia
dal 2004,
all’Inter
dal 2012
3
Rigori
cietà hanno collaborato anche
con campagne congiunte sui
social network. In tribuna
d’onore sono attesi i due presidenti: Silvio Berlusconi ed Erick
Thohir, previsto un summit per
parlare del rifacimento di San Siro, un progetto che piace molto
anche a Fininvest.
Parati
in questa
stagione,
20 in serie A
2016
La scadenza
«Certi fischi ce li siamo meritati e poi sappiamo com’è San
Siro, sono abituati a vedere
giocare grandi squadre».
«Parla poco ma sempre nella
direzione giusta».
Può darvi la scossa che vi serve?
«Per lui parla la carriera, può
trasmetterci il suo spirito vincente».
«Credo di sì, ma se vogliamo essere competitivi su
tre fronti serve maggiore
qualità. È troppo evidente il
distacco con chi sta nelle
prime due posizioni di classifica in campionato, noi
dobbiamo lottare per annullare questo gap, ci serve
tempo».
C’è qualcosa che l’ha colpita?
Le ultime tre annate non sono state una passeggiata
Che stagione state disputando?
«È tutto ancora in alto mare,
ma le più forti stanno già
scappando».
Che impressione le ha fatto
Roberto Mancini?
SPAZIO AFFARI >
Gli avvisi si ordinano presso:
TORINO - via Lugaro 15, tel. 011.6665211/258;
PIEMONTE NORD- via Colombo 4, Biella
tel. 015.2522926-8353508;
PIEMONTE SUD - corso Giolitti 21bis, Cuneo
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LIGURIA - corso Italia 20/4, Savona
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numero di parole (minimo 15) per la tariffa della
Rubrica, con l’aggiunta dei diritti fissi e delle imposte pari al 22% globale e deve essere corrisposto
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PREZZI A PAROLA DELLE RUBRICHE
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1 Affari e Capitali, 2 Attività Commerciali, 5 Immobiliare Vendita, 6 Immobiliare Acquisto Euro
2,84 /// 3 Lavoro Offerte, 7 Affitti Offerte, 8 Affitti
Domande, 9 Autoveicoli, 10 Viaggi e Vacanze, 11
Matrimoniali, 12 Investigazioni, 13 Varie Euro 2,61
/// 4 Lavoro Domande: - operai, autisti, fattorini,
personale pubblici esercizi, impiegati, personale
domestico, baby sitter, lavori vari e part-time, assistenza sanitaria, Euro 0,91 /// tecnici Euro 1,59 ///
altre domande Euro 2,61
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Altri due anni
di contratto
con
i nerazzurri
tra cambi di allenatori e di
proprietà.
«Mi auguro che con Mancini
ci sia una svolta definitiva, in
questi anni non si capivano
bene le cose, noi dobbiamo
pensare al campo ma alla fine
è impossibile non farsi in-
fluenzare dalle voci».
Quando è arrivato all’Inter
ha detto che voleva giocare
la Champions League.
12 45 67 18
LA STAMPA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
Sport .45
.
nella condizione di lottare
con gli altri».
Ha detto
Il nuovo tecnico
Basta la carriera,
può trasmetterci il suo
spirito vincente. Parla
poco ma sempre
nella direzione giusta
Tifosi insofferenti
Certi fischi ce li siamo
meritati e poi sappiamo
com’è San Siro, sono
abituati a vedere giocare
grandi squadre
Diego Lopez ha fatto il suo
pronostico: il derby finirà
dieci a nove per il Milan e segnerà Torres.
Inzaghi è giovane e come
un giocatore giovane ha
bisogno di fare
esperienza e prendere
anche degli schiaffi
NUOVO INTERROGATORIO IN PROCURA ANTIDOPING
È una Stracittadina sottotono. Tra due nobili decadute.
Ora Schwazer collabora:
trema anche il ciclismo
Possibile sconto di pena
«Il calcio è ciclico, il Liverpool
per dieci anni non ha vinto
nulla».
L’ultima volta che ha incrociato Inzaghi era il 18 maggio
del 2008, lei era all’Udinese e
lui fece gol con la maglia del
Milan. Le piace come allenatore?
«Per fortuna dalla panchina
è difficile fare gol… a parte
gli scherzi, Inzaghi è giovane
e come un giocatore giovane
ha bisogno di fare esperienza
e prendere anche degli
schiaffi. Se è davvero un fenomeno lo dirà il tempo».
Chi è il giocatore che vorrebbe togliere al Milan?
«De Jong, è piccolo ma è sempre al posto giusto nel momento giusto».
«E rifletto ancora su questa
cosa, vediamo cosa succederà, io non scappo dai problemi, spero che ci mettano
EIDON
«Io preferisco un uno a zero
con la mia porta inviolata».
LA SFIDA DI DOMENICA
Dal campo alla panchina
Alex
Schwazer,
29 anni,
è stato
squalificato
per tre anni
e mezzo
La sua attuale
inibizione
scade alla fine
del gennaio
2016
«Dipenderà dai programmi
e dalle scelte della società.
Se l’obiettivo è vincere possiamo parlare di qualsiasi
cosa. Io a Milano mi trovo
bene, ma il mio umore è legato anche ai risultati. E di
sconfitte da quando sono qui
ne ho subite tante».
«Al Milan toglierei De Jong, è
piccolo ma è sempre al posto
giusto nel momento giusto»
LAPRESSE
«Voglio
Rio 2016»
Il suo contratto scadrà nel
2016, sta pensando al rinnovo?
Buffon ha appena firmato il
rinnovo con la Juventus. Anche a lei piacerebbe giocare
fino a 39 anni?
«Sì, ma soltanto se il mio fisico
me lo consentirà, non mi piace
sentirmi sopportato».
GUGLIELMO BUCCHERI
ROMA
Oltre sei ore per raccontare
un mondo fatto di frequentazioni «proibite» e contatti pericolosi. Un mondo, quello della marcia, ma non solo: Alex
Schwazer, oro olimpico sui 50
km a Pechino 2008 e ai box
per uso di sostanze vietate dal
30 luglio del 2012, ha consegnato nelle carte della procura antidoping del Coni nomi,
episodi, ricostruzioni inedite.
Schwazer si è presentato
davanti al procuratore Tammaro Maiello e al suo vice Mario Vigna per rispondere delle
accuse di elusione e manomissione dei controlli antidoping e del perchè della presenza di una provetta di urine
nella sua auto. Capi di imputazione diversi da quelli che
hanno portato alla squalifica
dell’atleta per tre anni e mezzo, fino al 30 gennaio del 2016
e, capi di imputazione, nati
anche dalle rivelazioni dell’ex
fidanzata del marciatore azzurro Carolina Kostner. Schwazer
ha risposto a 110 domande, in
modo dettagliato ed analitico e,
alla fine dell’interrogatorio, i
suoi racconti sono stati giudicati altamente credibili dagli
inquirenti del Coni.
Il marciatore ha dato
una versione diversa
da quella della Kostner
sul giorno dei controlli
L'oro olimpico di Pechino ha
in testa un progetto ambizioso
e che dovrebbe riportarlo all’attività in tempo per preparare i Giochi di Rio del 2016. «Mi
sto allenando, mi sento pronto.
Il mio sogno deve ancora cominciare...», così Schwazer all’uscita dopo le sei ore di audizione. L’atleta azzurro non ha
niente da perdere ed è consa-
pevole che per poter tornare al
meglio alle gare e confrontarsi
con gli altri deve ottenere uno
sconto di pena dal Coni: per
questo, ieri, Schwazer ha fatto
i nomi dei marciatori stranieri
e dei ciclisti italiani che hanno
avuto contatti con Michele
Ferrari, il medico sportivo inibito a vita dalla procura antidoping. Nomi secretati che, per
quanto riguarda il ciclismo, potrebbero aprire un nuovo fronte di inchieste e che potrebbero allargare anche l’indagine
penale in corso a Bolzano.
Schwazer, ieri, è andato ben
oltre a quanto detto durante la
prima convocazione in procura.
Lo ha fatto dando anche una diversa, e a tratti contrastante,
versione sulle ore in cui gli
ispettori preposti ai controlli
antidoping a sorpresa bussarono alla porta della Kostner: il 30
luglio del 2012, l’azzurro era in
casa e, secondo le deposizione
dell’allora fidanzata, le chiese di
mentire perchè aveva dato una
sede diversa dove avrebbero
potuto trovarlo per effettuare i
test (cosa che avvenne soltanto
la sera stessa, quella della positività all’Epo). La procura del
Coni si prepara alle nuove mosse, quella penale di Bolzano ha
ricevuto un’istanza dei legali
del marciatore dove si chiede la
conversione in lavori socialmente utili dell’eventuale pena.
12 45 67 18
59A97BC 82 AD59EF79 82 LA STAMPA 56
DAL 22 NOVEMBRE CON
LA STAMPA
IL TEMPO IN CITTÀ
Oggi
Ieri
MIN (˚C)
3
2.1
1.2
MAX
Un anno fa
11
14.3
6.7
Diario
sto significherà 5000 assunzioni, tra cui 290 da destinare a organico funzionale, 7-8 persone
per scuola. «Ma se alle elementari le maestre sono tutte uguali, alle superiori su questi docenti si dovranno fare seri ragionamenti, costituire reti di
istituti per utilizzarli». In Piemonte, poi, ci sono cattedre ma
mancano gli abilitati di molte
discipline, così come 120 scuole
non hanno il preside, mentre in
altre regioni ci sono centinaia
di presidi idonei senza posto.
IL DOCUMENTO SULLA «BUONA SCUOLA»
In arrivo cinquemila
nuovi insegnanti
«Ora che la consultazione sulla Buona Scuola si è conclusa
il Pd lavorerà per eliminare le
criticità riscontrate». Umberto D’Ottavio, parlamentare
membro della Commissione
istruzione, ieri ha presentato
una serie di riflessioni e pro-
LA STAMPA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
12 14
poste. A partire dalle assunzioni che dovrebbero chiudere le
graduatorie a esaurimento, ma
anche riconoscere le rivendicazioni dei precari di seconda fascia. In particolare, ha spiegato
che al Piemonte toccherà il 7%
del totale italiano, a Torino que-
TORINO
Via Lugaro 15, 10126 Torino, tel. 011 6568111 fax 011 6639003, e-mail [email protected] 1 [email protected] 1 [email protected]
“Furchì
è stato pagato
dalle cosche
per uccidere”
Un amico lo accusa
in un’intercettazione
La difesa: fesserie
Massimo Numa
A PAGINA 50
“Dal 2015
la Sanità torna
ad assumere”
STASERA IL VIA AL LINGOTTO IL TFF DEDICATO A MIKE NICHOLS
Cinema, apre il festival
della spending review
Meno soldi e meno sale, ma si comincia con il tutto esaurito
Comincia sta* L’esordio.
sera la trentaduesima edi-
LA MARCIA DELL’UNICEF: MILLE «UNDER 10» IN CENTRO
zione del Torino Film Festival. È l’anno dei risparmi e dei conti da tenere
d’occhio, ma in avvio i numeri danno ragione al nuovo corso e stasera alla prima, che non è solo a inviti,
sarà tutto esaurito.
Primo via libera
alla riforma Saitta
Tensioni sul territorio
Alessandro Mondo
A PAGINA 55
Platzer
ALLE PAGINE 48 E 49
Sulla bolletta
arriva
la beffa del gas
LA STORIA
L’aumento di 30 euro
solo per i torinesi
è una tassa comunale
Andrea Rossi
A PAGINA 57
La crisi taglia
le elemosine
nelle chiese
Le parrocchie devono
fare i conti
con cali fino al 30%
Anteprima
con rabbia
Il corteo dei bambini
Maria Teresa Martinengo
Cristina Insalaco A PAGINA 60
A PAGINA 59
Ieri sera alla Sandretto
una performance
con urla e lanci di cibo
Emanuela Minucci
A PAGINA 49
Sparito anche il gatto
PAOLA ITALIANO
è un giallo nel giallo.
Non è sparito solo il
libraio di San Salvario, Beppe Marchetti, di cui
non si hanno notizie dalla
notte di sabato scorso. Non si
trova neppure il suo gatto,
Smilla. Tra i tantissimi post
apparsi su Facebook per il titolare del Luna’s Torta di via
Belfiore, ci sono infatti anche
quelli preoccupati per l’animale che viveva con lui.
Potrebbe essere scappato
dopo il mancato rientro del
padrone dalla festa di matrimonio nel bolognese al termi-
C’
ne della quale è sparito nel nulla. Ma Marchetti potrebbe anche averla affidata a qualcuno,
nel caso la sua fosse una fuga,
che - per quanto incomprensibile ai suoi cari - è una delle ipotesi dei carabinieri (che, comunque, anche ieri hanno continuato a cercarlo in Emilia).
Capire che fine abbia fatto
Smilla può essere un dettaglio
importante per ricostruire le
sue intenzioni.
Ecco perché gli amici si
stanno organizzando per andare a visitare gattili e rifugi e con
volantini da diffondere in tutto
il quartiere. Per trovare Smilla,
per riabbracciare Beppe.
Cara
Torino
LUIGI
LA SPINA
Il caso Rom
non si risolve
da solo
re episodi in pochi
giorni sono significativi. Il primo fu la
proposta, certamente
provocatoria, del sindaco
di Borgaro, il quale suggerì la necessità di disporre
bus diversi tra i rom che
risiedono in un campo vicino all’aeroporto e gli altri cittadini, costantemente infastiditi e anche
derubati. Un’idea che sollevò l’indignazione della
sinistra, a cui appartiene
lo stesso sindaco, ma che
metteva in luce un problema reale, da risolvere certamente non con l’apartheid di sudafricana e
americana memoria, ma
garantendo la sicurezza
del trasporto urbano.
Qualche giorno fa, in un
mercato, una bambina nomade è stata circondata da
una folla che l’ha investita
di insulti e di minacce perchè la madre era sospettata di un furto. Mercoledì la
vicenda più sconcertante:
una parte dei genitori di
una scuola elementare ha
protestato con la preside
perché due rom, fruendo
di una borsa finanziata
dall’Europa a quello scopo
e, quindi, non togliendo il
posto a nessuno, lavoravano come bidelli.
T
CONTINUA A PAGINA 57
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48 .Cronaca di Torino
STAMPA
.LA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
gg Dossier/ Parte il Torino Film Festival
Il documentario
Uragani nelle Filippine
dove soffrono i bambini
«Il documentario è il cinema
ai tempi della crisi più vivace e attento» è il pensiero
del Tff, che da sempre cerca
di proteggere e portare
avanti il lavoro complicato
dei documentaristi e la
prima proiezione del festival, alle 16,30 al Massimo 2
(replica lunedì alle 14 al
reposi 1), è proprio un doc
fuori concorso: «Mga anak
ng unios, unang aklat Storm children book 1» del
filippino Lav Diaz.
E il regista, Pardo d’oro al
festival di Locarno di quest’anno, è della sua terra
vuole raccontare: le Filippine sono il paese al mondo
più colpito dagli uragani.
Disastri ambientali e tragedie umane, ma anche devastazioni prodotte dalla politica, e la lettura di Diaz è la
volontà di fare un percorso
“Gemma Bovery” apre la rassegna all’Auditorium
EMANUELA MINUCCI
storico. Tanto che questo
«Storm children» lo propone come un libro, il primo, ad
immagini e lo dedicata alla
parte più debole e fragile
della popolazione: i bambini.
Coloro che sono le vittime
più grandi di tutti i «terremoti», quelli prodotti dalla
natura e quelli procurati
dall’uomo. Il doc è comunque una dettagliata narrazione del paesaggio.
[T. PL. ]
Festa mobile
L’incontro con Berlino
e la storia del 1944
La sezione «Festa mobile»
come ogni edizione raccoglie
le pellicole in giro per il
mondo e ancora inedite in
Italia e quest’anno ha al suo
interno anche l’area per il
gemellaggio «Torino incontra Berlino»: esordio alle
17,30 al Massimo 1 con il film
di Volker Schlondorff, regista de «Il tamburo di latta» e
ospite in sala per presentare
la proiezione, «Diplomatie»
(replica domani alle 12 al
Massimo 1).
Ambientato nell’agosto
del 1944, a Parigi, ferma la
macchina sull’avanzata degli
Alleati: e sulla figura del
console svedese Raoul Norling, interpretato da Andrè
Dussolier, che una notte
riesce a entrare nel quartier
generale nazista allestito
dentro un hotel. Il suo intento è dissuadere il generale
Dietrich von Choltitz, l’attore Niels Arestrup, dal dare il
via agli ordini di Hitler. Un
dialogo appassionante fra
due personalità forti, cariche di orgoglio, e sull’essere
contro i conflitti.
[T. PL.]
Ci siamo. Il 32° Torino Film
Festival è al ciak d’inizio. Si
comincia stasera all’Auditorium del Lingotto con l’inaugurazione - già «sold out» da
giorni - della prima rassegna
curata dalla direttrice Emanuela Martini che ha scelto di
partire con «Gemma Bovery»
di Anne Fontaine, deliziosa
commedia con Fabrice Luchini e Gemma Arterton: «Dopo
tanti registi un critico - dice
lei fresca di parrucchiere, o
meglio di hair-punk- stylist - e
donna. Ci sono meno soldi rispetto agli anni scorsi, meno
frizzi e lazzi, ma tanto, tanto
cinema». Nonostante il red
carpet sia più corto, nel senso
della coperta ristretta dei
fondi, si annuncia una serata
di puro divertimento, senza
madrina, ma con tanta buona
musica, quella di Giorgio Li
Calzi - che il direttore del Museo del Cinema Alberto Barbera è riuscito a tirare fuori
dal cilindro, giusto pochi
giorni fa dopo aver promesso
«ci sarà una sorpresa». Il musicista torinese che si produrrà nella performance musicale «Morricone – A Blind Movie», con tromba e strumenti
elettronici, prodotta nel 2008
per il festival «Jazz fuori Tema» di Tortona, in occasione
degli 80 anni di Ennio Morricone. «Sarà un film sonoro spiega Emanuela Martini un
percorso che parte dalla musica di Morricone composta
per pezzi di cinema come
Elio Petri, Leonardo Sciascia, Goffredo Petrassi, Gillo
Pontecorvo, Giuliano Montaldo, Carlo Lizzani, Pier Paolo Pasolini, Marcello Mastroianni, Gian Maria Volontè». È un breve percorso attraverso il ruolo del potere,
della violenza, della storia
politica degli ultimi decenni
REPORTERS
Il programma della serata
Alla serata inaugurale performance musicale di Giorgio Li Calzi dedicata a Ennio Morricone
Tra gli ospiti, Joe Lansdale e il cast di «Ogni maledetto Natale», con Mastandrea e Guzzanti
«Ci sono meno soldi
rispetto agli anni
scorsi, meno frizzi
e lazzi, ma tanto,
tanto cinema»
Emanuela Martini
Direttrice del Tff
e delle guerre di liberazione.
«Ogni maledetto Natale»
E anche se non ci sarà il guest director Paolo Virzì (che arriva da
New York soltanto domattina)
fra i velluti dell’Auditorium siederanno parecchie star. Intanto tut-
to il cast di «Ogni maledetto Natale», da Valerio Mastandrea a
Corrado Guzzanti, dal grande
Joe Lansdale a Jim Mickle.
Il buffet del territorio
Nonostante i tagli il catering resta fedele al territorio e a una
cucina di livello: sui tavolini rotondi il finger-food intreccia
hamburger di carne cruda, tonno di coniglio e frittatine di verza, ma specchiandosi in un catalogo di film che gira il mondo
proporrà pure pane arabo e salmone di cui dicono vada pazzo il
regista Ozpetek anche se stasera purtroppo se li perderà.
Prenotazioni sul web
I primi dati fanno prevedere nonostante un piccolo ritocco
delle tariffe - un buon successo:
ieri, a Festival ancora chiuso,
via web erano già stati venduti
1766 biglietti e 122 abbonamenti. «Ci sembra un buon inizio spiegano al Museo della Mole anche se il grosso, come da tradizione si venderà, fisicamente
alle biglietterie».
L’anti-madrina
Come si è capito sarà un festival
dell’understatement, dove non ci
sarà nessuna madrina in apertura, ma ci sarà l’anti madrina la sera della chiusura, sabato 30 novembre, con una splendida Anna
Mazzamauro che «mi darà una
mano - ha concluso ieri Emanuela Martini - nella serata di chiusura che si terrà al Reposi».
twitter@emanuelaminucci
Le retrospettive
Il cinema Usa
Intercettazioni
negli Anni Settanta
Il direttore Martini avrebbe
voluto proseguire ancora
con la sua retrospettiva
«New Hollywood», ma anche a lei, per quanto appassionata, è parso troppo,
quindi si conclude questa
edizione e con la seconda
parte «Suicide is painless: il
nuovo cinema americano
1967-1976», che porta sugli
schermi del Massimo 3 alle
19,30 il film di Francis Ford
Coppola «The conversation» (replica martedì alle 19
al Reposi 4 e sabato 29 alle
22 nella stessa sala).
Una pellicola del 1974,
vincitore per il miglior film
a Cannes e dove il protagonista, Gene Hackman,
interpretò uno dei suoi
grandi personaggi. È un
thriller la cui vicenda si
svolge a San Francisco,
Il festival povero inizia
con il tutto esaurito
L’anticonformismo
della nuova America
Da Easy Rider
al Laureato,
così il cinema Usa
cambiò pelle
tante e più visto del mondo.
Il pubblico era cambiato,
ma a Hollywood non se ne erano accorti subito e continuavano a fare i film per le famiglie, incassando un insuccesso dopo l’altro.
Qualcosa cambia
STEVE DELLA CASA
dove Harry Caul-Hackman
è un investigatore privato,
esperto in intercettazioni e
con un’ossessione per la
difesa della propria privacy. Per quanto distaccato
nel portare a termine il suo
lavoro, resta coinvolto
dall’incarico di intercettare
una coppia nell’affollata
Union Square.
[T. PL. ]
Come è noto, negli anni
Settanta il cinema americano cambia pelle. E non
solo perché arrivano i nuovi registi dagli incassi miliardari (George Lucas,
Martin Scorsese, Steven
Spielberg, Brian De Palma…). Hollywood si dibatteva da tempo in una crisi
profonda, tanti fattori avevano contribuito a mettere
in crisi nel decennio precedente il cinema più impor-
Poi però qualcosa cambiò.
Due piccoli film girati in modo
quasi amatoriale, l’horror La
notte dei morti viventi e Easy
Rider, avevano avuto un insperato successo mondiale.
Erano film molto diversi tra
loro, ma entrambi diretti a un
pubblico giovane, sveglio, anticonformista. Costarono poco, incassarono molto: e, a
Hollywood, la parola d’ordine
fu una e una sola, bisognava
fare film che catturassero un
pubblico giovane e anticonformista, e poi bisognava
mettere tanta, tanta musica.
Il laureato
Il primo a capirlo fu Mike Nichols, scomparso mercoledì.
In Il laureato, grande successo in tutto il mondo, i meriti
del trionfo furono equamente divisi tra un giovane attore che divenne subito famoso
(Dustin Hoffman) e le canzoni di Simon e Garfunkel, che
entrarono subito nelle hit parades di tutto il mondo. Nichols e Garfunkel divennero
molto amici, e si ritrovarono
qualche anno dopo in Conoscenza carnale dove nel cast
c’era anche Jack Nicholson
che, a sua volta, doveva molto a Easy Rider.
Ma anche Steven Spielberg non scherzava. Il suo
primo lungometraggio, Duel,
era un film «on the road»,
scandito però con i tempi e i
modi dell’horror. Anch’esso
costava molto poco, anch’esso incassò tantissimo. Una
canzone dei Creedence,
Who’ll Stop the Rain, diede
poi il titolo a un bellissimo
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LA STAMPA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
.
Cronaca di Torino .49
g
Il pollo
a pezzi
Cosce di
pollo, spinaci
e patate
bollite finiscono in testa ai
commensali e
per terra nella
performance
sulla rabbia
repressa
il caso
h o
has
opened
the
chicken?!! Who?!!». L’urlo di
Josephine Decker è vero, di
rabbia pura. Per un attimo i
suoi invitati tacciono. Poi lei
afferra un’ala e una coscia di
quel pollo che nessuno doveva «sbranare» e li tira con
tutta la forza che ha verso il
capotavola. Poi è un’esplosione di rancore commestibile,
con le patate bollite che finiscono fra i capelli delle ragazze, spinaci in faccia a lei stessa, le pareti della Fondazione
Sandretto che, come nella
scena di Animal House di
John Belushi, riescono a
sporcarsi oltre la scrupolosa
copertura di nylon.
«W
REPORTERS
Rabbia d’artista
all’anteprima
Il pavimento
E pazienza se i fotografi diventano parte attiva dell’installazione, rischiando una
Urla e lanci di cibo alla Fondazione Sandretto
LA PERFORMER
«Dobbiamo imparare
a vivere la collera
in modo gioioso»
frattura sugli spinaci spiacciccati sul pavimento. Fra le
prime a divertirsi e ad applaudire Josephine, per il suo
«Thanks Giving Smash Living» (in italiano «Rissa e botte a Natale», perché la festa
del Ringraziamento è soltanto
americana), c’è la direttrice
del Torino Film Festival Emanuela Martini, che ride parecchio e trova molto cinematografica la cena che finisce ad
arrosto e costine in faccia. E’ il
primo atto di questo 32° Tff
più intellettuale che mai, e comincia con una performance
di una giovane artista come la
Deker, che il critico Richard
Brody del New Yorker ha definito una film-maker dal carattere rivoluzionario. A dire il
vero applaudono tutti l’ossimoro che accomuna le feste in
famiglia del mondo intero:
REPORTERS
La tavola apparecchiata per lanciarsi il cibo
quanto sarebbe bello potere dare libero sfogo alla rabbia, ai
rancori, ai sorrisi a salve, e all’ipocrisia del «fingiamo felicità
soltanto perché è Natale». A
dare questo «La» internazionale al Tff che comincerà oggi, è
stata Patrizia Sandretto che ha
Un nuovo
divo
Dustin
Hoffman
nella
memorabile
locandina
de Il laureato
che lo lanciò
a livello
mondiale
La pellicola
di Nichols
metteva
a frutto
la lezione
di Easy Rider
e La notte
dei morti
viventi:
catturare
un pubblico
giovane
e anticonformista
AP
film che parlava di postVietnam e di traffico di droga: in italiano si intitolava I
guerrieri dell’inferno, a dirigerlo era Karel Reisz che si
era spostato in America dopo essere stato il nome più
interessante del Free Cinema inglese. Non era il solo
europeo a trovare terreno
fertile nella nuova Hollywood: lo fece anche il cecoslovacco Milos Forman, che con
Taking Off raccontava di cri-
invitato ieri sera Josephine
Deker, una splendida e creativa
trentenne cui ha dedicato pure
una personale.
La collera
«Dovete imparare a vivere la
collera in maniera gioiosa, a
Omaggio
Dedicato
aMikeNichols
1 Il 32° Torino Film festi-
val sarà dedicato a Mike
Nichols, il grande regista
de Il laureato scomparso
mercoledì scorso. Lo annuncerà oggi Emanuela
Martini, direttrice della
rassegna, che anche quest’anno propone una retrospettiva sulla New Hollywood di cui Nichols è
stato uno dei principali artefici. La memorabile pellicola del ’67 con Dustin
Hoffman fece da spartiacque nella storia del grande
schermo e gli valse l’Oscar
alla regia, lui che aveva già
ottenuto 5 statuette il suo
film di esordio, nel 1966,
«Chi ha ha paura di Virginia Woolf» , con Elizabeth
Taylor e Richard Burton. Il
suo ultimo film, nel 2007:
«La guerra di Charlie Wilson», con Philip Seymour
Hoffman, Tom Hanks e Julia Roberts.
non reprimere più nulla» dice
Josephine aggiustandosi la cuffia in cellophane. La divisa è
quella della casalinga repressa:
grembiulone e calzette a righe
che al momento più inopportuno calerà nel piatto dell’invitato
meno partecipe. «Eravamo
pronti a tutto - spiega, sorridente, Patrizia Sandretto - l’artista
ci ha chiesto solo una tavola apparecchiata per dieci performer, pollo, tacchino, patate e
spinaci». E molti commensali
non sapevano che la cena a cui
erano stati invitati, sarebbe finita con una doccia e i vestiti in
lavanderia. L’evento di ieri sera
- applaudito da Emanuela Martini («è stata straordinaria e liberatoria») e cinefili vari, è
frutto di una partnership tra il
Tff e la Fondazione di via Modane (che stanzia settemila euro
per il Premio speciale della giuria del concorso Torino 32). Dopo la performance il pubblico
ha apprezzato anche qualche
cortometraggio della filmaker,
autrice, del memorabile «Me
[E. MIN.]
the Terrible».
si generazionali e di un uso
insistito di marijuana.
Sguardi all’indietro
La nuova Hollywood è per il secondo anno protagonista della
retrospettiva del Torino Film
Festival, con annessa la possibilità di rivedere tutti insieme
film non rari ma che possono
far riflettere su quel periodo,
l’ultimo in cui il cinema era ancora il passatempo preferito
dal pubblico di tutto il mondo.
Non è però il solo sguardo
all’indietro del festival. A parte Profondo rosso, il film-culto
di Dario Argento girato in
gran parte a Torino, ci sarà
anche un omaggio a Giulio
Questi, uno dei registi più
amati dai cinefili e già ospite a
Torino negli anni Novanta.
Partigiano, documentarista,
grande conoscitore dei meccanismi del cinema assieme
all’amico Kim Arcalli che è
stato poi un collaboratore importante di Bertolucci, Questi
sarà omaggiato con alcuni
lungometraggi e soprattutto
con i cortometraggi che da solo ha realizzato recentemente
con una sigla da lui stesso creata che è tutto un programma, la Solipso Film.
After Hours
Un Pulp fiction
targato Giappone
È il percorso da cinefili con il
gusto sottile, di quelli che
amano i cult o i film dalla
mezzanotte in poi: a loro si
dedicata la sezione «After
Hours», che mescola l’horror, il thriller e il noir ma che
non disdegna soprattutto i
soggetti surreali: alle 20 al
Massimo 1 passa «Tokyo
Tribe» del regista giapponese cult, già ospite di «Rapporto confidenziale» del Tff,
edizione 2011, Sion Sono
(replica domani alle 14,30
stessa sala).
Una regia decisamente
surreale, un racconto ironico che è capace di incrociare il musical , lo yakuza e
l’hip hop nella forma che
Sono dà alla sua storia,
quella della cultura metropolitana, delle tribù giovanili in una Tokyo dove i contrasti fra bande possono
facilmente sfociare in un
omicidio. Tant’è che dopo
un’incursione territoriale di
una delle bande e la tragica
uccisione di un capo, la città
è sul punto di esplodere
sotto la catena di atti violenti che la guerra fra gruppi
ha innescato. Una narrazione interpretata da rapper,
stuntman e artisti del tattoo, che trae ispirazione dal
manga di Inoue Santa. [T. PL. ]
Onde
L’incognita del destino
versione kazaka
Le mappe geografiche dalle
grandi immagini della sezione «Onde», che entra attraverso i luoghi e i paesaggi
dentro alle storie esistenziali e che scavano nella coscienza, apre i suoi schermi
alle 22,15 al Massimo 2 con
la pellicola prodotta in
Kazakistan dal regista
Nariman Turebayev
«Priklyuchenie - Adventure» (replica venerdì 28 alle
20,15 al reposi 5 e sabato 29
alle 22 al Massimo 2).
Una versione kazaka
delle «Notti bianche» di
Dostoevskij, dove si pongono al centro dell’immaginario il senso dell’attesa e
dell’impossibilità di conoscere cosa il destino può
portare. Sono le notti di un
tranquillo guardiano, Marat, che finisce fra i desideri di una giovane in perenne attesa: lei aspetta l’uomo che un giorno ha promesso sarebbe tornato a
prenderla.
C’è una visione fatalista
della vita, sottolineata dal
giusto senso ironico. [T. PL.]
New Hollywood
Un musical horror
ispirato al Faust
Quando uscì non ebbe un
grande consenso di pubblico e di critica, eppure è
uno dei film cult di Brian
De Palma: «Phantom of
the paradise - Il fantasma
del palcoscenico» è in
programma alle 22,30 al
Massimo 1 per «New Hollywood» (replica domani
alle 9,30 al Massimo 1 e
mercoledì 26 alle 22,30 al
Reposi 4).
Musical scritto e girato
nel 1974, insegue le vicende
del giovane cantante Winslow Leach, interpretato da
William Finley, la cui opera
pop, ispirata al «Faust», gli
viene rubata dal discografico Swan, interpretato da
Paul Williams, che possiede
la casa discografica «Dischi
Morte». E con un obiettivo
preciso: usare la musica di
Leach per l’inaugurazione
del grande teatro per concerti «Paradiso».
Ma nel tentativo di parlare con Swan, Leach si
ritrova incastrato in una
storia di droga, così da
essere processato per
direttissima e condannato
all’ergastolo da scontare a
[T. PL. ]
Sing Sing.
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50 .Cronaca di Torino
STAMPA
.LA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
“Musy ucciso su commissione
Il killer pagato dalle cosche”
L’amico di Furchì in un’intercettazione. La difesa: “Sono soltanto fesserie”
il caso
MASSIMO NUMA
TORINO
l processo Musy fa registrare un nuovo colpo di
scena. L’accusa, pm e
parte civile, chiedono
che venga interrogata
Maria Cefalì, moglie dell’amico del cuore di Furchì, Felice
Filippis .
Riassunto delle udienze
precedenti: emerge che i
due, entrambi di origine calabrese, avevano mantenuto
stretti rapporti anche dopo
l’arresto. L’avvocato di parte
civile, Giampaolo Zancan,
aveva rivelato che un compagno di cella di Furchì, il sedicente 007 Pietro Altana, aveva appreso che nel capanno
degli attrezzi dell’orto di Filippis, c’era un’intercapedine sotto il pavimento, nascondiglio di di armi, carabine e pistole. L’uomo, reinterrogato, aveva confermato la
circostanza ma chiarito di
I
Felice
Filippis
nel corso di
un’udienza
aveva
abbracciato
e baciato
Furchì,
ma ora
sembra avere
cambiato
idea e ha
preso
le distanze
L’INTERPRETE
Per tradurre in italiano
i dialoghi la Corte
ha nominato un perito
REPORTERS
non avere mai ricevuto da
Furchì una pistola; poi frasi,
ricavate dalle ambientali, tipo: «Se parlo io, quello si piglia cent’anni di galera....».
«Delitto su commissione»
Il pensionato, tra l’altro sofferente di cuore, si esprime in
un indecifrabile dialetto calabrese. C’è voluto un interprete per dare un senso agli
scambi di battute della coppia. In sostanza, i due affermano che l’omicidio dell’avvocato torinese poteva essere
stato ordinato da entità mafiose non conosciute; che il
compenso sarebbe stato di 30
mila euro, depositati sul conto corrente della sorella di
Furchì, Caterina e che, infine,
«una pistola sarebbe ritornata in Calabria», dopo il delitto.
Sulla «Stampa»
LA STAMPA
MERCOLEDÌ 29 OTTOBRE 2014
.
Cronaca di Torino .45
Felice
Filippis
Due secoli
di carcere
In aula
durante la sua
deposizione
davanti alla
Corte d’Assise
«Furchì
non mi ha
chiesto
niente»
Gli scontri
per i quali
i pm hanno
chiesto
quasi 2 secoli
di carcere
avvennero
nell’estate
del 2011
REPORTERS
L’amico di Furchì La difesa No Tav
“Se parlo io, si fa “Dietro a quei sassi
cent’anni di galera” un conflitto sociale”
Ma nega di averlo aiutato a nascondere l’arma L’avvocato: Resistenza nella valle militarizzata
MASSIMO NUMA
Felice Filippis, l’amico fraterno di Francesco Furchì, torna
in Tribunale, davanti alla Corte d’Assise, per rispondere di
nuovo alle domande del pm
Roberto Furlan e della parte
civile. Il 7 ottobre il suo ex orto
di Caselle e la sua abitazione
erano state perquisite dagli
investigatori della squadra
mobile alla ricerca di armi, in
particolare del revolver che
l’imputato avrebbe fatto nascondere proprio a Filippis.
Dove? Sotto l’intercapedine del pavimento del capanno
degli attrezzi. Furchì lo avrebbe confidato al suo ex compagno di cella, il sedicente 007
Pietro Altana, che lo aveva
confermato in aula. Un teste a
sorpresa scoperto dalla parte
civile, gli avvocati Giampaolo
e Valentina Zancan.
Intercettato
Dopo il 7 ottobre, Filippis è
stato intercettato. Tutta la
sua deposizione è ora oggetto
di una perizia, a cura anche di
«interpreti» dello stretto dialetto calabrese in cui il pensionato si esprime. Ma la frase
chiave è questa: «Se parlo io
gli faccio fare cent’anni di galera a quello!». Detta alla moglie, riferendosi a Furchì, reo
di averlo messo nei guai con le
lettere di presentazione affi-
date ad Altana; di avergli fatto
perquisire la sua abitazione, insomma di averlo trascinato in
un incubo giudiziario, con la
prospettiva di finire indagato
per gravi reati. Nell’ultima
udienza, Filippis, finita la testimonianza, si era avvicinato all’imputato abbracciandolo e baciandolo.
«Un conoscente»
Ieri è apparso più freddo. Anzi,
piuttosto distaccato. con il pm
lo ha definito prima «un conoscente», sempre cercando di
tradurre il suo strano linguaggio, e infine «anche un amico».
Racconta che aveva fatto da
mediatore tra lui e la moglie,
prima della separazione. Va con
la donna da Equitalia e «scopro
che c’erano bollette per 20 mila
euro, allora chiamo Furchì a casa mia, lo affronto, lui dice che
sa lui come regolare i suoi affari
di famiglia, allora gli dico che
non è un uomo e che se ne deve
«Una volta mi disse
che avrebbe dovuto
spararmi perché
in passato gli avevo
dato dell’infame»
Felice Filippis
Testimone, amico di Furchì
PAOLA ITALIANO
andare. Qualche tempo dopo lo
rivedo e lui mi dice: “siccome mi
hai dato dell’infame ti dovrei
sparare”». Una mania. Ma Filippis poi aggiunge, incalzato
dalle domande del pm: «Non ho
dato peso a quelle parole, pensavo le dicesse così per dire».
La Valsusa era «militarizzata», le forze dell’ordine furono
«scorrette», la procura ha
avuto «un atteggiamento cinico e sprezzante» e gli imputati
«sono da assolvere». Ieri è
stato il giorno delle difese al
maxi processo No Tav all’aula
bunker del carcere delle Vallette, dove il pubblico è stato
riammesso dopo le intemperanze e le proteste che avevano portato allo sgombero e alle udienze a porte chiuse,
quando parlavano pm e parti
civili. Un pubblico che questa
volta ha seguito in silenzio
l’avvocato Claudio Novaro,
primo a prendere la parola
per discutere le posizioni di
quattro dei 53 attivisti imputati per i disordini dell’estate
2011. Per loro, i pm avevano
chiesto pene per un totale di
quasi due secoli di carcere (6
anni le richieste più elevate).
Qualche scintilla a fine
udienza con il pm, e un tentativo di applauso quando Novaro conclude, subito smorzato
dalla minaccia del presidente
di tornare a porte chiuse.
Lettere dal carcere
Il pensionato, originario di Caraffa, nega di avere mai ricevuto armi da Furchì in custodia;
conferma solo di avere avuto le
sue, regolarmente denunciate.
Rievoca una passeggiata avvenuta nell’estate del 2012 con
Furchì, in cui avevano affrontato «quella storia lì, sì, del consigliere comunale ammazzato...».
Il pm: «Guardi che in quell’epoca Musy era ancora vivo...».
«Ah sì, certo, io comunque sono
convinto che Furchì è innocente, da me era venuto per prendere i fiori di zucca che io coltivavo, i pomodori. Mi aveva
scritto delle lettere dal carcere
ma in ultimo gli feci sapere che
non doveva farlo più».
Per gli avvocati della difesa,
Giancarlo Pittelli e Maria Rosa
Ferrara, è stata «un’udienza
scarsamente utile, Filippis ha
chiarito di non aver mai avuto
contatti su questioni legate al
delitto, i racconti di Altana sono
solo fesserie e lui non è mai stato uno 007». La prossima sarà il
20 novembre, la sentenza prevista tra gennaio e febbraio.
Il contesto
La premessa di Novaro è che
non vi può essere giudizio sugli imputati che non tenga in
considerazione il contesto:
quello della lotta contro l’Alta
velocità, del movimento ventennale che si oppone e della
«rabbia e della frustrazione»
che provavano i manifestanti
quando, a volto coperto, il 27
giugno 2011 tentarono di impedire alla «pinza» di aprire il varco per cantierizzare l’area accanto alla galleria Ramat; e
quando poi, il 3 luglio, attaccarono il cantiere di Chiomonte.
Si ribatte per contrapposizioni:
per la procura si trattò di azioni
preordinate, per l’avvocato fu
un tentativo di resistenza; i pm
parlano di «professionisti della
violenza», il legale inserisce i
fatti in un contesto di «conflitto
sociale»; la «Libera Repubblica
della Maddalena» aveva per
l’accusa un’organizzazione militare, per la difesa era «un’esperienza importante» maturata
in quel «laboratorio politico che
è diventata la Valsusa». Novaro
cita anche un rapporto di polizia in cui si valutava, per il presidio poi sgomberato, il reato di
«Bisogna considerare
il contesto, che era
fatto di rabbia
e frustrazione da parte
dei manifestanti»
Claudio Novaro
Avvocato della difesa
attentato contro l’integrità dello Stato, in realtà mai contestato.
Le singole posizioni
Le argomentazioni diventano
più pragmatiche nell’analisi
delle singole contestazioni. Gabriella Avossa, ad esempio, è
una delle imputate per cui la richiesta di pena è più alta, 6 anni. Per Novaro, però, non era lei
la persona identificata nelle immagini. La sua conclusione non
è solo frutto dei confronti fotografici: «Ho un’intimissima sicurezza che non sia Avossa, ho
un segreto professionale e non
posso andare oltre. Ma smetto
di fare l’avvocato se quella è
Avossa». Per un altro imputato
immortalato con una pietra in
mano, l’avvocato afferma che
manca la prova che la pietra sia
stata tirata. In ogni caso, chiede
che vengano concesse le attenuanti: anche quelle per aver
agito per «motivi di particolare
valore sociale»
Reazioni
Alle accuse mosse alle forze
dell’ordine, che per Novaro
avrebbero messo in campo
«un piccolo campionario di
azioni scorrette», replica il
sindacato di polizia Cosip:
«Gravissime calunnie, tentativo inutile di difendere l’ingiustificabile violenza perpetrata
in quei giorni».
1
Un lettore scrive:
un funzionario di
banca,unadiquelleduebanche
che non hanno passato gli ormai famosi stress test. Mi sento
molto amareggiato dalla situazione, e per certi versi impoten-
2 «Sono
12344567 936 A3B26
1
12 45667 489 6ABCAD7E FD8FFAE 1ADD78DA 47 79ABE F7AE ABCEDA AF8
AB4E 7 4A7 4899DA 1 D7A 487 A97 8BF7AE A99EDAB7A7EB8
servizio serale di tram e bus. Posto che trovo ignobile tagliare sui
trasporti (così come sulla sanità),
è però necessaria una riflessione:
siamo proprio sicuri che il servizio serale sia programmato con
cognizione di causa? Mi spiego
La «Stampa» del 29 ottobre, con la deposizione in
aula di Felice Filippis, amico di Francesco Furchì,
unico imputato per la morte di Alberto Musy
1
La difesa: «Solo fesserie»
La prima replica arriva da Caterina Furchì: «Sono indignata, quei soldi li ho avuti da una
finanziaria per spese mie personali». E l’avvocato della difesa Giancarlo Pittelli: «Sono
affermazioni completamente
ininfluenti, tanto per sollevare un inutile polverone. Le
considerazioni dei due coniugi, se mai fossero vere, adombrerebbero collegamenti tra
Torino e le cosche calabresi.
Suona come un insulto alla
vittima. E intanto l’assassino
vero di Musy circola indisturbato, nessuno lo cerca». Gli
avvocati della difesa hanno
contestato duramente quest’ultima fase dell’inchiesta
«fuori controllo», dicono gli
avvocati Maria Battaglini e
Maria Rosaria Ferrara. Ma il
fascicolo aperto dai pm contro
ignoti su un eventuale complice di Furchì consente all’accusa di indagare ancora, anche
con il processo in corso. Il presidente, Pietro Capello, ha fatto mettere a verbale la loro
posizione.
che ritorna in più occasioni, si
lega in modo forte alla figura di
Furchì, così come le altre dichiarazioni. È il sottobosco di
un’azione omicidiaria che ha
un movente, un tempo definito
e una serie di azioni successive.
Che ora stiamo ricostruendo.
«Contesto inquietante»
Udienza decisiva
Ma Zancan e il pm sembrano
sicuri del fatto loro. Il 2 dicembre Maria Cefalì sarà interrogata e dovrà spiegare ai giudici
che cosa intendeva veramente
rivelare, in quelle conversazioni registrate dalle microspie sistemate in auto e in casa dagli
investigatori della sezione omicidi della squadra mobile. Zancan: «Le intercettazioni consentono di ricostruire l’ambiente e il contesto dove è nato
il delitto. La storia dell’arma,
La deposizione di Maria Cefalì potrebbe essere decisiva.
La donna infatti, entra nei
dettagli: «...A’ pistola illu
s’inde liberau subito...da cu
ha mandà mu’ ammazzà chillu, perchè secondo me lui è
stato mandato». E il marito:
«E u’ pagaru...che si è trovato
30 mila uero nel conto...Me
l’ha detto la sorella». Traduzione: l’assassino s’è liberato
subito della pistola, l’ha riportata in Calabria.
Il
dialogo
La moglie Maria
al marito Felice:
«Ma secondo me,
Felice, a’ pistola
illu s’inde liberau
subito, la pistola
dev’essere in
Calabria e mo’
me lo caccia
nessuno dalla testa»
Felice: «In Calabria
da chi?»
Maria: «Da cu ha
mandà mu’
ammazza chillu,
perché secondo
me lui è stato
mandato».
Felice: «E u’ pagaru,
è stato pagato».
Felice: «Non
abbiamo mica
avuto una
corrispondenza....
Lui lettere
da me non ne ha.
Io non ne voglio
più sapere
nulla di questa
persona»
Felice: «Per i giudici...
il più intelligente
non ero io,
l’ambiente di
zucche, ortaggi...»
Maria: «Quello dice
un sacco di
minchiate sopra di
te..è un figlio di p...»
12 45 67 18
LA STAMPA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
.
Cronaca di Torino .51
Duemila immigrati hanno lasciato Torino
Effetto crisi anche sugli stranieri: per la prima volta dagli Anni Ottanta sono in calo i residenti non italiani
Sono poco più di 140 mila, uno ogni 6 italiani. L’esodo più forte è quello dei romeni. La metà ha meno di 44 anni
MARIA TERESA MARTINENGO
Sarà la crisi economica che
spinge a rientrare nel Paese
d’origine o a cercare fortuna
altrove, il minor numero di
nascite e qualche trasloco
sporadico in altri comuni: il
risultato è che per la prima
volta dall’inizio dell’immigrazione di massa dall’estero
- seconda metà degli anni 80 il numero dei residenti a Torino con cittadinanza non
italiana diminuisce. Erano
142.191 a fine 2012, sono diventati 140.138 a fine 2013
(-1,4%, il dato è poi rimasto
identico al 30 giugno 2014).
In particolare, hanno lasciato la città 1.015 romeni, a cui
si aggiungono altri 590 europei e 448 extraeuropei.
Nel frattempo - pur «rinforzati» almeno da una parte
delle 2911 cittadinanze concesse dalla Prefettura a stranieri residenti nella provin-
823.135
cia (2618 nel 2012), sono diminuiti anche gli italiani: da
769.632 a 764.876. Dieci anni
fa gli stranieri erano 70.064,
gli italiani 832.278.
Il rapporto
I dati, pronti per le analisi dei
sociologi, sono del Servizio
Statistica della Città nell’ambito dell’Osservatorio Interistituzionale sugli stranieri in
Provincia di Torino, curato
da Prefettura e Comune, e
presentato ieri a Torino Incontra dal prefetto Paola Basilone, dal vice sindaco Elide
Tisi, dalle assessore Monica
Cerutti (Regione) e Mariagiuseppina Puglisi (Provincia). La fotografia, nella XVII
edizione, riguarda una percentuale di stranieri sul totale dei residenti del 15,5%, il
58% dei extraeuropei. La nazionalità più presente è la romena, con 55.333 residenti.
Gli altri Paesi con la maggior
quota di residenti sono Marocco (19.982), Perù (9390),
Cina (7128), Albania (6093),
Moldova (4860), Egitto
(4779), Nigeria (4277), Filippine (3752), Brasile (1953).
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
832.278
804.334
793.536
815.882
2004
2005
TOTALE STRANIERI
RESIDENTI
764.867
124.200
769.632
773.005
2007
2008
2009
PERCENTUALE
SUL TOTALE
DEI RESIDENTI
PER CIRCOSCRIZIONE
(ANNO 2013)
15,9%
TOTALE
POPOLAZIONE
STRANIERA
103.795
2011
2012
2013
129.067
84.854
La Torino
straniera
70.064
Circoscrizione 6
Romania 7.814
Marocco 5.718
1.780
Cina
23,1%
Circoscrizione 4
Romania 7.298
Marocco 1.922
1.307
Perù
Circoscrizione 7
Romania 5.793
Marocco 3.803
2.240
Cina
5
19.911
4
13,3%
22,2%
7
1
Circoscrizione 3
Romania 7.822
2.130
Perù
Marocco 1.455
17.238
3
10,3%
Circoscrizione 1
Romania 2.179
782
Marocco
618
Filippine
8
2
9,4%
9.543
24.983
6
PRIME TRE NAZIONALITÀ
16.268
142.191
115.809
78.613
Circoscrizione 5
Romania 9.897
Marocco 3.111
871
Albania
20.165
16,4%
2010
2013
133.869
786.304
2006
2012
140.138
779.444
TOTALE ITALIANI
RESIDENTI
A TORINO
NELLE SCUOLE
Il 17,4% dei 105 mila
studenti hanno
una cittadinanza diversa
2004
8.019
9
Circoscrizione 2
Romania 4.757
713
Marocco
512
Moldova
10
12,2% 4.770
Centimetri - LA STAMPA
Giovani e bambini
Gli stranieri continuano a battere di gran lunga i nativi in fatto
di giovinezza. La fascia di età più
numerosa è quella tra i 30 e i 39
anni, il 26% del totale. Se la si allarga ad includere i residenti dai
25 ai 44 anni, si raggiunge il 47%.
Tra il 2012 e il 2013, poi, è aumentata la fascia dei bimbi 0-4,
dal 6,1% all’8,1. Ed è interessante
notare che la percentuale di minori con cittadinanza straniera
sul totale dei minori residenti
nelle dieci circoscrizioni va dall’11,7% della Circoscrizione 1
(Centro) al 35% della 6 (Barrie-
Circoscrizione 8
Romania 2.458
Filippine
879
Marocco
755
Circoscrizione 10
2.372
Romania
499
Marocco
271
Albania
ra), al 33% della 7 (Aurora-Regio
Parco) al 24,4 % della 5 (Borgo
Vittoria-Vallette) al 24,2 della
Circoscrizione 4 (San Donato).
Nelle scuole torinesi gli
alunni con cittadinanza diversa da quella italiana sono
18.362 (8.062 nati in Italia,
43,9%) ,cioè il 17,4% su un totale di 105.123 alunni. La percentuale scende all’11,6% considerando tutta la provincia.
L’appello del vicesindaco
Nella Giornata del 25° anniversario della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adole-
Circoscrizione 9
Romania 4.943
43
Marocco 1.134
34
794
Perù
94
8.164
14,2%
14,7%
11.077
scenza, il vice sindaco ieri ha sottolineato la ripresa degli arrivi di
minori stranieri. «Spesso si tratta di bambini di 12-13 anni che il
Tribunale affida ai Comuni». Il
fenomeno è così intenso, ha spiegato Elide Tisi, che «alcune amministrazioni hanno avuto un
tracollo. Qui riusciamo anche ad
inserirli in famiglia, non solo in
comunità, ma questo impegno
sta mettendo a dura prova i servizi. Ora lo Stato ha sottoscritto
un accordo con l’Anci. Il problema però non riguarda solo la prima accoglienza, ma la possibilità
di impostare un percorso che
IL PIACERE DI VIVERE
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ANCHE SABATO 22
e DOMENICA 23
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CLASSE A
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abbia senso in vista del futuro».
Dal dirigente del Centro per la
Giustizia minorile del Piemonte
sono venute riflessioni che si collegano. «Nei Servizi della Giustizia minorile - ha spiegato Antonio Pappalardo - accanto ai minori non accompagnati, soprattutto maghrebini con gravi storie di deprivazione e abbandono,
si affiancano minori stranieri
nati in Italia o ricongiunti. Tra
questi sono in aumento le ragazze, coinvolte in procedimenti penali, che presentano gravi problemi psico-relazionali e psichiatrici legati alla loro condizione».
Le storie
Partono
i malati
e chi ha perso
il lavoro
Ma chi sono i duemila stranieri che hanno lasciato Torino?
Mambu, per esempio, cittadino del Ghana di 49 anni, per
quindici a Torino, operaio in
fonderia, nelle imprese edili e
in quelle che si occupano di
demolizioni. Qualche settimana fa è andato al sindacato a
spiegare che le sue condizioni
di salute non gli permettono
più di lavorare, che per dodici
anni gli sono stati versati i
contributi e che lui vorrebbe
riaverne almeno una parte
per tornare dalla sua famiglia.
«Non sto bene, non ho altra
scelta che tornare a casa», ha
detto all’Anolf-Cisl. Con il
Ghana l’Italia non ha «reciprocità» e Mambu non riceverà la pensione, ma nemmeno i
contributi. A quest’ora forse il
ghanese di mezz’età è già partito e rientrato a mani vuote
come tanti altri che per i lavori usuranti fatti non ce la fanno a raggiungere la pensione.
Per ragioni simili - e nelle
stesse condizioni, perché anche con il loro Paese l’Italia
non ha accordi in tema di previdenza - partono le donne
moldave «mature», la prima
generazione di badanti superata da connazionali più giovani e in forze, preferite dalle
famiglie con un anziano da curare (e da sollevare).
Di questi tempi, poi, se ne
vanno non pochi ucraini con le
famiglie in pericolo, e vanno i
marocchini e i tunisini disoccupati da tempo perché il lavoro nell’edilizia e nelle fonderie non c’è più. Il rientro dei
romeni è diverso: in patria oggi di opportunità ce ne sono e
comunque non perderanno i
contributi versati qui. Resistono, invece, anche se in difficoltà, i peruviani: l’investimento fatto per venire qui è
troppo alto e il viaggio troppo
costoso per rischiare di sbagliare la scelta.
[M. T. M.]
12 45 67 18
59A97BC 82 AD59EF79 82 LA STAMPA 8
12 45 67 18
LA STAMPA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
.
Cronaca di Torino .53
Le centrali
Cavagnolo beffata tre volte
dall’Eternit e dai giudici
A Trino
vercellese
c’è l’Enrico
Fermi. Atri
due siti sono
a Bosco
Marengo
e Saluggia
Il paese è stato risarcito, ma non può usare i soldi e si continua a morire
La polemica
Nucleare, la Francia
pronta a riprendersi
le scorie italiane
il caso
GIANNI GIACOMINO
CAVAGNOLO
ono sconcertato, deluso, rammaricato.
Mi sembra
che tutto questo sia ingiusto.
Per certi reati non può esistere la prescrizione, perché la
gente che si è avvelenata con
l’amianto continua a morire».
Non si dà pace Mario Corsato,
il sindaco di Cavagnolo, un Comune di 2mila anime, annegato nel verde della collina Torinese. Qui c’era la Saca (poi assorbita dall’Eternit) che, fino
al 1982, ha lavorato la crocidolite, «l’amianto azzurro». Le
sue microfibre si sono infilate
nei polmoni di 300 persone
che non hanno avuto scampo.
«S
La striscia di morte
Di queste vittime per mesotelioma molte sono incluse nell’inchiesta-bis del procuratoREPORTERS
Qui lavoravano 500 persone
IL SINDACO ERA A ROMA
«Volevo stare vicino
alla gente di Casale
e sono furente»
re Guariniello, che ha chiamato in causa l’imprenditore
svizzero Stephan Schmidheiny per «omicidio volontario continuato e pluriaggravato». «Siamo distrutti dalla
Cassazione, ma non molleremo mai» - avverte Giovanna
Zanellato, parte civile, insieme ai fratelli, per la morte della madre Bruna che lavorò alla Saca per sei mesi e poi si licenziò. Disse alla figlia: «Lì c’è
il polverino, vedrai quanta
gente morirà per averlo respirato». Continua la Zanellato:
«L’arroganza di Schmidheiny
ci dà la forza di continuare,
non lo lasceremo in pace fino a
quando non avremo ottenuto
giustizia». In paese si muore
ancora per «la polvere», come
la chiamano a Cavagnolo.
«L’ultimo – racconta Corsato
Vercellese e altre 13,2 tonnellate di combustibile irraggiato
giacciono all’Avogadro. Secondo Grimaldi lo «stop è la
conseguenza dei dubbi dei
francesi sulla capacità del governo italiano di mantenere
gli impegni presi e quindi di
avviare il deposito nazionale
MAURIZIO TROPEANO
di stoccaggio entro il 2025».
L’incontro tra i due mini«Siamo ragionevolmente otti- stri deve aver dissolto quei
misti sulla possibilità che entro dubbi anche perchè la Sogin
i primi sei mesi dell’anno pros- ha spiegato ai consiglieri resimo riprenderanno i viaggi su gionali che le procedure per
treno delle scorie nucleari dal- l’individuazione della carta
l’Italia verso la Francia». Ivo nazionale delle aree potenVelletrani, direttore delle rela- zialmente idonee ad ospitare
zioni per il territorio di Sogin, lo il deposito nazionale stanno
spiega durante l’audizione da- rispettando i tempi previsti e
vanti alla commissione Am- che ragionevolmente «non si
biente del consiglio regionale ripeterà il caso Scanzano».
che ha iniziato ad esaminare lo
Alberto Valmaggia, assessostato dell’arte sulla smantella- re regionale all’Ambiente, defimento (decomissing)
nisce l’incontro come
dei siti piemontesi.
«un importante
Non c’è ancora la
momento di concertezza ma nei
fronto e di ingiorni scorsi i
formazione
due governi
verso il tavolo
hanno ripreso
della traspaa parlarsi, rirenza sui siti
Sono le scorie nucleari
prendendo un
nucleari in
che dovrebbero riprendere
percorso di
Piemonte, in
la strada della Francia
confronto e diaprogramma
per essere trattate
logo che dovrebbe
mercoledì prosaver permesso di
simo a Torino». Il disbloccare l’impasse che
rigente Sogin ha fatto la
ha portato alla decisione di Pa- fotografia dello smantellamenrigi di sospendere l’accoglienza to in corso e secondo Valmaggia
dei convogli e lo smaltimento «Casale-Bosco Marengo è il sito
dei rifiuti atomici.
in cui i lavori di smantellamenAi primi di settembre La to sono allo stato più avanzato»
Stampa aveva raccontato le mentre «le opere realizzate per
preoccupazione degli ambien- arginare il rischio di esondaziotalisti piemontesi: «Se il com- ni a Saluggia hanno garantito
bustibile non parte lo sman- una maggiore sicurezza del sitellamento dei siti si ferma», to». Secondo la Regione la predenunciava il capogruppo di sentazione della carta rappreSel in Consiglio regionale. senta «il primo passo di un perMarco Grimaldi. E in effetti le corso in cui saranno coinvolti
ultime 47 barre di combustibi- cittadini, associazioni, enti lole nucleare esaurito stanno cali in un’ottica votata alla traancora aspettando nella pisci- sparenza e alla massima condina della Enrico Fermi a Trino visione delle informazioni».
Roma e Parigi
tornano a parlarsi
Nel 2015 i treni
potrebbero ripartire
Nel 1946 l’azienda si chiamava Saca ma dieci anni dopo passò all’Eternit
Ora in questo piazzale c’è un supermercato ma la gente continua a morire
Sulla «Stampa»
Le morti per amianto: annullata la condanna (18 anni) al manager svizzero Schmidheiny per disastro ambientale
Eternit, sentenza beffa
La Cassazione: reato prescritto fin dal primo grado. I parenti: vergogna
DIRITTO
SENZA
GIUSTIZIA
MICHELE BRAMBILLA
U
na sentenza di
condanna non
avrebbe restituito
le migliaia di morti d’amianto ai loro familiari e non avrebbe fatto
nemmeno giustizia, perché
uno degli imputati è ormai
scomparso prima del giudizio
d’appello e quello rimasto in vita se ne sta, da tempo, al sicuro
in Svizzera; non avrebbe fatto
giustizia neppure dal punto di
vista economico, perché per
una serie di arzigogoli burocratico-giuridici sarebbe stato
quasi impossibile far arrivare i
risarcimenti dall’estero. Ma
un annullamento delle condanne per avvenuta prescrizione è forse la cosa peggiore
che ci si potesse aspettare. Per
i familiari delle vittime - ma
non solo per loro - ha il sapore
della beffa. Del colpo di spugna, dell’avevamo scherzato.
CONTINUA A PAGINA 27
Longo, Mossano, Poletto ALLE PAG. 2 E 3
IlministrolasciaunincontrosindacaledopolasceltadiCgileUil.Dalgovernonuoviimpegniconl’Ue
SULLA SCELTA
DEI GIUDICI
Sì allo sciopero, tensione con Poletti
VLADIMIRO ZAGREBELSKY
ome tuttora prescrive
l’articolo 65 dell’Ordinamento giudiziario e come sottolineò il ministro Grandi nel presentarlo al Re nel
1941, la Cassazione è istituita
CONTINUA A PAGINA 27
dopo la sentenza della Cassazione, qualcuno avrà il coraggio di sbandierarla come una
vittoria – riflette Corsato -.
L’assurdo è che quel risarcimento è vincolato dal Patto di
Stabilità e noi non possiamo
spendere un centesimo. Intanto, con due bandi pubblici, siamo riusciti a rimuovere, trasportare in discarica e smaltire circa 15mila metri quadrati
di coperture in eternit. È un
buon risultato». Ma di amianto
a Cavagnolo ne resta ancora.
Come a Balangero, dove era attiva l’Amiantifera, la più grande cava d’amianto d’Europa.
Uno studio epidemiologico ha
messo in evidenza 214 casi di
morte e qui Schmidheiny è indagato perché la struttura entrò per qualche tempo nella galassia dell’Eternit.
Il soldi maledetti
RICCARDO ANTIMIANI/ANSA
Familiari delle vittime dell’amianto ieri davanti alla sede della Corte Costituzionale
I DUBBI
C
– era un impiegato di banca che
non ha mai lavorato all’Eternit». Il primo cittadino era a Roma: «Volevo essere al fianco
della gente di Casale» - dice. Si
arrabbia: «Lo Stato non deve
permettere a una persona di venire in Italia a uccidere e avvelenare per sparire dopo aver accumulato profitti mostruosi».
Jobs Act, Cgil e Uil sciopereranno insieme il 12 dicembre. La Cisl non ci sta e convoca la protesta degli statali per
il 1° dicembre e nei tre giorni
successivi in diverse città. Poletti: non ci sono motivazioni.
1
LO SCONTRO PIÙ DURO
FEDERICO GEREMICCA
O
ra che il quadro è
quasi del tutto definito, si può dire - senza
Buongiorno
MASSIMO GRAMELLINI
timore di smentita - che quella
che attende il Paese è una stagione di mobilitazione senza
precedenti.
CONTINUA A PAGINA 27
Barbera, Schianchi, Sorgi e Zatterin ALLE PAGINE 4 E 5
IL CASO
Il cda della Rai
sfida Renzi
sui tagli
Ricorso per non pagare
150 milioni. Todini lascia
Ira Pd: è un voto politico
Maesano e Pitoni A PAGINA 9
Dove osano le dentiere
1 Quell’uomo. La mia opinione sul lato oscuro di Berlusco-
ni non è cambiata (ieri il sodale Verdini ha collezionato il
quarto rinvio a giudizio in quattro mesi), però bisogna ri-
La nuova lista delle promesse a vuoto, contenuta in una
lettera ai club di Forza Italia, è uno spettacolo d’arte varia:
dentiera, operazione alla cataratta, veterinario e treno gra-
Ieri la sentenza della
Cassazione che ha annullato per prescrizione le condanne sul caso Eternit è
stato il titolo principale della «Stampa».
2
E poi Cavagnolo deve fare i
conti con un’altra beffa. Nel
2011, tra polemiche roventi, la
vecchia amministrazione decise di accettare 2 milioni di euro
come risarcimento dal magnate svizzero. Con una clausola:
che il Comune non si costituisse mai più parte civile in eventuali cause contro Schmidheiny. «È stata una vergogna,
una cifra ridicola anche se ora,
47
barre
1
12344567 936 A3B26
Unlettorescrive:
2 «Buongiorno,
navigando su
FacebookeInternetsonovenutoa
conoscenzacheil5eil9dicembre
sono in programma iniziative del
movimentodeiforconiedel“coordinamento9dicembre”chemirano a fare pesantissimi blocchi del
trafficocomeil9dicembre2013.Se
lo so io, penso che lo sappiano anche le forze dell’ordine e mi piacerebbesaperesequelgiornomipotrò recare al lavoro e soprattutto
poterportareilmiobimbodi3anni
aunavisita.Sperosolocheleistituzioni non lascino correre troppo
come l’anno scorso. Penso che la
questura sia a conoscenza del sito
“coordinamento9dicembre”».
CC
Unalettricescrive:
2 «Sabato scorso alle 21 all’al-
tezza del civico 7 di corso Re Umberto venivo avvicinata da una
vecchiaPuntomalandatacolorazzurro,ilcuiconducentemichiedeva se “volevo un passaggio”; spaventatahofattofintadinonsentire
1
1234537859A59BC5DCE89FC5CD91357CCA9DFC53BC9D8DB5C1E899CD
B5CCB38A39318F9D83F3BBC9A235CC53138D3E954A93C
1
affrettandoilpassoversopiazzaSolferino,quell’individuohainsistitodicendomidistaretranquillachefacevacarpoolingperunasocietàamericanaechemiavrebbeportatocon15
eurodovevolevonelraggioditrechilometri. L’ho allontanato dicendogli
che avrei chiamato i carabineri. Ma
dico io, i nostri amministratori hanno intenzione di far diventare la nostra città una cloaca a cielo aperto
permettendo a chiunque di spaventarelagenteperstrada?».
STEFANIA
Unlettorescrive:
2 «Dopo gli episodi incivili, spie-
gabili con la crisi, ma assolutamen-
te non giustificabili, avvenuti in via
ChiesadellaSaluteadannodeivigiliurbani,ricordoche,annifa,ilpartitopiemontesedeiVerdiavevaideatounsistemaamiogiudiziointelligente per scoraggiare quelli che
parcheggianoinfischiandosenedel
disagio che possono arrecare. Aveva infatti messo in distribuzione a
chinefacevarichiestaalcuniadesividaposizionaresuipuntistrategicidellavetturacomelospecchietto
lateraleoilparabrezza,creandoun
notevole disturbo all’automobilista. L’iniziativa è poi stata sospesa,
non so per quali motivi. Potrebbe
essereunbeldeterrente!».
G.VALENTE
Unlettorescrive:
2 «Sono un cittadino che vive
nel quartiere verde del Parco
Dora, lo chiamano così, ma si
tratta di una mezza bugia: ad
oggi le aree aperte al pubblico
sono due, manca la parte principale ovvero lo spazio verde caratterizzato da una ampia collina artificiale che scende dall’Ipercoop al fiume. La cosa assurda? Il parco è pronto, panchine comprese, da più di un anno;
peccato che sia ancora transennato. Sindaco, una semplice domanda: ma quanto dobbiamo
ancora aspettare?».
M.M.
IldirettoredelDipartimentodi
Scienzeagrarie,Forestalie
Alimentaridell’Universitàdi
Torinoscrive:
2 «Il signor Luigi Storero lamenta l’insufficiente capienza
della mensa in funzione presso
la Scuola di Agraria e Medicina
Veterinaria a Grugliasco; per
dovere di informazione preciso
che la ricettività di posti è di oltre 150 e non una quarantina, e
ad oggi il servizio, gestito da Bioristoro, eroga circa 250 pasti al
giorno con tempi di attesa molto
contenuti. Tuttavia, la presenza
media giornaliera all’interno del
campus è di circa 1500 studenti.
«È pertanto evidente che, con
un’abitudine in rapida crescita
in questo ultimo periodo, molti
studenti utilizzano servizi esterni o si “accomodano” negli spazi
comuni interni ed esterni, quando la stagione lo consente, per
pranzare “al sacco”, preferendo
per scelta personale tali alternative al servizio della mensa. Il
problema dell’assenza di un luogo specifico in cui poter consumare un pranzo portato da casa
sussiste in quanto non vi sono ad
oggi spazi attrezzati e non è possibile, data l’attuale congiuntura
economica, crearne di nuovi come suggerito dal signor Storero
e nel contempo non è nemmeno
possibile autorizzare il consumo
del pasto nelle aule per ragione
di sicurezza e igiene».
IVOZOCCARATO
[email protected]
via Lugaro 15, 10126 Torino
Forum lettere su
www.lastampa.it/specchio
www.facebook.com/specchiodeitempi
12 45 67 18
59A97BC 82 AD59EF79 82 LA STAMPA 12 45 67 18
LA STAMPA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
Consiglio Regionale
.
Cronaca di Torino .55
Sanità
I consiglieri decaduti Roma: sì alla riforma
per le firme false
“Assunzioni dal 2015”
vogliono il vitalizio
Tensioni sul territorio
Il rifiuto
MAURIZIO TROPEANO
Mauro Laus, presidente del
Consiglio regionale, è convinto che gli ex consiglieri regionali della passata legislatura,
quella che i giudici hanno annullato per le firme false della
lista pensionati per Cota, non
abbiano diritto al vitalizio. Loro, invece, dicono di sì e sono
pronti a far valere le loro ragioni davanti al Tar «o in tutte
le sedi legali dove potremo far
valere il nostro diritto riconosciuto da una legge regionale», spiega l’ex consigliere del
Pdl, Angelo Mastrullo, che ha
inviato una diffida all’ufficio di
presidenza che «in sei mesi
non ha dato risposto alla mia
richiesta di ricongiungimento
contributivo».
Il presidente
«La possibilità di integrazione
e ricongiungimento contributivo - spiegaLaus - è prevista
solo in caso di scioglimento
anticipato della legislatura
ma non è questo il caso della
scorsa legislatura visto che i
giudici hanno annullato la
proclamazione degli eletti a
causa delle firme false assicurando, però, la validità dei
provvedimenti adottati per
continuità amministrativa».
Così ieri pomeriggio l’Udp
ha approvato un disegno di
Mauro Laus,
presidente
del Consiglio
regionale,
ha respinto la
richiesta di 8
ex consiglieri l
REPORTERS
legge che boccia la richiesta di
integrazione presentata da 8
ex consiglieri (oltre a Mastrullo, Negro, Tentoni, Giovine,
Lupi, Manica, Muliere e Placido) che dovrà adesso essere
approvata nelle prossime sedute del Consiglio regionale.
Prima di prendere questa decisione Laus ha chiesto un parere alla Corte dei Conti che
non è entrata nel merito per
evitare di essere accusata di
ingerenza nelle scelte legislative regionali non escludendo,
però, la possibilità in un prossimo futuro di verificare la
correttezza delle procedure
adottate. Il parere dei giudici
contabili è servito a Mastrullo
per «ottenere una risposta dal
Consiglio regionale. Prendo
atto della replica negativa e
adesso, visto che anche i legali
sono certi della validità giuridica della richiesta, faremo
opposizione in ogni sede».
Il taglio
Il nuovo fronte legale sui vitalizi si
apre mentre rischia di aprirsi un
altro contenzioso sul taglio dei vitalizi per tutti gli ex consiglieri regionali. Il presidente Laus ribadisce la volontà di ridurre dal 6 al
15% le pensioni nonostante le minacce di ricorso dell’associazione
nazionale ex consiglieri.
Polemica
in Regione
ALESSANDRO MONDO
Roma approva, il Piemonte ribolle. Via libera dal ministero
al piano di revisione della rete
ospedaliera approvato mercoledì dalla giunta regionale. Apprezzamento totale per il
cambio di passo della Sanità
piemontese, a detta dell’assessore Saitta, affiancato dal direttore dell’assessorato Moirano: pare che la riforma degli
ospedali, unita alla chiusura
dei bilanci 2011 e 2012 delle Asl
abbia fatto breccia. Risultato:
entro fine anno verrà formalizzata alla Regione la possibilità di derogare in parte al
blocco del turn-over per le assunzioni di medici e infermieri. «Da gennaio, sempre nel rispetto dei conti delle Asl, dovremmo poter assumere», annuncia Saitta.
I direttori
Sempre ieri si è chiuso il bando
per i nuovi direttori generali
delle Asl: 200 le domande arrivate da tutta Italia. «Sarebbe
interessante scoprire dov’è finita la proposta di legge sulla
trasparenza preparata prima
delle elezioni regionali dal capogruppo del Pd Gariglio, con
la collaborazione dei radicali»,
incalza Giulio Manfredi, segretario Associazione radicale
Adelaide Aglietta.
I Cinque Stelle
accusano
Saitta di
volere
sopprimere
l’oncologia
a Casale
Le opposizioni
Ieri è stata anche la giornata
delle prime tensioni, in Regione e sul territorio. Levata di
scudi a Moncalieri per la chiusura dell’emodinamica, con il
supporto dei Cinque Stelle
(Bertola): il vicesindaco Paolo
Montagna minaccia un presidio permanente e, fin da subito, una raccolta firme; Saitta
apre al confronto con l’amministrazione. In Consiglio regionale Forza Italia (Pichetto)
chiede una seduta straordinaria sulla riforma degli ospedali:
i berlusconiani e i Cinque Stelle, irritati dalle lungaggini nella trasmissione della delibera,
hanno fatto ostruzionismo in
commissione Bilancio.
Le accuse dei Cinquestelle
Particolarmente duro lo scontro
con il M5S (Bono, Batzella), che
sulla base di un primo esame della
delibera, accusano l’assessorato
di voler sopprimere anche il servizio di oncologia per il Dea di Casale: «Scelta da stigmatizzare, visto
il dramma Eternit». Saitta li accusa di cinismo: «Non sanno leggere
i dati. Come possono sostenere
che a Casale non ci sarà più l’oncologia quando nella delibera si legge che implementeremo le specialità in base alle competenze e all’alta professionalità lì presenti?».
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59A97BC 82 AD59EF79 82 LA STAMPA 12 45 67 18
LA STAMPA
.
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
il caso
Sulla «Stampa»
ANDREA ROSSI
LA STAMPA
GIOVEDÌ 14 AGOSTO 2014
il caso
ANDREA ROSSI
E
meno male che solo ieri - s’era
detto che a Torino quest’anno la
bolletta del gas è
meno cara che nel 2013. Addirittura costa il 12 per cento in meno, effetto sia delle
politiche dell’Authority per
l’energia - che ha provato a
calmierare le tariffe - sia
della concorrenza tra le varie aziende che erogano il
servizio. Il sollievo rischia
di essere già finito o quasi.
A Torino di sicuro.
In questi giorni in molti
stanno ricevendo dai vari
fornitori - tutti, indistintamente - bollette più care del
solito. Magari solo 10 euro in
più, spesso anche 40 o 50. In
bolletta è spuntata anche
una voce specifica, che riguarda proprio quest’au-
e bollette stanno
continuando ad
arrivare, portandosi dietro un grumo di rabbia, proteste e incomprensioni. A
Torino, quest’anno, il gas costa almeno 30 euro in più. Di
sicuro per chi ha un contratto con Eni, e quindi circa il
60% delle famiglie; tutti gli
altri, dovrebbero aver già
dato ma, avendo diluito il pagamento nel tempo, forse
non se ne sono accorti.
Da qualche tempo, a migliaia di torinesi, arrivano
bollette del gas con una voce
anomala: «canone comunale». L’importo è di 24, 03 euro
più Iva, circa 30 dunque. Che
cosa è successo? Il Comune
ha aumentato il canone ad
Aes, la società che gestisce la
rete dei tubi del gas, e questa
s’è rifatta sulle aziende che
erogano le forniture le quali,
a loro volta, hanno scaricato
sui cittadini. Il guaio è che la
mossa di Palazzo Civico risale al 2010, ma gli effetti si avvertono soltanto ora.
L
EFFETTO RITARDATO
Il rincaro risale al 2011
ma le compagnie
lo applicano adesso
mento inaspettato: «canone
comunale».
Che cosa è successo? Semplice: il Comune ha aumentato il canone ad Aes, la società
mista pubblico-privato che
gestisce la rete dei tubi del
gas, e questa s’è rifatta sui
cittadini.
Alla fine di dicembre del
2010 Palazzo Civico, visto che
l’Authority per l’energia non
aveva ancora chiarito come
disciplinare l’affidamento
tramite gara del trasporto
.
In breve
Rifiuti
Moncalieri e Candiolo
si fondono nell’AtoR
Il Comune chiedeva ad Aes,
gestore della rete,
2 milioni l’anno,
aumentati
del 10% dal 2011
d’ambito
torinese dei rifiuti prende
forma. Il primo accordo di fusione con i consorzi, che oggi
gestiscono i servizi di raccolta in Provincia, è stato siglato con il Covar di Moncalieri
e il Cidiu di Collegno per un
bacino complessivo di 500
mila abitanti. Sulla nuova società resta il controllo pubblico al 51% mentre, rispetto
al passato, non saranno più
concessi subappalti.
7
È l’aumento annuo medio in
bolletta calcolato dal
Comune. Ma i torinesi ora
stanno pagando
gli arretrati
Carcere
Trovato un telefonino
dentro la cella
L’aumento nelle bollette dei torinesi è causato dal balzello imposto dal Comune sulla posa dei tubi
La bolletta del gas arriva
con un nuovo balzello
Il Comune ha aumentato il canone: da 20 a 50 euro in più
dri - si era impegnata a usare i
200 mila euro dirottandoli
ogni anno sulle fasce deboli, in
particolare vincolandoli al
Welfare e al sostegno alle famiglie a basso reddito.
Gli arretrati
L’effetto - ritardato, perché sono passati quasi quattro anni è storia di questi giorni: nelle
bollette arrivate a inizio agosto compare proprio la voce
«canone comunale» che rispecchia l’aumento deciso allo-
ra. E lo applica non solo sull’anno in corso, ma anche sul
2011, 2012 e sul 2013, chiedendo quindi gli arretrati dei tre
anni trascorsi da quando il Comune ha deciso di aumentare
il canone ad Aes. Molti torinesi hanno già trovato nella buca
delle lettere l’odiosa sorpresa.
Tutti gli altri la riceveranno
con la prossima bolletta.
Il balzello varia da famiglia
a famiglia, ma oscilla tra 20 e
50 euro. In Comune calcolano
che i 200 mila euro all’anno di
rincaro del canone pagato da
Aes (e ribaltato sulle bollette)
dovrebbero tradursi in 7 euro
in più all’anno, in media. Ovviamente c’è chi paga molto di
più. E, come già detto, ci sono
gli arretrati degli anni scorsi:
per ora, infatti, le compagnie
stanno chiedendo il conto del
periodo 2011-2013. La domanda è: perché solo adesso, visto
che potrebbero farlo da tre anni? E perché in un colpo solo
anziché spalmare l’addebito
su più bollette?
1 Un
telefono cellulare
perfettamente funzionante,
completo di scheda sim e caricabatterie, è stato trovato
dalla polizia penitenziaria
nella cella di un detenuto per
rapina nel carcere Lorusso e
Cotugno. Lo rende noto il
sindacato Osapp. Non la prima volta che vengono trovati
detenuti forniti da cellulare.
«Grazie all’impegno degli
agenti - commenta il segretario generale, Leo Beneduci si continua a mantenere la
legalità nelle carceri italiane».
Villareggia
Esplosione nella banca
già colpita dai ladri
Solo venerdì scorso due
rapinatori avevano portato
via 16 mila euro dalla filiale di
Banca Sella. Ieri notte 5 malviventi ha fatto esplodere il
bancomat, poi ha cercato di
sfondare l’ingresso con delle
mazze. I vetri antisfondamento, però, hanno retto. La
banda è fuggita a mani vuote.
1
Sul giornale dello scorso 14 agosto le prime bollette del gas con la maggiorazione causata dall’aumento
del canone comunale ma
applicata solo tre anni dopo
1
Rincari
retroattivi
Ai molto torinesi arriva solo
ora, con un ritardo di tre anni,
e in un’unica soluzione,
un addebito deciso nel 2010
La beffa del gas
arriva dopo tre anni
Il balzello comunale
Alla fine di dicembre del 2010
Palazzo Civico, visto che l’Authority per l’energia non aveva
ancora chiarito come disciplinare le gare per il trasporto del
gas, aveva colmato il vuoto rinnovando la gestione ad Aes. E -
Aumento di 30 euro in bolletta, si pagherà fino al 2015
IL BALZELLO
L’APP CHE FA CONCORRENZA AI TAXI
Nel 2010 il Comune
ha aumentato il canone
al gestore della rete
Il Comune contro Uber
«Multe e confische agli autisti»
Il Comune dichiara
guerra a Uber. Meglio, a
UberPop, il servizio che permette a chiunque di registrarsi come autista e trasportare le persone sulla
propria auto. Dopo Roma,
Milano e Genova l’applicazione è sbarcata anche a Torino, due settimane fa. Ma, a
differenza delle altre città,
finora non aveva sollevato
imponenti reazioni: né dai
tassisti né dagli enti locali.
Fino a ieri, quando i rappresentanti sindacali e delle co-
1
scuna. Sull’intero periodo arriviamo ai 24 euro (Iva esclusa) comparsi in bolletta.
Grillini all’attacco
In Comune il Movimento 5 Stelle
operative taxi sono stati ricevuti in Comune. E gli assessori al Commercio e ai
Vigili, Domenico Mangone e
Giuliana Tedesco, hanno garantito che Palazzo Civico
farà la sua parte. Come nelle
altre città, gli autisti di
UberPop che verranno fermati dai vigili subiranno una
sanzione fino a 1.700 euro oltre alla confisca del veicolo e
al ritiro della patente. Uber
ha fatto sapere di essere disponibile a un confronto con
il Comune.
[A. ROS.]
ha provato a vederci chiaro. Ha
chiesto spiegazioni presentando
un’interpellanza. «È un problema di fatturazione che riguarda
quel fornitore del gas che ha deciso di imputare in bolletta l’intero
LUIGI LA SPINA
1 L’associazione
euro
del gas, aveva colmato il vuoto
rinnovando la gestione di Aes.
E - come consentiva la legge all’epoca - aveva aumentato del
10 per cento il canone che la società (allora al 49% di Italgas e
al 51% di Aem Torino, oggi al
100% di Italgas) paga per posare sotterranea la rete di tubi.
Si tratta di circa 2 milioni di euro l’anno. Il rincaro, quindi, era
di 200 mila euro annui. La città, decidendo l’aumento - con
una delibera firmata dall’allora
vice sindaco Tom Dealessan-
Cara
Torino
Cronaca di Torino .47
+10%
di aumento
Rincari in arrivo
come consentiva la legge - aveva aumentato del 10% il canone
che Aes (allora al 49% di Italgas
e al 51% di Aem Torino, oggi al
100% di Italgas) paga per posare i tubi. L’Authority aveva impiegato un anno a recepire il
balzello e aveva disposto che
entrasse in vigore dal 2012 ma
per il primo anno fosse raddoppiato per recuperare il 2011.
In totale parliamo di quasi
4 milioni l’anno. La città ha
cominciato a incassarli dal
2011. Alcune aziende che forniscono il gas, invece, hanno
cominciato a battere cassa
solo a fine luglio. E, ovviamente, hanno reclamato gli
arretrati, chiedendo in
un’unica soluzione la quota
del periodo 2011-2013. Quattro milioni l’anno scaricati su
450 mila famiglie equivalgono a una media di 8 euro cia-
Cronaca di Torino .57
8
17,1
euro l’anno
milioni
L’aumento è di 8 euro l’anno
più Iva, ma fino a oggi Eni
non l’aveva fatto pagare.
Ora chiede gli arretrati
È la cifra finora incassata
dal Comune, che le aziende
del gas hanno addebitato
interamente alle famiglie
importo in un’unica soluzione», ha scritto sul blog del Moviha spiegato l’assessore alle Par- mento il capogruppo Vittorio
tecipate Giuliana Tedesco in Sala Bertola, «ma quando ho anche
Rossa. «Una scelta per me in- solo ipotizzato la cosa si sono
comprensibile, e su cui la città, messi tutti a ridere». Ultima
che incassa il canone maggiorato beffa: nel 2010, decidendo l’audal 2011, non ha
mento - con una
influito in alcuna
LO SCARICABARILE delibera firmata
maniera».
vice
Le aziende fornitrici dall’allora
Non è finita. Il
sindaco Dealessi sono rivalse sandri - la città si
balzello varrà ansui torinesi solo ora era impegnata a
che per quest’anno e per il 2015.
destinare l’incasToccherà quindi pagare altri 16 so al Welfare. Ancora Bertola:
euro più Iva. «La città, che ha «Quando ho chiesto dove sono
già incassato 17,1 milioni in tre quei soldi, ho saputo che sono
anni, potrebbe decidere di ri- finiti nel calderone generale
durre l’importo o prevedere fa- delle entrate del Comune, a tapcilitazioni per i meno abbienti», pare i buchi di bilancio».
Il caso Rom
non si risolve
da solo
SEGUE DA PAGINA 47
n impegno che
permette quella
integrazione occupazionale che si rimprovera non vogliano i nomadi e che, tra l’altro, aiuta
nella mediazione culturale e linguistica con i bambini rom che frequentano
quella scuola.
È evidente che nella
nostra città, soprattutto
in quella parte di periferia dove la presenza di
campi nomadi rende la
convivenza più difficile,
la questione sembra catalizzare gran parte delle
tensioni sociali che in
questo momento si stanno inasprendo in tutto il
Paese. Da sempre, il problema degli «zingari», come genericamente e popolarmente
vengono
chiamati, suscita paure e
ostilità, più o meno motivate. Ma ora, alla luce di
un disagio dilagante per
una crisi economica che
ha ridotto l’occupazione
tra i cittadini torinesi, di
una propaganda politica
che su questi timori cerca
di allargare il consenso in
vista di prossimi successi
elettorali, del degrado
crescente di questi campi
nomadi nella cintura della città, la questione sembra aggravarsi.
Ignorare il «caso rom»
sperando che, da una parte, l’intolleranza si riduca
col tempo e, dall’altra, l’integrazione finalmente si
realizzi, è sbagliato e anche pericoloso. I processi
culturali certamente non
procedono con la velocità
che ci auguriamo, ma
quelle trasformazioni
vanno accelerate con
provvedimenti concreti
da parte dell’amministrazione pubblica. Solo se i
cittadini si sentiranno più
tutelati potranno essere
disposti a non rifiutare,
come quei genitori della
scuola, che, attraverso il
lavoro, la convivenza civile con i «rom» sia davvero
possibile.
U
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58 .Cronaca di Torino
STAMPA
.LA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
Precari incatenati
davanti all’ex Provincia
Il contratto scade a fine anno, per la proroga serve una legge
In servizio
da 10 anni
Sono 22
i precari
della
Provincia
di Torino
che lavorano
da 10 anni
con contratti
a termine
D
a 10 anni vanno
avanti con contratti a termine.
Pressappoco, un
quarto della loro
vita. I 22 precari della Provincia di Torino si sono incatenati ieri in piazza Castello, davanti alla sede del nuovo Consiglio metropolitano (che ha
soppiantato il vecchio ente)
per chiedere di essere confermati un altro anno e non ritrovarsi disoccupati la mattina
del primo gennaio 2015.
I precari hanno elaborato una
proposta: «Siamo disposti spiega Siani - a sacrificare 10
anni di professionalità maturata nei diversi servizi per a lavorare ai Centri per l’Impiego,
che soffrono di una carenza
cronica di personale».
Fassino promette che ne verificherà la fattibilità con la Regione. «Ma se c’è la volontà politica – aggiunge Siani – le soluzioni si trovano». Come l’anno
scorso: i precari rischiavano di
non essere rinnovati perché
mancava la legge e per via dello
sforamento del patto di stabilità: la legge venne fatta e, in extremis, i soldi si trovarono.
Le proteste proseguiranno
con altre iniziative per tenere
viva l’attenzione: «Siamo pronti
anche ad azioni forti».
REPORTERS
ricevuto per prendere la parola alla riunione del Consiglio
davanti al sindaco metropolitano Piero Fassino.
«Non siamo venuti per informare i politici – precisa il portavoce Michele Siani, intervenuto
con Francesco Candido della
Fp Cgil –: quello, l’abbiamo già
fatto a fine ottobre. Siamo qui
per chiedere conto degli impe-
Senza notizie
La protesta, alla quale hanno
partecipato anche alcuni colleghi di ruolo, è durata un paio d’ore, fino a quando un loro
rappresentante non è stato
Sudoku
Proposta
gni assunti allora, perché non
abbiamo più avuto notizie». I
più fortunati prendono 1500 euro al mese, in tutto costano all’ente 350 mila euro l’anno.
Serve una legge
«Il problema – replica Fassino
– non può essere risolto senza
un intervento normativo nazionale». I lavoratori si sono
Il sudoku
Medio
Il gioco consiste nel riempire tutte le caselle in modo tale che
ogni riga, ogni colonna e ogni settore contenga tutti i numeri
senza alcuna ripetizione: negli junior sudoku sono in gioco
i numeri da 1 a 6, nel sudoku medio e difficile i numeri da 1 a 9
3
5
6
3
4
5
5
4
2
1
4
3
1
1
4
5
6
3
1 7
Junior 2
1
6
4
Junior 1
3
Junior 1
2 5 4
3 1 6
6 3 2
1 4 5
5 2 1
4 6 3
1
5
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3
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Junior 2
2 6 1
5 3 4
6 1 5
3 4 2
4 5 3
1 2 6
5
1
4
6
2
3
3
6
2
5
1
4
4
2
3
1
6
5
G
entile Direttore,
desidero fare alcune
precisazioni all’articolo sul conferimento del complesso del Borgo Medievale al
Circolo dei Lettori. Rilevo innanzitutto che alcune delle dichiarazioni riportate sono
profondamente offensive nei
confronti di un’istituzione della Città e di tutti coloro che lavorano e collaborano con essa. Ma andiamo con ordine:
innanzitutto le condizioni del
conferimento erano state stabilite fin dall’inizio in accordo
tra la Città di Torino e il Circolo dei Lettori, condizioni che
erano state comunicate alla
Fondazione Torino Musei. Per
quanto concerne il personale,
il Circolo aveva ritenuto necessario, per la corretta gestione, poter disporre di tutto
il personale attualmente impiegato al Borgo. Trovo profondamente infondato quanto
dichiarato in merito ai dipendenti del Borgo, che hanno
sempre dimostrato attenzione e disponibilità. Vorrei ricordare che il Borgo Medievale è considerato dalla Città
struttura museale e come tale
è tutelato. Nessuna colpa ha il
NUVOLOSO
COPERTO
POCO NUVOLOSO
OGGI
SVIZZERA
Annecy
Verbania
AOSTA
Biella
MILANO
Novara
Vercelli
Grenoble
Pavia
TORINO
Asti
Alessandria
Gap
GENOVA
Cuneo
Savona
FRANCIA
Situazione e avvisi meteo
PIOGGIA DEBOLEMODERATA
VARIABILE
La Spezia
PIOGGIA INTENSA
5
3
5
1
2
5
9
6
7
6
9
4
9
3
1
8
5
9
6
Sulle Alpi soleggiato salvo lievi velature
o passaggi nuvolosi più estesi su zone
di confine con Savoia e Svizzera. Nebbie
in pianura nel primo mattino, tendenti
a sollevarsi con formazione di strati di nubi
basse sul Piemonte meridionale. In Liguria
nuvoloso tra Genova e il Ponente.
NEBBIA
VENTO
NEVE
MARE CALMO
DOMANI
SVIZZERA
Annecy
Verbania
AOSTA
Biella
Temperature ˚C
CITTÀ
MIN MAX
AOSTA
VERBANIA
BIELLA
NOVARA
VERCELLI
TORINO
ASTI
ALESSANDRIA
CUNEO
MILANO
GENOVA
SAVONA
IMPERIA
1
3
2
4
4
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12
13
13
10
9
11
10
9
12
9
16
16
17
A cura di www.nimbus.it
Prosegue la fase di tempo stabile grazie all’influenza dell’alta pressione con condizioni
soleggiate e temperature decisamente miti in montagna. Nubi basse in Liguria, più
compatte tra Genova e il Ponente, e a tratti grigio anche sulle pianure piemontesi per
nebbie in diradamento in giornata sul Piemonte settentrionale e occidentale, in
sollevamento su Astigiano, Alessandrino, basso Vercellese con formazione di strati
di nubi basse, in serata anche su Cuneese e Basso Torinese.
Centimetri-LA STAMPA
MILANO
Novara
Vercelli
Grenoble
Pavia
TORINO
Asti
Alessandria
Gap
GENOVA
Savona
La Spezia
FRANCIA
Nizza
MARE MOSSO
MARE AGITATO
Nuvoloso per nubi basse su Liguria, specie
a Ponente, e Piemonte meridionale,
in diradamento in giornata su pianure
piemontesi, più persistenti in Liguria anche
con pioviggine o piovaschi. Ben soleggiato
e molto mite sulle Alpi. Nebbie nuovamente
più estese in pianura in serata.
Temperature ˚C
CITTÀ
MIN MAX
AOSTA
VERBANIA
BIELLA
NOVARA
VERCELLI
TORINO
ASTI
ALESSANDRIA
CUNEO
MILANO
GENOVA
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16
15
17
LA LUNA A TORINO
IL SOLE
A TORINO
Sorge
alle ore 7,32
POCO MOSSO
Si leva alle ore 6,10
Cala alle ore 16,33
Fasi Lunari
Culmina
alle ore 12,15
Tramonta
alle ore 16,58
DOMANI 29 NOV
6 DIC
14 DIC
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TEMPORALE
*Presidente Fondazione
Torino Musei
La soluzione
dei giochi di ieri
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1
8
Il tempo: nebbie e nubi basse sul Basso Piemonte e in Liguria. Prevale il sole altrove.
SOLE
personale rispetto al contratto
applicato, quello di Federculture, che consente poca flessibilità nella gestione e negli orari di
lavoro. Certo, poiché la Fondazione è ancora responsabile del
Borgo nei confronti della Città,
essa ha più volte richiamato il
Circolo a un corretto utilizzo
del luogo, ma, per quanto ci
consta, i rapporti sono stati costantemente improntati al dialogo e alla ricerca delle soluzioni a vantaggio di tutti, visitatori
compresi. Il Borgo Medievale
ha grandi potenzialità, tanto
che abbiamo da sempre sostenuto la necessità di adottare
una strategia nuova. L’ipotesi di
coinvolgimento di privati nella
gestione e nel rilancio, da individuare tramite procedure trasparenti, era già stata ipotizzata e condivisa con il Consiglio
Direttivo della Fondazione un
anno fa, ma era stata esclusa
dal Comune in quanto già programmato l’accordo di trasferimento del complesso al Circolo.
Da quel momento il futuro del
Borgo è stato demandato ad altri, e alla Fondazione non è rimasto che attendere la definizione burocratica dell’accordo
fra Città e Circolo dei Lettori.
Difficile
8
Junior Sudoku
PATRIZIA ASPRONI*
Medio
PAOLA ITALIANO
L’intesa Comune-Circolo
ha congelato il Borgo
Difficile
il caso
2
già attivati con i politici locali,
per proporre emendamenti
alla Legge di stabilità che consenta di prorogare i precari
delle Province italiane, circa
2.700. Ma tutto è ancora fermo
nelle Commissioni.
LA LETTERA
1
23 56 71 28
LA STAMPA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
.
Cronaca di Torino .59
La Diocesi in crisi
“Le offerte in chiesa
scese di un terzo”
La
Curia
Il palazzo
della Curia,
nel
complesso
del Santo
Volto, dove
hanno sede
anche gli
uffici
dell’Amministrazione
L’allarme dei parroci: in città calano i contributi
il caso
MARIA TERESA MARTINENGO
LETTERA CON 300 FIRME
I No Tav cattolici scrivono al Papa
«Ci riceva quando verrà a Torino»
La Tav è «uno scempio
del creato». È questa la premessa che porta 300 cattolici valsusini (catechisti, coristi, volontari della Caritas, scout, molti appartenenti all’associazione «Cattolici per la vita nella valle») a scrivere una lettera a
papa Francesco per chiedere di essere ricevuti nel corso della sua visita a Torino
il 21 giugno per l’Ostensione
della Sindone. La lettera,
pubblicata su uno dei siti
del movimento No Tav
(Tgvallesusa.it), è accompagnata dalla richiesta di
1
nche la
diocesi
subisce
gli effetti
della crisi economica in corso. Come
testimoniano i parroci, le contribuzioni alle parrocchie sono su un piano inclinato discendente che dal 2008 a oggi
ha prodotto una diminuzione
di offerte che nel 2014 oscilla
tra il 20 e il 30 per cento».
L’affermazione è di monsignor Giuseppe Trucco, vicario
episcopale per l’amministrazione, all’assemblea amministrativa annuale della diocesi
che nei giorni scorsi si è tenuta
a Villa Lascaris di Pianezza. A
riferirne, sul numero di questa
settimana, è La Voce del Popolo. Trucco ha esortato i parroci
ad amministrare il poco che arriva con buone pratiche, partendo dalla razionalizzazione
dei consumi e l’eliminazione di
ogni possibile «superfluo».
«A
Non solo. In ogni parrocchia si
dovrà provvedere ad ottimizzare spazi e impianti, ideando iniziative per reperire risorse. Per
esempio affittandoli. Questo,
spiega il settimanale diocesano,
a partire dall’osservazione dello
«stato di compartecipazione
economica dei fedeli».
aiuto per «trovare orecchie
pronte ad ascoltare il nostro grido». E aggiungono:
«Ci faccia il dono di incontrare una nostra delegazione, per guardare nei nostri
occhi e nel nostro cuore e
poter scorgere in essi non la
violenza, non l’egoismo, non
anacronistici tuffi nel passato, ma il senso di responsabilità e la sete di giustizi».
L’anno scorso il vescovo di
Susa, Alfonso Badini Confalonieri, non aveva partecipato alla messa in onore
di Santa Barbara organizzata al cantiere Tav. [M. TRO.]
Pesante flessione
Con molta chiarezza, La Voce
riferisce che la «pesante flessione dei frequentanti la messa domenicale incide sostanzialmente sulle contribuzioni». In pratica, dall’elaborazione dei dati di
280 parrocchie risulta che l’offerta media annua per abitante
REPORTERS
10
30
euro
per cento
È l’offerta media di ciascun
fedele alla sua parrocchia in
un anno, comprese feste e
manifestazioni
È la diminuzione delle
offerte registrata nel 2014.
Ma la discesa è iniziata già
dal 2008
è di 10 euro, contando tutti gli
introiti: assemblee, feste, raccolte, manifestazioni. Meno in
città - 8 euro - di più in provincia, fino a 12 euro. Le difficoltà
economiche delle parrocchie,
per monsignor Trucco, si possono anche far risalire in qualche modo all’abolizione avvenu-
ta negli anni ’70 del «sistema tariffario», cioè una quota («non
rigida») per i «servizi religiosi».
La mentalità comune, è spiegato sulla Voce, un tempo era di
contribuire secondo le proprie
possibilità alla vita della comunità. Negli anni 70 con le offerte
libere, le offerte erano addirit-
tura aumentate. Ma con il cambio generazionale è scomparsa
la memoria, l’idea del corrispettivo prestazione-offerta. «L’introduzione dell’8 per mille e la
sua pubblicità hanno diffuso la
mentalità che la Chiesa sia un
prolungamento dello Stato, remunerata non solo per i riti ma
anche per il welfare, cioè sociale
e carità. Ma ora la situazione è
mutata - ha ammonito Trucco -,
gioverà smagrire una serie di
iniziative specifiche rispetto alla mission propria ed essenziale
dell’Annuncio». Non basta. I fedeli dovranno essere chiamati
alla «compartecipazione». Infine, si dovrà «mettere a reddito,
con le dovute cautele, settori di
immobili». Il sistema informatico adatto è stato presentato a
Villa Lascaris.
12 14
60 .Cronaca di Torino
STAMPA
.LA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
Al Campus
La storia
Premiate
le migliori
start up
italiane
CRISTINA INSALACO
Q
uando Alì cerca
di spiegarci il significato della
marcia alla quale ha partecipato
ieri mattina, fa
un po’ fatica perché gli viene
da piangere. «Non abbiamo
camminato per noi stessi, ma
per tutti gli altri bambini che
non hanno diritti. Non ci posso pensare che noi abbiamo
tutto, mentre loro non hanno
niente», dice Alì, 8 anni, della
3E della scuola elementare
Pietro Micca. Ieri è stato il
giorno dei diritti dei bambini.
Millecinquecento bambini
delle scuole elementari, medie e materne di Torino, hanno partecipato alla prima
marcia dei diritti, organizzata dal Comitato provinciale
di Torino per l’Unicef.
La sfilata
Dalle 9,30 alle 11,30, i bambini
hanno sfilato, con striscioni,
cappellini, cuoricini di carta e
bandierine, da piazza Solferino a piazza Palazzo di Città. Al
loro arrivo è sceso il sindaco
STRISCIONI
Per le strade tra slogan
e disegni, poi l’incontro
con il sindaco Fassino
Piero Fassino, che ha incontrato bimbi e maestre, e fatto loro
un discorso sui diritti dei bambini e sui doveri degli adulti,
prima di ricevere dagli insegnanti alcuni elaborati realizzati sul tema dalle scuole.
«L’evento vuole celebrare il 25° anniversario della
Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni
Unite il 20 novembre 1989 e
ratificata dall’Italia il 27
maggio 1991» dice Maria
Costanza Trapanelli, presidente del Comitato Provinciale di Torino per l’Unicef.
Lo scopo della marcia è stato quello di favorire nei piccoli studenti una riflessione sulle condizioni di vita
dei bambini di tutto il mondo, e offrire un loro contributo di solidarietà, tolleranza e lotta alle discriminazioni. Gli striscioni di ie-
REPORTERS
La marcia dell’Unicef
I bambini hanno fatto un elenco dei diritti che tutti i loro coetanei dovrebbero avere nel mondo
anche quelli più poveri: giocare, mangiare e soprattutto una mamma e un papà che ti vogliono bene
Il corteo dei bambini
In mille verso il centro
“Dobbiamo avere tutti qualcuno che ci voglia bene”
La
sfilata
I bambini
hanno sfilato
per il 25 °
anniversario
della
Convenzione
dei diritti dei
bambini
REPORTERS
ri mattina erano tantissimi,
da «noi abbiamo bisogno di
unità», a «siamo piccoli ma
cresceremo». I bimbi li hanno colorati con cura nei giorni scorsi, e gli alunni della 3C
e 4C dell’Abbadia di Stura a
scuola stanno anche cucendo le Pigotte.
Le emozioni
Per Matilde, della 3A della scuola elementare Deledda, la marcia dei diritti è stata piena di
emozioni: «mentre camminavo
stringendo la mano di Larissa
mi batteva forte il cuore, perché
pensavo ai bambini più poveri.
Ai bambini che, a differenza
mia, sono sempre tristi». Quali
sono i diritti dei bambini? «Gio-
care, prima di tutto - dice Marta
-, poi dormire, mangiare, avere
una mamma e un papà che ti vogliono bene, andare a scuola. Fare le cose che ti piacciono e non
essere presi in giro». Il problema è che «tanti bambini, soprattutto quelli africani e asiatici,
hanno pochi diritti», dice Sarah.
Ma Mattia aggiunge: «questo
succede anche agli italiani, da
quando c’è la crisi».
I bimbi comunque hanno già
elaborato alcune idee su come
abbattere le disuguaglianze e
portare i diritti a tutti i bambini.
Matilde vuole inventare una
macchina, che appena schiacci
un tasto «fabbrica cibo gratis all’infinito», Andrea una pozione
contro le malattie, Enrico, che
da grande vuole fare lo scienziato, ha in mente un progetto – già
disegnato - di un robot che
«spara in aria vestiti e fa nascere alberi di soldi. Perché se non
ci sono i soldi i bambini poveri
rimarranno sempre infelici».
La storia
Le prove e le presentazioni
I ragazzi che hanno presentato
i progetti hanno proposto
anche delle prove
delle loro realizzazioni super
tecnologiche
L’università creativa
In mostra trenta progetti
Professionisti
e aziende
all’«open day»
di Informatica
NADIA FERRIGO
Porte aperte per aziende, professionisti e curiosi per il primo «Open Day in Action» organizzato ieri nel dipartimento di Informatica dell’Università. Grandi e piccoli imprenditori hanno avuto la possibilità di curiosare tra i trenta progetti illustrati al pubblico da
una squadra di appassionati
ricercatori: l’obiettivo è trasformare gli incontri in collaborazioni in vista del nuovo
bando europeo Horizon2020,
Tra le otto finaliste, selezionate tra le più innovative
start up italiane, sono riuscite a spuntarla la milanese
WeLikeCrm di Fabio Castronuovo e la pisana ClouDesire
di Eddy Fioretti. Dopo aver
convinto la giuria internazionale della 5ª edizione di «UkItaly Springboard», le due
imprese innovative made in
Italy premiate ieri mattina al
Campus Einaudi dall’ambasciatore britannico Christopher Prentice potranno
contare su un partner d’eccezione: il governo inglese.
Niente da fare per Gnammo,
piattaforma di consumo collaborativo dedicata agli
amanti del cibo, unica torinese arrivata a un passo dal
premio, né per le altre finaliste non ancora ritenute pronte per aprire una sede nel Regno Unito. «Quel che mettiamo a disposizione dei vincitori è una consulenza che seguirà gli startupper italiani e
li aiuterà a muovere i primi
passi al di là dei confini e a
coltivare il loro potenziale di
crescita internazionale spiega Tiziana Marcuccio,
rappresentante dell’agenzia
governativa britannica «Uk
Trade&investmet», che oltre
a promuovere l’export ha il
compito di attrarre gli investimenti esteri nel Regno
Unito -. Se negli anni scorsi
abbiamo cercato idee da incubare nei centri di ricerca
inglesi, quest’anno abbiamo
selezionato aziende già avviate e formate in Italia,
pronte per conquistare anche il resto del mondo».
«Springboard» significa
«trampolino», un’ottima opportunità per le premiate, che
hanno già raccolto buoni risultati: WeLikeCrm si occupa
dell’immagine che le aziende
hanno sui social network, oltre a raccogliere dati su come
viene percepita dai suoi clienti, mentre ClouDesire è una
«cloud app» che automatizza,
riducendo operazioni e costi
altrimenti inevitabili, il processo di vendita di programmi
e applicazioni.
dedicato alle aziende capaci di
sviluppare idee e tecnologie innovative. «Anche se impresa e
università sono due mondi tradizionalmente lontani- racconta Paola Pisano, ricercatrice e
organizzatrice dell’evento -,
sappiamo che oggi si può fare
innovazione solo se prima si riescono a far dialogare e integrare le eccellenze del territorio».
Così gli imprenditori accorsi
in via Pessinetto hanno avuto la
possibilità di scoprire le ultime
novità, come il totem virtuale
pensato per tradurre in automatico gli annunci ferroviari
nella lingua dei segni, che a breve si potrà vedere nella stazione di Porta Nuova, e un paio di
occhiali con videocamera progettati per consentire ai chirurghi di registrare e trasmettere
in diretta le operazioni. «Oltre
agli occhiali, stiamo realizzan-
Rossano
Schifanella
«Abbiamo
creato una
cartografia
emozionale»
Marco Tani
«Progettiamo
occhiali per
chirurghi per
registrare gli
interventi»
do dei trasmettitori che usano
la tecnologia Beacon per “animare“ qualsiasi oggetto - spiega
Marco Tani, laureando in informatica e tirocinante per la torinese Byters -. Per esempio un
quadro esposto in un museo sarà in grado di presentarsi da sé,
comunicando con lo smartphone dei visitatori in modo da rendere la visita davvero interattiva». Anche il turismo passa per
l’innovazione, per esempio con
un’applicazione pensata per far
scoprire non la via più breve,
ma la più emozionante. «In col-
laborazione con Yahoo, incrociando i dati presi da altri social
network, abbiamo creato un sistema di mappe che crea una
cartografia basata sulle sensazioni - racconta Rossano Schifanella, ricercatore dell’ateneo
-. Così si evitano le zone con po-
co da vedere o con molto traffico. Il progetto è nato in collaborazione con Yahoo Spain, ora
siamo a caccia delle aziende interessate a svilupparlo».
Oltre ai cartelloni con le ricerche in corso, rigorosamente
in inglese, il dipartimento ieri
ha dato spazio anche ai lavori
dei tesisti e alle piccole aziende
nate tra i banchi dell’università,
come Certimeter, primo spin
off dell’ateneo oggi specializzata in gestione e sicurezza dei siti web, Nomotica e SinBit, neonate start up. «E’ presto per dire quanti e quali accordi sono
nati oggi - conclude Pisano -,
ma non sono mancati strette di
mano e scambi di biglietti da visita. Sappiamo che questa è la
strada giusta, sia per portare
valore sul territorio che per
aiutare i nostri studenti a immaginare il loro futuro».
12 14
LA STAMPA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
Aperte tutti i giorni: piazza Massaua 1, sempre aperta (24 ore su 24). Atrio Stazione Porta
Nuova, dalle ore 7 alle ore 19,30.
Orario minimo 9-19,30: c.so Giulio Cesare 24;
c.so Racconigi 184/186; c.so Orbassano 249;
via Slataper 25/bis/b; c.so Francia 35; via Asiago 35; largo Sempione 186/C; piazza Galimberti 7; c.so San Maurizio 67; via Giolitti 2; c.so
Vitt. Emanuele II 121; via Michele Lessona 29;
via XX Settembre 87; piazza Stampalia 7/b.
Di sera (19,30-21,30): piazza Galimberti 7; via
Foligno 69; via Sempione 112; via San Remo 37;
via Sacchi 4; c.so Traiano 73; c.so Francia 1/bis.
Dinotte(19,30-9):c.soBelgio151/B;viaNizza65;
c.soVittorioEmanueleII66;piazzaMassaua1.
Informazioni: www.farmapiemonte.org
Quartieri .61
.
QUARTIERI
Per le vostre segnalazioni [email protected]
Falchera
Borgo Vittoria
Meno case in corso Romania
Rebaudengo
pronti
gli scivoli
per disabili
Il progetto di riqualificazione prevede più spazio per le attività economiche
ANDREA ROSSI
Meno case, più aziende. Volendolo sintetizzare con uno
slogan il nuovo progetto varato dal Comune per l’area
di corso Romania si potrebbe raccontare così: rispetto
al piano originario, ipotizzato all’epoca della giunta
Chiamparino, più volte modificato e poi abbandonato
per un po’ in un cassetto,
l’ultima - e definitiva - versione dimezza lo spazio inizialmente destinato a nuovi
palazzi per dirottarlo su attività economiche e produttive oltre che sul terziario.
Residenze
L’impostazione originaria,
pensata nel 2010, prevedeva al
posto degli stabilimenti Michelin e in zona Cebrosa, al
confine con Settimo, una trasformazione radicale della vocazione dell’area, con quote significative di residenze e di
servizi alla persona. La proposta aggiornata, varata dall’assessore all’Urbanistica Stefano Lo Russo, e illustrata ieri in
Comune, in seconda commissione, presieduta da Mimmo
Carretta del Pd, si pone in
Il progetto originario di corso Romania è stato modificato: meno case, più imprese
3.000
abitanti
Il progetto originario
prevedeva abitazioni
per 3 mila persone. Quello
nuovo li ha dimezzati
un’ottica diversa: punta, tramite azioni partecipative e insieme con privati interessati a investire, al recupero sostenibile
degli spazi industriali abbandonati, con l’obiettivo di tentare il
rilancio economico di un’area
che un tempo ospitava una distesa di capannoni, a cominciare dalla Michelin.
Il nuovo assetto prevede,
quindi, una forte riduzione
della superficie destinata al-
le abitazioni: da un milione di
metri quadri a 500 mila. E
destina gli spazi ricavati alle
attività economiche, riducendo quindi il numero di
abitanti potenzialmente insediabili e aumentando la capacità della zona di attrarre
aziende e laboratori.
Nord Est
Il secondo aspetto del piano varato da Palazzo Civico riguarda
il tentativo di riqualificare interamente il quadrante Nord Est
della città. Il nuovo piano su corso Romania restituisce centralità alla stazione Stura, oggi piuttosto abbandonata. Lì si concentrerà buona parte degli interventi: verrà realizzata una
piazza, con spazi per uffici e
commercio e servizi per i viaggiatori. Stura è una delle fermate della ferrovia metropolitana
e, in prospettiva futura, considerato il tracciato della seconda
linea del metrò su cui la città sta
cercando di ottenere i finanziamenti, avrà un’importanza centrale. «Insieme con la riqualificazione di Falchera, l’intervento
vuole dare una valorizzazione
complessiva a tutto quel quadrante», spiega Lo Russo.
Nei mesi scorsi, infatti, il
Comune ha dato il via libera
alla realizzazione del secondo
accesso a Falchera, il ponte
sopra la ferrovia, da anni al
centro delle richieste dei residenti e la cui costruzione
dovrebbe aiutare a snellire il
traffico, e alla riqualificazione dei Laghetti, che dovrebbero diventare il parco più
grande della città grazie agli
oltre 5 milioni messi a disposizione dal «Piano Città».
PAOLO COCCORESE
Finalmente la nuova stazione Rebaudengo Fossata
è accessibile ai disabili in
carrozzella.
Dopo le lamentele di molti
residenti del quartiere Borgo Vittoria e dei numerosi
viaggiatori che ogni giorno
si muovono sui treni del Servizio ferroviario metropolitano, sono stati rifatti i marciapiedi che circondano la
fermata del Sistema Ferroviario Metropolitano.
La denuncia apparsa sulla
Stampa nei mesi scorsi, ha
avuto risposta. Sono spariti i
gradini che impedivano alle
persone in sedia a rotelle di
attraversare la strada verso
l’ingresso della stazione. Al
loro posto degli scivoli in
prossimità delle strisce pedonali. Attraversamento pedonale che non è ancora da
considerare sicuro. Il quartiere ha chiesto l’installazione un semaforo lampeggiante. Servirebbe a far rallentare le auto che spesso corrono a velocità troppo elevata
senza fermarsi lungo il rettilineo di via Fossata.
12 45 67 18
59A97BC 82 AD59EF79 82 LA STAMPA 8
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LA STAMPA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
Metropoli .63
.
ETROPOLI
M
Chieri, macchinario in regalo all’ospedale
L’associazione Centro famiglia di Chieri ha donato
all’ospedale Maggiore una nuova macchina per
l’ossigenoterapia. Lo strumento, collegato a
bombole di protossido d’azoto, eviterà manovre
invasive e ridurrà il dolore dei piccoli pazienti di
Pediatria.
[F. GEN.]
Per le vostre segnalazioni [email protected]
Dai
Carabinieri
Rivalta
L’inaugurazione della
nuova saletta
nella caserma
di corso
Savona
a Moncalieri
L’auto condivisa arriva
con uno squillo sul cellulare
Una app sperimentale del Politecnico per avere passaggi in città
Moncalieri
MASSIMO MASSENZIO
Un sedile in affitto per ammortizzare il costo del viaggio, avere un po’ di compagnia
e sostenere un sistema di trasporto intelligente. Con questi obiettivi i cittadini rivaltesi
si preparano a testare un innovativo progetto di «car pooling» sviluppato dal Politecnico di Torino, in collaborazione
con l’Agenzia per la Mobilità
Metropolitana e l’Assessorato
ai Trasporti.
Il sistema è pensato per le
brevi tratte quotidiane verso
luoghi di lavoro, supermercati, ospedali oppure musei. Gli
utenti potranno intercettare
«al volo» le offerte di passaggio grazie a un’applicazione
disponibile per tablet e smartphone. I pagamenti sono prestabiliti in base alle tariffe
Aci, ma si sta studiando anche
l’ipotesi di introdurre anche
una «moneta virtuale».
Una sala per le donne
che denunciano
gli uomini violenti
GIUSEPPE LEGATO
Si chiama «Una stanza per
te». Per te che sei scappata di
casa perché tuo marito non
la smette di essere violento,
per te che non trovi il coraggio di denunciare chi ti fa del
male sfruttando la tua paura,
la tua vergogna.
È stata inaugurata a Moncalieri la prima saletta
d’ascolto/denuncia per donne
vittime di violenze di genere.
Ha aperto in due sedi: via Saluzzo nel comando distaccato
della polizia municipale e in
corso Savona al comando stazione dei carabinieri.
Si parte a febbraio
Il sistema dovrebbe entrare in
funzione a partire dal prossimo febbraio e il Politecnico ha
deciso di cominciare la sperimentazione su una realtà medio-piccola come quella rivaltese, ma potrebbe essere allargata molto presto anche ad
altri Comuni. «Ci siamo immediatamente proposti - dichiara l’assessore ai Trasporti Marilena Lavagno – Il futuro non potrà che essere orientato verso l’interazione del
trasporto pubblico e privato
condiviso».
Serate informative
Dopo l’affollata serata di presentazione, il Comune organizzerà nuove riunioni per far
conoscere alla cittadinanza il
«car pooling» e ascoltare suggerimenti e proposte: «Per
poter partire il progetto ha bi-
FOTO LEGATO
REPORTERS
Tariffe stabilite dall’Aci
Il sistema è pensato per brevi tratte quotidiane verso luoghi di lavoro, supermercati, ospedali
Gli utenti potranno intercettare «al volo» le offerte di passaggio su tablet e smartphone
sogno di almeno 100 iscritti, ma
abbiamo già le prime adesioni e
non penso che faremo fatica a
raggiungere l’obiettivo – continua l’assessore Lavagno – Organizzeremo piccoli gruppi di
10 o 15 persone per capire come
andare incontro alle esigenze
della maggioranza e distribuiremo i moduli per l’iscrizione».
Come funziona
L’idea originale l’hanno avuta
due studenti del liceo Segré di
Torino e, successivamente, è
stata sviluppata dal Politecnico. Il sistema di offerta e rice-
Gassino
zione dei passaggi avrà a disposizione una piattaforma web a
cui sarà necessario iscriversi.
L’utente «autista» dovrà essere
in possesso della patente da almeno un anno e, al termine di
ogni viaggio, sarà possibile scrivere una recensione. L’applicazione servirà a essere informati
in tempo reale sulle offerte di
condivisione e a concordare un
luogo di incontro. «Il pensiero
di base è molto semplice – continua l’assessore rivaltese - Ho
posti vuoti nella mia auto e voglio metterli a disposizione, ammortizzando il costo degli spo-
stamenti. Quindi se sto per
uscire per andare in un centro
commerciale a Torino lo scrivo
sulla piattaforma. Se in quel
momento qualcuno ha bisogno
di un passaggio ci mettiamo
d’accordo e andiamo insieme».
In futuro per i pagamenti si
useranno solo carte di credito:
«In questa fase sperimentale ci
sarà spazio ancora per i contanti, ma stiamo pensando anche a
un sistema di bonus che permetta di accumulare punti.
Tutti gli spostamenti saranno
monitorati e i costi prestabiliti
in base al tariffario Aci».
Altre sono in arrivo
Entro il 15 dicembre queste
aule per le donne saranno
inaugurate in tutta la provincia (Torino compresa, nelle
stazioni dei carabinieri San
Carlo e borgata Campidoglio):Chivasso, Pinerolo, Settimo Vittone, Chieri, Mathi
Canavese, Rivoli, Susa, Ivrea,
Bardonecchia, Venaria. L’assessore provinciale alle pari
Opportunità Geppy Puglisi,
che ha ideato e curato questo
progetto fin dall’inizio, spiega: «Sono ambienti riservati,
arredati in modo discreto e
accogliente, dotati della strumentazione adatta a registrare le denunce ma con personale opportunamente formato, in modo da poter accogliere le vittime di violenza cer-
Si è allontanato dalla casa di
riposo che lo ospitava nel tardo pomeriggio di martedì. Da
allora non si hanno più notizie di Giuseppe Rostagno, 83
anni, originario di Gassino.
Solo un agricoltore dice di
averlo notato lungo la strada
che dalle colline scende verso
Torino. Chiedeva, senza successo, un passaggio verso la casa dove ha vissuto fino a un mese fa. «Era stato ricoverato a
Villa Ia lo scorso ottobre: da
tempo era malato di Alzheimer
e non poteva più stare da solo»
conferma un cugino di Castiglione, Alessandro Rostagno.
Giuseppe
Rostagno
83 anni,
pensionato,
è affetto
da alzheimer
Sulle tracce del pensionato ci sono i carabinieri e i volontari della protezione civile. Al momento della scomparsa, l’uomo indossava un
paio di jeans e una maglia girocollo di colore marrone.
Nella sua stanza sono rimasti i documenti e il telefono
cellulare.
PATRIZIO ROMANO
«Sono vivo per una manciata
di secondi» Cristiano Zucchetti ambulante di Rivalta,
racconta così come è scampato all’incidente mortale accaduto ieri pomeriggio a Rivoli. Un frontale in cui ha
perso la vita Dario Andreis,
40 anni di Settimo Torinese,
e in cui è rimasto ferito
M.D.C., 44 anni di Rivoli.
A descrivere la dinamica
dell’incidente ai vigili è proprio Zucchetti, che verso le
14 sta tornando a casa e percorre corso Levi, quando vede una Yaris venirgli contro.
«Si spostava lentamente
Una squadra di vigilesse
A Moncalieri da due anni, un nucleo di vigilesse aveva già iniziato ad aprire la strada a questa
nuova esperienza. Si sono specializzate sui reati di genere, sono andate nelle scuole a parlare
agli studenti. Da domani continueranno il loro lavoro – insieme
ai carabinieri – in un luogo che
meglio consente di mettere a
frutto le esperienze maturate.
All’inaugurazione hanno presenziato anche il Prefetto di Torino Paola Basilone e il colonnello Arturo Guarino comandante
dei carabinieri di Torino che ha
spiegato come «l’Arma cerca
sempre di avvicinarsi di più alle
vittime. Nel contesto di questo
reato servono una preparazione
specifica e la presenza di personale femminile che, unito a questi nuovi spazi, può consentire di
intervenire con efficacia».
Guarda il video su
www.lastampa.it/torino
La vittima
Rivoli
È un
automobilista
residente
a Settimo,
Dario Andreis,
di 40 anni
Pensionato scomparso Un morto e un ferito
dalla casa di riposo
nello scontro frontale
FEDERICO GENTA
cando di limitarne il malessere
e il disagio». A maggio, la Provincia ha formato, con corsi
dedicati tenuti da professionisti del settore, 110 tra militari e
agenti di polizia giudiziaria:
«Questi corsi – aggiunge Puglisi che ha tagliato il nastro insieme al sindaco Roberta Meo
- hanno prodotto delle linee
guida per indicare a tutti gli
operatori il giusto atteggiamento per ascoltare con delicatezza le denunce».
verso la mia corsia - racconta
-. D’istinto ho sterzato per
evitarla, accostandomi al
guardrail. La Yaris mi ha strisciato lungo la fiancata». Poi
nello specchietto retrovisore
vede lo schianto contro il furgone Fiat Doblò che viaggia
dietro di lui. «Un frontale tremendo - confessa -. L’ha preso
in pieno. Fosse toccato a me
forse non sarei qui».
Con il cuore in gola si ferma
nel primo spazio libero e scende. «Non me la sono sentita di
avvicinarmi - confida Zucchetti -. Anche perché dopo pochissimo sono arrivati gli agenti e i
sanitari». I vigili fanno i rilievi
per stabilire la dinamica. Così
come dovranno appurare se
Andreis ha invaso l’altra corsia
e perché. «Si spostava verso di
noi senza neanche tentare di
sterzare - dichiara l’uomo -.
Per terra non ci sono segni di
frenata. Chissà, forse si è sentito male. Io non sono riuscito
a vedere se era accasciato,
avevo il sole negli occhi e cer-
cavo di evitare l’impatto».
I sanitari del 118 arrivano
subito e tentano disperatamente di rianimare Andreis,
ma dopo più di mezz’ora devono rinunciare. Il suo cuore ha
smesso di battere. Invece il rivolese ferito viene portato al
Cto dove i medici gli riscontrano una lussazione all’anca.
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LA STAMPA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
In città .65
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INCITTA’
Un thriller a sfondo giudiziario
Il giudice Francesco Caringella presenta
questa sera alle 18 alla Feltrinelli di piazza Cln
il suo romanzo «Non sono un assassino»
(Newton Compton), thriller a sfondo
giudiziario . Interviene il giornalista della
«Stampa» Giuseppe Salvaggiulo.
Per le vostre segnalazioni: [email protected]
IL CASO
Il circo Togni
“Mai più
a Torino”
NOEMI PENNA
M
ancavano a Torino
dal 2003. E giurano
che non torneranno
più. Livio Togni e il suo circo
hanno debuttato ieri con sei
giorni di ritardo sotto lo chapiteau della discordia del
parco della Pellerina. «Abbiamo subito un danno da 90
mila euro, per non parlare
della reputazione. E non sappiamo neanche a chi dire
grazie: ora speriamo nel pubblico torinese, che in questi
giorni ci ha inviato tanti messaggi di solidarietà».
MARINA CASSI
P
eccato
che di
un’azienda di respiro europeo brillante e innovativa come il Gft Gruppo finanziario
tessile – non resti che
la memoria. Il Gft è stato per un secolo uno dei
fiori più belli in un mazzo di industrie torinesi
di eccellenza. Oggi – nel
corso del convegno «Torino città della moda. Il
Gft: un’azienda leader, un
archivio e un progetto per
la memoria collettiva» organizzato dalla Compagnia
di San Paolo e dall’Associazione amici dell’Archivio di
Stato – i fasti di quella lunga
cavalcata nella moda saranno
ripercorsi. E sarà annunciato
che oltre 15 mila fascicoli saranno consultabili presso l’Archivio di Stato.
Un secolo di storia
Quando si dice archivio si pensa
a faldoni polverosi e carte ingiallite. Nulla di più falso, perché le
memorie cartacee e non del
Gruppo sono la storia di un secolo di moda che si intreccia con
quella della famiglia Rivetti. Il
primo abito da uomo esce dallo
IL CONVEGNO
Oggi all’Archivio
di Stato si ricorda
l’azienda torinese
stabilimento di via Cavour nel
1887. Dal 1909 la produzione si
sposta in corso Emilia. Fin qui le
due famiglie – i Rivetti e i Levi operano ancora divise, ma nel
1930sifondonoeinventanolacatenadinegoziMarusconilpunto
piùimportanteinviaRomainaugurato nel ’38. Poi c’è la guerra
conibombardamentisuglistabilimenti e la penuria di stoffe.
Debutto in sordina
Le carte
Oltre 15 mila fascicoli saranno
consultabili all’Archivio di Stato
Un secolo di progetti, bozzetti, campagne
pubblicitarie dell’azienda che fece uscire
il primo abito, da uomo, nel 1887
La storia
Quando a Torino
c’era persino la moda
la diaspora dei suoi bravissimi
lavoratori. Ma è successo un
decennio fa.
Non resta che le memoria
custodita nell’archivio di impresa voluto da Marco Rivetti
che contiene 15 mila fascicoli
con circa 30 mila fotografie. Oltre alle parti legate alle partite
economiche e gestionali c’è un
mare di bozzetti, disegni, spot,
film, manifesti, campioni di
stoffe, album.
bretto tecnico, nonostante la
nostra richiesta», afferma
Livio Togni, figlio del grande
Darix, morto nel 1976. «Di
problemi alla sicurezza non
ce n’erano perché è una
struttura collaudata, ma i
documenti riportavano i dati
della nostra e quindi risultavano difformi. Hanno quindi
fatto trascorrere i trenta
giorni per il silenzio-assenso
– scaduti ieri, ndr – richiesto
due integrazioni e l’aggiornamento delle piantine. Ma è
scandaloso che blocchino il
lavoro di ottanta persone per
un cavillo. Non vediamo l’ora
di andarcene: chiederemo i
danni», conclude.
Il ruolo della Compagnia
Il fronte animalista
L’Archivio di Stato ospita il materiale del Gft ordinato da Giulia
Caccia e Sara Micheletta. Il tutto
si inserisce nella decennale opera della Compagnia di San Paolo
nel progetto «Manutenzione della memoria territoriale». In 10
anni la Compagnia ha speso quasi 10 milioni per interventi che
spaziano dalla raccolta all’inventario, dal riordino alla digitalizzazione su documenti cartacei,
cinematografici, fotografici, musicali, parte dei quali saranno depositati nel Polo del ‘900 che sarà inaugurato nel 2015. Dice il
presidente, Luca Remmert:
<Quello del Gft è un esempio emblematico dei numerosi fondi
che l’Archivio di Stato ha saputo
restituire alla collettività con il
sostegno della Compagnia».
E dopo la commissione di vigilanza arrivano gli animalisti,
che domenica si daranno appuntamento alla Pellerina
dalle 14,30 alle 18,30 per manifestare contro il circo con striscioni e fotografie. Ora lo
spettacolo andrà in scena sino
all’Immacolata, lunedì, giovedì, venerdì e sabato alle 17 e
21,15, nei festivi alle 15,30 e 18
(ingresso da 15 a 40 euro, gli
omaggi valgono fino ad oggi;
info al 389/04.78.705), poi tutti
i giorni dal 18 dicembre all’11
gennaio con l’allestimento acquatico di ritorno da Casablanca. In scena più di cento
animali, ospitati nello zoo allestito nel piazzale della Pellerina, aperto al pubblico sabato e domenica dalle 10 alle 13.
Diventano pubblici gli archivi del Gruppo Finanziario Tessile
15
mila
Contengono bozzetti,
disegni, spot, film,
manifesti, campioni
di stoffe, album
Il dopoguerra
Il Gft inventa il prêt-à-porter di
massa basata su un’intuizione
geniale: misurare gli italiani. E
così con una autentica campagna di misurazione si definiscono le taglie. E’ una rivoluzione
che porta a 120 tipologie. Una
delle armi del Gft è la sua pubblicità capace di mettere insieme negli spot prima cinematografici e poi tv il musicista alto,
il pugile peso piuma, il ciccione
e lo smilzo e spiegare che tutti
potranno avere l’abito giusto. Il
gruppo si lancia nel settore
donna con il marchio Cori che
ammicca negli anni caldi del
femminismo con lo slogan «Né
strega né Madonna solo donna». A fine anni 70 la scelta di
affidare a grandi stilisti la firma
delle collezioni: sono Ungaro e
Valentino, Feraud e Osti, Boni e
Montana, Taverniti e Dior.
Il via libera è arrivato alla
mezza di ieri, dopo il terzo
passaggio della commissione
di vigilanza. E i Togni non
hanno perso tempo ad aprire, con un doppio spettacolo
di debutto andato in scena in
sordina: «Ma speriamo di rifarci nel fine settimana. Abbiamo perso sette repliche
da venerdì scorso, tutto a
causa della gradinata. E’ stata affittata perché la nostra è
ancora in tournée e da Milano non hanno aggiornato il li-
120
tipologie
Il Gtt ha di fatto
«inventato» le taglie
Erano oltre 120 le tipologie
di abiti in vendita
Il successo nel mondo
A fine anni 80 il Gft ha 35 società controllate di cui 20 all’estero, 18 stabilimenti di cui 5
nel mondo, 8 mila addetti, 8
milioni di capi prodotti, negozi
in 70 Paesi, mille miliardi di lire di fatturato. Sembra incredibile che la storia di una
azienda così si sia spenta con
la morte dei suoi stabilimenti,
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LA STAMPA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
La Grande Guerra sulle montagne
Giovedì 27 alle 18, al Museomontagna di Torino, nuovo
appuntamento della rassegna «Leggere le montagne»:
nell’occasione si presenta il libro «Il fuoco e il gelo-La
Grande Guerra sulle montagne» di Enrico Camanni, che
dialoga con Giovanni De Luna. Info 011/54.60.31,
www.caitorino.it, [email protected].
In città .67
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ONTAGNA
M
A CURA DI GUIDO NOVARIA
Il seminario
“È ora di parlare di smart valley”
Le Alpi come patrimonio fondamentale per la cultura e l’economia delle città
CARLO GRANDE
Le
valli
La montagna occupa una posizione troppo periferica nell’economia e nelle coscienze:
quasi sempre è relegata ad argomento tristanzuolo di passeggiate domenicali, oppure
all’adrenalina dello sci o delle
imprese alpinistiche fatte di
chiodi, piccozze, performances. La logica del cittadino,
della conquista.
Invece è un territorio vitale
e ricco di opportunità, laboratorio di importanti cambiamenti negli stili di vita individuali e collettivi. Territorio
vissuto e abitato da milioni di
persone, da riavvicinare al
mondo contemporaneo - di
cui è parte essenziale - e alle
città. Lo si è detto al Museo
Nazionale della Montagna nel
seminario «Popolazione e cultura: le Alpi di oggi», moderato da Enrico Camanni e nato
da un’idea di Cipra Italia insieme con la Presidenza Italiana della Convenzione delle
Alpi e in collaborazione con il
Dipartimento Interateneo di
Scienze, Progetto e Politiche
del Territorio del Politecnico
e dell’Università di Torino.
Quello
montano
attorno a
Torino è un
territorio
vitale e ricco
di
opportunità,
laboratorio
di importanti
cambiamenti
negli stili di
vita
individuali e
collettivi
LA STORIA
L’alleanza
tra Piemonte
e Trentino
LUCA FERRUA
S
embra la notizia del solito accordo di marketing, uno dei tanti che
quelli della «Sestrieres» sono bravi a stringere al punto
di essere diventati un modello anche in altri business. Ma
in realtà l’intesa con Madonna di Campiglio che offre agli
abbonati della «Vialattea» un
pacchetto superscontato per
due giorni di Coppa del mondo del 22 dicembre è a tutti
gli effetti una prova tecnica
di alleanza Piemonte-Trentino. Un segnale che è ora di finirla con i mugugni e le gelosie tra le stazioni che stanno
dalla stessa parte dell’arco
alpino. Il presidente della
«Sestrieres» Brasso da tempo sottolineava la necessità
di un’alleanza o almeno di
una sinergia tra le più importanti realtà della neve italiane, un pacchetto di mischia
per contare di più ad esempio quando si tratta di fare la
voce grossa per avere una
tappa della Coppa del mondo. Ma fino a qualche settimana fa un’intesa del genere
sembrava impraticabile. Poi
Il turismo
Idee, creatività, nuovi modelli di sviluppo: la montagna
non è solo un piano inclinato
su cui scivolare o un giacimento di risorse naturali da
drenare ma una carta importantissima anche per Torino,
che in lei si specchia da tutte
le sue vie. Peccato che finora
pochi dei nostri governanti
abbaiano capito quanto sia
necessario stringere un patto
con le nostre vallate, puntando all’equilibrio tra uomo e
natura – dice la Cipra - attraverso forme economiche, sociali e culturali che coniugano tradizione e modernità.
Giovanni Viganò della Bocco-
REPORTERS
ni ha parlato di turismo: «Dev’essere sostenibile altrimenti
distrugge il “prodotto”, cioè il
contesto per il quale la gente
va in montagna: l’ambiente, la
cultura, le relazioni sociali e a
lungo andare le possibilità di
profitto svaniscono».
Giuseppe Dematteis, del Politecnico di Torino, ha detto che
è ora di parlare non solo di
«smart cities» ma anche di
«smart valley», comprensori vivi e ricchi di potenzialità che le
città non devono cannibalizza-
re perché offrono una sapienza
secolare e attualissima, in termini di architettura, alimentazione, cura del territorio. Così
sarebbe importante defiscalizzare i piccoli servizi privati, impedendo l’esodo dalle vallate.
Un progetto triennale
Sara Leporati, della Compagnia di San Paolo ha ricordato
l’omonimo progetto triennale,
sottolineando l’importanza di
sostenere progetti innovativi –
in collaborazione con “Dislivel-
li” - e di coinvolgere i giovani, i
cittadini, anche gli artisti, che
possono trarre molta ispirazione dalle terre alte.
Tutto questo, ha detto, non
solo per il bene della montagna
ma anche della città, concetto
che rievoca antiche profezie:
«Era scontato – scriveva Nuto
Revelli - che a pagare l’abbandono della montagna fosse anche la pianura. Anzi, soprattutto la pianura. Aver trasformato
con superficialità migliaia di
montanari, di specialisti della
manutenzione del territorio, in
operai generici, è stato un errore imperdonabile».
E’ tempo di proteggere e rilanciare le risorse umane, fisiche e culturali che la montagna
possiede: serve qualità e non
bieco «sviluppo», nel nome del
quale da decenni si compiono
scempi incredibili. Altrimenti i
disastri sono sotto i nostri occhi: viene in mente una vignetta
con una frana e la scritta: «Andate alla montagna, prima che
la montagna venga a voi».
Caprie
Torino
Dieci anni di dialogo
con i pastori
“La Rocha ’d Ciavrie”
palestra di alpinismo
Corsi di sci di fondo
e di escursionismo
La pastorizia nel 21° secolo,
tra montagna e pianura, è
l’oggetto del libro di Marzia
Verona «Pascolo vagante
2004-2014», presentato oggi
alle 21 nel salone annesso alla
piscina comunale di Brosso.
Marzia Verona, scrittrice e
fotografa, curatrice del blog «Pascolo vagante», da
un decennio tesse un dialogo con il mondo pastorale, «rincorrendo» greggi e allevatori tra Piemonte,
Svizzera, Francia, Lombardia e Valle d’Aosta. Nel
nuovo libro (242 pagine, oltre 350 foto a colori)
sono ritratti dieci anni di fiere, transumanze, pascoli in ogni stagione e ad ogni altitudine.
[M. SAR.]
A La Sosta Climb Cafè di
Caprie, oggi alle 21, Elio Bonfanti ed Angelo Siri presentano in prima torinese il film
«La Rocha ’d Ciavrie»: alcuni
protagonisti di 45 anni di
storia dell’alpinismo piemontese raccontano le esperienze
vissute sulle pareti di Caprie. La voce narrante è
quella di Roberto Mantovani. Il film - soggetto di
Bonfanti e regia di Siri - nasce su iniziativa della
rassegna «Cinema in verticale» per mantenere
desta la memoria dei più giovani rispetto a personaggi che hanno scritto la storia dell’alpinismo
nell’area valsusina.
[M. SAR.]
Giovedì 27 alle 21, alla sede del
Cai Uget nel parco della Tesoriera in corso Francia 192,
saranno presentati i corsi,
tenuti da maestri Fisi, di sci di
fondo e fondo escursionismo
per adulti, ragazzi e bambini.
Per lo sci escursionismo sarà
introdotto lo stile telemark e il percorso che, partendo
dalle lezioni in pista, porterà alle escursioni. Si affronteranno anche questioni di abbigliamento, attrezzatura, alimentazione. Sempre giovedì 27 alle 21, al Centro
Incontri del Cai al Monte dei Cappuccini, saranno
illustrati anche i corsi della sottosezione Sucai: dal
freeride alle gite di scialpinismo.
[M. SAR.]
Brosso
il GRANDE LIBRO dei
la presenza di una folta delegazione trentina alla conferenza stampa di presentazione della stagione della «Vialattea» aveva lasciato intendere che qualcosa stava cambiando. E ora è arrivato l’accordo e nelle valli olimpiche
lasciano intendere che potrebbe essere il primo di una
lunga serie. Certo a rendere
tutto più facile sono i numeri
che parlano di un aumento
quasi a doppia cifra degli abbonati della «Vialattea», e segnali importanti in arrivo anche dai mercati stranieri,
compreso quello russo, che
fanno lanciare a quelli di Sestriere una proposta secca a
tutti i comuni: investite nello
sci e per ogni euro messo sul
futuro del nostro bacino noi
stanzieremo altrettanto.
Un’Italia alpina che comincia a fare sinergie almeno d’inverno è un bel segnale,
una notizia capace di suggerire nuovi scenari anche a chi
sta facendo le strategie del
nuovo Piemonte turistico,
dagli sci alle biciclette.
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68 .Dove andiamo
STAMPA
.LA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
Musei
ACCADEMIA ALBERTINA - PINACOTECA (Via Accademia Albertina 8; tel. 011 0897370). Lun-mar-gio-ven-sab-
dom 10-18. Mer chiuso. Mostra «Terre di Kaunas e Vilnius. Maestri ceramisti lituani contemporanei», fino al
16 novembre. Visite guidate; sab ore 16, dom e festivi ore 11 e 16.
A... COME AMBIENTE (c.so Umbria 90, tel. 011 0702535). Sab-dom 14-9, ultimo ingresso alle 18.
ARCHIVIO DI STATO (p.zza Castello 209, tel. 011 540382). Sala studio di piazza Castello e via Piave 21, orario:
lun-ven 8-18,30, sab 8-14.
ARCHIVIO STORICO DELLA CITTA’ (via Barbaroux 32, tel. 011 4431811). Orario: lun-ven 8,30-18,30, dom
10,30-18,30.
ARMERIA REALE (bigl. unica Palazzo Reale p. Castello 191, tel. 011 543889). Or.: mar-dom e festivi 8,30-19,30.
BASILICA DI SUPERGA E REALI TOMBE DI CASA SAVOIA (strada Basilica di Superga 75, tel. 011 8997456). Lundom. 9,30-19. Visite alla Cupola, lun-ven. 10-18, sabato 9,30-19, dom 12,45-19.
BIBLIOTECA REALE (piazza Castello 191, telefono 011/543855). Orario: lun-mar-mer 8,15-18,45; gio-ven
8,15-13,45; 14-18,45; sab 8,15-13,45.
BORGO E ROCCA MEDIEVALE (viale Virgilio - Parco del Valentino, tel. 011 4431701). Orario: Rocca, da mar a
dom e festivi 10-18. Ultimo ingresso 45 minuti prima. Borgo: Orario: tutti i giorni 9-19.
FONDAZIONE 107 (via Sansovino 234, tel. 011/45 444 74). Or.: gio-dom 14-19. Visite guidate su prenotazione.
FONDAZIONE ACCORSI OMETTO - MUSEO DI ARTI DECORATIVE (via Po 55, interno 3, tel. 011/8376883). mardom 10-13, 14-18. Solo visite guidate. Fino all’11 gennaio 2015, mostra «Giovanni Battista Quadrone, un
“iperrealista” nella pittura piemontese dell’Ottocento». Dall’11 novembre all’11 gennaio: «Luois Michel Van
Loo. Le tre principessine di casa Savoia».
FONDAZIONE MERZ (via Limone 24, Torino). Mar-dom 11-19.
FONDAZIONE SANDRETTO (via Modane 16, tel. 011/379.76.00). Orari: gio: 20-23, ven-sab-dom: 12-19.
GAM (via Magenta 31, tel. 011/4429518). Mar-dom 10-18. Mostre: «Cecily Brown», fino al 1° febbraio.
«Roy Lichtenstein, opera prima», fino al 25 gennaio. «Vitrine, Felipe Aguila», fino al 6 gennaio. «Felice Casorati, il pensiero assorto», fino al 1° febbraio. La biglietteria chiude un’ora prima.
JUVENTUS MUSEUM (via Druento 153 interno 42). Orario: lun-mer-gio-ven 10,30-19, sab-dom e festivi
10,30-19,30, mar chiuso. Per info www.juventus.com.
MAO - MUSEO D’ARTE ORIENTALE (via San Domenico 11, tel. 011 4436927). Or.: mar-dom. 10-18, lun chiuso.
La bigl. chiude un’ora prima. Visita ogni primo mar del mese alle 16 (ingr. gratuito al museo – visita 4 euro).
MUSEO DEL CARCERE «Le Nuove» (via P. Borsellino n. 3, tel. 011/309.01.15; 011/76.04.88). Or. visita guidata:
lun-sab. ore 15; dom ore 15 e 17; 2° e 4° dom ore 9, 15 e 17; Ricovero antiaereo sab-dom 17.15.
MUSEO DELLO SPORT- STADIO OLIMPICO (C.so Agnelli ang. c.so Sebastopoli, tel. 011/19785617; [email protected]). Mar-ven 14-18, sab-dom 10-18 Visite allo Stadio ogni ora. Chiuso per le partite.
MUSEO DI ANTICHITA’ (via XX Settembre 86, tel. 011 521 2251). Biglietteria unica presso Palazzo Reale. Or.:
da mar-sab. 8.30-19.30; dom e festivi 14-19,30. Tutte le domeniche alle 16 visita tematica gratuita.
MUSEO DI ANTROPOLOGIA CRIMINALE «CESARE LOMBROSO» (via P.Giuria 15, 011 6708195). lun-sab 10-18.
MUSEO DIFFUSO DELLA RESISTENZA (c.so Valdocco 4/A, tel. 011 4420780). Allestimento permanente: «Torino
1938-1948. Dalle leggi razziali alla Costituzione». Or.: mar-mer-ven-sab-dom 10-18, gio. 14-22. Lun chiuso.
MUSEO EGIZIO (via Accademia delle Scienze 6, tel 011 5617776). Orario: tutti i giorni 8,30-19,30, lun chiuso. Ultimo ingresso un’ora prima.
MUSEO ETTORE FICO (via F. Cigna 114, tel. 011 853065). Orario: mer-ven-sab-dom 11-19. Gio 11-22
MUSEO NAZIONALE DELL’AUTO (corso Unità d’Italia 40, tel. 011 677666). Or.: lun 10-14, mar 14-19, mergio., dom 10-19, ven-sab 10-21. La biglietteria chiude un’ora prima.
MUSEO NAZIONALE DEL CINEMA ALLA MOLE ANTONELLIANA (via Montebello 20, tel. 011 8138560). Orario:
tutti i giorni 9-20, lun chiuso. La biglietteria chiude un’ora prima.
MUSEO NAZIONALE DELLA MONTAGNA (piazzale Monte dei Cappuccini 7, tel. 011/6604104). Mostre: «Visioni tra le rocce» fino al 30/11; «Collezionisti di Montagne». Dal 19/11 al 26/4/2015.
MUSEO NAZIONALE DEL RISORGIMENTO – PALAZZO CARIGNANO (piazza Carlo Alberto 8, tel. 011 5621147).
Orario mar-dom. 10-18, ultimo ingresso ore 17,15, lun chiuso.
MUSEO PIETRO MICCA (Via Guicciardini 7/a tel. 011 54 63 17). Mar-dom 10-18 (ultimo ingresso 17). Visite
guidate 10,30, 14,30, 16,30.
MUSEO REGIONALE DI SCIENZE NATURALI (via Giolitti 36, tel. 011/4326354). Chiuso.
MUSEO STORICO REALE MUTUA (Via Garibaldi 22) . Mar e gio 16-18, primo e terzo weekend del mese sab
14,30 – 18, dom 10 - 18. Su prenotazione lun- gio 9 – 13.
MUSLI – MUSEO DELLA SCUOLA E DEL LIBRO PER L’INFANZIA (Palazzo Barolo, via Corte d’Appello 20/c, tel.
011/197.84.944). lun-ven 9,30-12,30; ogni seconda dom del mese 15,30-18,30. Visita guidata 5 euro.
PALAZZO MADAMA - MUSEO CIVICO DI ARTE ANTICA (p.zza Castello, tel. 011 4433501 Collezioni permanenti:
mar-sab ore 10-18; dom. 10-19. Scalone: mar-dom ore 10-19, ingresso libero.
PALAZZO REALE (p. Castello, tel. 011 4361455). Or.: tutti i giorni 9-19,30, lun. chiuso, sab. visite 9,30 - 18,10.
PAV PARCO ARTE VIVENTE (Via Giordano Bruno 31, tel. 011 3182235). Or.: ven 15-18, sab-dom 12-19.
PINACOTECA «GIOVANNI E MARELLA AGNELLI» (Lingotto, 8 Gallery - via Nizza 230, tel. 011 0062713). Orario:
mar-dom. 10-19, ultimo ingresso 18,15.
PROMOTRICE BELLE ARTI (viale Crivelli 11, tel. 011/5790095). Mar-sab 11-13/16,30-20, festivi 10,30-12,30.
SPAZIO LA STAMPA (via Lugaro 21 www.lastampa.it/spaziolastampa). Ingr. libero: lun-ven 10-19,
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euro - Visita guidata diurna sab e dom ore 17,30.
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«La Rivoluzione Informatica: dal Mainframe all’iPad». Mer-ven 15-19, sab-dom 10-19.
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mar- ven. 10-17, sab-dom. 10-19, lun. chiuso.
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www.planetarioditorino.it).
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occhi aperti» «La Regia Scuderia». Da martedì al venerdì 9-17, sabato, domenica e festivi 9.30-19.30. Orari
GIARDINI: mar-ven 9-17, sab-dom.9.30-18.
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rid. € 8,00
The Judge
Sala 1
P 15.00-17.30-20.00-22.30
Il giovane favoloso
Sala 2
P 15.00-17.30-20.00-22.30
My old lady
Sala 3
15.00-20.00
La spia - A most wanted man
Sala 3
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Il mio amico Nanuk
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La scuola più bella del mondo
P 16.35-18.30-20.30-22.30
Andiamo a quel paese
P 15.00-18.40-20.30-22.30
Doraemon
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Il sale della terra
Sala Chico
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La spia - A most wanted man
Sala 1
P 17.50-20.10
Lo sciacallo - Nightcrawler Sala 1
P 22.30
Scusate se esisto!
Sala 2
P 17.50-20.10-22.30
Words and pictures
Sala 3
P 17.50
Andiamo a quel paese Sala 3
P 20.10-22.30
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3D: int. € 10,00, rid. € 8,00
Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte I
P 15.00-17.30-20.00-22.30
Interstellar
P 15.15-18.30-21.45
Scusate se esisto!
P 15.45-18.00-20.15-22.30
Il mio amico Nanuk
P 15.00-16.45
Andiamo a quel paese
P 18.40-20.35-22.30
La scuola più bella del mondo
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60 pom.; € 5,00 over 60 ser. Proiezioni 3D: int. € 10,00, rid. € 8,00
Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte I
Sala 1
P 17.50-20.10-22.30
Interstellar
Sala 2
P 18.30-21.30-22.30
La scuola più bella del mondo
Sala 3
P 18.30-20.30-22.30
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spett. pom.; Abb. 14 € 4,40
Il sale della terra
Nazionale 1
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Due giorni, una notte Nazionale 2
16.00-18.00-20.00-22.00
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La scuola più bella del mondo
Reposi 1
P 15.30-17.50-20.10-22.30
Andiamo a quel paese Reposi 2
P 15.00-16.50-18.4020.30-22.30
Interstellar 4K
Reposi 3
P 15.30-18.30-21.30
Doraemon
Reposi 4
15.15
Guardiani della Galassia Reposi 4
17.00
Il giovane favoloso
Reposi 4
19.30-22.10
Confusi e felici
Reposi 5
15.30-17.50-20.10-22.30
The Judge
Reposi 6
15.30-18.30-21.30
Il mio amico Nanuk
Reposi 7
15.00
Scusate se esisto!
Reposi 7
16.50-18.40-20.30-22.30
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€ 5,00; 1° e 2° spett. pom.
Torneranno i prati
Sala 1
P 15.30-17.15-19.0020.45-22.30
La foresta di ghiaccio Sala 2
P 16.00-18.00
Diplomacy - Una notte per salvare Parigi
P 20.00-22.00
Sala 2
Boyhood
Sala 3
P 15.30
Tre cuori
Sala 3
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Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte I
P 16.45-19.40-22.35
Sala 1
Scusate se esisto!
Sala 2
P 14.40-17.15-19.50-22.25
Doraemon
Sala 3
P 15.25-17.50
These final hours - 12 ore alla fine
Sala 3
P 20.15-22.30
Lo sciacallo - Nightcrawler Sala 4
P 14.30-19.45
Clown V.M. 14
Sala 4
P 17.15-22.30
Il mio amico Nanuk
Sala 5
P 15.05-17.25-19.45
Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte I
Sala 5
P 22.05
Interstellar
Sala 6
P 14.30-18.10-21.50
La scuola più bella del mondo
Sala 7
P 14.45-17.15-19.45-22.15
Andiamo a quel paese Sala 8
P 15.05-17.30-19.55-22.20
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Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte I
P 14.30
Andiamo a quel paese
P 17.30-20.00-22.25
La scuola più bella del mondo
P 14.45-17.20-19.50-22.20
Il mio amico Nanuk
P 15.00-17.20
Clown V.M. 14
P 19.45-22.20
Scusate se esisto!
P 14.30-17.15-20.00-22.35
Guardiani della Galassia
P 16.20-19.20-22.10
Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte I
P 15.30-18.30-21.30
Andiamo a quel paese
P 14.05
Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte I
P 16.20-19.15-22.10
Scusate se esisto!
P 14.10-16.45-19.20-22.00
Interstellar
P 16.40-20.15
Interstellar
P 14.05-17.40-21.45
Lo sciacallo - Nightcrawler
P 19.45-22.20
Doraemon
P 14.45-17.15
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AGNELLI via P. Sarpi 111/a, tel. 01131.61.429. Riposo
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e Picone. Durata: 90 minuti. Rimasti
disoccupati, gli amici di vecchia data
Salvo e Valentino decidono di lasciare
la città per trasferirsi in un piccolo comune siciliano.
BOYHOOD
···· Drammatico. Regia di Richard
Linklater, con Ethan Hawke. Durata:
165’. L’autore di «Prima dell’alba» ha
seguito con la macchina da presa per
12 anni la crescita di un bambino. Orso
d’Argento al Festival di Berlino.
DUE GIORNI, UNA NOTTE
···· Drammatico. Regia dei fratelli
Dardenne, con Marion Cotillard e Fabrizio Rongione. Durata: 96 minuti.
Sandra ha un weekend per convincere
i colleghi a rinunciare al loro premio di
produzione in modo che lei possa conservare il posto di lavoro.
LA FORESTA DI GHIACCIO
··· Thriller. Regia di Claudio Noce,
con Emir Kusturica e Ksenia Rappoport. Durata: 100 minuti. In un piccolo
paese alpino un giovane tecnico arriva
per riparare un guasto alla centrale
elettrica e si trova coinvolto nell’intricato caso legato alla scomparsa di un
bambino. Dal cineasta di «Good morning Aman».
HUNGER GAMES
··· Fantasy. Regia di Francis Lawrence, con Jennifer Lawrence. Durata:
123 minuti. Terzo capitolo della saga,
narra le gesta di Katniss, simbolo della
rivolta contro la dittatura.
INTERSTELLAR
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169’. La terra sta morendo, la Nasa individua nuovi pianeti dove abitare: il
pilota Cooper viene mandato in esplorazione. Dall’autore di «Inception».
LO SCIACALLO
···· Azione. Regia di Dan Gilroy, con
Jake Gyllenhaal e Rene Russo. Durata:
117 minuti. Lou passa le notti con la
sua videocamera correndo sui luoghi
delle emergenze, per riprendere le scene cruente e vendere il materiale ai
network tv. Un lavoro pericoloso.
MY OLD LADY
··· Commedia drammatica. Regia di
Israel Horovitz, con Kevin Kline e Maggie
Smith. Durata: 106 minuti. Il newyorkese
Mathias eredita un alloggio a Parigi: in
viaggio nella capitale francese per venderlo, scopre che è abitato da un’anziana signora con la figlia. Opera prima al cinema
per il noto drammaturgo.
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Andiamo a quel paese Sala 2
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Interstellar
Sala 3
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These final hours - 12 ore alla fine
Sala 4
20.20-22.30-0.45
Il mio amico Nanuk
Sala 5
17.45-20.00
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22.20-0.50
Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte I
Sala 6
15.50-18.40-21.30-0.20
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con Christian De Sica e Rocco Papaleo.
Durata: 98 minuti. Per vincere la coppa
di Scuola dell’Anno, un preside invita
alcuni studenti di Accra, in Ghana: per
un disguido arriveranno da Acerra.
SCUSATE SE ESISTO!
··· Commedia. Regia di Riccardo Milani, con Paola Cortellesi e Raoul Bova.
Durata: 106 minuti. Tornata in Italia, la
talentuosa architetto Serena fatica a
trovare attenzione dal mondo del lavoro «maschile» e chiede aiuto a Francesco, in realtà omosessuale.
LA SPIA
···· Thriller. Regia di Anton Corbijn,
con Philip Seymour Hoffman e Robin
Wright. Durata: 122 minuti. Dal romanzo di John Le Carrè, i tentativi del
capo dell’antiterrorismo tedesco di assicurare alla giustizia un terrorista. Ultimo film di Seymour Hoffman.
THE JUDGE
···· Drammatico. Regia di David
Dobkin, con Robert Downey Jr. e Robert Duvall. Durata: 141 minuti.. Il
rampante avvocato Palmer torna nella
cittadina dove è cresciuto per i funerali
della madre: sarà costretto a difendere
il padre, giudice con cui non parla da
anni, dall’accusa di omicidio.
I TONI DELL’AMORE
···· Commedia drammatica. Regia
di Ira Sachs, con John Lithgow e Alfred
Molina. Durata: 94’. La felicità di Ben e
George, da 28 anni insieme, viene infranta dal licenziamento di uno dei
due: rimasti senza un soldo, chiedono
aiuto ad amici e parenti.
TORNERANNO I PRATI
P
P
P
P
20.00-22.30
20.30-22.30
20.00
22.00
···· Drammatico. Regia di Ermanno
Olmi, con Claudio Santamaria e Alessandro Sperduti. Durata: 80’. Un anziano pastore ricorda i combattimenti
della prima guerra mondiale.Dall’autore de «L’albero degli zoccoli» .
Teatri del 21 novembre 2014
AGIESSE-ALFATEATROviaCasalborgone16/I,
tel. 011 81.93.529. Domenica 23 ore 16.30
laCompagniaMarionettegrillipresentaCappuccetto Rosso burattini tradizionali con
Marco Grilli. Giovedì 27 ore 21.30 si ride
conilCabaretdiZeligLabontheroad.Sabato
29perlastagionediProsaAntonellaPaglietti
presenta Nitzsky, Nietzsche ditirambo folie
di Mauro Comba
ALFIERIpiazzaSolferino2,tel.01156.23.800.
Sono in vendita i biglietti per “Aggiungi
un posto a tavola” in scena dal 25 al 30 novembre e per “Don Giovanni” in scena dal
2 al 7 dicembre
AUDITORIUM RAI p.zza Rossaro, tel. 011
81.04.653. ConcertoSteven Mercurio direttore,LaraSt.Johnviolino.Giovedì27.Ore21.
Venerdì 28. Ore 20.30
CARIGNANO/TEATRO STABILE TORINO piazza Carignano 6, tel. 800.235.333. Stasera
ore 20.45 “Re Lear” da W. Shakespeare, diretto e interpretato da Michele Placido,
Goldenart Production. Prosegue in biglietteria e on-line la vendita degli abbonamenti e biglietti stagione Teatro Stabile,
abbonamenti e biglietti Torinodanza
CASATEATRORAGAZZIEGIOVANIcorsoG.Ferraris 266/C, tel. 011 19.740.280. Sala Grande: Perché, Compagnia Teatrale Stilema.
Sabato ore 21, Domenica ore 16.30.
Laboratorio: Musicar narrando a partire
dai 5 anni. Sabato ore 15.30
COLOSSEOviaM.Cristina71,tel.01166.98.034.
Stasera ore 21 Jesus Christ Superstarcon Ted
Neely. Regia di Massimo Romeo Piparo. Venerdì28eSabato29ore2150sfumaturediPintusdi e con Angelo Pintus
CONSERVATORIO GIUSEPPE VERDI piazza Bodoni. Concerto inauguraleSerate Musicali
2014-2015.Sabato22eDomenica23.Ore21.
ConcertoSol Gabetta violoncello, Henri
Sigfridsson pianoforte. Musiche di Beethoven, Brahms, Mendelssohn, Servais. Mercoledì 26. Ore 21. Info 0115669811
ERBAcorsoMoncalieri241,tel.01166.15.447.
Staseraore21FilippoBessoneèPadreFilipnel
divertentissimo “L’ora canonica” con
l’orchestra Bluette, di Pippo Bessone, musica e arrangiamenti Claudio Dadone, con la
partecipazione straordinaria di Luca Occelli
GIOIELLO TEATRO via Cristoforo Colombo
31bis, tel. 011 58.05.768. Stasera ore 21 “Risatesottolebombe”commediacomicissima
di Giorgio U. Bozzo e Gianni Fantoni, con
le Sorelle Marinetti e Gianni Fantoni, direzionemusicaleC.Schmitzconmusichedalvivo, regia di Francesco Sala
GOBETTI TEATRO/TEATRO STABILE TORINO
via Rossini 8, tel. 800.235.333. Stasera ore
20.45primanazionaledi“Igigantidellamon-
tagna” di L. Pirandello, regia Michele Guaraldo, O.P.S. Officina Per la Scena con il sostegno di Sistema Teatro Torino e Provincia
LAVANDERIA A VAPORE c. Pastrengo angolo via Tampellini (Collegno), tel. 011
40.33.800. Autour de Madame ButterflyCoreografie e danza Ornella Balestra e Yutaka Take, musiche originali composte da
LambertoCurtoni.Ore21.BTTscuoladidanza e perfezionamento nuova sede via Cigna 5 Torino audizioni e iscrizioni anno
scolastico 2014-15
LBT- LA BOTTEGA TEATRALE corso Govone
16,tel.0161840.796.Domenica23ore16(lunedì24ore10perlescuole),perl’Undicesima
Stagione di Teatro di Figura Le Figure dell’Inverno al Teatro Educatorio della Provvidenza di Torino, Habanera di Pisa presenta
lo spettacolo Codamozza il Gatto
MONCALIERI LIMONE FONDERIE TEATRALI/TEATRO STABILE TORINO via Pastrengo 88,
tel. 800.235.333. Martedì 25 “Gospodin”,
con Claudio Santamaria, regia Giorgio Barberio Corsetti, Fattore K., “L’uyovo” Teatro
Stabile Di Innovazione. Prosegue in biglietteria e on-line la vendita degli abbonamenti e biglietti stagione Teatro Stabile,
biglietti Torinodanza
MONTEROSA via Brandizzo 65, tel. 011
23.04.153.Staseraore21,l’AssociazioneCul-
turale “MLS” Compagnia di Spettacolo
presenta la commedia musicale “C’era una
volta” di Luca Capozza e Marco Lazzerini.
Sabato 22 ore 21, e Domenica 23 ore 15.30,
per la Rassegna di Teatro in Lingua Piemontese“Tutdarije”laCompagnia“Sipariettodi
SanMatteo”presenta“Torta,bignolammoscato.. e pasta frola” di D. Trivero
TEATRO NUOVO corso M. D’Azeglio 17, tel.
65.00.200. Il Gesto e l’anima 36° Stagione
InternazionalediDanzaeArtiIntegrate Domenica 23 ore 16 Gruppo e-MOTION in
Garbage Girlscon la partecipazione dell’Associazione Ballo Anch’io e del Liceo
Germana Erba
OFFICINA CAOS piazza E. Montale 18 A
www.stalkerteatro.net, tel. 011 73.99.833.
Dal 18 al 22 novembre, ore 21 “ReAction”
performance di Stalker Teatro in collaborazione con il Dipartimento Educazione
del Castello di Rivoli. Nell’ambito del progetto Stalker Teatro 39
PICCOLOREGIOGIACOMOPUCCINI.Ore21Madian Orizzonti presenta: World Rhytms - Five Steps in concerto. Serata di beneficenza
a favore del Foyer Bethléem di Port au Prince (Haiti). Info 011539045 e www.madianorizzonti.it
PICCOLOTEATROPEREMPRUNER-Grugliasco,
tel. 011 787.780. Alza gli occhi al cielo, le
donneelemafieCompagniaViartisti.Giovedì
27. Ore 21 (Auditorium Majorana di Grugliasco)
GilgamesCompagnia Viartisti. Lunedì 8 dicembre. Ore 21 (Chalet Allemand di Grugliasco)
SALA TEATRO MURIALDO piazza Chiesa della Salute 17/b, tel. 011 22.15.161. Rumorsdi
N. Simon. Compagnia E.T. - Esperimenti
Teatrali. Sabato 22 novembre. Ore 21
SOLFERINO piazza Solferino 2, tel. 011
56.23.800. Per Solferino di Sera, giovedì 4 e
venerdì 5 dicembre ore 21, in scena “Bambola”scrittoedirettodaStefanoFiorillo,con
Micol Damilano
TANGRAM TEATRO via Don Orione 5, tel.
011 338.698. Lo spettacolo Il Testimone
alla “Fabbrica delle e”- Gruppo Abele del
17 novembre, con Bebo Storti e Fabrizio
Coniglioèstatoposticipatopermotivitecnici
in data 8 maggio 2015 ore 21. Scritto da
Mario Almerighi e Fabrizio Coniglio.
TEATRO AGNELLI via Sarpi 111, tel. 011
30.42.808. Insolito – alle ore 21.00 Eugenio
Allegri/Teatrodell’Archivoltoin“Berlinguer,
i pensieri lunghi”. Domenicamattinateatro–il23novembrealleore11.00Assemblea
Teatro “Max, Mix e Mex, storia di un gatto
e di un topo messicano”
TEATROASTRAviaRosolinoPilo6.Staseraore
21 “La leggenda del grande inquisitore”
da I Fratelli Karamazov di Dostoevskij, con
Umberto Orsini. Continua la campagna
abbonamenti. Biglietteria dal martedì al
sabato dalle 16 alle 19
TEATROBARETTIviaBaretti4,tel.011655.187.
Eros e Thanatoscon Sax Nicosia, Serena Sinigaglia,SandraZoccolan.Mercoledì26.Ore21
TEATRO CARDINAL MASSAIA via Sospello 32,
tel. 011 257.881. Venerdì 21 ore 21 Luciano
D’AprlieinUnBluesperJanis.Sabato22ore21
Divago in Le muse orfane. Domenica 23 ore
16.30 Tita Giunta e Elisa Alberghini in Penda
e il genio dell’isola. Venerdì 28 e Sabato 29
ore 21 Comedy Academy in Cena a sorpresa. Domenica 30 ore 21 Su al Nord. Venerdì 5
dicembre ore 21 Walter Leonardi in A-Men
TEATRO CIVICO GARYBALDI DI SETTIMO TORINESEviadeiPartigiani4-SettimoTorinese,
tel. 011 80.28.501. Dal 20 al 23 novembre
ore 21.30 teatrovillaggioindipendente in
“Vernice”regiaMassimilianoGiacomettiprimaassoluta.sabato29ore21.30Almateatro
in “Chi è l’ultima?” regia Gabriella Bordin
TEATRO GOBETTI via M. Libertà 17 - S. MauroTorinese,tel.34725.47.687.Giovedì27ore
21GruppoLilithPicassohadormitoquìdiRobin Hawdon. Con Claudio De Grazia, Stefano Bellino, Anna Vesco, Maria Grazia Di
Paolo, Raffaela Bozzarelli, Cinzia Paone.
Regia Lilith
TEATROILMULINOviaRivaPo9-Piossasco,tel.
011 90.41.984. Il barbiere di Sivigliadal MetropolitanOperaHousediN.Y.DirettoreMichele Mariotti. Martedì 25. Ore 19
TEATRO MARCHESA corso Vercelli 141. Matinée ClassiqueCompagnia di balletto Beatrice Belluschi. Spettacolo di Danza con
Suites da Carmina Burana e da Don Chisciotte. Musiche di C. Orff e L. Minkus, coreografiediBeatriceBelluschi.Domenica23.
Ore 17. Info 011200389
TEATRO REGIO. Ore 15.30 Al Regio dietro le
quinte.IConcerti2014-15:domaniore20.30
OrchestradelTeatroRegiodirettadaO.Dantone.MusichediG.F.Händel,W.A.Mozart.Biglietteria(ore10.30-18)-Tel.0118815241/242
TEATRO SAN PAOLO via Berton 1. Clandestinidi Gianni Clemente, con Marco Cavallaro,regiadiVanessaGasbarri.CompagniaEsagera. Martedì 25 e mercoledì 26. Ore 20.50
TEATRO SUPERGA piazzetta Macario - Nichelino, tel. 011 62.79.789. Stagione prosa:
21/11 “Puzzle”- Kataklò Athletic Dance
Teathre.StagioneLirica:13/12ore20.30“Cenerentola” Orchestra Cantieri d’Arte e Coro dell’Opera di Parma
TEATRO VITTORIA via Gramsci 4, tel. 011
51.76.246.AtelierGiovani.HugoWolf1897:
Opera, tarantella e Follia. Sabato 22. Ore
20. Info 0115669811
12 45 67 18
59A97BC 82 AD59EF79 82 LA STAMPA 1
LA STAMPA
VENERDÌ 21 NOVEMBRE 2014
Il tempo
Grigio su Pianura Padana e Liguria, mite sulle Alpi, soleggiato altrove
SITUAZIONE
NORD
CENTRO
SUD
Prosegue la fase di tempo
stabile con temperature molto
miti in alta montagna, mentre
sulle pianure del nord
l’inversione termica porta
temperature più rigide al
mattino con la formazione di
nebbie e strati di nubi basse
tra la Liguria e il Basso
Piemonte. Poche variazioni
anche nei prossimi giorni.
Sulle Alpi soleggiato salvo
velature o passaggi nuvolosi
più estesi sui settori di confine.
Nebbie in pianura, più
persistenti sulle zone lungo
e a sud del Po, tendenti a
sollevarsi con formazione
di strati di nubi basse su
Piemonte meridionale e
Emilia. Nubi basse anche in
Liguria, tra Genova e il
Ponente.
Nebbie nelle ore più fredde
sulle pianure interne del
versante tirrenico, specie in
Toscana, e del nord delle
Marche, in diradamento quasi
ovunque in giornata ma
tendenti a sollevarsi sul nord
della Toscana con formazione
di strati di nubi basse più
estese in serata. Ben
soleggiato altrove.
Giornata ben soleggiata con
cielo generalmente sereno
salvo locali foschie nelle ore
più fredde lungo le coste e
sulle pianure interne in
rapido dissolvimento in
mattinata. Venti moderati
settentrionali sul Canale
d’Otranto con mare mosso;
venti deboli e mare
generalmente calmo o poco
mosso altrove.
NUVOLOSO
POCO NUVOLOSO
IN EUROPA
Il Sole
LE PREVISIONI DI OGGI
SOLE
COPERTO
VARIABILE
PIOGGIA DEBOLE-MODERATA
PIOGGIA INTENSA
TEMPORALE
VENTO
NEVE
NEBBIA
Culmina
alle ore
11,56
Sorge
alle ore
7,04
Tramonta
alle ore
16,47
LUNA
NUOVA
La Luna
Si leva Cala
alle ore alle ore
16,20
5,44
Domani
MARE CALMO
POCO MOSSO
MARE MOSSO
MARE AGITATO
Una perturbazione
atlantica raggiunge
le Isole Britanniche
con piogge in
estensione
dall’Irlanda verso la
Gran Bretagna, più
intense su Galles e
Cornovaglia. Nubi in
aumento su Francia,
Benelux, nord della
Germania e Pen.
Iberica, piogge
sparse sull’Europa
dell’est con neve tra
Baltico e
Finlandia.
Le precipitazioni attese oggi
LA TENDENZA DELLE
TEMPERATURE
Temperature stazionarie.
Minime sotto i 5 ˚C in pianura
al nord, molto mite sulle Alpi
con zero termico
a 3000 metri.
DOMANI
Tempo .71
.
Trento
3 14
Aosta
1 12
Torino
3 11
Milano
4 9
Genova
9 16
Venezia
5 9
Bologna
5 12
Firenze
6 17
Perugia
4 15
Soleggiato salvo nebbie o nubi basse su Pianura
Padana, Liguria e alta Toscana. Molto mite sulle
Alpi.
Trieste
6 14
Ancona
9 14
DEBOLI
L‘
2
Roma
7 18
DOPODOMANI
3
basso
14
FORTI
MOLTO FORTI
Foggia
8 16
Vigilanza meteo di oggi e domani
Bari
10 17
Napoli
8 19
Alghero
11 21
MODERATE
Precipitazioni assenti.
Potenza
3 13
Cagliari
13 20
Catanzaro
9 18
Palermo
13 21
Reggio Calabria
11 21
Catania
13 21
NESSUNA
Soleggiato salvo nebbie o nubi basse su Pianura
Padana e Ponente Ligure. Molto mite sulle Alpi.
ELEVATA
ESTREMA
A cura di www.nimbus.it
Centimetri-LA STAMPA
Venerdì Al mare
Tempo e temperature previsti nel mondo e in Europa
CITTÀ
MIN ˚C MAX ˚C OGGI
CITTÀ
ALGERI
ANKARA
BAGHDAD
BANGKOK
BEIRUT
BOMBAY
BRASILIA
BUENOS AIRES
CALGARY
CARACAS
CASABLANCA
CHICAGO
CITTÀ DEL CAPO
CITTÀ DEL MESSICO
DAKAR
DUBAI
FILADELFIA
GERUSALEMME
HONG KONG
IL CAIRO
JOHANNESBURG
KINSHASA
LA MECCA
L'AVANA
LOS ANGELES
MANILA
MELBOURNE
MIAMI
MONTREAL
NAIROBI
NEW YORK
NUOVA DELHI
PECHINO
SHANGHAI
SINGAPORE
TOKYO
WASHINGTON
10
6
20
23
18
22
21
16
-2
24
16
-13
13
12
23
21
-5
14
22
17
16
23
26
21
14
26
11
21
-8
17
-3
13
1
14
26
10
-3
AMSTERDAM
ATENE
BARCELLONA
BELGRADO
BERLIN
BERNA
BRATISLAVA
BRUSSELS
BUCAREST
BUDAPEST
COPENHAGEN
DUBLIN
EDIMBURGO
HELSINKI
ISTANBUL
LISBONA
LONDRA
LUBIANA
MADRID
MOSCA
OSLO
PARIGI
PODGORICA
PRAGA
REYKJAVIK
ROMA
SARAJEVO
S. PIETROBURGO
SOFIA
STOCCOLMA
TALLINN
TIRANA
VARSAVIA
VIENNA
VILNIUS
ZAGABRIA
30
9
23
32
24
35
29
23
4
31
25
-1
26
22
27
28
4
18
27
24
26
31
36
28
21
33
33
26
-4
26
3
27
14
22
32
17
5
MODERATA
Nessuna allerta.
MIN ˚C MAX ˚C OGGI
4
8
14
6
4
3
5
3
6
3
5
9
7
0
8
14
5
1
8
-9
2
7
5
4
9
7
-1
-7
3
2
-3
3
0
4
-1
2
7
19
19
7
6
12
8
8
9
7
7
11
9
1
11
24
8
8
16
-3
3
12
14
5
10
18
8
-3
5
4
-1
15
2
6
0
9
Dal mare al cielo: come trasformare
la passione per il meteo in conoscenza
DANIELE GALLO
L’
alta pressione che negli ultimi giorni ci ha protetto dalle
correnti umide atlantiche
tende ad indebolirsi a partire dal fine
settimana. Nei prossimi giorni avremo quindi un progressivo ritorno dei
venti meridionali, in particolare sui
bacini occidentali. Mar Ligure, Mar
di Sardegna e Mar di Corsica saranno mossi, molto mosso il Canale di
Sardegna. Le carte Navimeteo mostrano inoltre un aumento graduale
della nuvolosità sulle regioni centrosettentrionali, a cui saranno associati deboli ed isolati piovaschi. L’alta
pressione resisterà invece sulle regioni meridionali, dove il cielo sarà
per lo più soleggiato e le temperature rimarranno su valori superiori alla media del periodo.
La crescente attenzione e per molti la «passione» per il meteo coinvolgono un numero sempre maggiore di
persone: è sempre più necessario,
quindi, orientarsi tra le tante informazioni, facendo in primis riferimento a quelle istituzionali e cercando di
imparare i concetti base. Se si interpreta correttamente una previsione,
è meno problematico assumere delle
decisioni in campo lavorativo, per i
propri viaggi, per ogni tipo di attività,
in mare o in montagna. I centri meteo
puntano sul fatto che dare preziosi
consigli e raccomandazioni risulta efficace quando l’utenza coglie il significato del linguaggio essenziale della
meteorologia.
Ma la meteorologia può anche rivelarsi un hobby, se si decide di installare piccole stazioni meteo amatoriali, che hanno costi accessibili, facilità
di utilizzo, ottima affidabilità. Ci sono
alcune associazioni impegnate nella
divulgazione dei temi meteo attraverso l’organizzazione di corsi a favore
dei giovanissimi nelle scuole o degli
adulti. Accade così che anche semplici appassionati possano rilevare e descrivere sul territorio dati utilissimi
per la collettività.
In una regione particolarmente
sensibile a queste tematiche e fortemente toccata da eventi meteorologici estremi, come la Liguria, opera la
«Limet» (l’associazione ligure di meteorologia), che è ormai diventata
una realtà molto radicata sul territorio e che può contare su una «rete» di
113 stazioni, oltre 80 soci e circa 800
iscritti. Una vera e propria comunità
di appassionati, attenti e volenterosi
osservatori del tempo.
www.navimeteo.com
IN ABBINAMENTO CON IL SETTIMANALE GRAZIA, SOLO ED ESCLUSIVAMENTE AL SABATO, NELLE PROVINCE DI AOSTA, IMPERIA E SAVONA. IL VENERDÌ LA STAMPA E TORINOSETTE € 1,70 NON VENDIBILI SEPARATAMENTE. PREZZI TANDEM, NELLE AREE DI DIFFUSIONE INDICATE SUL GIORNALE LOCALE:
€ 1,20 CON «PRIMO PIANO MOLISE», «LA VOCE DI MANTOVA»; € 1,30 CON «IL CORRIERE DI ROMAGNA», «NUOVA PRIMA PAGINA MODENA», «NUOVA PRIMA PAGINA REGGIO», € 1,50 CON IL CORRIERE MERCANTILE», «LA GAZZETTA DEL LUNEDÌ». PREZZI ESTERO: FRANCIA, MONACO P., € 2,00
1
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