locandina evento - Università per Stranieri di Perugia

Allegato n. 5 al DPGR-CA del………………, n……- Relazione Ob PSN anno 2011
REGIONE CALABRIA
Dipartimento 13
Tutela della Salute e Politiche Sanitarie
Settore 3 Area LEA
Relazione attività svolte dalle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere - Obiettivi di PSN anno 2011 (
Accordo Stato/Regioni 20 aprile 2011 Rep. atti n.84/CSR) – DGR 255 del 17 giugno 2011.
L’Accordo Stato/ Regioni e Province Autonome del 20 aprile 2011 (repertorio atti n. 84 CSR), stabilisce che
debba essere garantita per l’anno 2011 una sostanziale continuità rispetto alle linee progettuali definite negli
anni 2009 ( Accordo tra lo Stato le Regioni e le Province Autonome del 25 marzo 2009, rep. atti n. 57/CSR) e
2010 (Accordo tra lo Stato le Regioni e le Province Autonome dell’ 8 luglio 2010 repertorio atti n. 76 CSR).
Nell’allegato A) al su citato Accordo, vengono individuate le linee progettuali per l’utilizzo da parte delle
Regioni e Province Autonome delle risorse vincolate ai sensi all’art. 1, comma 34 e 34 bis, della legge 662/1996
per la realizzazione degli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale per l’anno 2011:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
Cure primarie:
a. assistenza H 24 (riduzione degli accessi impropri al PS e miglioramento della rete assistenziale);
La non autosufficienza:
1. assistenza ai pazienti affetti da malattie neurologiche degenerative e invalidanti;
b. assistenza ai pazienti affetti da demenza;
La promozione di modelli organizzativi e assistenziali dei pazienti in stato vegetativo e di minima coscienza nella fase di
cronicità:
a. percorsi assistenziali nelle Speciali Unità di Accoglienza Permanente (SUAP) per soggetti in SV o in SMC;
b. percorsi di assistenza domiciliare;
Le cure palliative e la terapia del dolore;
Interventi per le biobanche di materiale umano
a. biobanche di sangue cordonale,
b. biobanche di tessuto muscolo-scheletrico,
c. biobanche oncologiche per la conservazione e lo studio di materiale oncologico;
La sanità penitenziaria:
a. la tutela delle detenute sottoposte a provvedimenti penali e della loro prole;
b. la salute mentale;
c. la salute dei minori;
d. sistema informativo;
L’attività motoria per la prevenzione delle malattie croniche e per il mantenimento dell’efficienza fisica nell’anziano;
Tutela della maternità e promozione dell’appropriatezza del percorso nascita:
a. favorire il parto naturale
b. umanizzare l’evento nascita;
c. ridurre la mortalità neonatale e materna;
d. trasporto neonatale;
Malattie rare;
Valorizzazione dell’apporto del volontariato;
Riabilitazione ;
La salute mentale:
a. Individuazione e interventi precoci nelle psicosi;
b. La presa in carico dei disturbi mentali in età evolutiva;
c. La presa in carico dei disturbi mentali nella persona anziana;
d. Gli interventi terapeutico-riabilitativi integrati;
Piano nazionale della prevenzione.
L’Intesa del 20 aprile 2011 (repertorio atti n. 83/CSR) ha sancito l’assegnazione delle risorse vincolate alle
Regioni ai sensi all’art. 1, comma 34 e 34 bis, della Legge 662/1996 per la realizzazione degli obiettivi di
carattere prioritario e di rilievo nazionale per l’anno 2011 quantificandole per la Regione Calabria in complessivi
€ 52.635.904,00.
Le risorse assegnate alle Regioni con la su citata Intesa vengono trasferite alle stesse con nella misura del 70 %,
subordinando tale quota alla presentazione di specifici progetti per ciascuna linea e, solo a seguito
dell’approvazione degli stessi da parte della Conferenza tra Stato/ Regioni e Province Autonome potrà essere
erogato il 30% residuo.
88100 Catanzaro – Via E. Buccarelli,30 centr. 0961/8511
1
Allegato n. 5 al DPGR-CA del………………, n……- Relazione Ob PSN anno 2011
Con DGR n. 255 del 17 giugno 2011 sono stati approvati i progetti attinenti alle attività svolte dalle aziende per
il raggiungimento degli obiettivi fissati nell’ambito dei livelli essenziali di assistenza e coerenti con il Piano di
Rientro, secondo quanto stabilito all’ art. 1, comma 7 del nuovo Patto per la salute di cui all’Intesa Stato–
Regioni del 3 dicembre 2009, come riportati nell’allegato 2) della citta deliberazione.
Le risorse sono state assegnate alle aziende sanitarie ed ospedaliere in coerenza con i vincoli assegnati
dall’Accordo del 20 aprile 2011 e dell’assetto organizzativo del SSR determinato dal Piano di Rientro.
Per la definizione dell’ammissione a finanziamento della quota residua del 30% per l’anno 2011, con nota prot.
n. 50243/siar del 12.2.2103 sono state trasmesse al Ministero della Salute le relazioni, inviate dalle Aziende
Sanitarie ed Ospedaliere, approvate con specifico atto deliberativo, sulle attività svolte nel 2010 di cui alla DGR
582 del 6.9.2010, (Accordo dell’ 8 luglio 2010, rep. atti n. 76/CSR).
Nella seduta del 19 dicembre 2013 con atto rep. n. 182/CSR la Conferenza Stato/Regioni ha sancito la
“Approvazione, ai sensi del punto 7 dell’Accordo sancito dalla Conferenza Stato-regioni il 20 aprile 2011(Rep.atti n.84/CSR),
ai fini del perfezionamento della procedura prevista dal’art. 1, comma 34bis, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, della proposta
del Ministro della salute di ammissione al finanziamento dei progeti inviati dalle Regioni Abruzzo e Calabria per l’utilizzo delle
risorse vincolate alla realizzazione degli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale, per l’anno 2011” di cui alla DGR
del 17 giugno 2011 n. 255.
La presente relazione illustra complessivamente le attività svolte nelle Aziende Sanitarie ed Ospedaliere in
ciascuna linea progettuale dell’Accordo Stato/Regioni del 20 aprile 2011 (rep. atti 83/CSR) e di ciascun
progetto pluriennale approvato con la DGR 255/11 per come riportati nell’allegato 2) della stessa.
Linea progettuale 1. cure primarie
1.1 Modello organizzativo regionale per il miglioramento della rete assistenziale (riordino rete
territoriale – cure primarie
L’obiettivo del progetto è quello di promuovere la sperimentazione delle nuove forme di attività per le cure
primarie, allo scopo di creare, in ciascuna Azienda Sanitaria Provinciale, un nuovo modello
organizzativo/funzionale Unità di Cure Primarie.
Con i dati raccolti e le informazioni desunte è stata effettuata in ciascuna Azienda sanitaria Provinciale
un’analisi dei bisogni assistenziali nei diversi ambiti in cui si esplicano le cure primarie: dall’assistenza di
medicina generale e pediatrica di libera scelta, a quella infermieristica, ostetrica e riabilitativa, specialistica
territoriale, farmaceutica, consultoriale, dei servizi rivolti alle fasce deboli (anziani, disabili, adolescenti, famiglie
multiproblematiche, immigrati).
Al fine di dare omogeneità di erogazione dell’assistenza primaria in ogni ASP sono stati organizzati specifici
percorsi formativi per il personale sanitario per facilitare la sperimentazione di modelli organizzativi di Unità di
Cure Primarie, iniziando da quelle dove sono presenti e più sviluppate le forme di associazionismo di MMG.
La sperimentazione attivata nei singoli ambiti territoriali ha prodotto una collaborazione di molte figure
professionali: i Medici di Medicina Generale e i Pediatri di Libera Scelta, i medici della continuità assistenziale e
dell’emergenza territoriale, i medici specialisti e gli infermieri che in una ottica multidisciplinare hanno dato
avvio a forme sperimentali di assistenza quali :
 l’estensione dell’orario dell’assistenza H12 e in alcune realtà territoriali H24, 7 giorni su 7;
 l’utilizzo della strumentazione adeguata, la collaborazione interprofessionale, l’ utilizzo di linee guida
condivise e di percorsi diagnostico terapeutici concordati, hanno assicurato una migliore organizzazione
delle risposte sanitarie complesse nel distretto;
 l’attivazione di ambulatori funzionali destinati a patologie specifiche ed una risposta medico-infermieristica e
specialistica estesa nell’arco delle 24 ore anche per l’assistenza domiciliare integrata, nelle RSA, negli
Hospice o per interventi personalizzati a favore dei pazienti portatori di patologie croniche.
Nonostante sia intervenuto nel luglio del 2010 il Commissariamento della Sanità Regionale e il
commissariamento delle ASP, le sperimentazioni effettuate in alcuni distretti delle Aziende sanitarie della
Calabria hanno favorito l’adeguamento in ogni distretto delle strutture esistenti per la realizzazione delle unità di
cure primarie con l’utilizzo di spazi comuni e funzionalmente collegati tra servizi ADI, specialistica
ambulatoriale, Associazioni di MMG e di PLS presenti sul territorio e medici di C.A.
Le Azienda Sanitaria di Cosenza ha sottoscritto un accordo con le OO.SS. dei MMG per l’avvio su tutto il
territorio provinciale dell’orario dell’assistenza in h12 in raccordo con la C.A.. L’Azienda sanitaria provinciale
di Catanzaro si è dotata di un regolamento condiviso e sottoscritto con le rappresentanze sindacali dei MMG e
dei PLS per l’istituzione delle Unità di cure primarie sul territorio provinciale, avviando le UCP con le
Associazioni di MMG e PLS già esistenti e operanti in una unica struttura secondo il modello sperimentato con
il progetto sull’assistenza territoriale “ATI”di cui alla DGR 582/2010, monitorato dalla Agenzia per i Servizi
88100 Catanzaro – Via E. Buccarelli,30 centr. 0961/8511
2
Allegato n. 5 al DPGR-CA del………………, n……- Relazione Ob PSN anno 2011
Sanitari Regionali ( Agenas). Nelle altre tre Aziende sono state avviate le procedure di ricognizione dell’esistente
sulle forme di Associazionismo e sono stati predisposti gli atti per l’istituzione delle UCP.
L’estensione dell’orario dell’assistenza in h12 e in alcune realtà in h24 ha messo in atto nella popolazione una
nuova cultura sull’utilizzo del PS, producendo una sensibile riduzione degli accessi impropri allo stesso.
La definizione di un modello comune di intervento, in grado di affidare all’assistenza primaria la scelta e il
governo dei percorsi clinici, nonché la modalità migliore con cui la medicina territoriale può rispondere alla
domanda di salute dei cittadini, rappresenta la base per l’organizzazione del Dipartimento delle cure primarie.
Quanto attivato risponde alla programmazione del riassetto del SSR con il riordino delle tre reti: ospedaliera,
emergenza/urgenza e territoriale allegati al DPGR n. 18 del 18.10.2010.
1.1 bis - Modello organizzativo regionale integrato di cure per la non autosufficienza
Il presente progetto è finalizzato a definire le modalità di attuazione della sanità d’iniziativa a livello territoriale,
sulla base del modello di riferimento costituito dal Chronic Care Model.
L’obiettivo è quello di avviare la sperimentazione nelle Aziende Sanitarie dell’attuazione della sanità d’iniziativa
a livello territoriale e per la gestione dei percorsi territorio-ospedale-territorio per le patologie croniche .
La sperimentazione si sta realizzando nell’ASP di Catanzaro su percorsi assistenziali integrati per le complicanze
della malattia di Alzheimer sulla base del modello ampliato del Chronic Care Model.
1.2 - Realizzazione della rete regionale per la gestione delle ulcere cutanee croniche
Quello delle ulcere cutanee croniche rappresenta attualmente un vero e proprio problema clinico-assistenziale,
in costante ascesa in relazione all’allungamento della vita media, in Calabria, si stima un’incidenza di circa il 3%
di persone affette da lesione cutanee croniche.
I risultati ottenuti dalle attività previste nel progetto sperimentale “Percorsi diagnostico-terapeutici
Ospedale/Territorio per la gestione delle ulcere cutanee croniche”, coordinato da un gruppo tecnicoscientifico, composto da esperti in Wond Care delle ASP calabresi e componenti dell’Associazione Italiana delle
Ulcere Cutanee (AIUC Calabria), ha permesso l’elaborazione e sperimentazione di un modello organizzativo di
Ambulatorio “funzionale”di Vulnologia di I e di II livello, finalizzato alle attività di prevenzione, diagnosi e cura
delle ulcere cutanee croniche basato sull’integrazione territorio/ospedale.
Con l’apporto di medici specialisti ed infermieri esperti in Wound Care, in collaborazione con i medici di
Medicina Generale e con l’ADI si è sperimentata la gestione dei pazienti sul territorio e a domicilio, in un
percorso di continuità assistenziale.
Per l’avvio della sperimentazione è stato realizzato un piano di formazione rivolto al personale sanitario
(medici, infermieri, farmacisti, podologi, fisioterapisti) delle cinque Aziende sanitarie Provinciali finalizzato a
promuovere e comprendere nuovi modelli assistenziali, migliorare gli standard di cura, accelerare la guarigione,
ridurre i costi sociali, prevenire le recidive e migliorare la qualità di vita dei pazienti.
Sono stati realizzati percorsi formativi rivolti ai caregiver ( familiari e badanti) punto di riferimento per la gestione
del familiare affetto da ulcera cutanea cronica.
E’ stato realizzato un piano di comunicazione/ informazione con specifici seminari, workshop, servizi tv locali,
materiale informativo specifico finalizzati a far conoscere il problema delle ulcere cutanee a tutto personale
sanitario e sociale, al volontariato, ai pazienti ed ai familiari.
Particolari incontri programmati sono stati effettuati tra specialisti ospedalieri e territoriali con i Medici di
Medicina Generale nell’intento di promuovere protocolli diagnostico-terapeutici comuni, supportati dall’Evidence
Based Medicine, dai dati della letteratura, integrati con le esigenze e le esperienze dell’assistenza territoriale.
Le attività sono state coordinate dall’ASP di Catanzaro, Azienda capofila, e sono stati istituiti 3 ambulatori
“funzionali” ( I livello) di vulnologia integrati nella rete territoriale ( ASP Catanzaro- Distretto del Lametino,
ASP Reggio Calabria -Distretto 2 RC Nord e ASP Cosenza Distretto Praia-Scalea) e 2 ambulatori ( II livello)
(ASP Crotone P.O.S. Giovanni di Dio, ASP Catanzaro P.O. Soverato) dove è stata effettuata la
sperimentazione che ha consentito di ottimizzare le cure dei pazienti con l’abbattimento delle prestazioni,
nonostante l’aumento del numero dei pazienti, la riduzione dei ricoveri impropri, l’aumento delle guarigioni e la
diminuzione dei costi.
Il gruppo tecnico-scientifico composto da esperti in Wond Care ha elaborato il modello organizzativo degli
ambulatori funzionali di vulnologia , ha redatto le linee guida regionali, i protocolli diagnostico-terapeutici, e la
Codifica dei Dispositivi Medici consegnati all’ASP capofila per l’approvazione con atto formale.
L’attività “funzionale” Vulnologica di 1° livello viene espletata in un ambulatorio dove opera lo specialista
esperto in wound-care nel Distretto, nel poliambulatorio, nelle UCP , nei CAPT/Case della salute.
La presa in carico dei pz portatori di ulcere cutanee si realizza attraverso un percorso integrato che coinvolge i
MMG, l’ADI distrettuale, gli specialisti di altre branche, le RSA ed i reparti ospedalieri. L’ambulatorio di I
88100 Catanzaro – Via E. Buccarelli,30 centr. 0961/8511
3
Allegato n. 5 al DPGR-CA del………………, n……- Relazione Ob PSN anno 2011
livello rappresenta il punto di riferimento per la gestione dei pazienti portatori di ulcere cutanee , attraverso la
prevenzione , la diagnosi e la cura nonché la valutazione e la selezione dei pazienti che necessitano di specifici
interventi chirurgici in ambiente protetto. Gli ambulatori Vulnologici di 2° livello, ubicati presso Strutture
Ospedaliere, trattano le lesioni cutanee con metodologie e tecniche avanzate possibili solo in anestesia locoregionale in ambiente ospedaliero e sotto continuo monitoraggio, in regime di ricovero ordinario o in Day
Surgery.
La sperimentazione effettuata ha rappresentato un concreto tentativo di identificare nel trattamento dell’ulcera
cutanea gli strumenti da utilizzare, i Percorsi Diagnostici Terapeutici e Assistenziali (PDTA), gli Standard
minimi necessari per assicurare al paziente la risposta adeguata per la cura della patologia.
I risultati ottenuti con la fase sperimentale sia in termini di appropriatezza delle cure che per la riduzione dei
costi, impone una pianificazione delle attività con la creazione di una rete integrata vulnologica regionale che
soddisfi le esigenze dei soggetti affetti da ulcere cutanee e i loro familiari su tutto il territorio regionale.
A tal fine nelle Aziende Sanitarie provinciali si sta attuando una pianificazione delle attività in materia con una
contestualizzazione degli ambulatori funzionali di vulnologia di 1° livello, all’interno delle attività distrettuali, con
la presenza di uno specialista ambulatoriale, esperto in wound-care , per ogni distretto o per ogni 200.000
abitanti affiancato da due infermieri all’uopo formati, con un percorso integrato con gli Ambulatori funzionali
di 2° livello, istituiti presso le U.O. di Chirurgia Generale dei P.O. ( 1 Ambulatorio per ogni ASP).
La presa in carico dei pazienti viene effettuata con un percorso diagnostico-terapeutico definito nelle linee guida
e nei protocolli terapeutici, con il supporto della cartella clinica informatizzata.
Sono in corso di acquisizione gli strumenti informatici per la sperimentazione dell’utilizzo della telemedicina per
il trattamento delle ulcere croniche.
1.3 Progetto obiettivo pluridisciplinare per la cura dei portatori di cardiopatie congenite dal feto
all’eta’ adulta
In Italia quasi ogni Regione ha uno o più centri di riferimento per la cura delle cardiopatie congenite, molte
Regioni possiedono contestualmente U.O. di Cardiologia e Cardiochirurgia Pediatrica. La Calabria, come altre
regioni, è sprovvista di centri di Cardiochirurgia Pediatrica per cui i bambini con difetti cardiaci che richiedono
l’intervento devono a rivolgersi a strutture fuori Regione.
In altre regioni, in assenza di Cardiochirurgia, è stata costituita la U.O. di Cardiologia Pediatrica al fine di
seguire in loco il paziente da sottoporre o sottoposto a cardiochirurgia altrove, evitando allo stesso viaggi alla
ricerca della specifica competenza e, quindi, migrazioni sanitarie non giustificate.
Il progetto ha l’obiettivo di potenziare ed ampliare l’attività medico-scientifica del Dipartimento MaternoInfantile dell’A.O. di Cosenza all’interno del quale è già stata istituita ed opera una l’Unità Operativa di
Cardiologia Pediatrica.
In ogni settore in cui si articola il progetto si intende creare prima ed avvalersi poi, di una rete di contatti
all’interno della provincia, da ampliare anche alle altre province calabresi in un rapporto di collaborazione con i
singoli ospedali ed il Centro dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza che funzionerebbe da coordinatore. Tale rete
prevede inoltre l’interscambio con i principali centri di riferimento dei pazienti calabresi: Cardiochirurgia dell’
Ospedale Gaslini di Genova – Istituto Ligure di Alta Specializzazione di Rapallo, Cardiochirurgia A.O.
Giovanni XXIII di BARI, Cardiochirurgia Ospedale Bambino Gesù di Roma- Ospedale di Taormina –
Cardiochirurgia pediatrica Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova.
Il progetto presenta due ambiti di intervento: formativo e clinico e coinvolge le figure professionali: pediatri e
neonatologi ospedalieri, pediatri di famiglia, ginecologi e cardiologi pediatri, infermieri, psicologi e assistenti
sociali che con adeguati Corsi di formazione teorico-pratici multidisciplinari, formazione integrata di tipo
residenziale, a distanza ed esperenziale, si pone l’obiettivo di migliorare le capacità diagnostiche, cliniche e
strumentali.
A tali attività partecipa l’Associazione Onlus Mattia Facciolla di Cosenza che ha come scopo quello di
sensibilizzare l’opinione pubblica sulle problematiche dei bambini con cardiopatie congenite e di migliorare la
conoscenza in loco delle stesse.
Nel corso del 2011 sono state pianificate le attività propedeutiche all’avvio del progetto e con delibera aziendale
del 24.4.2012 n. 399 è stato approvato il piano esecutivo del progetto, è stato individuato il coordinatore e si è
dato avvio ai percorsi formativi e alle campagne informative. Sono ancora in itinere le attività sperimentali.
1.4 Riorganizzazione della rete assistenziale pediatrica territoriale. Continuità Assistenziale Pediatrica
h24
Nella Regione Calabria, l’Accordo Integrativo Regionale per la Pediatria di libera scelta (PLS) del 2007
(D.G.R. n. 327 del 01.06.2007) ha previsto, oltre all’incentivazione dell’attività in forma associata, sotto forma
88100 Catanzaro – Via E. Buccarelli,30 centr. 0961/8511
4
Allegato n. 5 al DPGR-CA del………………, n……- Relazione Ob PSN anno 2011
di pediatria di gruppo e pediatria in associazione, la possibilità di ampliamento dell’orario di apertura degli
ambulatori dei PLS. Attualmente, circa l’80 % dei PLS calabresi è inserito in una forma associativa e circa il
50% ha accettato di ampliare l’orario di apertura dell’ambulatorio che, a seconda della consistenza del gruppo o
associazione, va dalle 6 alle 8 ore al giorno.
Questo progetto si propone di completare il processo di estensione delle forme associative su tutto il
territorio regionale con una loro progressiva evoluzione organizzativa che presupponga l’assistenza 8-20 per
tutti i giorni feriali con un ambulatorio di riferimento per ogni gruppo/associazione. L’integrazione funzionale
con il servizio di continuità assistenziale NPF, già prevista dall’ACN, consente di ottenere la copertura
assistenziale H24.
In attesa dell’approvazione del contratto decentrato, le aziende sanitarie nella attuazione delle UCP hanno
coinvolto i PLS già associati con i MMG.
1.5 Sistema Informativo Unico Regionale - 118 Calabria
Realizzazione del Sistema Informativo Unico Regionale destinato alla gestione delle emergenze sanitarie
del Servizio 118 della Regione Calabria per il potenziamento delle cure primarie.
Il sistema, costituito da diversi moduli collegati “logicamente” tra loro ma “tecnicamente” indipendenti,
integra in modo nativo, dal punto di vista funzionale, le componenti telefoniche e di trasmissione dati. Oltre a
configurarsi come unico strumento di lavoro per gli operatori di centrale 118, raccoglie in maniera puntuale,
rigorosa e incorruttibile, i dati prodotti nel corso dell’attività e traccia le operazioni effettuate dagli operatori in
modo da poterle ricostruire a posteriori senza equivoci. Il sistema inoltre integrerà il progetto Rete dei Medici di
Medicina Generale, i Pediatri di Libera Scelta, e Continuità Assistenziale. Il sistema così realizzato sarà in grado
di produrre i flussi informativi richiesti dal Sistema Informativo Nazionale (NSIS) e Regionale (SEC-SISR).
Sono state avviate le procedure per l’acquisizione in comodato d’uso del sistema utilizzato dalla regione
Valle D’Aosta in conseguenza alla ridefinizione della rete emergenza-urgenza prevista nel P.O. 2013-2015 e a
quanto stabilito con i DPGR n. 138/2010 ( tariffario prestazioni elisoccorso), n. 94/2012 ( programma
operativo di emergenza territoriale) e n. 160/2012 ( regolamento di attivazione servizio eliambualnza regionale
ai sensi del DPGR n.7/2011).
Riorganizzazione della rete regionale dell’emergenza – urgenza e continuità delle cure: Integrazione
delle C.A. nella C.O. del 118. ( DGR 434 del 26.9.2011 )
Tra i vari modelli organizzativi di integrazione individuati con l’Accordo Stato/Regioni 27 luglio 2011 (rep. atti
n. 135 /CSR), la Regione Calabria ha deciso di adottare con la DGR n. 434 del 26.9.2011 il “Modello A :
Integrazione con individuazione di area dedicata alla C.A. nella C.O. 118 provinciale” all’interno della linea
progettuale 1. cure primarie.
Il modello organizzativo prescelto prevede la creazione di una area (postazioni operatori e personale medico
dedicato) destinata alla C.A. all’interno di ciascuna delle cinque C.O. 118 provinciali della Regione Calabria.
Il progetto proposto si basa sulla sull’ampliamento della dotazione sia applicativo-funzionale che tecnologica
del sistema informativo del servizio 118 al fine di poter fornire la necessaria infrastruttura info-telematica al
modello organizzativo che si vuole realizzare in conseguenza alla ridefinizione della rete emergenza-urgenza
prevista nel P.O. 2013-2015.
1.6 Sperimentazione di un Servizio di radiologia Domiciliare nell’ASP di Cosenza
Il progetto si poneva l’obiettivo di realizzare un servizio territoriale pubblico di Radiologia Domiciliare a favore
di persone anziane, disabili o le cui condizioni di salute non permettono agevolmente il trasporto in una
struttura ospedaliera. Il progetto sperimentale proposto dal Collegio Professionale TSRM della provincia di
Cosenza è stata affidato all’Azienda sanitaria Provinciale di Cosenza, dove operava il responsabile scientifico
dello stesso. L’ASP di Cosenza ha approvato con specifica delibera il piano operativo del progetto incaricando
il responsabile scientifico all’avvio delle procedure. In fase di avvio è venuto a mancare il responsabile
scientifico e di conseguenza sono state riavviate le procedure per l’individuazione del sostituto non ancora
incaricato. Di conseguenza l’avvio delle attività è stato rinviato e sono in itinere tutte le procedure per attuare la
sperimentazione.
1.7 Progetto sperimentale attività multidisciplinare per la prevenzione e cura delle patologie
andrologiche
La legge 23 agosto 2004, n. 226 sospendeva anticipatamente il servizio obbligatorio di leva, la cui visita medica
costituiva l’unico presidio istituzionalizzato di prevenzione in campo andrologico giovanile.
88100 Catanzaro – Via E. Buccarelli,30 centr. 0961/8511
5
Allegato n. 5 al DPGR-CA del………………, n……- Relazione Ob PSN anno 2011
Sottoponendosi quindi ad una visita, soprattutto alle età di 6-14-18 anni, si potrebbe prevenire ed intervenire in
tempo su patologie quali il varicocele il criptorchidismo, l’ipogonadismo e molte altre, come per esempio le
malattie sessualmente trasmesse, che vengono riscontrate troppo tardi, quando hanno già prodotto dei danni,
talvolta irreversibili.
Il Progetto sperimentale ha lo scopo di contrastare attivamente le patologie andrologiche, con una azione
mirata di prevenzione sul territorio.
La sperimentazione è stata affidata all’Azienda sanitaria Provinciale di Reggio Calabria, dove insiste un esperto
in andrologia e dove è stato predisposto presso il P.O. di Scilla un ambulatorio che opera in collaborazione con
tutti gli altri servizi dell’Azienda interessati al problema andrologico ed è stato dotato appositamente delle
attrezzature e del personale necessario per la realizzazione delle attività previste dal progetto sperimentale.
Le attività sperimentali e gli screening sono realizzati nell’Azienda sanitaria Provinciale di Reggio Calabria. Sono
coinvolti il Centro Andros e l’Ambulatorio Multidisciplinare di Andrologia di Reggio Calabria, il
Poliambulatorio di Taurianova e il Poliambulatorio di Gioiosa Ionica.
Dall’inizio delle attività, sono stati realizzati gli obiettivi della prima fase secondo il cronoprogramma del piano
operativo.
Sono state attivate campagne di informazione rivolte alla popolazione con articoli sulla stampa locale e
convegni sul tema.
Sono stati avviati percorsi di prevenzione nelle scuole secondarie con attività di Educazione sessuale e
sensibilizzazione agli insegnanti e agli alunni degli istituti superiori statali della piana di Gioia Tauro ed attività di
informazione e prevenzione presso Reggina Calcio, Coni, e in diverse scuole secondarie del territorio
provinciale.
E’ stato creato un sito web www.andrologia.calabria.it, in cui è possibile contattare l’equipe e accedere ad
articoli scientifici ed è stato creato un profilo facebook: fecondazione assistita andrologia. Sono state inviate 500
lettere ai MMG, PLS e consultori familiari.
Si è verificato un incremento delle visite andrologiche (n. 400 visite, negli ambulatori di Reggio C. Scilla e
Taurianova) con attività di sostegno psicologico ed educazione sessuale (n. 200 colloqui psicologico/clinici ). Si
è verificato un incremento degli esami con l’esperto Biologo( 60 accessi). Le attività sono supportate da cartella
informatizzata. La sperimentazione è in itinere.
Linea progettuale 2. La non autosufficienza
2.1 Modello organizzativo presa in carico globale delle persone affette da Malattie Neurologiche ad
Interessamento NeuroMuscolare ( MNINM) -Centri di riferimento (CdR)
Nel rispetto di quanto previsto dalla linea progettuale proposta, il responsabile scientifico ha proceduto all’avvio
della fase riguardante la pianificazione del programma di lavoro distinta, a sua volta, nei seguenti momenti:
1. Individuazione dei soggetti responsabili dell’organizzazione, della gestione e della conduzione di tutte la
attività attinenti il primo livello.
2. Censimento, a partire da database preesistenti e/o attraverso i contatti con le Associazioni che si occupano
dei malati SLA, del numero di casi presenti in atto nel territorio regionale, al fine di impostare e
programmare con accuratezza la struttura (risorse umane e strumentali) che supporterà il progetto.
3. Identificazione delle strutture, distribuite nel territorio regionale, in possesso dei requisiti minimi per
operare come centri di secondo livello.
4. Progettazione della struttura informatica e analisi dei preventivi sul materiale tecnologico necessario per la
realizzazione del sistema strutturale del progetto.
5. Avvio della fase di formazione delle figure professionali coinvolte nel progetto.
6. Avvio della fase di reclutamento del centro di riferimento di primo livello.
7. Avvio della realizzazione delle infrastrutture tecnologiche che supportano il progetto.
Relativamente al primo punto, il responsabile scientifico ha provveduto ad individuare e riunire un equipe di
figure professionali già operanti presso il Centro di Riferimento del Progetto o presso strutture ad esso afferenti
o collaboranti che comprende: 2 neurologi, 2 fisiatri, 2 tecnici di riabilitazione, 2 pneumologi, 2 anestesisti, 2
psichiatri, 1 gastroenterologo, 2 genetisti medici, 2 biologi, 1 medico nutrizionista, 2 tecnici di
neurofisiopatologia, 2 psicologi, 2 ingegneri informatici, 2 infermieri professionali, i quali hanno condiviso la
validità del progetto discutendo secondo le proprie competenze, il programma di realizzazione dello stesso.
Il responsabile ha provveduto alla distribuzione degli incarichi, badando ad integrare le esigenze organizzative
del progetto con i suggerimenti proposti dalle diverse figure professionali.
Si è pertanto convenuti a predisporre una pagina web con la quale medici curanti, neurologi o altre figure
sanitarie che opereranno nel progetto, segnaleranno al Centro di Riferimento i singoli casi.
88100 Catanzaro – Via E. Buccarelli,30 centr. 0961/8511
6
Allegato n. 5 al DPGR-CA del………………, n……- Relazione Ob PSN anno 2011
Le mansioni di ciascuna figura professionale all’interno del Centro di Riferimento saranno regolate da un
coordinatore individuato tra i componenti l’equipe.
Nel corso di riunioni successive si è provveduto a fissare, nel rispetto delle linee guida internazionali, i criteri
diagnostici della patologia e i principali esami strumentali e di laboratorio a cui sottoporre i nuovi casi, da
inviare ai diversi centri di afferenza.
Nel contempo si è provveduto a delineare nuovi protocolli di studio sia genetici che di neuroimaging a cui
sottoporre i pazienti a scopo di ricerca.
Riguardo il secondo punto, l’analisi degli archivi e dei database già esistenti, nonché i contatti con le
associazioni del malato (Sedi AISLA di Catanzaro e Reggio Calabria), hanno consentito di individuare circa 200
casi presenti in atto in tutta la Regione e la loro distribuzione nelle diverse province che saranno singolarmente
contattati ed istruiti sul progetto. Sulla base di tale censimento si è deciso di impostare il piano organizzativo del
progetto ed in particolare il numero di centri di secondo livello da individuare e contattare.
Il passo successivo è stato quello di stabilire i criteri per l’identificazione dei centri di secondo livello che
collaboreranno con il centro di riferimento. Al riguardo si è convenuti di considerare idonei:
- tutte le strutture ospedaliere regionali in cui sia presente una Unità Operativa o un servizio di Neurologia,
nelle quali identificare il responsabile di riferimento;
- tutte le strutture ospedaliere regionali in cui non sia presente una Unità Operativa o un servizio di
Neurologia presso i quali, tuttavia, potrebbero afferire casi idonei;
- le strutture che corrispondono ai requisiti di cui sopra e che siano dotate delle infrastrutture indispensabili
per la realizzazione del sistema;
- strutture ambulatoriali specialistiche territoriali;
Sulla base di tali criteri sono state identificate le seguenti strutture che opereranno come Centri di secondo
livello:
Provincia
Provincia di Catanzaro
Provincia di Reggio Calabria
Provincia di Cosenza
Provincia di Crotone
Provincia di Vibo Valentia
Centri II° livello
Azienda Ospedaliera Pugliese Ciaccio - Catanzaro
ASP CZ P.O. Lamezia Terme
ASP CZ Ambulatorio di Catanzaro Lido
ASP CZ P.O. Soverato
Azienda Ospedaliera BMM Reggio Calabria
ASP RC P.O. Siderno
ASP RC P.O. Palmi/Gioia Tauro
Azienda Ospedaliera “Annunziata” Cosenza
ASP CS P.O. Corigliano
ASP CS P.O. Paola
ASP CS P.O. Castrovillari
ASP KR P.O. “San Giovanni di Dio” Crotone
ASP VV P.O. “Jazzolino” Vibo Valentia
ASP VV P.O. Tropea
Sulla scorta di quanto esaminato e stabilito nei punti precedenti, il responsabile, con la collaborazione di un
gruppo di esperti ha provveduto alla pianificazione della struttura informatica con la quale si renderà operativo
il progetto. In particolare, per le necessità di realizzazione del suddetto progetto, si è ritenuta necessaria la
creazione di una piattaforma tecnologica in grado di mantenere un collegamento efficace tra le strutture
coinvolte e che possa supportare adeguatamente tutte le fasi del percorso assistenziale di cui i pazienti malati di
MNM necessitano, avente i seguenti requisiti:
• accesso semplice e veloce a tutti i fruitori dei servizi
• gestione distribuita da parte di tutti gli operatori e a tutti i livelli
• facilità di inserimento, mantenimento e ricerca delle informazioni
• strumenti avanzati di gestione dell'informazione ed estrazione della conoscenza
• strumenti di autenticazione e protezione dei dati.
Questa piattaforma è basata su tecnologie WEB 2.0, che sono di fatto le uniche in grado di garantire la
fattibilità di questi requisiti e contemporaneamente mantenere bassi costi di installazione e mantenimento del
sistema.
Il sistema basato su piattaforma web e le relative applicazioni implementate come web-application
permetteranno di supportare il progetto basandosi solo sulla infrastruttura della rete internet. Con tale
architettura si garantisce inoltre accesso ubiquo a tutti i tipi di dispositivi, in particolare ai mobiledevice o alle
attrezzature mediche di ultima generazione in grado di interagire in rete. Inoltre, le tecnologie Java EE
(Enterprise Edition) è una scelta progettuale quasi obbligata per rispondere alle richieste del sistema in termini
di affidabilità, velocità e sicurezza. Una applicazione web basata su Java EE è per natura una applicazione
distribuita; cioè significa che può essere utilizzata senza installazione su più di un dispositivo
contemporaneamente e comunicare tramite la rete integrando dati da qualsiasi sorgente digitale. Nella maggior
88100 Catanzaro – Via E. Buccarelli,30 centr. 0961/8511
7
Allegato n. 5 al DPGR-CA del………………, n……- Relazione Ob PSN anno 2011
parte dei casi, una web-application è utilizzata mediante un browser web, e questo ne aumenta la facilità di
mantenimento e aggiornamento dei client, annullando di fatto gran parte dei costi di gestione. Dove richiesta,
l'interfaccia grafica è facile ed intuitiva da utilizzare poiché risulta familiare per l'utente e simile a quella di un
sito web. I client collocati nelle varie strutture accedono mediante la rete all'applicazione che è mantenuta su
uno o più server dedicati. Ai fini del funzionamento, la collocazione dei server non è importante; si può
scegliere di ospitare i server presso il Centro di Riferimento o di mantenere l'applicazione presso appositi servizi
di hosting online. I server su cui risiede la web-application rappresentano il centro della piattaforma: essi
interagiscono con i DBMS (DataBase Management System) che contengono tutti i dati raccolti e si occupano
dell'accesso e della distribuzione dei dati stessi. Tutte le banche dati sono organizzate dinamicamente attraverso
la web-application dai vari operatori ed a vari livelli. La complessità dei dati è così efficacemente celata agli
operatori. Ogni operatore ha un accesso differenziato in termini di sicurezza ed usabilità: ciò significa che
l'applicazione è in grado di capire ed orientare il suo funzionamento in base alle esigenze dell'operatore e al tipo
di utilizzo che esso deve farne in quanto appartenente ad un certo livello della filiera. Allo stesso tempo
l'applicazione utilizza eventuali filtri per proteggere informazioni dati e informazioni ove necessario.
L'inserimento ed elaborazione dei dati tramite interfacce dedicate garantisce sia uniformità dei dati che un basso
tasso d'errore. L'efficienza del progetto dipende fortemente dal grado di versatilità della dorsale informativa. Più
in particolare, l'applicazione deve potersi adattare perfettamente ad ogni fase del percorso assistenziale. Nel
rispetto delle più recenti disposizioni per la protezione dei dati personali (D. Lgs. 196/2003) il sistema permette
l’autenticazione e l’autorizzazione degli accessi per tutti gli incaricati al trattamento - utenti e amministratori –
con identificazioni univoche e personali, password robuste, cifrate e non condivise nel rispetto della
separazione dei compiti e del minimo privilegio. Infine, il sistema può verificare sistematicamente le logiche di
permesso per prevenire delle intrusioni, controllare l’esistenza di possibili vulnerabilità e realizzare backup
periodici dei dati.
Nel contempo è stata avviata la prima fase di formazione destinata a tutti gli operatori sanitari (medici
specialisti, infermieri professionali, tecnici) operanti presso il centro coordinatore, definito di primo livello.
L’attività di formazione è stata sviluppata attraverso l’approfondimento dei seguenti argomenti da parte di
esperti.:
Nosografia delle malattie del motoneurone, aspetti epidemiologici e principali caratteristiche cliniche.
Criteri diagnostici e diagnosi differenziale delle malattie del motoneurone.
Genetica delle malattie del motoneurone, aspetti molecolari e di patogenesi.
Aspetti di Elettrofisiologia clinica nelle malattie del motoneurone
Disturbi cognitivi delle malattie del motoneurone
Principi di terapia sperimentale e cure palliative delle malattie del motoneurone
Assistenza respiratoria del paziente con malattia del motoneurone
Nutrizione enterale e parenterale del paziente con malattia del motoneurone
Tecniche di riabilitazione del paziente con malattia del motoneurone
Tecniche di riabilitazione dei disturbi del linguaggio del paziente con malattia del motoneurone
Istruzione del personale all’utilizzo delle infrastrutture tecnologiche preposte alla gestione del paziente.
Principi di base di risonanza magnetica strutturale, morfometrica e funzionale applicata alla malattia del
motoneurone.
Ultimata la prima fase di formazione delle figure professionali del centro di primo livello, è stato avviato il
piano operativo con il reclutamento dei primi pazienti, individuati presso gli ambulatori o la degenza dell’Unità
Operativa di Neurologia dell’Azienda Ospedaliera “Mater Domini” di Catanzaro. Tali pazienti sono stati
sottoposti all’iter diagnostico che risulta così articolato:
-raccolta dati anagrafici ed anamnestici;
-esecuzione di accurato esame neurologico;
-analisi ematologiche di biochimica, di immunologia e di genetica molecolare
-esecuzione di esami strumentali elettrofisiologici (Elettromiografia, Potenziali Evocati Somato
sensoriali e Motori);
-tests neuropsicologici e cognitivi;
-protocollo di risonanza magnetica.
In ultimo si è provveduto ad avviare la fase di realizzazione della rete informatica presso il centro di primo
livello.
L’organizzazione implementata rappresenta un nuovo potente mezzo tecnologico-sanitario fondamentale per
aiutare e supportare il paziente affetto da SLA e soprattutto la sua famiglia. La “Rete” permetterà a queste
famiglie di non restare isolati, ma di essere supportati dal punto di vista medico, psicologico e sociologico in
88100 Catanzaro – Via E. Buccarelli,30 centr. 0961/8511
8
Allegato n. 5 al DPGR-CA del………………, n……- Relazione Ob PSN anno 2011
qualsiasi momento. L’attività finora svolta si integra con quanto previsto nel Piano operativo 2013-2015
nell’attuazione di reti per percorsi di cura a forte integrazione ospedale territorio.
2.2 Trasformazione dei Centri di Valutazione Alzheimer in Centri di valutazione Demenza/Clinica
della Memoria
Il progetto “Trasformazione dei Centri di Valutazione Alzheimer in centri di Valutazione Demenza/clinica della memoria”,
ha lo scopo di arricchire il servizio sanitario regionale con ulteriori e specifiche forme di assistenza per i pazienti
con Malattia di Alzheimer e altre demenze.
L’obiettivo principale è quello di migliorare i percorsi socio-assistenziali delle persone affette da demenza. Tale
obiettivo prevede una nuova organizzazione e la trasformazione dei Centri di Valutazione Alzheimer in Centri
di Valutazione Demenza e la loro integrazione in una rete attraverso il coordinamento di un unico Centro di
Riferimento Provinciale.
La realizzazione del progetto è stata affidata al Centro Regionale di Neurogenetica di Lamezia Terme (CRN)
per l’esperienza pluridecennale nel campo delle malattie dementigene ma anche per l’attività di coordinamento
scientifico svolta nell’ambito dei lavori di un GOIP Aziendale costituitosi nel 2008, avente come obiettivo
quello di delineare uno specifico modello assistenziale da declinare in tutto il territorio dell’Azienda Sanitaria di
Catanzaro.
Nella prima annualità, al fine di assicurare adeguate risposte all’ emergenza demenze, la Direzione Strategica
dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro, ha affidato al CRN il compito di definire un Piano per le
Demenze con lo scopo di delineare uno specifico modello assistenziale da declinare in tutto il territorio
dell’Azienda Sanitaria di Catanzaro, per migliorare la qualità di vita del paziente affetto da demenza.
E’ stato perciò preparato un articolato Piano per le Demenze che è stato approvato e reso operativo dalla
Direzione Aziendale dell’ASP di CZ.
I risultati raggiunti hanno portato ad un miglioramento della conoscenza delle demenze da parte delle diverse
tipologie di operatori coinvolti, a seguito della formazione specifica anche di nuovi operatori.
Si è verificato un miglioramento dell’assistenza al paziente demente e alla sua famiglia in particolare nel campo
delle famiglie con malattia di Alzheimer genetica e altre demenze genetiche.
E’ stata attivata una rete informatica con omogeneizzazione delle procedure assistenziali sul territorio
aziendale.
Tutto ciò ha favorito la diagnosi precoce e tempestiva della Malattia di Alzheimer e di altre demenze, con una
riduzione dei tempi intercorsi tra l’esordio e la diagnosi.
L’attuazione del piano operativo nell’ASP di CZ ha sperimentato un modello organizzativo che favorisce il
miglioramento dei percorsi socio-assistenziali delle persone affette da demenza attraverso una nuova
organizzazione che ha previsto la trasformazione dei Centri di Valutazione Alzheimer in Centri di Valutazione
Demenza con la loro integrazione in una rete attraverso il coordinamento di un unico Centro di Riferimento
Provinciale. Il modello sperimentato dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro è trasferibile alle altre
Aziende Sanitarie Provinciali della Calabria.
Nella seconda annualità sono state attivate le procedure per il trasferimento e l’implementazione nelle altre
aziende Calabresi del modello sperimentato dall’ASP di Catanzaro.
I punti di interesse del progetto sono costituiti da:
1. creazione di una rete assistenziale sia in termini strutturali/tecnologici (portale informatico) che operativo
(condivisione di procedure e strumenti).
2. il coinvolgimento e l’integrazione in rete delle multidisciplinarietà impegnate nel complesso processo
diagnostico e assistenziale del paziente con demenza;
3. Programmi di formazione specifica per le diverse figure professionali.
Obiettivi Generali del progetto
1 Costruzione di una rete socio-assistenziale regionale
2 Potenziamento dei Centri di Valutazione Alzheimer e trasformazione in Centri di valutazione per le
Demenze in tutte le Aziende
3 Realizzazione di percorsi assistenziali domiciliari che consentano una presa in carico globale della persona
affetta e dei suoi familiari
4 Formazione professionale degli operatori a vario titolo coinvolti
5 Implementazione dei sistemi formativi al fine di implementare la costruzione della rete dei servizi
6 Realizzazione dei centri dove siano seguite particolari popolazioni di pazienti e/o famiglie a rischio di
demenza.
Per costituire una rete assistenziale sia in termini di struttura che in termini di collegamento operativo tra tutte le
figure professionali impegnati nei diversi aspetti della malattia è stato effettuato un censimento delle realtà
88100 Catanzaro – Via E. Buccarelli,30 centr. 0961/8511
9
Allegato n. 5 al DPGR-CA del………………, n……- Relazione Ob PSN anno 2011
operative coinvolte nell’assistenza ai pazienti con demenza e il loro carico di lavoro in tutte le Aziende Sanitarie
ed Ospedaliere della Calabria.
Ogni Azienda ha individuato il gruppo professionale composta da neurologo, geriatra, psichiatra, psicologo e
assistente sociale.
E’ stato predisposto un programma di formazione specifica e conseguentemente sono stati attivati i percorsi
formativi destinati ai gruppi individuati.
Sono stati preparati planning, contattati i relatori, preparati i programmi e avviate le procedure per ulteriori
corsi di formazione rivolti a: MMG, operatori del Comparto interessati alla problematica, volontari del servizio
civile .
Sono state avviate tutte le procedure per l’acquisto di facilities necessarie al miglioramento e l’adeguamento
delle Unità in questione al fine di potenziare i centri di valutazione Alzheimer intesi come centri di valutazione
demenza/clinica della memoria dedicati alla diagnosi precoce, alla prevenzione e alla presa in carico
assistenziale di pazienti con disturbi cognitivi che possono costituire un momento preliminare di una demenza
conclamata.
Sono in corso di armonizzazione le procedute diagnostiche e di presa in carico e dei percorsi dei pazienti; sono
stati migliorati gli ambienti di lavoro; l’ acquisto di strumentazione informatica finalizzata a consentire la messa
in rete delle unità in una unica piattaforma.
L’attività finora svolta si integra con quanto previsto nel Piano operativo 2013-2015 nell’attuazione di reti per
percorsi di cura a forte integrazione ospedale territorio.
Linea progettuale 3. La promozione di modelli organizzativi e assistenziali dei pazienti in stato
vegetativo e di minima coscienza nella fase di cronicità
3. Modello per la gestione e l’assistenza integrata (h24) di pazienti cronici in stato vegetativo e stato
di minima coscienza nella Regione Calabria
Il progetto: “Modello per la gestione e l’assistenza integrata (h24) di pazienti cronici in SV( Stato Vegetativo) e SMC nella
Regione Calabria”, è finalizzato ad attivare una sperimentazione gestionale per l’assistenza di tali pazienti
sull’intero territorio regionale. In Calabria, l’assistenza a pazienti in SV e SMC, è attuata grazie all’ISA di
Crotone, centro di eccellenza di carattere nazionale ed internazionale, le cui unità dedicate alla presa in carico di
pazienti cronici in SV e SMC sono attive da circa 12 anni e che già dispone di un reparto d’avanguardia
denominato SUAP, specificamente destinato a tale categoria di pazienti.
La SUAP dell’ISA con 46 posti letto è in grado di garantire un servizio clinico-assistenziale di elevato livello, sia
ai degenti che alle loro famiglie.
È opportuno evidenziare come il modello attuato nella Regione Calabria attraverso l’ISA è stato considerato in
più occasioni come riferimento di carattere nazionale ed internazionale.
Partendo da questi presupposti, il progetto intende definire un servizio integrato per pazienti cronici in SV e
SMC con differente eziologia che prevede:
1. assistenza ai pazienti cronici in SV e SMC nella SUAP dell’ISA che, partendo dagli attuali protocolli, sia
ulteriormente migliorata con l’utilizzo di procedure e sistemi per il monitoraggio automatizzato di parametri
biometrici e per la valutazione dello stato di coscienza;
2. assistenza ai pazienti cronici in SV e SMC per l’ospedalizzazione a domicilio attraverso servizi di
telemedicina ed un equipe remota di Assistenza Domiciliare Integrata per SV e SMC (ADISV).
L’obiettivo è quello di mettere a punto un modello assistenziale che, sfruttando l’esperienza e la competenza
maturata per il trattamento dei suddetti pazienti, riesca a soddisfare, in una logica di efficienza, l’intero
fabbisogno regionale di posti letto dedicati e sia di riferimento alla comunità scientifica per le applicazioni di
avanguardia che prevede di implementare.
In particolare la Regione Calabria, in linea con quanto previsto dalle osservazioni epidemiologiche, secondo cui
il numero di posti letto in unità dedicate a pazienti cronici in SV ed SMC dovrebbe essere non inferiore a
5/100.000 abitanti (quindi 100 posti letto per l’intera Calabria), intende nei tre anni di realizzazione del Piano
coprire il 100% del fabbisogno previsto, integrando le 54 unità mancanti rispetto agli attuali 46 posti letto
disponibili nella SUAP dell’ISA, attraverso una rete di assistenza per l’ospedalizzazione domiciliare distribuita
su tutto il territorio regionale.
Ciò eviterà alla Regione stessa di pianificare ed effettuare investimenti strutturali in tale ambito clinico, pur
garantendo un servizio sanitario di alto profilo la cui efficacia ed efficienza sono assicurati dalla competenza e
dalla qualità dei servizi dimostrate in anni di attività dall’ISA.
L’ambizione è quella di proporre un modello che possa contribuire a rendere uniforme ed omogeneo su tutto il
territorio nazionale l’approccio per la cura e la gestione di questa tipologia di pazienti, oltre che avviare un
88100 Catanzaro – Via E. Buccarelli,30 centr. 0961/8511
10
Allegato n. 5 al DPGR-CA del………………, n……- Relazione Ob PSN anno 2011
percorso sperimentale che sia di supporto alla regolamentazione dell’ospedalizzazione a domicilio attraverso
strumenti di telemedicina e reti di operatori distribuiti per l’assistenza remota.
Nella presente relazione vengono descritte le attività svolte nella seconda annualità del progetto “Modello per la
gestione e l’assistenza integrata di pazienti cronici in stato vegetativo e stato di minima coscienza nella regione
Calabria, denominato “OBERON”.
Nel periodo di riferimento sono continuate le attività relative alla sperimentazione dei protocolli definiti (OR5)
e la valutazione delle sperimentazioni e definizione dei percorsi assistenziali ottimizzati (OR6), è proseguita
l’attività di definizione delle procedure operative di dettaglio previste per la gestione della domiciliazione(OR3),
con particolare riferimento alle procedure operative per la gestione delle visite a domicilio delle equipe ADISV,
ed è stata terminata l’attività di “platform selection” (OR4), ovvero di selezione della miglior piattaforma per la
rilevazione automatica dei parametri vitali dei pazienti domiciliati.
E’ proseguita l’analisi di dettaglio delle procedure di gestione dei percorsi assistenziali a domicilio. In particolare
è stata definita la procedura di accettazione ed inserimento di nuovi pazienti nel progetto Oberon ed è stata
prodotta una prima versione del processo di pianificazione e rendicontazione delle visite periodiche a domicilio
effettuate dalle ADISV.
Relativamente alle ADISV, è risultato fondamentale condividere la procedura operativa con i referenti delle 5
ASP provinciali, relativamente alla registrazione delle visite effettuate a domicilio, alla gestione dei calendari per
la pianificazione delle visite stesse, secondo le frequenze previste dal progetto, alla gestione della
rendicontazione delle visite effettuate, che saranno oggetto di rimborso da parte dell’ASP di KR.
Le procedure sono state discusse e condivise con i referenti dell’ASP di Crotone e con i referenti ADI delle 5
ASP calabresi. Il processo di condivisione ha portato ad evidenziare la necessità di apportare modifiche alle
procedure impostate durante il primo semestre, e di dettagliare maggiormente alcune fasi dei processi per
sciogliere alcuni nodi e definire con maggiore dettaglio le modalità e gli ambiti di intervento di Oberon, per
quanto riguarda la gestione delle visite domiciliari periodiche.
Per quanto riguarda le procedure interne di gestione della UOS, sono stati definiti:
- i template per la realizzazione dei calendari delle visite a domicilio,
- i modelli per la definizione dei rapporti clinici periodici per i pazienti assistiti,
- le procedure di gestione e configurazione dei componenti per la rilevazione automatica dei parametri vitali dei
pazienti: dal collaudo della fornitura, alla configurazione e associazione dei sensori ai pazienti, alla installazione
e configurazione del sistema a domicilio.
Nel periodo di riferimento è stata conclusa l’attività ed il completamento dello studio necessario alla
identificazione delle caratteristiche di dettaglio della piattaforma basata su sensori biometrici, per il rilevamento
automatico dei parametri vitali dei pazienti domiciliati. I dati rilevati verranno trasmessi attraverso la rete
Internet all’UOS, che rappresenta il Centro Servizi per la gestione operativa delle sessioni di telemedicina e per
l’assistenza dei pazienti da remoto.
L’attività di ”platform selection” è consistita in:
- Studio preliminare per la definizione dei requisiti di dettaglio, sia applicativi che architetturali, della
piattaforma tecnologica
- Scouting di quanto offerto dal mercato e analisi dello stato dell’arte delle tecnologie attualmente disponibili
- Definizione di una metodologia di valutazione che ha portato ad identificare il set di indicatori da utilizzare
per la valutazione della piattaforma più idonea
- Sperimentazione sul campo delle migliori piattaforme commerciali identificate
- Valutazione finale delle soluzioni tecnologiche, basate sui risultati della sperimentazione, svolta coerentemente
con la metodologia precedentemente definita.
Nel periodo di riferimento sono continuate le attività relative alle sperimentazioni dei protocolli ottimizzati
nella SUAP.
In particolare la sperimentazione dei nuovi protocolli è consistita nella standardizzazione e nell’utilizzo delle
procedure di applicazione di:
1. Stimolazioni sensoriali per la misurazione delle variazioni del grado di coscienza di alcuni pazienti, mediante
somministrazione delle scale di valutazione identificate dallo specifico protocollo
2. Introduzione di nuove scale di valutazione allo scopo di misurare oggettivamente la reale condizione
psicologica del familiare/caregiver, che assiste a domicilio il paziente in Stato Vegetativo o in Stato di Minima
Coscienza
3. Prevenzione e trattamento delle ulcere da decubito, applicazione del protocollo di misurazione e valutazione
del rischio e del grado di avanzamento della complicanza.
88100 Catanzaro – Via E. Buccarelli,30 centr. 0961/8511
11
Allegato n. 5 al DPGR-CA del………………, n……- Relazione Ob PSN anno 2011
4. Valutazione dei materiali di consumo impiegati nel tempo per ogni singolo paziente, allo scopo di poter
definire con la massima precisione il grado di incidenza del costo di tali materiali nel computo globale del costo
pro capite del servizio di assistenza erogato tramite Oberon.
Per quanto riguarda la sperimentazione a domicilio, nel periodo di riferimento sono stati visitati 11pazienti
domiciliati, che si aggiungono ai 5 visitati al termine del primo anno di progetto, di cui
1 paziente in Provincia di CZ;
6 pazienti in Provincia di CS, di cui 3 sono stati visitati 2 volte;
2 pazienti in Provincia di VV, entrambi visitati 2 volte;
1 paziente in Provincia di RC;
6 pazienti in Provincia di KR.
Attualmente i pazienti che prendono parte alla sperimentazione ed effettivamente assistiti a domicilio sono 5: 3
sono residenti nella Provincia di Cosenza, 2 nella provincia di Vibo Valentia.
Inoltre sono state effettuate le attività preliminari all’arruolamento di altri 8 pazienti, di cui 3 in provincia di
Crotone, 2 in provincia di Vibo, 1 in provincia di Catanzaro, 1 in provincia di Cosenza ed 1 in provincia di
Reggio Calabria.
Su segnalazione dei referenti ADI provinciali, sono state definite le equipe territoriali (ADISV), composte da
infermiere e terapista, che dovranno effettuare le visite periodiche a domicilio.
Per ogni ASP è stato nominato un referente ADI, che interfacciandosi con il responsabile della UOS
provvederà alla programmazione ed organizzazione delle visite domiciliari.
Il processo di pianificazione delle visite a domicilio è ottimizzato sulla base di:
- Residenza dei pazienti;
- Distretto sanitario di appartenenza dei terapisti e degli infermieri;
- Aggregazione di più visite nella stessa giornata.
Nel periodo di riferimento è stato avviato in maniera completa il servizio di assistenza a domicilio, sia grazie alla
disponibilità di tutta la tecnologia prevista, compresa la piattaforma e la sensoristica per il monitoraggio
automatizzato, sia grazie all’individuazione di infermieri e fisioterapisti da parte delle ASP provinciali grazie ai
quali, dopo i previsti corsi di formazione erogati dal personale dell’Istituto S. Anna, sono state organizzate le
prime equipe di assistenza remota.
Nel periodo di riferimento sono stati erogati 2 corsi, rispettivamente ai Medici di Medicina Generale e agli
Infermieri e Terapisti individuati dai referenti ADI provinciali, che comporranno le equipe ADISV di Oberon.
Sono state installate le postazioni telematiche, per la rilevazione dei parametri vitali e le videochiamate, presso il
domicilio dei 5 pazienti già arruolati dal progetto Oberon.
Le ADISV (Equipe remota per l’Assistenza Domiciliare Integrata per SV e SMC) sono composte da medico
(fornito da ISA), infermieri e terapisti (forniti dalle ASP).
Le frequenze di visita, così come definite nel progetto esecutivo, sono:
- personale medico: per ogni paziente 2 volte ogni tre mesi per due ore;
- personale infermieristico: per ogni paziente una volta ogni 15 giorni per un’ora;
- personale fisioterapico: per paziente 2 volte a settimana per un’ora.
Linea progettuale 4. Le cure palliative e la terapia del dolore
4. Telemedicina e Teleassistenza nella realizzazione delle due Reti di terapia del Dolore e Cure
Palliative
La Regione Calabria ha ottemperato alle attività preliminari alla realizzazione del Progetto istituendo, così come
previsto nell’Accordo Stato/Regioni del 16 Dicembre 2010 e dal cronoprogramma del progetto stesso, un
gruppo di Coordinamento e di due sottogruppi (uno per le Cure Palliative e uno per la Terapia del Dolore).
Questi organismi hanno provveduto a contestualizzare quanto già esistente nelle varie province della Regione,
nel tentativo di omogenizzare le reti locali sia di Cure Palliative che di Terapia del Dolore. A tal fine hanno
implementato le linee guida regionali e, per la Rete di Cure Palliative, hanno riprogrammato la rete di Hospice.
L’obiettivo principale di questa fase è stata l’attività di un settore consulenziale che si è avvalso del supporto di
singoli professionisti competenti, con esperienza clinica-istituzionale, per la Progettazione del Modello di
Centrale Operativa per Telemedicina correlata ai bisogni attesi dal territorio e favorendo ulteriormente
l’integrazione ospedale/territorio. L’attività finora svolta si integra con quanto previsto nel Piano operativo
2013-2015 nell’attuazione di reti assistenziali per intensità di cura.
Linea progettuale 5. Interventi per le biobanche di materiale umano
88100 Catanzaro – Via E. Buccarelli,30 centr. 0961/8511
12
Allegato n. 5 al DPGR-CA del………………, n……- Relazione Ob PSN anno 2011
5.1 Ottimizzazione network Calabria Cord Blood Bank: incremento unità cordonali raccolte, bancate e
rilasciate
La Banca del Cordone Ombelicale della Regione Calabria è stata istituita con la Delibera Regione Calabria n°
339 del Maggio 2004. A Gennaio 2006 la struttura, denominata Calabria Cord Blood Bank (CCBB), avvia
ufficialmente l’attività di raccolta, validazione, processazione, conservazione e rilascio di cellule staminali
cordonali. La CCBB, che ha sede presso il Centro Unico Regionale Trapianti e Terapie Cellulari (CTMO)
dell’Azienda Ospedaliera “Bianchi-Melacrino-Morelli”, comprende un network di collaborazione, sull’intero
territorio regionale, che coinvolge differenti servizi sanitari sul territorio regionale.
La Calabria CBB ha ottenuto la certificazione di Qualità ISO 9001, versione 2000 nel 2007 e versione 2008 nel
2011.
La CCBB fa parte della rete nazionale ITCBN (Italian Cord Blood Network) istituita ai sensi del D.Lgs
18/11/2009 e costituita da 19 Banche di cordone ombelicale attive sul territorio nazionale e autorizzate dal
Centro Nazionale Trapianti (CNT) Centro Nazionale Sangue (CNS). L'attività delle banche dell'ITCBN è
contraddistinta dall’applicazione rigorosa dei requisiti di qualità e sicurezza, introdotti dalle normative italiane
ed europee, relativi alla raccolta, conservazione, bancaggio e rilascio di unità di sangue cordonale donate a
scopo solidaristico e destinate al trapianto.
Di seguito si dettaglia il resoconto delle attività svolte relativamente al Piano esecutivo dal titolo
“Ottimizzazione del network della Calabria Cord Blood Bank: implementazione delle unità raccolte, bancate e
rilasciate. Report attività” nell’anno 2011.
L'obiettivo strategico principale è stato quello di incrementare l’inventario nazionale delle unità cordonali
disponibili per il trapianto di cellule staminali in pazienti onco-ematologici, con unità che rispettino i nuovi
requisiti imposti dagli organi ministeriali.
Per raggiungere tali risultati era necessario aumentare il numero dei Centri di Raccolta e garantire il trasporto 7
giorni su 7 assicurando che la sede della Banca possa restare attiva per l’intera settimana. Nonostante la
chiusura dei punti nascita con n° parti/anno minori di 500 , il numero delle unità cordonali raccolte e bancate è
in aumento in confronto agli anni precedenti, come mostrato di seguito:
La Calabria CBB, nel 2011 è stata la prima Banca a livello nazionale per indice di rilascio (n° unita bancate/n°
unità rilasciate: 1,10 vs media nazionale 0,37), distribuendo 5 unità cordonali: 1 per paziente italiano e 4 per
pazienti esteri. Una delle unità rilasciate era stata appena riqualificata per DRB1 ad HR e ciò ha permesso di
ridurre i tempi tra la richiesta e l’invio dell’unità stessa negli Stati Uniti.
In linea con l'indirizzo nazionale, allo scopo di incrementare l’inventario nazionale con unità cordonali che
posseggano i requisiti nazionali e di potenziare la ricerca in tale campo, l’obiettivo della Regione Calabria e della
Calabria CBB è stato quello di aumentare la raccolta delle cellule staminali cordonali attraverso una
riformulazione delle competenze degli attori coinvolti nelle varie fasi, una capillare informazione sul territorio
volta a incrementare il numero di donazioni e contrastare la conservazione autologa, l’utilizzo di tecniche di
laboratorio all’avanguardia e nuovi metodi di congelamento. Particolare attenzione è stata data, inoltre,
all’aggiornamento professionale e alla tutela dello staff della Calabria CBB, che nonostante condizioni
contrattuali non definitive, ha raggiunto standard lavorativi di eccellenza.
La Regione Calabria e la Calabria Cord Blood Bank hanno focalizzato l’attenzione:
al mantenimento organico dedicato unicamente all’attività della CCBB, composto da 1 responsabile medico,
2 biologi, 1 tecnico di laboratorio e 1 amministrativo.
alla ottimizzazione della rete integrata regionale dei CR con il potenziamento dell’attività di raccolta e
validazione delle unità cordonali tramite accordi con direzioni sanitarie delle AO sede dei CR per la stipula
di apposite convenzioni tra la Calabria CBB e le AO al fine di regolamentare l’attività dei CR, valutarla in
modo tracciabile e costante e attivare sistemi premianti di incentivazione, a rendicontazione dei risultati.
88100 Catanzaro – Via E. Buccarelli,30 centr. 0961/8511
13
Allegato n. 5 al DPGR-CA del………………, n……- Relazione Ob PSN anno 2011
Sono stati eseguiti corsi di formazione, aggiornamento e mantenimento delle competenze degli operatori
addetti alla raccolta e alla validazione, suddivisi per provincia; laddove sono state riscontrate criticità gravi, si è
proceduto con incontri formativi aggiuntivi al fine di chiarire e risolvere le cause delle criticità.
Sono state acquisite e utilizzate sacche con aghi di calibro superiore per migliorare la tecnica di raccolta.
E’ stato svolto un monitoraggio stringente dell'attività svolta presso i CR e i SIT tramite audit in loco, a cura del
team della Calabria CBB (il responsabile medico e il referente del sistema gestione qualità sono, rispettivamente,
auditor del CNT e CNS e auditor ISO per sistemi sanità).
Sono state registrate, analizzate le non conformità avvenute e risolte con proposizione di azioni correttive.
Per migliorare la qualità delle unità cordonali bancate sono state intraprese le seguenti azioni :
è stato ampliato e messo a regime l’utilizzo di data logger da utilizzare nell’intero percorso delle unità
cordonali al fine di monitorare costantemente la temperatura delle unità cordonali, dalla raccolta all'arrivo
alla sede della Calabria CBB;
è stata richiesto un servizio VEQ (controllo di qualità esterno) per il monitoraggio e certificazione dello
studio del potenziale clonogenico sulle cellule staminali cordonali;
lo staff della Calabria CBB ha partecipato a numerosi eventi formativi per aggiornamento delle competenze;
inoltre sono state attivate collaborazioni con altre strutture simili nazionali per condivisione di esperienze.
Il potenziamento delle campagne di informazione, comunicazione e sensibilizzazione alla donazione sono state
rafforzate con l’inserimento sui alcuni siti istituzionali del link del sito web www.calabriacbb.com.
Inoltre, è stato stampato e distribuito materiale informativo (locandine, pieghevoli) presso strutture pubbliche
e private, attività commerciali di settore, ecc..
Sono stati programmati e realizzati dallo staff della Calabria CBB incontri di preparazione al parto presso
Consultori cittadini al fine di informare le future mamme sulla donazione del cordone.
E’ stata avviata la programmazione per la creazione di un video informativo sull’attività della Calabria CBB, da
distribuire in convegni, presso scuole, organizzazioni, ecc.
Sono stati attivati contatti per l’ individuazione di testimonial a favore della donazione solidaristica.
Per riqualificare le unità cordonali già bancate e inserite nel Registro IBMDR sono state riqualificate n° 276
unità cordonali inserite nel Registro e carenti di HLA ad alta risoluzione, in collaborazione con il Servizio
Regionale di Tipizzazione, unico centro di tipizzazione accreditato EFI in Regione, presso l’Azienda
Ospedaliera “Bianchi-Melacrino-Morelli” di Reggio Calabria.
Per mantenere e migliorare un sistema coordinato per il trasporto delle unità raccolte, gli operatori addetti al
trasporto sono stati coinvolti nell’attività di formazione rivolta ai CR, focalizzando l’attenzione soprattutto sul
corretto trasporto e monitoraggio di elementi critici: temperatura, posizione dei contenitori, tempistica.
Per gli adeguamenti strutturali, tecnologici, e organizzativi del Laboratorio di manipolazione e di
crioconservazione sono stati richiesti: l’acquisizione di uno strumento dedicato per processazione unità
cordonali; l’acquisizione di due congelatori dedicati alle unità cordonali, a vapori di azoto; l’acquisizione di due
congelatori elettrici per lo stoccaggio di siero e plasma materno e cordonale.
Per integrare e mantenere il software di gestione è stata richiesta l’acquisizione di un software gestionale
dedicato all’attività della Calabria CBB, per garantire tracciabilità dei dati delle unità cordonali raccolte, secondo
quanto richiesto dalla vigente normativa e dagli standard Netcord-FACT.
Per aggiungere l’accreditamento di eccellenza Netcord-FACT sono state revisionate le Procedure Operative
(PO) e le Registrazioni utilizzate in conformità con quanto richiesto dagli standard Netcord-FACT; sono state
in parte tradotte in inglese le PO, come richiesto dagli standard Netcord-FACT, tenuto conto che gli ispettori
che eseguiranno l’audit presso la Banca sono statunitensi; è stato creato apposito account con il sito NetcordFACT per attivare la richiesta di accreditamento.
Linea progettuale 7. L'attività motoria per la prevenzione delle malattie croniche e per il
mantenimento dell'efficienza fisica nell'anziano
7. Strategie e azioni di educazione motoria ed attività fisica per la popolazione anziana calabrese
Il progetto è stato avviato sia nel suo complesso sia in ciascuna delle sue tre parti sperimentali.
Per quanto attiene all’insieme, si sono svolti incontri tra i tre responsabili per il coordinamento e
l’armonizzazione delle parti singole e di quelle comuni, relative all’impostazione della formazione generale degli
operatori, dei medici di Medicina Generale e la popolazione anziana.
A questo scopo si è realizzata un’apertura di contatti, finalizzati alla realizzazione delle attività formative, con
l’Università di Messina, come previsto nel Progetto esecutivo.
Per quanto riguarda i singoli progetti sperimentali di seguito sono riportate delle specifiche sintetiche relazioni:
Progetto sperimentale 1 “Miglioramento del profilo di rischio cardiovascolare e della qualità di vita mediante implementazione
dell’attività fisica nella popolazione anziana”
88100 Catanzaro – Via E. Buccarelli,30 centr. 0961/8511
14
Allegato n. 5 al DPGR-CA del………………, n……- Relazione Ob PSN anno 2011
Riguardo a questo progetto, la fase attuativa ha visto la definizione delle modalità di arruolamento del
campione.
Sono state scelte le strategie di sensibilizzazione della popolazione e dei MMG e si è avviato l’inizio del
programma di screening dei soggetti da coinvolgere nello studio.
Sono stati definiti i protocolli per l’esecuzione degli esami ematochimici previsti nel progetto e le modalità di
raccolta dei dati.
Sono stati, inoltre, preparati gli schemi di attività fisica da implementare; è stata individuata la sede dove
svolgere il periodo di training e gli operatori incaricati di guidare i partecipanti nell’esecuzione corretta delle
modalità di svolgimento degli esercizi.
A tale proposito sono stati eseguiti corsi per la standardizzazione dell’attività del personale dedicato
all’insegnamento dell’attività motoria ed è stato avviato al progetto un primo campione di soggetti al fine di
verificare l’efficacia dei protocolli che sono stati definiti.
Nel campione selezionato sono stati somministrati i questionari previsti dallo studio e sono stati rilevati gli
esami ematochimici in condizioni basali.
Inoltre, è stata implementata la quantità di attività fisica individuata durante la fase progettuale.
Durante il periodo di training i soggetti sono stati invitati ad attenersi al programma previsto e sono stati
effettuati incontri di consolidamento da parte degli operatori.
Inoltre, sono stati effettuati periodici contatti finalizzati sia alla verifica dell’attuazione del progetto, e sia per
motivare i partecipanti.
Tutto si è svolto con la grande collaborazione con i MMG che hanno fornito, altresì, supporto logistico per
tutta la durata del progetto.
Al termine del periodo di training sono stati nuovamente somministrati i questionari.
Per quanto riguarda i risultati, ancora in via di elaborazione finale, si è osservato un elevato grado di adesione da
parte della popolazione che ha riferito, al termine del periodo di training, un notevole grado di soddisfazione ed
un miglioramento della condizione di benessere percepito.
Progetto sperimentale 2 “Valutazione del rischio di Caduta ed Intervento di promozione dell’attività fisica e motoria per la
prevenzione delle cadute e delle conseguenze secondarie”
Per quanto riguarda questo progetto si sono svolte le seguenti attività:
1) Formazione di un gruppo interdisciplinare (Fisiatri, Fisioterapisti, Educatori fisici e studenti del corso di
laurea in Scienze motorie e Fisioterapia) con la definizione dei seguenti punti da realizzare:
a) Verifica degli attuali orientamenti della letteratura scientifica e riesame delle evidenze e delle esperienze
realizzate ed in corso (realizzato)
b) Scelta delle modalità di reclutamento e di lavoro valutativo e motorio (realizzato)
c) Acquisizione delle risorse strumentali ed umane per la realizzazione dei programmi di lavoro (avviato)
d) Preparazione del personale operativo (avviato)
e) Distinzione dei livelli di rischio della popolazione reclutata in due sottogruppi rischio contenuto e
medio, il primo, rischio elevato, il secondo (avviato)
f) Realizzazione di due differenti programmi di attività per i due gruppi per almeno 3 mesi (realizzato per
il primo gruppo)
2) Riunione con i medici specialisti ambulatoriali dell’ASP di CZ per esporre il progetto e definizione dei
seguenti punti:
a) Realizzazione di un mini questionario da somministrare ai pazienti (realizzato)
b) Scelta dei criteri di inclusione e di esclusione (realizzato)
c) Scelta delle scale di valutazione (realizzato)
d) Selezione dei soggetti che rispondono a determinati requisiti tramite il suddetto questionario (realizzato
presso l’ambulatorio dell’A.O. Mater Domini)
3) Stesura della documentazione da inviare all’ASP ed ai medici di Medicina Generale e del documento sul
consenso informato per i pazienti.
4) Apertura di contatti ufficiali con l’ASP di Catanzaro
Il lavoro si avvia alla sperimentazione sul primo gruppo di pazienti anziani.
Nel corso della seconda annualità sono state svolte le seguenti attività e raggiunti i seguenti obiettivi:
a) Definitiva messa a punto del programma di esercizi, da proporre alle persone ultra 65enni;
b) Attivazione del reclutamento e della selezione delle persone aderenti al programma, tramite l’intervento
dei MM.M.G. e degli specialisti coinvolti.
c) Avvio del programma di lavoro, su un primo gruppo sperimentale, per la verifica della reale fattibilità e
dell’assenza di rischio per gli anziani partecipanti.
d) Verifica dei risultati ottenuti: tutti positivi.
88100 Catanzaro – Via E. Buccarelli,30 centr. 0961/8511
15
Allegato n. 5 al DPGR-CA del………………, n……- Relazione Ob PSN anno 2011
e) Formazione di laureandi in Scienze motorie e Fisioterapia alla conduzione del gruppo per la
Prevenzione delle Cadute.
f) Ripresa dell’attività di reclutamento e selezione delle persone anziane
g) Apertura di una pagina FB
h) Realizzazione di pubblicistica adeguata per MM.M.G. e strutture sanitarie pubbliche.
i) Prima stesura opuscolo informativo.
j) Programmazione acquisto strumentazione prevista e avvio delle procedure.
k) Adesione di alcune strutture alla parte esecutiva del progetto in provincia di Catanzaro.
Siamo in attesa di ulteriori risultati dai gruppi operanti.
Progetto sperimentale 3 “Gruppi di Cammino – Vivere in Buona Salute”
Si è proceduto ad un aggiornamento della letteratura scientifica e sono stati intensificati i contatti con altre
realtà regionali per l’acquisizione delle buone pratiche per la realizzazione dei Gruppi di Cammino nelle
persone anziane.
Si è proceduto alla selezione e sistematizzazione del materiale didattico e propedeutico allo svolgimento del
Progetto (schede conducenti, schede partecipanti, schede di gradimento, schede di valutazione, etc), rendendolo più aderente
possibile al contesto ambientale.
Si sono svolti degli incontri del gruppo di lavoro multidisciplinare regionale, dove sono state definite le azioni
da intraprendere e stabiliti i criteri per l’individuazione dei referenti aziendali.
Sono stati raccolti i dati della popolazione target ricadenti nell’ASP di Cosenza e le strutture socio sanitarie da
coinvolgere.
Si è preso contatto con l’esperto informatico dell’ASP per realizzare il sito Internet così da consentire una
migliore diffusione dell’iniziativa e per scaricare il materiale utile all’utenza.
Sono in corso le stipule di convenzione con Enti, Associazioni Sportive ed Università, e si stanno definendo le
modalità per avvalersi di quelle professionalità, indispensabili per la realizzazione del progetto, ma non presenti
in ambito ASP, quali i dottori in scienze motorie/insegnanti di educazione fisica, per la loro specifica
formazione nella conduzione dei Gruppi di Cammino.
Si sta procedendo ad un’azione di divulgazione dei benefici dell’attività motoria e dei rischi della vita sedentaria.
La formazione dei dottori di scienze motorie ci consentirà di disporre di personale qualificato in grado di
avviare e condurre in sicurezza i Gruppi di Cammino, e di individuare e formare nel gruppo stesso il Walking
Leader, che si farà carico di condurre a sua volta il gruppo.
Si è proceduto nella stesura dei Piani di Formazione dei MMG, tecnici della prevenzione e tecnici comunali, e
di un programma di formazione/informazione della popolazione anziana.
In linea con quelle che sono gli indirizzi del Ministero della Salute e dell’I.S.S. si è passati dalla sorveglianza ad
un intervento sul territorio.
Dall’analisi dei dati è stato riscontrato un generale miglioramento dello stato di salute della popolazione anziana
calabrese partecipante allo studio. E’ in fase di definizione il sito internet su “gruppi di cammino”.
Linea progettuale 8. Tutela della maternità e promozione dell’appropriatezza del percorso nascita
8.1. Riorganizzazione percorso nascita: integrazione territorio-ospedale
Le Aziende Sanitarie Provinciali ed ospedaliere della Calabria hanno continuato nel 2011 quanto intrapreso
nell’anno precedente, e cioè la riorganizzazione delle attività legate al percorso nascita attraverso il
Coordinamento dei Consultori e dei Dipartimenti Materno Infantile in alcuni casi interanziendali.
La realizzazione del Percorso Nascita ha previsto un “modello assistenziale partecipato” nella triade madrepadre-bambino nel periodo di gestazione e nascita.
La razionalizzazione dei punti nascita è iniziata con la disattivazione dei Punti Nascita al di sotto dei 500 parti
(DPGR n.26 del 16.11.2010).
Considerato l’elevato numero di parti e la peculiarità della mission aziendale si è attuata una nuova definizione
di modelli organizzativi più consoni all’assistenza appropriata della gravidanza e del parto in relazione alle
condizioni di rischio.
Il presupposto del modello organizzativo, secondo l’OMS, è che l’uso degli stessi schemi assistenziali per tutte
le gravidanze possa creare comportamenti inappropriati per un contesto a basso rischio e dall’altra parte possa
sottostimare il rischio di complicanze nelle condizioni di rischio e di patologia materno-fetale.
D’altra parte le indicazioni programmatiche nazionali e regionali, esprimono un forte impegno a soddisfare i
bisogni di umanizzazione dell’evento nascita e di riduzione dei parti operativi.
Vi sono dati che suggeriscono come un’organizzazione dell’assistenza alla gravidanza basata sulla
presenza/assenza di fattori di rischio e sulla loro entità, favorisce l’uso appropriato dell’ospedale e ha benefici
88100 Catanzaro – Via E. Buccarelli,30 centr. 0961/8511
16
Allegato n. 5 al DPGR-CA del………………, n……- Relazione Ob PSN anno 2011
sulla continuità assistenziale, sul rispetto della fisiologia della gravidanza, sul potenziamento delle competenze
della donna e sull’allattamento al seno.
In questo contesto risulta basilare il rapporto Ospedale-Territorio, per la quale ragione oltre al potenziamento
strumentale dei punti nascita esistenti, si è proceduto ad una più incisiva azione nell’implementazione di
progetti finalizzati a favorire il parto naturale, umanizzare l'evento nascita e ridurre la mortalità e morbilità
neonatale e materna.
Si è proceduto a potenziare la formazione degli operatori, l’acquisto di attrezzature e a favorire un
coinvolgimento sempre più stretto tra ospedale e territorio.
Alla luce del blocco delle assunzioni, previsto dal piano di rientro, si è stati obbligati ad incentivare il personale
in maniera idonea ad assicurare il massimo dell’assistenza all’utenza.
Settore dell’assistenza nel percorso nascita. integrazione ospedale-territorio
Per favorire il parto naturale sono state realizzate le seguenti azioni con le quali è stato intensificato quanto già
implementato negli anni precedenti:
1) attivazione dell’ambulatorio della gravidanza fisiologica che garantisce la presa in carico completa ed adeguata della
gestante durante e dopo la gravidanza favorendo una riduzione dei Tagli Cesarei ed un aumento della
percentuale di donne che allattano al seno.
2) Corsi di accompagnamento alla nascita (can) che forniscono gli strumenti per affrontare e vivere il dolore del parto,
fortificano e fanno emergere le competenze della donna rispetto all'evento nascita. Hanno favorito l'aumento
della percentuale di donne partecipanti ai CAN determinando una significativa riduzione dei tagli cesarei.
Per ridurre la morbilità materna e neonatale sono state avviate le seguenti azioni:
1)assistenza domiciliare in puerperioche fornisce sostegno ed assistenza alla madre ed al neonato nelle prime
settimane di vita, favorisce le dimissioni precoci, promuove e sostiene l'allattamento al seno, individua
precocemente patologie di varia natura avvalendosi della collaborazione dei servizi già esistenti sul territorio,
contenendo le riammissioni ospedaliere evitabili.
In alcune ASP sono state attivate azioni volte a ridurre la rosolia in gravidanza in linea con piano nazionale dei
vaccini con il progetto “future mamme senza rosolia” con l’obiettivo di ridurre i rischi di malformazioni congenite.
Nell’ASP di Cosenza sono stati attivati gli ambulatori per la riabilitazione del pavimento pelvico che permette
di evidenziare la problematica genito-urinaria, sensibilizza le gravide durante i CAN, risolve l'incontinenza
urinaria da stress e/o prepara le donne all'intervento chirurgico.
Sempre nell'ASP di Cosenza sono stati attivati presso i Consultori Familiari progetti finalizzati alla prevenzione
della Depressione Post Partum attraverso l'avvio di processi di integrazione tra i servizi e gli operatori del
Dipartimento Materno Infantile ed il potenziamento delle competenze professionali specialistiche del personale
sanitario del Dipartimento Materno Infantile che si occupa della gravidanza, del parto, del neonato con
l’obiettivo di fornire informazioni necessarie per individuare precocemente i casi di DPP. E' stato, inoltre,
avviato uno screening delle neomamme attraverso uso di test. che ha permesso di aumentare il trattamento
precoce dei casi individuati e di diminuire i disagi associati alla DPP nel territorio dell’ASP di Cosenza.
Le UU.OO. di Ostetricia e Ginecologia dell’ASP hanno elaborato il percorso nascita attraverso le sue
caratteristiche qualificanti:
1)Percorso nascita gravidanza fisiologica con ambulatorio dedicato
2)Percorso nascita gravidanza patologica con ambulatorio dedicato
3)Personalizzazione degli ambulatori di assistenza alla fisiologia
4)Corso di preparazione al parto e corso interculturale di accompagnamento alla nascita
5)Assistenza one-to-one ostetrica/partoriente in travaglio
6)Utilizzo di linee guida comuni da parte di tutti gli operatori
7)Presenza di un famigliare scelto dalla donna durante il travaglio
8)Percorsi alternativi per il parto (parto attivo, parto in acqua, sgabello ...)
In collaborazione con le Aziende Ospedaliere si è proceduto ad una prima attività di monitoraggio e
formazione al fine di implementare in tutti i Punti Nascita dell’ASP la analgesia epidurale concordata.
Nell’ambito delle azioni intraprese per incrementare la Parto Analgesia nel 2011, nelle ASP e nelle AO sono
state avviate azioni volte a migliorare la qualità delle cure offerte all’utenza in ambito ostetrico, offrendo alle
donne che non sono in grado di affrontare serenamente l’eventualità del travaglio, la possibile opzione
analgesica, come alternativa al taglio cesareo su richiesta materna, assicurando la presenza della figura
dell’anestesista-rianimatore, quale garante dell’emergenza; tale attività ha portato un incremento del parto
analgesia del 5% sul totale dei parti spontanei ed una riduzione del 5% dei tagli cesarei. con una punta del 7%
relativamente al progetto svolto nell'ASP e AO di Cosenza.
L’attività finora svolta si integra con quanto previsto nel Piano operativo 2013-2015 nell’attuazione di reti
assistenziali per intensità di cura.
88100 Catanzaro – Via E. Buccarelli,30 centr. 0961/8511
17
Allegato n. 5 al DPGR-CA del………………, n……- Relazione Ob PSN anno 2011
8.2 Completamento e messa a regime del trasporto neonatale (STEN) e organizzazione del trasporto
assistito materno ( STAM)
Obiettivi :
1. Realizzazione di percorsi formativi per il personale delle Terapie Intensive Neonatali e degli ospedali
periferici dotati di punti nascita;
2. Stesura linee-guida e percorsi organizzativi e diagnostico-terapeutici per la stabilizzazione e la cura del
neonato patologico;
3. Attivazione del trasporto regionale del neonato in emergenza-urgenza.
Le UU.OO. di Ostetricia e Ginecologia, di Pediatria e Neonatologia dei PP.OO. sedi di SPOKE, delle ASP
hanno attivato il trasporto di emergenza neonatale e di trasporto assistito materno verso l’HUB di riferimento
posto presso le Aziende Ospedaliere della Calabria.
Il servizio di trasporto neonatale attivato nelle Aziende rappresenta un punto di riferimento su cui si basa
l’organizzazione regionale dell’assistenza perinatale, la precoce identificazione e il rapido trasferimento presso
un centro di terapia intensiva neonatale dei neonati patologici riducono significativamente la mortalità e la
morbilità neonatale.
Il servizio di trasporto neonatale assicura non solo il collegamento fra maternità e reparti di patologia/terapia
intensiva neonatale ma, rappresentando l’estensione sul territorio delle potenzialità diagnostiche, terapeutiche e
assistenziali di una TIN, è in grado di fornire con tempestività cure appropriate a qualsiasi neonato ovunque si
trovi.
L’obiettivo principale di un servizio dedicato per il trasporto neonatale è quello di garantire la migliore
assistenza al neonato da trasferire, con gli standard strutturali e funzionali più adeguati alle proprie necessità
assistenziali.
L’utilizzo di un servizio dedicato consente di raggiungere la migliore efficienza possibile con rapidi tempi di
attivazione.
Le attività svolte dalle Unità Operative di Neonatologia delle Aziende Ospedaliere si sono così articolate:
•
Attività di gruppo di lavoro formato dal personale medico sia neonato logico che ostetrico,
•
Incontri con il personale dei punti nascita delle Aziende Sanitarie Provinciali,
•
Incontri con il personale del 118,
•
Incontri con il personale ausiliario (autisti e barellieri),
•
Incontri operativi per l’avvio delle STEN.
Con la realizzazione delle attività su indicate si è avviato un percorso che avvia il processo di riduzione
dei rischi connessi ad una scarsa efficienza del trasporto, per una migliore e più rapida stabilizzazione dei
neonati a rischio prima del trasporto con decremento della patologia neonatale, della mortalità e degli esiti a
distanza per i neonati critici.
A lungo termine si ritiene di ottenere, per effetto trainante, un incremento del trasporto in utero e una più
razionale organizzazione delle cure perinatali con strutturazione di un sistema a rete.
Linea progettuale 9. Malattie rare
9.1 Collaborazione interregionale per errori congeniti del metabolismo, immunodeficienze e
malformazioni congenite
Il progetto è finalizzato allo sviluppo di una rete interregionale per lo sviluppo di percorsi diagnostici e
terapeutici di alta specialità e dedicate a quelle aree critiche nell’assistenza regionale quali gli errori congeniti del
metabolismo, le principali immunodeficienze ed alcune malformazioni congenite.
Alla luce di quanto detto, ad oggi si è provveduto ad effettuare indagine epidemiologica al fine di valutare il
numero dei pazienti per i diversi sottogruppi di malattia residenti in Regione Calabria. Lo scopo di questa fase è
quello di registrare i dati relativi alla prevalenza delle malati residenti in Calabria, che ad oggi non sono ancora
ben documentati, visto anche il gran numero di pazienti calabresi che ricevono la diagnosi e vengono seguiti
fuori Regione. Per la raccolta dati si è preparata una scheda specifica per ogni gruppo di malattie e si sono
coinvolte le specifiche società scientifiche, i Centri CUOP (Coordinamento Unità Operative Pediatriche
Calabresi), i Pediatri di famiglia; ed il Registro “Ricoveri pediatrici intra/extra Regione Calabria 2005-2008”,
dove sono inseriti tutti i ricoveri effettuati dai pazienti in età pediatrica, fuori regione, per varie patologie.
Per le immunodeficienze l’ indagine ha coinvolto inoltre i reparti di Pediatria, Medicina Interna, i centri
Trasfusionali e i centri di Ematologia, dove sono state inviate via e-mail e via posta le schede per il censimento
dei pazienti. Ad oggi sono stati individuati complessivamente 95 pazienti con immunodeficienza primitiva
(IDP) (3 pz. con Ipogammaglobulinemia Transitoria, 1 pz. Con Agammaglobulinemia Autosomica Recessiva, 2
pz. con Agammaglobulinemia X Linked , 18 pz. Con Immunodeficienza Comune Variabile, 3 pz. con Malattia
88100 Catanzaro – Via E. Buccarelli,30 centr. 0961/8511
18
Allegato n. 5 al DPGR-CA del………………, n……- Relazione Ob PSN anno 2011
Granulomatosa Cronica , 11 pz. con Delezione cromosoma 22, 1 pz. con Atassia-Teleangiectasia , 1 pz. con
Wiskott-Aldrich , 3 pz. con iper-IgM, 1 pz. Con Iper-IgE, 4 pz con XLP, 1 pz. con XLP-like, 3 pz. con SCID,
1pz. con Ipoγ+dGH, 3 pz. con deficit cellulare ndd, 14 pz. con deficit Ig-A, 3 pz. con deficit Ig-M, 22 pz. con
altri deficit immunità non meglio specificate) e dei 95 pz. 74 hanno avuto diagnosi e/o ricoveri fuori Regione. Il
dato è sottostimato in quanto non tutte le tipologie di IDP sono raccolte nel data-base AIEOP, nei vari
ospedali non esistono registri dei pazienti per queste patologie e non tutte le strutture ed i Pediatri di Famiglia
hanno partecipato allo studio.
Per le malformazioni congenite abbiamo selezionato, sulla base della prevalenza attesa e della complessità
assistenziale, l’acondroplasia, le craniostenosi, le labiopalatoschisi e le anomalie cromosomiche. Abbiamo
utilizzato il registro delle malformazioni congenite (MC) della regione Calabria dal quale abbiamo estrapolato i
dati relativi a 9 punti nascita per una copertura dei nati totali pari al 42% della regione. In particolare abbiamo
riscontrato 37 labiopalatoschisi, 6 osteocondrodispasie, 50 cromosomopatie e nessuna craniostenosi
sindromica. Incrociando i dati del registro MC con quelli relativi alle patologie in esame registro malattie rare
(RM) Regione Calabria e quelli relativi ai pazienti seguiti presso la nostra Unità i numeri sono significativamente
più alti. E’ in corso la costituzione di un data base per ogni tipo di malformazione congenita in esame dove far
confluire le informazioni provenienti dalle diverse fonti. E’ inoltre in corso lo studio delle modalità di richiesta
di questi dati utilizzando le SDO, le certificazioni di malattia rara fatte nei diversi centri di riferimento
riconosciuti in regione e tramite la Federazione Italiana Medici Pediatri. E’ già pronto il percorso diagnosticofollow-up e terapeutico con l’identificazione dei relativi punti di riferimento extraregionali per le alte specialità
quali ortopedia e neurochirurgia, analisi molecolare del gene IGFG specifico per l’acodro-ipocondroplasia e le
craniostenosi sindromiche (sindrome di Crouzon, Sindrome di Alpert, sindrome di Pfeiffer e sindrome di
Saethre-Chotzen).
Per gli errori congeniti del metabolismo abbiamo i dati relativi alle: 1. iperfenilalaninemie recuperati tramite il
rapporti screening neonatali, farmacie territoriali dove vengono distribuiti i prodotti dietetici e registro italiano
iperfenilalaninemia dove afferiamo come unico centro di riferimento per i pazienti risultati positivi allo
screening; 2. malattie da accumulo lisosomiale (malattia di Fabry, Malattia di Gaucher, Malattia di Pompe,
Mucopolisaccaridosi, Malattia di Niemann- Pick) .
Ad oggi abbiamo censito 10 Gaucher, 19 Fabry, 10 MPS e 1 di Niemann- Pick ed è in corso la verifica del
percorso che viene fatto da ciascun pz seguito fuori dal nostro centro; 3. malattia di Wilson tramite i dati relativi
al registro MR e i dati molecolari presenti presso il laboratorio di molecolare dell’università di Cagliari. Essendo
i dati raccolti ad oggi sottostimati in rapporto all’atteso si sta valutando l’opportunità di coinvolgere nel
censimento i medici di libera scelta, le epatologie e le medicine ospedaliere.
Per tutte queste malattie sono già operativi i percorsi diagnostico-follow-up e terapeutico presso la nostra unità
e in corso di completamento l’identificazione dei relativi punti di riferimento extraregionali per i trials
sperimentali e le alte specialità quali analisi diagnostica per Niemann-Pick (filipine test ed analisi molecolare),
analisi molecolare per malattia di Hunter, Hurler, San Filippo e Morquio. Vista la difficoltà nel reperire le
informazioni necessarie su dove e come un paziente viene diagnosticato e seguito, nelle more di uniformare il
percorso tra i vari centri identificati dalla regione come centri di riferimento, si sta sviluppando in
collaborazione con gli informatici una cartella cartacea ed informatizzata per singola malattia da trasferire ai
centri e facilitare la raccolta dati del percorso intrapreso sul singolo paziente affetto da quella specifica malattia.
Questo lavoro ha come obiettivo finale fare un registro di presa in carico paziente ed arrivare ad avere un Piano
Assistenziale Individuale (PAI).
Per quanto riguarda la formazione è stato effettuato un corso teorico pratico “La genetica per il pediatra”
rivolto a pediatri e neonatologi e finalizzato a portare in regione l’avanzamento delle conoscenze in ambito
diagnostico e terapeutico negli specifici ambiti d’interesse del progetto. Questo corso ha visto come relatori
esperti provenienti dai principali centri di riferimento italiani dove vengono inviati i pazienti che sono ancora
seguiti fuori regione . Un secondo evento formativo “Conoscere per assistere” si è svolto promosso da
UNIAMO (federazione di 40 associazioni di malattie rare) in tutte le regioni italiane, rivolto a pediatri di libera
scelta e medici di medicina generale finalizzato a trasferire le conoscenze su gruppi di malattie rare al fine di
migliorare ed anticipare il sospetto diagnostico. Questo corso è stato svolto da vari medici referenti dei centri di
riferimento di malattie rare della regione Calabria..
Di entrambi i corsi abbiamo effettuato la direzione scientifica. Sempre nell’ambito formativo si è effettuato
un evento musicale, nella giornata europea delle malattie rare, rivolto alla popolazione e finalizzato a
sensibilizzare l’opinione pubblica. L’evento “Guardare oltre…” è stato tenuto da bambini affetti da malattie
rare oggetto del progetto e strutturato per valutare i loro punti di forza.
Al fine di supportare la presa in carico dei pazienti in tutti i centri regionali ad oggi identificati abbiamo preso
contatto con diverse associazioni di malati. In particolare con l’Associazione Italiana incontinenza Pigmenti si è
88100 Catanzaro – Via E. Buccarelli,30 centr. 0961/8511
19
Allegato n. 5 al DPGR-CA del………………, n……- Relazione Ob PSN anno 2011
sviluppato un modello di valutazione in loco di problematiche specifiche quali quelle odontoiatriche e
neuropsicologiche, effettuate direttamente da esperi riconosciuti dall’associazione e fornite gratuitamente presso
il nostro Centro. Con l’Associazione Italiana Mucopolisaccaridosi e Malattie affini onlus (presidente Bertoglio),
siamo entrati a far parte del comitato scientifico e parteciperemo al loro congresso annuale in qualità di relatore
esperto nel modello di assistenza domiciliare da noi sviluppato per i bambini affetti da malattia di Hunter e
operativo solo nella nostra Regione. Con le Associazioni Italiane Malattia di Fabry (Gipf e l'Aipaf) siamo già in
contatto da diversi anni e abbiamo sviluppato un programma di formazione rivolto a bambini affetti da MF con
produzione di un fumetto e diapositive ad hoc.
Parteciperemo al loro meeting annuale in veste di “madrina” dei bambini italiani con FD. Le stesse associazioni
hanno chiesto sviluppo di ulteriore materiale formativo per bambini. Con UNIAMO è stato avviato un
percorso comune e siamo entrati a far parte, rappresentando la Calabria, di 2 progetti denominati DIASPRO
ROSSA dedicato a ricavare i costi sociali per diverse malattie oggetto del progetto e COMUNITY dedicato a
condividere i criteri di qualità per l’accreditamento dei centri regionali di malattie rare da portare al tavolo
tecnico in preparazione del nuovo piano sanitario nazionale.
Per quanto riguarda la ricerca clinica è stato avviato un progetto denominato “MPScreening” che rende
disponibile la determinazione gratuita dei GAGs, metodo di screening delle mucopolisaccaridos, a tutti gli
operatori del territorio della regione Calabria e Sicilia (pediatrie, otorino, ortopedico ospedaliero e
neuropsichiatri territoriali) tramite ritiro del campione di urine e trasmissione del risultato al singolo medico
partecipante al progetto. La finalità ultima del progetto è rendere disponibile un esame laboratoristico di alta
specialità e contribuire ad aumentare il numero di diagnosi e ridurre l’età media di diagnosi, ancora oggi troppo
elevata.
Linea progettuale 10. Valorizzazione dell'apporto del volontariato
10.1 Promozione, sviluppo e diffusione del volontariato tra i giovani
Come previsto dal piano progettuale sono state avviate e promosse una serie di azioni propedeutiche alla
modellizzazione delle attività previste da progetto, al fine di costruire un quadro territoriale di sostegno e di
coordinamento del progetto stesso.
Obiettivo prioritario delle azioni propedeutiche è stato quello di animare una rete di supporto che potesse
contribuire fattivamente alla realizzazione del progetto attraverso:
- l’assistenza nell’attività di progettazione esecutiva;
- la fornitura di servizi generali per la realizzazione delle attività progettuali;
- la fornitura di servizi per la realizzazione e la pubblicizzazione degli eventi previsti all’interno del progetto;
Si sono tenuti sino ad oggi n.4 incontri di rete che hanno visto come principali attori il Calabria CREA, il
Coordinamento Regionale dei CSV ed il Mo.V.I Calabria (Movimento di Volontariato Italiano).
Gli obiettivi principali su cui si è centrata la discussione della rete sono stati:
1. definire e rafforzare la rete di partenariato attraverso un protocollo di collaborazione con alcune realtà
extra territoriali, fuori regione, per il supporto e la realizzazione della fase di stage residenziale, attività a cui
parteciperà un gruppo ristretto di giovani volontari.
2. perfezionare il protocollo, allargandone la base di adesione a tutti i soggetti che operano in ambito di
volontariato, nella sfera dell’associazionismo e cooperazione, ed in generale in area socio sanitaria. Lo spin
off di tale processo sarà l’istituzione di un network sociale permanente per la promozione del volontariato
giovanile in ambito socio sanitario.
In riferimento a tali obiettivi è stata definita una griglia di potenziali soggetti che, secondo la propria mission
istituzionale, possano intervenire a sostegno delle azioni progettuali, rafforzandone i livelli di mainstreaming:
- Ufficio Scolastico Regionale
- Istituzioni scolastiche interessate
- Consultori Territoriali
- Reti associative locali ed extra territoriali
Le attività propedeutiche hanno altresì affrontato la definizione del sistema di valutazione delle attività,
strutturando una griglia capace di leggere i livelli di incidenza delle azioni progettuali attraverso la dichiarazione
di alcuni indicatori di misurazione della validità dell’investimento proposto: Indicatori di risultato - Indicatori di
impatto.
Inoltre è stato definito un sistema di validazione del modello capace di individuare il progetto come una best
practice per il territorio calabrese, coinvolgendo ulteriori giovani volontari che fungano da catalizzatore
promozionale e di diffusione dell’esperienza.
Tale percorso propedeutico ad oggi ha prodotto i seguenti output:
1. Creazione di una mappa territoriale dei bisogni delle strutture operanti in ambito socio sanitario;
88100 Catanzaro – Via E. Buccarelli,30 centr. 0961/8511
20
Allegato n. 5 al DPGR-CA del………………, n……- Relazione Ob PSN anno 2011
2. definizione del protocollo operativo e di condivisione dei principi del progetto da sottoscrivere insieme ai
partner;
3. Sistema di validazione delle attività progettuali da presentare ai singoli istituti scolastici.
4. Criteri per l’istituzione di un network sociale per la promozione del volontariato.
Per la gestione del progetto è stata individuata l’Azienda sanitaria provinciale di Crotone quale capofila, che, per
la realizzazione degli interventi previsti dal progetto, ha sottoscritto accordo di collaborazione con
l’Associazione di volontariato Centro Reggino di Solidarietà alla quale viene affidata la direzione scientifica ed il
coordinamento.
Linea progettuale 11.Riabilitazione
11.1 Modello sperimentale di strutture integrate per la continuità delle cure riabilitative
Il progetto è indirizzato a realizzare lo sviluppo delle attività di riabilitazione attraverso una modalità organica
che consenta di operare in continuità e superare le frammentazioni, al fine di ottimizzare il rapporto
appropriatezza e personalizzazione delle cure, utilizzando tutte le potenzialità presenti sul territorio con il
coinvolgimento delle molteplici competenze professionali delle diverse strutture (dall'ospedale per acuti, alle
strutture ospedaliere ed ai centri di riabilitazione, alle attività specialistiche ambulatoriali, , alle residenze sociosanitarie, alle attività domiciliari, ai MM.M.G., alle strutture nella comunità) da integrare in modo sinergico
(strutturazione della rete riabilitativa) al fine di creare un modello organizzativo di continuità in un circoscritto
ambito territoriale (Provincia di Catanzaro).
Si provvederà contestualmente a disegnare i profili di cura (percorsi riabilitativi) per le varie condizioni di
disabilità, partendo da quelli con maggiore incidenza casistica dipendenti da differenti cause, quali ad esempio:
Emiplegia/emiparesi da Ictus cerebri, Protesizzazione articolare delle grandi articolazioni, Esiti di Frattura di
collo femore, Sclerosi Multipla.,M.di Parkinson.
Tali profili saranno studiati riguardo alla loro concreta realizzabilità in relazione alla consistenza e costituzione
della rete attualmente esistente, con le sue eventuali carenze. Sarà altresì proposto un percorso riabilitativo
migliorativo con le necessarie indicazioni di riduzione delle carenze ove necessario.
Modello e profili saranno sperimentati per almeno sei mesi al fine di avere l’esperienza necessaria per renderli
estendibili alle altre AA.SS. del territorio calabrese.
Ci si propone pertanto la creazione di un modello organizzativo (rete riabilitativa integrata e profili di cura
specifici) per la continuità delle cure riabilitative e la sua sperimentazione sul campo. Questo sarà realizzato
mediante l’interazione delle competenze e del personale delle Aziende Ospedaliere e Sanitarie, delle strutture
sanitarie riabilitative accreditate e convenzionate con il SSR e dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro.
Il punto di sviluppo del Progetto e di verifica della sua progressione è individuato nella Cattedra di Medicina
Fisica e Riabilitativa della facoltà di Medicina dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro. Nell’ambito di
quest’ultima e della corrispondente U.O. dell’A.O. Mater Domini verrà inoltre realizzata una struttura di
riferimento per la valutazione funzionale delle disabilità motorie di supporto alle varie AA.SS. orientata alla
verifica del raggiungimento degli outcome previsti.
All’avvio del progetto è stato costituito primo gruppo di specialisti medici di varie discipline (fisiatri, neurologi,
ortopedici, geriatri) e di professionisti della riabilitazione (fisioterapisti), provenienti dalle AA.OO. e dall’ASP di
Catanzaro, per condividere con loro l’impianto del progetto e formare il gruppo interdisciplinare come previsto
nel progetto.
Il gruppo ha provveduto a censire e stendere una prima mappa delle strutture esistenti seguendo un criterio di
distinzione delle strutture in relazione al loro possibile intervento nel percorso terapeutico dal momento acuto
o della diagnosi al ritorno del paziente al suo domicilio ed alla sua vita quotidiana.
Il gruppo ha provveduto ha analizzare alcuni profili di cura formulati, tenendo presente da un lato la letteratura
scientifica dall’altra l’esperienza maturata sul campo dai vari professionisti presenti, e nello specifico il primo
quello relativo alla disabilità conseguente ad ictus cerebri ed il secondo relativo al percorso di recupero dopo
protesizzazione elettiva dell’anca.I profili di cura sono stati discussi e condivisi dal gruppo.
Elemento essenziale di ogni percorso riabilitativo o profilo di cura è stato legare ciascuna delle tre fasi del
possibile percorso oltre che ai tempi, agli obiettivi da raggiungere per il passaggio alla fase successiva ed alle
prestazioni necessarie per il raggiungimento degli obiettivi previsti per quella fase.
Sono state individuate modalità cliniche e strumentali (di varia complessità) per la verifica del raggiungimento
degli obiettivi prefissati per i passaggi di fase e quindi da tipologia di struttura ad altra tipologia di struttura.
Si è iniziato a delineare all’interno del profilo la serie di strutture di possibile coinvolgimento nelle varie fasi
previste, con notevoli difficoltà per la incompletezza della gamma delle strutture necessarie alla realizzazione di
un percorso ottimale tenendo presente la carenza di strutture di II livello con posti letto di Riabilitazione
Intensiva.
88100 Catanzaro – Via E. Buccarelli,30 centr. 0961/8511
21
Allegato n. 5 al DPGR-CA del………………, n……- Relazione Ob PSN anno 2011
Il gruppo ha comunque deciso di proseguire individuando in alcune delle strutture (di tipologia differente
dall’ideale) i temporanei riferimenti per la realizzazione del percorso individuato.
Il gruppo ha ritenuto, prima di passare alla sperimentazione dei percorsi così individuati, esaminare la realtà
della condizione attuale di continuità dell’assistenza riabilitativa delle situazioni oggetto dello studio.
Ha pertanto preparato una scheda d’esame della continuità riabilitativa.
Questa scheda è stata trasmessa ai vari specialisti (fisiatri, ortopedici, geriatri, neurologi) aderenti al progetto
perché fossero esaminati persone ad una distanza tra i tre ed i sei mesi dagli eventi significativi (in questa fase:
ictus cerebri, protesizzazione d’anca). L’utilizzo della scheda di rilevazione è tuttora in corso.
I dati contenuti nelle schede e tutti quelli che emergeranno dalla sperimentazione saranno raccolti ed elaborati
mediante un adeguato sistema, probabilmente web-based, grazie alla collaborazione con strutture informatiche.
Si è altresì provveduto a disegnare il laboratorio del previsto Centro di Valutazione delle funzioni motorie e si
sono ricevuti preventivi di strumentazione elettronica di avanguardia per la sua realizzazione, che sono stati
sottoposti all’esame di bioingegneri esperti.
Inoltre si è riscontrata la necessità di associare alle valutazioni cliniche, morfologiche e di laboratorio
dell’andamento del percorso indicatori provenienti da esami funzionali strumentali relativi ad esempio alla
capacità di carico sugli arti inferiori, di deambulare e, possibilmente al consumo energetico ad essi connesso
(rapporto costi benefici dell’autosufficienza). Per tale motivo si è considerata la necessità di costituire una rete
valutativa che partendo da frequenti valutazioni minimali eseguite in periferia permetta di seguire l’andamento
del caso in maniera quantitativa e che, in caso di anomalie, possa vere una tappa di esame più complesso ed
esaustivo presso strutture centrali dotate di strumenta zione a più alta complessità tecnologica per lo studio elle
problematiche del caso stesso e l’individuazione di modalità di superamento delle stesse.
Si è intanto iniziata anche la prima sperimentazione del percorso relativo alle protesi d’anca e di ginocchio,
attraverso il coinvolgimento dell’UU.OO. di Ortopedia a traumatologia dell’ A.O.U. Mater Domini e Villa
Serena e le degenze riabilitative della stessa Casa di cura e le strutture territoriali di riabilitazione (AOU,
Ambulatori ASP, Aquasalus, Fondazione Betania ed altre).La sperimentazione è in corso.
Il gruppo ha condiviso la scelta proposta dei profili di cura proposti dal progetto ed ha deciso di iniziare a
lavorare inizialmente su quello concernente l’emiplegia/emiparesi da Ictus cerebri, tenendo presente da un lato
la letteratura scientifica dall’altra l’esperienza maturata sul campo.
Il coordinatore scientifico del progetto ha, quindi, proposto uno schema iniziale di percorso riabilitativo,
relativo a questa problematica. Elemento essenziale di questo profilo di cura è stato legare ciascuna delle tre fasi
dello stesso oltre che ai tempi, agli obiettivi da raggiungere per il passaggio alla fase successiva ed alle
prestazioni necessarie per il raggiungimento degli obiettivi previsti per quella fase.
Sono state individuati criteri clinici e strumentali (di varia complessità) per la verifica del raggiungimento degli
obiettivi prefissati per i passaggi di fase.
Il gruppo sta procedendo a formulare percorsi adeguati (dopo i primi due) relativi alle condizioni di disabilità
secondaria a Sclerosi Multipla e M. di Parkinson, alla riabilitazione dopo fratture di collo femore e dopo
protesizzazione di ginocchio (per le ultime due la rete di supporto al percorso appare in buona parte disegnata).
Il progresso ulteriore del progetto appare strettamente legato alla disponibilità di un sistema informatico di
raccolta ed analisi dei dati e di strumentazione di misura funzionale dall’altro.
Il gruppo di lavoro, ha inoltre preso in esame quanto attivato nella Regione Campania, relativamente ai
percorsi di recupero, attinenti ai casi definiti come “semplici” nel Piano d’Indirizzo per la Riabilitazione del
Ministero della Salute, considerandolo una buona base di partenza da proporre alla Regione Calabria su questa
ulteriore fetta di problematica riabilitativa.
E’ stato perfezionato il Percorso Riabilitativo post-Ictus attraverso la collaborazione tra neurologi e fisiatri e si è
compiuta una prima sperimentazione di utilizzo nella collaborazione tra Università Magna Graecia, Azienda
Sanitaria Provinciale e A.O. Pugliese-Ciaccio nel territorio di Catanzaro.
Sono stati completamente formulati, sempre in maniera interdisciplinare e con la partecipazione delle strutture
citate al punto precedente, i Percorsi per le persone disabili da M. di Parkinson, da S. Multipla e a seguito di
Frattura di collo femore.
Sono state raccolte le informazioni necessarie alla scelta delle attrezzature necessarie alla realizzazione di un
Laboratorio, come disegnato nel progetto, in collegamento con unità periferiche preso le strutture aderenti.
È stato elaborato lo schema di riferimento per l’informatizzazione del sistema.
Una serie d’incontri tra Università, ASP e A.O. ha permesso di trovare un accordo sulla stabilizzazione della
procedura di collaborazione sulle linee riguardanti inizialmente i pazienti colpiti da ictus e successivamente
quelli colpiti da frattura di collo femore. La due categorie infatti costituiscono per l’A.O., come per il territorio
la parte più corposa della problematica: fase acuta – fase riabilitativa adeguata.
88100 Catanzaro – Via E. Buccarelli,30 centr. 0961/8511
22
Allegato n. 5 al DPGR-CA del………………, n……- Relazione Ob PSN anno 2011
L’attività finora svolta si integra con quanto previsto nel Piano operativo 2013-2015 nell’attuazione di reti per
percorsi di cura a forte integrazione ospedale-territorio.
Linea progettuale 12. La salute mentale
12.1 Interventi precoci sugli esordi delle psicosi
Il progetto ha come finalità principale il miglioramento dell’individuazione, assessment, trattamento e
valutazione degli esordi psicotici attraverso un percorso formativo, di monitoraggio e di valutazione diretto
a un campione significativo di operatori psichiatrici appartenenti alle 5 Aziende Sanitarie Provinciali della
Regione Calabria.
In pratica il progetto si è posto l’obiettivo di modificare in senso preventivo le attuali prevalenti politiche di
“attesa” nei confronti delle psicosi e di proporre un modello operativo da rendere uniforme ed omogeneo
su tutto il territorio regionale.
L’ambizione è di arricchire l’offerta all’utenza e di ottenere una massa critica di dati in grado di allineare le
conoscenze calabresi a quelle delle altre regioni italiane che hanno già orientato il loro Servizi verso la
prevenzione secondaria della schizofrenia.
obiettivi specifici
1.
Fase preparatoria alla pianificazione del progetto.
2.
Formazione degli operatori alle tematiche connesse con l’individuazione precoce delle
manifestazioni psicotiche e l’intervento tempestivo e multimodale negli esordi psicotici.
3.
Individuazione, assessment e presa in carico di persone all’esordio e di persone ad alto rischio di
evoluzione verso la psicosi
4.
Analisi, valutazione e trasferimento dei risultati su tutto il territorio regionale mediante protocolli
operativi che delineano percorsi diagnostico-terapeutici specifici. Evento congressuale regionale
Le attività sono iniziate a Febbraio 2010 e la durata del Progetto era stata fissata a due anni.
Così come prevedeva il piano di lavoro, nella prima fase del progetto sono stati programmati e realizzati
nell’anno 2010 incontri mensili con i Direttori di Dipartimento di Salute Mentale delle 5 ASP calabresi.
Durante le riunioni si è deciso di procedere a:
1. Costituzione di un gruppo di lavoro stabile composto dai Direttori del Dipartimenti di Salute
Mentale delle cinque ASP Calabresi;
2. Ricognizione del personale operante all’interno delle strutture afferenti ai Dipartimenti di Salute
Mentale;
3. Nomina dei referenti tecnici per ognuna delle 5 ASP
4. Individuazione degli operatori dei servizi che parteciperanno al programma formativo. E’ stata
ottenuta l’adesione al progetto da circa il 50% degli operatori
5. Il gruppo di lavoro ha elaborato una scheda di valutazione della prevalenza degli esordi psicotici
presi in carico dalle UO dei DSM, che è stata distribuita a cura dei referenti aziendali, nelle Unità
Operative dei 5 Dipartimenti di Salute Mentale.
6. E’ stato strutturato il programma formativo e presi i contatti con i docenti che a breve inizieranno
i seminari.
Possiamo affermare, pertanto, che sono stati raggiunti gli obiettivi previsti nella prima fase attuativa.
Qualche piccolo ritardo nella fase d’avvio è da imputare alle procedure amministrative che hanno
preceduto la partenza ufficiale del progetto.
Sono stati successivamente completati gli obiettivi previsti dalla seconda e terza fase attuativa del progetto e più
precisamente:
Percorso formativo tenuto da docenti afferenti alla Cattedra di Psichiatria dell’Università di Roma. Il
corso è stato accreditato ECM ed ha ottenuto 17 crediti per i Dirigenti Medici e 20 crediti per i
Dirigenti Psicologi ed è stato frequentato da 77 medici e 77 psicologi afferenti ai servizi di salute
mentale e ai servizi della neuropsichiatria infantile di tutta la Regione Calabria.
Sono stati rilevati i dati epidemiologici relativi agli esordi psicotici presi in carico presso i servizi di
salute mentale e servizi della neuropsichiatria infantile di tutta la Regione Calabria.
12.2 La presa in carico dei disturbi mentali in età evolutiva
La proposta di tale progetto è scaturita dalla rilevazione di un costante incremento negli anni della domanda di
presa in carico di soggetti con problematiche NP in età evolutiva, dalla constatazione dell’impossibilità di un
88100 Catanzaro – Via E. Buccarelli,30 centr. 0961/8511
23
Allegato n. 5 al DPGR-CA del………………, n……- Relazione Ob PSN anno 2011
confronto con i dati di attività fra i servizi territoriali di NPIA per la presenza di disomogeneità di assemblaggio
dei dati e di offerta da parte degli stessi, dalla tipologia delle attività svolte dalla U.O di NPI:
prestazioni centrate sul paziente (attività dirette); attività o interventi per e non sul soggetto (prestazioni indirette)
necessarie per la pic e per l’integrazione territoriale con altri servizi e/o istituzioni: attività con i caregiver, con gli
operatori che si occupano quotidianamente di lui, attività di programmazione e di verifica su caso clinico, attività di prevenzione
eec. e da attività che garantiscono lo svolgimento dell’attività clinica (attività di supporto).
A ciò si aggiunge la difficoltà a valorizzare l’attività svolta: tipologie delle risposte erogate, articolazione e
complessità delle stesse in relazione alla cronicità e al peso assistenziale e agli strumenti di rilevazione
attualmente presenti in quanto il D.M. 22/7/96 “Prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale erogabili nell’ambito
del SSN e relative tariffe”), non include una branca specifica per la NPIA. Ne consegue che per un gran numero di
attività si rende necessario il ricorso a voci che corrispondono solo in piccola parte alle attività effettivamente
erogate, altre non trovano riscontro in quanto non riconducibili a voci esistenti nel tariffario. Va considerata la
complessità che il “processo di pic dei disturbi mentali in età evolutiva” richiede: iniziative di cura, di tutela, e di
assistenza e di tutte le misure di protezione efficaci contro le molte vulnerabilità tipiche dell’età oltre la
constatazione che sono i Servizi territoriali di NPIA la sede della Presa in Carico dei disturbi mentali in età
evolutiva
Obiettivi finali del progetto
a. Tentare di innescare un processo di continuo miglioramento della performance operativa dei Servizi di
NPIA in particolare sugli aspetti organizzativi territoriali attraverso l’elaborazione di un modello
organizzativo gestionale e clinico di strutture territoriali di NPIA per la pic dei disturbi mentali in età
evolutiva secondo gli attuali orientamenti della medicina di: centralità del soggetto, contestualizzazioni e
globalizzazione degli interventi , nell’ottica dell’ aver cura e non del curare, del prendersi cura della complessità della
situazione del minore e della sua famiglia ricercando e individuando come strumenti di cura azioni che riducono i
fattori rischio, e sostengono i fattori protettivi, i fattori di salute e le risorse disponibili nelle istituzioni che
contribuiscono al processo di crescita del minore.
b. valorizzazione dell’operato dei Servizi di NPIA attraverso: definizione e qualificazione delle attività dei servizi
medesimi (listino di attività con glossario) per un riconoscimento delle stesse da parte della Regione,
valorizzazione nei budget interni aziendali e possibilità di finanziamento reale per le Strutture di NPIA;
proposta di integrazione regionale del Nomenclatore Tariffario di specialistica ambulatoriale di quelle attività
svolte nelle U.O. di NPIA non riconducibili con definizione delle relative tariffe per consentire la
corrispondenza dei costi del personale delle medesime struttura; individuazione di percorsi, processi, e azioni di
riqualificazione delle attività e dei Servizi secondo gli attuali orientamenti normativi; avvio dell’informatizzazione
dei servizi per giungere successivamente con utilizzo di sistemi specifici alla implementazione della cartella
informatizzata in quanto favorisce una maggiore rete e comunicazione fra i servizi aziendali e regionali e
facilita la cultura epidemiologica e la lettura dei dati resa attualmente difficoltosa per la carenza di strumenti
e programmi informatici nei servizi territoriali; rendere possibile la confrontabilità dei dati esistenti, dimostrando
cosa si fa, come lo si fa, a cosa serve; introdurre nei servizi strumenti di management utilizzando quelli Societari della
SINPIA.
Le azioni
Il lavoro, sulla scorta di quanto precedentemente evidenziato, è stato, pertanto, portato avanti secondo le
modalità previste nel progetto.
Le UONPIA aziendali con i loro operatori hanno attivato una modalità di lavoro esperienziale, riflessivo come
laboratorio sperimentale formativo di studio e ricerca. Incontri con i Responsabili delle UO di NPIA aziendali per la
definizione del percorso pianificazione delle attività, delle formazioni, e l’individuazione delle richieste
strumentali per la raccolta dei dati clinici e gestionali (attività diretta, indiretta e di supporto; sanitaria, socio-sanitaria e
di integrazione) per poter fotografare la realtà operativa dei servizi territoriali aziendali di NPIA, pianificare la
programmazione futura secondo l’ottica di un processo di miglioramento continuo della performance operativa
e con momenti formativi.
Quanto finora realizzato dovrà essere successivamente sperimentato all’interno di ciascuna UONPIA e
integrato con il prosieguo del lavoro negli anni successivi, in considerazione e delle dotazioni strumentali nelle
UONPIA e dell’estensione futura del progetto a tutti i servizi di NPIA della Regione così da condividere
linguaggi, processi, strumenti di raccolta e lettura dei servizi e delle attività svolte e poter giungere alla
realizzazione di una banca dati regionale.
Vista la disponibilità nella struttura di uno spazio idoneo per attività formative, sarebbe, inoltre, opportuno,
dotare questa U.O. di quanto necessario per lo svolgimento di tale attività, di specchio unidirezionale e
collegamento x videoconferenza per il raccordo con la sezione scientifica Epidemiologia ed Organizzazione dei
Servizi di NPIA della Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza e per avviare anche in
88100 Catanzaro – Via E. Buccarelli,30 centr. 0961/8511
24
Allegato n. 5 al DPGR-CA del………………, n……- Relazione Ob PSN anno 2011
economia percorsi di formazione e di supervisione a distanza: Ciò potrebbe essere utile a livello distrettuale per
eventuali altre formazioni.
La sperimentazione è proseguita con il coinvolgimento di tutte le UONPIA regionali presenti in ogni ASP
attraverso un contatto personale dei Responsabili anticipando l’invio di un questionario conoscitivo sui servizi
territoriali di NPIA e attraverso l’elaborazione del questionario da parte del gruppo operativo al fine di
realizzare una mappature delle realtà di NPIA a livello regionale per l’avvio e la costruzione di una banca dati.
Il questionario predisposto consente per ciascun servizio di effettuare un’analisi conoscitiva anagrafica,
strutturale e organizzativa. Permette di individuare la tipologia delle prestazioni e delle attività erogate.
Consente di rilevare il flusso di utenza e le problematiche prevalenti di cui la struttura si occupa, comprese le
criticità riscontrate. Si ottiene una fotografia delle risorse territoriali non aziendali che svolgono attività di NPIA
e Riabilitazione Infantile.
Il questionario è stato inviato a tutte Strutture che lo hanno restituito compilato e i dati raccolti sono stati
inseriti nel sistema informatico per la successiva elaborazione.
Sono stati pianificati ed organizzati dei momenti formativi di tipo gestionale per omogenizzare strumenti
operativi e procedure di lavoro e di tipo clinico al fine di condividere strumenti conoscitivi e prassi clinica in
correlazione alle linee guida della SINPIA.
Sono stati programmati incontri in ogni Azienda per una lettura condivisa dei dati acquisiti e delle diverse realtà
al fine di conoscere l’esistente e promuovere maggiore sensibilità e consapevolezza sui bisogni del minore e
sulla necessità di attivare percorsi integrati (RETE) di tutela per lo stesso.
12.4 La progettazione di interventi terapeutico riabilitativi integrati
La presa in carico dei pazienti affetti da disturbi psichici gravi e portatori di bisogni “complessi” rappresenta
una mission specifica del Dipartimento di Salute Mentale e richiede programmi articolati nel tempo, piani
terapeutico-riabilitativi personalizzati e articolati tra pubblico e privato, tra sanitario e sociale, con il
coinvolgimento della rete territoriale e delle famiglie.
Il servizio psichiatrico, che si assume la titolarità di un trattamento riabilitativo integrato, deve offrire un
supporto complessivo in tutto il percorso del paziente ed assumere la responsabilità di tutte le fasi del
trattamento, attivando quella metodologia d’intervento processuale, già presente in molti paesi anglosassoni,
che prende il nome di case management.
Da un punto di vista operativo un trattamento riabilitativo integrato richiede “ l’integrazione” di più attività
specifiche: clinica, riabilitativa, assistenziale e d’intermediazione con le risorse del territorio, per contrastare
gli effetti di deriva sociale connessi con la patologia e con lo stigma.
Il progetto denominato “La progettazione di interventi terapeutico riabilitativi integrati”, è stato
strutturato con l’obiettivo di migliorare su tutto il territorio regionale l’individuazione, l’assessment, la
valutazione e il trattamento dei bisogni riabilitativi dei pazienti affetti da malattie mentali severe, attraverso
percorsi formativi specifici che consentissero agli operatori dei Servizi di Salute Mentale delle 5 ASP
calabresi di acquisire tutte quelle opportunità tecniche ritenute idonee a fronteggiare le conseguenze
disabilitanti delle gravi patologie psichiatriche.
In pratica il progetto si è posto l’obiettivo di definire un protocollo operativo da estendere a tutti i Servizi
Territoriali della Regione Calabria e di raccogliere, attraverso strumenti standardizzati, dati certi sui bisogni
riabilitativi dei pazienti trattati, sull’efficienza delle risorse impegnate e sull’efficacia degli interventi attuati.
obiettivi specifici
1. Fase preparatoria alla pianificazione del progetto.
2. Formazione degli operatori alle tematiche riguardanti i trattamenti riabilitativi integrati per pazienti affetti
da malattie mentali severe.
3. Individuazione, assessment e presa in carico di persone affette da malattie mentali severe che necessitano
di trattamenti riabilitativi integrati.
4. Analisi, valutazione e trasferimento dei risultati su tutto il territorio regionale attraverso la definizione di
percorsi assistenziali integrati. Evento congressuale regionale.
Le attività sono iniziate a Febbraio 2010 e la durata del Progetto era stata fissata a due anni.
Così come prevedeva il piano di lavoro, nella prima fase del progetto sono stati programmati e realizzati
nell’anno 2010 incontri mensili con i Direttori di Dipartimento di Salute Mentale delle 5 ASP calabresi.
Durante le riunioni si è deciso di procedere a:
1. Costituzione di un gruppo di lavoro stabile composto dai Direttori del Dipartimenti di Salute Mentale
delle cinque ASP Calabresi;
2. Ricognizione del personale operante all’interno delle strutture afferenti ai Dipartimenti di Salute
Mentale;
88100 Catanzaro – Via E. Buccarelli,30 centr. 0961/8511
25
Allegato n. 5 al DPGR-CA del………………, n……- Relazione Ob PSN anno 2011
3. Nomina dei referenti tecnici per ognuna delle 5 ASP
4. Individuazione degli operatori dei servizi che parteciperanno al programma formativo. E’ stata
ottenuta l’adesione al progetto da circa il 50% degli operatori, che sono apparsi anche fortemente
motivati all’approfondimento delle problematiche trattatte.
5. Il gruppo di lavoro ha elaborato una scheda di valutazione epidemiologica dei pazienti in trattamento
riabilitativo presso le UO dei DSM, che è stata distribuita a cura dei referenti aziendali, nelle Unità
Operative dei 5 Dipartimenti di Salute Mentale. Si sta procedendo all’elaborazione statistica dei dati
rilevati.
E’ stato strutturato il programma formativo e sono stati definiti i docenti per i percorsi formativi che sono
in fase di avvio. L’inizio dei seminari di formazione è chiaramente stato condizionato dalla disponibilità dei
docenti , particolarmente qualificati per esperienze maturate sia in Italia che all’estero.
Possiamo affermare, pertanto, che sono stati raggiunti gli obiettivi previsti nella prima fase attuativa.
Sono stati successivamente completati gli obiettivi previsti dalla seconda e terza fase attuativa del progetto con
un corso formativo tenuto da docenti afferenti alla Cattedra di Psichiatria dell’Università degli Studi di Brescia,
accreditato ECM e svolto in due edizioni ognuna delle quali costituita da 4 incontri. Il corso è stato frequentato
da 299 operatori (medici , psicologi, educatori professionali, infermieri e assistenti sociali) afferenti ai servizi di
salute mentale e strutture psichiatriche residenziali di tutta la Regione Calabria.
Sono stati rilevati i dati epidemiologici relativi ai trattamenti riabilitativi residenziali e semiresidenziali effettuati
nei Centri Diurni e nelle Strutture Residenziali accreditate e sono in fase di elaborazione.
Linea progettuale 13. Piano Nazionale della Prevenzione
13.1 Piano regionale della prevenzione 2010/2012
L’Intesa Stato-Regioni e Province Autonome del 29 aprile 2010 ha approvato il Piano Nazionale della
Prevenzione 2010-2012 che ha aperto una fase di costruttiva interazione istituzionale in tema di promozione
della salute e prevenzione delle malattie e che prevedeva l’impegno delle Regioni ad adottare il Piano regionale
di prevenzione per la realizzazione degli interventi previsti nel PNP.
La Regione Calabria, per implemetare un Piano regionale di Prevenzione secondo i criteri stabiliti dal PNP,oltre
alle figure professsionali formate a livello nazionale, ha ritenuto opportuno realizzare uno specifico percorso
formativo regionale (decreto del DG n. 14602 del 22 ottobre 2010), rivolto a n. 50 tecnici, esperti, dirigenti del
servizio sanitario, provenienti dalle Aziende Sanitarie Provinciali e dal Dipartimento regionale, costituendo una
‘comunità di pratica’ regionale sulla piattaforma nazionale PNP.
I professionisti partecipanti al corso hanno acquisito la metodologia del project cycle management (PCM) per la
redazione dei progetti/programmi nelle singole linee di intervento delle quattro macroare del PNP. A supporto
delle attività formative e per la redazione dei progetti con metodo PCM è stato stampato e distribuito agli
operatori sanitari il volume “La valutazione di Impatto sulla salute delle politiche di welfare a livello locale: metodi e strumenti
operativi”, che contiene le indicazioni essenziali per sviluppare tutti gli stadi della valutazione delle azioni di
prevenzione e promozione della salute: dal piano di prefattibilità al consolidamento, diffusione e sviluppo delle
lezioni apprese.
Al fine di coordinare le attività previste nel PNP e per la predisposizione del Piano regionale di Prevenzione,
con la collaborazione degli esperti regionali formati, con decreto del DG n. 14265 del 15 ottobre 2010, è stato
istituito il coordinamento regionale del PRP.
La ‘comunità di pratica regionale’ ha predisposto:
il Quadro Strategico contenente il profilo di salute della popolazione calabrese, che motiva la scelta delle
linee di intervento generali adottate e consente di collocare i programmi e i progetti all’interno della
realtà regionale;
il Quadro d’insieme che declina la parte operativa del Piano regionale di prevenzione contenente i
programmi e i progetti che la Regione intende realizzare.
Con DGR n. 851 del 29.12.2010 è stato approvato il Piano Regionale di prevenzione 2010/2012 composto da
un quadro stratetico ed un piano operativo contenente n. 70 progetti/programmi afferenti alle lineee di
intervento delle quattro macroaree del PNP:
1. la medicina predittiva, che si rivolge agli individui sani, ricercando la fragilità o il difetto che conferisce
loro una certa predisposizione a sviluppare una malattia
2. i programmi di prevenzione collettiva che mirano ad affrontare rischi diffusi nella popolazione
generale, sia con l’introduzione di politiche favorevoli alla salute o interventi di tipo regolatorio, sia con
programmi di promozione della salute o di sanità pubblica (come programmi di sorveglianza e
controllo delle malattie infettive), sia con interventi rivolti agli ambienti di vita e di lavoro (come
88100 Catanzaro – Via E. Buccarelli,30 centr. 0961/8511
26
Allegato n. 5 al DPGR-CA del………………, n……- Relazione Ob PSN anno 2011
controlli nel settore alimentare, delle acque potabili, prevenzione degli infortuni e delle malattie
professionali, ecc)
3. i programmi di prevenzione rivolti a gruppi di popolazione a rischio e finalizzati a impedire
l’insorgenza di malattie (per esempio i programmi di vaccinazione in gruppi a rischio) o a diagnosticare
precocemente altre malattie (per esempio gli screening oncologici), o ancora a introdurre nella pratica
clinica la valutazione del rischio individuale e interventi successivi di counselling o di diagnosi precoce
e trattamento clinico (per esempio la prevenzione cardiovascolare)
4. i programmi volti a prevenire complicanze e recidive di malattia e che promuovano il disegno e
l’implementazione di percorsi che garantiscano la continuità della presa in carico, attraverso il
miglioramento dell’integrazione all’interno dei servizi sanitari e tra questi e i servizi sociali, di fasce di
popolazione particolarmente fragili, come anziani, malati cronici, portatori di polipatologie, disabili,
ecc.
Con Decreto Dirigenziale n. 157 del 14/01/2011 sono state approvate le relative schede esecutive dei
progetti/programmi del Piano Operativo, da attuarsi nella Regione Calabria nel triennio di riferimento.
Per la realizzazione e monitoraggio/valutazione dei programmi e dei progetti contenuti nel piano operativo del
PRP 2010/2012 con decreto n. 888 del 16.2.2011 sono stati istituiti n. 11 specifici gruppi di lavoro, per le linee
di intervento, con n. 49 professionisti del servizio sanitario regionale, all’uopo formati e componenti della
“comunità competente” regionale, con il compito di:
coordinare le attività e la conduzione dei programmi/progetti ricadenti nelle linee di intervento a loro
assegnate;
istituire i gruppi di lavoro, a livello aziendale, per singolo progetto/ programma con l’integrazione di
ulteriori competenze necessarie alla realizzazione degli stessi;
monitorare e valutare periodicamente le attività progettuali condotte sul territorio aziendale al 31.12.2011 e
al 31.12.2012, al fine di trasmettere i risultati ottenuti sugli obiettivi prefissati in ogni singolo progetto da
inviare alla valutazione ministeriale per ottenere la certificazione da parte della Direzione operativa del CCM.
Per l’anno 2010 avendo la Regione ottemperato a quanto disposto Con l’Intesa Stato/Regioni del 10 febbraio
2011, la certificazione dei PRP per l’anno 2010 si è basata sulla valutazione ex ante dei programmi/progetti
presentati. La fase di interlocuzione con le Regioni, prevista dalla stessa Intesa, si è conclusa con esito positivo
per tutte le Regioni. Pertanto, tutte le Regioni che hanno presentato al CCM i PRP deliberati risultano
certificate, per l’anno 2010.
Nel corso del 2011, seguendo le indicazioni del coordinamento regionale e con il supporto dei professionisti
competenti, sono state avviate nelle Aziende Sanitarie Provinciali, Dipartimenti di Prevenzione, le attività
relative ai 70 progetti contenuti nel piano operativo del PRP.
Entro il 31.12.2011, dai risultati inviati dalle Aziende Sanitarie Provinciali, è emerso che sono state realizzate il
66% delle attività programmate, a fronte del 50% previsto dall’Intesa del 10.2.2011 (Rep.n. 29/CSR), che hanno
permesso il raggiungimento dell’adempimento LEA relativo al Piano nazionale della prevenzione 2010-2012,
per come certificato dal Ministero della Salute ( nota del 26.7.12) e dal “Tavolo” adempimenti LEA.
88100 Catanzaro – Via E. Buccarelli,30 centr. 0961/8511
27