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C.A. Sgoifo Rossi et al. Large Animal Review 2013; 19: …-…
Individuazione e valutazione dei fattori
di rischio per la BRD nel bovino da carne
da ristallo
1
N
O
C.A. SGOIFO ROSSI*, R. COMPIANI*, G. BALDI*, M. BONFANTI**
*Dipartimento di Scienze Veterinarie per la Salute, la Produzione Animale e la Sicurezza Alimentare (VESPA),
Università degli Studi di Milano
**Medico Veterinario, Ph.D., MSD Animal Health
RIASSUNTO
La patologia respiratoria bovina (BRD) è la principale problematica sanitaria nell’allevamento da carne. Come sindrome
multifattoriale, la sua ezio-patogenesi contempla numerosi fattori scatenanti e predisponenti. Nell’allevamento del bovino
da carne da ristallo la gestione dei numerosissimi fattori di rischio è essenziale per supportare i corretti approcci preventivi e terapeutici. A causa infatti dei numerosi fattori stressanti e dell’inevitabile esposizione ai patogeni, l’incidenza di BRD
non è evitabile ma solo limitabile. Viene proposto un sistema per la valutazione del potenziale rischio che può avere una
partita di ristalli di incorrere in BRD, attribuendo un punteggio ai principali fattori del sistema produttivo in grado di condizionare la suscettibilità degli animali alla patologia respiratoria. L’analisi del rischio complessivo parte dalla valutazione
del rischio intrinseco al soggetto in relazione a peso, sesso, razza, durata del trasporto, calo peso da trasporto e modalità di
gestione nell’allevamento di origine, che può essere aggravato o ridotto dalle modalità di gestione e dalle strutture presenti
nell’allevamento di destinazione. L’analisi del rischio consente di orientarsi verso una gestione mirata di ogni singola partita di bovini di nuovo arrivo in relazione alla probabile incidenza e gravità di BRD, condizione basilare per una efficace prevenzione e gestione della patologia respiratoria nell’allevamento del bovino da ingrasso. L’applicazione del sistema e l’analisi delle informazioni da esso derivanti permette inoltre di quantificare l’impatto sul bilancio aziendale di ogni singolo fattore di rischio evidenziando pertanto la convenienza economica di variazioni sia nelle prassi gestionali che a livello di dotazioni strutturali dell’allevamento.
PAROLE CHIAVE
Patologia respiratoria bovina, bovino da carne, fattori di rischio, valutazione del rischio.
INTRODUZIONE
La patologia respiratoria bovina (BRD) è la principale problematica sanitaria nell’allevamento intensivo del bovino da
carne e viene considerata per definizione una sindrome multifattoriale. Sebbene la sua eziopatogenesi sia stata ampiamente studiata e in gran parte chiarita, spesso le comuni pratiche di allevamento non contemplano la gestione corretta
dei diversi fattori in grado di condizionarne incidenza e gravità. La conseguenza diretta è una presenza di BRD nell’allevamento del bovino da carne in ogni parte del mondo estremamente variabile ma comunque elevata1.
È nel concetto stesso di sindrome multifattoriale, un’insorgenza basata sull’interazione del soggetto con l’ambiente, in
presenza di patogeni più o meno specifici e variabili. Modulando l’interazione dei tre fattori menzionati è possibile prevenire l’instaurarsi della sindrome stessa o quanto meno
condizionarne il livello di gravità2.
Purtroppo, le peculiarità del sistema di allevamento intensivo dei bovini da carne, rendono tale modulazione complessa
e difficilmente praticabile. I giovani bovini da ristallo infatti,
Autore per la corrispondenza:
Carlo Angelo Sgoifo Rossi ([email protected]).
mentre vivono una serie di inevitabili eventi stressanti quali
il trasporto, l’adattamento a nuovi ambienti, le nuove interazioni sociali, il contatto con l’uomo, il differente regime alimentare, sono anche esposti, fin dai centri di raccolta, ad
agenti patogeni variabili, numerosi, più o meno aggressivi1.
La ricerca medica ha incrementato nel corso degli ultimi decenni le possibilità di controllo della BRD attraverso la registrazione di vaccini specifici e di nuove molecole antibiotiche ma tale controllo risulta però fortemente influenzato
dallo stato immunitario del soggetto e dall’ambiente in cui
si trova3.
Fermo restando l’importanza del controllo dei microorganismi isolati in corso di BRD, è la comprensione e quindi la gestione dei suoi fattori di rischio a rappresentare il metodo
migliore per limitarne l’impatto negativo sulla mandria e di
conseguenza sulla redditività della produzione di carne. Come la gestione e l’ambiente di allevamento siano fattori di rischio per la BRD, emerge chiaramente in Tabella 1 in cui sono riportate le incidenze delle problematiche sanitarie in tre
allevamenti caratterizzati dalla medesima profilassi sanitaria,
per tipologia e tempistiche, ma da un diverso livello gestionale. Al peggiorare delle condizioni in cui gli animali vengono allevati, si nota non solo un importate aumento dell’incidenza per BRD (dal 6,5 al 28,4%) ma anche per problematiche connesse all’apparato locomotore. Emerge quindi come
la densità nei box, l’igiene degli ambienti, la tipologia degli
2
Individuazione e valutazione dei fattori di rischio per la BRD nel bovino da carne da ristallo
Tabella 1 - Incidenza delle problematiche sanitarie in relazione al
livello del management aziendale (dati personali).
Azienda A
Azienda B
Azienda C
Gestione
Ottima*
Buona**
Mediocre***
Capi, n.
9.844
2.082
3.403
BRD, %
6,50
14,20
28,40
Patologie dell’apparato
locomotore, %
patologie podali, %
patologie articolari, %
1,85
0,24
1,61
3,53
0,88
2,65
6,03
3,46
2,57
*Spazio disponibile >4,5 m2/capo, gestione lettiera quotidiana, abbeveratoi
a livello, interazione uomo/animale ottima, >5 fasi alimentari.
**Spazio disponibile 3,5-4,5 m2/capo, gestione lettiera ogni 2 giorni, abbeveratoi a livello, interazione uomo/animale ottima, tra 3 e 5 fasi alimentari.
***Spazio disponibile <3,5 m2/capo, gestione lettiera ogni 5 giorni, abbeveratoi a spinta, interazione uomo/animale mediocre, tra 2 e 3 fasi alimentari.
abbeveratoi, l’addestramento del personale al corretto contatto con gli animali e la gestione nutrizionale siano importanti fattori di rischio.
La variabilità esistente tra le differenti partite di animali ristallati, con riferimento ad esempio a sesso, età, provenienza, durata e condizioni di trasporto, incide fortemente sulla rilevanza della patologia4-6. Per limitare l’effetto di queste
variabili sulla valutazione dell’interferenza fra prassi gestionali diverse e BRD, è stato condotto un monitoraggio delle
problematiche sanitarie in un grande allevamento, fra il
2007 e il 2011. Sono state controllate partite di animali assimilabili per stagione d’arrivo in allevamento, sesso, razza,
peso, condizioni di trasporto, provenienza (stessi allevamenti o centri di raccolta francesi), e sottoposte a prassi gestionali diverse nel corso dei 5 anni di osservazione. Come
si può notare in Tabella 2, dal 2010 l’incidenza di BRD, dei
bovini “problema” e di quelli spostati in infermeria, è drasticamente diminuita rispetto ai 3 anni precedenti. Tra gli
interventi strutturali e i cambiamenti gestionali intervenuti nel 2010 sono da segnalare la costruzione di un corral di
alto livello tecnologico e l’attuazione di tutti i trattamenti
profilattici al suo interno. Grazie al corral tutti i ristalli all’arrivo sono stati tosati e pesati in modo da garantire una
migliore omogeneità dei capi all’interno dei box. È inoltre
stata ridotta del 20% la numerosità dei capi per box, passando da 3 m2 a più di 4 m2 disponibili per capo. È stato infine ottimizzato il turn over degli animali in allevamento in
modo da garantire un maggior tempo di permanenza nella
zona di quarantena.
Tabella 2 - Monitoraggio dell’incidenza di BRD nello stesso allevamento (dati personali).
Anno
Capi,
n.
BRD,
%
Mortalità,
%
Bovini
“problema”,
%
Spostati in
infermeria,
%
2007
17122
40,7
0,68
0,70
12,31
2008
14899
34,4
0,80
0,77
16,83
2009*
14044
30,1
0,55
0,38
15,49
2010
12830
24,9
0,53
0,26
2,70
2011
12937
25,8
0,51
0,29
3,01
*Attuazione di interventi strutturali e modifica di alcune prassi operative.
Se l’ambiente di allevamento gioca un ruolo fondamentale
nel ridurre o ampliare il rischio di BRD, questo rimane comunque profondamente legato anche all’animale o al gruppo di animali ristallati. I bovini da ristallo oltre ad essere particolarmente suscettibili alle diverse problematiche sanitarie
in quanto giovani con un sistema immunitario in fase di
completamento, depresso dalle situazioni di stress descritte,
arrivano nei nostri allevamenti d’ingrasso quasi sempre senza un’anamnesi storica, rendendo ancora più complessa la
valutazione del rischio di BRD e la scelta delle relative strategie di controllo.
LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO
Sulla base di queste considerazioni è stato sviluppato un sistema per la valutazione del rischio di incorrere in BRD di
ogni singola partita di bovini ristallati. Il sistema prende in
considerazione tutti i fattori di rischio su cui intervenire suddivisi in 4 categorie. L’obiettivo è di evidenziare in quale macro-area dell’allevamento occorra prestare maggiore attenzione o pianificare cambiamenti. La prima categoria comprende i fattori di rischio connessi alla partita di animali ristallati, le altre in successione affrontano i fattori ambientali
e nello specifico quelli legati alle prassi operative, alle strutture e alla gestione nutrizionale.
Il sistema si basa sull’attribuzione di un punteggio ad ogni
fattore di rischio, positivo in caso di rischio elevato, pari a zero in caso di circostanza che non va ad alterare il rischio di
BRD, e negativo in caso di condizioni in grado di ridurre il
rischio complessivo. L’attribuzione dei punteggi ad ogni fattore di rischio è stata effettuata sulla base dei dati riguardanti le diverse informazioni presenti in bibliografia e dai dati
emersi dall’elaborazione di un database riguardante oltre
280.000 capi, realizzato negli ultimi 15 anni in collaborazione con numerosi veterinari e professionisti operanti nel settore della bovinicoltura da carne italiana.
Rischio legato all’animale
Le caratteristiche dell’animale ristallato considerate in grado
di impattare sul rischio sono il sesso, il peso, il tipo genetico
e l’età. Esemplificando, per tali caratteristiche sono stati considerati a maggior rischio gli animali di sesso femminile,
molto giovani e leggeri4,7 delle razze Limousine e Blonde
d’Aquitaine. Al contrario, incroci maschi di 16 mesi e quindi
di più di 480 kg di peso vivo sono da considerare a minor rischio di incorrere in BRD. Queste caratteristiche insieme alla durata del trasporto sono strettamente connesse con il calo peso, che se elevato è in grado di influenzare negativamente il rischio legato all’animale8.
La stagione di arrivo è un altro fattore condizionante il rischio di BRD, in particolare il finire dell’autunno e l’inverno
sono periodi in cui le difese locali delle vie aeree dei giovani
bovini, a causa delle temperature rigide, dell’elevato livello di
umidità, delle difficili condizioni di trasporto, sono meno
reattive all’azione dei patogeni responsabili di BRD3.
Oltre alle caratteristiche proprie dei soggetti, per la valutazione del rischio legato all’animale assume grande importanza l’analisi della gestione nell’allevamento d’origine9. Un
punto dolente del nostro ristallo è rappresentato dall’imprecisione o dall’assenza di informazioni affidabili sulla storia
sanitaria precedente all’ingresso negli allevamenti da ingras-
C.A. Sgoifo Rossi et al. Large Animal Review 2013; 19: …-…
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Tabella 3 - Scheda per la valutazione del rischio legato all’animale.
Punteggio di rischio
Peso all’arrivo, kg
Calo peso, %
6
7
10
15
18
> 480
400-480
330-400
250-330
< 250
8-10
> 10
<4
4-6
6-8
Sesso
Manzo
Maschio
Femmina
Stagione
Estate
Inizio autunno
Primavera
Incroci Ch x Aub/Sal
Aubrac, Salers
Incroci Ch x Lim,
Charolaise
Limousine
Blonde d’Aquitaine
Età, mesi
> 16
13-16
10-13
7-10
<7
Durata
del trasporto, ore
<8
8-12
12-24
> 24
> 48
Management nel
paese di origine
(media
dei punteggi)
Soggetto condizionato
(profilassi antivirale,
antibatterica,
antiparassitaria)
Soggetto condizionato
(profilassi antivirale per
valenze respiratorie)
Soggetto condizionato
(profilassi
enterotossiemie)
Non condizionato
o vaccinato
Assenza
di informazioni
Svezzato
da oltre 60 g
Svezzato
da 30-60 g
Svezzato
da meno di 30 g
Non svezzato
Assenza
di informazioni
Mangime ad libitum
oltre a latte e pascolo
Mangime razionato
oltre a latte e pascolo
Senza mangime
oltre a latte e pascolo
Assenza
di informazioni
Indenne BVD e IBR
Indenne o BVD o IBR
Non indenne
da IBR e BVD
Assenza
di informazioni
Tipo genetico
so. Per tale ragione e con l’obiettivo di spronare le strutture
d’ingrasso ad una positiva interazione con i fornitori, è stato
attribuito un punteggio particolarmente elevato all’assenza
di informazioni, situazione giudicata più rischiosa di uno
status sanitario negativo ma noto. Un animale che non è stato sottoposto ad alcun protocollo vaccinale, che è stato svezzato da pochissimo tempo, che non ha subito un condizionamento alimentare e che proviene da un allevamento non
indenne da IBR o BVD sono certamente gravi fattori di rischio ma sono comunque informazioni che se trasmesse
possono permettere al veterinario e all’allevatore di optare
per specifici interventi a riguardo (Tabella 3).
Valutazione delle prassi operative
Come per il rischio connesso alla gestione sanitaria ed alimentare degli animali nell’allevamento d’origine, anche le
informazioni dettagliate sulle movimentazioni risultano importanti per l’impostazione di scelte manageriali corrette. Le
modalità e la durata del trasporto, della permanenza e gestione nei centri di raccolta o il tempo di restrizione alimentare e idrica sono infatti fattori in grado di condizionare il rischio di BRD3.
Vanno considerati a rischio elevato, a prescindere dal livello
gestionale, gli allevamenti di grandi dimensioni, con un
turn-over annuale di animali superiore ai 10.000 capi. Anche
se tali realtà sono quasi sempre caratterizzate da un’attenzione particolare, da una procedurizzazione efficace delle pratiche, da un corretto rapporto fra operatori e numero di animali e da strutture funzionali, è d’altra parte vero che la circolazione microbica è inevitabilmente importante e il rischio
di commettere errori o di non individuare le problematiche
con la dovuta tempestività è certamente maggiore.
Il rischio è modulabile già a livello di scarico con la valutazione del calo peso e la formazione dei gruppi, in quanto
prestando molta attenzione al controllo degli animali è pos-
Fine autunno e inverno
sibile già in questa fase individuare soggetti ammalati. I
gruppi devono essere formati da animali il più possibile
omogenei in quanto a peso e razza ed è buona norma evitare o limitare al massimo il rimescolamento. Sono penalizzati, in quanto a maggior rischio per BRD, i box composti da
un numero eccessivo di animali10. Gruppi di meno di 10 animali oltre ad essere molto più facilmente ispezionabili, permettono infatti una maggiore segregazione di patogeni ad alta contagiosità (Tabella 4).
Particolare attenzione deve essere riposta alle procedure di
condizionamento cioè alle vaccinazioni, al trattamento antiparassitario e agli eventuali trattamenti antibiotici di tipo
preventivo (metafilassi). In riferimento ai protocolli vaccinali si è ritenuto di penalizzare il ricorso a protocolli standard
che prescindano da valutazioni obiettive delle specifiche situazioni. È considerata prassi in grado di ridurre il rischio di
BRD, la scelta di protocolli vaccinali ponderati in base al rischio legato alla singola partita e alle condizioni ambientali
in cui verrà successivamente allevata. Le condizioni meno rischiose sono dunque quelle in cui si applica un protocollo
antivirale polivalente e antibatterico mirato, in base agli animali e alla stagione con relativo richiamo. La prassi di vaccinare all’arrivo animali in cattive condizioni è scorretta, per
contro è considerato un fattore in grado di limitare il rischio
effettuare tali procedure con tempistiche e modalità dipendenti dalle condizioni sanitarie degli animali. In questo senso nei casi più a rischio è ottimale il ricorso alla vaccinazione intra-nasale per alcune valenze, in modo da promuovere
velocemente la reazione immunitaria locale dell’albero respiratorio11. In relazione alle problematiche parassitarie, è buona norma attuare un protocollo per endo ed ecto parassiti
anch’esso mirato, in base ad esempio alla provenienza degli
animali. Accanto al trattamento farmacologico è premiante
la tosatura del dorso, associata a trattamenti periodici verso
gli ectoparassiti.
4
Individuazione e valutazione dei fattori di rischio per la BRD nel bovino da carne da ristallo
Tabella 4 - Scheda per l’autovalutazione del rischio legato alle prassi operative.
Prassi operativa
Informazioni pre-arrivo
(possibile scelta multipla)
Numero di bovini allevati
all’anno
Scarico
Vaccinazioni
Rischio
Ho informazioni dettagliate sui punti successivi
-2
Non conosco gli spostamenti (modalità e durata del trasporto, mercati, ecc.) degli animali
prima del centro di raccolta
2
Non ho informazioni sul periodo di permanenza e sulla gestione nei centri di raccolta
2
Non conosco le condizioni del trasporto e il tempo di restrizione alimentare e idrica
2
< 500
1
500 - 1.000
2
1.000 - 2.500
3
2.500 - 5.000
5
5.000 - 10.000
8
> 10.000
10
Valuto criticamente calo peso, condizioni di viaggio (durata, clima, soste, ecc.) e attuo un
controllo individuale scrupoloso e critico degli animali allo scarico
-2
Controllo critico individuale allo scarico
0
Controllo sommario allo scarico
2
Protocollo antivirale polivalente e antibatterico mirato in base agli animali e alla stagione
con relativo richiamo
-6
Vaccino antivirale polivalente e relativo richiamo con protocollo standard
-2
Vaccino antivirale polivalente e richiamo mirato solo per alcune valenze con protocollo mirato
0
Vaccino solo per alcune valenze con relativo richiamo e con protocollo standard
3
Vaccino solo per alcune valenze senza richiamo e con protocollo standard
10
Protocollo per endo- ed ecto- parassiti mirato con tosatura e trattamento periodico
per ectoparassiti
-3
Protocollo per endo- ed ecto- parassiti all’arrivo senza tosatura e trattamento periodico
per ectoparassiti
0
Protocollo per endo- ed ecto- parassiti all’arrivo senza tosatura e trattamento a necessità
per ectoparassiti
1
Trattamento per endo- ed ecto- parassiti a necessità
3
Attuazione degli
interventi profilattici
Con tempistiche e modalità dipendenti dalle condizioni sanitarie degli animali
-3
Indipendentemente dalle condizioni sanitarie degli animali
3
Controllo animali
Rilevazione individuale della temperatura nei giorni successivi all’arrivo
-3
Esame ispettivo all’interno del box al mattino e dall’esterno alla sera
0
Trattamenti
antiparassitari
Trattamenti antibiotici
Scelta dell’antibiotico
Formazione dei gruppi
Esame ispettivo all’interno del box al mattino
2
Esame ispettivo dall’esterno del box
3
Tratto singolarmente ogni animale malato e adotto tempestivamente (meglio se in base alla
temperatura corporea degli animali) specifici protocolli di metafilassi con farmaci a lunga durata
quando la morbilità raggiunge il 10%
-6
Tratto singolarmente ogni animale malato e adotto specifici protocolli di metafilassi con farmaci
a corta/media durata quando la morbilità raggiunge il 10%
0
Effettuo un trattamento antibiotico preventivo di massa all’arrivo secondo un protocollo standard
3
Tratto l’animale con patologia conclamata e non attuo tempestivamente la metafilassi in caso
di necessità
10
Effettuo periodiche analisi per identificare i patogeni circolanti e la loro sensibilità ai trattamenti
-1
Effettuo analisi per identificare i patogeni circolanti e la loro sensibilità ai trattamenti solo in caso
di gravi epidemie
0
Utilizzo farmaci senza effettuare la verifica dei patogeni circolanti e la loro sensibilità ai
principi attivi
3
Elevata omogeneità per peso e razza
-1
Scarsa omogeneità per peso e razza
2
Casuale con rimescolamenti durante il ciclo produttivo
3
continua →
C.A. Sgoifo Rossi et al. Large Animal Review 2013; 19: …-…
5
Tabella 4 - Continuazione
Prassi operativa
Numerosità dei gruppi
Vuoto sanitario
(tutto pieno tutto vuoto)
Pulizia e disinfezione
della stalla di
adattamento all’uscita
di ogni partita di animali
Rischio
Meno di 10 animali per gruppo
0
10 - 20 animali per gruppo
2
20 - 30 animali per gruppo
4
Più di 30 animali per gruppo
10
Per più di 15 giorni
-1
Per 7-14 giorni
0
Per non più di 7 giorni
2
Non effettuato
3
Lavaggio e disinfezione
-1
Lavaggio
0
Cambio di lettiera e/o disinfezione di ambienti sporchi
2
Nessuna procedura
3
Particolare attenzione va rivolta all’uso degli antibiotici, infatti il ricorso ad un corretto protocollo metafilattico è in
grado di limitare fortemente l’impatto della BRD4,12,13. Prassi
rischiose risultano sia il trattamento antibiotico di massa all’arrivo in assenza di patologia conclamata e secondo un protocollo standard, sia il solo trattamento individuale di animali con sintomatologia clinica. Una forte riduzione del rischio si attua con il protocollo opposto e cioè l’associazione
del trattamento singolo di ogni animale malato seguito da un
tempestivo e specifico protocollo di metafilassi con farmaci a
lunga durata, quando la morbilità nel gruppo raggiunge il
10%12. Per attuare una metafilassi corretta occorre individuare precocemente gli animali ammalati, è quindi buona
norma controllare spesso gli animali nella fase di adattamento, monitorandone per qualche giorno dopo l’arrivo la temperatura rettale.
Infine, con l’obiettivo di ridurre al minimo l’esposizione dei
ristalli ai patogeni ambientali è buona norma effettuare un
vuoto sanitario della zona di adattamento e rimuovere completamente la lettiera del gruppo precedente, lavando e disinfettando accuratamente le strutture.
Valutazione delle strutture
di allevamento
In Tabella 5 sono riportati i punteggi relativi alle strutture
specifiche della zona di quarantena e adattamento. La presenza di alcune di esse come una mangiatoia di facile accesso per tutti gli animali contemporaneamente o rastrelliere,
abbeveratoi, accessi, cancelli ergonomici e funzionali è comunque auspicabile anche nel resto dell’allevamento.
È stato menzionato precedentemente quanto sia importante
attuare corretti e specifici piani vaccinali e trattamenti antibiotici tempestivi, risulta indispensabile quindi che tali trattamenti vengano effettuati in una struttura specifica. In un
corral ben progettato si ha la certezza di effettuare i trattamenti in modo corretto e di lavorare in piena sicurezza. In
particolare sarebbe al proposito opportuna la presenza di
un’autocatturante al termine del corral.
Oltre alla disponibilità e all’utilizzo di una struttura specifica e funzionale per la movimentazione e il trattamento sanitario, al fine di limitare il rischio di BRD occorre che i ristalli permangano il più possibile in una stalla isolata, destinata
unicamente alla fase di quarantena e di adattamento. In tale
struttura è preferibile che siano presenti abbeveratoi a livello
e non a spinta in quanto in quest’ultimo caso è meno probabile che gli animali prevalentemente provenienti dal pascolo
siano già abituati a tale sistema di abbeveraggio aggravando
così il probabile stato di disidratazione acquisito durante il
trasporto14. Per la stessa ragione la pavimentazione in grigliato dei box di adattamento è considerato un fattore di rischio rispetto alla lettiera ben gestita15.
È infine un fattore in grado di limitare il rischio di BRD, il ricovero degli animali più gravi in box infermeria isolati, in
modo da ridurre il più possibile la circolazione microbica.
Valutazione della gestione nutrizionale
Un’errata gestione nutrizionale è sicuramente in grado di
compromettere la salute degli animali nelle fasi successive all’adattamento, fasi in cui un eccessivo livello nutritivo o una
non idonea gestione del momento alimentare possono facilmente condurre a problematiche tipiche quali l’acidosi, il
meteorismo e le patologie podali.
Rispetto alle problematiche respiratorie, l’importanza della
gestione nutrizionale rappresenta un fattore di rischio indiretto, sarebbe infatti difficile da supportare scientificamente
l’affermazione che un’alimentazione scorretta sia in grado di
predisporre a BRD.
È invece certo che una corretta gestione nutrizionale, a partire dall’arrivo in allevamento dei ristalli, sia in grado di accelerare il ripristino delle condizioni fisiologiche del rumine
e sostenere indirettamente la funzionalità del sistema immunitario in termini di difese locali e sistemiche e di reattività
alle vaccinazioni16.
Come descritto dettagliatamente in Tabella 6, la somministrazione di una dieta specifica per la fase di adattamento è
considerata una pratica in grado di ridurre il rischio di BRD.
Per supportare l’incremento dei fabbisogni conseguenti all’assetto metabolico indotto dallo stress da trasporto, è indispensabile un apporto alimentare di adeguato livello energetico e proteico e contenente una specifica integrazione minerale e vitaminica16. Tale dieta unifeed somministrata ad libitum, in associazione a fieno sempre a disposizione per almeno una settimana, non deve essere cambiata bruscamente ma
il passaggio alla dieta d’ingrasso deve essere progressivo per
6
Individuazione e valutazione dei fattori di rischio per la BRD nel bovino da carne da ristallo
Tabella 5 - Scheda per l’autovalutazione del rischio connesso alle strutture di allevamento.
Strutture
Rischio
Struttura specifica e funzionale per la movimentazione ed il trattamento sanitario
degli animali (corral)
Stalla isolata, destinata unicamente alla fase di quarantena e di adattamento
Permanenza nella zona di adattamento/quarantena
Sistemi di ventilazione forzata
Abbeveratoi dei box per bovini di nuovo arrivo
Pavimentazione box animali di nuovo arrivo
Spazio in mangiatoia
Presenza e dotata
di autocatturante
-2
Presenza
-1
Assenza
2
Presenza
-3
Assenza o mancato utilizzo
3
> 30 giorni
-3
20 - 30 giorni
1
< 20 giorni
5
0
10
Presenza
0
Assenza
1
A spinta
3
A livello
0
Lettiera
0
Grigliato
6
< del n° dei capi
3
= al n° capi
1
> del n° dei capi
-1
Strutture (rastrelliere, mangiatoie, abbeveratoi, accessi, cancelli) ergonomiche e funzionali
per gli animali
Presenza
0
Assenza
2
Box infermeria isolato
Presenza
-1
Assenza
3
permettere alla flora e alla fauna ruminale appena ristabilitasi di adeguarsi ad un livello nutritivo più alto.
Le conseguenze positive di un condizionamento alimentare
ponderato vengono facilmente compromesse dall’utilizzo
di alimenti non conformi per contenuto di sostanze nutritive o addirittura di sostanze indesiderate come le micotossine. Queste in particolare sono in grado di interagire negativamente con le fermentazioni ruminali proprio in una
fase in cui è necessario promuoverle17. Risulta quindi fattore di rischio la mancanza di controlli frequenti delle caratteristiche chimiche e microbiologiche delle materie prime
ed in particolare degli insilati. Infine oltre alla somministrazione di una dieta specifica con materie prime sicure,
occorre prestare molta attenzione alla preparazione della
razione. L’obiettivo è di ottenere un unifeed con una quota
fibrosa di giuste dimensioni ma non facilmente separabile
dal resto dei componenti. È chiaro come il controllo degli
alimenti e della preparazione della razione rappresentino
operazioni in grado di limitare il rischio anche di ogni altra
problematica sanitaria e di promuovere inoltre il corretto
incremento degli animali.
Rischio complessivo
Il rischio complessivo scaturisce dalla somma del rischio legato all’animale (da 48 a 136) con quello legato all’ambiente
di allevamento e cioè nell’ordine alle prassi operative (da -28
a + 69), alle strutture (da -10 a +33) e alla gestione nutrizionale (da -10 a +26). Sono quindi da considerarsi a basso ri-
schio le partite con un rischio complessivo minore di 60, a
medio rischio quelle tra 60 e 110, mentre ad alto rischio tra
110 e 200, ed infine ad altissimo rischio quelle con punteggio
maggiore di 200. La situazione da considerare ideale e quindi a cui tendere, è quella in cui un punteggio di rischio, legato all’animale, elevato viene ridimensionato dalla sommatoria degli altri punteggi e quindi dall’attuazione di buone pratiche di gestione.
CONSIDERAZIONI FINALI
L’individuazione dei molteplici fattori di rischio e la quantificazione dei loro effetti negativi consentono di valorizzare
gli interventi sanitari ponderati e idonei al grado di rischio
connesso all’animale ristallato. Spesso approcci sanitari corretti, a causa di un ambiente di allevamento non altrettanto
idoneo o di un approccio gestionale non adatto al livello di
rischio della partita, si dimostrano inefficaci e mettono in discussione le capacità e la professionalità del medico veterinario. Il sistema sviluppato non deve esser considerato come la
saccente enunciazione di teoremi in grado di risolvere la problematica BRD nell’allevamento del bovino da carne, ma
vuole essere uno strumento dinamico a disposizione del veterinario che opera per limitare gli effetti negativi della patologia e, in quanto tecnico di riferimento dell’allevatore, deve
poter quantificare con precisione l’impatto economico di
ogni singolo fattore di rischio, per poter poi pianificare con
decisione e senza incertezze gli interventi necessari nelle di-
C.A. Sgoifo Rossi et al. Large Animal Review 2013; 19: …-…
7
Tabella 6 - Scheda per l’autovalutazione del rischio connesso alla gestione nutrizionale.
Parametro
Sistema di alimentazione
Rischio
Unifeed
0
Tradizionale
1
Ad libitum
-1
Razionata
2
Specifica per l’arrivo con UFC/kg s.s. < 0.90 e PG/kg s.s. < 13%
e graduale adattamento alla dieta di allevamento
-2
Specifica per l’arrivo con UFC/kg s.s. < 0.90 e PG/kg s.s. < 13%
senza successivo graduale adattamento alla dieta di allevamento
0
Utilizzo con somministrazione ad libitum di quota parte della dieta
di allevamento miscelata a foraggio di lunghezza di taglio adeguata
3
Utilizzo razionato di quota parte della dieta di allevamento
5
Utilizzo di un integratore/mangime specifico per l’adattamento
-1
Utilizzo aggiuntivo dell’integratore standard
0
Nessuna integrazione aggiuntiva
5
Disponibilità di foraggio lungo nei giorni successivi
all’arrivo in aggiunta alla razione
Fieno sempre disponibile nel corso dei primi 7 giorni
-1
Fieno razionato nel corso dei primi 7 giorni
1
Fieno solo 1°/2° giorno dall’arrivo
2
Controllo caratteristiche chimiche unifeed
Almeno un’analisi all’anno
0
Nessuna analisi
1
Almeno due analisi all’anno
-1
Modalità di somministrazione
Razione nella fase di adattamento
Integrazione nella fase di adattamento
Controllo caratteristiche chimiche insilati
Controllo caratteristiche sanitarie materie prime
Controllo caratteristiche sanitarie insilati
Controllo caratteristiche fisiche unifeed
Controllo accuratezza e precisione di fabbricazione
delle diete
Una volta all’anno
0
Nessuna analisi
2
Periodico per i prodotti a rischio (micotossine)
-1
Saltuario per prodotti a rischio (micotossine)
0
Nessun controllo
2
Periodico monitoraggio micotossine
-1
Saltuario monitoraggio micotossine
0
Nessun controllo
2
Controllo frequente e strumentale
-1
Controllo frequente visivo
0
Controllo sporadico visivo
1
Nessun controllo
2
Presenza di un sistema di registrazione delle quantità caricate e
dei tempi di miscelazione
-1
Impossibilità di verifica
2
verse realtà aziendali. Per raggiungere questo obbiettivo è indispensabile ampliare la mole e la qualità dei dati a disposizione. Questo progetto proseguirà in un’intensa attività di
archiviazione e analisi dei punteggi dei diversi fattori di rischio di numerose partite di animali di nuovo arrivo, da incrociare con i relativi dati sanitari strategici (morbilità e
mortalità), i relativi costi, e ove possibile le performance di
crescita della partita.
Questo metodo ha in conclusione lo scopo di valutare la reale capacità dei diversi piani profilattici e terapeutici di modulare l’interazione negativa tra il soggetto, l’ambiente e i
microrganismi patogeni, limitando gli effetti negativi della
BRD sul benessere degli animali allevati, sulla qualità e sulla
redditività delle produzioni.
RINGRAZIAMENTI
Si ringrazia MSD Animal Health per il supporto nello sviluppo del sistema di valutazione e analisi del rischio.
❚ Determination and assessment
of BRD risk factors in newly
received beef cattle
SUMMARY
Bovine respiratory disease (BRD) is the main health problem in intensive beef cattle rearing all over the world. Due
to its high morbidity and because of the negative impact on
8
Individuazione e valutazione dei fattori di rischio per la BRD nel bovino da carne da ristallo
growth performance, BRD is one of the main causes of economic loss in this type of rearing. BRD is a multifactorial
syndrome, so its etiopathogenesis covers several predisposing and triggering factors. The specific conditions in which beef cattle are reared during the entire production cycle,
starting from the origin farm, expose animals to many risk
factors that can dramatically reduce their immune defenses. Young calves moved farm to farm are inevitable exposed to several stressors and pathogens, so BRD incidence in
fattening facilities is unavoidable but, thanks to correct management and structures, can be limited. Therefore, the
management of the several risk factors is essential to support the correct preventive and therapeutic approaches.
The aim of this survey is to propose a system for BRD potential risk assessment of each group of newly received beef
cattle arriving to fattening facilities, scoring the main risk
factors of the production system that can affect the animals
susceptibility to respiratory disease. The overall risk assessment starts from the analysis of subject inherent risk in relation to weight, sex, race, transport length, after transport
weight loss and management of origin farm. This subject
inherent risk could be exacerbated or reduced by management and structures present on fattening facility. Risk assessment allows vets and farmers to take specific case by case management decisions for each group of newly received
beef cattle in relation to its related to risk BRD morbidity
and severity. This condition is basic to develop an effective
management and prevention of respiratory disease in beef
cattle intensive rearing system. The analysis of all the information that flow from the risk assessment, allows to quantify each risk factor impact on the farm balance sheet, highlighting the cost-effectiveness of changes in management
practices and of investments to implement structural
equipment.
KEY WORDS
Bovine respiratory disease, beef cattle, risk factors, risk assessment.
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