Coge parte 4 Piano economico

“Interventi di sensibilizzazione, formazione e supporto alle imprese
nel campo dell’ energia” CIG 4473049CCB
• Piano economico finanziario
•Componenti sistema di cogenerazione
•Cenni sul teleriscaldamento
“Interventi di sensibilizzazione, formazione e supporto alle imprese
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La cogenerazione: Piano economico
L’elaborazione di un progetto di investimento di un intervento di razionalizzazione
dell’energia si articola in due fasi:
1. Fattibilità
•Si individua la soluzione impiantistica migliore da adottare nel caso studiato,
confrontandola con le altre soluzioni disponibili.
•Si calcolano i consumi del nuovo impianto
• si calcola il risparmio energetico rispetto la condizione antecedente l’intervento
• si calcolano i costi di realizzazione e di gestione del nuovo impianto
2. valutazione economico-finanziaria
•si calcola se il tipo di intervento effettuato nel corso degli anni e gli apporti dei risparmi
tali che, attualizzati,confermino la redditività dell'investimento
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La cogenerazione: Piano economico
valutazione economico-finanziaria
il metodo che viene utilizzato è quello della “analisi finanziaria costi-benefici“, che
grazie al processo di attualizzazione permette di rendere omogenei, rispetto al fattore
tempo, le entrate e le uscite generate dal progetto di risparmio energetico.
Si procede quindi con il calcolo:
•del VAN (valore attuale netto)
•del TIR (tasso interno di rendimento)
• del pay-back period (tempo di ritorno del capitale investito)
• IP (indice di profittabilità)
I risultati dei valori sopraindicati, per confermare la bontà del progetto, devono risultare
concordi.
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Fattibilità
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La cogenerazione: Piano economico
valutazione economico-finanziaria
VALORE ATTUALE NETTO - VAN
Il valore attuale netto è il valore di una somma di flussi di cassa attualizzati al tempo
zero a un tasso pari al costo opportunità del capitale finanziario.
Il modello presuppone la presenza di un mercato perfetto in cui gli investitori abbiano
libero accesso al mercato finanziario in modo da poter calcolare il costo opportunità
dell’investimento alternativo di pari rischiosità.
Nella pratica si assume come costo opportunità del capitale il costo medio ponderato
del capitale, conosciuto con l’acronimo WACC (Weighted Average Cost of Capital)
ovverosia una media ponderata del costo del capitale proprio e del costo del capitale
di debito (netto dell’effetto fiscale).
Calcolato il VAN si può valutare l’investimento in questo modo:
Accettare se VAN>0 perché indica che il rendimento futuro è superiore al costo
opportunità del capitale investito
Rifiutare se VAN<0 perché il rendimento futuro è inferiore al costo opportunità del
capitale investito.
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valutazione economico-finanziaria
Esempio calcolo - VAN
Investimento da valutare
Disponibilità liquida da investire: € 200.000
Investimento proposto: palazzina in corso di ristrutturazione
Ricavo dalla vendita a un anno: € 250.000
Come decidere se investire o meno?
E’ necessario capire il valore dei 250.000 euro tra un anno in termini odierni.
Si assume come investimento alternativo l’acquisto di un ammontare pari di titoli di Stato con
scadenza un anno (BOT) con un rendimento del 5%.
Quindi, in questo caso si identifica il costo opportunità del capitale con il 5%. Il valore attuale
netto dell’investimento è:
250.000 / (1 + 0,05) - 200.000 = 38.095
In questo esempio il VAN è > di 0 quindi si può ACCETTARE l’investimento
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valutazione economico-finanziaria
TASSO INTERNO DI RENDIMENTO
Il Tasso Interno di Rendimento (TIR) è il tasso di sconto che rende nullo il valore
attuale netto dei flussi di cassa generati da un progetto d’investimento. Esso
esprime il rendimento implicito di un progetto d’investimento, ovvero il costo massimo
della raccolta affinché permanga la convenienza economica dell’investimento.
E’ necessario sottolineare infine che il TIR non prende in considerazione il costo del
capitale (WACC), poiché tutti i flussi positivi e negativi sono scontati al TIR stesso, il
WACC assume semplicemente il ruolo di termine di raffronto.
Quando il TIR è superiore al WACC allora il rendimento del progetto considerato
eccede il relativo costo dei finanziamenti e si genera ricchezza incrementale: si può
ACCETTARE l’investimento.
Quando il TIR risulta inferiore al WACC allora la realizzazione del progetto imporrebbe
il sostenimento di costi di finanziamento che non potrebbero essere compensati dai
flussi successivamente generati. Perciò in quest’ultimo caso l’investimento non si
dovrebbe fare.
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valutazione economico-finanziaria
pay-back period (tempo di ritorno del capitale investito)
Il concetto del payback period (PBP) è semplice ed intuitivo.
Risponde alla domanda: fra quanto tempo recupererò la spesa
iniziale?
Il PBP non è altro che il numero di periodi necessari affinché i flussi di cassa cumulati
eguaglino l’investimento iniziale.
Tale metodo però ha dei limiti perché non prende in considerazione l'andamento dei
flussi di cassa dopo il recupero dell'esborso iniziale
.
Molte imprese pongono un limite temporale (cutoff period) entro il quale “si deve
rientrare dall’investimento”, maggiore è il PBP, maggiore sia il rischio insito
nell’investimento
Solitamente un payback superiore ai 5/6
investimento in un impianto di cogenerazione
anni non è accettabile ai fini di un
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valutazione economico-finanziaria
IP (indice di profittabilità)
L’Indice di Profittabilità (PI) è dato dal rapporto tra il VAN di un progetto ed il
relativo investimento iniziale.
• Si tratta del rapporto tra benefici e costi di un progetto, che costituisce una
misura della profittabilità relativa dell’investimento.
•Criterio di decisione: Accettare se PI>0
Se un’impresa possiede un portafoglio di progetti, tutti con VAN positivo, ma
ha una limitata disponibilità di capitale, l’indice di profittabilità permette di
classificare i progetti, indicando l’ordine di scelta per l’impresa.
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Esempio fattibilità e valutazione economico finanziaria biogas
Valutazione costo biomassa
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Esempio fattibilità e valutazione economico finanziaria biogas
Valutazione costo biomassa
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Esempio fattibilità e valutazione economico finanziaria biogas
Investimento
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Esempio fattibilità e valutazione economico finanziaria biogas
Affitti
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Esempio fattibilità e valutazione economico finanziaria biogas
Biomassa
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Esempio fattibilità e valutazione economico finanziaria biogas
Assicurazione
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Esempio fattibilità e valutazione economico finanziaria biogas
Costi gestione
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La cogenerazione: Piano economico
Esempio fattibilità e valutazione economico finanziaria biogas
Manutenzione
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Esempio fattibilità e valutazione economico finanziaria biogas
Personale addetto
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Esempio fattibilità e valutazione economico finanziaria biogas
Ricavi
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Esempio fattibilità e valutazione economico finanziaria biogas
Ricavi
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La cogenerazione: Piano economico
Esempio fattibilità e valutazione economico finanziaria biogas
Redditività
L’utile del primo anno è un indicatore, ma va
considerata l’inflazione media prevista sui
costi, per tutta la durata del progetto. N.B. in
questo caso la criticità è rappresentata dal
fatto che mentre i costi subiranno
un’inflazione i ricavi rimarranno fissi per tutta
la durata (20 anni)
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La cogenerazione: Piano economico
Esempio fattibilità e valutazione economico finanziaria biogas
Redditività
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La cogenerazione: Piano economico
Esempio fattibilità e valutazione economico finanziaria biogas
Redditività
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La cogenerazione: Piano economico
Costo medio manutenzione annuo: da 10€ a 16€ a MWel
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La cogenerazione: Piano economico
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La cogenerazione: Piano economico
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La cogenerazione: Piano economico
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La cogenerazione: Piano economico
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La cogenerazione: Teleriscaldamento
Cos'è il teleriscaldamento
Il teleriscaldamento è un sistema di produzione centralizzata di calore che
viene distribuito direttamente alle utenze mediante una fitta rete di doppie
tubazioni interrate.
Grazie al teleriscaldamento cisterne, caldaie e canne fumarie degli edifici non
sono più necessarie.
Al loro posto c’è un semplice scambiatore termico che trasferisce il calore
prelevato dalla rete agli ambienti da riscaldare.
Perché sceglierlo?
Il protocollo di Kyoto indica il teleriscaldamento tra gli strumenti più efficaci per
la riduzione delle emissioni di anidride carbonica. Già oggi le più recenti
normative a livello europeo e nazionale ne riconoscono la validità obbligando le
nuove costruzioni, che distano meno di un chilometro da una rete di
teleriscaldamento, a progettare e predisporre i propri impianti per essere
alimentati dal calore distribuito dalla rete. (Direttiva 2002/91/CE, recepita dal D.
Lgs. 192/05 e s.m.i.)
Un sistema sicuro, pulito, efficace ed economico che, oltre ad azzerare le
emissioni in prossimità degli ambienti in cui si vive e si lavora, riduce
sensibilmente gli oneri di gestione rispetto agli impianti termici tradizionali.
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La cogenerazione: componenti
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La cogenerazione: componenti
Scopo di fornitura tipico
1. Motore alimentato a gas metano di rete tipo in configurazione con
recupero acqua calda dal blocco motore + olio + 1° stadio intercooler con
scambiatore di disaccoppiamento
2. Gruppo di misura fiscale dell.energia elettrica lorda prodotta
3. Gruppo di misura fiscale dell.energia elettrica autoconsumata
4. Gruppo di misura dell.energia termica utilizzata sul circuito acqua calda a
valle dello scambiatore di disaccoppiamento installato a bordo pakage
5. Sistema cabinato insonorizzato autoportante per esterno 65 dB(A) a 10 m +/3, atto a contenere l’intero assetto di generazione termo/elettrica.
6. Quadri di comando e controllo motogeneratore e supervisione package
7. Quadri di potenza e di interconnessione a rete comprendenti l.alimentazione
utenze ausiliarie del package
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La cogenerazione: componenti
Scopo di fornitura tipico
9. Trasformatore elevatore in resina, con ventilazione
forzata con centralina e termosonde di temperatura
10. Sistema di rabbocco automatico dell.olio e
stoccaggio olio fresco integrato completamente nel
package
11. Sistema evacuazione gas di scarico con camino
esterno, marmitta silenziatrice in acciaio Inox e by-pass
12. Dissipatori di emergenza per il raffreddamento
dell’acqua motore
13. Collegamenti MT, fumi e acqua calda ad utenza
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La cogenerazione: materiali di consumo
Olio motore
Una della spese non trascurabili per l’esercizio di un impianto di
cogenerazione basato su motore endotermico e l’olio lubrificante.
Il consumo è espresso in gr/Kwh. Un motore può arrivare a
consumare da 0,20 ai 0,30 gr/kwh.
A titolo esplicativo il consumo di un impianto cogenerativo da 1 Mwel,
è di 200/300 gr/h. Se consideriamo un funzionamento di 7000 h/anno,
avremo un consumo annuale di 2100 Kg/anno.
Se ipotizziamo un costo medio di 4 €/kg avremo una spesa di oltre
8.000 €/anno
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La cogenerazione: materiali di consumo
Urea
Nel caso di utilizzo di motore endotermico Diesel o funzionante ad olio
vegetale, le stringenti normative sulle emissioni in atmosfera, costringono
all’utilizzo di un dispositivo Denox (SCR) per l’abbattimento dell’Nox.
Il denox utilizza una soluzione con un determinata concentrazione di urea,
che viene consumata in base alla potenza dell’impianto ed alla quota di Nox
da abbattere.
In un motore dalla potenza di 1 Mw, alimentato ad olio vegetale, mediamente
si avrà un consumo di urea di circa 20 lt/ora.
Se consideriamo un funzionamento annuo di 7.000 ore avremo un consumo
di 140.000 lt di urea all’anno.
Se ipotizziamo un costo medio dell’urea di 0.30 €/litro, avremo una spesa
annua di circa 42.000 €
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La cogenerazione: materiali di consumo
Manutenzione full risk
Solitamente viene stipulato un contratto di manutenzione full risk con la
casa costruttrice / impiantista che ha realizzato il cogeneratore.
Il contratto solitamente prevede un corrispettivo da pagare in base alle ore
di funzionamento dell’impianto. Per un cogeneratore della potenza di 1
MW, generalmente previsto varia da 12€ a 14 € per ora di funzionamento.
Ipotizzando un funzionamento di 7000 ore/anno, avremo un esborso di
circa 91.000 €/anno
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La cogenerazione: materiali di consumo
Costi materiali consumo e manutenzione
Ricapitolando:
Olio motore………….……..8000 €
Urea………......…………….42000 €
Manutenzione……………..91000 €
---------------------------------------------------------------------------
Totale……………………….141.000 €
Vista la rilevanza dei costi di cui sopra, è facilmente comprensibile
che tale capitolo di spesa, và tenuto presente durante la stesura
del business plan e del piano economico dell’impianto
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La cogenerazione: Teleriscaldamento
Il calore prodotto può essere ceduto attraverso reti ad utenze
diffuse, da piccoli complessi civili a distretti industriali fino ad una
dimensione urbana.
In questo caso si parla di teleriscaldamento.
Definizione della norma UNI 8887:
insieme degli elementi funzionalmente associati atti a realizzare
e controllare un processo di cogenerazione,nonché a trasferire,
in parte o integralmente, il calore generato al sistema degli
utilizzatori termici non ubicati presso la centrale o sistema di
cogenerazione.
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La cogenerazione: Teleriscaldamento
• Il teleriscaldamento può essere o meno cogenerativo.
• I migliori risultati si ottengono dal giusto dimensionamento e utilizzo
contemporaneo di produzione combinata e separata.
• Le reti sono l’elemento caratteristico del teleriscaldamento, il loro
costo impatta notevolmente sull’investimento complessivo (100-500
€/m di tubazione).
• Il teleraffrescamento si può fare sia con produzione centralizzata, sia
con assorbitori installati presso le utenze.
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La cogenerazione: Teleriscaldamento
“Interventi di sensibilizzazione, formazione e supporto alle imprese
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La cogenerazione: Teleriscaldamento
“Interventi di sensibilizzazione, formazione e supporto alle imprese
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La cogenerazione: Teleriscaldamento
“Interventi di sensibilizzazione, formazione e supporto alle imprese
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La cogenerazione: Teleriscaldamento
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La cogenerazione: Teleriscaldamento
Il teleriscaldamento è un sistema di riscaldamento collaudato e sfruttato in Europa
centro-settentrionale, in America del Nord e in Giappone; inoltre è ampiamente
diffuso anche in Cina e nei Paesi dell’Est. New York fu il primo centro urbano
teleriscaldato (1876) e nel 1893 il primo impianto europeo venne realizzato ad
Amburgo
La città di Brescia, nel 1971, fu una tra le prime ad introdurre questo servizio in Italia,
attualmente Brescia, Torino e Reggio Emilia sono i maggiori poli urbani italiani
all’avanguardia nel settore del teleriscaldamento. Le regioni italiane che usufruiscono
maggiormente di questa forma di riscaldamento sono quindi la Lombardia, il
Piemonte, l’Emilia Romagna, il Veneto e l’Alto Adige(vista la sua ampia disponibilità
di biomassa per l’alimentazione delle centrali).
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La cogenerazione: Teleriscaldamento
Criticità
I maggiori ostacoli alla realizzazione di impianti e reti di teleriscaldamento sono legati a
questioni di natura finanziaria e di ricaduta ambientale.
Finanziaria:
I costi di realizzazione degli impianti sono infatti molto elevati, ma vengono poi assorbiti
nel corso dell’uso di questi, eliminando la logica individualistica delle caldaiette singole.
Ambientale:
Per quel che riguarda le preoccupazioni di carattere ambientale vanno rispettate delle
normative che garantiscano la non nocività degli impianti di teleriscaldamento nei
confronti dell’ambiente, ma anzi li portino ad essere meno impattanti sulla natura dei più
tradizionali sistemi di riscaldamento (le singole caldaie emettono nel complesso maggiori
emissioni di inquinanti di una centrale di teleriscaldamento che alimenta un’intera città):
•l’altezza del camino deve essere maggiore di quella degli edifici circostanti;
•il sistema di filtrazione deve comprendere catalizzatori o sistemi SCR;
•deve essere effettuato lo studio della ricaduta dei gas inquinanti attraverso modelli di
simulazione del pennacchio dei fumi nelle diverse condizioni locali di vento;
•deve essere effettuata la valutazione dei livelli di inquinanti nell’aria a differenti distanze
dalla centrale, che devono restare abbondantemente al di sotto dei limiti di legge;
•deve essere garantito il rispetto di rigide norme sulle emissioni.
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La cogenerazione: Teleriscaldamento
Manutenzione
Un impianto di teleriscaldamento necessita di una
manutenzione inferiore rispetto ai tradizionali impianti di
riscaldamento alimentati da singole caldaie. Questo si
traduce in costi minori per gli utenti e in un abbattimento dei
rischi di incidenti, vista la maggior affidabilità di questo tipo di
impianto che non utilizza come combustibile sostanze
esplosive o infiammabili
Le condutture infatti sono realizzate in modo tale da resistere
al fluido termovettore che le attraverserà, sia esso acqua,
acqua surriscaldata, vapore o fluido diatermico. Inoltre lungo il
tragitto delle condutture sono installati segnalatori di guasti
che garantiscono un tempestivo intervento in caso di perdite.
La manutenzione della centralina di scambio, che sostituirà la
caldaia, è minima e non comporta tutte quelle problematiche,
anche relative alla sicurezza, che si creano con l’uso della
caldaia.
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La cogenerazione: Teleriscaldamento
Contabilizzazione dei costi
La contabilizzazione dei costi del teleriscaldamento avviene secondo determinati criteri:
•in sottocentrale è installato un contatore d'energia termica, fonte ufficiale dei dati di
consumo dell'intero stabile;
•l'acqua calda fluisce all'impianto dell'abitazione attraverso una valvola di zona (la cui
apertura o chiusura è comandata dal termostato ambiente posto nell'appartamento) e
mediante un contatore collegato elettricamente alla valvola stessa
•il calore consumato per il riscaldamento dall'intero edificio è fatturato alla tariffa in
vigore di Kw/h, indicizzato alla tariffa del gas metano per uso riscaldamento.
• Il costo complessivo è suddiviso, fra tutte le unità servite, in una parte millesimale e in
una variabile.
Esempio:
- il 20% come quota millesimale indipendente dal consumo, in base ai millesimi delle
singole unità;
- l'80% quale quota proporzionale al consumo del singolo appartamento, in base alle ore
di funzionamento registrate dal contatore, ponderate con i millesimi dell'ambiente
riscaldato
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La cogenerazione: Teleriscaldamento
Come calcolare il risparmio
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La cogenerazione: Teleriscaldamento
Come calcolare il risparmio
Esempio calcolo risparmio sul metano caldaia tradizionale
Consumo appartamento medio in Europa
• tra i 220 e i 250 kWh/mq*a; gli edifici convenzionali
corrispondenti alle più recenti normative
• tra 80 e i 100 kWh/mq*a; gli edifici a basso consumo
energetico
• tra 30 e 50 kWh/mq*a; gli edifici passivi consumano
meno di 15 kWh/mq*a
* zona A: periodo di accensione 1 dicembre –
15 marzo; orario consentito 6 ore giornaliere
Consumi Fonte ENEA
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La cogenerazione: Teleriscaldamento
Come calcolare il risparmio
Esempio calcolo risparmio sul metano caldaia tradizionale
Prendiamo in esame un appartamento convenzionale medio di 80 mq
con un consumo annuale pari a 235 Kwh/mq
Con un consumo totale annuo di 18.880 Kwht
Prezzo del metano di
0,848€/m³
Valore energetico metano 9,40 kWh/m3
Rendimento caldaia 90%
Consumo annuo metano = 18.880 : 9,40:90%=2.222 m3
Prezzo Kwht= 2.222 x 0,848: 18.800 = 0,10 €/kwt
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La cogenerazione: Teleriscaldamento
Come calcolare il risparmio
Esempio calcolo risparmio sul metano caldaia tradizionale
Obiettivo del teleriscaldamento è quello di generare un risparmio
al’’utente nella misura di un 10/20%.
Ad oggi, come si può vedere dalla tabella (fonte
http://www.centroconsumatori.it/40v26395d28081.html) le tariffe per
il teleriscaldamento si attestano intorno ai 0,10€/Kwh, molto vicine a
quelle di un caldaia a gas