Il pro bono cresce anche in Italia

IV
Lunedì 25 Agosto 2014
AT T UA L I TÀ
La pratica, di origine anglosassone, sconta però il limite della deontologia forense
Il pro bono cresce anche in Italia
A fruire dell’attività gratuita dei legali è il terzo settore
DI
Pagina a cura
ANTONELLO DI LELLA
iù che un’attività quella del pro bono può
essere definita una
cultura vera e propria. Tradizionale nel mondo
anglosassone delle law firm,
ma ormai una realtà anche in
tutti i più grandi studi legali
italiani, che dedicano sempre
più ore all’assistenza delle
persone svantaggiate e delle
associazioni no profit.
Così anche gli studi d’affari
made in Italy corrono verso
una specializzazione sempre
maggiore. L’attenzione è crescente e i team pro bono sono
chiamati a valutazioni preliminari dettagliate per individuare quelle categorie ritenute più meritevoli di assistenza
gratuita.
Come tutti gli studi di matrice anglosassone,
Allen & Overy ha
sviluppato il settore pro bono anche
in Italia affidando
la responsabilità
all’avvocato Giovanni Gazzaniga.
«Con il pro bono
non solo si aiutano
enti o persone bisognose ma si traccia
una linea comportamentale nell’ambito
dei settori in cui lo
studio svolge attività professionale
che può essere di
esempio per altri
operatori. Usando
un’espressione inglese business in the community», spiega Gazzaniga. Allen
& Overy suddivide le attività
su due livelli. Ed opera a livello internazionale insieme
agli altri studi presenti in tutto il mondo. Dopo il disastroso
tsunami nell’oceano indiano lo
studio inviò squadre di avvocati per la ricostruzione degli
archivi anagrafici e catastali;
nel carcere di Guantanamo
avvocati di A&O hanno difeso persone detenute senza che
fossero state sottoposte ad alcun processo. C’è poi il secondo livello: quello delle attività
su scala locale in Italia. Ma
prima di entrare nel dettaglio chiediamo a Gazzaniga:
quali sono le differenze tra il
nostro Paese e quello anglosassone per quanto riguarda
il pro bono?
«In Italia, pur essendoci numerosi avvocati che svolgono
attività pro bono, sembra che
una coscienza dell’importanza di tale attività faccia
fatica a diffondersi su vasta
scala come invece si riscontra
in Inghilterra o negli Usa. Ciò
anche in ragione di una mancata presa di posizione chiara
e diretta della nostra legge
professionale. Tant’è» spiega
l’avvocato, «che vi sono stati
casi di esposti agli organismi
P
disciplinari a carico di colleghi che svolgevano attività
professionale pro bono». Tra le
attività svolte in Italia A&O
ha assistito il Fai (Fondo ambiente italiano) nell’acquisto
della Selva di San Francesco
ad Assisi e nell’organizzazione
del concorso «Eleggi il luogo
del Cuore». Nonché ha assistito Telefono Azzurro. In A&O
di pro bono si occupano tutti
gli avvocati e spiega Gazzaniga «stiamo cercando qualche
attività che possa occupare
anche lo staff». Ma come si
seleziona il progetto da assistere? «L’ente che beneficerà
della nostra attività deve avere una serie di requisiti, tra
cui apoliticità e trasparenza.
Inoltre il progetto deve essere
misurabile», spiega il legale,
«quando accettiamo l’incarico
pro bono, l’ente diventa un
cliente a tutti gli effetti e dob-
dell’accesso a servizi sanitari
e al miglioramento delle condizioni di vita della popolazione
del nord Uganda». Nell’ambito
dell’assistenza pro bono lo studio Legance ha aderito al programma internazionale TrustLaw Connect finalizzato ad
incrementare la prestazione
da parte di studi legali qualificati di attività legale pro bono
Giovanni Carotenuto
Giovanni Gazzaniga
biamo essere sicuri di poterlo
seguire adeguatamente». Tra
le attività di charity va segnalato l’acquisto di tre incubatrici per l’ospedale dell’Aquila e
una collaborazione con Cbm
Italia Onlus attiva nei Paesi
del sud del mondo con progetti
di lotta e prevenzione
alla cecità. In Africa,
infine, lo studio (a
livello mondiale) ha
finanziato progetti
per bimbi abbandonati. Con verifiche
periodiche sul posto
degli interventi.
Costante negli
anni anche l’impegno
pro bono di Toffoletto De Luca Tamajo
e Soci. Tra le attività
seguite l’assistenza a
Fai, Fondazione Ambrosoli, Emergency
e Fondazione Dott.
Sorriso e Civicum.
«In particolare», spiega l’avvocato Franco
Toffoletto, presidente e managing partner dello studio, «il
Fai viene assistito dal 2003 in
tutte le tematiche relative alla
contrattualistica e alla consulenza giuslavoristica; mentre
dal 2011 viene altresì assistita
la Fondazione Ambrosoli che
ha come mission la garanzia
di impatto strategico.
Sono tre i progetti a cui
Legance ha collaborato. Ha
assistito «Bug Büro zur Umsetzung von Gleichbehamdlung», un organismo tedesco
che si occupa di contrastare le
discriminazioni, predisponendo un report sulla legislazione
italiana in materia di tutela
antidiscriminazione per razza, sesso e disabilità. Altro
capitolo riguarda l’assistenza
a «Transparency International
Org», organizzazione internazionale non governativa che
si propone di contrastare le
pratiche di corruzione nel settore pubblico e privato. Terzo
ed ultimo progetto strategico
riguarda l’assistenza, per le
tematiche societarie e fiscali,
alle organizzazioni no-profit
Rosella Antonucci
«Islamic Relief Worldwide» e
«Islamic Relief Italia Islamic
Relief», che hanno lo scopo di
alleviare la sofferenza, la fame,
l’analfabetismo e le malattie in
tutto il mondo. A coordinare i
progetti l’avvocato Rosella
Antonucci, partner di Legance e responsabile del pro bono:
«L’impegno in questa direzione
deriva dalla convinzione che la
nostra professione abbia una
funzione etica che, in talune
circostanze, legittima l’offerta
della nostra assistenza e del
nostro know how a soggetti
che non hanno la possibilità
di remunerarli. Crediamo»,
continua la Antonucci, «nel dovere sociale e professionale di
impiegare le nostre
competenze al servizio della comunità,
al fine di contribuire
a migliorare le condizioni delle minoranze e degli individui svantaggiati,
nonché all’internazionalizzazione della
cultura giuridica».
Legance ha istituito Ri-Diamo Onlus, associazione
no-profit che svolge
attività di fund raising per supportare
iniziative a carattere solidale e benefico, nonché attività di
volontariato diretto,
con particolare attenzione ai
bambini e ai giovani con difficoltà sociali, economiche e di
salute.
La law firm Hogan Lovells è invece socio attivo di
Sodalitas, fondazione che promuove la
responsabilità sociale d’impresa. Lo
studio assiste anche
Caf Onlus nelle trattative preliminari
per il trasferimento
di proprietà, Ring 14
(supporta i bambini
affetti da una rara
malattia genetica,
la sindrome Ring
14) in relazione a tematiche Ip e privacy.
Hogan Lovells sostiene Open society
justice initiative, associazione
(parte della Fondazione Soros)
che si occupa dei diritti civili
dei Rom. In passato ha supportato On the Road, l’associazione che si occupa delle vittime
di tratta, Dialogue in the dark,
impresa sociale impegnata a
sensibilizzare l’opinione pubblica verso i non vedenti e, infine, Optometry Giving Sight,
una Ong che sostiene progetti
per la prevenzione e controllo
della riduzione e perdita della
vista.
Tra i settori seguiti dallo
studio Orrick le controversie
internazionali su immigrazione e diritti umani. «Il nostro
studio ha molto a cuore il tema
del pro bono», afferma Giovanni Carotenuto, partner
e coordinatore italiano delle
attività, «e compie ogni sforzo
per garantire che, a livello globale, il lavoro svolto da ciascun
professionista abbia il massimo impatto per la comunità».
A livello italiano l’avvocato
Nicoletta Masucci ha curato progetti per le organizzazioni Life for Madagascar, Cena
dell’Amicizia e Avvocati per
Niente. Altri sono in atto.
Il report per il G8 Social
Impact Investment Taskforce:
i team di Orrick stanno preparando relazioni per i Paesi
del G8 evidenziando ciò che è
possibile mettere in atto per
ampliare il mercato globale
attraverso lo sviluppo di forme
di societarie che promuovano
fini sociali o ambientali.
Andando oltre, l’avvocato
Carotenuto e la trainee Sira
Franzini stanno conducendo
un’analisi nell’ambito della
normativa italiana su un progetto globale per l’Ufficio congiunto della Nazioni Unite per
la prevenzione dei genocidi. Un
altro progetto riguarda l’assistenza a Sustainable Global
Gardens, una piccola charity
inglese attiva in Africa per la
riduzione della povertà. Una
squadra italiana sta lavorando
con il Center for Reproductive
Rights occupandosi della mortalità delle madri tra gli immigrati e nelle altre comunità disagiate in Europa; assistenza,
infine, a Endeavor, organizza-
Franco Toffoletto
zione no profit che promuove
la crescita economica a lungo
termine.
Tra i progetti di Orrick già
conclusi invece vi è l’assistenza ai tribunali di guerra in
Uganda, l’assistenza al Public
International Law & Policy
Group per la nuova costituzione democratica in Libia e
la promozione del microcredito nei Paesi dell’Unione.
Gran impegno per il pro
bono emerge anche dall’annuale rapporto della law firm
Latham & Watkins. Centinaia i programmi seguiti:
immigrazione e asilo politico, violenze domestiche, traffico umanitario, diritti civili,
microfinanza ed imprenditorialità. E altro ancora. Basti
pensare che nel 2013 gli studi Latham & Watkins hanno
dedicato al pro bono 191 mila
ore, valutate approssimativamente in 102.5 milioni di dollari di lavoro.
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