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ABCFD
Guida al trading con i CFD
a cura di Tommaso Grotto
GUIDA AL TRADING CON I CFD
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www.tradinglibrary.it
Guida al trading con i CFD
ABCFD
A cura di Tommaso Grotto
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Guida al trading con i CFD
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Guida al trading con i CFD
Sommario
Prefazione
Autore
1. Introduzione
1.1 Perché una guida?
1.2 Elogio ai prerequisiti
1.3 Una metodologia infallibile
1.4 CFD, questi sconosciuti
1.5 La storia, un distillato di rumori
2. Concetti
2.1 Broker, un falso mito
2.2 Contratti standard e mini
2.3 Sottostante
2.4 Leva finanziaria
2.5 Commissioni
2.6 Posizioni overnight
2.7 Esenzione dalle imposte di bollo
2.8 Negoziazione h24
2.9 Attività aziendali
2.10 Scadenza
3. Strumenti
3.1 Indici
3.2 Forex
3.3 Commodities
3.4 Azioni
3.5 Opzioni
3.6 ETF
4. Strategie
4.1 Time management
4.2 Risk management
4.3 Diversificazione di portafoglio
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Guida al trading con i CFD
4.4 Money management
4.5 Tipologie di trading
4.6 Ordini
4.7 Speculazione long e short
4.8 Estrazione di capitale
4.9 Hedging
4.10 Anomalie sulle attività aziendali
4.11 Arbitraggi
5. IG
5.1 Tecnologie
5.2 Strumenti
5.3 Piattaforme
5.4 Supporto
5.5 Didattica
Conclusioni
Appendice 1: Piattaforme di trading
Appendice 2: Analisi grafica e indicatori tecnici
Appendice 3: Indici di profitto e rischio
Appendice 4: Trading algoritmico
Dizionario
Bibliografia
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Guida al trading con i CFD
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Guida al trading con i CFD
Alla mia famiglia per il sostegno continuo.
Agli amici con cui condivido i momenti più divertenti.
Alle persone che hanno incrociato la mia strada.
Tommaso Grotto
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Guida al trading con i CFD
Prefazione
Ho scoperto i Contract for Difference nel 2001. Terminati gli studi
avevo iniziato a lavorare come junior trader presso un trading desk di
un hedge fund global macro basato a Londra. Mi trasferii a Londra a
Giugno 2001 e Ottobre 2001 rappresentò il minimo del mercato orso
provocato dagli attacchi alle torri gemelle. Nuovi clienti europei, tra
cui alcune banche italiane, erano favorevoli all’implementazione di
strategie di trading anche sui titoli italiani. Mi fu subito comunicato
che dopo il training mi sarebbe stata affidata una piccola linea di
rischio per i titoli italiani, da utilizzare in CFD. Il mio capo, all’epoca,
era un inglese ex trader sulle commodities che aveva gestito il prop
trading su Forex e commodities per le principali banche della City e
già nel 1984, all’età di 29 anni, aveva deciso di lanciare uno dei primi
fondi hedge con 50 dipendenti. Risposi al mio capo con un “sure”
entusiasta. “Sure”, per gli inglesi, non è una semplice traduzione
in certo o certamente ma significa che hai la piena padronanza
dell’argomento. Avevo terminato l’università e studi in finanza 3
mesi prima ma non avevo la più pallida idea di cosa fosse un CFD
su un titolo italiano. All’epoca, digitando sulla versione di google
in italiano la parola CFD, le uniche stringhe che venivano fuori
riguardavano la computational fluid analysis; insomma, nozioni di
fisica e per giunta in inglese. Pensai che tra i vari sistemi di trading
dell’hedge fund ce ne fosse qualcuno riguardante lo studio dei fluidi;
in realtà, di lì a breve, un sales di GNI (una delle nostre controparti
che utilizzavamo per eseguire gli ordini) mi venne a trovare e mi
mise davanti alla GNI Touch. Il trading online era fenomeno nato
solo 4 anni prima in Italia. All’Università il trading online era un
ottimo sistema per evadere le lezioni noiose di diritto commerciale
o economia politica e dedicarsi a qualche cosa di più avvincente.
Con i CFD mi si aprì un nuovo mondo, avevo lasciato l’Italia con
piattaforme che ti permettevano di andare solo al rialzo, senza ordini
in stop e senza leva. Con i CFD, invece, avevo libertà e soprattutto la
leva overnight, implementata dai TOL italiani con molta resistenza.
Inoltre, in un’unica piattaforma disponevo di migliaia di sottostanti
su cui operare. I trader online italiani dovevano utilizzare strumenti
poco trasparenti e onerosi come i covered warrant per agire a leva sul
mercato italiano; io, invece, operavo direttamente sul book dei titoli
italiani con i CFD a leva e in più potevo coprire il portafoglio con un
semplice click andando short. Le performance furono ragguardevoli.
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Guida al trading con i CFD
Da quell’esperienza ho compreso che in Italia mancava questo
tipo di prodotto e le restrizioni normative ne rendevano difficile
la promozione. L’occasione si ebbe nel 2006 quando l’imminente
introduzione della MiFID avrebbe regolamentato sul piano europeo i
CFD (contratti finanziari differenziali) che sarebbero entrati a pieno
titolo tra le definizioni del Testo Unico della Finanza (TUF). IG, da
sempre primo operatore al mondo su questo tipo di prodotti, decise
di entrare sul mercato europeo a pieno regime e mi affidò lo sviluppo
del mercato italiano. Oggi i CFD sono uno strumento di trading noto
e tutti ne parlano ma nel 2006 IG era l’unico operatore ad offrirli e
a spiegarne i vantaggi dell’utilizzo. Dal 2006 il mercato si è evoluto
tantissimo; la stessa IG ha implementato 4 nuove piattaforme e ha
allargato l’offerta a nuovi mercati e all’utilizzo di smartphone e
tablet. Inoltre, nuovi operatori sono arrivati e anche le banche italiane
si sono dovute aprire al Forex ed in parte ai CFD.
Nonostante questo importante sviluppo, sul mercato italiano manca
ancora una guida completa che spieghi cosa sia un CFD e come
funzioni. L’incontro con Tommaso Grotto e la lunga amicizia con
Stella Boso di Trading Library ci ha portato a scrivere questa breve
guida che ha l’obbiettivo di rendere consapevole il trader dello
strumento che sta utilizzando. La guida è un valido supporto sia
per il neofita che deve acquisire delle conoscenze di base, che per
il trader evoluto, il quale conosce i mercati ma non necessariamente
padroneggia i CFD. Tommaso Grotto in questo ha fatto un ottimo
lavoro di sintesi e semplificazione. Buona lettura e soprattutto buon
trading.
Alessandro Capuano
Head of IG Markets Italy
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Guida al trading con i CFD
Autore
Tommaso Grotto è Analista Quantitativo specializzato nelle
tecnologie di trading algoritmico. Ha partecipato come relatore a
Mechanica 2011, ITForum 2011 e Mechanica 2012; insegna ai corsi
di trading algoritmico tenuti dal Dr. Emilio Tomasini. Nel 2012
ha collaborato con Borsa&Finanza e collabora tuttora con Lettera
di Borsa e Traders Mag Italia. Sta curando, inoltre, la sezione di
trading automatico dell’Annuario del Trading Online. È fondatore di
NeuroTrading e cofondatore di KsyTech.
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Guida al trading con i CFD
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Guida al trading con i CFD
1. Introduzione
1.1 Perché una guida?
Non sarebbe stato più esauriente un libro colmo di definizioni,
formule, codici di programmazione, grafici e via dicendo? Il trait
d’union di quasi tutti i libri di trading è la ripetitività, a supporto di
una filosofia di scrittura in cui il lettore è bombardato dagli stessi
concetti, semplici ma amplificati talmente tanto da risultare, in
conclusione, complessi. La formazione da Analista Quantitativo e,
perché no, una predisposizione mentale tendente all’essenza, mi ha
convinto a scrivere una guida semplice, concisa, analitica, allo stesso
tempo teorica e pratica.
In questo primo capitolo parleremo di prerequisiti e dell’importanza
della metodologia. Nel secondo capitolo vedremo le basi dei
CFD, necessarie per padroneggiare con efficacia lo strumento. Nel
terzo capitolo affronteremo i vantaggi dei CFD applicati su alcuni
sottostanti, in particolare indici, valute, materie prime, azioni,
obbligazioni, opzioni ed ETF. Il quarto capitolo tratterà le tipologie di
trading, la gestione delle posizioni, gli ordini e le strategie ordinarie.
Il quinto capitolo sarà dedicato a IG, primo broker al mondo nella
contrattazione di CFD, con particolare riferimento alle tecnologie e
alla dotazione di piattaforme. Quattro appendici e un breve dizionario
chiuderanno la dissertazione.
La pretesa di questa guida è quella di esaurire l’argomento CFD,
non l’argomento trading. Non si vuole sostituire ai libri operativi,
prezioso plus per i trader che hanno in mano questa guida.
1.2 Elogio ai prerequisiti
Se ho capito una cosa in questi anni è l’inutilità di buttarsi a capofitto
su un’idea di trading senza avere assimilato i prerequisiti fondamentali
e senza una metodologia affidabile. Non parlo della padronanza
della terminologia, ma della completa comprensione degli strumenti
con cui si vuole operare. Obiettivo di questa guida è sopperire al
problema della mancanza di informazioni sui CFD in lingua italiana.
Ogni concetto, dove possibile, sarà associato al rispettivo termine
inglese (non dobbiamo dimenticare che la maggior parte del materiale
bibliografico, cartaceo e digitale, è essenzialmente in lingua inglese).
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Guida al trading con i CFD
1.3 Una metodologia infallibile
“Ogni uomo è artefice del proprio destino”, dicevano i latini. Una
metodologia non può fallire, a differenza di un’idea di trading. Di
seguito un esempio di metodologia, dando per scontati i prerequisiti
di cui sopra. Ho chiamato questa metodologia “3D”, nome dovuto, da
un lato, all’integrazione ibrida di tre principi di lean startup (minimum
viable product, validate learning e pivot), dall’altro, alle tre macro
fasi principali del processo (design, development e deployment) in un
contesto incrementale a iterazioni brevi, intendendo con quest’ultimo
concetto la necessità di poter operare piccoli cambiamenti strategici in
tempi molto ristretti, senza l’intervento della componente emozionale
e osservando esclusivamente risultati oggettivi di performance.
1.3.1 Design
Lo screening indica la ricerca continua di novità, micro e macro, sui
mercati di interesse e la conseguente selezione di strumenti e titoli
da scambiare, compresi i relativi time frame. Rientrano in questa
categoria le watchlist, i tool di screening automatico disponibili in
diverse piattaforme (MetaTrader compreso), l’analisi dei cluster in
ottica di portafoglio, l’analisi di sentimento con particolare riferimento
alle aziende del settore high tech, software di rating basati su analisi
fondamentale o social rating. Non da meno lo screening manuale, se
si sa dove guardare, come insegna Dave Landry.
L’idea di trading [trading idea] è il fulcro di tutta la metodologia.
Può nascere dall’esperienza maturata sul campo o da un’intuizione.
In caso contrario, ci soccorrono libri operativi e tecnologia: sono
facilmente reperibili formule e codici di programmazione di molti
indicatori tecnici e pattern, marketplace online dove è possibile
noleggiare strategie di trading ideate da altri trader (un fenomeno
di tendenza che ha assunto il nome di mirror trading e che in Italia
è attualmente bloccato da Consob), software basati su tecniche di
intelligenza artificiale in grado di analizzare le serie storiche e di
generare in automatico i segnali operativi (Adaptrade Builder in
primis). Questi approcci non sono risolutivi, ma riducono di molto
i bias cognitivi dei trader e forniscono soluzioni interessanti su cui
riflettere, in grado di condurre, nel tempo, a nuove e particolari idee.
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Guida al trading con i CFD
1.3.2 Development
La strategia [trading game] include, oltre ai segnali operativi frutto
dell’idea di trading, il timing, la gestione del rischio e il money
management, aspetti che affronteremo abbondantemente nel capitolo
4. Tutte queste componenti, solide basi per un trading responsabile,
possono essere parzialmente o completamente automatizzate. Si
possono sviluppare strategie su singoli strumenti finanziari, multimercato, multi-time frame e di portafoglio.
Il testing è la fase in cui si verifica la strategia di trading sulle serie
storiche selezionate (valutate attentamente il provider dati secondo
l’operatività di breve o medio termine) o sul portafoglio e comprende
back-test, ottimizzazione (classica o genetica se la mole di dati da
analizzare è notevole), analisi walk forward, analisi montecarlo
e valutazione attenta dei report di performance (l’appendice 3 è
dedicata agli indici di profitto e rischio). Test multi-mercato e multitime frame possono evidenziare eccesivi adattamenti [overfitting]
delle strategie rispetto alle serie storiche. Le curve di profitto [equity
curve] generate da queste strategie sono solitamente troppo belle per
essere vere. L’obiettivo della fase di testing è di rendere la strategia
più robusta, aumentando la fiducia da parte del trader. La fiducia è
una componente discrezionale ma migliora l’esperienza di trading
perchè evita l’entrata in gioco dell’emotività improvvisa.
1.3.3 Deployment
La simulazione comprende trading simulato [paper trading], replay
trading e scenari casuali, permettendo di valutare la strategia
mediante l’investimento di un capitale virtuale. Diffidate dalle
piattaforme che non offrono strumenti di simulazione avanzati o che
in ambiente simulato non verificano i livelli bid-ask (dovrebbero
essere inclusi nelle serie storiche), eseguendo gli ordini senza la
disponibilità reale della controparte. Per sopperire a queste carenze
sarete obbligati a simulare la contrattazione in mercati molto liquidi
(con ampi volumi di scambio) e ricordatevi di considerare sempre
commissioni, slippage e altre variabili che possono incidere sul
risultato finale del trade. Le simulazioni dovrebbero durare diversi
mesi, dipendentemente dal time frame utilizzato.
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Guida al trading con i CFD
Trading reale [live trading], lo step notoriamente più semplice da
spiegare, indica il trading in tempo reale, con soldi reali. Come
diceva Jesse Livermore, famoso speculatore del ventesimo secolo: “Il
professionista cerca di fare la cosa giusta, piuttosto che focalizzarsi
sul guadagno: egli ben sa che il profitto altro non è che la conseguenza
di una serie di azioni corrette”. Nel prossimo capitolo scopriremo
che i CFD sono uno strumento con diverse sfaccettature, adatto
sia ai neofiti che ai trader professionisti: contratti mini e stop loss
garantiti permettono di gestire il rischio in modo agevole, vice versa
leva finanziaria, negoziazione h24 e la caratteristica di prestarsi ad
arbitraggi, lo rendono uno strumento rischioso e complesso, adatto a
trader con pluriennale esperienza.
Questa metodologia ha lo scopo di farvi comprendere se l’idea di
trading è attendibile o meno. Perfetta per trader algoritmici, un po’
meno per analisti tecnici e trader discrezionali, ma tutti potranno
beneficiare di un processo coerente e rigoroso.
1.4 CFD, questi sconosciuti
1.4.1 Derivati
I CFD (Contracts for Difference), sono uno strumento appartenente
alla famiglia dei derivati. I derivati, di cui ricordiamo con facilità
futures e opzioni, sono strumenti il cui prezzo è basato sull’andamento
di un sottostante, ovvero il titolo o il contratto a cui fanno riferimento
e che può essere un indice, una valuta, una materia prima, un’azione,
un’obbligazione o anche un altro derivato, ecc.
1.4.2 OTC
I CFD sono uno strumento flessibile perchè sono scambiati nei
mercati OTC (Over the Counter). Rispetto ai mercati regolamentati,
in cui i requisiti di accesso, organizzativi e operativi sono approvati da
un’autorità di controllo (in Italia abbiamo la Consob), i mercati OTC
dispongono di contratti non standardizzati, il book può non esistere e
non vi sono obblighi di market making per gli intermediari finanziari.
I principali sistemi informatici di scambio OTC sono il Forex, il
NASDAQ, con una sezione di azioni OTC, OTCBB e OTC Markets
(ex Pink Sheets e Yellow Sheets, nomi derivanti dal colore della carta
con cui erano stampati gli elenchi di azioni e obbligazioni OTC).
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Guida al trading con i CFD
1.5 La storia, un distillato di rumori
Non potevo trovare una definizione più calzante di storia in un
contesto finanziario. La citazione è di Thomas Carlyle, storico
scozzese del 1800. I CFD, inizialmente, erano degli equity swap,
un prodotto a marginazione esente da imposte di bollo, inventato a
Londra nel 1990 da Brian Keelan e Jon Wood (i nomi più accreditati).
Furono utilizzati nei primi tempi dagli hedge fund per coprire le
esposizioni nel London Stock Exchange (LSE), per poi approdare
al pubblico retail verso la fine degli anni 90. Il primo broker fu
GNI, acquisito successivamente da MF Global (fallita nel 2011), a
cui seguirono velocemente IG e CMC Markets, che si spostarono
oltreoceano in Australia, per poi raggiungere anche altri paesi europei
tra cui l’Italia. Per comprendere la diffusione raggiunta da questo
strumento, notiamo che nel 2007 la borsa australiana Australian
Securities Exchange (ASX) ha aggiunto alcuni CFD alla lista dei 50
titoli australiani più scambiati. Attualmente, i CFD sono utilizzati per
lo più da un pubblico assortito di trader retail in ottica speculativa.
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Guida al trading con i CFD
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Guida al trading con i CFD
2. Concetti
La scelta di uno strumento dovrebbe essere una diretta conseguenza
delle opportunità e dei limiti offerti dallo strumento stesso. In questo
capitolo parleremo di broker, contratti, sottostante, leva finanziaria,
commissioni, posizioni overnight, negoziazione h24, attività
aziendali, scadenza e tassazione. Risponderò ai quesiti che assillano
ogni trader e svelerò alcuni falsi miti, il tutto arricchito con aneddoti
e curiosità.
2.1 Broker, un falso mito
2.1.1 Dealing desk VS No dealing desk
Il broker, o dealer, è l’intermediario finanziario che vi permette di
contrattare i CFD. I broker si suddividono principalmente in due
categorie: dealing desk (market maker) e no dealing desk. Un falso
mito lega queste due categorie. Nel primo caso, i broker forniscono
direttamente le quotazioni, creando un vero e proprio book sintetico
su cui operare, ma non si posizionano contro i clienti, come spesso
viene dichiarato. L’hedging delle posizioni aperte avviene mediante
l’acquisto diretto dei sottostanti. Nel secondo caso, i broker operano
da veri e propri intermediari: forniscono una quotazione, frutto di
una comparazione tra le quotazioni fornite da varie banche centrali,
applicano una commissione e inoltrano il vostro ordine a mercato.
I broker dealing desk utilizzano spesso il sistema delle riquotazioni
[requotes] per diminuire l’esposizione, non utilizzato, invece, dai
broker no dealing desk. Questi ultimi non possono operare modifiche
ai prezzi in qualità di broker ECN-STP. Nel capitolo 5 vedremo la
tecnologia Price Improvement, soluzione alle riquotazioni proposta
da IG.
2.1.2 ECN-STP
Molto importante anche la comprensione degli acronimi ECNSTP. ECN sta per Electronic Communications Network e indica
una modalità di selezione delle quotazioni provenienti dalle banche
centrali, utilizzata dai broker no dealing desk. STP sta per Straight
Through Processing e indica una modalità automatizzata di gestione
degli ordini. Tutti i broker ECN sono anche STP, ma non il contrario.
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Guida al trading con i CFD
2.1.3 DMA
La specifica di broker DMA (Direct Market Access) implica la
possibilità di eseguire direttamente gli ordini nei book dei mercati
regolamentati, la visualizzazione di più livelli nei book (DMA L2)
rispetto ai book OTC standard (OTC L1) e slippage ridotti grazie alla
presenza di un numero inferiore di intermediari. Una volta eseguite
le transazioni, queste vengono trasformate in CFD.
2.1.4 Gestione dei fondi
Un altro aspetto da considerare durante la selezione di un broker
è la gestione e tutela dei fondi: fidatevi solamente dei broker che
utilizzano conti segregati. Un conto segregato è un deposito in cui
i fondi dei clienti sono separati da quelli del broker, per assicurare
la restituzione in caso di fallimento dell’azienda. Di esempio il caso
di Peregrine Financial Group (PFG), fallita con un buco di oltre 260
milioni di dollari. I clienti non vedranno mai restituiti i loro fondi
in quanto non erano stati depositati in conti segregati a cura di una
banca depositaria, ma venivano gestiti direttamente da PFG. Ricordo,
inoltre, che la differenza sostanziale tra banca e broker è che la prima
può, per legge, utilizzare i fondi dei clienti per effettuare investimenti,
a fronte di un tasso di interesse e di altri servizi; il broker, invece,
deve agire da intermediario in cambio di una commissione e non può
utilizzare i fondi dei clienti per operazioni di investimento.
2.1.5 Associazione Italiana Broker Forex e CFD
In Italia il tasso di crescita sugli scambi di CFD è tra i più alti
d’Europa. Con l’obiettivo di tutelare gli investitori italiani,
l’Associazione Italiana Broker Forex e CFD (www.assoforexcfd.
it) si è data lo scopo statutario di cooperare con le autorità italiane
garanti del mercato e del risparmio su temi inerenti il funzionamento
dei mercati forex e CFD. I punti di lavoro comune non mancano,
come per esempio il disegno di interventi di regolamentazione delle
forme di comunicazione e pubblicità verso il pubblico, molte volte
ingannevoli. Tra le società aderenti troviamo IG, CMC Markets,
FXCM, XTB, ActiveTrades, Fineco e Saxo Bank.
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Guida al trading con i CFD
2.2 Contratti standard e mini
2.2.1 Contratto per Differenza
Il significato di Contratto per Differenza deriva dal contratto implicito
che si instaura tra le parti: il venditore (il broker) si impegna a pagare
al compratore (il trader) la differenza tra il valore corrente dell’asset
acquistato e il valore nel momento in cui verrà chiusa la posizione.
Nel caso in cui questa differenza fosse negativa, sarà il compratore a
pagare questa differenza.
2.2.2 Contratti mini, mini lotti e frazioni di contratto
Una peculiarità dei CFD sono i contratti mini, o mini lotti nel mercato
delle valute, lotti inferiori a quelli quotati in borsa. Una caratteristica
importante che aiuta i trader neofiti a consolidare la conoscenza e la
padronanza dello strumento, evitando spiacevoli inconvenienti inziali
dovuti a esposizioni difficili da gestire senza l’esperienza adeguata.
Non solo, i contratti mini sono perfetti per testare una strategia per un
successivo utilizzo in leva o, perchè no, direttamente sul sottostante
di riferimento. Oltre ai contratti mini sono disponibili anche frazioni
di contratto. I margini richiesti per queste tipologie di contratti sono
davvero irrisori e alla portata di tutti.
2.3 Sottostante
I CFD sono uno strumento replica, cioè replicano l’andamento del
sottostante, ovvero lo strumento a cui fanno riferimento. I sottostanti
possono essere diversi: indici, valute, materie prime, azioni,
obbligazioni, opzioni, ETF, ecc. Esamineremo questi sottostanti nel
capitolo 3, con particolare attenzione alle caratteristiche intrinseche
dei relativi CFD.
2.4 Leva finanziaria
2.4.1 Leva finanziaria
La leva finanziaria [leverage] permette di scambiare un contratto
senza disporre del capitale richiesto, ma con il versamento di un
margine, solitamente una minima parte del capitale richiesto dal
contratto stesso.
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Guida al trading con i CFD
2.4.2 Margine
Il margine richiesto inizialmente viene detto margine di garanzia ed
è calcolato in base alla volatilità giornaliera del titolo. La volatilità
è un indice della variazione percentuale dei prezzi nel tempo. Di
conseguenza, titoli con volatilità alta richiederanno un margine
maggiore. Il margine di garanzia viene integrato giornalmente con
il margine di compensazione intraday, in caso di aumenti anomali
della volatilità del titolo. Nel caso in cui le perdite fossero maggiori
al margine depositato, il capitale mancante verrà integrato tramite
prelievo sul conto di deposito [margin call]. Il VIX, indice sulla
volatilità, può essere un utile metrica sull’aspettativa del mercato in
termini di volatilità. Un’ulteriore caratteristica dei CFD è che i margini
sono più vantaggiosi di quelli richiesti dalla cassa di compensazione e
garanzia (CC&G) dei mercati regolamentati. La CC&G è una società
del gruppo Borsa Italiana, vigilata da Banca d’Italia e Consob, adibita
a sistema di garanzia in qualità di controparte centrale per i mercati
azionari e dei derivati italiani (IDEM).
2.4.3 Rischi correlati
Il concetto di leva finanziaria è sempre associato a rischio. Spesso
non si comprendono con esattezza le modalità di utilizzo della
leva finanziaria e ciò può provocare notevoli disagi. Vi illustro uno
scenario ipotetico: immaginiamo di voler scambiare un CFD in leva
1 a 10 su un sottostante del valore di 100.000€. Il margine richiesto
sarà di 10.000€. Un movimento del 5% del titolo comporterà un
profitto (o una perdita) pari al 5% del valore del sottostante, non del
margine. In poche parole, se fossimo short sul CFD, un trend rialzista
pari al 5% del valore del sottostante comporterebbe una perdita di
5000€. Nel capitolo 4 vedremo che i CFD e l’utilizzo della leva si
prestano molto bene per strategie di hedging ed estrazione di capitale,
ma comportano notevoli rischi operando in ottica speculativa.
Sempre nel capitolo 4 parleremo di time management, risk
management, money management e ordini, fornendo alcuni
consigli pratici per evitare fin da subito spiacevoli sorprese, dovute
all’apparente semplicità di questo strumento.
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Guida al trading con i CFD
2.5 Commissioni
La commissione è il prezzo da pagare per il servizo offerto dal broker.
Esistono diverse tipologie di commissione, in particolare i costi di
gestione del conto, le commissioni per side, markup e markdown e
spread fisso denaro-lettera, quest’ultima la meno trasparente.
•
•
•
•
I costi di gestione del conto [management fee], spesso pari
a zero e inclusi indirettamente nelle altre commissioni,
sono relativi al mantenimento del conto deposito legato
all’account con cui operate.
Le commissioni per side possono essere espresse in termini
assoluti o percentuali e sono un prezzo da pagare ad apertura
e chiusura di un ordine, quindi due volte per ogni trade. Sono
la tipologia di commissione più ricorrente e più trasparente.
Markup e markdown indicano la differenza in tick (o pip
nel mercato delle valute) tra il prezzo fornito al cliente e il
prezzo reale di mercato.
Lo spread fisso denaro-lettera [bid-ask spread] indica una
differenza di prezzo costante tra denaro e lettera, la quale
comporta una commissione per il broker pari almeno allo
spread. Il book, solitamente, è un importante indice di
liquidità di un mercato; nel contesto dei broker dealing desk
questo indice è relativamente snaturato.
2.6 Posizioni overnight
Mantenendo aperta una posizione più di un giorno si incorre nel
pagamento degli interessi giornalieri, addebitati in posizione long,
accreditati in posizione short. Una gestione a se stante è quella del
mercato delle valute in cui va considerato l’addebitamento TomNext per le posizioni aperte più di un giorno. Questo aspetto, in
particolare, ci permette di intuire con facilità che i CFD sono adatti
principalmente per trading intraday, scalping, day trading e swing
trading. Sono sconsigliati, invece, per trading multiday e trading di
posizione (i cosiddetti cassettisti) in posizione long a causa degli
interessi giornalieri e in posizione short, con attenzione alle giornate
in cui sono previsti gli extra dividendi, nel caso in cui si stiano
contrattando indici o azioni. Nel capitolo 4 vedremo le differenze
sostanziali tra le diverse tipologie di operatività.
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Guida al trading con i CFD
2.7 Esenzione dalle imposte di bollo
Un altro aspetto da considerare è l’esenzione dalle imposte di bollo,
una tassa normalmente applicata a conti correnti e al controvalore
di mercato (in alternativa nominale o di rimborso) dei dossier titoli,
inclusi i conti di deposito.
2.8 Negoziazione h24
Il trading time dei CFD, a differenza di molti altri strumenti, consente
di negoziare 24 ore al giorno senza interruzioni, anche in orari in
cui i mercati sottostanti sarebbero chiusi. Nel capitolo 4 vedremo
le implicazioni del time management in una strategia di trading, sia
essa di breve o medio periodo.
2.9 Attività aziendali
Le attività aziendali [corporate actions] sono le attività di gestione
ordinaria di una società quotata e comprendono la distribuzione di
dividendi, extra dividenti, gli aumenti di capitale, le OPA (Offerta
Pubblica di Acquisto) e le emissione di altri diritti. I CFD riflettono
puntualmente queste attività oggetto dei mercati sottostanti. Tutto ciò
comporta un accredito pari all’entità dell’attività aziendale incorsa per
i trader in posizione long, mentre i trader in posizione short vengono
addebitati di tale cifra. Nel capitolo 4 vedremo come sfruttare questa
anomalia durante la distribuzione degli extra dividendi.
2.10 Scadenza
I CFD non hanno scadenza [cash settlement], né tanto meno costi di
rollover. Inoltre, come abbiamo visto in precedenza, sono scambiati
h24. Rispetto ad altri derivati, in particolare i future, non avviene
consegna fisica. Unica eccezione sono i CFD trimestrali, future con
scadenza trimestrale, a cui non segue una consegna fisica ma vengono
applicati i costi di rollover per subentrare nel nuovo contratto a parità
di condizioni. Sui CFD trimestrali non sono addebitati interessi
giornalieri.
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Guida al trading con i CFD
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Guida al trading con i CFD
3. Strumenti
Come accennato nel primo capitolo, i CFD sono uno strumento
derivato, cioè i prezzi dei singoli CFD sono basati sull’andamento
dei titoli sottostanti a cui fanno riferimento. In questo capitolo
prenderemo in esame le caratteristiche distintive di indici, valute
(Forex), materie prime (commodities), azioni, obbligazioni, opzioni
ed ETF. Ognuno dei suddetti strumenti meriterebbe una trattazione
a parte, noi ci concentreremo esclusivamente sui vantaggi che tali
strumenti offrono nel contesto di una replica con i CFD, lasciando
al lettore l’eventuale onere di approfondire le specifiche dei singoli
strumenti menzionati.
3.1 Indici
Gli indici azionari sono la sintesi del valore del paniere di titoli
azionari a cui fanno riferimento. La volatilità degli indici è una buona
approssimazione della variazione temporale del valore dei titoli inclusi
nel paniere. Sono calcolati con diverse modalità, con riferimento al
metodo di ponderazione utilizzato sui titoli (equally weighted, price
weighted e value weighted, il più diffuso, che risolve i problemi dei
due metodi precedenti, considerando la capitalizzazione di borsa
dei titoli e le eventuali attività aziendali incorse durante l’anno, le
quali posso portare a un ribilanciamento dell’indice). I primi indici a
essere replicati presso i broker inglesi dopo l’espansione iniziale dei
CFD, furono il Dow Jones (USA), il NASDAQ 100 (USA), l’S&P
500 (USA), il FTSE 100 (UK), il DAX 30 (Germania) e il CAC
40 (Francia), che diventarono in breve tempo i CFD scambiati con
maggiore frequenza. Altri indici che vale la pena menzionare sono il
FTSE MIB (ex S&P MIB), per quanto riguarda la Borsa Italiana, il
Russel 3000 e il NYSE Composite, altri indici americani, il Nikkei
225 e il Topix per il Giappone. Gli indici possono essere classificati
anche per settore industriale (ad esempio gli indici STOXX come
l’EURO STOXX 50, indice di titoli dell’eurozona) o area geografica.
3.1.1 Vantaggi dei CFD sugli indici
•
•
Disponibilità di lotti mini, ancora più piccoli di quelli offerti
dalle borse.
Margini più vantaggiosi rispetto alla CC&G (Cassa di
Compensazione e Garanzia).
25
Guida al trading con i CFD
•
•
Negoziazione h24, anche a mercati chiusi.
Stop loss garantiti.
3.2 Forex
Il mercato delle valute, meglio conosciuto come Forex (Foreign
exchange market) è il mercato in cui le valute vengono scambiate tra
loro. I tassi di cambio sono influenzati da molteplici fattori, di cui il
principale è sicuramente l’inflazione, ovvero il rapporto tra la moneta
e il suo potere d’acquisto. Il Forex è il mercato più liquido al mondo
con i maggiori volumi di scambio (il valore totale delle transazioni
supera in media i 2000 miliardi di dollari al giorno), un ampio
numero di operatori attivi, istituzionali e retail, ed è geograficamente
decentrato, anche se la piazza principale, ad oggi, è Londra. I 10
maggiori “trader” di valute sono tutte istituzioni bancarie e banche
centrali: Deutsche Bank, UBS, Citigroup, Barclays, Royal Bank of
Scotland, Goldman Sachs, HSBC, Bank of America, J.P. Morgan
Chase e Merril Lynch.
3.2.1 LIBOR, TUR ed EURIBOR
Il LIBOR (London Interbank Offered Rate) e l’EURIBOR
(Euro Interbank Offered Rate) sono dei tassi variabili, calcolati
giornalmente. Il LIBOR, è il tasso di riferimento europeo al quale
le banche si prestano denaro tra loro; questo tasso è minore del TUS
(Tasso Ufficiale di Sconto), cioè il tasso con cui la banca centrale
concede prestiti ad altre banche, nonché termometro del mercato
finanziario in quanto determinante del tasso interbancario, applicato
ai prestiti fra banche, e del tasso applicato dalle banche ai propri
clienti. Il TUS, nel 1999, è stato sostituito nella zona euro dal TUR
(Tasso Ufficiale di Riferimento) e fornito dalla BCE (Banca Centrale
Europea). L’EURIBOR, invece, è un indice del costo del denaro
a breve termine e viene solitamente utilizzato per calcolare i tassi
di interesse relativi a molte operazioni finanziarie, tra cui mutui e
futures.
3.2.2 Monete, majors, cross-valutari e valute esotiche
Le monete più scambiate sono il Dollaro americano (USD), l’Euro
(EUR), lo Yen giapponese (JPY), la Sterlina britannica (GBP), il
Franco svizzero (CHF), il Dollaro australiano (AUD) e il Dollaro
26
Guida al trading con i CFD
canadese (CAD). Le principali coppie di valute (Majors) sono
l’Euro-Dollaro americano (EUR-USD), la Sterlina inglese-Dollaro
americano (GBP-USD), il Dollaro australiano-Dollaro americano
(AUD-USD), il Dollaro americano-Yen giapponese (USD-JPY),
il Dollaro americano-Franco svizzero (USD-CHF) e il Dollaro
americano-Dollaro canadese (USD-CAD). I cross-valutari, invece,
sono le coppie di valute che contengono le Majors (EUR, JPY, GBP,
ecc.), dollaro escluso, mentre le valute esotiche sono le valute dei
paesi emergenti, quali, ad esempio, il Brasile.
3.2.4 Vantaggi dei CFD sulle valute
•
•
•
•
•
•
Leva a 200 con IG.
Disponibilità di mini lotti.
Nessuna riquotazione grazie alla tecnologia Price
Improvement di IG.
Negoziazione h24.
Trading interbancario con DMA L2 (Direct Market Acess).
Stop loss garantiti.
3.3 Commodities
Le materie prime, chiamate anche commodities, derivano dal
francesismo commodité, che letteralmente significa ottenibile
comodamente. All’interno di questa categoria ricadono tutti i beni
offerti sul mercato senza sostanziali differenze qualitative, cioè
prodotti ottenuti allo stesso modo, indipendentemente dal produttore.
Una materia prima deve essere facilmente stoccabile e conservabile
nel tempo, cioè non deve perdere le caratteristiche originarie.
Inoltre, grazie all’elevata standardizzazione che ne ha permesso
una contrattazione a livello internazionale, possono costituire il
sottostante di numerosi strumenti derivati, in particolare dei futures.
Le principali materie prime negoziabili nei mercati internazionali
sono le energetiche (petrolio, benzina, gas naturale, etanolo, ecc.), i
metalli (platino, oro, argento, alluminio, rame, zinco, ecc.), i prodotti
agricoli (mais, frumento, avena, soia, ecc.), i prodotti tropicali
(legname, tabacco, caffè, zucchero, cacao, cotone) e le carni (suini,
bovini, ecc.). Un bene o un servizio diventano una commodity
quando perdono le loro caratterisithce di differenziazione, come ad
esempio i microprocessori o determinate medicine; questo processo
chiamato commodification, è spesso dovuto a una diffusione globale
27
Guida al trading con i CFD
della conoscenza legata alla produzione efficiente del bene o del
servizio stesso. I principali centri di negoziazione delle commodity
sono NYMEX (New York Mercantile Exchange), CBOT (Chicago
Board of Trade), ICE (Intercontinental Exchange), CME (Chicago
Mercantile Exchange), LME (London Mercantile Exchange) e
NYBOT (New York Board of Trade). I principali indici sulle
commodities, nati per valutarne l’andamento generale e dei singoli
gruppi tematici, sono l’SP Goldman Sachs Commodity Index, il Dow
Jones-UBS Commodity Index e il Reuters/Jefferies CRB Index.
3.3.1 Vantaggi dei CFD sulle commodities
•
Margini più vantaggiosi rispetto alla CC&G (Cassa di
Compensazione e Garanzia).
•
Personalizzazione delle size.
3.4 Azioni
L’azione è un titolo finanziario che rappresenta una quota di una
società. Il possesso di una o più azioni è la condizione necessaria per
essere considerati soci di una società per azioni o di una società in
accomandita per azioni. Sono disponibili azioni di diverso tipo che
all’interno di ciascuna categoria devono offrire uguali diritti: azioni
ordinarie, privilegiate, di risparmio, di godimento, ecc. Il valore
delle azioni di una società è detto capitalizzazione. Il vantaggio
dell’emissione di azioni per l’azienda emittente è rappresentato dal
recupero di liquidità finanziaria necessaria per eventuali investimenti,
mentre per il possessore dà diritto a ricevere una quota dei profitti
dell’azienda noti come dividendi, oltre a possibili guadagni derivanti
dalla vendita delle azioni stesse in seguito a quotazione sul mercato
azionario. Il rendimento di una azione dipende dall’incremento
(o decremento) del valore dell’azione in un dato periodo a cui si
aggiungono eventuali dividendi pagati nello stesso periodo.
3.4.1 Vantaggi dei CFD sulle azioni
•
•
•
•
Conveniente sistema di marginazione a scaglioni di IG
Trading interbancario con DMA L2 (Direct Market Acess).
SOR (Smart Order Router).
MTF (Multilateral Trading Facilities).
•
Stop loss garantiti.
28
Guida al trading con i CFD
3.5 Opzioni
L’opzione [option] è uno strumento derivato, in particolare un tipo di
contratto che conferisce al possessore il diritto, ma non l’obbligo, di
acquistare o vendere il titolo a cui l’opzione si riferisce (sottostante) a
un determinato prezzo di esercizio dell’opzione stessa (strike price),
entro una determinata data, a cui va sommato un costo iniziale non
recuperabile (premio), dovuto alla sottoscrizione del contratto. La
differenza sostanziale rispetto agli altri derivati è che il possessore di
un’opzione non è obbligato ad acquistare o vendere il sottostante, a
meno che non ne tragga effettivamente un vantaggio. Le opzioni sono
largamente impiegate a fini speculativi o come copertura finanziaria
negli investimenti a medio e alto rischio. Le opzioni si distinguono
in call e put, conferendo, rispettivamente, il diritto di acquistare o di
vendere il titolo. Se l’opzione può essere esercitata solamente alla
scadenza, questa viene detta “europea”, se invece il possessore ha
il diritto di esercitare l’opzione per tutto il tempo che intercorre tra
la sottoscrizione dell’opzione stessa e la sua scadenza, l’opzione è
detta “americana”. Acquistando opzioni di tipo call o vendendo put
si possono assumere posizioni rialziste (long call/put); viceversa, si
possono assumere posizioni ribassiste vendendo call o comprando
put (short call/put). A seconda della relazione fra prezzo di esercizio
e il prezzo di mercato le opzioni sono definite “In the money” quando
il detentore avrebbe convenienza a esercitare l’opzione se fosse alla
scadenza, “At the money” quando il detentore è in posizione di
indifferenza e “Out of the money” quando il detentore non avrebbe
convenienza ad esercitare l’opzione se fosse alla scadenza. Esistono
numerose varianti rispetto alla definizione tradizionale di opzione
(plain vanilla) e sono rappresentate dalle opzioni esotiche. Il nome
plain vanilla, semplice vaniglia, è un riferimento anglosassone alla
richiesta più semplice di gelato. IG mette a disposizione opzioni
binarie, opzioni touch, knock e range, opzioni barriera (up/down) e
opzioni personal.
3.6.1 Vantaggi dei CFD sulle opzioni
•
•
Margini più bassi.
Opzioni su indici negoziabili h24.
29
Guida al trading con i CFD
3.6 ETF
Gli ETF (Exchange-traded fund), quotati in Italia dal 2002, rientrano
nel gruppo OICR (Organismi di Investimento Collettivo del
Risparmio). Sono fondi comuni d’investimento o SICAV (Società
di Investimento a Capitale Variabile), caratterizzati da una gestione
passiva in quanto replicano l’andamento di un indice, o benchmark.
Permettono di investire in diversi mercati, tra cui quello azionario,
obbligazionario, delle commodities, ecc. Il ribilanciamento degli
ETF è automatico e avviene nel momento in cui uno o più asset
finanziari vengono sostituiti nell’indice. Il patrimonio degli ETF è
autonomo e completamente separato da quello dell’emittente, fattore
che li rende più sicuri rispetto ad altre forme di investimento e meno
costosi a livello di commissioni. Il valore della quota di un fondo,
al netto delle spese di gestione, è detto NAV (Net Asset Value),
fondamentale per vendere nuove quote o rimborsare quote esistenti.
Il delta NAV, invece, è la discrepanza tra il prezzo di negoziazione
e il NAV. Gli ETF sono uno strumento molto liquido (negoziazioni
fino a un milione di euro posso essere operate nelle borse valori,
per cifre superiori si deve operare OTC con i market maker), alcuni
sono scambiati in tempo reale ed è prevista la vendita allo scoperto
(ETF strutturati), possono staccare dividendi (ETF a distribuzione) o
meno (ETF ad accumulazione). Per distinguere i vari acronimi, ETP
(Exchange-traded products) indica la macrofamiglia di strumenti
finanziari che replicano un indice, di cui fanno parte gli ETF e gli
ETN (Exchange-traded notes); gli ETN sono delle note e non dei
fondi (contratti simili a obbligazioni senza cedola a lunghissima
scadenza), soggetti al rischio di controparte (eventuale fallimento
dell’emittente), replicano indici, come a esempio l’indice di volatilità
(VIX), o commodities e in quest’ultimo caso assumono il nome di
ETC (Exchange-traded commodities) e sono emessi da società SPV
(Special Purpose Vehicle).
3.7.1 Vantaggi dei CFD sugli ETF
•
Disponibilità della leva finanziaria.
•
Stop loss garantiti.
30
Guida al trading con i CFD
31
Guida al trading con i CFD
4. Strategie
La padronanza della metodologia è il primo passo per un trading
coerente con le proprie aspettative. In questo capitolo approfondiremo
la metodologia illustrata nel primo capitolo introducendo i concetti di
time management, risk management e money management e position
sizing. Il secondo passo è la comprensione delle dinamiche legate
all’operatività, in particolare le tipologie di trading, gli ordini e le
strategie attuabili con i CFD: speculazione long e short, arbitraggi,
estrazione di capitale, diversificazione di portafoglio, hedging e
sfruttamento delle anomalie sulle attività aziendali. I CFD si prestano
per speculazioni e arbitraggi, ma anche per strategie di investimento e
copertura del rischio, eliminando la complessità propria dei derivati,
con particolare riferimento a opzioni e futures.
4.1 Time management
Con time management indichiamo tutti i concetti relativi alla gestione
del tempo. Vediamo i principali: il time-frame è la misura temporale
del flusso di dati e può essere intraday (tick o barre composte da uno
o più minuti) o multiday (barre giornaliere, settimanali e mensili), il
trading time si riferisce ai momenti della giornata in cui è possibile
fare trading (solo giorno o giorno e notte, come nei CFD) e ai periodi
in cui la borsa di riferimento è chiusa e l’attività di trading non è
permessa; al trading time vanno associati almeno altri due dettagli:
i momenti in cui l’operatività è sconsigliata (l’orario di pranzo noto
come “spaghetti time” e la prima e l’ultima mezzora in cui i titoli
hanno volatilità fuori dalla media) e il fuso orario di riferimento che,
per certi versi, determina e vincola la vita del trader. Un altro concetto
è quello di timing e implica la messa a punto di filtri temporali
per l’apertura di una posizione. Anche la differenza tra intraday e
overnight ricade in questo elenco, determinando, nel contesto dei
CFD, il pagamento o meno di un tasso di interesse. Per finire, lo
slippage determina la differenza tra il prezzo richiesto e il prezzo
reale di esecuzione, determinato dall’efficienza del broker e critico in
un contesto di trading intraday. La tecnologia Price Improvement di
IG evita il problema dei requote e assicura l’apertura delle posizioni
al prezzo richiesto. Nel vocabolario trovate alcuni approfondimenti
di concetti appena visti.
32
Guida al trading con i CFD
4.2 Risk management
Il risk management comprende i segnali di gestione del rischio,
l’ottimizzazione delle strategie e la diversificazione di portafoglio. I
segnali di gestione del rischio più utilizzati sono lo stop loss, livello
statico di chiusura della posizione, il breakeven stop, un livello
dinamico utilizzato per coprire il solo costo della posizione aperta,
il trailing stop, livello dinamico che si aggiorna al raggiungimento
di determinati target di prezzo e il profit target (o take profit), livello
statico utilizzato per cautelare un target di profitto della posizione.
IG mette a disposizione anche gli stop loss garantiti, una variante
sicura degli stop loss classici, in cui la posizione viene chiusa
esattamente al livello richiesto e non si è soggetti, come avviene
per lo stop loss classico, ai gap del mercato. Tutti questi segnali
possono essere ottimizzati simulando le performance ipotetiche al
computer mediante back-test, forward-test e stress-test. Di seguito un
approfondimento minimo sul concetto di selezione e diversificazione
dei titoli, aspetto fondamentale in ottica di portafoglio.
4.3 Diversificazione di portafoglio
La diversificazione di un portafoglio di titoli [asset allocation] è
un’attività di risk management, complessa ma cruciale, consistente
nella riduzione della rischiosità del suo rendimento, mediante la
presenza di molteplici asset, non perfettamente correlati tra loro.
Investendo in modo non correlato sul portafoglio, aggiungendo
un’ampia gamma di titoli, tra cui anche i CFD, è possibile
frazionare il rischio complessivo dell’operazione. Il concetto di
diversificazione nasce con la Modern Portfolio Theory (MPT),
introdotta e formalizzata da Herry Markowitz, una delle più diffuse
teorie di portfolio selection. La brillante intuizione dell’economista,
premio Nobel insieme a Merton Miller e William Sharpe nel 1990,
fu il cambiamento di ottica: egli evidenziò come dovesse essere il
portafoglio a presentare un adeguato rapporto di risk/reward e non i
singoli strumenti in maniera individuale. In seguito venne presentata
la Post Modern Portfolio Theroy (PMPT), risposta multilaterale che
introdusse elementi di finanza comportamentale e fornì diversi spunti
di innovazione sulla misura del rischio. MPT e CAPM (Capital Asset
Pricing Model) non sono nati per l’allocazione degli asset anche se è
l’obiettivo per cui spesso vengono utilizzati.
33
Guida al trading con i CFD
4.4 Money management
Il money management comprende, invece, tutte le tecniche empiriche
e non, di gestione del capitale e delle posizioni (position sizing),
prestandosi a spiegare quanto investire piuttosto di come investire.
Ogni tecnica implica una diversa sopportazione del rischio, quindi
è bene comprendere innanzitutto la propria propensione al rischio
prima di valutare la tecnica di money management a cui affidarsi.
Spesso le trattazioni su questo argomento iniziano spiegando la
differenza tra i processi stocastici di martingala e antimartingala,
per arrivare a illustrare la nota formula di John Kelly. Lo spazio a
disposizione non ci permette di trattare questo argomento complesso
in modo esauriente, quindi mi limiterò a indicarvi i nomi di alcune
famose tecniche di money management, di cui potrete trovare ampie
definizioni in molti libri: fixed ratio, proposto da Ryan Jones in
alternativa a fractional ratio, optimal f, secure f, reduced f, percent
volatility model, aggressive ratio, asymmetric ratio, timid bold equity,
equity curve trading, z-score, probability of ruin, ecc. Un accenno
va fatto anche all’indice Expectancy, proposto da Van Tharp, utile
strumento di position sizing di cui trovate una breve descrizione nel
dizionario a conclusione della guida. Per finire, un potente metodo
statistico di simulazione a supporto del money management è l’analisi
Montecarlo, che mescola casualmente l’ordine degli avvenimenti
in una serie storica permettendo una valutazione probabilistica più
accurata della strategia oggetto dell’analisi.
4.5 Tipologie di trading
Ogni tipologia di trading è ben categorizzata per approccio, operatività
o temporalità. L’approccio deriva solitamente dalla formazione del
trader e si distingue nelle seguenti tipologie: analisi fondamentale,
analisi macroeconomica, trading discrezionale, analisi grafica,
analisi tecnica e analisi quantitativa (a quest’ultima appartiene
il trading algoritmico, argomento oggetto di un’appendice a fine
guida). L’operatività si distingue in base alla strategia adottata: trend
following, channel breakout, stop & reverse, pullback trading, gap
trading, pattern trading, scalping, spread trading, mean reversion,
contrarian, noise trading, random entry, strategie mercato-neutrali
(il pairs trading ne è un esempio) e delta-neutrali, arbitraggi, ecc.
A livello temporale si distinguono in intraday, day trading (apertura
e chiusura della posizione in giornata), swing trading (apertura e
chiusura della posizione in 3-5 giorni), multiday trading (posizioni
34
Guida al trading con i CFD
aperte per settimane) e position trading o cassettisti (posizioni aperte
per mesi o anni).
4.6 Ordini
Prima di entrare nel vivo della trattazione riguardante le strategie
attuabili con i CFD, è importante comprendere la differenza tra le
diverse tipologie di ordini a disposizione. Gli esempi si riferiscono
all’entrata long; per entrata short e relative chiusure, i concetti
devono essere capovolti. Il market order (MKT od ordine al meglio)
viene eseguito senza condizioni al prezzo disponibile al momento
dell’esecuzione; dovrebbe essere utilizzato solo nei fast market
quando non si è assolutamente disposti a perdere un’opportunità
di trading. Lo stop order (STP od ordine in stop) viene eseguito
come market order quando il prezzo raggiunge o supera il livello
richiesto, il limit order (LMT od ordine al limite), invece, richiede
un prezzo uguale o migliore al prezzo richiesto. L’ordine goodfor-day (GFD od ordine giornaliero) è valido solo nella giornata
in cui viene immesso, mentre l’ordine good-till-cancel (GTC od
ordine valido fino a cancellazione) viene rinnovato, qualora non
eseguito, anche nei giorni successivi sino a cancellazione da parte
del trader. Esiste anche l’ordine GTD valido fino a data specificata al
momento dell’ordine. L’ordine order-cancel-order (OCO od ordine
cancella ordine) consiste nell’esecuzione combinata di due ordini,
uno dei quali sarà annullato dal primo ordine eseguito. L’ordine onetriggers-other (OTO od ordine aggiungi ordine) permette di piazzare
un secondo ordine non appena eseguito il primo. Ognuno di questi
ordini andrebbe abbinato a un segnale di risk management tra quelli
visti nel precedente paragrafo (stop loss, trailing stop, profit target,
ecc.).
4.7 Speculazione long e short
Per speculazione long e short si intende la compravendita di uno
o più titoli in un range temporale che va da microsecondi (highfrequency e low-latency trading) a una settimana o più giorni (swing
e multiday trading) con ipotesi rialzista (long) o ribassista (short)
sui titoli. Un trade rialzista prevede l’acquisto reale del titolo e la
sua successiva rivendita a un prezzo maggiore di quello di acquisto;
un trade ribassista, detto anche allo scoperto o a nudo, si configura
piuttosto come un prestito di denaro e la speranza è quella di poter
35
Guida al trading con i CFD
acquistare successivamente il titolo venduto allo scoperto a un prezzo
inferiore, guadagnando su una tendenza a ribasso. Il termine short,
che in italiano significa breve, nasce in riferimento al fatto che la fasi
discendenti dei mercati durano storicamente meno e sono inferiori a
quelle ascendenti. I CFD sono per lo più utilizzati per operazioni di
speculazione, a cui si prestano alla perfezione. Il capitolo “Concetti”
dovrebbe avervi chiarito i pregi ed esaltato le insidie dei CFD, per
permettervi di operare in modo consapevole.
4.8 Estrazione di capitale
Per estrazione di capitale si intende l’operazione di sostituzione,
dove possibile, del capitale investito su più titoli con i relativi CFD.
Questa operazione permette di recuperare il capitale non soggetto
al deposito dei margini, fornendo l’opportunità di disinvestirlo o
reinvestirlo, tendenzialmente a minor rischio, facilitando l’attività di
diversificazione di portafoglio, argomento del prossimo paragrafo.
L’estrazione di capitale e le strategie di hedging, come vedremo
in seguito, sfruttano la leva finanziaria, caratteristica che ha reso i
derivati così diffusi.
4.9 Hedging
Le strategie di hedging, o copertura del rischio, servono per diminuire
l’esposizione e il profilo di rischiosità di un titolo o di un portafoglio,
soprattutto nei contesti in cui si vuole tutelare un patrimonio acquisito o
parzialmente da acquisire (mi riferisco alle stock options, benefit spesso
offerto al top management delle aziende ma non solo), evitando di
perdere (e come rovescio della medaglia, di guadagnare) nei momenti
particolarmente sfavorevoli o presunti tali. Di fatto funzionano come
un’assicurazione. Queste strategie possono essere attuate grazie a
vendite allo scoperto dei medesimi titoli o mediante strumenti derivati
come opzioni put e call, contratti future e forward e ovviamente con
i CFD, sfruttando la leva finanziaria. In questo modo è possibile
diminuire la volatilità del titolo o del portafoglio, a patto di accettare un
profit-lock sui titoli oggetto di hedging. La convenienza nell’adottare
uno strumento in leva è dovuta al minor investimento di capitale da
vincolare per la strategia di copertura, pari al margine richiesto dal
contratto. Lasciando la posizione aperta per lunghi periodi si sarà
soggetti agli interessi overnight, prezzo da pagare per poter usufruire di
questa utile opportunità di salvaguardia del proprio capitale.
36
Guida al trading con i CFD
4.10 Anomalie sulle attività aziendali
Come abbiamo visto nel capitolo “Concetti”, i CFD replicano
l’andamento dei titoli sottostanti, comprese le attività aziendali:
distribuzione di dividendi, extra dividenti, aumenti di capitale ed
emissione di altri diritti. La conoscenza dei momenti in cui avverranno
queste attività, potrà servire, da un lato, a evitare addebiti per i trader
in posizione short; viceversa, permetterà ai trader in posizione long
di avvantaggiarsi guadagnando, oltre all’eventuale trend favorevole,
l’ammontare relativo all’attività aziendale avvenuta, con particolare
riferimento agli extra-dividendi. Spesso, nelle riviste di settore e nei
calendari degli stock exchange sono reperibili informazioni sulle date
delle attività aziendali previste dalle aziende che, per qualche motivo,
le hanno annunciate pubblicamente. Per mettere in pratica questa
strategia è necessario acquistare il titolo poco prima della chiusura
del giorno precedente l’attività aziendale, per poi rivendere subito
dopo l’apertura del giorno seguente. L’account verrà accreditato
del dividendo netto e il rischio di questa strategia è moderatamente
basso. L’unico problema sta, eventualmente, nella verifica della
veridicità delle informazioni sulle attività aziendali previste dalle
aziende: fidatevi esclusivamente delle fonti di settore attendibili e
confrontate le date con quelle degli anni precedenti.
4.11 Arbitraggi
Gli arbitraggi, a differenza della speculazione o di altre strategie, sono
operazioni che consistono nell’acquistare un titolo su un mercato
e rivendendolo su un altro, sfruttando differenze di prezzo dovute
a errori tecnici dei mercati o ad asimmetrie, al fine di ottenere un
profitto. Una specifica degli arbitraggi, inoltre, è l’assenza totale di
rischi per l’operatore. Gli arbitraggi derivano spesso da conoscenze
di insider anche se bisogna riconoscere che i sistemi di monitoraggio
degli intermediari finanziari riescono a riconoscere con facilità
queste pratiche e a bloccarle sul nascere.
37
Guida al trading con i CFD
38
Guida al trading con i CFD
5. IG
IG è un’azienda inglese, prima al mondo nella contrattazione di
CFD. In questo capitolo esploreremo l’offerta del broker, esaltando
i punti di forza che lo differenziano dai principali concorrenti a
livello e che gli stanno assicurando una posizione privilegiata, grazie
all’ampia disponibilità di strumenti e titoli, alla cura per i dettagli,
alla trasparenza e alle continue innovazioni tecnologiche, sia a livello
di servizio generale che di accessibilità della piattaforma, disponibile
nelle versioni desktop, online e mobile (per iPhone e iPad). IG ha
ricevuto numerosi riconoscimenti a livello internazionale come
migliore provider CFD del 2010 e del 2011 e migliore provider DMA
del 2011, oltre a essere il maggiore fornitore di conti CFD del Regno
Unito.
5.1 Tecnologie
•
•
•
ECN-STP: un insieme di specifiche tecnologiche che
sottintendono delle politiche trasparenti nelle quotazioni,
basate sui prezzi calcolati dalle banche centrali, e procedure
informatizzate e automatiche per la gestione degli ordini. IG
dispone di un proprio ECN chiamato Forex Direct.
DMA L2: il normale circuito Over the Counter (OTC, livello
1) permette la visualizzazione di un singolo prezzo denarolettera. La tecnologia DMA L2 (Direct Market Access,
livello 2) permette l’accesso diretto al book con un numero
maggiore di livelli di prezzo, contenendo potenzialmente
lo spread di mercato e permettendo l’inserimento di ordini
prima, durante e dopo le aste, per sfruttare una liquidità
più ampia e avvantaggiarsi sul prezzo. Eliminando gli
intermediari durante l’esecuzione degli ordini, si favorisce,
inoltre, lo slippage. Il circuito DMA di IG, vincitore di
numerosi riconoscimenti a livello internazionale, è chimato
L2 Dealer. Il book di L2 Dealer aggrega sia i prezzi delle
borse principali che MTF.
MTF: gli MTF (Multilateral Trading Facilities) sono
piattaforme alternative con cui negoziare sul mercato
azionario. Sono in grado di offrire prezzi migliori rispetto alle
principali borse e rappresentano oltre il 40% della liquidità
complessiva. IG permette di operare su Chi-X e BATS. Le
dark liquidity pool sono spesso utilizzate dagli investitori
39
Guida al trading con i CFD
•
•
•
•
•
•
istituzionali che non vogliono rivelare il prezzo, il volume
e chi effettua l’ordine. La tecnologia di IG ti permette di
accedere alle dark pool, fornita dagli MTF come Chi-X o
BATS. Per cui ad ogni inserimento di ordine, la piattaforma
verifica se c’è della liquidità nelle dark pool. Nel caso tale
liquidità non ci fosse, l’ordine viene poi inviato sui book
in chiaro. Così si può beneficiare di maggiore liquidità di
mercato e aumentare le probabilità che i tuoi ordini vengano
eseguiti a un prezzo potenzialmente migliore. In passato gli
MTF e le dark pool erano disponibili solo per la clientela
istituzionale. IG ha consentito l’accesso anche ai trader retail
attraverso le nostre due piattaforme con accesso diretto al
mercato: la piattaforma online e la L2 Dealer.
SOR: il sistema SOR (Smart Order Routing) ricerca il
miglior prezzo esistente sui vari circuiti di negoziazione e
indirizza l’ordine nel mercato che ha il prezzo migliore.
Multi-Venue: tecnologia che permette di ricevere migliori
quotazioni, grazie alla disponibilità di prezzi aggregati
provenienti da diverse borse, migliore esecuzione degli
ordini, grazie ad una maggiore liquidità, ricerca automatica
del miglior prezzo possibile e informativa prezzi gratuita
grazie a MTF. Multi-Venue, abbinata a SOR, permette di
ricevere i migliori prezzi disponibili sul mercato azionario
con i CFD.
FIX: La tecnologia FIX consiste in un sistema che permette
lo scambio elettronico in sicurezza e in tempo reale di
ordini di negoziazione. IG offre FIX anche per gli OTC.
FIX permette anche di utilizzare gli algoritmi e i modelli
di trading automatici. IG offre FIX DMA, che permette di
accedere agli scambi del mercato sottostante e di fare trading
automaticamente. Il nome FIX (Financial Information
eXchange) deriva da un protocollo, ormai standard de facto,
creato nel 1992 per regolare lo scambio di informazioni
inerenti alle transazioni nei mercati finanziari.
Depositi su conti segregati: la gestione dei depositi dei
clienti è delegata a conti segregati, conti a cui IG non può
attingere in caso di difficoltà aziendali o bancarotta.
Price Improvement: tecnologia innovativa che punta a
fornire al cliente il miglior prezzo disponibile ed evita gli
spiacevoli inconvenienti derivanti dalle riquotazioni.
Stop loss garantiti: segnale di risk management fondamentale,
40
Guida al trading con i CFD
la specifica “garantito” assicura la chiusura della posizione
esattamente al raggiungimento del target di prezzo impostato.
Rispetto allo stop loss classico, non sempre eseguito nel
momento giusto, il garantito è a pagamento ma riduce lo
stress piscologico, soprattutto nelle posizioni aperte con un
investimento importante.
5.2 Strumenti
5.2.1 Strumenti
Numerosi gli strumenti sottostanti su cui è permessa l’operatività:
valute (forex), indici, azioni, materie prime (commodities), opzioni,
opzioni binary, opzioni personal, obbligazioni, tassi di interesse ed
ETF. Abbiamo avuto modo di affrontare le caratteristiche principali
di tutti questi strumenti nel capitolo 3.
5.2.2 Margini
Per quanto riguarda la leva, i margini sono calcolati su 4 livelli e,
per esempio, si parte dal 5% sul mercato azionario e dallo 0,5%
sul forex. L’adozione degli stop loss garantiti aumenta il margine
iniziale richiesto ma assicura di non perdere più del margine versato.
Posizioni con stop loss non garantiti, trailing stop e ordine al limite
richiedono un margine inferiore ma hanno una rischiosità maggiore.
5.2.3 Commissioni
IG offre commissioni per side minime sul mercato azionario e spread
ridotti (markup) su tutti gli altri mercati, per un totale di oltre 10.000
titoli su cui è possibile fare trading. Una commissione ridotta è applicata
in caso di posizioni overnight: per azioni e indici la commissione è
calcolata a partire dal tasso interbancario (EURIBOR per operazioni
in Euro), per le valute è pari al tasso tom-next più uno spread. Un
minimo tasso è applicato sulle conversioni di valute nel momento
in cui le posizioni vengono chiuse e i fondi devo essere trasferiti o
addebitati sul conto. Sulla gestione dei conti deposito non è applicata
nessuna tassa di margin calls o di estratti conto. I dati in tempo reale
sono a pagamento ma possono essere azzerati in caso di operatività
minima. Alcune commissioni sono addebitate sui versamenti con carta
di credito, sulle posizioni short e sull’utilizzo degli stop loss garantiti.
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Guida al trading con i CFD
5.3 Piattaforme
5.3.1 Piattaforme online e mobile
IG mette a disposizione una suite potente, completa e accessibile di
piattaforme in grado di coprire le esigenze del trader più sofisticato.
È disponibile una piattaforma online, accessibile via browser, una
serie di piattaforme per smartphone e tablet, compatibili con i
sistemi operativi iOS, Android, Windows Phone e Blackberry. Piena
compatibilità con iPhone, iPod Touch, iPad e iPad Mini. Tutte le
piattaforme permettono di accedere al miglior prezzo disponibile
senza riquotazioni grazie alla tecnologia Price Improvement,
supportano l’accesso diretto al mercato (DMA), il 99,3% degli ordini
vengono eseguiti entro 0,1 secondi (Best Execution), ProBackTest
permette il backtest delle strategie in modo agevole, gli alert possono
essere personalizzati e automatizzati secondo variabili predefinite.
5.3.2 Insight
Con Insight si possono confrontare i dati di mercato, utilizzare i
grafici per identificare le opportunità di investimento e scoprire
in tempo reale che scelte fanno 140.000 trader che operano con
noi attraverso gli indicatori del sentiment di mercato. Insight è
completamente integrato con la piattaforma di trading online:
fornisce watchlist personalizzabili e tutte le funzionalità per operare.
Il servizio di news push fornito da Reuters mostra le notizie di
interesse del trader, ordinate per categoria e singolo mercato. Per
finire, il calendario economico e il diario di trading permettono di
tenere traccia dell’operatività passata e delle posizione aperte.
5.3.3 L2 Dealer
L2 Dealer, la piattaforma di punta di IG, fornisce inoltre funzionalità
avanzate tra cui Multilateral Trading Facilites (MFT) con Dark
Liquidity Pools, Smart Order Routing per la selezione automatica
del miglior prezzo tra DMA e MTF, strumenti per scalping via book
e via grafico, grafici avanzati personalizzabili con oltre 70 indicatori
e indicatori personalizzati, ordini iceberg e asteriscati, possibilità di
inserimento degli ordini da Microsoft Excel.
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Guida al trading con i CFD
5.3.4 Conto virtuale
È possibile chiedere l’apertura di un conto demo della durata
di 2 settimane, funzionale per provare la piattaforma online ed
eventualmente le versioni mobile, oltre a scoprire se i titoli di vostro
interesse sono disponibili. Di seguito alcuni screenshot tratti dalla
piattaforma online e dalle versioni mobile per iPhone e iPad. Notate
la coerenza e la cura dei dettagli, requisito spesso trascurato nella
maggior parte delle piattaforme di trading.
5.4 Supporto
Il customer care è raggiungibile via telefono o email. Sul sito web
è disponibile una vasta raccolta di domande frequenti (FAQ) con
relative soluzioni e un dizionario che copre la terminologia più
diffusa. Le persone che hanno aperto un conto, inoltre, possono
beneficiare della sezione dedicata alle proprie domande, a cui gli
analisti rispondono direttamente. Non solo, è possibile aprire un conto
premium che offre una linea diretta con un operatore personalizzato,
inviti ai migliori eventi culturali, sportivi e di trading sponsorizzati
da IG, le ricerche di mercato curate dagli analisti, oltre a ricevere gli
interessi sui fondi depositati sul conto IG.
5.5 Didattica
I servizi legati alla didattica sono molteplici, in particolare sono
disponibili seminari in sede, online e su richiesta. Numerosi anche gli
analisti che curano i commenti giornalieri, disponibili tutte le mattine,
e settimanali, sia sull’andamento generale della borsa, che sulle
novità dei titoli offerti. Nel dettaglio, sono disponibili tre focus su
forex, commodities e indicatori economici, quest’ultimo disponibile
su Insight. Una politica di fidelizzazione attivata è relativa all’invito
di amici in cambio di un bonus. IG è molto attiva sui social network,
in particolare su Facebook e Twitter dove sono ricondivise le news
principali, e su YouTube in cui sono disponibili video news curate
dal team di analisti.
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Guida al trading con i CFD
Conclusioni
La conoscenza approfondita degli strumenti su cui operare è il primo
passo verso un trading consapevole. ABCFD si propone come una
guida originale, propedeutica ai libri operativi che trattano le strategie
da un punto di vista tecnico, mettendo in evidenza l’importanza dei
prerequisiti e della metodologia. L’approccio sintetico ma preciso,
guida il lettore in un percorso coerente e funzionale: vengono
sviscerati i CFD, argomento principale della guida; sono trattati
in modo esauriente i prerequisiti, la metodologia, gli strumenti, le
strategie e l’offerta di IG. La guida inoltre, si sofferma spesso sul
concetto di “idea di trading”, prerogativa essenziale per un trading di
successo. Come ci ricorda Samuel Butler, noto scrittore inglese: “La
vita è l’arte di trarre conclusioni sufficienti da premesse insufficienti”.
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Guida al trading con i CFD
Appendice 1: Piattaforme di
trading
Ogni broker propone una serie di piattaforme proprietarie, spesso non
alla pari delle piattaforme non proprietarie. Innanzitutto dobbiamo
distinguere le piattaforme in tre categorie: desktop, online e mobile.
Le prime, girano sui principali sistemi operativi odierni (Microsoft
Windows e Apple Mac OS X), le seconde sono applicazioni web
accessibili mediante un browser di ultima generazione (Mozilla
Firefox, Google Chrome, ecc.), le ultime possono essere applicazioni
web ottimizzate per smartphone e tablet o direttamente app native
sviluppate per i sistemi operativi mobile più utilizzati (Apple iOS
e Google Android). Le piattaforme nascono come supporto alla
medotologia applicata e mettono a disposizione del trader una serie
di strumenti di analisi e testing a cui è impossibile rinunciare. Se
non ricordate gli step in cui si suddivide una metodologia, tornate
al capitolo 1 e leggete attentamente il paragrafo “Una metodologia
infallibile”.
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Guida al trading con i CFD
Appendice 2: Analisi grafica e
indicatori tecnici
I pattern sono basati sulle figure dell’analisi grafica (doppi e tripli
massimi e minimi, testa e spalla normali e rovesciati, triangoli,
rettangoli, cunei, bandiere, pennelli, spike, diamanti, ecc.) o su
fenomeni, legati a variabili basate non esclusivamente sui prezzi, che
si ripetono con frequenza sulle serie storiche analizzate. La tipologia
di trading basata su questa ripetitività nel tempo (breve, medio e
lungo periodo) è chiamata pattern trading. Prendiamo come esempio
il gap o spike, una figura meno mistica di altre presenti in letteratura.
Si individua nei grafici quando le quotazioni di un titolo subiscono un
salto, verso l’alto o verso il basso, determinando un aumento o una
diminuzione del prezzo in modo non convenzionale e difficilmente
prevedibile. I gap si notano con più facilità nelle fasi di riapertura
dei mercati in cui le quotazioni di partenza della nuova giornata non
riflettono il prezzo di chiusura del giorno precedente, a causa di quanto
accaduto nel periodo in cui la borsa era chiusa. Il fenomeno dei gap
ha segnato la nascita di una tipologia di trading chiamata, appunto,
gap trading. Rientra nelle strategie di pattern trading ed è spesso
automatizzata. Gli indicatori tecnici, invece, sono spesso basati su
formule matematiche che cercano di identificare i trend di un titolo,
le rotture di un canale (in questo caso si chiamano oscillatori e le
strategie che ne derivano sono dette channel breakout), le inversioni
di tendenza, ecc. La maggior parte degli indicatori tecnici si basano
su informazioni relative ai prezzi. Meno conosciuti, purtroppo,
gli indicatori non di prezzo, basati su volumi, volatilità, tempo,
sentimento, forza relativa e ampiezza. Gli indicatori più famosi sono
le medie mobili semplici ed esponenziali, l’RSI (Relative Strenght
Index), l’ATR (Average True Range), le bande di Bollinger, il ROC
(Rate of Change) a cui è collegato anche il TRIX, il MACD (Moving
Average Convergence/Divergence), il CCI (Commodity Channel
Index), l’ADX (Average Directional Index), il SAR (Parabolic Stop
and Reverse), il momentum, lo stocastico e molti altri.
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Guida al trading con i CFD
Appendice 3: Indici di profitto
e rischio
Gli indicatori di profitto e rischio, con relativi grafici esemplificativi,
possono essere calcolati manualmente, mediante l’ausilio di fogli
di calcolo come Microsoft Excel, o ritrovati già calcolati nei report
di performance delle piattaforme di trading più avanzate, come
visto in Appendice 1. Questi indicatori permettono di valutare con
oggettività scientifica i risultati delle strategie applicate su singoli
titoli o su portafogli. Un altro obiettivo è quello di comprendere se la
rischiosità delle strategie è coerente con il profilo di rischio che siete
in grado di sopportare.
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Expectancy: è un indicatore inventato da Van Tharp che
calcola l’aspettativa di vincita (o perdita) media per ogni euro
rischiato. È un indicatore utile per il money management e in
particolare per il position sizing.
Walk forward index: risultato dell’analisi walk forward,
misura la robustezza della strategia testata in un contesto
più realistico del classico backtest. L’analisi walk forward
suddivide i dati storici in intervalli temporali e per ciascuno
testa e ottimizza i valori degli input della strategia. Questo
indice considera la redditività generale della strategia, la
consistenza e la distribuzione dei profitti, il drawdown
massimo e la distribuzione dei drawdown.
Sharpe ratio: ideato da William Sharpe, premio Nobel
per l’economia, esprime la performance di un portafoglio
in rapporto al rischio (volatilità e deviazione standard) del
portafoglio stesso.
Average trade: indica il profitto medio per trade e
dovrebbe essere abbondantemente superiore alla somma di
commissioni e slippage. Ottime equity line, troppo belle per
essere vere, sono spesso collegate ad average trade bassi
che non contano commissioni e slippage. Nella realtà queste
strategie sarebbero fallimentari. Tenete d’occhio i report di
performance e diffidate da average trade troppo bassi.
Profit factor: il fattore di profitto indica il rapporto tra
profitto netto e perdite nette. È fondamentale che questo
indicatore sia maggiore di 1, meglio se maggiore 2.
Percent profitable: indica la percentuale di trade che hanno
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Guida al trading con i CFD
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avuto esito positivo e che hanno comportato dei profitti sul
numero totale di trade. Questo indicatore permette di capire
se la strategia guadagna molto in pochi trade o se, a parità di
trade vincenti e perdenti, guadagna di più nei trade vincenti o
viceversa. È sempre consigliabile un profitto ben distribuito
piuttosto di profitti concentrati in pochi trade. Questi
indicatori più quelli disponibili nelle piattaforme, esprimono
la bontà oggettiva di una strategia e vi permettono di evitare
di incappare in risultati sovraottimizzati (overfitted) o in
scenari che non ricadono nella media, ma in eccezioni ai casi
generali.
Number of trades: indica il numero totale di trade nel
periodo considerato. La frequenza di trade determina il
time-frame ideale (intraday o daily). Non solo, è importante
osservare il rapporto tra il numero di trade chiusi in profitto
rispetto a quelli chiusi in perdita, traendone le opportune
conclusioni.
RINA index: comparso per la prima volta sulla piattaforma
TradeStation, esprime la rischiosità considerando profitti
totali, drawdown medio e tempo a mercato. Utili in termini
di money management, invece, sono la media mobile o il
profit factor dell’equity line, indicatori interessanti per
valutare se un preciso momento è indicato o meno per aprire
nuove posizioni.
P&L Explained: acronimo di profit & loss, è un riepilogo
esaustivo che include profitti, perdite, commissioni e tutti
i costi di gestione (commissioni, slippage, management
fee, account fee, interessi overnight, altri costi) derivanti
dall’attività di trading. Per ogni trade è sintetizzato l’impatto
delle variabili legate al tempo, al prezzo, alla volatilità, al
cambiametno dei tassi di interesse, ai nuovi trade e ai trade
cancellati.
Max drawdown, max intraday drawdown e average
drawdown: indicano rispettivamente il drawdown massimo
consecutivo, il drawdown massimo giornaliero e il drawdown
medio. Questi indicatori di base sono spesso inclusi negli
indicatori più complessi, come il Walk forward index o il
RINA index, visti in precedenza.
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Guida al trading con i CFD
Appendice 4: Trading
algoritmico
Il trading algoritmico, chiamato anche trading quantitativo o
trading automatico, è una particolare tipologia di trading in cui il
processo di gestione e compravendita dei titoli viene parzialmente
o completamente automatizzato da algoritmi di trading più o meno
sofisticati. Le strategie di trading algoritmico che ne derivano sono
chiamate anche trading system, robot o expert advisor, quest’ultimo
termine utilizzato nel contesto della piattaforma MetaTrader. Il grado
di complessità è dato dal linguaggio di programmazione e dalla
completezza dell’ambiente di sviluppo integrato: sono disponibili
diverse librerie in Java, C++ e C#, adatte a un pubblico di trader con
formazione prevalentemente informatica, ma anche piattaforme di
trading con linguaggi procedurali o, nel migliore dei casi, a oggetti,
pensati per un pubblico esigente di trader retail. Esistono anche
piattaforme di trading con interfacce grafiche per comporre strategie
in modalità drag & drop, nate per accontentare il segmento dei trader
meno competente in informatica, ma desideroso di sfruttare la potenza
del trading algoritmico. L’automazione non comprende solamente la
gestione dei segnali operativi, ma anche lo screening dei titoli, il risk
management e il money management. L’automazione parziale, per
chi non volesse affidare il proprio trading esclusivamente al PC, può
essere realizzata grazie ai warning, messaggi (visuali, sonori, email,
sms, ecc.) che avvisano il trader sul verificarsi di una situazione
prevista a priori nell’algoritmo: per esempio, la rottura di un livello
di supporto o resistenza genera un segnale di acquisto o vendita,
ma la decisione sull’esecuzione resta a carico del trader. Il trading
algoritmico può essere attuato con qualsiasi time-frame anche se
è particolarmente consigliato per strategie intraday e obbligatorio
per strategie high-frequency, in cui sono richiesti enormi volumi di
scambio, tempi di esecuzione dell’ordine di microsecondi e periodi
a mercato molto brevi.
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Guida al trading con i CFD
Dizionario
Time-frame: si riferisce alla misura temporale del flusso dati. I
time-frame più utilizzati sono intraday, con barre al minuto, daily,
weekly e monthly con barre rispettivamente giornaliere, settimanali
e mensili, spesso utilizzate per swing trading e trading di posizione.
Tick e pip: movimento minimo di un prezzo in un determinato
intervallo di tempo. Il termine tick è adottato a livello generale,
mentre il termine pip si riferisce in modo preciso al mercato delle
valute (forex). Il valore di un punto di un titolo è dato dalla somma di
più tick., secondo i termini del contratto.
Serie storica: storico completo o parziale dei dati relativi a prezzi
(apertura, chiusura, massimo e minimo), volumi di scambio e
disponibilità della controparte nel book. Durante la fase di analisi è
consigliabile scaricare una porzione significativa delle serie storiche
di riferimento, cercando di includere i momenti anomali accaduti
nel passato, in modo tale da poter osservare la capacità o meno di
reazione delle strategie nei contesti più critici.
Book, denaro e lettera: l’elenco delle proposte di acquisto e di
vendita in un dato istante temporale. È diviso in livelli, maggiore
è il numero di livelli, maggiore è considerata la profondità e, di
conseguenza, il numero di prezzi a disposizione su denaro (ask) e
lettera (bid), rispettivamente l’elenco delle proposte di acquisto e di
vendita.
Slippage: aumento del prezzo di acquisto o vendita di un titolo
causato dalla differenza tra il prezzo richiesto al broker e il prezzo
effettivamente eseguito. Lo slippage incide principalmente nelle
strategie di trading intraday in cui i tempi a mercato sono molto brevi
e l’obiettivo è guadagnare pochi tick investendo un numero alto di
contratti contemporaneamente. Lo slippage può essere diminuito in
modo considerevole adottando un broker che supporti la tecnologia
DMA, ovvero l’accesso diretto al mercato.
Volume e liquidità: il volume indica la quantità di contratti scambiati
in un determinato periodo di tempo. La liquidità è riferita in modo
diretto al volume di scambio e indica se un titolo è scambiato molto
(alta liquidità) o poco (bassa liquidità).
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Guida al trading con i CFD
Mercati toro, orso e laterali: i mercati toro (bull) sono i mercati
rialzisti, i mercati orso (bear) sono i mercati ribassisti, i mercati
laterali sono i mercati in cui le fluttuazioni dei prezzi non determinano
trend ben definiti, in cui avvengono spostamenti minimi sugli stessi
livelli di prezzo.
Posizioni long, short e flat: long sono le posizioni con previsioni
rialziste, short le posizioni con previsioni ribassiste, flat indica
l’essere fuori dal mercato, quindi non avere una posizione aperta. Le
strategie in cui non si è mai in posizione flat sono chiamate stop and
reverse, nome affidato anche all’indicatore tecnico SAR (Parabolic
Stop and Reverse), inventato da Welles Wilder, a cui dobbiamo anche
l’invenzione dell’indicatore tecnico RSI (Relative Strenght Index).
SAR è pensato per impostare i trailing stop, importante segnale di
risk management, grazie all’individuazione dei pullback, ovvero le
inversioni di tendenza.
Equity line, run-up e drawdown: curva dei profitti derivante da
operatività reale o simulata. I run-up, ovvero i profitti consecutivi,
dovrebbero essere tendenzialmente costanti nel tempo e ben
distribuiti nella curva dei profitti. I drawdown, ovvero le perdite
consecutive, dovrebbero essere limitate, meglio se inferiori al 5%
del capitale investito.
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Guida al trading con i CFD
Bibliografia
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CFDs: The definitive guide to contracts for difference David James Norman - 2010
CFDs Made Simple: A straightforward guide to contracts for
difference - Peter Temple - 2009
CFDs Made Simple: A beginner’s guide to contracts for
difference success - Jeff Cartridge e Ashley Jessem - 2011
Trading Systems That Work: Building and evaluating
effective trading systems - Thomas Stridsman - 2000
The Evaluation and Optimization of Trading Strategies Robert Pardo - 2008
Trading Systems: A new approach to system development
and portfolio optimisation - Emilio Tomasini e Urban Jaekle
- 2011
The Lean Startup: How today’s entrepreneurs use continuous
innovation to create radically successful businesses - Eric
Ries - 2011
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