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Innovazione e Sostenibilità
Osservatorio Innovazione e Sostenibilità
Innovazione e Sostenibilità Newsletter n. 10/2014
a cura di Giuliana Giovannelli e Alessandra Graziani
Sommario:
News dai territori:
Regione Lombardia:
Regione Marche:
Regione Sardegna:
Accordo Federlegno Comune di Milano per scuole sostenibili e sicure
Inaugurata la casa intelligente per la longevità attiva
2.663 imprese; +1% nel 2013. +52% per gli impianti fotovoltaici
News nazionali:
Ambiente:
Edilizia scolastica:
Rinnovabili:
Ambientalisti e associazioni rinnovabili in piazza per la lotta ai cambiamenti climatici
Lupi parla di "task force" per interventi di messa in sicurezza delle scuole
Incentivi alle FER elettriche, 114 associazioni e comitati chiedono al Governo lo stop alle
aste;
Accordo Eni-Cnr per la ricerca nelle energie rinnovabili;
Energia. Gse con 34 imprese a Riyad, faro su piano rinnovabili;
La nuova stagione del fotovoltaico italiano grazie ai SEU;
Conto Termico, dal 31 marzo apertura dei Registri 2014 fino al 29 maggio. Pubblicato il
Bando;
Prima microrete energetica intelligente in Italia per sperimentare le smart city
Rapporti e studi:
La radiazione infrarossa come fonte di energia rinnovabile?;
Certificati Bianchi, il punto sui procedimenti conclusi e i TEE generati al 28/02/14;
L'indagine “Tutti in classe A” di Legambiente ha rilevato elementi disperdenti in molte
“biocase” e in edifici realizzati da Fuksas, Krier e Portoghesi;
Green schools. L'edilizia scolastica si apre al green;
Spostare la pressione fiscale dal lavoro all'inquinamento, studio Ue mostra i vantaggi
economici;
8 miliardi di euro per 6000 scuole e 500 ospedali in pericolo;
Green Economy, il ruolo delle città per un New Deal verde. Presentato il Rapporto Enea
Materiali e tecnologie: UNI: allo studio linee guida per la tecnologia di posa delle infrastrutture con miniscavi;
Progettazione integrata con Edificius.Tecnologia iBIM (integrated Building Information
Modelling) per elaborati architettonici
Eventi:
Efficienza energetica e generazione distribuita, l'Africa supererà il Vecchio Continente;
Formazione: In Italia nascono i primi 50 «Esperti in edifici salubri»;
Formazione: Nuove professionalità per gestire responsabilmente le esigenze legate alla
sostenibilità ambientale
Ance mette in vetrina l’eccellenza nell’edilizia
Aziende:
I leader del mercato dell’edilizia sostengono l’invito del Parlamento Europeo a modernizzare;
Le normative sugli appalti pubblici con la tecnologia BIM;
Gazzotti e il caso Italab, in rete è più facile arredare;
Italcementi, niente rischi dal recupero delle ceneri;
Estero:
Uk, in arrivo il primo standard per le smart city
News dai territori:
Regione Lombardia: Accordo Federlegno Comune di Milano per scuole sostenibili e sicure
04/03/2014. Comune di Milano e FederlegnoArredo hanno firmato un accordo nato con l’obiettivo di introdurre
nell’edilizia scolastica il modello di edifici in legno, diffuso in particolare nel nord Europa, che garantisca velocità di
costruzione, sismo-resistenza, risparmio energetico e sostenibilità economica. Federlegno offrirà un supporto tecnico, a
titolo gratuito, nella progettazione delle prime opere di edilizia scolastica in città. Per Milano è l’occasione di rinnovare
il patrimonio di edilizia scolastica, in parte obsoleto, anche in vista di Expo 2015.
Le scuole in legno rispetto a quelle tradizionali costruite in laterizi e cemento presentano diversi vantaggi. Intanto i
tempi di realizzazione, drasticamente ridotti: secondo uno studio dei tecnici del Comune, ad esempio, la costruzione di
un edificio in legno di 15 classi richiederebbe 8 mesi contro i quasi due anni di una scuola tradizionale. Altro vantaggio,
la maggiore funzionalità: è possibile infatti modificare rapidamente la composizione delle aule e la stessa
organizzazione degli ambienti interni.
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Anche sotto il profilo ambientale ci sono evidenti benefici: ogni metro cubo di legno utilizzato in sostituzione di un altro
materiale da costruzione è in grado di immagazzinare 0,9 tonnellate di CO2, un risultato che si ottiene anche quando è
impiegato per costruire un edificio. Inoltre il legno è un materiale isolante al punto da garantire, nell’edilizia scolastica,
un risparmio sul piano energetico di circa il 40 per cento rispetto alle strutture tradizionali.
Le scuole in legno, i cui progetti saranno inseriti nel bilancio di previsione 2014 del Comune, sono previste su edifici
fino a tre piani, comprensivi di mensa e palestre. Si parte dalla scuola di via Viscontini. Qualora arrivassero i fondi per
l’edilizia scolastica del governo, la priorità è per le 27 scuole costruite negli anni ‘70-’80 con prefabbricati di durata
trentennale che, ormai, devono essere sostituiti.
Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia ha commentato “L’accordo sottoscritto oggi nasce dalla volontà di sperimentare
nuove idee e nuove opportunità in un settore importante come quello dell’edilizia scolastica, garantendo al tempo
stesso i più alti standard qualitativi e funzionali. Nei prossimi anni potremo dare ai nostri bambini scuole più sicure,
antincendio, antisismiche, più rispettose dell’ambiente e, perché no, anche più belle realizzate in tempi più brevi".
L’assessore ai Lavori pubblici Carmela Rozza ha sottolineato: “Milano oggi compie una scelta di campo per la
bioedilizia con una joint venture pubblico-privato che ci consente di fare un investimento per il futuro. Inizieremo con
le scuole, ma vogliamo arrivare anche all’edilizia abitativa. Da domani parte la progettazione, ed entro fine anno
avremo i progetti definitivi per almeno 4 scuole.Entro la primavera del 2016 vogliamo terminare tutte le realizzazioni”.
“È con piacere che sottoscriviamo un accordo con l’amministrazione comunale per incrementare la diffusione di edifici
a struttura in legno a uso scolastico, per dare servizi alla città risparmiando risorse e creando spazi sicuri. Anche alla
luce del piano scuole annunciato dal premier incaricato Matteo Renzi: un programma straordinario per l’edilizia
scolastica", dichiara il presidente di FederlegnoArredo, Roberto Snaidero.
"Da sempre lavoriamo per promuovere la tipologia costruttiva in legno, evidenziandone le peculiarità in termini di
sismo-resistenza, risparmio energetico, e sostenibilità. Ad oggi gli edifici a struttura di legno rappresentano l’eccellenza
costruttiva delle imprese italiane, anche alla luce dell’esperienza positiva fatta nei momenti della ricostruzione post
sisma in Emilia", commenta Emanuele Orsini, presidente di Assolegno, l’associazione di FederlegnoArredo che raccoglie
le più importanti imprese italiane specializzate in edilizia in legno.
Fonte: sito internet infobuild energia
Regione Marche: Inaugurata la casa intelligente per la longevità attiva
04/03/2014. Il Progetto della “Longevity Hub”, una casa intelligente per una longevità attiva ed indipendente
dell’anziano attraverso le nuove tecnologie domotiche, si inserisce nella strategia globale della Regione Marche che
considera l’active ageing come tema centrale dell’azione di governo, sviluppato in partnership con Italia Longeva, Rete
nazionale di ricerca su invecchiamento e longevità attiva, con l’obiettivo di garantire un approccio interdisciplinare alle
problematiche dell’invecchiamento, sviluppare modelli assistenziali innovativi con nuove tecnologie, diffondere le
conoscenze e promuovere stili di vita appropriati per gli anziani.
“La realizzazione di questo progetto – afferma il presidente della Regione Gian Mario Spacca - è una prova tangibile
della capacità marchigiana di fornire risposte efficaci al progressivo invecchiamento della popolazione, conciliando le
esigenze di sostenibilità del Servizio Sanitario con i bisogni concreti degli anziani. La domanda di prodotti e servizi da
parte della popolazione over 65 è infatti sempre crescente, in particolare per la popolazione delle Marche, che è la più
longeva d’Europa e quella con l’aspettativa di vita tra le più alte al mondo. Gli over 65, nella nostra regione,
rappresentano circa il 22% del totale contro il 20% nazionale, con un trend di crescita che prevede il 24% nel 2020.
Dati, questi, che spingono inevitabilmente il nostro sistema istituzionale, sociale ed economico ad un approccio
multisettoriale al tema della longevità. Abbiamo chiamato a raccolta, in questa prospettiva – prosegue Spacca – il
sistema produttivo regionale affinché partecipasse alla riflessione su questa nuova fascia di bisogni pensando prodotti
e servizi che aiutino il longevo a vivere meglio e in maggiore autonomia. Nuove tecnologie e longevità possono
stimolare nuova imprenditorialità, unendo tradizione, innovazione e coesione sociale. La via per rilanciare lo sviluppo
passa attraverso strumenti e progetti molteplici e differenziati, compresa la difesa dei settori produttivi tradizionali. La
terza età in questo modo può trasformarsi anche in una grande opportunità per uscire dalla crisi non solo con le
detrazioni fiscali e le manovre finanziarie, ma anche producendo articoli utili che entrino nel mercato e possano essere
venduti, possibilmente in tutto il mondo. Il nostro Paese – conclude Spacca -, il più anziano insieme al Giappone, può
diventare, in linea con la strategia di crescita intelligente e inclusiva di Europa 2020, un enorme laboratorio nel quale
sperimentare nuovi prodotti, costruiti dalle nostre industrie e destinati alla popolazione del pianeta”.
“Una casa intelligente per una longevità attiva e indipendente dell’anziano: l’idea di fondo, che anima l’impegno della
Regione Marche e dell’IRCCS INRCA, è contenuta tutta nel titolo di questa iniziativa – aggiunge il presidente di Italia
Longeva Roberto Bernabei - Oggi stiamo imparando a vedere gli anziani come un’opportunità: con le loro peculiari
esigenze, gli anziani alimentano una nuova e crescente domanda di soluzioni tecnologiche, che vanno dalle nuove
necessità abitative fino ai bisogni sanitari e assistenziali, ai quali dovranno a breve rispondere i sistemi di telemedicina
e tecnoassistenza, a partire dall’appuntamento di oggi. Sono settori ad elevatissimo tasso d’innovazione, che possono
rappresentare un driver importante per la ripresa della produzione industriale. L’intento è chiarissimo: da un lato
dobbiamo considerare l’anziano di oggi, ma soprattutto quello dell’immediato futuro, come un comune utilizzatore di
tecnologie, dall’altro lato dobbiamo vedere la tecnologia come uno strumento di aiuto nell’assistenza all’anziano per i
familiari, per i caregivers e per gli operatori del settore. Oggi vogliamo quindi inaugurare un’esperienza aperta al
mondo sociale, sanitario ed economico.”
SMART OBJECTS E PIATTAFORME DI INTEGRAZIONE PER LA LONGEVITA’ ATTIVA
L’approccio ritenuto più efficace per garantire il massimo coinvolgimento delle realtà industriali della Regione è quello
basato su una “Piattaforma di Integrazione” per l’Ambient Assisted Living intendendo con questa definizione
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un’infrastruttura che, oltre a consentire l’accesso a servizi specialistici di telemedicina e di teleassistenza, è anche in
grado di accogliere nuovi contenuti innovativi, di tipo trasversale, come quelli relativi a:
applicazioni domotiche di base,
come: la gestione energetica della
casa, il monitoraggio dei consumi, la
gestione della sicurezza (safety) e
dell’antintrusione (security); l’intrattenimento e il comfort;
monitoraggio delle attività
quotidiane di un utente debole basato sulla sequenza temporale di eventi
d’interazione comunicata da smart objects;
gestione di reti di sensori
wireless di tipo misto, cioè caratterizzate da sensori che rilevano
parametri ambientali
e da sensori indossabili dedicati alla misura dei parametri
vitali della persona;
l’elaborazione attraverso
metodologia di data mining di modelli di analisi comportamentale in grado
di
combinare in modo sinergico le informazioni raccolte dai sensori e
dagli smart objects per individuare abitudini e
rilevare trend ed
eventuali comportamenti anomali.
L’implementazione del progetto si sviluppa su più piani con l’obiettivo di:
promuovere l’innovazione all’interno del sistema produttivo regionale;
creare un punto di riferimento in cui i diversi attori possano incontrarsi per ideare progettare e sperimentare nuove
soluzioni in grado di rispondere ai bisogni dell’anziano;
sviluppare una rete di contatti che proiettino le Marche tra le eccellenze nel settore.
Da un punto di vista operativo sono stati identificati importanti interventi quali:
la realizzazione pratica del prototipo di casa intelligente;
la disponibilità di accesso alla Biblioteca Multimediale;
la presentazione di esperienze progettuali (ad esempio Up-tech, robot giraffe, chefMySelf) e dei loro risultati;
il coinvolgimento dei potenziali utenti nelle attività di analisi dei bisogni e sperimentazione nell’ambito dei progetti
(creazione del nucleo di un Living Lab);
corsi formativi rivolti ai professionisti per dare indicazioni di base su come migliorare la qualità e la sicurezza e
l’accessibilità dell’ambiente domestico;
l’organizzazione di eventi destinati alle imprese per facilitare l’introduzione alla certificazione per i dispositivi medicali,
la divulgazione della cultura del brevetto, il miglioramento della conoscenza dei bisogni utente.
Fonte. sito internet infobuild
Regione Sardegna: 2.663 imprese; +1% nel 2013. +52% per gli impianti fotovoltaici
Presentato il Rapporto di Confartigianato sulle “Rinnovabili” in Sardegna, elaborato dall’Ufficio Studi Nazionale
dell’Associazione Artigiana, che ha analizzato i dati 2013 sul 2012.
Nell’isola nel 2013 sono aumentate dell’1% rispetto al 2012 le imprese della filiera delle fonti rinnovabili, portando a
2.663 il totale delle aziende che fabbricano motori, generatori, turbine, e pannelli fotovoltaici, producono energia,
recuperano e riciclano rifiuti, installano impianti elettrici.
Il numero degli impianti fotovoltaici segna addirittura un +52,3% e l’energia elettrica prodotta +89,9%.
“Questi numeri sottolineano la vivacità di un comparto che punta sull’eco-efficienza e sulle energie rinnovabili –
sottolineano da Confartigianato Imprese Sardegna – e offrono grandi potenzialità di sviluppo alle piccole imprese, sia
in termini di innovazione, sia per il mantenimento dei posti di lavoro. Per proseguire la crescita di questo sistema è
necessario garantire maggiore stabilità al settore, anche mediante la rimodulazione degli incentivi con percentuali che
dovrebbero variare in funzione dei risparmi energetici effettivamente conseguibili dai singoli interventi”. “Incentivare
gli investimenti nella filiera FER – conclude Confartigianato Imprese Sardegna - è un punto fondamentale per il futuro
dell’intero comparto dell’edilizia green, con ricadute importanti sia dal punto di vista della sostenibilità ambientale degli
edifici, sia dell’occupazione nel settore edile in generale”.
Fonte. sito internet infobuild energia
News nazionali:
Ambiente: Ambientalisti e associazioni rinnovabili in piazza per la lotta ai cambiamenti climatici
28/02/2014. I manifestanti chiedono obiettivi comunitari ambiziosi al 2030 per emissioni, rinnovabili ed efficienza
energetica
Se non interverremo rapidamente in nostro pianeta avrà un surriscaldamento di 4°C. E' quanto emerso dal nuovo
rapporto dell'IPCC, il panel intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici dell’ONU.
LA MANIFESTAZIONE. Per chiedere al Governo di assumere un ruolo decisivo in Europa sulla lotta al cambiamento
climatico, questa mattina presso Piazza Montecitorio Coordinamento FREE, Greenpeace, Legambiente, Kyoto Club,
WWF e AssoRinnovabili hanno indetto la manifestazione "SOS Clima - Europa rispondi!".
All'evento ha partecipato anche il presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera,
Ermete Realacci, che ha dichiarato:
Il Pacchetto clima-energia 2030 è una delle misure più importati che l’Unione Europa deve prendere nei prossimi mesi.
E nell’anno europeo della green economy è determinante che il semestre italiano di presidenza di turno del Consiglio
dell’Unione sia segnato da scelte che guardano al futuro e non al passato.
Fonte: sito internet casa e clima
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Edilizia scolastica: Lupi parla di "task force" per interventi di messa in sicurezza delle scuole
27/02/2014. Interventi rapidi per l'edilizia scolastica con la creazione di una "task force tra ministero delle
Infrastrutture e quello della Pubblica istruzione" e con "un commissario straordinario che coordini gli interventi nelle
scuole in accordo con le amministrazioni locali". Così il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi ribadisce l'impegno
del governo per gli edifici scolastici e sottolinea: "per la scuola credo si possano sbloccare almeno 2 miliardi".
Per il rilancio dell'edilizia, Lupi assicura inoltre la continuazione degli ecobonus per i mobili e l'attivazione entro marzo
di un fondo da 2 mld dalla Cassa Depositi e Prestiti destinati a mutui per l'acquisto di case e ristrutturazioni edilizie. Il
ministro sottolinea che presenterà al Consiglio dei ministri la proposta di un "piano casa che prevede rifinanziamenti
per il fondo affitti e la morosità incolpevole, il recupero degli alloggi sociali, un ulteriore abbassamento della cedolare
secca per chi mette sul mercato alloggi sfitti.
In tutto interventi - sottolinea Lupi - per un miliardo e mezzo in grado di dare nuovo impulso al settore". Il ministro
conferma anche l'impegno dell'esecutivo sulla Tav: "andremo avanti ancora più rapidamente". In merito al dossier
Alitalia, Lupi sottolinea la continuità di Renzi con l' esecutivo Letta e spiega: "se tutto filerà liscio l'operazione dovrebbe
segnare davvero una svolta nella credibilità del nostro Paese".
Fonte: sito internet edilio
Rinnovabili: Incentivi alle FER elettriche, 114 associazioni e comitati chiedono al Governo lo stop alle aste
6/03/2014Salvare il territorio e riallocare le risorse su comparti più performanti: mobilità, rinnovabili termiche,
innovazione, efficienza. ANEV: controproducente bloccare le aste
Adottare un provvedimento urgente “per sospendere le imminenti 'aste' del Gestore dei Servizi Elettrici (GSE) ed
evitare ulteriori, dannose attribuzioni di sussidi ventennali a nuovi impianti eolici o ad altri impianti di energia
rinnovabile caratterizzati da scarso indice di efficienza energetica o da alto impatto ambientale, paesaggistico o
territoriale”.
Lo chiedono 114 tra associazioni e comitati di tutta Italia in una lettera inviata al presidente del Consiglio e ai ministri
di Economia, Sviluppo Economico, Politiche Agricole, Ambiente, Beni Culturali e Turismo.
Perché sospendere le aste
Secondo i firmatari della lettera, la sospensione delle prossime aste è necessaria per evitare “ulteriori, gravi
compromissioni paesaggistiche e territoriali su vastissima scala e consumo di suolo agricolo e naturale, in un contesto
nazionale in cui le norme urbanistiche di settore, di competenza regionale, sono state tardive e per nulla incisive. Ciò
ha determinato la proliferazione di procedimenti prossimi alla realizzazione che sono arginabili unicamente attraverso
lo stop a questi nuovi incentivi”.
Inoltre, va evitato un “ulteriore esborso di denaro, sottratto alle famiglie e alle piccole e medie imprese ed elargito per
il prossimo ventennio a società che ne hanno capitalizzato già ingenti quantità, con numerosi casi di speculazione,
spesso con interessi extra nazionali (e che quindi varrebbe la pena di tassare maggiormente) o addirittura criminali.
Tali risorse potrebbero invece essere allocate in comparti ben più performanti non solo per la lotta ai gas serra ma
anche con risvolti tangibili sul piano sociale e per l'economia nazionale (trasporti e mobilità, rinnovabili termiche,
innovazione, efficienza, ecc.)”.
Raggiunto e superato l'obiettivo Fer nel settore elettrico
Nella lettera viene ricordato che “nel comparto elettrico, l’obiettivo del 26,39% di contributo rinnovabile che era
previsto al 2020, è stato ampiamente superato con 8 anni di anticipo. Nel 2013 le rinnovabili elettriche hanno
raggiunto, sia pure a costi altissimi (di incentivazione e oneri di sistema), il 32% grazie soprattutto a idroelettrico e in
parte a fotovoltaico e appaiono in grado, per pura inerzia, di raggiungere ulteriori punti percentuali.
L’apporto elettrico (intermittente) dell’eolico è del 4,7%, pari all’1,3% del fabbisogno energetico complessivo italiano.
Una percentuale irrisoria a fronte dell’immane aggressione territoriale perpetrata in oltre un decennio, con migliaia di
gigantesche torri che mortificano i paesaggi e danneggiano gravemente uccelli e biodiversità. Tale percentuale sarebbe
stata perfino inferiore se la crisi e i costi dell’energia (lievitati a causa degli incentivi spropositati alle rinnovabili
elettriche e relativi oneri di sistema) non avessero “sfrattato” dall’Italia produzioni a forte domanda energetica, con
relativo calo del fabbisogno energetico e dell’occupazione.
Insistere in questa direzione, per altro in piena crisi economica e sociale, sarebbe gravemente errato”.
Le associazioni e i comitati aderenti
Proposta dalle associazioni Italia Nostra, Amici della Terra, Associazione Italiana per la Wilderness, Associazione
Mediterranea per la Natura, L’Altritalia Ambiente, LIPU, Mountain Wilderness, ProNatura, VAS (Verdi Ambiente e
Società), la lettera è sottoscritta anche da comitati e associazioni nazionali (Comitato nazionale del Paesaggio, Altura,
Comitato nazionale contro Fotovoltaico ed Eolico in aree verdi, Rewilding Apennines) e territoriali.
ANEV: controproducente bloccare le aste
“Una proposta bizzarra nel merito e nel metodo”, replica in una nota l'Associazione nazionale energia del vento (Anev).
“Nel merito in quanto i due punti che pongono a base della richiesta (evitare di compromettere il paesaggio su
vastissima scala ed evitare ulteriori oneri per il sistema) sono entrambi auspici che in parte sono già stati risolti e per
la parte non ancora risolta non si risolverebbero bloccando le aste. Infatti per la tutela del Territorio, del Paesaggio e
aggiungiamo noi, della Fauna Avicola, le principali criticità sono state superate dalle rigide norme esistenti e da quelle
ulteriori che l’ANEV insieme alle principali Associazioni Ambientaliste – quelle che si occupano veramente di tutelare
l’ambiente – impone ai propri associati in fase di realizzazione degli impianti.
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Per quanto riguarda poi gli oneri per il sistema (per il 2012 il GSE ha calcolato complessivamente in 9 Miliardi il costo
degli incentivi in A3 dei quali 6,46 Miliardi di € per il Fotovoltaico, 1,37 Miliardi di € per le Biomasse, 567 Milioni di €
per l’Idroelettrico, 528 Milioni di € per l’Eolico e 73 Milioni di € per il geotermico) l’ANEV da anni propone, e oggi con
ancor più forza nell’ambito del Coordinamento FREE, di superare il meccanismo degli incentivi per passare a
meccanismi di supporto basati su meccanismi fiscali.
Nel metodo, poi, in cui tale richiesta viene avanzata, sembra necessario segnalare che tale sospensione a nulla
porterebbe se non a creare ancora incertezze e ad aumentare le inefficienze; infatti un annullamento delle Aste
previste dalle normative vigenti, comporterebbe un immediato aumento del contenzioso e una diminuzione ulteriore
della certezza del diritto nel nostro Paese, e quindi a far scappare qualche altro investitore dall’Italia (!!!).
Infine – conclude la nota di ANEV - sembra utile ricordare come, proprio grazie al raggiungimento degli obiettivi di
incremento della produzione elettrica da fonti Rinnovabili al 2020, si sia già generato un significativo risparmio sulla
bolletta energetica del nostro Paese, sia in termini di riduzione della dipendenza dall’estero e quindi di beneficio sulla
bilancia dei pagamenti, sia da un punto di vista del costo dell’energia elettrica in borsa che, come chiunque in buona
fede sa, si è ridotta grazie proprio all’apporto di fonti rinnovabili come l’eolico che producono un benefico effetto di
abbassamento della bolletta elettrica, ma forse proprio per questo a qualcuno danno fastidio”.
Fonte. sito internet casa e clima
Rinnovabili: Accordo Eni-Cnr per la ricerca nelle energie rinnovabili
06/03/2014. Obiettivo della partnership è la creazione di un portafoglio di soluzioni innovative sui temi dell’energia e
dell’ambiente
E' stato rinnovato l'accordo di collaborazione, avviato nel dicembre del 2009, dal presidente del Cnr, Luigi Nicolais e
dall’amministratore delegato dell’Eni, Paolo Scaroni, per la ricerca applicata nel settore energetico.
Le attività previste sono incentrate sulla produzione di energia in modo sostenibile, sulla salvaguardia ambientale e
sulla sperimentazione di nuove tecnologie tra cui quelle per la caratterizzazione di giacimenti di idrocarburi, il
monitoraggio ambientale finalizzato alla sostenibilità della produzione di petrolio e gas, soluzioni eco sostenibili per la
mobilità e la salvaguardia ambientale, la sperimentazione di celle solari avanzate.
Fonte: sito internet infobuild energia
Rinnovabili: Energia. Gse con 34 imprese a Riyad, faro su piano rinnovabili
05/03/2014. Il Gse, con 34 imprese delle rinnovabili a Riyad nell'ambito della missione imprenditoriale in Arabia
Saudita partita qualche giorno fa, ''ha posto le basi per un proficuo scambio di collaborazione'', spiega il presidente e
AD Nando Pasquali, con Ka-Care, l'agenzia saudita per l'approvvigionamento di energia.
E' l'ente che gestisce un piano di sviluppo da 109 miliardi di dollari, che muoverà i primi passi operativi dal prossimo
luglio, con i primi appalti, per portare le rinnovabili a coprire un terzo del fabbisogno energetico saudita nel 2030.
''Abbiamo trovato terreno fertile - spiega Pasquali -. I sauditi hanno dimostrato grande desiderio di entrare in contatto
con aziende che sanno essere tra le leader del settore''.
Un primo e immediato risultato ''è la richiesta di Ka-Care di venire in Italia presto, già prima di luglio''.
E ''le premesse sono molto molto buone, ottime''. ''Un'altra novità emersa dal confronto a Riyad'', aggiunge Pasquali,
''è che l'Arabia Saudita potrebbe mettere a disposizione di altri Paesi non solo il petrolio ma anche la produzione di
energia elettrica con elettrodotti fino alla costa mediterranea che potrebbero portare energia in Italia e tutta Europa''.
Tra le imprese del settore che partecipano alla missione a Riyad 'grandi' come Enel Green Power ed esempi di
eccellenza della media e piccola industria italiana. ''Abbiamo creato per il Gse la rete di monitoraggio della produzione
e dell'immissione in rete di energia qui abbiamo trovato un forte interesse che si è già concretizzato in due accordi di
partnership'', racconta, per esempio, l'imprenditore Alberto Borchiellini.
Fonte. sito internet edilio
Rinnovabili:La nuova stagione del fotovoltaico italiano grazie ai SEU
05/03/2014. I Sistemi Efficienti di Utenza permettono di vendere l'energia producendola direttamente sull’edificio del
cliente
Grazie alla delibera dell’Autorità per l’Energia sulla regolazione dei SEU – molto attesa da parte degli operatori e che
ha chiarito alcuni punti critici fondamentali, cui seguiranno entro fine marzo le regole operative da parte del GSE - il
fotovoltaico è entrato in una nuova fase post-incentivi, che permette di vendere l'energia producendola direttamente
sul tetto del cliente.
Si tratta di sistemi alimentati da impianti a rinnovabili o da cogenerazione ad alto rendimento, con potenza fino a 20
MWe, gestiti da un solo produttore, che può essere anche diverso dal cliente finale, realizzati all’interno di un’area di
proprietà o nella piena disponibilità del cliente stesso.
Visto che l'energia prodotta e consumata all'interno del SEU è esente dagli oneri della rete di trasmissionedistribuzione e dagli oneri generali di sistema, tali configurazioni danno un vantaggio economico perché consentono al
cliente di garantirsi elettricità a tariffe inferiori rispetto a quella prelevata dalla rete pubblica e al produttore di venderla
a un prezzo superiore a quello del mercato elettrico.
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I clienti ideali sono quelli che consumano molta elettricità nel corso delle ore diurne, come ad esempio centri
commerciali e supermercati. Ma anche molte aziende industriali non necessariamente “energivore” secondo la
definizione classica, ma per le quali l’energia elettrica è una voce importante dei costi di produzione, e quindi della loro
competitività complessiva.
Attraverso i SEU si può realizzare un intervento su misura per il cliente, studiandone i consumi e abbinando il
fotovoltaico ad altre soluzioni che ottimizzino il profilo in rapporto alla produzione del solare. E' qui che entra in gioco il
rapporto tra il solare e le altre tecnologie energy smart.
Emilio Cremona, presidente di ANIE-GIFI sottolinea: “L’applicazione dei SEU rappresenta una grande opportunità che
permetterà a molte aziende di pagare meno l'energia elettrica, rendendole più competitive. Autoconsumo e
generazione distribuita potranno trovare finalmente il loro dovuto sviluppo a beneficio del sistema elettrico, abilitando
allo stesso tempo l’ammodernamento della rete”.
Su questi nuovi modelli di business molte aziende del fotovoltaico possono basare la loro ‘ripartenza’ dopo la chiusura
della stagione del conto energia. A patto però di sapersi adattare al cambiamento: fare solare vorrà dire sempre meno
vendere un prodotto e sempre di più fornire un servizio. Servono quindi aggiornamento continuo sulle novità e
capacità di integrare competenze professionali diverse. Di queste sfide per la filiera industriale e professionale italiana
del solare si parlerà dal 7 al 9 maggio a Milano, a partire dall’evento di apertura di SOLAREXPO 2014, “Il fotovoltaico in
Italia alla sfida del mercato”, che vedrà la presenza anche di ANIE-GIFI, e poi in una serie di eventi tecnici e di
formazione professionale nell’arco dei tre giorni di manifestazione.
Luca Zingale il direttore scientifico diSOLAREXPO - THE INNOVATION CLOUD commenta: “Sempre di più l'impianto FV
dovrà essere concepito all'interno di un intervento organico sui consumi di un utente – sia esso residenziale, terziario o
industriale - che coinvolga anche altre soluzioni: dalle pompe di calore per la climatizzazione, all’illuminazione
efficiente, ai sistemi di building automation, fino alla ricarica per veicoli elettrici, il tutto supportato da sistemi di
accumulo dell’elettricità autoprodotta. Tecnologie che sono il cuore della nostra esposizione che si terrà a maggio.
Questo nuovo modo di fare fotovoltaico realizza appieno il concetto di ‘Innovation Cloud’, la ‘nuvola’ della generazione
distribuita e delle applicazioni energetiche innovative tra loro integrate".
Fonte: sito internet infobuild energia
Rinnovabili: Conto Termico, dal 31 marzo apertura dei Registri 2014 fino al 29 maggio. Pubblicato il Bando
28/02/2014. Nell'ambito del Conto Termico, il 31 marzo prossimo si apriranno i Registri 2014 riservati agli interventi di
cui all’art. 4, comma 2 lettere a) e b) del D.M. 28 dicembre 2012, realizzati dalle pubbliche amministrazioni e dai
soggetti privati.
Ricordiamo che il D.M. 28 dicembre 2012 “Incentivazione della produzione di energia termica da fonti rinnovabili ed
interventi di efficienza energetica di piccole dimensioni” prevede l’obbligo di iscrizione ai Registri per gli interventi di
cui all’art. 4, comma 2 lettere a) e b) di potenza termica nominale complessiva, con riferimento al singolo edificio,
unità immobiliare, fabbricato rurale o serra, maggiore di 500 kW e inferiore o uguale a 1000 kW.
Pubblicato il Bando
Il Gestore dei Servizi Energetici (Gse) ha pubblicato il Bando che prevede l'apertura dei Registri il giorno 31 marzo alle
ore 9,00, con chiusura improrogabile alle ore 21,00 del 29 maggio 2014.
Le richieste dovranno essere trasmesse esclusivamente per via telematica, mediante l’applicazione informatica
Portaltermico, accessibile tutti i giorni del periodo di apertura dei Registri, 24 ore su 24, ad eccezione dei giorni di
apertura e di chiusura.
Contingente di spesa disponibile
Le risorse destinate all’incentivazione degli interventi per i quali ricorre l’obbligo di iscrizione ai Registri di cui al
presente Bando, definite in termini di spesa cumulata annua, sono pari a 6,91 milioni di euro per gli interventi
realizzati dalle Amministrazioni Pubbliche e a 22,81 milioni di euro per gli interventi realizzati dai soggetti privati.
Formazione della graduatoria
Il Gse ricorda che “formerà le graduatorie sulla base dei dati dichiarati dai Soggetti Responsabili, nella consapevolezza
delle sanzioni penali e amministrative previste dalla normativa vigente”.
La Graduatoria è redatta applicando, in ordine gerarchico, i criteri di priorità indicati all’Allegato IV del Decreto, di
seguito elencati:
a) minor potenza degli impianti;
b) anteriorità del titolo autorizzativo/abilitativo;
c) precedenza della data della richiesta di iscrizione al Registro.
Nel caso in cui la disponibilità del contingente per l’ultimo intervento ammissibile sia minore della disponibilità residua,
è facoltà del Soggetto Responsabile accedere agli incentivi per la quota parte di spesa rientrante nel contingente. Il
criterio di priorità di cui alla lettera a) paragrafo 2 dell’Allegato IV non è applicabile in quanto non vi sono impianti che,
pur avendo presentato domanda completa ed idonea per l’accesso ai meccanismi incentivanti, siano risultati in
posizione tale da non rientrare nel contingente previsto per la procedura 2013.
Pubblicazione delle graduatorie
Le graduatorie saranno pubblicate sul sito internet del GSE entro 60 giorni dalla data di chiusura dei Registri.
Dell’eventuale ammissione in graduatoria non sarà data comunicazione specifica ai Soggetti Responsabili partecipanti
alla procedura.
Fonte: sito internet casa e clima
Centro studi
Innovazione e Sostenibilità
Rinnovabili: Prima microrete energetica intelligente in Italia per sperimentare le smart city
28/02/2014. E’ stata recentemente inaugurata la Smart Polygeneration Microgrid (SPM), realizzata presso il Campus
universitario di Savona, progettata dall’Università di Genova e sviluppata da Siemens. Primo esempio di microrete
energetica intelligente in Italia, rappresenta un vero e proprio laboratorio per sperimentare la smart city, in futuro
replicabile su più ampia scala.
La microgrid di Savona è in grado di gestire in modo efficiente l’energia prodotta al suo interno, bilanciando
generazione e carichi con conseguenti risparmi economici e riducendo l’impatto ambientale dal punto di vista delle
emissioni di CO2.
Paragonabile a un quartiere cittadino con funzioni urbanistiche differenziate, il Campus è ora quasi completamente
autonomo per consumi elettrici e riscaldamento. Questo risultato è ottenuto grazie al collegamento di diversi impianti
di generazione, rinnovabili e ad alta efficienza, governati da un software centrale, per una capacità complessiva di 250
kW elettrici e 300 kW termici.
Nel dettaglio, nel polo universitario sono presenti le varie componenti della micro rete, vi sono tre microturbine a gas
ad alta efficienza, un chiller ad assorbimento per la produzione contemporanea di elettricità, calore per il riscaldamento
in inverno ed energia frigorifera per il raffrescamento in estate; una rete di teleriscaldamento; due colonnine di
ricarica, due veicoli elettrici e due biciclette elettriche; tre parabole per la produzione di energia da solare a
concentrazione un impianto solare fotovoltaico; quattro quadri elettrici collegati tra loro ad anello; un sistema di
accumulo elettrochimico in grado di bilanciare generazione e carichi e, se necessario, compensare gli sbilanciamenti
dovuti alla variabilità della generazione da fonte rinnovabile; una dorsale di comunicazione basata su unità di raccolta
dati, collocate nei quadri principali.
L’obiettivo della SPM è quello di supervisionare e garantire una gestione efficiente ed economica degli impianti di
produzione, ottimizzando al tempo stesso il contributo delle fonti rinnovabili e dei processi di cogenerazione ad alto
rendimento, cercando anche di minimizzare i consumi elettrici e termici del Campus.
Dalla sala di controllo situata all’interno del Campus e cuore della microrete, è possibile supervisionare l’intero sistema
e garantirne la gestione intelligente, seguendo strategie operative ideate e validate con successo dall’Università di
Genova.
La piattaforma di energy management DEMS (Decentralized Energy Management System), sviluppata da Siemens,
permette di prevedere i consumi globali, la generazione da fonte rinnovabile e di effettuare la pianificazione
dell’esercizio, controllando in tempo reale le unità di generazione tradizionali presenti in campo ed ottimizzando i cicli
di carica e scarica dei sistemi di accumulo per valorizzare al meglio la produzione da fonte rinnovabile.
Si prevede una riduzione complessiva delle emissioni di CO2, di circa 120 tonnellate/anno, inoltre ci saranno
importanti vantaggi economici, infatti grazie all’energia elettrica e termica autoprodotte, è possibile ridurre
considerevolmente i prelievi di elettricità dalla rete esterna e il consumo di gas nelle caldaie tradizionali per il
riscaldamento degli ambienti. Risparmi che potranno essere impiegati dall’Università di Genova per il finanziamento di
ulteriori attività di ricerca sperimentale e dimostrativa.
Fonte: sito internet infobuild energia
Rapporti e studi: La radiazione infrarossa come fonte di energia rinnovabile?
6/03/2014. Un gruppo di fisici di Harvard, guidati dall'italiano Capasso, sostengono di poter produrre energia dagli
infrarossi emanati della Terra verso lo spazio
I raggi infrarossi terrestri potrebbero ben presto diventare una nuova fonte di energia rinnovabile. Questo almeno è
quanto sostiene un gruppo di fisici della Harvard School of Engineering and Applied Sciences (SEAS) guidati
dall'italiano Federico Capasso.
Ma come è possibile? Il Pianeta Terra, come tutti i corpi caldi, emette continuamente nello spazio circostante radiazioni
elettromagnetiche, in particolare nelle lunghezze d’onda del medio-infrarosso. Per generare energia da un'emissione di
radiazione termica i ricercatori hanno messo a punto gli Emissive Energy Harvester (EEH).
Non era affatto così ovvio il modo in cui generare corrente continua attraverso l'emissione di luce infrarossa nello
spazio libero verso il freddo - spiega Capasso. E’ strano riuscire a generare energia dalle emissioni piuttosto che
dall’assorbimento della luce. Ha senso dal punto di vista fisico una volta che ci si pensa, ma è altamente
controintuitivo.
DISPOSITIVI DI RACCOLTA. Ora il ricercatore italiano e il suo gruppo di ricerca stanno studiando la realizzazione di
due dispositivi di raccolta. Il primo, chiamato EEH termico, genererebbe elettricità estraendo il calore dell’aria
dell’ambiente attraverso un piatto freddo, mentre il secondo - più simile ad un pannello solare fotovoltaico (EEH
"Fotovoltaico") genererebbe energia elettrica attraverso il rilascio di luce infrarossa.
Fonte. sito internet casa e clima
Rapporti e studi: Certificati Bianchi, il punto sui procedimenti conclusi e i TEE generati al 28/02/14
06/03/2014. Al 28 febbraio 2014 il Gse ha autorizzato il Gme ad emettere complessivamente 6.636.943 Titoli di
efficienza energetica
Centro studi
Il Gestore dei servizi energetici ha reso noto, in attuazione di
quanto disposto dall’articolo 6, comma 5, del decreto del
Ministero dello Sviluppo Economico del 28 dicembre 2012 in
materia di Certificati Bianchi, lo stato dell’arte dei progetti
approvati e dei Titoli di Efficienza Energetica (TEE) rilasciati
durante il periodo intercorrente tra il 3 febbraio 2013, data di
affidamento delle responsabilità di gestione, valutazione e
certificazione dei risparmi correlati a progetti di efficienza
energetica al Gse, e il 28 febbraio 2014.
Il Gse ha concluso positivamente, avvalendosi di Enea ed Rse,
l’istruttoria tecnica di 19.341 progetti, di cui 753 Proposte di
Progetto e Programma di Misura (Pppm) e 18.588 Richieste di
Verifica e Certificazione (Rvc).
Autorizzata l'emissione di 6,6 milioni di certificati bianchi
La conclusione delle istruttorie tecniche delle succitate 18.588
Rvc di competenza del Gse, ivi incluse le emissioni trimestrali
standard pari a circa 759.000 Tee, ha generato l’emissione di 5.731.124 Tee.
Innovazione e Sostenibilità
A valle della chiusura dei succitati procedimenti amministrativi nonché delle istruttorie tecniche svolte dall’Autorità per
l’Energia Elettrica e il Gas durante il periodo transitorio, in coerenza a quanto previsto all’art. 5, comma 2 del DM 28
dicembre 2012, il Gestore ha autorizzato il Gme ad emettere complessivamente al 28 febbraio 2014 6.636.943 Tee.
Fonte: sito internet casa e clima
Rapporti e studi: L'indagine “Tutti in classe A” di Legambiente ha rilevato elementi disperdenti in molte “biocase” e in
edifici realizzati da Fuksas, Krier e Portoghesi
05/03/2014. L’indagine di Legambiente “Tutti in classe A”, sulla qualità del patrimonio edilizio italiano, è stata
presentata oggi a Roma, dal vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini in una conferenza stampa che ha visto
anche la partecipazione del presidente del Consiglio nazionale degli architetti (Cnappc), Leopoldo Freyrie e di Antonio
Scala (Responsabile Energy Service Mass Market Enel Energia).
Sono stati presi in considerazione oltre 500 edifici in 47 città italiane, da un team di esperti che viaggiando da nord a
sud del Paese, ha fotografato con un’apparecchiatura termografica la situazione termica degli edifici confrontando le
rese di costruzioni recenti, firmate anche da note archistar con palazzi costruiti nel dopoguerra e edifici dove sono stati
realizzati interventi di retrofit.
Centro studi
Innovazione e Sostenibilità
L’analisi termografica ha riguardato edifici residenziali, scuole e uffici costruiti nel dopoguerra e altri più recenti. Sono
state verificate anche le prestazioni di quelli già certificati di Classe A e di quelli ristrutturati, e di alcuni edifici costruiti
dopo il 2000, ossia dopo l’adozione delle direttive europee in materia di risparmio energetico e isolamento.
Elementi disperdenti anche nelle “biocase”
Su gran parte di questi immobili, nuovi e già vecchi, i problemi sono evidenti. Da Milano a Torino, fino alla periferia di
Bari, dal progetto C.A.S.E. a L’Aquila, al quartiere Parco Leonardo a Roma, si ravvisano problemi di elementi
disperdenti, con distribuzione delle temperature superficiali estremamente eterogenee. Spesso anche per edifici che si
promuovono come “biocase” o a basso consumo energetico.
Che in “Classe A” si viva meglio lo dimostrano invece le termografie di edifici ben progettati, costruiti e certificati,
come il quartiere Casanova a Bolzano o alcuni immobili nuovi o ristrutturati a Firenze, Udine o Perugia, che mostrano
un comportamento omogeneo delle facciate e l’assenza di ponti termici significativi, la precisa scelta di sfruttare al
meglio l’esposizione dell’edificio e l’uso di specifici materiali per le diverse facciate al fine di sfruttare al meglio la
radiazione solare, minimizzando i consumi energetici per il condizionamento invernale con un risparmio, per i fortunati
abitanti di questi edifici, fino a 2mila euro ogni anno.
Bocciate anche le archistar
Attenzioni e benefici che l'indagine di Legambiente non ritrova nemmeno in edifici progettati da architetti di fama
internazionale e costruiti negli ultimi dieci anni, come mostrano le termografie realizzate su edifici costruiti a Milano,
Roma e Alessandria da Fuksas, Krier e Portoghesi, dove l’analisi a infrarossi ha dato risultati simili a quelli di altri edifici
recenti di firme meno prestigiose, con difetti nelle superfici perimetrali ed elementi disperdenti nelle strutture portanti.
“In tutti e tre gli edifici ‘famosi’ analizzati, l’impronta architettonica che si voleva proporre è chiara e riconoscibile –
commenta Zanchini – mentre manca l’attenzione all’efficienza energetica. Attenzione che invece ha caratterizzato
positivamente un edificio progettato da Cino Zucchi a Milano, con ottime prestazioni di isolamento. E’ indispensabile –
ha concluso Zanchini - che tutti, dalle archistar ai tecnici e a chi costruisce, contribuiscano a rendere più bella e
efficiente l’edilizia italiana”.
La ricetta di Legambiente
Affinché si avvii una stagione di cambiamento e di innovazione profonda delle città italiane per migliorarne la qualità e
la vivibilità, occorre, secondo Legambiente, percorrere diverse strade in parallelo: bisogna introdurre regole omogenee
in tutta Italia per le prestazioni in edilizia e controlli indipendenti su tutti gli edifici con sanzioni vere per chi non
rispetta le regole. Altrettanto indispensabile è dare certezza rispetto alla sicurezza antisismica degli edifici stabilendo
l’obbligo di dotarsi di un libretto antisismico per tutti gli edifici esistenti.
Per migliorare le prestazioni energetiche è necessario stabilire per i nuovi edifici e per le ristrutturazioni edilizie oltre
una certa dimensione lo standard minimo obbligatorio di Classe A su tutto il territorio nazionale; va premiato, nelle
ristrutturazioni edilizie, il miglioramento della classe energetica di appartenenza, e per facilitare questo processo
occorre rendere permanenti le detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica del patrimonio edilizio
(50-65%) offrendo un orizzonte temporale serio, e allargando gli incentivi gli interventi di consolidamento antisismico
degli edifici.
Occorre introdurre un fondo nazionale di finanziamento e di garanzia per gli interventi di riqualificazione energetica di
edifici pubblici e privati, come prevede la stessa Direttiva 2012/27, per realizzare misure di miglioramento
dell’efficienza e di sicurezza antisismica.
E’ necessario poi, introdurre nuovi strumenti per gli interventi di retrofit energetico degli edifici condominiali. In Italia
realizzare interventi di riqualificazione energetica complessiva di edifici condominiali è difficilissimo per un quadro di
regole e incentivi inefficace. Occorre creare le condizioni tecniche e economiche per rendere vantaggiosi interventi che
possono consentire di migliorare le prestazioni delle abitazioni e di garantire risparmi energetici quantificabili e
verificabili per le famiglie, oltre che di consolidamento antisismico.
Fonte. sito intenet casa e clima
Rapporti e studi: Green schools. L'edilizia scolastica si apre al green
04/03/2014. Quasi la metà degli edifici scolastici non possiede le certificazioni di agibilità, più del 65% non ha il
certificato di prevenzione incendi e il 36% degli ediici ha bisogno d’interventi di manutenzione urgenti. Senza contare
che il 32,42% delle strutture si trova in aree a rischio sismico e il 10,67% in aree ad alto rischio idrogeologico.
Su 7.139 edifici scolastici di competenza dei comuni capoluogo di provincia presi in esame, circa il 60% è stato
costruito prima del 1974, anno dell’entrata in vigore della normativa antisismica, mentre solo il 7% negli ultimi 20
anni. In particolare i nuovi edifici non sono costruiti secondo le tecniche sostenibili e innovative: solo l’8,22% risulta
costruito con criteri antisismici e lo 0,47% secondo criteri della bioedilizia. Sul fronte delle certificazioni positivi i dati
relativi alle porte antipanico (90,68%), alle prove di evacuazione (97,92%) e agli impianti elettrici a norma (82,38%).
Sono questi i dati Istat a partire dai quali si pone l'esigenza di investire nella scuola come priorità. Il Presidente del
Consiglio Matteo Renzi durante il suo intervento al Senato ha parlato di un «programma straordinario» per l'edilizia
scolastica che dovrebbe valere «qualche miliardo di euro e non qualche decina di milioni» (nell'ultima legge di stabilità
sono stati stanziati 150 milioni). In più il neo premier ha anticipato che le opere dovranno essere realizzate subito:
«Tra il 15 giugno e il 15 settembre», periodo in cui le scuole sono chiuse.
GBC Italia da tempo porta avanti un progetto di riqualificazione sostenibile per le scuole e fa parte della Global
Coalition for Green Schools, l'associazione internazionale che rappresenta un network tra comunità, associazioni,
istituzioni, imprese che in tutto il mondo promuovono scuole:
-realizzate con criteri di sostenibilità e di benessere per studenti e docenti;
Centro studi
Innovazione e Sostenibilità
-gestite con piena consapevolezza del risparmio di risorse, del riciclaggio, del risparmio energetico, evitando sostanze
nocive o pericolose;
-che favoriscano l’apprendimento in generale e del rispetto dell’ambiente in particolare, coinvolgendo in modo attivo
tutta la comunità: studenti, docenti, famiglie, istituzioni.
Il Presidente di GBC Italia Mario Zoccatelli ha scritto una lettera al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, augurandosi
che il qualificato lavoro svolto dalla rete mondiale dei GBC venga preso in considerazione per il rilancio di tutta la
filiera, a partire dalle scuole.
I temi del costruire sostenibile, risparmio energetico, tutela ambientale saranno al centro della 50° edizione di SAIE,
Built Enviroment System. A Bologna dal 22 al 25 ottobre 2014.
Il cluster dedicato a chi progetta e costruisce in linea con i criteri di sostenibilità e l’obiettivo di ridurre le emissioni di
CO2, mostrando prodotti, materiali, sistemi e tecnologie ecocompatibili e a basso impatto ambientale.
Le parole chiave di questo percorso sono Green Habitat, Materiali - Tecnologie e Procedimenti per l’Edilizia
Residenziale, Legno, Involucro Edilizio, Tamponamenti e Facciate, Coperture, Isolamenti ed Impermeabilizzazioni,
Ristrutturazione Edilizia, Certificazione ed Efficienza Energetica, Marketing e Distribuzione.
Fonte: sito internet edilio
Rapporti e studi: Spostare la pressione fiscale dal lavoro all'inquinamento, studio Ue mostra i vantaggi economici
03/03/2014. Dalla Commissione Ue due studi sui benefici per l'economia derivanti dal rafforzamento della protezione
dalle inondazioni e da una fiscalità più ecologica
“Investire nella protezione dalle inondazioni può apportare benefici complessivi per l'economia, soprattutto se si
privilegiano soluzioni basate sulla natura, molto efficaci sotto il profilo dei costi. Inoltre, la riforma della fiscalità
ambientale potrebbe quasi raddoppiare le entrate delle tesorerie nazionali rispetto a quelle attuali, offrendo vantaggi
per l'ambiente e la possibilità di tagliare le tasse sul lavoro o di ridurre il disavanzo; un argomento, quest'ultimo,
particolarmente convincente e che potrebbe spingere a cambiare lo status quo”.
Lo ha dichiarato il Commissario europeo responsabile per l'Ambiente, Janez Poto?nik, in occasione della pubblicazione
in data odierna di due studi della Commissione europea – che saranno utilizzati nel contesto del semestre europeo – i
quali dimostrerebbero come la politica ambientale possa incentivare la crescita economica, attraverso il potenziamento
delle misure di difesa dalle inondazioni e una fiscalità più ecologica. Uno dei due studi fornisce ulteriori prove dei
vantaggi economici complessivi derivanti da investimenti tempestivi nelle misure di difesa dalle inondazioni, mentre
l'altro sottolinea i vantaggi offerti dallo spostamento della pressione fiscale dal lavoro all'uso delle risorse e
all'inquinamento.
I BENEFICI DELLA FISCALITÀ VERDE. Lo studio sul potenziale di una fiscalità più ecologica, che si basa sui dati
provenienti da 12 Stati membri, suggerisce che lo spostamento della pressione fiscale dal lavoro all'inquinamento (ad
esempio, con l'aumento delle tasse sulle fonti di inquinamento atmosferico e idrico) darebbe luogo a entrate pari a 35
miliardi di euro in termini reali nel 2016, che arriverebbero a 101 miliardi di euro nel 2025, con cifre molto più alte se
venissero anche adottate misure per abolire le sovvenzioni dannose per l'ambiente. A seconda dello Stato membro
interessato, le possibili entrate variano da più dell'1% a oltre il 2,5% del PIL annuo nel 2025.
INONDAZIONI, CON LA PREVENZIONE MINORI COSTI E INVESTIMENTI NELLE INFRASTRUTTURE VERDI. Il secondo
studio esamina i diversi legami esistenti tra l'ambiente e le politiche economiche, compresi l'impatto macroeconomico
delle inondazioni e le migliori prassi nel sostenere le PMI che utilizzano le risorse in modo efficiente, senza dimenticare
la spesa per l'ambiente in tutti gli Stati Membri. Il costo totale approssimativo dei danni causati dalle inondazioni
nell'UE, nel periodo 2002-2013, è stato di almeno 150 miliardi di euro. Secondo lo studio, investire in misure volte a
ridurre le inondazioni rappresenta una soluzione estremamente efficace, con un costo dalle 6 alle 8 volte più basso
rispetto a quello per rimediare ai danni causati dalle alluvioni. Fattore ancora più importante è il fatto che i vantaggi
derivanti dagli investimenti nelle infrastrutture verdi, ad esempio il ripristino di elementi naturali per gestire e
immagazzinare l'acqua durante le alluvioni, includono l'aumento della biodiversità e la riduzione dei costi per la
costruzione.
RIFIUTI, CON LA PIENA ATTUAZIONE DELLA NORMATIVA RISPARMIO DI 72 MLD L'ANNO. Da uno studio condotto in
precedenza sull'attuazione della normativa sui rifiuti per stimolare la "crescita verde", è emerso che la sua piena
applicazione consentirebbe di risparmiare annualmente 72 miliardi di euro, aumentando il fatturato annuo dell'UE di 42
miliardi di euro nel settore della gestione e del riciclaggio dei rifiuti e creando oltre 400.000 posti di lavoro entro il
2020.
Fonte: sito internet casa e clima
Rapporti e studi: 8 miliardi di euro per 6000 scuole e 500 ospedali in pericolo
28/02/2014. Lombardia, Piemonte, Toscana, Campania, Emilia-Romagna; è praticamente tutta l’Italia che possiede
edifici potenzialmente esposti ad elevato rischio idrogeologico. La fotografia la scatta l’Anbi (Associazione nazionale
bonifiche e irrigazioni), che propone un Piano da 8 miliardi di euro e 3.400 interventi, disegnando la mappa dei pericoli
maggiori divisi per area.
Sono ben 6.251 le scuole esposte a rischio idrogeologico in Italia, mentre gli ospedali sono 547.
La mappa dei rischi divisi per Regione, scuole, ospedali:
Piemonte, 608, 61
Valle d’Aosta, 34, 2
Centro studi
Lombardia, 647, 72
Trentino Alto Adige, 229, 19
Veneto, 600, 48
Friuli Venezia Giulia, 223, 18
Liguria, 112, 12
Emilia Romagna, 827, 103
Toscana, 534, 46
Umbria, 114, 6
Marche, 187, 21
Lazio, 321, 32
Abruzzo, 136, 9
Molise, 80, 6
Campania, 1.017, 56
Puglia, 164, 11
Basilicata, 42, 2
Calabria, 250, 15
Sicilia, 60, 5
Sardegna, 67, 4.
Fonte. sito internet infobuild
Innovazione e Sostenibilità
Rapporti e studi: Green Economy, il ruolo delle città per un New Deal verde. Presentato il Rapporto Enea
27/02/2014. In Italia il 68 per cento della popolazione vive in un ambiente urbano, dove si produce in media il 75 per
cento dei rifiuti, e le abitazioni consumano dal 30 e al 60 % in più di energia rispetto alla media UE.
Tale concentrazione abitativa accresce i problemi ambientali, come l’inarrestabile cementificazione con insediamenti
distribuiti in maniera frammentata e disordinata sul territorio, e che continua ad occupare aree libere, spesso agricole,
al ritmo di 343 metri quadrati all’anno per ciascun italiano.
Un Green New Deal che parta dalle città può dunque costituire un quadro di riferimento unitario per interventi
coordinati ed integrati a livello sociale, ambientale ed economico. Ed è proprio il nuovo ruolo che le città italiane
possono avere come volano per uno sviluppo sostenibile, il tema principale analizzato nella seconda edizione del
Rapporto sulla Green Economy 2013: “Un Green New Deal per l’Italia”, curato dalla Fondazione per lo Sviluppo
Sostenibile e dall’Enea, e presentato il27 febbraio 2014 a Roma.
Il panorama internazionale
Lo studio si avvale della prefazione di Simon Upton, Direttore del Dipartimento Ambiente dell’Ocse, e di Tim Jackson,
docente di Sviluppo sostenibile presso l’Università del Surrey. La prima parte del Rapporto affronta il panorama
internazionale, partendo da un excursus storico-economico che, dalla crisi del ’29 arriva ai giorni nostri, e fornisce
un’ampia illustrazione delle proposte per un Green New Deal formulate dall’UNEP e dall’Ocse, le prospettive per
l’affermazione della green economy in Europa, nonché le difficoltà e le potenzialità dell’Italia, prendendo in esame le
esigenze di investimenti pubblici e privati, gli effetti sull’occupazione e le riforme indispensabili.
Il ruolo delle città italiane
La seconda parte del Rapporto, focalizzandosi sulla realtà italiana, esamina l'importanza che le città possono assumere
come stimolo e impulso per la green economy. Il green new deal potrebbe trovare nelle città la spinta per un
cambiamento verso modelli economici innovativi e sostenibili, visto che nelle città vive il 68% della popolazione
italiana. Gli attori di questo green new deal urbano sono molteplici, dai decisori politici agli imprenditori locali; dai
cittadini alla comunità scientifica.
I settori principali trattati nel Rapporto sono la riqualificazione energetica delle città, le misure di mitigazione climatica,
la riduzione del consumo di materiali ed il miglioramento della gestione dei rifiuti, la mobilità urbana, i rapporti tra
l’ambiente urbano e quello agricolo, il patrimonio culturale, la gestione sostenibile della risorsa idrica, la riqualificazione
delle aree degradate e l’impiego di tecniche e tecnologie tipiche dell’ICT.
Di seguito alcune delle criticità e delle opportunità offerte per avviare un green new deal in ambito urbano.
Rifiuti
I rifiuti sono prodotti per la maggior parte in ambito urbano (75%). Molti dei rifiuti prodotti potrebbero essere
riutilizzati ed avere una seconda vita (ingombranti, apparecchiature elettriche, elettrodomestici ecc) Una stima sui
rifiuti che arrivano ai centri di raccolta di Roma valuta in diversi milioni di euro il valore di questi “beni-rifiuto” che
possono essere reintrodotti sul mercato. Secondo l’ Enea circa il 48% dei rifiuti elettrici ed elettronici potrebbe essere
riutilizzato con un valore di mercato di 45 milioni di euro. Le raccolte differenziate sono ancora a macchia di leopardo
sul territorio (fra le 16 città con più di 200.000 abitanti si passa dal 51,1% di Verona al 6,4% di Messina).Quello che
emerge è che dove le raccolte sono più alte è inferiore il costo di gestione dei rifiuti per ciascun cittadino ( in un
comune con una raccolta al 63% il costo annuo per abitante è di 116,14 euro, in uno con una raccolta al 26% di 224
euro). Dal punto di vista del lavoro, un incremento di 1000 ton/anno di raccolta differenziata e riciclaggio creerebbe
8,5 posti di lavoro, pertanto il raggiungimento dell’ obiettivo di riciclaggio del 50% creerebbe un’ occupazione di
11.000 unità.
Mobilità urbana
L’ Italia è ancora lontana da una mobilità sostenibile a basso impatto ambientale. Ma ci sono città che guardano ai
modelli d’oltralpe più evoluti. Torino, Brescia, Parma, Milano sono al top della classifica stilata da Euromobility sulla
mobilità sostenibile. Buon trasporto pubblico, car e bike sharing, tecnologie ICT (sistemi di trasporto intelligenti) hanno
Centro studi
Innovazione e Sostenibilità
permesso di raggiungere questi risultati e Torino primeggia anche per un parco veicolare più ecologico della media
italiana.
Le città si sono cominciate a muovere anche grazie al Fondo per la mobilità sostenibile di 200 milioni gestito dal
Ministero dell’Ambiente che ha interessato 14 aree metropolitane e 96 comuni: il fondo ha specialmente dato impulso
alle creazione di nuove infrastrutture e servizi per il TPL, la mobilità ciclistica e i parcheggi di interscambio.
Con il fondo bike sharing sono stati co-finanziati 57 interventi. Ma resta ancora molto da fare: le metropolitane sono
meno di 200 chilometri in solo 6 città (Milano, Roma, Napoli, Torino, Genova, Catania); nei capoluoghi la densità delle
piste ciclabili è pari mediamente al 6% di quella della viabilità per le auto (13,3 km/100km2 contro 222 per le auto ma
c’è l’esempio virtuoso di Padova con 132,2 km di ciclabili ogni 100km2 e 286 km di viabilità per le auto); l’Italia dopo il
Lussemburgo ha il primato in Europa di auto con 61 ogni 100 abitanti con il maggior numero nelle città, in particolare
a Roma con 68; negli spostamenti in un raggio di 50km e superiori ai 5 minuti solo il 15% delle persone usa i mezzi
pubblici.
Consumi energetici ed emissioni
L’iniziativa Patto dei sindaci che coinvolge 2481 comuni italiani ha permesso un check up uniforme di consumi
energetici e emissioni di CO2 e, grazie alle diagnosi energetico-ambientali necessarie per questo check up, si sono
creati circa 20.000 esperti del settore. I comuni del patto hanno già avviato iniziative di risparmio energetico, le più
comuni sono il rifacimento dell’illuminazione pubblica a LED e le certificazioni energetiche, poco sviluppato invece il
ricorso alle fonti rinnovabili. Un intervento innovativo è stato quello dei condomini intelligenti in provincia di Genova
per diminuire i consumi e aumentare la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili. Resta ancora aperto il grande
capitolo dell’efficienza energetica (gli edifici italiani consumano il 30-60% in più della media degli edifici europei), tutti
gli interventi finora realizzati si devono alla detrazione prevista – ora al 65% - delle spese sostenute. Dall’analisi
quantitativa degli interventi emerge che solo il 20% del patrimonio edilizio è stato ristrutturato nei 12 anni di attività
degli incentivi, di cui solo il 30% dedicato all’efficienza energetica.
“La Green Economy può rappresentare la chiave di volta per avviare un nuovo ciclo di sviluppo all’insegna della
sostenibilità e dell’innovazione tecnologica, con ricadute di lungo periodo che vanno dalla salvaguardia dell’ambiente al
rilancio dell’industria e dell’occupazione”, ha dichiarato il commissario Enea Giovanni Lelli. “Una formidabile spinta
propulsiva ad un New Deal legato alla Green Economy può venire da una nuova pianificazione urbana che faccia
dell’eco-innovazione tecnologica e sistemica il fulcro della trasformazione delle nostre città per offrire una migliore
qualità della vita ai cittadini ed un più sostenibile utilizzo delle risorse energetiche e non energetiche. Si tratta di
un’opportunità per la nostra industria nazionale che porterà vantaggi e competitività quanto più sarà in grado di
affrontare la sfida tecnologica della trasformazione sostenibile dei propri processi e prodotti. Con l’eco-innovazione si
possono trasformare le aree urbane rendendole centri di risultati economici sostenibili e, al contempo, luoghi ideali per
la crescita civile dei cittadini.”
Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, ha evidenziato che “anche il Rapporto 2013,
dedicato al Green New Deal, ha fornito analisi e studi a supporto degli Stati Generali della green economy italiana.
Durante una delle recessioni forse più lunghe e difficili degli ultimi decenni, investire per innovare, differenziare e
convertire prodotti e processi produttivi in chiave sempre più green potrebbe essere una strada per rilanciare il nostro
sviluppo. Un forte impulso in questa direzione può venire da concrete iniziative che possono partire, o essere
rafforzate, dalle nostre città”
Fonte: sito internet casa e clima
Materiali e tecnologie innovative: UNI: allo studio linee guida per la tecnologia di posa delle infrastrutture con
miniscavi
04/03/2014. Definizione di linee guida volte a dettagliare la realizzazione di trincee di dimensioni ridotte da parte di
imprese esercenti attività di posa di reti di TLC, per ogni ente locale o operatore, al fine di una corretta gestione degli
interventi nel sottosuolo.
Questa la finalità di un nuovo progetto di prassi di riferimento, relativa appunto all'elaborazione di una linea guida per
la tecnologia di posa delle infrastrutture con sistemi di miniscavi (minitrincea), di cui la Giunta Esecutiva Uni ha
approvato l’avvio dei lavori di elaborazione in collaborazione con Iatt (associazione senza scopo di lucro che promuove
l’avanzamento delle conoscenze scientifiche e tecniche nel campo delle tecnologie non invasive - no dig) e Unindustria
(Unione degli Industriali e delle Imprese di Roma, Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo).
Lavori al via il 18 marzo
I lavori sul progetto di prassi di riferimento saranno avviati il 18 marzo a Milano con la riunione insediativa del Tavolo
“Minitrincea” costituito da esperti di Iatt, Unindustria e del sistema Uni.
Fonte: sito internet casa e clima
Materiali e tecnologie innovative: Progettazione integrata con Edificius.Tecnologia iBIM (integrated Building
Information Modelling) per elaborati architettonici
25/02/2014. Il software BIM “Edificius” di ACCA rappresenta uno dei primi esempi di software per la progettazione
architettonica integrata con calcolo strutturale, energetica e costi.
Si tratta di una nuova tecnologia definita iBIM (integrated Building Information Modelling), in grado di integrare in un
unico sistema informativo i principali aspetti della progettazione e della costruzione di edifici. Un nuovo modo di
lavorare all'insegna dell'innovazione.
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TECNOLOGIA. Edificius opera sia in ambiente 2D che 3D e produce automaticamente tutti gli elaborati architettonici
(piante, sezioni, prospetti, assonometrie, prospettive, rendering). Se si interviene con modifiche, gli elaborati vengono
automaticamente aggiornati. Oltre l’architettura dell’edificio, è possibile, grazie alla tecnologia iBIM, interagire con il
calcolo strutturale, le prestazioni energetiche e il computo metrico. Il progetto è ottimizzato sotto tutti gli aspetti, con
il risultato di meno errori , tempi dimezzati, maggiore semplicità. La nuova versione del software sarà ancora più
integrata: oltre al calcolo strutturale, allo studio delle prestazioni energetiche e al computo, sarà infatti possibile
progettare, verificare e dimensionare l’impianto elettrico, passare dalle misure rilevate alla vista 3D delle piante,
progettare l’acustica, così come modellare il paesaggio in modo innovativo o modellare strutture di qualsiasi forma
attraverso sketchup.
PLUS. Un software italiano concepito e realizzato dalla softwarehouse ACCA nel software tecnico per l’edilizia che
seguirà l’evoluzione della normativa italiana pertinente e che accoglierà i suggerimenti dei tecnici italiani per
rispondere tempestivamente alle loro specifiche esigenze. I vantaggi? Semplice da utilizzare, integrato con altri
software ACCA, personalizzabile nel catalogo oggetti, libero nella gestione delle stampe, utile nel raccogliere in un
unico file tutti gli elaborati di progetto, avanzato nelle funzioni di fotoritocco e fotoinserimento e in alcune funzioni
specifiche per il confronto tra lo stato di fatto e lo stato di progetto, versatile nel dialogare con altri formati software.
SUPPORTO. I servizi di help all’uso risultano all’avanguardia: gli utilizzatori accedono ad una serie di servizi che
coprono qualsiasi loro necessità, dalla formazione personale grazie ai video tutorial on line, alla partecipazione
condivisa attraverso forum, blog, faq, all’assistenza telefonica e interattiva. Una community qualificata di utenti che
interagiscono dinamicamente condividendo esperienze, problematiche e soluzioni.
Fonte: sito internet casa e clima
Eventi: Efficienza energetica e generazione distribuita, l'Africa supererà il Vecchio Continente
05/03/2014. “Non può esserci sviluppo economico senza disponibilità energetica e i paesi emergenti africani, che
devono scegliere come produrla e come distribuirla, stanno puntando sulle energie verdi e su un sistema di
trasmissione distribuito e intelligente che, libero dalle 'ragnatele' del vecchio Continente probabilmente sarà presto più
avanzato del nostro”.
Lo ha dichiarato Gianni Chianetta, fondatore di Let’s Agreen Network e promotore del convegno internazionale ‘La
Ripresa delle Rinnovabili’ tenutosi oggi a Palermo e organizzato con il sostegno della Regione Sicilia e dell’Assemblea
Regionale Siciliana.
L’incontro ha visto coinvolte le principali istituzioni, le imprese e gli investitori del settore in un dibattito su sviluppi e
prospettive del mercato delle fonti di energia rinnovabile. Nello scenario internazionale analizzato, i paesi emergenti
africani rappresentano una grande opportunità per le nostre imprese: “Il Mediterraneo è candidato a essere il luogo
dove si deciderà il futuro delle rinnovabili. Il mare che separa Europa e Africa è oggi il perno intorno al quale si ribalta
la mappa economica dei due continenti”, ha detto Chianetta.
Italia penalizzata da investimenti su sistemi centralizzati
Un segnale di rottura rispetto al contesto europeo e soprattutto italiano. “Nonostante abbia investito molto sulla
tecnologia delle rinnovabili, il nostro Paese si trova oggi frenato dall’aver erroneamente speso ingenti somme in un
sistema centralizzato obsoleto”, ha spiegato il fondatore di Let’s Agreen Network. “Gli obiettivi sull’energia pulita si
sono rivelati limitanti a fronte di trend di crescita disallineati: i dati reali di mercato delle rinnovabili registrano una
crescita di oltre 20% superiore rispetto alle previsioni del Piano di Azione Nazionale: questa forchetta potrebbe
allargarsi ancor di più se si potesse garantire anche solo una stabilità normativa”.
Blocco legislativo
Chianetta denuncia un mancato focus sulle rinnovabili nei Governi che si sono susseguiti in questi ultimi anni: lo stallo
legislativo ha provocato una sostanziale inerzia nel settore che, dopo la spinta iniziale, ha finito per arrestarsi. “Molte
aziende - ha spiegato - sono state costrette a chiudere o emigrare all’estero negli altri quattro continenti che, nel
frattempo, hanno registrato una sostanziale crescita grazie ai nostri sforzi sulla ricerca”.
Patto dei Sindaci, i Comuni siciliani in testa alla classifica
Una speranza è riposta nelle iniziative territoriali con l’adesione di molti comuni al Patto dei Sindaci, un progetto della
Commissione Europea nato per avallare e sostenere gli sforzi compiuti dagli enti locali nell’attuazione delle politiche nel
campo dell’energia sostenibile. I sindaci che aderiscono al Patto si impegnano a ridurre le emissioni di CO2 per
raggiungere e superare gli obiettivi del 2020. “In Italia, oltre duemila Comuni hanno aderito al Patto, in testa alla
classifica con circa 400 Comuni è proprio la Sicilia, cuore del Mediterraneo, ed è anche per questo motivo che abbiamo
deciso di far partire da questa regione un confronto e un dibattito costruttivo sulle possibilità future del settore”, ha
concluso Chianetta. Il convegno ‘La ripresa delle rinnovabili’ è anche l’occasione per la riunione di un primo tavolo
tecnico delle istituzioni presenti volto a delineare un piano d’azione concreto in materia.
Fonte: sito internet casa e clima
Eventi: Formazione: In Italia nascono i primi 50 «Esperti in edifici salubri»
28/02/2014. Dall'Associazione Nazionale Donne Geometra un progetto per formare professionisti esperti sulla Sick
Building Syndrome
Già presente in molti paesi europei e voluta fortemente dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, la figura dell'Esperto
di edifici salubri sbarca ora anche in Italia grazie al progetto dell’Associazione Nazionale Donne Geometra.
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I primi 50 attestati di «Esperto in edificio salubre» sono stati consegnati qualche giorno fa a Roma ai progettisti che
hanno frequentato il primo corso nazionale organizzato dall'Associazione. Nascono così i primi professionisti in grado di
progettare un ambiente sano, costruito con materiali naturali e non nocivi alla salute dell'uomo.
PERCHE' LA NECESSITA' DI QUESTA FIGURA? Sviluppato in collaborazione con la facoltà di Medicina dell'università di
Trieste, il corso nasce sia per sensibilizzare i progettisti sulla Sindrome dell'edificio malato (Sick Building Syndrome),
sia per rispondere alle direttive Ue che, nell'ambito della strategia 2020, impongono una riconversione in chiave
«green» alle professioni tecniche.
COMPETENZE. I 50 professionisti che hanno ricevuto l'attestato di "Esperto" possiedono soprattutto competenze in
bioedilizia, bioclimatica e materiali naturali, ma anche sulle responsabilità civili, penali e deontologiche del
professionista legate al tema della salute negli spazi indoor. Sono inoltre in grado di operare direttamente sul mercato
per prevenire patologie che vanno dall'asma, ai tumori, alle dermatiti.
Fonte: sito internet casa e clima
Eventi: Formazione: Nuove professionalità per gestire responsabilmente le esigenze legate alla sostenibilità
ambientale
25/02/2014. Nei giorni scorsi hanno ricevuto il diploma i primi 23 alunni che hanno partecipato al corso post diploma e
biennale dell’Its Red, acronimo di “risparmio energetico e nuove tecnologie in bioedilizia”. Il corso è stato promosso
dall’ITG Belzoni-Boaga e da Ance Veneto in collaborazione con Fòrema Confindustria Padova ed è stato finanziato dal
ministero dell’Istruzione e dalla Regione Veneto. La quasi la totalità degli studenti, a pochi mesi dalla fine dei corsi, sta
lavorando. Partito nel 2011, l’Its Red forma una figura professionale nuova, che integra alle qualifiche dei normali
geometri la facoltà di gestire con criteri di efficienza il processo costruttivo, ottimizzando la sostenibilità ambientale e il
risparmio energetico.
Nel corso dei due anni, i frequentanti hanno ricevuto una formazione di due mila ore totali, di cui 1200 di lezione in
aula e 800 di stage qualificato in aziende sparse sul territorio veneto. Il diploma dà accesso diretto all’esame di stato
da geometra in quanto considerato sostitutivo del praticantato. Sono molti gli studenti intanto che da tutta Italia si
sono iscritti ai corsi successivi al primo. L’Its Red ha poi fatto da traino per iniziative analoghe: è già stata attivato un
secondo corso all’Itg Cangrande di Verona. Nel settembre 2014 partiranno altri 3 corsi di cui uno a Padova, uno a
Verona e uno a Varese.
«L’innovazione dell’offerta formativa – commenta Paola Carron, presidente della Fondazione Its Red – risiede nella
capacità di rispondere con rapidità e accuratezza alle esigenze del mercato grazie al coinvolgimento diretto delle
imprese. I moduli di insegnamento sono flessibili e continuamente aggiornati perché il settore, oggi ad esempio votato
più alle ristrutturazioni che alle nuove costruzioni, è in mutamento ed evoluzione. L’alto livello di specializzazione
rendono questo corso più appetibile sotto il profilo occupazionale di molti corsi di laurea triennali».
Fonte: sito internet infobuild energia
Eventi: Ance mette in vetrina l’eccellenza nell’edilizia
6/03/2014. Una formula che si declina tra presentazioni ufficiali e videowall è quella che Ance, l'associazione nazionale
costruttori edili, porta al Mipim per promuovere i progetti immobiliari di qualità. Ance quest'anno partecipa in
partnership con Ice e Assoimmobiliare per presentare l'industria italiana delle costruzioni con l'obiettivo di dare risalto
alle eccellenze realizzate in Italia e nel Mondo, tra cui hotel e ospedali all'avanguardia, ma anche per portare all'estero
progetti di potenziale interesse per gli investitori internazionali, in un clima di business che viaggia in deciso
miglioramento negli ultimi mesi. In Italia, infatti, sono tornati i grandi investitori esteri, in questo primo momento si
tratta soprattutto di investitori speculativi, con l'obiettivo di fare shopping nel real estate a sconto, così come sta
avvenendo in Spagna e in Irlanda. Questi tre Paesi, a cui si aggiunge il Portogallo, sono considerati ancora
"distressed", e pertanto sono tornati nel mirino dei grandi capitali. Il bacino dei potenziali investitori si è esteso ai fondi
speculativi americani, come Blackstone, dai fondi sovrani mediorientali, e richiama anche investitori asiastici, sempre
più presenti come il gruppo coreano che nei giorni scorsi ha siglato per 70 milioni di euro l'acquisto di una
cartolarizzazione con sottostante immobiliare. «Sul fronte casa vediamo un leggero movimento - dice Paolo Buzzetti,
presidente Ance -. Sul fronte non residenziale ci sono più operazioni all'orizzonte, e registriamo una partecipazione
superiore rispetto all'anno scorso. C'è un ritorno dell'interesse degli investitori internazionali, che vengono in Italia con
una consapevolezza maggiore di prima». Tornando ai progetti in vetrina a Cannes, il primo dei tre eventi di
presentazione riguarda le residenze che l'impresa Mangiarotti sta realizzando a Milano. Si tratta di un edificio in via
Fara di 5 piani in classe A, a due passi dallo sviluppo di Porta Nuova. In via Parri, invece, saranno realizzati tre lotti
distinti. Tutti gli edifici sono di sei o sette piani per un totale di 509 appartamenti in edilizia convenzionata. La seconda
presentazione riguarda l’Expo Village, sette edifici residenziali nel quadrante ovest di Milano per complessivi 397
appartamenti. Gli edifici verranno utilizzati durante la manifestazione Expo per ospitare delegazioni e personale di
servizio e poi verranno riqualificati e destinati a Housing sociale. Per finire il Grand hotel Courmayeur Mont Blanc, che
sarà terminato a fine anno. L'hotel sarà dotato di 72 stanze, di cui 11 suite, e centro benessere. Il developer è Bnp
Paribas real estate. Altri progetti, ma non minori per importanza, vengono presentati in modo multimediale. (…)
Fonte: Il Sole 24 Ore, Paola Dezza
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Aziende: I leader del mercato dell’edilizia sostengono l’invito del Parlamento Europeo a modernizzare le normative
sugli appalti pubblici con la tecnologia BIM
17/01/2014 - I leader del mercato europeo dell’architettura, ingegneria e costruzioni hanno espresso il proprio
sostegno alla decisione della Commissione Europea di modernizzare le normative sugli appalti pubblici invitando gli
stati membri a considerare l’utilizzo di specifici strumenti informatici, come ad esempio il BIM (building information
modeling) per i contratti che riguardano i lavori pubblici o i concorsi di progettazione edilizia.
Il Building Information Modeling (BIM) permette ai team di progetto formati da architetti, ingegneri, proprietari e
società edili che realizzano edifici e infrastrutture, di utilizzare modelli in 3D digitali per collaborare e supportare i
progetti in tutto il loro ciclo di vita - dalla progettazione e documentazione alla costruzione e al supporto in cantiere. A
differenza dei disegni 2D tradizionali, i dati di un progetto realizzato utilizzando il BIM, sono più consistenti, coordinati
e più precisi, permettendo ai diversi stakeholder di essere costantemente aggiornati indipendentemente dal numero o
dalla tipologia di modifiche apportate al progetto. In questo modo i progetti relativi ad edifici e infrastrutture vengono
creati e completati più velocemente, sono più economici e sostenibili.
L’adozione della direttiva, denominata ufficialmente European Union Public Procurement Directive (EUPPD) comporta
che i 28 stati europei membri possono incoraggiare, specificare o imporre l’utilizzo del BIM per i progetti edili finanziati
con fondi pubblici nell’Unione Europea a partire dal 2016. Inghilterra, Paesi Bassi, Danimarca, Finlandia e Norvegia
richiedono già l’utilizzo del BIM per i progetti edili finanziati con fondi pubblici.
Salvaguardia dei costi per i contribuenti: Gli appalti pubblici svolgono un ruolo importante nella performance
economica generale della Comunità Europea, dove gli acquirenti pubblici spendono circa il 18% del PIL nelle forniture,
opere e servizi. Secondo uno studio del 2012 rilasciato della Commissione Europea, gli enti pubblici che hanno già
implementato soluzioni di e-procurement hanno ottenuto un risparmio tra il 5% e il 20% nelle loro spese di appalto.
La dimensione totale del mercato EU degli appalti è stimato in oltre 2 trilioni di euro, quindi ogni 5 punti percentuali
risparmiati si tradurrebbero in circa 100 miliardi di euro risparmiati all’anno – che equivale alla costruzione di oltre 150
ospedali di grandi dimensioni.
Il governo britannico stima di aver salvato 2 miliardi di euro sui grandi progetti di edilizia pubblica dal 2012 e che il
66% del portfolio del Major Project Authority inglese viene ora consegnato in tempo e nel budget, un miglioramento
sostanziale del 33% visto nel 2010. (Fonte: Construction News).
Spinta economica nel settore delle costruzioni: Il settore edile europeo genera quasi il 10% del PIL e 20 milioni di posti
di lavoro, soprattutto nelle micro e piccole imprese. L’edilizia è anche un grande consumatrice di prodotti intermedi,
come le materie prime, i prodotti chimici, le apparecchiature elettriche ed elettroniche, e i servizi connessi. A fronte
della sua importanza economica, l'andamento del settore edile può influenzare significativamente lo sviluppo
dell'economia europea in generale.
Impatto più elevato per la progettazione sostenibile: In aggiunta ai benefici economici osservati con l'introduzione
delle tecnologie per la costruzione, gli edifici esistenti contribuiscono a circa il 40% di gas serra e di consumo di
energia in proporzione simile. Affrontare il rendimento energetico degli edifici esistenti rientra anche nel campo di
applicazione del PPD.
Settore italiano delle costruzioni: Il settore italiano delle costruzioni fornisce 1,9 milioni di posti di lavori soprattutto
nella micro e nella piccola impresa (dati fonte Cedefop - European Centre for the Development of Vocational Training
Settore italiano degli appalti pubblici: La dimensione totale del mercato degli appalti italiano è stimato in oltre 250
miliardi di euro (dati basati su Eurostat ultimi indicatori in materia di appalti pubblici 2011).
Di seguito le dichiarazioni dei rappresentanti delle aziende e delle organizzazioni pubbliche e private relative al voto
espresso il 15 gennaio 2014 dalla Commissione Europea e alle sue implicazioni sui contribuenti, il settore pubblico e il
mercato AEC.
Roland Zelles, vice president of Europe, Middle East and Africa di Autodesk, leader nei software di progettazione 3D:
“Per la prima volta, l’Unione Europea sta chiedendo ai propri stati membri di considerare l’utilizzo della tecnologia per
modernizzare e migliorare i processi di appalto pubblici. Il sostegno espresso, rappresenta un importante passo avanti
per la Comunità Europea e gli stati membri. L’ampia adozione del BIM da parte del mercato AEC europeo non solo
ridurrebbe il costo dei progetti edilizi finanziati con fondi pubblici, ma rafforzerebbe notevolmente la competitività
globale del mercato europeo nell’aggiudicarsi contratti edilizi internazionali”.
Prof. Arch. Alberto Pavan, Politecnico di Milano, Responsabile Scientifico INNOVance – BAEC: “Rapportando al sistema
Italia una ricerca del NIST statunitense, nelle costruzioni si bruciano circa 500 milioni di euro ogni anno in extracosti
dovuti ad inefficienze nel flusso di informazioni. I 2/3 dei tempi di produzione di un’opera pubblica sono dedicati ad
aspetti burocratici e di progetto, solo 1/3 alla realizzazione, eppure, secondo l’Autorità LLPP, la Pubblica
Amministrazione è soccombente nel 99% degli arbitrati, con un costo per l’erario di circa 425 milioni di euro. Il BIM
&M, quale Building Information “Modelling” ma anzitutto “Management”, può essere oggi l’unica vera risposta,
efficiente ed efficace, per la committenza, gli investitori, i progettisti e le imprese (obbligatoriamente se impegnate sul
mercato estero). Contrariamente a quanto si può pensare, grazie alla Norma “UNI 11337:2009” e le sue specifiche
tecniche e, soprattutto, grazie al “Progetto INNOVance”, l’Italia potrà giocare un ruolo attivo verso questa vera
rivoluzione di processo. Rivoluzione culturale prima ancora che tecnologica.”
Prof. Arch. Angelo Ciribini, DICATAM, Università degli Studi di Brescia: “I vantaggi che il BIM potrebbe arrecare al
mercato domestico sono direttamente proporzionali alla possibilità che gli operatori dello stesso trovino un sistema
reciproco di convenienze impostato sulla Trasparenza anziché sulla Opacità. Ciò appare assai problematico e dipende
essenzialmente da quanto le inefficienze sistemiche possano essere ancora tollerate in un contesto di profondo
ridimensionamento e di grande riconfigurazione del mercato. Ciò detto, sul piano metodologico della gestione della
conoscenza occorre una capillare e paziente azione formativa e addestrativa basata sul Project Management, mentre
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sul piano strumentale è opportuno che si diffondano le infrastrutture di clouding, i Software as a Service, le dotazioni
di hardware adeguate. La Direttiva Comunitaria potrebbe avere un ruolo significativo in quei Paesi che vedono nel BIM
un fattore di Politica Industriale e che si sono dotati di una Strategia di medio termine per il Settore dell'Ambiente
Costruito. Essa essenzialmente accelererà lo sviluppo dell'Open BIM e contribuirà all'adozione estensiva di strumenti di
Model e di Code Checking. Per quanto le Committenze Pubbliche siano fondamentali come apripista e cavie da
laboratorio, la diffusione del BIM dipenderà essenzialmente da quanto Banche e Assicurazioni lo riterranno
statisticamente affidabile come elemento di mitigazione dei rischi di insuccesso.”
Ing. Carlo Alberto Bettini - Direttore Centrale Cmb dei Sistemi Informativi e di Gestione: “Con il BIM Cmb intende
migliorare i processi di costruzione e gestione di un’opera, incrementando la qualità della progettazione attraverso un
più efficace ed efficiente coordinamento interdisciplinare, riducendo gli errori, e valutando rapidamente soluzioni
alternative. Il BIM può migliorare la programmazione e la gestione del cantiere, anche attraverso una più fluida
comunicazione con la Direzione Lavori e con i Fornitori. Occorre prepararsi per un futuro dove l’utilizzo del BIM sarà un
requisito primario.”
Arch. Vittorio CAFFI, Dipartimento di architettura, ingegneria delle costruzioni, e ambiente costruito (ABC) del
Politecnico di Milano: “Le moderne tecnologie BIM sono un’occasione concreta per rimuovere le inefficienze tipiche del
settore edilizio, e sono una risorsa per l’innovazione del processo di produzione e gestione del costruito. Gli strumenti
BIM, oggi giunti a un grado di maturità tale da consentire un controllo efficace dell’informazione dalla fase di
concezione fino a quella di esercizio di un’opera, permettono economie di settore di rilievo. Per questo motivo, da
parte dei governi dei principali paesi industrializzati, vi è una crescente attenzione verso l’adozione del BIM per le
procedure di appalto pubblico: le esperienze internazionali mostrano che i processi produttivi basati su BIM sono in
generale più efficienti, forniscono un prodotto finale di alta qualità e garantiscono un controllo migliore dei costi.”
Fonte: sito internet edilportale
Aziende: Gazzotti e il caso Italab, in rete è più facile arredare
3/03/2014. Difendere e promuovere il made in Italy all'estero, nel settore dell'arredamento di lusso e del design. Per
Albo Francesconi - imprenditore e investitore - è anche una mission: come presidente del gruppo finanziario In Prendo
ha acquisito l'80% dell'azienda emiliana Gazzotti (parquet alto di gamma) per 10,5 milioni di euro. «Il mio desiderio è
di rilanciare la Gazzotti e di internazionalizzarla” commenta Francesconi. Poi, come top manager guida due realtà
produttive nell'arredo bagno di lusso: Galassia (azienda di famiglia) e Moab (azienda acquisita). Ma il progetto che gli
sta molto a cuore è un altro. Si chiama ltalab ed è una sua creatura. Itab è una rete d'imprese (sempre di
arredamento), costituita e pensata in chiave export. Le aziende che vogliono far parte della rete, uniscono le forze per
raggiungere un risultato: presentarsi meglio sui mercati esteri, con maggior potere di contrattazione con i distributori.
«Abbiamo competitor esteri molto forti: per esempio l'azienda italiana più importante nell'arredo bagno fattura un
terzo di una tedesca di pari livello – precisa Francesconi -. Soltanto se ci uniamo, riusciamo a fare massa critica e
avere più chance di negoziazione con i partner commerciali. Abbiamo prodotti apprezzati in tutto il mondo, ma i nostri
fatturati possono far sorridere i distributori che spesso sono più grandi di noi, di quattro o cinque volte. Insieme,
invece, possiamo creare un network di agenti con un ricco portafoglio e mostrarci in
modo diverso. Non dimentichiamo che una Pmi che vuole spingersi su altri mercati, da sola fa fatica a portare avanti il
processo d'internazionalizzazione, oppure non ha le risorse economiche per tale sforzo, mentre nella logica della rete,
può pensare all'espansione senza troppi oneri e rischi». La rete Italab è stata messa in piede a luglio. Al momento, vi
hanno aderito 4 società (altre 4 se ne aggiungeranno entro l'anno) e tutte concentrate nel Lazio.
Fonte: Corriere Economia, PAOLA CARUSO
Aziende: Italcementi, niente rischi dal recupero delle ceneri
4/03/2014. La Italcementi, azienda specializzata in produzione di cementi con stabilimento al confine fra Novi e
Pozzolo (Liguria), ha presentato alla Provincia un progetto che prevede il recupero delle ceneri. Dalla Italcementi fanno
sapere che il riutilizzo controllato delle ceneri volanti è una pratica che avviene in tutta sicurezza e con importanti
vantaggi per l'ambiente, in quanto evita il conferimento in discarica di materiali con utili proprietà di leganti idraulici.
Questo tipo di recupero impiegato per la produzione di cemento è «una pratica - sottolineano all'ltalcementi autorizzata e largamente utilizzata in Europa e nel mondo. Ed è considerata ovunque un'azione virtuosa dal punto di
vista ambientale, visto che evita il conferimento delle ceneri in discarica, senza rischi per la salute». Italcementi ha
presentato richiesta di poter utilizzare le ceneri volanti nel proprio impianto di Novi Ligure, un centro di macinazione
per la produzione di cemento che avviene attraverso l'utilizzo di clinker e altri componenti quali gesso, loppa e calcare.
La richiesta autorizzativa è stata presentata alla Provincia. L'azienda ha prodotto le certificazioni che comprovano
l'assoluta non pericolosità delle ceneri e la loro corrispondenza alle normative di settore. Tutti i dati verranno
esaminati, questa sera, alle 21, a Palazzo Pallavicini durante la commissione consiliare congiunta
Lavori Pubblici e Ambiente.
Fonte: Il Secolo XIX
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Estero: Uk, in arrivo il primo standard per le smart city
28/02/2014. Il Dipartimento dell'Innovazione in collaborazione con il British Standard Institute sta elaborando un
modello condiviso e applicabile sul territorio britannico per progettare città smart
Parlare di smartness significa, in un'ottica urbana, mettere al primo posto innovazione tecnologica ed
interconnessione. Ma per far “dialogare” efficacemente sistemi e servizi è necessario che questi “parlino la stessa
lingua”, ovvero che vengano progettati e realizzati secondo un modello uniforme e condiviso. I primi passi in questo
senso li sta muovendo il Regno Unito, che ha dichiarato di star lavorando alla realizzazione di uno standard per le
smart city che possa essere applicato a livello nazionale.
PAS 180 e PAS 181
L'impegno, portato avanti dal Dipartimento per l'Innovazione (BIS - Business, Innovation & Skills) in collaborazione
con il British Standards Institute (BSI), è quello di redigere una sorta di vademecum che possa essere adottato nei vari
ambiti progettuali, primo fra tutti quello delle infrastrutture strategiche digitali del paese. La Guida rientrerà nelle
pubblicazioni PAS (Publicly Available Specification), programma di specifiche generali che definiscono i requisiti da
verificare nell'analisi degli standard. In questo momento il team è impegnato, anche grazie al supporto di diversi
partner governativi ( fra cui: Cambridge University e l'Università di Westminster, il Birmingham City Council, BRE,
Fujitsu, Future Cities Catapult, IBM, Leeds City Council, il Royal Borough of Greenwich e il Technology Strategy Board)
nello sviluppo del PAS 180, ma molto probabilmente sarà il documento successivo, già in previsione, il PAS 181, quello
che segnerà effettivamente la nascita di un modello strategico condivisibile per la progettazione di smart city
all'interno del territorio britannico.
Le smart city di tutto il mondo - ha dichiarato Scott Steedman, direttore divisione Standards di BSI - hanno bisogno
di standard chiari ed efficaci. Il lavoro del dipartimento è tutto rivolto alla determinazione delle linee guida per la
nascita delle smart city, dal loro concepimento alle infrastrutture tecnologiche e le norme di settore. Vogliamo essere i
primi al mondo a lanciare degli standard per smart city, non solo per dare il via alla trasformazione dei nostri centri
urbani, ma per favorire anche le nostre aziende nella competizione globale
Fonte: sito internet casa e clima