I racconti popolari

La cultura contadina nel
Triangolo Lariano
rivissuta attraverso i racconti
Lavoro realizzato da:Gilardoni Marco,Tettamanti Luca,
Siena Lorenzo,Cozzani Ludovico.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
L'aereo assassino
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Tra il 1943 e il '44 un aereo inglese era solito sorvolare periodicamente il lago di
Como, mitragliando con la sua 20mm. La sua base non poteva essere molto
lontana, era sempre lo stesso e nei suoi raid fece più di una vittima.
Presso Varenna uccise un padre con suo figlio. Ognuno di loro guidava un carro
carico di fascine: l'aereo, apparso all'improvviso dal cielo, li mitragliò prima che
si potessero mettersi al riparo.
Durante un altro raid, prese di mira anche un piccolo battello che faceva servizio
di trasporto persone in centro lago. Partito dal pontile di Menaggio, il battellino fu
mitragliato mentre si stava dirigendo a Bellagio: le vittime furono tre o quattro,
tra cui una giovane maestra di Pescallo.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Un giorno d'estate del '44 comparve anche qui da noi: proveniente da Limonta,
scese in picchiata tra S.Vito e la località detta “Il Pino” per colpire un auto Balilla
che saliva da Regatola.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Mio padre si trovava nel prato sottostante la strada e stava rastrellando il
prato, quando sentì il rumore dell'aereo in avvicinamento. Vide salire da
Regatola il taxista Mauri, detto barachin, con la sua Balilla; quando l'auto si trovò
quasi all'incrocio, mio padre, gesticolando fece capire all'autista che l'aereo killer
era nei paraggi. Barachin allora portò rapidamente l'auto alla curva dell'incrocio
e corse a piedi verso il ristorante Bellavista. Mentre correva, partirono i colpi
della 20mm dell'aereo. Mio padre si riparò contro il muro di sostegno della
strada: ricordo che mi disse che le pallottole, cadendo nel prato, alzavano la
terra come le talpe. In un palo della recinzione del parato soprastante la strada
si vede tuttora il foro di un proiettile, che ne trapassò il metallo. I nastri delle
cariche dei proiettili caddero, invece, sopra S.Vito.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Proprio mentre l'aereo stava mitragliando la Balilla di barachin, sopraggiunse un
signore di Magreglio, detto Puliròo, a bordo del suo carro carico di mele,
proveniente da Regatola.
I due cavalli, attaccati in fila indiana al carro, si spaventarono a tal punto all'udire
i colpi che si girarono, tornando indietro di corsa; al tornante, affrontato troppo
velocemente, il carro però si ribaltò e le mele rotolarono giu per la strada
sterrata, seguendo l'avvallamento predisposto per lo scolo dell'acqua. Le donne
di Regatola, alla vista di quel ben di dio che rotolava per strada, corsero fuori
dalle case, incuranti dell'aereo, per raccogliere cio che la provvidenza mandava
a loro.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
L'aereo assassino, dopo aver fatto la picchiata e mitragliato fortunatamente
stavolta senza vittime, si rialzo verso S.Giovanni e riprese quota andando in
direzione del monte Crocione.
Io mi trovavo in montagna nei pressi del ristorante la Busciona e stavo
scendendo lungo la strada con il carro carico di legna, trainato da un asino. Con
me vi erano altri quattro trasportatori, ognuno con il suo carro carico di legna:
stavamo tutti andando in piazza a Breno dove c'era la pesa pubblica. Da quella
zona abbiamo assistito all'evoluzione dell'aereo, preoccupati dal fatto che, coi
carri, saremmo stati un facile bersaglio se l'aereo si fosse diretto verso di noi.
Giunti a Breno, dopo aver pesato i nostri carichi, il nostro piccolo convoglio si
divise: due andarono a Visgnola, uno a Suira, mentre io e il mio amico Giulio,
detto Marmin, dovevamo proseguire per la Cà Negra, vicino al palazzo
scolastico, per consegnare la legna.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Giunti dinanzi a Villa Giulia, un camion a rimorchio mi tamponò, facendo cadere
alcune fascine. Nel frattempo si sentì in lontananza il ben conosciuto rumore
dell'aereo, che ne preannunciava il ritporno. In fretta, io e Giulio ripartimmo
allora coi nostri carri.
Imboccata la strada che porta alle scuole comunali, vedemmo l'aereo che stava
di nuovo sorvolando Bellagio. A quel tempo, la strada che saliva verso le scuole
era una stradina stretta, fiancheggiata da muri: attorno, e su fino Aureggio, vi
erano solo campi e filari di viti.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Sentendo l'aereo avvicinarsi, presi dalla paura di essere mitragliati, staccammo
gli asini dai carri e, aperto un portone che dava in un podere di fronte all'attuale
Albergo Fioroni, ci rifugiammo tra i filari d'uva. Era tempo di vendemmia e
quando l'aereo ci sorvolò, noi ce ne stavamo ormai tra le fronde mangiando
quell'uva matura, mentre i nostri due asini brucavano addiritura i grappoli
direttamente dei filari! Così la paura finì in una festa.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
L'albero della cuccagna
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Nel 1953, in occasione della festa di S.Giovanni, si pensò di allestire in piazza
un albero della cuccagna; l'idea fu di Don Enrico, il vicario di Don Giulio Botta.
Il tronco utilizzato era di notevoli dimensioni: cinque persone, una sopra l'altra,
giungevano solo a metà della sua altezza. Lo issarono dinanzi all'oratorio e, per
dargli un buon appoggio, scavarono una buca profonda: così facendo, vennero
però alla luce delle ossa umane dell'antico cimitero.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Sulla cima dell'albero fu collocata una ruota di bicicletta fissata orizzontalmente
e ad essa furono appesi salami, salsicce, fischi di vino, un prosciutto ed altre
delizie; alla base del palo fu, invece, collocato un cesto contenente tutto il
necessario per preparare una cena ad un numeroso gruppo di convitati: tutto ciò
costituiva il premio per chi fosse riuscito per primo a raggiungere la cima.Alla
scalata dell'albero della cuccagna si poteva partecipare singolarmente oppure in
squadre, ma alla gara potevano prendere parte solo non più di cinque
componenti di ciascuna squadra alla volta.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Io ed i miei amici coetanei di S.Giovanni formammo una squadra chiamata “ I
Ragazzi dell'Oratorio” perchè frequentavamo l'oratorio parrocchiale che, a quel
tempo, aveva sede al Palazzone di Guggiate, nei locali al pian terreno.
Avevamo undici-dodici anni e tutto quel ben di Dio appeso all'albero della
cuccagna ci ingolosiva parecchio.
Per rendere più difficile la scalata, il tronco era stato lisciato e cosparso di
grasso: questo creava le maggiori difficoltà, ma era comunque permesso aiutarsi
nella salita utilizzando della segatura per rendere meno viscoso il tronco.
Oltre alla nostra, si erano iscritte due squadre di “cuntrabandée de Lescen”
composte da giovani di 18-20 anni: erano tutti ragazzi agili, perchè abituati ad
andare per montagne con la bricolla; poi c'era una squadra di ragazzi di
S.Giovanni, anche loro diciottenni; infine si era iscitto pure Nino Bareton,
presentandosi come singolo partecipante.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Il primo tentativo lo fece proprio lui,Bareton: indossava una casacca di sacco,
ma il grasso era tanto e scivolò subito fino alla base del palo.
Dopo toccò ai ragazzi di S.Giovanni: si misero uno sopra l'altro, ma poi, non
trovando alcun appiglio, anche loro alla fine scivolarono.
Fu poi il turno della prima squadra dei cuntrabandée: anche loro salirono uno
sopra l'altro e riuscirono perfino ad avanzare verso la cima più dei ragazzi di
S.Giovanni che li avevano preceduti ma poi, nell'ultimo tratto, dovettero cedere
anch'essi a causa dell'abbondante grasso ancora presente sul palo.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
A questo punto toccò a noi: sotto mettemmo Baleti, poi Togn e Tato, dopo io e
sopra di me Dedo, perchè era il più minuto del gruppo. Da sotto spingevo Dedo
che procedeva arrampicandosi. Nell'ultimo tratto il palo presentava una crepa e
per me questo fu un notevole aiuto: un appiglio sulla superficie liscia! Ma poi
nell'ultimo tratto della scalata, laddove nessuno era ancora arrivato, il grasso era
troppo abbondante, gli altri sotto di noi cedettero e scivolammo giù pure io e
Dedo.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Dopo di noi toccò alla seconda squadra dei cuntrabandée di Lezzeno che, per
poco, non arrivò in cima al palo.
Si ricominciò dunque da capo con Bareton.
Al secondo giro, sul palo non c'era quasi più grasso e fu semplice per tutti
avanzare, ma né Nino Bareton né la squadra di S.Giovanni e né la prima
squadra di Lezzeno riuscirono a raggiungere la cima del palo: ormai mancava
comunque veramente poco.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
A quel punto toccò nuovamente a noi. Lì accanto, i ragazzi di Lezzeno si
stavano già preparando per darci il cambio, sicuri che non saremmo riusciti ad
arrivare in vetta nemmeno questa volta, in quanto eravamo i più piccoli e per
questo ci deridevano. Questa volta scambiammo un componente della nostra
squadra con un ragazzo più grande: Baruschi al posto di Baleti e mettemmo lui
alla base. Così, con una base più solida e niente più grasso lungo il tratto
iniziale del palo,riuscimmo in breve ad avvicinarci alla cima. Il grasso ancora
presente nei pressi della sommità del palo, ci mise comunque nuovamente in
difficoltà, anche se Dedo, sopra di me, continuava a spargere della segatura sul
grasso pescandola da un sacchetto che aveva con se.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Ad un certo punto, arrivato nei pressi della crepa nel tronco già individuato nel
nostro primo tentativo, la sfruttai per attaccarmi saldamente al palo. Sotto di me
sentivo che gli altri stavano ormai cedendo e decisi allora di agire subito: con un
notevole sforzo, mi slanciai quindi verso l'alto dando così la spinta decisiva a
Dedo che riuscì in tal modo ad avanzare quel tanto che ancora serviva per
raggiungere, finalmente, i premi appesi sulla sommità del palo. Ce l'avevamo
fatta!
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Ad un certo punto, arrivato nei pressi della crepa nel tronco già individuato nel
nostro primo tentativo, la sfruttai per attaccarmi saldamente al palo. Sotto di me
sentivo che gli altri stavano ormai cedendo e decisi allora di agire subito: con un
notevole sforzo, mi slanciai quindi verso l'alto dando così la spinta decisiva a
Dedo che riuscì in tal modo ad avanzare quel tanto che ancora serviva per
raggiungere, finalmente, i premi appesi sulla sommità del palo. Ce l'avevamo
fatta!
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Festeggiammo la vittoria con un sontuoso pranzo, a cui parteciparono anche
Don Giulio e Don Enrico, preparato con le cibarie vinte e cucinato dalla signora
Antonietta, mamma del Dedo. Il nostro amico abitava a S.Giovanni, in via Loreti,
nella portineria della Villa Galimberti: i suoi familiari erano, infatti, i custodi di
questa villa. Sua madre allestì la tavolata al pian terreno della portineria, in un
ampio salone dal pavimento di graniglia rossa, lucida a specchio, arredato con
mobili antichi, tra i quali spiccava un grande tavolo circondato da sedie in stile
savonarola.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Il monte San Primo e
la leggenda dei sette fratelli
eremiti
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
“Tanti e tanti anni fa, in un imprecisato paese del nostro lago, sette fratelli devoti
a Dio decisero di dedicare la loro vita alla preghiera e alla solitudine e, per
questo motivo, ciascuno di loro si ritirò in un proprio eremo, tutti ricavati in luoghi
solitari, lontano dalla vita comunitaria.
La leggenda ricorda i nomi di questi sette fratelli ed il luogo del loro eremitaggio:
San Sfirio, il maggiore dei fratelli, si ritirò sulla vetta del monte Legnoncino.
San Defendente scelse il monte Cavedino, nel territorio tra Perledo ed Esino.
San Primo andò sulla vetta più alta di Bellagio, che ora porta il suo nome.
Sant'Amate preferì invece la sella tra il monte Bregagno e la Grona.
San Lucio andò sulle montagne della Val Cavargna.
San Jorio si rifugiò presso l'omonimo passo al confine con la Svizzera.
Sant'Eufemia, l'unica sorella, preferì invece non rifugiarsi ad altitudini elevate e
si ritirò sul ceppo di Musso.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Questi luoghi, benchè distanti tra loro, erano dislocati in modo da formare una
catena visiva. Ogni eremita alla sera, accendendo un fuoco presso il proprio
eremo, era visto e vedeva lui stesso almeno altri due fratelli; con questo sistema
di collegamento, ogni sera si salutavano l'un l'altro e si accertavano che tutti i
fratelli eremiti godessero di buona salute”
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Questa leggenda ha una sua base storica, e cioè l'utilizzo di fuochi come
sistema di segnalazione, tra postazioni strategiche visivamente collegate tra di
loro.
Fin dai tempi dell'Impero Romano, l'utilizzo di questo sistema di segnalazione
permetteva, in poco tempo, la trasmissione di informazioni dai passi della Rezia
lungo il lago fino alla pianura e viceversa. La visione notturna di questi fuochi,
condita con un poco di religiosità e tanta fantasia, diede origini a questa
leggenda che si narrava la sera ai bambini prima di metterli a letto.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Esistono diverse varianti di questo racconto, che differiscono l'un dall'altra al
variare del paese dove viene narrato. Ad esempio, Pietro Pensa nel suo libro
“Noi gente del Lario” cita la versione valsassinese, in cui la sorella eremita è
considerata S.Margherita anziché S.Eufemia e si narra che si ritirò presso
Casargo, località visibile da gran parte della Valsassina; similmente, in Val
Varrone si tramanda un altra versione della leggenda che considera stavolta
San Ulderio come uno dei sette fratelli eremiti e si racconta che scelse la sua
dimora sul monte Croce di Muggio poiché questa zona è ben visibile dagli
abitanti di Pagnona, mentre è sconosciuto a chi abita in centro lago.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Tra i fratelli eremiti è citato anche S.Primo il quale, dice questa leggenda, si ritirò
sulla montagna di Bellagio che da lui prese poi il nome.
Storicamente sappiamo che su quella vetta sorgeva un tempo una chiesetta
dedicata ai Santi Primo e Feliciano: fratelli che vennero martirizzati a Roma nel
3° secolo, all'epoca dell'imperatore Diocleziano. Si narra che, dopo molte
torture, vennero gettati in pasto alle belve nell'arena, le quali però
sorprendentemente non li sbranarono, ma vi si avvicinarono mansuete,
costringendo quindi i loro carnefici ad ucciderli per decapitazione.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Per il fatto di essere stati risparmiati dalle belve feroci, Primo e Feliciano
vengono considerati i santi protettori dagli attacchi delle fiere. La chiesetta,
edificata sulla vetta della montagna più alta del Triangolo Lariano, aveva proprio
lo scopo di invocare la protezione di questi santi in una zona notoriamente
infestata da lupi e orsi: l'ultimo orso venne avvistato nel 1886 mentre branchi di
lupi, che per fame si spinsero ai confini dei centri abitati, sono registrati nelle
cronache di fine settecento. La dedicazione dei questa chiesetta diede poi il
nome di S.Primo all'intera montagna, il cui originario appellativo è andato
perduto.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
La più antica documentazione a noi pervenuta a riguardo di questa chiesetta è
un atto di compra vendita risalente al 1399 in cui, tra i proprietari di alcuni
appezzamenti di terra nel territorio di Bellagio, è citata anche la chiesetta
dedicata a S.Primo.
Nel libro “Memorie storiche della Valassina” , scritto nel 1795 dal sacerdote
Carlo Mazza, sono riportate prove documentarie che, in periodi antecedenti al
sedicesimo secolo gli abitanti di alcuni paesi della Pieve di Asso vi si recavano
processionalmente il 9 giugno, giorno di S.Primo. Questa consuetudine venne
però interrotta a causa di disordini scoppiati tra gli abitanti di Sormano e quelli di
Rezzago, confluiti in processione alla chiesetta durante un violento nubifragio;
ecco, in proposito, quanto scrive il Mazza nel suo libro:
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
“Caglio, Rezzago e Sormano per un voto fatto da tempo immemorabile si
portavano processionalmente, ogni anno, alla già detta montuosa Chiesetta di
S.Primo, per cantarvi la Messa nella Festa de' Santi Primo e Feliciano, ove
solevano accorrere altri popoli. Trovatesi colà radunate le tre processioni, delle
suddette nostre terre, in tempo che cadde una dirotta pioggia, nacquero vari
disordini cagionati dal voler tutte ricoverarsi in quella chiesetta troppo piccola per
contenerle, e dall'insolvenza della gioventù di Sormano che respinse a forza e
discacciò quei di Rezzago, come si legge in una visita del 1603. In vista di ciò,
prima il parroco di Rezzago e in appreso anche quelli delle altre terre,
supplicarono per essere dispensati dal voto, il quale fu commutato nello sborso
di un soldo all'anno, per ogni fuocolare delle loro rispettive chiese”
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Il Mazza cita anche un documento del 1596, attestante la devozione a S. Primo
da parte degli abitanti di Valbrona:
“Valbrona essendosi le tre terre di quella parrocchia obbligate per voto,
anticamente, di fare ogni announa processione a S. Primo (ossia alla cappella di
quel Santo, posta sopra il monte altissimo di tale nome) alla quale doveva
intervenire uno persona per ogni focolare, si ottenne in seguito di cambiare il
voto in un obbligo – che si assunse ogni focolare – di pagare annualmente alla
sua chiesa soldi n°1 e dinari 6”. Si ricava tutto ciò da una visita del 1596.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
E' da notare che questa chiesetta si trova non solo sulla vetta della montagna
più alta del Triangolo Lariano ma, anticamente, anche alla confluenza di tre
pievi: Bellagio, Nesso e Pieve d'Isola (perché Lezzeno era parte della Pieve
d'Isola), inoltre il territorio della Pieve di Asso era relativamente poco lontano;
questo ne faceva meta di pellegrinaggi da ben quattro pievi!
Il sacerdote Pietro Antonio Tacchi, arciprete di Nesso dal 1654 al 1690, afferma
nei suo scritti che nella chiesa di S. Primo si celebrò fino al 1660 circa e che in
seguito, malgrado il permesso vescovile, “non si ha potuto far li dovuti
apparecchi per celebrarvi, stante la calamità dei tempi presenti”.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Alla fine dell'Ottocento, di questa chiesa restavano solo pochi sassi perimetrali.
L'allora arciprete di Nesso pensò pertanto di ricostruirla, aggiungendovi anche
un rifugio alpino: l'idea venne accolta con entusiasmo dalla popolazione delle tre
pievi di Nesso, Bellagio e d'Isola e nel autunno del 1900 iniziarono i lavori.
Durante gli scavi vennero alla luce le fondamenta dell'antico edificio, che aveva
l'abside volto ad oriente come si usava anticamente. Furono ritrovati anche
calcinacci con tracce di affreschi ed un monolite con incisa una croce, che
venne riutilizzato come architrave per la porta del rifugio. I lavori terminarono
nell'estate del 1901 ed il 2 settembre la chiesa venne inaugurata “ Per salutare il
nuovo secolo”, come dissero i promotori dell'opera, dedicandola a Gesù Cristo
Salvatore ed a San Primo Martire.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Questo nuovo edificio ebbe però vita breve: sappiamo, infatti, che negli anni '20
era ancora in piedi ma, già negli anni '40, della chiesetta restava solo un cumulo
di macerie. Attualmente, sulla vetta del S. Primo si scorge solo una debole
traccia dei sassi perimetrali.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Il contrabbando: la
testimonianza del Lüisin
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Nell'ascoltare i racconti dei nostri nonni, è impossibile non imbattersi in storie
che parlano di contrabbando: alcuni narrano esperienze personali, altri riportano
fatti appresi conversando con altri; nei paesi lariani, tutte le persone che hanno
vissuto gli anni '50, '60, '70 e, ancora meglio, coloro che hanno vissuto anche la
guerra e l'anteguerra, sanno cos'è una “bricolla” ed hanno sicuramente più di
una storia da raccontare in merito. Ad ogni modo, eccovi una breve introduzione
al contrabbando, giusto per dare un quadro sintetico della materia a chi non è
molto ferrato in proposito.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
La parola contrabbando è composta da contra e bando e significa quindi contro
la legge: con questo termine si indica, infatti, il passare la frontiera
clandestinamente con delle merci senza pagare i dazi, cioè le tasse che lo Stato
applica sulla merce importata. Si viola quindi la legge eludendo il pagamento
delle imposte doganali.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Alla fine del tredicesimo secolo, con il controllo del lago da parte dei Visconti,
signori di Milano, venne istituita a Bellagio la figura del “ Capitano del Lario”, un
ufficiale con compiti di dogana e di polizia su tutto il territorio del Lario. Per
assolvere a questo incarico disponeva di due imbarcazioni chiamate
“Correbiesse”, ciascuna dotata di venti remi e della capacità di circa sessanta
soldati, con le quali pattugliava il lago a caccia di pirati e contrabbandieri: da
questa documentazione se ne deduce che il contrabbando era già a quell'epoca
largamente praticato!
In tempi più recenti sappiamo che, durante il Risorgimento, dal confine ItaloSvizzero passavano non solo merci ma anche idee, sotto forma di giornali ed
altre pubblicazioni patriottiche proibite che, stampate in Svizzera, erano poi
portate clandestinamente nel Regno Lombardo-Veneto.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Il contrabbando di merci si intensificò durante il Regno d'Italia, con l'istituzione
dei Monopoli di Stato: dalla Svizzera si importavano clandestinamente in Italia
soprattutto tabacchi, caffè, cioccolata ed anche orologi, mentre dall'Italia in
Svizzera si esportavano generi alimentari quali riso, farina e salumi, soprattutto
durante la seconda guerra mondiale quando nel paese elvetico vi erano difficoltà
a reperire generi alimentari.
Sono molti gli anziani che hanno esperienze da narrare in merito. E' questo un
argomento che meriterebbe una ben più ampia trattazione ma, in questa sede,
mi limito a riportare la testimonianza, comunque molto significativa, di una
persona che era un vero esperto in materia: el Lüisin de Crela.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Sala Luigi, classe 1915, meglio conosciuto come “el Lüisin de Crela”, deve il suo
soprannome alla località Crella, presso S. Giovanni di Bellagio, dove sorge
l'omonima villa con ampio parco in cui da generazioni la famiglia del Lüisin
viveva, incaricata della sua custodia.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Dotato di intelligenza e di astuzia non comuni, divenne famoso durante la
seconda guerra mondiale grazie alla sua abilità di meccanico elettricista, al
seguito dell'esercito italiano, nella tragica campagna di Russia: sapeva riparare
e far funzionare i mezzi militari persino nella disastrosa ritirata, disponendo solo
di pochi attrezzi e della sua abilità. Terminata la guerra ricevette numerose
proposte di lavoro, anche da importanti case automobilistiche, che però rifiutò
preferendo restare al suo paese, nella sua Crella.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Applicò la sua genialità nelle attività tecniche e meccaniche più disparate: a tutto
trovava soluzione. Ci si rivolgeva a lui per riparare dai semplici elettrodomestici
ai più complessi impianti elettrici, idraulici e meccanici. Sempre cordiale, brillante
nella conversazione, con l'immancabile sigaretta appoggiata tra le labbra, con
sapienza e disinvoltura passava dalla messa a punto di una pregiata moto
d'epoca alla riparazione del ferro da stiro della vicina di casa e...
all'accomodamento o modifica di auto, spesso sistemandovi un doppiofondo,
che venivano poi usate per il trasporto di sigarette o caffè di contrabbando!
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
El Lüisin non si impegnava nel contrabbando solamente come meccanico, ma
spesso partecipava di persona al trasporto dei sacch. Nelle nostre zone questa
attività era un “secondo lavoro” : rischioso, permetteva un buon guadagno, ma
per praticarlo necessitava di doti quali l'astuzia, intelligenza e la prontezza di
riflessi, tutte caratteristiche di cui il Lüisin non era certo carente.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Circa un anno prima della sua scomparsa lo intervistai chiedendogli di
spiegarmi, a modo suo e secondo la sua esperienza, come “funzionava” il
contrabbando:
“Non era una cosa improvvisata al momento,” mi precisò innanzitutto, ”tutto era
organizzato nei minimi particolari per eludere la sorveglianza e per incanalare la
merce nel mercato nero.
C'era el padron (il padrone), che organizzava tutto il percorso della merce, dalla
partenza in Svizzera allo smercio in Italia, servendosi dei capp (i capi), che si
occupavano delle varie fasi, assoldando gli uomini giusti e dando loro le
direttive. Il trasporto della merce da contrabbandare era come a staffetta: un
gruppo attraversava la frontiera, poi dopo un certo tratto le bricolle passavano
ad un altro gruppo, e così via: potevano esserci vari passaggi, a seconda della
destinazione della merce.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Circa un anno prima della sua scomparsa lo intervistai chiedendogli di
spiegarmi, a modo suo e secondo la sua esperienza, come “funzionava” il
contrabbando:
“Non era una cosa improvvisata al momento,” mi precisò innanzitutto, ”tutto era
organizzato nei minimi particolari per eludere la sorveglianza e per incanalare la
merce nel mercato nero.
C'era el padron (il padrone), che organizzava tutto il percorso della merce, dalla
partenza in Svizzera allo smercio in Italia, servendosi dei capp (i capi), che si
occupavano delle varie fasi, assoldando gli uomini giusti e dando loro le
direttive. Il trasporto della merce da contrabbandare era come a staffetta: un
gruppo attraversava la frontiera, poi dopo un certo tratto le bricolle passavano
ad un altro gruppo, e così via: potevano esserci vari passaggi, a seconda della
destinazione della merce.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
El sacch, ossia la “bricolla”, era uno zaino fatto di tela di juta, tutto cucito e
sigillato, con la merce stipata all'interno; anche gli spallacci solitamente erano
della stessa tela. Erano ben fatti, ideati in modo da rimanere in alto lungo la
schiena, dando in tal modo poco ingombro e quindi più libertà di movimento
malgrado il loro notevole peso: trenta, quaranta chilogrammi, certe volte anche
di più.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Le spedizioni venivano fatte in gruppo, oltrepassando il confine a piedi, in fila,
seguendo il più esperto. Come calzature si usavano i pedù e cioè delle scarpe
fatte con della semplice tela juta cucita. Gli “spalloni” si cucivano queste scarpe
ai piedi al momento, prima di partire dalla Svizzera con la bricolla in spalla.
Questi pedù avevano il pregio di non fare rumore camminando: essere silenziosi
era una delle prime necessità di un contrabbandiere. In tasca tenevano sempre
un fulcin per ogni evenienza, anche per tagliare gli spallacci della bricolla e
fuggire abbandonando il carico se proprio non potevano farne a meno;
l'abbandono della bricolla era comunque una soluzione estrema: anche se
scoperti, le tentavano tutte per salvare pelle e carico.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Quelli con cui io avevo a che fare scendevano dalla Val d'Intelvi ed anche dalla
Val Perlana, coi sacchi in spalla. Il sentiero lo sceglievano al momento, a
seconda di dove si ritenevano più al sicuro dai controlli dei finanzieri. Al lago
arrivavano ad Argegno, Colonno, Campo o Lenno. Come ho detto prima, i
contrabbandieri lavoravano in squadre per darsi il cambio e velocizzare il
trasporto: le bricolle giunte a destinazione potevano aver fatto molti cambi dalla
partenza.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Io mi occupavo del tragitto sul lago, trasportando le bricolle con la barca: non ho
invece mai fatto il tragitto della montagna. Da Bellagio, io ed altri uomini
partivamo con delle barche a remi in direzione dell'altra sponda dove, lungo la
riva, in punti pattuiti tra Argegno e la Tremezzina, raccoglievamo le bricolle.
Ovviamente tutta l'operazione di recupero si svolgeva di notte e dovevamo
anche remare cercando di non far rumore. In seguito venne anche l'era dei
motoscafi.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Passava el capp e ci ingaggiava dicendo: ”Dumann gh'è un giir, te ghe set?” e,
se si era disponibili, si accettava. I capi maneggiavano i soldi e si occupavano
dei cambi, pagando i contrabbandieri solo a consegna effettuata.
Sceglievano gente fidata, non i ladri, perchè un vero contrabbandiere aveva una
sua etica, era un uomo di parola. Qui a S. Giovanni c'era gente di fiducia e
c'erano anche ladri, come del resto anche negli altri paesi e, se si dava in mano
una bricolla ad un disonesto, questi la faceva sparire. Ma i capp sapevano a chi
rivolgersi per i cambi, evitando i ladri: bisognava starci attenti, anche durante i
carichi e scarichi.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Chi portava la bricolla erano solo uomini, con l'unica eccezione di alcune donne
di Lezzeno: le ho viste personalmente caricarsi in spalla i sacch e lavorare come
uomini.
Dopo avere preso a bordo i sacch si andava a scaricarli dove indicatoci dai capp
e - comunque, a nostra valutazione – dove in quel momento, era più sicuro
andare per portare a termine l'operazione. Solitamente scaricavamo le bricolle
dalle barche nella zona delle Ville presso S. Giovanni oppure alle Grosgalle, tra
Bellagio e Lezzeno. Si andava però a scaricare anche a Colico, se necessario,
oppure a Mandello, Valmadrera, Parè, spesso a Malgrate. In questi luoghi vi
erano delle basi di riferimento: solitamente si trattava di osterie.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
C'era merce che entrava e che usciva dalla Svizzera. Durante la seconda guerra
mondiale si portavano in Svizzera sacchi di riso e farina, provenienti dal mercato
nero, che andavamo a prendere a Varenna dove giungevano via treno; in quegli
anni, difficili per tutti, spesso erano richiesti dagli svizzeri anche altri generi
alimentari quali i salumi.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
In tèemp de guèra tante persone espatriarono clandestinamente, valicando di
notte le montagne di confine: soprattutto ebrei e ricercati per motivi politici,
furono infatti in molti a fuggire in Svizzera eludendo la dogana, facendosi
guidare da qualcuno pratico della zona lungo i sentieri del contrabbando. Anche
la Principessa Ella Walker della Torre e Tasso si rifugiò in Svizzera per sfuggire
ai nazisti che avevano occupato la Villa Serbelloni di Bellagio, dove lei risiedeva:
scappò clandestinamente, con alcuni dei suoi domestici, dapprima in barca per
attraversare il lago e poi a piedi sulle montagne in direzione della Svizzera. La
Principessa aveva al seguito tutto ciò che dei suoi averi poteva portare con sé
ma, purtroppo per lei, coloro che l'accompagnarono erano delle persone
disoneste, e così giunse salva in Svizzera ma, durante il tragitto, quasi tutti i suoi
averi sparirono!
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
A questo punto del racconto, Lüisin rivive una tragica esperienza personale, che
ancora dopo tanti anni provoca in lui una forte commozione:
“ Un giorno, è stato nel '53, mi chiesero se c'ero per un giro, uno come tanti, ma
io non potevo perchè avevo parecchio da fare in villa e non ce l'avrei fatta a
liberarmi per tempo, e così al mio posto ci andò Berto Riscett. Quello che
accadde a lui ed al Pep di Lezzeno, a bordo di un motoscafo al lago di
Acquaseria, non me lo so spiegare ancora oggi: qualcosa comunque non
quadrò, andò storto ed i due contrabbandieri si ritrovarono sotto il fuoco dei
finanzieri che li avevano sorpresi. Per ripararsi dai proiettili, Berto e Pep si
sdraiarono tra i sacchi, ma una pallottola li trapassò entrambi... Sì! Prima uno e
poi l'altro, uccidendoli sul colpo! Dovevo esserci io al posto del Berto...”
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Dopo questa drammatica rievocazione, Lüisin il filo dei ricordi piacevoli:
“Giravano tanti soldi in mano ai padron ed ai capp: negli anni d'oro del
contrabbando, gli anni '50, quegli uomini ne maneggiavano una quantità
indescrivibile. El Taca di Lezzeno si metteva in mostra arrotolando le mille lire e
fumandole come sigarette. Maneggiava talmente tanta cartamoneta che, per
calcolarne l'ammontare, non contava ma la pesava!
C'è chi quei soldi ha saputo amministrarli bene, costruendo un buon futuro per
sé e per i figli; altri, invece, li hanno spesi senza misura, soprattutto nei locali
notturni e si sono trovati poi senza niente in mano.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Quando le cose andavo bene e si riusciva a consegnare la merce di
contrabbando senza problemi, si festeggiava: in questo caso, la classica
domanda era sempre: “Cusa femm?” (cosa facciamo), alla quale solitamente si
rispondeva: “Nemm a Milann a béef el cafè!“ (andiamo a Milano a bere il caffè) e
realmente si andava fin là solo per bere il caffè e poi tornarsene a casa. A
Milano ci recavamo nella galleria Vittorio Emanuele dove il più esuberante della
nostra compagnia si recava sempre nel suo centro, per schiacciare con il tallone
gli attributi del toro che vi si trova raffigurato sul pavimento. Si diceva che,
andando a Milano, avrebbe portato fortuna compiere quel gesto: lui però lo
faceva teatralmente e gesticolava a tal punto che i passanti scoppiavano in
risate.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Un giorno, sempre per festeggiare i guadagni, alla solita domanda: “Cusa
femm?” abbiamo risposto: “Vemm a Genua!” ed in auto siamo andati fino a
Genova, solo per bere un caffè.
El Mucc di Lezzeno era veramente in gamba: sapeva sempre come districarsi e
sfuggire alle guardie anche nelle situazioni più critiche: “Baloss cumè el Mucc
gh'éra dumà lùu!” (Nessuno era astuto come lui). Quando era lui ad organizzare
le uscite, i ragazzi ci andavano volentieri, perchè si sentivano al sicuro. Trovava
sempre il modo per eludere i controlli e gli appostamenti della finanza. Un giorno
riuscirono ad arrestarlo, ma fu solo perchè il motore della sua barca,
naturalmente carica di sacchi, si guastò ed i finanzieri riuscirono quindi a
raggiungerlo con il loro motoscafo.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Una delle sue imprese più famose fu un viaggio di piacere con la moglie,
destinazione Napoli, con l'auto carica di merce nel doppio fondo! Per eludere i
controlli, el Mucc arrivò persino a travestirsi da prete, utilizzando una tonaca del
fratello che, a quell'epoca, studiava in seminario: così abbigliato, passeggiava
tranquillamente presso Argegno, sulla strada trafficata e sotto gli occhi di tutti, in
attesa degli spalloni che scendevano carichi dalle montagne, per mettere poi i
loro sacchi in barca ed attraversare il lago.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Oltre ai tabacchi, caffè, cioccolata ed orologi, sul mercato nero un tempo veniva
immesso anche il famoso “burro di Colonno”, costituito, in realtà, da margarina
alla quale delle mani esperte aggiungevano solo una piccola percentuale di
burro autentico. Dalla vendita di questo burro adulterato se ne occupavano le
donne: nascondendolo dentro ceste o borse, lo distribuivano poi nei paesi e
nelle città dei dintorni.
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
Verso la fine degli anni '50 il modo di contrabbandare cambiò: ai contrabbandieri
a piedi con il sacco in spalla, si sostituirono auto, furgoni e camion con il doppio
fondo. Il contrabbando che io conoscevo terminò negli anni '70; l'importazione
clandestina che esiste ora non ha nulla a che fare con la nostra vecchi attività de
sfrusadòo: ora non si contrabbanda più caffè, sigarette e cioccolato.”
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14
I racconti sono stati tratti dal libro:
-Tacàa al fööch
-L'aereo assassino: narrazione di Bernardon del Funtanin del Fòo;
-L'albero della cuccagna:narrazione di Mario Maranesi;
-Il monte S.Primo e la leggenda dei sette fratelli eremiti:narrazione
di Italia Cartocci;
-Il contrabbando:la testimonianza del Lüisin:narrazione di Luigi
Sala detto Lüisin de Crela.
Le immagini sono state tratte dal libro “ Tacàa al fööch” e “Cento
gondole lariane” entambi di Lucia Sala;
Dal libro “Itinerario fotografico letterario
Del borgo di Bellagio tra L'ottocento ed
Oggi” di Sissi De Carli, Carlo Gilardoni,
Lodovico Gilardoni
Bando Cariplo anno scolastico
2013/14