Essilor Italia: giro di poltrone ai vertici Exalt Cycle

31mm x 31mm
31mm x 31mm
VENERDÌ 9 MAGGIO 2014 ANNO IV N. 694
Essilor Italia: giro di poltrone ai vertici
Massimo Barberis da direttore sales e marketing assumerà un ruolo di primo piano all’interno di un team di progetto internazionale per il
rilancio del marchio Nikon in Europa: dal 2015, infatti, sarà il responsabile della nuova Business Unit Nikon Lenswear Italia
La Divisione Sales e Marketing di Essilor Italia viene così separata e affidata a due nuovi
responsabili: Giancarlo Frigerio, in azienda da oltre tre anni, è il nuovo sales manager Essilor
Italia, coordinando l’azione dell’intera forza vendita e assumendone la piena responsabilità,
mentre Alessandra Barzaghi (nella foto), marketing manager dal maggio scorso, assume ora
la piena responsabilità delle attività di marketing. «Frigerio mantiene un ruolo di primo piano
nella gestione dei clienti chiave della società e assume altresì la responsabilità dei Customer
Service – precisa un comunicato di Essilor Italia – A Barzaghi continuano a fare capo le
attività di Trade Marketing, Comunicazione, Pubbliche Relazioni, Marketing Prodotto e
Formazione». La new entry è Paolo Cassinari, 41 anni, laurea in Economia all’Università
Bocconi, che assume il ruolo di key account manager del Gruppo Essilor in Italia. Cassinari
ha ricoperto diversi ruoli in ambito sales e marketing in aziende del largo consumo, da
Gillette a Procter & Gamble, ad esempio, per poi approdare a Transitions Optical, dove dal
2009 si è dedicato alle attività di key accounting e business development. «Il nuovo assetto
ridefinisce le responsabilità di alcune aree strategiche di Essilor Italia per garantire un
presidio ancora più forte in risposta alla rapida evoluzione del mercato ottico-oftalmico e
alle sempre crescenti complessità del business», sottolinea il comunicato.
La riorganizzazione della filiale italiana di Essilor, avviata alcuni mesi fa con l’incarico di vicepresidente Italia del gruppo a Marco Caccini,
ora alla guida di tutta la “galassia” Essilor nel nostro paese, non è comunque terminata: a breve, infatti, sarà inserito un nuovo direttore
generale.
Exalt Cycle rinasce in Svizzera
Il brand, nato alla fine degli anni Novanta, sta vivendo un nuovo corso con l'omonimo fondo elevetico, ora amministrato da Andrea Trevisol,
ex Ars Optical, cui nel 2011 era stata affidata la distribuzione in Italia
Exalt Cycle, nato in Italia all’inizio degli anni '90, dopo un grande boom di vendite e di notorietà, ha vissuto anni turbolenti passando a
diversi proprietari: dalla fondatrice VidiVici alla Horizon Vertical L.C e, quindi, è entrato a far parte del portafoglio licenze di Ars Optical,
insieme a Sweet Years. «Proprio in concomitanza della scadenza della licenza Sweet Years, nel 2011, Ars Optical, azienda che gestivo insieme
alla mia famiglia, ha deciso di concentrarsi sul segmento degli occhiali a uso militare – spiega a b2eyes TODAY, Andrea Trevisol, ex
comproprietario dell’azienda di Marcallo, in provincia di Varese, attualmente nelle mani del fratello Stefano – A me è stata fatta una proposta
che non ho potuto rifiutare: diventare l’amministratore delegato del fondo svizzero, proprietario di Exalt Cycle». Il brand ha tagliato con il
passato. «Ci presentiamo con una nuova veste – precisa Trevisol – Anche se una delle prime cose che ho fatto è stata acquisire tutti i pezzi di
ricambio delle vecchie collezioni, in modo da garantire assistenza post vendita a chi era già cliente di Exalt Cycle». L’obiettivo è ora
l’internazionalizzazione. «All'estero Exalt Cycle non ha subito le ripercussioni registrate in Italia - sottolinea Trevisol – Ciò è dimostrato dal
recente successo delle collezioni ai rivenditori degli Emirati Arabi Uniti e dell’Arabia Saudita presso la filiale Exalt Cycle di Dubai». Non manca
però il focus sull’Europa. «Siamo particolarmente forti in Francia, dove abbiamo un ufficio a Lille, in Germania e naturalmente anche in
Svizzera, dove la distribuzione è diretta». Il prossimo passo è la creazione di una struttura in Italia. «Abbiamo aperto a inizio anno una filiale a
Como e abbiamo quattro agenti che coprono tutto il territorio – racconta il manager – Ci siamo inizialmente concentrati sui centri ottici già
clienti di Exalt Cycle, che quindi già credevano nel marchio, per poi proporre le nostre collezioni a punti vendita selezionati nel Nord Italia,
soprattutto in Lombardia. Al momento serviamo 100 negozi, con l’obiettivo di arrivare a 200 entro la fine dell’anno». Obiettivo che la società
cerca di raggiungere anche con una comunicazione forte. «Abbiamo sponsorizzato per il secondo anno consecutivo il Team JiR al MotoGP –
racconta Trevisol – e lanciato un’iniziativa via Facebook per regalare alcuni biglietti agli ottici per partecipare alle gare».
202mm x 31mm
30mm x 31mm
30mm x 31mm
VENERDÌ 9 MAGGIO 2014 ANNO IV N. 694
Luisa Redaelli TODAY
La parola parla
"Preferisco venire dal silenzio / per parlare. Preparare la parola / con cura, perché arrivi alla sua sponda / scivolando sommessa come una
barca, / mentre la scia del pensiero / ne disegna la curva”: sono versi del poeta Valerio Magrelli
Questa poesia mi affascina tanto e accompagna il mio desiderio di espressione con una vibrazione intensa di sentimento, di emozione. Il
silenzio, prima di parlare, spazio-tempo dove si elabora il pensiero, prima di pronunciare la parola, dove si lavora con un cesello, con un
bisturi, per dare alla parola il valore che merita. La preparazione della parola è attenta affinché possa essere efficace allo scopo, affinché
possa davvero comunicare con chiarezza ciò che è necessario. Questo è un mondo dove le parole scappano via, si confondono, si
manipolano, passano e si dimenticano. Sentiamo dire di tutto, anche le peggio assurdità, come se bastasse dire e il fare di conseguenza non
avesse valore, come se le parole dette non avessero peso o significato, importante è solo il suono, in quell’istante, per stupire e basta. Non è
così, la parola, detta o scritta, ha un valore, ci esprime, ci definisce, lascia segni profondi. Ecco perché è tanto importante avere quel briciolo
di consapevolezza, saper sentire quale curva stiamo disegnando con le parole che tracciamo. La parola è materia e noi ne dobbiamo essere
gli artigiani consapevoli, sempre, nella sfera delle delicate e preziose relazioni fra persone, nell’espressione professionale e non. Non pensate
che stia divagando o facendo letteratura: sto parlando di valori professionali da evolvere, per affermarsi protagonisti della propria attività, per
costruire la base di relazioni solide, efficaci e strutturate con la nostra utenza. No, non bastano le “regolette” applicate di marketing, l’analisi
delle cifre e delle economie o le lezioni di tecniche di comunicazione. Il passaggio primario è la consapevolezza, il rispetto della parola che
esprimiamo, il nostro strumento per entrare in contatto con le persone, con il mondo, con il nostro lavoro. La parola è l’aria che respiriamo, il
cibo che mangiamo: siamo esseri umani, è un nostro nutrimento primario. La parola è costituita dalla coerenza dei fatti: senza l’adesione con
la realtà efficace ed efficiente della qualità professionale la parola è nulla. Questa è la mia convinzione. Non mi basta la parola che racconta e
millanta, la trovo volgare, mi annoia. Voglio ascoltare la sincerità della passione vera, voglio un rapporto con chi parla per esprimere fatti reali
e fa seguire l’azione concreta, diretta, conforme. La parola è un contenitore di realtà, di fatti, di azioni e di idee concrete: può far sognare,
volare, sperare, può definirci come professionisti onesti e di qualità oppure lasciarci nell’onda dei “gran parlatori”, da spazzar via al primo
anelito di verità. [email protected]
New York, a ogni quartiere il suo centro ottico
Consacrati da tempo come accessori fashion, a Manhattan gli occhiali sono in negozi sparsi nelle vie deputate dello shopping, ciascuno con
le caratteristiche della zona
Così da Morgenthal Frederics Opticians sulla Madison, di
fronte allo Whitney Museum, oltre alle collezioni più
internazionalmente note, ci sono i modelli dipinti a mano della
scultrice Ronit Furst e quelli in legno di Loren Kantor. Per gli
occhiali dei brand più famosi in vetrine a effetto c’è Page &
Smith, che dal 1923 è vicino al tempio dei giocattoli Fao
Schwarz, di fronte al Plaza. Per chi cerca la tradizione l’indirizzo
giusto è E.B.Meyrowitz and Dell (nella foto, a sinistra), dal 1875
nella W 44th a due passi dall’ Hotel Algonquin, con la Oak Room
ritrovo di scrittori e artisti negli anni Quaranta. Con modelli in
oro, in corna di bufalo, in titanio e quelli vintage da motociclista
che l’hanno reso celebre.
Friedric’s Optik dal 1815 propone occhiali fatti a mano, ma essendo in Park Avenue e vicino alla Madison, si adegua alla zona con tutte le
grandi firme. Chi cerca il design, anche alternativo, deve andare a Nolita, dove una coppia neo-hippy francese di Tolosa ha aperto un negozio
trent’anni fa in uno dei palazzi in mattoni di Prince Street. Si chiama come loro, Anne & Valentin. Oppure da Pride Optical (nella foto, a destra)
con vetrine piene di elementi simbolici e collezioni di oltre 700 designer. È in William Street nel Financial District, vicino a Zuccotti Park,
passato alla storia per le dimostrazioni di Occupy Wall Street del settembre 2011. (Luisa Espanet)
38mm x 31mm
Direttore responsabile: Angelo Magri
Coordinamento redazionale: Francesca Tirozzi
E-mail: [email protected]
Supplemento al 9 maggio 2014 di b2eyes.com
reg. presso Tribunale Milano, n. 292, 17-06-2009
38mm x 31mm