Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater

ARTE DELLA DIV E R SITà
KUNST DER VIE L F ALT
2013
2014
Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater
ARTE DELLA DIVERSITà 2013.2014
KUNST DER VIELFALT 2013.2014
Direzione Artistica / Art Direction:
Antonio Viganò
AKADEMIE KUNST DER VIELFALT
ACCADEMIA ARTE DELLA DIVERSITà
TEATRO LA RIBALTA & LEBENSHILFE
con il sostegno della Città di Bolzano,
Assessorato alla Cultura e alla Convivenza
mit freundlicher Unterstützung der Stadt Bozen,
Assessorat für Kultur und aktives Zusammenleben
Assessorato alla Cultura e alla Convivenza
Assessorat für Kultur und aktives Zusammenleben
AKADEMIE KUNST DER VIEFLALT
ACCADEMIA ARTE DELLA DIVRESITÀ
si ringrazia per la collaborazione / mit Dank für die Zusammenarbeit an
Teatro Cristallo
Waltherhaus
Provincia Autonoma di Bolzano, Ufficio Persone con disabilità
Autonome Provinz Bozen, Amt für Menschen mit Behinderungen
“
“
“
QUANDO L’AHIMè
DIVENTA HAI ME
A. BERGONZONI per “Gli Amici di Luca”
NICHTS KANN WAHR SEIN,
WAS EINEN ZWINGT, ANDERES
AUSSEN VORZULASSEN
albert camus
“
ARTE DELLA DIVERSITà 2013.2014
Ci rincontriamo anche quest’anno per la quarta
edizione della rassegna “Arte della Diversità”
sul terreno fertile del teatro, per interrogarci,
per emozionarci e divertirci, rallentando il tempo veloce che scandisce la nostra vita quotidiana, nella dimensione della diversità.
Ma la diversità è un elemento da tollerare o un
bene da tutelare?
La diversità è un concetto ambivalente, che da
un lato suscita mistero e timore, dall’altro curiosità e fascino.
La diversità talvolta provoca un senso di rifiuto, ma allo stesso tempo può essere adottata
come vera e propria filosofia di vita, accompagnata dal bisogno di qualcosa di “diverso” per
poter mettere sé stessi a confronto con “l’altro”
e poter così arricchirsi delle differenze altrui.
Diversità come necessità inevitabile della nostra vita, come valore e ricchezza per lo scambio e la crescita umana, ma anche come difficoltà cui andiamo incontro nel momento in cui
per primi ci sentiamo diversi o esclusi.
Le differenze sono la ricchezza stessa di ogni
situazione umana e sociale, anche se nel contempo si è abituati in maniera più o meno conscia a considerarle un pericolo.
Il “diverso” può essere lo straniero, differente
per lingua, cultura e religione, come può esserlo il portatore di handicap, verso il quale le
persone tengono spesso atteggiamenti contrastanti, dalla solidarietà al rifiuto. Il diverso è
l’omosessuale in quanto contravviene secondo
molti a un ordine naturale. Ma dobbiamo interrogarci fino a che punto ci dobbiamo spingere a
definire la diversità. Diversi da chi e da che cosa
e perché? Ciò che è simile a noi è infatti più rassicurante, riconoscibile, controllabile, ma nello
KUNST DER VIELFALT 2013.2014
stesso momento il desiderio di fuga dall’omologazione ci spinge verso nuove strade, verso la
conoscenza della Diversità della Vita.
Abbiamo bisogno della diversità,
proprio per celebrarla la Vita.
Ci troviamo quindi ad evocare a gran voce la
diversità culturale, come forte spinta al rinnovamento delle nostre risorse intellettuali e
umane.
La distinzione tra normalità e diversità, sebbene necessaria e inevitabile, non è quindi un
valore assoluto o eterno, ma una convenzione
che può essere messa in discussione, criticata
e modificata. Quindi dico “grazie” all’Arte della
Diversità che ha l’enorme pregio di ribaltare i
luoghi comuni esistenti e presentare “la diversità” non più come una mancanza, un ostacolo, uno svantaggio, ma come una ricchezza
di emozioni, di sentimenti, di modi di leggere
e interpretare il mondo, di storie dolorose e
complesse, di sogni, di attese che, se trovano
una capacità di comunicazione vera, riesce ad
andare oltre tutti gli ostacoli e superare la loro
condizione sociale, nella quale sono a volta ingessati e prigionieri, e diventare qualcos’altro.
Il teatro in tutto questo ci aiuta, è un territorio
in cui non servono certezze, anzi, esso è l’esposizione dei conflitti, del dubbio, ed ha legami
profondi ed ancestrali con l’essenza stessa
dell’essere, del vivere. L’incontro tra una dimensione di vita diversa dalle convenzioni ed
il teatro, è un incontro dove i sentimenti e le
emozioni guidano le azioni più della ragione.
Patrizia Trincanato
Assessora alla Cultura e alla Convivenza
della Città di Bolzano
Auch heuer wieder betreten wir mit dem Festival „Kunst der Vielfalt“ den fruchtbaren Boden
des Theaters, um uns zu hinterfragen, unsere
Gefühle ansprechen zu lassen und uns zu unterhalten. Wir wollen der Hektik unseres Alltags
Einhalt gebieten und uns der Vielfalt zuwenden.
Stellt die Vielfalt und damit das Anderssein ein
unvermeidliches und einfach nur zu tolerierendes Element dar oder handelt es sich dabei um
ein kostbares, zu beschützendes Gut?
Das Andere, das die Vielfalt nährt, hat zwei Seiten: manchmal schüchtert es ein und beängstigt,
ein andermal weckt es die Neugierde und übt
eine starke Faszination aus.
Vielfalt kann Abwehrreaktionen hervorrufen
oder aber eine Lebensphilosophie begründen.
Letzteres tritt ein, wenn angesichts der Vielfalt
unser Bedürfnis nach dem Anderen geweckt
wird, mit dem wir uns konfrontieren und bereichern können. Unterschiede sind wesentliche Bestandteile unseres Lebens und fördern
Austausch, Entwicklung und Wachstum. Zur
Last aber können sie werden, wenn wir selbst
anders sind auf eine Weise, die uns ausgrenzt.
Unterschiede sind somit eine Schatzkiste für
das menschliche Dasein und das gesellschaftliche Zusammenleben, auch wenn wir mehr oder
weniger bewusst dazu neigen, sie als gefährlich
einzustufen.
Das Andere finden wir in Migranten, deren
Sprachen, Kulturen und Religionen sich von
unseren unterscheiden, in Personen mit Beeinträchtigung, die widersprüchliche Gefühle in
uns wachrufen, in homosexuellen Menschen,
deren Lebensweise anscheinend der natürlichen
Ordnung zuwiderläuft. Wir sollten aber stets darauf achten, die Wahrnehmung von Unterschieden nicht zu weit zu treiben. Anders als wer? Anders als was? Anders warum? Gemeinsamkeiten
haben freilich etwas Beruhigendes. In ihnen kön-
nen wir uns spiegeln und mit dem Gefühl leben,
alles unter Kontrolle zu haben. Doch andererseits treibt uns eine ungestillte Sehnsucht nach
neuen Wegen immer wieder hinaus ins Weite,
wo wir erfahren, dass Leben Vielfalt ist.
Wir brauchen die Vielfalt, weil wir nur
so das lebendige Leben feiern können.
Mit lauter Stimme also stellen wir uns hinter
die Vielfalt, weil wir erkennen, dass sie uns
dazu anspornt, unsere Gedanken nicht veralten zu lassen und unsere menschliche Substanz
unentwegt zu erneuern.
Die Unterscheidung zwischen Normalität und
Vielfalt ist zwar unvermeidlich, doch sie liefert
keine absoluten Wahrheiten und Werte. Sie basiert vielmehr auf Konventionen, die zu jeder
Zeit infrage gestellt werden können. Ich bedanke
mich bei „Kunst der Vielfalt“ dafür, dass sie bestehende Gemeinplätze immer wieder auf den
Kopf stellt und das Anderssein nicht als Mangel,
Hindernis und Nachteil darstellt, sondern in ihm
eine reiche Quelle von Gefühlen, Empfindungen,
Stimmen, Deutungen und Anschauungen sieht,
der Geschichten, Träume und Erwartungen erwachsen, die durch ihre Mitteilung Zwänge und
Hindernisse überwinden, Ketten sprengen und
zu ungeahnten Veränderungen führen können.
Das Theater ist uns hier eine große Hilfe. Es
kommt ohne Gewissheiten aus. Mehr noch: die
Bühne ist der Schauplatz par excellence, der
Konflikte und Zweifel zur Sprache bringt und
eine uralte Beziehung zum Wesenskern unseres
Daseins herstellt. Wenn Anderssein und Theater
einander begegnen, erblühen Regungen und
Gefühle, die in diesem Fall bedeutsamer sind als
der Verstand.
Patrizia Trincanato
Stadträtin für Kultur und aktives Zusammenleben
der Stadt Bozen
Programma/Programm
15 Marzo / 15. März 2014
Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater
13 Dicembre / 13. Dezember 2013 Teatro Cristallo
ore 21.00 Uhr
ore 20.30 Uhr
ENSEMBLE RICCI/FORTE
STILL LIFE
accADEMIA ARTE DELLA DIVERSITà
TEATRO LA RIBALTA & LEBENSHILFE
11 Aprile / 11. April 2014
Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater
IL SUONO DELLA CADUTA
ore 20.30 Uhr
VALTER MALOSTI Teatro di Dioniso
15 Dicembre / 15. Dezember 2013
Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater
ore 16.30 Uhr
TEATRO PIRATA
LO STUPRO DI LUCREZIA
29 Aprile / 29. April 2014
Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater
VOGLIO LA LUNA
ore 20.30 Uhr
MARIO PERROTTA Teatro dell’Argine
11 Gennaio / 11. Jänner 2014 Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater
ore 20.30 Uhr
TEATROPERSONA
19 Settembre / 19. September 2014
Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater
AURE
1 Febbraio / 1. Februar 2014
Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater
ore 20.30 Uhr
BARTHOLOMEI’S
Unvollendet - Klassentreffen mit Romeo und Julia
ore 20.30 Uhr
10 Ottobre / 10. Oktober 2014
ore 10.30 Uhr: für Schulklassen / per classi di scuola
ore 20.30 Uhr: Abendveranstaltung/serale
Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater
SAVERIO LA RUINA Scena Verticale
DISSONORATA - Un delitto d’onore in Calabria
21 Febbraio / 21. Februar 2014
Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater
UN BéS - Antonio Ligabue
MaRTA CUSCUNà Progetto Fies Factory
ore 20.30 Uhr
jetzt & co. Zürich
TITUS
LA SEMPLICITà INGANNATA
27 Febbraio / 27. Februar 2014
Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater
TEATRO DELLA COOPERATIVA
MURI - Prima e dopo Basaglia
ore 20.30 Uhr
24 Ottobre / 24. Oktober 2014
Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater
ore 20.30 Uhr
CARAMBOLAGE Bozen/Bolzano
& WESTBAHNTHEATER Innsbruck
Engel lassen keinen fallen (La stanza dell’orso e dell’ape)
Rassegna “Arte della Diversità”: la quarta edizione
Ci sorprende ancora una volta constatare quanto il teatro, in Italia e all’estero, si interroghi,
con sempre maggiore intensità, sul tema della
“diversità”, tema che è il nostro filo conduttore. Che il teatro, almeno quello con caratteristiche di profondità, sia il luogo del “mostruoso”,
dell’indicibile, dell’assurdo, del dramma umano che si consuma nel gioco del potere e delle
relazioni tra individui, è cosa nota.
Ma si rimane sorpresi dalla quantità di artisti
che, non solo nel teatro, ma anche nel cinema,
nelle arti figurative e nella danza, indagano in
nuovi territori, marginali, estremi, periferici, disagiati. Potrei portare come esempi, per il cinema, le pellicole come “Quasi Amici” o ancora “Il
Grande GRA”, o il nuovo lavoro cinematografico di Emma Dante, già nostra ospite della rassegna, con il film “Via Castellana Bandiera 5”.
Nei musei d’arte contemporanea si moltiplicano le esposizioni di quella che viene chiamata
“Offsider art” e nella danza contemporanea il
corpo danzato non è più soltanto quello atletico e stilizzato, ma anche il corpo reale, quotidiano, di un vecchio, di un bambino, di una
donna che subisce violenza, che si fa danza per
necessità più che per codice estetico. L’alterità,
la differenza, il margine, l’anomalia sono i valori del nostro tempo.
Inebriati per troppo tempo dalla “finzione sociale” che ci voleva tutti belli, forti sani e vincenti, oggi si ha voglia di ritornare alla realtà
delle cose, alle storie vere, ai conflitti che attraversano il nostro tempo e che non riusciamo
più a vedere, a cogliere. Ed è un’arte che vuole
sconfiggere e smascherare una “tirannia della
normalità” che ci ha per troppo tempo dominati e costretti a nascondere le nostre debolezze,
la nostra vulnerabilità, la nostra condizione di
malati, le nostre paure di non essere come la
“normalità” ci chiede di essere. Ci ha impedito
di essere “umani”. In questo processo il teatro
riscopre il gusto dello spiazzare lo spettatore,
“occasioni per far riflettere e pensare, occasione
per aprire le teste e non addormentarle nel compiacimento di ciò che è solo rassicurante ripetizione. Consentire confronti tra mondi e linguaggi
differenti” (Ugo Morelli).
La nostra rassegna, cresciuta velocemente,
anche grazie all’attenzione che abbiamo avuto
da parte delle istituzioni culturali, quali il Teatro Stabile di Bolzano e la Fondazione Teatro
Comunale e Auditorium, presenta in questa
sua 4a edizione uno spaccato di questa nuova
realtà: un teatro contemporaneo nei contenuti
e nei linguaggi. Cercando di dare un contributo
alle questioni sociali aperte in questo nostro
tempo, la questione femminile trova in questa
rassegna uno spazio di riflessione importante,
con gli spettacoli di Marta Cuscunà, di Saverio
La Ruina che torna dopo il sorprendente “Italianesi” della stagione scorsa, e ancora con la
riscrittura scenica di Walter Malosti del testo
“Lo stupro di Lucrezia”.
La Compagnia ricci-forte, una delle realtà più
sorprendenti del panorama del nuovo teatro
italiano, in giro per l’Europa con i suoi spettacoli, ci presentano “Still Life”, concerto a più voci
sul tema dell’omofobia e del bullismo omofobo. Ospitiamo Mario Perrotta che ci racconta la
vita travagliata e dolorosa di un grande pittore,
ritenuto da tutti un diverso, quale era Ligabue.
La straordinaria attrice Giulia Lazzarini, l’attrice preferita da Giorgio Strehler, è nostra graditissima e preziosa ospite con un monologo
dal titolo “Muri – prima e dopo Basaglia”, con
la regia di Renato Sarti del Teatro della Cooperativa.
Più fuori tema, ma per noi e per il pubblico interessante per il suo linguaggio artistico ed estetico, lo spettacolo “Aure” del TeatroPersona,
ispirato all’opera di Marcel Proust, trilogia del
silenzio e della memoria.
Con il Teatro Pirata apriamo una finestra importante dedicata ai piccoli spettatori e alle
famiglie. Uno spettacolo con un interprete
con sindrome di Down, sarà la testimonianza
vivente di quanto l’handicap non indichi una
mancanza, ma un’altra possibilità.
Non poteva mancare la nostra nuova creazione “Il suono della caduta” che apre questa
rassegna al Teatro Cristallo di Bolzano, che
ringraziamo per averci programmato nel loro
cartellone “Le vie del Sacro”. Dopo i tanti
successi con gli spettacoli “Minotauro” e “Impronte dell’Anima” questa nuova creazione,
coprodotta da BolzanoDanza, è un altro passo
importante che ci porta verso la nascita di una
compagnia teatrale, professionale, costituita
da uomini e donne con handicap cognitivo.
Questa sarà la vera eccellenza e novità del panorama culturale.
Ai tanti spettatori che ci hanno seguito e sostenuti, auguriamo una buona stagione teatrale.
Antonio Viganò, direttore artistico
„Kunst der Vielfalt“: zur vierten Ausgabe des Zyklus
Wir sind immer wieder überrascht von der
Zunahme der Intensität, mit der sich das Theater sowohl im Inland wie auch im Ausland
der Vielfalt annimmt. Dies ist das Motiv, das
auch uns leitet. Bereits bekannt ist, dass sich
das Theater, sofern es sich als tiefgründiges
versteht, dem Monströsen, dem Unsagbaren,
dem Absurden und den menschlichen Dramen
verschreibt, die sich in zwischenmenschlichen
Beziehungen abspielen.
Überrascht auch von der Vielzahl der Künstler/
innen, die ebenso im Film, in den darstellenden Künsten und im Tanz dieses Terrain betreten und durch Unbehagen, Schmerz und Tragik
gekennzeichnete Grenzgebiete aufsuchen. Als
Filmbeispiele nenne ich die Arbeiten „Quasi
Amici“, „Il grande GRA“ und das neue Werk der
bereits in unserem Zyklus zu Gast gewesenen
Emma Dante mit dem Titel „Via Castellana
Bandiera 5“. Museen für zeitgenössische Kunst
fördern vermehrt die so genannte „Offsider
Art“, der Körper des zeitgenössischen Tanzes
ist weniger jener athletische und geübte, sondern mehr jener irdisch alltägliche eines alten
Menschen, eines Kindes oder einer geschlagenen Frau, ein Körper, der im Tanz seinen
Ausdruck sucht, fernab von jeglichem
Anspruch auf ästhetische Perfektion. Das
Anderssein, der Unterschied, die Grenze,
die Abweichung sind die Werte von heute.
Lange schon berauscht von den sozialen Fiktionen Schönheit, Stärke, Gesundheit und
Überlegenheit, haben wir heute das Bedürfnis, zur blanken Realität, zu den wirklichen
Geschichten, zu den Konflikten zurückzukehren, die zwar unsere Zeit prägen, die wir
aber kaum mehr zu sehen und zu begreifen
imstande sind. Die neue Kunst entlarvt die
Tyrannei der Normalität, unter der wir unsere Schwächen, unsere Verletzlichkeit, unsere
Kränklichkeit und unsere Versagensängste
verbergen mussten. Dies hat uns daran gehindert, menschlich zu sein. In diesem Prozess
entdeckt das Theater die Lust wieder, den
Zuschauer zu verblüffen, und findet „Gelegenheiten, zum Nachdenken anzuregen, Gelegenheiten, Köpfe zu öffnen anstatt sie durch
die Präsentation einer gefälligen Welt des beruhigenden ewig Gleichen einzulullen. Gelegenheiten, unterschiedliche Welten und Sprachen
einander gegenüberzustellen“ (Ugo Morelli).
Unser innerhalb kurzer Zeit, auch dank der
Unterstützung seitens von Institutionen im
Kulturbereich wie des Teatro Stabile und der
Stiftung Stadttheater und Konzerthaus gewachsener Zyklus präsentiert in seiner 4. Aus-
gabe einen Querschnitt dieser neuen Realität:
zeitgenössisches Theater, sowohl, was die
Inhalte, als auch, was die Ausdrucksformen
betrifft. Wie in den letzten Jahren wollen wir
auch heuer wieder einen Beitrag zur Lösung
offener sozialer Fragen unserer Zeit leisten,
diesmal unter besonderer Berücksichtigung
der Frauenfrage. Zu sehen sind dazu ein Stück
von Marta Cuscunà, ein Stück des bereits im
Vorjahr mit seinen „Italianesi“ zu Gast gewesenen Saverio La Ruina und das von Valter Malosti erarbeitete Stück „Lo stupro di Lucrezia“.
Das italienweit höchst angesehene Ensemble
ricci-forte zeigt uns im Rahmen seiner EuropaTournee „Still life“, ein Stück über Homophobie und homophobes Mobbing. Ebenso zu
Gast ist Mario Perrotta, der uns das zerrissene
und leidvolle Leben des von all seinen Zeitgenossen als Außenseiter wahrgenommenen genialen Künstlers Ligabue erzählt.
Ganz besonders willkommen heißen wir Giulia
Lazzarini, die Lieblingsschauspielerin von Giorgio Strehler, mit ihrem Monolog „Muri – prima
e dopo Basaglia“ unter der Regie von Renato
Sarti des Teatro della Cooperativa.
Etwas abseits von unserem Leitmotiv befindet
sich das sprachbetonte und von Marcel Proust
inspirierte Stück „Aure“ des TeatroPersona,
Teil einer Trilogie der Stille und der Erinnerung.
Mit dem Teatro Pirata öffnen wir ein besonders
erwähnenswertes und unterhaltsames Fenster
für die kleinen Zuschauer und die Familien. Ein
Stück, in dem eine Person mit Down-Syndrom
mitwirkt und auf der Bühne unter Beweis
stellt, dass eine Beeinträchtigung kein Mangel
sein muss, sondern ein Potenzial sein kann.
Natürlich nicht fehlen darf unsere eigene neueste Kreation „Il suono della caduta“, die vom
Teatro Cristallo dankenswerterweise in ihr „Le
vie del Sacro“ genanntes Programm aufgenommen wurde und unseren Zyklus eröffnen
wird. Nach den großen Erfolgen von „Minotaurus“ und „Spuren der Seele“ ist dieses
Stück, koproduziert von Tanz Bozen, ein weiterer wichtiger Schritt hin zur Gründung einer
aus Menschen mit kognitiver Beeinträchtigung
zusammengesetzten professionellen Theatergruppe. Dieses Ereignis wird zweifellos eines
der Highlights der Südtiroler Kulturszene sein.
Allen Zuschauerinnen und Zuschauern, die uns
bis heute begleitet haben, wünschen wir eine
spannende Theatersaison.
Antonio Viganò, künstlerischer Leiter
Die Vision einer inklusiven Gesellschaft war Grundlage bei der Erstellung der UN-Konvention über
die Rechte von Menschen mit Beeinträchtigung, die von Italien 2009 ratifiziert wurde und seither als
Richtschnur für Sozialpolitik und Sozialarbeit gilt. Die Lebenshilfe hat sich dieser Vision angeschlossen und setzt sich dafür ein, dass alle Menschen, von Anfang an mittendrin, in der Schule lernen, in
den Betrieben arbeiten und in normalen Wohnungen und nicht in Sondereinrichtungen leben können. Auf dem Weg zur Umsetzung einer inklusiven Gesellschaft treffen wir auf einige Hürden. Eine
davon sind die in uns tief sitzenden Abwehrimpulse, sobald wir es mit Fremdem zu tun bekommen.
Die Verletzlichkeit des Menschen und damit auch der eigenen Person, die uns Menschen mit Beeinträchtigung in Erinnerung rufen, macht uns Angst. Diese rühren an der Sehnsucht nach bedingungsloser Geborgenheit und nach Erlösung von Leid und Schmerz. Als Kehrseite dieser Angst
gibt es die Faszination, die viele Menschen verspüren, wenn sie Menschen mit Beeinträchtigung
begegnen. Dann wird gesagt: „In der Begegnung mit Menschen mit Beeinträchtigung erlebe ich,
was eigentlich zählt. Hier werden menschliche Werte gelebt.“ Wir erleben in der Begegnung mit
Menschen mit Beeinträchtigung unser Bedürfnis nach Solidarität und bedingungsloser Akzeptanz,
die wir als Erwachsene in Bezug auf die gesamte Gesellschaft ebenso aufgegeben haben wie die
Sehnsucht nach bedingungsloser Geborgenheit. Doch beide, Angst und Faszination, versperren
Menschen mit Beeinträchtigung den Zugang zu einem normalen Leben.
Der Zyklus „Kunst der Vielfalt“, den die Gemeinde Bozen, das Teatro La Ribalta und die Lebenshilfe
bereits zum vierten Mal umsetzen, will den Blick auf das Fremde verändern. Wir sind diesem Ziel
durch die Theaterproduktionen unseres geschätzten künstlerischen Leiters Antonio Viganò und seiner Mitarbeiter/innen ein großes Stück näher gekommen. Die Akteure werden auf der Bühne zunehmend als professionelle Schauspieler/innen mit eigener Ausdruckskraft und unverwechselbarer
Persönlichkeit wahrgenommen. Dies gilt auch für die jüngste Produktion „Il suono della caduta“.
Gleichzeitig zeigt der Zyklus, dass auch außerhalb unserer Provinzgrenzen das Thema „Vielfalt“ präsent ist. Und er zeigt, dass in einer inklusiven Gesellschaft alle Menschen mit ihren Identitäten und
ihren Erfahrungswelten zur Sprache kommen müssen: Menschen mit psychischer Erkrankung, Frauen
mit Gewalterfahrungen, Homosexuelle, Menschen mit Beeinträchtigung, wir alle.
Wolfgang Obwexer, Geschäftsleiter der Lebenshilfe
La visione di una società inclusiva era il punto di partenza nella stesura della convenzione delle Nazioni Unite sui diritti di persone con handicap, ratificata dall’Italia nel 2009 e da allora direttiva di
qualsiasi politica sociale e di qualsiasi lavoro sociale. La Lebenshilfe si attiene a questa visione e si
impegna a favore di tutte le persone che, nel mezzo sin dall’inizio, hanno la volontà e il diritto di imparare nelle scuole, di lavorare nelle imprese e di vivere in abitazioni normali anziché in strutture speciali. Durante il processo della realizzazione di una società inclusiva si devono però superare diversi
ostacoli. Uno di questi sono le nostre difese radicate e attivate appena che incontriamo qualcosa di
sconosciuto. La vulnerabilità dell’essere umano e perciò della propria persona, evocata da persone con handicap, ci impaurisce. Queste persone ci ricordano del nostro desiderio di una sicurezza
incondizionata e di una libertà da affani e dolori. Dall’altra parte esiste anche quel fascino provato
da numerose persone che incontrano persone con handicap. In questo caso si sentono parole come
le seguenti: “Incontrando persone con handicap mi rendo conto di ciò che veramente vale. Qui si
vivono i veri valori umani.” Prendiamo quindi coscienza del nostro desiderio di solidarietà e di essere incondizionatamente accettati, un desiderio che da adulti e rispetto alla società intera abbiamo
abbandonato nella stessa maniera come il desiderio di vivere una vita incondizionatamente sicura.
Però tutte e due le cose, sia la paura che il fascino, bloccano l’accesso di persone con handicap a una
vita normale.
Con la rassegna “Arte della Diversità”, messa in atto per la quarta volta dal Comune di Bolzano, dal
Teatro La Ribalta e dalla Lebenshilfe, intendiamo modificare lo sguardo sullo sconosciuto. Oramai
ci siamo avvicinati parecchio a questo obiettivo, grazie alle produzioni teatrali di Antonio Viganò,
nostro stimato direttore artistico, e dei suoi collaboratori e delle sue collaboratrici. Tutte le persone
partecipanti si stanno sviluppando, fino a diventare attori e attrici professionali con linguaggi propri,
individuali e inconfondibili. Questo vale anche per la nuovissima produzione intitolata “Il suono della
caduta”. Nello stesso tempo la rassegna ci insegna quanta importanza viene data alla diversità anche
al di fuori dei confini della nostra provincia. Inoltre fa capire che in una società inclusiva deve esserci
spazio per tutte le identità e tutte le esperienze di vita: per persone con disagi psichici, per donne che
hanno subito violenze, per persone omosessuali, per persone con handicap, per noi tutti.
Wolfgang Obwexer, direttore della Lebenshilfe
… ist ein sozialer und nicht-gewinnorientierter Verband, der Menschen
mit Beeinträchtigung in allen Lebenslagen in ihrem Bestreben nach einem
selbstbestimmten Leben unterstützt. Die Lebenshilfe führt Einrichtungen
und bietet soziale Dienstleistungen verschiedenster Art in ganz Südtirol
an. Inklusion, Chancengleichheit und Selbstbestimmung sind die zentralen Werte, denen sich der Verband dabei verpflichtet sieht. Die Einrichtungen und Dienstleistungen für Menschen mit Beeinträchtigung sind jeweils
einem von vier Lebensbereichen (Arbeit, Wohnen, Freizeit inklusive Kunst
& Kultur und Mobilität) zugeordnet.
Im Bereich Kunst & Kultur hat die Lebenshilfe in den letzten Jahren nicht
nur durch die Theaterwerkstatt einige Akzente gesetzt, sondern auch
durch die Kunstwerkstatt „Akzent“ (Malerei, Schreibkunst, Fotografie),
die Musikbands „Tun Na Kata“ und „MitEinAnders“ sowie durch einzelne
Projekte wie beispielsweise die Keramikkunst im Schwimmbad des Hotel
Masatsch.
Nähere Informationen finden Sie auf unserer Homepage:
www.lebenshilfe.it
… è un’associazione sociale e senza scopo di lucro che affianca persone
con handicap in tutte le loro situazioni di vita e nel loro intento di trovare soluzioni per vivere una vita autodeterminata. La Lebenshilfe gestisce
strutture ed eroga diversi servizi in tutta la provincia, riconoscendo come
valori fondamentali inclusione, pari opportunità e autodeterminazione.
Ogni struttura e ogni servizio fa parte di un settore che corrisponde a una
di quattro diverse sfere di vita: lavoro, abitare, tempo libero (incluse arte
& cultura) e mobilità.
La Lebenshilfe ha messo un particolare accento sul settore Arte & Cultura
non solo tramite il laboratorio teatrale, ma anche tramite il laboratorio
artistico “Accento” (pittura, poesia, fotografia), i complessi musicali “Tun
Na Kata” e “MitEinAnders” nonché singoli progetti come ad esempio l’arte ceramica nella piscina dell’hotel Masatsch.
Per ulteriori informazioni La invitiamo a visitare il nostro sito:
www.lebenshilfe.it
13 Dicembre / 13. Dezember 2013
Teatro Cristallo
Rassegna Le Vie del Sacro
ore 21.00 Uhr
ACCADEMIA ARTE DELLA DIVERSITà
TEATRO LA RIBALTA & LEBENSHILFE
IL SUONO DELLA CADUTA
Gli angeli intuiscono ciò che gli uomini chiamano i
“sentimenti”, ma a rigore non possono viverli. Sono
profondamente “amorevoli” i nostri angeli, sono buoni e non è dato loro modo di essere altrimenti, perché
non possono neanche concepire l’alterità: la paura, ad
esempio, o la gelosia, l’invidia, né l’odio. Conoscono i
modi con cui vengono espressi, ma non i sentimenti
stessi. Questo tema ci appassiona e ci consente di
interrogarci sul valore della vita, quella che ha il peso
della gravità, del dolore fisico, della ferita che sanguina, della caducità e dell’amore. Quella che si può
trasformare, quella che sogni ma non puoi realizzare,
quella dell’ingiustizia e della mano del giudice. Abbiamo maestri illustri che ci hanno guidato: Rilke, con le
sue “Elegie Duinesi”, Peter Handke e Wim Wenders
con “Gli angeli sopra il cielo di Berlino” oppure “L’angelo sterminatore” di Bunuel e i “Semidei” di James
Stephens.
Tabucchi e Garcia Marquez, ognuno con il suo stile, ci
hanno raccontato dell’angelo caduto sulla terra, nel
pollaio o nella rete per la cattura degli uccelli.
Ma qual’è il suono di questa caduta?
Die Engel ahnen zwar, was die Menschen unter Gefühlen verstehen, aber solche zu leben sind sie nicht
imstande. Sie sind durch und durch edel, hilfreich
und gut und haben deshalb keinen Zugang zu Angst,
Eifersucht, Neid und Hass. Sie kennen diese Gefühle
nur vom Hörensagen, nicht aus eigener Erfahrung.
Dieses Thema fasziniert uns. Dabei gehen wir zentralen Fragen über den Wert des Lebens und seiner
Schwerkraft nach, des körperlichen Schmerzes, der
blutenden Wunde, der Vergänglichkeit der Liebe.
Das Leben, das veränderbar ist, das man erträumen
kann, ohne es zu verwirklichen, das Leben mit all seinen Ungerechtigkeiten und Urteilen. Berühmte Vorbilder haben uns geleitet: Rilke mit seinen „Duineser
Elegien“, Peter Handke und Wim Wenders mit ihrem
„Himmel über Berlin“, Bunuel mit seinem „Würgeengel“ und James Stephens mit seinen „Halbgöttern“.
Tabucchi und Garcia Marquez haben uns, jeder in seiner Manier, vom Engel erzählt, der auf die Erde gefallen ist, in den Hühnerstall oder ins Vogelfangnetz.
Doch wie ist der Klang dieses Falls?
IL SUONO DELLA CADUTA
Con/Mit Michele Fiocchi, Anna Traunig, Mathias Dallinger, Maria Magdolna Johannes,
Rodrigo Scaggiante, Melanie Goldner, Mattia Peretto, Roberta Manzini
Regia e scene / Regie und Bühnenbild Antonio Viganò
Coreografia/Choreografie Julie Anne Stanzak
Direzione tecnica / Technische Leitung Enrico Peco
Produzione/Produktion Accademia Arte della Diversità, Teatro la Ribalta & Lebenshilfe
coproduzione/Co-Produktion BolzanoDanza / TanzBozen
15 Dicembre / 15. Dezember 2013
Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater
ore 16.30 Uhr
TEATRO PIRATA
in collaborazione con Gruppo Baku / in Zusammenarbeit mit der Gruppe Baku
VOGLIO LA LUNA ragazzi e genitori insieme a teatro für Kinder und Familien
Fabio è nella sua cameretta, alle prese con i suoi giochi
ma soprattutto con comandi, raccomandazioni e rimproveri della mamma. Non è per niente tranquillo, gli
sembra che le cose non vadano mai come lui vorrebbe
e di non poter fare niente per cambiarle. Finché una
notte, come per magia, viene svegliato da un soffio di
vento e si accorge che lì, proprio nella sua camera, è
venuta a trovarlo la luna! È bellissima, grande, luminosa. Giocano insieme e poi lei, così come è arrivata,
scompare. Fabio non è mai stato così felice. Decide
che vuole averla a tutti i costi e parte per una fantastica avventura, alla fine della quale riesce a catturare la luna e a portarla in camera sua. Gli sembra che
tutti i suoi problemi siano finiti per sempre, solo che
Fabio non sa che nel mondo, senza più la luna nel cielo, i problemi sono appena cominciati. Comprenderà
allora che non sempre si può volere tutto per sé ciò che
appartiene anche agli altri. E con un gesto magico e
poetico deciderà di condividere lo splendore della luna
con il pubblico dei bambini.
L’idea di questo spettacolo nasce dall’incontro con Fabio, un ragazzo affetto dalla sindrome di Down. Fabio
ha uno sguardo aperto al mondo come quello dei più
piccoli e la capacità di credere che se si vuole davvero
qualcosa sia possibile ottenerla.
Fabio sitzt in seinem Zimmer und spielt, muss aber
immer und immer wieder die Anweisungen und
Ermahnungen seiner Mutter über sich ergehen
lassen. Er ist angespannt. Ihm scheint, als gehe
nichts nach seinen Vorstellungen und als könne er
nichts unternehmen, um etwas zu verändern. Bis
er eines Nachts, wie durch Zauberhand von einem
Windhauch geweckt, aufwacht und feststellt, dass
der Mond zu Besuch gekommen ist. Ausgerechnet hier! Er ist wunderschön, riesig und hell. Beide
spielen gemeinsam, bis der Besucher wieder verschwindet, so plötzlich wie er gekommen ist. Fabio
war noch nie so glücklich! Er will den Mond um jeden
Preis besitzen und begibt sich in ein fantastisches
Abenteuer, an dessen Ende es ihm gelingt, den
Mond einzufangen und mit in sein Zimmer zu nehmen. Alle seine Probleme scheinen ihm für immer
gelöst. Doch er übersieht, dass für die Welt die Probleme ohne den Mond am Himmel erst jetzt so richtig beginnen. Bald wird er verstehen, dass man nicht
ausschließlich für sich beanspruchen kann, was auch
allen anderen gehört. Und er beschließt mit einer
magisch-poetischen Geste, den Glanz des Mondes
mit allen Kindern, die ihm zusehen, teilen zu wollen.
Die Idee zu diesem Stück entstand in der Begegnung
mit Fabio, einem Jungen mit Down-Syndrom. Fabio
hat einen offenen, unvoreingenommenen Blick auf
die Welt, und lebt mit dem festen Glauben, dass man
alles haben kann. Man muss es nur wollen.
VOGLIO LA LUNA
Ideazione e Regia / Idee und Regie Simone Guerro, Lucia Palozzi
Drammaturgia/Dramaturgie Simone Guerro, Lucia Palozzi
Con/Mit Diego Pasquinelli, Fabio Spadoni, Simone Guerro
spettacolo nell’ambito dell’iniziativa “Ragazzi e genitori insieme a Teatro”, in collaborazione con Theatraki
Aufführung im Rahmen von „Ragazzi e genitori insieme a Teatro“, in Zusammenarbeit mit dem Kulturverein Theatraki
spettacolo vincitore del premio Eolo Awards 2013 come Miglior Progetto educativo per il teatro ragazzi e giovani
Gewinner des Preises Eolo Awards 2013 in der Kategorie der Pädagogischen Projekte im Kinder- und Jugendtheater
11 Gennaio / 11. Jänner 2014
Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater ore 20.30 Uhr
TEATROPERSONA
AURE
“Aure” chiude una trilogia del silenzio e della memoria.
Lo spettacolo si ispira all’opera di Marcel Proust “Alla
ricerca del tempo perduto”, un fiume placido e solenne di parole, ma soprattutto un capolavoro pittorico,
sinfonia perfetta di suoni e rumori.
Non c’è storia né personaggi, solo figure e un luogo,
la stanza della memoria, più volte descritta da Proust
come una specie di secondo appartamento, quello
del sonno. Autore dello spazio e delle figure, Vilhelm
Hammershøi, pittore danese del silenzio, capace di
permeare la scena di tempo. Nei suoi interni, cui lo
spettacolo si ispira, il tempo fluisce come fatto luminoso, tutto è al contempo immobile e vibrante: i tavoli
e le sedie sembrano pronti a piroettare, gli oggetti a
librarsi in volo, le numerose porte sempre sul punto di
schiudersi, rivelando presenze taciute e stanze della
memoria involontaria.
„Aure“ bildet das dritte Stück einer Trilogie der Stille und der Erinnerung. Es ist angelehnt an Marcel
Prousts „Auf der Suche nach der verlorenen Zeit“,
jenem Werk, das mit einem sanften und zugleich
feierlichen Wortfluss besticht und eine vollkommene
Symphonie von Klängen und Geräuschen hervorbringt.
An die Stelle von handelnden Gestalten treten Figuren des Traums, der sich an einem Ort abspielt,
den Proust mehrmals als eine zweite Wohnung bezeichnet hat. Die Szenen verhalten sich ähnlich wie
die Motive von Vilhelm Hammershøi, dem dänischen
Maler der Stille, bereit, sich bis in den letzten Winkel
hinein von der Zeit durchdringen zu lassen. Wie dort
durchflutet auch hier die Zeit alles Bestehende wie
ein leuchtendes Etwas. Alles ist unbewegt und vibrierend zugleich. Tische und Stühle erscheinen, als
wären sie zu pirouettieren gelaunt, Türen gerade im
Begriff, sich zu öffnen. Sämtliche Gegenstände wirken, als wollten sie sogleich entschweben. Verborgenes erfüllt den Raum. Erinnerungen kreisen in ihm,
obwohl sie niemand sucht.
AURE
Con/Mit Valentina Salerno, Francesco Pennacchia, Chiara Michelini
Regia/Regie Alessandro Serra
Produzione/Produktion Regione Lazio - Assessorato alla Cultura, Arte e Sport, Bassano Operaestate
Festival - Teatro Fondamenta Nuove Venezia, Rete teatrale aretina - Teatro Comunale Castiglion
Fiorentino, Fondazione Ca.Ri.Civ.
1 Febbraio / 1. Februar 2014
Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater
ore 20.30 Uhr
SAVERIO LA RUINA Scena Verticale
DISSONORATA - Un delitto d’onore in Calabria
Spesso, ascoltando le storie drammatiche di donne
dei paesi musulmani, ci capita di sentire l’eco di altre
storie. Storie di donne calabresi dell’inizio del secolo
scorso, o della fine del secolo scorso, o di oggi. Quando
il lutto per le vedove durava tutta la vita. Per le figlie,
anni e anni. Le donne vestivano quasi tutte di nero,
compreso una specie di chador sulla testa, anche in
piena estate. Donne vittime della legge degli uomini,
schiave di un padre-padrone. E il delitto d’onore era
talmente diffuso che una legge apposita quasi lo depenalizzava.
Partendo dalla “piccola” ma emblematica storia di una
donna calabrese, lo spettacolo offre lo spunto per una
riflessione sulla condizione della donna in generale.
Parlando del proprio villaggio, parla della condizione
della donna nel villaggio globale.
Wenn wir von menschenverachtenden Begebenheiten aus islamischen Ländern erfahren, hören wir
häufig das Echo von Geschichten, die kalabrische
Frauen zu Beginn oder zu Ende des 20. Jahrhunderts
zu erzählen hatten oder gar solche, die kalabrischen
Frauen auch heute noch widerfahren. Geschichten
von Witwen, deren Trauer ein ganzes Leben lang anzudauern hat, und von deren Töchtern, die sich für
Jahre und Jahre in Schwarz zu kleiden haben. Fast
alle waren sie in Schwarz gekleidet und hatten jene
Art Tschador zu tragen, selbst in der brütenden Hitze
des Sommers. Opfer der von Männern auferlegten
Gesetze, Sklavinnen von häuslichen Gebietern. Und
das Ehrendelikt war so weit verbreitet, dass es sogar
ein Sondergesetz gab, das es bagatellisierte.
Das Stück nimmt an einer unscheinbaren, aber beispielhaften Geschichte einer kalabrischen Frau seinen Ausgangspunkt und animiert zur Reflexion auf
die Lebensbedingungen von Frauen im Allgemeinen.
Es spielt in einem kleinen Dorf, thematisiert aber
eine Frage, die unseren gesamten Erdkreis betrifft.
DISSONORATA - Un delitto d’onore in Calabria
Di e con / Von und mit Saverio La Ruina
Musiche dal vivo / Livemusik Gianfranco De Franco
Collaborazione alla regia / Regieassistenz Monica De Simone
Luci/Lichttechnik Dario De Luca
spettacolo vincitore del premio UBU 2007 per il Migliore attore italiano e per il Migliore testo italiano,
del premio Hystrio alla Drammaturgia 2010 e del premio ETI - Gli Olimpici del Teatro 2007
Gewinner des Preises UBU 2007 für den besten italienischen Schauspieler und für den besten Text in
italienischer Sprache, Gewinner des Preises Hystrio 2010 für die Dramaturgie, Gewinner des Preises
ETI - Gli Olimpici del Teatro 2007
21 Febbraio / 21. Februar 2014
Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater
ore 20.30 Uhr
MaRTA CUSCUNà Progetto Fies Factory
LA SEMPLICITà INGANNATA
Poco si sa di alcuni importanti tentativi di emancipazione femminile avvenuti in Italia già nel 500, immediatamente soffocati e dimenticati.
Con questo nuovo progetto teatrale Marta Cuscunà
intende dare voce alle testimonianze di alcune giovani
donne che, in quel periodo, lottarono contro le convenzioni sociali, rivendicando libertà di pensiero e di
critica nei confronti dei dogmi della cultura maschile e
soprattutto libertà di inventare un modello femminile
alternativo a quello che da sempre gli uomini appiccicavano addosso all’altra metà dell’umanità.
Nel 500 avere una figlia femmina era un problema
piuttosto grosso: una figlia femmina equivaleva a una
perdita economica. Certamente una figlia bella e sana
era economicamente vantaggiosa perché poteva essere accasata con una dote modesta, mentre una figlia
meno appetibile o con qualche difetto fisico prevedeva esborsi assai più salati.
Purtroppo però, in tempi di crisi economica, il mercato
matrimoniale subì un crollo generalizzato e alla continua inflazione delle doti si dovette porre rimedio trovando una soluzione alternativa per sistemare le figlie
in sovrannumero: la monacazione forzata.
Le monache del Santa Chiara di Udine attuarono una
forma di resistenza davvero unica nel suo genere.
Queste donne trasformarono il convento udinese in
uno spazio di contestazione, di libertà di pensiero, di
dissacrazione dei dogmi religiosi e della cultura maschile con un fervore culturale impensabile per l’universo femminile dell’epoca.
Wir wissen wenig über jene beachtlichen, in Italien bereits im 16. Jahrhundert unternommenen, allerdings
sogleich unterdrückten und in der Folge bald vergessenen Versuche weiblicher Emanzipation. Mit diesem
neuen Theaterprojekt verleiht Marta Cuscunà den
Zeugnissen junger Frauen aus jener Zeit eine Stimme,
die gegen gesellschaftliche Konventionen ankämpften, Meinungsfreiheit einforderten und das Recht auf
Kritik an Dogmen einer männlich dominierten Kultur
verfochten, gekoppelt mit dem Entwurf eines Gegenmodells zu jenem, das die eine Hälfte der Menschheit
der anderen aufzwang.
Im 16. Jahrhundert war es problematisch, anstatt eines Sohnes eine Tochter zu haben. Dies bedeutete
wirtschaftliche Einbußen. War die Tochter anziehend
und gesund, konnte man sie wenigstens mit einer
bescheidenen Mitgift verheiraten. Weniger attraktive
oder gar irgendwie beeinträchtigte Töchter jedoch
verursachten nur Spesen.
Aufgrund ökonomischer Krisen erlebte auch der
Heiratsmarkt Einbrüche. Der schrittweisen Inflation
der Mitgift musste entgegengewirkt werden. Die
zwangsweise Unterbringung in Klöstern war die am
nächsten liegende Methode, das Problem der überzähligen Töchter zu lösen.
Die Nonnen von Santa Chiara in Udine wählten eine
bis dahin noch nicht gesehene Form des Widerstands.
Sie verwandelten ihr Kloster in einen Schauplatz des
Protests, der freien Meinungsäußerung, des Kampfes
gegen religiöse Dogmen und die männlich dominierte
Kultur mit einem für jene Epoche einzigartigen und bis
heute kaum vorstellbaren Eifer.
LA SEMPLICITà INGANNATA
Di e con / Von und mit Marta Cuscunà
Assistente alla regia / Regieasistenz Marco Rogante
Scenografia/Bühnenbild Delta Studios, Elisabetta Ferrandino
Costumi/Kostüme Antonella Guglielmi
Co-produzione/Co-Produktion Centrale Fies, Operaestate Festival Veneto
liberamente ispirato a “Lo spazio del silenzio” di Giovanna Paolin
frei angelehnt an „Lo spazio del silenzio“ von Giovanna Paolin
27 Febbraio / 27. Februar 2014
Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater
ore 20.30 Uhr
TEATRO DELLA COOPERATIVA
MURI - Prima e dopo Basaglia
“Muri – prima e dopo Basaglia”, tratto dalla testimonianza di un’infermiera, Mariuccia Giacomini, casualmente entrata a lavorare nel manicomio di Trieste.
Con quella sua impalpabile leggerezza coniugata con
una stupefacente densità espressiva, Giulia Lazzarini
ha restituito sulla scena quella figura di una persona
semplice, ma dal cuore ben fatto, che prende lentamente coscienza del significato e del valore umano,
prima ancora che scientifico, sotteso alle rivoluzionarie direttive di quel medico atipico.
Interpretato da una straordinaria Giulia Lazzarini,
uno
spettacolo civile che non vuole essere facile agiografia
di un uomo eccezionale e che ha in sé un insegnamento etico potente.
Das Stück „Muri – prima e dopo Basaglia“ basiert auf
einem Erlebnisbericht der Krankenschwester Mariuccia Giacomini, die nach Triest gekommen war, um
dort in einer Irrenanstalt zu arbeiten. Mit unscheinbarer Leichtigkeit, zugleich aber mit verblüffender
Ausdruckskraft bringt Giulia Lazzarini jene aus einfachen Verhältnissen stammende, herzensgute Person
auf die Bühne, die sich in behutsamen Schritten der
wissenschaftlichen, noch mehr aber der menschlichen Tragweite des Umdenkens bewusst wird, dem
sich jener für die damalige Zeit untypische Arzt verschrieben hat.
Dem Stück mit der berauschenden Giulia Lazzarini
als Darstellerin liegt jede Art von seichter Heiligenverehrung fern. Dennoch transportiert es eine tiefgründige moralische Botschaft.
MURI - Prima e dopo Basaglia
Con/Mit Giulia Lazzarini
Testo e Regia / Text und Regie Renato Sarti
Musiche/Musik Carlo Boccadoro
Scene/Bühnenbild Carlo Sala
Disegno Luci / Lichteffekte Claudio De Pace
Co-produzione Mittelfest, con il sostegno di Regione Lombardia, Progetto Next 2010,
e della Provincia di Trieste - Premio Anima 2012. Finalista premio Riccione per il teatro 2009
Co-Produktion Mittelfest, unterstützt von der Region Lombardei, Projekt Next 2010, und der Provinz
Triest - Gewinner des Preises Anima 2012. Finalist bei der Verleihung des Preises Riccione per il teatro
2009
15 Marzo / 15. März 2014
Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater
ore 20.30 Uhr
ENSEMBLE RICCI/FORTE
STILL LIFE
Il bullismo omofobico è il tema del lavoro “Still life”
(2013), un evento civile nel Teatro della città, un contributo dell’ensemble ricci/forte per tentare di combattere la discriminazione identitaria. Un “omaggio” per ricordare l’adolescente romano, uno dei tantissimi, che
si è tolto la vita impiccandosi con la sua sciarpa rosa.
Il tema della discriminazione, del mobbing psicologico
identitario che determina la repressione dell’immaginazione e spinge all’autoannientamento. Una vertigine per illustrare un germe che si annida ovunque ma
che proprio nei licei scolastici, in quell’età in cui ogni
futuro sembra possibile, stabilisce il suo paradosso
smascherando i perimetri del gregge che diventeremo.
Il teatro è un mezzo potentissimo attraverso cui esaltare il potenziale che c’è nelle differenze tra esseri
umani e lo strumento con cui comunicare nuovi modi
di osservare la realtà, nel rispetto delle scelte e delle
nature dei singoli. Un processo per fare politica, da intendersi come una responsabilità che i cittadini hanno
all’interno della polis. Preferiamo non vedere, evitare
interrogativi che ci costringerebbero a una riflessione.
Preferiamo omologarci, appunto, ai canoni di una società precostituita. Questa è già l’anticamera alla repressione della fantasia e all’autoannientamento.
Das homophobe Mobbing ist Gegenstand des Stücks
„Still life“ (2013) des Ensembles ricci/forte, das einen
Beitrag zur Bekämpfung der Diskriminierung von
Menschen aufgrund von deren Selbstdefinition zu
leisten versucht. Das Stück ist, stellvertretend für
zahlreiche andere, jenem römischen Jugendlichen
gewidmet, der sich mit seinem rosafarbenen Schal
erhängte.
Diskriminierung und Mobbing, welche die freie
Entfaltung der Fantasie erdrücken und in die Selbstauslöschung treiben. Das Stück benennt den Keim,
der sich überall einnistet, paradoxerweise sogar
zwischen Oberschüler/inne/n, denen eigentlich jede
Art von Zukunft offen stehen sollte und die schonungslos den Bewegungsradius jener Herde vorzeichnen, zu der wir zu gehören haben.
Das Theater hat die Macht und die Mittel, die Unterschiede zwischen Menschen und individuelle Potenziale aufzuzeigen. In ihm können mit vollem Respekt
vor persönlichen Entscheidungen und Lebensweisen
neue Formen der Weltbetrachtung kommuniziert
werden.
Das Theater kann in einem weiten Sinn des Wortes
politisch werden, indem es die Bürger/innen an ihre
Verantwortung gegenüber der Gemeinschaft erinnert. Zu oft aber schauen wir lieber weg, um Fragen
zu vermeiden, die uns zum Nachdenken zwingen würden. Vielmehr bevorzugen wir die Anpassung an die
Richtlinien einer vorgefertigten Gesellschaft. Bereits
in dieser Trägheit sind Unterdrückung von Fantasie
und Impulse zur Vernichtung angelegt.
STILL LIFE
Con/Mit Anna Gualdo, Giuseppe Sartori, Fabio Gomiero, Liliana Laera, Francesco Scolletta
Regia/Regie Stefano Ricci
Drammaturgia/ Dramaturgie ricci/forte
Movimenti/Bewegungsinstruktionen Marco Angelilli
Direzione tecnica / technische Leitung Davide Confetto
Assistente regia / Regieassistenz Claudia Salvatore
11 Aprile / 11. April 2014
Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater
ore 20.30 Uhr
VALTER MALOSTI Teatro di Dioniso
LO STUPRO DI LUCREZIA
Lo Stupro di Lucrezia venne pubblicato nel 1594,
l’anno successivo alla stampa di Venere e Adone. In
Shakespeare la voce di Lucrezia si dilata e diviene uno
dei più alti esempi di meditazione sulle conseguenze
dello stupro visto dalla parte di una donna, attraverso un’ingegnosa serie di lamentazioni, introspezioni,
allegorie, invettive contro il Tempo, la Notte, l’Occasione, e in una ekphrasis che è capolavoro assoluto.
Shakespeare qui dispiega la sua potentissima lingua e
la capacità geniale di mescolare l’orrore all’anti-tragica
parodia, con una specie di equilibrio incantatore che ci
inghiotte nella musica delle parole senza concederci
una qualche sospensione liberatoria.
In scena i protagonisti sono due giovani attori appena
diplomati alla Scuola per attori del Teatro Stabile di
Torino diretta dallo stesso Malosti, Alice Spisa e Jacopo Squizzato, cui è richiesto un lavoro fisico e verbale
violento ed estenuante, dentro una partitura sonora
inquieta e multiforme.
„Lo stupro di Lucrezia“ wurde im Jahr 1594 publiziert,
ein Jahr nach der Veröffentlichung von „Venus und
Adonis“. Bei Shakespeare wird die Stimme von Lukrezia durch jene wundersame Reihe von Wehklagen,
Gedankengängen, Allegorien und Beschimpfungen
sowie einer Ekphrase von seltener Qualität zu einem
der am stärksten beeindruckenden Beispiele für die
Verarbeitung einer Vergewaltigung und deren Folgen aus der Sicht einer Frau.
Shakespeare lässt hier die Macht seiner Sprache sich
entfalten, Horror und Humor einander in einem harmonischen Tanz zur Musik der Worte vermengen,
ohne uns Verschnaufpausen zu gönnen.
Die beiden Darsteller, Alice Spisa und Jacopo Squizzato, sind zwei junge Talente, die erst kürzlich in der
von Valter Malosti geleiteten Schauspielschule des
Teatro Stabile von Turin diplomiert wurden. Sowohl
körperlich wie auch sprachlich anspruchsvoll ist die
Arbeit, die ihnen innerhalb dieser klangvollen, ruhelosen und vielgestaltigen Partitur abverlangt wird.
Attenzione! Si informa che la presenza di scene di
nudo e contenuti tematicamente violenti potrebbero offendere la sensibilità di qualche spettatore, in
generale si consiglia comunque la visione a un pubblico adulto.
Achtung! Wir teilen mit, dass Nacktszenen und Inhalte mit Gewaltcharakter das Schamgefühl mancher Zuschauerinnen und Zuschauer verletzen
können. Das Stück ist in jedem Fall einem erwachsenen Publikum vorbehalten.
LO STUPRO DI LUCREZIA
Di/ Von Valter Malosti
Con/Mit Valter Malosti, Alice Spisa, Jacopo Squizzato
Regia/Regie Stefano Ricci
Cura del movimento / Bewegungsinstruktionen Alessio Maria Romano
Costumi/Kostüme Federica Genovesi
Versione italiana e adattamento dalla traduzione di Gilberto Sacerdoti: Valter Malosti
Version in italienischer Sprache und Bearbeitung der Übersetzung von Gilberto Sacerdoti: Valter Malosti
29 Aprile / 29. April 2014
Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater
ore 20.30 Uhr
MARIO PERROTTA Teatro dell’Argine
UN BéS - Antonio Ligabue
Lo spettacolo ruota intorno alla figura di Antonio Ligabue e al suo rapporto con i luoghi che segnarono
la sua esistenza e la sua creazione artistica: la Svizzera, dove nacque e visse fino ai diciotto anni; il territorio di Gualtieri (Reggio Emilia), sulle rive del Po;
le sponde reggiane e mantovane dello stesso fiume
Po, dove produsse gran parte dei suoi quadri e delle
sue sculture.
“Un bès ... Dam un bès, uno solo! Che un giorno diventerà tutto splendido. Per me e per voi”. Provo a
chiudere gli occhi e immagino: io, così come sono,
con i miei 40 passati, con la mia vita – quella che so
di avere vissuto – ma senza un bacio, neanche uno.
Mai. Senza che le mie labbra ne abbiano incontrate
altre, anche solo sfiorate. Senza tutto il resto che è
comunione di carne e di spirito, senza neanche una
carezza. Mai. Ecco, questo m’interessa oggi di Antonio Ligabue: la sua solitudine, il suo stare al margine,
anzi, oltre il margine – oltre il confine – là dove un bacio è un sogno, un implorare senza risposte che dura
da tutta una vita. Voglio avere a che fare con l’uomo
Antonio Ligabue, con il Toni, lo scemo del paese. Mi
attrae e mi spiazza la coscienza che aveva di essere
un rifiuto dell’umanità e, al contempo, un artista,
perché questo doppio sentire gli lacerava l’anima:
l’artista sapeva di meritarlo un bacio, ma il pazzo intanto lo elemosinava.
Voglio stare anch’io sul confine e guardare gli altri. E,
sempre sul confine, chiedermi qual’è dentro e qual’è
fuori.
Das Stück kreist um die Gestalt Antonio Ligabue und
seine Beziehung zu jenen Schauplätzen, die seine Existenz und sein künstlerisches Wirken kennzeichneten:
die Schweiz, in der er geboren wurde und bis zu seinem 18. Lebensjahr lebte, das Gebiet um Gualtieri an
den Ufern des Po in der Provinz Reggio Emilia sowie
die Po-Ufer in der Provinz Mantua, an denen er einen
Großteil seiner Gemälde und Skulpturen schuf.
„Un bès … Dam un bès, einer allein! Der eines Tages
berühmt werden sollte. Für mich und für euch.“ Ich
versuche, die Augen zu schließen, und stelle mir
mich vor, mich mit meinen 40 Jahren, mich mit meinem Leben, in dem es nie einen Kuss gegeben hat.
Keinen einzigen! Mit meinem Leben, in dem meine
Lippen kein einziges Mal andere Lippen gestreift, geschweige denn berührt haben. Mit meinem Leben
ohne eine einzige körperlich-seelische Vereinigung,
ja sogar ohne jegliche zärtliche Berührung. Das ist es,
was mich an Antonio Ligabue besonders interessiert:
seine Einsamkeit, seine Ausgrenzung, seine Existenz
jenseits aller Grenzen, wo ein Kuss nicht mehr ist als
ein ewiger Traum. Dem Menschen Antonio Ligabue
möchte ich nahe kommen, ihm, Toni, dem Dorftrottel. Ihm, dem es das Herz zerreißt zu wissen, zum Abschaum der Menschheit und zugleich zu den größten
Künstlern der Geschichte zu zählen. Der Prinz in ihm
wusste, dass er sich einen Kuss verdiente. Der Frosch
in ihm aber bettelte darum.
Auch ich möchte Grenzgänger sein und die anderen
beobachten. Und an dieser Grenze mich fragen, was
Außen und was Innen ist.
UN BèS - Antonio Ligabue
Di e con / Von und mit Mario Perrotta
Collaborazione alla regia / Regieassistenz Paola Roscioli
in collaborazione con Teatro Sociale di Gualtieri, Comune di Gualtieri, Associazione Olinda, dueL
in Zusammenarbeit mit Teatro Sociale Gualtieri, Gemeinde Gualtieri, Verein Olinda, dueL
19 Settembre / 19. September 2014
Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater ore 20.30 Uhr
BARTHOLOMEI’S
Unvollendet - Klassentreffen mit Romeo und Julia
Ein Klassentreffen nach 50 Jahren Abiturabschluss.
Das Klassentreffen als Gegenwartsgeschichte. Eine
Tischtafel, an der sich alle Mitschüler/innen treffen.
Es werden Freundlichkeiten und auch weniger
Freundliches ausgetauscht, und immer wieder erinnern sie sich zurück an ihr gemeinsames Abschlusstheater „Romeo und Julia“ und an die gemeinsame
Maturareise nach Verona.
Dann beginnt das Spiel. Die Tischtafel wird zum Balkon, Besteck wird hergenommen fürs Gefecht der
Capulets gegen Montague, das Tischtuch wird zum
Liebesnest und zum Leichentuch, Servietten werden
zum Brautkleid.
Immer wieder schwenken wir von der Gegenwart in
die Erinnerung und umgekehrt. So hat sich ein sehr
poetisches, liebenswürdiges Theaterstück entwickelt.
Mit viel Gefühl.
Unsere Seniorentheatergruppe nennt sich „Bartholomei’s“ und kommt aus Südtirol. Sie besteht aus 7 Frauen und 2 Herren. Wir arbeiten bereits kontinuierlich
seit 18 Jahren zusammen und entwickeln unsere Stücke selbst aus Erlebtem, Erinnerungen, Recherchiertem, aus Wünschen und Lüsten und aus Zukunftsvisionen.
Bei unserem neuen Theaterstück haben wir uns an
Shakespeares Geschichte von Romeo und Julia angelehnt, um uns auch mal mit einem klassischen Werk
auseinanderzusetzen.
Incontro di classe a 50 dalla Maturità. Storia che si
sviluppa partendo dal presente: una tavolata dove si
ritrovano tutti gli “ex”. Prima è tutto uno scambio di
gentilezze ma poi, piano piano, si passa ad argomenti
decisamente meno gentili. Su tutto però prevale un
unico ricordo. Quello della rappresentazione portata
in scena proprio nell’anno della Maturità: “Romeo e
Giulietta”.
Così ha inizio il gioco. La tavolata diventa il balcone, le
posate si trasformano nelle spade dei Capuleti contro
i Montecchi. La tovaglia diventa talamo, ma sa anche
trasformarsi in sudario. I tovaglioli riescono a mutarsi
in abito da sposa. E il presente continua ad alternarsi
al passato.
Così si è sviluppata una drammaturgia molto poetica e
piacevole pur in un groviglio di sentimenti.
Il nostro gruppo teatrale della terza età, che ci ha fatto diventare i “Barthomei’s”, viene dall’Alto Adige.
È composto da 7 donne e 2 uomini e lavora, ininterrottamente, da 18 anni. Ha al suo attivo un repertorio
che spazia dal vissuto al frutto di ricerche, desideri e
aspirazioni.
Per questo nuovo spettacolo, abbiamo rivisitato la storia di Giulietta e Romeo per confrontarci anche con un
autentico classico.
UNVOLLENDET - Klassentreffen mit Romeo und Julia
Regie und Dramaturgie / Regia e drammaturgia Maria Thaler Neuwirth
10 Ottobre / 10. Oktober 2014
Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater
ore 10.30 Uhr: für Schulklassen / per classi di scuola
ore 20.30 Uhr: Abendveranstaltung/serale
JETZT & CO. ZÜRICH
TITUS
Titus Andronicus war ein berühmter römischer General. Ein Betonmensch mit stählernem Brustkorb, dem
niemand etwas anhaben konnte. Ein Held.
Titus Multekutte ist kein Held. Seit 13 Jahren ist er Sohn
eines Metzgers und wurde nach dessen Lieblingsschwein benannt. In seinem Leben ist schon vieles
schief gelaufen. Jetzt steht er auf dem Dach seiner
Schule und will springen.
Er lässt sein Leben in Bildern an sich vorbeiziehen, erzählt von seinen Kämpfen, seinen Sehnsüchten und
Wünschen. Weil die Wahrheit manchmal so langweilig
ist und das Leben so hart, erfindet Titus sich und sein
Leben neu, hilft ihm auf die Sprünge, füllt die weißen
Wände seiner Einsamkeit.
Seine Wut wächst und überflügelt sein Leid und sein
Selbstmitleid. Schließlich verliert der Tiefensog seine
Wirkung, und Titus gewinnt wieder festen Boden unter
den Füßen, denn … „das Leben ist viel zu schön, um
zu springen.“
Das temporeiche und berührende Stück erzählt die
Geschichte eines verletzten jungen Mannes, der zerrissen am Rand des Abgrunds steht. Mit Wut, Trauer, Witz
und Mut schwankt er zwischen seiner Realität und seinen Sehnsüchten, zwischen Erlebtem und Erhofftem.
Das Publikum weiß dabei nie genau, was wahr ist und
was behauptet.
Das Stück ist geeignet für ein Publikum ab 12 Jahren.
Tito Andronico era un generale romano molto famoso.
Un uomo tutto d’un pezzo, con una corazza che lo rendeva invulnerabile. Un eroe.
Tito Multekutte invece non è un eroe. Ha 13 anni ed è
figlio di un macellaio il cui nome è quello del suo maiale
preferito. Nella sua vita sono andate storte un sacco
di cose e adesso è sul tetto della sua scuola, deciso a
suicidarsi.
Mentre è lì, in procinto di lanciarsi, vede il film della sua
vita passargli davanti agli occhi, le sue battaglie, la brama di fare, tutti i suoi sogni.
Poiché la verità, a volte, è così noiosa e la vita così dura,
Tito riscrive la sua vita e la fa iniziare cercando di riempire le pareti bianche della sua solitudine.
La sua rabbia cresce e trascende la sua sofferenza e autocommiserazione. Alla fine però questa voglia di farla
finita svanisce e Tito riconquista il terreno sotto i suoi
piedi perché la vita è troppo bella per troncarla.
Questo passaggio veloce, ma anche molto toccante,
racconta la storia di un giovane uomo molto ferito, distrutto, al margine di un precipizio. Con ira, tristezza,
umorismo e coraggio si barcamena tra la realtà ed il
suo mondo fantastico. Tra vissuto e sogno, il pubblico
non sa mai con esattezza cosa è davvero realtà e cosa
finzione.
Adatto a un pubblico dai 12 anni in su.
TITUS
Von/Di Jan Sobrie
Spiel/Interprete Fabian Müller
Regie/Regia Enrico Beeler
Bühne & Kostüm / Sceneggiatura & costumi Cornelia Koch
Dramaturgie/Drammaturgia Petra Fischer
Lichtgestaltung/Luci Robert Meyer
Produktion/Produzione jetzt & co. Zürich
Koproduktion/Coproduzione Theater Stadelhofen (Zürich/Zurigo), Theater Tuchlaube (Aarau)
24 Ottobre / 24. Oktober 2014
Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater ore 20.30 Uhr
CARAMBOLAGE Bozen/Bolzano
& WESTBAHNTHEATER Innsbruck
LA STANZA DELL’ORSO E DELL’APE / ENGEL LASSEN KEINEN FALLEN
Dies ist die wahre Geschichte einer alleinerziehenden
jungen Mutter aus Südtirol und ihrer kranken Tochter.
Eine Geschichte ganz ohne Pathos. Zwischen Leben
und Tod, Hoffnung und Verzweiflung, Solidarität und
Gleichgültigkeit. Eine Geschichte, die niemand erleben möchte, aber jeden treffen kann, ganz unabhängig von Sprache, Herkunft und Kultur. Bei dieser
Inszenierung werden zwei sprachliche Varianten
gleichzeitig auf der Bühne dargestellt. Dabei wird jeder, der auch nur eine Sprache beherrscht, den Inhalt
der Geschichte verstehen.
Michela Franco Celani ist 1948 in Triest geboren. Nach
ihrem Studium der deutschen Sprache und Literatur
war sie als Lehrerin in Mittel- und Oberschulen tätig.
Daneben hat sie Lyrik und Prosatexte übersetzt und
1995 den Internationalen Literaturwettbewerb „Merano Europa“ ins Leben gerufen. 2005 hat sie ihren
ersten Roman „Ucciderò mia madre“ (Salani) veröffentlicht und sich von nun an komplett der Literatur gewidmet. 2006 folgte gemeinsam mit Patrizia
Miotto der Bestseller-Roman „La stanza dell’orso e
dell’ape“ (Mursia).
Weitere wichtige Werke sind „La casa dei giorni dispersi“ (Salani 2009) und „Mai dire ormai“ (Mursia 2010).
Questa è la storia vera di una mamma e della sua
bambina. Anzi, di una ragazza madre e della sua
bambina malata. Ma non è e non vuole essere una
storia pietistica. Assomiglia più a un bollettino di
guerra dove si scontrano la vita e la morte, la speranza e la disperazione, ma anche la buona e la mala sanità, la solidarietà e l’indifferenza. È la storia che nessuno vorrebbe mai scrivere. E per questo qualcuno
ha dovuto farlo. Il pezzo prevede una rappresentazione bilingue. Pertanto, anche chi conosce una sola
lingua potrà comprendere i contenuti della storia.
Michela Franco Celani è nata a Trieste nel 1948. Laureata in lingua e letteratura tedesca, ha insegnato
dapprima alle scuole medie e superiori. Si è occupata
di traduzioni di prosa e lirica e nel 1995 ha ideato il
premio letterario internazionale “Merano Europa”.
Si è poi dedicata completamente alla letteratura,
pubblicando nel 2005 il suo primo romanzo “Ucciderò mia madre” (Salani) e nel 2006, assieme a Patrizia
Miotto, il best seller “La stanza dell’orso e dell’ape”
(Mursia). Altre sue opere importanti sono “La casa
dei giorni dispersi” (Salani 2009) e “Mai dire ormai”
(Mursia 2010).
LA STANZA DELL’ORSO E DELL’APE / ENGEL LASSEN KEINEN FALLEN
Mit/Con Susan La Dez, Flora Sarrubbo
Regie/Regia Christian Mair
Ausstattung/Costumi Christian Mair, Susan La Dez, Flora Sarrubbo
Technik/Tecnica Lex Pallaoro, Didi Scherz
Fotos/Foto Lucas Da Tos
LABORATORIO 2014
WERKSTATT 2014
Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater
CORPO, INTEGRAZIONE,
DIVERSITÀ
KÖRPER, INKLUSION,
VIELFALT
Un laboratorio teatrale
aperto a tutti
Eine Theaterwerkstatt
für alle
Presso il Teatro Comunale di Gries la Lebenshilfe gestisce un laboratorio permanente, aperto a tutti, utenti e
non, per esplorare le arti del teatro e del movimento.
Dono di una presenza che, rompendo gli schemi del
“bello” e delle “forme compiute”, è in grado di restituirci una poesia concreta. Un corpo che si fa poesia nel
momento che diventa narrazione, storia, memoria,
presente e futuro. Un corpo poetico che nel suo agire,
attraverso i suoi gesti, ci racconta la sua relazione col
mondo, un suo modo di vederlo e di sentirlo. Ecco, allora, un corpo che si fa teatro, che non rappresenta l’altro
da sé, che non è più solo “teatro della rappresentazione”, ma diventa, trasformandosi, “Teatro dell’essere”.
Un teatro capace di svelare sentimenti, emozioni, e
chiede a noi, spettatori e attori, di entrare in relazione
con altri sguardi, altri orizzonti e altri punti di vista.
Im Grieser Stadttheater führt die Lebenshilfe eine
Menschen mit und Menschen ohne Beeinträchtigung
offen stehende ständige Theaterwerkstatt, in der die
Schauspielkunst erlernt und ausgeübt werden kann.
Diesseits des “Schönen” und “Formvollendeten”
entdecken wir konkrete Poesie wieder. Ein Körper,
der sich zu einem Gedicht formt, sobald er Erzählung,
Geschichte, Erinnerung, Gegenwart und Zukunft
wird. Ein Körper als Kunstwerk, der uns über seine
Handlungen von seiner Beziehung zur Welt und seiner Wahrnehmung derselben erzählt. Ein Körper
also, der Theater spielt und dabei nicht nur das Andere “darstellt”, sondern ins “Sein” eintaucht. Hier
werden Empfindungen und Gefühle freigelegt, die
uns, Zuschauer wie Schauspieler, zur Begegnung mit
anderen Blickwinkeln, anderen Horizonten, anderen
Sichtweisen einlädt.
Docenti
DANZA:
Marta Bevilacqua e Julie Stanzak
TEATRO:
Paola Guerra, Alexandra Hofer, Annalisa Legato
TEATRO DANZA:
Antonio Viganò
Dozent/inn/en
TANZ:
Marta Bevilacqua und Julie Stanzak
THEATER:
Paola Guerra, Alexandra Hofer, Annalisa Legato
TANZTHEATER:
Antonio Viganò
INFO: LEBENSHILFE ONLUS T: 0471 062529
INFOS: LEBENSHILFE ONLUS T: 0471 062529
Ufficio Persone con disabilità / Amt für Menschen mit Behinderungen
Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater
AKADEMIE KUNST DER VIEFLALT
UN TEATRO PER L’EDUCAZIONE
ALLA DIFFERENZA
EIN THEATER VOLLER
BEGEGNUNGEN MIT DEM ANDEREN
ACCADEMIA ARTE DELLA DIVRESITÀ
ARTE DELLA DIV E R SITà
KUNST DER VIE L F ALT
ARTE DELLA DIVERSITà / KUNST DER VIELFALT 2013.14 - 4a edizione / 4. Ausgabe
Info/Infos
INGRESSO/EINTRITT
Intero / Voller Preis € 10
Ridotto / Reduzierter Preis € 5
Spettacoli con le famiglie / Vorführungen für Familien
Adulti/Erwachsene € 5 - Ragazzi/Kinder € 2
Abbonamento a tutti gli spettacoli / Abonnement für alle Vorführungen
Intero / Voller Preis € 50
Studenti/Studenten € 25
prenotazioni/Vormerkungen
Lebenshilfe Onlus
T: 340 3642612 (Barbara Rottensteiner)
[email protected]
direzione artistica / künstlerische Leitung: Antonio Viganò [email protected]
direzione generale / Intendanz: Wolfgang Obwexer
direzione organizzativa e biglietteria / Organisation und Kartenverkauf: Barbara Rottensteiner
amministrazione/Verwaltung: Petra Bisaglia
direzione tecnica / technische Leitung: Enrico Peco
foto copertina / Titelfoto: Felix Finster
direzione laboratorio / Leitung der Werkstatt: Paola Guerra [email protected]
logistica e ospitalità / Logistik: Alexandra Hofer [email protected]
grafica e impaginazione / Grafik und Layout: Alessandra Pellegrino - studio23esimo.it
Coop. Sociale / SOZIALGENOSSENSCHAFT ONLUS
Accademia Arte della Diversità / Akademie Kunst der Vielfalt , Teatro La Ribalta
Corso Libertà / Freiheitsstraße 50, 39100 Bolzano/Bozen
www.teatrolaribalta.it
lebenshilfe onlus
Via-Galileo-Galilei-Straße 4/c, 39100 Bozen/Bolzano
www.lebenshilfe.it