ARTE DELLA DIV E R SITà KUNST DER VIE L F ALT 2013 2014 Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater ARTE DELLA DIVERSITà 2013.2014 KUNST DER VIELFALT 2013.2014 Direzione Artistica / Art Direction: Antonio Viganò AKADEMIE KUNST DER VIELFALT ACCADEMIA ARTE DELLA DIVERSITà TEATRO LA RIBALTA & LEBENSHILFE con il sostegno della Città di Bolzano, Assessorato alla Cultura e alla Convivenza mit freundlicher Unterstützung der Stadt Bozen, Assessorat für Kultur und aktives Zusammenleben Assessorato alla Cultura e alla Convivenza Assessorat für Kultur und aktives Zusammenleben AKADEMIE KUNST DER VIEFLALT ACCADEMIA ARTE DELLA DIVRESITÀ si ringrazia per la collaborazione / mit Dank für die Zusammenarbeit an Teatro Cristallo Waltherhaus Provincia Autonoma di Bolzano, Ufficio Persone con disabilità Autonome Provinz Bozen, Amt für Menschen mit Behinderungen “ “ “ QUANDO L’AHIMè DIVENTA HAI ME A. BERGONZONI per “Gli Amici di Luca” NICHTS KANN WAHR SEIN, WAS EINEN ZWINGT, ANDERES AUSSEN VORZULASSEN albert camus “ ARTE DELLA DIVERSITà 2013.2014 Ci rincontriamo anche quest’anno per la quarta edizione della rassegna “Arte della Diversità” sul terreno fertile del teatro, per interrogarci, per emozionarci e divertirci, rallentando il tempo veloce che scandisce la nostra vita quotidiana, nella dimensione della diversità. Ma la diversità è un elemento da tollerare o un bene da tutelare? La diversità è un concetto ambivalente, che da un lato suscita mistero e timore, dall’altro curiosità e fascino. La diversità talvolta provoca un senso di rifiuto, ma allo stesso tempo può essere adottata come vera e propria filosofia di vita, accompagnata dal bisogno di qualcosa di “diverso” per poter mettere sé stessi a confronto con “l’altro” e poter così arricchirsi delle differenze altrui. Diversità come necessità inevitabile della nostra vita, come valore e ricchezza per lo scambio e la crescita umana, ma anche come difficoltà cui andiamo incontro nel momento in cui per primi ci sentiamo diversi o esclusi. Le differenze sono la ricchezza stessa di ogni situazione umana e sociale, anche se nel contempo si è abituati in maniera più o meno conscia a considerarle un pericolo. Il “diverso” può essere lo straniero, differente per lingua, cultura e religione, come può esserlo il portatore di handicap, verso il quale le persone tengono spesso atteggiamenti contrastanti, dalla solidarietà al rifiuto. Il diverso è l’omosessuale in quanto contravviene secondo molti a un ordine naturale. Ma dobbiamo interrogarci fino a che punto ci dobbiamo spingere a definire la diversità. Diversi da chi e da che cosa e perché? Ciò che è simile a noi è infatti più rassicurante, riconoscibile, controllabile, ma nello KUNST DER VIELFALT 2013.2014 stesso momento il desiderio di fuga dall’omologazione ci spinge verso nuove strade, verso la conoscenza della Diversità della Vita. Abbiamo bisogno della diversità, proprio per celebrarla la Vita. Ci troviamo quindi ad evocare a gran voce la diversità culturale, come forte spinta al rinnovamento delle nostre risorse intellettuali e umane. La distinzione tra normalità e diversità, sebbene necessaria e inevitabile, non è quindi un valore assoluto o eterno, ma una convenzione che può essere messa in discussione, criticata e modificata. Quindi dico “grazie” all’Arte della Diversità che ha l’enorme pregio di ribaltare i luoghi comuni esistenti e presentare “la diversità” non più come una mancanza, un ostacolo, uno svantaggio, ma come una ricchezza di emozioni, di sentimenti, di modi di leggere e interpretare il mondo, di storie dolorose e complesse, di sogni, di attese che, se trovano una capacità di comunicazione vera, riesce ad andare oltre tutti gli ostacoli e superare la loro condizione sociale, nella quale sono a volta ingessati e prigionieri, e diventare qualcos’altro. Il teatro in tutto questo ci aiuta, è un territorio in cui non servono certezze, anzi, esso è l’esposizione dei conflitti, del dubbio, ed ha legami profondi ed ancestrali con l’essenza stessa dell’essere, del vivere. L’incontro tra una dimensione di vita diversa dalle convenzioni ed il teatro, è un incontro dove i sentimenti e le emozioni guidano le azioni più della ragione. Patrizia Trincanato Assessora alla Cultura e alla Convivenza della Città di Bolzano Auch heuer wieder betreten wir mit dem Festival „Kunst der Vielfalt“ den fruchtbaren Boden des Theaters, um uns zu hinterfragen, unsere Gefühle ansprechen zu lassen und uns zu unterhalten. Wir wollen der Hektik unseres Alltags Einhalt gebieten und uns der Vielfalt zuwenden. Stellt die Vielfalt und damit das Anderssein ein unvermeidliches und einfach nur zu tolerierendes Element dar oder handelt es sich dabei um ein kostbares, zu beschützendes Gut? Das Andere, das die Vielfalt nährt, hat zwei Seiten: manchmal schüchtert es ein und beängstigt, ein andermal weckt es die Neugierde und übt eine starke Faszination aus. Vielfalt kann Abwehrreaktionen hervorrufen oder aber eine Lebensphilosophie begründen. Letzteres tritt ein, wenn angesichts der Vielfalt unser Bedürfnis nach dem Anderen geweckt wird, mit dem wir uns konfrontieren und bereichern können. Unterschiede sind wesentliche Bestandteile unseres Lebens und fördern Austausch, Entwicklung und Wachstum. Zur Last aber können sie werden, wenn wir selbst anders sind auf eine Weise, die uns ausgrenzt. Unterschiede sind somit eine Schatzkiste für das menschliche Dasein und das gesellschaftliche Zusammenleben, auch wenn wir mehr oder weniger bewusst dazu neigen, sie als gefährlich einzustufen. Das Andere finden wir in Migranten, deren Sprachen, Kulturen und Religionen sich von unseren unterscheiden, in Personen mit Beeinträchtigung, die widersprüchliche Gefühle in uns wachrufen, in homosexuellen Menschen, deren Lebensweise anscheinend der natürlichen Ordnung zuwiderläuft. Wir sollten aber stets darauf achten, die Wahrnehmung von Unterschieden nicht zu weit zu treiben. Anders als wer? Anders als was? Anders warum? Gemeinsamkeiten haben freilich etwas Beruhigendes. In ihnen kön- nen wir uns spiegeln und mit dem Gefühl leben, alles unter Kontrolle zu haben. Doch andererseits treibt uns eine ungestillte Sehnsucht nach neuen Wegen immer wieder hinaus ins Weite, wo wir erfahren, dass Leben Vielfalt ist. Wir brauchen die Vielfalt, weil wir nur so das lebendige Leben feiern können. Mit lauter Stimme also stellen wir uns hinter die Vielfalt, weil wir erkennen, dass sie uns dazu anspornt, unsere Gedanken nicht veralten zu lassen und unsere menschliche Substanz unentwegt zu erneuern. Die Unterscheidung zwischen Normalität und Vielfalt ist zwar unvermeidlich, doch sie liefert keine absoluten Wahrheiten und Werte. Sie basiert vielmehr auf Konventionen, die zu jeder Zeit infrage gestellt werden können. Ich bedanke mich bei „Kunst der Vielfalt“ dafür, dass sie bestehende Gemeinplätze immer wieder auf den Kopf stellt und das Anderssein nicht als Mangel, Hindernis und Nachteil darstellt, sondern in ihm eine reiche Quelle von Gefühlen, Empfindungen, Stimmen, Deutungen und Anschauungen sieht, der Geschichten, Träume und Erwartungen erwachsen, die durch ihre Mitteilung Zwänge und Hindernisse überwinden, Ketten sprengen und zu ungeahnten Veränderungen führen können. Das Theater ist uns hier eine große Hilfe. Es kommt ohne Gewissheiten aus. Mehr noch: die Bühne ist der Schauplatz par excellence, der Konflikte und Zweifel zur Sprache bringt und eine uralte Beziehung zum Wesenskern unseres Daseins herstellt. Wenn Anderssein und Theater einander begegnen, erblühen Regungen und Gefühle, die in diesem Fall bedeutsamer sind als der Verstand. Patrizia Trincanato Stadträtin für Kultur und aktives Zusammenleben der Stadt Bozen Programma/Programm 15 Marzo / 15. März 2014 Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater 13 Dicembre / 13. Dezember 2013 Teatro Cristallo ore 21.00 Uhr ore 20.30 Uhr ENSEMBLE RICCI/FORTE STILL LIFE accADEMIA ARTE DELLA DIVERSITà TEATRO LA RIBALTA & LEBENSHILFE 11 Aprile / 11. April 2014 Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater IL SUONO DELLA CADUTA ore 20.30 Uhr VALTER MALOSTI Teatro di Dioniso 15 Dicembre / 15. Dezember 2013 Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater ore 16.30 Uhr TEATRO PIRATA LO STUPRO DI LUCREZIA 29 Aprile / 29. April 2014 Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater VOGLIO LA LUNA ore 20.30 Uhr MARIO PERROTTA Teatro dell’Argine 11 Gennaio / 11. Jänner 2014 Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater ore 20.30 Uhr TEATROPERSONA 19 Settembre / 19. September 2014 Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater AURE 1 Febbraio / 1. Februar 2014 Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater ore 20.30 Uhr BARTHOLOMEI’S Unvollendet - Klassentreffen mit Romeo und Julia ore 20.30 Uhr 10 Ottobre / 10. Oktober 2014 ore 10.30 Uhr: für Schulklassen / per classi di scuola ore 20.30 Uhr: Abendveranstaltung/serale Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater SAVERIO LA RUINA Scena Verticale DISSONORATA - Un delitto d’onore in Calabria 21 Febbraio / 21. Februar 2014 Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater UN BéS - Antonio Ligabue MaRTA CUSCUNà Progetto Fies Factory ore 20.30 Uhr jetzt & co. Zürich TITUS LA SEMPLICITà INGANNATA 27 Febbraio / 27. Februar 2014 Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater TEATRO DELLA COOPERATIVA MURI - Prima e dopo Basaglia ore 20.30 Uhr 24 Ottobre / 24. Oktober 2014 Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater ore 20.30 Uhr CARAMBOLAGE Bozen/Bolzano & WESTBAHNTHEATER Innsbruck Engel lassen keinen fallen (La stanza dell’orso e dell’ape) Rassegna “Arte della Diversità”: la quarta edizione Ci sorprende ancora una volta constatare quanto il teatro, in Italia e all’estero, si interroghi, con sempre maggiore intensità, sul tema della “diversità”, tema che è il nostro filo conduttore. Che il teatro, almeno quello con caratteristiche di profondità, sia il luogo del “mostruoso”, dell’indicibile, dell’assurdo, del dramma umano che si consuma nel gioco del potere e delle relazioni tra individui, è cosa nota. Ma si rimane sorpresi dalla quantità di artisti che, non solo nel teatro, ma anche nel cinema, nelle arti figurative e nella danza, indagano in nuovi territori, marginali, estremi, periferici, disagiati. Potrei portare come esempi, per il cinema, le pellicole come “Quasi Amici” o ancora “Il Grande GRA”, o il nuovo lavoro cinematografico di Emma Dante, già nostra ospite della rassegna, con il film “Via Castellana Bandiera 5”. Nei musei d’arte contemporanea si moltiplicano le esposizioni di quella che viene chiamata “Offsider art” e nella danza contemporanea il corpo danzato non è più soltanto quello atletico e stilizzato, ma anche il corpo reale, quotidiano, di un vecchio, di un bambino, di una donna che subisce violenza, che si fa danza per necessità più che per codice estetico. L’alterità, la differenza, il margine, l’anomalia sono i valori del nostro tempo. Inebriati per troppo tempo dalla “finzione sociale” che ci voleva tutti belli, forti sani e vincenti, oggi si ha voglia di ritornare alla realtà delle cose, alle storie vere, ai conflitti che attraversano il nostro tempo e che non riusciamo più a vedere, a cogliere. Ed è un’arte che vuole sconfiggere e smascherare una “tirannia della normalità” che ci ha per troppo tempo dominati e costretti a nascondere le nostre debolezze, la nostra vulnerabilità, la nostra condizione di malati, le nostre paure di non essere come la “normalità” ci chiede di essere. Ci ha impedito di essere “umani”. In questo processo il teatro riscopre il gusto dello spiazzare lo spettatore, “occasioni per far riflettere e pensare, occasione per aprire le teste e non addormentarle nel compiacimento di ciò che è solo rassicurante ripetizione. Consentire confronti tra mondi e linguaggi differenti” (Ugo Morelli). La nostra rassegna, cresciuta velocemente, anche grazie all’attenzione che abbiamo avuto da parte delle istituzioni culturali, quali il Teatro Stabile di Bolzano e la Fondazione Teatro Comunale e Auditorium, presenta in questa sua 4a edizione uno spaccato di questa nuova realtà: un teatro contemporaneo nei contenuti e nei linguaggi. Cercando di dare un contributo alle questioni sociali aperte in questo nostro tempo, la questione femminile trova in questa rassegna uno spazio di riflessione importante, con gli spettacoli di Marta Cuscunà, di Saverio La Ruina che torna dopo il sorprendente “Italianesi” della stagione scorsa, e ancora con la riscrittura scenica di Walter Malosti del testo “Lo stupro di Lucrezia”. La Compagnia ricci-forte, una delle realtà più sorprendenti del panorama del nuovo teatro italiano, in giro per l’Europa con i suoi spettacoli, ci presentano “Still Life”, concerto a più voci sul tema dell’omofobia e del bullismo omofobo. Ospitiamo Mario Perrotta che ci racconta la vita travagliata e dolorosa di un grande pittore, ritenuto da tutti un diverso, quale era Ligabue. La straordinaria attrice Giulia Lazzarini, l’attrice preferita da Giorgio Strehler, è nostra graditissima e preziosa ospite con un monologo dal titolo “Muri – prima e dopo Basaglia”, con la regia di Renato Sarti del Teatro della Cooperativa. Più fuori tema, ma per noi e per il pubblico interessante per il suo linguaggio artistico ed estetico, lo spettacolo “Aure” del TeatroPersona, ispirato all’opera di Marcel Proust, trilogia del silenzio e della memoria. Con il Teatro Pirata apriamo una finestra importante dedicata ai piccoli spettatori e alle famiglie. Uno spettacolo con un interprete con sindrome di Down, sarà la testimonianza vivente di quanto l’handicap non indichi una mancanza, ma un’altra possibilità. Non poteva mancare la nostra nuova creazione “Il suono della caduta” che apre questa rassegna al Teatro Cristallo di Bolzano, che ringraziamo per averci programmato nel loro cartellone “Le vie del Sacro”. Dopo i tanti successi con gli spettacoli “Minotauro” e “Impronte dell’Anima” questa nuova creazione, coprodotta da BolzanoDanza, è un altro passo importante che ci porta verso la nascita di una compagnia teatrale, professionale, costituita da uomini e donne con handicap cognitivo. Questa sarà la vera eccellenza e novità del panorama culturale. Ai tanti spettatori che ci hanno seguito e sostenuti, auguriamo una buona stagione teatrale. Antonio Viganò, direttore artistico „Kunst der Vielfalt“: zur vierten Ausgabe des Zyklus Wir sind immer wieder überrascht von der Zunahme der Intensität, mit der sich das Theater sowohl im Inland wie auch im Ausland der Vielfalt annimmt. Dies ist das Motiv, das auch uns leitet. Bereits bekannt ist, dass sich das Theater, sofern es sich als tiefgründiges versteht, dem Monströsen, dem Unsagbaren, dem Absurden und den menschlichen Dramen verschreibt, die sich in zwischenmenschlichen Beziehungen abspielen. Überrascht auch von der Vielzahl der Künstler/ innen, die ebenso im Film, in den darstellenden Künsten und im Tanz dieses Terrain betreten und durch Unbehagen, Schmerz und Tragik gekennzeichnete Grenzgebiete aufsuchen. Als Filmbeispiele nenne ich die Arbeiten „Quasi Amici“, „Il grande GRA“ und das neue Werk der bereits in unserem Zyklus zu Gast gewesenen Emma Dante mit dem Titel „Via Castellana Bandiera 5“. Museen für zeitgenössische Kunst fördern vermehrt die so genannte „Offsider Art“, der Körper des zeitgenössischen Tanzes ist weniger jener athletische und geübte, sondern mehr jener irdisch alltägliche eines alten Menschen, eines Kindes oder einer geschlagenen Frau, ein Körper, der im Tanz seinen Ausdruck sucht, fernab von jeglichem Anspruch auf ästhetische Perfektion. Das Anderssein, der Unterschied, die Grenze, die Abweichung sind die Werte von heute. Lange schon berauscht von den sozialen Fiktionen Schönheit, Stärke, Gesundheit und Überlegenheit, haben wir heute das Bedürfnis, zur blanken Realität, zu den wirklichen Geschichten, zu den Konflikten zurückzukehren, die zwar unsere Zeit prägen, die wir aber kaum mehr zu sehen und zu begreifen imstande sind. Die neue Kunst entlarvt die Tyrannei der Normalität, unter der wir unsere Schwächen, unsere Verletzlichkeit, unsere Kränklichkeit und unsere Versagensängste verbergen mussten. Dies hat uns daran gehindert, menschlich zu sein. In diesem Prozess entdeckt das Theater die Lust wieder, den Zuschauer zu verblüffen, und findet „Gelegenheiten, zum Nachdenken anzuregen, Gelegenheiten, Köpfe zu öffnen anstatt sie durch die Präsentation einer gefälligen Welt des beruhigenden ewig Gleichen einzulullen. Gelegenheiten, unterschiedliche Welten und Sprachen einander gegenüberzustellen“ (Ugo Morelli). Unser innerhalb kurzer Zeit, auch dank der Unterstützung seitens von Institutionen im Kulturbereich wie des Teatro Stabile und der Stiftung Stadttheater und Konzerthaus gewachsener Zyklus präsentiert in seiner 4. Aus- gabe einen Querschnitt dieser neuen Realität: zeitgenössisches Theater, sowohl, was die Inhalte, als auch, was die Ausdrucksformen betrifft. Wie in den letzten Jahren wollen wir auch heuer wieder einen Beitrag zur Lösung offener sozialer Fragen unserer Zeit leisten, diesmal unter besonderer Berücksichtigung der Frauenfrage. Zu sehen sind dazu ein Stück von Marta Cuscunà, ein Stück des bereits im Vorjahr mit seinen „Italianesi“ zu Gast gewesenen Saverio La Ruina und das von Valter Malosti erarbeitete Stück „Lo stupro di Lucrezia“. Das italienweit höchst angesehene Ensemble ricci-forte zeigt uns im Rahmen seiner EuropaTournee „Still life“, ein Stück über Homophobie und homophobes Mobbing. Ebenso zu Gast ist Mario Perrotta, der uns das zerrissene und leidvolle Leben des von all seinen Zeitgenossen als Außenseiter wahrgenommenen genialen Künstlers Ligabue erzählt. Ganz besonders willkommen heißen wir Giulia Lazzarini, die Lieblingsschauspielerin von Giorgio Strehler, mit ihrem Monolog „Muri – prima e dopo Basaglia“ unter der Regie von Renato Sarti des Teatro della Cooperativa. Etwas abseits von unserem Leitmotiv befindet sich das sprachbetonte und von Marcel Proust inspirierte Stück „Aure“ des TeatroPersona, Teil einer Trilogie der Stille und der Erinnerung. Mit dem Teatro Pirata öffnen wir ein besonders erwähnenswertes und unterhaltsames Fenster für die kleinen Zuschauer und die Familien. Ein Stück, in dem eine Person mit Down-Syndrom mitwirkt und auf der Bühne unter Beweis stellt, dass eine Beeinträchtigung kein Mangel sein muss, sondern ein Potenzial sein kann. Natürlich nicht fehlen darf unsere eigene neueste Kreation „Il suono della caduta“, die vom Teatro Cristallo dankenswerterweise in ihr „Le vie del Sacro“ genanntes Programm aufgenommen wurde und unseren Zyklus eröffnen wird. Nach den großen Erfolgen von „Minotaurus“ und „Spuren der Seele“ ist dieses Stück, koproduziert von Tanz Bozen, ein weiterer wichtiger Schritt hin zur Gründung einer aus Menschen mit kognitiver Beeinträchtigung zusammengesetzten professionellen Theatergruppe. Dieses Ereignis wird zweifellos eines der Highlights der Südtiroler Kulturszene sein. Allen Zuschauerinnen und Zuschauern, die uns bis heute begleitet haben, wünschen wir eine spannende Theatersaison. Antonio Viganò, künstlerischer Leiter Die Vision einer inklusiven Gesellschaft war Grundlage bei der Erstellung der UN-Konvention über die Rechte von Menschen mit Beeinträchtigung, die von Italien 2009 ratifiziert wurde und seither als Richtschnur für Sozialpolitik und Sozialarbeit gilt. Die Lebenshilfe hat sich dieser Vision angeschlossen und setzt sich dafür ein, dass alle Menschen, von Anfang an mittendrin, in der Schule lernen, in den Betrieben arbeiten und in normalen Wohnungen und nicht in Sondereinrichtungen leben können. Auf dem Weg zur Umsetzung einer inklusiven Gesellschaft treffen wir auf einige Hürden. Eine davon sind die in uns tief sitzenden Abwehrimpulse, sobald wir es mit Fremdem zu tun bekommen. Die Verletzlichkeit des Menschen und damit auch der eigenen Person, die uns Menschen mit Beeinträchtigung in Erinnerung rufen, macht uns Angst. Diese rühren an der Sehnsucht nach bedingungsloser Geborgenheit und nach Erlösung von Leid und Schmerz. Als Kehrseite dieser Angst gibt es die Faszination, die viele Menschen verspüren, wenn sie Menschen mit Beeinträchtigung begegnen. Dann wird gesagt: „In der Begegnung mit Menschen mit Beeinträchtigung erlebe ich, was eigentlich zählt. Hier werden menschliche Werte gelebt.“ Wir erleben in der Begegnung mit Menschen mit Beeinträchtigung unser Bedürfnis nach Solidarität und bedingungsloser Akzeptanz, die wir als Erwachsene in Bezug auf die gesamte Gesellschaft ebenso aufgegeben haben wie die Sehnsucht nach bedingungsloser Geborgenheit. Doch beide, Angst und Faszination, versperren Menschen mit Beeinträchtigung den Zugang zu einem normalen Leben. Der Zyklus „Kunst der Vielfalt“, den die Gemeinde Bozen, das Teatro La Ribalta und die Lebenshilfe bereits zum vierten Mal umsetzen, will den Blick auf das Fremde verändern. Wir sind diesem Ziel durch die Theaterproduktionen unseres geschätzten künstlerischen Leiters Antonio Viganò und seiner Mitarbeiter/innen ein großes Stück näher gekommen. Die Akteure werden auf der Bühne zunehmend als professionelle Schauspieler/innen mit eigener Ausdruckskraft und unverwechselbarer Persönlichkeit wahrgenommen. Dies gilt auch für die jüngste Produktion „Il suono della caduta“. Gleichzeitig zeigt der Zyklus, dass auch außerhalb unserer Provinzgrenzen das Thema „Vielfalt“ präsent ist. Und er zeigt, dass in einer inklusiven Gesellschaft alle Menschen mit ihren Identitäten und ihren Erfahrungswelten zur Sprache kommen müssen: Menschen mit psychischer Erkrankung, Frauen mit Gewalterfahrungen, Homosexuelle, Menschen mit Beeinträchtigung, wir alle. Wolfgang Obwexer, Geschäftsleiter der Lebenshilfe La visione di una società inclusiva era il punto di partenza nella stesura della convenzione delle Nazioni Unite sui diritti di persone con handicap, ratificata dall’Italia nel 2009 e da allora direttiva di qualsiasi politica sociale e di qualsiasi lavoro sociale. La Lebenshilfe si attiene a questa visione e si impegna a favore di tutte le persone che, nel mezzo sin dall’inizio, hanno la volontà e il diritto di imparare nelle scuole, di lavorare nelle imprese e di vivere in abitazioni normali anziché in strutture speciali. Durante il processo della realizzazione di una società inclusiva si devono però superare diversi ostacoli. Uno di questi sono le nostre difese radicate e attivate appena che incontriamo qualcosa di sconosciuto. La vulnerabilità dell’essere umano e perciò della propria persona, evocata da persone con handicap, ci impaurisce. Queste persone ci ricordano del nostro desiderio di una sicurezza incondizionata e di una libertà da affani e dolori. Dall’altra parte esiste anche quel fascino provato da numerose persone che incontrano persone con handicap. In questo caso si sentono parole come le seguenti: “Incontrando persone con handicap mi rendo conto di ciò che veramente vale. Qui si vivono i veri valori umani.” Prendiamo quindi coscienza del nostro desiderio di solidarietà e di essere incondizionatamente accettati, un desiderio che da adulti e rispetto alla società intera abbiamo abbandonato nella stessa maniera come il desiderio di vivere una vita incondizionatamente sicura. Però tutte e due le cose, sia la paura che il fascino, bloccano l’accesso di persone con handicap a una vita normale. Con la rassegna “Arte della Diversità”, messa in atto per la quarta volta dal Comune di Bolzano, dal Teatro La Ribalta e dalla Lebenshilfe, intendiamo modificare lo sguardo sullo sconosciuto. Oramai ci siamo avvicinati parecchio a questo obiettivo, grazie alle produzioni teatrali di Antonio Viganò, nostro stimato direttore artistico, e dei suoi collaboratori e delle sue collaboratrici. Tutte le persone partecipanti si stanno sviluppando, fino a diventare attori e attrici professionali con linguaggi propri, individuali e inconfondibili. Questo vale anche per la nuovissima produzione intitolata “Il suono della caduta”. Nello stesso tempo la rassegna ci insegna quanta importanza viene data alla diversità anche al di fuori dei confini della nostra provincia. Inoltre fa capire che in una società inclusiva deve esserci spazio per tutte le identità e tutte le esperienze di vita: per persone con disagi psichici, per donne che hanno subito violenze, per persone omosessuali, per persone con handicap, per noi tutti. Wolfgang Obwexer, direttore della Lebenshilfe … ist ein sozialer und nicht-gewinnorientierter Verband, der Menschen mit Beeinträchtigung in allen Lebenslagen in ihrem Bestreben nach einem selbstbestimmten Leben unterstützt. Die Lebenshilfe führt Einrichtungen und bietet soziale Dienstleistungen verschiedenster Art in ganz Südtirol an. Inklusion, Chancengleichheit und Selbstbestimmung sind die zentralen Werte, denen sich der Verband dabei verpflichtet sieht. Die Einrichtungen und Dienstleistungen für Menschen mit Beeinträchtigung sind jeweils einem von vier Lebensbereichen (Arbeit, Wohnen, Freizeit inklusive Kunst & Kultur und Mobilität) zugeordnet. Im Bereich Kunst & Kultur hat die Lebenshilfe in den letzten Jahren nicht nur durch die Theaterwerkstatt einige Akzente gesetzt, sondern auch durch die Kunstwerkstatt „Akzent“ (Malerei, Schreibkunst, Fotografie), die Musikbands „Tun Na Kata“ und „MitEinAnders“ sowie durch einzelne Projekte wie beispielsweise die Keramikkunst im Schwimmbad des Hotel Masatsch. Nähere Informationen finden Sie auf unserer Homepage: www.lebenshilfe.it … è un’associazione sociale e senza scopo di lucro che affianca persone con handicap in tutte le loro situazioni di vita e nel loro intento di trovare soluzioni per vivere una vita autodeterminata. La Lebenshilfe gestisce strutture ed eroga diversi servizi in tutta la provincia, riconoscendo come valori fondamentali inclusione, pari opportunità e autodeterminazione. Ogni struttura e ogni servizio fa parte di un settore che corrisponde a una di quattro diverse sfere di vita: lavoro, abitare, tempo libero (incluse arte & cultura) e mobilità. La Lebenshilfe ha messo un particolare accento sul settore Arte & Cultura non solo tramite il laboratorio teatrale, ma anche tramite il laboratorio artistico “Accento” (pittura, poesia, fotografia), i complessi musicali “Tun Na Kata” e “MitEinAnders” nonché singoli progetti come ad esempio l’arte ceramica nella piscina dell’hotel Masatsch. Per ulteriori informazioni La invitiamo a visitare il nostro sito: www.lebenshilfe.it 13 Dicembre / 13. Dezember 2013 Teatro Cristallo Rassegna Le Vie del Sacro ore 21.00 Uhr ACCADEMIA ARTE DELLA DIVERSITà TEATRO LA RIBALTA & LEBENSHILFE IL SUONO DELLA CADUTA Gli angeli intuiscono ciò che gli uomini chiamano i “sentimenti”, ma a rigore non possono viverli. Sono profondamente “amorevoli” i nostri angeli, sono buoni e non è dato loro modo di essere altrimenti, perché non possono neanche concepire l’alterità: la paura, ad esempio, o la gelosia, l’invidia, né l’odio. Conoscono i modi con cui vengono espressi, ma non i sentimenti stessi. Questo tema ci appassiona e ci consente di interrogarci sul valore della vita, quella che ha il peso della gravità, del dolore fisico, della ferita che sanguina, della caducità e dell’amore. Quella che si può trasformare, quella che sogni ma non puoi realizzare, quella dell’ingiustizia e della mano del giudice. Abbiamo maestri illustri che ci hanno guidato: Rilke, con le sue “Elegie Duinesi”, Peter Handke e Wim Wenders con “Gli angeli sopra il cielo di Berlino” oppure “L’angelo sterminatore” di Bunuel e i “Semidei” di James Stephens. Tabucchi e Garcia Marquez, ognuno con il suo stile, ci hanno raccontato dell’angelo caduto sulla terra, nel pollaio o nella rete per la cattura degli uccelli. Ma qual’è il suono di questa caduta? Die Engel ahnen zwar, was die Menschen unter Gefühlen verstehen, aber solche zu leben sind sie nicht imstande. Sie sind durch und durch edel, hilfreich und gut und haben deshalb keinen Zugang zu Angst, Eifersucht, Neid und Hass. Sie kennen diese Gefühle nur vom Hörensagen, nicht aus eigener Erfahrung. Dieses Thema fasziniert uns. Dabei gehen wir zentralen Fragen über den Wert des Lebens und seiner Schwerkraft nach, des körperlichen Schmerzes, der blutenden Wunde, der Vergänglichkeit der Liebe. Das Leben, das veränderbar ist, das man erträumen kann, ohne es zu verwirklichen, das Leben mit all seinen Ungerechtigkeiten und Urteilen. Berühmte Vorbilder haben uns geleitet: Rilke mit seinen „Duineser Elegien“, Peter Handke und Wim Wenders mit ihrem „Himmel über Berlin“, Bunuel mit seinem „Würgeengel“ und James Stephens mit seinen „Halbgöttern“. Tabucchi und Garcia Marquez haben uns, jeder in seiner Manier, vom Engel erzählt, der auf die Erde gefallen ist, in den Hühnerstall oder ins Vogelfangnetz. Doch wie ist der Klang dieses Falls? IL SUONO DELLA CADUTA Con/Mit Michele Fiocchi, Anna Traunig, Mathias Dallinger, Maria Magdolna Johannes, Rodrigo Scaggiante, Melanie Goldner, Mattia Peretto, Roberta Manzini Regia e scene / Regie und Bühnenbild Antonio Viganò Coreografia/Choreografie Julie Anne Stanzak Direzione tecnica / Technische Leitung Enrico Peco Produzione/Produktion Accademia Arte della Diversità, Teatro la Ribalta & Lebenshilfe coproduzione/Co-Produktion BolzanoDanza / TanzBozen 15 Dicembre / 15. Dezember 2013 Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater ore 16.30 Uhr TEATRO PIRATA in collaborazione con Gruppo Baku / in Zusammenarbeit mit der Gruppe Baku VOGLIO LA LUNA ragazzi e genitori insieme a teatro für Kinder und Familien Fabio è nella sua cameretta, alle prese con i suoi giochi ma soprattutto con comandi, raccomandazioni e rimproveri della mamma. Non è per niente tranquillo, gli sembra che le cose non vadano mai come lui vorrebbe e di non poter fare niente per cambiarle. Finché una notte, come per magia, viene svegliato da un soffio di vento e si accorge che lì, proprio nella sua camera, è venuta a trovarlo la luna! È bellissima, grande, luminosa. Giocano insieme e poi lei, così come è arrivata, scompare. Fabio non è mai stato così felice. Decide che vuole averla a tutti i costi e parte per una fantastica avventura, alla fine della quale riesce a catturare la luna e a portarla in camera sua. Gli sembra che tutti i suoi problemi siano finiti per sempre, solo che Fabio non sa che nel mondo, senza più la luna nel cielo, i problemi sono appena cominciati. Comprenderà allora che non sempre si può volere tutto per sé ciò che appartiene anche agli altri. E con un gesto magico e poetico deciderà di condividere lo splendore della luna con il pubblico dei bambini. L’idea di questo spettacolo nasce dall’incontro con Fabio, un ragazzo affetto dalla sindrome di Down. Fabio ha uno sguardo aperto al mondo come quello dei più piccoli e la capacità di credere che se si vuole davvero qualcosa sia possibile ottenerla. Fabio sitzt in seinem Zimmer und spielt, muss aber immer und immer wieder die Anweisungen und Ermahnungen seiner Mutter über sich ergehen lassen. Er ist angespannt. Ihm scheint, als gehe nichts nach seinen Vorstellungen und als könne er nichts unternehmen, um etwas zu verändern. Bis er eines Nachts, wie durch Zauberhand von einem Windhauch geweckt, aufwacht und feststellt, dass der Mond zu Besuch gekommen ist. Ausgerechnet hier! Er ist wunderschön, riesig und hell. Beide spielen gemeinsam, bis der Besucher wieder verschwindet, so plötzlich wie er gekommen ist. Fabio war noch nie so glücklich! Er will den Mond um jeden Preis besitzen und begibt sich in ein fantastisches Abenteuer, an dessen Ende es ihm gelingt, den Mond einzufangen und mit in sein Zimmer zu nehmen. Alle seine Probleme scheinen ihm für immer gelöst. Doch er übersieht, dass für die Welt die Probleme ohne den Mond am Himmel erst jetzt so richtig beginnen. Bald wird er verstehen, dass man nicht ausschließlich für sich beanspruchen kann, was auch allen anderen gehört. Und er beschließt mit einer magisch-poetischen Geste, den Glanz des Mondes mit allen Kindern, die ihm zusehen, teilen zu wollen. Die Idee zu diesem Stück entstand in der Begegnung mit Fabio, einem Jungen mit Down-Syndrom. Fabio hat einen offenen, unvoreingenommenen Blick auf die Welt, und lebt mit dem festen Glauben, dass man alles haben kann. Man muss es nur wollen. VOGLIO LA LUNA Ideazione e Regia / Idee und Regie Simone Guerro, Lucia Palozzi Drammaturgia/Dramaturgie Simone Guerro, Lucia Palozzi Con/Mit Diego Pasquinelli, Fabio Spadoni, Simone Guerro spettacolo nell’ambito dell’iniziativa “Ragazzi e genitori insieme a Teatro”, in collaborazione con Theatraki Aufführung im Rahmen von „Ragazzi e genitori insieme a Teatro“, in Zusammenarbeit mit dem Kulturverein Theatraki spettacolo vincitore del premio Eolo Awards 2013 come Miglior Progetto educativo per il teatro ragazzi e giovani Gewinner des Preises Eolo Awards 2013 in der Kategorie der Pädagogischen Projekte im Kinder- und Jugendtheater 11 Gennaio / 11. Jänner 2014 Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater ore 20.30 Uhr TEATROPERSONA AURE “Aure” chiude una trilogia del silenzio e della memoria. Lo spettacolo si ispira all’opera di Marcel Proust “Alla ricerca del tempo perduto”, un fiume placido e solenne di parole, ma soprattutto un capolavoro pittorico, sinfonia perfetta di suoni e rumori. Non c’è storia né personaggi, solo figure e un luogo, la stanza della memoria, più volte descritta da Proust come una specie di secondo appartamento, quello del sonno. Autore dello spazio e delle figure, Vilhelm Hammershøi, pittore danese del silenzio, capace di permeare la scena di tempo. Nei suoi interni, cui lo spettacolo si ispira, il tempo fluisce come fatto luminoso, tutto è al contempo immobile e vibrante: i tavoli e le sedie sembrano pronti a piroettare, gli oggetti a librarsi in volo, le numerose porte sempre sul punto di schiudersi, rivelando presenze taciute e stanze della memoria involontaria. „Aure“ bildet das dritte Stück einer Trilogie der Stille und der Erinnerung. Es ist angelehnt an Marcel Prousts „Auf der Suche nach der verlorenen Zeit“, jenem Werk, das mit einem sanften und zugleich feierlichen Wortfluss besticht und eine vollkommene Symphonie von Klängen und Geräuschen hervorbringt. An die Stelle von handelnden Gestalten treten Figuren des Traums, der sich an einem Ort abspielt, den Proust mehrmals als eine zweite Wohnung bezeichnet hat. Die Szenen verhalten sich ähnlich wie die Motive von Vilhelm Hammershøi, dem dänischen Maler der Stille, bereit, sich bis in den letzten Winkel hinein von der Zeit durchdringen zu lassen. Wie dort durchflutet auch hier die Zeit alles Bestehende wie ein leuchtendes Etwas. Alles ist unbewegt und vibrierend zugleich. Tische und Stühle erscheinen, als wären sie zu pirouettieren gelaunt, Türen gerade im Begriff, sich zu öffnen. Sämtliche Gegenstände wirken, als wollten sie sogleich entschweben. Verborgenes erfüllt den Raum. Erinnerungen kreisen in ihm, obwohl sie niemand sucht. AURE Con/Mit Valentina Salerno, Francesco Pennacchia, Chiara Michelini Regia/Regie Alessandro Serra Produzione/Produktion Regione Lazio - Assessorato alla Cultura, Arte e Sport, Bassano Operaestate Festival - Teatro Fondamenta Nuove Venezia, Rete teatrale aretina - Teatro Comunale Castiglion Fiorentino, Fondazione Ca.Ri.Civ. 1 Febbraio / 1. Februar 2014 Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater ore 20.30 Uhr SAVERIO LA RUINA Scena Verticale DISSONORATA - Un delitto d’onore in Calabria Spesso, ascoltando le storie drammatiche di donne dei paesi musulmani, ci capita di sentire l’eco di altre storie. Storie di donne calabresi dell’inizio del secolo scorso, o della fine del secolo scorso, o di oggi. Quando il lutto per le vedove durava tutta la vita. Per le figlie, anni e anni. Le donne vestivano quasi tutte di nero, compreso una specie di chador sulla testa, anche in piena estate. Donne vittime della legge degli uomini, schiave di un padre-padrone. E il delitto d’onore era talmente diffuso che una legge apposita quasi lo depenalizzava. Partendo dalla “piccola” ma emblematica storia di una donna calabrese, lo spettacolo offre lo spunto per una riflessione sulla condizione della donna in generale. Parlando del proprio villaggio, parla della condizione della donna nel villaggio globale. Wenn wir von menschenverachtenden Begebenheiten aus islamischen Ländern erfahren, hören wir häufig das Echo von Geschichten, die kalabrische Frauen zu Beginn oder zu Ende des 20. Jahrhunderts zu erzählen hatten oder gar solche, die kalabrischen Frauen auch heute noch widerfahren. Geschichten von Witwen, deren Trauer ein ganzes Leben lang anzudauern hat, und von deren Töchtern, die sich für Jahre und Jahre in Schwarz zu kleiden haben. Fast alle waren sie in Schwarz gekleidet und hatten jene Art Tschador zu tragen, selbst in der brütenden Hitze des Sommers. Opfer der von Männern auferlegten Gesetze, Sklavinnen von häuslichen Gebietern. Und das Ehrendelikt war so weit verbreitet, dass es sogar ein Sondergesetz gab, das es bagatellisierte. Das Stück nimmt an einer unscheinbaren, aber beispielhaften Geschichte einer kalabrischen Frau seinen Ausgangspunkt und animiert zur Reflexion auf die Lebensbedingungen von Frauen im Allgemeinen. Es spielt in einem kleinen Dorf, thematisiert aber eine Frage, die unseren gesamten Erdkreis betrifft. DISSONORATA - Un delitto d’onore in Calabria Di e con / Von und mit Saverio La Ruina Musiche dal vivo / Livemusik Gianfranco De Franco Collaborazione alla regia / Regieassistenz Monica De Simone Luci/Lichttechnik Dario De Luca spettacolo vincitore del premio UBU 2007 per il Migliore attore italiano e per il Migliore testo italiano, del premio Hystrio alla Drammaturgia 2010 e del premio ETI - Gli Olimpici del Teatro 2007 Gewinner des Preises UBU 2007 für den besten italienischen Schauspieler und für den besten Text in italienischer Sprache, Gewinner des Preises Hystrio 2010 für die Dramaturgie, Gewinner des Preises ETI - Gli Olimpici del Teatro 2007 21 Febbraio / 21. Februar 2014 Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater ore 20.30 Uhr MaRTA CUSCUNà Progetto Fies Factory LA SEMPLICITà INGANNATA Poco si sa di alcuni importanti tentativi di emancipazione femminile avvenuti in Italia già nel 500, immediatamente soffocati e dimenticati. Con questo nuovo progetto teatrale Marta Cuscunà intende dare voce alle testimonianze di alcune giovani donne che, in quel periodo, lottarono contro le convenzioni sociali, rivendicando libertà di pensiero e di critica nei confronti dei dogmi della cultura maschile e soprattutto libertà di inventare un modello femminile alternativo a quello che da sempre gli uomini appiccicavano addosso all’altra metà dell’umanità. Nel 500 avere una figlia femmina era un problema piuttosto grosso: una figlia femmina equivaleva a una perdita economica. Certamente una figlia bella e sana era economicamente vantaggiosa perché poteva essere accasata con una dote modesta, mentre una figlia meno appetibile o con qualche difetto fisico prevedeva esborsi assai più salati. Purtroppo però, in tempi di crisi economica, il mercato matrimoniale subì un crollo generalizzato e alla continua inflazione delle doti si dovette porre rimedio trovando una soluzione alternativa per sistemare le figlie in sovrannumero: la monacazione forzata. Le monache del Santa Chiara di Udine attuarono una forma di resistenza davvero unica nel suo genere. Queste donne trasformarono il convento udinese in uno spazio di contestazione, di libertà di pensiero, di dissacrazione dei dogmi religiosi e della cultura maschile con un fervore culturale impensabile per l’universo femminile dell’epoca. Wir wissen wenig über jene beachtlichen, in Italien bereits im 16. Jahrhundert unternommenen, allerdings sogleich unterdrückten und in der Folge bald vergessenen Versuche weiblicher Emanzipation. Mit diesem neuen Theaterprojekt verleiht Marta Cuscunà den Zeugnissen junger Frauen aus jener Zeit eine Stimme, die gegen gesellschaftliche Konventionen ankämpften, Meinungsfreiheit einforderten und das Recht auf Kritik an Dogmen einer männlich dominierten Kultur verfochten, gekoppelt mit dem Entwurf eines Gegenmodells zu jenem, das die eine Hälfte der Menschheit der anderen aufzwang. Im 16. Jahrhundert war es problematisch, anstatt eines Sohnes eine Tochter zu haben. Dies bedeutete wirtschaftliche Einbußen. War die Tochter anziehend und gesund, konnte man sie wenigstens mit einer bescheidenen Mitgift verheiraten. Weniger attraktive oder gar irgendwie beeinträchtigte Töchter jedoch verursachten nur Spesen. Aufgrund ökonomischer Krisen erlebte auch der Heiratsmarkt Einbrüche. Der schrittweisen Inflation der Mitgift musste entgegengewirkt werden. Die zwangsweise Unterbringung in Klöstern war die am nächsten liegende Methode, das Problem der überzähligen Töchter zu lösen. Die Nonnen von Santa Chiara in Udine wählten eine bis dahin noch nicht gesehene Form des Widerstands. Sie verwandelten ihr Kloster in einen Schauplatz des Protests, der freien Meinungsäußerung, des Kampfes gegen religiöse Dogmen und die männlich dominierte Kultur mit einem für jene Epoche einzigartigen und bis heute kaum vorstellbaren Eifer. LA SEMPLICITà INGANNATA Di e con / Von und mit Marta Cuscunà Assistente alla regia / Regieasistenz Marco Rogante Scenografia/Bühnenbild Delta Studios, Elisabetta Ferrandino Costumi/Kostüme Antonella Guglielmi Co-produzione/Co-Produktion Centrale Fies, Operaestate Festival Veneto liberamente ispirato a “Lo spazio del silenzio” di Giovanna Paolin frei angelehnt an „Lo spazio del silenzio“ von Giovanna Paolin 27 Febbraio / 27. Februar 2014 Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater ore 20.30 Uhr TEATRO DELLA COOPERATIVA MURI - Prima e dopo Basaglia “Muri – prima e dopo Basaglia”, tratto dalla testimonianza di un’infermiera, Mariuccia Giacomini, casualmente entrata a lavorare nel manicomio di Trieste. Con quella sua impalpabile leggerezza coniugata con una stupefacente densità espressiva, Giulia Lazzarini ha restituito sulla scena quella figura di una persona semplice, ma dal cuore ben fatto, che prende lentamente coscienza del significato e del valore umano, prima ancora che scientifico, sotteso alle rivoluzionarie direttive di quel medico atipico. Interpretato da una straordinaria Giulia Lazzarini, uno spettacolo civile che non vuole essere facile agiografia di un uomo eccezionale e che ha in sé un insegnamento etico potente. Das Stück „Muri – prima e dopo Basaglia“ basiert auf einem Erlebnisbericht der Krankenschwester Mariuccia Giacomini, die nach Triest gekommen war, um dort in einer Irrenanstalt zu arbeiten. Mit unscheinbarer Leichtigkeit, zugleich aber mit verblüffender Ausdruckskraft bringt Giulia Lazzarini jene aus einfachen Verhältnissen stammende, herzensgute Person auf die Bühne, die sich in behutsamen Schritten der wissenschaftlichen, noch mehr aber der menschlichen Tragweite des Umdenkens bewusst wird, dem sich jener für die damalige Zeit untypische Arzt verschrieben hat. Dem Stück mit der berauschenden Giulia Lazzarini als Darstellerin liegt jede Art von seichter Heiligenverehrung fern. Dennoch transportiert es eine tiefgründige moralische Botschaft. MURI - Prima e dopo Basaglia Con/Mit Giulia Lazzarini Testo e Regia / Text und Regie Renato Sarti Musiche/Musik Carlo Boccadoro Scene/Bühnenbild Carlo Sala Disegno Luci / Lichteffekte Claudio De Pace Co-produzione Mittelfest, con il sostegno di Regione Lombardia, Progetto Next 2010, e della Provincia di Trieste - Premio Anima 2012. Finalista premio Riccione per il teatro 2009 Co-Produktion Mittelfest, unterstützt von der Region Lombardei, Projekt Next 2010, und der Provinz Triest - Gewinner des Preises Anima 2012. Finalist bei der Verleihung des Preises Riccione per il teatro 2009 15 Marzo / 15. März 2014 Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater ore 20.30 Uhr ENSEMBLE RICCI/FORTE STILL LIFE Il bullismo omofobico è il tema del lavoro “Still life” (2013), un evento civile nel Teatro della città, un contributo dell’ensemble ricci/forte per tentare di combattere la discriminazione identitaria. Un “omaggio” per ricordare l’adolescente romano, uno dei tantissimi, che si è tolto la vita impiccandosi con la sua sciarpa rosa. Il tema della discriminazione, del mobbing psicologico identitario che determina la repressione dell’immaginazione e spinge all’autoannientamento. Una vertigine per illustrare un germe che si annida ovunque ma che proprio nei licei scolastici, in quell’età in cui ogni futuro sembra possibile, stabilisce il suo paradosso smascherando i perimetri del gregge che diventeremo. Il teatro è un mezzo potentissimo attraverso cui esaltare il potenziale che c’è nelle differenze tra esseri umani e lo strumento con cui comunicare nuovi modi di osservare la realtà, nel rispetto delle scelte e delle nature dei singoli. Un processo per fare politica, da intendersi come una responsabilità che i cittadini hanno all’interno della polis. Preferiamo non vedere, evitare interrogativi che ci costringerebbero a una riflessione. Preferiamo omologarci, appunto, ai canoni di una società precostituita. Questa è già l’anticamera alla repressione della fantasia e all’autoannientamento. Das homophobe Mobbing ist Gegenstand des Stücks „Still life“ (2013) des Ensembles ricci/forte, das einen Beitrag zur Bekämpfung der Diskriminierung von Menschen aufgrund von deren Selbstdefinition zu leisten versucht. Das Stück ist, stellvertretend für zahlreiche andere, jenem römischen Jugendlichen gewidmet, der sich mit seinem rosafarbenen Schal erhängte. Diskriminierung und Mobbing, welche die freie Entfaltung der Fantasie erdrücken und in die Selbstauslöschung treiben. Das Stück benennt den Keim, der sich überall einnistet, paradoxerweise sogar zwischen Oberschüler/inne/n, denen eigentlich jede Art von Zukunft offen stehen sollte und die schonungslos den Bewegungsradius jener Herde vorzeichnen, zu der wir zu gehören haben. Das Theater hat die Macht und die Mittel, die Unterschiede zwischen Menschen und individuelle Potenziale aufzuzeigen. In ihm können mit vollem Respekt vor persönlichen Entscheidungen und Lebensweisen neue Formen der Weltbetrachtung kommuniziert werden. Das Theater kann in einem weiten Sinn des Wortes politisch werden, indem es die Bürger/innen an ihre Verantwortung gegenüber der Gemeinschaft erinnert. Zu oft aber schauen wir lieber weg, um Fragen zu vermeiden, die uns zum Nachdenken zwingen würden. Vielmehr bevorzugen wir die Anpassung an die Richtlinien einer vorgefertigten Gesellschaft. Bereits in dieser Trägheit sind Unterdrückung von Fantasie und Impulse zur Vernichtung angelegt. STILL LIFE Con/Mit Anna Gualdo, Giuseppe Sartori, Fabio Gomiero, Liliana Laera, Francesco Scolletta Regia/Regie Stefano Ricci Drammaturgia/ Dramaturgie ricci/forte Movimenti/Bewegungsinstruktionen Marco Angelilli Direzione tecnica / technische Leitung Davide Confetto Assistente regia / Regieassistenz Claudia Salvatore 11 Aprile / 11. April 2014 Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater ore 20.30 Uhr VALTER MALOSTI Teatro di Dioniso LO STUPRO DI LUCREZIA Lo Stupro di Lucrezia venne pubblicato nel 1594, l’anno successivo alla stampa di Venere e Adone. In Shakespeare la voce di Lucrezia si dilata e diviene uno dei più alti esempi di meditazione sulle conseguenze dello stupro visto dalla parte di una donna, attraverso un’ingegnosa serie di lamentazioni, introspezioni, allegorie, invettive contro il Tempo, la Notte, l’Occasione, e in una ekphrasis che è capolavoro assoluto. Shakespeare qui dispiega la sua potentissima lingua e la capacità geniale di mescolare l’orrore all’anti-tragica parodia, con una specie di equilibrio incantatore che ci inghiotte nella musica delle parole senza concederci una qualche sospensione liberatoria. In scena i protagonisti sono due giovani attori appena diplomati alla Scuola per attori del Teatro Stabile di Torino diretta dallo stesso Malosti, Alice Spisa e Jacopo Squizzato, cui è richiesto un lavoro fisico e verbale violento ed estenuante, dentro una partitura sonora inquieta e multiforme. „Lo stupro di Lucrezia“ wurde im Jahr 1594 publiziert, ein Jahr nach der Veröffentlichung von „Venus und Adonis“. Bei Shakespeare wird die Stimme von Lukrezia durch jene wundersame Reihe von Wehklagen, Gedankengängen, Allegorien und Beschimpfungen sowie einer Ekphrase von seltener Qualität zu einem der am stärksten beeindruckenden Beispiele für die Verarbeitung einer Vergewaltigung und deren Folgen aus der Sicht einer Frau. Shakespeare lässt hier die Macht seiner Sprache sich entfalten, Horror und Humor einander in einem harmonischen Tanz zur Musik der Worte vermengen, ohne uns Verschnaufpausen zu gönnen. Die beiden Darsteller, Alice Spisa und Jacopo Squizzato, sind zwei junge Talente, die erst kürzlich in der von Valter Malosti geleiteten Schauspielschule des Teatro Stabile von Turin diplomiert wurden. Sowohl körperlich wie auch sprachlich anspruchsvoll ist die Arbeit, die ihnen innerhalb dieser klangvollen, ruhelosen und vielgestaltigen Partitur abverlangt wird. Attenzione! Si informa che la presenza di scene di nudo e contenuti tematicamente violenti potrebbero offendere la sensibilità di qualche spettatore, in generale si consiglia comunque la visione a un pubblico adulto. Achtung! Wir teilen mit, dass Nacktszenen und Inhalte mit Gewaltcharakter das Schamgefühl mancher Zuschauerinnen und Zuschauer verletzen können. Das Stück ist in jedem Fall einem erwachsenen Publikum vorbehalten. LO STUPRO DI LUCREZIA Di/ Von Valter Malosti Con/Mit Valter Malosti, Alice Spisa, Jacopo Squizzato Regia/Regie Stefano Ricci Cura del movimento / Bewegungsinstruktionen Alessio Maria Romano Costumi/Kostüme Federica Genovesi Versione italiana e adattamento dalla traduzione di Gilberto Sacerdoti: Valter Malosti Version in italienischer Sprache und Bearbeitung der Übersetzung von Gilberto Sacerdoti: Valter Malosti 29 Aprile / 29. April 2014 Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater ore 20.30 Uhr MARIO PERROTTA Teatro dell’Argine UN BéS - Antonio Ligabue Lo spettacolo ruota intorno alla figura di Antonio Ligabue e al suo rapporto con i luoghi che segnarono la sua esistenza e la sua creazione artistica: la Svizzera, dove nacque e visse fino ai diciotto anni; il territorio di Gualtieri (Reggio Emilia), sulle rive del Po; le sponde reggiane e mantovane dello stesso fiume Po, dove produsse gran parte dei suoi quadri e delle sue sculture. “Un bès ... Dam un bès, uno solo! Che un giorno diventerà tutto splendido. Per me e per voi”. Provo a chiudere gli occhi e immagino: io, così come sono, con i miei 40 passati, con la mia vita – quella che so di avere vissuto – ma senza un bacio, neanche uno. Mai. Senza che le mie labbra ne abbiano incontrate altre, anche solo sfiorate. Senza tutto il resto che è comunione di carne e di spirito, senza neanche una carezza. Mai. Ecco, questo m’interessa oggi di Antonio Ligabue: la sua solitudine, il suo stare al margine, anzi, oltre il margine – oltre il confine – là dove un bacio è un sogno, un implorare senza risposte che dura da tutta una vita. Voglio avere a che fare con l’uomo Antonio Ligabue, con il Toni, lo scemo del paese. Mi attrae e mi spiazza la coscienza che aveva di essere un rifiuto dell’umanità e, al contempo, un artista, perché questo doppio sentire gli lacerava l’anima: l’artista sapeva di meritarlo un bacio, ma il pazzo intanto lo elemosinava. Voglio stare anch’io sul confine e guardare gli altri. E, sempre sul confine, chiedermi qual’è dentro e qual’è fuori. Das Stück kreist um die Gestalt Antonio Ligabue und seine Beziehung zu jenen Schauplätzen, die seine Existenz und sein künstlerisches Wirken kennzeichneten: die Schweiz, in der er geboren wurde und bis zu seinem 18. Lebensjahr lebte, das Gebiet um Gualtieri an den Ufern des Po in der Provinz Reggio Emilia sowie die Po-Ufer in der Provinz Mantua, an denen er einen Großteil seiner Gemälde und Skulpturen schuf. „Un bès … Dam un bès, einer allein! Der eines Tages berühmt werden sollte. Für mich und für euch.“ Ich versuche, die Augen zu schließen, und stelle mir mich vor, mich mit meinen 40 Jahren, mich mit meinem Leben, in dem es nie einen Kuss gegeben hat. Keinen einzigen! Mit meinem Leben, in dem meine Lippen kein einziges Mal andere Lippen gestreift, geschweige denn berührt haben. Mit meinem Leben ohne eine einzige körperlich-seelische Vereinigung, ja sogar ohne jegliche zärtliche Berührung. Das ist es, was mich an Antonio Ligabue besonders interessiert: seine Einsamkeit, seine Ausgrenzung, seine Existenz jenseits aller Grenzen, wo ein Kuss nicht mehr ist als ein ewiger Traum. Dem Menschen Antonio Ligabue möchte ich nahe kommen, ihm, Toni, dem Dorftrottel. Ihm, dem es das Herz zerreißt zu wissen, zum Abschaum der Menschheit und zugleich zu den größten Künstlern der Geschichte zu zählen. Der Prinz in ihm wusste, dass er sich einen Kuss verdiente. Der Frosch in ihm aber bettelte darum. Auch ich möchte Grenzgänger sein und die anderen beobachten. Und an dieser Grenze mich fragen, was Außen und was Innen ist. UN BèS - Antonio Ligabue Di e con / Von und mit Mario Perrotta Collaborazione alla regia / Regieassistenz Paola Roscioli in collaborazione con Teatro Sociale di Gualtieri, Comune di Gualtieri, Associazione Olinda, dueL in Zusammenarbeit mit Teatro Sociale Gualtieri, Gemeinde Gualtieri, Verein Olinda, dueL 19 Settembre / 19. September 2014 Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater ore 20.30 Uhr BARTHOLOMEI’S Unvollendet - Klassentreffen mit Romeo und Julia Ein Klassentreffen nach 50 Jahren Abiturabschluss. Das Klassentreffen als Gegenwartsgeschichte. Eine Tischtafel, an der sich alle Mitschüler/innen treffen. Es werden Freundlichkeiten und auch weniger Freundliches ausgetauscht, und immer wieder erinnern sie sich zurück an ihr gemeinsames Abschlusstheater „Romeo und Julia“ und an die gemeinsame Maturareise nach Verona. Dann beginnt das Spiel. Die Tischtafel wird zum Balkon, Besteck wird hergenommen fürs Gefecht der Capulets gegen Montague, das Tischtuch wird zum Liebesnest und zum Leichentuch, Servietten werden zum Brautkleid. Immer wieder schwenken wir von der Gegenwart in die Erinnerung und umgekehrt. So hat sich ein sehr poetisches, liebenswürdiges Theaterstück entwickelt. Mit viel Gefühl. Unsere Seniorentheatergruppe nennt sich „Bartholomei’s“ und kommt aus Südtirol. Sie besteht aus 7 Frauen und 2 Herren. Wir arbeiten bereits kontinuierlich seit 18 Jahren zusammen und entwickeln unsere Stücke selbst aus Erlebtem, Erinnerungen, Recherchiertem, aus Wünschen und Lüsten und aus Zukunftsvisionen. Bei unserem neuen Theaterstück haben wir uns an Shakespeares Geschichte von Romeo und Julia angelehnt, um uns auch mal mit einem klassischen Werk auseinanderzusetzen. Incontro di classe a 50 dalla Maturità. Storia che si sviluppa partendo dal presente: una tavolata dove si ritrovano tutti gli “ex”. Prima è tutto uno scambio di gentilezze ma poi, piano piano, si passa ad argomenti decisamente meno gentili. Su tutto però prevale un unico ricordo. Quello della rappresentazione portata in scena proprio nell’anno della Maturità: “Romeo e Giulietta”. Così ha inizio il gioco. La tavolata diventa il balcone, le posate si trasformano nelle spade dei Capuleti contro i Montecchi. La tovaglia diventa talamo, ma sa anche trasformarsi in sudario. I tovaglioli riescono a mutarsi in abito da sposa. E il presente continua ad alternarsi al passato. Così si è sviluppata una drammaturgia molto poetica e piacevole pur in un groviglio di sentimenti. Il nostro gruppo teatrale della terza età, che ci ha fatto diventare i “Barthomei’s”, viene dall’Alto Adige. È composto da 7 donne e 2 uomini e lavora, ininterrottamente, da 18 anni. Ha al suo attivo un repertorio che spazia dal vissuto al frutto di ricerche, desideri e aspirazioni. Per questo nuovo spettacolo, abbiamo rivisitato la storia di Giulietta e Romeo per confrontarci anche con un autentico classico. UNVOLLENDET - Klassentreffen mit Romeo und Julia Regie und Dramaturgie / Regia e drammaturgia Maria Thaler Neuwirth 10 Ottobre / 10. Oktober 2014 Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater ore 10.30 Uhr: für Schulklassen / per classi di scuola ore 20.30 Uhr: Abendveranstaltung/serale JETZT & CO. ZÜRICH TITUS Titus Andronicus war ein berühmter römischer General. Ein Betonmensch mit stählernem Brustkorb, dem niemand etwas anhaben konnte. Ein Held. Titus Multekutte ist kein Held. Seit 13 Jahren ist er Sohn eines Metzgers und wurde nach dessen Lieblingsschwein benannt. In seinem Leben ist schon vieles schief gelaufen. Jetzt steht er auf dem Dach seiner Schule und will springen. Er lässt sein Leben in Bildern an sich vorbeiziehen, erzählt von seinen Kämpfen, seinen Sehnsüchten und Wünschen. Weil die Wahrheit manchmal so langweilig ist und das Leben so hart, erfindet Titus sich und sein Leben neu, hilft ihm auf die Sprünge, füllt die weißen Wände seiner Einsamkeit. Seine Wut wächst und überflügelt sein Leid und sein Selbstmitleid. Schließlich verliert der Tiefensog seine Wirkung, und Titus gewinnt wieder festen Boden unter den Füßen, denn … „das Leben ist viel zu schön, um zu springen.“ Das temporeiche und berührende Stück erzählt die Geschichte eines verletzten jungen Mannes, der zerrissen am Rand des Abgrunds steht. Mit Wut, Trauer, Witz und Mut schwankt er zwischen seiner Realität und seinen Sehnsüchten, zwischen Erlebtem und Erhofftem. Das Publikum weiß dabei nie genau, was wahr ist und was behauptet. Das Stück ist geeignet für ein Publikum ab 12 Jahren. Tito Andronico era un generale romano molto famoso. Un uomo tutto d’un pezzo, con una corazza che lo rendeva invulnerabile. Un eroe. Tito Multekutte invece non è un eroe. Ha 13 anni ed è figlio di un macellaio il cui nome è quello del suo maiale preferito. Nella sua vita sono andate storte un sacco di cose e adesso è sul tetto della sua scuola, deciso a suicidarsi. Mentre è lì, in procinto di lanciarsi, vede il film della sua vita passargli davanti agli occhi, le sue battaglie, la brama di fare, tutti i suoi sogni. Poiché la verità, a volte, è così noiosa e la vita così dura, Tito riscrive la sua vita e la fa iniziare cercando di riempire le pareti bianche della sua solitudine. La sua rabbia cresce e trascende la sua sofferenza e autocommiserazione. Alla fine però questa voglia di farla finita svanisce e Tito riconquista il terreno sotto i suoi piedi perché la vita è troppo bella per troncarla. Questo passaggio veloce, ma anche molto toccante, racconta la storia di un giovane uomo molto ferito, distrutto, al margine di un precipizio. Con ira, tristezza, umorismo e coraggio si barcamena tra la realtà ed il suo mondo fantastico. Tra vissuto e sogno, il pubblico non sa mai con esattezza cosa è davvero realtà e cosa finzione. Adatto a un pubblico dai 12 anni in su. TITUS Von/Di Jan Sobrie Spiel/Interprete Fabian Müller Regie/Regia Enrico Beeler Bühne & Kostüm / Sceneggiatura & costumi Cornelia Koch Dramaturgie/Drammaturgia Petra Fischer Lichtgestaltung/Luci Robert Meyer Produktion/Produzione jetzt & co. Zürich Koproduktion/Coproduzione Theater Stadelhofen (Zürich/Zurigo), Theater Tuchlaube (Aarau) 24 Ottobre / 24. Oktober 2014 Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater ore 20.30 Uhr CARAMBOLAGE Bozen/Bolzano & WESTBAHNTHEATER Innsbruck LA STANZA DELL’ORSO E DELL’APE / ENGEL LASSEN KEINEN FALLEN Dies ist die wahre Geschichte einer alleinerziehenden jungen Mutter aus Südtirol und ihrer kranken Tochter. Eine Geschichte ganz ohne Pathos. Zwischen Leben und Tod, Hoffnung und Verzweiflung, Solidarität und Gleichgültigkeit. Eine Geschichte, die niemand erleben möchte, aber jeden treffen kann, ganz unabhängig von Sprache, Herkunft und Kultur. Bei dieser Inszenierung werden zwei sprachliche Varianten gleichzeitig auf der Bühne dargestellt. Dabei wird jeder, der auch nur eine Sprache beherrscht, den Inhalt der Geschichte verstehen. Michela Franco Celani ist 1948 in Triest geboren. Nach ihrem Studium der deutschen Sprache und Literatur war sie als Lehrerin in Mittel- und Oberschulen tätig. Daneben hat sie Lyrik und Prosatexte übersetzt und 1995 den Internationalen Literaturwettbewerb „Merano Europa“ ins Leben gerufen. 2005 hat sie ihren ersten Roman „Ucciderò mia madre“ (Salani) veröffentlicht und sich von nun an komplett der Literatur gewidmet. 2006 folgte gemeinsam mit Patrizia Miotto der Bestseller-Roman „La stanza dell’orso e dell’ape“ (Mursia). Weitere wichtige Werke sind „La casa dei giorni dispersi“ (Salani 2009) und „Mai dire ormai“ (Mursia 2010). Questa è la storia vera di una mamma e della sua bambina. Anzi, di una ragazza madre e della sua bambina malata. Ma non è e non vuole essere una storia pietistica. Assomiglia più a un bollettino di guerra dove si scontrano la vita e la morte, la speranza e la disperazione, ma anche la buona e la mala sanità, la solidarietà e l’indifferenza. È la storia che nessuno vorrebbe mai scrivere. E per questo qualcuno ha dovuto farlo. Il pezzo prevede una rappresentazione bilingue. Pertanto, anche chi conosce una sola lingua potrà comprendere i contenuti della storia. Michela Franco Celani è nata a Trieste nel 1948. Laureata in lingua e letteratura tedesca, ha insegnato dapprima alle scuole medie e superiori. Si è occupata di traduzioni di prosa e lirica e nel 1995 ha ideato il premio letterario internazionale “Merano Europa”. Si è poi dedicata completamente alla letteratura, pubblicando nel 2005 il suo primo romanzo “Ucciderò mia madre” (Salani) e nel 2006, assieme a Patrizia Miotto, il best seller “La stanza dell’orso e dell’ape” (Mursia). Altre sue opere importanti sono “La casa dei giorni dispersi” (Salani 2009) e “Mai dire ormai” (Mursia 2010). LA STANZA DELL’ORSO E DELL’APE / ENGEL LASSEN KEINEN FALLEN Mit/Con Susan La Dez, Flora Sarrubbo Regie/Regia Christian Mair Ausstattung/Costumi Christian Mair, Susan La Dez, Flora Sarrubbo Technik/Tecnica Lex Pallaoro, Didi Scherz Fotos/Foto Lucas Da Tos LABORATORIO 2014 WERKSTATT 2014 Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater CORPO, INTEGRAZIONE, DIVERSITÀ KÖRPER, INKLUSION, VIELFALT Un laboratorio teatrale aperto a tutti Eine Theaterwerkstatt für alle Presso il Teatro Comunale di Gries la Lebenshilfe gestisce un laboratorio permanente, aperto a tutti, utenti e non, per esplorare le arti del teatro e del movimento. Dono di una presenza che, rompendo gli schemi del “bello” e delle “forme compiute”, è in grado di restituirci una poesia concreta. Un corpo che si fa poesia nel momento che diventa narrazione, storia, memoria, presente e futuro. Un corpo poetico che nel suo agire, attraverso i suoi gesti, ci racconta la sua relazione col mondo, un suo modo di vederlo e di sentirlo. Ecco, allora, un corpo che si fa teatro, che non rappresenta l’altro da sé, che non è più solo “teatro della rappresentazione”, ma diventa, trasformandosi, “Teatro dell’essere”. Un teatro capace di svelare sentimenti, emozioni, e chiede a noi, spettatori e attori, di entrare in relazione con altri sguardi, altri orizzonti e altri punti di vista. Im Grieser Stadttheater führt die Lebenshilfe eine Menschen mit und Menschen ohne Beeinträchtigung offen stehende ständige Theaterwerkstatt, in der die Schauspielkunst erlernt und ausgeübt werden kann. Diesseits des “Schönen” und “Formvollendeten” entdecken wir konkrete Poesie wieder. Ein Körper, der sich zu einem Gedicht formt, sobald er Erzählung, Geschichte, Erinnerung, Gegenwart und Zukunft wird. Ein Körper als Kunstwerk, der uns über seine Handlungen von seiner Beziehung zur Welt und seiner Wahrnehmung derselben erzählt. Ein Körper also, der Theater spielt und dabei nicht nur das Andere “darstellt”, sondern ins “Sein” eintaucht. Hier werden Empfindungen und Gefühle freigelegt, die uns, Zuschauer wie Schauspieler, zur Begegnung mit anderen Blickwinkeln, anderen Horizonten, anderen Sichtweisen einlädt. Docenti DANZA: Marta Bevilacqua e Julie Stanzak TEATRO: Paola Guerra, Alexandra Hofer, Annalisa Legato TEATRO DANZA: Antonio Viganò Dozent/inn/en TANZ: Marta Bevilacqua und Julie Stanzak THEATER: Paola Guerra, Alexandra Hofer, Annalisa Legato TANZTHEATER: Antonio Viganò INFO: LEBENSHILFE ONLUS T: 0471 062529 INFOS: LEBENSHILFE ONLUS T: 0471 062529 Ufficio Persone con disabilità / Amt für Menschen mit Behinderungen Teatro Comunale di Gries / Grieser Stadttheater AKADEMIE KUNST DER VIEFLALT UN TEATRO PER L’EDUCAZIONE ALLA DIFFERENZA EIN THEATER VOLLER BEGEGNUNGEN MIT DEM ANDEREN ACCADEMIA ARTE DELLA DIVRESITÀ ARTE DELLA DIV E R SITà KUNST DER VIE L F ALT ARTE DELLA DIVERSITà / KUNST DER VIELFALT 2013.14 - 4a edizione / 4. Ausgabe Info/Infos INGRESSO/EINTRITT Intero / Voller Preis € 10 Ridotto / Reduzierter Preis € 5 Spettacoli con le famiglie / Vorführungen für Familien Adulti/Erwachsene € 5 - Ragazzi/Kinder € 2 Abbonamento a tutti gli spettacoli / Abonnement für alle Vorführungen Intero / Voller Preis € 50 Studenti/Studenten € 25 prenotazioni/Vormerkungen Lebenshilfe Onlus T: 340 3642612 (Barbara Rottensteiner) [email protected] direzione artistica / künstlerische Leitung: Antonio Viganò [email protected] direzione generale / Intendanz: Wolfgang Obwexer direzione organizzativa e biglietteria / Organisation und Kartenverkauf: Barbara Rottensteiner amministrazione/Verwaltung: Petra Bisaglia direzione tecnica / technische Leitung: Enrico Peco foto copertina / Titelfoto: Felix Finster direzione laboratorio / Leitung der Werkstatt: Paola Guerra [email protected] logistica e ospitalità / Logistik: Alexandra Hofer [email protected] grafica e impaginazione / Grafik und Layout: Alessandra Pellegrino - studio23esimo.it Coop. 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