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Anno 14 - Numero 02 - Dicembre
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una cosa?
Associazione di volontariato
Poste Italiane SpA – Spedizione in Abbonamento Postale –
DL 353/2003 (conv. In L..27/02/04 n..46 ) art. 1 comma 2 NE/PN
Editoriale
SOMMARIO
;)
Editoriale
1-2
3-4
Cjasaluna tra comunità
e appartamento
4-5
Disabilità e inclusione sociale:
il punto di vista dei ragazzi
di Via Colombo
Verso una vita indipendente,
progetti di autonomia
come trampolino di lancio
6-7
Quando il terzo
diventa il primo settore
7-8
Riscoprire il valore
della persona per dare
un volto all’altro
8-9
-10
Verso una vita indipendente
5
11-12
Maratoluna 2014:
l’edizione dei record
13
Musikemate 2014
14
Isee e le persone con disabilità
Vendita auto: tutore, curatore,
amministratore di sostegno
15
Vent’anni visti da una ventenne
16
Interferenze costruttive
per nutrire la rete sociale
Redazione e stampa:
Associazione “Laluna”
Via Runcis, 59
San Giovanni di Casarsa (Pn)
Tel./Fax 0434.871156
www.cjasaluna.com
[email protected]
Pubblicazione semestrale
Redazione
Associazione Laluna
Direttore responsabile
Stefano Polzot
Pubblicazione trimestrale
Tribunale di Pordenone
N° 1539 del 05/12/98
Stampa
Tipografia Malacart
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una cosa?
_di Matteo Colussi
I nostri primi 20 anni
Non ho mai riso così tanto. C’erano
dei sabati, da Zuccheri, d’inverno,
più o meno all’ora della merenda
(si perché da Zuccheri il sabato
facevamo la merenda), a quell’ora
in cui i genitori che erano sempre
in anticipo arrivavano per stare un
po’ con noi, i ragazzi che facevano
il turno in Cjasaluna raccoglievano
le proprie cose per trasferirsi nella
vecchia casa del nonno di Francesco, in cui tutti erano, non so
perché, un po’ più rilassati, ecco
succedeva qualcosa, una battuta, un equivoco, qualcos’altro,
che scatenavano delle situazioni
surreali. Quello che ogni volta mi
sorprendeva erano i tempi, cioè i
tempi comici, assolutamente involontari, perfetti, da attori consumati.
E poi ho pianto, meno, mi sono
preoccupato, sono stato felice, a
volte un po’ melanconico, ho molto
sognato ed ho visto molto realizzato. Spesso non ho capito. Non
ho mai capito quelle signore che ci
avvicinavano, nelle nostre uscite in
giro per il Friuli, e ci dicevano “che
bravi che siete”, perché bravi, ma
bravi chi (che ad andare in giro con
me ci vuole un bel coraggio…),
“ma perché, signora, ti è così facile
costruire la distinzione, la barriera,
quando non c’è? Non vedi che c’è
un gruppo di ragazzi che si sta divertendo, e non vede più dove è il
diverso perché le barriere non ci
sono più”.
Ho visto nascere e crescere degli amori, a volte delle famiglie. E
queste famiglie, insieme ad altre,
percorrere nuove strade di accoglienza ed inclusione.
Ho tanti ricordi, la maggior parte
belli, alcuni meno. La costruzione
di una comunità prima e di una
casa poi, le tante riunioni fatte, le
infinite discussioni, a volte gli scontri ma mai le prevaricazioni, nella
coscienza che se non ci fosse
stato il rispetto e l’ascolto tra di noi,
non potevamo averlo con gli altri.
Poi il lavoro di tanti, troppi da ricordare, tanto che quando si fa una
cena per raggruppare chi è passato
di qui ci si ritrova in centocinquanta
e centocinquanta sono quelli di cui
ti sei dimenticato e centocinquanta
sono quelli che non si vogliono far
ricordare. Ecco, a questi ultimi,
quelli che stanno sempre un passo
indietro ma senza i quali non si farebbe nulla, a loro vorrei rivolgere
un “grazie” qui, e poi basta.
Qualcuno è andato avanti, ma continua ad essere con noi. Così come
continuano ad essere con noi tutti
quelli che oggi fanno altro ma per
i quali Laluna rimane un ricordo
bello, una parte di vita. Una parte di
vita: è questo Laluna per me. Una
parte di vita, non diversa dal resto,
da me, da noi, da quello che siamo
e da quello che diventeremo.
Buon compleanno a Laluna, ormai
grande nell’età e nel cuore. Se ci
saranno altri vent’anni, che siano
altrettanto pieni di vita.
in Cjasaluna...
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Cjasaluna tra comunità
e appartamento
Scopriamo cosa è successo agli abitanti in questi ultimi mesi
in Via Runcis, 59
_di Gianni Mascherin e Alice Spagnol
COMUNITÀ CJASALUNA
PAOLA FABRIS
Anche in questo periodo in comunità si sono svolte molte attività
e molti sono stati i volti nuovi che
hanno iniziato a frequentare cjasaluna. Prima però di parlare delle
cose fatte e dei nuovi arrivi, ci sembra doveroso iniziare questo articolo
salutando chi, dopo molti anni, ha
deciso di uscire da cjasaluna. Il 5
settembre Paolo Belluzzo si è infatti
trasferito presso la coop. Sociale “Il
granello” di San Vito al Tagliamento
e a lui vanno oltre che i nostri saluti,
i migliori auguri ed un in bocca al
lupo sincero per il proseguo della
sua vita. Dietro alla decisione di lasciare la comunità, ci sono motivi
personali che in questi mesi hanno
attanagliato Paolo a cui comunque
non è mancato il supporto di tutti gli
educatori ed operatori che gli hanno
permesso di prendere questa decisione in assoluta libertà e serenità.
Chi ci ha lasciato a fine settembre
è stato anche Andrea Bellato. Dopo
cinque mesi trascorsi insieme a noi
per ricaricare le pile e respirare un
po’ di aria nuova, infatti, è arrivato il
1
soggiorno al mare, per due settimane nell’Agosto scorso. Nulla meglio delle foto può testimoniare l’ottimo esito della vacanza….
momento per Andrea di ritornare alla
“Casa al Sole” di Pordenone dove
è andato ad abitare con due nuovi
compagni. A cjasaluna Andrea si è
trovato molto bene lasciando un ricordo bellissimo e parecchi amici. A
prova di questo è già ritornato a trovare gli abitanti di cjasaluna un sabato pomeriggio e parecchie sono
state le sue telefonate di saluto.
Ma non ci sono stati solo commiati!
A partire dal mese di Ottobre, infatti,
si è unito alla comunità Stefano che
ha 23 anni e proviene da Pasiano di
Pordenone. Nei prossimi mesi impareremo a conoscerlo e sapremo
dirvi di più!
Venendo alle attività che hanno
coinvolto la comunità, la più lunga
e rilassante è stata di gran lunga il
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In occasione della Maratoluna 2014
abbiamo festeggiato insieme al paese i 20 anni de Laluna; e lo abbiamo fatto prendendo per la gola
i nostri concittadini! Grazie alla collaborazione con la pasticceria “ Al
duomo” di San Giovanni abbiamo
realizzato dei buonissimi biscotti che
hanno trovato il gradimento generale
E ancora…..
Castagnata svolta insieme al gruppo
degli Amici della Montagna di San
Giovanni domenica 19 ottobre.
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in Cjasaluna...
Grigliata dei volontari, mercoledi 17
settembre
Giornata di pesca con l’a.s.d. La loggia, martedi 16 settembre.
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Da ricordare che in questo periodo
gli abitanti della comunità hanno
continuato anche a svolgere le loro
attività consuete che riguardano la
cura della casa e la sua pulizia oltre
a sviluppare una maggiore consapevolezza del loro ruolo di persone
adulte impegnate in un percorso di
vita.
in Cjasaluna...
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PROGETTO
APPARTAMENTO CJASALUNA
USCITE IN TRENO
Ecco le bellissime fotografie
che ritraggano MATILDE &
CECILIA durante le uscite
effettuate a Pordenone.
Le uscite sono state pensate
per permettere ad entrambe
di imparare a prendere il treno
e passare così un pomeriggio
di svago lontano dal territorio
Casarsese.
In questi mesi hanno imparato
a prendere il treno in autonomia, e proprio di recente sono
andate da sole al mercato di
Pordenone!
Durante le uscite Pordenonesi
non sono mancati gli incontri
con alcuni degli amici
di “Casa al Sole”
con i quali le ragazze hanno
bevuto un caffè
Inoltre ne hanno approfittato
per fare alcune spese!
ATTIVITÀ IN APPARTAMENTO
Proseguono le attività in appartamento al fine di perfezionare le
faccende di casa che Matilde e Cecilia sanno già fare, ed impararne
di nuove!
Assieme a loro ci piace pensare all’appartamento come ad una palestra nella quale ci si allena per diventare sempre migliori, inserendo
un po’ alla volta anche degli “esercizi” nuovi.
Queste foto le ritraggono mentre svolgono le attività più svariate:
- spesa
- pulizia della casa (camera, bagno, salotto, cucina)
- pulizia dei piatti
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Propedeutica all’abitare...
una cosa?
Disabilità e inclusione sociale:
il punto di vista dei ragazzi
di Via Colombo
_di Luca Zanette, Gloria Bortolin, Andrea Rubert
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urante i primi mesi di avvio
del progetto di autonomia
abitativa di via Colombo,
noi ragazzi ci siamo trovati
a riflettere sul significato delle parole Inclusione sociale e disabilità a
seguito di un articolo comparso sul
Messaggero che riguardava questo
progetto.
Dalla lettura dell’articolo abbiamo
iniziato a porci delle domande alle
quali abbiamo provato a dare una
risposta
IL NOSTRO PUNTO DI VISTA:
Quando una persona è inclusa
socialmente e quando no?
Una persona è socialmente inclusa
quando ha le capacità adatte a poter vivere senza il supporto di famigliari o di educatori.
Una persona disabile si sente inclusa quando è accettata dalla propria famiglia.
Una persona si sente inclusa quando
riesce ad inserirsi in un gruppo (Musica, ballo, sport, ecc...) e viene accettata all’interno di quel gruppo.
Per essere accettati nello sport per
esempio, una persona deve potervi
partecipare e deve poter parlare e
giocare insieme alla squadra. Le
persone, per essere incluse, devono poter avere degli strumenti
che gli consentano di superare una
disabilità.
Quindi, quando è che una persona è inclusa?
Per noi una persona è inclusa socialmente quando pensa con la
propria testa senza dover chiedere,
stando pur sempre dentro le regole
e le leggi della società. Perché una
persona possa essere inclusa deve
poter essere accettata dalla società
tramite l’inserimento lavorativo, essere accettato dalla propria famiglia e
poter avere un gruppo di amici.
Perciò perché le persone che
possono avere dei problemi a
essere autonome sono escluse
dalla società?
La società non riesce a entrare in
contatto con le persone con disa-
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bilità perché molte volte i disabili
vengono rinchiusi in centri che sono
come delle prigioni e così non entrano a far parte della comunità.
Semplicemente per il fatto che non
hanno le capacità adatte per poter
vivere per conto proprio o perché
non sono in grado di intendere o
volere?
Secondo noi per superare l’idea di
disabilità come malattia è importante restituire alle persone una vita
normale, con un lavoro, una famiglia, una casa, degli amici, la possibilità di fare uno sport, di muoversi
autonomamente nel territorio, e con
la possibilità di un futuro radioso.
Attività de LaLuna...
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Quando il terzo
diventa il primo settore
Una riflessione sull’organizzazione del lavoro nel sociale attraverso i principi di responsabilità,
visione innovativa, organizzazione e sinergia
_di Francesco Osquino
Responsabilità:
Nei confronti delle persone
Q
uando il volontariato si
struttura per offrire un
servizio complesso ed
articolato deve sempre
avere ben chiaro qual è il suo obiettivo primario e ciò la “Vita buona”
delle persone. È difficile definire
quando una persona raggiunge la
sua vita buona partendo da uno stato di disagio. Cos’ infatti ci si limita
a fare del bene pensando ai bisogni
“urgenti”. Il rischio è di soffermarsi
all’assistenza e all’assistenzialismo
senza andare oltre. In questo caso
potremo ricordare il proverbio cinese che dice: “Dai un pesce ad un
uomo e l’hai sfamato per un giorno,
insegnagli a pescare e l’hai sfamato
per tutta la vita”.
Nei confronti del bene pubblico
Dobbiamo sempre porci questa domanda: possiamo fare di più a parità di risorse? Possiamo offrire un
servizio migliore a parità di risorse?
Possiamo rispondere a bisogni
maggiori (e quindi coinvolgere nei
nostri progetti più persone) a parità
di risorse? Se vogliamo è una questione di efficienza ed efficacia delle
attività che svolgiamo.
Io ho sempre avuto massimo rispetto per le risorse economiche
pubbliche. Non mi riferisco solo alle
sovvenzioni dello Stato ma anche ai
contributi dei privati ed alle raccolte
fondi. La gestione di soldi pubblici
richiede una grande responsabilità.
Per questo dal mio punto di vista la
progettazione sulle persone e l’analisi dei risultati attesi deve essere
concreta, misurabile, non auto referenziale e verificabile dalla Pubblica
Amministrazione che sempre più, in
tutti i settori dovrà “specializzarsi”
nel garantire servizi di qualità ai cittadini.
Visione innovativa
Se al centro c’è la progettazione,
la responsabilità, l’impegno e la
passione delle organizzazioni (pubbliche o private), avremo orecchie
ed occhi aperti per cogliere l’evoluzione dei bisogni. I bisogni delle
persone non sono statici ma hanno
una loro dinamicità.
Questa dinamicità spesso ci mette
in crisi. L’associazione Laluna ne è
un esempio. Noi abbiamo attraversato diverse “crisi” e ad ogni crisi
ne siamo usciti più forti e con occhi
nuovi pronti a ricominciare da capo
nello scrivere la nostra storia.
Se siamo troppo imbrigliati al “si è
sempre fatto così”, “le Leggi finanziano questi progetti e non altri”, rischiamo di non poter crescere o di
offrire risposte adeguare in clamoroso ritardo.
Viviamo un tempo dove sarebbe
opportuno anticipare le leggi, progettare in funzione dei bisogni e non
unire unicamente il tutto alle risorse.
È evidente che senza risorse non
si arriva da nessuna parte ma dobbiamo slegare i due momenti, prima
nascono i bisogni e poi si va alla
caccia di risorse, non viceversa.
Organizzazione
Gestione del personale (o delle persone)
La gestione del personale è uno
degli aspetti cruciali per il raggiun-
gimento degli obiettivi. Le organizzazioni sono lo specchio di tutte
le persone che ne fanno parte e
quindi ognuna di loro, qualsiasi sia
il suo ruolo, deve essere coinvolta.
Si dice che “ogni esercito marcia al
passo del più lento dei propri soldati”.
Per marciare assieme ed ad un
passo spedito grande importanza
riveste il processo di delega:
Aspettative e obbiettivi
Quali le linee guida
Quali le risorse a disposizione
I feedback (valutazioni)
Le conseguenze
Progettazione
La progettazione è il fulcro il cuore di
ogni attività educativa ed evolutiva.
Qui troviamo il lavoro e le competenze dei professionisti che sanno
mettersi in gioco, che si rendono
conto quanto sia bello lavorare con
le persone per farle crescere con
coscienza e consapevolezza, abbracciando progetti “a decrescere”
cioè progetti che tendono a fornire
risposte ai bisogni e non tendono
a mantenerli (perché poi chi mi
paga?).
Legata alla progettazione vi è la formazione continua, la supervisione,
le crescita del gruppo e dei singoli
soggetti coinvolti.
Valutazione
Ogni azione, ogni risultato deve
essere verificato, sia internamente
ma anche dalla Pubblica Amministrazione, da chi cioè ha il dovere di
garantire che i soldi pubblici siano
spesi in modo corretto evitando che
le valutazioni siano esclusivamente
6
Attività de LaLuna...
autoreferenziali. Torniamo quindi ad
un concetto di responsabilità.
Questa è una fase importante in
quanto determinerà le scelte future
della progettazione e come già citato nel processo di delega andrà
a stabilire le conseguenze di un lavoro svolto più o meno bene.
Sinergia
L’ultimo elemento riguarda la sinergia. La sinergia è qualcosa che si
lega con l’interdipendenza e che
unisce vari soggetti, la comunità locale, i servizi, gli educatori, i volontari, tutto un’insieme di soggetti che
ruotano attorno alla persona.
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Quando un individuo cresce diventa indipendente ma è solo
quando raggiunge un adeguato
grado di maturità che diventa interdipendente. Nell’interdipendenza ci
sono le relazioni che ognuno di noi
mette in campo quotidianamente
nelle relazioni della vita.
Nelle situazioni di disagio o di bisogno l’interdipendenza diventa un
elemento importante che funziona
se si creano tra i vari soggetti legami sinergici.
La sinergia riveste un ruolo importante soprattutto nei progetti vita
delle persone. Spesso i soggetti
coinvolti lavorano per comparti-
menti stagni. Pubblico e privato
portano avanti i loro obiettivi senza
una regia condivisa ed una visione
sinergica del problema.
Dobbiamo lavorare in questo senso
se vogliamo rispondere in modo
responsabile alle sfide che ci attendono in un panorama di risorse
economiche scarse.
Ritengo che ci attendano delle
grandi sfide e che non siano per
nulla semplici da affrontare ma si
sa che la fatica ed il sudore sono
le uniche strade per arrivare al successo, ed arrivare al successo nel
sociale penso sia una delle cose
più gratificanti.
Riscoprire il valore
della persona per dare
un volto all’altro
_di Daniele Ferraresso
Q
uesto periodo storico ci
vede protagonisti di un
curioso e contraddittorio
fenomeno: da una parte
i media ci evidenziano, una quasi
quotidiana violazione della dignità
umana con guerre, stragi, violenze
di ogni genere e, dall’altra, quasi
per difendersi (o per nascondersi
da parti che non piacciono) da questa diffusa “patologia”, si sviluppano
numerosi dibattiti sulla dignità della
persona umana, per far riemergere,
quasi come un’autodifesa, un problema centrale, sul quale è necessario ritornare frequentemente per
non perdere di vista un valore fondante della civiltà umana, appunto,
la dignità umana.
Ogni discorso sull’educazione implica di necessità un discorso filosofico ed antropologico: esso non
è una inutile perdita di tempo come
7
può sembrare all’inizio, non è un discorso astratto. Oggi più che mai,
infatti, in educazione l’enfasi rischia
di appiattirsi sul discorso metodologico (uso di tecniche per educare,
ri-abilitare, animare, insegnare, fare..)
a scapito di una riflessione umana
ed etica sull’educazione. Tuttavia
ritengo la riflessione teoretica dietro
le quinte fondamentale: a) per non
procedere a casaccio, b) per sapere
dove si sta andando. È infatti chiaro
che: “L’idea che ci si fa dell’educazione dipende evidentemente dall’idea che ci si fa dell’uomo e della sua
destinazione”(Laberthonniere)
Ogni persona con disabilità rappresenta una persona, un essere
umano unico e irripetibile, e come
tale, va considerato, sempre!
Ogni considerazione, tuttavia, risulta
deviante se si dimentica che prima
dell’aggettivo disabile c’è il sostantivo persona. Qualunque sia il tipo
di disabilità e di menomazione, la
persona non perde la sua incommensurabile e inalienabile dignità e il
riconoscimento che incondizionatamente alla persona è dovuto.
All’opposto, le ideologie dominanti
delle società occidentali (l’ideologia
del progresso, della felicità, della
perfezione biologica) portano a dimenticare tale verità, così l’aggettivo (bella, giovane, sana, efficiente,
produttiva) prende il sopravvento sul
sostantivo (vita); l’avverbio (bene) sul
verbo (vivere). Ma una società, che
mette ai margini o esclude anche
uno solo dei suoi membri, è da considerasi malata e bisognosa di recuperare il valore fondamentale che
la costituisce come umana. Se non
riconosco la dignità dell’altro, del
vicino (sia esso disabile, anziano,
Attività de LaLuna...
straniero) è ferita e mutilata anche
la propria: tutti ci troveremo ad un
certo punto della nostra vita disabili,
anziani o stranieri!
La Società, nelle sue diverse
espressioni, dovrebbe offrire alla
persona con disabilità un ininterrotto
impegno che passa dall’assistenza
all’integrazione, all’inclusione per
giungere alla valorizzazione della
persona nel proprio ambiente di vita.
Ma con quali occhi guardiamo la
persona? Con quali orecchi ascoltiamo quello che ha da dirci?
Alla base di ogni esperienza umana,
c’è la ricerca della realizzazione di sé
(felicità). La persona, infatti, esiste
in questo momento e, nello stesso
tempo, è un progetto: l’essere
umano è teleologico, capace di autotrascendimento; da incompiuto a
compiuto; da imperfetto a perfetto.
L’essere umano tende, dall’interno di
se stesso, alla perfezione, ma questa non è un ideale uguale per tutti;
è, invece, un traguardo personale
e intrasferibile, dove nessuno può
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dire quale sia la tua “via”, ma è una
ricerca e un traguardo personalissimo.
Molti conflitti/disagi derivano dal
fatto che ci facciamo un ideale
dell’io che non corrisponde alla
nostra “tendenza”, vogliamo forzare
la nostra esistenza (o peggio quella
di chi ci è vicino) per delle vie che
non sono le nostre. Certamente la
persona disabile parte svantaggiata
verso la realizzazione umana ma,
nello stesso tempo, mette in campo
possibilità ulteriori. Le difficoltà, che
più di ogni altro deve affrontare,
possono dare, e di fatto danno, una
forza d’animo che desta sorpresa ai
molti cosiddetti normali. Sì perchè
il loro cammino è messo alla prova
da chi è vicino, dal dover sempre
“dimostrare” qualcosa (al genitore,
all’educatore, allo psicologo...)
A volte, però, non siamo noi a falsare l’ideale del nostro io, sono gli
altri che insistono a chiederci, secondo i loro schemi, una presunta
“perfezione” che non corrisponde
alle nostre possibilità. E questa è
un’altra possibilità che ho visto e
vedo frequentemente accadere soprattutto in ambito educativo sotto
le vesti di “obiettivo da raggiungere”.
La realizzazione di sé dovrebbe
essere un accettarsi nella realtà incompiuta con la fiducia di poter andare oltre se stesso. L’ideale è quello
della completezza della persona, in
virtù del quale, senza arrendersi,
sa fare i conti con la precarietà, il limite, l’insuccesso. L’augurio da farsi
potrebbe essere: “Non ti auguro di
essere un uomo tutto di un pezzo,
nell’anima e nel corpo, perfetto. Ma
ti auguro che tu possa vivere, con
tutti i tuoi difetti, in un bel posto, magari scelto da te e che ti trovi bene
e alla luce del sole, come sei; che
le tue imperfezioni e i tuoi difetti
possano diventare motivo di spinta
vitale e di tensione tra essere e divenire nella prospettiva del progetto di
chi sono e chi posso-voglio essere”.
Buon Natale e Buon Anno 2015
Verso una vita indipendente
Il convegno, tenutosi il 28 Novembre al Teatro Pasolini a Casarsa, ha segnato il passo sulla progettazione
dell’Associazione Laluna a vent’anni dalla sua nascita
_di Erika Biasutti
“P
er festeggiare i nostri
vent’anni insieme a voi
abbiamo deciso di non
autocelebrarci parlando
dei progetti de Laluna ma piuttosto
di creare un’occasione per proporre
la nostra visione della persona con
disabilità, mossa da principi di centralità della persona, di autodeterminazione attraverso l’espressione dei
bisogni e dei desideri”. E’ così che
abbiamo deciso di introdurre il convegno organizzato dall’Associazione
Laluna in occasione dei vent’anni
dalla sua fondazione.
E il messaggio è arrivato chiaro e
forte ai numerosi presenti all’evento,
che hanno manifestato entusiasmo
per la qualità degli interventi proposti
dai relatori scelti per l’occasione.
L’idea di partenza è stata, appunto,
quella di costruire un incontro intorno al tema della vita indipendente:
parlare di vita indipendente per una
persona con disabilità significa intraprendere un percorso difficile
e ricco di insidie per chi decide di
compierlo e per chi gli sta intorno,
dagli educatori alla famiglia, in primis. Il percorso che conduce verso
la vita indipendente passa però soprattutto attraverso la visione della
disabilità. Non è possibile l’autodeterminazione di una persona con
disabilità se il termine per indicarla
è “disabile” prima che “persona”, se
non la si ritiene capace di decidere
per se, di saper chiedere nel momento del bisogno, se non partiamo
dal presupposto che fare progetti
per persone con disabilità significa
prima di tutto propendere verso
la “vita buona”, una vita che valga
la pena di essere vissuta nel vero
senso del termine.
Su questo si è discusso dal punto
di vista ideale, progettuale, pratico.
La prima parte dell’evento ha visto
susseguirsi gli interventi del presidente de Laluna, Matteo Colussi,
che ha offerto una rapida riflessione
sul senso del fare volontariato, del
Coordinatore Sociosanitario Alberto
Grizzo che ha fatto un apprezzatis-
8
Attività de LaLuna...
simo intervento sulla natura dell’essere umano, sul normale processo
di svincolo dalla famiglia, sul processo di adultizzazione e su come
tutti questi percorsi vengano negati
da un sistema che ritiene le persone
con disabilità solo esseri umani che
necessitano accudimento. E’ seguito poi l’intervento di Sergio Silvestre, presidente del CoorDown
nonché membro di un importante
tavolo ministeriale che si occupa di
disabilità che ci ha fornito una panoramica della situazione nazionale
in tema di progetti e politiche per la
vita indipendente; è stato poi il turno
del noto psicologo e psicoterapeuta
genovese Carlo Lepri, che ha tratteggiato alcuni processi psicologici
che sono alla base dei progetti di
autonomia.
L’attenzione si è poi spostata su
alcuni esempi pratici che abbiamo
definito “prove di volo” (se è vero che
il volo è uno dei più importanti simboli di libertà): Casa al sole di Pordenone ha riflettuto sul ruolo della
famiglia e dell’educatore nei progetti
di autonomia abitativa, Casa Elena,
neonata realtà di San Daniele, ha
calato nella quotidianità la pratica
dell’acquisizione di autonomia e
Francesco Osquino, del Centro
studi “Cesare Ferrari”, coordinatore
del Progetto UnascAbile, ci ha introdotti all’importante tema della “leggibilità”, ovvero quella pratica avviata
per esempio nei quiz per la patente,
che semplifica il linguaggio e la sin-
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Alberto Grizzo
Sergio Silvestre
Attività de LaLuna...
tassi consentendo anche a chi ha
più difficoltà di comprensione di capire, senza compromettere la qualità dei contenuti.
La giornata si è infine conclusa con
una riflessione da parte di Carlo
Francescutti, dirigente del Coordinamento Sociosanitario che ha
lasciato spazio anche a pensieri
giunti dal pubblico presente in sala.
Siamo convinti che i principi ai quali
l’associazione Laluna si ispira e sui
quali basa il proprio pensiero e le
proprie progettazioni sono ancora
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poco diffusi e condivisi. L’evoluzione
del pensiero passa soprattutto attraverso un cambiamento culturale
che si nutre di confronto, scambio e
diffusione del pensiero stesso.
Come associazione di volontariato
e come realtà che opera nel sociale non possiamo esimerci dalla
responsabilità di essere promotori
di questa evoluzione proponendo
eventi come questo convegno
e diffondendo il nostro pensiero
ovunque abbiano voglia di ascoltare.
26-27
NOVEMBRE 2014:
DUE GIORNATE
ALL’INSEGNA
DELLA
FORMAZIONE
CONGIUNTA
di Erika Biasutti
La formazione è un elemento
chiave di tutto il lavoro che l’Associazione compie e a confermarne l’importanza è arrivato
l’accordo, sancito dall’addendum alla convenzione sulle
progettazioni di autonomia
Abitativa, che prevede un programma di formazione congiunta tra realtà che si occupano di vita indipendente sul
territorio: Associazione Laluna,
Fondazione Down Fvg e Ass6
Il progetto formativo che ci
impegnerà per tutto il 2015 e
anche oltre, si è ufficialmente
aperto con una “due giorni”
(26-27 Novembre 2014)con
Carlo Lepri, noto psicologo
psicoterapeuta genovese che
ha costruito la sua carriera su
studi e ricerche sulla vita indipendente. Fautore del servizio
di inserimento lavorativo (Sil) e
tra i “padri” della legge 68, Lepri ha pubblicato diversi libri sul
tema ed è considerato insieme
ad Enrico Montobbio uno dei
maggiori esperti sul tema
dell’autonomia delle persone
con disabilità.
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Attività de LaLuna...
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Maratoluna 2014:
l’edizione dei record
_di Erminio Fabris
N
on capita spesso di poter
realizzare i propri sogni, ma
noi lunatici non abbiamo
mai smesso di inseguire i
nostri e molto spesso siamo anche
riusciti a realizzarli.
Uno di questi era realizzare, in occasione del ventennale dell’associazione, un’edizione della Maratoluna
che rimanesse ben impressa nella
memoria di tutti.
Oltre 600 iscritti, una giornata tra le
più belle del 2014 (metereologicamente parlando), visi sorridenti, tanti
complimenti. L’edizione numero 11,
non poteva andare meglio di così.
Il percorso si snodava nella parte est
del paese sino ad arrivare alla villa
di località Boreana; una bella passeggiata di circa 7 km durante la
quale abbiamo inviato i partecipan-
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ti a metterci letteralmente la faccia.
Erano infatti presenti delle sagome
e, per chi lo desiderasse, era possibile farsi immortalare nelle sembianze di un antico discobolo, oppure
mentre si praticava del sano jogging
nelle sembianze di un simpatico ragazzino. Tutte le foto sono state poi
raccolte e proiettate al termine della
camminata.
Come di consueto non sono mancati i ristori lungo il percorso, la pastasciutta finale e l’intrattenimento,
a cura dei ragazzi del “Team Smile”
del Progetto Giovani, per grandi e
piccini.
Per l’occasione erano stati allestiti degli stand espositivi delle realtà
sociali del territorio lungo il perimetro
del giardino della Cjasaluna.
Al termine della pastasciuttata vi è
stata l’occasione di condividere con
tutti presenti un momento dedicato
ai festeggiamenti per il ventennale
dell’associazione; per l’occasione,
gli abitanti della Cjasaluna avevano preparato, con la collaborazione della pasticceria “Al Duomo”, la
bellezza di 1000 biscotti che sono
stati distribuiti tra i presenti. Abbiamo
inoltre approfittato della presenza di
alcuni rappresentati della Bcc Pordenonese per ringraziarli pubblicamente per la donazione del nostro
nuovo Peugeot.
Desideriamo ringraziare tutte le persone che hanno fatto in modo che
si potesse realizzare anche questa
edizione della Maratoluna, vi possiamo assicurare che sono veramente tante, e vi diamo appuntamento
all’edizione 2015.
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Musikemate 2014
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ome Edition: è questo il titolo della versione 2014 del
tradizionale Musikemate.
Una versione più casalinga, più intima, più raccolta ma non
per questo meno riuscita delle precedenti.
In occasione del ventennale dell’associazione abbiamo sperimentato
un’edizione di Musikemate fatta in
casa nostra e allora abbiamo approfittato della splendida cornice della
Cjasaluna per proporre 3 serate.
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La prima ha visto l’esibizione del
gruppo “The Old”, che con le loro
sonorità country blues hanno allietato la serata di numerosi spettatori.
La seconda serata, come da tradizione Musikemate, è stata la serata
dedicata ai gruppi giovani ed a inondare di note il giardino di Cjasaluna
ci hanno pensato i “24h”.
Per l’ultima serata abbiamo invece
proposto, in collaborazione con il
Comune di Casarsa della Delizia,
uno spettacolo teatrale per i più
piccoli, che ha fatto divertire però
anche i meno giovani. Sul palco
allestito per l’occasione si è esibita
la compagnia teatrale di Ragogna,
che ha proposto lo spettacolo dal
titolo “Nella vecchia compagnia, ia,
ia, oh”.
Ringraziando tutte le persone che
hanno partecipato e quelle che
hanno collaborato alla realizzazione
delle serate, non ci resta che darvi
appuntamento alla prossima scoppiettante edizione del Musikemate.
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ISEE e le persone con disabilità
I nuovi modelli. Le novità
_di De Caro Francesco
A
completamento di quanto
riportato nello scorso numero di Posso Parlare
una Cosa a proposito di
ISEE, informo che il 17/11/2014 è
stato pubblicato sulla G.U. n. 267 il
decreto 7/11/2014 del Ministero della Salute e delle Politiche Sociali che
approva i modelli DSU (dichiarazione sostitutiva unica).
Il modello DSU entrerà in vigore dal
17/12/2014 e dalla stessa data gli
enti erogatori delle prestazioni sociali agevolate (Comune, Università,
ecc..) devono emanare che nuove
norme che regoleranno le erogazioni delle prestazioni nonché i nuovi
limiti di riferimento.
Quindi dal 17/12/2014 tutte le richieste di prestazioni sociali agevolate
devono essere erogate solo presentando i nuovi modelli e in base
ai nuovi criteri e limiti di riferimento.
La richiesta dell’ISEE va inoltrata
all’INPS online (tramite pin personali)
oppure tramite CAF, compilando
modelli diversi a secondo della prestazione richiesta; l’INPS incrocia
i propri dati con quelli dell’Agenzia
delle Entrate e genera la maggior
parte dei dati necessari alla compilazione (pensioni, indennità di accompagnamento, spese, sanitarie,
ecc..).
Per fare questo ha tempo 10 giorni
e altrettanti ne ha il richiedente per
fare eventuali correzioni; al termine
di questo tempo l’INPS emette il documento definitivo.
Il nuovo decreto riporta anche una
buona novità per le persone con
disabilità e cioè che vanno considerati solo le provvidenze erogate
dall’INPS (e quindi solo pensioni e indennità) e non altri trasferimenti
monetari (vita indipendente, voucher, assegni di cura, contributi per
l’eliminazione delle barriere architettoniche, ecc…) e restano ferme le
franchigie.
Vendita auto: tutore, curatore,
amministratore di sostegno
_di De Caro Francesco
G
li istituti giuridici che “proteggono” la persona disabile e il suo patrimonio
sono l’interdizione, l’inabilitazione e l’amministrazione di
sostegno ai quali il Giudice tutelare
nomina, rispettivamente, il tutore, il
curatore e l’amministratore di sostegno.
Questi istituti agiscono sulla “capacità legale di agire” della persona
disabile; annullandola nel caso
dell’interdizione e limitandola, in misura diversa, negli altri casi; l’ammi-
nistrazione di sostegno oltre a limitare meno la capacità legale di agire
della persona disabile, è l’unico istituto che prevede, oltre alla gestione
del patrimonio, anche la tutela
della persona. Al tutore, al curatore
e all’amministratore di sostegno il
giudice tutelare, al momento della
nomina assegna “poteri” e “limiti”,
tra cui la gestione dei “beni mobili e
immobili” costituenti il patrimonio.
Nell’amministrazione di sostegno
la persona disabile continua ad
avere la capacità legale di agire per
compiere atti in autonomia o, se lo
richiede, con l’aiuto dell’amministratore di sostegno, necessari per la
sua vita quotidiana.
L’auto è un bene mobile anche se
può raggiungere un valore rilevante,
essa è soggetta a deperire col passare del tempo e richiede interventi
e manutenzione.
Può verificarsi la necessità, o la volontà, di doverla vendere e, nel caso
di persona disabile, chi può farlo?
Da tenere presente che le persone
nominate per gli istituti sopra citati
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Attività de LaLuna...
devono compiere tutti gli atti necessari nell’esclusivo interesse del “beneficiario” nei limiti stabiliti dal giudice tutelare. Preciso che la vendita
di una macchina richiede un formale
atto notarile:
Interdizione. Il tutore, considerato che
il disabile non ha nessuna capacità
legale di agire, nel rispetto dei poteri
conferitegli al giudice tutelare può
compiere gli atti necessari alla vendita solo dopo aver acquisita l’autorizzazione del giudice tutelare.
Inabilitazione. È come per l’interdizione con la differenza che, siccome
il disabile continua a mantenere una
minima capacità di agire, potrebbe
disporne la vendita sentito il curatore
che comunque deve compiere gli atti
necessari. Potrebbe non servire l’au-
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torizzazione del giudice tutelare, qualora questi abbia autorizzato a priori,
ovvero alla nomina, il curatore stesso.
Amministrazione di sostegno. Come
sopra accennato è la forma di tutela
meno rigida e la persona disabile conserva buona parte della sua capacità
legale di agire. Se è d’accordo con
l’amministratore di sostegno può decidere la vendita della vettura; nel caso
di disaccordo occorre il parere del
giudice tutelare. Ritengo opportuno
che l’amministratore di sostegno avvisi
comunque e a priori il giudice tutelare.
Un caso particolare è quando la
vettura è confluita nel “trust”. I beni,
e quindi una macchina, confluita in
trust, devono essere gestiti dal “trustee” nell’esclusivo interesse del “be-
neficiario” secondo le direttive del “disponente”. Pertanto se il disponente
ha disposto che i beni in trust possono essere anche venduti, il trustee
(non l’amministratore di sostegno se
persona diversa) può procedere in tal
senso.
Un altro caso particolare è quando il
disabile non ha nessuna protezione.
Il questo caso è come un qualsiasi
altro cittadino con la piena capacità legale di agire e pertanto può
compiere qualsiasi atto giuridico.
Attenzione però! In caso di raggiro o
sopraffazione o …… la legislazione
prevede l’annullamento degli atti
compiuti e il deferimento all’autorità
giudiziaria della persona che ha operato il raggiro, ecc..
Vent’anni visti da una ventenne
L’attuale responsabile del gruppo volontari attività, Antonella Bertoia, racconta Laluna vista
dalla sua prospettiva
C
ome ti sei avvicinata
all’Associazione Laluna?
La scelta di intraprendere
questo tipo di percorso è nata grazie
ad un volontario, più precisamente
grazie a Gabriele che cercava di
“convincere” mio fratello a partecipare alle attività e un giorno mi ha
chiesto “Anto, vuoi venire anche tu?”
e io gli ho risposto di sì senza pensarci molto. Ho provato, mi è piaciuto…e sono rimasta.
Da quanti anni sei volontaria?
Quest’anno ho festeggiato il mio sesto anno all’interno dell’associazione,
ma ho ancora voglia di continuare.
Cosa pensi di aver portato
all’associazione?
Sinceramente non credo di aver portato niente di speciale, solo voglia di
mettermi in gioco e di stare insieme
agli altri.
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Qual è stato il momento più
difficile che hai dovuto affrontare?
Il momento più difficile per me è
stato qualche anno fa dopo un difficile turno in Cjasaluna in cui ho dovuto affrontare un mio calo di motivazione in quanto non ero riuscita
a comprendere le esigenze di uno
dei ragazzi appena arrivato in Cjasaluna, creando in lui uno stato di
agitazione e in me di mortificazione.
Essere volontario de Laluna ha
influito nella tua vita e nelle tue
scelte?
Con Laluna ho avuto vari momenti di
confronto con gli altri volontari, con
gli educatori, con esperti attraverso
dei corsi di formazione. Questo
continuo scambio di informazioni e
di idee mi ha aperto un mondo di
tematiche inerenti la disabilità su cui
banalmente non mi ero mai soffermata.
Sembrerà un po’ scontato ma Laluna,
in questi anni, è diventata per me una
seconda famiglia dove sentendomi
responsabile mi sento libera di esprimermi per quella che sono e accettando i difetti, i tempi e le esigenze di
ciascuno ho imparato ad accettare gli
altri così come sono senza bisogno di
cambiarli o giudicarli.
Consiglieresti ai giovani il volontariato come esperienza?
Assolutamente sì poiché ritengo che
il volontariato sia un momento dove
i ragazzi vivendo queste esperienze
fuori casa hanno la possibilità di sentirsi responsabili e di sentirsi utili. Tutto
questo ovviamente viene ripagato dai
momenti divertenti e di condivisione
che ogni associazione ha.
L’associazione compie vent’anni.
Che ne pensi di questo traguardo?
Ovviamente è una bellissima tappa
Attività de LaLuna...
del cammino che l’associazione sta
facendo, è merito di tutti quelli che
hanno partecipato in questi anni e
che hanno creduto nell’associazione e nei suoi obiettivi.
Com’è cambiata l’associazione
in questi anni?
L’associazione è cresciuta, diverse
sono state le persone che si sono
succedute ma gli obiettivi principali
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sono rimasti immutati nel tempo.
Sicuramente tra le cose che sono
cambiate vi è una maggior consapevolezza dell’autonomia della persona con disabilità e un aggiornamento nelle modalità di relazione in
base alle nuove conoscenze che si
sono divulgate in questi vent’anni.
Come vedi il futuro de Laluna?
Per quanto riguarda le attività, gra-
zie all’arrivo di giovani volontari, c’è
un futuro e dato il periodo buio che
abbiamo avuto, mi sembra già una
bella cosa.
Per quanto concerne l’associazione
mi auguro che ci sia un futuro sempre positivo e che nonostante il
giusto rinnovamento delle modalità
di approccio, gli obiettivi de Laluna
vengano sempre tenuti in considerazione.
Interferenze costruttive
per nutrire la rete sociale
Laluna propone un percorso formativo per i volontari
_di Erika Biasutti
“I
nterferenze costruttive per nutrire la rete sociale”: un titolo
tanto complicato quanto pieno di significati.
Il percorso formativo che l’Associazione Laluna ha proposto in questa
fine 2014 (grazie anche al contributo del Ccv Fvg) ai suoi volontari
nasce dalla necessità di fornire loro
degli strumenti utili e uno spazio di
confronto. La rete sociale è un complesso di per se complesso perché
rappresenta un sottoinsieme auspicabilmente sempre più grande,
della cittadinanza che contiene
tutte quelle persone che nel territorio intessono dei legami sociali. E’
una rete che si nutre dall’interno ed
è tanto più alimentata quanto più si
verificano “interferenze” costruttive.
Perché le interferenze alimentino la
rete sociale, è necessario conoscere gli attori della rete a essere
forniti degli strumenti che permettono di interferire in maniera positiva.
Su queste basi abbiamo costruito il
percorso formativo che ha visto la
partecipazione di circa trenta volon-
tari; gli appuntamenti sono iniziati
sabato 8 novembre per 4 sabati fino
al 20 Dicembre.
Nei primi 2 incontri, attraverso la docenza del Dott. Carlo Francescutti
e della Dott.ssa Pamela Franceschetto del Coordinamento sociosanitario dell’Ass6, è stata approfondita meglio la conoscenza con
i servizi (facendo capire cosa c’è
sul territorio e come ci si interfaccia
tra pubblico e privato) e si è parlato
della visione della disabilità ripercorrendone la storia fino ai giorni nostri.
Durante gli incontri di Dicembre si
sono invece approfonditi, insieme
alla psicologa e psicoterapeuta,
Dott.ssa Orietta Sponchiado, temi
come il ciclo di vita, la teoria dell’attaccamento e del distacco dalla
famiglia d’origine, tutti passaggi da
compiere per fare passi verso la vita
autonoma e indipendente.
Non sono mancati dibattiti e confronti tra i partecipanti che hanno
vissuto in maniera molto attiva e interattiva il percorso proposto dimostrando l’importanza della comunicazione e dello scambio tra tutti gli
attori della rete sociale.
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una cosa?
Grazie
per le offerte a….
Iacovelli Giuseppe, Passariello Giuseppe e famiglia, Rosin Eugenio
Decimo Volley
Scout- clan aquile randagie casarsa San Giovanni
E tutti gli amici che hanno partecipato alla cena per i 20
anni de Laluna
cercaci
su Facebook
2 Cicogne a Laluna,
promettenti nuove leve per il futuro
Diamo il benvenuto a Paolo Danilo Giorgio Colussi, nato
l’8 Ottobre da papà Matteo e da mamma Serena Castellarin e a Riccardo Giuseppe Osquino, terzo bimbo
di Francesco e Elena Castellarin, nato il 13 Novembre.
Riccardo con la sorellina
Associazione di volontariato Laluna
Paola
Riccardo con la sorella
maggiore Giulia
Comunità Cjasaluna “Paola Fabris”
28 N o vembre 2014:
i 20 anni
Laluna festegg ia i suo
a.
con una cena a Versutt
cchi e nuo vi
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traguardo!
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