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Innovazione e Sostenibilità
Osservatorio Innovazione e Sostenibilità
Innovazione e Sostenibilità Newsletter n. 27/2014
a cura di Giuliana Giovannelli e Alessandra Graziani
Sommario:
News dai territori:
Regione Puglia:
Rinnovabili, la regione valuta l’impatto cumulativo sul territorio
News nazionali:
Ambiente:
UE: Green Action Plan 2014-2020 per fornire alle imprese strumenti per trasformare le sfide
ambientali in opportunità di business. Presentata anche la tabella di marcia per favorire i
green jobs;
6 proposte concrete sul Pacchetto Clima ed Energia 2030
Edilizia scolastica:
Piano Scuola, il Cipe assegna 510 milioni di euro
Risparmio energetico: Efficienza energetica, il Consiglio dei Ministri recepisce la Direttiva. Respinta dal Governo la
stabilizzazione dell’ecobonus 65%; ok alla riqualificazione energetica degli immobili della
P.A.
Rinnovabili:
Fotovoltaico e Spalma incentivi: cosa accade con il D.L. n. 91/2014;
Associazioni unite contro lo spalma-incentivi;
Materiali e tecnologie
innovative:
Canapa e bioresina in facciata
Rapporti e studi:
Linee guida per lo sviluppo sostenibile degli spazi verdi;
Impianti fotovoltaici, nuovo sistema di monitoraggio grazie ai droni;
Energia dal mare, entro il 2050 in Europa impianti per 188 GW di potenza installata;
Rapporto Bes, nel 2012 le rinnovabili in Italia hanno coperto il 26,9% del consumo di
energia;
Smart Grid Report e il mercato delle Energy Community in Italia;
Micro-cogenerazione residenziale, efficiente ma ancora troppo cara
Aziende:
Blocco Ytong Climagold: tutti i vantaggi del top di gamma
Eventi:
Enea e lo stato del fotovoltaico in Italia;
Solar Decathlon Europe 2014, buona partenza per l'italiana RhOME
Estero:
Certificazione Green anche per le infrastrutture
News dai territori:
Regione Puglia: Rinnovabili, la regione valuta l’impatto cumulativo sul territorio
02/07/2014 - Prima di autorizzare la realizzazione di un impianto per la produzione di energia elettrica alimentato da
fonti rinnovabili, è necessario verificare la presenza di altri impianti sulla stessa area e capire se c’è bisogno di attivare
il procedimento di valutazione di impatto ambientale (VIA).
La presenza di più impianti nella stessa zona, o in aree contigue, può creare degli impatti cumulativi, di cui bisogna
tenere conto in fase di autorizzazione. A ciò si aggiunge che spetta alle Province stabilire se un impianto deve essere
sottoposto a Via e che sono quindi necessarie regole omogenee sul territorio.
Per questo motivo, la Regione Puglia ha emanato la determinazione 162/2014, che fornisce indicazioni aggiuntive
rispetto alla Delibera 2122/2012, con cui erano state date le prime linee guida nell’individuazione degli impatti
cumulativi.
Gli impianti possono impattare su diversi elementi, come le visuali paesaggistiche, il patrimonio culturale, la natura, la
sicurezza e la salute umana, il suolo e il sottosuolo.
Durante il procedimento di autorizzazione vanno quindi valutate la dimensione degli elementi, l’eventuale necessità di
prevedere impianti accessori e la possibilità che si verifichi un “effetto selva” a causa della densità degli elementi. È
inoltre necessario capire se l’impianto provoca un’alterazione dello stato dei luoghi, se interferisce con i trend evolutivi
del territorio, se può mutare gli habitat naturali delle specie animali, se causa inquinamento acustico o se l’eccessiva
concentrazione può provocare pressione sul suolo e fenomeni di dissesto idrogeologico.
Per uniformare i procedimenti autorizzativi, la Regione ha inoltre istituito, presso il Servizio Ecologia, uno specifico
tavolo tecnico con le strutture provinciali competenti per la VIA.
Le Province hanno inoltre fornito tutte le informazioni in merito ai provvedimenti già rilasciati, confluite poi in un
database che è servito all’aggiornamento dei Servizi di informazione territoriale (SIT).
Fonte: Paola Mammarella, sito internet edilportale
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News nazionali:
Innovazione e Sostenibilità
Ambiente: UE: Green Action Plan 2014-2020 per fornire alle imprese strumenti per trasformare le sfide ambientali in
opportunità di business. Presentata anche la tabella di marcia per favorire i green jobs
2/07/2014. Incoraggiare l’efficienza delle risorse tra le PMI, promuovere l’imprenditorialità verde e semplificare
l’accesso ai mercati nazionali e internazionali di prodotti e servizi ecoinnovativi delle PMI. Questi i principali obiettivi del
GAP (Green action plan, Piano d’azione verde) rivolto alla piccola e media imprenditoria europea, pubblicato oggi dalla
Commissione europea. Il piano definisce una serie di obiettivi e di azioni che saranno attuate a livello europeo
nell'ambito del quadro finanziario pluriennale 2014-2020, raggruppate in cinque sezioni:
1. RENDERE LE PMI PIU' VERDI, PER INCREMENTARE COMPETITIVITA' E SOSTENIBILITA'
Una gestione più efficiente delle risorse da parte delle PMI offre enormi potenzialità ai fini della riduzione dei costi di
produzione e dell'incremento della produttività. Si calcola che un migliore uso delle risorse potrebbe far realizzare
all'industria europea risparmi per un valore totale di 630 miliardi di euro l'anno.
A livello pratico gli obiettivi che l'Ue si pone:
Fornire alle PMI europee informazioni pratiche, consigli e supporto su come migliorare la loro efficienza a livello di
risorse e in un modo economicamente efficace:
- L' European Resource Efficiency Excellence Centre avrà il compito di consigliare e assistere le PMI intenzionate a
migliorare le loro perfomance, atraverso una rete di partner europei;
- L'Eurobarometro delle PMI fornirà alle imprese informazioni precise e puntuali sui trend in atto in terreno europeo
e statunitense;
- L'Enterprise Europe Network (EN) sarà incoraggiato nello sviluppo di una campagna europea per attività di
sensibilizzazione sui vantaggi ottenibili da un uso più efficiente delle risorse;
- L'Autorità di gestione dei fondi strutturali europei sarà supportato nel favorire progetti nel campo dell'efficienza delle
risorse e nel pubblicizzare le opportunità di business dei mercati verdi;
Meccanismi di supporto per l'implementazione di tecnologie verdi:
Revisione della metodologia di classificazione delle tecnologie verdi nel database della rete Enterprise Europe
Network;
I partner EEN saranno incoraggiati a stringere partnership con realtà industriali impegnate nei vari settori
dell'ottimizzazione delle risorse.
Facilitare l'accesso ai finanziamenti per miglioramenti in termini di risorse ed efficienza energetica nelle PMI:
- Rendere maggiormente accessibili informazioni inerenti strumenti di sostegno per il miglioramento dell'efficienza
delle risorse;
- La Banca Europea per gli investimenti sarà tenuta ad offrire maggiori finanziamenti, attraverso l'azione di
intermediari finanziari, per favorire azioni nel campo della sostenibilità;
- Verranno incentivati strumenti di finanziamento privato per l'efficienza energetica (PF4EE) rivolti alle piccole e medie
imprese per la realizzazioni di piccoli interventi di miglioramento dell'efficienza energetica;
- Verrà istituita una rete di investitori e finanziatori pubblici e privati ??che sostenga l'eco-innovazione;
- L'European Regional Development Fund sosterrà la competitività delle PMI, che comprenderà anche azioni di
miglioramento dell'efficienza energetica e l'uso delle fonti energetiche rinnovabili.
2. IMPRENDITORIALITA' VERDE PER LE AZIENDE DEL FUTURO
La prevenzione dei danni ambientali e il passaggio a un'economia a basse emissioni di carbonio rappresentano una
sfida per la società, ma offrono anche nuove opportunità di business per le imprese che immettono prodotti e servizi
verdi sul mercato. Le PMI necessitano di un contesto imprenditoriale favorevole in cui idee verdi possano essere
facilmente sviluppate, finanziate e immesse sul mercato.
A livello pratico gli obiettivi che l'Ue si pone:
Promuovere tutte le forme di eco-innovazione, incluse quelle non tecnologiche:
- Lo strumento per le PMI nell'ambito di Horizon 2020 aiuterà le aziende ad esplorare la fattibilità e il potenziale
commerciale di eco-innovative;
- La sfida 'Climate Action, Environment, resource Efficiency and Raw Materials', sempre nell'ambito di Horizon 2020
promuoverà un approccio sistemico all'ecoinnovazione
Facilitare business partnership in campo green:
- La Green Employment initiative propone una roadmap per lo sviluppo di competenze utili per contribuire a rendere
l'economia più green;
- L'Environmental Technology Verification (ETV) sarà supportata per la verifica della reali prestazioni delle tecnologie
considerate innovative;
- All'interno del programma LIFE verranno inseriti nuovi modelli di business per migliorare l'efficienza energetica delle
PMI;
- L'European Enterprise Promotion Award riconoscerà lo sforzo compiuto a sostegno dell'imprenditorialità verde.
Sfruttare al meglio il ruolo dei cluster di imprese per lo sviluppo di modelli eco-innovativi:
- Aggiungere la gestione efficiente delle risorse fra i topic previsti dal programma formativo Cluster Excellence
3. OPPORTUNITA' PER LE PMI IN UNA CATENA DEL VALORE PIU' VERDE
La rifabbricazione, la riparazione, la manutenzione, il riciclaggio e l'ecodesign hanno grandi potenzialità di diventare
volani della crescita economica e della creazione di posti di lavoro, recando contemporaneamente un significativo
contributo nell'affrontare le sfide ambientali. Le PMI e gli imprenditori hanno bisogno di un contesto favorevole per
progredire verso un'economia circolare.
L'Ue si pone l'obiettivo di facilitare la collaborazione intersettoriale in vista della promozione di un'economia circolare:
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- La prossima azione sui progetti che agevolano la formazione di cluster, all'interno del programma di Horizon 2020,
dovranno favorire partnership intersettoriali e interregionali;
- L'European Cluster Observatory fornirà ai paesi una precisa mappatura delle concentrazioni geografiche delle
competenze nelle eco-industrie;
- Verranno identificate le regioni modello in ambito eco-innovativo;
- Il Programma LIFE promuoverà l'adozione di modelli di economia circolare.
4. ACCESSO AI MERCATI PER LE PMI VERDI
Gli impegni internazionali dell'UE in ambiti quali la cooperazione per fronteggiare i cambiamenti climatici o le politiche
di vicinato offrono opportunità concrete di accesso a nuovi mercati alle PMI europee con competenze verdi. L'87%
delle PMI europee, tuttavia, vende le proprie tecnologie, i propri prodotti o i propri servizi verdi solo sui mercati
nazionali. Sono necessari un quadro più favorevole e una maggiore cooperazione internazionale per aiutare le PMI ad
integrarsi con successo nelle catene del valore mondiali.
Per la promozione di un mercato interno europeo più verde l'Ue:
Faciliterà l'accesso ai mercati esteri per gli imprenditori verdi attraverso:
- L'istituzione di una European Strategic Cluster Partnership volta allo sviluppo di partnership internazionali
- Sviluppo di strumenti finanziari nell'ambito del COSME che supportino l'internazionalizzazione delle PMI
- Realizzazione di nuove attività imprenditoriali basate sulle tecnologie verdi nei paesi del Sud del Mediterraneo,
attraverso azioni di cooperazione tra le PMI europee.
5- GOVERNANCE
Il piano d'azione verde per le PMI è stato accolto con favore dalle amministrazioni degli Stati membri dell'UE e dalle
parti interessate delle PMI nelle consultazioni sul futuro della politica a favore delle PMI e nelle riunioni con la rete dei
Garanti per le PMI e con le organizzazioni delle imprese. È pertanto importante che esso sia attuato per intero, in
modo da garantire un impatto in tutta Europa a vantaggio delle PMI.
L'UE presenta anche il piano per favorire i Green Jobs
Il piano d'azione verde integra il pacchetto sull'economia circolare e l'analisi degli obiettivi per i rifiuti, nonché
l'iniziativa per favorire l'occupazione verde, che propone una tabella di marcia per la promozione della creazione di
posti di lavoro verdi nell'UE.
I posti di lavoro verdi sono tra quelli più dinamici e più resilienti dell’economia europea- ha dichiarato Connie
Hedegaard, Commissario europeo per il clima- Non corrono il rischio di essere esternalizzati, ma cercano competenze
locali in settori come l’efficienza energetica degli edifici, l’isolamento, il riciclaggio e le nuove tecnologie legate alle
energie rinnovabili.
Per lo sviluppo di un mercato europeo che favorisca i green jobs, l'Ue traccia un quadro con obiettivi precisi da
perseguire:
1. colmare le carenze di competenze e di conoscenze;
2. anticipare i cambiamenti del settore, garantendo transizioni professionali e favorire la mobilità, ad esempio
promuovendo un’ampia applicazione del quadro di qualità dell’Unione europea per anticipare i cambiamenti e
ristrutturazioni, lavorando a più stretto contatto con i servizi pubblici per l’impiego;
3. sostenere la creazione di posti di lavoro attraverso uno sgravio del carico fiscale sul lavoro sostuendolo con tasse
sull’inquinamento e promuovere l’imprenditorialità, le imprese sociali e gli appalti pubblici verdi;
4. aumentare la trasparenza e la qualità dei dati per migliorare il monitoraggio e l’analisi dell’impatto della green
economy sul mercato del lavoro nel contesto del semestre europeo;
5. promuovere il dialogo tra i rappresentanti dei datori di lavoro e i sindacati sulla transizione verso un’economia
verde;
6. rafforzare la cooperazione internazionale, in particolare attraverso la piattaforma di conoscenze sulla crescita verde
istituita dal Institute Global Green Growth in collaborazione con OCSE, UNEP e la Banca Mondiale.
Fonte: sito internet casa e clima
Ambiente: 6 proposte concrete sul Pacchetto Clima ed Energia 2030
27/06/2014. Greenpeace, Legambiente e WWF hanno scritto al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, avanzando sei
proposte concrete sul Pacchetto Clima ed Energia 2030 in vista del vertice sul clima del prossimo 23 settembre,
accogliendo la richiesta del Consiglio europeo di presentare un piano comunitario per la riduzione delle importazioni di
energia, che vada oltre l'obiettivo del 40% di riduzione interna delle emissioni di gas-serra entro il 2030.
In caso contrario l'Europa continuerà ad importare circa la metà del proprio fabbisogno energetico tra il 2030 e il 2050.
Secondo un recente rapporto dell'Istituto Fraunhofer, è possibile raggiungere l'obiettivo del 40% di riduzione del
consumo finale di energia entro il 2030 e diminuire di conseguenza l'utilizzo di gas equivalente alle attuali importazioni
dalla Russia.
Greenpeace, Legambiente e WWF sottolineano che sono necessarie politiche ambiziose per combattere i cambiamenti
climatici, attraverso un aumento dell'utilizzo di fonti rinnovabili e la riduzione del consumo energetico, per ridurre
drasticamente la nostra dipendenza dalle importazioni di energia. Nello stesso tempo, lo sviluppo di tecnologie pulite
spingerà l'innovazione, migliorerà la competitività e la salute dei cittadini europei.
Le 6 azioni proposte dalle Associazioni:
•introdurre un obiettivo di riduzione interna delle emissioni di gas-serra che vada ben oltre il 40% attualmente
proposto per il 2030;
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•escludere il ricorso a "crediti internazionali" per il raggiungimento di questo obiettivo. Attualmente il 75% dei "crediti
internazionali" utilizzati dall'Unione europea sono realizzati in Russia, Ucraina e Cina penalizzando fortemente gli
investimenti in tecnologie pulite sul territorio Ue;
•introdurre un meccanismo di finanziamento comunitario a sostegno di programmi per le ristrutturazioni edilizie su
larga scala e accelerare la diffusione di tecnologie per il riscaldamento con fonti rinnovabili;
•dare priorità alle interconnessioni che aiutano il completamento del mercato interno dell'energia rispetto a quelle
infrastrutture che, invece, aumentano la nostra dipendenza dalle importazioni energetiche;
•trasformare in vincolante l'attuale obiettivo al 2020 per l'efficienza energetica ed estendere a tutti gli edifici - non solo
quelli pubblici - la percentuale annua di ristrutturazione prevista dalla direttiva sull'efficienza energetica;
•introdurre un obiettivo vincolante del 40% al 2030 per l'efficienza energetica ed aumentare l'ambizione dell'obiettivo
proposto al 2030 per le fonti rinnovabili.
Fonte: sito internet infobuild energia
Edilizia scolastica: Piano Scuola, il Cipe assegna 510 milioni di euro
2/07/2014. Oltre 500 milioni di euro assegnati al “Piano Scuola”. Lo ha deciso ieri il Cipe (Comitato Interministeriale
per la Programmazione Economica) che ha approvato i criteri di utilizzo delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione
(FSC) 2007-2013 sulla base degli esiti della ricognizione prevista dalla delibera n. 94/2013 sullo stato di attuazione
degli interventi finanziati con le proprie delibere e delle previsioni di assunzione delle relative obbligazioni
giuridicamente vincolanti (OGV).
Al fine di recuperare risorse inutilizzate, il finanziamento di interventi regionali in ritardo di realizzazione e che non
hanno maturato OGV entro la fine del 2014 (tenendo conto che la scadenza iniziale era a fine 2013, già prorogata al
30 giugno 2014) è stato spostato dal FSC 2007-2013 al FSC 2014-2020. Sono state previste alcune eccezioni a questo
rinvio, relative tra le altre alla risoluzione di infrazioni comunitarie in materia ambientale, ad interventi su “frane e
versanti”( delibera n.8/2012), interventi che sono invece stati preservati.
Il Cipe ha destinato i fondi resi così disponibili (pari a circa 1.345,7 milioni di euro) ad una serie di misure. Sono stati
assegnati 510 milioni di euro per il “Piano Scuola”. Contestualmente ha assegnato 33,4 milioni di euro per la
ricostruzione della Città della Scienza di Bagnoli e ha coperto finalizzazioni disposte per legge a carico del FSC per un
totale di 729,7 milioni di euro.
Nell’ambito della programmazione FSC 2014-2020 verranno riassegnati alle Regioni 1.143,9 milioni di euro,
corrispondenti al valore delle somme sottratte alla loro disponibilità - pari a 1.345,7 milioni di euro, decurtati di una
sanzione da applicare pari al 15%.
Fonte. sito internet casa e clima
Risparmio energetico: Efficienza energetica, il Consiglio dei Ministri recepisce la Direttiva. Respinta dal Governo la
stabilizzazione dell’ecobonus 65%; ok alla riqualificazione energetica degli immobili della P.A.
01/07/2014 - Via libera definitivo del Consiglio dei Ministri di ieri al decreto legislativo di recepimento della Direttiva
2012/27/UE sull’efficienza energetica.
La Direttiva - ricordiamo - prevede:
- l’elaborazione di un documento strategico per la riqualificazione energetica degli edifici residenziali e commerciali
pubblici e privati;
- la riqualificazione energetica annua del 3% della superficie degli immobili della P.A. centrale dello Stato;
- la riduzione dell’1,5% annuo del volume delle vendite di energia.
Il provvedimento, approvato in via preliminare dal Governo nell’aprile scorso, è stato sottoposto all’esame della
Conferenza Unificata e delle commissioni parlamentari, che hanno proposto diverse modifiche al testo, alcune delle
quali sono state accolte, altre no.
Partendo da quelle respinte, non è passata la messa a regime delle detrazioni fiscali per l’efficienza energetica
(ecobonus 65%), richiesta dalle Commissioni parlamentari: ‘sebbene siano auspicabili - si legge nella relazione -,
necessitano di una più adeguata valutazione delle coperture e una più ampia ridefinizione del perimetro degli interventi
al fine di razionalizzare la spesa pubblica”.
Si tratta di una richiesta ribadita in ogni occasione utile dal Parlamento e da tutti gli operatori della filiera delle
costruzioni, che renderebbe finalmente stabile il quadro normativo facilitando gli investimenti nel settore delle
ristrutturazioni, l’unico che negli ultimi anni è cresciuto, consentendo all’edilizia di reggere alla crisi.
Tornando ai contenuti del decreto, si prevede che l’ENEA predisponga ogni 3 anni una proposta per la riqualificazione
energetica degli edifici residenziali e commerciali, sia pubblici che privati, anche per aumentare il numero di Edifici a
Energia Quasi Zero di cui al Dlgs 192/2005.
A partire dal quest’anno, e fino al 2020, si dovrà procedere alla riqualificazione energetica di almeno il 3% della
superficie coperta utile climatizzata degli edifici di proprietà della pubblica amministrazione centrale.
A questo proposito, le Commissioni di Camera e Senato chiedevano di estendere quest’obbligo al patrimonio edilizio di
Regioni ed enti locali, proposta non accolta perché le Regioni hanno preferito conservare la propria autonomia nella
scelta degli obiettivi di efficienza energetica e perché l’estensione dell’obbligo non è richiesto dalla Direttiva.
Gli interventi devono basarsi su una diagnosi energetica o seguire quanto indicato nell’Attestato di Prestazione
Energetica (APE) e, tra i criteri per l’individuazione delle priorità, invece del contratto di rendimento energetico, si deve
utilizzare il finanziamento tramite terzi. Al raggiungimento dell’obiettivo annuo di riqualificazione energetica devono
collaborare gli occupanti degli edifici, con misure organizzative e comportamentali di consumo energetico.
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Alla riqualificazione energetica degli edifici pubblici sono destinati 30 milioni di euro per il 2014 e 2015, a cui possono
aggiungersi altri 25 milioni fino al 2020, altri 50 milioni provenienti dalle aste delle quote di emissione di CO2 e altri
fondi ministeriali. Le pubbliche amministrazioni centrali, in fase di acquisto o di nuova locazione di immobili, negli
appalti per l’acquisto di prodotti e servizi e nei contratti di leasing, devono rispettare i requisiti minimi di efficienza
energetica di cui all’Allegato 1 al decreto.
Il decreto prevede che siano messi a punto, a livello nazionale, regimi di qualificazione, accreditamento e certificazione
dei soggetti operanti nel settore dei servizi energetici. A tal fine Accredia, entro il 31 dicembre 2014, dovrà definire e
sottoporre ai Ministeri dello sviluppo economico e dell’ambiente, schemi di certificazione e/o di accreditamento per la
conformità alle norme tecniche in materia di ESCO, esperti in gestione dell’energia, sistemi di gestione dell’energia e
diagnosi energetiche.
Su richiesta della Conferenza Unificata, è stata cancellata la norma che equiparava l’Attestato di Prestazione
Energetica (APE) redatto secondo il DM 26 giugno 2009, allegato A, par 4, comma 2, lettera i), ad una diagnosi
energetica nel settore civile conforme all’allegato 2.
Infine, è istituito il Fondo nazionale per l’efficienza energetica, diviso in due sezioni: uno per la concessione di
garanzie, l’altro per l’erogazione di finanziamenti per interventi di efficienza energetica realizzati anche attraverso le
ESCO e attraverso forme di partenariato pubblico-privato, società di progetto e/o di scopo appositamente costituite.
Il Fondo finanzierà: la riqualificazione energetica degli edifici di proprietà della pubblica amministrazione; la
realizzazione di reti per il teleriscaldamento e/o per il telereffrescamento; l'efficientamento di servizi ed infrastrutture
pubbliche, inclusa l'illuminazione pubblica;
la riqualificazione energetica di interi edifici, compresi gli edifici di edilizia popolare; la riduzione dei consumi di
energia nei processi industriali.
Fonte: sito internet edilportale
Rinnovabili: Fotovoltaico e Spalma incentivi: cosa accade con il D.L. n. 91/2014
02/07/2014 - La pubblicazione del Decreto-Legge 24 giugno 2014, n. 91 recante "Disposizioni urgenti per il settore
agricolo, la tutela ambientale e l'efficientamento energetico dell'edilizia scolastica e universitaria, il rilancio e lo
sviluppo delle imprese, il contenimento dei costi gravanti sulle tariffe elettriche, nonché per la definizione immediata di
adempimenti derivanti dalla normativa europea" (Gazzetta Ufficiale 24/06/2014, n. 144) ha apportato importanti
modifiche ai sistemi di incentivazione previsti per la produzione di energia elettrica da impianti solari fotovoltaici.
Entrando nel dettaglio, l'art. 26 del D.L. n. 91/2014, che ricordiamo potrebbe comunque non essere confermato in
sede di conversione in legge, stabilisce alcune novità che non faranno certamente piacere a chi ha deciso di investire
nella tecnologia fotovoltaica. In particolare, i titolari di impianti fotovoltaici di potenza nominale superiore a 200 kW
dovranno scegliere entro e non oltre il 30 giugno 2014 e con decorrenza 1 gennaio 2015, tra due possibili opzioni:
-una riduzione dell'8% dell'incentivo per la durata residua del periodo di incentivazione;
-una riduzione modulata in funzione del periodo residuo, con estensione del periodo di incentivazione a 24 anni.
La seconda opzione prevede una percentuale di riduzione basata sugli anni che restano all'impianto per esaurire il
periodo di 20 anni di incentivazione, ovvero:
Nel caso di tariffe onnicomprensive erogate ai sensi del D.M. 5 luglio 2012 (Gazzetta Ufficiale n. 159 del 10 luglio
2012), le suddette riduzioni si applicano alla sola componente incentivante.
Chi decide di optare per la rimodulazione dell'incentivo in 24 anni avrà la possibilità di accedere a finanziamenti
bancari per un importo massimo pari alla differenza tra l'incentivo già spettante al 31 dicembre 2014 e l'incentivo
rimodulato. Tali finanziamenti possono beneficiare, cumulativamente o alternativamente, sulla base di apposite
convenzioni con il sistema bancario, di provvista dedicata o di garanzia concessa, dalla Cassa depositi e prestiti S.p.A
(Cdp).
Le Regioni e gli enti locali avranno il compito di adeguare, ciascuno per la parte di competenza, alla durata
dell'incentivo rimodulata, la validità temporale dei permessi rilasciati, comunque denominati, per la costruzione e
l'esercizio degli impianti fotovoltaici ricadenti nel campo di applicazione del presente articolo.
Fonte: Ilenia Cicirello, sito internet lavori pubblici
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Rinnovabili: Associazioni unite contro lo spalma-incentivi
30/06/2014. Proprio nei giorni in cui il Governo italiano sta assumendo la presidenza di turno dell’Unione europea è
stato confermato, con decreto 91/2014, il provvedimento spalma incentivi che prevede la riduzione retroattiva degli
incentivi agli impianti fotovoltaici in produzione. Si tratta di una disposizione, come più volte sottolineato, che rischia di
affossare un settore che andrebbe invece sostenuto, creando disoccupazione ed anche effetti negativi sugli
investimenti esteri (diminuiti già del 58% dal 2007), come ha sottolineato qualche giorno fa un interessante articolo
del Wall Street Journal e di esporre l’intero settore alla speculazione finanziaria.
Le diverse associazioni del mondo delle Rinnovabili hanno più volte proposto incontri e tavoli di discussione al Governo
ma, per il momento, non sono state ascoltate.
Ricordiamo che il Presidente Emerito della Corte Costituzionale Valerio Onida, ha dichiarato incostituzionale la norma.
Vi proponiamo in questo articolo le reazioni di alcune associazioni che chiedono a gran voce di essere ascoltate e un
ripensamento da parte del Governo.
Andrea Purgatori, neo presidente di Greenpeace Italia sottolinea: “Quelli che ci giungono dal governo Renzi non sono
buoni segnali. Nel semestre di presidenza italiano in Europa rischiamo ancora una volta che il nostro Paese giochi una
partita di retroguardia quando l’Italia e l’Europa hanno bisogno di investire su rinnovabili ed efficienza energetica. Si
tratta di settori in cui abbiamo un ottimo posizionamento strategico e non ha senso che sia proprio l’Italia a rallentare
questo processo.
“In questi mesi – spiega Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace – abbiamo
prodotto una serie di rapporti che mostrano il peso delle fonti fossili nell’economia europea. Solo in Italia, per
importare petrolio, gas e carbone spendiamo oltre 60 miliardi di euro l’anno. Tutto questo di certo è nell’interesse delle
grandi compagnie energetiche ma non dei cittadini europei. I leader UE devono far vedere a chi rispondono: hanno la
possibilità di ascoltare la voce dei cittadini, sottrarsi alle pressioni delle lobby fossili e salvare il clima, l’ambiente,
l’economia. Insieme all’occupazione”.
Greenpeace ha anche lanciato una petizione online per chiedere ai cittadini di firmare una Dichiarazione di
Indipendenza dalle fonti fossili, in favore di energie rinnovabili ed efficienza. In pochi giorni ha già raccolto oltre 30
mila firme.
assoRinnovabili - Associazione dei Produttori, dell’Industria e dei Servizi per le Energie Rinnovabili - ha deciso di
scrivere al Commissario Europeo per l’Energia Günther Oettinger che, si legge nel comunicato dell’Associazione, in un
intervento dell’agosto scorso ha condannato l’introduzione di tagli retroattivi agli incentivi per le rinnovabili perché
minano la fiducia degli investitori, ricordando che “tutti coloro che hanno installato pannelli solari, centrali a biogas o
parchi eolici debbono ricevere il livello di incentivazione garantito al momento dell’installazione". "Confidiamo che
l’Europa possa valutare la possibilità di indirizzare al Governo e al Parlamento Italiano un invito a riconsiderare la
questione”.
assoRinnovabili ha lanciato la campagna www.salvalerinnovabili.it e in questi mesi è stata promotrice di diverse
proposte alternative inviate al Governo per ridurre le bollette senza colpire le rinnovabili, per il momento rimaste
inascoltate. L'Associazione ha scritto all’ANCI (Associazione Nazionali Comuni Italiani), a Coldiretti, a Confagricoltura e
a Federfondiaria per chiedere un supporto nelle azioni che avvierà per impedire la conversione in legge del decreto
spalma incentivi.
Anche Legambiente, che ha analizzato a fondo il decreto, è molto critica verso il governo: Edoardo Zanchini,
vicepresidente di Legambiente si chiede: "Perché il Governo del grande cambiamento ha deciso di intraprendere una
guerra contro il solare? E' lecito chiederselo alla luce delle azioni condotte dal Governo con l'approvazione il 24 Giugno
di un Decreto Legge che incide in modo retroattivo sugli investimenti realizzati dalle imprese e per come si è scelto di
premiare le fonti fossili ai danni proprio del solare". Legambiente fa un’anali a più ampio raggio evidenziando ulteriori
criticità, che "dimostrano la capacità di pressione che le lobby delle fonti fossili esercitano nei confronti del Governo.
Altro esempio – si legge nel comunicato - è quello per cui si prevede di introdurre una tassa per le reti private (Seu,
Riu) e per l'autoproduzione di elettricità, ossia per la parte di energia prodotta che gli impianti non scambiano con la
rete. Questa tassa sarà pari al 5% per le Seu e le Riu esistenti, ossia quelle che riguardano centrali a olio, gas,
raffinerie, fabbriche, mentre sarà più cara per il futuro, perché il Decreto prevede che potrà aumentare anche
considerevolmente per tenere in equilibrio il sistema”.
Altro esempio dell'indubbia attenzione del Governo nei confronti delle fonti fossili è “la scomparsa dal provvedimento di
alcuni tagli ai sussidi alle fonti fossili su cui lo stesso Ministro Guidi aveva annunciato di voler intervenire: è sparito
infatti lo stop ai sussidi per le centrali a olio combustibile come pure un intervento promesso sui famigerati incentivi
Cip6, che ne avrebbe ridotto l'impatto in bolletta, ossia quello di riforma della componente costo evitato di
combustibile (Cec). Completamente assente poi, una qualsiasi spinta nella direzione dell'autoproduzione da fonti
rinnovabili, che ha evidentemente i suoi principali oppositori proprio nel Ministero dello Sviluppo economico e
nell'Autorità per l'energia”.
"Perché non si tolgono i limiti allo scambio sul posto per l'energia prodotta da fonti rinnovabili? Perché il Governo non
interviene sull'Authority che continua a rinviare la nuova normativa sui Riu che servirebbe alle imprese piccole e medie
che vogliono investire nelle fonti rinnovabili? Se l'obiettivo del Decreto è davvero di ridurre la spesa energetica delle
imprese italiane - conclude Zanchini - è proprio in questa direzione, che tiene assieme efficienza e fonti rinnovabili, che
si può guardare per ottenere risultati concreti ".
Fonte: sito internet infobuild energia
Centro studi
Innovazione e Sostenibilità
Materiali e tecnologie innovative: Canapa e bioresina in facciata
2/07/2014Lo studio di architettura olandese Marco Vermeulen ha di recente svelato a Dinteloord (Olanda) il primo
edificio al mondo dotato di facciata bio-based. L'edificio, commissionato dal Development Company Horticultural, è
caratterizzato da pareti formate con lettere in rilievo e realizzate con Nabasco 5010, materiale composto da una
miscela di canapa e bioresina prodotto da NPSP Composites.
Le lettere che compongono la facciata, non a caso, sono la H di idrogeno, la C di carbonio e la N di azoto, elementi
chimici che compongono il gas naturale. Inoltre, la finitura lucida dei pannelli dà l'impressione che l'edificio sia
costituito da un elegante materiale futuristico e non da resina e canapa.
L'utilizzo di questo nuovo materiale da costruzione è dovuto alla convinzione dello studio di architettura che sia
necessario sviluppare nuovi materiali, non sempre formati da combustibili fossili.
Fonte. sito internet casa e clima
Rapporti e studi: Linee guida per lo sviluppo sostenibile degli spazi verdi
3/07/2014. UNI ha pubblicato lo scorso 20 giugno la UNI/PdR 8:2014, la prassi di riferimento “Linee guida per lo
sviluppo sostenibile degli spazi verdi – Pianificazione, progettazione, realizzazione e manutenzione“.
Il documento è frutto della collaborazione tra UNI e le Associazioni Landeres e BAI – Borghi autentici d’Italia, ed ha lo
scopo di fornire delle linee guida per lo sviluppo sostenibile degli spazi verdi, urbani e peri-urbani, quali i parchi e
giardini pubblici e privati, i parchi e giardini storici, le alberate stradali, il verde a corredo delle infrastrutture, i
parcheggi alberati, i percorsi ciclo-pedonali, parchi e percorsi fluviali ed aree spondali in ambito urbano, parchi
divertimento, verde di pertinenza delle strutture turistico/ricettive, ecc. Con questa prassi di riferimento si fornisce agli
operatori del settore – dai progettisti ai manutentori, dai responsabili della pianificazione del verde nell’ambito delle
amministrazioni locali ai vivaisti, ai giardinieri – uno strumento di orientamento della pianificazione, progettazione,
realizzazione, manutenzione e produzione di materiale vegetale. Il tutto in un’ottica di sostenibilità, seguendo le tre
direttrici della qualità ambientale, economica e sociale in relazione alla gestione del territorio.
Il documento, inoltre, può essere utilizzato a supporto dell’applicazione della Legge “Norme per lo sviluppo degli spazi
verdi urbani” (n.10 del 14 gennaio 2013, GU n.27 dell’1 febbraio 2013, in vigore dal 16 febbraio 2013), consentendo a
tutti i soggetti coinvolti nella filiera della gestione del paesaggio di orientare politiche integrate di sostenibilità urbana
finalizzate all’estensione e alla qualità degli spazi verdi e alla realizzazione di servizi eco-sistemici. In questo senso, il
documento si basa su tre pilastri principali:
1.rafforzare la biodiversità e la resilienza per implementare la rete ecologica e sociale su scala locale;
2.adottare buone pratiche per la progettazione, il mantenimento e la gestione degli spazi verdi e per la produzione
vegetale;
3.applicare un metodo di gestione a basso input energetico, fisico ed economico.
Per lo sviluppo sostenibile degli spazi verdi la prassi di riferimento individua una serie di azioni specifiche tramite le
quali è possibile conseguire 15 obiettivi di qualità – qualità paesaggio, biodiversità, pianta, suolo, scarti, acqua,
energia, inquinamento, nutrizione, difesa, diserbo, macchinari e attrezzi, materiali, produzione vegetale, sociale.
Inoltre, sono fornite delle indicazioni in merito alle attività di formazione da promuovere presso gli amministratori, i
tecnici e gli operatori del settore.
Fonte: sito internet infobuild
Rapporti e studi: Impianti fotovoltaici, nuovo sistema di monitoraggio grazie ai droni
03/07/2014. E’ stato pubblicato il 10 giugno su IEEE Journal of Photovoltaics uno studio realizzato dai ricercatori del
Politecnico di Milano che hanno sviluppato un nuovo sistema di monitoraggio degli impianti fotovoltaici basato
sull’utilizzo dei droni, velivoli leggeri telecomandati.
Un buon monitoraggio dei moduli fotovoltaici garantisce una tempestiva ed efficace manutenzione dell’impianto, così
da ottenere le migliori prestazioni possibili e programmare al meglio attività di manutenzione straordinarie o eventuali
revamping dell’impianto.
I droni montano sensori di vario tipo, nello specifico fotocamere, termocamere o sensori ottici, e, sorvolando moduli
fotovoltaici di impianti fotovoltaici di ogni genere e dimensione, ne effettuano un monitoraggio puntuale ed affidabile in
modo veloce, preciso, efficiente, sicuro e versatile. Il sistema permette di utilizzare contemporaneamente sensori
diversi che si possono combinare a piacere a seconda delle necessità, per una corretta e rapida identificazione del
guasto o altra anomalia.
L’azienda con cui il gruppo di ricerca ha sviluppato un progetto di collaborazione sul monitoraggio del fotovoltaico è la
torinese Nimbus, attiva da anni nel settore dei velivoli senza pilota e che ha già ottenuto diversi Permessi di Volo
dall’ente regolatore ENAC.
Alcuni difetti dei moduli, bolle, incrinature, ingiallimenti, disallineamenti, corrosioni e ossidazioni, sono visibili ad occhio
nudo e possono essere individuati facilmente con una foto-videocamera. Altri difetti di fabbricazione come ad esempio
le “bave di lumaca” e le micro rotture sono quelli che maggiormente pregiudicano le prestazioni di un impianto e
possono essere meglio ispezionabili con l’ausilio di sensori ottici avanzati e termocamere.
Fonte: sito internet infobuild energia
Centro studi
Innovazione e Sostenibilità
Rapporti e studi: Energia dal mare, entro il 2050 in Europa impianti per 188 GW di potenza installata
1/07/2014. La “European Ocean Energy Association” ha recentemente stimato che in Europa i dispositivi per la
conversione dell’energia dal mare raggiungeranno una potenza installata di circa 3,6 GW entro il 2020 e 188 GW entro
il 2050.
Le nuove tecnologie per la produzione di energia dal mare sono state al centro della prima giornata del workshop
“Energia dal mare: le nuove tecnologie per i mari italiani” tenutosi oggi a Roma, organizzato nell’ambito dell’Accordo di
Programma tra il Ministero dello Sviluppo Economico e l’ENEA sulla Ricerca di Sistema Elettrico. All'incontro hanno
partecipato GSE, RSE, ENEL Green Power, Terna, CNR, Politecnico di Torino, Università Mediterranea di Reggio
Calabria, Università di Bologna, Università di Napoli, Politecnico di Milano, WaveEnergy, 40South Energy Group,
Wave4Energy e SEAPOWER.
Blue Economy
Lo sfruttamento dell’energia dal mare rappresenta uno dei punti prioritari del piano d’azione messo a punto dalla
Commissione Europea per lo sviluppo della “Blue Economy” che potrà contribuire a rilanciare in maniera sostenibile la
crescita economica, favorendo la creazione di nuovi posti di lavoro.
La configurazione geografica della penisola italiana, con i suoi 8.000 chilometri di costa, rende il nostro Paese uno dei
membri dell’Unione maggiormente in grado di cogliere i vantaggi dello sfruttamento di questa fonte di energia
alternativa che ad oggi costituisce appena lo 0,02 per cento della domanda europea. Inoltre, gli incentivi messi in
campo dal Governo per favorire la produzione di elettricità da impianti di energia oceanica, potranno contribuire ad
un’accelerazione tecnologica anche in questo settore.
Realizzati impianti sperimentali
Rispetto a fonti più consolidate, in Italia lo sfruttamento energetico di onde, correnti e maree si è sviluppato soltanto
negli ultimi anni grazie alla realizzazione di impianti e dispositivi sperimentali in grado di ricavare il massimo del
potenziale energetico dal Mediterraneo che, a causa della sua specificità di mare chiuso, richiede tecnologie diverse
rispetto a quelle utilizzate nel Nord Europa per catturare l’energia degli oceani. Vari sistemi messi a punto nel nostro
Paese hanno ormai raggiunto una maturità scientifica e tecnologica che, nel breve periodo, li renderà competitivi sui
mercati.
“L’elaborazione di una strategia in grado di stimolare l’energia blu è uno degli obiettivi per il rilancio dell’economia e
dell’occupazione in Europa. Produrre energia dal mare attraverso tecnologie avanzate che utilizzino in maniera
sostenibile le risorse marine richiede lo sviluppo di sinergie tra mondo delle imprese e centri di ricerca. Anche grazie
alla realizzazione e alla commercializzazione di nuovi dispositivi per lo sfruttamento energetico dell’ambiente marino,
l’Italia potrà concorrere a ridurre la dipendenza dell’Europa dalle fonti fossili e a salvaguardare l’ecosistema del
Mediterraneo, che è uno più fragili del Pianeta”, ha dichiarato Giovanni Lelli, Commissario dell’ENEA.
Fonte: sito internet casa e clima
Rapporti e studi: Rapporto Bes, nel 2012 le rinnovabili in Italia hanno coperto il 26,9% del consumo di energia
30/06/2014. E’ stata presentata dal Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel) e dall’Istituto nazionale di
statistica (Istat) la seconda edizione del “Rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile” (Bes 2014) realizzato con
l'obiettivo di offrire un quadro complessivo dei principali fenomeni sociali, economici e ambientali del nostro paese e
rappresentare una guida utile per identificare le priorità da attuare che aiutino il raggiungimento di un benessere equo
e sostenibile alle generazioni presenti e future.
Il Bes è il risultato di un importante lavoro svolto tra il 2011 e il 2013 da rappresentanti delle parti sociali e
dell’associazionismo riunite nel Comitato d’Indirizzo, e dalla comunità scientifica, coinvolta nella Commissione
Scientifica. Sono stati inoltre raccolti i suggerimenti dei cittadini coinvolti attraverso un’indagine campionaria, incontri
sul territorio e interventi sul sito.
Il Rapporto Bes 2014 grazie all’analisi dei 12 domini del benessere in Italia attraverso 134 indicatori, permette di
comprendere quali sono le principali criticità e quali le potenzialità, e le dinamiche positive in atto nel nostro Paese.
Uno dei capitoli è dedicato all’Ambiente ed è strutturato in sei dimensioni che descrivono il contributo dell’ambiente al
benessere collettivo: qualità delle acque; qualità dell’aria; qualità del suolo e del territorio; biodiversità; valutazione
soggettiva della qualità dell’ambiente naturale; materia, energia e cambiamenti climatici.
“Sotto l’impulso delle normative comunitarie, il nostro Paese ha compiuto molti passi avanti per la tutela dell’ambiente.
Tuttavia gli indicatori presi a riferimento mostrano che l’Italia ancora patisce evidenti difficoltà dovute in gran parte
alla carenza di armonizzazione dei sistemi di governance locali e alla mancanza di continuità nella gestione delle
politiche”. Nel corso dell’ultimo anno emergono segnali contraddittori. Migliora lievemente la qualità dell’aria e
diminuisce (da 59 a 52) il numero di comuni che ne denunciano l’allerta per la salute umana superando il valore limite
previsto per il particolato PM10 per più di 35 giorni l’anno.
Cresce, anche se di poco, la disponibilità di verde urbano nei comuni capoluogo di provincia, mentre sostanzialmente
stabili sono le aree verdi protette.
Per quanto riguarda le energie rinnovabili l’Italia è sopra la media europea per la produzione di energia elettrica
derivante da fonti rinnovabili, che soddisfa in misura crescente il consumo interno lordo di elettricità
La Direttiva 2009/28/CE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili, stabilisce che nel 2020 l’Italia dovrà
coprire, mediante fonti rinnovabili, il 17% dei consumi finali di energia, nei settori di elettricità, riscaldamento e
raffreddamento, trasporti.
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Innovazione e Sostenibilità
Per quanto riguarda il solo settore elettrico, nel 2012, in Italia sono aumentate rispetto al 2010 la produzione lorda
elettrica da fonti rinnovabili e la sua incidenza sul consumo interno lordo di energia elettrica. Nel 2012, la quota del
consumo interno lordo di energia elettrica coperta da fonti rinnovabili è stata pari al 26,9% e segna un + 3,1%
rispetto all’anno precedente. A livello regionale nel 2012 rispetto al 2011 la produzione in quantità è nettamente
superiore alla richiesta interna in Valle d’Aosta e nelle province autonome di Trento e Bolzano. La produzione risulta
elevata anche in Piemonte (32,8%), Toscana (33,4%), Molise (78,6%) e Calabria (58%). Valori bassi si registrano in
Liguria (6,7%, quasi invariata nell’ultimo triennio) e nel Lazio (10,5%).
Nel confronto europeo, l’Italia nel 2011 presentava un valore (23,6%) superiore alla media Ue27 (20,4%), ma ancora
lontano da paesi che superano il 50% dei consumi di energia elettrica generata da fonti rinnovabili, come la Svezia
(58,7%) e l’Austria (55,2%).
Nel corso degli anni è c’è stato una crescita del fotovoltaico che nel 2012 ha coperto il 20% della produzione
complessiva di energia elettrica, delle fonti eoliche e delle biomasse (entrambe pari a circa il 14% della produzione). In
netto calo, all’opposto, la quota di energia prodotta da fonti idriche (dal 78,2% al 45,4%) e geotermiche (dal 10,0% al
6,1%).
Sempre nel 2012, risultano in calo il consumo di risorse materiali interne e l’emissione di gas serra, riduzioni in parte
dovute alla forte contrazione della produzione provocata dalla crisi economica e dal rallentamento delle attività.
L’aggregato dei consumi interni di materiali rappresenta, l’insieme dei materiali trasformati dall’uomo, dei flussi fisici
potenzialmente dannosi per l’ambiente naturale e per gli equilibri eco sistemici, limitatamente ai materiali che sono
immobilizzati in stock o il cui ciclo di vita termina nel nostro Paese.
Fonte: sito internet infobuild energia
Rapporti e studi: Smart Grid Report e il mercato delle Energy Community in Italia
26/06/2014. Il Rapporto Smart Grid Report 2014 dell'Energy & Strategy Group della School of Management del
Politecnico di Milano sarà presentato in un convegno a Milano il prossimo 3 luglio alle ore 9.30 presso il Politecnico di
Milano - Aula Carlo De' Carli.
La terza edizione dello Smart Grid Report si colloca in un periodo di transizione per il sistema energetico del nostro
Paese che, dopo essere stato interessato negli ultimi anni dalla massiccia diffusione delle fonti rinnovabili, è chiamato a
ridisegnare le sue modalità di gestione e funzionamento, anche sulla scorta della valenza “strategica” che tale riassetto
può avere.
In questo scenario, lo studio si propone di affrontare una tematica di frontiera, ossia le Energy Community, che in uno
scenario a tendere rappresenteranno uno dei blocchi costitutivi della Smart Grid, allorché si assisterà alla formazione di
aggregazioni di utenze energetiche che condivideranno la gestione ed il soddisfacimento dei propri fabbisogni
energetici.
Lo studio è stato condotto utilizzando approcci metodologici diversi, ancorché interrelati e complementari tra di loro:
dall’analisi della letteratura all’analisi della normativa, dal confronto con ricercatori, professori universitari ed operatori
del settore articolato su circa 100 interviste, all’analisi comparativa di rapporti di ricerca e studi di settore italiani e
internazionali, alla realizzazione di oltre 20 casi di studio su un campione di imprese operanti nel settore ed impegnate
in progetti concreti, infine alla realizzazione di modelli quantitativi per la stima della sostenibilità economica e del
potenziale di diffusione delle Energy Community.
Lo studio è stato suddiviso in 6 capitoli.
Il capitolo1 intende fornire una definizione del concetto di Energy Community, individuando i benefici conseguibili
grazie alla sua implementazione ed analizzando le categorie di utenze energetiche potenzialmente interessate a
costituirsi in un’Energy Community, dal cui matching derivano una serie di modelli di Energy Community, oggetto
d’analisi dei successivi capitoli.
Il capitolo 2 offre una mappatura delle soluzioni tecnologiche abilitanti le Energy Community, analizzandole sia dal
punto di vista funzionale che della maturità tecnologica.
Il capitolo 3 sviluppa invece un quadro aggiornato delle principali iniziative attualmente in fase di realizzazione in Italia
sul tema Energy Community, individuando in particolare i soggetti coinvolti nella realizzazione, le finalità del progetto e
le soluzioni tecnologiche adottate.
Il capitolo 4 fornisce una stima della convenienza economica della realizzazione delle Energy Community e la relativa
“sostenibilità energetica”. Il capitolo 5, invece, presenta un quadro dell’attuale impianto normativo-regolatorio che ha
un impatto sulla diffusione delle Energy Community in Italia, al fine di evidenziare i principali “limiti” su cui il
legislatore dovrebbe focalizzare l’attenzione.
Il capitolo 6, infine, offre innanzitutto una stima del potenziale di mercato in Italia delle Energy Community, in
particolare individuando e quantificando quattro scenari “attesi” di diffusione al 2030 e le relative ricadute sia sul
sistema energetico che sul sistema Paese. In secondo luogo, in questo capitolo si analizzano le principali criticità che
caratterizzano l’approccio dell’Energy Community, con particolare enfasi sul reperimento delle risorse finanziarie
necessarie per realizzare gli investimenti, presentando il punto di vista degli altri stakeholder potenzialmente coinvolti,
quali i fornitori di servizi energetici e gli istituti di credito.
Fonte: Simone Franzò, project manager Smart Grid Report, sito internet infobuild energia
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Innovazione e Sostenibilità
Rapporti e studi: Micro-cogenerazione residenziale, efficiente ma ancora troppo cara
26/06/2014. La microcogenerazione domestica soddisfa le esigenze degli utenti, ma è ancora troppo cara perché possa
diffondersi ad ampio raggio. Lo rivelano i dati di un sondaggio condotto da Delta-ee, società con sede ad Ediburgo
specializzata in ricerche di mercato in campo energetico, su un campione di 600 proprietari, residenti in Olanda, Uk e
Germania, di abitazioni dotate di impianto micro-CHP.
La maggior parte degli intervistati è soddisfatto delle prestazioni ma non del prezzo
Dallo studio, redatto per comprendere il grado di soddisfazione degli utilizzatori e le possibilità di sviluppo di una
tecnologia sicuramente promettente ma non ancora diffusa, è emerso che il 60-70% degli intervistati è contento delle
prestazioni dell'impianto e ritiene la microgenerazione una tecnologia molto interessante. Le risposte sono, però,
unanime anche per ciò che riguarda il prezzo. La maggior parte degli intervistati, di qualsiasi paese, ritiene che il
costo, per essere accettabile, dovrebbe scendere almeno del 50% rispetto a quello attuale.
I tedeschi sono disposti a pagare di più per una tecnologia più efficiente come quella a celle combustibili
Chiamati, poi, ad esprimere un giudizio e una preferenza sulle due tecnologie maggiormente in voga nel campo della
microcogerenazione- ovvero quella che utilizza motori, a combustione interna o esterna (Stirling), e quella a celle
combustibile- gli utenti in questo caso si dividono. Mentre i tedeschi si sono rivelati disposti a pagare un surplus anche
di 4000 euro per una tecnologia, quella a celle combustibile, ritenuta più efficiente anche se più cara, olandesi e inglesi
sborserebbero al massimo 1000 euro in più in cambio di maggiore efficienza. Un dato che conferma i dati di vendita a
livello europeo di impianti micro-cogenerativi, che vedono la Germania in posizione di leadership, anche se le
percentuali sono comunque davvero basse: parliamo dell'1% sul mercato globale del riscaldamento.
Potenziare le azioni di marketing
Il quadro è chiaro: la microcogenerazione per affermarsi deve essere in grado di ampliare il proprio mercato e proporsi
con costi più accessibili. E per raggiungere questi obiettivi- commenta Scott Dwyer, Principal Analyst di Delta-ee- si
dovrebbero "aumentare i volumi, incrementare le azioni di marketing per far conoscere di più la tecnologia ad utenti e
investitori e puntare sulla concorrenza con le altre tecnologie a basso impatto ambientale."
Fonte: sito internet casa e clima
Aziende: Blocco Ytong Climagold: tutti i vantaggi del top di gamma
01/07/2014 - Xella Italia è una società del Gruppo Xella, leader mondiale nella produzione e commercializzazione di
elementi in calcestruzzo aerato autoclavato Ytong. L’attenzione dell’azienda verso i temi ecologici e di tutela
dell’ambiente e della salute dell’uomo, ha portato a sviluppare materiali da costruzione sostenibili e ad alta efficienza
energetica. Tutto ciò garantisce prodotti di altissima qualità, affidabili e sicuri.
La gamma Ytong comprende tantissimi elementi, dai blocchi alle lastre armate, dagli architravi ai blocchi sottili per
tramezze, dai blocchi portanti fino ai pannelli isolanti minerali Multipor, elementi che costituiscono un sistema completo
con soluzioni specifiche per ogni applicazione realizzativa.
L’applicazione principe, nella realizzazione di un edificio, per importanza, estensione e superficie, sono le pareti
esterne. La tipologia costruttiva più diffusa in Italia sono le pareti di tamponamento con strutture portanti in CA. Per
questa applicazione YTONG ha studiato una soluzione specifica, i blocchi YTONG CLIMAGOLD, il top della gamma.
Scopriamo di seguito tutti i vantaggi ottenibili dal suo impiego.
Caratteristiche di eccellenza per realizzazioni senza paragoni
Ytong è un sistema di costruzione in calcestruzzo aerato autoclavatocomposto damaterie prime completamente
naturalicome sabbia, calce, cemento e acqua, maturate tramite vapore.
Questa particolare composizione rende i blocchi Ytong ecocompatibili ed ecologici, per un’edilizia davvero sostenibile.
La gamma Ytong completa e versatile, offre soluzioni efficaci per tutte le applicazioni in edilizia, sia per nuove
costruzioni che nelle ristrutturazioni.
Grazie alla loro struttura porosa i prodotti Ytong offrono un’elevata leggerezza garantendo al tempo stesso
un’eccellente solidità e resistenza meccanica. Poiché l’aria contenuta nei pori ha una bassa conducibilità termica, il
calcestruzzo aerato autoclavato garantisce elevate prestazioni di isolamento termicoconsentendo di realizzare pareti
monostrato con ottimizzazione dei tempi di posa e conseguentemente dei costi di costruzione.
I blocchi isolanti della linea CLIMAGOLDsono destinati alla realizzazione di tamponamenti esternidi edifici con struttura
portante intelaiata (in acciaio, calcestruzzo armato o legno). I blocchi Ytong Climagold costituiscono il top della gamma
e sono caratterizzati da elevate performance isolantiche consentono, con opportuna progettazione, di conseguire le più
prestigiose certificazioni (CasaClima in Classe A+, LEED, ITACAo addirittura edifici passivi).
CASE HISTORY
I blocchi Ytong Climagold vantano una lunga storia di successi nelle realizzazioni in cui sono stati impiegati.
Riportiamo qui due recentissimi esempi italiani di nuove costruzioni che hanno conseguito, grazie anche alle proprietà
dei blocchi Ytong importanti certificazioni in ambito di efficienza energetica.
Casa unifamiliare in Classe A+ - Putignano (BA)
Per la realizzazione della casa unifamiliare realizzata nel 2013 a Putignano (BA) sono stati scelti i blocchi Ytong
Climagold da 36 cm per i tamponamenti, oltre alle lastre armate Ytong da 20 cm per i solai e i blocchi sottili Ytong
nello spessore 10 cm per le pareti divisorie.
L’impresa costruttrice NATYLE di Putignano (BA) ha avuto modo di apprezzare l’estrema maneggevolezza, lavorabilità
e leggerezza dei materiali che hanno assicurato una elevata facilità e rapidità di posa. Gli ottimi valori di trasmittanza
termica raggiunti hanno consentito all’edificio di essere certificato inclasse energetica A+.
Centro studi
Innovazione e Sostenibilità
I blocchi Ytong Climagoldhanno permesso di realizzare pareti monostrato omogenee con blocchi a giunto sottile
perfettamente rispondenti ai parametri energetici previsti dalle normative vigenti senza ricorrere a prodotti isolanti
aggiuntivi, così da semplificare la posa e risparmiare denaro.
L’insuperabile leggerezza del blocco nonostante l’elevato spessore, permette una semplice, veloce ed economica posa
in opera, garantendo nello stesso tempo ottime prestazioni di inerzia termica e di isolamento acustico.
Villetta in CasaClima Classe A - Trebaseleghe (PD)
I prodotti della gamma Ytong hanno giocato un ruolo da protagonisti anche nella realizzazione di una villetta
monofamiliare costruita a Trebaseleghe in provincia di Padova, che ha ottenuto la prestigiosa certificazione Casaclima
Classe A.
Per questa realizzazione il progettista Arch. Luciano Lamon, consulente CasaClima ed esperto in edifici energicamente
performanti, ha scelto la soluzione monostrato con blocchi di tamponamento in calcestruzzo cellulare Ytong Climagold
spessore 48 cm, su struttura a telaio costituita da pilastri in CA e travi REP orizzontali; tutti i ponti termici sono stati
corretti con pannello isolante Multipornegli spessori idonei. Anche per i solai interpiano e di copertura è stata impiegata
la tecnologia Ytong con i pannelli prefabbricati in calcestruzzo aerato autoclavato spessore 20 cm.
Rispetto ai prodotti tradizionali per murature, la conformazione dei blocchi Ytong facilita la realizzazione delle tracce
per gli impianti e agevola le varie fasi di realizzazione. Il taglio e la sagomatura possono essere realizzati con attrezzi
comuni e i materiali di sfrido possono essere riutilizzati, minimizzando così la formazione di scarti. Infine i blocchi
Ytong, essendo pieni ed omogenei, hanno la stessa conduttività termica in tutte le direzioni, pertanto permettono di
evitare agevolmente i ponti termici che con murature tradizionali si hanno per esempio in corrispondenza delle
fondazioni e dei davanzali delle finestre a causa della foratura dei blocchi e della disomogeneità.
Grande soddisfazione e riscontro più che positivo per l’impresa Pegaso S.r.l. di Marcato Flavio che ha eseguito i lavori,
alla sua prima esperienza con i prodotti Ytong: sono stati molto apprezzati la semplicità di posa e la lavorabilità dei
materiali che hanno consentito un’estrema velocità di esecuzione.
Vale la pena ricordare infine che blocchi Ytong Climagold, come tutti i prodotti Ytong, consentono di evitare tutte le
problematiche connesse alla formazione di muffe grazie alla elevata traspirabilità. Inoltre offrono una elevata sicurezza
in caso di incendio (Euroclasse A1) e in caso di sisma, grazie al basso peso specifico e al basso modulo elastico.
I blocchi isolanti Ytong Climagold sono forniti di dichiarazione di prestazione DOP e marcatura CEconformi alla norma
UNI EN 771-4, hanno un basso impatto ambientalee sono esenti da emissioni nocive.
I blocchiYtong Climagold sono disponibili nel formato 20x62,5 cm e spessori variabili da 36 a 48 cm. I blocchi sono
dotati di maniglie di sollevamento e di profilatura maschio-femmina sulla faccia verticale che ne facilitano la posa.
Tutti i vantaggi per realizzazioni al top
In tutte le realizzazioni in cui sono stati impiegati, i blocchi Ytong Climagold sono stati apprezzati per le loro
caratteristiche uniche di leggerezza, omogeneità, solidità, traspirabilità e isolamento termico testimoniate dalle
certificazioni energetiche di altissimo livello degli edifici e dalla grande soddisfazione espressa da costruttori, progettisti
e proprietari. Inoltre il grande plus dei sistemi Ytong risiede nella loro sostenibilità certificata dalla dichiarazione
ambientale basata sul ciclo di vita EPDe per la loro perfetta integrazione con i pannelli isolanti Multipor, che
nell’applicazione delle pareti di tamponamento, completano il sistema correggendo i ponti temici che si formano
naturalmente in corrispondenza di travi e pilastri, mantenendo l’omogeneità materica della costruzione.
Fonte: Xella Italia - YTONG su Edilportale.com
Eventi: Enea e lo stato del fotovoltaico in Italia
02/07/2014. Si è svolto a Roma il convegno “Stato e prospettive del fotovoltaico in Italia”, organizzato nell'ambito
dell'Accordo di Programma tra il Ministero dello Sviluppo Economico e l'ENEA sulla ricerca e sviluppo del sistema
elettrico nazionale. Nel corso dell'incontro si è parlato di stato attuale del fotovoltaico nel nostro Paese, sviluppi
tecnologici, prospettive dell’industria nazionale del settore e creazione di una rete di collegamento tra i diversi gruppi
di ricerca impegnati nello sviluppo di tale tecnologia.
A livello globale nel 2013 il mercato di energia prodotta da fotovoltaico ha registrato un aumento di circa il 23% sul
2012, passando da 30 a 37 GW. L’avvio di programmi dedicati al fotovoltaico promossi dalla Commissione Europea e
da alcuni governi nazionali ha consentito di sviluppare nuovi materiali e celle fotovoltaiche innovative, mentre per le
tecnologie già consolidate si è evidenziato un miglioramento dei processi di produzione dei moduli fotovoltaici.
"Le attività di ricerca condotte dall’ENEA, si legge nel comunicato, sono orientate a ridurre i costi di fabbricazione dei
moduli fotovoltaici a valori inferiori a 0,5 euro per watt, con lo scopo di aumentarne la competitività, a prescindere dai
programmi di incentivazione economica. In particolare, attraverso il Fondo Ricerca di Sistema Elettrico, finanziato dal
Ministero dello Sviluppo Economico e finalizzato all’innovazione del sistema elettrico nazionale, l’ENEA conduce attività
tese a sviluppare film sottili di silicio, celle organiche e materiali in grado di sostituire il costoso indio nella tecnologia a
film sottile CIS".
Fonte: sito internet infobuild energia
Eventi: Solar Decathlon Europe 2014, buona partenza per l'italiana RhOME
30/06/2014. Venti squadre provenienti da sedici Paesi hanno dato il via sabato 28 giugno a Versailles (Francia)
all'edizione 2014 di Solar Decathlon Europe (28 giugno - 14 luglio 2014). Dieci i contest secondo i quali la giuria
internazionale sarà chiamata a giudicare i progetti: architettura, ingegneria e costruzione, efficienza, bilancio
Centro studi
Innovazione e Sostenibilità
energetico, comfort, funzionamento, comunicazione, progettazione urbana, mobilità e convenienza economica,
innovazione e sostenibilità.
SOLAR DECATHLON. Ricordiamo che Solar Decathlon è un concorso internazionale organizzato dal Dipartimento di
Energia Americano in cui Università provenienti da tutto il mondo si incontrano per progettare, costruire e far
funzionare una casa autosufficiente a livello energetico, grazie all'utilizzo di energia solare, e dotata di tutte le
tecnologie utili a massimizzarne l'efficienza. Durante la fase finale del concorso, ogni team assembla e mostra al
pubblico la propria casa.
PROGETTI IN GARA. Per il continente europeo si sono presentate con un progetto a testa Romania, Danimarca, Italia e
Svizzera. Mentre Francia, Spagna e Germania hanno portato ben due progetti, tre dei quali realizzati in collaborazione
con Stati Uniti e Chile. Fuori dal vecchio continente troviamo invece il Messico, la Costa Rica, l'India, il Giappone,
Taiwan e la Thailandia.
IL PROGETTO ITALIANO. Per quanto riguarda il team italiano si è presentato alla manifestazione con RhOME for
denCity che in pochi giorni ha già ottenuto un bonus di 5 punti per aver chiuso il cantiere della casa in tempo rispetto
ai tempi imposti dalla competizione.
E’ stato un cantiere durissimo - spiega l’architetto Chiara Tonelli alla guida del progetto -. C’erano solo 10 giorni per
costruire la nostra casa, ma al nono giorno eravamo già pronti.
Il progetto ha richiesto circa un anno e mezzo di lavoro e 800 addetti per costruire quella che, a tutti gli effetti, è una
casa abitabile, funzionante, alimentata da energia solare, connessa a una smart grid ed equipaggiata con tutte le più
innovative soluzioni tecnologiche per la massima efficienza (Per approfondire, leggi qui).
Nei prossimi giorni, in attesa del vincitore che verrà proclamato il 12 luglio, pubblicheremo sul nostro portale i progetti
più interessanti nella sezione Progetti - Nuovi edifici.
Fonte: sito internet casa e clima
Estero: Certificazione Green anche per le infrastrutture
1/07/2014. Con i suoi 75.623 km di estensione- 2,7 dei quali occupati dall'Eisenhower Tunnel, il tunnel veicolare più
alto del mondo (3401 metri sul livello del mare)- il sistema autostradale statunitense, l'Interstate Highway System, è
una delle più grandi opere infrastrutturali della storia. Ma, a distanza di 60 anni dalla sua realizzazione, inizia a
necessitare corpose azioni manutentive e ristrutturative.
Il costo per l'ammodernamento del manto stradale e delle opere impiantistiche annesse è stato stimato in quasi 4 mld
di dollari. Un investimento così ingente da spingere l'Institute for Sustainable Infrastructure e il Zofnass Program for
Sustainable Infrastructure della School of Desing di Harvard nel proporre un approccio sostenibile nello svolgimento
dei lavori. Da qui, l'idea di lanciare un vero e proprio protocollo di valutazione e certificazione della sostenibilità delle
infrastrutture.
Standard Envision per certificare le infrastrutture
Lo standard Envision prevede un sistema di rating come per la certificazione Leed riservata agli edifici, e si propone
come un modello olistico, che considera tutte le componenti progettuali, in un'ottica di sistema.
Organizzato in cinque categorie- qualità della vita, leadership, allocazione delle risorse, natura e clima, e rischi- lo
standard contiene 60 criteri di sostenibilità con dei crediti associati che consentono ai progetti di guadagnare il
punteggio necessario per raggiungere i vari livelli della certificazione.
Un modello da seguire nella progettazione
Il software può essere usato in qualsiasi fase del progetto e sopratutto può essere consultato liberamente anche da
progettisti che stanno realizzando un'opera che non potrà essere certificata ma a cui potrebbero essere applicati alcuni
principi rivolti alla sostenibilità ambientale. Attualmente sono circa 300 i progetti infrastrutturali che si stanno servendo
del software come strumento di progettazione e circa 30 di questi verranno sottoposti all'iter valutativo per
l'ottenimento della certificazione.
Pensare all'opera infrastrutturale come a un sistema
Fra gli obiettivi dello standard, come rivelano gli sviluppatori, non c'è solo la volontà di incentivare una progettazione
più rispettosa dell'ambiente, ma anche un nuovo modo di lavorare che preveda la collaborazione fra le parti.
Concependo l'opera come un sistema e non come la somma di progetti a se stanti, coloro che si occupano ad esempio
della realizzazione del manto stradale piuttosto che degli impianti sono tenuti a fare i conti gli uni con gli altri, con
risultati nettamente superiori a livello qualitativo.
Considerare non solo i costi iniziali ma anche i ritorni economici
Altra questione, quella dei costi. Progettisti, amministratori, tutti coloro che in qualche modo sono coinvolti nello
sviluppo delle opere, dovrebbero avere più dimestichezza con le equazioni, e il software dovrebbe servire anche a
questo. Nella maggior parte dei casi, i progetti vengono finanziati sulla base dei costi stimati per la loro realizzazione,
senza però prendere in considerazione i ritorni economici ottenibili nel corso di tot anni.
Fonte: sito internet casa e clima