Trimestrale di informazione settoriale AUT. TRIBUNALE DI NOVARA N. 6 del 11/02/1999 - Direttore Responsabile BINELLI Luigi - Coordinamento di Redazione Consiglio Direttivo del Collegio Interprovinciale IPASVI di Novara e Verbania - Redazione Via Biandrate 20/b, 28100 NOVARA. Tel 0321 30237 - Fax 0321 393276 e-mail [email protected] Impaginazione: Editmedia s.r.l., Omegna (VB) - Stampa: Grafiche Fovana & Caccia s.r.l., Gravellona Toce (VB) - Spedizione in abbonamento postale 70% - DCO/DC Novara - Tax perque NOTIZIARIO DI INFORMAZIONE E DI AGGIORNAMENTO DEL COLLEGIO INTERPROVINCIALE IPASVI DI NOVARA E VCO anno XVI n. 1 marzo 2014 INDICE 3 Editoriale 5 Verso la Certificazione dell’Aggiornamento Professionale 9 Dossier formativo 11 13 17 20 24 Assemblea ordinaria iscritti Collegio IPASVI Novara Verbano Cusio Ossola Marketing, comunicazione, deontologia: il vero biglietto da visita del libero professionista infermiere Extubatio repetita intubatio manifesta Presentazione del servizio infermieristico ASL di Alessandria È consentita la pratica dell’AGOPUNTURA all’infermiere? 28 Notizie flash 30 Buona lettura... 31 Segreteria informazioni 2 Trimestrale di informazione settoriale AUT. TRIBUNALE DI NOVARA N. 6 del 11/02/1999 - Direttore Responsabile BINELLI Luigi - Coordinamento di Redazione Consiglio Direttivo del Collegio Interprovinciale IPASVI di Novara e Verbania - Redazione Via Biandrate 20/b, 28100 NOVARA. Tel 0321 30237 - Fax 0321 393276 e-mail [email protected] Impaginazione: Editmedia s.r.l., Omegna (VB) - Stampa: Grafiche Fovana & Caccia s.r.l., Gravellona Toce (VB) - Spedizione in abbonamento postale 70% - DCO/DC Novara - Tax perque NOTIZIARIO DI INFORMAZIONE E DI AGGIORNAMENTO DEL COLLEGIO INTERPROVINCIALE IPASVI DI NOVARA E VCO anno XVI n. 1 marzo 2014 INDICE 3 Editoriale 5 Verso la Certificazione dell’Aggiornamento Professionale 9 Dossier formativo 11 13 17 20 24 Assemblea ordinaria iscritti Collegio IPASVI Novara Verbano Cusio Ossola Marketing, comunicazione, deontologia: il vero biglietto da visita del libero professionista infermiere Extubatio repetita intubatio manifesta Presentazione del servizio infermieristico ASL di Alessandria È consentita la pratica dell’AGOPUNTURA all’infermiere? 28 Notizie flash 30 Buona lettura... 31 Segreteria Dialogare è il periodico del Collegio IPASVI della provincia di Novara e Verbania che pubblica liberamente articoli previa approvazione del Comitato di Redazione. L’articolo è sotto la responsabilità dell’autore/autori. Il materiale per la pubblicazione dovrà essere inviato alla Redazione in formato elettronico. Il testo deve pervenire in formato word. Le parole che gli autori desiderano evidenziare devono essere in “grassetto/ bold”. Tabelle e/o immagini (.tiff oppure.jpg) devono essere numerate e fornite su file a parte (il numero andrà anche richiamato nel testo con brevi didascalie). In allegato all’articolo dovrà essere fornita una sintetica nota biografica dell’autore. La pubblicazione degli articoli è a titolo gratuito e in nessun caso da diritto a compensi. Gli articoli inviati saranno sottoposti all’esame del Comitato di Redazione che si riserva di valutarli, eventualmente rimaneggiarli. Il materiale inviato non verrà restituito. Trimestrale di informazione settoriale – AUT. TRIBUNALE DI NOVARA N. 6 del 11/02/1999 – Direttore Responsabile BINELLI Luigi – Comitato di di Redazione Consiglio Direttivo del Collegio Interprovinciale IPASVI di Novara e Verbania – Redazione via Biandrate 20/b, 28100 Novara. Tel. 0321.30237 – fax. 0321.393276 – e-mail [email protected] – impaginazione: Editmedia s.r.l., Omegna (VB) – Stampa: Grafiche Fovana & Caccia s.r.l., Gravellona Toce (VB) – Spedizione in abbonamento postale 70% - DCO/DC Novara – Tax perque. Foto di copertina (di Giancarlo Parazzoli) 1ª Lungolago di Arona Notiziario di informazione e di aggiornamento del Collegio Interprovinciale IPASVI di Novara e VCO. Direzione/Redazione/Amministrazione Via Biandrate 20/b – 28100 Novara – tel. 0321.30237 Direttore Responsabile Binelli Luigi Comitato di Redazione Arreni Antonella, Binelli Luigi, Corrado Elisabetta, Fasolini Gabriele, Giroldini Luciano, Portaluppi Viviana, Zavaglio Andreina Editore Collegio Interprovinciale IPASVI di Novara e VCO Impaginazione Editmedia s.r.l., via De Angeli, 73 – 28887 Omegna (VB) Stampa Grafiche Fovana & Caccia s.r.l., via XX Settembre, 111 – 28883 Gravellona Toce(VB) 3 editoriale Luigi Binelli Presidente Collegio IPASVI di Novara e VCO D al 1994 al 2014 sono passati venti anni dall’approvazione del nostro profilo professionale e sembra che dobbiamo porci sempre la stessa domanda: chi ha paura di un infermiere più qualificato? Questa domanda sorge spontanea visto il susseguirsi di “ostacoli ”che la bozza di accordo sullo sviluppo delle competenze specialistiche Infermieristiche licenziata dalla Conferenza Stato-Regioni sta incontrando. Sicuramente un infermiere più qualificato, socialmente e organizzativamente riconosciuto, risulta essere tra i principali attori del sistema sanità, per rispondere ai bisogni di salute del cittadino. La presidente Silvestro ribadisce: «La professione infermieristica è chiamata ancora una volta a scendere in campo unita contro le pressioni di chi si oppone al riconoscimento del suo ruolo e delle sue competenze. Abbiamo ragionato delle competen- ze che definiscono l’assistenza infermieristica, della loro fisiologica – e già comunemente diffusa – evoluzione, di sperimentazioni ancora più innovative attuate dai nostri colleghi infermieri in numerosi luoghi del nostro Paese e dell’aspettativa, già normata in una legge del lontano 2006, di giungere, finalmente, alla figura dell’infermiere specialista. Cosicché quelle sperimentazioni ed altre ed ulteriori ancora, possano strutturarsi e ridefinirsi nel loro costrutto anche con l’approfondimento disciplinare conseguente a percorsi formativi e di ricerca nelle aree di intervento delineate nell’approvando documento sulle competenze specialistiche. Abbiamo collaborato, dimostrato spirito critico ma costruttivo e, soprattutto, biennale pazienza. Abbiamo, infine, sollecitato e chiesto che un documento, su cui erano state accolte osservazioni e, da tempo, raggiunta la condivisione di intenti, completasse il suo iter procedurale approdando al tavolo della Conferenza Stato Regioni. In risposta abbiamo ricevuto il veto da un raggruppamento editoriale di sigle sindacali della dirigenza medica e sanitaria, con argomentazioni più che confutabili e analisi di flebile contenuto». L’Infermiere risulta essere la figura professionale più numerosa e onnipresente in ogni realtà sia intra che extra ospedaliera, indispensabile per l’attuale contesto storico e sicuramente ancor di più per il futuro, visto l’aumento dell’età media della popolazione e dal crescente numero di soggetti fragili e/o portatori di malattie cronico-degenerative. Questo accordo vuole essere solo il punto di partenza, non quello di arrivo. L’infermiere già da anni svolge competenze cosiddette “avanzate” Da www.linkiesta.it 4 (vedasi il triage infermieristico nei DEA, il dispatch al 118, il see&treat in pronto soccorso, i PICC team, l’infermiere care manager o infermiere di comunità) con professionalità e piena consapevolezza delle responsabilità che da queste derivano, senza però il giusto riconoscimento, né professionale né economico. La bozza di accordo vuole essere una presa di coscienza di tutte quelle prestazioni che l’infermiere svolge nel quotidiano. È fondamentale essere pronti ad assumerci le nostre responsabilità e aver presente che il processo assistenziale è dell’Infermiere. La presidente Silvestro riassumendo le volontà di tutti i Presidenti provinciali ribadisce: «Noi continuiamo – senza accettare provocazioni – nel nostro percorso, disponibili ad un confronto serio e costruttivo con tutti, medici, altri professionisti , rappresentanti dei cittadini e dei lavoratori, nella ferma convinzione che un infermiere più formato e più qualificato serva ai singoli e alla collettività, per sostenere e rilanciare il Sistema salute del nostro Paese». Luigi Binelli 5 approfondimenti A cura di Luigi Binelli Presidente Collegio IPASVI Novara VCO Verso la Certificazione dell’Aggiornamento Professionale La “formazione continua” alla base della professionalità L’ECM è il processo attraverso il quale il professionista della salute si mantiene aggiornato per rispondere ai bisogni dei pazienti, alle esigenze del Servizio sanitario e al proprio sviluppo professionale. La formazione continua in medicina comprende l’acquisizione di nuove conoscenze, abilità e attitudini utili a una pratica competente ed esperta. I professionisti sanitari hanno l’obbligo deontologico di mettere in pratica le nuove conoscenze e competenze per offrire una assistenza qualitativamente utile, prendersi cura dei propri pazienti in modo da poter essere un buon professionista. L’avvio del Programma nazionale di ECM nel 2002, in base al DLgs 502/1992 integrato dal DLgs 229/1999, ha rappresentato un forte messaggio nel mondo della sanità e, la nuova fase dell’ECM contiene molte novità presentandosi quale strumento per progettare un moderno approccio allo sviluppo e al monitoraggio delle competenze individuali. Dal 1 gennaio 2008, con l’entrata in vigore della Legge 24 dicembre 2007, n. 244, la gestione amministrativa del programma di ECM ed il supporto alla Commissione Nazionale per la Formazione Continua, fino ad oggi competenze del Ministero della salute, sono stati trasferiti all’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). L’Accordo Stato Regioni del 1° agosto 2007 definisce il Riordino del Programma di Formazione Continua in Medicina e stabilisce la nuova organizzazione e le nuove regole per la Governance del sistema Ecm, individua infatti nell’Agenzia la “casa comune” a livello nazionale, in cui collocare la Commissione nazionale e gli organismi che la corredano. Il Co.Ge.A.P.S. (Consorzio Gestione Anagrafica Professioni Sanitarie) è un organismo che riunisce le Federazioni Nazionali degli Ordini e dei Collegi e le Associazioni dei professionisti della salute che partecipano al programma di Educazione Continua in Medicina. Secondo quanto stabilito dall’Accordo Stato Regioni del 5 Novembre 2009, il Co.Ge.A.P.S. è “l’organismo nazionale deputato alla gestione delle anagrafiche nazionali e territoriali, dei crediti ECM attribuiti ai professionisti che fanno approfondimenti capo agli Ordini, Collegi nonché le rispettive Federazioni nazionali e Associazioni professionali, consentendo a questi le relative funzioni di certificazione delle attività formative svolte”. Il Co.Ge.A.P.S. ha la gestione della banca dati Nazionale dei crediti ECM acquisiti dai professionisti della Salute, la gestione di un sistema unitario e condiviso per il governo dei crediti formativi acquisiti dai singoli professionisti della salute sulla base dei criteri e delle modalità stabiliti dalla Commissione Nazionale ECM nell’ambito del progetto nazionale di Educazione Continua in Medicina. L’implementazione e la gestione, in coordinamento con il Ministero della Salute e con gli Ordini, Collegi e Associazioni professionali, del dossier formativo individuale e di gruppo. A partire dal 2 Dicembre 2013, i singoli professionisti sanitari iscritti all’ordine, potranno consultare il portale del Co.Ge.A.P. previa registrazione alla banca dati del Consorzio. Tramite questo servizio, è possibile visualizzare tutti i crediti ECM già acquisiti (sia a livello nazionale che regionale) e programmare la propria formazione per il triennio 2014 – 2016 tramite la costruzione del Dossier Formativo individuale. Come si evidenzia da quanto scritto, il sistema ECM si avvia verso la fase in cui il professionista dovrà documentare di aver ottemperato l’obbligo ECM, attraverso la certificazione rilasciata dal proprio Ordine e Collegio; le modalità di certificazione a tutt’oggi sono in via di definizione, sarà nostra cura informare gli iscritti. Nella determina del 17 luglio 2013 e nelle successive integrazioni, la Commissione Nazionale per la Formazione Continua ha definito alcuni aspetti relativamente ad Esoneri e per ciascuno sono di seguito riassunte le indicazioni più importanti. ESONERI Sono esonerati dall’obbligo ECM i professionisti sanitari che frequentano (in Italia o all’estero) corsi di formazione post-base propri per la categoria di appartenenza: O corso di specializzazione universitaria, O dottorato di ricerca, O master universitario di primo e secondo livello, O laurea specialistica, previsti e disciplinati dal Decreto del MURST del 3 novembre 1999 n. 509, pubblicato nella G.U. n. 2 del gennaio 2000; Decreto 22 ottobre 2004, n. 270 e successive modifiche ed integrazioni; O formazione manageriale, ai sensi dell’articolo 16-quinquies del D.lgs. n. 502/92. L’esonero riguarda l’intero periodo di formazione nella misura di 4 crediti per mese e solo se il corso di formazione abbia durata superiore a 15 giorni per ciascun mese. ESENZIONI Sono esentati dall’obbligo formativo ECM, i professionisti sanitari che sospendono l’esercizio della propria attività professionale a seguito di: O congedo maternità e paternità: D.lgs. n.151 del 26/03/2001 e successive modifiche e integrazioni; O congedo parentale e congedo per malattia del figlio: D.lgs. n.151 del 26/03/2001 e successive modifiche e integrazioni; O adozione e affidamento preadottivo: D.lgs. n. 151 del 26/03/2001 e successive modifiche e integrazioni; O a d o z i o n e i n t e r n a z i o n a l e aspettativa non retribuita durata espletamento pratiche: D.lgs.n.151 del 26/03/2001 e 6 successive modifiche e integrazioni; O congedo retribuito per assistenza ai figli portatori di handicap: D.lgs. n.151 del26/03/2001 e successive modifiche e integrazioni; O aspettativa senza assegni per gravi motivi familiari così come disciplinato dai CCNL delle categorie di appartenenza; O permesso retribuito per i professionisti affetti da gravi patologie così come disciplinato dai CCNL delle categorie di appartenenza; O assenza per malattia così come disciplinato dai CCNL delle categorie di appartenenza; O richiamo alle armi o servizio volontariato alla C.R.I.: Art.14 R.D. Legge 10/8/1928, n.2034 e artt.36 e 245 del R.D. n.484/1936 e successive modifiche e integrazioni; O aspettativa per incarico direttore sanitario aziendale e direttore generale: Art.3 bis, comma 11 D.lgs. n. 502/92 e successive modifiche e integrazioni; O aspettativa per cariche pubbliche elettive: D.lgs. n. 29/93 e successive modifiche e integrazioni; art. 2 L. 384/1979 e successive modifiche e integrazioni; art. 16 bis comma 2 bis D.lgs. n. 502/92 e successive modifiche e integrazioni; O aspettativa per la cooperazione con i paesi in via di sviluppo e distacchi per motivi sindacali così come disciplinato dai CCNL delle categorie di appartenenza. O Sono esonerati dall’obbligo formativo ECM nella misura di 4 crediti per ogni mese nel quale il periodo di sospensione dell’attività professionale sia superiore a 15 giorni. I periodi di esonero e di esenzione sono cumulabili ma non sovrapponibili nell’ambito del trienni, ad eccezione degli esoneri definiti dalla 7 approfondimenti Da www.ulss19adria.veneto.it Commissione Nazionale per le catastrofi naturali. TUTORAGGIO Ai tutor che svolgono formazione pre e post laurea prevista dalla legge e ai professionisti sanitari che svolgono attività di tutoraggio all’interno di tirocini formativi e professionalizzanti pre e post laurea previsti dalla legge, sono riconosciuti crediti formativi ECM nella misura di 4 crediti per mese di tutoraggio. I crediti così acquisiti, calcolati unitamente ai crediti ottenuti per docenza/pubblicazioni scientifiche/ricerche, non possono eccedere il 60% del monte crediti triennale al netto degli esoneri, delle esenzioni e delle riduzioni. Sono esclusi dal riconoscimento dei crediti per attività di tutoraggio individuale, gli assegnatari di uno specifico incarico istituzionale di insegnamento anche a titolo gratuito. I crediti, nella misura di cui sopra, sono riconosciuti anche a chi svolge attività di tutoraggio nell’ambito di specifici PFA (Piano Formativo Aziendale), solo se le attività sono inquadrate nel programma formativo del professionista interessato. N.B. L’unità mese è considerata il periodo non inferiore a 16 giorni e non superiore a 31 giorni di tutoraggio anche non continuativo e cumulabile nel triennio di riferimento. A titolo esemplificativo: 10 giorni di tutoraggio a gennaio possono essere cumulati con 10 giorni di tutoraggio a maggio. Tale periodo dà diritto a 4 crediti ECM. CREDITI PER LA FORMAZIONE ALL’ESTERO È definita formazione individuale all’estero la formazione non accreditata in Italia e svolta nei paesi dell’ U.E., in Svizzera, negli Stati Uniti e in Canada. Ai professionisti sanitari che frequentano corsi di formazione individuale all’e- stero, sono riconosciuti crediti ECM nella misura del 50% dei crediti attribuiti dal singolo evento accreditato all’estero. I crediti acquisibili tramite formazione individuale all’estero non possono superare il 50% dell’obbligo formativo triennale. Nel caso in cui l’evento accreditato all’estero supera i 50 crediti formativi sono riconosciuti al massimo 25 crediti ECM. Il professionista sanitario, ultimata la frequenza, dovrà inoltrare la documentazione relativa all’evento (programma, contenuti, etc.) e quella attestante la frequenza e il superamento del test di apprendimento all’ente accreditante di riferimento (CNFC, Regione, Provincia autonoma) ovvero al soggetto da esso indicato (ad esempio ufficio formazione dell’azienda presso cui presta servizio) ovvero per i liberi professionisti, al proprio Collegio, che valutata la documentazione prodotta dal professionista, provvederà ad inserire tali atti- approfondimenti vità nel tracciato record da inviare al Co.Ge.A.P.S. Nel caso in cui esistano accordi tra regioni transfrontaliere validamente sottoscritti e comunicati alla Commissione nazionale e/o ente accreditante regionale per la formazione continua possono essere riconosciuti tutti i crediti acquisiti tramite l’evento formativo accreditato all’estero e comunque non oltre i 50 crediti per evento. LIBERO PROFESSIONISTI: CREDITI INDIVIDUALI PER AUTOAPPRENDIMENTO Ai liberi professionisti sono ricono- Da www.ipasvioristano.it sciuti crediti ECM per: O attività di autoapprendimento ossia l’utilizzazione individuale di materiali durevoli e sistemi di supporto per la formazione continua preparati e distribuiti da Provider accreditati (per l’autoapprendimento non è richiesta l’azione di guida o di supporto di un tutor ma esclusivamente i processi di valutazione, verifica dell’apprendimento, i crediti ECM vengono trasmessi dai Provider all’ente accreditante e al Co.Ge.A.P.S.; O autoapprendimento derivante da attività di lettura di riviste scientifiche, di capitoli di libri e 8 di monografie non preparati e distribuiti da provider accreditati ECM e privi di test di valutazione dell’apprendimento con il limite del 10% dell’obbligo formativo individuale triennale (fino ad un massimo di 15 crediti nel triennio). I crediti ECM vengono trasmessi al Co.Ge.A.P.S. dal Collegio di appartenenza. Per la visione completa del documento si invita a collegarsi al sito: http://ape.agenas.it/documenti/ normativa/NOTE_DETERMINA_ CNFC_17_07_2013.pdf 9 approfondimenti A cura di Luigi Binelli Presidente Collegio IPASVI Novara-VCO DOSSIER FORMATIVO Ciò che è previsto dal nuovo accordo Stato-Regioni Nella definizione dell’accordo Stato-Regioni del 01 agosto 2007 si definisce il Dossier Formativo come uno strumento di programmazione e valutazione del percorso formativo del singolo operatore (individuale) o del gruppo di cui fa parte (equipe o network professionale). Il Dossier non si può considerare come un portfolio delle competenze, tuttavia può essere considerato un precursore ed è comunque correlato al profilo professionale e alla posizione organizzativa. Il dossier formativo deve risultare utile a valutare nel tempo i singoli e i gruppi nella prospettiva futura della ri-certificazione professionale oltre che utile ai provider al fine di rilevare gli effettivi bisogni formativi dei singoli per programmare un’offerta adeguata al mantenimento delle competenze. Il dossier formativo non può essere ritenuto una semplice raccolta statistica di informazioni, ma deve rappresentare lo strumento di accompagnamento del professioni- sta in grado di: O rendere esplicito e visibile il proprio percorso formativo; O programmare e contestualizzare la formazione individuale nel gruppo e per il gruppo; O valutare la pertinenza e la rilevanza delle azioni formative erogate e frequentate in rapporto al proprio lavoro ed alla mission clinico-assistenziale del gruppo. Il Dossier Formativo deve essere visto come un’occasione anche per l’organizzazione (Azienda, Dipartimento, U.O.), responsabile del governo strategico della formazione, per orientare efficacemente le scelte formative, valorizzare i singoli professionisti, realizzare una puntuale analisi del fabbisogno formativo e monitorare le attività formative stesse. Il Dossier Formativo si avvale di tre specifiche attività documentabili: 1. l’individuazione del piano formativo, in cui sono indicati gli obiettivi formativi rispondenti a bisogni individuali; 2. la periodica e sistematica at- tività di “verifica” e di acquisizione della documentazione relativa alle attività di formazione continua svolta dai professionisti accreditati all’ECM; 3. la valutazione periodica (triennale) dell’andamento e dei risultati del percorso da parte di organismi di valutazione “tra pari”. Il Dossier Formativo è composto da quattro specifiche sezioni documentali: 1ª sessione – contiene l’Anagrafica, al cui interno si trova il profilo anagrafico con l’indicazione del profilo professionale, della collocazione lavorativa (posizione organizzativa) e del curriculum dell’operatore. 2ª sessione – contiene la Programmazione, cioè il fabbisogno formativo individuale definito in rapporto al profilo e alle aree di competenza dell’operatore e alle caratteristiche dell’attività clinico-assistenziale svolta. 3ª sessione – contiene la Realizzazione/Evidenze. Le evidenze approfondimenti sono relative all’attività di formazione ef fettuata (documentazione, crediti, tipologie di attività) e alle altre attività considerate rilevanti come ad esempio la docenza, il tutoraggio e la ricerca. 4ª sessione – contiene la Valutazione, che deve risultare periodica sia da parte del singolo professionista, sia da parte dell’Azienda, sia da parte dei Collegi. È suddiviso in tre macro aree: 1. competenze tecnico specialistiche; 2. competenze di processo relazionali/comunicative; Da www.marsicalive.it 3. competenze di sistema organizzativo/gestionali. La Formazione Continua “ECM”, non si può pensare solo come “ manutenzione tecnica”, ma deve essere intesa come supporto allo sviluppo di un sistema di competenze, riduttivo connotarle esclusivamente come tecnico-professionali, che devono comprendere tutta la gamma delle attività richieste, in contesti sociali continuamente mutevoli. La Formazione alimenta la multidimensionalità delle competenze del professionista e può: O costituire un punto d’incontro tra individuo (bisogni, aspi- 10 razioni, profilo professionale, ecc.) e organizzazione (appropriatezza, efficienza ed efficacia) dell’offerta sanitaria; O garantire la continuità tra lavoro e formazione senza separarle secondo i vecchi modelli scolastici. La formazione è un valore professionale ancorato nella deontologia del nostro codice che va trasferito nella realtà delle organizzazioni, preposte alla tutela della salute, ponendosi come prezioso strumento di sviluppo della qualità, efficacia e sicurezza dei professionisti, delle organizzazioni e dei servizi resi. 11 approfondimenti A cura di Luigi Binelli Presidente Collegio IPASVI Novara-VCO ASSEMBLEA ORDINARIA iscritti Collegio Novara - Verbano Cusio Ossola Appuntamento per il 12 Aprile 2014 a Novara Il nuovo anno inizia con la consueta assemblea degli iscritti. Voglio ricordare che l’assemblea è n obbligo istituzionale e di legge, infatti le leggi costitutive di ordini e collegi Dlcps 233/46 e successive, stabiliscono che il Consiglio Direttivo convochi gli iscritti per presentare il consuntivo programmatico e economico dell’anno trascorso e quello dell’anno che inizia, al fine di discuterli e proporli per l’approvazione degli iscritti. Questo è un passaggio normativo fondamentale che la legge reputa democratico oltre che obbligatorio. Ritengo sia importante pensarlo come una grande opportunità, infatti l’assemblea rappresenta il momento privilegiato in cui incontrarsi e confrontarsi, il momento in cui le esigenze, i progetti e le istanze si mettono in comune, il momento in cui i suggerimenti e le proposte si trasformano in progetti per il nuovo anno. Ogni assemblea permette, ai componenti del Consiglio Direttivo, di far nostre le vostre richieste e di confrontare con voi le nostre idee, con l’unico scopo di fare tutto quanto è nelle possibilità del Collegio per portare un contributo attivo e fattivo alla professione e agli infermieri delle nostre provincie. Prevendendo di non poter raggiungere il numero di presenze necessario per la validità della prima convocazione, ritengo opportuno sin d’ora, invitare tutti i colleghi alla seconda convocazione. Ricordo infine che si conteggiano come intervenuti, gli iscritti assenti che abbiano conferito delega ad uno degli iscritti presenti. Nessun iscritto può essere investito di più di due deleghe. L’assemblea, come di consueto, viene organizzata all’interno di un evento formativo gratuito. Il Consiglio Direttivo, in occasione dell’Assemblea annuale, propone l’evento formativo “LA RESPONSABILITÀ PROFESSIONALE ED ETICA NELLA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO” L’evento si svolgerà a Novara presso l’Hotel Europa, corso Felice Cavallotti, 38 Le iscrizioni all’evento formativo si riceveranno a partire da 17 marzo 2014, contattando telefonicamente la segreteria del Collegio (sede di Novara) in orari di apertura ufficio. Il programma verrà pubblicato prossimamente sul sito del Collegio www.ipasvinovara.it approfondimenti 12 13 approfondimenti A cura di Roberta Arbellia Consigliere Collegio IPASVI Novara VCO Marketing, comunicazione, deontologia: il vero biglietto da visita del libero professionista infermiere Dalla Seconda Giornata Nazionale della Libera Professione Infermieristica Il 24 novembre 2013 si è svolta a Bologna la Seconda Giornata Nazionale della Libera Professione Infermieristica. Gli obiettivi della giornata sono stati: O analizzare l’attuale contesto economico e socio sanitario con focus sull’esercizio libero professionale e libero professionale infermieristico; O valutare il possibile impatto delle diverse forme di esercizio libero professionale sui criteri fondanti il SSN e per la risposta ai bisogni di assistenza infermieristica della collettività; O dibattere su quale ruolo può giocare l’esercizio libero professionale infermieristico per la O flessibilizzazione del sistema salute nella garanzia di risposte assistenziali complete e continuative; proporre uno strumento che, in logica evolutiva, funga da vademecum operativo per il libero professionista infermiere. Il programma della giornata si è approfondimenti centrato su due temi fondamentali per lo sviluppo della libera professione infermieristica nel mercato del lavoro e nel “mercato” sociosanitario: 1. le politiche della professione per la “imprenditorialità” infermieristica; 2. imprenditorialità e immagine professionale: metodi e strumenti. La relazione presentata ha voluto portare l’attenzione sulla possibile visione strategica di marketing e comunicazione del libero professionista, senza dimenticare il valore della deontologia che da sempre caratterizza la professione infermieristica. O O O O NUOVA VISION DELLA PROFESSIONE INFERMIERISTICA I cambiamenti sociali, legislativi, professionali ma anche epidemiologici e demografici, oltre che politici, dirigono la professione infermieristica a modificare il proprio campo d’azione e le modalità con cui affrontare la vita lavorativa. Con la libera professione si passa da un concetto di attività “protetta” in ambito ospedaliero/sanitario, ad un’attività in cui diventa prevalente una progettualità di tipo imprenditoriale: l’infermiere diventa imprenditore di se stesso. Essere imprenditore richiede una forte determinazione e delle precise qualità. O fiducia in se stessi: è la capacità di cambiare il modo di pensare e sviluppare una nuova prospettiva personale ponendo il focus sui propri punti di forza (fiducia significa fare affidamento su qualcuno, in questo caso si farà affidamento su se stessi); O la capacità di innovare e gestire il cambiamento necessario per raggiungere nuovi O obiettivi (dare una risposta assistenziale flessibile ed efficace in relazione allo scenario politico e sociale); la capacità di pianificare e progettare la propria attività (libero professionista in forma individuale, associata, cooperativa); la propensione al rischio, ovvero la capacità di sapersi mettere in gioco; la capacità di organizzare e controllare il lavoro in tutte le fasi del processo (progettazione, azione, verifica); la leadership ovvero la capacità di guidare e dirigere il gruppo con cui si collabora. Il leader sa creare un rapporto fiduciario sia con i colleghi che con gli assistiti e di diventare un punto di riferimento; la capacità di relazione e negoziazione nelle fasi di progettazione e risoluzione delle problematiche. CODICE DEONTOLOGICO ARTICOLO 47 L’infermiere , ai diversi livelli di responsabilità, contribuisce ad orientare le politiche e lo sviluppo del sistema sanitario... NUOVA MISSION DELLA PROFESSIONE INFERMIERISTICA CODICE DEONTOLOGICO ARTICOLO 1 L’infermiere è il professionista sanitario responsabile dell’assistenza infermieristica. La mission primaria dell’infermiere è di prendersi cura della persona che assiste in una logica olistica, considerando le sue relazioni sociali ed il contesto ambientale. 14 Il libero professionista porterà a compimento la sua mission utilizzando nuove strategie organizzative e culturali: l’autonomia e il rapporto fiduciario con il cliente si esplicheranno in un contesto di vera libertà di manifestazione della personalità professionale con la piena responsabilità delle scelte e delle modalità utilizzate nel processo assistenziale. MARKETING Per poter dare una risposta efficace ai bisogni di assistenza, a livello imprenditoriale, diventa indispensabile definire un piano di marketing. Il marketing è quel processo sociale e manageriale diretto a soddisfare bisogni ed esigenze attraverso processi di creazione e scambio di prodotto e valori. È l’arte e la scienza di individuare, creare e fornire valore per soddisfare le esigenze di un mercato di riferimento, realizzando un profitto.(Giancarlo Pallavicini) Vengono riconosciuti tre tipi di marketing: 1. analitico: studio del mercato, della clientela e dei concorrenti (studio del Piano Sanitario Nazionale, del Piano sanitario regionale,dei bisogni della popolazione in relazione al territorio in cui si opera,delle risorse già presenti e operanti); 2. strategico: è un’attività di pianificazione, per ottenere, pur privilegiando il cliente, la fedeltà e la collaborazione da parte di tutti gli attori del mercato (saper creare un rapporto fiduciario con clienti e collaboratori attraverso la propria leadership); 3. operativo: attiene invece a tutte quelle scelte che il libero professionista pone in essere per raggiungere i suoi obiettivi. La definizione del programma di 15 approfondimenti Da www.malattiedelsangue.org marketing territoriale deve tenere conto: 1. dei soggetti pubblici e privati presenti sul territorio e delle loro specifiche competenze ed esigenze; 2. della necessità di produrre effetti positivi sia sul sistema economico locale che sull’intera società; 3. dalla necessità di sviluppare politiche di aggregazione operativa e funzionale tra i diversi soggetti coinvolti o beneficiari delle attività; 4. della necessità di sviluppare progetti e programmi capaci di generare risultati strutturali e tangibili nel breve, medio e lungo periodo; 5. della necessità di valorizzazione, ristrutturazione, riconversione e riqualificazione di strutture o realtà non più economicamente rappresentative o non utilizzate per il loro specifico potenziale; 6. del fattore tempo che impone scelte e decisioni in linea con l’evoluzione dei mercati. COMUNICAZIONE CODICE DEONTOLOGICO ARTICOLO 19 L’infermiere promuove stili di vita sani, la diffusione del valore della cultura e della salute e della tutela ambientale,anche attraverso l’informazione e l’educazione... CODICE DEONTOLOGICO ARTICOLO 23 L’infermiere riconosce il valore dell’informazione integrata multi professionale e si adopera affinché l’assistito disponga di tutte le informazioni necessarie ai bisogni di vita. CODICE DEONTOLOGICO ARTICOLO 24 L’infermiere aiuta sostiene l’assistito nelle scelte, fornendo informazioni di natura assistenziale... La comunicazione della nuova vision dell’attività infermieristica in libera professione, avviene in un’ottica di collaborazione e rapporto fiduciario sia con i colleghi che con i clienti. Considerando che gli ambiti d’azione della nostra professione abbracciano un ampio percorso, la comunicazione può comprendere scenari differenti: prevenzione, educazione sanitaria, cura, riabilitazione e palliazione. La comunicazione può avvenire su diversi livelli, con contenuti differenziati e con canali comunicativi personalizzati: approfondimenti 16 Da media-public.pmm.rtsi.ch O O O O cittadino: pubblicità con biglietto da visita, conferenze di prevenzione ed educazione sanitaria; medico di Medicina Generale: presentazione di progetti di collaborazione in équipe partecipando alle riunioni d’équipe dei MMG; Istituzione Sanitaria (ASL, ASO, CASE di CURA, RSA) presentazione di progetti di integrazione. In questo frangente è necessaria un’abilità di negoziazione; politici locali: appuntamenti specifici con i politici locali in cui presentare nel dettaglio le risorse della libera professione in relazione ai bisogni del territorio; O O O ONLUS: in merito alle patologie croniche presentazione di progetti a breve termine per la cura di malati per cui il SSN non garantisce continuità a domicilio; case farmaceutiche: partecipazione a progetti di ricerca e cura; colleghi: creare una rete di collaborazione per avere un servizio di cura efficace e flessibile nel rispondere alle esigenze sia del cittadino che dei servizi pubblici. Si conclude con una riflessione della Presidente della Federazione Nazionale IPASVI Annalisa Silvestro: «L’espansione dell’esercizio libero professionale infermieristico non è solo conseguente all’interesse di- mostrato dal mercato del lavoro e non è nemmeno una conseguenza della possibilità di inserimento nella sanità pubblica; è anche una scelta coerente con la maturazione della professione e con la consapevolezza dei professionisti infermieri della specificità e autonomia del loro pensiero e del loro agire dopo un ricco e peculiare percorso formativo accademico. Siamo convinti che l’esercizio libero professionale sarà valore aggiunto per la costante ridefinizione delle modalità e dei contenuti della risposta assistenziale infermieristica e per l’ulteriore crescita e visibilità del gruppo professionale». Il Gruppo di lavoro FNC IPASVI sulla libera professione ha presentato il “Vademecum della libera professione”, che sarà disponibile a partire da gennaio 2014 in versione sia cartacea che in PDF. Tale Vademecum è una vera e propria guida per il libero professionista. I contenuti sono: O aspetti di natura comportamentale del libero professionista infermiere; O aspetti di natura normativo e giuridica; O aspetti di natura commerciale; O aspetti di natura previdenziale e assistenziale e aspetti fiscali; O strumenti operativi della disciplina. 17 formazione Candidato: De Boni Veronica Relatore: dott. Capuzzi Fabio Correlatore: Pulvirenti Simone Extubatio repetita intubatio manifesta Analisi della letteratura e ricerca comparativa tra due metodiche per la rimozione del tubo endotracheale ABSCRACT • TESI DI LAUREA – ANNO ACCADEMICO 2012/2013 All’interno delle aree critiche si assiste spesso ad un utilizzo operatore dipendente della metodica di estubazione. Da un’analisi della letteratura si riscontra la presenza di diverse tecniche per l’estubazione endotracheale programmata, di cui due sono quelle principalmente utilizzate: O rimozione del tubo endotracheale con cuffia completamente sgonfia e simultaneo utilizzo di broncoaspirazione; O rimozione del tubo endotracheale con cuffia completamente sgonfia senza utilizzo di broncoaspirazione. Lo scopo dello studio è quello di comparare le due tecniche per valutare quali risulti più efficace ai fini dell’estubazione programmata, presentando il verificarsi del minor numero di complicanze postestubazione quali: broncospasmo, ipossiema, desaturazione, colate secretorie, ipertensione arteriosa, tosse, reintubazione. BACKGROUND O L’estubazione è la rimozione del tubo endotracheale quando non più necessario. All’interno della linea guida “Removal of Endotracheal Tube – 2007 Revison&Update” (1) si descrive come la rimozione del tubo endotracheale debba avvenire in un ambiente protetto, che permetta il monitoraggio del paziente tramite apparecchiature e personale opportunamente formato e dove operatori sanitari con competenze di gestione delle vie aeree siano prontamente disponibili. La teoria clinica vede l’estubazione programmata come una procedura dello staff me- dico. Nella realtà, uno studio ha messo in luce come l’estubazione nel 35% dei casi venga effettuata da infermieri, nel 30% dei casi da medici e infermieri e nel 10% dei casi solo da medici. All’interno delle unità operative e delle aree critiche si assiste alla pratica quotidiana dell’estubazione effettuata dal personale infermieristico a seguito del periodo di svezzamento dal ventilatore e attenendosi ai protocolli in essere nell’azienda di appartenenza (2). Nello studio “Tracheal extubation of adult surgical patients” (3) si distinguono le complicanze a seconda dello stato di coscienza del paziente. Per quanto concerne il paziente sveglio ritroviamo: ipertensione, tachicardia, tosse, trattenimento del respiro e broncospasmo. L’estubazione del paziente ancora formazione O O MATERIALI E METODI sedato riduce le complicanze sopraccitate, ma aumenta il rischio di aspirazione, laringospasmo e perdita di controllo delle vie aeree. All’interno dello studio di Rassam et al. (4) le complicanze legate all’estubazione vengono raggruppate in due macrocategorie: cardiovascolari: tachicardia (FC>100 bpm a riposo); crisi ipoipertensive; respiratorie: trauma locale; tosse, bucking (5) che provoca l’innalzamento della pressione intracranica e può rapidamente causare ipossiemia; desaturazione (SpO₂<94%); laringospasmo, definito da Keating come una minaccia per la vita quando avviene dopo l’estubazione (5); ostruzione delle vie aeree ed aspirazione. Lo studio randomizzato si esplica a partire da Marzo ad Agosto 2013, nel reparto di Rianimazione dell’A.O.U. Maggiore della Carità di Novara. La scelta del campione, per un totale di 100 pazienti, ricade su una popolazione adulta (>18aa) ed un tempo di intubazione inferiore alle 72h. Per l’arruolamento ci si affida al numero di pratica assegnato al momento del ricovero: O numero di cartella dispari arruolamento nel gruppo “Estubazione con Cuffia Sgonfia Broncoaspirazione”; O numero di cartella pari arruolamento nel gruppo “Estubazione con Solo Cuffia Sgonfia”. Non risultano rilevanti fattori come: età, sesso, patologia d’entrata, anamnesi prossima e remota. Non avendo ritrovato in lettera- 100 90 80 70 55 60 CUFFIA SGONFIA E 45 50 41 40 BRONCOASPIRAZIONE 36 SOLO CUFFIA SGONFIA 30 14 20 9 10 0 TALE O TO NZE LICA P COM CON ER NUM A SENZ NZE LICA P COM FIGURA 2 Complicanze campione totale 100 90 75% 80 70 60 50 40 30 20 13% 10 0 IONE TENS IPER TERIOSA AR 4% E TOSS 4% TURA DESA E ZION 4% 2% T COLA E SE ORIE CRET BR SMO OSPA ONC 2% SIA IPOS 2% IPER IA CAPN FIGURA 3 Complicanze Gruppo Cuffia Sgonfia e Broncoaspirazione UNA NESS 18 tura uno strumento di valutazione validato si è provveduto alla creazione di una griglia osservazionale ad hoc, completano la raccolta dati i prelievi emogasanalitici arteriosi (EGA) effettuati durante il test pre-estubazione (CPAP2) e 30’ dopo l’avvenuta estubazione. I dati sono stati organizzati all’interno di un database su un foglio di calcolo di Microsoft Excel, per analizzare i dati provenienti dai prelievi EGA e non incorrere in errori si è proceduto alla creazione di una formula che mettesse a confronto i valori degli EGA pre-estubazione con quelli degli EGA post-estubazione, in modo da escludere dal campo delle complicanze quei pazienti che già precedentemente l’estubazione presentavano quadri di ipossiemia e/o desaturazione. RISULTATI Al termine dello studio, dei 100 pazienti estubati, 55 risultano estubati con tecnica “Cuffia Sgonfia e Broncoaspirazione”, 45 con tecnica “Solo Cuffia Sgonfia”. Sull’intero campione 23 pazienti hanno presentato complicanze (FIGURA 2). All’interno del gruppo “Cuffia Sgonfia e Broncoaspirazione” 14 pazienti (25%) hanno presentato complicanze, 2 soggetti hanno mostrato il presentarsi di 2 complicanze contemporaneamente. Nelle 16 complicanze verificatesi nel gruppo “Cuffia Sgonfia e Broncoaspirazione” si evidenziano: 7 casi di ipertensione arteriosa (13%); 2 casi di tosse (4%); 2 casi di desaturazione (4%); 2 casi di broncospasmo (4%); 1 caso di colate secretorie (2%); 1 caso di ipossia (2%); 1 caso di ipercapnia (2%) (FIGURA 3). All’interno del gruppo “Solo Cuffia Sgonfia” 9 pazienti (20%) hanno mostrato il verificarsi di complicanze, 1 soggetto ha presentato il verificarsi contemporaneo di 2 complicanze. Nelle 10 complicanze del 19 formazione gruppo “Solo Cuffia Sgonfia” si segnalano: 6 casi di ipertensione arteriosa (13%); 2 casi di agitazione (4%); 1 caso di tosse (2%); 1 caso di broncospasmo (2%) (FIGURA 4). Dall’analisi dei dati EGA risulta come all’interno del gruppo “Cuffia Sgonfia e Broncoaspirazione” si siano verificati 8 casi di desaturazione (15%), che sommati ai 2 segnalati in griglia raggiungono un totale di 10 (18%) e 13 casi di ipossiemia (29%). In 5 soggetti entrambe le complicanze si sono presentate contemporaneamente, portando a 16 i pazienti colpiti da ipossiemia e/o desaturazione. Nel gruppo “Solo Cuffia Sgonfia” si sono presentati 2 casi di desaturazione (4%) e 11 casi di ipossiemia (24%). In 2 soggetti vi è stato il presentarsi di entrambe le complicanze, portando a 11 i pazienti colpiti da ipossiemia e/o desaturazione (FIGURA 5). 100 80 70 60 50 Analizzando statisticamente i dati (test del Pearson chi2(1)=0.4158; Pr=0.519) si evidenzia come nessuna delle due tecniche risulti superiore all’altra in termini del verificarsi di complicanze, e come entrambe le tecniche possano essere utilizzate indiscriminatamente. La scelta della tecnica di estubazione potrà essere vista come operatore dipendente, ogni operatore potrà applicare la tecnica nella quale si sente più preparato date le conoscenze e la pratica. La differenza che colpisce non riguarda la quantità delle complicanze, ma la varietà. Utilizzando la tecnica “Cuffia Sgonfia e BroncoaBibliografia 1. Wratney AT, Cheifetz IM. Removal of endotracheal Tube - 2007 Revision & Update. Respiratory Care. 2007 2007; 52(1): p. 81-92. 2. Scales K, Pilsworth J. A pratical guide to extubation. Nursing Standard. 2007 Maggio; 22(2): p. 44-48. 36 40 30 9 13% 20 10 9 2% 0 IONE TENS IPER E TOSS A RIOS ARTE 4% 2% O ASM COSP E UNA ZION A AGIT BRON NESS FIGURA 4 Complicanze Gruppo Cuffia Sgonfia DESATURAZIONE 100 IPOSSIEMIA 90 CSB = Cuffia Sgonfia e Broncoaspirazione 80 70 SCS = Solo Cuffia Sgonfia 60 50 29% 40 20 EGA = Emogasanalisi 36 24% 30 15% 4% 10 4% 0% 0 CSB CONCLUSIONI 80% 90 EGA SCS EGA LIA C RIG SB G 0% 0% LIA S RIG CS G FIGURA 5 Ipossiemia e Desaturazione dati Ega spirazione” vediamo infatti il presentarsi di 7 diverse tipologie di complicanze, contro le 4 della tecnica “Solo Cuffia Sgonfia”. Inoltre la tecnica “Cuffia Sgonfia e Broncoaspirazione” sembrerebbe provocare un aumento di quella che è la complicanza di desaturazione; sarebbe quindi bene evitare di utilizzare questa tecnica in pazienti che possano già presentare nel periodo di intubazione un quadro clinico di desaturazione o una situazione borderline. Concludendo, l’utilizzo dell’una o dell’altra tecnica parrebbe indifferente ai fini del presentarsi delle complicanze sopraccitate, ma, tenendo conto della tendenza al presentarsi di un numero maggiore di differenti complicanze nell’utilizzare la tecnica “Cuffia Sgonfia e Broncoaspirazione” e, ponendo magari un occhio di riguardo alla possibile correlazione tra la desaturazione e la discriminante della broncoaspirazione, ci permettiamo di consigliare l’utilizzo come tecnica preferenziale della metodica “Solo Cuffia Sgonfia”. 3. Daley MD, Norman PH, Coveler LA. Tracheal Extubation of Adult Surgical Patients While Deeply Anesthetized: A Survey of United States Anesthesiologists. Journal of Clinical Anesthesia. 1999; 11: p. 445-452. 4. Rassam S, SandbyThomas M, Vaughan RS, Hall JE. Airway management be- fore, during and after extubation: a survey of practice in the United Kingdom and Ireland. Anaesthesia. 2005; 60: p. 995-1001. 5. Miller KA, Harkin CP, Bailey PL. Postoperative tracheal extubation. Anesthesia & Analgesia. 1995; 80: p. 149-172. interviste 20 A cura di Gabriele Fasolini Vice Presidente Collegio IPASVI Novara-VCO ialogare... con i Servizi Infermieristici L’intervista di questo numero è rivolta alla dirigente responsabile del servizio infermieristico, tecnico, riabilitativo ostetrico dell’ASL di Alessandria, Dottoressa Maria Elisena Focati Pisani Presentazione del servizio infermieristico ASL di Alessandria Breve presentazione iter formativo Si diploma nel 1983 come infermiera presso la scuola Regionale per infermieri di Lucca. Nell’anno 1985 consegue il diploma di Ostetrica presso la sede di Pisa. Nel 1990 consegue il diploma di Dirigente dell’assistenza infermieristica/ostetrica. Nel 1991 presso la Scuola Infermieri USSL n. 6 – Piana di Lucca acquisisce il certificato di abilitazione alle funzioni direttive. Approda in Regione Piemonte nel 1992, dopo aver vinto il concorso come CSSA ufficio infermieristico dell’Ospedale Santo Spirito di Casale Monferrato. Il percorso professionale si conclude acquisendo la laurea magistrale nel 2006 presso l’Università di Tor Vergata di Roma. Nel 2000 l’Ufficio Infermieristico viene trasformato in struttura semplice con il suo riconoscimento della Direzione del SITRO. Nel 2008 dopo concorso pubblico acquisisce il titolo di dirigente del servizio infermieristico tecnico, ostetrico riabilitativo. Dal 2008 il SITRO diventa struttura complessa. Dal 2010 dopo l’accorpamento delle tre ex AA.SS. LL. n. 20 di Alessandria, n. 21 di Casale M. e n.22 di Novi L., e la definizione dell’organizzazione della nuova ASL AL , è la Dirigente SITRO di tutta l’Azienda. 21 interviste Breve presentazione dell’A.S.L. Alessandria Nel 2010 è terminato il percorso di accorpamento delle tre ex AA.SS. LL. n. 20 di Alessandria, n. 21 di Casale M. e n. 22 di Novi L., costruendo l’organizzazione della nuova ASL AL su tre elementi cardine,la prevenzione, la rete dei presidi ospedalieri, la distrettualizzazione, nonché su forti elementi di integrazione a tutti i livelli con l’obiettivo di realizzare un modello generale di servizi centrati sul cittadino ed economicamente sostenibile dal sistema. I DISTRETTI SANITARI DELL’ASL AL I Distretti Sanitari che costituiscono l’ASL AL sono 9: Alessandria, Acqui Terme, Casale Monferrato, Novi Ligure, Ovada, Tortona, Valenza. I Comuni compresi in tali Distretti sono complessivamente 195. Gli abitanti totali dell’insieme dei Distretti che compongono attualmente l’ASL AL erano 430.586 nel 2001. In tabella sono descritti i residenti distribuiti per aree specifiche nell’anno 2006. Popolazione 2006 Provincia Alessandria Distretto Alessandria Distretto Acqui Terme Distretto Casale Monferrato Distretto Novi Ligure Distretto Ovada Distretto Tortona Distretto Valenza Azienda ASL AL Regione Piemonte 432.215 121.819 43.072 86.911 72.244 27.743 61.432 31.917 445.138 4.352 RETE OSPEDALIERA ASL AL L’Azienda Sanitaria Locale AL comprende 4 Presidi ospedalieri articolati su 5 sedi: – Casale Monferrato – Novi Ligure/ Tortona – Acqui Terme – Ovada La distribuzione dei posti letto per attività ordinaria e per day Hospital/Day Surgery rispetta i contenuti delle vigenti disposizioni regionali. L’attività ospedaliera erogata prevede l’integrazione in rete, sia tra i vari presidi, sia con quelli dell’ASL AT, sia con l’ASO di Alessandria. Sono presenti Dipartimenti interaziendali funzionali. Essi sono stati creati per favorire l’integrazione delle strutture che vi partecipano attraverso la definizione di percorsi comuni intra e interaziendali volti a: – garantire omogeneità e uniformità dei livelli assistenziali in una logica di rete di servizi e nell’ambito del modello di rete ospedaliera “hub and spoke”; – massimizzare l’efficacia dei servizi erogati; – migliorare l’efficienza complessiva del sistema. Come si articola il SITRO dell’ASL AL? Il SITRO nel 2008 diventa una SOC che si riparte in quattro aree di responsabilità con a capo quattro referenti laureati magistrali.I responsabili del SITRO, hanno la direzione del territorio e del Presidio di competenza. Il SITRO è in staff alla direzione generale, ma dal punto di vista funzionale è in line in quanto il SITRO governa completamente il comparto sanitario e tecnico. Il SITRO con il nuovo atto Aziendale assumerà la denominazione di DI.P.SA.. Il numero del personale del comparto che afferisce al SITRO e di 2400 operatori suddivisi nel ruolo sanitario e tecnico. La sede centrale del SITRO è a Casale Monferrato : ufficio centrale dove ha sede il direttore SITRO co- adiuvato da quattro coordinatori con posizione organizzativa. I quattro coordinatori supportano in toto l’attività del direttore SITRO; ognuno di loro si occupa di un’area specifica compresa la partecipazione ai tavoli di trattazione sindacale. La loro attività è trasversale su tutta l’Azienda ASl AL. Al di fuori della struttura centrale SITRO vi sono tre coordinatori con posizione organizzativa che si occupano trasversalmente su tutta l’Azienda dell’Area Tecnica e Ostetrica. Con il nuovo atto aziendale sarà inserita nel nucleo SITRO anche un coordinatore del servizio prevenzione/epidemiologia sanitaria territoriale. A livello locale ci sono tre coordinatori con posizione organizzativa massima che si occupano dei seguenti ambiti: 1. Novi Ligure, Tortona: presidio ospedaliero e territorio; 2. Acqui terme, Ovada: presidio ospedaliero e territorio; 3. Casale Monferrato-Valenza: presidio ospedaliero e territorio. Quali sono le Funzioni Centrali della Direzione SITRO? Il SITRO rappresenta il comparto con ruolo attivo a tutti i livelli strategici. La dirigente è presente in tutte le commissioni che si occupano delle decisioni strategiche: – dalla costituzione del nucleo per la programmazione degli obiettivi aziendali, alla decisione per le linee di indirizzo di formazione aziendale; – è componente del collegio di direzione dove rappresenta il personale del comparto. Il SITRO o DI.P.SA. ( secondo il nuovo atto aziendale) opera per il raggiungimento degli obiettivi aziendali secondo gli indirizzi della interviste Direzione Generale. Gestisce le risorse professionali di competenza per lo svolgimento dei processi assistenziali e tecnici nel rispetto delle esigenze organizzative individuate dai Direttori e Responsabili di Struttura in base agli indirizzi clinici. Coadiuva la Direzione Generale fornendo supporto tecnico per: – la definizione e realizzazione degli obiettivi aziendali; – la pianificazione, programmazione, gestione e sviluppo del personale di propria competenza coniugando la valorizzazione professionale con criteri di valutazione, efficacia, qualità ed efficienza operativa; – l’attuazione del governo clinico assistenziale mediante le definizione. lo sviluppo e la direzione di modelli organizzativi di erogazione dell’assistenza; – il programma di gestione del rischio clinico negli ambiti specifici. Il SITRO o DI.P.SA contribuisce alla definizione dei programmi di attività dei distretti e dei dipartimenti, collaborando con i direttori dei distretti e di dipartimento allo sviluppo di processi assistenziali efficienti, appropriati e coerenti con le strategie aziendali e gli obiettivi assegnati anche attraverso la funzione di coordinamento delle professioni sanitarie a livello dipartimentale e di altri livelli organizzativi periferici Quali sono le Funzioni dei Coordinatori di Dipartimento o di area? Le funzioni di coordinamento a livello centrale SITRO si dividono in quattro macro settori così suddivisi: 22 1. formazione, qualità e ricerca (definizione del piano formativo annuale, sinergismo con tutti gli operatori per la ridefinizione delle procedure e dei percorsi assistenziali); 2. organizzazione del lavoro e valorizzazione delle competenze professionali (trattativa sindacale, gestione dei concorsi, partecipazione con rappresentanti del SITRO a tutte le Gare per l’acquisizione di presidi sanitari per tutta l’ASL AL); 3. implementazione degli strumenti operativi e gestionali (sperimentazione e validazione tramite la E.B.N. dei nuovi modelli di assistenza); 4. implementazione delle cure domiciliari, della continuità assistenziale e del C.A.P. Attualmente c’è in corso una sperimentazione che ha determinato 23 interviste la conversione di un Presidio Ospedaliero, e precisamente il Presidio di Valenza, in un’area di lunga assistenza (area di continuità assistenziale) a gestione infermieristica. La direzione della struttura è a carico di un’infermiera con laurea Magistrale. Il Dirigente medico del territorio o medico di medicina generale viene chiamato solo come consulente. È una struttura di venti posti letto che permette il ricovero degli utenti per al massimo 60 giorni. L’infermiere è responsabile in toto del piano assistenziale del paziente e gestisce tutto il percorso tramite una cartella assistenziale infermieristica dove vengono annotate le consulente del medico di medicina generale o di altri specialisti. L’articolazione complessa del SITRO permette alla Dr.ssa Focati di avere una situazione aggiornata di tutte le realtà ospedaliere e territoriali. L’area della ricerca non è ancora stata assegnata a un singolo coordinatore, ma ogni referente gestionale del SITRO si occupa di impostare il processo assistenziale in base all’E.B.N. Per favorire lo sviluppo assistenziale in ogni ambito i ai coordinatori è stata assegnata una posizione organizzativa in base alla complessità gestionale da gestire quotidianamente. Il numero del personale del comparto gestito dal SITRO è di 2400 operatori di cui 168 coordinatori. Dei 168 coordinatori, a 100 è stata assegnata la posizione organizzativa in base alla complessità lavorativa. Quali sono i modelli assistenziali utilizzati dal personale infermieristico e qual è la macro organizzazione presente all’interno dell’Azienda? A livello Aziendale si stanno sperimentando in due aree una medica e una chirurgica, la gestione delle Unità Operative per intensità di cura e complessità assistenziale. In quei presidi si sonno create delle aree omogenee di medicina e chirurgia organizzate logisticamente per alta intensità e media intensità. Nell’ASl AL, la bassa intensità di cura è gestita dal territorio (es. i 20 posti letto di valenza). Attualmente nella maggior parte delle degenze il modello utilizzato è quello funzionale. Nelle aree omogenee sperimentali si sta provando il modello a moduli, dove avviene la presa in carico del paziente da un infermiere dell’equipe. L’orientamento è quello di sviluppare l’assistenza infermieristica con la presa in carico del singolo paziente e quindi lo sviluppo di tutto il progetto assistenziale. A livello di SITRO, un coordinatore ha il mandato di occuparsi della continuità assistenziale per quei pazienti che dimessi dalle aree per acuti, devono essere ricoverati presso la struttura per la continuità assistenziale di Valenza; il ruolo del coordinatore è assimilabile a quello del case manager. L’organizzazione offre effettive possibilità di carriera per tutti? Tutto il personale ha la possibilità di avere una crescita professionale: – i coordinatori hanno la possibilità di avere un riconoscimento professionale e economico. Infatti il valore della posizione organizzativa può variare in base alle competenze di ruolo dimostrate. I coordinatori possono accedere alla posizione organizzativa tramite concorso per titoli; – i professionisti che hanno approfondito le competenze spe- cialistiche hanno la possibilità del riconoscimento del proprio percorso formativo es: stomaterapista, ambulatorio di vulnologia, gruppo operativo per la gestione del prelivo d’organo. A oggi c’è il riconoscimento professionale, ma non ancora quello economico. Quali sono, secondo lei, le cose più urgenti da migliorare nell’Azienda in cui Lavora? Il rapporto e la collaborazione che c’è con il personale amministrativo. L’attività amministrativa per garantire una corretta evoluzione, deve svilupparti di pari passo con l’attività assistenziale. La carenza di collaborazione complica lo sviluppo dell’attività professionale. Quali sono secondo lei le cose che non cambierebbe nell’Azienda in cui lavora? Non cambierei il modello organizzativo attuale del SITRO, perché è un modello molto dinamico e funzionale. Ovviamente non si può dire che nel tempo possa modificarsi con l’evoluzione dei modelli assistenziali e dell’ E.B.N. Altro modello organizzativo che non cambierei sono le modalità di contatto con tutti i coordinatori. Il direttore del SITRO riceve i verbali di tutte le riunioni, ma non sempre incontra tutti i coordinatori. Il direttore si incontra due volte al mese con i responsabili degli ambiti territoriali e ospedalieri; a loro volta i referenti incontrano i coordinatori gestiti, una volta al mese. La dottoressa Focati incontra tutti i coordinatori solo in caso di problematiche complesse non gestibili dai diretti collaboratori. legislazione 24 A cura di Antonella Arreni Consigliera IPASVI Novara VCO È consentita la pratica dell’AGOPUNTURA all’infermiere? Infermieri e agopuntura: il parere dell’esperto Volendo andare subito al nocciolo della questione che una Collega ci ha posto, è possibile affermare che l’agopuntura così come la fitoterapia e l’omeopatia sono riconosciute a tutti gli effetti, come attività riservata poiché di esclusiva competenza e responsabilità del medico. Nello specifico, l’agopuntura è un metodo diagnostico clinico e terapeutico che si avvale dell’infissione di aghi metallici, in precise zone cutanee, allo scopo di ristabilire l’equilibrio di uno stato di salute alterato. Nonostante la diffusione di que- sti aspetti della c.d. medicina complementare e l’importante dibattito che ne è scaturito, in particolare dopo esemplari sentenze a carico di personale sanitario non medico, la formazione non ha, fino ad ora, ottenuto nessuna regolamentazione. Alcuni istituti privati, scuole e associazioni, hanno tentato di autoregolamentarsi definendo criteri comuni di insegnamento e, al termine dei corsi, rilasciano “attestati di frequenza”. Questo percorso formativo è tuttavia valido solo nel caso in cui si possegga una Laurea in Medicina e Chirurgia, riservato dunque solo ai medici chirurghi e odontoiatri. 25 legislazione Da www.medicinanaturalenews.it È assolutamente preclusa tale formazione, e dunque attività/ competenza, all’infermiere. Numerose sentenze vanno in questa direzione (sentenza n. 2652 del 25.2.1999 della Corte Suprema di Cassazione, Sez. VI; Cassazione, Sez. VI penale, sentenza n° 22528 del 21.05.2003, recentemente ribadito dalla sentenza Sez. VI, n. 34200/2007 del 20.6.2007) con condanna per l’infermiere di esercizio abusivo di professione medica in aggiunta alla responsabilità per eventuali eventi avversi che dovessero manifestarsi. Appare importante sottolineare e riportare alcuni passaggi della sentenza di Cassazione n. 22528/2003, che precisa: «Colui che esercita l’agopuntura, senza aver conseguito la laurea in medicina, commette il reato di esercizio abusivo della professione medica di cui all’art. 348 c.p.» Bibliografia 1. Le medicine non convenzionali e il Servizio sanitario dell’Emilia-Romagna, Dossier 186-2009. 2. Corte Suprema di Cassazione, Sez. V penale, Sentenza n. 482 del 27.03.2003 3. Corte Suprema di Cassazione, Sez. La Regione Piemonte, aveva tentato di regolamentare la materia attraverso la Legge regionale sulle medicine non convenzionali, definendo i criteri per il riconoscimento di scuole abilitate a rilasciare titoli professionali, istituendo un Registro regionale degli operatori delle pratiche e delle discipline non convenzionali, articolato in due sezioni rispettivamente per i medici e per i non medici. Tale legge è stata impugnata dal Governo di fronte alla Corte costituzionale che, con sentenza n. 353 del 2003, l’ha dichiarata illegittima poiché le Regioni non possono legiferare sull’individuazione delle figure professionali e sull’istituzione di nuovi albi, competenze che sono riservate allo Stato. Anche la Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e VI penale, Sentenza n. 34200 del 20.6.2007 4. Regolamentazione dell’esercizio dell’agopuntura, della fitoterapia e dell’omeopatia da parte dei medici chirurghi ed odontoiatri, pubblicato degli odontoiatri, nel 2002 ha approvato un documento dal titolo “Linee guida su medicine e pratiche non convenzionali”; il documento afferma che l’esercizio delle suddette medicine e pratiche non convenzionali è da ritenersi a tutti gli effetti atto medico, attuato dopo un’adeguata informazione e l’acquisizione di esplicito consenso consapevole. Per concludere, è possibile affermare che la pratica dell’agopuntura non rientra nello specifico infermieristico; l’infermiere è responsabile dell’assistenza infermieristica che prevede ampi spazi di autonomia, relativamente agli aspetti educazionali e preventivi, da porre in essere anche nell’ambito dei SERT per individuare altre importanti strategie contro il tabagismo. nella sezione “Conferenze” del sito www.regioni.it 5. Legge n. 25 del 24/10/2002 “Regolamento delle pratiche terapeutiche e delle discipline non convenzionali” rubriche 26 LA BIBLIOTECA VIRTUALE PER LA SALUTE • PIEMONTE www.bvspiemonte.it La Biblioteca Virtuale per la Salute (BVS-P) è un servizio della Regione Piemonte, affidato al Centro di Documentazione DoRS dell’ASL TO3, che fornisce gratuitamente a tutti i professionisti del Sistema Sanitario Regionale centinaia di riviste scientifiche e importanti banche dati sui temi della salute e dell’ambiente. L’obiettivo è quello di rappresentare un punto di accesso organico e sistematico alle informazioni utili all’attività clinica e di prevenzione, all’organizzazione dei servizi e alla formazione. La BVS-P è costituita come un consorzio, con una strategia di acquisto comune per tutta la Regione e con una negoziazione concertata delle risorse bibliografiche da parte di tutte le biblioteche biomediche e dei centri di documentazione. Per la sua natura consorziata è utile anche alla razionalizzazione dei costi. La Biblioteca Virtuale per la Salute piemontese si è costituita con la collaborazione dei bibliotecari e documentalisti delle Biblioteche biomediche presenti nelle Aziende Sanitarie regionali, che contribuiscono attivamente alla sua attività. La Biblioteca è consultabile all’indirizzo internet www.bvspiemonte.it, da postazioni pubbliche o private, per tutti i professionisti della salute afferenti alle Aziende Sanitarie Locali e per il personale non accademico delle Aziende Ospedaliere. Inoltre consente l’accesso alle risorse bibliografiche per gli specialisti ambulatoriali, i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta afferenti alle Aziende Sanitarie Locali. Offre l’accesso a centinaia di riviste elettroniche di grande rilevanza scientifica: le collezioni Clinics, Freedom, Elsevier Masson dell’editore Elsevier, Publishing Medical and Nursing degli editori Wiley – Blackwell, le riviste Springer. L’offerta a catalogo di periodici elettronici e banche dati, attraverso il sito internet www. bvspiemonte.it, si compone di 1.506 riviste, 5 banche dati, 398 e-book, centinaia di riviste Open Access. Polizze assicurative La Federazione nazionale dei Collegi IPASVI ha individuato per gli iscritti agli Albi alcune proposte assicurative, su base volontaria, a condizioni particolarmente favorevoli. Le proposte si riferiscono a: O “Responsabilità Civile professionale” e “Tutela giudiziaria”; O “Infortuni professionali”; O “Responsabilità Civile patrimoniale” per la copertura dei Dirigenti infermieristici e Coordinatori. Le convenzioni dedicate agli iscritti IPASVI sono sottoscritte da Pro.Me.Sa, associazione fina- lizzata allo sviluppo di forme di protezione per le professioni sanitarie. Poiché questa Federazione non ha alcun rapporto diretto nella gestione delle polizze, qualsiasi quesito relativo alle stesse deve essere inoltrato solo e soltanto alla Willis Italia spa, Broker Pro.Me.Sa, ai seguenti recapiti: Numero verde: 800.637709 https://clientportal.willis.it/IPASVI/ [email protected] Fax: 011/2443464 Posta ordinaria: Willis Spa – Affinity Groups – Via Tortona 33 – 20144 MILANO 27 rubriche POSTA ELETTRONICA CERTIFICATA (PEC) PER I PROFESSIONISTI Giunge al Collegio a firma del Direttore Generale del Ministero dello Sviluppo Economico la risposta al quesito: «È possibile utilizzare una casella [email protected] per adempiere all’obbligo di legge in capo a tutti i professionisti iscritti all’albo?» Questa la risposta: «La casella [email protected], è stata introdotta con l’Articolo 16 bis comma 5 della Legge 2/2009, con la finalità di attribuire senza oneri una casella di PEC ai cittadini che ne facessero richiesta, ed è destinata esclusivamente alle comunicazioni tra Pubblica Amministrazione e Cittadino e viceversa. Da ciò ne consegue che i professionisti e le imprese, ai sensi della citata Legge 2/2009, devono dotarsi unicamente di caselle PEC, ovvero di posta elettronica certificata, “commerciale” o “ordinaria” fornite da gestori autorizzati (elenco disponibile all’indirizzo http://www.digitpa.gov.it/ pec_elenco_gestori). Il professionista, per ragioni professionali, non può utilizzare una CEC-PAC (@postacertificata.gov.it) poiché non saranno efficaci le comunicazioni, anzi si troverà nell’impossibilità di comunicare.» All’attenzione di tutti gli iscritti CAMBIO DI RESIDENZA e RECAPITO TELEFONICO È indispensabile comunicare tempestivamente, in forma scritta, ogni cambio di residenza e recapito telefonico alla segreteria del Collegio compilando il modulo disponibile sul sito: www.ipasvinovara.it nella sessione segreteria modulistica e facendolo pervenire alla segreteria del Collegio utilizzando una delle seguenti modalità: ● ● ● inviando il modulo compilato per posta; inviando il modulo compilato per fax al n° 0321 393276; inviando il modulo compilato attraverso la posta elettronica all’indirizzo: [email protected] La Segreteria rubriche 28 A cura di Elisabetta Corrado e Antonella Arreni Notizie flash ! ! ! ! ! ! CRESCE LA POVERTÀ. ANCHE QUELLA “SANITARIA” tratto da Ipasvi Newsletter, gennaio 2014 Aumenta il numero delle persone scese sotto il limite della povertà assoluta e che, in proporzione, spendono in sanità più di quello che spendevano nel 2006. Dal 2007 al 2012 la povertà assoluta in Italia è cresciuta di circa il 60%. Le famiglie spendono in media al mese per la sanità, circa il 2 % dell’intero budget familiare. Sono alcuni dati del Rapporto dell’Osservatorio nazionale sulla donazione farmaci (Odf ) della Fondazione Banco Farmaceutico. La crescita della povertà ha inoltre ampliato il divario tra bisogno e capacità di risposta otte- nuta attraverso le donazioni: nel 2007, infatti, la raccolta della Giornata riusciva a coprire quasi il 55% delle richieste, mentre nel 2013 la copertura del bisogno è scesa al 43,2%. I farmaci donati sono prevalentemente quelli contro l’acidità (11,5%), gli analgesici (11,2%), gli antiinfiammatori (7,7%), i preparati per la tosse (6,8%) e quelli contro i dolori articolari e muscolari (5,8%). Le donazioni raccolte dalla Fondazione hanno permesso a 1.506 organizzazioni caritative di aiutare nel 2013 quasi 680 mila persone, circa un terzo delle quali minorenni. PASSAGGIO DI CONSEGNE ADEGUATO, PAZIENTI PIÙ SICURI! JAMA. 2013; 310(21): 2262-2270. Secondo un recente studio, pubblicato su JAMA, migliorare il passaggio di informazioni (consegne) tra operatori sanitari, durante il cambio del turno, riduce la frequenza di errori ai danni dei pazienti. È questa la conclusione a cui è giunta una ricercatrice americana che ha condotto lo studio in due reparti, dell’Ospedale Pediatrico di Boston, introducendo diverse modalità comunicative, orali e scritte, durante i cambi del turno. Lo studio ha considerato 1.255 ricoverati, 642 prima e 613 dopo l’intervento di miglioramento, e sono stati coinvolti 84 operatori, 42 prima e 42 dopo l’introduzione della procedura. Dopo l’intervento gli errori medici sono scesi dal 33,8 al 18,3%, mentre gli eventi avversi prevenibili sono calati dal 3,3 all’1,5%. Nonostante lo studio vada ad indagare il passaggio di consegne tra i medici, risulta evidente che una corretta comunicazione, orale e scritta, sia fondamentale anche per gli aspetti assistenziali infermieristici, al fine di scongiurare errori o dimenticanze in un momento di crescente complessità organizzativa, limitando la discontinuità con consegne efficaci. 29 rubriche CLOSTRIDIUM DIFFICILE E TRAPIANTO DI FECI PLOS ONE. Published: Nov 26, 2013. Un gruppo di ricercatori statunitensi, dell’ Institute for Genome Sciences di Baltimora, riporta che ogni anno negli Stati Uniti muoiono 14.000 persone e vengono spesi circa 800 milioni di dollari a causa dell’infezione ricorrente da Clostridium difficile, che in un caso su 5 si ripresenta anche dopo la terapia antibiotica causando diarrea e altre gravi conseguenze. Lo studio condotto, mette in luce i risultati di quello che tecnicamente si definisce “trapianto di microbiota”, analizzando i cambiamenti che si verificano a seguito del trapianto o batterioterapia fecale, concentrando l’attenzione sul numero e sul tipo di batteri presenti nell’intestino prima e dopo il trattamento. Questo particolare trapianto viene utilizzato nel tentativo di ricreare una popolazione microbica efficace per combattere le infezioni ricorrenti da Clostridium difficile e l’analisi dei riceventi e dei donatori coinvolti, durata un anno, ha confermato che nei pazienti soggetti a infezioni ricorrenti da Clostridium difficile, il microbiota pre-trapianto è modificato e ridotto in termini di numero e di tipologie di organismi presenti. Un altro obiettivo dello studio è quello di identificare i gruppi di pazienti maggiormente soggetti ad infezioni ricorrenti con lo scopo di fornire nuove strategie terapeutiche per altre malattie legate, appunto, a cambiamenti nel microbiota, come diabete e obesità. TRIBUNALE DI NOVARA: L’ASL FORNISCA I FARMACI CANNABINOIDI QUANDO NON ESISTONO VALIDE ALTERNATIVE Tratto da Il Sole24Ore Sanità 8 febbraio 2014 Il giudice del lavoro, accogliendo il ricordo di una paziente, ha deciso che, in mancanza di valide alternative terapeutiche, la ASL deve fornire al paziente, in ambito ospedaliero e dunque a carico del SSN, i farmaci cannabinoidi importati dall’estero. L’articolo 5 del DM 11 febbraio 1997 precisa che la spesa relativa ai farmaci venduti all’estero, ma non autorizzati in Italia, non deve essere a carico del paziente soltanto se il medicinale è richiesto da un ospedale. Il giudice sottolinea che non si può più dubi- tare «sull’utilità dei farmaci e delle prescrizioni galeniche a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche» ed evidenzia come molte Regioni, ma non il Piemonte, abbiano «provveduto a regolamentare le modalità di erogazione». Ricorda poi che il diritto alla salute, combinato con il principio di uguaglianza, «impone a carico dello Stato il dovere di garantire a tutti i cittadini pieno e libero accesso alle cure, indipendentemente dalle possibilità economiche di ciascuno». rubriche 30 Buona lettura... Se anche Voi avete letto un libro che vi è piaciuto in modo particolare e volete rendere partecipi altri colleghi, scriveteci, scriveteci e scriveteci... recensione a cura di Paola Caggiano recensione a cura di Viviana Portaluppi recensione a cura di Andreina Zavaglio LA SOLITUDINE DEI NUMERI PRIMI Autore: Paolo Giordano Casa Editrice: Oscar Mondadori Anno: 2008 Pagine: 304 Euro: 13,00 IL COMANDANTE DI AUSHWITZ Autore: T. Hardingt Casa Editrice: Newton Compton Editori Anno: 2013 E-Book: pagine 336 Euro: 4,99 LA SCHIAVA BAMBINA Autore: Diaryatou Bah Casa Editrice: Piemme Anno: 2007 Pagine: 236 Euro: 14,90 Due anime tormentate, un destino che combina il loro incontro quasi come un riscatto dovuto; per Alice e Mattia il muro della solitudine sembrava sgretolarsi negli istanti trascorsi insieme. Il romanzo si apre con la descrizione degli eventi determinanti nella costruzione del loro mondo solitario e silenzioso. Alice odiava sciare ma il padre per lei nutriva grandi speranze; un incidente sulle piste diventò l’inizio della fine, l’andatura zoppicante la segnò così profondamente da trasformare il suo dolore in anoressia. Mattia colpito dalla tragica scomparsa della sorella autistica si puniva con atti autolesionistici. Dopo un periodo di lontananza, un bacio sembra riavvicinarli ma “come per i numeri primi, attratti l’uno verso l’altra, non riescono mai ad unirsi, perché divisi da un invalicabile ostacolo”. Alla fine della seconda guerra mondiale, viene creato un pool investigativo per scovare e assicurare alla giustizia internazionale i gerarchi nazisti responsabili delle atrocità dell’Olocausto. Rudolf Hoss è il kommandant del lager di Aushwitz, responsabile del massacro di un milione di persone. Hans Alexander è un ebreo tedesco rifugiatosi in Inghilterra e divenuto membro del team investigativo incaricato, al termine della Seconda guerra mondiale, di scovare e assicurare alla giustizia i gerarchi nazisti. Hoss è stato il primo ufficiale del Reich ad ammettere di avere attuato la “soluzione finale” decretata da Hitler. Questo libro, senza condannare ne assolvere, pone delle domande scomode ma necessarie: cosa trasforma un uomo in un carnefice? Perché una persone decide di affrontare i propri aguzzini? La vendetta è sempre giustificata? Una storia vera. Le vite parallele del più spietato criminale nazista e dell’ebreo che riuscì a catturarlo. In un piccolo monolocale, una ragazza infreddolita fissa assente un televisore. Sullo schermo scorrono immagini che lei guarda assente, i suoi occhi e il suo cuore sono vuoti. I giorni passano, la dispensa è vuota e quel che resta di cento euro. Ad un tratto la ragazza sente una voce alla televisione che racconta una vita che potrebbe essere la sua. Sposata dai genitori a 14 anni a un uomo di trent’anni più vecchio di lei, deportata in Europa dall’Africa per essere stuprata, picchiata e umiliata, giorno dopo giorno. Ma la voce di donna che viene dalla televisione racconta anche qualcosa di inimmaginabile: da una vita così si può fuggire, si può chiedere aiuto, si può scappare. La schiava bambina, è una storia vera, come cento, mille storie che affollano gli articoli dei quotidiani. La sua protagonista però è riuscita a ribellarsi e ad aprirsi alla speranza di una vita migliore. 31 rubriche la segreteria informa SEGRETERIA SEDE DI NOVARA Indirizzo: Via Biandrate, 20b NOVARA Orari di segreteria: lunedì e mercoledì dalle ore 15:00 alle ore 17:00, venerdì e sabato dalle ore 10:00 alle ore 12:00 Recapiti: Tel. 0321.30237 Fax 0321.393276 E-mail: novara.verbania @ ipasvi.legalmail.it SEDE DI VERBANIA Indirizzo: Piazza Aldo Moro, 5 VERBANIA Orari di segreteria: martedì dalle ore 15:00 alle ore 17:00 Recapiti: Tel. 334.5387441 CAMBIO RESIDENZA È indispensabile comunicare tempestivamente ogni cambio di residenza con una delle seguenti modalità: • attraverso comunicazione scritta direttamente alla segreteria del Collegio • per posta, fax o e-mail. Coloro i quali cambiano provincia hanno facoltà di chiedere al Collegio della nuova residenza il trasferimento dell’iscrizione. SMARRIMENTO TESSERA In caso di smarrimento o furto della tessera di iscrizione al Collegio è necessario: • sporgere denuncia di smarrimento/furto alle autorità competenti (Questura, Carabinieri) • presentare al Collegio copia della denuncia e due foto tessera per avere il duplicato. I certificati di iscrizione hanno validità di sei mesi (legge 15 maggio 1997 n. 127) e possono essere richiesti in segreteria con le seguenti modalità: • direttamente ed in tempo reale presso la segreteria • telefonicamente, fax o e-mail, indicando le generalità del richiedente. Nel caso in cui non sia l’interessato a ritirarlo, la persona incaricata deve essere munita di delega e fotocopia del documento di identità del richiedete il certificato. Si ricorda che il certificato di iscrizione è un documento e può essere autocertificato. CANCELLAZIONE DALL’ALBO La presentazione della domanda per la cancellazione dall’Albo deve pervenire al Collegio entro il 30/11/2014. Per le modalità consultare il sito oppure contattare la segreteria. LIBERA PROFESSIONE Chi esercita o intende intraprendere l’attività libero professionale deve darne comunicazione al Collegio. Si ricorda che l’attività libero professionale implica l’iscrizione alla Cassa di Previdenza ENPAPI. COLLOQUI È possibile avere un incontro con la Presidente o un membro del Consiglio Direttivo previo appuntamento telefonico. POLIZZA R.C. PROFESSIONALE È possibile sottoscrivere Polizza R.C. professionale: WILLIS Federazione Nazionale IPASVI, per il contratto e la relativa modulistica contattare la segreteria del Collegio oppure sul sito www.ipasvinovara.it SERVIZIO BIBLIOTECA Ricordiamo a tutti gli iscritti che il Collegio presso la sede di Novara mette a disposizione un servizio di biblioteca presso il quale si possono richiedere libri e consultare riviste scientifiche. All’interno del sito del Collegio, nella sezione biblioteca potrete trovare il regolamento, l’elenco dei testi e delle riviste. SITO www.ipasvinovara.it All’interno del sito è possibile ad esempio scaricare la modulistica reperibile in segreteria, inviare eventuali quesiti (tramite il link “contatti”), consultare le diverse sezioni tematiche ricche di informazioni inerenti la formazione, libera professione, crediti formativi ecm, oppure semplicemente consultare l’elenco dei testi/riviste reperibili presso la biblioteca del Collegio. Il Codice Deontologico Art 11. L’infermiere fonda il proprio operato su conoscenze validate e aggiorna saperi e competenze attraverso la formazione permanente, la riflessione critica sull’esperienza e la ricerca. Progetta, svolge e partecipa ad attività di formazione. Promuove, attiva e partecipa ala ricerca e cura la diffusione dei risultati.
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