GUIDA UFFICIALE TUTTOCALCIOESTERO.IT INDICE Intro...3 Calendario...4 Brasile...7 Messico...10 Croazia...14 Camerun...19 Spagna...23 Olanda...28 Cile...32 Australia...35 Colombia...39 Grecia...42 Costa d'Avorio...46 Giappone...49 Inghilterra...53 Uruguay...56 Costarica...61 Francia...64 Svizzera...68 Ecuador...72 Honduras...76 Argentina...80 Bosnia...84 Iran...89 Nigeria...94 Germania...99 Ghana...103 Portogallo...108 Stati Uniti...112 Belgio...115 Algeria...119 Russia...122 Corea del Sud...125 -2- Tuttocalcioestero Il primo sito in italiano dedicato al calcio estero http://www.tuttocalcioestero.it Intro A cura di : Paolo Bardelli Il Brasile ritrova i Mondiali dopo 64 anni, è un incontro tra due parenti rimasti troppo lontani. Un abbraccio antico, ma dal sapore nuovissimo, il pubblico verdeoro si augura che pure il risultato sia diverso da quello - tragico - del 1950. Il calcio è cambiato tanto nel frattempo, ma gli spunti che ci offre questa competizione iridata vanno ben oltre la retorica sul "calcio moderno", le trasformazioni di questo pallone sono figlie di una sfera più grande, quella che tutti noi abitiamo e che piano piano stiamo imparando a conoscere. Aumenta la curiosità per il mondo che ci circonda, ogni popolo inizialmente ha rappresentato se stesso al centro delle cartine, il passare dei secoli e l'incontro con "l'altro" hanno favorito un approccio diverso. Più curioso. È proprio la curiosità la molla che ha fatto nascere due anni fa TuttoCalcioEstero.it, la voglia di conoscere e far conoscere il bello di un mondo che non finisce tra Alpi e Sicilia. C'è molto altro da amare, dall'idea di due giornalisti è nata una squadra di oltre 40 persone, da qui la guida che avete di fronte. Di "prodotti" analoghi ne potete trovare molti in giro per il web, il nostro obiettivo era però fornire un'opera corale, una guida nel vero senso del termine, per aiutarvi a scoprire il Mondo che gli azzurri sono chiamati a interpretare. Mai come stavolta l'Italia arriva tranquilla, nessun pronostico a far da zavorra, manca persino "il caso". Un vantaggio per chiunque, a patto che non si chiami Italia. Siamo un popolo strano, multiforme e imprevedibile, le pressioni ci fanno bene, guai quando ci sentiamo il centro del mondo. Non lo siamo infatti, non capirlo porta delusioni ed ecco perché condividiamo con voi questo lavoro, qui trovate il Mondo, quello che forse non conoscete. Scopritelo insieme ai ragazzi di Prandelli e alla squadra di TCE, 31 storie da leggere e una da scrivere. Con curiosità. -3Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Tuttocalcioestero Il primo sito in italiano dedicato al calcio estero http://www.tuttocalcioestero.it Calendario GRUPPO A 12/06 ore 22:00 a Sao Paulo: Brasile-Croazia 13/06 ore 18:00 a Natal: Messico-Camerun 17/06 ore 21:00 a Fortaleza: Brasile-Messico 18/06 ore 24:00 a Manaus: Camerun-Croazia 23/06 ore 22:00 a Brasilia: Camerun-Brasile 23/06 ore 22:00 a Recife: Croazia-Messico GRUPPO B 13/06 ore 22:00 a Salvador: Spagna-Olanda 13/06 ore 24:00 a Cuiaba: Cile-Australia 18/06 ore 21:00 a Rio De Janeiro: Spagna-Cile 18/06 ore 18:00 a Porto Alegre: Australia-Olanda 23/06 ore 18:00 a Sao Paulo: Olanda-Cile 23/06 ore 18:00 a Curitiba: Australia-Spagna GRUPPO C 14/06 ore 18:00 a Belo Horizonte: Colombia-Grecia 14/06 ore 3:00 a Recife:Costa d’Avorio-Giappone 19/06 ore 18:00 a Brasilia: Colombia-Costa d’Avorio 19/06 ore 24:00 a Natal: Giappone-Grecia 24/06 ore 22:00 a Cuiaba: Giappone-Colombia 24/06 ore 22:00 a Fortaleza: Grecia-Costa d’Avorio GRUPPO D 14/06 ore 21:00 a Fortaleza: Uruguay-Costarica 14/06 ore 24:00 a Manaus: Inghilterra-Italia 19/06 ore 21:00 a Sao Paulo: Uruguay-Inghilterra 20/06 ore 18:00 a Recife: Italia-Costarica 24/06 ore 18:00 a Natal Italia-Uruguay 24/06 ore 18:00 a Belo Horizonte: Costarica-Inghilterra GRUPPO E 15/06 ore 18:00 a Brasilia: Svizzera-Ecuador 15/06 ore 21:00 a Porto Alegre: Francia-Honduras 20/06 ore 21:00 a Salvador: Svizzera-Francia 20/06 ore 24:00 a Curitiba: Honduras-Ecuador 25/06 ore 22:00 a Manaus: Honduras-Svizzera 25/06 ore 22:00 a Rio De Janeiro; Ecuador-Francia -4- GRUPPO F 15/06 ore 24:00 a Rio De Janeiro:Argentina-Bosnia 16/06 ore 21:00 a Curitiba: Iran-Nigeria 21/06 ore 18:00 a Belo Horizonte: Argentina-Iran 21/06 ore 24:00 a Cuiaba: Nigeria-Bosnia 25/06 ore 18:00 a Porto Alegre: Nigeria-Argentina 25/06 ore 18:00 a Salvador Bosnia-Iran GRUPPO G 16/06 ore 18:00 a Salvador:Germania-Portogallo 16/06 ore 24:00 a Natal: Ghana-USA 21/06 ore 21:00 a Fortaleza Germania-Ghana 22/06 ore 24:00 a Manaus: USA-Portogallo 26/06 ore 18:00 a Recife: USA-Germania 26/06 ore 18:00 a Brasilia:Portogallo-Ghana GRUPPO H 17/06 ore 18.00 a Belo Horizonte: Belgio-Algeria 17/06 ore 24:00 a Cuiaba: Russia-Corea del Sud 22/06 ore 18:00 a Rio De Janeiro: Belgio-Russia 22/06 ore 21:00 a Porto Alegre:Corea del Sud-Algeria 26/06 ore 22:00 a Sao Paulo: Corea del Sud-Belgio 26/06 ore 22:00 a Curitiba: Algeria-Russia mondiali 2014 OTTAVI DI FINALE PARTITA 1 – (18:00) [1° Girone A - 2° Girone B] (Belo Horizonte) sabato 28/06 PARTITA 2 – (22:00) [1° Girone C - 2° Girone D] (Rio de Janeiro) sabato 28/06 PARTITA 3 – (18:00) [1° Girone B - 2° Girone A] (Fortaleza) domenica 29/06 PARTITA 4 – (22:00) [1° Girone D - 2° Girone C] (Recife) domenica 29/06 PARTITA 5 – (18:00) [1° Girone E - 2° Girone F] (Brasilia) lunedì 30/06 PARTITA 6 – (22:00) [1° Girone G - 2° Girone H] (Porto Alegre) lunedì 30/06 PARTITA 7 – (18:00) [1° Girone F - 2° Girone E] (San Paolo) martedì 1/07 PARTITA 8 – (22:00) [1° Girone H - 2° Girone G] (Salvador) martedì 1/07 QUARTI DI FINALE PARTITA 9 – (18:00) [Vincitore PARTITA 5 - Vincitore PARTITA 6] (Rio de Janeiro) venerdì 4/07 PARTITA 10 – (22:00) [Vincitore PARTITA 1 - Vincitore PARTITA 2] (Fortaleza) venerdì 4/07 PARTITA 11 – (18:00) [Vincitore PARTITA 7 - Vincitore PARTITA 8] (Brasilia) sabato 5/07 PARTITA 12 – (22:00) [Vincitore PARTITA 3 - Vincitore PARTITA 4] (Salvador) sabato 5/07 -5- SEMIFINALI PARTITA 13 – (22:00) [Vincitore PARTITA 9 - Vincitore PARTITA 10] (Belo Horizonte) martedì 8/07 PARTITA 14 – (22:00) [Vincitore PARTITA 11 - Vincitore PARTITA 12] (San Paolo) mercoledì 9/07 FINALE TERZO E QUARTO POSTO [Perdente PARTITA 13 - Perdente PARTITA 14] (Brasilia) sabato 12/07 ore 22:00 FINALE [Vincitore PARTITA 13 - Vincitore PARTITA 14] (Rio de Janeiro) domenica 13/07 ore 21:00 -6Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Tuttocalcioestero Il primo sito in italiano dedicato al calcio estero http://www.tuttocalcioestero.it Guida Brasile 2014, gruppo A: il Brasile A cura di : Antonio Cupparo Brasile: basta la parola. Cinque volte campione del mondo (1958, 1962, 1970, 1994, 2002) e due volte finalista (1950, 1998), la squadra allenata da Scolari è una nazionale fra le più importanti e invidiate del mondo, data la sua innata spettacolarità. Non vincere fra le mura amiche equivarrebbe ad un disastro. A distanza di 64 anni dal "Maracanazo", il pubblico brasiliano chiede ancora vendetta, ed anche per questo motivo la pressione sarà ai massimi livelli. Nel Girone A affronterà Croazia (partita inaugurale), Messico e Camerun. ANALISI TECNICO-TATTICA Scolari proporrà, presumibilmente, un 4-3-3 abbastanza offensivo, che può agevolmente trasformarsi in un 4-2-3-1. La porta sarà difesa da Julio Cesar, ex estremo difensore dell'Inter, che dà ampie garanzie nonostante, in MLS, abbia giocato con continuità solo negli ultimi mesi (determinanti per la conquista della maglia numero uno verde-oro), dopo un paio di stagioni ai margini. La difesa sarà rigorosamente a quattro: i due centrali titolari dovrebbero essere Thiago Silva e Dante, quest'ultimo leggermente favorito sul neo parigino David Luiz; ai lati, Dani Alves garantirà spinta sull'out destro, Marcelo (o in alternativa Maxwell) gli farà il paio sulla fascia opposta, da tenere in seria considerazione anche il rinato Maicon, autore di una stagione fantastica con la maglia della Roma. La linea mediana prevede molte opzioni. -7- Scolari, all'occorrenza, vorrebbe proporre Oscar ma, giocoforza, dovrà inserire calciatori come Luiz Gustavo e Ramires per dare equilibrio ad una squadra di per sé già molto offensiva. Le alternative sono rappresentate da Fernandinho (bravo nelle due fasi) e Paulinho, giocatore quest'ultimo - che potrebbe avere la meglio sui compagni di reparto grazie all'estrema duttilità tattica. In avanti, la punta di diamante sarà Fred, rapace attaccante d'area di rigore che - come il buon vino - migliora a vista d'occhio con il passare degli anni. Al lato sinistro del bomber del Fluminense agirà Neymar: nonostante l'altalenante stagione trascorsa con la maglia del Barcellona, l'intero paese si aggrappa alla sua classe e ai suoi numeri, e confida nell'esplosione definitiva dell'ex stella del Peixe. La Selecao, d'altrocanto, non può fare a meno di lui. Dall'altra parte, invece, giostrerà la fisicità di Hulk, che partendo da destra può sfoderare più facilmente il suo potente piede mancino. LA STELLA Neymar è, per molti aspetti, il giocatore più atteso del Brasile. Ma tra i tanti campioni a disposizione di Scolari, la nostra scelta ricade su un difensore, da molti etichettano come il più forte del mondo nel suo ruolo: Thiago Silva. E' lui, al tirar delle somme, il fuoriclasse che potrebbe incidere in maniera significativa nel mondiale dei verdeoro. Nel corso degli anni, oltretutto, si è "europeizzato" diventando ancora più completo. E in Francia, nelle fila del PSG, è diventato il leader assoluto (che coppia il prossimo anno con il connazionale David Luiz). Il Milan lo rivorrebbe, ma conoscendo le ambizioni degli sceicchi parigini sarà pressoché impossibile. LA RIVELAZIONE Imbottito di campioni, il Brasile dispone di un giocatore, attualmente poco noto a chi non segue le vicende del calcio internazionale, che potrebbe senz'altro ritagliarsi uno spazio importante. Parliamo del ventiduenne Bernard, funambolico mancino dotato di colpi importanti, che ha esordito giovanissimo con la maglia verdeoro. Scolari, a sorpresa, lo potrebbe buttare nella mischia, magari mettendolo in concorrenza con Hulk. L'avventura con lo Shakhtar sembra ormai volta al termine, a causa del momento drammatico che sta vivendo l'Ucraina e per il poco spazio trovato nell'ultima stagione. Sulle sue tracce si sono mossi Arsenal e Liverpool. Una cosa è certa: Bernard sarà l'uomo mercato da seguire in questo mondiale. PROSPETTIVE Una sola parola: vincere. Altri risultati equivarranno ad un fallimento. E Scolari, che dovrà reggere alla pressione del dover vincere ad ogni costo, lo sa benissimo. Il cammino verso la finale del Mondiale, comunque, passa necessariamente attraverso il primo posto nel girone: un incrocio negli ottavi con la prima del gruppo B (quello della Spagna), sarebbe una finale anticipata che toglierebbe energie mentali preziosissime alla rosa di Felipao. -8- I CONVOCATI N. 1 12 22 2 3 4 6 13 15 23 14 5 18 11 19 16 17 8 9 10 7 20 21 Pos Giocatore P P P D D D D D D D D C C C C C C C A A A A A Jefferson Júlio César Victor Dani Alves Thiago Silva David Luiz Marcelo Dante Henrique Maicon Maxwell Fernandinho Hernanes Oscar Willian Ramires Luiz Gustavo Paulinho Fred Neymar Hulk Bernard Jô Data nascita Squadra 2 gennaio 1983 3 settembre 1979 21 gennaio 1983 6 maggio 1983 22 settembre 1984 22 aprile 1987 12 maggio 1988 18 ottobre 1983 14 ottobre 1986 26 luglio 1981 27 agosto 1981 4 maggio 1985 29 maggio 1985 9 settembre 1991 9 agosto 1988 24 marzo 1987 23 luglio 1987 25 luglio 1988 3 ottobre 1983 5 febbraio 1992 25 luglio 1986 8 settembre 1992 20 marzo 1987 Botafogo Toronto (Usa) Atlético Mineiro Barcellona (Spa) Psg (Fra) Chelsea (Ing) Real Madrid (Spa) Bayern Monaco (Ger) Napoli (Ita) Roma (Ita) Psg (Fra) Manchester City (Ing) Inter (Ita) Chelsea (Ing) Chelsea (Ing) Chelsea (Ing) Wolfsburg (Ger) Tottenham (Ing) Fluminense Barcellona (Spa) Zenit (Rus) Shakhtar (Ucr) Atlético Mineiro -9Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Tuttocalcioestero Il primo sito in italiano dedicato al calcio estero http://www.tuttocalcioestero.it Guida Brasile 2014, gruppo A: il Messico A cura di : Antonio Cupparo Sarà la quindicesima partecipazione del Messico alla fase finale di un mondiale, una qualificazione arrivata con molta fatica solo dopo aver battuto la Nuova Zelanda nello spareggio intercontinentale. I migliori piazzamenti in assoluto sono stati i quarti di finali nelle edizioni svoltesi in casa nel 1970 e nel 1986. Grazie alla vittoria nella Gold Cup 2011 ha partecipato alla Confederations Cup, perdendo i match contro Brasile ed Italia, e vincendo solamente contro il Giappone. Attualmente occupa la posizione numero 20 nel ranking Fifa, ed è stata sorteggiato nel girone A con Brasile, Camerun e Croazia ANALISI TECNICO-TATTICA Herrera proporrà uno schema 3-5-2 puntando molto sulla solidità della difesa, sulla spinta dei fluidificanti che agiranno da elastico lungo le fasce, e sul talento dalla cintola in su. Il favorito a coprire i pali della "Tri" è Corona, portiere del Cruz Azul, tra i migliori per rendimento della Primera Division Mexicana, ma ha ancora qualche chance l'esperto Guillermo Ochoa dal 2011 all'Ajaccio. Il tridente difensivo probabilmente sarà composto da un mix di esperienza e freschezza che vede il capitano Rafa Marquez (al suo quarto mondiale) come leader incontrastato, affiancato -10- da Francisco Rodriguez - meglio noto come "Maza", anche lui con esperienza passata in Europa nel Psv Eindhoven - e Diego Reyes (il più giovane della compagnia), uno dei migliori '92 in prospettiva, di proprietà del Porto. A centrocampo i due esterni saranno come ogni probabilità Andres Guardado, e Luis Aguilar. Il primo non ha bisogno di presentazioni: dopo tante stagioni in Spagna con il Deportivo La Coruna e Valencia, a gennaio si è accasato al Bayer Leverkusen, scelto a sorpresa nonostante un infortunio che lo ha tenuto lontano dai campi della Bundesliga. Il secondo è il fluidificante di fascia destra dell'America Fc. In mezzo al campo mancherà purtroppo la sostanza e la fisicità di Medina, infortunatosi alla caviglia pochi giorni fa creando non pochi grattacapi al ct Herrera: probabile l'utilizzo di Salcido che aggiungerà comunque esperienza e solidità nonostante abbia avuto una carriera da fluidificante sinistro, oppure sarà Hector Herrera (mezz'ala del Porto) ad arretrare di qualche metro. A supporto della trequarti ci sarà Carlos Pena, riccioluto tutto pepe, grande protagonista della squadra campione nazionale del Leon. In attacco Herrera punterà al 99% sulla coppia Giovani Dos Santos e Javier Hernandez che agirà da punta di riferimento: l'ex Barcellona, dopo alterne stagioni tra Inghilterra e Turchia (con Tottenham e Galatasaray), quest'anno con la maglia del Villarreal sembra aver trovato una buona continuità segnando 11 reti con 8 assist all'attivo. invece, Chicharito ha vissuto un'annata difficilissima al Manchester United, con Moyes che non l'ha mai visto di buon occhio facendolo giocare pochissime partite e quasi tutte a partita iniziata. Questo trend aveva fatto trapelare l'idea di mettere in concorrenza il miglior attaccante messicano di tutti i tempi per media gol/partite giocate con Oribe Peralta, eroe della nazionale campione olimpica nel 2012 a Londra. Alla fine però sembra che la classe e la voglia di dimostrare il suo immenso valore, abbia convinto mister Herrera a puntare su Hernandez. In fin dei conti il numero 14 rimane l'idolo incontrastato dei tifosi della "Tri" che non vedevano un'attaccante di queste qualità fin dai tempi di Hugo Sanchez LA STELLA Ha stregato "Sir" Alex Ferguson nell'inverno 2009, quando con la maglia del Chivas Guadalajara è esploso definitivamente, parliamo naturalmente di Javier "Chicharito" Hernandez, senza dubbio la stella della nazionale messicana. Figlio e nipote d'arte (suo padre era Javier Hernandez Balcazar Gutierrez, soprannominato "Chicharo" per via degli occhi verdissimi), ha esordito nella Primera Mexicana a 18 anni nel Chivas Guadalajara, giocando nei primi tre anni poche partite prima di farsi largo nella stagione 2009 quando, con la maglia biancorossa, ha battuto il record di reti segnate in una stagione e - come detto - ha conquistato le simpatie di Alex Ferguson. Lo scozzese ha fiutato l'affare per il suo Manchester United, bloccandolo subito in attesa dei mondiali sudafricani, competizione nella quale Chicharito diventò protagonista nel match giocato contro la Francia: l'allora ct Aguirre lo inserì dieci minuti dopo la ripresa, e il numero 14 segnò la rete del vantaggio. Il match fini poi 2-0 con la rete di Blanco su rigore nel finale, una vittoria importante per il Messico. Chicharito segnò poi un'altra rete, però inutile, nel match perso 3-1 contro l'Argentina. Pochi giorni dopo venne presentato ad Old Trafford, il suo acquisto per otto milioni di euro fu -11- ufficializzato e Hernandez divenne il primo messicano della storia del Manchester United. Segna la prima rete con la prestigiosa maglia dei Red Devils nella Community Shields, nel tempio di Wembley, contro il Chelsea. A settembre arriva anche il primo gol in Champions League al Mestalla contro il Valencia, una sua doppietta poi permette di battere il Marsiglia e portare lo United agli ottavi. In finale però gli uomini di Ferguson persero proprio a Wembley contro il Barcellona, Chicharito giocò da titolare a fianco di Rooney. Alla fine la sua prima stagione fu positiva con 14 reti in Premier League, 1 in FA Cup, 2 in League Cup, e 4 in Champions. Le successive annate, fino ad adesso, sono state purtroppo caratterizzate da alti e bassi; soprattutto l'ultima, con in panchina David Moyes, ha registrato un minutaggio medio che si è abbassato moltissimo. Questo Mondiale, a differenza di quattro anni fa, vede un Hernandez con più esperienza, ma sopratutto con una gran fame: in fin dei conti rimane uno dei migliori uomini d'area in circolazione, il Messico non ne potrebbe proprio fare a meno LA SORPRESA Diversi giovani si stanno mettendo in mostra in Messico (fantastica la squadra Under 17 vincitrice del mondiale di categoria nel 2011), ma Herrera di quella squadra non ha chiamato nessuno. Tra i 22 convocati possiamo azzardare una possibile rivelazione, sopratutto dopo l'infortunio di Medina che potrebbe stravolgere i piani di Herrera: un rimedio potrebbe essere l'utilizzo di Marco Fabian, trequartista del Cruz Azul. Lui, uno dei grandi protagonisti delle Olimpiadi di Londra 2012, possiede quella tecnica e sfrontatezza che in una competizione come il Mondiale potrebbero fargli conquistare le simpatie del grande pubblico. Unico neo il carattere particolare, Fabian é uno di quelli che non le manda a dire (anche ai suoi compagni e allenatore). Se viene gestito al meglio, e se magari lui ci mette qualcosa di suo, potrebbe senza dubbio ritagliarsi uno spazio importante PROSPETTIVE C'è da sfatare un tabù statistico mica da ridere: bisogna fare meglio degli ottavi di finale che il Messico non riesce a superare da ben quattro edizioni consecutive. Il girone non è dei migliori, il Brasile è naturalmente il favorito d'obbligo, la seconda piazza sarà da giocare con due nazionali non facili come il Camerun di Eto'o e la Croazia di Modric. Un sorteggio non tanto benevolo per la "Tri" che comunque cercherà senz'altro in tutti i modi di superare almeno la prima fase. CONVOCATI (I numeri sono quelli usati nelle amichevoli pre-mondiali) N. 1 12 13 22 7 15 Pos Giocatore P P P D D D Jesús Corona Alfredo Talavera Guillermo Ochoa Paul Aguilar Miguel Layún Héctor Moreno Data nascita Squadra 26 gennaio 1981 18 settembre 1982 13 luglio 1985 6 marzo 1986 25 giugno 1988 17 gennaio 1988 Cruz Azul Toluca Ajaccio (Fra) América América Espanyol (Spa) -12- 5 2 4 3 16 6 23 21 17 20 8 18 19 14 9 11 10 D D D D D C C C C C C C A A A A A Diego Reyes Francisco Rodríguez Rafael Márquez Carlos Salcido Miguel Ponce Héctor Herrera José Juan Vázquez Carlos Alberto Peña Isaác Brizuela Javier Aquino Marco Fabián Andrés Guardado Oribe Peralta Javier Hernández Raúl Jiménez Alan Pulido Giovani dos Santos 19 settembre 1992 20 ottobre 1981 13 febbraio 1979 2 aprile 1980 12 aprile 1989 19 aprile 1990 14 marzo 1988 29 marzo 1990 28 agosto 1990 11 febbraio 1990 21 luglio 1989 28 settembre 1986 12 gennaio 1984 1º giugno 1988 5 maggio 1991 8 marzo 1991 11 maggio 1989 -13Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Porto (Por) América León Tigres UANL Toluca Porto (Por) León León Toluca Villarreal (Spa) Cruz Azul Bayer Leverkusen (Ger) Santos Laguna Manchester Utd (Ing) América Tigres UANL Villarreal (Spa) Tuttocalcioestero Il primo sito in italiano dedicato al calcio estero http://www.tuttocalcioestero.it Guida Brasile 2014, gruppo A: la Croazia A cura di : Alessandro De Felice La Croazia del selezionatore Nico Kovac, dopo aver conquistato il diritto di giocarsi lo spareggio per entrare nelle 32 formazioni di Brasile 2014 grazie alla seconda posizione in un girone non proprio semplice - alle spalle del quotatissimo Belgio - ha dovuto superare (con molta sofferenza) una buona Islanda per qualificarsi ufficialmente per la quarta volta ad un Mondiale. Dopo aver pareggiato 0-0 a Reykjavik, nella gara di ritorno la superiorità tecnica dei biancorossi si è fatta sentire e la Croazia è riuscita a portare a casa la qualificazione grazie alle reti di due dei suoi interpreti di maggior talento: il capitano Darijo Srna e l’attaccante del Bayern Monaco Mario Mandzukic. La storia calcistica di queste paese è molto recente: infatti la FIFA ha riconosciuto questa realtà balcanica solamente dalla stagione 1991-1992, quando in seguito alla fine delle guerre balcaniche il paese conquistò la sua indipendenza. Ed in questo ventennio (o poco più) si è già qualificata ben tre volte alla massima competizione per nazioni. Dopo l’exploit iniziale, con un 3° posto conquistato in Francia nel Mondiale del 1998, nelle edizioni successive in Corea e Giappone nel 2002 e in Germania 2006 la nazionale a scacchi si è dovuta arrendere nella prima fase eliminatoria, ai gironi, riuscendo pur sempre nell’impresa di entrare tra le prime 32 nazioni del mondo. -14- Oggi occupa il 16° posto del Ranking FIFA con 955 punti, dimostrando la continuità di risultati conquistati dalla sua nascita fino ad oggi. Nel Mondiale ormai alle porte, l’undici di Kovac farà parte del raggruppamento A, insieme ai padroni di casa del Brasile, al Camerun e al Messico. ANALISI TECNICO-TATTICA Come ha mostrato nelle tre partite in cui ha guidato la selezione croata, il CT Kovac predilige un gioco votato all’attacco, supportato dalle spinte sulle fasce. Tutto questo è possibile grazie all’alto tasso tecnico di cui dispone la squadra dalla metà campo in su. Kovac ha già dimostrato di saper utilizzare più sistemi di gioco, non cristallizzandosi su uno in particolare, nonostante la sua propensione per il 4-2-3-1 che in fase difensiva si trasforma in un 4-4-2, schema attraverso il quale il CT vuole sfruttare la velocità dei suoi esterni sulle corsie laterali per servire sia le punte centrali, ma anche gli inserimenti da dietro dei centrocampisti centrali. E proprio con questo sistema di gioco Kovac sembra sia orientato a presentarsi alla competizione iridata. Tra i pali ci sarà lo storico portiere della Nazionale, Stipe Pletikosa, 35enne portiere del Rostov, che con le sue 109 presenze con la maglia a scacchi rappresenta il secondo calciatore ad averla indossata più volte. Il primo in questa speciale classifica è Darjio Srna, terzino destro e capitano della spedizione brasiliana, che ha già indossato la maglia biancorossa 110 volte in carriera. Non ci sarà il difensore Simunic, squalificato dalla FIFA per 10 anni per i cori filonazisti durante i festeggiamenti per la qualificazione al termine del match contro l’Islanda. Al centro della difesa i titolari saranno Vedran Corluka, ex calciatore del Tottenham ora alla Lokomotiv Mosca, e Dejan Lovren, autore di una splendida stagione in Premier League con la maglia del Southampton ed in orbita Liverpool, mentre sulla fascia sinistra agirà Danijel Pranjic, terzino mancino molto dotato tecnicamente, classe 1981, che in questa stagione ha vestito la maglia del Panathinaikos, realizzando 5 reti in 24 presenze. Pranjic diede addio alla Nazionale il 28 settembre 2012, in segno di protesta per la convocazione del giocatore di origini brasiliane Sammir, ma ha deciso di ritornare circa 13 mesi più tardi, dopo essere stato convocato dal suo ex compagno di nazionale, ora commissario tecnico, Nico Kovac, in seguito al grave infortuno capitato a Ivan Strinic, che lo ha costretto a saltare le gare playoff contro l’Islanda. La regia della squadra croata sarà affidata ai due talenti in mezzo al campo, che avranno il compito di servire sia gli esterni che le punte centrali in fase di possesso, mentre fungeranno da incontristi nella situazione di non-possesso. Stiamo parlando di Luka Modric, centrocampista centrale del Real Madrid, e Ivan Rakitic, faro del Siviglia che inaspettatamente si è aggiudicata l’Europa League alla lotteria dei rigori contro il Benfica, nella finale che si è disputata allo Juventus Stadium di Torino il 14 Maggio. Entrambii rappresentano due dei maggiori talenti del calcio contemporaneo, incarnando la figura del calciatore moderno che riesce ad unire la qualità alla quantità. Sulla trequarti, a destra agirà Ivan Perisic, classe 1989, centrocampista offensivo che possiede fantasia e tecnica, oltre ad una spiccata visione di gioco. Per gli altri due posti disponibili, Niko Kovac dovrà fare i conti una vera e propria abbondanza: Ilicevic, Kovacic e Olic partono in vantaggio, ma vorranno stupire il CT e conquistare una maglia da titolare anche gli outsider Badelj, Pasalic e Halilovic. Da non trascurare la “candidatura” di Eduardo, giocatore duttile che ha dimostrato di saper muoversi bene sia come seconda punta che come -15- attaccante di riferimento. Davanti ovviamente ci sarà Mario Mandzukic, centravanti del Bayern Monaco, che arriva alla competizione in splendida forma: nonostante quest’anno sia stato impegnato con meno continuità rispetto alla scorsa stagione a causa del sistema di gioco con il “falso nueve” utilizzato da Guardiola, il bomber di Slavonsku Brod ha chiuso la stagione con 25 gol in 43 presenze tra Bundesliga, Champions League e Coppa di Germania. Dunque, un bottino niente male! LA STELLA La Croazia vanta di calciatori di spiccata caratura tecnica, ma tra i tanti che faranno parte della spedizione brasiliana quello di maggior talento è sicuramente Luka Modric, centrocampista del Real Madrid nato a Zadar il 9 settembre 1985. Soprannominato “il Cruijff croato” per la sua straordinaria capacità di “toccare” la palla, Modric possiede tra le sue doti migliori un’ottima visione di gioco, la precisione dei passaggi e la qualità nella conclusione, caratteristiche che gli hanno permesso nella sua carriera di ricoprire il ruolo di centrocampista centrale, ma anche quello di regista e trequartista alle spalle delle punte, posizione che il centrocampista di Zadar riesce ad interpretare ottimamente grazie alla sua propensione per gli inserimenti offensivi e per la capacità di fornire l’ultimo passaggio ai propri compagni. Modric inizia la sua carriera nel 2002, quando all’età di 16 anni firma con le giovanili della Dinamo Zagabria. Viene mandato in squadre di caratura minore per “farsi le ossa” (Zrinjski Mostar in Bosnia e l’Inter Zapresic in Croazia) e già dimostra il suo enorme potenziale che gli vale il premio di Miglior Giocatore del Campionato Bosniaco all’età di 18 anni. Nel 2005 torna alla Dinamo Zagabria, dove in 4 stagioni realizza 31 gol e serve ai suoi compagni ben 29 assist. Numeri impressionanti considerando il suo ruolo da regista davanti alla difesa. Le sue prestazioni non passano di certo inosservate: il 16 Aprile 2008 il Tottenham lo acquista per 16.5 milioni di sterline, 21 milioni di euro circa. Modric incanta il White Hart Lane, dove gioca dal 2008 al 2012, segnando 13 gol nelle sue 127 presenze, ma fornendo nel contempo una quantità smisurata di assist ai suoi compagni. Nel 2012 arriva per lui la definitiva consacrazione, passando al Real Madrid guidato dal “Mago di Setubal”, Jose Mourinho, per 42 milioni di euro. E dopo due stagioni con la maglia dei Blancos, il Crujiff croato è già riuscito a conquistare il cuore dei tifosi del Santiago Bernabeu. LA SORPRESA Se calciatori del calibro di Srna, Rakitic, Modric e Mandzukic rappresentano una certezza, in casa Croazia la vera sorpresa può essere rappresentata da Mateo Kovacic, gioiellino dell’Inter. I talenti di certo non mancano in casa croata: Halilovic, Pasalic e Rebic rappresentano una certezza per il futuro della nazionale a scacchi, ma per quanto riguarda il Mondiale ormai alle porte il Commissario Tecnico Kovac sembra puntare molto sul talentino nato in Austria, a Linz, il 6 maggio 1994. Kovacic sembra aver stregato il CT per le sue straordinarie doti tecniche e per la visione di gioco, mostrata anche nella partita giocata dall’Inter contro la Lazio il 10 maggio 2014, in cui Mateo ha servito ben 3 assist ai suoi -16- compagni. Kovacic iniziò la sua carriera proprio nella squadra del Linz. All’età di 13 anni si trasferisce con la sua famiglia a Zagabria dove inizia a giocare nelle giovanili della Dinamo. Debutta tra i professionisti il 20 novembre 2010 nella partita tra Dinamo Zagabria e Dragovoljac, gara nella quale stabilisce i record di più giovane debuttante e marcatore della storia della Prva Hrvatska con 16 anni e 198 giorni. Il 31 gennaio 2013 viene acquistato dall’Inter per la cifra di 11 milioni di euro più 4 di bonus, e in 16 mesi mette insieme 44 presenze. Kovacic ha collezionato 27 presenze nelle nazionali giovanili della Croazia, mentre sono 8 le apparizioni con la maglia della nazionale maggiore. Kovacic possiede tutte le potenzialità per guadagnarsi un posto da titolare nell’undici croato e potrebbe essere la vera sorpresa di questa squadra ricca di talenti. PROSPETTIVE L’obiettivo minimo di questa Croazia sembra essere l’approdo ai quarti di finale. A Zagabria ci credono tutti. Sanno che, al di là della corazza Brasile, nettamente favorita del Girone A, la formazione di Kovac rappresenta la seconda forza del gruppo, ma che nel contempo non dovrà sottovalutare Camerun e Messico, due squadre che hanno dimostrato da sempre di saper essere in grado di creare grattacapi a formazioni di gran lunga superiori a loro a livello tecnico. Servirà dunque concentrazione per non fallire quello che è considerato l’obiettivo minimo. Dagli ottavi di finale, la Croazia potrebbe rappresentare una vera e propria mina vagante, in grado di poter impensierire qualsiasi squadra. Appuntamento a San Paolo il 12 giugno quando, nel nuovo Stadio Corinthians, i biancorossi inizieranno ufficialmente l’avventura brasiliana. CONVOCATI N. Pos Giocatore P P P D D D D D D D C C C C C Stipe Pletikosa Danijel Subašic Oliver Zelenika Darijo Srna Vedran Corluka Danijel Pranjic Dejan Lovren Domagoj Vida Gordon Schildenfeld Šime Vrsaljko Luka Modric Ivan Rakitic Ognjen Vukojevic Ivan Perišic Mateo Kovacic Data nascita Squadra 8 gennaio 1979 27 ottobre 1984 14 maggio 1993 1 maggio 1982 5 febbraio 1986 2 dicembre 1981 5 luglio 1989 29 aprile 1989 18 marzo 1985 10 gennaio 1992 9 settembre 1985 10 marzo 1988 20 dicembre 1983 2 febbraio 1989 6 maggio 1994 Rostov (Rus) Monaco (Fra) Lokomotiv Zagabria Shakhtar Donetsk (Ucr) Lokomotiv Mosca (Rus) Panathinaikos (Gre) Southampton (Ing) Dinamo Kiev (Ucr) Panathinaikos (Gre) Genoa (Ita) Real Madrid (Spa) Siviglia (Spa) Dinamo Kiev (Ucr) Wolfsburg (Ger) Inter (Ita) -17- C C C A A A A A Sammir Marcelo Brozovic Ivan Mocinic Ivica Olic Eduardo Mario Mandžukic Nikica Jelavic Ante Rebic 23 aprile 1987 16 novembre 1992 30 aprile 1993 14 settembre 1979 25 febbraio 1983 21 maggio 1986 27 agosto 1985 21 settembre 1993 -18Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Getafe (Spa) Dinamo Zagabria Rijeka Wolfsburg (Ger) Shakhtar Donetsk (Ucr) Bayern Monaco (Ger) Hull City (Ing) Fiorentina (Ita) Tuttocalcioestero Il primo sito in italiano dedicato al calcio estero http://www.tuttocalcioestero.it Guida Brasile 2014, gruppo A: il Camerun A cura di : Il Renzaccio Settima partecipazione al Mondiale per la nazionale camerunense, che, nelle ultime nove edizioni, ha fallito l'accesso alla fase finale solo a Mexico 1986 e Germania 2006. I fasti di un tempo, però, sembrano lontani. Il Camerun, nel lontano 1990, fu la prima squadra africana ad accedere ai quarti di finale di un Mondiale, eliminato ai tempi supplementari dall'ottima Inghilterra di Bobby Robson (miglior risultato colto dai Tre Leoni dopo la vittoria casalinga del 1966). Di quella epica squadra fece parte Roger Milla, attaccante entrato nella storia della World Cup per il folklore (celeberrima la sua esultanza intorno alla bandierina del calcio d'angolo) e per esser stato il giocatore più anziano a realizzare una rete durante la fase finale di un Mondiale (contro la Russia a Usa '94). Le tre partecipazioni successive, però, furono avare di soddisfazioni: a Usa '94, inclusa in un girone di ferro con Brasile, Svezia e Russia, la selezione africana chiuse all'ultimo posto con un miserabilissimo punto; in Francia, alla prese con un difficile ricambio generazionale, il Camerun venne estromesso nel gruppo che vedeva coinvolte anche Italia, Austria e Cile; nel Mondiale nippo-coreano del 2002, la squadra camerunense arrivò forte della conquista di due titoli continentali e di una medaglia olimpica, ma dovette abbandonare subito la competizione appannaggio di Germania e Eire. Dopo aver mancato l'accesso al mondiale tedesco a causa del famosissimo errore dal dischetto di Wome contro l'Egitto, i Leoni Indomabili hanno riassaporato il gusto del Mondiale in Sudafrica. I risultati, però, sono stati ancora una volta deludenti: il Camerun, per la prima volta nella sua storia, chiuse il Mondiale senza realizzare nemmeno un punto, complici le tre sconfitte di misura contro Giappone, Danimarca e Olanda. -19- Dopo aver strappato con i denti la partecipazione al mondiale brasiliano, al termine di un percorso tortuoso accompagnato da infinite polemiche fra la Federazione e Samuel Eto'o, la squadra di Finke si presenta ai nastri di partenza come pericolosissima mina vagante del Gruppo A, girone che include Brasile, Croazia e Messico, compagini sulla carta superiori ai Leoni Indomabili. ANALISI TECNICO-TATTICA Dopo aver utilizzato il 4-4-2 per buona parte della fase di qualificazione al Mondiale, Volker Finke sembra aver virato verso un 4-3-3 talvolta modificabile in un 4-3-1-2. I pali dei Leoni Indomabili saranno difesi dal navigato Itandje, portiere in forza al Konyaspor con un passato non troppo felice ad Anfield Road. In difesa, sono solo due i giocatori certi di indossare la maglia da titolare: N'Koulou (centrale difensivo) e Bedimo (terzino sinistro). Per le altre due maglie disponibili, sarà gran bagarre: a destra, Nyom è favorito sul giovane Djeugoue, mentre per il ruolo di centrale difensivo a fianco di N'koulou, il ballottaggio fra Chejdou e Matip dovrebbe essere vinto dal primo, anche se il secondo sta recuperando posizioni nelle gerarchie di Fink. Pochi dubbi, invece, sul terzetto di centrocampo, composto prevalentemente da giocatori d'interdizione forniti, comunque, di un discreto bagaglio tecnico. Davanti alla difesa spadroneggerà Song, mediano in grado di dare un contributo anche in fase offensiva, mentre da interni agiranno M'Bia (fresco vincitore dell'Europa League con il Siviglia) e Enoh. Buona anche la prima alternativa a disposizione di Finke, che in caso di necessità potrà contare su N'Guemo, navigato centrocampista del Bordeaux; da non sottovalutare neppure l'apporto di Makoun, diventato celebre in patria per i due goal messi a segno nello spareggio contro la Tunisia. Davanti, invece, le fortune dei Leoni Indomabili passeranno inevitabilmente dai piedi di Samuel Eto'o, ai cui fianchi dovrebbero agire Choupo Moting (giocatore in grado di ricoprire anche il ruolo di seconda punta) e uno fra Aboubakar (più punta centrale che esterno, a dire il vero) e Moukandjo (favorito per il ruolo di titolare). Nel roster offensivo è presente anche l'esperto Webò, preferito a Idrissou nonostante le precarie condizioni fisiche. LA STELLA Il calciatore più rappresentativo del Camerun è ovviamente Samuel Eto'o, straordinario attaccante africano, attualmente in forza al Chelsea. La sua partecipazione al mondiale brasiliano, però, è restata in forte dubbio sino a pochi mesi fa a causa dei problemi, tutt'ora irrisolti, con la Federazione camerunense, che hanno portato, in passato, anche ad un allontanamento momentaneo dell'ex punta interista dalla nazionale. Sarà, comunque, un mondiale da “record” per Eto’o. Il giocatore dei Blues, dopo le partecipazioni a Francia ’98, Corea & Giappone 2002 e Sudafrica 2010, disputerà il quarto mondiale, traguardo raggiunto nella storia della selezione camerunense dai soli Rigobert Song e Jacques Songo’o. Samuel, però, ha un altro obiettivo a portata di mano: agguantare Roger Milla nella classifica “all-time” dei calciatori camerunensi più prolifici nella storia dei mondiali. Il leggendario Roger, protagonista delle notti magiche di Italia ’90, è a quota cinque, mentre l’ex interista è andato a segno tre volte nelle tre edizioni a cui ha preso parte. Riuscirà nell'impresa? Ancora poche -20- settimane e lo sapremo. LA SORPRESA Difficile trovare una possibile sorpresa nella squadra di Finke: l'undici titolare, infatti, dovrebbe essere composto da giocatori già affermati nei più importanti campionati europei. Fra le riserve potrebbe stupire Salli, sgusciante ala destra del Lens ma di proprietà del Monaco, anche se al, momento, pare alquanto improbabile possa rubare il posto a Moukandjo. Fra i componenti del potenziale undici base, quindi, puntiamo forte su Choupo-Moting, mobilissimo e potente attaccante del Mainz, dotato di ottima tecnica e buona cognizione tattica. Il calciatore dei Nullfunfer, se verrà assistito dalla condizione fisica, potrà incidere in maniera profondamente significativa nelle fortune dei Leoni Indomabili. Non si tratta di un nome nuovo per chi, da anni, segue il calcio internazionale ed in particolare la Bundesliga. Ma Eric-Maxim, in Brasile, ha una grande chance: farsi conoscere al grande pubblico planetario. E questa occasione, considerato anche il contratto in scadenza con il Mainz al 30/6, non dovrà lasciarsela assolutamente sfuggire. PROSPETTIVE Le prospettive per il Camerun non sono certo rosee. I Leoni Indomabili, infatti, sono i più autorevoli candidati ad occupare l'ultimo posto del Gruppo A. La prova offerta contro la Germania, però, ha ridato fiato alle speranze dei tifosi africani, impressionati dalla buona prestazione fornita al cospetto di un'avversaria fra le più serie candidate alla vittoria finale. Centrare gli ottavi di finale, quindi, sarebbe un risultato a dir poco straordinario, anche perché verrebbe colto in un clima di guerra civile fra Federazione e giocatori, con questi ultimi che, a pochi giorni dal via del Mondiale, minacciano di non scendere in campo per il mancato accordo sui "premi-partita" da corrispondere. CONVOCATI N. 1 16 23 3 14 12 2 5 22 4 11 6 Pos Giocatore P P P D D D D D D D C C Loïc Feudjou Charles Itandje Sammy N'Djock Nicolas N'Koulou Aurélien Chedjou Henri Bedimo Benoît Assou-Ekotto Dany Nounkeu Allan Nyom Cedric Djeugoue Jean Makoun Alexandre Song Data nascita Squadra 14 aprile 1992 2 novembre 1982 25 febbraio 1990 27 marzo 1990 20 giugno 1985 4 giugno 1984 24 marzo 1984 11 aprile 1986 10 maggio 1988 28 agosto 1992 29 maggio 1983 9 settembre 1987 Cotonsport Garoua Konyaspor (Tur) Fethiyespor (Tur) Marseille (Fra) Galatasaray (Tur) Lyon (Fra) Queens Park Rangers (Ing) Be?ikta? (Tur) Granada (Spa) Cotonsport Garoua Rennes (Fra) Barcelona (Spa) -21- 18 21 7 17 20 9 13 10 8 15 19 C C C C C A A A A A A Eyong Enoh Joël Matip Landry N'Guémo Stephane M'Bia Edgar Salli Samuel Eto'o Maxim Choupo-Moting Vincent Aboubakar Benjamin Moukandjo Pierre Webo Fabrice Olinga 23 marzo 1986 8 agosto 1991 28 novembre 1985 20 maggio 1986 17 agosto 1992 10 marzo 1981 23 marzo 1989 22 gennaio 1992 12 novembre 1988 20 gennaio 1982 12 maggio 1996 -22Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Antalyaspor (Tur) Schalke 04 (Ger) Bordeaux (Fra) Siviglia (Spa) Lens (Fra) Chelsea (Ing) Mainz 05 (Ger) Lorient (Fra) Nancy (Fra) Fenerbahçe (Tur) Zulte Waregem (Bel) Tuttocalcioestero Il primo sito in italiano dedicato al calcio estero http://www.tuttocalcioestero.it Guida Brasile 2014, gruppo B: la Spagna A cura di : Alfonso Alfano Nella leggenda è entrata da tempo, non sarà il Mondiale brasiliano a riscrivere la storia; la Spagna vanta finalmente una nazionale al pari delle più forti e vincenti formazioni di sempre. Perché l'impresa è stata proprio questa: imporre un proprio stile, rivoluzionario, e al tempo stesso vincere tutto. Non c'erano riuscite l'Ungheria nel '54, l'Olanda nel '74 e '78, il Brasile nel 1982, le nazionali che più di tutte hanno colpito l'immaginario collettivo. La Spagna del "tikitaka", quello che annoia chi non lo sa fare, ha vinto gli ultimi due Europei, 2008 e 2012 (che si aggiungono a quello del 1964) e in mezzo ha conquistato il Mondiale del 2010 in Sudafrica. Qualcosa mai visto prima. Il fardello, che un paese così avanzato dal punto di vista calcistico come quello iberico non riusciva più a sopportare, è scomparso. Sulle maglie della "Roja" da quattro anni luccica una stella. Nessun tifoso delle furie rosse, a dirla tutta, ebbe il coraggio di pronosticare la Spagna in cima al mondo; tante, troppe, le delusioni patite nel corso degli anni, la maledizione dei quarti che seppur rotta negli Europei del 2008 con la vittoria ai rigori contro l'Italia - incombeva impietosa. Eppure gli uomini di Del Bosque riuscirono nell'impresa: il cammino cominciato nel 2006 con Aragones dava finalmente i suoi frutti. Il gol di Iniesta contro l'Olanda, oggi è icona in Spagna. Più dell'urlo di Tardelli in Italia. Di colpo sono scomparsi tutti i complessi di inferiorità che da decenni colpivano le furie rosse e i suoi sostenitori. E il 4-0 alla tanto temuta quanto "odiata" Italia nella finale all'Europeo del 2012 ne è la più forte dimostrazione. -23- La Spagna, nonostante il pesante 3-0 patito in finale di Confederations Cup la scorsa estate contro il Brasile, è la favorita assoluta del Mondiale 2014. Il rischio, come sempre accade in questi casi e che teme Del Bosque, è quello di "poca fame". E' per questo che, da tempo, è cominciato il ricambio generazionale nella nazionale maggiore che può attingere in modo illimitato dalle rappresentative giovanili, dominatrici incontrastate negli Europei e Mondiali di categoria. Un movimento in piena crescita, qualcosa di gigantesco. In Brasile, però, l'ex allenatore del Real Madrid ha deciso di affidarsi a gran parte della rosa che trionfò in Sudafrica e a Kiev: al momento delle scelte definitive, il ct non se l'è sentita di dare il benservito a chi gli ha regalato tante gioie. Tra un mese sapremo se la scelta è stata azzeccata. Il cammino verso Brasile 2014 non è stato privo di intoppi: inserita nell'unico girone a cinque squadre in Europa, la Spagna ha duellato fino all'ultima giornata con la Francia per il primo posto. Già, perché ci ha pensato qualche pareggio di troppo (sanguinoso quello interno con la Finlandia, con sapore di beffa quello agguantato dalla Francia al 94', al Vicente Calderon) a mettere alle strette i campioni del mondo. Che, come sempre, hanno risposto presente nel momento della verità: il 26 marzo 2013, a Parigi, la Spagna batteva a domicilio la nazionale di Deschamps grazie al gol di Pedro, conquistando il primo posto nel girone mai più mollato. ANALISI TECNICO-TATTICA Il sistema è collaudatissimo, l'idea di calcio spagnolo prescinde dai freddi numeri. 4-3-3 o 4-2-3-1, poco cambia: il tiki-taka fa la differenza, i palleggiatori a centrocampo, il pressing alto, i difensori centrali capaci di impostare l'azione, i terzini altissimi sono tutti elementi imprescindibili del gran mosaico di Del Bosque. L'unica variabile "ideologica" resta così quella, ormai annosa, relativa alla punta centrale. Centravanti classico o falso nove? Già, perché Torres a parte (Villa viene considerato, a ragione, più una seconda punta) è stato forse questo l'unico punto debole dei campioni di tutto in questi anni. Nel 2012, col "Nino" completamente fuori forma, Del Bosque virò con decisione verso Fabregas falso nove, ricalcando quanto fatto al Barcellona da Guardiola, con Messi. Oggi Torres è uno dei più in palla della rosa e c'è, anche se acciaccato, anche il chiacchieratissimo Diego Costa. Sarà curioso conoscere le scelte del ct. Qualche problemino in difesa: oltre all'infortunio di Valdes (che nonostante la splendida stagione, la migliore probabilmente della sua carriera, sarebbe restato comunque il vice di Casillas), Piqué è reduce da diversi problemini fisici nel finale di stagione e non è al meglio. Se a questo aggiungiamo che la Spagna ha perso Puyol, ritirato, i più grossi cambiamenti potrebbero esserci nel reparto arretrato. Albiol, dopo un buon inizio a Napoli, ha perso terreno nelle gerarchie, il candidato principale a sostituire Piqué accanto al portentoso Sergio Ramos (l'uomo del momento) è Javi Martinez. Il mediano del Bayern Monaco è stato schierato nelle ultime amichevoli da difensore centrale, non sfigurando: è uno dei ballottaggi chiave nell'estate brasiliana. Sulle fasce, sulla carta partono titolari Azpillicueta (reduce da un'annata super al Chelsea) e il recuperato Jordi Alba. Juanfran è l'unica vera alternativa, considerato che il ct ha "tagliato" Carvajal e Alberto Moreno e che Arbeloa non ha smaltito l'infortunio in tempo. Spettacolo puro a centrocampo: Xavi lotta con la carta d'identità ma in una competizione sprint come il Mondiale può essere ancora decisivo, Busquets e Xabi Alonso sono qualcosa in più di -24- semplici sicurezze. La batteria di trequartisti è poi impressionante: la leggenda Iniesta, il mago Silva, Mata, Cazorla e il già citato Fabregas che avrà l'opportunità anche di districarsi in attacco. E c'è poi il giovane Koke, tra i protagonisti principali del fantastico Atletico Madrid di Simeone, una freccia tutta polmoni e qualità. A casa è rimasto l'acciaccato Thiago, Iturraspe è stato tagliato dopo essere stato inserito nella lista preconvocati e aver debuttato in amichevole contro la Bolivia, di Gabi (uno che sarebbe titolare nelle più forti nazionali del mondo) nemmeno si è parlato in ottica "roja". Serve altro? Dubbi forti anche in attacco: alla fine, le scelte di Del Bosque sono state quasi "dovute". Dato per scontata la chiamata di Pedro, pupillo del ct, restavano tre posti per sei candidati. Diego Costa è stato in dubbio per un infortunio muscolare ma, recuperato, è ovviamente imprescindibile. Torres ha visto premiato l'ottimo finale di stagione, Villa è il miglior marcatore di sempre nella storia della nazionale e attraversa un buon momento di forma. A casa sono rimasti Soldado (deludente col Tottenham), Negredo (alti e bassi col Manchester City) e soprattutto Llorente (rinato a Torino, con la Juventus). Diego Costa è il titolare, pochi dubbi, ma tanto dipenderà dall'effettivo stato di salute dell'ispano-brasiliano. LA STELLA Più di Xavi, Casillas o Sergio Ramos, l'uomo in più della Spagna è Andres Iniesta. 30 anni, di Albacete (al centro della Spagna), famiglia "umile", sposato con Anna e padre di una bimba, basso, bruttino e con la pelle bianca come un fantasma. Insomma, l'anti-divo per eccellenza. E al tempo stesso l'uomo che ha cambiato la storia del calcio in Spagna. Classe sopraffina, rapidità negli spazi stretti, visione di gioco geniale, personalità in campo e fuori. Iniesta ha legato il suo nome a quello del Barcellona, club nel quale milita dal 1996, anno in cui entrò a far parte delle giovanili. Da allora ha vinto tutto col Barça: tre Champions League, sei campionati, due Coppe del Re, sei Supercoppe di Spagna e due d'Europa, due Mondiali per Club. E poi i trionfi in nazionale: due Europei, altri due sigilli continentali con l'Under 19 e l'Under 17 e, ovviamente, il trionfo nel Mondiale 2010. La finale fu decisa da un suo gol, nei tempi supplementari: da allora è un simbolo nazionale, applaudito in ogni stadio spagnolo. Andres Iniesta, l'uomo dai gol decisivi (come dimenticare quello che eliminò il Chelsea, all'ultimo minuto, in una semifinale di Champions League), una leggenda. LA SORPRESA Difficile, in una rosa composta quasi esclusivamente da campionissimi, ormai entrati a pieno titolo nei libri di storia del calcio, individuare un calciatore poco conosciuto al grande pubblico e che allo stesso tempo trovi sufficiente minutaggio per mettersi in mostra. Si potrebbe così puntare su Azpillicueta, cresciuto in modo esponenziale negli ultimi 12 mesi, o lo stesso Koke (ma per il centrocampista dell'Atletico sarà difficile ritagliarsi dello spazio). Invece è forse il caso di indicare un giocatore dato, forse troppo in fretta, per finito da molti. E' il caso di Fernando Torres. Una carriera sfolgorante fino al 2011: gol a raffica sia nell'Atletico Madrid (dove è cresciuto, lui nativo di Fuenlabrada, hinterland della capitale spagnola) che nel Liverpool, potenza, esplosività, tecnica. Un centravanti moderno che fu regalato da Abramovich ad Ancelotti il 31 gennaio 2011, dopo aver speso la modica cifra di 59 milioni di euro. Un peso -25- enorme, forse, per le spalle del Niño che si rivelerà poi uno dei più grandi flop di mercato della Premier League. I primi sei mesi caratterizzati da un solo gol in campionato non lasciavano presagire nulla di buono. E, in effetti, le cose dal punto di vista realizzativo sono andate anche peggiorando: in totale, in maglia blues, 20 gol in campionato in 110 presenze, 46 totali in 172 apparizioni. Medie che manco José Mari. Quest'anno, in particolare gli ultimi quattro mesi, hanno forse segnato una svolta. Torres è apparso di colpo smagliante dal punto di vista atletico, ha cominciato ad essere costante anche sotto porta. In ritiro lo indicano tra i più in forma, Del Bosque dovrebbe partire con Costa titolare ma è pronto a puntare anche sull'ex Liverpool. Che potrebbe diventare l'arma in più, quella che non ti aspetti... PROSPETTIVE La finale è l'obiettivo da raggiungere. Se col Brasile, in modo da vendicare la debacle dello scorso anno in Confederations, ancora meglio. Prima però c'è da evitare l'incrocio coi padroni di casa negli ottavi di finale, e per far ciò bisognerà vincere un girone nient'affatto facile: Olanda (vice-campione in carica) all'esordio, poi Australia e Cile, che ha sempre fatto soffrire negli ultimi anni i ragazzi di Del Bosque. Gli incroci, poi, non sorridono: detto del gruppo A negli ottavi, si prospetta poi l'Italia ai quarti e Argentina o Belgio in semifinale. Un cammino non semplice ma che non può spaventare una delle nazionali più forti di sempre. CONVOCATI N. 1 12 23 2 3 5 15 18 22 4 6 8 10 13 14 16 17 20 21 Pos Giocatore P P P D D D D D D C C C C C C C C C C Iker Casillas David de Gea Pepe Reina Raúl Albiol Gerard Piqué Juanfran Sergio Ramos Jordi Alba César Azpilicueta Javi Martínez Andrés Iniesta Xavi Hernández Cesc Fàbregas Juan Mata Xabi Alonso Sergio Busquets Koke Santi Cazorla David Silva Data nascita Squadra 20 maggio 1981 7 novembre 1990 31 agosto 1982 4 settembre 1985 2 febbraio 1987 9 gennaio 1985 30 marzo 1986 21 marzo 1989 28 agosto 1989 2 settembre 1988 11 maggio 1984 25 gennaio 1980 4 maggio 1987 28 aprile 1988 25 novembre 1981 16 luglio 1988 8 gennaio 1992 13 dicembre 1984 8 gennaio 1986 Real Madrid Manchester United (Ing) Napoli (Ita) Napoli (Ita) Barcelona Atlético Madrid Real Madrid Barcelona Chelsea (Ing) Bayern Munich (Ger) Barcelona Barcelona Barcelona Manchester United (Ing) Real Madrid Barcelona Atlético Madrid Arsenal (Ing) Manchester City (Ing) -26- 7 9 11 19 A A A A David Villa Fernando Torres Pedro Rodríguez Diego Costa 3 dicembre 1981 20 marzo 1984 28 luglio 1987 7 ottobre 1988 -27Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) New York City (Usa) Chelsea (Ing) Barcelona Atlético Madrid Tuttocalcioestero Il primo sito in italiano dedicato al calcio estero http://www.tuttocalcioestero.it Guida Brasile 2014, gruppo B: l'Olanda A cura di : Edoardo Battaglion L'Olanda guidata da Louis Van Gaal arriva ai mondiali in Brasile con un convincente rullino di marcia. Le nove vittorie ed un solo pareggio hanno consentito di passare agevolmente il girone D ed accasarsi alla prima posizione. Gli uomini di Van Gaal hanno segnato la bellezza di 34 reti e ne hanno subite solo 5. L'Olanda è stata estratta nel gruppo B, probabilmente uno dei più difficile del mondiale sudamericano, visto che nel sopracitato gruppo vi sono Australia, Spagna e Cile. Il format alquanto discutibile del ranking FIFA ha inserito nelle fase iniziali del torneo le finaliste dell'edizione precedente. La storia della nazionale Oranje è ricca di soddisfazioni, ma parca di trofei. I tulipani si possono considerare la squadra che ha dato vita al calcio moderno, ovvero quello che noi conosciamo. Negli anni '70 Cruijff & Co. inventarono un modello di gioco, sotto la guida sapiente di Michels, che sorprese tutti gli avversari e fu emulato sin da subito. Solo i tedeschi e la dittatura di Videla impedirono agli olandesi di portare a casa il mondiale, in due diverse occasioni che coincidono con il mondiale del '74 e del '78. L'unico trofeo vinto dalla nazionale olandese è l'europeo dell' '88 con gli Oranje capitanati da Ruud Gullit. Nelle seguenti edizioni gli olandesi si sono resi protagonisti di alti e bassi impressionanti: nel 1998 l'Olanda esce ai rigori in semifinale contro il Brasile, quattro anni più tardi non si qualifica nemmeno ai mondiali per colpa dello spareggio perso contro l'Irlanda, nel 2006 esce agli ottavi contro il Portogallo in una partita che passerà alla storia come "La rissa di Norimberga" per la quantità di gialli e rossi sventolati dal direttore di -28- gara; infine ricordiamo la finale persa contro la Spagna nel 2010. Inutile dire che l'Olanda è la nazionale più forte a non aver mai vinto un Mondiale. L'ANALISI TECNICO-TATTICA L'Olanda ha stravolto in corsa il suo modulo di gioco, passando dal consueto 4-3-3 ad un sorprendente 3-5-2. Le innovazioni tattiche sono molteplici, la fase difensiva differisce dalla fase offensiva per posizioni in campo: quando la squadra deve proteggere la propria porta Blind e Janmaat si allineano con i tre centrali, andando a formare una linea difensiva a cinque. Sneijder retrocede dalla trequarti e si unisce ai due centrocampisti centrali per infoltire ulteriormente la mediana. Le due punte Robben e Van Persie partecipano poco alla fase difensiva, apportando un leggero pressing ai centrali difensivi avversari. In situazioni d'attacco, invece, l'Olanda muta la propria forma e va a disporsi con 3-4-1-2, i tornanti si alzano e forniscono profondità sulle fasce. Robben e Van Persie si allargano per permettere a Sneijder di agire alle loro spalle qualche metro indietro nella posizione di fantasista. Louis Van Gaal vuole una fase d'attacco spregiudicata che si controbilancia ad una fase difensiva molto conservativa e poco aggressiva. Un altro fattore molto importante sono le rimesse da fromboliere di Jasper Cillessen e le sue doti in fase d'impostazione: questo è uno dei motivi per il quale l'estremo difensore dell'Ajax è stato scelto come titolare degli Oranje. L'inerzia dei match sarà affidato alla "triade" d'oro Robben - Van Persie - Sneijder. L'estro di quest'ultimo sarà determinante nella costruzione della manovra, dai suoi piedi passa il gioco dei tulipani. Robben farà da incursore e la sua velocità scatenerà il panico fra le fila difensive avversarie, Van Persie dal canto suo dovrà finalizzare le occasioni create dai suoi compagni di reparto. La mediana è in fase di costruzione: Nigel De Jong è una sicurezza in termini di solidità difensiva, mentre il compagno di reparto è una grossa incognita. La difesa sarà formata da Ron Vlaar, Stefan De Vrij e Bruno Martins Indi. Tre uomini in grado di unire prestanza fisica a doti in fase d'impostazione, tanto care a Van Gaal. Janmaat sarà sicuramente più propositivo sull'out di destra rispetto al suo opposto mancino Blind che invece agirà in maniera sicuramente più conservativa visto le sue caratteristiche. LA STELLA I giocatori più rappresentativi sono tre: Robben, Sneijder e Van Persie. Il primo è una certezza del Bayern Monaco ed è stato decisivo nella corsa al titolo e alla coppa di Germania. "Uomo partita" della finale di Champions League del 2013 contro il Borussia Dortmund, Arjen Robben sembra essere l'ultima ancora di salvataggio di una nazionale che parte alla volta del Brasile con tutte le riserve del caso. I guai fisici sono lontanti ed in questa stagione Robben ha convinto tutti, Guardiola compreso, di essere un giocatore fondamentale per il Bayern, nonostante venga additato come "egoista". Wesley Sneijder non brilla di quel fulgore che nel 2010 gli ha regalato un annata fantastica, appesantito ed in più circostanze inconcludente non sembra aver ritrovato quel "quid" necessario per fare la differenza. Le ultime prestazioni con il Galatasaray fanno ben sperare i -29- tifosi Oranje. Lo stesso Sneijder sembra esser sollevato dal non portare più la fascia di capitano della sua nazionale e lo stesso Van Gaal si è detto soddisfatto della forma del suo numero 10; questa dichiarazione fa sicuramente piacere poiché lo stesso tecnico olandese ha criticato fortemente più volte Sneijder e la sua poca attitudine al sacrificio. Robin Van Persie è il capitano degli Oranje ed è il cardine dell'attacco olandese, non ha mai fatto sfracelli in nazionale ed in Olanda spesso ci si chiede se Huntelaar non meriti una chance al posto del centravanti dei Red Devils. Il valore induscitibile del giocatore ed i suoi numeri parlano chiaro, essendo comunque il miglior goleador in maglia arancione di sempre. La speranza che pervade i tifosi olandesi è questa: RVP è determinato a riscattare una stagione orribile con la maglia del Manchester United, oltre a mettere a tacere quelle voci che lo hanno sempre messo al centro delle critiche quando veste la maglia Oranje. LA SORPRESA La nazionale Oranje è una fucina di talenti ed i mondiali in Brasile saranno una vetrina davvero importante per diversi giovani, chiamati ad assurgere ruoli di importanza cruciale nonostante la carta d'identità visto il mancato ricambio generazionale. La promessa per eccellenza è Memphis Depay: nonostante partirà dalla panchina, il classe '94 del PSV Eindhoven è una delle speranze più fulgide per l''avvenire dei tulipani. Il ruolo è quello di Robben, solo che usa il destro al posto del mancino, ha una facilità di calcio impressionante. La sua conclusione è molto potente, tanto da essere un vero e proprio cecchino dalla distanza. Il controllo palla è eccezionale ed i suoi dribbling sono ubriacanti. Depay fisicamente non è un colosso, ma possiede una velocità straordinaria oltre che ad una corporatura vigorosa che risulta difficile da sovrastare. I suoi pregi sono la sopracitata velocità, il tiro, il dribbling e la capacità di prendere in mano da leader la partita. Le sue "controindicazioni" sono le fasi alternanti delle sue partita e la sua scarsa attitudine al sacrificio. Le premesse per far sì che diventi un vero crack a livello internazionale ci sono, ora basta non mettere troppa pressione al ragazzo e farlo crescere. PROSPETTIVE L'Olanda è stata estratta nel girone di ferro con Spagna, Australia e Cile. Il superamento della fase a giorni stessa è d'obbligo per gli uomini di Louis Van Gaal, ma un eventuale secondo posto non sorriderebbe di certo ai tulipani, poiché molto probabilmente andranno ad affrontare i padroni di casa del Brasile. La Spagna è favorita nel passare il girone come prima classificata, mentre l'Olanda dovrà scalzare un Cile tutt'altro che domo. Le speranze per gli uomini di Van Gaal, nel caso dovessero affrontare il Brasile agli ottavi di finale, risiedono nella pressione che sarebbe tutta per i padroni di casa. Un'eventuale vittoria aprirebbe le speranze per la conquista di un mondiale mai arrivata. CONVOCATI N. Pos Giocatore Data nascita -30- Squadra 1 22 23 2 3 4 7 12 13 14 5 6 8 10 11 16 18 20 21 9 15 17 19 P P P D D D D D D D C C C C C C C C C A A A A Jasper Cillessen Michel Vorm Tim Krul Ron Vlaar Stefan de Vrij Bruno Martins Indi Daryl Janmaat Paul Verhaegh Joël Veltman Terence Kongolo Daley Blind Jonathan de Guzmán Nigel de Jong Wesley Sneijder Arjen Robben Jordy Clasie Leroy Fer Georginio Wijnaldum Memphis Depay Robin van Persie Dirk Kuyt Jeremain Lens Klaas-Jan Huntelaar 22 aprile 1989 20 ottobre 1983 3 aprile 1988 16 febbraio 1985 5 febbraio 1992 8 febbraio 1992 22 luglio 1989 1 settembre 1983 15 gennaio 1992 14 febbraio 1994 9 marzo 1990 13 settembre 1987 13 novembre 1984 9 giugno 1984 23 gennaio 1984 27 giugno 1991 5 gennaio 1990 11 novembre 1990 13 febbraio 1994 6 agosto 1983 22 luglio 1980 24 novembre 1987 12 agosto 1983 -31Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Ajax Swansea(Ing) Newcastle(Ing) Aston Villa (Ing) Feyenoord Feyenoord Feyenoord Augsburg (Ger) Ajax Feyenoord Ajax Swansea(Ing) Milan (Ita) Galatasaray (Tur) Bayern Monaco (Ger) Feyenoord Norwich(Ing) PSV PSV Manchester Utd (Ing) Fenerbahçe (Tur) Dinamo Kiev (Ucr) Schalke 04 (Ger) Tuttocalcioestero Il primo sito in italiano dedicato al calcio estero http://www.tuttocalcioestero.it Guida Brasile 2014, gruppo B: il Cile A cura di : Nicola Chessa Una Roja così non la si era mai vista. Il Cile arriva ai Mondiali in Brasile con una gran voglia di far bene. L'atmosfera a Santiago è caldissima e lo dimostrano i vari spot che circolano su Internet. Simpatico quello che mostra i giocatori cileni nelle parti dei più famosi film horror addirittura commovente quello dei minatori di San Josè che sfruttano la loro esperienza (sono rimasti chiusi per sessanta giorni all'interno della miniera senza né acqua né cibo) per caricare la loro nazionale e inviare un messaggio a tutte le concorrenti, i cileni non temono la morte figurarsi delle partite di calcio. La storia del Cile ai mondiali è fatta di alti e bassi. Già nel 1930, al primo Mondiale in Uruguay, la Roja si dimostrava squadra temibile capace di piegarsi solo all'Argentina. Per rivedere i cileni protagonisti nella coppa del Mondo bisognerà poi aspettare trentadue anni, quando nel 1962 si disputano i Mondiali proprio in terra cilena. Gli italiani ricorderanno bene quel mondiale con i nostri azzurri eliminati dopo una vergognosa partita con un arbitraggio a favore dei padroni di casa ( due rossi per l'Italia, partita che finì 2-0 per il Cile). Quel Mondiale li i cileni lo onoreranno sino alla fine, capaci addirittura di eliminare la ben più quotata Unione Sovietica e di crollare solamente contro il Brasile in semifinale, per poi andare a prendersi il terzo posto nella sfida contro la Jugoslavia. Ha dell'incredibile quello che succede nel 1989 quando il Cile si giocava l'ingresso a Italia 90' contro il Brasile. Resta ancora negli occhi dei più esperti il trucchetto utilizzato dal portiere Rojas, che si tagliò un sopracciglio con un bisturi nascosto nel -32- guanto fingendo di esser stato colpito da un bengala lanciato dai supporter brasiliani. La FIFA scoprì il fattaccio e squalificò a vita Rojas e impedì al Cile di partecipare alle qualificazioni per Usa '94. Nel 1998 il Cile ritorna e fa una bellissima figura in Francia ma da li in poi più niente sino al 2010 dove grazie a mister Bielsa la Roja ritrovò il Mondiale. ANALISI TECNICO - TATTICA Dal 3 dicembre 2012 siede in panchina Jorge Sampaoli, subentrato a Mario Borghi. L'allenatore argentino ha ripreso tutto quello che di buono aveva fatto mister Bielsa nel 2010. Unico problema della Roja riguarda il pacchetto difensivo, troppo fragile e alle volte molto distratto, capace di subire 25 gol nelle qualificazioni ai Mondiali. Un chiaro esempio può essere la partita giocata in Colombia durante le qualificazioni, con i cileni che in vantaggio di tre gol si sono fatti recuperare sino al 3-3 finale. Il c.t Sampaoli adora giocare con il 3-4-3 anche se molto spesso quest'anno a cambiato più volte il modulo schierando la propria formazione con un inconsueto 3-1-3-3. In porta non dovrebbe cambiare niente, con l'esperto Bravo pronto a difendere i pali della formazione cilena. In difesa hanno un posto assicurato Medel e il difensore del Nottingham Forrest Jara. L'altro posto se lo contenderanno Rojas e Albornoz, con quest'ultimo favorito visto che nell'ultima amichevole disputata contro l'Egitto, è stato lui il titolare. Sulle corsie spazio a Mariano Isla e al beniamino dei tifosi Beausejour, uno che con la maglia della Roja ci mette sempre il cuore. Intoccabile in mezzo al campo è Arturo Vidal, leader di questa nazionale, che, dato la mancanza di Matias Fernandez, verrà affiancato da uno tra Diaz e Carmona. Davanti Sanchez ed Edu Vargas avranno il compito di far impazzire le difese avversarie. L'unica incognita resta la terza punta dove si daranno battaglia Pinilla, Orellana e Paredes, ma occhio che anche Valdivia può giocare in posizione avanzata. LA STELLA Con tanto dispiacere per i tifosi juventini, che forse avrebbero voluto veder scritto il nome di Arturo Vidal, la vera stella della squadra cilena è Alexis Sanchez. Il giocatore del Barcellona è l'uomo in cui i tifosi cileni pongono le speranze per superare il girone e riuscire ad andare oltre gli ottavi. Dopo la debacle della squadra catalana, il giocatore può essere uno dei pezzi forti del mercato estivo tanto che molte squadre di Premier e di Serie A si sono mosse per avere il giocatore. Il Barça aspetterà la fine della coppa del Mondo per vedere se il valore del suo cartellino possa esser valutato maggiormente. Con i suoi gol ha portato il Cile sino in Brasile. Adesso deve portarlo nella storia. LA SORPRESA In una squadra che conta tanti bei talenti la possibile sorpresa dei mondiali in terra carioca può essere Edu Vargas. A Napoli lo ricordano in maniera negativa ma il prestito al Gremio prima e il Valencia poi hanno rigenerato questo talento del calcio cileno. Assieme a Sanchez forma un duo che Spagna e Olanda già temono. Nell'ultima amichevole contro l'Egitto è stata la sua -33- doppietta a completare la rimonta sudamericana. Non resta che sedersi e godersi lo spettacolo. PROSPETTIVE In verità l'obiettivo dichiarato è quello di far meglio rispetto al Mondiale in Sud Africa, dove già in terra africana il Cile stupì tutti passando come secondo in un girone ostico con Spagna, Svizzera e Honduras. La squadra di Sampaoli ritroverà nel girone proprio i campioni del mondo spagnoli assieme ai vice campioni dell'Olanda e a una sempre temibile Australia. L'esordio cileno sarà proprio con i Socceroos il 14 giugno. I CONVOCATI N. 1 12 23 2 3 4 13 17 18 5 6 8 10 15 16 19 20 21 7 9 11 14 22 Pos Giocatore P P P D D D D D D C C C C C C C C C A A A A A Claudio Bravo Cristopher Toselli Johnny Herrera Eugenio Mena Miiko Albornoz Mauricio Isla José Rojas Gary Medel Gonzalo Jara Francisco Silva Carlos Carmona Arturo Vidal Jorge Valdívia Jean Beausejour Felipe Gutiérrez José Pedro Fuenzalida Charles Aránguiz Marcelo Díaz Alexis Sánchez Mauricio Pinilla Eduardo Vargas Fabián Orellana Esteban Paredes Data nascita Squadra 13 aprile 1983 22 giugno 1988 9 maggio 1981 18 luglio 1988 30 novembre 1990 12 giugno 1988 23 giugno 1983 3 agosto 1987 29 agosto 1985 11 febbraio 1986 21 febbraio 1987 22 maggio 1987 19 ottobre 1983 1 giugno 1984 8 ottobre 1990 22 febbraio 1985 17 aprile 1989 30 dicembre 1986 19 dicembre 1988 4 febbraio 1984 20 novembre 1989 27 gennaio 1986 1 agosto 1980 Real Sociedad (Spa) Universidad Católica Universidad de Chile Santos (Bra) Malmö (Sve) Juventus (Ita) Universidad de Chile Cardiff City (Ing) Nottingham Forest (Ing) Osasuna (Spa) Atalanta (Ita) Juventus (Ita) Palmeiras (Bra) Wigan Athletic (Ing) Twente (Ola) Colo-Colo Internacional (Bra) Basilea (Svi) Barcellona (Spa) Cagliari (Ita) Valencia (Spa) Celta Vigo (Spa) Colo-Colo -34Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Tuttocalcioestero Il primo sito in italiano dedicato al calcio estero http://www.tuttocalcioestero.it Guida Brasile 2014, gruppo B: l'Australia A cura di : Paolo Bardelli Riecco l'Australia, ormai diventata una presenza fissa dei Mondiali dopo lunghi anni di difficoltà. Isolata la presenza nel 1974 in Germania, esordio al quale non ha fatto seguito nessuna qualificazione per 22 anni, poi dal 2006 a oggi Socceroos per tre volte ai gironi. In occasione del mundial tedesco che ci ha fatto gioire gli australiani giunsero ai quarti di finale, eliminati proprio dall'Italia agli ottavi di finale. Gara non semplice, risolta grazie a un rigore procurato da Grosso e trasformato da Francesco Totti. Ce lo rinfacciano ancora. L'Australia anni fa ha salutato l'OFC, federazione oceanica, per andare a svolgere le qualificazioni nel raggruppamento asiatico, solo il Giappone è arrivato davanti. Piazzamento che sarà difficile replicare nel raggruppamento B del Mondiale: Cile, Olanda e Spagna sono avversari proibitivi. Inutile girarci intorno. Una curiosità: la maglia che l'Australia sfoggerà in Brasile è ispirata a quella della prima partecipazione mundial. Si chiude il cerchio, è un nuovo inizio. ANALISI TECNICO-TATTICA Nel 2006 sotto la guida Hiddink è andata bene, come abbiamo detto, eliminazione per mano dei futuri campioni del mondo, un po' peggio la spedizione sudafricana, considerato però il girone con Serbia, Ghana e Germania era oggettivamente difficile fare tanto meglio. Sono finiti i tempi dei vari Kewell, Schwarzer e Viduka, la nomina di Ange Postecoglou nell'ottobre scorso è una chiara scelta di rinnovamento e il tecnico di origini greche non ha disatteso le aspettative. Grande conoscitore del campionato australiano, Ange ha deciso di cercare in casa la linfa per il -35- nuovo corso. Scorrendo i nomi dei 23 spiccano i big Cahill e Bresciano, che però partirà dalla panchina, per il resto largo ai giovani. E all'attacco. Postecoglou è uno che non fa tanti complimenti, dopo tutto con un girone simile fare calcoli sarebbe impensabile, il suo 4-2-3-1 è molto più votato all'attacco di quanto dicano i freddi numeri. E' un mondiale per fare esperienza, c'è un gruppo giovane da far progredire. A volte insegnano più i ceffoni delle carezze, la scelta di unirsi alla confederazione asiatica nel 2005 è stata presa proprio per questo, avversari più forti possono insegnare di più, da un 31 a zero contro le Samoa americane (è successo davvero, record mondiale, correva l'anno 2001) si impara poco. Schwarzer ha salutato la nazionale, va verso i 42 anni e non ha più niente da dare alla causa, dopo due mondiali l'ex portiere del Fulham non è tornato sui suoi passi, addio definitivo alla nazionale. Scelta da rispettare. Al suo posto due numeri uno che non lo faranno rimpiangere, Mathew Ryan e Mitchell Langerak. Entrambi giocano in squadre competitive, Club Brugge e Borussia Dortmund, conoscono le pressioni. Titolare dovrebbe essere il primo, giovane di belle speranze che a 22 anni e con una stagione in Belgio alle spalle, può farsi vedere nella vetrina più importante. In difesa troviamo uno dei pochi superstiti della vecchia guardia, Luke Wilkshire. Nato centrocampista, dopo varie esperienze in giro per l'Europa è dal 2008 alla Dinamo Mosca, dieci anni fa il suo esordio in nazionale. Un veterano per blindare la fascia destra. In mezzo il punto fermo è Spiranovic, ex Norimberga giunto a pieno grado di maturazione. Dovrebbe esserci spazio anche per Ivan Franjic dei Brisbane Roar. In mezzo c'è una grande certezza, quel Jedinak che ha aiutato il Crystal Palace a raggiungere una salvezza insperata. E' uno di quei giocatori che tutti i tecnici vorrebbero, quel volpone di Tony Pulis si è fidato e lo stesso faranno i suoi compagni in Brasile, in primis Mark Milligan. Percorso opposto a quello di Wilkshire, inizialmente centrale di difesa, come si desume dal cinque sulla schiena, ha gironzolato un po' per Cina e Giappone prima di tornare a casa. La ALeague è infatti la grande protagonista di questo gruppo, c'è un progetto chiaro volto a far crescere il movimento calcistico, non soffermiaci agli ingaggi stellari dei Del Piero & co. I Socceros ne guadagneranno in affiatamento. Del gruppo fa parte anche Mark Bresciano, lo abbiamo apprezzato a lungo in Italia, Empoli, Parma, Palermo e Lazio per un curriculum di tutto rispetto. Postecoglou l'ha portato in Brasile nonostante le 34 primavere, sarà utile in corso d'opera ma titolari saranno altri. Brutta botta l'infortunio di Kruse, sulla fascia agirà Tommy Oar. Meno certezze per quanto riguarda la trequarti, tanti i nomi in ballo a cominciare da Vidosic del Sion per continuare con Leckie, attaccante che si è fatto le ossa in Germania. Tanti giovani ma le speranze australiane passano comunque da Tim Cahill. 35 anni da compiere, nel 2006 è stato il primo australiano a segnare (e fare doppietta) in un mondiale, valore aggiunto di questa squadra con un contributo fatto non solo di gol ma anche di sapienza tattica. La volontà è quella di giocare senza frasi troppi problemi, in caso di sofferenza c'è il 4-1-4-1 come variante tattica. Non prenderne però serve a poco, questo Mondiale è un laboratorio per la squadra che verrà. LA STELLA -36- Tim Cahill e chi sennò? Nel discreto gruppo australiano spicca il giocatore nato a Sydney. In casa Everton lo ricordano con affetto, militanza lunghissima la sua, ben otto stagioni a Goodison Park. Abbiamo accennato alla sua polivalenza, è bravo anche di testa nonostante non arrivi al metro e ottanta. Sa leggere l'azione, a lui il compito di prendersi cura dei baby Socceroos. Lui dei giovanissimi si è sempre preso cura, uomo Unicef di lungo corso, di figli ne han quattro. Massimo goleador della nazionale, gol storici i suoi, ha l'ultima occasione per scrivere un altro capitolo di storia australiana. LA RIVELAZIONE Scommettiamo su Mathew Ryan, giovane numero del Club Brugge. Impara l'arte e mettila da parte, si suol dire, lui che di buoni maestri ne ha avuti fa sicuramente tesoro di questo detto. Nel 2010 si è unito ai Central Coast Mariners, dove ha rubato i trucchi del mestiere a Jess Vanstrattan. Molti di voi lo ricorderanno per l'esperienza con la maglia del Verona, per lui pure un fugace passaggio alla Juventus. All'infortunio del titolare, Mathew si è fatto trovare pronto tenendo la porta inviolata per ben 12 turni. Ciò gli è valso la chiamata in nazionale due anni fa. Precisiamo che ad aprile ha spento 22 candeline. La scorsa estate è arrivata la grande occasione, il Club Brugge si è fatto avanti e il portiere non ha avuto dubbi. Stavolta a fargli da chioccia c'è il portiere che incantò il mondo a Usa '94, uno dei più forti della storia: Michel Preud'homme. Da uno così c'è tanto da imparare, un giovane estremo difensore non potrebbe sognare allenatore migliore, anche se Ryan è molto diverso dal fuoriclasse belga. Non altissimo, 184 cm, fisico esplosivo. "Alla Peruzzi", per intenderci. Buona la prima stagione i nerazzurri, gli è valsa il prolungamento dell'ingaggio con tanto di cospicuo aumento. Se ascolta lo zio Michel potrà diventare grande. PROSPETTIVE Fare bella figura, crescere e all'occorrenza stupire. Non parte con altri auspici la spedizione australiana. Avversari pazzeschi, Olanda e Spagna, pure il Cile è di un altro pianeta. I Socceroos si trovano davanti un bivio: limitare i danni oppure prendersi qualche rischio ma con la possibilità di gettare basi importanti. Ange ha fatto la sua scelta l'ha fatta e solo per questo c'è da fargli i complimenti. CONVOCATI N. 1 12 18 2 3 6 8 19 Pos Giocatore P P P D D D D D Mathew Ryan Mitchell Langerak Eugene Galekovic Ivan Franjic Jason Davidson Matthew Špiranovic Bailey Wright Ryan McGowan Data nascita Squadra 8 aprile 1992 22 agosto 1988 12 giugno 1981 10 settembre 1987 29 giugno 1991 27 giugno 1988 28 luglio 1992 15 agosto 1989 Club Brugge (Bel) Borussia Dortmund (Ger) Adelaide United Brisbane Roar Heracles Almelo (Ola) West. Sydney Wanderers Preston North End (Ing) Shandong Taishan (Cina) -37- 22 5 10 11 13 14 15 16 17 20 21 23 4 7 9 D C C C C C C C C C C C A A A Alex Wilkinson Mark Milligan Ben Halloran Tommy Oar Oliver Bozanic James Troisi Mile Jedinak James Holland Matt McKay Dario Vidošic Massimo Luongo Mark Bresciano Tim Cahill Mathew Leckie Adam Taggart 13 agosto 1984 4 agosto 1985 14 giugno 1992 10 dicembre 1991 8 gennaio 1989 3 luglio 1988 3 agosto 1984 15 maggio 1989 11 gennaio 1983 8 aprile 1987 25 settembre 1992 11 febbraio 1980 6 dicembre 1979 4 febbraio 1991 2 giugno 1993 -38Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Hyundai Motors (Cor) Melbourne Victory Fortuna Düsseldorf (Ger) Utrecht (Ola) Luzern (Svi) Melbourne Victory Crystal Palace (Ing) Austria Wien (Aut) Brisbane Roar Sion (Svi) Swindon Town (Ing) Al-Gharafa (Qat) New York Red Bulls (Usa) FSV Frankfurt (Ger) Newcastle Jets Tuttocalcioestero Il primo sito in italiano dedicato al calcio estero http://www.tuttocalcioestero.it Guida Brasile 2014, gruppo C: la Colombia A cura di : Andrea Gatti La Colombia sogna in grande: gli uomini ci sono, l’allenatore pure, così come i presupposti per battere la miglior prestazione in un Mondiale (gli ottavi di finale nel 1990, l’allenatore era Francisco “Pacho” Maturana e in campo c’erano Escobar, Asprilla, Higuita e il “Pibe” Valderrama). Terzi nel ranking Fifa, i Cafeteros condividono con il Belgio il ruolo di mina vagante del torneo, favoriti anche da un girone tra i meno competitivi del torneo, con Grecia, Giappone e la Costa d’Avorio: il ct argentino José Pekerman può vantare una rosa valida in tutti i reparti ma soprattutto di un pacchetto offensivo che ha poco da invidiare alle cosiddette “grandi”. Convocati come previsto Ramos, Bacca, Muriel e Jackson Martínez, ma la vera notizia è il mancato recupero di Radamel Falcao dall’infortunio ai legamenti, lui al Mondiale non ci sarà: le sue condizioni restano in dubbio, tuttavia Pekerman lo ha incluso nella selezione preliminare da cui usciranno i 23 che partiranno per il Brasile. Tra i convocati tanti “italiani”, da Guarín a Cuadrado, oltre a Zúñiga, Zapata e la mezza sorpresa Ibarbo. Non manca neanche il superveterano Yepes, ma se si parla di esperienza nessuno meglio di Faryd Mondragón, 43enne portiere del Deportivo Cali, bronzo nella Copa America del 1993 e presente come secondo di Higuita ad USA 94. Le amichevoli d’avvicinamento hanno confermato i buoni propositi delle qualificazioni, prima il pareggio subito in rimonta con il Senegal (sigilli di Gutierrez e Bacca a cui hanno risposto Konate e N’doye), poi la facile vittoria per 3-0 sulla Giordania, con Cuadrado e Rodriguez in gol. -39- Due righe anche su Pekerman. Il condottiero dei Cafeteros è un santone del calcio sudamericano: José Pekerman, 64 anni, è uno degli allenatori più vincenti per quanto riguarda le selezioni giovanili. Nel suo palmarès figurano 3 campionati del Mondo under 20 e 2 Coppe sudamericane di categoria vinti sulla panchina dell’Albiceleste. Promosso alla guida della nazionale maggiore, fecero scalpore le sue esclusioni di grandi nomi come Zanetti, Samuel, Veron e Demichelis per il Mondiale del 2006 in Germania, terminato con l’uscita ai quarti e con le sue conseguenti dimissioni. Dopo un paio d’anni in Messico, guida la Colombia dal gennaio 2012 ed è in scadenza al termine del Mondiale: il suo futuro si deciderà proprio in queste 3 settimane. ANALISI TECNICO-TATTICA Il livello qualitativo della rosa è di assoluto valore: se non li superiamo, andiamo molto vicini ai picchi della Nazionale di USA ’94, quella che implose fallendo la qualificazioni agli ottavi per un harakiri nel match con i padroni di casa del leader difensivo Escobar, che pagò quell’autogol con la vita, freddato al suo ritorno in patria (chi dice per aver fatto perdere scommesse clandestine, chi per i suoi legami con il narcotraffico). In porta c’è David Ospina del Nizza, tuttavia a far notizia è il suo secondo, “nonno” Faryd Mondragon, 43 anni e quattro Mondiali sulle spalle.Con i 38 anni dell’atalantino Yepes ed i 35 di Perea il reparto difensivo è all’insegna dell’esperienza, gli altri “italiani” Zuniga e Armero coprono le due fasce. A centrocampo i muscoli di Sanchez e il carisma di Guarìn supportano un pacchetto di trequartisti niente male: il monegasco James Rodriguez, Cuadrado e l’ex pescarese Quintero. L’attacco è stellare. Pekerman deve rinunciare a Falcào? Poco male, Adriàn Ramos e Carlos Bacca, coppia classe 86 non lo faranno certo rimpiangere, senza dimenticarci del sogno proibito napoletano Jackson Martinez e di Ibarbo del Cagliari, in attesa dell’esplosione definitiva. Téofilo Gutierrez vince il ballottaggio con Muriel per il ruolo di quinta punta in rosa, condannando di fatto il talento dell’Udinese a guardare il Mondiale in tv. LA STELLA L’assenza di Falcào avrà ripercussioni più emotive che tecniche, le alternative infatti non mancano: in Brasile brilleranno le stelle di Juan Guillermo Cuadrado, da Firenze oggetto del desiderio di mezza Europa, e James Rodriguez, trequartista mancino strapagato la scorsa estate dal Monaco. In attacco l’erede di Asprilla Jackson Martinez si è visto soppiantare il posto dall’arrembante Carlos Bacca, esploso quest’anno con il Siviglia e Adriàn Ramos dell’Hertha, il prossimo anno al Borussia Dortmund con Immobile. LA SORPRESA I talenti in avanti non hanno bisogno di presentazioni, la vera sorpresa può essere uno che in Italia conosciamo bene, Victor Ibarbo, convocato per certi versi a sorpresa dal ct Pekerman: la corsa e la resistenza fisica sono i suoi cavalli di battaglia, il clima afoso ed i plausibili ritmi lenti possono giovare al suo calcio fatto di fiammate. -40- PROSPETTIVE L’obiettivo primario è il raggiungimento del primo posto nel girone, è battaglia con la Costa d’Avorio di Drogba e Yaya Touré: obbligatorio vincere con Grecia e Giappone, la vetta del girone è ampiamente alla portata. Una volta nella fase ad eliminazione diretta, il ruolo di outsider le calza a pennello. CONVOCATI N. 1 12 22 2 3 4 7 16 18 23 5 6 8 10 11 13 14 15 20 9 17 19 21 Pos Giocatore P P P D D D D D D D C C C C C C C C C A A A A David Ospina Camilo Vargas Faryd Mondragón Cristián Zapata Mario Yepes Santiago Arias Pablo Armero Éder Álvarez Balanta Juan Camilo Zúñiga Carlos Valdés Carlos Carbonero Carlos Sánchez Abel Aguilar James Rodríguez Juan Guillermo Cuadrado Fredy Guarín Víctor Ibarbo Alexander Mejía Juan Fernando Quintero Teófilo Gutiérrez Carlos Bacca Adrián Ramos Jackson Martínez Data nascita Squadra 31 agosto 1988 1 settembre 1989 21 giugno 1971 30 settembre 1986 13 gennaio 1976 13 gennaio 1992 2 novembre 1986 28 febbraio 1993 14 dicembre 1985 22 maggio 1985 25 luglio 1990 6 febbraio 1986 6 gennaio 1985 12 luglio 1991 26 maggio 1988 30 giugno 1986 19 maggio 1990 7 settembre 1988 18 gennaio 1993 28 maggio 1985 8 settembre 1986 22 gennaio 1986 3 ottobre 1986 Nice (Fra) Santa Fe Senza squadra Milan (Ita) Atalanta (Ita) PSV (Ola) Napoli (Ita) River Plate (Arg) Napoli (Ita) San Lorenzo (Arg) River Plate (Arg) Elche (Spa) Toulouse (Fra) Monaco (Fra) Fiorentina (Ita) Internazionale (Ita) Cagliari (Ita) Atlético Nacional Porto (Por) River Plate (Arg) Sevilla (Spa) Borussia Dortmund (Ger) Porto (Por) -41Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Tuttocalcioestero Il primo sito in italiano dedicato al calcio estero http://www.tuttocalcioestero.it Guida Brasile 2014, gruppo C: la Grecia A cura di : Luca Nocentini La Grecia si appresta a disputare la sua terza partecipazione al Campionato Mondiale dopo la prima apparizione storica, ma alquanto disastrosa, di Usa 1994 e quella, sempre avara di successi, di Sudafrica 2010. Dopo un testa a testa molto equilibrato con la Bosnia, nel Gruppo G di qualificazione, la squadra ellenica ha dovuto cedere il primo posto solo per gli esiti degli scontri diretti e ha dovuto rimandare il discorso qualificazione allo spareggio contro la Romania. Nella gara di andata ad Atene, i greci hanno ipotizzato la qualificazione con una vittoria per 3-1, grazie alla doppietta di Mitroglou, l’attaccante greco passato a gennaio dall’Olympiakos al Fulham, dove però è stato perseguitato dagli infortuni, e una rete di Salpingidis. Nel ritorno l’1-1 finale ha permesso alla Grecia di tornare tra le 32 squadre più forti del mondo. Oltre alle due partecipazioni mondiali, con una vittoria e cinque sconfitte totali nelle sei gare disputate, la storia della nazionale greca presenta anche quattro partecipazioni ai Campionati Europei, competizione nella quale è riuscita a trionfare nel 2004, in Portogallo, bsconfiggendo in finale proprio i padroni di casa. Dopo un periodo storico piuttosto grigio, negli ultimi anni la nazionale ellenica sembra aver ritrovato un buono smalto e la posizione attuale nel ranking Fifa ne è testimonianza: la dodicesima posizione le permette infatti di stare davanti a nazionali più prestigiose come quella -42- inglese, e solo fino a poco più di anno fa perfino Francia e Brasile erano collocate dietro alla Grecia in questa speciale classifica. ANALISI TECNICO-TATTICA Fernando Santos, il c.t. portoghese attuale allenatore della nazionale greca: è a lui che si deve la rinascita degli ultimi quattro anni. Arrivato dopo il mondiale in Sudafrica ha guidato la Grecia fino ai quarti di finale dell’ultimo Europeo, dove ha dovuto arrendersi alla più forte Germania. L’ex allenatore di Porto, Sporting Lisbona, Benfica, Aek Atene e Paok, predilige un calcio difensivo, con un modulo che potremmo inquadrare in un 4-5-1, pronto a trasformarsi in un 4-3-3 in fase di possesso palla. Tra i pali il titolare dovrebbe essere Karnezis, il portiere di proprietà dell'Udinese che ha giocato tutte le partite di qualificazione, ma la sua scelta di abbandonare il Panathinaikos per andare a difendere la porta del Granada, dove ha giocato solo sei partite, potrebbe giocare a suo sfavore. In questo caso pronto a prenderne il posto dovrebbe essere Glykos, l’attuale portiere titolare del Paok Salonicco, che non ha caso ha esordito in primavera nell'amichevole contro la Corea del Sud. Sulla linea dei 4 di difesa, i due posti esterni dovrebbero essere già assegnati: a destra Torosidis, che ha disputato quest’anno il suo secondo campionato alla Roma, e a sinistra Holebas, attuale esterno sinistro dell’Olympiakos Pireo; nato in Germania da padre tedesco, ma con doppio passaporto, il giocatore ha accettato la convocazione della nazionale greca nel 2011, subito dopo il suo trasferimento dal Monaco 1860 alla squadra della capitale greca. Al centro della difesa giocherà sicuramente Sokratis Papastathopulos, che sta mettendo in mostra il suo valore nel campionato tedesco, dopo gli alti bassi di Genoa e Milan. Per l’ultimo posto, accanto al centrale del Borussia Dortmund, ci sarà un ballottaggio tra Maniatis, centrale dei campioni dell’Olympiakos che parte leggermente in vantaggio rispetto a Manolas, suo compagno di club in Grecia. Le chiavi del centrocampo sono nelle mani di Tziolis, il regista greco passato a gennaio ai turchi del Kayserispor; dalle sue geometrie dipenderà il cammino della nazionale greca a questi mondiali. I due posti di interni di centrocampo se li giocheranno in tre: Katsouranis, del Paok, che si è laureato campione d'Europa nel 2004, e che ha superato le 100 presenze con la maglia greca; Karagounis, anche lui presente nel 2004, il leader della nazionale ma che con i suoi 37 anni avrà probabilmente qualche difficoltà a giocare più gare ravvicinate; Samaris, giovane, da poco entrato nel giro della nazionale, ma con ottime prospettive di crescita, quest'anno è stato una pedina fondamentale per la vittoria del campionato da parte dell'Olympiakos. Konstantinos Mitroglou, meglio conosciuto come Kostas, sarà il terminale offensivo, infortuni permettendo. 15 milioni di euro sono stati i soldi spesi dal Fulham a gennaio per acquistare il bomber dell’Olympiakos, ma solo 3 le presenze in campo a causa di un doppio infortunio. Sulle fasce Santos dovrebbe utilizzare, come suo solito, due attaccanti naturali ai quali verrà chiesto un enorme sacrificio nella fase difensiva: Salpingidis a destra, autore di 10 gol in campionato con la maglia del Paok e Samaras, ormai idolo dei tifosi del Celtic, dove ha vinto in questa -43- stagione il suo quarto scudetto. LA STELLA Difficile individuare una vera e propria stella all’interno di una squadra che fa del gruppo la propria caratteristica principale, ma senza dubbio Sokratis Papastathopulos e Konstantinos Mitroglou rappresentano i due punti di forza della squadra biancoceleste. Il primo, 26 anni è il giocatore che detta i tempi nella difesa greca, ha scalato tutte le nazionali dalla under 17 a quella maggiore e scorrendo la sua carriera si trova un rendimento costante con un'unica annata negativa, quella disputata con la maglia del Milan nel 2010-2011 dopo che i rossoneri lo avevo acquistato dal Genoa dove si era messo in mostra al di fuori dal proprio paese; il secondo, in possesso di un ottimo fiuto del gol, sa far sfruttare la sua forza fisica e il suo stacco di testa. Purtroppo il suo trasferimento milionario al Fulham è stato rovinato da un infortunio con successiva ricaduta al ginocchio destro, che non ha permesso al giocatore greco di provare a salvare la squadra londinese dalla retrocessione; e adesso che l'infortunio sembra lontano e che il Fulham ha bisogno di vendere alcuni pezzi pregiati, sembra che intorno al suo nome ci siano molti operatori di mercato tra cui quelli di Fiorentina e Napoli. Tuttavia il leader indiscusso di questa nazionale è Georgios Karagounis, il trentasettenne anche lui in forza al Fulham, che con le sue 132 presenze vanta il record di numero di partite disputate con la maglia della Grecia e indossa,come è giusto che sia, la fascia da capitano. Sarà probabilmente la sua ultima apparizione con la maglia della nazionale e senza dubbio sarà molta la voglia di onorare la sua partecipazione. LA SORPRESA Un nome su tutti, quello di Andreas Samaris, il venticinquenne centrocampista dell'Olympiakos, arrivato quest'anno dopo un'ottima stagione al Panionios e che ha confermato ogni aspettattiva, conquistando il posto da titolare e disputando anche una discreta Champions Legaue, nonostante gli scarsi risultati della squadra di Atene. Avrà sicuramente più di un'occasione per scendere in campo e secondo noi avrà i mezzi per provare ad affermarsi anche a livello internazionale. PROSPETTIVE Difficile assegnare un vero e proprio obiettivo minimo a questa squadra, che pur non avendo certo ambizioni di vittoria finale, rappresenterà comunque un avversario ostico per qualsiasi nazionale, anche più attrezzata, che potrebbe incontrarla sul suo cammino. Sicuramente il passaggio del girone, pur non essendo scontato, è alla portata della squadra greca, con la Colombia sulla carta favorita e il Giappone, di Zaccheroni, e la solita incognita africana rappresentata dalla Costa D'avorio, come avversarie da superare per centrare gli ottavi di finale. Poi le cose si farebbero davvero complicate, poiché il tabellone prevederebbe la sfida alla vincente del gruppo che comprende Italia, Uruguay e Inghilterra. In definitiva, il -44- raggiungimento degli ottavi di finale potrebbe essere visto come obiettivo minimo, dai quarti in poi ogni eventuale qualificazione andrebbe festeggiata come una vera e propria vittoria. CONVOCATI N. Pos Giocatore 1 12 13 2 3 4 5 11 15 19 P P P D D D D D D D 20 6 8 10 16 D C C C C 18 21 22 23 7 9 14 17 C C C C A A A A Orestis Karnezis Panagiotis Glykos Stefanos Kapino Giannis Maniatis Giorgos Tzavellas Kostas Manolas Vangelis Moras Loukas Vyntra Vasilis Torosidis Sokratis Papastathopoulos José Holebas Alexandros Tziolis Panagiotis Kone Giorgos Karagounis Lazaros Christodoulopoulos Giannis Fetfatzidis Kostas Katsouranis Andreas Samaris Panagiotis Tachtsidis Giorgos Samaras Kostas Mitroglou Dimitris Salpingidis Theofanis Gekas Data nascita Squadra 11 luglio 1985 3 giugno 1986 18 marzo 1994 12 ottobre 1986 26 novembre 1987 14 giugno 1991 26 agosto 1981 5 febbraio 1981 10 giugno 1985 9 giugno 1988 Granada (Spa) PAOK Panathinaikos Olympiacos PAOK Olympiacos Hellas Verona (Ita) Levante (Spa) Roma (Ita) Borussia Dortmund (Ger) 27 giugno 1984 13 febbraio 1985 26 luglio 1987 6 marzo 1977 19 dicembre 1986 Olympiacos Kayserispor (Tur) Bologna (Ita) Fulham (Ing) Bologna (Ita) 21 dicembre 1990 21 giugno 1979 13 giugno 1989 15 febbraio 1991 21 febbraio 1985 12 marzo 1988 18 agosto 1981 23 maggio 1980 Genoa (Ita) PAOK Olympiacos Torino (Ita) Celtic (Sco) Fulham (Ing) PAOK Konyaspor (Tur) -45Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Tuttocalcioestero Il primo sito in italiano dedicato al calcio estero http://www.tuttocalcioestero.it Guida Brasile 2014, gruppo C: la Costa D'Avorio A cura di : Paolo Bardelli La Costa D'Avorio ci riprova, terza qualificazione di fila e terza complessiva nella sua storia, conferma della bontà di una generazione di calciatori, ma anche conferma di un movimento che solo negli ultimi anni è riuscito a trovare gloria fuori dai confini continentali. Campioni d'Africa nel 1992, gli Elefanti hanno sfiorato il titolo pure nel 2006 e nel 2012, sembra che ogni volta qualcosa vada storto. Per quanto riguarda la kermesse iridata, il Diavolo ci ha messo lo zampino nell'urna dei sorteggi, assegnando ogni volta gironi ai limiti dell'impossibile. In Germania le avversarie furono Argentina, Olanda e Serbia. Pazzesco. Quattro anni dopo Brasile (campione del mondo in carica, Portogallo e Corea del Nord. Almeno una Cenerentola in questo caso. Stavolta è andata così, il raggruppamento C comprende Colombia, Giappone e Grecia. Missione possibile. Basta starci con la testa. ANALISI TECNICO-TATTICA Solo due tra i convocati - i due portieri di riserva - giocano in patria, tutti gli altri sono in giro per il mondo e molti militano in club di primissima fascia. Enorme bacino di esperienza internazionale, ma questo fattore è spesso stato una lama a doppio taglio, rendendo difficile l'utilizzo contemporaneo di tutti i campioni e conseguentemente l'amalgama del gruppo. La sensazione è spesso stata quella di un insieme di grandi calciatori, non di una vera squadra, sfida complicata per un tecnico giovane come Sabri Lamouchi. L'ex di Inter e Parma non ha -46- iniziato benissimo, il fallimento nell'ultima Coppa d'Africa brucia ancora. Gli Elefanti sono stati eliminati dalla Nigeria, vincitrice del trofeo, ma questo non rende meno amaro il tonfo, i favori non possono uscire ai quarti di finale. Punto. Squadra difficile da mettere in campo, Lamouchi allora decide di assecondare l'estro dei suoi grandi interpreti, primo violino ovviamente Drogba. Gli anni passano per tutti ma l'ex Chelsea non si discute, alle sue spalle un terzetto che abbina la verticalità di Kalou e Gervinho al genio calcistico a tutto tondo di Yaya Tourè. Questa posizione ricorda un po' i tempi del City targato Mancini, periodo fondamentale nella crescita di un giocatore che oggi è appena un gradino sotto ai vari Messi & Cristiano Ronaldo per intenderci. Diga mediana composta da Dié e Tioté. Leonardo al Milan ha proposto un 4-2-fantasia, molti lo ricorderanno, lo stesso Lamouchi vuole offrire copertura ai suoi con due mediani bloccati per affidarsi all'estro del suo quartetto d'archi. Forse è stata proprio questa scelta a causare l'esclusione di Romaric. Come terzini abbiamo Zokora, bandiera della rappresentativa ivoriana e recordman di presenze, e Aurier, giovane versatile: uno da tenere d'occhio. Esperienza e gioventù dunque, ottimo mix. In mezzo alla difesa, a fianco della colonna Kolo Touré (per la seconda volta in carriera alle prese con la malaria ma questo non lo fermerà) c'è Bamba, con lui la battaglia non fa paura. Ha avuto i campi scozzesi (Dunfermline prima e Hibernian poi) come palestra. Uno esperto e abile a far tutto, l'altro un gigante che punta tutto sulla fisicità. Anche in questo caso: ok, il mix è giusto. Tra i pali c'è Barry, meglio conosciuto come Copa, presente sia in Germania che in Sudafrica e a pieno titolo un senatore della squadra. Al Lokeren dal 2007, non è esattamente una saracinesca per gli standard europei ma nel 2009 è stato nominato miglior portiere del campionato belga. Per la cronaca, negli anni successivi il titolo è andato a gente come Mignolet e Courtois. Sicuramente tra i migliori numero uno d'Africa. LA STELLA Non ce ne voglia Didier Drogba, un mito, ma l'astro più splendente del firmamento ivoriano è Yaya Touré. Poliglotta, parla francese, inglese, russo e spagnolo, in campo si esprime fluentemente in ogni linguaggio. Difensore, metronomo, incursore, mediano, trequartista, vero e proprio tuttocampista che la scorsa stagione ha trascinato il Manchester City al titolo con la bellezza di 20 gol. Ricordiamo che non è un attaccante. Calciatore africano dell'anno per tre volte di fila, un curriculum straordinario. Prende tanti soldi, li merita tutti, se i Citizens dovessero perderlo il risparmio dell'ingaggio non varrebbe la perdita incalcolabile sotto il profilo tecnico. LA RIVELAZIONE Come prospetto da monitorare vi suggeriamo Serge Aurier del Tolosa, in molti vedono in lui il nuovo Sagna altrettanti lo vogliono sulla propria corsia destra. Anche Roma e Arsenal in lizza. Classe 1992, costa già un bel po' ma ne vale la pena perché è in grado di svolgere entrambe le fasi con profitto, pure qualche gol che non guasta mai. Ragazzo giovane ma le idee sono già -47- chiarissime: "Penso che il girone sia alla nostra portata visto che siamo stati abituati in passato a giocare in gruppi detti 'della morte'. Questo è molto equilibrato e motivante". Le sfide non lo spaventano e guardando al suo passato si capisce perché. Ha esordito con la maglia del Lens a soli 16 anni, predestinato, ha tagliato le treccine e a 22 è pronto per la consacrazione. Molto probabilmente partirà titolare, Lamouchi può utilizzarlo anche come centrale. PROSPETTIVE Il girone non è semplice ma è oggetivamente fattibile per una squadra come la Costa D'Avorio. La generazione di fenomeni ha già iniziato a perdere pezzi e per molti non ci sarà un'altra opportunità mundial. Sarà necessario non incorrere negli errori del passato, in primis quelli di tenuta mentale. Questa squadra ha valori enormi, pensando solo quelli sembra riduttivo pensare al superamento del girone come obiettivo ma bisogna andare per gradini. Singolarmente, i campioni ivoriani ne hanno percorsi tanti per andarsi a prendere trofei in giro per l'Europa, la nazionale invece dovrà andare piano come l'Elefante che gli dà il soprannome. Altrimenti si rischia d'andare ancora in bianco, stavolta non ci sono alibi che tengano.ù CONVOCATI N. 1 16 23 2 3 4 5 7 17 18 22 6 9 13 14 15 19 20 8 10 11 12 21 Pos Giocatore P P P D D D D D D D D C C C C C C C A A A A A Boubacar Barry Sylvain Gbohouo Sayouba Mandé Ousmane Viera Arthur Boka Kolo Touré Didier Zokora Jean-Daniel Akpa-Akpro Serge Aurier Constant Djakpa Sol Bamba Mathis Bolly Cheick Tioté Didier Ya Konan Ismaël Diomandé Max Gradel Yaya Touré Serey Die Salomon Kalou Gervinho Didier Drogba Wilfried Bony Giovanni Sio Data nascita Squadra 30 dicembre 1979 29 ottobre 1988 15 giugno 1993 21 dicembre 1986 2 aprile 1983 19 marzo 1981 14 dicembre 1980 11 ottobre 1992 24 dicembre 1992 17 ottobre 1986 13 gennaio 1985 14 novembre 1990 21 giugno 1986 25 febbraio 1984 28 agosto 1992 30 novembre 1987 13 maggio 1983 7 novembre 1984 5 agosto 1985 27 maggio 1987 11 marzo 1978 10 dicembre 1988 31 marzo 1989 Lokeren (Bel) Séwé Sport Stabæk (Nor) Çaykur Rizespor (Tur) Stoccarda (Ger) Liverpool (Ing) senza squadra Tolosa (Fra) Tolosa (Fra) Eintracht Francoforte (Ger) Trabzonspor (Tur) Fortuna Düsseldorf (Ger) Newcastle United (Ing) Hannover 96 (Ger) Saint-Étienne (Fra) Saint-Étienne (Fra) Manchester City (Ing) Basilea (Svi) Lille (Fra) Roma (Ita) Galatasaray (Tur) Swansea City (Ing) Basilea (Svi) -48Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Tuttocalcioestero Il primo sito in italiano dedicato al calcio estero http://www.tuttocalcioestero.it Guida Brasile 2014, gruppo C: il Giappone A cura di : Enxhi Fero Ventitre samurai e un italiano. Un titolo da film che riassume la spedizione giapponese per i mondiali brasiliani. L’italiano del titolo è naturalmente Alberto Zaccheroni, allenatore emiliano che siede sulla panchina nipponica dal 30 Agosto 2010. Dopo qualche difficoltà nella seconda fase di qualificazione, il 4 giugno 2013 la nazionale allenata da Zac si è assicurata il pass per il Brasile, chiudendo e dominando con 17 punti il gruppo B della terza fase di qualificazione. Proprio per questo, Kagawa e compagni possono forgiarsi del titolo (virtuale) di prima qualificata per Brasile 2014, eccezion fatta naturalmente per i padroni di casa del Brasile. La storia del calcio giapponese è molto recente. La prima apparizione in un mondiale è datata 1998. Da allora, il calcio giapponese si è evoluto costantemente, raggiungendo l'apice negli ultimi anni: dalla consacrazione dei primi giocatori giapponesi sul finire del secondo millennio (tra tutti Hidetoshi Nakata e Shunsuke Nakamura), i nipponici sono diventati una costante del Mondiale. Dal mondiale francese, infatti, sono arrivate cinque partecipazioni consecutive, a testimonianza di quanto detto. Ma non per questo in Brasile ci sarà ad attenderli un tappeto rosso. Anzi, ad aspettare la squadra di Zaccheroni ci sarà il girone più equilibrato e difficile di tutta la competizione. Costa d’Avorio, Grecia e Colombia contenderanno la qualificazione nel girone C al Giappone che comunque, per propria indole, sicuramente non si arrenderà fino all’ultimo secondo dell’ultima partita. A guardare il ranking Fifa – in cui il Giappone occupa il quarantasettesimo posto – per la squadra di Zaccheroni non ci sarebbero speranze. Ma il calcio fortunatamente non si gioca a -49- tavolino! ANALISI TECNICO-TATTICA Disciplina, buona tecnica, Honda e Kagawa: questi gli ingredienti del 4-2-3-1 dell’allenatore emiliano. Basterà? Difficile dirlo. Il problema non è sicuramente nel reparto offensivo, che potrebbe impensierire qualunque difesa (ne sa qualcosa l’Italia di Cesare Prandelli). Il vero dilemma è il reparto arretrato, apparentemente troppo fragile - specie nella zona centrale – per una competizione come il Mondiale. L’estate scorsa, nella Confederations Cup in Brasile, furono otto i gol incassati dalla squadra di Zac nelle tre partite disputate. Sicuramente l’allenatore ex Milan e Juventus avrà provato a sistemare le cose, ma difficilmente i problemi sono scomparsi del tutto. Occorre comunque fare una distinzione nel reparto difensivo: la fragilità del pacchetto arretrato è dovuta soprattutto alle disattenzioni dei due centrali, Yasayuki Konno (Gamba Osaka) e Maya Yoshida (Southampton), mentre per i due terzini, Yuto Nagatomo (Inter) e Atsuto Uchida (Schalke 04) – o Gotoku Sakai (Stoccarda) - c’è da fare un discorso diverso. Pur con le loro – seppur rare – amnesie difensive, infatti, i due terzini sono sinonimo di sicurezza. Attaccano e difendono con una faciltà disarmante, e potranno essere gli assi nella manica della selezione giapponese. In mediana, invece, a guidare la squadra ci saranno i stakanovisti Yashuito Endo (Gamba Osaka) e Makoto Hasebe (Eintracht Francoforte), assolute colonne portanti della squadra di Zaccheroni. Il loro mix di quantità ed esperienza (136 presenze in nazionale per il primo, record di sempre) sarà fondamentale per una nazionale non abituata a questi tipi di competizione. Veniamo al reparto nettamente più attrezzato del Giappone, quello offensivo. Keisuke Honda(Milan), Shinji Kagawa(Manchester United), Hiroshi Kiyotake(Norimberga) e Shinji Okazaki(Mainz) guideranno i nipponici nella metà campo offensiva. Oltre alla spinta degli esterni, il pericolo maggiore di questo Giappone potrebbe venire proprio dai tre trequartisti alle spalle di Okazaki. Honda, Kagawa e Kiyotake, infatti, non daranno punti di riferimento alle difese avversarie, scambiandiosi costantemente le posizioni per tutti i novanta minuti. Questa dovrebbe essere l’arma più importante e potenzialmente efficace. E Zaccheroni lo sa bene. La sua squadra gira soprattutto intorno ai tre sopracitati, ed è proprio lì che l’allenatore emiliano dovrà insistere. Un’altra variante tattica potrebbe essere l’inserimento di Yoichiro Kakitani(Cerezo Osaka) al posto di Okazaki, per eliminare ancora di più i punti di riferimento in attacco. Difficilmente però, Zaccheroni farà a meno dell’attaccante giapponese più prolifico in attività, con trentotto gol in settantacinque presenze. Ultimo discorso da fare – ma non per importanza – è quello riguardante il portiere. Eiji Kawashimi (Standard Liegi), con le sue cinquantasei presenze, è diventato un’icona nazionale, e presidierà ancora una volta i pali della porta della nazionale nipponica. Numero uno di grande affidabilità, su cui Zaccheroni punta tantissimo. LA STELLA I giocatori più rappresentativi e importanti della nazionale giappone sono sicuramente Keisuke Honda e Shinji Kagawa. Entrambi vengono da una stagione molto simile, con non molti minuti nelle gambe. Ma questo non vuol dire però che sia un fattore negativo per il Giappone. Infatti, arrivare in una competizione come il Mondiale - in cui la maggior parte dei giocatori vi arriva con -50- cinquanta o più partite nelle gambe - non “spremuti” completamente, potrebbe rivelarsi un’arma vincente, specie in un clima torrido come quello brasiliano. La velocità e gli inserimenti di Kagawa potrebbero far male a qualunque nazionale e la stessa cosa vale per la tecnica e il mancino terrificante di Honda. Molto del cammino Mondiale del Giappone dipenderà da loro, a patto che i due trequartisti tornino ad essere quelli che incantarono l’Europa con la maglia di Borussia Dortmund e Cska Mosca, e non le brutte copie viste nell’ultima stagione con le maglie di Manchester United e Milan. Costa d’Avorio, Grecia e Colombia sono avvisate. LA SORPRESA Se ci dovesse essere una sorpresa tra i giapponesi, quella sarà sicuramente Yoichiro Kakitani, ventiquattrenne attaccante del Cerezo Osaka. Le sue ottime prestazioni nel campionato giapponese hanno attirato su di sè le attenzioni di tanti club europei, Fiorentina su tutti. Attaccante dotato di grande rapidità e di ottimo fiuto del gol, le sue ventuno reti in trentaquattro presenze nell’ultimo campionato ne sono la più fulgida testimonianza. Molto probabilmente Zaccheroni non lo farà partire titolare, ma lo utilizzerà come jolly nella ripresa per sbloccare il risultato o per rimontare una potenziale situazione di svantaggio. Forse, questo, sarà il mondiale che lo farà conoscere al mondo intero, o forse no. Una cosa però è certa. Di questo talento classe ’90 ne sentiremo parlare tanto negli anni a venire. PROSPETTIVE L’obiettivo è quello di superare il girone eliminatorio. L’impresa non sarà facile perché, Grecia a parte, Colombia e Costa d’Avorio appaiono - almeno sulla carta - leggermente favorite per il passaggio del turno. Occhio però a sottovalutare questo Giappone, che anche nel Mondiale del 2010, a detta di molti, non avrebbe dovuto superare il turno. Il campo però disse altro: sei punti nel girone, e Camerun e Danimarca costrette a far le valigie anticipatamente. Poi l’eliminazione contro il Paraguay ai calci di rigore negli ottavi di finale, che non ha permesso ai samurai di raggiungere, per la prima volta nella loro storia, i quarti di finale. Inoltre, i nipponici arrivano al mondiale accompagnati da un’ottima serie di risultati positivi nelle ultime gare ufficiali: pareggio (2-2) con l’Olanda, e poi una serie di quattro vittorie, tra cui spicca il 3-2 rifilato al Belgio. Si tratta pur sempre di amichevoli, ma qualcosa vorrà pur dire. CONVOCATI N. 1 12 23 2 3 5 Pos Giocatore P P P D D D Eiji Kawashima Shusaku Nishikawa Shuichi Gonda Atsuto Uchida Gotoku Sakai Yuto Nagatomo Data nascita Squadra 20 marzo 1983 18 giugno 1986 3 marzo 1989 27 marzo 1988 14 marzo 1991 12 settembre 1986 Standard Liegi (Bel) Urawa Red Diamonds FC Tokyo Schalke 04 (Ger) Stoccarda (Ger) Inter (Ita) -51- 6 15 19 21 22 4 7 8 10 14 16 17 9 11 13 18 20 D D D D D C C C C C C C A A A A A Masato Morishige Yasuyuki Konno Masahiko Inoha Hiroki Sakai Maya Yoshida Keisuke Honda Yasuhito Endo Hiroshi Kiyotake Shinji Kagawa Toshihiro Aoyama Hotaru Yamaguchi Makoto Hasebe Shinji Okazaki Yoichiro Kakitani Yoshito Okubo Yuya Osako Manabu Saito 21 maggio 1987 25 gennaio 1983 28 agosto 1985 12 aprile 1990 24 agosto 1988 13 giugno 1986 28 gennaio 1980 12 novembre 1989 17 marzo 1989 22 febbraio 1986 6 ottobre 1990 18 gennaio 1984 16 aprile 1986 3 gennaio 1990 9 giugno 1982 18 maggio 1990 4 aprile 1990 -52Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) FC Tokyo Gamba Osaka Júbilo Iwata Hannover (Ger) Southampton (Ing) Milan (Ita) Gamba Osaka Norimberga (Ger) Manchester United (Ing) Sanfrecce Hiroshima Cerezo Osaka Eintracht Francoforte (Ger) Mainz 05 (Ger) Cerezo Osaka Kawasaki Frontale Colonia (Ger) Yokohama F. Marinos Tuttocalcioestero Il primo sito in italiano dedicato al calcio estero http://www.tuttocalcioestero.it Guida Brasile 2014, gruppo D: l'Inghilterra A cura di : Paolo Bardelli L'Inghilterra è una delle grandi nobili del calcio mondiale, la corona però è riuscita a indossarla una sola volta, in casa nel 1966 con il famoso "gol fantasma" di Hurst, da allora tante delusioni e poche gioie, unico acuto il quarto posto del 1990. Pochino per la nazionale più antica del mondo (insieme alla Scozia), la Football Association ha spento 150 candeline lo scorso anno e Hodgson le ha fatto gli auguri terminando senza sconfitte un girone di qualificazione insidioso. Polonia, Montenegro e Polonia le avversarie di un raggruppamento insidioso, superato a quota 22 punti. Missione compiuta questa, ma è il minimo sindacale se ti chiami Inghilterra, ora c'è da pensare al girone D con Italia, Costa Rica e Uruguay. Negativo lo storico con azzurri e celeste, battesimo di fuoco con gli uomini di Prandelli. ANALISI TECNICO-TATTICA Hodgson ha rivoluzionato il gruppo durante la sua gestione, età media considerevolmente abbassata e alcuni senatori hanno salutato. Se da una parte diminuisce il tasso d'esperienza, dall'altro sicuramente aumenta la corsa. Difesa reparto più affidabile, benché privo di stelle e orfano di Terry, Cahill e Jagielka sono due dei quali ci si può fidare e sanno dare il meglio soprattutto quando "presi a pallonate". Non mancano dubbi a livello tattico, con la stampa locale che spingeva per l'esportazione del modulo Liverpool e Hodgson invece più orientato verso un 4-3-1-2 che che comunque trarrà a piene mai dal bacino Reds. Pochi dubbi sul modulo al -53- momento. Importante potrebbe essere il contributo di Henderson, il suo dinamismo consente di legare al meglio i reparti, c'è pure l'opzione Milner per avanzare il baricentro. Mancherà OxladeChamberlain, infortunatosi durante il pre-mondiale, ad aiutare Gerrard ci penseranno i piedi buoni di Wilshere, giocatore ancora in mezzo al guado. Forte, ma ora deve dimostrarci quanto. Una discreta mediana, forse leggermente monocorde. Esistono comunque chiavi per evitare la monotonia, a Sterling o Lallana toccherà il compito di accendere le manovre offensiva, Lampard è pronto ad offrire il suo contributo d'esperienza ma tra pochi giorni la carta d'identità segnerà 36 anni. Da usare col contagocce dunque. Tenete d'occhio Ross Barkley, che di anni invece ne ha solo 21, protagonista con la maglia dell'Everton e uno dei prospetti più interessanti a livello mondiale.Bocche da fuoco ce ne sono, basti pensare a Sturridge, reduce da una stagione entusiasmante, tatticamente però tutto sarà nelle mani di Wayne Rooney, come al solito. Punta unica con ali a i lati, o attaccante mobile ad aprire gli spazi. Lui sa fare tutto, ma ne parlermo nel dettaglio più avanti. Pronto all'uso anche Lambert del Southampton, uno con il gol sempre in canna, per far saltare il banco c'è la velocità di Welbeck. Carte da giocare ce ne sono, starà a Hodgson giocarsele bene LA STELLA Il Manchester United è andato alla deriva senza bussola, non è colpa di Wayne Rooney che ora è chiamato ancora una volta a prendere il timone del veliero bianco e guidarlo nei mari brasiliani. Rinnovo con i Red Devils praticamente a vita, forse ci sarà un'altra chanche mundial ma il suo tempo è adesso. Una vita da mediano, ma nato con i piedi buoni, propensione al sacrificio e spalle larghe, i suoi piedi sono sempre un porto sicuro per i palloni dei compagni. La classe c'è, la voglia pure, è l'uomo che può assecondare i cambi tattici anche in corso d'opera. La presenza di Sturridge lo obbligherà a girare a largo dalla porta? Forse, ma anche partendo da lontano sa fare male. LA RIVELAZIONE Nella banda di ragazzini terribili dei tre Leoni spicca sicuramente Raheem Sterling. Lui di anni ne ha solo 19 ma la stagione appena trascorsa l'ha fatto maturare tanto. Certo, i difetti ci sono ancora, ama follemente il pallone, sentimento ricambiato ma spesso la testa è troppo bassa. E' nato a Kingston, in Giamaica, terra di velocisti e il quando mette la freccia ha scatto da centometrista. Benitez nel 2010 ci ha visto giusto quando lo ha portato a Liverpool dall'accademia del Qpr, se impara a giocare con i compagni lo ferma solo l'autovelox. PROSPETTIVE Gli inglesi, dopo tante scottature, hanno smesso di sperare nella vittoria e questo è paradossalmente un vantaggio. Al momento risulta difficile pensare ai bianchi tra le prime quattro potenze al mondo, l'obiettivo vero è passare il primo turno e poi tentare la fortuna senza calcoli. Hodgson è un tecnico che dalle nostre parti ispira sorrisini beffardi, non è un fenomeno -54- e lo sappiamo, gli va però riconosciuto il merito di aver puntato su giovani di talento e il girone di qualificazione ha mostrato una solidità vista in poche occasioni. I prossimi avversari per la difesa inglese si chiamano Uruguay e Italia, ossi duri, guai a prendere sotto gamba il Costa Rica, è lì che si giocheranno i punti decisivi. I padri del calcio stavolta mandano ai Mondiali i figli, meno esperienza ma meno spocchia e un pizzico di incoscienza. E' sempre God Save the Queen, ma suonata dai Sex Pistols. CONVOCATI N. 1 13 22 2 3 5 6 12 16 23 4 7 8 14 15 17 19 20 21 9 10 11 18 Pos Giocatore P P P D D D D D D D C C C C C C C C C A A A A Joe Hart Benjamin Foster Fraser Forster Glen Johnson Leighton Baines Gary Cahill Phil Jagielka Chris Smalling Phil Jones Luke Shaw Steven Gerrard Jack Wilshere Frank Lampard Jordan Henderson Alex Oxlade-Chamberlain James Milner Raheem Sterling Adam Lallana Ross Barkley Daniel Sturridge Wayne Rooney Danny Welbeck Rickie Lambert Data nascita Squadra 19 aprile 1987 03 aprile 1983 17 marzo 1988 23 agosto 1984 11 dicembre 1984 19 dicembre 1985 17 agosto 1982 22 novembre 1989 21 febbraio 1992 12 luglio 1995 30 maggio 1980 01 gennaio 1992 20 giugno 1978 17 giugno 1990 15 agosto 1993 4 gennaio 1986 8 dicembre 1994 10 maggio 1988 5 dicembre 1993 1º settembre 1989 24 ottobre 1985 26 novembre 1990 16 febbraio 1982 Manchester City West Bromwich Celtic (Sco) Liverpool Everton Chelsea Everton Manchester Utd Manchester Utd Southampton Liverpool Arsenal Chelsea Liverpool Arsenal Manchester City Liverpool Southampton Everton Liverpool Manchester Utd Manchester Utd Southampton -55Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Tuttocalcioestero Il primo sito in italiano dedicato al calcio estero http://www.tuttocalcioestero.it Guida Brasile 2014, gruppo D: l'Uruguay A cura di : Alessandro De Felice Il Mondiale nella terra del “Fùtbol Bailado” rappresenta per l'Uruguay un vero e proprio tuffo nel passato, in quella che tutti ricorderanno come la partita del Maracanazo, in cui per la prima volta la selezione Celeste si fece notare dal mondo intero. 16 Luglio 1950, Stadio Maracanà di Rio de Janeiro. Davanti a 170.000 persone (ma le stime non ufficiali parleranno di più di 200.000) l’Uruguay ed il Brasile si contendono la Coppa del Mondo. La formazione di casa è strafavorita e, spinta dall’intera stampa mondiale, oltre che da un pubblico calorosissimo, sembra essere destinata a vincere la sua prima Coppa del Mondo della storia. Lopèz Fontana schiera tutte le sue armi migliori e il poker d’assi Ademir, Jair, Zizinho e Danilo fa ben sperare i tifosi verdeoro, certi della conquista del titolo. Epilogo scontato? Tutt’altro! Nella prima frazione di gioco domina proprio il Brasile, che però non riesce a sbloccare il match prima dell’intervallo: 0-0. Al ritorno in campo, la formazione di Lòpez Fontana passa in vantaggio con il gol di Friaça dopo meno di 120 secondi. Il pubblico è letteralmente in visibilio. L’Uruguay però non si scompone e pareggia al 66’ con la rete di Schiaffino. La reazione del Brasile è immediata: la formazione verdeoro si riversa in avanti cercando la rete decisiva, ma nel contempo lascia la propria difesa scoperta. Al 79’ l’Uruguay ne approfitta. Ghiggia, servito da Perez, batte il portiere di casa Barbosa e regala la seconda Coppa del Mondo all’Uruguay. E davanti ad un pubblico letteralmente ammutolito, capitan Varela alza al cielo la coppa, per la gioia immensa del popolo di Montevideo, conscio di aver fatto lo sgarbo calcistico -56- più grande della storia ai propri rivali verdeoro. Lutto nazionale e suicidi in tutto il paese, per quella che i brasiliani ancora oggi ricordano tristemente come O Maracanaço, una partita che ha lasciato un marchio indelebile nella storia calcistica e non solo del paese. 64 anni dopo, la Celeste si appresta a partecipare per la 12° volta alla competizione. Dopo averla vinta nell’edizione del 1930 ed in quella del 1950, gli uruguaiani non sono più riusciti a riportare a Montevideo la Coppa del Mondo. L’attesa è tanta, soprattutto perché la formazione guidata da Oscar Washington Tabarez rappresenta una delle maggiori forze del calcio mondiale: oggi infatti è al sesto posto del Ranking FIFA, grazie agli ottimi risultati conquistati negli ultimi anni. Dopo il quarto posto del Mondiale sudafricano, è arrivata la vittoria nel 2011 della 15° Copa America della storia, mentre lo scorso anno l’ Uruguay si è piazzato al 4° posto nella Confederations Cup, arrendendosi solamente ai calci di rigore di fronte all’Italia di Cesare Prandelli. Nonostante gli ottimi risultati raggiunti negli ultimi anni e le grandi doti tecniche e tattiche dei calciatori, il cammino verso Brasile 2014 è stato tutt’altro che facile. Infatti non è bastato il girone Conmebol a decretare una qualificazione che in partenza appariva scontata. La formazione di Tabarez, a causa delle cattive prove offerte soprattutto in trasferta nel girone di qualificazione, ha dovuto superare la Giordania nello spareggio per assicurarsi un posto in Brasile. E dopo il 5-0 conquistato ad Amman, è bastato lo 0-0 nella gara di ritorno per festeggiare la partecipazione al Mondiale. Il CT Oscar W. Tabarez, nato a Montevideo il 3 Marzo 1947 è alla guida della selezione Celeste dal 2006, dopo averla allenata già in precedenza tra il 1988 ed il 1990. Egli rappresenta un vero e proprio punto di forza per i suoi ragazzi, con i quali ha sviluppato la sua idea di calcio: pressing esasperato in fase di non possesso che si alterna ad una densità in fase di possesso negli ultimi 20 metri, in cui le enormi qualità del tridente composto da Diego Forlan, Edinson Cavani e Luis Suarez mettono in difficoltà qualsiasi difesa del panorama internazionale. Tabarez vuole mostrare quella che molti definiscono come la “semplicità del gioco del calcio”: recupero palla e ripartenza veloce. C’è da dire che se il tridente offensivo è sicuramente nell’elite del calcio mondiale, non si può la stessa cosa dal centrocampo in giù: può essere tranquillamente definito come il punto debole della Celeste, cioè la sua difficoltà in fase difensiva, che molto spesso gli uruguagi hanno pagato a caro prezzo. ANALISI TECNICO-TATTICA L’infortuno di Suarez a poco meno di mese dall’inizio dei Mondiali in Brasile ha certamente complicato i piani tattici di Oscar Tabarez. Il CT, soprannominato El Maestro per la sua grande esperienza a livello calcistico ma anche per il suo passato come insegnante, ha trovato nel 4-3-3 il giusto assetto tattico per il suo Uruguay, modulo che offre una buona copertura difensiva nonostante l’impronta offensiva della squadra, schierata con le 3 punte davanti. Modulo che però difficilmente sarà utilizzato nelle prime partite dei Mondiali a causa dell’assenza della punta di diamante, il centravanti del Liverpool Luis Suarez. Per questo Tabarez ha deciso, in sua assenza, di ripiegare ad un 4-4-2, inserendo velocità e corsa, abbinate ad un’ottima tecnica di base sugli esterni. -57- In porta ci sarà quella che ormai è diventata una certezza del calcio uruguagio, Fernando Muslera, vecchia conoscenza del calcio italiano, vincitore di 1 Coppa Italia ed 1 Supercoppa Italiana con la maglia della Lazio tra il 2007 ed il 2011, ora estremo difensore del Galatasaray guidato da Roberto Mancini. Nella difesa a 4, Caceres e Maxi Pereira agiranno sugli esterni, mentre la coppia centrale sarà formata da Diego Lugano, al suo ultimo Mondiale con la maglia dell’Uruguay, ed il fresco vincitore della Liga Spagnola Diego Godin. Due difensori che dall’alto della loro esperienza garantiscono una certa sicurezza a tutto il reparto arretrato, e non solo. A centrocampo, il CT Tabarez predilige l’utilizzo di incontristi, centrocampisti muscolari che abbiano come caratteristica principale quella di spezzare le trame di gioco avversarie. Con l’assenza di Suarez, Arevalo Rios, vecchia conoscenza del calcio italiano (ex Palermo) e Walter Gargano detteranno i tempi di gioco a metà campo, mentre gli interpreti sulle fasce saranno a sinistra Cristian Rodriguez, centrocampista tuttofare dell’Atletico Madrid e a destra Gaston Ramirez, reduce da una stagione deludente a livello personale con il Southampton di Mauricio Pochettino. Con il rientro di Suarez, Rodriguez passerà al centro, come mezz’ala, mentre proprio Ramirez lascerà il posto al centravanti del Liverpool. Davanti ci saranno Diego Forlan ed il Matador Edinson Cavani. Il primo potrà incrementare il suo record di presenze con la maglia della Celeste, mentre il secondo arriva da una splendida stagione al PSG in cui ha conquistato 2 titoli (Ligue 1 e Coupe de France), realizzando 16 reti in 28 presenze. Alle loro spalle scalpitano Abel Hernandez e Christian Stuani, che vorranno di certo farsi trovare pronti nel caso di una chiamata di Tabarez. LA STELLA Nonostante l’intervento al menisco a 20 giorni dal Mondiale, la presenza di Luis Alberto Suarez non dovrebbe essere in dubbio. Il “Pistolero” rappresenta senza dubbio la stella della nazionale uruguagia, nonostante la presenza di campioni del calibro di Cavani e Forlan, per le sue qualità tecniche straordinarie. Nato a Salto il 24 gennaio 1987, gioca nelle giovanili del Nacional de Montevideo. Nella stagione 2005-2006 passa in prima squadra, con la quale vince il campionato. Le sue prestazioni eccezionali non passano di certo inosservate. Infatti gli osservatori del Groningen, squadra olandese di Eredivisie, lo acquistano al termine della stagione per la cifra di 800'000 euro. 29 presenze e 10 gol, ma soprattutto le prestazioni d’alto livello nell’arco della stagione, convincono l’Ajax a fargli indossare la maglia dei Lancieri: si trasferisce ad Amsterdam per una cifra quasi 10 volte superiore a quella pagata dal Groningen al Nacional (oltre 7.5 milioni di Euro). Suarez gioca all’Amsterdam Arena 4 anni, dalla stagione 2007-2008 alla stagione 2010-2011. Qui si rivela un autentico fuoriclasse, mostrando caratteristiche tecniche e tattiche al di sopra della norma. Realizza 81 gol in 110 presenze, debuttando anche in Coppa Uefa. Ma nonostante un palmares tutt’altro che invidiabile con la maglia dei Lancieri (una sola Coppa d’Olanda conquistata nella stagione 2009-2010), l’Ajax rappresenta per lui un trampolino di lancio per la sua carriera. E infatti il 28 gennaio 2011 arriva la grande chiamata: il Liverpool lo acquista al termine di una trattativa molto lunga per la cifra di 26.5 milioni di euro. Grazie alle sue reti diventa subito un idolo della Kop, la gloriosa curva di Anfield. Suarez però si rende protagonista -58- di atteggiamenti tutt’altro che sportivi. Il 20 dicembre 2011 viene squalificato per 8 giornate a causa di insulti razzisti nei confronti di Evra, terzino del Manchester United, mentre il 21 aprile 2013 morde il braccio del difensore del Chelsea Ivanovic, rimediando ben altre 10 giornate di squalifica. Ma nonostante questi episodi negativi, Suarez rappresenta, insieme a Steven Gerrard, il punto cardine del Liverpool, squadra nella quale sta esprimendo tutto il suo potenziale calcistico, realizzando 61 reti nelle 110 presenze timbrate fino ad ora. Nella stagione appena conclusa, ha condotto i Reds ad un passo dal titolo, raggiungendo individualmente livelli molto alti: con 31 reti in 33 presenze si è aggiudicato il titolo di capocannoniere della Premier League 2013-2014, eguagliando il record detenuto da Cristiano Ronaldo ed Alan Shearer. Inoltre con le sue 39 reti con la maglia della nazionale detiene anche il record di goleador della storia della Celeste, record che potrà incrementare nei prossimi anni. Oggi, Luis Alberto Suarez viene considerato uno tra i giocatori di maggior talento al mondo, nonostante un carattere tutt’altro che facile: genio e sregolatezza al servizio della Celeste e del Liverpool. LA SORPRESA Complice proprio l’assenza di Suarez, la sorpresa di questo Uruguay potrebbe essere proprio un suo sostituto, l’ex meteora del calcio nostrano Christian Stuani. L’attaccante dell’Espanyol ha dimostrato di farsi trovare sempre pronto ogni qualvolta è stato chiamato in causa da Tabarez, come nell’ultima amichevole pre-Mondiale contro il Mali decisa da un suo gol. E proprio per questo motivo sembra aver messo in crisi anche lo stesso CT, che potrebbe scegliere di schierarlo. Nato a Canelones il 12 dicembre 1986, inizia la sua carriera nella squadra da cui sono partiti gran parte dei talenti uruguagi, il Danubio di Montevideo. Qui entra a far parte delle giovanili all’età di 17 anni, e vive la sua prima stagione in prima squadra nell’annata 2005-2006. Va in prestito al Bella Vista, dove colleziona 16 reti in 20 partite in 2 anni. Una media gol straordinaria che gli permette di tornare al Danubio, dove realizza nella stagione 2008-2009 19 reti in 14 incontri. Qui compie il grande salto, trasferendosi in Europa, ed esattamente nella Reggina del presidente Foti. A Reggio Calabria però delude e la squadra amaranto, retrocessa in B, decide di cederlo. Nella stagione seguente si trasferisce in prestito all’Albacete, in Segunda Division spagnola, dove realizza 22 gol. Poi l’esordio in Liga: Levante e Racing Santander lo prendono in prestito dalla Reggina, fino alla definitiva consacrazione con la maglia dell’Espanyol di Barcellona, con la quale Stuani in questa stagione ha siglato 7 reti in 32 presenze tra Liga e Coppa del Re. Il centravanti 27enne partirà sicuramente alle spalle di Cavani e Forlan nelle gerarchie di Tabarez, ma se riuscirà a convincere il CT, potrà sicuramente ritagliarsi uno spazio importante nell’undici della Celeste. PROSPETTIVE -59- Gli dèi del calcio non sono stati di certo benevoli nei confronti dell’Uruguay, sorteggiandolo nel gruppo D in compagnia di Inghilterra ed Italia, oltre che al malcapitato Costarica. Ma la squadra di Tabarez è consapevole delle proprie potenzialità e per questo non si fermerà di certo davanti al primo ostacolo. L’infortuno di Suarez rappresenta una brutta perdita (almeno per la primissima partita) per il CT, ma a Montevideo tutti sperano in un recupero lampo del Pistolero, riponendo in lui, il giocatore di maggior talento, tutte le speranze calcistiche del paese. Sarà difficile ripetere il 4° posto conquistato 4 anni fa in Sudafrica, e di questo ne sono consapevoli gli stessi tifosi, ma se hai in squadra gente del calibro di Muslera, Godin, Suarez, Cavani e Forlan come si può partire sconfitti in partenza?! CONVOCATI N. 1 12 23 2 3 4 13 16 19 22 5 6 7 14 15 17 18 20 8 9 10 11 21 Pos Giocatore P P P D D D D D D D C C C C C C C C A A A A A Fernando Muslera Rodrigo Muñoz Martín Silva Diego Lugano Diego Godín Jorge Fucile José María Giménez Maxi Pereira Sebastián Coates Martín Cáceres Walter Gargano Álvaro Pereira Cristian Rodríguez Nicolás Lodeiro Diego Pérez Egidio Arévalo Ríos Gastón Ramírez Álvaro González Abel Hernández Luis Suárez Diego Forlán Christian Stuani Edinson Cavani Data nascita Squadra 16 giugno 1986 22 gennaio 1982 25 marzo 1983 2 novembre 1980 16 febbraio 1986 19 novembre 1984 20 gennaio 1985 8 giugno 1984 7 ottobre 1990 7 aprile 1987 23 luglio 1984 28 novembre 1985 30 settembre 1985 21 marzo 1989 18 maggio 1980 1 gennaio 1982 2 dicembre 1990 29 ottobre 1984 8 agosto 1990 24 gennaio 1987 19 maggio 1979 12 ottobre 1986 14 febbraio 1987 Galatasaray (Tur) Libertad (Par) Vasco da Gama (Bra) Senza squadra Atlético Madrid (Spa) Porto (Por) Atlético Madrid (Spa) Benfica (Por) Liverpool (Ing) Juventus (Ita) Parma (Ita) São Paulo (Bra) Atlético Madrid (Spa) Corinthians (Bra) Bologna (Ita) UANL (Mex) Southampton (Ing) Lazio (Ita) Palermo (Ita) Liverpool (Ing) Cerezo Osaka (Gia) Espanyol (Spa) Paris Saint-Germain (Fra) -60Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Tuttocalcioestero Il primo sito in italiano dedicato al calcio estero http://www.tuttocalcioestero.it Guida Brasile 2014, gruppo D: il Costarica A cura di : Andrea Gatti Dal lontano 1958, anno in cui prese parte per la prima volta alle qualificazioni, il Costa Rica è calcisticamente parlando un paese in netta e costante crescita: il piccolo Stato centroamericano, definito dopo diversi studi universitari “lo Stato più felice del mondo”, ha cambiato marcia a partire dagli anni ’80, raggiungendo la prima storica qualificazione ad una fase finale ad Italia 90. Ne seguiranno altre 2, in Corea-Giappone nel 2002, in cui uscirono per peggior differenza reti a favore della Turchia, e nel successivo Mondiale di Germania, in cui non vinsero alcuna partita subendo 9 gol totali nei match con Polonia, Ecuador e con gli stessi tedeschi padroni di casa. In Brasile si festeggia quindi la quarta partecipazione in 24 anni: sorteggiati nell’infernale Gruppo D i centroamericani sulla carta partono un gradino - o forse più - sotto a corazzate come Inghilterra, Italia e Uruguay: per la maggior parte dei bookmakers “Los Ticos” non ripeteranno l’impresa di Italia 90 quando, guidati dal giramondo Bora Milutinovic, raggiunsero gli ottavi di finale e si arresero soltanto alla Cecoslovacchia di Skuhravy. Assenti a Sudafrica 2010, i centroamericani si presentano in Brasile come seconda classificata nel girone finale della CONCACAF alle spalle degli Stati Uniti, sfruttando la crisi del Messico finito quarto e preceduto anche dall’Honduras. L’allenatore colombiano Pinto ha sviluppato 2 punti di forza: il rendimento casalingo (fattore che sparirà in Brasile) e la solidità difensiva (Costarica vanta con soli 7 gol subiti la miglior difesa nelle qualificazioni del nordamerica). 48’ nel Ranking Fifa, -61- annovera nel proprio palmarès 3 Gold Cup (1963, 1969, 1989) e 6 Coppe delle nazioni UNCAF. ANALISI TECNICO-TATTICA “Los Ticos” si affideranno alle giocate di Bryan Ruiz, un passato nel Fulham e ora in Olanda nel PSV, e del gioiellino dell’Olympiacos Campbell che dovranno fare gli straordinari per sopperire alla pesante assenza di Saborio, infortunatosi in allenamento ad un osso del piede destro proprio alla vigilia della partenza per il ritiro pre-mondiale negli Stati Uniti. Davanti a Keylor Navas le chiavi della solida difesa sono affidate a Oscar Duarte. Spiccano (oltre al sopracitato Saborio) le assenze di Gilberto Martinez, esperto difensore del Lecce con un passato nella Roma e dell’esterno dell’Everton Bryan Oviedo, che non ha recuperato dall’infortunio ai legamenti patito a febbraio con i Toffees. Il centrocampo tutto muscoli supporta la tecnica di Ruiz e Campbell, mancando il riferimento offensivo si giocherà tanto in ripartenza e contropiede. In rosa figurano molti emigrati all’estero, in particolare in Europa o nell’MLS, ma rimane comunque un discreto blocco che milita in patria principalmente nelle tre formazioni storiche, il Saprissa, l’Alajuelense e l’Herediano. Curioso il caso del talentuoso portiere Esteban Alvarado, che milita in Olanda nell’AZ, inserito - tra le polemiche - da Pinto nei 23 che andranno in Brasile: amato da stampa e tifosi ma odiato in spogliatoio, nel 2011 fu accusato per violenza carnale su una donna, inoltre abbandonò senza motivi il ritiro della nazionale e si fece espellere in un match di Coppa d’Olanda contro l’Ajax per aver dato un calcio ad un tifoso avversario che aveva invaso il campo (squalifica poi revocata). L'allenatore è Jorge Luis Pinto, colombiano di 61 anni, vanta diverse esperienze sia con i club che con le nazionali. Ha allenato in patria praticamente tutte le maggiori squadre, dal Deportivo Cali ai Milionarios, vanta inoltre una doppia esperienza con i peruviani dell’Alianza Lima. Dal 2002 inizia la sua esperienza in Costa Rica, prima con l’Alajuelense, poi alla guida della nazionale maggiore per un biennio. Dopo una breve esperienza come ct della Colombia nel 2007, torna nel 2011 alla guida dei centroamericani, costruendo un gruppo giovane e solido, portandoli al Mondiale dopo l’assenza in Sudafrica. LA STELLA Gli azzurri dovranno tenere d’occhio il talentino Joel Campbell, trequartista visto l’ultima stagione in Grecia con l’Olympiakos ma di proprietà dell’Arsenal. 22 anni ancora da compiere, rapido e tecnico, ama accentrarsi e convergere sull’amato mancino: se lo ricorda bene David Moyes, il suo Manchester United sconfitto dai greci nell’andata degli Ottavi di Champions proprio grazie a un suo gol che chiuse le marcature. L’altro uomo chiave è il portiere Keylor Navas, estremo difensore del Getafe che prima dell’arrivo di ter Stegen piaceva tanto al Barcellona. 27 anni, nel pieno della maturità agonistica, ha come doti migliori una buona reattività e sicurezza tra i pali. LA SORPRESA In Brasile potremmo assistere alla definitiva consacrazione dei predetti Campbell e Navas, -62- entrambi autori di soddisfacenti stagioni con i rispettivi club e in odore di "top club". Da non sottovalutare Celso Borges, regista di origine brasiliana (figlio dell'ex ct Alexandre Guimaraes), che milita in Svezia nell'AIK Solna. PROSPETTIVE L’impresa di una possibile qualificazione agli ottavi di finale avrebbe del miracoloso, visto anche il deludente test di Tampa con il Giappone, che ha visto i Ticos sconfitti per 3-1 dal Giappone di Zaccheroni: Italia, Inghilterra e Uruguay sono di un altro pianeta e nonostante l’orgoglio, la mente leggera e l’assenza di aspettative il ruolo di squadra materasso sembra proprio calzare a pennello per la compagine centroamericana. I CONVOCATI N. 1 18 23 2 3 4 6 8 12 15 16 19 5 7 11 13 17 20 22 9 10 14 21 Pos Giocatore P P P D D D D D D D D D C C C C C C C A A A A Keylor Navas Patrick Pemberton Daniel Cambronero Johnny Acosta Giancarlo González Michael Umaña Óscar Duarte Heiner Mora Waylon Francis Júnior Díaz Cristian Gamboa Roy Miller Celso Borges Christian Bolaños Michael Barrantes Esteban Granados Yeltsin Tejeda Diego Calvo José Miguel Cubero Joel Campbell Bryan Ruiz Randall Brenes Marco Ureña Data nascita Squadra 15 dicembre 1986 24 maggio 1982 14 febbraio 1987 21 luglio 1983 8 febbraio 1988 16 luglio 1982 3 giugno 1989 21 ottobre 1984 20 settembre 1990 12 settembre 1983 24 ottobre 1989 24 novembre 1984 27 maggio 1988 17 maggio 1984 4 ottobre 1983 25 ottobre 1985 17 marzo 1992 25 aprile 1991 14 febbraio 1987 26 giugno 1992 18 agosto 1985 13 agosto 1983 3 maggio 1990 Levante (Spa) Alajuelense Herediano Alajuelense Columbus Crew (Usa) Saprissa Club Brugge (Bel) Saprissa Columbus Crew (Usa) Mainz 05 (Ger) Rosenborg (Nor) New York Red Bulls (Usa) AIK (Sve) Copenhagen (Dan) Aalesund (Nor) Herediano Saprissa Vålerenga (Nor) Herediano Arsenal (Ing) PSV (Ola) Cartaginés Kuban Krasnodar (Rus) -63Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Tuttocalcioestero Il primo sito in italiano dedicato al calcio estero http://www.tuttocalcioestero.it Guida Brasile 2014, gruppo E: la Francia A cura di : Mattia Rossi Qualificatasi al Mondiale solamente agli spareggi, la Francia potrebbe essere la mina vagante della competizione a tinte verdeoro. Il cammino per giungere a Brasile 2014 è stato, a dir poco, altalenante: inseriti in un girone proibitivo, vista la presenza della Spagna, i Bleus hanno comunque creduto a lungo nel primo posto, rinvigoriti dal meritato pareggio conquistato a Madrid grazie ad un colpo di testa di Giroud. La sconfitta interna a Saint-Denis contro le Furie Rosse ha, però, spento i sogni francesi che nelle ultime partite del girone sono progressivamente calati, accontentandosi di un secondo posto senza infamia, né lode. La spirale negativa è continuata con la sconfitta nell'andata dello spareggio in Ucraina e proprio quando sembrava ormai tramontata la possibilità di qualificarsi a Brasile 2014, la squadra di Deschamps ha sfoderato una superba prestazione superando gli ucraini per 3-0 (decisiva la doppietta di Sakho) davanti al proprio pubblico, conquistando non solo il pass per il Mondiale ma anche la fiducia di un Paese che ultimamente aveva voltato le spalle alla sua nazionale. Nella storia della Coppa del Mondo, i Bleus hanno in bacheca un successo (1998, in casa), mentre nel 2006 si sono arresi solamente ai rigori nella finale di Berlino. Per la Francia, anche due terzi posti, nel 1958 (l'anno di Just Fontaine, capocannoniere con 13 reti, un record tutt'ora imbattuto) e nel 1986 e un quarto posto nel 1982. Da dimenticare, invece l'ultima apparizione, quella del 2010, conclusa con un punto in tre partite. -64- ANALISI TECNICO-TATTICA Didier Deschamps ha diramato il 2 giugno, il giorno seguente l'amichevole con il Paraguay, la lista dei 23 e tra i selezionati appare chiaro, eccezion fatta per un paio di maglie, quale sarà l'undici titolare. Il modulo prescelto è il 4-3-3 che nelle ultime uscite è apparso come il piu adatto per sfruttare al meglio le singole caratteristiche dei giocatori a disposizione del centrocampista campione del mondo '98. Tra i pali, Hugo Lloris è ormai uno dei punti cardine della squadra francese e dietro di lui, la new entry Stéphane Ruffier (in sostituzione dell'infortunato Mandanda) sembra condannato al ruolo di dodicesimo. Chiude il terzetto, l'esperienza di Mickael Landreau, ormai alle ultime battute di una lunghissima carriera. La difesa titolare schierata dall'ex tecnico di Monaco, Juventus e Marsiglia potrebbe essere interamente targata "Premier League" se verranno confermati gli ultimi esperimenti: al centro Laurent Koscielny è sicuro del posto da titolare e al suo fianco Mamadou Sakho appare in vantaggio su Raphael Varane. Sulle fasce Mathieu Debuchy a destra e Patrice Evra a sinistra completeranno la linea difensiva, mentre dovrebbero accontentarsi, inizialmente, della panchina Lucas Digne, Bakary Sagna e Eliaquim Mangala. A centrocampo, il 4-3-3 francese prevede il collaudatissimo trio Paul Pogba - Blaise Matuidi Yohan Cabaye. I due parigini hanno potuto affinare l'intesa negli ultimi sei mesi di campionato con la maglia del PSG, mentre Pogba è sicuramente tra gli uomini piu attesi e spera di poter bissare il successo ottenuto un anno fa con la nazionale Under 20. Alle loro spalle, Clement Grenier, Rio Mavuba e Moussa Sissoko non sembrano in grado di poter ambire ad una maglia da titolare. Arriviamo, infine, al tridente offensivo, là dove le precarie condizioni fisiche di Franck Ribéry potrebbero cambiare le carte in tavola. Se il giocatore del Bayern Monaco dovesse superare gli acciacchi, Deschamps farà sicuramente affidamento a lui e a Mathieu Valbuena per innescare Karim Benzema che spera di trovare anche in nazionale la vena realizzativa che lo ha accompagnato negli ultimi mesi al Real Madrid. Se Ribéry, invece, non dovesse farcela, spazio alla novità Antoine Griezmann, mentre un altro rincalzo di lusso è Olivier Giroud, quasi sempre positivo con la maglia della nazionale. La lista degli attaccanti si chiude con Loic Rémy, un elemento su cui Didier Deschamps ha sempre riposto grande fiducia. L'esclusione dai 23 di Samir Nasri ha destato parecchie polemiche in Francia ma, sebbene non se ne discutano le qualità tecniche, la presenza del giocatore del Manchester City avrebbe probabilmente alterato gli equilibri (psicologici, in primis) di una nazionale che già nel 2010 fece parlare di sé piu fuori dal campo che dentro il rettangolo di gioco. LA STELLA Rivelatosi al grande pubblico in occasione del Mondiale 2006, Franck Ribéry, 31 anni, avrà probabilmente quest'anno l'ultima possibilità per brillare in una Coppa del Mondo. Scottato dalla mancata assegnazione dell'ultimo Pallone d'Oro dopo aver vinto quasi tutto con il Bayern Monaco, l'ex marsigliese proverà ad essere decisivo anche in nazionale. Purtroppo un -65- fastidioso mal di schiena ne ha condizionato l'avvicinamento al Mondiale, tanto da far dubitare alcuni media sulla sua presenza. Deschamps ha deciso di portarlo e probabilmente ne centellinerà l'utilizzo nelle partite del girone, per poi sperare in una sua esplosione durante le sfide ad eliminazione diretta, nel caso in cui la Franica dovesse fare strada. LA SORPRESA Se Ribery non dovesse farcela, proprio il suo sostituto potrebbe essere la sorpresa della nazionale francese. Stiamo parlando di Antoine Griezmann, giocatore della Real Sociedad, chiamato per la prima volta in nazionale proprio nelle sfide di preparazione al Mondiale. Griezmann, cresciuto calcisticamente lontano dall'Esagono (fu scartato dal Centre de Formation del Montpellier), sa farsi valere non solo in fase di rifinitura ma anche sotto porta (27 reti negli ultimi due campionati spagnoli) e con la maglia della Francia, nonostante le poche presenze (solamente 3), si è già sbloccato (sua la rete del vantaggio contro il Paraguay). Come la Francia sarà la mina vagante del Mondiale, lui potrebbe essere la mina vagante dei Bleus. PROSPETTIVE E' difficile dire quale sia il vero obiettivo della Francia in questo Mondiale. Senza dubbio, Didier Deschamps sarà "costretto" a superare il girone iniziale, dove affronterà le abbordabili Svizzera, Honduras ed Ecuador. Una volta agli ottavi, il gioco si farà duro, ma dal secondo dopoguerra tutte le volte che la Francia ha superato il primo turno, è poi giunta nelle prime quattro. Una pura casualità o un segno del destino? In caso di flop, i Bleus avranno a disposizione l'Europeo 2016 che affronteranno da padroni di casa per lasciare un segno nella storia del calcio, come fecero nel 1984. Nel 1982, due anni prima di ospitare l'Europeo, la Francia si fermò alle semifinali e nel 1996, due anni prima di ospitare il Mondiale, si fermò nuovamente alle semifinali. Dunque, obiettivo top-4 per la Francia? CONVOCATI N. 1 16 23 2 3 4 5 13 15 17 21 6 7 Pos Giocatore P P P D D D D D D D D C C Hugo Lloris Stéphane Ruffier Mickaël Landreau Mathieu Debuchy Patrice Evra Raphaël Varane Mamadou Sakho Eliaquim Mangala Bacary Sagna Lucas Digne Laurent Koscielny Yohan Cabaye Franck Ribéry Data nascita Squadra 26 dicembre 1986 27 settembre 1986 14 maggio 1979 28 luglio 1985 15 maggio 1981 25 aprile 1993 13 febbraio 1990 13 febbraio 1991 14 febbraio 1983 20 luglio 1993 10 settembre 1985 14 gennaio 1986 7 aprile 1983 Tottenham (Ing) Saint Étienne Bastia Newcastle (Ing) Manchester United (Ing) Real Madrid (Spa) Liverpool (Ing) Porto (Por) Arsenal (Ing) Paris Saint-Germain Arsenal (Ing) Paris Saint-Germain Bayern Monaco (Ger) -66- 8 11 12 14 18 19 22 9 10 20 C C C C C C C A A A Mathieu Valbuena Antoine Griezmann Rio Mavuba Blaise Matuidi Moussa Sissoko Paul Pogba Clément Grenier Olivier Giroud Karim Benzema Loïc Rémy 28 settembre 1984 21 marzo 1991 8 marzo 1984 9 aprile 1987 16 agosto 1989 15 marzo 1993 7 gennaio 1991 30 settembre 1986 19 dicembre 1987 2 gennaio 1987 -67Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Marsiglia Real Sociedad (Spa) Lille Paris Saint-Germain Newcastle (Ing) Juventus (Ita) Lyon Arsenal (Ing) Real Madrid (Spa) Queens Park Rangers (Ing) Tuttocalcioestero Il primo sito in italiano dedicato al calcio estero http://www.tuttocalcioestero.it Guida Brasile 2014, gruppo E: la Svizzera A cura di : Enxhi Fero Ogni mondiale ha le proprie sorprese e anche i mondiali brasiliani molto probabilmente non saranno un’eccezione. Una delle più quotate a guadagnarsi il ruolo di “outsider” è sicuramente la Svizzera di Ottmar Hitzfeld. Un mix completo di esperienza, qualità e voglia di vincere. Alla terza partecipazione consecutiva, la nazionale elvetica è pronta per l’exploit, visto che gli ingredienti per stupire tutti ci sono eccome. Inoltre, la Svizzera è all’apice di un’evoluzione partita nel lontano 1994, quando le prime leggende elvetiche – come Ciriaco Sforza e Stephane Chapuisat – hanno iniziato a farsi conoscere in giro per il mondo. Il traguardo più grande mai raggiunto in una competizione mondiale, comunque, rimangono i quarti di finale raggiunti nel 1934, 1938 e nel mondiale in casa del 1954. Il cammino degli elvetici verso il paese carioca non ha trovato ostacoli insormontabili: ventiquattro punti, diciasette gol fatti e sei subiti hanno accompagnato gli svizzeri nel tutt’altro che difficile girone E (con Islanda, Albania, Slovenia, Norvegia e Cipro). Nonostante il girone non proprio impossibile però, Shaqiri e compagni sono riusciti a passare sotto la lente d’ingrandimento grazie a ottime prestazioni, soprattutto sotto il punto di vista della solidità e del gioco di squadra. Questo, e l’abbordabile girone E (con Francia, Ecuador e Honduras) che lo aspetta in Brasile, fa ben sperare gli svizzeri. Per gli amanti delle statistiche, la nazionale svizzera occupa il sesto posto del ranking Fifa. Un grande risultato, che ci testimonia come l’evoluzione calcistica del paese elvetico sia arrivata davvero al suo apice storico. -68- ANALISI TECNICO-TATTICA E’ la Svizzera più forte di sempre? Molto probabilmente si. Completa in ogni ruolo, con ottimi ricambi e soprattutto, dotata di tanti pezzi da novanta. Innanzitutto lo schema: 4-2-3-1 che calza a pennello con i pensieri calcistici di Hitzfeld e le caratteristiche tecniche dei giocatori svizzeri. Tra i pali a meno di sorprese dell’ultimo minuto, ci sarà Diego Benaglio, numero uno del Wolfsburg. Le sorprese di cui parlavamo potrebbero essere rappresentate da Yann Sommer, promesso sposo al Borussia Moenchengladbach e autore di una stagione fantastica. L’abbondanza per l’ex allenatore del Bayern Monaco parte già dall’estremo difensore. Nel reparto difensivo invece pochi dubbi: Stephan Lichtsteiner, Fabian Schar, Johan Djourou e Ricardo Rodriguez andranno a comporre il pacchetto arretrato. E che pacchetto! Lichtsteiner e Rodriguez ormai sono terzini di livello mondiale, capaci di far la differenza contro qualsiasi squadra. Schar è un centrale moderno con ottime doti di organizazzione di gioco, mentre Djourou è il lontano parente di quello che, per disattenzioni difensive, aveva impressionato all’Arsenal. Il centrocampo invece è tutto di marchio Napoli. Blerim Dzemaili, Valon Behrami e Gokhan Inler si giocheranno due maglie da titolari, con gli ultimi due nettamente favoriti. Senza dimenticarsi di Gelson Fernandes (autore del gol che nel 2010 valse la vittoria contro la Spagna), che però con tutta probabilità sarà poco utilizzato da Hitzfeld vista la feroce concorrenza. Tantissima quantità a centrocampo quindi, ma anche buona qualità, presente invece in abbondanza nella trequarti di gioco, dove Xherdan Shaqiri, Granit Xhaka e Valentin Stocker sono pronti a creare scompiglio nelle difese avversarie. Una trequarti tutta mancina ma con evidenti caratteristiche tattiche diverse: Stocker è un’ala vecchi tempi, che predilige il gioco sulla fascia e non rientrare per vie centrali. Proprio per questo, viene utilizzato da Hitzfeld sulla fascia del suo piede preferito, ovvero quella sinistra. Dall’altra parte del campo troviamo Shaqiri, tatticamente opposto a Valentin Stocker. Rapidissimo nello stretto e dotato di una tecnica sopraffina, Shaqiri rappresenta a tutti gli effetti l’ala moderna. Nello schieramento elvetico partirà a destra, pronto per rientrare sul suo mancino terrificante. Xhaka invece fungerà da collante tra centrocampo e attacco, pronto a punire le difese avversarie con i suoi temibili inserimenti. In attacco, per il ruolo di unica punta sarà una lotta a tre fino alla fine tra Josip Drmic, Haris Seferovic e Admir Mehmedi, tre attaccanti molto simili. Per questo, con tutta probabilità – a meno di incredibili exploit di uno di loro – Hitzfeld li utilizzerà a gir, con lo stesso minutaggio. Una soluzione più offensiva invece, potrebbe vedere due dei tre nomi sopracitati in campo contemporaneamente. La duttilità di Seferovic e Mehmedi, potrebbe portare Hitzfeld – in una potenziale situazione di svantaggio – a sbilanciare la squadra, utilizzando uno dei due come trequartista. Come in tutti i 4-2-3-1, un ruolo fondamentale è ricoperto anche dai due terzini, di cui già abbiamo parlato. Se Rodriguez e Lichtsteiner riusciranno a sovrapporsi con costanza, allora saranno guai per chiunque. LA STELLA -69- 10 Ottobre 1991. E’ questa la data di nascita di Xherdan Shaqiri, senza dubbio il giocatore più importante di questa nazionale. Dopo la trafila di giovanili nel Basilea, il kosovaro ha esordito con la prima squadra nel 2009, dove gli sono serviti soltanto tre stagioni per attirare su di sè le attenzioni di tutte le big europee. Il Bayern Monaco ha spazzato via la concorrenza, assicurandosi le prestazioni del numero 23 per dodici milioni di euro. Ci si aspettava l’esplosione definitiva del talento classe ’91, ma le cose non sono andate così. Il suo poco utilizzo ha fatto sì che il talento di Shaqiri si vedesse soltanto a scatti. Tutto questo però potrebbe rivelarsi un’arma a favore di Hitzfeld e della Svizzera. Con soli 26 presenze stagionali, infatti, Shaqiri arriverà al mondiale fresco fresco, pronto per dare il 110% in ogni partita. E’ lui l’incaricato di fare la differenza. Le qualità ci sono e nessuno può metterlo in dubbio, ora spetta a lui applicarle e metterle in campo. Se lo farà, Evra, Izaguirre e Ayovi – rispettivamente i terzini sinistri di Francia, Honduras e Ecuador – non dormiranno sicuramente sonni tranquilli. LA SORPRESA La sorpresa di questa Svizzera potrebbe essere Granit Xhaka, non tanto per le sue qualità (ormai note a tutti) ma per la posizione tattica diversa che ricopre in nazionale rispetto a quando gioca nel Borussia Moenchegladbach. Il ruolo di trequartista sembra molto più congeniale al classe ’92 rispetto al ruolo di “semplice” centocampista centrale che ricopre nel Borussia. Con Hitzfeld, Xhaka è molto più a suo agio. Può svariare da una parte all’altra del campo, giocare un’infinità di palloni e soprattutto stare più vicino alla porta avversaria, in modo da esaltare le sue spiccate doti offensive. L’opposto di quel che succede quando indossa la maglia numero 34 del Borussia, dove il ruolo di centro-sinistra nel centrocampo a quattro sembra limitarlo non poco. Il mondiale sarà la sua occasione per esplodere definitivamente e magari approdare in una squadra ancora più importante. E magari, perchè no, diventare finalmente agli occhi di tutti un trequartista, e non più un centrocampista centrale. PROSPETTIVE Come già detto, la Svizzera potrebbe essere l’outsider dei mondiali brasiliani. Comunque sia, l’obiettivo minimo è sicuramente quello di superare il girone. Poi si aprirebbero due strade: quella impossibile nel caso finisse seconda, perchè avrebbe di fronte quasi sicuramente l’Argentina di Leo Messi e quella più abbordabile, nel caso finisse il girone come capolista. Tutto questo partendo da una premessa: se la squadra di Hizfeld non dovesse superare il girone, allora sarebbe davvero un quasi fallimento. CONVOCATI N. 1 12 21 2 Pos Giocatore P P P D Diego Benaglio Yann Sommer Roman Bürki Stephan Lichtsteiner Data nascita Squadra 8 settembre 1983 17 dicembre 1988 14 novembre 1990 16 gennaio 1984 Wolfsburg (Ger) Borussia M'gladbach (Ger) Freiburg (Ger) Juventus (Ita) -70- 3 4 5 6 13 20 22 7 8 10 11 14 15 16 23 9 17 18 19 D D D D D D D C C C C C C C C A A A A Reto Ziegler Philippe Senderos Steve von Bergen Michael Lang Ricardo Rodríguez Johan Djourou Fabian Schär Tranquillo Barnetta Gökhan Inler Granit Xhaka Valon Behrami Valentin Stocker Blerim Džemaili Gelson Fernandes Xherdan Shaqiri Haris Seferovic Mario Gavranovic Admir Mehmedi Josip Drmic 16 gennaio 1986 14 febbraio 1985 10 giugno 1983 8 febbraio 1991 25 agosto 1992 18 gennaio 1987 20 dicembre 1991 22 maggio 1985 27 giugno 1984 27 settembre 1992 19 aprile 1985 12 aprile 1989 12 aprile 1986 2 settembre 1986 10 ottobre 1991 22 febbraio 1992 24 novembre 1989 16 marzo 1991 8 agosto 1992 -71Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Sassuolo (Ita) Aston Villa (Ing) Young Boys Grasshopper Wolfsburg (Ger) Hamburg (Ger) Basel Eintracht Frankfurt (Ger) Napoli (Ita) Borussia M'gladbach (Ger) Napoli (Ita) Hertha Berlin (Ger) Napoli (Ita) Freiburg (Ger) Bayern Munich (Ger) Real Sociedad Zürich Freiburg (Ger) Bayer Leverkusen (Ger) Tuttocalcioestero Il primo sito in italiano dedicato al calcio estero http://www.tuttocalcioestero.it Guida Brasile 2014, gruppo E: l'Ecuador A cura di : Il Renzaccio Nel 1998, un giovane attaccante ecuadoregno, di nome Ivan Kaviedes, sbarcò in Italia fra lo scetticismo generale. Il Perugia di Gaucci, d'altronde, era solito stupire andando a "fare spesa" in nazioni che, fino a quel momento, non erano oggetto del desiderio dei club's di Serie A. L'arrivo di Kaviedes in terra umbra, nonostante le caterve di gol messe a segno in patria con la maglia dell'Emelec, ebbe risvolti più folkloristici che tecnici. L'Ecuador, all'epoca, era una nazione pressoché sconosciuta agli amanti del grande calcio internazionale: nessuna stella di prima grandezza, mai una partecipazione ad una fase finale di un Mondiale e solo due quarti posti, ottenuti (oltretutto) da paese organizzatore dell'evento, nelle tantissime partecipazioni alla Copa America. L'esperienza di Kaviedes in Italia durò solo un anno: poche presenze e quattro reti. Da quei giorni, però, di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia. L'Ecuador, oggi, è una solida realtà del calcio sudamericano, che si appresta a disputare il suo terzo Mondiale. Il debutto, nel 2002, fu proprio contro la nostra selezione azzurra, che vinse 2-0 grazie ad una doppietta di Bobo Vieri. In quella edizione, l'Ecuador non oltrepassò il primo turno ma fu determinante per la qualificazione agli ottavi di finale degli azzurri, grazie al successo ottenuto ai danni della Croazia nell'ultima giornata del girone di qualificazione. Andò decisamente meglio, invece, la partecipazione al mondiale tedesco del 2006. La squadra all'epoca allenata dal colombiano Suarez, inclusa nel girone dei padroni di casa, strappò il pass per gli ottavi di finale con una giornata d'anticipo, grazie ai rotondi successi ottenuti contro -72- Polonia (2-0) e Costa Rica (3-0), prima di essere eliminata dall'Inghilterra, che ebbe la meglio sui sudamericani solo grazie ad una magia su calcio di punizione di Beckham. In terra brasiliana, la squadra allenata da Rueda (ennesimo colombiano alla guida della selezione ecuadoregna) punta a ripetere l'exploit ottenuto a Germania 2006. Ma se l'Honduras non fa paura, altrettanto non si può dire di Francia e Svizzera, compagini, sulla carta, favorite per il passaggio del turno nel gruppo E. ANALISI TECNICO-TATTICA Nell'esperienza sulla panchina della selezione ecuadoregna, Rueda si è quasi sempre affidato ad un classico 4-4-2, con esterni bassi votatI al gioco d'attacco e centrali di centrocampo con caratteristiche più difensive che offensive. Anche se Noboa, perno ecuadoregno della zona nevralgica del campo, si è ben disimpegnato sia da mediano che da trequartista, come testimonia l'ottima esperienza che sta vivendo, ormai da tre stagioni, nella Russian Premier League. La porta sarà difesa da Maximo Banguera, estremo difensore del Barcelona de Guayaquil, che ha scavalcato Dominguez (LDU Quito) nelle preferenze di Rueda. La difesa a quattro dovrebbe essere composta da due terzini decisamente di spinta - Paredes (a destra) e l'espertissimo Ayovi (a sinistra) - e dai centrali Erazo (difensore in forza al Flamengo) e Guagua (Emelec). Nonostante le ottime prove fornite a livello difensivo durante il girone di qualificazione al Mondiale, il reparto arretrato lascia in ansia i tifosi ecuadoregni: troppi, infatti, sono stati gli errori commessi durante le ultime amichevoli, complice l'atteggiamento, spesso ultra offensivo, degli esterni bassi e una coppia centrale che, recentemente, ha palesato eccessivi problemi d'intesa. Se la difesa ingloba dubbi e ansie, altrettanto non si può dire del centrocampo, anche se l'infortunio di Castillo, occorso nell'amichevole contro il Messico, desta qualche preoccupazione al c.t. Rueda. Se l'esperto centrocampista dell'Al-Hilal non dovesse farcela, il posto da mediano, a fianco del talentuoso e inamovibile Noboa, dovrebbe essere appannaggio di Gruezo, giovanissimo centrocampista in forza allo Stoccarda. Sugli esterni, invece, dovrebbero agire Valencia e Jefferson Montero: il primo, oltre a garantire spinta in fase offensiva, risulterà certamente utile anche in ripiego, dove darà man forte a Paredes, terzino più bravo a offendere che a difendere; il secondo, invece, potrebbe talvolta essere sacrificato per motivi tattici, con lo spostamento da terzino ad esterno di centrocampo di Ayovi e l'inserimento di un esterno basso (Bagui?) con caratteristiche decisamente più difensive. Pochi dubbi, invece, in attacco. La coppia offensiva sarà composta, salvo incredibili ripensamenti dell'ultima ora, da Enner Valencia e Felipe Caicedo: l'ex ala dell'Emelec, reduce da una stagione strepitosa con la maglia del Pachuca, garantisce gol e movimento perpetuo su tutto il fronte offensivo, mentre il giocatore dell'Al Jazira - attaccante noto agli amanti del calcio internazionale per aver vestito le maglie di Manchester City, Sporting Lisbona, Levante e Lokomotiv Mosca - agisce prevalentemente da punta centrale, pur essendo in grado, all'occorrenza, di partire da destra per concludere a rete con il potente sinistro di cui dispone. LA STELLA -73- Dici Ecuador e, calcisticamente parlando, pensi ad Antonio Valencia, esterno destro da diverse stagioni in forza al Manchester United. Lo sbarco in Europa, a soli vent'anni, avvenne in Spagna nelle fila del Villarreal, che lo cedette in prestito al Recreativo Huelva. Il sub-marino amarillo, all'epoca semifinalista in Champions League, non credette nelle qualità dell'ala ecuadoregna, che venne ceduto al Wigan con la formula del prestito con diritto di riscatto. Nelle fila dei Latics, però, Antonio esplose definitivamente, disputando tre stagioni eccellenti che gli valsero la chiamata di Sua Maestà, Alex Ferguson. Nel Manchester United, fra alti e bassi (e qualche grave infortunio), ha saputo ritagliarsi uno spazio importante, rendendosi utile sia nel ruolo, per lui classico, di ala destra, che in quello, assolutamente atipico, di esterno basso, posizione ricoperta, ora, con buona disinvoltura. La sua esperienza internazionale, abbinata alle indubbie doti tecniche, fanno di Valencia la stella della selezione ecuadoregna, che punta sulla qualità dell'ala dei Red Devils per agguantare gli ottavi di finale. LA SORPRESA Attenzione a Enner Valencia, attaccante di movimento del Pachuca, reduce da una seconda parte di stagione "monstre", condita dalla bellezza di diciassette reti in ventun partite disputate fra campionato messicano e Copa Sudamericana. Dopo alcune ottime stagioni nell'Emelec, il ventiquattrenne di San Lorenzo è esploso definitivamente in Mexico, complice anche lo spostamento da laterale d'attacco a seconda punta, ruolo che gli consente di agire con maggior libertà. In tandem con Caicedo, oltretutto, potrebbe mettere ulteriormente in mostra le proprie doti: grazie alle differenti caratteristiche fisiche e tecniche, i due costituiscono una coppia ben amalgamata che potrebbe creare non pochi problemi ai reparti arretrati avversari. PROSPETTIVE Se nel 2006 il sorteggio fu abbastanza accomodante con gli ecuadoregni, quello di questo mondiale non è stato altrettanto benevolo. Inclusa nel gruppo E con Svizzera, Francia e Honduras, la squadra di Rueda non parte certo con i favori del pronostico. Il sogno è l'ottavo di finale, obiettivo non semplice da centrare vista la presenza di elvetici e transalpini, compagini sulla carta maggiormente attrezzate. La nazionale ecuadoregna, però, è una squadra ostica e volitiva. Svizzera e Francia sono avvisate: la Selección venderà cara la pelle! CONVOCATI N. 1 12 22 2 3 4 10 18 Pos Giocatore P P P D D D D D Máximo Banguera Adrián Bone Alexander Domínguez Jorge Guagua Frickson Erazo Juan Carlos Paredes Walter Ayoví Óscar Bagüí Data nascita Squadra 16 dicembre 1985 8 settembre 1988 5 giugno 1987 28 settembre 1981 5 maggio 1988 8 luglio 1987 11 agosto 1979 10 dicembre 1982 Barcelona El Nacional LDU Quito Emelec Flamengo (Bra) Watford (Ing) Pachuca (Mex) Emelec -74- 21 5 6 7 8 9 14 15 16 19 20 23 11 13 17 D C C C C C C C C C C C A A A Gabriel Achilier Renato Ibarra Christian Noboa Jefferson Montero Édison Méndez João Rojas Oswaldo Minda Michael Arroyo Antonio Valencia Luis Saritama Fidel Martínez Carlos Gruezo Felipe Caicedo Enner Valencia Jaime Ayoví 23 marzo 1985 20 gennaio 1991 9 aprile 1985) 1 settembre 1989 15 marzo 1979 14 giugno 1989 26 luglio 1983 23 aprile 1987 4 agosto 1985 20 ottobre 1983 15 febbraio 1990 19 aprile 1995 5 settembre 1988 11 aprile 1989 21 febbraio 1988 -75Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Emelec Vitesse (Ola) Dinamo Mosca (Rus) Morelia (Mex) Santa Fe Cruz Azul (Mex) Chivas USA (Usa) Atlante (Mex) Manchester United (Ing) Barcelona Univ. de Guadalajara (Mex) Stoccarda (Ger) Al-Jazira (Eau) Pachuca (Mex) Tijuana (Mex) Tuttocalcioestero Il primo sito in italiano dedicato al calcio estero http://www.tuttocalcioestero.it Guida Brasile 2014, gruppo E: l'Honduras A cura di : Simone Grassi Per la terza volta - la seconda consecutiva - nella storia della piccola nazione (meno di 8 milioni di abitanti), l'Honduras - conosciuto come la Bicolor - parteciperà ai Campionati Mondiali di calcio. La qualificazione all'edizione brasiliana in procinto di iniziare è stata guadagnata nel raggruppamento della zona centro-nord americana (la CONCACAF), che ha visto ottenere il pass anche a Costa Rica e Stati Uniti. Con la terza posizione, grazie ai 15 punti in 10 partite, l'Honduras di Suárez ha preceduto addirittura la più quotata nazionale messicana, che ha dovuto affrontare lo spareggio con la Nuova Zelanda per essere certa della presenza in Brasile. Gran parte del merito va al goleador della squadra, in queste qualificazioni: Jerry Bengtson, autore di ben 9 reti. Il primo, storico, Mondiale disputato dall'Honduras è datato 1982. Nell'edizione spagnola, la Bicolor esordisce con un incredibile pareggio proprio contro i padroni di casa, restando in vantaggio per un'ora di gioco. Nonostante l'insperato punto ottenuto, non riuscirà a superare il girone iniziale completato da Irlanda del Nord e Jugoslavia, chiudendo in ultima posizione con due punti. Dopo 28 anni di attesa, si qualifica al Mondiale sudafricano del 2010, ottenendo il medesimo risultato della precedente edizione. Inserito nel gruppo H con Spagna, Cile e Svizzera, l'Honduras chiude ultimo con un solo punto, conquistato nel pareggio a reti bianche contro i -76- rossocrociati. Attualmente la Bicolor è al 30° posto del ranking Fifa, con 759 punti ed è stata inserita nel girone E del Mondiale brasiliano, con Svizzera, Ecuador e Francia. ANALISI TECNICO-TATTICA Il selezionatore tecnico, il colombiano classe 1959 Luis Suárez, guida la nazionale honduregna da marzo 2011; ha dunque avuto la possibilità di imbastire un progetto triennale, che ha portato i risultati sperati: la qualificazione diretta a Brasile 2014. La Bicolor scenderà in campo con un ordinato e classico 4-4-2, la cui unica alternativa finora sperimentata è un 4-4-1-1, con un trequartista alle spalle di un'unica punta. A difendere la porta ci sarà Noel Valladares, capitano della spedizione iridata. A 37 anni, festeggerà il secondo Mondiale da titolare: le sue 119 presenze in Nazionale ne fanno il secondo recordman di sempre, dietro ad Amado Guevara. Gioca in patria, nell'Olimpia Tegucigalpa. I difensori centrali, nella difesa a quattro, sono Maynor Figueroa e Víctor Bernardez. Il primo, 30 anni, gioca in Premier League con la maglia dell'Hull City e ha festeggiato i 100 caps con la maglia della Bi. Nella sua personale bacheca, un FA Cup vinta con il Wigan lo scorso anno ed una persa in finale quest'anno contro l'Arsenal. Bernardez, classe 1982, ha conosciuto l'Europa nel 2009, difendendo per un biennio i colori di Anderlecht e Lierse, in Belgio. Attualmente è sotto contratto con gli statunitensi del San José Earthquakes. La corsia laterale di sinistra è occupata da Emilio Izaguirre, tra i migliori della formazione. Il terzino ventottenne di Tegucigalpa è un pilastro degli scozzesi del Celtic e, nel 2011, è stato eletto Miglior Giocatore della Scottish Premier League. La fascia opposta è di competenza di Brayan Beckeles, difensore dell'Olimpia Tegucigalpa di 1 metro e 86 centimetri; vanta 21 presenze con la H. La responsabilità di recuperare palloni e arginare le avanzate degli avversari poggia sulle spalle di Wilson Palacios, rude mediano dello Stoke City, con un passato tra le fila di Tottenham, Wigan e Birmingham City. Senza dubbio, è il giocatore più rappresentativo dei 23 che partiranno per il Brasile: le ultime due stagioni, anche a causa di qualche infortunio di troppo, lo hanno spesso relegato in panchina e il Mondiale è un'occasione d'oro per dimostrare tutto il proprio valore. A 29 anni ha già accumulato più di 90 presenze con la selezione nazionale e ne è vicecapitano. Al suo fianco, un altro giocatore dalle spiccate qualità difensive: Luis Garrido. Interno di centrocampo, classe 1990, anch'egli in forza all'Olimpia Tegucigalpa: il suo modello di riferimento è lo stesso Palacios, ma con due giocatori con queste caratteristiche, c'è da chiedersi chi potrà impostare un'azione e giostrare da regista. Per questo motivo l'alternativa più credibile a Garrido è Oscar Boniek Garcia, trequartista fantasioso di 29 anni in forza all'Houston Dynamo, con 89 presenze in nazionale alle spalle. Roger Espinoza, centrocampista del Wigan, è stato adattato alla corsia sinistra dal ct colombiano, nonostante il suo ruolo prediletto sia quello di interno di centrocampo. Dopo 5 anni nella MLS, con la maglia del Kansas City, è approdato in Inghilterra, vincendo l'FA Cup nel 2012/2013 e guadagnando i playoff di Npower Championship quest'anno, nonostante -77- l'eliminazione in semifinale a favore del Queens Park Rangers. La fascia destra vedrà le corse di Andy Najar, giovane gioiello in forza all'Anderlecht. Ha da poco vinto il campionato belga, giocando 32 partite in stagione e si è imposto come una delle migliori sorprese della Jupiler Pro League: su di lui è già alto l'interesse di alcuni club europei importanti. I due centravanti titolari sono Jerry Bengtson e Carlos Costly. Il primo, classe 1987, veste la maglia dei New England Revolution e ha onorato la casacca della Bicolor per 45 volte, andando a segno in 22 occasioni. Costly è un'ariete d'area, grazie ai suoi 188 centimetri, ma altrettanto prolifico in zona gol: sono 28 le sue realizzazioni con la Nazionale. Il 31enne di San Pedro Sula ha deciso quest'anno di fare ritorno nel campionato honduregno, con la maglia della Real España - team della propria città natale - dopo le esperienze estere in Messico, Polonia, Inghilterra, Romania, Stati Uniti, Grecia e Cina: un nomade del pallone. La prima alternativa per il reparto offensivo è Jhonny Palacios, fratello di Wilson, anch'egli presente quattro anni fa in Sudafrica. LA STELLA La palma di 'star' della squadra andrebbe equamente divisa tra Emilio Izaguirre e Wilson Palacios. Il primo ha dimostrato, dal punto di vista fisico e atletico, di essere decisamente più preparato per l'evento mondiale: nelle ultime due stagioni ha disputato 111 gare senza subire infortuni rilevanti e, cosa più importante, garantendo sempre la solita continuità sia in fase di spinta, che in fase difensiva. Arrivato in Scozia a 24 anni, nella stagione 2009/2010, dal Motagua (club honduregno), ha fin da subito messo in mostra una personalità fuori dal comune, imponendosi come uno dei migliori terzini del campionato. Le vittorie ottenute con i biancoverdi e le importanti esperienze nelle coppe europee lo hanno arricchito e plasmato sotto ogni punto di vista. Wilson Palacios, a differenza del compagno, ha giocato solamente 38 partite nelle ultime due annate, ma in patria è considerato un'icona del movimento calcistico locale. Dal 2006 calca i campi di calcio inglesi, dimostrando di esserne all'altezza, grazie alla sua generosità tattica associata ad una discreta tecnica. Sarà la guida carismatica del gruppo honduregno, a lui spetterà imporre il ritmo alla squadra durante le partite: tutto l'Honduras si aspetta molto da Wilson, così come Luis Suárez. LA SORPRESA Andy Najar è sicuramente il giocatore che sarà maggiormente osservato in Brasile. Il centrocampista laterale è stato acquistato per 2 milioni di euro nel gennaio 2013 dall'Anderlecht, da sempre attento alle giovani promesse del calcio. In Belgio ha trovato l'ambiente ideale per crescere e migliorarsi, riuscendo a ritagliarsi un posto da titolare anche nella squadra di John van den Brom. Veloce e tecnicamente dotato, deve crescere ancora in fase realizzativa e cercare di aiutare di più la squadra nel momento in cui bisogna difendere. Alcuni club, quali Valencia, Tottenham e Hull City, hanno già messo nel mirino l'acquisto del giocatore e il Mondiale brasiliano può rappresentare un'ottima vetrina per Najar. Il suo contratto scade nel 2018 e i biancomalva campioni del Belgio non intendono privarsene per meno di 5/6 milioni di euro. -78- PROSPETTIVE La formazione honduregna arriverà in Brasile senza grandi speranze, con la consapevolezza di dover compiere un miracolo per superare il girone eliminatorio. Non avendo niente da perdere, la pressione sui ragazzi caraibici è minima: l'obiettivo principale è quello di non sfigurare con nessun avversario e, magari, riuscire a vincere la prima partita di un Mondiale. Francia, Svizzera e Ecuador non sono propriamente le avversarie più abbordabili per tentare l'impresa, ma nel calcio, mai dire mai. Il primo match andrà in scena il 15 giugno a Porto Alegre, contro i transalpini, per poi scendere in campo il 21 a Curitiba e il 25 a Manaus, rispettivamente contro Ecuador e Svizzera. CONVOCATI N. Pos Giocatore Data nascita Squadra Real España Olimpia Olimpia Qingdao Jonoon (Cina) Hull City (Ing) Motagua San Jose Earthquakes (Usa) Wigan Athletic (Ing) Celtic (Sco) Rangers (Sco) Olimpia Stoke City (Ing) Herediano (Crc) Houston Dynamo (Usa) Wigan Athletic (Ing) Anderlecht (Bel) Olimpia Motagua Chivas USA (Usa) Alajuelense (Crc) New England Revolution (Usa) Real España Real Sociedad 1 18 22 2 3 4 5 P P P D D D D Luis López Noel Valladares Donis Escober Osman Chávez Maynor Figueroa Juan Pablo Montes Víctor Bernárdez 13 settembre 1993 3 maggio 1977 3 febbraio 1980 29 luglio 1984 2 maggio 1983 26 ottobre 1985 24 maggio 1982 6 7 12 21 8 10 14 15 17 19 20 23 9 11 D D D D C C C C C C C C A A Juan Carlos García Emilio Izaguirre Arnold Peralta Brayan Beckeles Wilson Palacios Mario Martínez Óscar García Roger Espinoza Andy Najar Luis Garrido Jorge Claros Marvin Chávez Jerry Palacios Jerry Bengtson 8 marzo 1988 10 maggio 1986 29 marzo 1989 28 novembre 1985 29 luglio 1984 30 luglio 1989 4 settembre 1984 25 ottobre 1986 16 marzo 1993 5 novembre 1990 8 gennaio 1986 3 novembre 1983 1 novembre 1981 8 aprile 1987 13 16 A A Carlo Costly Rony Martínez 18 luglio 1982 16 ottobre 1988 -79Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Tuttocalcioestero Il primo sito in italiano dedicato al calcio estero http://www.tuttocalcioestero.it Guida Brasile 2014, gruppo F: l'Argentina A cura di : Lorenzo Guarnieri Ventotto anni dopo il trionfo a Mexico ’86 con Maradona in campo, l’Argentina cercherà di tornare in cima al mondo. E’ tuttavia dal 1990 che non arriva tra le prime 4, quindi il primissimo obiettivo sarà almeno quello di arrivare a Sao Paulo o Belo Horizonte per giocare una delle due semifinali. Se arriverà effettivamente a quel punto è più probabile che nel penultimo atto troveremmo l’albiceleste il 9 luglio nella capitale paulista, visto che sembra difficile che qualcuno possa sottrarle il primo posto nel gruppo F e destinarla all’altro lato del tabellone. Nel sesto girone del torneo, i rivali della nazionale di Alejandro Sabella saranno la Bosnia Erzegovina il 15 giugno al Maracanã di Rio de Janeiro alle 21 italiane; l’Iran il 21 giugno al Mineirão di Belo Horizonte alle 18 di Roma; e il 25 giugno la Nigeria al Beira Rio di Porto Alegre, nuovamente alle 18 orario italiano. ANALISI TECNICO-TATTICA Con un girone tranquillo, il migliore al mondo (manco a dirlo) Lionel Messi nella rosa assieme ad altri campioni come Ángel Di María, Sergio Agüero e Gonzalo Higuaín, fanno dell’Argentina una delle super candidate alla vittoria finale, soprattutto perché dalla cintola in su nessun’altra nazionale sembra disporre di un bagaglio tecnico così elevato. Dall’altra parte, preoccupa il comportamento in difesa, nella cui linea a 4, a parte la forza propulsiva di Zabaleta, spesso domina il disordine e la debolezza nel gioco aereo, nonostante la crescita nel -80- finale di stagione di Garay nel Benfica faccia ben sperare. E’ probabilmente per i difetti evidenziati sulle palle alte che Sabella ha deciso di portare alla fine in Brasile Martín De Michelis, dopo due anni e mezzo di assenza dalla nazionale e lasciare a casa Nicolás Otamendi. Il difensore centrale del Manchester City, più di quello dell’Atletico Mineiro, potrebbe trasformarsi in una variante molto utile in caso di confronti in cui la palla inattiva assuma un ruolo preponderante, e non solo in chiave difensiva. Come sarà poi il Mondiale di Sergio Romero tra i pali? E’ questo indubbiamente uno dei punti interrogativi più grandi, dato lo scarso impiego avuto durante l’ultima stagione nel Monaco per il portiere che tornerà alla Sampdoria dopo il Mondiale: per lui nel 2013/14 appena 9 presenze per un totale di 828 minuti. Davvero poco per un estremo difensore tutt’altro che consolidato nel proprio ruolo. Ci saranno occasioni per Augustín Orión e Mariano Andujar a torneo in corso? A centrocampo ha sorpreso l’esclusione dalla lista di 23 di Ever Banega, il quale nel semestre trascorso al Newell’s Old Boys non ha brillato per continuità e per questo Sabella ha deciso di puntare nel 4-3-3 che ha in mente, su Fernando Gago, regista al fianco di Mascherano, dedicato alla fase di contenimento, e Di María, deputato a creare superiorità con le sue folate a partire da sinistra. Nonostante la precaria condizione fisica con cui Gago arriverà all’appuntamento in Brasile dopo i quasi due mesi di stop per uno stiramento al ginocchio sinistro sofferto in aprile, Sabella ha piena fiducia nell’ex centrocampista di Real Madrid e Roma per il ruolo di regista. Dell’attacco si è già detto, forse il più completo dell’intero torneo e se si aggiunge la presenza di valide alternative come Lavezzi, che ama partire da lontano e Palacio, navigato uomo d’area, la nazionale sudamericana dispone altresì di ricambi che pur non essendo all’altezza dei titolari, sono comunque giocatori preziosi per tornei brevi dove l’esperienza può prevalere sul puro talento. Lucas Biglia, Hugo Campagnaro, Enzo Pérez Federico Fernández e José Maria Basanta sono alcuni dei nomi che completano la rosa dell’Argentina: non giocatori straordinari e di classe eccelsa, ma la cui inclusione riflette la scelta di Alejandro Sabella di puntare su quello zoccolo duro sorto a Barranquilla il 15 novembre 2011 nella quarta giornata delle qualificazioni. Quel giorno l’Argentina superò 2-1 la Colombia e quel trionfo è da tutti ritenuto come l’atto di fondazione dell’idea di nazionale voluta dall’ex allenatore dell’Estudiantes, dove l’equilibrio collettivo prevalga sulle aspirazioni individuali, accompagnando con sacrificio e umiltà la classe di chi dovrà finalizzare il gioco. E’ per questo che Carlos Tevez non è in questo Mondiale, mentre interpreti inferiori a livello tecnico avranno la loro chance. LA STELLA Ma la sintesi del sogno argentino è tutta sulle spalle di quel ragazzo venuto da Rosario e diventato grande a Barcellona: il suo terzo mondiale dovrà essere quello dell’apoteosi per Lionel Messi. Dopo il Sudafrica ha vinto altri tre Palloni d’Oro, Champions e titoli nazionali con il Barça, segnando in appena 4 stagioni la bellezza di 227 gol con la squadra catalana. 40 milioni di argentini aspettano da lui la prova del nove, affinché dopo l’azulgrana anche l’albiceleste tinga di gloria la sua carriera di fuoriclasse indiscusso. L’ultimo non è stato l’anno calcistico migliore: ulteriori infortuni e la mancanza di vittorie nel mese di maggio lo hanno un po’ messo in chiaroscuro. Ma la sua frase “ho cambiato il chip” appena sbarcato all’aeroporto -81- di Ezeiza il 20 maggio, è stata adottata da tutto il giornalismo sportivo argentino come lo slogan di un cambiamento di tendenza, nel quale non solo è espressa la speranza che l’Argentina diventi una nobile veste della Pulga, ma che soprattutto l’Argentina torni dopo quasi un quarto di secolo nell’Olimpo del calcio mondiale. LA SORPRESA La sorpresa in verità dovrà essere una conferma e una chiave di volta fondamentale nell’ingranaggio albiceleste. Fernando Gago non ha certamente attraversato annate altisonanti negli ultimi tempi: opaco nella Roma di Luis Enrique, poco presente con il Valencia di Unay Emery e il Velez di Gareca, ha ritrovato brillantezza nell’Inicial 2013 nel nuovo Boca di Bianchi, il tecnico che lo ha riportato al Xeneize , suo club di origine. Ma dopo poche giornate del Torneo Final, Gago ha subito un duro stiramento ai legamenti collaterali del ginocchio, che gli ha imposto un lungo stop, durato fino all’inizio del ritiro della selección nel centro tecnico nazionale di Ezeiza. Bianchi all’inizio dell’anno stoppò l’acquisto di Banega adducendo che “se ho già gli spaghetti nel piatto(Gago), perché dovrei aggiungervi dei tagliolini(Banega)?” ragionamento che evidentemente deve aver fatto anche Sabella, visto che il ct lo ha finalmente preferito proprio all’ex compagno nel Boca. Una fiducia che Gago dovrà ripagare prendendo in mano il centrocampo e supportando l’azione di Messi, Aguero e Di María, i tre grandi creatori di gioco. Se tutto filerà liscio probabilmente passerà inosservato, perché saranno altri a prendersi la ribalta, a partire dalla fluidità di manovra. Ma se qualcosa dovesse andare storto sarà in molti ad accorgersi della sua presenza. PROSPETTIVE Non può fallire:è una delle favoritissime ad alzare la Coppa del Mondo nel cielo del Maracanã il 13 luglio. CONVOCATI N. 1 12 21 2 3 4 15 16 17 23 5 6 Pos Giocatore P P P D D D D D D D C C Sergio Romero Agustín Orión Mariano Andújar Ezequiel Garay Hugo Campagnaro Pablo Zabaleta Martín Demichelis Marcos Rojo Federico Fernández José María Basanta Fernando Gago Lucas Biglia Data nascita Squadra 22 febbraio 1987 26 luglio 1981 30 luglio 1983 10 ottobre 1986 27 giugno 1980 16 gennaio 1985 20 dicembre 1980 20 marzo 1990 21 febbraio 1989 3 aprile 1984 10 aprile 1986 30 gennaio 1986 Monaco (Fra) Boca Juniors Catania (Ita) Benfica (Por) Internazionale (Ita) Manchester City (Ing) Manchester City (Ing) Sporting Lisbon (Por) Napoli (Ita) Monterrey (Mex) Boca Juniors Lazio (Ita) -82- 7 8 11 13 14 19 9 10 18 20 22 C C C C C C A A A A A Ángel di María Enzo Pérez Maxi Rodríguez Augusto Fernández Javier Mascherano Ricardo Álvarez Gonzalo Higuaín Lionel Messi Rodrigo Palacio Sergio Agüero Ezequiel Lavezzi 14 febbraio 1988 22 febbraio 1986 2 gennaio 1981 10 aprile 1986 8 giugno 1984 12 aprile 1988 10 dicembre 1987 24 giugno 1987 5 febbraio 1982 2 giugno 1988 3 maggio 1985 -83Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Real Madrid (Spa) Benfica (Por) Newell's Old Boys Celta Vigo (Spa) Barcelona (Spa) Internazionale (Ita) Napoli (Ita) Barcelona (Spa) Internazionale (Ita) Manchester City (Ing) Paris Saint-Germain (Fra) Tuttocalcioestero Il primo sito in italiano dedicato al calcio estero http://www.tuttocalcioestero.it Guida Brasile 2014, gruppo F: la Bosnia-Erzegovina A cura di : Alex Alija Cizmic Leggenda vuole che Sergej Barbarez, storico capitano della Bosnia-Erzegovina ritiratosi dalla nazionale il 7 ottobre 2006 contro la Moldavia, il giorno prima della partita successiva (l’11 ottobre contro la Grecia), abbia invitato l’attuale capitano Emir Spahic a prendere un caffè. Barbarez, quel pomeriggio, avrebbe comunicato a Spahic la volontà di lasciare la nazionale e, mettendogli al braccio una fascia da capitano che teneva nella giacca, lo avrebbe eletto nuovo leader della nazionale balcanica. Una sola era la missione che Spahic avrebbe dovuto portare a compimento: guidare la Bosnia-Erzegovina alla fase finale di una grande competizione, europeo o mondiale che fosse. Bene, sette anni e cinque giorni più tardi, in quel 15 ottobre 2013 a Kaunas (Lituania), Spahic, Džeko e compagni si ritrovarono in lacrime a percorrere il giro di campo del St. Dariaus e St. Girenas, applauditi dai loro commoventi tifosi, giunti in migliaia per festeggiare dal vivo e con i loro eroi un successo atteso dal 1° marzo 1992, giorno dell’indipendenza dall’ex Jugoslavia. La missione era stata raggiunta. Brasile 2014 era diventato realtà. Il girone di qualificazione è stato praticamente una passeggiata, se si esclude il passo falso casalingo contro la Slovacchia. Grecia - inutile il buon girone disputato visto che la differenza reti della Bosnia è risultata nettamente superiore - Slovacchia, Lituania, Lettonia e Lichtenstein non si sono rivelati avversari all’altezza per la generazione d’oro bosniaca. 25 punti (frutto di 8 -84- vittorie,1 pareggio e 1 sconfitta), 30 gol fatti e solo 6 subiti sottolineano il ruolino di marcia schiacciante che ha permesso alla Bosnia di potersi iscrivere tra le trentadue nazionali che parteciperanno alla rassegna mondiale. ANALISI TECNICO-TATTICA Emir Spahic, che come detto in precedenza è il capitano, rappresenta il perno difensivo della nazionale, il comandante indiscusso della retroguardia. Accanto a lui, negli ultimi due anni, si sono avvicendati vari difensori centrali ma il prescelto per far coppia con il giocatore del Bayer Leverkusen è Ermin Bicakcic. Il centrale dell’Eintracht Braunschweig è il prodotto dell’ottimo lavoro di scouting che la federazione sta svolgendo nei paesi che hanno ospitato la diaspora bosniaca dopo i cruenti fatti della guerra civile degli anni ’90. Bicakcic, dopo il 21° compleanno, rinunciò alla cittadinanza bosniaca perché desiderava difendere i colori della Germania. Qualche mese più tardi tornò sui suoi passi e riprese la cittadinanza del paese d’origine dei suoi genitori. Esordì nel 2013 contro gli Stati Uniti e da allora non è più uscito dall’undici titolare. Il centrale difensivo - acquistato qualche giorno fa dall'Hoffenheim - è arrivato in ritiro con un serio infortunio che lo ha costretto a svolgere allenamenti individuali sin dall'inizio della preparazione. Se recupererà il posto accanto a Spahic sarà suo; in alternativa potrebbero sostituirlo Toni Šunjic o Vranješ. Il padrone della fascia destra è, virtualmente, Mensur Mujdža, terzino destro del Friburgo. Virtualmente perché il ragazzo, essendo assai fragile, ha sofferto diversi infortuni in carriera e questa stagione non ha fatto eccezione. Per questo, Avdija Vršajevic, giocatore dell’Hajduk Spalato che può ricoprire sia il ruolo di terzino che quello di esterno alto, ha più di una chance di impadronirsi del posto; Ognjen Vranješ, invece, rappresenterebbe la variante più difensiva. A sinistra, è stata costante la presenza di Sejad Salihovic, centrocampista tuttofare nell’Hoffenheim ma terzino sinistro in nazionale. A St. Louis, però, nell’amichevole contro l’Argentina, ha fatto il suo esordio un talento – un altro figlio della diaspora - nato e cresciuto in Germania: si tratta di Sead Kolašinac, laterale classe 1993 dello Schalke 04 che si è imposto alla grande in Bundesliga. A difendere i pali di una delle porte meno battute nella fase di qualificazione europea è presente un estremo difensore non spettacolare ma molto solido e sempre attento, Asmir Begovic dello Stoke City. Grazie alle sue ottime prestazioni in Premier League ha attirato l’attenzione dei più importanti club europei. Una garanzia per la piccola nazionale balcanica. La Bosnia-Erzegovina adotta un sistema di gioco prettamente offensivo, un 4-1-3-2 teso a mantenere il possesso palla nella metà campo avversaria per larghi tratti del match e dunque a lasciare spesso nell’uno contro uno i difensori centrali, per cui è fondamentale la posizione del mediano davanti alla difesa. Anche in questo ruolo si sono alternati più giocatori. La scelta dipende dall’avversario: se il rivale è di caratura inferiore - come spesso è capitato nel girone di -85- qualificazione - nel ruolo può giocare un centrocampista di costruzione, vedi Haris Medunjanin del Gaziantepspor, altrimenti, nel caso di avversario superiore qualitativamente, è più probabile che venga schierato un incontrista il cui compito consta esclusivamente nel supportare la fase difensiva, vedi Muhamed Bešic, convocato in extremis per sopperire, con la sua freschezza e dinamicità, alla scarsa condizione degli esclusi Rahimic del CSKA Mosca (ormai 39enne) e Zahirovic del Bochum; questi ultimi due, relegati in panchina dai loro allenatori di club, hanno dovuto giocoforza rinunciare al biglietto per il Brasile. Qui si colloca anche l’idea di proporre Salihovic in questa posizione di mediano come accade nell’Hoffenheim, in virtù del fatto che la casella di terzino sinistro è ora ben coperta. L'esperto Salihovic, in caso di bisogno, può ricoprire anche il ruolo di mezz'ala sinistra, scelta che trasformerebbe il centrocampo bosniaco in un classico rombo con il vertice basso occupato da un distruttore di gioco, Pjanic interno destro e Misimovic vertice alto. Non è da escludere - anzi sta prendendo sempre più piede nelle ultime settimane - l'idea di schierare il doppio mediano (costruttore + distruttore) per offrire maggiore protezione al reparto difensivo e alla squadra intera. Stiamo parlando di un 4-2-3-1 nel quale Pjanic verrebbe abbassato per gestire l'uscita della palla dalla difesa e impostare il primo passaggio della manovra; Bešic supporterebbe il romanista con la sua gran dose di aggressività. In ogni caso, Medunjanin rischia di perdere il posto a causa di una troppo rimarcata staticità in fase di non possesso. Davanti al mediano (o doppio mediano) giostrano a loro piacimento tre centrocampisti di qualità e quantità: solitamente sulla sinistra agisce Senad Lulic della Lazio, capace di coprire senza affanni tutta la fascia di competenza e pericoloso con i suoi continui tagli alle spalle degli attaccanti che vengono incontro; la trequarti è territorio di Zvijezdan Misimovic (attualmente in Cina al Guizhou Renhe) classico numero dieci fantasioso, l’uomo dell’ultimo passaggio; infine Miralem Pjanic (in caso di utilizzo di un solo mediano), forse il regista più importante della squadra, un geometra libero di svariare per tutto il campo e inventare magie. Una variante per i tre “trequartisti” possono offrirla Edin Višca dell'?stanbul Spor Kulübü, rapido attaccante laterale brevilineo e bravo nel dribbling, e Izet Hajrovic del Galatasaray, l'uomo della provvidenza con il suo gol-vittoria in Slovacchia, un gioiellino - forse non ancora pronto per certi palcoscenici - che la federazione è andata a pescare in Svizzera prima che scegliesse la nazionale elvetica. Nel reparto offensivo sembrava imprescindibile la coppia Edin Džeko-Vedad Ibiševic, coppia che l'ipotesi di 4-2-3-1 dividerebbe. Sono entrambi letali: dei due, colui che staziona maggiormente nell’area di rigore è Ibiševic, sicuramente più spietato sotto porta. Džeko, invece, ama allargarsi sulla sinistra per convergere e sfruttare il piede forte. Tra i due, il "diamante" del City, per la sua classe innata, sarebbe l'unica punta. Il primo modulo (4-1-3-2), così votato all’attacco, risulta assai poco equilibrato durante la -86- transizione negativa. Sono pochi i giocatori che possiedono nelle loro corde caratteristiche quali filtro difensivo, copertura e sacrificio. Si predilige forse troppo la qualità e ciò potrebbe rivelarsi dannoso contro compagini più attrezzate dal punto di vista tecnico e in fase di ripartenza. Per questo, la variante col doppio mediano (4-2-3-1) potrebbe rivelarsi più di un ripiego da mettere in campo contro nazionali di rango superiore. Sarebbe stato utile, in questo biennio, lavorarci maggiormente. Ora i tempi sono ristretti per abituare la rosa al nuovo sistema ma l'ultima amichevole contro la Costa d'Avorio, in questo senso, pare aver dato indicazioni confortanti. Resta da vedere se Safet Sušic riterrà necessario cambiare o se continuerà a voler imporre la sua idea di gioco contro qualsivoglia avversario. Per il resto, la spedizione bosniaca è completata dal nuovo che avanza, Anel Hadžic dello Sturm Graz e Tino Sven Sušic (nipote del tecnico) dell’Hajduk Spalato, e da una vecchia guardia come Senijad Ibricic che milita in Turchia nell'Erciyesspor. La profondità della rosa è un'annosa e irrisolta questione per la nazionale balcanica che la federazione sta provando a risolvere. Solo un evento di grande portata come il mondiale potrà dirci se i giovani bosniaci sono pronti per raccogliere l'eredità di chi, prima o poi, lascerà. LA STELLA Edin Džeko e Miralem Pjanic sono, obiettivamente, i giocatori di maggior talento della BosniaErzegovina. Pjanic, però, esprima in maniera più completa il significato che, nel gergo calcistico, assegniamo alla parola "stella". Pjanic ha visione e tecnica da vendere (88,5% di passaggi riusciti), sforna assist a ripetizione (5), batte i calci piazzati e contribuisce notevolmente alla fase realizzativa (6 gol). Pjanic, come direbbero gli americani, è un "five-tool player": sa fare tutto e sarà il faro del centrocampo bosniaco incaricato di illuminare la strada ai compagni. LA SORPRESA Muhamed Bešic ha tutta l'aria del ragazzo entrato in un gruppo in punta di piedi ma con la personalità di chi è consapevole del proprio valore. È finito in Ungheria, al Ferencvaros, dopo essere stato cacciato dall'Amburgo per motivi disciplinari. Sušic ha affermato di averlo seguito costantemente in questi ultimi anni e il carattere fumantino del difensore - provato mediano da Sušic in preparazione e nella prima amichevole di venerdì scorso - non sembra costituire un problema. Dinamicità, aggressività e discreta proprietà di palleggio sono le sue peculiarità. Il mondiale è un'enorme vetrina, la stoffa c'è e la circostanza del cambio di modulo potrebbe favorire la sua esplosione. PROSPETTIVE La Bosnia-Erzegovina è una signora squadra, occupa la 25esima posizione nel ranking FIFA e volerà in Brasile con l'umiltà della nazionale esordiente ma, allo stesso tempo, con il -87- desiderio di non interrompere il processo di maturità intrapreso negli ultimi anni. L'Argentina è la favorita del girone F e non dovrebbero esserci dubbi. La Nigeria, campione d'Africa in carica, è inferiore alla formazione del C.T. Safet Suši? ma ha dalla sua la maggior fisicità unita all'esperienza delle precedenti edizioni dei mondiali; sarà la diretta concorrente della Bosnia per la qualificazione agli ottavi di finale. L'Iran di Queiroz non va sottovalutata ma è di gran lunga la peggior squadra del raggruppamento e non dovrebbe mettere bastoni tra le ruote ai balcanici. Riassumendo: la Bosnia-Erzegovina può ambire agli ottavi di finale dove incontrerebbe, probabilmente, la prima del girone E (Francia, Svizzera, Ecuador, Honduras). Non sarebbe, in ogni caso, una sfida impossibile. Sognare non costa nulla. I CONVOCATI N. 1 12 22 2 3 4 5 6 7 13 15 8 10 14 16 17 18 20 21 23 9 11 19 Pos Giocatore P P P D D D D D D D D C C C C C C C C C A A A Asmir Begovic Jasmin Fejzic Asmir Avdukic Avdija Vršajevic Ermin Bicakcic Emir Spahic Sead Kolašinac Ognjen Vranješ Muhamed Bešic Mensur Mujdža Toni Šunjic Miralem Pjanic Zvjezdan Misimovic Tino-Sven Sušic Senad Lulic Senijad Ibricic Haris Medunjanin Izet Hajrovic Anel Hadžic Sejad Salihovic Vedad Ibiševic Edin Džeko Edin Višca Data nascita Squadra 20 giugno 1987 15 maggio 1986 13 maggio 1981 6 marzo 1986 24 gennaio 1990 18 agosto 1980 20 giugno 1993 24 ottobre 1989 10 settembre 1992 28 marzo 1984 15 dicembre 1988 2 aprile 1990 5 giugno 1982 13 febbraio 1992 18 gennaio 1986 26 settembre 1985 8 marzo 1985 4 agosto 1991 16 agosto 1989 8 ottobre 1984 6 agosto 1984 17 marzo 1986 17 febbraio 1990 Stoke City (Ing) VfR Aalen (Ger) Borac Banja Luka Hajduk Spalato (Cro) Hoffenheim (Ger) Bayer Leverkusen (Ger) Schalke 04 (Ger) Elaz??spor (Tur) Ferencváros (Ung) Friburgo (Ger) Zorya Luhansk (Ucr) Roma (Ita) Guizhou Renhe (Cina) Hajduk Spalato (Cro) Lazio (Ita) Kayseri Erciyesspor (Tur) Gaziantepspor (Tur) Galatasaray (Tur) Sturm Graz (Aut) Hoffenheim (Ger) Stoccarda (Ger) Manchester City (Ing) ?stanbul BB (Tur) -88Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Tuttocalcioestero Il primo sito in italiano dedicato al calcio estero http://www.tuttocalcioestero.it Guida Brasile 2014, gruppo F: l'Iran A cura di : Saman Javadi Alla sua quarta partecipazione ai mondiali di calcio, il Team Melli - nome con cui è noto l'Iran in patria - si prepara ad affrontare il Girone F dove affronterà la Bosnia-Erzegovina, la Nigeria, e soprattutto l'Argentina di Leo Messi. Dopo aver perso il lasciapassare per Sudafrica 2010 a causa di un pareggio in casa della Corea del Sud nell'ultima partita di qualificazione, questa volta l'Iran ha restituito il colpo battendo i sudcoreani sia a Tehran sia a Seoul, classificandosi come prima del Gruppo A asiatico e qualificandosi direttamente alla fase finale di Brasile 2014. Argentina 78 - La prima volta dell'Iran alla Coppa del Mondo è stata sotto la guida del CT iraniano Heshmat Mohajerani che, dopo aver portato il Team Melli alla vittoria della Coppa delle nazioni asiatiche del 1976, due anni dopo riuscì a portare la sua nazionale al mondiale argentino. I ragazzi di Mohajerani persero 3-0 contro i futuri vice-campioni dell'Olanda, per poi ottenere uno storico pareggio per 1-1 contro la Scozia di Joe Jordan, e infine perdere 4-1 contro il Perù: l'Iran terminò ultimo nel suo girone con 1 punto. Soltanto due anni dopo sarebbe scoppiata la guerra contro l'Iraq (durata 8 anni) che avrebbe tenuto lontano l'Iran dal mondo dello sport per molti anni. I giocatori che si misero in mostra furono quattro: l'attaccante Hassan Rowshan (che segnò contro il Perù); il portiere Nasser Hejazi, che - a causa dei disordini rivoluzionari del 1979 - non poté essere ingaggiato dal Manchester United; il difensore Andranik Eskandarian e il centrocampista Iraj Danaeifard (autore della rete del pareggio contro gli scozzesi), questi ultimi trasferitisi poi negli USA per giocare nella North American Soccer League (antenata della MLS). -89- Francia 98 - A vent'anni di distanza dal suo primo mondiale, l'Iran tornava nel calcio che conta: grazie alla qualificazione in extremis ottenuta nel doppio spareggio con l'Australia (1-1 a Tehran, 2-2 a Melbourne), il Team Melli ottenne un posto nella lista dei 32, dopo aver cambiato ben 4 allenatori di cui uno (il plurivincitore Tomislav Ivi?) durante il ritiro pre-mondiale! A sedersi in panchina in Francia alla fine fu Jalal Talebi, allenatore iraniano emigrato negli USA; d'altra parte la nazionale poteva contare su tre giocatori professionisti, tutti reduci da un campionato in 1.Bundesliga: Khodadad Azizi, attaccante del Köln; l'attaccante Ali Daei e il centrocampista Karim Bagheri, entrambi nell'Arminia Bielefeld. L'esordio contro la Yugoslavia di Predrag Mijatovi? fu sorprendente, per quella che veniva definita dai media "squadra materasso": soltanto una punizione dello specialista Siniša Mihajlovi? al 72' riuscì a battere la porta iraniana. Carica di significati politici era la gara contro gli USA, che fortunatamente si rivelò per quello che doveva essere, cioè una partita di calcio: l'Iran vinse 2-1 con le reti di Hamid-Reza Estili e Mehdi Mahdavikia, mentre il goal della bandiera americano portò la firma di Brian McBride. Conquistata la sua prima vittoria in una Coppa del Mondo, l'Iran perse 2-0 contro la Germania di Bierhoff e Klinsmann, terminando terza con 3 punti nel Girone F di Francia 98. Dopo il mondiale, si aprirono le porte dell'Europa anche per altri membri del Team Melli: il difensore Mehdi Pashazadeh nel Bayer Leverkusen (poco spazio a causa di un grave infortunio); l'ala Mehdi Mahdavikia nel Bochum (e poi nell'Amburgo), l'esterno sinistro Mehrdad Minavand nello Sturm Graz (tre anni in Austria). Lo stesso Ali Daei passò al Bayern Monaco, diventando il primo giocatore asiatico a disputare la Champions League, per poi trasferirsi alla Hertha Berlino. Germania 2006 - Sfumata la partecipazione al torneo nippo-coreano del 2002 dopo lo spareggio contro l'Irlanda (vittoria irlandese per 2-0 a Dublino, vittoria iraniana per 1-0 a Tehran), la squadra guidata dal CT croato Branko Ivankovi? ebbe l'accesso alla competizione tedesca piazzandosi seconda alle spalle del Giappone nel girone di qualificazione. Erano molte le aspettative nei confronti del Team Melli, dovute al fatto che era la nazionale asiatica con più giocatori in Europa: il già citato Mehdi Mahdavikia (Amburgo), Rahman Rezaei (ex Perugia, poi Messina), Ali Karimi (Bayern Monaco), Vahid Hashemian (ex Bayern, poi Hannover 96), Fereydoon Zandi (Kaiserslautern), Moharram Navidkia (Bochum, una carriera costellata da infortuni). Invece fu una completa delusione per i tifosi: la partita d'esordio terminò 3-1 per il Messico (goal iraniano di Yahya Golmohammadi); prevedibile invece la successiva vittoria per 2-0 del Portogallo di Luis Figo e Cristiano Ronaldo, nella quale venne tenuto in panchina il 37enne capitano Ali Daei in un clima di divisione della squadra; imbarazzante il pareggio per 1-1 ottenuto con l'Angola grazie al goal di Sohrab Bakhtyarizadeh. Così l'Iran tornò a casa ultimo del suo girone con 1 solo punto; ma la vetrina mondiale servì a mettere in luce forze nuove che raggiunsero l'Europa: il difensore Hossein Kaebi (un anno al Leicester); i mediani Javad Nekounam (primo iraniano a giocare in Spagna, nell'Osasuna) e Andranik Teymourian (Bolton Wanderers); il centrocampista offensivo Masoud Shojaei (che due anni dopo raggiunse Nekounam all'Osasuna). ANALISI TECNICO-TATTICA Carlos Queiroz è diventato CT dell'Iran nell'aprile 2011, quando la squadra era reduce dall'eliminazione ai quarti di finale della Coppa delle nazioni asiatiche ad opera della Corea del -90- Sud: a parte gli "spagnoli" Nekounam e Shojaei, il Team Melli era composto da soli giocatori del campionato iraniano. Non deve stupire che Queiroz abbia cambiato più volte buona parte della squadra nell'arco di 3 anni, chiamando i cosiddetti "legionari" (coloro che giocavano all'estero), ma anche svolgendo un'opera di talent scouting degna di un osservatore per scovare calciatori di origine iraniana nati o cresciuti lontano dall'Iran. Da questo punto di vista l'allenatore portoghese ha incontrato molte difficoltà, non ultime gli ostacoli burocratici. Il risultato è un'arma a doppio taglio: da un lato, si hanno giocatori provenienti da campionati di livello più alto (Inghilterra, Spagna, Germania, Olanda); dall'altro manca un gruppo stabile e collaudato, a causa dei continui nuovi innesti e dello scarso numero di amichevoli giocate. Questo ha portato anche a due abbandoni della nazionale eccellenti: il portiere titolare Mehdi Rahmati e il fantasista Mojtaba Jabbari, punti fermi durante le gare di qualificazione. Alla vigilia dei mondiali, il primo punto interrogativo è: chi sarà tra i pali? Rahman Ahmadi ha ereditato il posto di Rahmati, ma non bisogna dimenticare che Queiroz ha fatto giocare nelle ultime partite sia il tedesco-iraniano Daniel Davari (padre iraniano e madre polacca), titolare dell'Eintracht Braunschweig, sia Alireza Haghighi, negli ultimi 6 mesi in prestito allo Sporting Covilhã in Portogallo. La difesa - solitamente a 4 - conta giocatori perlopiù sconosciuti al di fuori dell'Iran, eppure è stata una delle migliori durante le gare di qualificazione, concedendo 2 reti in 8 partite: buona l'intesa tra S. Jalal Hosseini e Pejman Montazeri (difensore dell'Umm Sal in Qatar); la novità è l'iraniano-americano Steven Beitashour (Vancouver Whitecaps), robusto terzino destro all'occorrenza offensivo, che potrebbe presto diventare titolare; l'incognita è il terzino sinistro Hashem Beikzadeh infortunatosi nell'amichevole contro il Montenegro. Tradizionalmente, il Team Melli è una squadra che ha giocatori dotati di tecnica, ma più nella fase offensiva. Infatti, Queiroz opta solitamente per il 4-2-3-1 altrimenti per il 4-3-3. Fermo restando che davanti alla difesa ci saranno il capitano Javad Nekounam (Kuwait SC) e il vice Andranik Teymourian, Queiroz a centrocampo avrà l'imbarazzo della scelta tra i centrocampisti puri e le mezzepunte: tra le prime, a destra c'è Khosro Heydari, a sinistra Ehsan Hajsafi; tante le mezzepunte: il tedesco-iraniano Ashkan Dejagah (Fulham) e il giovane Alireza Jahanbakhsh (NEC Nijmegen), Masoud Shojaei (Las Palmas). In attacco l'unica vera punta è Reza Ghoochannejhad (Charlton Athl.), che si è sbloccato nell'ultima amichevole contro Trinidad e Tobago, dopo mesi di digiuno; altrimenti c'è il fantasista Karim Ansarifard. LA STELLA In una squadra così sperimentale, sicuramente il capitano Javad Nekounam ha fatto da trait d'union tra vecchi e nuovi compagni per fare spogliatoio, rimanendo la bandiera durante la rivoluzione Queiroz. Il capitano iraniano divenne titolare nel Team Melli a 21 anni sotto la gestione di Miroslav Blaževi? durante le qualificazioni alla Coppa del Mondo del 2002, costringendo l'icona Karim Bagheri ad arretrare nel ruolo di terzino destro. Dopo il ritiro di Bagheri dalla nazionale, Nekounam ne ereditò anche il numero 6 al quale è sempre stato affezionato anche negli anni spagnoli in forza all'Osasuna. Oltre ad essere il primo iraniano in -91- assoluto ad aver giocato nella Liga, è diventato uno dei beniamini dei tifosi per il suo vizio del goal (8 reti in 35 presenze nel campionato 2008/09) e l'attaccamento alla maglia (sei stagioni a Pamplona). LA SORPRESA Due goal contro il Qatar il 29 febbraio 2012 nelle qualificazioni a Brasile 2014: questo è stato l'esordio di Ashkan Dejagah nella nazionale iraniana, dopo aver giocato nelle nazionali giovanili della Germania. Da quel giorno il suo apporto è stato determinante per finalizzare in rete le azioni offensive del centrocampo iraniano. Cresciuto nell'Hertha Berlino, successivamente vincitore di una Bundesliga con il Wolfsburg, Dejagah ha disputato l'ultimo campionato in Premier League con il Fulham senza riuscire a salvarlo dalla retrocessione. Dotato di spirito combattivo e di un ottimo tiro (anche su calcio piazzato), potrebbe diventare il nuovo leader della squadra e complicare i piani degli avversari del girone dell'Iran (Nigeria, Argentina, Bosnia-Erzegovina), a patto di non cedere a scatti impulsivi che qualche volta potrebbero portare conseguenze preoccupanti. PROSPETTIVE Il girone è difficile, la vittoria contro l'Argentina è uno dei risultati più improbabili secondo i bookmakers, eppure Goldman Sachs ha previsto per il Team Melli il passaggio del turno. A parte le scommesse e le statistiche della banca d'affari, questo Iran ricorda le vicende degli "oriundi" in Italia, non da ultime le storie di Altafini e di Camoranesi: può darsi che una squadra che mette insieme storie ed esperienze anche molto diverse, ma accomunate dall'appartenenza alle stesse origini, possa trovare quella marcia in più che permetta di affrontare con coraggio e voglia di fare bella figura. L'Iran può passare il girone alle spalle dell'Argentina, ma solo se batterà la Nigeria. L'appuntamento, quindi, è fissato al prossimo 16 giugno a Curitiba. CONVOCATI N. Pos Giocatore Data nascita Squadra Foolad Sepahan Esfahan Sporting Covilhã (Por) Eintracht Braunschweig (Ger) Persepolis Tehran Esteghlal Tehran Persepolis Tehran Umm-Salal (Qat) Naft Tehran Esteghlal Tehran Vancouver Whitecaps (Can) Persepolis Tehran 1 12 22 P P P Rahman Ahmadi Alireza Haghighi Daniel Davari 30 luglio 1980 2 maggio 1988 6 gennaio 1988 4 5 13 15 17 19 20 D D D D D D D Jalal Hosseini Amir Hossein Sadeghi Hossein Mahini Pejman Montazeri Ahmad Alenemeh Hashem Beikzadeh Steven Beitashour 3 febbraio 1982 6 settembre 1981 16 settembre 1986 6 settembre 1983 20 ottobre 1982 22 gennaio 1984 1 febbraio 1987 23 D Mehrdad Pouladi 26 febbraio 1987 -92- 2 3 6 8 11 14 18 7 9 10 16 21 C C C C C C C A A A A A Khosro Heydari Ehsan Hajsafi Javad Nekounam Reza Haghighi Ghasem Haddadifar Andranik Teymourian Bakhtiar Rahmani Masoud Shojaei Alireza Jahanbakhsh Karim Ansarifard Reza Ghoochannejhad Ashkan Dejagah 14 settembre 1983 25 febbraio 1990 7 settembre 1980 31 gennaio 1989 12 luglio 1983 6 marzo 1983 22 novembre 1991 9 giugno 1984 8 ottobre 1993 3 aprile 1990 20 settembre 1987 5 giugno 1986 -93Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Esteghlal Tehran Foolad Sepahan Esfahan Al-Kuwait (Kuw) Persepolis Tehran Zob Ahan Esfahan Esteghlal Tehran Foolad Khuzestan Las Palmas (Spa) N.E.C. Nijmegen (Ola) Traktor-Sazi Tabriz Charlton Athletic (Ing) Fulham (Ing) Tuttocalcioestero Il primo sito in italiano dedicato al calcio estero http://www.tuttocalcioestero.it Guida Brasile 2014, gruppo F: la Nigeria A cura di : Simone Grassi La Nigeria arriva al Mondiale brasiliano con la fama di miglior nazione africana, in questo momento. Almeno, ciò è quanto ha decretato la Coppa d'Africa del 2013, che ha visto proprio le super eagles imporsi nell'edizione sudafricana, in finale contro il Burkina Faso. Il ct Keshi (ex stella e capitano della Nigeria) ha condotto i suoi ragazzi al quinto mondiale della propria storia: nelle edizioni precedenti, sono giunti per ben due volte sino agli ottavi di finale, ad Usa '94, eliminati dall'Italia, e in Francia, nel 1998, estromessi dalla nazionale danese. Il cammino nelle qualificazioni della zona africana è stato abbastanza agevole; dopo aver superato il girone eliminatorio con facilità, ha guadagnato il pass mondiale nei playoff, regolando l'Etiopia con un risultato aggregato di 4 a 1. Il miglior marcatore è stato Emmanuel Emenike, autore di tre reti nella cavalcata di qualificazione. Attualmente, la Nigeria si trova al 44° posto nel ranking ufficiale della Fifa, con 631 punti. L'urna mondiale ha inserito gli africani nel gruppo F, insieme ad Argentina, Bosnia ed Iran. La situazione calcistica in Nigeria non è affatto semplice. Il campionato locale è uno dei più corrotti al mondo, la Federazione recita spesso un ruolo dittatoriale e il selezionatore 52enne ha subito molte pressioni in vista del Mondiale. Keshi ha infatti dimostrato la sua predilezione per alcuni calciatori del torneo nigeriano, a discapito di alcuni 'grandi' (Yobo su tutti, ma anche Ikechukwu Uche e Odemwingie), spesso esclusi dalle convocazioni; la Federazione non ha esitato a imporgli la chiamata di certi nigeriani 'europei', sostanzialmente scavalcando il -94- ruolo decisionale del ct. Come ringraziamento per le convocazioni 'politically correct', gli sono stati versati tre mesi di stipendio anticipati: niente male per un allenatore che, durante il suo cammino alla guida delle Aquile verdi, ha aspettato anche quattro mesi per ricevere i suoi 10mila euro mensili. ANALISI TECNICO-TATTICA Il modulo che accompagnerà la Nigeria a questo Campionato del Mondo sarà il 4-2-3-1, ampiamente provato sia nelle qualificazioni al torneo iridato che durante la Coppa d'Africa dello scorso anno. A difendere la porta africana ci sarà Vincent Enyeama, 31 anni, estremo difensore del Lilla e uno dei più affidabili dell'intera Ligue1 francese. Le sue 88 presenze con la maglia biancoverde ne fanno uno dei veterani della squadra. I centrali difensivi sono, secondo le gerarchie di Stephen Keshi, Godfrey Oboabona, classe 1990 e in forza ai turchi del Rizespor – cresciuto esponenzialmente nell'ultima stagione – e Azubuike Egwuekwe (24 anni), uno dei fedelissimi di Keshi. Gioca in patria, nei Warri Wolves e questo Mondiale potrebbe essere l'occasione per lui per trovare un buon ingaggio in Europa. Da capire che ne sarà di Joseph Yobo (Norwich, in prestito dal Fenerbahce), recordman di presenze in nazionale (95), convocato per mediazione dei vertici federali nigeriani e a cui è stata affidata la fascia di capitano. Il terzino destro risponde al nome di Efe Ambrose, che con il proprio club di appartenenza – il Celtic Glasgow – gioca al centro della difesa. Dopo un biennio in Israele, con l'MS Ashdod, è stato acquistato per 400mila euro dagli scozzesi, che ne hanno fatto esplodere il potenziale: ad oggi la sua valutazione si aggira sui 5 milioni di euro. Sulla fascia opposta, saranno le corse di Elderson Echiejile, 26 anni e 38 partite in Nazionale, ad essere determinanti in fase offensiva e difensiva. Elderson si è trasferito a gennaio dallo Sporting Braga al Monaco, che ne ha rilevato le prestazioni sportive per 6 milioni di euro. I due mediani davanti alla difesa, con compiti di impostazione e di recupero dei palloni, sono John Obi Mikel e Ogenyi Onazi. Il primo, 27 anni, è il giocatore più vincente della spedizione brasiliana: nel suo palmarés, oltre alla Coppa d'Africa, troviamo 1 campionato inglese, 1 FA Cup, 4 Coppe di Lega, 1 Champions League e 1 Europa League, tutte vinte con il Chelsea, suo club d'appartenenza. Se Yobo non scenderà in campo, sarà lui a portare la fascia di capitano al braccio, dall'alto delle sue 51 presenze con le Super Eagles. Onazi, mediano di quantità della Lazio, è un classe 1992 dalle spiccate qualità difensive. Nelle ultime due stagioni è migliorato moltissimo anche sotto l'aspetto realizzativo, compito che comunque non gli viene richiesto in Nazionale. Corsa e interdizione sono le sue qualità migliori e al fianco di un 'mostro sacro' come Obi Mikel non può che migliorare e imparare tanto. Con la casacca nigeriana è già andato in gol in un'occasione, a novembre 2012, contro il Venezuela. Nosa Igiebor (Betis Siviglia) è il rimpiazzo ideale di Onazi. La linea a tre dietro l'unica punta centrale è un concentrato di fantasia, duttilità ed esperienza. Sul centrosinistra il posto da titolare è ricoperto da Nnamdi Oduamadi, ala classe 1990 cresciuta nel Milan, prima di approdare in serie B, al Varese. In Nazionale è tenuto in grande -95- considerazione da Keshi, a ragion veduta: 6 presenze e 4 gol per il giovane trequartista, che nell'esordio della Confederations Cup 2013 rifilò una splendida tripletta ad Haiti. Oduamadi spesso si scambia di ruolo con il coetaneo Victor Moses, che nei piani del selezionatore africano dovrebbe agire centralmente. Il giocatore del Chelsea, quest'anno in prestito al Liverpool, non ha vissuto una stagione esaltante, segnando la miseria di un gol in campionato nelle sue 19 apparizioni. Il Mondiale rappresenta per lui un palcoscenico importante per dimostrare tutto il proprio valore e convincere la squadra di Mourinho a puntare anche su di lui per la prossima annata sportiva. Sulla zona sinistra della trequarti giostra l'esperto Shola Ameobi, gigante 32enne di 191 centimetri. Le presenze con la maglia nigeriana dell'attaccante del Newcastle sono soltanto 6, ma con ogni probabilità sarà lui il titolare in quella zona del campo. Anche per Shola si tratta di un'occasione da non fallire, dal momento che a luglio il suo contratto con i Magpies scadrà: durante la competizione iridata avrà addosso molti occhi di addetti al mercato. Il centravanti boa, primo nelle gerarchie dell'allenatore, è Emmanuel Emenike, campione di Turchia con i il Fenerbahce e autore di 12 reti in campionato. A 27 anni, ha raggiunto la maturità adatta per calarsi nel ruolo di protagonista anche in Nazionale, dove ha già siglato 16 gol in 27 presenze. In caso di fallimento, in panchina saranno a disposizione Obinna (Chievo, ma di proprietà del Lokomotiv Mosca), Peter Odemwingie (Stoke City) e Uche (22 anni, Herenveen). La scelta di convocare quest'ultimo ha lasciato molto stupiti i tifosi africani: il centravanti di Lagos quest'anno ha risentito di un brutto infortunio alla caviglia e non è mai andato in rete, a differenza dello stato di forma palesato dall'omonimo Ikechukwu (14 gol con il Villarreal) o, piuttosto, da Kalu Uche, ora all'Al-Rayyan e ancora bomber discreto. LA STELLA La stella della selezione nigeriana è John Obi Mikel, per quanto ha dimostrato in carriera, sia con la maglia africana, sia con quella del Chelsea. La società londinese lo prelevò nell'estate del 2006 dai norvegesi del Lyn e in poco tempo John, oggi 27enne, diventò uno dei pilastri dei Blues. Attualmente, la sua situazione è in evoluzione, motivo per cui il Mondiale brasiliano dirà molto sul futuro del mediano. Alcune squadre europee, tra cui l'Inter, hanno da tempo messo gli occhi sul centrocampista nigeriano, che non sembra più essere al centro del progetto di Mourinho, a Londra. Con un torneo iridato su alti livelli, il prezzo del suo cartellino potrebbe crescere ancora e convincere la dirigenza inglese a trattenerlo; in caso contrario, le possibilità di vederlo con un'altra maglia dalla prossima stagione, si moltiplicherebbero. LA SORPRESA Buone notizie potrebbero arrivare, in mezzo al campo, da Ogenyi Onazi, metronomo classe '92. Dopo essersi ritagliato un ruolo importante nella Lazio, può dimostrare di riuscire a reggere la pressione di un Mondiale da vivere come titolare in compagnia di un idolo nigeriano come Obi Mikel. Keshi gli chiederà più inserimenti offensivi, in fase di spinta; le sue qualità migliori – sacrificio, generosità e corsa – saranno indispensabili alla compagine nigeriana per tentare di -96- andare il più avanti possibile. Anche su di lui da tempo ci sono insistenti voci di mercato: il Liverpool è sempre attento alla situazione del laziale, che oggi Lotito valuta almeno 7/8 milioni di euro. Con un ottimo Mondiale, però, le pretendenti aumenterebbero e c'è da scommettere che il patron capitolino rifiuterebbe di sedersi al tavolo delle trattative per meno di 15 milioni. PROSPETTIVE Nonostante la vittoria dell'ultima Coppa d'Africa, la squadra allenata da Keshi non sembra essere la favorita tra le africane presenti in Brasile. In Sudafrica, lo scorso anno, i suoi ragazzi avevano messo in mostra un calcio offensivo e a tratti spettacolare, fatto di corsa e gran densità in mezzo al campo, come spesso accade a quelle latitudini. Proprio la vigoria fisica e la tenuta atletica saranno alla base dei risultati che questi ragazzi riusciranno a raggiungere in Brasile: molti di loro arrivano da una stagione lunga e complessa, altri – paradossalmente – da un'annata vissuta tra panchina e tribuna: tirare fuori le migliori motivazioni da tutti sarà il compito principale di Stephen Keshi. Con tutta probabilità, sarà la Bosnia l'avversario su cui fare la corsa per il passaggio del girone F, con Argentina favorita e Iran probabile quarta forza. Gli ottavi – che potrebbero riservare una tra Francia e Svizzera – sono alla portata della Nigeria, che con un po' di fortuna può sognare anche i quarti di finale, risultato che sarebbe storico per le Super Eagles. CONVOCATI N. Pos Giocatore P P P D D D D D D D C C C C C C C A A A A Vincent Enyeama Austin Ejide Chigozie Agbim Joseph Yobo Efe Ambrose Godfrey Oboabona Azubuike Egwuekwe Kenneth Omeruo Juwon Oshaniwa Kunle Odunlami John Obi Mikel Victor Moses Ejike Uzoenyi Ogenyi Onazi Reuben Gabriel Michel Babatunde Ramon Azeez Peter Odemwingie Ahmed Musa Emmanuel Emenike Uche Nwofor Data nascita Squadra 29 agosto 1982 8 aprile 1984 28 novembre 1984 6 settembre 1980 18 ottobre 1988 16 agosto 1990 16 luglio 1989 17 ottobre 1993 14 settembre 1990 5 marzo 1990 22 aprile 1987 12 dicembre 1990 23 marzo 1988 25 dicembre 1992 25 settembre 1990 24 dicembre 1992 12 dicembre 1992 15 luglio 1981 14 ottobre 1992 10 maggio 1987 28 febbraio 1989 Lille (Fra) Hapoel Be'er Sheva (Isr) Gombe United Norwich City (Ing) Celtic (Sco) Çaykur Rizespor (Tur) Warri Wolves Middlesbrough (Ing) Ashdod (Isr) Sunshine Stars Chelsea (Ing) Liverpool (Ing) Enugu Rangers Lazio (Ita) Waasland-Beveren (Bel) Volyn Lutsk (Ucr) Almería (Spa) Stoke City (Ing) CSKA Moscow (Rus) Fenerbahçe (Tur) Heerenveen (Ola) -97- A A Shola Ameobi Michael Uchebo 12 ottobre 1981 2 febbraio 1990 -98Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) senza squadra Cercle Brugge (Bel) Tuttocalcioestero Il primo sito in italiano dedicato al calcio estero http://www.tuttocalcioestero.it Guida Brasile 2014, gruppo G: la Germania A cura di : Il Renzaccio Roma, 8 luglio 1990. La Germania Ovest, si perché il muro era crollato da qualche mese ma a livello calcistico occidente e oriente erano ancora separati, alzò al cielo la Coppa del Mondo, la terza della sua storia, al termine di una contestatissima finale contro l'Argentina, vinta grazie ad un generoso rigore trasformato da Bremhe e concesso per un lieve contatto fra Sensini e Völler. La storia delle finali vinte dai tedeschi, d'altronde, è ricca di aneddoti e polemiche. Il primo successo, nel mondiale svizzero del '54, fu conquistato al termine della celeberrima finale contro lo squadrone ungherese, che batté i tedeschi nel girone eliminatorio (8-3) prima di essere sconfitto all'atto conclusivo. Su quella partita, ribattezzata e celebre con il nome di "Miracolo di Berna", si sono consumati litri di inchiostro. C'è chi sostiene che la squadra tedesca si dopò pesantemente per battere lo squadrone magiaro. E i vari problemi fisici accusati dalla quasi totalità dei giocatori di quella Germania, ne sono, forse, la più fulgida testimonianza. A distanza di ventiquattro anni, nel mondiale giocato in casa, la superba Germania di Beckenbauer s'impose, in finale, sull'Olanda di Cruyff. Ma anche in quel caso, nonostante il valore indiscutibile della squadra all'epoca allenata da Helmut Schön, qualcuno ipotizzò dei favoritismi in quanto nazione organizzatrice del torneo. Di tempo dall'ultimo successo, però, ne -99- è passato davvero parecchio. Ventiquattro anni d'attesa, per la Nationalmannschaft, sono un periodo di tempo lungo, lunghissimo. Quasi intollerabile. Ed è per questo motivo che quest'anno, complice una squadra dotata di grande talento (ma con alcuni punti deboli piuttosto evidenti), i tifosi della Germania si attendono la Coppa, la prima dalla riunificazione fra la parte occidentale e quella orientale. Mai, nella lunga storia del Campionato del Mondo, una squadra europea ha portato a casa la preziosa scultura del Cazzaniga quando la manifestazione è stata organizzata nel continente americano: ci riusciranno gli uomini di Joachim Löw? ANALISI TECNICO-TATTICA Una sola certezza: la Germania, come da dieci anni a questa parte, scenderà in campo il collaudatissimo 4-2-3-1, che può variare "filosofia" in base agli interpreti che, di volta in volta, Löw metterà in campo. Per il resto, tanti dubbi e poche certezze: fra infortunati dell'ultimo minuto (pesantissima l'assenza di Reus) e giocatori che si presenteranno al via in uno stato di forma tutt'altro che eccellente, Löw arriva in Brasile con molti punti interrogativi ancora da sciogliere. La porta sarà difesa da Neuer, abile e arruolato con "riserva", visti i problemi fisici che lo hanno tormentato nell'ultima parte di stagione; non è casuale che il c.t. tedesco, nelle amichevoli pre-mondiale, abbia preferito schierare fra i pali Weidenfeller anziché Manuel, per preservarlo da eventuali ricadute. La linea a quattro è un rompicapo assai complicato. A destra, le opzioni sono tre: Boateng (terzino bloccato), Grosskreutz ( bravo più a offendere che a difendere) e Lahm (terzino a tutto tondo, che quest'anno ha giocato con continuità come mediano). In mezzo alla difesa, invece, la coppia titolare, complice il probabile impiego di Boateng come terzino bloccato, dovrebbe essere composta,da Mertesacker e Hummels, che nelle ultime amichevoli hanno palesato qualche problema d'intesa. Per il ruolo di esterno basso sinistro, le alternative sono ben quattro: Boateng, Höwedes, Lahm e Durm; i primi due sono centrali difensivi che, giocoforza, offrirebbero un'interpretazione del ruolo decisamente prudente, mentre il terzo (comunque più produttivo sulla fascia destra) e il quarto garantiscono maggior incisività in fase offensiva. Passando al centrocampo, la coppia davanti alla difesa dovrebbe essere formata da Schweinsteiger e Khedira. Dovrebbe, per l'appunto, perché la condizioni fisiche di entrambi non lasciano tranquillo Löw. Le primissime alternative sono rappresentate da Lahm (che il c.t. tedesco preferirebbe schierare come esterno basso), Kroos (che ha buone chance di essere avanzato sulla trequarti a causa dell'infortunio di Reus), Kramer e, in ultima battuta, Ginter. Infinite anche le opzioni sulla trequarti, dove i tedeschi, nonostante l'esclusione di Reus, esibiscono un Parterre de Rois davvero eccellente: Götze, Özil, Müller, Schürrle, Kroos e Podolski, compongono un reparto con pochi eguali nelle altre trentuno partecipanti. Se la trequarti fa dormire sonni tranquilli allo staff tecnico, altrettanto non si può dire per il comparto prime punte. L'unica di ruolo, infatti, è Miroslav Klose, che si presenta al via con qualche acciacco di troppo. In alternativa al calciatore della Lazio, Joachim potrebbe optare per il tanto famigerato "finto nueve", ruolo che potrebbe essere ricoperto da Müller e Götze. Ad oggi, quindi, è alquanto complicato stabilire quali saranno i quattro giocatori offensivi della selezione tedesca. Gli unici che sembrano certi dalla maglia da titolare sono Özil e Müller, anche se non -100- è ancora ben definito quale ruolo andranno a ricoprire. LA STELLA La selezione tedesca abbonda di giocatori importanti ed affermati a livello internazionale. Quello maggiormente rappresentativo, dotato di ottima tecnica, straordinarie doti tattiche (come pochissimi altri al mondo) e di una leadership silenziosa ma non per questo poco efficace, è Philip Lahm, capitano della Nationalmannschaft e del Bayern Monaco. Esterno basso, a destra o a sinistra, oppure play basso, Lahm offre sempre prestazioni generose ed assolutamente all'altezza delle aspettative. Al mondiale non arriva nelle condizioni fisiche migliori, ma Low non può fare a meno del suo capitano. Capitano dentro e fuori dal campo. LA SORPRESA L'infortunio di Reus potrebbe lanciare un ragazzo dell'altra sponda della Ruhr: Julian Draxler, trequartista dello Schalke 04. Il nome non è nuovo agli amanti del grande calcio internazionale. Il calciatore, infatti, è seguito da tutti i più importanti club a livello internazionale, pronti a fare carte false per questo giovanissimo talento tedesco che, a soli venti anni, vale già trentacinque milioni. Il Mondiale potrebbe essere la vetrina ideale per mostrare al mondo intero le straordinarie doti tecniche di cui dispone. E lo Schalke, che ha già in rampo di lancio altri giovanissimi talenti dal futuro assai promettente (Meyer e Goretzka su tutti), potrebbe incassare una cifra ancora più alta rispetto all'attuale valutazione del calciatore. La montagna da scalare, però, non è delle più semplici: rubare il posto a gente come Kroos, Müller e Özil, è impresa tutt'altro che facile. LE PROSPETTIVE In territorio tedesco, si attendono una sola cosa: riportare a casa la Coppa del Mondo. Ventiquattro anni di attesa sono un periodo troppo lungo per un popolo che, da sempre, è abituato a mietere successi. I dubbi che accompagnano questa spedizione, però, sono molteplici. La difesa, specie durante le ultime amichevoli, è sembrata tutt'altro che solida, mentre la mediana potrebbe soffrire a causa dello stato di forma non eccellente di Schweinsteiger, Khedira e Lahm. La straordinaria abbondanza sulla trequarti, inoltre, mal si concilia con la presenza di una sola vera prima punta, Klose, in condizioni fisiche non entusiasmanti. L'attesa è tanta, ma lo stato di salute non eccellente con le quali si presenta una fetta considerevole della rosa, potrebbe pesare, e non poco, sulle fortune della Nationalmannschaft. CONVOCATI N. 1 12 Pos Giocatore P P Manuel Neuer Ron-Robert Zieler Data nascita Squadra 27 marzo 1986 12 febbraio 1989 Bayern Munich Hannover 96 -101- 22 2 3 4 5 15 16 17 20 21 6 7 8 9 10 13 14 18 19 23 P D D D D D D D D D C C C C C C C C C C Roman Weidenfeller Kevin Großkreutz Matthias Ginter Benedikt Höwedes Mats Hummels Erik Durm Philipp Lahm Per Mertesacker Jérôme Boateng Shkodran Mustafi Sami Khedira Bastian Schweinsteiger Mesut Özil André Schürrle Lukas Podolski Thomas Müller Julian Draxler Toni Kroos Mario Götze Christoph Kramer 6 agosto 1980 19 luglio 1988 19 gennaio 1994 29 febbraio 1988 16 dicembre 1988 12 maggio 1992 11 novembre 1983 29 settembre 1984 3 settembre 1988 17 aprile 1992 4 aprile 1987 1 agosto 1984 15 ottobre 1988 6 novembre 1990 4 giugno 1985 13 settembre 1989 20 settembre 1993 4 gennaio 1990 3 giugno 1992 19 febbraio 1991 11 A Miroslav Klose 9 giugno 1978 -102Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Borussia Dortmund Borussia Dortmund SC Freiburg Schalke 04 Borussia Dortmund Borussia Dortmund Bayern Munich Arsenal (Ing) Bayern Munich Sampdoria (Ita) Real Madrid (Spa) Bayern Munich Arsenal (Ing) Chelsea (Ing) Arsenal (Ing) Bayern Munich Schalke 04 Bayern Munich Bayern Munich Borussia Mönchengladbach Lazio (Ita) Tuttocalcioestero Il primo sito in italiano dedicato al calcio estero http://www.tuttocalcioestero.it Guida Brasile 2014, gruppo G: il Ghana A cura di : Damiano Benzoni Quattro anni fa, era arrivato a un soffio dalla storia: il Ghana sarebbe potuto diventare la prima squadra africana a raggiungere le semifinali di una Coppa del Mondo. A mettersi di mezzo, la mano dell'uruguagio Suárez su un colpo di testa di Adiyiah che stava per attraversare la linea; poi, la traversa sul successivo rigore calciato da Gyan. Sarà più dura quest'anno per il Ghana, che dovrà confrontarsi, oltre che con un girone di ferro composto da Germania, Portogallo e Stati Uniti, con le proprie problematiche interne: negli ultimi anni la squadra ha dimostrato un personalismo eccessivo, con giocatori spesso sospesi o in sabbatico dalla nazionale, e qualche problema dal punto di vista mentale, sfociato nelle eliminazioni contro Zambia e Burkina Faso nelle ultime due semifinali di Coppa d'Africa. Proprio la sconfitta contro lo Zambia nel 2012 ha segnato la fine del mandato del CT Goran Stevanovi? (serbo come il suo predecessore, quel Milovan Rajevac che portò le Black Stars ai quarti nel 2010). Nonostante per la sua successione fosse stato fatto il nome di Marcel Desailly, a spuntarla fu James Kwesi Appiah, allenatore in seconda della nazionale fin dal 2008, ex terzino sinistro dell'Asante Kotoko e campione d'Africa a livello di club ed ex capitano della nazionale. Kwesi Appiah avrà un incarico di per sé storico: sarà il primo allenatore ghanese a guidare la propria nazionale a una Coppa del Mondo. Durante il girone di qualificazione il Ghana non ha avuto difficoltà fin dalla prima partita, una -103- vittoria 7-0 contro il Lesotho. L'unica sconfitta è arrivata contro lo Zambia, battuto però nella gara decisiva al ritorno per 2-1 grazie alle reti di Waris e Asamoah. Complessivamente il Ghana ha superato il girone D (composto, oltre dalle squadre già citate, anche dal Sudan) vincendo cinque delle sei partite, segnando diciotto reti e subendone tre. Ai play-off i ghanesi hanno chiuso subito il confronto con l'Egitto, vincendo 6-1 a Kumasi e rendendo così indolore la successiva sconfitta 2-1 patita al Cairo. Sarà la terza partecipazione mondiale per i ghanesi, la cui storia internazionale inizia nel 1950, quando il paese si chiamava ancora Costa d'Oro ed era ancora una colonia del Regno Unito. Nella sua storia il Ghana ha vinto quattro volte la Coppa d'Africa. Il periodo d'oro della nazionale nella competizione coincise con gli anni '60: dal 1963 al 1970 il Ghana fu sempre presente in finale, vincendo le prime due edizioni grazie a giocatori come Edward Acquah, Osei Kofi e Ben Acheampong e perdendo le successive due contro Congo e Sudan. Seguirono tre edizioni in cui le Black Stars non si qualificarono, prima del successo casalingo del 1978 e del quarto titolo nel 1982, ai rigori contro la Libia. Da allora il Ghana è arrivato due volte in finale (1992 e 2010), perdendole entrambe, ma si è rifatto con un bronzo olimpico e con le sue prime partecipazioni mondiali. ANALISI TECNICO-TATTICA Sembrano essere due i potenziali schieramenti del Ghana di Kwesi Appiah. La scelta tra 4-2-3-1 e 4-3-3 potrebbe dipendere dalla forma di Kevin-Prince Boateng, la scelta ovvia in centro alla linea dei trequartisti. Con Boateng in campo dietro alla punta Asamoah Gyan, le ali potrebbero essere affidate ai fratelli Jordan e André Ayew con il possibile utilizzo di Christian Atsu o Majeed Waris. In mediana la notizia migliore è quella del ritorno in nazionale di Michael Essien, regista arretrato che sarà accoppiato con Sulley Muntari. La difesa sarà affidata alla coppia di centrali Mensah e Boye, con il probabile ricorso a Kwadwo Asamoah come terzino sinistro piuttosto che nel ruolo di regista a cui siamo abituati: le recenti prestazioni di Jordan Ayew (tripletta contro la Corea del Sud) sembrano avere ipotecato l'ala sinistra e Kwesi Appiah deve fare i conti con la carenza di difensori puri e con il fatto che il principale candidato per la maglia numero 3, David Addy, non figura nella lista di 23 del Ghana. Tra i pali è ormai sicuro del posto il portiere dello Strømsgodset Adam Larsen Kwarasey, nato in Norvegia da padre ghanese: la maglia numero uno (anche se Kwarasey porterà il 12) è stata cementata dopo la controversa scelta del principale concorrente Fatau Dauda, prima scelta alla Coppa d'Africa 2013, di trasferirsi in Sudafrica agli Orlando Pirates, dove ha raccolto minuti di gioco solo grazie all'infortunio del portiere titolare Senzo Meyiwa. Una difesa solida e disciplinata, uno schermo di mediani combattivo e un pacchetto avanzato adatto al gioco di contrattacco: paradossalmente il girone di ferro del Ghana pone le Black Stars nelle migliori condizioni. I ghanesi potrebbero infatti trovarsi più in difficoltà con squadre difensive e che tendenzialmente creano densità in area di rigore. Non c'è però una Grecia o una Svizzera nel gruppo G, ma ci sono squadre che creano gioco e che quindi favoriscono il contropiede del Ghana. Le difficoltà maggiori arriveranno nel momento in cui il Ghana dovesse -104- trovarsi a rincorrere una partita: a tanta forza nel gioco di contrattacco fa da contraltare la carenza di un uomo in grado di scardinare una difesa profonda. LA STELLA Ci sono giocatori che, di fronte all'appuntamento con la storia, sbagliano e accusano il colpo. Un esempio è la punta del Ghana, Asamoah Gyan, che in passato aveva ripetuto più volte di non essersi mai ripreso dal rigore mandato contro la traversa alla Coppa del Mondo del 2010, al punto che - dopo aver sbagliato un rigore anche nella semifinale di Coppa d'Africa persa contro lo Zambia nel 2010 - aveva annunciato l'intenzione di prendersi un periodo sabbatico "indefinito" dalla nazionale. La carriera internazionale di Gyan sembrava finita, con una storia fin troppo banale di un campione privo di forza mentale che non regge alla pressione dell'alto livello. La resurrezione di Gyan, invece, è diventato il principale miracolo operato da Kwesi Appiah. Il CT, al ritorno in squadra dell'attaccante pochi mesi dopo il ritiro, ha deciso di nominarlo capitano della squadra, dichiarando: "Ho realizzato che Gyan è un giocatore amato moltissimo dagli altri. Lo ascoltano. Quando la squadra è giù, lui li incoraggia, risolleva i loro spiriti". Gyan ha ricambiato questo rispetto segnando sei reti durante il percorso di qualificazione mondiale e laureandosi capocannoniere delle qualificazioni africane a pari merito con gli egiziani Aboutrika e Salah. Miglior realizzatore nella storia della nazionale e giocatore africano dell'anno per la BBC nel 2010, Gyan è cresciuto nei Liberty Professionals prima di approdare in Italia: due stagioni e quindici reti in serie B con il Modena, poi portato da Galeone all'Udinese, dove disputa altre due stagioni, segnando undici gol e centrando una qualificazione in Coppa UEFA. Nel 2008 Gyan passa allo Stade Rennais in Ligue 1 francese e poi al Sunderland nella Premier League inglese. Dal 2011 l'attaccante gioca nel campionato degli Emirati Arabi Uniti: sono 80 in 65 partite i gol segnati con la maglia dell'al-Ain, con cui ha vinto due scudetti e una supercoppa. LA SORPRESA Buon sangue non mente, e in Ghana il sangue degli Ayew è garanzia di buon calcio. A dimostrarlo ci sono due fratelli (Jordan e André) tra i ventitré di Kwesi Appiah e un terzo, Ibrahim, che gioca nell'Asante Kotoko e che ha già vestito la maglia della nazionale maggiore. Il padre è una leggenda del calcio ghanese, Abédi Pelé: in Italia vestì la maglia del Torino, ma tra gli anni '80 e '90 la sua carriera lo portò a giocare per Olympique Marsiglia, Lille, Lione e Monaco 1860. Anche gli zii, Kwame e Sola, vestirono la maglia della nazionale ghanese: Kwame Ayew ci guadagnò un bronzo olimpico a Barcellona 1992. Anche lui, come il fratello Abédi, fece capolino anche in Italia, con la maglia del Lecce. C'è quindi poco da stupirsi del modo con cui Jordan Ayew sta assaltando la posizione da titolare all'ala sinistra delle Black Stars. Decisiva potrebbe essere la prestazione dell'altro ieri contro la Corea del Sud: entrato durante il primo tempo per sostituire l'infortunato Majeed Waris, Ayew ha segnato una tripletta in una partita terminata 4-0. Non brilla per disciplina e il suo posto in squadra potrebbe essere insidiato dall'avanzamento di Kwadwo Asamoah -105- qualora Kwesi Appiah dovesse scegliere di impiegare un giocatore chiave come lo juventino come ala, ma Jordan Ayew, a giudicare dalle premesse, potrebbe essere la grande sorpresa del Ghana alla Coppa del Mondo. Nato nel 1991 a Marsiglia mentre il padre giocava per l'Olympique, Jordan ha trascorso quasi tutta la sua carriera nella squadra del padre, se si eccettua una parentesi in prestito al Sochaux nell'ultima stagione. Tredici presenze e cinque gol in maglia ghanese, ha segnato i primi due gol nell'incontro di qualificazione contro il Lesotho ed è stato incluso tra i convocati alla Coppa d'Africa 2012. Come il fratello e il padre, Jordan è musulmano osservante. PROSPETTIVE Sul campo è la squadra più compatta ed "europea" del calcio africano e vorrà sicuramente replicare il quarto di finale di quattro anni fa. Il girone però non li agevola affatto, con Germania e Portogallo favoriti per il passaggio del turno. La grande forza di Kwesi Appiah è quella di aver portato maggiore coesione a una squadra che negli ultimi anni è stata bloccata dall'eccessivo personalismo di alcuni suoi interpreti e da qualche limite mentale. Per scippare un secondo posto contro Özil e Cristiano Ronaldo sarà necessaria tanta disciplina e la squadra dovrà accendere la luce nello stesso momento e sperare di poter sfruttare il proprio gioco di contrattacco, per esempio senza passare in svantaggio e trovarsi a rincorrere una partita contro una squadra che si chiude a proteggere il risultato. Se da una parte sembra difficile che il Ghana possa riuscire nell'impresa, la cosa non sembra spaventare James Kwesi Appiah, che nel giorno del sorteggio dei gironi sorrideva sornione e prometteva "un sacco di sorprese". A Kwesi Appiah piace essere dato per sfavorito: nella stessa condizione ha spuntato la corsa al posto di CT contro il quotato Marcel Desailly. E forse i pronostici non idilliaci e lo status di sfavoriti sono ciò di cui Appiah ha bisogno per tenere insieme la squadra e accendere la scintilla necessaria a sorprendere il "Gruppo della Morte". CONVOCATI N. Pos Giocatore Data nascita Squadra Aduana Stars Strømsgodset (Nor) Orlando Pirates (Saf) Dnipro Dnipropetrovsk (Ucr) Porto (Por) Mamelodi Sundowns (Saf) Évian (Fra) Rennes (Fra) Espérance (Tun) Milan (Ita) Hoffenheim (Ger) Vitesse (Ola) 1 12 16 2 P P P D Steven Adams Adam Kwarasey Fatau Dauda Samuel Inkoom 28 settembre 1989 12 dicembre 1987 6 aprile 1985 1 giugno 1989 4 15 19 21 23 5 6 7 D D D D D C C C Daniel Opare Rashid Sumaila Jonathan Mensah John Boye Harrison Afful Michael Essien Afriyie Acquah Christian Atsu 18 ottobre 1990 18 dicembre 1992 13 luglio 1990 23 aprile 1987 24 giugno 1986 3 dicembre 1982 5 gennaio 1992 10 gennaio 1992 -106- 8 C 9 10 11 14 17 20 22 3 13 18 C C C C C C C A A A Emmanuel AgyemangBadu Kevin-Prince Boateng André Ayew Sulley Muntari Albert Adomah Mohammed Rabiu Kwadwo Asamoah Wakaso Mubarak Asamoah Gyan Jordan Ayew Majeed Waris 2 dicembre 1990 Udinese (Ita) 6 marzo 1987 17 dicembre 1989 27 agosto 1984 13 dicembre 1987 31 dicembre 1989 99 dicembre 1988 25 luglio 1990 22 novembre 1985 11 settembre 1991 19 settembre 1991 Schalke 04 (Ger) Marseille (Fra) Milan (Ita) Middlesbrough (Ing) Kuban Krasnodar (Rus) Juventus (Ita) Rubin Kazan (Rus) Al-Ain (Eau) Marseille (Fra) Spartak Moscow (Rus) -107Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Tuttocalcioestero Il primo sito in italiano dedicato al calcio estero http://www.tuttocalcioestero.it Guida Brasile 2014, gruppo G: il Portogallo A cura di : Alessio Dell'Anna Parlare del Portogallo alle porte di qualsiasi manifestazione internazionale vuol dire come minimo speculare un po' sulla sua tradizione di bella e perdente, sul suo destino assolutamente avverso, che pur di compiersi è riuscito a trovare le vie più improbabili e beffarde (vedi Euro 2004), ma è inevitabile che un’analisi un minimo seria, anche in una scienza assolutamente inesatta come il calcio, debba tenere conto di qualche dato concreto da cui partire. Dove può arrivare questo Portogallo in Brasile? La Seleçao allenata dal giovane di belle speranze Paulo Bento si presenta un gradino sotto le favoritissime, ma con una storia recente alle spalle di tutto rispetto: semifinale raggiunta a Euro 2012, persa solo ai rigori contro la Spagna, e ottavo di finale in Sudafrica raggiunto dopo un girone eliminatorio difficilissimo, e perso, ancora, contro la Spagna poi campione. Tante buone prove, quindi, ma poca fortuna, perlomeno nelle urne, che anche questa volta hanno riserbato ai lusitani un girone della serie "niente scherzi"; esordio a Salvador contro la Germania di Low, e poi i complicatissimi match contro Ghana e Stati Uniti. Ma il percorso verso questi i mondiali è stato un cammino irto fin dalle prime battute: nonostante un girone relativamente facile, con Lussemburgo, Irlanda del Nord, Israele e Azerbaijan, la sorprendente Russia di Capello ha costretto i lusitani ad agguantare il passaporto per il -108- Brasile solo dopo uno spareggio da brividi contro la Svezia; superato poi brillantemente grazie a ben quattro reti di Cristiano Ronaldo, valse da nulla osta per la conquista del Pallone d’Oro solo qualche mese dopo. ANALISI TECNICO TATTICA Il Portogallo si presenta con una formazione solida, che privilegerà come suo solito il vertice alto di centrocampo a cercare gli inserimenti sugli esterni dei suoi giocatori migliori. Fra i pali dovrebbe trovare spazio Rui Patricio, ma Beto, fresco campione d’Europa League col Siviglia, potrebbe sopravanzare il portiere dello Sporting. Difesa d’esperienza, capeggiata da Pepe in coppia centrale col veterano Bruno Alves, mentre sugli esterni spazio a João Pereira (Sporting Lisbona) e Fabio Coentrão. Tanta quantità anche a centrocampo, ma soprattutto qualità, dove João Moutinho, il geometra di Portimao, costituirà il perno attorno al quale ruoteranno probabilmente Miguel Veloso e Raul Meireles a fare da diga, ma anche per innescare le classiche ripartenze sugli esterni. Esterno alto di sinistra sarà ovviamente Cristiano Ronaldo, con Nani a destra, a supportare quella che sarà probabilmente l’unica vera punta, cioè uno tra Hugo Almeida e Helder Postiga. Sulla carta dunque una formazione in grado di giocarsela con chiunque, non fosse altro che i maggiori grattacapi arrivano proprio dai suoi giocatori migliori. Cristiano Ronaldo ha rischiato di saltare la finale di Champions, e per lo stesso problema al ginocchio potrebbe saltare l’importantissima partita d’esordio contro la Germania. L’intenzione di Paulo Bento sarebbe quella di non schierarlo se non in perfetta condizione, ma le poco brillanti amichevoli pre-mondiali disputate senza CR7 (solo un gol segnato) potrebbero tentare l’allenatore a rischiare questa carta. Nemmeno le condizioni di Fabio Coentrão sono le migliori. Il terzino del Real ha passato una stagione ai margini della rosa, ed è rientrando con continuità solo nella fase finale, dove, pur giocando una finale di Champions, non ha lasciato il segno. Che lasci la Spagna per l’Inghilterra, o addirittura il Napoli, non è ancora chiaro, ma di certo in Brasile il rischio di pagare le sole 10 presenze in Liga è più che concreto. Situazione ancora più complicata per Nani, in balia degli infortuni per due terzi della stagione, e rientrato praticamente da comparsa nelle ultime partite di Premier. Oltre a questo, il Portogallo si porta dietro l’annoso problema di un attacco non all'altezza del resto dei reparti. Un attacco che oltretutto non arriva nemmeno al massimo della forma. Helder Postiga, decisivo nelle qualificazioni con cinque gol, ha vissuto la stagione tra panchina e infortuni, concludendo con un prestito alla Lazio che in pochi ricorderanno. A sostituirlo ci sarà probabilmente Hugo Almeida. Per lui una buona stagione al Be?ikta?, arricchita da un'ottima media gol, ma i palcoscenici del mondiale non sono esattamente quelli della Süper Lig turca. LA STELLA Parlare di Cristiano Ronaldo è tanto scontato quanto dovuto. Dopo qualche anno in cui ha dovuto scontare la diffidenza dei suoi tifosi è riuscito alla fine a diventare leader della Seleçao -109- caricandosene il peso sulle spalle e guidandola verso traguardi importanti. Ronaldo è diventato infatti il miglior marcatore di sempre della nazionale davanti a Figo, Eusebio e Pauleta, e durante le qualificazioni ha trascinato il Portogallo in Brasile con 9 reti. Alle medie gol devastanti con il Real Madrid si sono affiancate dunque quelle con la nazionale, ora in linea con quelle degli altri grandi bomber del mondiale; stessa media gol infatti di Messi con l’Argentina (0,45), solo leggermente inferiore a quelle di Eto’o, Van Persie, Klose e Suarez (0,5) e di Neymar, Villa e Drogba (0,6). Quello che gli si chiede, cioè essere praticamente quello che fu Maradona per l’Argentina ai mondiali del 1986 non è però un compito semplice. La differenza, più che la motivazione, la farà il suo stato di forma fisica, ma certamente il Portogallo avrà il vantaggio di giocare con quello che in questo momento è probabilmente il giocatore più forte del mondo. LA SORPRESA William Carvalho, classe '92, troverà concorrenza a centrocampo, ma vista la sua ultima stagione avrà poco da temere. Il giovane centrocampista dello Sporting Lisbona è un mediano adattabile anche come centrale difensivo, veloce, ma dal fisico possente, con uno straordinario senso della posizione e 'abilità di recupero palla unita a un'ottima tecnica inedita per un ruolo come il suo. Già cercato da Inter, Juventus, e soprattutto Manchester United, è arrivato per lui addirittura l'endorsement di Cristiano Ronaldo dal Real Madrid. Il fatto che Paulo Bento abbia deciso di farlo esordire in nazionale maggiore proprio nello spareggio mondiale contro la Svezia è forse un ulteriore indizio che molto probabilmente per lui in Brasile si profili un ruolo tutt'altro che marginale. LE PROSPETTIVE Sulla base di tutto questo è difficile dire quali possano essere le prospettive del Portogallo a questi mondiali, ma senza dubbio la squadra di Paulo Bento ha il potenziale per arrivare almeno fra le prime quattro. Importante sarà cercare di centrare il primo posto nel girone, soprattutto in prospettiva di un possibile scontro agli ottavi contro lo spauracchio Belgio. Come detto, un ruolo fondamentale lo giocherà la condizione fisica dei suoi giocatori migliori, ma soprattutto la consapevolezza di poter arrivare a traguardi importanti, quella consapevolezza che, anche a livello di club, quest’anno è un po’ mancata. Ma dopotutto, se il calcio portoghese rifornisce da anni le migliori squadre europee, e si presenta regolarmente alle fasi finali di ogni competizione, un motivo ci sarà. L’entusiasmo che si respira in patria sarà solo un motivo in più per questo calcio in crescita di poter riuscire a diventare finalmente grande. CONVOCATI N. 1 12 22 Pos Giocatore P P P Eduardo Rui Patrício Beto Data nascita Squadra 19 settembre 1982 15 febbraio 1988 1 maggio 1982 Braga Sporting Sevilla (Spa) -110- 2 3 5 13 14 D D D D D Bruno Alves Pepe Fábio Coentrão Ricardo Costa Luís Neto 27 novembre 1981 26 febbraio 1983 11 marzo 1988 16 maggio 1981 26 maggio 1988 19 21 4 6 8 10 15 16 17 18 20 7 9 11 23 D D C C C C C C C C C A A A A André Almeida João Pereira Miguel Veloso William Carvalho João Moutinho Vieirinha Rafa Silva Raul Meireles Nani Silvestre Varela Rúben Amorim Cristiano Ronaldo Hugo Almeida Éder Hélder Postiga 10 settembre 1990 25 febbraio 1984 11 maggio 1986 7 aprile 1992 8 settembre 1986 24 gennaio 1986 17 maggio 1993 17 marzo 1983 17 novembre 1986 2 febbraio 1985 27 gennaio 1985 5 febbraio 1985 23 maggio 1984 22 dicembre 1987 2 agosto 1982 -111Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Fenerbahçe (Tur) Real Madrid (Spa) Real Madrid (Spa) Valencia (Spa) Zenit Saint Petersburg (Rus) Benfica Valencia (Spa) Dynamo Kyiv (Ucr) Sporting Monaco (Fra) Wolfsburg (Ger) Braga Fenerbahçe (Tur) Manchester United (Ing) Porto Benfica Real Madrid (Spa) Be?ikta? (Tur) Braga Lazio (Ita) Tuttocalcioestero Il primo sito in italiano dedicato al calcio estero http://www.tuttocalcioestero.it Guida Brasile 2014, gruppo G: gli Stati Uniti A cura di : Giacomo Costa E' stato un lungo cammino quello degli Stati Uniti per il Brasile, terminato nel miglior dei modi con il primo posto nel girone di qualificazione della CONCACAF e una Gold Cup conquistata in mezzo. I tifosi saranno in tanti, tantissimi, a volare in Brasile. Gli Stati Uniti sono il paese con più biglietti comprati, anche se parte di essi appartengono a tifosi del Messico residenti negli States. Nei Mondiali il miglior risultato è il terzo posto del 1930, anche se allora mancarono diverse importanti nazionali. Da citare anche i quarti di finale nel 2002, quando gli statunitensi furono sconfitti per 1-0 dalla Germania (goal di Ballack), partita che crea ancora rammarico per un tiro salvato di mano da un difensore tedesco sulla linea, con l'arbitro che non concesse il penalty. Gli USA sono una presenza fissa nella World Cup dal 1990 ad oggi. Nell'ultimo Mondiale, dopo aver chiuso primi nel girone precedendo l'Inghilterra, Bob Bradley e giocatori persero contro il Ghana agli ottavi, nei supplementari. Ottimo risultato anche il secondo posto nella Confederations Cup del 2009, quando la nazionale a stelle e strisce si arrese al Brasile in finale per 3-2, dopo essere passata in vantaggio per 2-0. In semifinale fu sconfitta addirittura la Spagna. In bacheca anche 5 Gold Cup e un quarto posto nella Copa America 1995, competizione che proprio gli Stati Uniti ospiteranno nel 2016. ANALISI TECNICO - TATTICA Jurgen Klinsmann può contare su una rosa che gli mette a disposizione (grazie anche alle scelte) diversi moduli. Per tutte le qualificazioni ha optato per un 4-2-3-1, che dovrebbe essere il -112- modulo prediletto, ma potrebbero essere utilizzati anche il 4-3-1-2 (adoperato contro il Messico a marzo) e un 4-4-2 più coperto. Curioso il fatto che nei 23 scelti dall'allenatore tedesco ci siano ben 4 giocatori che possono giocare da terzino destro: Fabian Johnson, che lo ha fatto quest'anno all'Hoffenheim (ma è un terzino sinistro), Yedlin, Cameron, che è titolare in quel ruolo allo Stoke, e Chandler del Norimberga. Tuttavia, proprio Chandler dovrebbe agire da centrale, con Johnson a sinistra e Cameron al centro. Gli altri difensori sono Besler, Beasley, Omar Gonzalez e John Brooks. Quattro centrocampisti centrali/mediani in rosa (Bradley, Jones, Beckerman e Diskerud), quattro esterni (Bedoya, Zusi, Davis, Green), un trequartista (Dempsey) e tre prime punte (Wondolowski, Altidore, Johannsson). I tre portieri sono Howard, Guzan e Rimando. Dei 23, dieci provengono dalla Major League Soccer, quattro dalla Premier League, quattro dalla Bundesliga, uno dalla Ligue 1, uno dalla Turchia, uno dalla Norvegia, uno dal Messico e uno dall'Olanda. Non convocati tutti i giocatori della Championship (in totale sono 7, più Shea dello Stoke), così come sono stati lasciati a casa Agudelo dell'Utrecht e Boyd del Rapid Vienna. Una menzione anche per la clamorosa esclusione di Donovan, che ha fatto discutere parecchio, diventando anche primo argomento di discussione per la nota trasmissione sportiva Sportscenter. LA STELLA Clint Dempsey è la vera e propria stella della squadra. "Deuce" è tornato nella Major League Soccer, a Seattle, nell'agosto 2013. Precedentemente aveva giocato una buonissima stagione con il Tottenham, che lo aveva acquistato dal Fulham. Proprio con i cottagers disputò un'annata strepitosa nel 2011/12 quando siglò 17 reti nella sola Premier League. I suoi inserimenti in area di rigore, le sue invenzioni in fase di rifinitura, saranno fondamentali per le speranze di qualificazione a stelle e strisce. LA SORPRESA Graham Zusi potrebbe essere la sorpresa, per chi non segue assiduamente la nazionale statunitense o la Major League Soccer. L'ala, nata nel 1986, dello Sporting Kansas City è già in odor di Premier League da tempo. E' un giocatore intelligente tatticamente, dalla buona tecnica e visione di gioco, molto resistenze ma non velocissimo. Tra i suoi punti di forza i calci d'angolo, che calcia in modo perfetto. Stesso discorso per Matt Besler, difensore centrale del 1987 proprio dello Sporting Kansas City. Partirà titolare e anche lui ha diverse squadre di Premier League che lo osservano. Da citare anche Johannsson (bomber 23enne dell'AZ), Brooks (centrale 20enne dell'Hertha) e Julian Green (baby fenomeno del '95 del Bayern), anche se non dovrebbero partire da titolari. ASPETTATIVE Gli USA sono capitati nel girone "della morte" con Ghana, Germania e Portogallo. Oltre ai -113- tedeschi e ai portoghesi anche il Ghana è un avversario ostico, decisamente, senza contare che la nazionale africana rappresenta la bestia nera di Dempsey e compagni. Il primo match sarà proprio contro le black stars e sarà fondamentale una vittoria se si vuole sperare nel passaggio del turno. CONVOCATI N. 1 12 22 2 3 5 6 7 20 21 23 4 10 11 13 14 15 16 19 8 9 17 18 Pos Giocatore P P P D D D D D D D D C C C C C C C C A A A A Tim Howard Brad Guzan Nick Rimando DeAndre Yedlin Omar Gonzalez Matt Besler John Brooks DaMarcus Beasley Geoff Cameron Timothy Chandler Fabian Johnson Michael Bradley Mikkel Diskerud Alejandro Bedoya Jermaine Jones Brad Davis Kyle Beckerman Julian Green Graham Zusi Clint Dempsey (captain) Aron Jóhannsson Jozy Altidore Chris Wondolowski Data nascita Squadra 6 marzo 1979 9 settembre 1984 17 giugno 1979 9 luglio 1993 11 ottobre 1988 11 febbraio 1987 28 gennaio 1993 24 maggio 1982 11 luglio 1985 29 marzo 1990 11 dicembre 1987 31 luglio 1987 2 ottobre 1990 29 aprile 1987 3 novembre 1981 8 novembre 1981 23 aprile 1982 6 giugno 1995 18 agosto 1986 9 marzo 1983 10 novembre 1990 6 novembre 1989 28 gennaio 1983 Everton (Ing) Aston Villa (Ing) Real Salt Lake Seattle Sounders FC LA Galaxy Sporting Kansas City Hertha Berlino (Ger) Puebla (Mex) Stoke City (Ing) Eintracht Frankfurt (Ger) Borussia M'gladbach (Ger) Toronto FC Rosenborg (Nor) Nantes (Fra) Be?ikta? (Tur) Houston Dynamo Real Salt Lake Bayern Monaco (Ger) Sporting Kansas City Seattle Sounders FC AZ (Olanda) Sunderland (Ing) San Jose Earthquakes -114Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Tuttocalcioestero Il primo sito in italiano dedicato al calcio estero http://www.tuttocalcioestero.it Guida Brasile 2014, gruppo H: il Belgio A cura di : Nicola Chessa In un mondiale che già da adesso verrà ricordato come quello delle grandi assenze il Belgio di Marc Wilmots arriva in Brasile con una rosa intatta. Les garçons terribles sono pronti a estasiare il pubblico carioca, pronti a stupire tutti, pronti se è necessario ad assumere il ruolo di mina vagante. In questi ultimi anni les diables rouges hanno avuto una crescita notevole complice un cambio generazionale favorevole. La storia del Belgio nella coppa del Mondo conta di 12 partecipazioni ma è bizzarro notare come prima del primo mondiale giocato in Uruguay, il Belgio fu vincitore di un Olimpiade di Anversa nel 1920, competizione che venne poi vinta nel 24' e nel 28' dall'Uruguay che ancora oggi sente quei titoli suoi segando nella maglia quattro stelle e non due come i mondiali riconosciuti dalla Fifa. Il Belgio però non ha mai sentito sua quella vittoria. In Uruguay nel 1930 fu una delle poche nazionali europee a compiere il viaggio transatlantico e la figura fu pessima. con l'eliminazione patita al primo turno dopo le sconfitte con Stati Uniti e Paraguay. Stessa sorte accadde nei mondiali del 34', 38', 54' e nel 70'. Proprio nei mondiali messicani il Belgio ottenne la prima vittoria nella coppa del Mondo contro El Salvador. Ma le sconfitte successive contro U.R.S.S e Messico costrinse i rossi a lasciare il mondiale anzitempo. Nel 1980 ebbe inizio un periodo florido per il Belgio con la finale degli Europei conquistata e persa contro la Germania Ovest, les diables rouges si presentano nell'82' in Spagna e fanno un 'ottima impressione vincendo il girone e venendo eliminati soltanto nel secondo turno da U.R.S.S e Polonia. -115- Nell'86 ottiene il suo miglior piazzamento in un mondiale. Si qualifica come miglior terza e e batte per la prima volta agli ottavi l'U.R.S.S e ai quarti la Spagna. Verrà eliminato in semifinale dall'Argentina con un Diego Maradona in versione divina. I mondiali del 1990 sono sicuramente quelli che hanno fatto più male ai tifosi belgi. In Italia infatti vennero eliminati agli ottavi dall'Inghilterra con un gol all'ultimo minuto dei supplementari di David Platt. Quattro anni più tardi negli Stati Uniti capita la stessa sorte ma questa volta i giustizieri belgi sono i tedeschi che vincono agli ottavi per 3-2. Il 98' è il Mondiale dei pareggi, tre punti, rispettivamente contro Olanda, Messico e Corea del Sud, e eliminazione al primo turno. Nel 2002 il Belgio viene eliminato dal Brasile agli ottavi di finale dopo essersi vista annullare nel primo tempo un gol regolare di Marc Wilmots. Dodici anni di buio hanno permesso ai diavoli rossi di ripartire, proprio con Wilmots che con i suoi ragazzi ha superato con estrema facilità ottenendo otto vittorie e due pareggi. The Future is now. ANALISI TECNICO-TATTICA Soltanto nel 2010 la squadra di Marc Wilmots era la numero 62 del Ranking Fifa. Ora si trova a partecipare a un mondiale come teste di serie e come numero 5 al mondo, posizione che fa di questa nazionale la vera outsider dei mondiali brasiliani. In porta il c.t Wilmots potrà contare su uno come Courtois, campione della Liga e vice campione d'Europa con l'Atletico Madrid. Il portierone di Bree, cittadina di 14.000 abitanti, ha stupito tutti quest'anno con prestazioni eccellenti tanto che ha fatto si che il tecnico del Chelsea Josè Mourinho lo riportasse in Inghilterra per la prossima stagione. Per chi pensa che la difesa sia il punto debole si sbaglia di grosso. Nelle retrovie il Belgio potrà contare sull'esperienza di gente come Verthonghen, Van Buyten e Kompany con Alderweireld che sgalopperà sulla fascia sinistra. Vermaelen, Gillet e Lombaerts scalpitano per un posto da titolare in panchina. La vera gatta da pelare è a centrocampo con tanti giocatori che possono giocare. Per il momento Wilmots si affida alla diga formata da Fellaini e Dembelè con Witsel che parte in questo momento sfavorito rispetto a questi due. Le tre pedine di cui sicuramente i diavoli rossi non possono fare a meno sono Hazard, De Bruyne e Mirallas, con quest'ultimo che parte favorito rispetto a Mertens. In avanti il Belgio affiderà le sue speranze nella macchina da gol Lukaku, anche se in questi ultimi giorni si è parlato di un suo leggero infortunio che rischia di fargli saltare la gara inaugurale contro l'Algeria LA STELLA Classe 1991. Così giovane e pure così esperto. Si perché Eden Hazard la maglia della nazionale maggiore la veste dal 2008, da quando aveva solo 16 anni. Un balzo che lo ha portato dalle partite dell' Under 19 a quelle nei grandi palcoscenici mondiali. Con la nazionale belga Eden conta 45 presenze e 6 gol, pochi è vero ma la sua qualità e far segnare. Cresciuto nelle giovanili del Lille, comincia nel 2017 la prima esperienza in Ligue 1 che lo porterà poi a conquistare un double nel 2012, vincendo il campionato e la coppa di Francia, e a collezionare 145 presenze e 36 gol. Nell'estate del 2012 Roman Abramovich non ci pensa su e sborsa nelle casse del Lille 40 milioni di euro. Con la maglia del Chelsea conquista subito una Champions ma per infortunio non disputa la finale. A soli 23 anni Hazard è la stella indiscussa del Belgio, -116- l'uomo che può far sognare una nazione intera. LA SORPRESA Immancabile nella formazione titolare è David De Bruyne. Un altro talento del calcio belga, ma questi rispetto a Eden Hazard ha avuto minor fortuna o forse è meglio dire minor possibilità di metter in mostra le sue doti. Acquistato dal Genk nel 2008 diventa a soli 16 anni un punto cardine della squadra con prestazioni eccellenti. Nel 2012 il Chelsea lo acquista e lo manda in prestito per formarsi. Ovunque vada fa bene, prima con il Genk poi in Germania con il Werder Brema dove realizza 10 reti in 33 presenze da centrocampista avanzato. Il ritorno ai blues è immediato ma David trova poco spazio e decide di cambiare area. Abramovich dopo aver cercato in tutti i modi di convincere il ragazzo a rimanere decide di accettare l'offerta di 16 milioni di sterline del Wolfsburg. Questo mondiale potrebbe consacrare il suo talento che sino a questo momento è rimasto troppo nascosto. PROSPETTIVE Il Belgio arriva ai mondiali consapevole di essere una squadra che farà paura a molti. Nel girone dovrà affrontare Algeria, Corea del Sud e Russia, con la squadra di Capello che sarà sicuramente la squadra più temibile del girone. I diavoli rossi non dovranno specchiarsi troppo però perché in un mondiale tutte le partecipanti daranno il massimo. Il vero tabù per il Belgio sarà superare gli ottavi, fase che l'ha visto per troppe volte venire eliminato anche immeritatamente. CONVOCATI N. 1 12 13 2 3 4 5 15 18 21 23 6 7 8 16 19 22 Pos Giocatore P P P D D D D D D D D C C C C C C Thibaut Courtois Simon Mignolet Sammy Bossut Toby Alderweireld Thomas Vermaelen Vincent Kompany Jan Vertonghen Daniel Van Buyten Nicolas Lombaerts Anthony Vanden Borre Laurent Ciman Axel Witsel Kevin De Bruyne Marouane Fellaini Steven Defour Mousa Dembélé Nacer Chadli Data nascita Squadra 11 maggio 1992 6 agosto 1988 11 agosto 1985 2 marzo 1989 14 novembre 1985 10 aprile 1986 24 aprile 1987 7 febbraio 1978 20 marzo 1985 24 ottobre 1987 5 agosto 1985 12 gennaio 1989 28 giugno 1991 22 novembre 1987 15 aprile 1988 16 luglio 1987 2 agosto 1989 Atlético Madrid (Spa) Liverpool (Ing) Zulte Waregem Atlético Madrid (Spa) Arsenal (Ing) Manchester City (Ing) Tottenham Hotspur (Ing) Bayern Munich (Ger) Zenit (Rus) Anderlecht Standard Liège Zenit (Rus) Wolfsburg (Ger) Manchester United (Ing) Porto (Por) Tottenham Hotspur (Ing) Tottenham Hotspur (Ing) -117- 9 10 11 14 17 20 A A A A A A Romelu Lukaku Eden Hazard Kevin Mirallas Dries Mertens Divock Origi Adnan Januzaj 13 maggio 1993 7 gennaio 1991 5 ottobre 1987 6 maggio 1987 18 aprile 1995 5 febbraio 1995 -118Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Everton (Ing) Chelsea (Ing) Everton (Ing) Napoli (Ita) Lille (Fra) Manchester United (Ing) Tuttocalcioestero Il primo sito in italiano dedicato al calcio estero http://www.tuttocalcioestero.it Guida Brasile 2014, gruppo H: l’Algeria A cura di : Edoardo Del Principe Per l'Algeria questo è il quarto mondiale, secondo di seguito come successe nell' 82’-86’, la storia si ripete nel quadriennio tra il 2010 e il 2014. La nazionale di Vahid Halilhodži? si presenta al mondiale dopo aver vinto le ultime due amichevoli con Armenia e Romania denotando un buono stato di forma e un solido gioco. Nel girone H le Volpi del deserto affronterano la possibile rivelazione del torneo ovvero il Belgio, la Russia di Capello e la Corea Del Sud. ANALISI TECNICO-TATTICA Si potrebbe pensare all’Algeria come una nazionale poco esperta ma molti dei suoi convocati sono presenti nei maggiori campionati europei tra Spagna, Italia e Francia per la maggiore. Halilhodži? è solito proporre un 4-3-3 con le ali molto larghe a far il doppio turno sia da centrocampisti che da attaccanti, compito richiesto soprattutto a Feghouli che nel Valencia si alterna tra la fascia sinistra e la trequarti di centrocampo. L’Algeria inoltre può contare anche su un terzino duttile come Ghoulam, abile sia in fase offensiva che difensiva, capace all’occorrenza di spostarsi anche come ala. Le chiavi del centrocampo saranno affidate a Taider per la cabina di regia, Bentaleb si occuperà delle incursioni offensive, con 15 presenze in Premier ci si aspetta molto da lui, e probabilmente uno tra Medjani e Yebda per la fase di contenimento. -119- Davanti si spera di ritrovare un Ghilas al top della forma, in dubbio sino all’ultimo per il mondiale. L’attaccante del Porto, reduce da una stagione poco fortunata che lo ha visto segnare solo un gol nel campionato portoghese, è sicuramente il maggior punto interrogativo dei 23 convocati per il Brasile. Capitan Bougherra e Cadamuro invece saranno i centrali della formazione: il primo ha una lunga esperienza nei Rangers di Glasgow, roccioso e fisico è un pilastro oramai da anni della difesa algerina. Cadamuro si è riadattato centrale dopo essere stato, per la maggior parte del suo tempo alal Real Sociedad, un terzino. LA STELLA Senza dubbio Feghouli sarà il vero trascinatore di questa Algeria. Indipendentemente dal piede magico, il giocatore del Valencia riuscirà ad essere una minaccia per la sua ambivalenza sia da assist man che da rifinitore, senza contare le sue doti sotto il punto di vista fisico, un marciatore, sostanza e qualità. Doppio passaporto per lui che, dopo aver giocato con l’Under 21 francese, scelse l’Algeria con cui ha collezionato sino ad ora 19 presenze e 5 gol. LA RIVELAZIONE Il giocatore da cui ci si aspetta il maggior salto di qualità è senza dubbio l’interista Taider ma tra gli outsider che potrebbero avere il loro ruolo durante questo mondiale non è da escludere che l’ala offensiva della Dinamo Zagabria, El Arbi Hillel Soudani, potrebbe riservarci delle sorprese. Nel suo primo campionato croato ha collezionato 31 presenze con 16 gol e 7 assist, un rullino impressionante per un giocatore venuto dal Portogallo che con questa stagione ha quadruplicato il suo valore di mercato. 22 presenze ed 11 gol con la nazionale maggiore, non si fa fatica ad immaginare una sua marcatura in questo torneo. PROSPETTIVE Il girone è veramente impegnativo per l'Algeria ma niente è scontato in manifestazioni di questo livello. Il Belgio è avviato verso la conquista del primo posto nel girone, ma l'età media parecchio bassa dei diavoli rossi può giocare un brutto scherzo agli uomini di Wilmots. La Russia è sicuramente più esperta e navigata e può contare su uno dei migliori portieri del mondo, ovvero Akinfeev. La Corea del Sud apparentemente sembra la squadra cuscinetto del girone, il terzo posto quindi è l’ipotesi più probabile delle quattro. CONVOCATI N. Pos Giocatore 1 16 P P 23 2 3 P D D Cédric Si Mohamed Mohamed Zemmamouche Raïs M'Bolhi Madjid Bougherra Faouzi Ghoulam Data nascita Squadra 9 gennaio 1985 19 marzo 1985 CS Constantine USM Alger 25 aprile 1986 7 ottobre 1982 1 febbraio 1991 CSKA Sofia (Bul) Senza squadra Napoli (Ita) -120- 4 5 6 12 17 20 22 7 8 10 11 14 18 19 9 13 15 21 D D D D D D D C C C C C C C A A A A Essaïd Belkalem Rafik Halliche Djamel Mesbah Carl Medjani Liassine Cadamuro Aïssa Mandi Mehdi Mostefa Hassan Yebda Medhi Lacen Sofiane Feghouli Yacine Brahimi Nabil Bentaleb Abdelmoumene Djabou Saphir Taïder Nabil Ghilas Islam Slimani El Arbi Hillel Soudani Riyad Mahrez 1 gennaio 1989 2 settembre 1986 9 ottobre 1984 15 maggio 1985 5 marzo 1988 22 ottobre 1991 30 agosto 1983 14 maggio 1984 15 maggio 1984 26 dicembre 1989 8 febbraio 1990 24 novembre 1994 31 gennaio 1987 29 febbraio 1992 20 aprile 1990 18 giugno 1988 25 novembre 1987 21 febbraio 1991 -121Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Watford (Ing) Académica (Por) Livorno (Ita) Valenciennes (Fra) Mallorca (Spa) Reims (Fra) Ajaccio (Fra) Udinese (Ita) Getafe (Spa) Valencia (Spa) Granada (Spa) Tottenham Hotspur (Ing) Club Africain (Tun) Internazionale (Ita) Porto (Por) Sporting Lisbon (Por) Dinamo Zagreb (Cro) Leicester City (Ing) Tuttocalcioestero Il primo sito in italiano dedicato al calcio estero http://www.tuttocalcioestero.it Guida Brasile 2014, gruppo H: la Russia A cura di : Matteo Mongelli Belgio, Corea del Sud, Algeria. Un girone alla portata per la Russia di Fabio Capello, che deve riscattare la brutta parentesi di Euro 2012 sotto la guida di Advocaat. Convinto dalla RFU con un ricco contratto a lungo termine, l'ex tecnico - tra le altre - di Roma e Real Madrid si è però ritrovato con una rosa alquanto vecchia, priva di ricambi generazionali di alta caratura (se si escludono Dzagoev e Kokorin, che devono ancora affermarsi però a livello internazionale). La rosa è composta da molti veterani (V.Berezutskiy, Ignashevich, Kerzhakov per fare qualche nome dei più noti) e una manciata di giovani che bene hanno fatto nell'ultima stagione (Semenov del Terek Grozny, Mogilevets e Kanunnikov, vivaio Zenit e futuri compagni di squadra al Rubin). Pesante sarà l'assenza di Roman Shirokov, forse il miglior calciatore russo convocabile ma rimasto KO e dunque non partito per la spedizione in terra carioca. Una curiosità: tutti i giocatori convocati da Capello provengono dalla RPL. ANALISI TECNICO-TATTICA Dovrebbe oscillare tra il 4-2-3-1 ed il 4-3-3 il posizionamento tattico russo ai mondiali carioca. Molto dipenderà infatti dalla posizione del talentino dello Zenit Oleg Shatov, capace di agire sia come mezzala che come trequartista. Tra i pali davanti ad Akinfeev, eletto miglior portiere dell'ultima RPL dove ha vinto il secondo titolo consecutivo con il CSKA Mosca, la coppia -122- centrale sarà composta dai compagni di club Vasily Berezutskiy e Sergey Ignashevich, rispettivamente trentuno e trentaquattro anni, all'ultima competizione iridata della carriera ma ancora senza sostituti in vista di quel mondiale casalingo che tutti, sotto il Cremlino, aspettano. Si tratta di una coppia affiatata, ma che negli anni ha sempre mostrato diversi problemi, soprattutto contro avversari piuttosto rapidi, che sarà messa a dura prova specie nella partita contro i giovanotti belga. A sinistra dovrebbe agire Georgi Schennikov, mentre a destra sarà ballottaggio tra Aleksey Kozlov della Dinamo e l'adattabile Andrey Eschenko, uno dei pochi giocatori rimasti nel derelitto e retrocesso Anzhi, che cercherà di sfruttare il mondiale per mettersi in mostra. In mezzo al campo, detto già della posizione ambigua ed ambivalente di Shatov, giocheranno Igor Denisov, reduce da una stagione in chiaroscuro, con il passaggio dallo Zenit alla Dinamo passando per l'Anzhi, e Viktor Fayzulin, diventato elemento imprescindibile dello Zenit targato Villas Boas e meritatamente convocato per la spedizione brasiliana. Rimarranno invece in panchina, almeno all'inizio, Denis Glushakov e soprattutto Pavel Mogilevets (convocato al posto dell'infortunato Shirokov) che dalle giovanili dello Zenit a gennaio si è ritrovato titolare al rinnovato Rubin Kazan, offrendo prestazioni di buon livello e lasciando intravedere di poter diventare un buon giocatore in futuro. Passando agli esterni offensivi, spazio a destra ad Aleksandr Samedov, reduce da una buona stagione nella sorprendente Lokomotiv, mentre a sinistra sfida tra il rinato Yuri Zhirkov, che qualche giorno fa ha trovato il primo goal con la casacca della nazionale, ed il talento Alan Dzagoev, che ha finora sempre steccato nelle sfide importanti, dalla tecnica sopraffina ma dal carattere fin troppo fragile. Per il ruolo di punta centrale nelle amichevoli Aleksandr Kokorin, classe 1991, parte favorito sul sempreverde Aleksandr Kerzhakov, reduce per la verità da una stagione non granchè allo Zenit. LA STELLA Occhi puntati, in Brasile, su Alan Dzagoev e Aleksandr Kokorin. Giovani (anche se non troppo), immaturi (l'anno scorso il secondo fu coinvolto in uno scandalo dopo che foto di lui e Mamaev nella vasca da bagno insieme uscirono sui giornali russi), discontinui e a volte fin troppo presuntuosi, sono il futuro su cui si dovrà puntare per non sfigurare nel mondiale che si terrà tra quattro anni. Trequartista/esterno offensivo il primo, nelle amichevoli ha dimostrato quasi svogliatezza ed indolenza: la speranza è che si sia trattenuto per il più bello. Punta centrale/seconda punta il secondo - perdonate il gioco di parole - che alla Dinamo aveva trovato in Kuranyi un compagno di reparto valido. In nazionale, da solo, riuscirà a reggere tutto il peso offensivo? LA SORPRESA Parlare di sorpresa, per una squadra come la Russia, dove i giocatori sono conosciuti a livello internazionale, è abbastanza complesso. Si finisce così a parlare dei tre giocatori convocati a sorpresa: Maksim Kanunnikov, vivaio Zenit, la scorsa stagione nell'Amkar, per la prossima già acquistato dal Rubin. E' stato preferito al vicecannoniere della RPL Artem Dzyuba per la sua duttilità tattica: impiegato in passato come seconda punta, è stato riscoperto da Khuzin prima e -123- da Cherchesov poi come esterno mancino nel tridente sulla trequarti. Se dovesse riuscire a ritagliarsi un po' di minutaggio, potrebbe lasciare intravedere qualche cosa di buono. Più improbabile invece che giochino Andrey Semenov, difensore che ha chiuso la stagione alla grandissima al Terek, ma che rappresenta la quarta scelta del reparto arretrato, e Pavel Mogilevets, chiamato soltanto per l'infortunio di Shirokov. PROSPETTIVE L'obiettivo è raggiungere almeno gli ottavi di finale. Senza una vera e propria corazzata nel girone, favoriti per il passaggio del turno insieme al Belgio, per la Russia una prematura eliminazione - come successe nell'Europeo del 2012 - sarebbe un boccone amaro da mandare giù. Per il resto, tutto quanto verrà in più sarà considerato un buon risultato. Le amichevoli (1-0 alla Slovacchia, 1-1 con la Norvegia, 2-0 al Marocco) hanno dato alcune buone indicazioni ma anche diversi punti su cui lavorare, come le amnesie difensive e la lentezza nel giro-palla russo. Per lavorarci su, c'è ancora qualche giorno. I CONVOCATI N. 1 12 16 2 3 4 5 13 14 22 23 7 8 10 15 17 18 19 20 21 6 9 11 Pos Giocatore P P P D D D D D D D D C C C C C C C C C A A A Igor Akinfeev Yuri Lodygin Sergey Ryzhikov Aleksei Kozlov Georgi Schennikov Sergei Ignashevich Andrey Semyonov Vladimir Granat Vasili Berezutski Andrey Yeshchenko Dmitri Kombarov Igor Denisov (Captain) Denis Glushakov Alan Dzagoev Pavel Mogilevets Oleg Shatov Yuri Zhirkov Aleksandr Samedov Viktor Fayzulin Aleksei Ionov Maksim Kanunnikov Aleksandr Kokorin Aleksandr Kerzhakov Data nascita (età) Squadra 8 aprile 1986 26 maggio 1990 19 settembre 1980 16 novembre 1986 27 aprile 1991 14 luglio 1979 24 marzo 1989 22 maggio 1987 20 giugno 1982 9 febbraio 1984 22 gennaio 1987 17 maggio 1984 27 gennaio 1987 17 giugno 1990 25 gennaio 1993 29 luglio 1990 20 agosto 1983 19 luglio 1984 22 aprile 1986 18 febbraio 1989 14 luglio 1991 19 marzo 1991 27 novembre 1982 CSKA Moscow Zenit Saint Petersburg Rubin Kazan Dynamo Moscow CSKA Moscow CSKA Moscow Terek Grozny Dynamo Moscow CSKA Moscow Anzhi Makhachkala Spartak Moscow Dynamo Moscow Spartak Moscow CSKA Moscow Rubin Kazan Zenit Saint Petersburg Dynamo Moscow Lokomotiv Moscow Zenit Saint Petersburg Dynamo Moscow Rubin Kazan Dynamo Moscow Zenit Saint Petersburg -124Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Tuttocalcioestero Il primo sito in italiano dedicato al calcio estero http://www.tuttocalcioestero.it Guida Brasile 2014, gruppo H: la Corea del Sud A cura di : Edoardo Battaglion La Corea del Sud di Hong Myung-Bo si è qualificata ai mondiali brasiliani non senza qualche grattacapo, riuscendo a strappare un posto per la coppa del mondo sudamericana solo grazie alla differenza reti a discapito dell'Uzbekistan: un solo goal in più ha permesso alla tigri asiatiche di partecipare al mondiale. La Corea del Sud è una delle nazionali asiatiche con più partecipazioni alla coppa del mondo, assodando il fatto che vi partecipa in maniera ininterrotta sino dal 1986. Il migliore risultato arrivò nel 2002 nei mondiali casalinghi tanto “chiaccherati”, quando i coreani riuscirono ad arrivare quarti. Le tigri asiatiche sono state sorteggiate nel girone H, composto da Russia, Belgio ed Algeria. La Corea attualmente occupa la 58° posizione nel ranking FIFA. ANALISI TECNICO-TATTICA I coreani possiedono un ottimo reparto avanzato, la presenza di un centravanti di esperienza come Park Chu Yong permette una valida soluzione all'interno dell'area. L'attaccante del Watford fa del gioco aereo, nonostante non sia dotato di una stazza imponente, la sua caratteristica migliore. Le rapide ali di cui dispone il tecnico Hong Myung-Bo arriveranno sul fondo per crossare in mezzo palloni utili per il sopracitato centravanti. In attacco le alternative non mancano, visto che in panchina la Corea del Sud dispone di un attaccante giovane, ma con una certa esperienza, Ji Dong-Won, punta dell'Ausburg. Lo snodo dell'azione offensiva passerà dai piedi educati di Son Heung-Min vero leader di questa compagine. La cerniera di -125- centrocampo ha sicuramente molta esperienza nei rispettivi campionati: Koo Ja-Cheol è un calciatore interessante e Kim Bo-Kyung, retrocesso con il Cardiff quest'anno, rappresenta un elemento di tutto rispetto a livello di mediani. I problemi sicuramente si possono imputare al reparto arretrato che sembra essere in deficit di quella esperienza necessaria per disputare una competizione come il mondiale. Gli elementi della linea difensiva giocano quasi esclusivamente nel proprio paese o nel più quotato Giappone, ove comunque le realtà calcistiche sono sicuramente minori e mediocri. Parlando puramente di tattica possiamo aspettarci una manovra piuttosto rapida e corale, votata ad una serie infinita di movimenti e sovrapposizioni, sfruttando la proverbiale rapidità delle Tigri Asiatiche. In termini atletici di velocità e resistenza le qualità dei coreani sono indubbie, ma rimane un incognita la prestanza fisica di quest'ultimi. I centimetri e la prepotenza fisica sono qualità che non rientrano nel bagaglio della Corea del Sud, perciò sembra ampiamente preventivabile una certa sofferenza sui calci piazzati a sfavore e nella riconquista del pallone. Un gioco palla a terra come si auspica di vedere Hong Myung-Bo potrà in parte sopperire a queste carenze. La giornata di Son Heung-Min la dirà lunga sulle sorti delle TIgri Asiatiche, nonostante il gioco collettivo sia un marchio di fabbrica della compagine asiatica. LA STELLA La Corea del Sud conta un parco di giocatori piuttosto interessanti di giovane età che giocano nei più prestigiosi campionati europei, però uno su tutti spicca: Son Heung-Min. L'attaccante del Bayer Leverkusen, classe '92, rappresenta il fulgore del calcio orientale. Nato calcisticamente all'Amburgo si è trasferito alla corte delle “aspirine” per una cifra intorno ai 10 milioni di euro. Heung-Min è un calciatore piuttosto duttile in grado di ricoprire il ruolo di punta centrale grazie alla sua buona fisicità, ma ha fatto intravedere le prestazioni migliori da esterno d'attacco. La velocità ed il dribbling sono il suo punto forte che terrorizza ogni difesa, oltre ad una conclusione secca e precisa. Non a caso è stato più volte etichettato come uno dei migliori talenti del continente orientale e l'investimento del Leverkusen non è stato sicuramente esiguo. Nella Corea del Sud Heung-Min gioca sull'esterno, lasciando la posizione di centravanti al navigato Park Chu Yong. Lo stesso giocatore del Watford, in passato in forza all'Arsenal, è un elemento fondamentale nelle gerarchie di Myung-Bo. Uno dei pochi, fra le fila dei sud coreani, abile nel colpo di testa potrà rivelarsi decisivo sotto porta, ma anche determinante in fase difensiva. LA SORPRESA Il giocatore che potrà sorprendere i telespettatori meno navigati nel calcio sud coreano è sicuramente Koo Ja-Cheol, capitano delle tigri asiatiche. Koo, classe 89', è dal 2011 un giocatore della Bundesliga ed ha vestito le maglie di Ausburg e Wolfsburg, attualmente indossa i colori dei bavaresi del Mainz. Koo è un instancabile centrocampista centrale dotati di un ottima resistenza, oltre ad essere un giocatore completo, sia a livello tecnico che fisico. Nonostante la predisposizione alla fatica, è un buon velocista, abbinata ad un discreto controllo palla che gli permette di cavarsela al meglio nelle situazioni spinose a centrocampo. Dotato di -126- un piede educato, dalla media distanza Koo è uso colpire con il suo destro al veleno. Un altro giocatore che si rivelerà importante per le sorte dei coreani è Lee Keun-Ho, giocatore dello Sangju Sangmu, classe 85'. Keun-Ho di professione fa l'ala ed ha raggiunto la propria maturità calcistica in questo ruolo, le sue doti migliore sono un elevata velocità individuale che gli permette di infilarsi fra le maglie della difesa avversaria ed una pregevole attitudine al dribbling, tramite la qualI è in grado di creare la superiorità numerica e mandare i compagni in rete. PROSPETTIVE La Corea del Sud non rappresenta di certo una delle compagini più quotate alla conquista del titolo, ma non è da sottovalutare l'attitudine alla resistenza ed al duro lavoro delle squadre asiatiche. Il clima torrido che si respira in Brasile può essere un surplus per i coreani, tradizionalmente predisposti a grandi cavalcate e partite di sacrificio. Le tigri asiatiche realisticamente potranno raggiungere gli ottavi se riusciranno a giocarsela con la Russia, in caso contrario è preventivabile un 3° posto nel girone dietro agli stessi sovietici ed il Belgio. CONVOCATI N. Pos Giocatore Data nascita Squadra Suwon Bluewings Ulsan Hyundai Busan IPark Kashiwa Reysol (Gia) Queens Park Rangers (Ing) Al-Hilal (Sau) Guangzhou Evergrande (Cina) Sanfrecce Hiroshima (Gia) Ulsan Hyundai Augsburg (Ger) Mainz 05 (Ger) Cardiff City (Ing) Beijing Guoan (Cina) Mainz 05 (Ger) Kashiwa Reysol (Gia) Guangzhou R&F (Cina) Swansea City (Ing) Bolton Wanderers (Ing) Bayer Leverkusen (Ger) Arsenal (Ing) Sangju Sangmu Ulsan Hyundai Borussia Dortmund (Ger) 1 21 23 2 3 4 5 P P P D D D D Jung Sung-Ryong Kim Seung-Gyu Lee Bum-Young Kim Chang-Soo Yun Suk-Young Kwak Tae-Hwi Kim Young-Gwon 4 gennaio 1985 30 settembre 1990 2 aprile 1989 12 settembre 1985 13 febbraio 1990 8 luglio 1981 27 febbraio 1990 6 12 20 22 7 8 13 14 15 16 17 9 10 11 18 19 D D D D C C C C C C C A A A A A Hwang Seok-Ho Lee Yong Hong Jeong-Ho Park Joo-Ho Kim Bo-Kyung Ha Dae-Sung Koo Ja-Cheol Han Kook-Young Park Jong-Woo Ki Sung-Yueng Lee Chung-Yong Son Heung-Min Park Chu-Young Lee Keun-Ho Kim Shin-Wook Ji Dong-Won 27 giugno 1989 24 dicembre 1986 12 agosto 1989 16 gennaio 1987 6 ottobre 1989 2 marzo 1985 27 febbraio 1989 29 aprile 1990 10 marzo 1989 24 gennaio 1989 2 luglio 1988 8 luglio 1992 10 luglio 1985 11 aprile 1985 14 aprile 1988 28 maggio 1991 -127Powered by TCPDF (www.tcpdf.org)
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