Come progettare e gestire un PIF – Progetto Integrato di Filiera

Come progettare e gestire un PIF
Dall’esperienza passata alle novità della
Politica di sviluppo rurale 2014-2020
a cura di Serena Tarangioli – INEA/RRN
Seminario informativo
L’organizzazione delle filiere agroalimentari in
Piemonte
Torino Centro Incontri – Sala ATRIO
27/11/2014
Definizione
Progetto integrato di filiera (PIF)
•Strumento della politica di sviluppo rurale
finalizzato all’organizzazione della filiera
agroalimentare
•dove per filiera agroalimentare si intende:
l’insieme delle attività che concorrono alla produzione,
distribuzione, commercializzazione e fornitura di un
prodotto agroalimentare strettamente interconnesse
dalla fitta rete di relazioni instauratesi tra operatori
economici, sociali e istituzionali
Perché i PIF
1. per garantire un approccio multisettoriale
capace di coinvolgere tutti gli attori e le risorse
della filiera
2. per facilitare o rafforzare le prassi partenariali
3. per consolidare reti contribuendo a creare
capitale sociale
4. per migliorare l’offerta, la gestione e l’utilizzo di
beni collettivi
5. per garantire maggiore equità
… oltre la realizzazione del progetto …
• Condivisione di una strategia di azione comune
• Specifici accordi in materia di conferimento
prodotti all’interno del partenariato
• Impegni e responsabilità condivise all’interno
del partenariato
• coinvolgimento attivo dei soggetti a monte e a
valle della filiera
• Delega di funzioni al partenariato e/o al
soggetto capofila
Come funziona un PIF
• Punta al finanziamento di progetti collettivi presentati da un
partenariato socio-economico rappresentativo di una pluralità
di soggetti appartenenti alla medesima filiera produttiva, che, al
fine di contribuire alla piena riuscita dell’obiettivo iniziale,
prende una serie di accordi e si candida a realizzare investimenti
attraverso l’utilizzo delle misure presenti nel PSR.
• In termini operativi, il progetto di filiera propone una strategia
di intervento unitaria e nello stesso tempo raccoglie una
pluralità di domande individuali. Il finanziamento pubblico va
alle singole domande di intervento che devono dimostrare
coerenza ed attinenza con il progetto collettivo di riferimento.
Come funzione un PIF
I PIF nei PSR 2007-2013
Regioni
Nr. PIF (a)
Finanziamento Costo medio
pubblico (b)
PIF (c=b/a)
Beneficiari misure Finanziamento medio
coinvolti nel
per singolo beneficiario
progetto (d)
(e=b/d)
Basilicata
14
78.172.852
5.583.775
1.060
73.748
Calabria
33
50.685.069
1.535.911
174
291.294
7
35.790.575
5.112.939
140
255.647
Campania
Emilia Romagna
121
106.705.257
881.862
39
38.541.639
988.247
3.144
463
33.939
Friuli Venezia Giulia
Lazio
18
38.691.252
2.149.514
378
102.358
83.243
Liguria
1
2.976.500
2.976.500
103
28.898
Lombardia
5
53.672.690
10.734.538
88
609.917
Marche
8
15.135.654
1.891.957
1643
9.212
Puglia
58
222.897.260
3.843.056
2.898
76.914
Sicilia
4
12.587.625
3.146.906
29
45.298.944
1.562.033
745
60.804
Umbria
2
22.361.810
11.180.905
33
677.631
Veneto
37
79.601.746
2.151.399
2.061
38.623
Totale
376
803.118.873
2.135.954
12.930
62.113
Toscana
Gli elementi determinanti di un PIF
•
•
•
•
Partenariato
La strategia di azione
Il progetto comune e condiviso
Gli accordi tra i partner e gli impegni comuni
La creazione di un partenariato: assunti teorici
La
Larappresentatività
rappresentativitàdel
delpartenariato
partenariatodeve
deveessere
esseremolto
moltoalta.
alta.
ALTRI
I soggetti della
concertazione
L’Adg e AT del PSR
Sistema bancario
Gli imprenditori
singoli e associati
Associazioni
di categoria e di
settore
Sindacati
Enti locali
IlIlsistema
sistemadella
della
conoscenza
conoscenza
Gli attori (per il partenariato perfetto)
Cosa è successo nella realtà
Due modelli di funzionamento:
•Partenariati «imprenditoriali»: costituiti da sole
imprese (+ enti ricerca), solitamente già esistenti
(o “evoluti” rispetto alle esigenze del bando)
•Partenariati misti: soggetti di varia natura, nuovi
partenariati, sistemi di governance settoriale
particolarmente innovativi
Composizione partenariati
I soggetti capofila
L’operatività e i compiti del
partenariato
• Costituzione formale (giuridica)
• Individuazione di un soggetto capofila a cui
attribuire compiti e responsabilità
• Creazione di organi collegiali che assicurino la
partecipazione, la concertazione e la trasparenza
dell’azione
• Individuazione di regole che assicurino il
funzionamento del PIF
• Creazione di meccanismi a garanzia dell’interesse
singolo e collettivo
…. in altre parole
• promuovere la partecipazione degli operatori
della filiera attraverso attività di animazione,
informazione e (anche) di formazione;
• elaborare e presentare il Progetto Integrato di
Filiera;
• assicurare il coordinamento e la realizzazione
degli interventi
• Promuovere specifici accordi tra partner
• Interfacciarsi con l’AdG del PSR (ruolo del
partenariato)
1. Animazione
• Fare emergere i fabbisogni effettivi
• Individuazione di fattori innovativi
• Coinvolgere tutto il partenariato nella
definizione delle strategie
• Comunicare con e ai soggetti esterni
Processo inclusivo, aperto e concertativo
2. Elaborare il PIF
•
•
•
•
Analisi della situazione di partenza
Attenzione ai fabbisogni espressi
Definizione di pochi e concreti obiettivi
Strategia chiara capace di andare oltre il mero
finanziamento pubblico
• Azioni di monitoraggio e valutazione interna
capacità di predisporre progetti, in una visione unitaria e complessiva
del sistema produttivo, che consenta ai partner, attraverso un
progressivo confronto fra le opzioni in gioco, di individuare gli interessi
più rilevanti per la propria attività e di definire la priorità fra i vari
interventi da realizzare
3. La realizzazione del PIF
•
•
•
•
•
Animazione continua
Coinvolgimento attivo
Funzione di «Problem solving»
Monitoraggio dell’azione svolta
Informazione e comunicazione interna ed
esterna
Inoltre …
• Promuovere accordi di natura commerciale tra i
partner del PIF finalizzati alla cooperazione effettiva
tra i soggetti aderenti
• Promuovere azioni di sistema funzionali a tutto il
partenariato
• Promuovere modalità organizzative innovative per la
singola impresa e per il partenariato in quanto tale
L’integrazione: una strada ad ostacoli
• Selezione rigorosa del contesto (PI valida alternativa
ad altri approcci),
• Approccio complicato – strumento flessibile ma
rigoroso nelle modalità applicative,
• Ruolo attivo del partenariato per creare
l’«atmosfera» adatta
• Ruolo delle amministrazione pubbliche (efficienza
per garantire l’efficacia),
• AT per i beneficiari e i territori interessati
• Responsabilizzazione di tutti gli attori del processo
Il valore aggiunto
• Sperimentazione di nuovi modelli di governance attraverso la creazione e il
consolidamento di partenariati e l’adozione di metodi partecipativi
• Visione sistemica dello sviluppo = offre maggiori garanzie
• Offerta di beni collettivi materiali (infrastrutture logistiche, centri di ricerca,
ecc.) e immateriali (rafforzare i meccanismi fiduciari negli scambi economici,
il consolidamento delle regole, creare il senso di appartenenza ….)
• Creazione, in alcuni casi, di agenzie di sviluppo (capacità di attirare delle
nuove risorse e fare da catalizzatore per nuove iniziative)
• Creazione di reti istituzionali fra il tessuto economico e le rappresentanze
degli interessi e delle istituzioni locali
• Competitività e innovazione