MADONNA DELLARCO 1 2014_1-2006.qxd

Anno 123 - n° 1 - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 27/02/2004 n.46 art. 1, comma 1, Aut: 149/CBPA-SUD/NA
Gennaio - Marzo 2014
Rivista mariana trimestrale fondata nel 1891 - Anno 123 - N. 1 Gennaio - Marzo 2014
Editoriale
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Evangelii Gaudium
fra Rosario Carlo Licciardello O.P.
Catechesi
6
Lavò loro i piedi
fra Pasquale Cocozza O.P.
Storia
8
I Rettori che hanno scritto la storia
Domenico Granata
Pensiero
12
Giordano Bruno
Luigi Corcione
Arte
Raccontano un’affascinante e struggente storia di fede
Domenico Granata
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Eventi
L’unità e la comunione missione di noi cristiani
La redazione
I Grandi Lunedì
La redazione
10
La redazione
Madre di Grazie
Domenico Granata
Pellegrinaggi
fra Ruggiero Strignano O.P.
Editing:
Ente Convento Madonna dell’Arco
17
26
28
Informazioni
Notizie Utili
I Padri Domenicani
del Santuario di
Madonna dell’Arco
Vi augurano
una Buona Pasqua
14
Rubriche
Vita del Santuario
In copertina
Riparte un nuovo anno del nostro periodico de La Madonna dell’Arco con tante novità, a cominciare, come
avrete già notato, dalla nuova copertina: gli appuntamenti e le tematiche più importanti degli ultimi mesi intorno al nostro Santuario mariano vengono messe in evidenza già a prima vista. Non uno, bensì cinque momenti
e temi centrali che faranno da cornice all’intero numero. Ma non meno importante è la nostra ultima di copertina, che in questo numero, celebra la recente quanto attesa elevazione agli altari del nostro amato e compianto Papa, da questo momento, San Giovanni Paolo
II: abbiamo scelto di mostrare ai nostri lettori, in segno
di devozione, la vetrina del nostro Museo degli ex voto
a lui dedicata. Buona lettura, e che il volto materno della nostra Vergine ci protegga in ogni momento!
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Collaboratori:
Domenico Granata, Lorenzo Maione, Luigi Corcione
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EDITORIALE
EVANGELII GAUDIUM
La gioia del Vangelo riempie il cuore
fra Rosario Carlo Licciardello O.P.
a gioia del Vangelo riempie il cuore e la
vita intera di coloro che si incontrano con
Gesù”: inizia così l’Esortazione apostolica. Un documento di oltre 220 pagine, diviso in 5 capitoli e 288 paragrafi: è la prima Esortazione apostolica di Papa Francesco, intitolata “Evangelii Gaudium”, che sviluppa il tema dell’annuncio del Vangelo nel mondo attuale e traccia il programma del suo
pontificato. Il testo raccoglie, tra l’altro, il contributo
dei lavori del Sinodo sul tema “La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede”, svoltosi in Vaticano nell’ottobre 2012.
“Desidero indirizzarmi ai fedeli cristiani - scrive il Papa - per invitarli a una nuova tappa evangelizzatrice
marcata da questa gioia e indicare vie per il cammino della Chiesa nei prossimi anni”. Si tratta di un accorato appello a tutti i battezzati perché con nuovo
fervore e dinamismo portino agli altri l’amore di Gesù in uno “stato permanente di missione”, vincendo
“il grande rischio del mondo attuale”: quello di cadere in “una tristezza individualista”. “Anche i credenti corrono questo rischio”, perché “ci sono cristiani
che sembrano avere uno stile di Quaresima senza Pasqua”: un evangelizzatore non dovrebbe avere “una
faccia da funerale”. È necessario passare “da una pastorale di semplice conservazione a una pastorale decisamente missionaria”. Il Papa invita a “recuperare
la freschezza originale del Vangelo”, trovando “nuove strade” e “metodi creativi”, a non imprigionare Gesù nei nostri “schemi noiosi”. L’appello rivolto a tutti i cristiani è quello di “uscire dalla propria comodità
e avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che
hanno bisogno della luce del Vangelo”: “tutti siamo
chiamati a questa nuova ‘uscita’ missionaria”. Si tratta “di una conversione pastorale e missionaria, che
non può lasciare le cose come stanno” e che spinge a
porsi in uno “stato permanente di missione”. È necessaria una “riforma delle strutture” ecclesiali perché “diventino tutte più missionarie”. Partendo dalle
parrocchie, il Papa nota che l’appello al loro rinno-
“L
vamento “non ha ancora dato sufficienti frutti perché
siano ancora più vicine alla gente”. Le altre realtà ecclesiali “sono una ricchezza della Chiesa”, ma devono integrarsi “con piacere nella pastorale organica della Chiesa particolare”.
Riguardo all’annuncio, afferma che è necessario concentrarsi sull’essenziale, evitando una pastorale “ossessionata dalla trasmissione disarticolata di una moltitudine di dottrine che si tenta di imporre a forza di
insistere”: “in questo nucleo fondamentale ciò che risplende è la bellezza dell’amore salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristo morto e risorto”. Succede che
si parli “più della legge che della grazia, più della
Chiesa che di Gesù Cristo, più del Papa che della Parola di Dio”.
“La Chiesa - scrive il Papa - è chiamata ad essere sempre la casa aperta del Padre”. “Nemmeno le porte dei
Sacramenti si dovrebbero chiudere per una ragione
qualsiasi”. Così “l’Eucaristia, sebbene costituisca la
pienezza della vita sacramentale, non è un premio per
i perfetti ma un generoso rimedio e un alimento per i
deboli. La Chiesa non è una dogana, è la casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa”. Parlando di alcune sfide del mondo attuale, denuncia l’attuale sistema economico: “è ingiusto alla
radice”. “Questa economia uccide”, fa prevalere la
3
EDITORIALE
“legge del più forte, dove il potente mangia il più debole”. L’attuale cultura dello “scarto” ha creato “qualcosa di nuovo”: “gli esclusi non sono ‘sfruttati’ ma rifiuti, ‘avanzi’”. La famiglia, “cellula fondamentale
della società” - prosegue il Papa - “attraversa una crisi culturale profonda”. Ribadendo, quindi, “il contributo indispensabile del matrimonio alla società”, il
Papa sottolinea che “l’individualismo postmoderno e
globalizzato favorisce uno stile di vita … che snatura i vincoli familiari”. Il Papa indica le “tentazioni degli operatori pastorali”: individualismo, crisi d’identità, calo del fervore. “La più grande minaccia” è “il
grigio pragmatismo della vita quotidiana della Chiesa, nel quale tutto apparentemente procede nella normalità, mentre in realtà la fede si va logorando”. Esorta a non lasciarsi prendere da un “pessimismo sterile” e ad essere segni di speranza attuando la “rivoluzione della tenerezza”. Occorre rifuggire dalla “spiritualità del benessere” che rifiuta “impegni fraterni” e
vincere “la mondanità spirituale” che “consiste nel
cercare, al posto della gloria del Signore, la gloria
umana”. Lancia un appello alle comunità ecclesiali a
non cadere nelle invidie e nelle gelosie: “all’interno
del Popolo di Dio e nelle diverse comunità, quante
guerre!”. “Chi vogliamo evangelizzare con questi comportamenti?”. Sottolinea la necessità di far crescere la
responsabilità dei laici, tenuti “al margine delle decisioni” da “un eccessivo clericalismo”. Afferma che
“c’è ancora bisogno di allargare gli spazi per una presenza femminile più incisiva nella Chiesa”, in particolare “nei diversi luoghi dove vengono prese le decisioni importanti”. Affrontando il tema dell’inculturazione, ricorda che “il cristianesimo non dispone di
un unico modello culturale” e che il volto della Chiesa è “pluriforme”. “Non possiamo pretendere che tutti i popoli … nell’esprimere la fede cristiana, imitino
le modalità adottate dai popoli europei in un determinato momento della storia”. Il Papa ribadisce “la
forza evangelizzatrice della pietà popolare” e incoraggia la ricerca dei teologi invitandoli ad avere “a
cuore la finalità evangelizzatrice della Chiesa”. “Per
capire questa realtà c’è bisogno di avvicinarsi ad essa con lo sguardo del Buon Pastore, che non cerca di
giudicare, ma di amare”.
A questo punto, il Papa si sofferma “con una certa meticolosità, sull’omelia” perché “molti sono i reclami
4
in relazione a questo importante ministero e non possiamo chiudere le orecchie”. L’omelia “deve essere
breve ed evitare di sembrare una conferenza o una lezione”, deve saper dire “parole che fanno ardere i cuori”, rifuggendo da una “predicazione puramente moralista o indottrinante”. Sottolinea l’importanza della
preparazione: “un predicatore che non si prepara non
è ‘spirituale’, è disonesto ed irresponsabile”. “Una
buona omelia … deve contenere un’idea, un sentimento, un’immagine”. La predicazione deve essere
positiva perché offra “sempre speranza” e non lasci
“prigionieri della negatività”. L’annuncio stesso del
Vangelo deve avere caratteristiche positive: “vicinanza, apertura al dialogo, pazienza, accoglienza cordiale che non condanna”. Il Papa indica l’arte dell’accompagnamento, “perché tutti imparino sempre a
togliersi i sandali davanti alla terra sacra dell’altro”
che bisogna vedere “con uno sguardo rispettoso e pieno di compassione ma che nel medesimo tempo sani,
liberi e incoraggi a maturare nella vita cristiana”.
Ribadisce “l’intima connessione tra evangelizzazione e promozione umana” e il diritto dei Pastori “di
emettere opinioni su tutto ciò che riguarda la vita delle persone”. “Nessuno può esigere da noi che releghiamo la religione alla segreta intimità delle persone, senza alcuna influenza nella vita sociale”. Cita il
beato Giovanni Paolo II dove dice che la Chiesa “non
può né deve rimanere al margine della lotta per la giustizia”. “Per la Chiesa l’opzione per i poveri è una categoria teologica” prima che sociologica. “Per questo
chiedo una Chiesa povera per i poveri. Essi hanno
molto da insegnarci”. “Finché non si risolveranno radicalmente i problemi dei poveri … non si risolveranno i problemi del mondo”. “La politica, tanto denigrata” - afferma - “è una delle forme più preziose di
carità”. “Prego il Signore che ci regali più politici che
abbiano davvero a cuore … la vita dei poveri!”. Poi
un monito: “Qualsiasi comunità all’interno della Chiesa” che si dimentica dei poveri corre “il rischio della
dissoluzione”.
Il Papa invita ad avere cura dei più deboli: “i senza
tetto, i tossicodipendenti, i rifugiati, i popoli indigeni, gli anziani sempre più soli e abbandonati” e i migranti, per cui esorta i Paesi “ad una generosa apertura”. Parla delle vittime della tratta e di nuove forme
di schiavismo: “Nelle nostre città è impiantato que-
EDITORIALE
sto crimine mafioso e aberrante, e
molti hanno le mani che grondano sangue a causa di una complicità comoda e muta”. “Doppiamente povere sono le donne che
soffrono situazioni di esclusione,
maltrattamento e violenza”. “Tra
questi deboli di cui la Chiesa vuole prendersi cura” ci sono “i bambini nascituri, che
sono i più indifesi e innocenti di tutti, ai quali oggi si
vuole negare la dignità umana”. “Non ci si deve attendere che la Chiesa cambi la sua posizione su questa questione. Non è progressista pretendere di risolvere i problemi eliminando una vita umana”. Quindi,
un appello al rispetto di tutto il creato: “siamo chiamati a prenderci cura della fragilità del popolo e del
mondo in cui viviamo”. Riguardo al tema della pace,
il Papa afferma che è “necessaria una voce profetica”
quando si vuole attuare una falsa riconciliazione che
“metta a tacere” i poveri, mentre alcuni “non vogliono rinunciare ai loro privilegi”. Per la costruzione di
una società “in pace, giustizia e fraternità” indica quattro principi: “il tempo è superiore allo spazio” significa “lavorare a lunga scadenza, senza l’ossessione dei
risultati immediati”. “L’unità prevale sul conflitto”
vuol dire operare perché gli opposti raggiungano “una
pluriforme unità che genera nuova vita”. “La realtà è
più importante dell’idea” significa evitare che la politica e la fede siano ridotte alla retorica. “Il tutto è superiore alla parte” significa mettere insieme globalizzazione e localizzazione. “L’evangelizzazione - prosegue il Papa - implica anche un cammino di dialogo” che apre la Chiesa a collaborare con tutte le realtà
politiche, sociali, religiose e culturali. L’ecumenismo
è “una via imprescindibile dell’evangelizzazione”. Importante l’arricchimento reciproco: “quante cose possiamo imparare gli uni dagli altri!”, per esempio “nel
dialogo con i fratelli ortodossi, noi cattolici abbiamo
la possibilità di imparare qualcosa di più sul significato della collegialità episcopale e sulla loro esperienza della sinodalità”; “il dialogo e l’amicizia con i
figli d’Israele sono parte della vita dei discepoli di Gesù”; “il dialogo interreligioso”, che va condotto “con
un’identità chiara e gioiosa”, è “una condizione necessaria per la pace nel mondo” e non oscura l’evangelizzazione; “in quest’epoca acquista notevole im-
portanza la relazione con i credenti dell’Islam: il Papa implora “umilmente” affinché i Paesi di tradizione islamica assicurino la libertà
religiosa ai cristiani, anche “tenendo conto della libertà che i credenti dell’Islam godono nei paesi
occidentali!”. “Di fronte ad episodi di fondamentalismo violento” invita a “evitare odiose generalizzazioni, perché il vero Islam e un’adeguata interpretazione del Corano si oppongono ad ogni
violenza”. E contro il tentativo di privatizzare le religioni in alcuni contesti, afferma che “il rispetto dovuto alle minoranze di agnostici o di non credenti non
deve imporsi in modo arbitrario che metta a tacere le
convinzioni di maggioranze credenti o ignori la ricchezza delle tradizioni religiose”. Ribadisce quindi
l’importanza del dialogo e dell’alleanza tra credenti e
non credenti. L’ultimo capitolo è dedicato agli “evangelizzatori con Spirito”, che sono quanti “si aprono
senza paura all’azione dello Spirito Santo” che “infonde la forza per annunciare la novità del Vangelo con
audacia, a voce alta e in ogni tempo e luogo, anche
controcorrente”. Si tratta di “evangelizzatori che pregano e lavorano”, nella consapevolezza che “la missione è una passione per Gesù ma, al tempo stesso, è
una passione per il suo popolo”: “Gesù vuole che tocchiamo la miseria umana, che tocchiamo la carne sofferente degli altri”. “Nel nostro rapporto col mondo precisa - siamo invitati a dare ragione della nostra speranza, ma non come nemici che puntano il dito e condannano”. “Può essere missionario - aggiunge - solo
chi si sente bene nel cercare il bene del prossimo, chi
desidera la felicità degli altri”: “se riesco ad aiutare
una sola persona a vivere meglio, questo è già sufficiente a giustificare il dono della mia vita”. Il Papa invita a non scoraggiarsi di fronte ai fallimenti o agli
scarsi risultati perché la “fecondità molte volte è invisibile, inafferrabile, non può essere contabilizzata”;
dobbiamo sapere “soltanto che il dono di noi stessi è
necessario”. L’Esortazione si conclude con una preghiera a Maria “Madre dell’Evangelizzazione”. “Vi è
uno stile mariano nell’attività evangelizzatrice della
Chiesa. Perché ogni volta che guardiamo a Maria torniamo a credere nella forza rivoluzionaria della tenerezza e dell’affetto”.
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LAVÒ
LORO I
PIEDI
fra Pasquale Cocozza O.P.
a Pasqua è alle porte. Gesù ha atteso da tempo
questo momento. Egli lo chiamava la sua “ora”.
Noi ignoravamo del tutto il significato che dava a tale espressione. Egli pensava al Padre suo, dal
quale era venuto e al quale doveva fare ritorno, e ciò
faceva sì che il suo cuore traboccasse ancor più d’amore verso tutti noi. Così ha voluto fare la cena di Pasqua insieme con noi, suoi discepoli. Il clima interiore si presentava sereno. Gesù non ha lasciato trasparire niente; eppure in mezzo a noi c’era uno che stava
per tradirlo ed egli lo sapeva. Nel mezzo della cena,
improvvisamente, il Maestro si alza di tavola, depone
le vesti, prende un asciugatoio e se lo cinge attorno alla vita. Poi versa dell’acqua in un catino e comincia a
lavare i piedi ad ognuno di noi e ad asciugarli con l’asciugatoio di cui si era cinto. Noi lo guardiamo assai
meravigliati e non riusciamo a proferire alcuna parola. Ma quando è da Simon Pietro, questi ha l’ardire di
contestare il suo gesto, cosa che invero avremmo fatto tutti. Gli dice: “Signore, tu lavi i piedi a me?”. Gesù gli risponde: “Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai in seguito”. E Pietro, ancora più
deciso: “Non mi laverai mai i piedi!”. Gesù, più deciso di lui: “Se non ti laverò, non avrai parte con me”.
Questa minaccia del Maestro, a dir vero, c’è sembrata alquanto eccessiva. Escluderci dalla sua amicizia, e
per sempre. Solo perché Pietro e, nell’intimo, anche
noi, non volevamo che egli si umiliasse dinanzi ai suoi
discepoli, compiendo l’azione di uno schiavo nel lavarci i piedi? Come mai non ha letto questo nei nostri
cuori? Simon Pietro, temendo il peggio, abbassa le armi e, come spesso, varca i limiti e va all’altro eccesso:
“Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!”. Gesù continua la sua azione. Quando ha termi-
L
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nato di lavarci i piedi e ha ripreso le vesti, siede di nuovo e ci dice: “Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono. Se
dunque io, il Maestro e il Signore, ho lavato i vostri
piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri.
Vi ho dato infatti l’esempio, perché come ho fatto io,
facciate anche voi. In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è
più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica”. A queste sue
parole si sono aperti i nostri occhi e abbiamo ricordato. Non era la prima volta che Gesù ci dava una lezione al riguardo. Noi, come tutti i nostri contemporanei,
siamo stati sempre convinti che Colui che Dio avrebbe inviato, discendente del re Davide e Messia per eccellenza, avrebbe dovuto con la forza delle armi e il
suo potere, datogli da Dio stesso, distruggere il dominio romano e restaurare il regno del suo antenato Davide. Questa era per noi la strada che Gesù doveva percorrere. Il Maestro, al contrario, ne tracciava un’altra
che non comprendevamo per niente. Da qui nasceva
lo smarrimento che provavamo dinanzi a quel che ci
proponeva. Il dramma era dentro di noi che si svolgeva, non fuori. Possibile che Dio lo spingeva per una
via di sottomissione, d’umiliazione e anche di morte,
come lui diceva? Di nuovo il nostro pensiero è riandato a tutto quello che ci aveva detto nel passato. C’è
ritornato in mente un episodio avvenuto subito dopo
che si è allontanato con Pietro, Giacomo e Giovanni
su un monte, lasciando noi altri ad attenderlo ai piedi
di esso. Abbiamo saputo in seguito ciò che era accaduto sulla montagna. Egli si è trasfigurato dinanzi ai
tre. Ci hanno riferito che il suo volto si è reso di una
bellezza incredibile e lo splendore di lui offuscava la
CATECHESI
lucentezza del sole. Quando sono ridiscesi, abbiamo
ripreso il cammino verso Cafarnao. Un certo malumore, però, serpeggiava dentro di noi. Perché soltanto a loro tre era permesso di venire a conoscenza dei
suoi segreti? Non aveva scelto noi alla stessa maniera
con cui aveva scelto loro? Così è sorta tra noi una vivace discussione circa i posti che sarebbero toccati a
ciascuno di noi e chi fosse il più grande nel suo regno.
Gesù era un po’ distante da noi, per questo eravamo
convinti che non captasse ciò che ci dicevamo. Ma, appena giunti a Cafarnao ed entrati in casa, ci ha detto:
“Di che cosa stavate discutendo lungo la via?”. Silenzio assoluto. Nessuno osava parlare. Ci siamo vergognati di riferire i nostri discorsi vanesi. Egli, però, già
sapeva. Allora si è seduto, ci ha convocato tutti attorno a sé e ci ha detto: “Se uno vuol essere il primo, sia
l’ultimo di tutti e il servo di tutti”. E preso un bambino, che si aggirava per la casa, lo pone al centro e abbracciandolo, continua a dire: “Chi accoglie uno di
questi bambini nel mio nome, accoglie me; chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato”. Ciò nonostante il nostro dramma è continuato. La
lezione non c’è bastata. Infatti, non è trascorso molto
tempo che i figli di Zebedeo, Giacomo e Giovanni, si
avvicinano a Gesù e gli chiedono in modo sfacciato di
volere occupare nel Regno posti di privilegio accanto
a lui. Gesù con molta pazienza risponde che ciò non è
di sua competenza. Ma quando noi altri, udita la richiesta dei due, ci adiriamo fortemente con loro, non
certamente per virtù ma solo per indignazione, in quanto ci avevano preceduto in una tale pretesa, il Maestro
ci chiama e con voce severa ci dice: “Voi sapete che
coloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potere. Fra
voi però non è così; ma chi vuol essere grande tra voi
si farà vostro servitore, e chi vuol essere il primo tra
voi sarà il servo di tutti. Il Figlio dell’uomo, infatti, non
è venuto per essere servito, ma per servire e dare la
propria vita in riscatto per molti”. Proprio ultimamente, in occasione della Pasqua, alcuni greci venuti a Gerusalemme per le festività, hanno chiesto di vedere Gesù. Il Maestro non si è rifiutato e parlando con loro, a
gran voce ha detto: “In verità, in verità vi dico: se il
chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la
sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mon-
do, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo. Se uno mi serve, il Padre lo onorerà”. Ancora una
volta Gesù ha indicato quale doveva essere il risvolto
della sua missione. Non il trionfo, ma l’umiliazione e
la morte: erano questi il termine del suo cammino terreno. E non si trattava di una scelta facoltativa, ma di
un percorso obbligatorio. La morte era necessaria perché l’albero fiorisse a vita nuova, per sé e per gli altri.
E gli stessi discepoli avrebbero dovuto percorrere la
medesima via. Come potevamo non richiamare alla
memoria ciò che Isaia aveva detto di quel misterioso
personaggio, che egli chiama il Servo di Jawhè e le cui
vicende noi ascoltavamo nelle letture della sinagoga?
“Disprezzato e reietto dagli uomini, uomo dei dolori
che ben conosce il patire... Egli si è caricato delle nostre sofferenze, si è addossato i nostri dolori e noi lo
giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato.
Egli è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per
le nostre iniquità. Il castigo che ci dava salvezza si è
abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati
guariti... Il Signore fece ricadere su di lui l’iniquità di
noi tutti. Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la sua
bocca; era come agnello condotto al macello, come pecora muta di fronte ai suoi tosatori, e non aprì la sua
bocca. Con oppressione e ingiusta sentenza fu tolto di
mezzo... Sì, fu eliminato dalla terra dei viventi, per l’iniquità del mio popolo fu percosso a morte... Dopo il
suo intimo tormento vedrà la luce... Io gli darò in premio le moltitudini, dei potenti ed egli farà bottino, perché ha consegnato se stesso alla morte ed è stato annoverato tra gli empi, mentre egli portava il peccato
di molti e intercedeva per i peccatori”. Così Isaia. E
tali presagi non davano ragione al Profeta di Nazaret,
se egli leggeva in questa misteriosa figura del Servo,
umiliato e sofferente, i tratti futuri del Messia di Dio?
No, l’essersi umiliato dinanzi a noi, lavandoci i piedi, non rappresentava per lui un’azione di passaggio,
ma era il punto cruciale del suo essere e del suo agire. Il Messia doveva essere ed era, nella sua persona,
l’umile Servo di tutti. Così aveva decretato il Padre e
così il Diletto del Padre aveva liberamente scelto questo cammino in un supremo atto d’amore. “Nessuno
ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”. Il chicco di grano è caduto a terra ed è morto... Ma il suo frutto tocca il cuore di tutto il creato.
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I RETTORI CHE
HANNO SCRITTO
LA STORIA
Continua la nostra storia lungo i secoli percorrendo le vite e le opere dei Rettori del Santuario
Domenico Granata
l 2 luglio del 1660 ci fu un’eruzione esplosiva del
Vesuvio che si protrasse per 10 giorni. Anche in
questa occasione la chiesa e il convento dell’Arco
aprirono le loro porte a chiunque cercasse rifugio. L’impegno dei frati fu così esemplare che il viceré di Napoli, Gaspare de Guzman di Bracamonte conte di Penaranda, il 10 luglio del 1661 inviò al Priore una lettera di elogio, accompagnata da 200 ducati. Il viceré
si recò a Madonna dell’Arco per manifestare la sua devozione ed esprimere il suo ringraziamento.1 Nel luglio del 1660, si verificò un furto nella chiesa dell’Arco
per cui fu accusato il converso fra Giovanni Battista
da Lucca, ancora novizio semplice. Per disposizioni
del Maestro Generale, fu arrestato e rinchiuso nel carcere del convento di San Domenico Maggiore e poi fu
espulso dall’Ordine.2 Nel 1662 troviamo a capo della
comunità fra Giacinto Jovine. Durante questo priorato accaddero fatti curiosi: fu ospitato in convento per
due mesi un laico “con cavallo et cane da caccia” e fu
messo un frate terziario al suo servizio; il Priore a tavola non dava buon esempio sia per le porzioni duplicate e sia per pietanze particolari rispetto a quello che
mangiava la comunità, dulcis in fundo c’era un debito di circa 4000 ducati.3 Nel luglio 1663, fra Alberto
Giglio, docente dello Studium, fu rimproverato dal
Maestro Generale per essersi appropriato di 270 ducati della comunità e di essere in lite con il sindaco del
Casale. Per tanto, ordinò al Provinciale fra Pietro Martire D’Assaro di costringere fra Giglio a restituire il
denaro e di desistere dalla lite, proibendogli di uscire
dal convento.4 Quello che ci lascia stupiti è che il 3
gennaio 1665 lo stesso Maestro De Marinis confermò
l’elezione di Priore di fra Alberto Giglio. Anche se a
distanza di qualche mese, il Maestro Generale dovette rimproverarlo per la fuga di fra Pietro Sabina e per
la poca carità che egli usava nella cura degli infermi e
per il troppo permissivismo nella vita comune, avendo lasciato che alcuni frati mangiassero in camera,
mentre con altri era molto rigoroso.5 Le inadempienze dei frati dell’Arco nei confronti dei canonici di Som-
I
8
ma erano continue, tanto che le lagnanze arrivarono al
Maestro Generale. Nel marzo del 1662 fu effettuato
un versamento di 900 ducati ai canonici comprensivi
di 250 dell’anno precedente. Il 30 settembre 1665 il
Priore si recò a Roma “alla lite dei canonici”. Il 18 dicembre 1666 il Maestro Generale invitò il Provinciale fra Giuseppe Cortese a procurarsi 600 ducati necessari a totalizzare la somma di 1600 da versare ai
canonici. Autorizzò i frati a vendere perfino dei terreni, pur di chiudere questa imbarazzante situazione.6
L’8 gennaio 1667 il Maestro Generale, ordinò al Priore di restare in carica anche al termine del suo mandato, per chiudere la vertenza con i canonici. Inoltre
gli concesse di essere rieletto priore, esentandolo dal
normale interstizio di quattro anni, cosa che avvenne
nel mese di giugno.7 Nell’ottobre 1667 con l’autorizzazione della Congregazione dei Vescovi e Regolari,
i frati vendettero una casa per 25 ducati. Inoltre vendettero alcuni oggetti d’oro e d’argento del valore complessivo di 800 ducati. Nel settembre 1668 i canonici
di Somma presero il diretto dominio su un vasto territorio ceduto dai frati. I beni erano in Pomigliano, Licignano, Casalnuovo e Acerra, in tal modo i canonici
recuperarono il denaro spettante. Dal 20 gennaio 1667
al 10 novembre 1668 ben 2.300 ducati furono versati
ai canonici per molte “terze” arretrate. Dai registri contabili del convento con l’ultimo versamento del 10 novembre 1668 scompare in uscita la voce “ai Canonici
della Collegiata di Somma”. Risulta invece presente,
il versamento in favore del Casale di 500 ducati annui
per i maritaggi e il maestro di scuola. Anche in questa
faccenda ci furono insolvenze e liti e dovette più volte intervenire il Maestro dell’Ordine.8 Nel 1668 otto
frati studenti inviarono un memoriale al Maestro Generale, in cui chiedevano di essere esonerati dagli uffici della settimana, come fare il diacono, il suddiacono “et altre facchinerie”. Il Generale, ordinò di farli
“sedere in terra in pane et acqua” e i primi due che si
erano sottoscritti alla petizione, fra Tommaso Gagliardini e fra Michele Guinigi “che non faccino il ca-
APPUNTI DI
popopolo che gli privarò di studio et mortificarò esemplarmente”.9 Grazie all’operato del Priore il rapporto
tra i frati e la collegiata di Somma era ormai più sereno. Ma i frati studenti misero su, nel settembre del
1668, una commedia recitata presso la porta piccola
del convento dove con ironia si burlavano dei canonici. Questi ultimi scrissero al Maestro Generale affermando di essere stati insultati. Il Maestro Generale
chiese al Priore fra Giglio di mandargli il testo della
commedia e per la qual cosa il priore fu deposto. Gli
successe fra Pasquale Caracciolo, che in quel momento era ancora priore di Nocera.10 Nel settembre
1668 al nuovo Priore fu concesso dal Maestro Generale De Marinis e dal Vescovo di Nola Mons. Francesco Gonzaga la facoltà di praticare gli esorcismi.11 Intanto fra Giglio era rimasto all’Arco come docente dello Studium e il 21 settembre 1669, il Maestro Generale fra Giovanni Tommaso De Rocaberti lo nominò
maestro dei novizi.12 Nel febbraio 1670 il Maestro Generale si lamentava con il Provinciale fra Reginaldo
Puccini, che nel convento dell’Arco, non si celebrava
adeguatamente la liturgia delle ore, non si faceva silenzio nelle stanze dei frati e che i frati studenti si recavano spesso a Napoli o “casariando per S. Anastasio”.13 Il 6 dicembre 1670 fu nominato reggente dello Studium fra Ludovico Ayrola14 e nel 1671 fu eletto priore della comunità.15 Nel 1671 il nuovo priore,
accolse il viceré di Napoli, Don Pedro Antonio D’Aragona, duca di Segorbe e di Cardona con la moglie la
Duchessa Ferio che rimasti colpiti dal volto della Vergine, lasciarono in dono i gioielli che avevano indosso.16 Nel 1672 si verificarono due furti dalla cassa del
convento, uno di 233 ducati attribuito all’economo, fra
Antonio Costantino e un altro a fra Andrea Bambini.
Il Generale esortò il Provinciale fra Domenico De Unciis di intervenire, infatti fra Costantino fu rinchiuso
nelle carceri del convento di San Severo Maggiore.17
Il 27 gennaio 1672, il Maestro dell’Ordine indirizzò una lettera ai frati dell’Arco al riguardo di
affidare a fra Severo Cione l’esercitio della santa
predicazione, et anco in ascoltar le confessioni de’
fedeli.18 Nei primi mesi del 1672, si tennero nella chiesa dell’Arco, solenni celebrazioni in onore dei nuovi
santi domenicani Rosa da Lima e Ludovico Beltran.19
Il 2 dicembre 1673, il Maestro Generale De Rocaberti, visitò la comunità dell’Arco.20 Di questo peImmagine di fondo:
Ignoto napoletano, Madonna, Gesù e santi domenicani (particolare).
Olio su tela (cm 200 x350 c), XVIII secolo. Santuario Madonna dell'Arco.
STORIA
riodo conserviamo: due porte di tabernacolo d’argento una con San Domenico in rilievo21 e l’altra
con i simboli dell’Eucarestia; un crocifisso ligneo
(Sala del Consiglio del Convento) e un altro in ottone con base in marmi policromi; due cimase in
ottone con l’Immagine della Madonna dell’Arco in
rilievo appartenenti alle portelle del tempietto;22
un prezioso parato liturgico in broccato d’argento (Museo del Santuario);23 un libro corale del 1636 scritto
da fra Giovanni Vincenzo Atri;24 tre tele raffiguranti
rispettivamente i santi Girolamo,25 Antonio di Padova e Filippo Neri26 e sempre del ‘600 è la tela di Gesù e la Madonna con santi domenicani che accostano le corone del Rosario alle piaghe di Gesù destinata ad una delle cappelle laterali del Santuario.27
NOTE
1. Tommaso Violante, Madonna dell’Arco. Storia del Santuario e del Convento. EDI 2009
p. 80.
2. Ibidem pp. 80-81.
3. Ibidem pp. 106-107; 292.
4. Ibidem pp. 107-108; 149.
5. Ibidem p. 108.
6. Ibidem pp. 150-151.
7. Ibidem p. 109.
8. Ibidem pp. 150-151.
9. Ibidem pp. 105-106.
10. Ibidem p. 109.
11. G. Cioffari - M. Miele, Storia dei domenicani dell’Italia Meridionale. EDI 1993 Vol. II
pp. 375-376.
12. Tommaso Violante, Madonna dell’Arco. Storia del Santuario e del Convento. EDI 2009
p. 110.
13. Ibidem p.110.
14. Guglielmo Esposito, Carrellata documentaria sul nostro convento-santuario in Periodico “La Madonna dell’Arco” luglio-settembre 1989 pp. 18-19.
15. Tommaso Violante, Madonna dell’Arco. Storia del Santuario e del Convento. EDI 2009
p. 292.
16. Ludovico Ayrola, L’Arco Celeste, ovvero il trionfo di Maria dell’Arco e i suoi miracoli in Napoli per Monaco Michele 1688 p. 95; T. Violante, Madonna dell’Arco. Il Santuario
e il Convento. EDI 2009 p. 82.
17. T. Violante, Madonna dell’Arco. Il Santuario e il Convento. EDI 2009 pp. 110-111.
18. Guglielmo Esposito, Carrellata documentaria sul nostro convento-santuario in Periodico “La Madonna dell’Arco” luglio-settembre 1989 pp. 18-19.
19. Ibidem pp. 18-19.
20. Ibidem pp. 18-19.
21. Gerardo Imbriano, Il Museo Domenicano di Madonna dell’Arco. Edizione Centro Studi Arco 2011 p. 189.
22. Catalogo Opere d’arte del Santuario di Madonna dell’Arco. Archivio Convento Madonna dell’Arco.
23. Renato Ruotolo, Catalogo delle opere d’arte mobili 1971. Scheda n. 51. Archivio Convento Madonna dell’Arco.
24. Renato Ruotolo, Catalogo delle opere d’arte mobili 1971. Scheda n. 100 Archivio Convento Madonna dell’Arco.
25. Ibidem Scheda n. 82; Gerardo Imbriano, Il Museo Domenicano di Madonna dell’Arco.
Edizione Centro Studi Arco 2011 p. 36.
26. Gerardo Imbriano, Il Museo Domenicano di Madonna dell’Arco. Edizione Centro Studi Arco 2011 pp. 37,100.
27. Renato Ruotolo, Catalogo delle opere d’arte mobili 1971. Scheda n. 41 Archivio Convento Madonna dell’Arco.
“ L’ UNITÀ E LA COMUNIONE,
MISSIONE DI NOI CRISTIANI”
IL MAESTRO GENERALE DEI DOMENICANI A MADONNA DELL’ ARCO
La Redazione
na visita d’eccezione, un incontro di Famiglia, un’occasione per sentirsi ancora di più
figli dello stesso padre, san Domenico. Fra Bruno Cadoré, Maestro Generale dell’Ordine dei Predicatori, è giunto in visita canonica alla Provincia Domenicana San Tommaso
d’Aquino in Italia lo scorso gennaio: una settimana circa è durata la sua visita al convento di Madonna dell’Arco, e per l’occasione, ha celebrato in Santuario la Solenne Eucarestia di Domenica
12 gennaio, di cui abbiamo riportato, qui di seguito, gran parte della sua omelia. Unione, comunione, ritorno incondizionato ai dogmi ed alla predicazione prettamente domenicana, sono stati i
temi portanti della sua visita nelle varie comunità della Provincia; accolto dal Priore provinciale, fra Francesco La Vecchia e da fra Rosario Licciardello, Priore della comunità domenicana di
Madonna dell’Arco, fra Bruno Cadoré ha incontrato i suoi “fratelli” per scoprire l’originalità che
in ognuno di essi c’è nel portare la Parola di Dio nel cuore di ogni uomo che incontrano ed incoraggiare e rinvigorire la loro missione di frati predicatori.
U
10
DOMENICANI
Dall’Omelia:
“Queste parole di Giovanni Battista definiscono
la missione comune del cristiano: indicare, far riflettere e mostrare l’Agnello di Dio che viene a
condividere la vita dell’umanità. Dalle letture di
oggi possiamo identificare le tre dimensioni di
questa missione: la prima è la designazione di
quest’uomo che viene, l’Agnello di Dio che ci ricorda come il Signore vuole essere il Pastore della vita perché è Lui che si identifica con le sue pecore; la missione comune dei cristiani è riconoscere la venuta di Dio, un Pastore che da la sua
vita per le sue pecore. Nel Vangelo è sorprendente sentire Giovanni dire “Non lo conoscevo”: la
missione è così descritta, come il frutto di una sorpresa e questa sorpresa fa la nostra vita. La sorpresa è quella di trovarsi dinanzi alla manifestazione ed alla venuta di un Dio Salvatore così come non lo attendevamo. Ci immaginavamo un Dio
della grandezza, del potere, lontano da noi: ma
Lui vuole avvicinarsi all’umanità, vuole farsi uno
tra di noi, chiede la nostra ospitalità, non viene
per forza, ma come un mendicante, chiama la nostra volontà attraverso la Sua vulnerabilità. Aspettiamo la Sua interazione per salvarci dal peccato, per aprire il cammino della salvezza: la nostra
salvezza viene da Lui, ma per darcela Lui ha scelto di prendere il cammino della nostra umanità
con tutte le debolezze, con tutti i peccati; la nostra umanità sarà il cammino per ricevere ed accogliere il Pastore. Noi non possiamo capire questo messaggio, perché, come Giovanni, anche noi
diciamo “Non lo conoscevo”, sembra, infatti, diverso da come lo immaginavamo. Qualcuno però
ha messo la luce nella nostra intelligenza: è Dio
che ha messo nella nostra intelligenza la capacità
di riconoscere il pastore che viene. L’unità della
missione dei cristiani è riconoscere che nessuno
è proprietario della Verità né è capace di Essa,
ma tutti possono diventare amici di questa Verità
che viene e che si chiama Gesù. Tutti! Noi cristiani
non siamo uniti oggi, ma possiamo stabilire tra di
noi una stima reciproca a causa di questa stessa
chiamata: la ricerca, il desiderio dell’unità fanno parte della nostra missione; possiamo diventare luce delle Nazioni attraverso la testimonianza di questa volontà. Oggi, in questa assemblea,
sono riuniti i membri della Famiglia Domenicana di questa Regione: suore, frati, laici, giovani.
Il messaggio della missione comune deve essere
per questa famiglia una chiamata speciale, com’era per Domenico: portare il Vangelo al mondo che
ci chiama ad essere testimoni della venuta del Signore, attraverso la nostra sete di unità e di comunione; Domenico voleva sempre l’unità della
Chiesa, della famiglia e dei cristiani. La comunione dei frati di diverse comunità è testimonianza della nostra speranza per il mondo: oltre le divisioni la comunione può sorgere, oltre le tenebre
la luce può alzarsi, oltre le violenze la pace può
prevalere. La nostra speranza sta nella possibilità di vivere in comunione ed unità. Allora sì, esiste una missione comune per noi cristiani: è riconoscere che Dio è il Pastore che viene per identificarsi con le sue pecore e da la Sua vita per loro, proprio come un agnello; è accogliere in noi
e tra di noi la Verità che non possiamo accaparrarci per noi stessi ma diffonderla per testimoniare che il Pastore dell’umanità ha voluto che essa sia capace di Lui. Solo così possiamo portare
la Sua salvezza fino all’estremità della Terra”.
11
IN
BIANCO E NERO
Storie di inquisizioni e diffidenze, di roghi ed assoluzioni, di presunte eresie e filosofie sospette.
Nella storia dell’Ordine dei Predicatori, non tutti i suoi grandi pensatori hanno avuto stessa sorte: da Eckhart a Campanella, passando per Bruno e Savonarola, passeremo in rassegna il rapporto tra il loro rivoluzionario pensiero e l’autorità dell’Inquisizione Romana. La grande filosofia
passa anche da qui.
DAL MONTE CICALA ALLE VETTE D’EUROPA:
GIORDANO BRUNO CHE SUPERA SPAZIO E TEMPO
“Colui che vede in sé stesso tutte le cose, è al tempo stesso tutte le cose” 1
Luigi Corcione
robabilmente non basterebbe un intero manuale per abbozzare, seppur in modo didascalico, i tratti salienti del suo pensiero e della sua opera. Probabilmente su Giordano Bruno non
si è mai detto abbastanza, o forse si è detto tutto. E
probabilmente ci si limita, ovviamente con cautela,
a rivelare il Bruno eretico, averroista2, copernicano
ed, al contempo, neoplatonico senza fermarsi a contestualizzare: a circoscrivere, cioè, con attenzione e
con garbo, la referenza spaziotemporale del suo pensiero in netto e continuo evolversi. Filippo Bruno
nacque nel 1548 a due passi da noi, nella contrada
di San Giovanni del Cesco a Nola, studiò e ricevette l’abito domenicano nel vicino convento di San
Domenico Maggiore, eppure a volte, la sua sublimità e la sua peregrinazione errante, dalla Svizzera alla Germania passando per la Francia
e l’Inghilterra, ce lo lascia immaginare distante, ergo, remoto da noi e dalle nostre vite: in realtà Bruno fu sì un
sagace ramingo, ma non
era altro, e prima di tutto,
che un figlio di questa
terra. I due scrittori che
più influenzarono le
sue vedute cosmologiche furono Lucrezio
e Nicolò Cusano che
occupano due poli
P
opposti della filosofia: il primo, negando la validità
del pensiero teologico, il secondo cercando nella sua
cosmologia una conferma alla sua teologia3. Proprio in quegli anni, il dibattito cosmologico, mise in
crisi il vecchio sistema medievale, in cui prevalevano le tesi aristoteliche e tolemaiche: inutile anticipare che il Bruno apprezzò Copernico giungendo
alla tesi di un universo infinito, in una grande visione che per sua stessa natura non poteva essere
condivisa né dalla sua generazione, né da quella successiva4. Il nolano, inoltre, renderà di nuovo caldo
il tema del monadismo5 lasciando campo aperto alla sua futura magia matematica. Già dai suoi primi
anni nell’Ordine, non si mostrò zelante con l’ortodossia cattolica e, nello specifico, domenicana: dalla teoria controriformistica, si terrà, costantemente,
a debita distanza. Il debole scetticismo verso Ario e
la sua dottrina, la visione neoplatonica sulla Trinità,
la perplessità sulla transustanziazione, la non celata passione per Erasmo da Rotterdam ed il rimprovero perenne alla scarsa cultura nell’Ordine dei Predicatori, furono alcuni dei fattori che sollecitarono,
contro di lui, le accuse di eresia da parte dell’Inquisizione: da quel momento fra Giordano sarà un
treno in corsa che, di tappa in tappa, fuggirà dalle
accuse e dalla sua coscienza, senza indietreggiare
mai di un passo né di una parola. A Parigi, nacquero le sue prime opere, tra cui la celebre commedia
il “Candelaio” (1582) che, in cinque atti, denunciava la corruzione e la pedanteria che attanagliano
la ragione umana. Ad Oxford invece, Bruno si gua-
IN
dagnò, in breve tempo, i sospetti dell’intellettualismo clericale ed universitario per aver sostenuto con
forza e con ricercate argomentazioni le tesi copernicane: l’ambiente londinese non era ancora pronto all’avanguardismo ideologico bruniano. Ritornò
in Francia e poi si fermò in Germania, dove insegnò per due anni all’Università di Wittemberg. Nonostante le avversità, la sua esperienza filosofica e
letteraria proseguì senza freni: pubblicò in volgare
la “La Cena de le Ceneri”, il “De la causa, principio et uno”, il “De l’infinito, universo e mondi”, lo
“Spaccio de la bestia trionfante”, gli “Eroici furori” e la “Cabala del cavallo Pegaseo con l’aggiunta
dell’Asino Cillenico” in cui Bruno si introduce, con
maestria, nel mondo cabalistico; mentre le sue opere in latino, datate dal 1582 al 1591, sono innumerevoli. Forse commise l’imprudenza di tornare in
Italia, quando il patrizio veneziano Giovanni Mocenigo, che era venuto a conoscenza della passione
di Bruno per la mnemonica e le arti magiche, lo invitò per ricevere dal famoso domenicano alcune lezioni, ma non s’aspettava ciò che, in realtà, gli sarebbe accaduto. Mocenigo, infatti, lo denunciò all’Inquisizione accusandolo di blasfemia: fu quello
un punto di non ritorno nella parabola discendente
bruniana. Il filosofo nolano verrà processato a Roma, e durante la sua prigionia sarà più volte sul punto di abiurare, ma ciò, sostanzialmente, non avvenne mai: non rettificherà neppure la sua visione eraclitea dell’universo che si accompagna alla convinzione secondo cui alla base di questo divenire ci sia
l’eternità dell’essere6. Nonostante si sia parlato, per
lungo tempo, di presunte torture subite dal Bruno
durante il processo romano, lo storico Andrea Del
Col sostiene che, in realtà, Bruno non fu mai torturato7. Invero l’ultima proposta di abiura che fu sdegnosamente respinta dal Bruno, calò il sipario sul
verdetto giudiziario: il 17 febbraio del 1600, Giordano Bruno, fu arso al rogo in Campo de’ fiori a Roma. La fortuna di Bruno, nei secoli, investirà anzitutto il campo filosofico e quello letterario, specie
riguardo le sue opere in italiano, ma è innegabile
che, seppur non sia stato un uomo di scienza, si sia
ritagliato un suo personale spazio nella storia della
fisica e della cosmologia mondiale. Sua Santità Giovanni Paolo II, il 18 febbraio 2000, nel quarto cen-
BIANCO E NERO
tenario della sua morte, ebbe a dire: “costituisce oggi per la Chiesa un motivo di profondo rammarico”
ma “il cammino del suo pensiero lo condusse a scelte intellettuali che progressivamente si rivelarono,
su alcuni punti decisivi, incompatibili con la dottrina cristiana”.8
Note
1 Giordano Bruno, De Imaginum Compositionem,1591.
2 Averroista: seguace della filosofia dell’arabo Averroè (11261198), che dalla seconda metà del sec. XIII a tutto il sec. XVI,
si rifà alla dottrina aristotelica, sostenendo l’eternità e necessità del mondo, la dottrina della doppia verità, cioè di una verità di ragione e di una verità di fede. www.treccani.it
3 Dorothea Waly Singer, Giordano Bruno, Milano, Longanesi
& C., 1957.
4 Ibidem.
5 Monadismo: In filosofia, ogni concezione che interpreti il
mondo (o un suo determinato aspetto) come risultante dalla
coesistenza di monadi. www.treccani.it
6 Carlo Monti, Introduzione di Opere Latine di Giordano
Bruno, Torino, Utet, 2000.
7 Andrea Del Col, L’inquisizione in Italia. Dal XII al XXI secolo, Milano, Mondadori, 2007.
8 Luigi Accattoli, Giordano Bruno, ecco il mea culpa del Papa, pubblicato su “Il Corriere della Sera”, 18 febbraio 2000.
13
LA FAMIGLIA:
NUOVE SFIDE DI
EVANGELIZZAZIONE
I GRANDI LUNEDÌ 2014
L’
appuntamento speciale con la Vergine Santa dell’Arco. Un cammino di preghiera, un’occasione
sempre nuova per ascoltare e fare nostra la Parola di Dio. Una grande opportunità per lasciarsi guidare dallo Spirito Santo sotto lo sguardo tenero di Maria verso il tesoro della Chiesa, il cuore del
mondo, il traguardo di ogni cristiano: l’Eucarestia. I Grandi lunedì siano un scuola di vita per imparare da Lei
che è una Mamma speciale a custodire, amare e vivere la famiglia. Madre di Cristo e della Chiesa, fortifica nell’amore l’unione delle nostre famiglie.
S.E. Mons. Beniamino Depalma (Vescovo di Nola)
14
Mons. Alfonso Punzo (Basilica Gesù Vecchio – Napoli)
I GRANDI LUNEDÌ 2014
Don Filippo Centrella (Casalnuovo di Napoli - NA)
P. Rosario Carlo Licciardello O. P. (Madonna dell’Arco - NA)
Don Umberto Guerriero (Comiziano - NA)
Don Gianluca Di Luggo (Pomigliano D’Arco - NA)
Don Giovanni D’Andrea (Cimitile - NA)
Don Salvatore Cipollaro (Ponticelli - NA)
15
I GRANDI LUNEDÌ 2014
S.E. Mons. Francesco Marino (Vescovo di Avellino)
Don Giuseppe Cesarino (Trecase - NA)
Don Marco Antonio Napolitano (Nola - NA)
Don Claudio Carofano (Bucciano - BN)
Don Luca Tufano (Scisciano - NA)
16
P. Francesco Dileo ofm Capp. (San Giovanni Rotondo - FG)
ITA
DEL SANTUARIO
La Redazione
APERTURA DELL’ANNO PASTORALE DELLA DIOCESI DI NOLA
Il 16 settembre 2013 presso l’Aula Liturgica “San
Giovanni Leonardi”, si è tenuto l’incontro annuale
del vescovo di Nola, Mons. Beniamino Depalma
con gli operatori pastorali impegnati sul territorio
della diocesi. Sua Eccellenza con tono deciso ed
amorevole ha indicato le direttrici lungo le quali indirizzare il nuovo anno pastorale. L’importanza della comunione e del confronto, quali dimensioni imprescindibili per consentire l’azione dirompente dello Spirito Santo, capace di trasformare, di rigenerare i cuori e le menti e di orientare gli sguardi all’unica Verità. Nell’anno della Fede il richiamo forte
a riscoprire questo dono, sia nei contenuti che come dimensione di gioia, di positività costruttiva che
sono ricchezze più che mai necessarie in un contesto territoriale difficile, colpito oggi dai dardi di una
crisi che pone in discussione tutti gli ambiti della
società, scuotendo altresì quelle certezze sulle quali si costruisce l’identità dell’uomo moderno, spesso soltanto effimere e materialistiche. Un incontro
segnato infine dall’accorato appello rivolto a tutti
gli uomini di buona volontà, affinché cooperino alla realizzazione del progetto ecclesiale sul territorio diocesano, consapevoli della centralità dell’unione dei credenti in Cristo che è il solo terreno nel
quale può sbocciare il seme della carità racchiuso
nella Parola, lasciando campo libero nelle coscienze alla luce della speranza.
FESTA DI SAN GIOVANNI LEONARDI
Il 9 ottobre, festa liturgica di San Giovanni
Leonardi, il Santuario di
Madonna dell’Arco è in
festa per il Suo fondatore. Nella sera è stata celebrata una solenne eucarestia, presieduta dal
Priore provinciale dei
domenicani, fra Francesco La Vecchia con tutta la comunità dei frati
del Santuario. Al termine si è tenuta la proces-
17
EVENTI
ALL’ARCO
sione con la reliquia del Santo custodita nell’artistico reliquiario donatoci dal Rettore Generale dell’Ordine della Madre di Dio in occasione della dedicazione dell’Aula Liturgica al Santo. È stato davvero toccante vedere la Sua reliquia portata per le
mura del tempio che Lui stesso fece edificare nel
lontano 1593, anno in cui fu posta la prima pietra e
quindi l’inizio della costruzione del Santuario.
IL VESCOVO DI NOLA INCONTRA LE
SCUOLE CATTOLICHE
FESTA DELLA CASTAGNA
L’annuale “festa della castagna” organizzata dalla
comunità parrocchiale di Maria SS. dell’Arco si è
tenuta nei giorni 16 e 17 del novembre scorso. Una
bellissima atmosfera di festa si respirava nel giardino della parrocchia completamente allestito per
l’evento. È ormai un appuntamento atteso dalla comunità parrocchiale e dai tanti fedeli che provenienti
da tutta la Campania affollano ogni domenica il nostro Santuario. Organizzazione perfetta e sano di-
Il 26 ottobre presso l’Aula Liturgica del Santuario
il Pastore della Chiesa di Nola, Mons. Beniamino
Depalma ha incontrato gli alunni delle scuole cattoliche della diocesi accompagnati dai genitori e dagli insegnanti. Tema dell’incontro: Crescere sognando.
25° DI SACERDOZIO
L’11 novembre, Padre Giuseppe Sabato ha celebrato all’altare della Vergine dell’Arco la messa di ringraziamento per il dono del sacerdozio nel suo 25
anniversario di ordinazione presbiterale. Padre Giuseppe meglio conosciuto come Pippo è cresciuto e
si è formato umanamente e religiosamente nel convento domenicano di Madonna dell’Arco. Legatissimo a questo Santuario e alla gente di Madonna
dell’Arco di cui è stato pastore e guida in qualità di
parroco. Nel 2001 fu eletto Priore provinciale dei
domenicani dell’Italia Meridionale. Attualmente è
parroco del Santo Rosario in Messina.
18
vertimento, grazie al gruppo famiglia della parrocchia che si è tanto impegnato per la buona riuscita
della manifestazione.
Il parroco Padre Gianpaolo Pagano ha poi devoluto tutto il ricavato per le famiglie bisognose della
parrocchia. Un ringraziamento speciale a quanti hanno scelto di passare una serata di festa all’insegna
della solidarietà.
EVENTI
CONVEGNO REGIONALE DELLA MILIZIA
DELL’IMMACOLATA
Nel pomeriggio di sabato 23 novembre, presso la
sala conferenze del Centro Studi Arco, si è tenuto il
convegno sul tema “La povertà in Maria” organizzato dalla presidente regionale sig. Silvia Compassi e l’Assistene spirituale Padre Luigi Carillo.
Dopo la calorosa accoglienza del Rettore del Santuario, Padre Rosario Carlo Licciardello e il saluto
della presidente, i numerosi militi provenienti dal-
le comunità della regione, hanno seguito con molto interesse la relazione sul tema da parte dell’Assistente spirituale della M.I. di S. Anastasia Padre
Giacomo Verrengia. Il relatore, partendo dal discorso
della montagna relativa alle beatitudini, ha sottolineato l’importanza della povertà di spirito per tutti
quelli che vogliono essere discepoli di Gesù. Lui è
il primo povero in quanto l’essere diventato uomo
proprio come noi, spogliandosi del suo essere Dio,
è l’atto di povertà più grande compiuto nella storia
del mondo. Parlando di Maria, ha focalizzato la sua
riflessione su quattro punti: Maria ha il cuore di povera; Maria vive da povera; Maria manifesta la sua
povertà perché vive tra i poveri e ama i poveri; Maria manifesta la sua povertà soprattutto nell’esercizio della virtù dell’umiltà.
Concludendo, ha sottolineato che Maria è per tutti
noi non solo modello ma maestra di vita e ci insegna ad avere sempre una grande fiducia in Dio. La
povertà accresce l’amore per i fratelli, per i più de-
ALL’ARCO
boli e per i più poveri e questa esperienza può veramente formare un cuore materno e sempre pronto a dare gratuitamente. Non sono mancati i riferimenti a San Francesco “il poverello di Assisi” e al
fondatore della M.I. San Massimiliano Kolbe. Infine Padre Giacomo ha invitato tutti ad approfondire per quest’anno il testo di formazione della Milizia che aiuterà nella scelta dello spirito di povertà
che ogni milite deve fare se vuole mettersi a servizio dell’Immacolata e dei poveri. Dopo la visita del
Museo, a conclusione la celebrazione Eucaristica
nel Santuario, animata dal coro e orchestra “Aedi
del borgo” diretti dal Maestro Giovanni Sepe.
VISITA DEL VESCOVO ALLA NOSTRA PARROCCHIA
Il 12 dicembre scorso, S. E. Mons. Beniamino Depalma, pastore della nostra Chiesa di Nola, ha visitato la comunità parrocchiale di Maria SS. dell’Arco: la visita del vescovo è sempre un segno della
presenza del Signore che visita il suo popolo. Ad accoglierlo oltre al parroco fra Gianpaolo Pagano erano presenti il Priore provinciale, fra Francesco La
Vecchia e il Priore e Rettore, fra Rosario Carlo Licciardello. L’incontro è iniziato con l’acclamazione
della Parola di Dio, seguita dalla esortazione di
Sua Eccellenza che con la sua parola chiara e illuminante a riscaldato il cuore di tutti i presenti,
invitandoci a testimoniare Cristo con la nostra vita. Ognuno è chiamato a far vedere Dio attraverso la sua persona.
Toccanti sono state le testimonianze dei presenti
che con paterno affetto il nostro vescovo ha ascoltato e a tutti ha dato una parola di speranza e consolazione.
19
EVENTI
ALL’ARCO
NATALE AL SANTUARIO DELL’ARCO
La gioia luminosa del Natale del Signore ha invaso
il cuore di quanti hanno celebrato il Natale al Santuario di Madonna dell’Arco. Tempo di grande pietà
e di meravigliosa tenerezza dinanzi al presepe realizzato con particolare cura dai novizi domenicani.
La notte di Natale al canto del Gloria, hanno suonato tutte le campane a festa e si è spalancato il portale centrale del Santuario dove è iniziata la processione d’ingresso del Santo Bambino portato da
un ministrante secondo la tradizione del Santuario.
La solenne liturgia è stata presieduta dal Priore provinciale dei domenicani fra Francesco La Vecchia.
Il giorno di Natale e tutto il periodo natalizio il Santuario è stato meta di tanti fedeli che hanno potuto
anche ammirare il poliscenico presepe allestito nelle cripte del convento da Padre Attilio Cassano. Altro momento di particolare solennità e commozio-
ne di questo Tempo Santo è stata la Messa di ringraziamento di fine anno con il canto del Te Deum.
Diversi sono stati i concerti di Natale tenuti in Santuario: domenica 22 dicembre Gran Concerto natalizio, con la partecipazione di Pina Cipriani e l’orchestra di giovani strumentisti, coro e solisti; venerdì 27
dicembre il “Coro for Children” di Pomigliano d’Arco diretto dal M.° Loredana D’Angelo, e il “Coro Vox
Nova” di Napoli diretto dal M.° Angela Merola; sabato 28 dicembre Concerto del M.° Girolamo De Simone al pianoforte con il baritono Vincenzo Maiello; domenica 29 dicembre Spettacolo di danza “Gli
Angeli danzanti” del Centro Studi Danza “L’Incantesimo” di Sant’Anastasia diretto da Giuseppina Iumiento e Maria Oliva. Altro atteso appuntamento è
stato quello di sabato 4 gennaio 2014 nel Piazzale dei
Pellegrini dove si è tenuto “Il Presepe Vivente” dell’Associazione teatrale “I Giocondi” diretto da Luigi
De Simone. A chiusura delle manifestazioni natali-
20
EVENTI
ALL’ARCO
zie, il Concerto dell’Epifania della Schola Cantorum
del Santuario di Madonna dell’Arco, diretto dal M.°
Luigi D’Arienzo. Il Concerto dell’Epifania è stato
sponsorizzato dai Lions Clubs di Sant’Anastasia e di
Castello di Cisterna.
GIORNATA DELLA SOLIDARIETÀ
Il 3 gennaio 2014 si è tenuta nel nostro Santuario la
7 edizione della Giornata della solidarietà organizzata dall’Associazione Vergine Maria SS. dell’Arco e dalla Comunità domenicana. Cristiani, mu-
sulmani, clochard, profughi e famiglie povere che
non ce la fanno a sopportare la crisi, tutti insieme a
cena nella sala del pellegrino del Santuario di Madonna dell’Arco per festeggiare il Natale. L’intento di questa iniziativa è da sempre quello di donare
un po’ di calore, un sorriso sincero e un momento
di gioia a chi è nel bisogno. Un ringraziamento speciale agli organizzatori e agli imprenditori anastasiani che hanno contribuito alla svolgimento di questa serata con la loro generosità.
IL NUOVO ASSISTENTE SPIRITUALE DEI
BATTENTI
Il 28 dicembre 2013 nella sala conferenze del Centro Studi Arco si è tenuto l’incontro annuale per il
Natale con i presidenti delle Associazioni e Gruppi
Autonomi dei Battenti della Madonna dell’Arco. Il
Rettore del Santuario Padre Rosario Carlo Licciardello in questa occasione ha presentato il nuovo assistente spirituale delle Associazioni dei Battenti
nella persona di Padre Ruggiero Strignano. Padre
Ruggiero già da qualche anno fa parte della comu-
nità domenicana di Madonna dell’Arco, occupandosi dell’accoglienza dei tanti pellegrini che durante l’anno da tutta l’Italia arrivano al Santuario. Oggi viene chiamato ad accogliere, ascoltare ed evangelizzare i pellegrini “prediletti” del Santuario di
Madonna dell’Arco: i battenti! Affidiamo il caro padre alla Vergine dell’Arco affinché non gli faccia
mai mancare il Suo materno sostegno. La redazione rivolge al padre Strignano gli auguri di un proficuo apostolato affinché questi fedeli a lui affidati
pur essendo già innamorati della Madre del Redentore possano vivere conformi al Vangelo di Gesù
Cristo. Un ringraziamento a Padre Francesco Benincasa che per 13 anni ha guidato con tanta dedizione questi devoti, chiamati da secoli “battenti”.
50 ANNI DAL RITORNO ALLA CASA DEL
PADRE
Il 9 gennaio 2014 abbiamo commemorato Padre Domenico Sdino Starace nel 50° anniversario della
morte. L’eucarestia è stata presieduta dal Priore e
Rettore del Santuario fra Rosario Carlo Licciardello con la comunità domenicana. Erano presenti i familiari del Padre Sdino Starace che hanno fortemente voluto questa celebrazione, le suore domenicane e la fraternita laica domenicana. Padre Domenico era originario di Madonna dell’Arco, entrò
giovanissimo nell’Ordine domenicano nel quale ricoprì incarichi di fiducia, fu anche Priore del convento di Santa Maria dell’Arco e Priore provincia-
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EVENTI
ALL’ARCO
giocasti insieme per strappare loro un sorriso. Quel
sorriso che non abbandonava mai il suo volto. Soprattutto però sei stato un uomo. Un uomo dall’animo sensibile e infinitamente buono che ha affrontato l’incontro con il Padre sereno per la vita
condotta e per la vicinanza della tua Madre tenerissima, umile e penitente di fronte alla grandezza
e onnipotenza di Nostro Signore consapevole del bisogno della sua infinita misericordia. Un uomo i cui
occhi così profondi e intensi specchio della tua anima restano impressi nella mente. Caro zio Domenico non posso far altro che essere orgogliosa di far
parte della tua famiglia e ringraziarti per quello che
hai fatto. Sicura che continuerai a vegliare sulla tua
famiglia come hai sempre fatto. Noi tutti porteremo
sempre stretto il tuo ricordo. I tuoi nipoti
le della Provincia Napoletana. Riportiamo il messaggio dei familiari letto al termine della celebrazione eucaristica:
Caro zio Domenico, a chi ti ha conosciuto non basterebbero fiumi di parole per descriverti e a me che
non ho avuto questa fortuna potrebbe risultare difficile. Ma anche se non ho avuto questa possibilità
mi basta far scorrere i ricordi ancora vivi in coloro che ti hanno amato e che tu hai amato. Riscalda
il cuore e l’anima ascoltarli parlare di te, della tua
dolcezza, della tua tranquillità, della tua forza, della sicurezza che il tuo sorriso infondeva in tutti. Sei
stato un sacerdote, una guida per tanti sei stato un
secondo padre per sei ragazzi che ancora non dimenticano il primo Natale senza il loro papà in cui
MEETING UIL SCUOLA E IRASE
Il 24 gennaio presso il Centro Studi Arco si è tenuto il meeting dell’UIL Scuola Napoli e dell’IRASE
Nazionale dal tema: Dalle indicazioni nazionali alla realizzazione del curricolo verticale. Dopo il saluto di benvenuto del Rettore del Santuario, ci sono stati i saluti di indirizzo di Luigi Panacea, segretario Regionale UIL Scuola e Diego Bouchè, direttore USR Campania. Alla tavola rotonda sono intervenuti: Luciano Chiappetta, capo dipartimentale
per l’istruzione; Maurizio Tiriticco, ispettore MIUR;
Patricia Tozzi, docente; Noemi Ranieri, segretario
nazionale UIL Scuola; Massimo Di Menna, segretario generale UIL Scuola; moderatrice Rosa Venuti, presidente IRASE Nazionale.
SETTIMANA EUCARISTICA
“Ti adoro, o Signore”. Le parole che ci hanno accompagnato lungo tutta la settimana eucaristica celebrata nel nostro Santuario dal 27 gennaio al 1 febbraio scorso meditando sul tema: Io sono il pane vivo disceso dal cielo (Gv 6,50). La comunità parrocchiale “Maria SS. dell’Arco” del Santuario guidata dal parroco fra Gianpaolo Pagano ha promosso e organizzato la settimana eucaristica assicurando l’adorazione continua e quindi anche notturna.
Ogni sera poi, dalle ore 20.00 alle 21.00 l’adorazione è stata affidata ai giovani della parrocchia. Il
27 gennaio sera, apertura solenne della settimana
22
EVENTI
ALL’ARCO
nicana. Il 29 gennaio, presso la sala conferenze del
Centro Studi Arco, Padre Pasquale Cocozza ha tenuto una catechesi sull’eucarestia. Il 1 febbraio con
la celebrazione eucaristica della sera presieduta dal
Priore provinciale, fra Francesco La Vecchia si è
conclusa la settimana eucaristica. Al termine della
celebrazione è proceduta la processione con il SS.
Sacramento e la benedizione eucaristica.
PRESENTAZIONE DI GESÙ AL TEMPIO
Domenica 2 febbraio si è celebrato, nel chiostro del
convento, il tradizione rito della candelora. Tante
candele accese come in un’unica luce: quella che il-
eucaristica con l’esposizione del SS. Sacramento e
la recita del vespro. Il Rettore del Santuario fra Rosario Carlo Licciardello ha presieduto l’azione liturgica e tenuto la meditazione. Al termine ha impartito la benedizione eucaristica. Il 28 gennaio, festa di San Tommaso d’Aquino, cantore dell’eucarestia, solenne concelebrazione presieduta dal Parroco fra Gianpaolo Pagano con la comunità dome-
lumina tutte le genti, Cristo luce del mondo. È stata infatti una vera festa della luce. È seguita la celebrazione eucaristica presieduta dal Priore provinciale fra Francesco La Vecchia.
59° ANNIVERSARIO DELLA PARROCCHIA
MARIA SS. DELL’ARCO
L’11 febbraio, 156° anniversario della prima apparizione della Madonna a Lourdes e 59° dell’istituzione della parrocchia del Santuario. Al tramonto,
solenne eucarestia presieduta dal parroco, fra Gianpaolo Pagano.
LIONS CLUBS IN CONVEGNO
Il 22 febbraio scorso, presso la sala conferenze del
Centro Studi Arco si è tenuto un convegno sul tema: Dall’Associazionismo al disegno di una nuova
società civile: analisi e proposte. Emergenza povertà. Sub tema: “Nuove povertà, economiche e so-
23
EVENTI
ALL’ARCO
ciali. Le cause”. Il convegno è stato organizzato dal
Lions Clubs distretto 108Y/A. Sono intervenuti: Padre Rosario Licciardello, rettore del Santuario; Luigi Buffardi, governatore del distretto 108Y/A; Carmela Giusta, responsabile tema di studio nazionale; Fiorentino Aurelio, coordinatore distrettuale tema di studio nazionale; Giovanni Meo, presidente
V zona in Sede; Annalisa Quartuccio, Presidente II
Circoscrizione; Lino Zaccaria, giornalista. I relatori: Carmine Alboretti, giornalista direttore del quotidiano “La voce sociale”; Maria Albrizio, sociologa dell’Università “Federico II”; Claudio Quintano,
economista, rettore dell’Università Parthenophe di
Napoli; Monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Pontificia Migrantes.
UN FURTO IN SANTUARIO
Dei furti più clamorosi avvenuti tra le mura del Santuario ne registriamo undici dal 1594 all’ultimo avvenuto la sera di venerdì 28 febbraio. Hanno scassinato tutte le cassette delle offerte e portato via dei
candelabri d’altare del XX secolo di cui uno che fu
realizzato appositamente per l’altare della Madonna dell’Arco. Non avremmo mai voluto riportare
notizie del genere…
GIORNATE DI SOLIDARIETÀAL SANTUARIO
Abbiamo ospitato per ben due volte l’Associazione
AMO (Associazione Malati Oncologici); la Giornata Nazionale per la sclerosi multipla e la giornata per la raccolta firme “Terra dei fuochi”.
UNA RECENTE DONAZIONE
Il Museo degli ex voto del Santuario è ormai un polo artistico e culturale di grande interesse ed attra-
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zione. I visitatori restano affascinati per le opere
esposte e fortemente emozionati essendo questo un
percorso innanzitutto di fede. L’esposizione museale
è vastissima: dipinti votivi, gioielli, corni d’avorio,
finissime porcellane, armi da fuoco e oggetti militari, siringhe in oro, trecce di capelli, antichi rosari,
parti anatomiche del corpo in oro e argento, gomene e velieri, reperti di epoca romana ed etrusca, medaglie commemorative, lampade d’argento, paramenti e vasi sacri. Inoltre, vi sono doni reali come
il parato liturgico donato dalla Regina di Napoli. Nel
marzo scorso i famigliari di don Gaetano Barbera,
sacerdote siciliano, deceduto lo scorso anno, hanno
donato al nostro Santuario una sua stola ed una cotta finemente ricamata. Don Gaetano Barbera nacque a Canicattì (AG) il 4 settembre 1938, fu cappellano delle Forze Armate a Brindisi. È ritornato
alla Casa del Padre il 29 giugno 2013.
La Casa Albergo per anziani “Madonna dell’Arco” è una residenza per anziani autonoma.
La casa è dotata di camere doppie e singole, di un ampio giardino, di una palestra attrezzata, di una cucina interna e servizio lavanderia. Fornisce un servizio completo di assistenza. Avvalendosi di personale altamente qualificato e attento alle singole esigenze,
affiancato dalle suore domenicane di S. Maria dell’Arco, garantisce servizi sociali ed assistenziali altamente professionali, volti a stimolare l’autonomia individuale e di gruppo
degli ospiti ed a renderne piacevole il soggiorno. La Casa albergo dispone di una cappella per le funzioni religiose; tutti i giorni viene celebrata l’Eucarestia.
Via Raimondo Sorrentino, 32
80048 Sant’Anastasia (NA)
Tel. 081.5303565
[email protected]
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ADRE DI GRAZIE
Domenico Granata
Madonna dell’Arco,
Frontespizio de Il compendio
dell’historia, miracoli e gratie di
fra Arcangelo Domenici (1608).
Maria Vergine gratiosissima et Madre
amabilissima dell’Arco, Ti ringratiamo di
tante gratie et favori, che del continuo dalla Tua benignissima mano riceviamo, et per quanto amore porti al Tuo dolcissimo Figliolo, con tutto l’affetto del cuore humilmente Ti preghiamo che
ne concedi una scintilla dell’amor Suo e Tuo, acciò
siamo nel numero di quelli che Tu ami et conservi
scritti nel Tuo verginal petto. Purifica, o Vergine immacolata, il cuor nostro d’ogni bruttezza di peccato,
leva et discaccia da noi tutto quello che dispiace
agl’occhi Tuoi, purga quest’anima nostra delli amori et affetti terreni, et innalzala all’amor Tuo dei beni celesti et divini, et perché varie et diverse sono
l’insidie et tentazioni de nostri inimici, ci protestiamo contro di quelle, et di voler sempre vivere et
morire conforme al beneplacito Tuo et sotto la cura et protettione di Te, Arco nobilissimo et gratiosissimo, facendo un sacrifitio del cuore et del corpo nostro, di tutti noi stessi e di tutte le cose nostre,
a Te, Matre Santissima dell’Arco, acciò ne disponga secondo la volontà Tua, che del tutto ci contentiamo, purché non Ti offendiamo, né levi da noi devoti Tuoi et dalle miserie nostre, tanto spirituali come temporali, adesso et sempre, et in particolare
nel punto della morte, gl’occhi della misericordia
Tua, et di tanto ne supplichiamo il Tuo dolcissimo
Figliolo per quanto amore porta a Te Sua dilettissima Madre. Amen
fra Arcangelo Domenici OP (1608)
O
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Ringraziano la Vergine dell’Arco
Stimatissimo Padre Rettore, all’inizio dell’ottobre
scorso ho visitato il magnifico Santuario della Madonna dell’Arco e sono rimasto molto colpito dalla bellezza della costruzione, ma più ancora dalla
fervente fede popolare che il luogo emana, testimoniato dagli innumerevoli ex voto lì custoditi preziosamente. Il 27 novembre scorso è venuta alla luce mia nipote “Grace”. Prima della nascita, dalle
ecografie ed altre indagini strumentali, si supponeva che la bimba potesse essere affetta da qualche malformazione. Ciò aveva gettato inizialmente
il mio animo in uno sconforto. Mi sono ricordato
della visita al Santuario della Madonna dell’Arco
ed ho chiesto la Sua materna protezione. Il mio cuore adesso è colmo di gratitudine, quando la bimba
è nata era bellissima ed in buona salute. Ringrazio
la Beata Vergine Maria dell’Arco.
Michelangelo Arena
La mia devozione, la mia fede per Te, anche in questa successione di eventi negativi mi è stata affianco ed ha permesso che tutto andasse come Tu avevi disegnato. Ti ringrazio per la grazia che mi hai
concesso.
È stato un miracolo! Grazie Vergine dell’Arco, mio
figlio Antonio Margione aveva quasi perso un occhio
mentre giocava; i dottori mi dissero: “pregate ci vuole solo un miracolo”. Vergine Santa, Ti ho tanto pregato e hai ridato la vista a mio figlio. Grazie!
Nunzia Sgambati
La preghiera mi ha guarito. P.G.R. Ciro Scotti
Un cuore che vive grazie a Te Maria Santissima dell’Arco. Pietro
Grazie Mamma dell’Arco per avermi dato la gioia
di un figlio e di formare una bella famiglia.
Giuseppe D’Errico
PER
Per Grazia Ricevuta
Antonella Casillo, Giuseppe Narducci, Luigi Manna,
Raffaele e Raffaella Di Matteo, Antonio Fusco, Maria Grasso, Famiglia Testa, Bartolo e Rosa, Nunzia
Vesi, Raffaele Raucci, Michele D’Anna, Anna Mattiucci, Patrizia, Maria Luongo, Vincenzo Aly, Umberto La Porta, Ciro, Patrizia Di Palma, Tommasina
Nocella, Dimitria Yannopoulos, Dora Antonietta Capodanno, Giuseppina Pagliei, Giovanni Macchitelli,
Anna e Francesca, Assunta Coppola, Luigi Manna,
Vincenza Pattolo, Paolo Zanfardino, Anna Maria,
Francesco Varlese, Maria Verde, Anna Gallo, Alessandro Petitto, Vincenzo Gammella, Francesco Varcese, Gennaro De Luca, Aniello Ciccarelli, Antonella e Giacomo, Manuel e Assunta, Nunzio Sorrentino,
Saverio Parente, Vincenzo, Riccardo Aly, Salvatore
Pittino, Tullio Cannavina, Antonia Chiammaniello,
Flora, Donato Notaro, Ettore Basti, Francesco Rizzo,
Gaetano Tartara, Mariarca Mennella, Adriana Niglio.
Grazie per la nascita tanto attesa di…
Michele Maria, Cecilia, Jennifer Verde, Grace, Irene, Domenico Maria.
Dall’estero
Airport West: Auguro a tutti voi del Santuario ogni
bene e un felice 2014. Che il buon Dio vi conservi
sempre in buona salute e di compiere sempre la Sua
volontà. Grazie per la bella e interessante rivista
che mi fate giungere. Assunta Germani e famiglia
Caracas, Venezuela: Reverendo Padre Rettore, vivo in Venezuela da 57 anni. Sono nato il 1 gennaio
1940 a Saviano e vissuto fino a 15 anni a Pomigliano d’Arco, poi mi portarono in Venezuela. Mi
sposai nel 1961 con Maria Panico per procura stando io in Venezuela e mia moglie in Italia. Fu così
impossibile realizzare il mio desiderio di sposarmi
nel Santuario di Madonna dell’Arco. Abbiamo avuto 4 figli. Io sono molto devoto della Madonna dell’Arco e fin da bambino dicevo che da grande mi
sarei sposato nel Suo Santuario. Purtroppo nel 1998
mia moglie morì e in seguito conobbi una brava
donna, Elba Esther Guevara e la portai in Italia.
Elba promise alla Madonna dell’Arco che se un giorno ci fossimo sposati il matrimonio si sarebbe do-
GRAZIA RICEVUTA
vuto celebrare a Madonna dell’Arco. Ritornati in Venezuela lei mi confidò di questa promessa ed io preso dall’emozione iniziai a preparare il tutto. Un mio
cugino dall’Italia organizzò tutti i preparativi, un
giorno mi chiamò e mi disse di rientrare in Italia perché il giorno 17 settembre io e Elba ci saremmo sposati nel Santuario di Madonna dell’Arco. Il mio grande sogno era diventato una bella realtà. Ringrazio
tutti voi del Santuario per avermi accolto e aiutato a
realizzare questo grande desiderio. Caro Padre Rettore, chiediamo la vostra benedizione. Devotissimi
della Madonna dell’Arco per sempre.
Antonio Notaro e Elba Esther Guevara
Dall’Ufficio di corrispondenza
Carissimi benefattori di San Pedro, California grazie di cuore per la vostra straordinaria generosità
verso il nostro Santuario. La Vergine dell’Arco, possa ricolmarvi di grazie e benedizioni. Un plauso e
un sentito grazie alla gentile signora Carmela Castagnola devotissima della Vergine Santa dell’Arco
da antica data che promuove annualmente una raccolta di fondi a favore delle opere del Santuario: ci
è pervenuta la ragguardevole somma di $ 4.230,00.
Grazie a tutti voi che avete contribuito con la generosità di sempre.
‘O VUTO
Te stò preganno cu ‘e ddenocchia ‘nterra
e faccio ‘o vuto pe te di’ ca voglio
‘na grazia piccerella piccerella,
Oj Mamma ‘e l’Arco bella!
Tu tiene mente a tanta sfurtunate,
tiene nu poco mente pure a mme.
‘O vvide ca stò sulo, e ‘a cumpagnia
m’ ‘a fa stu core e stà malincunia?
Nisciuna mmedicina m’ha sanato,
e sta malincunia tu saje chedè:
comme saje pure ca nun è peccato
si cerco ammore e nun ‘o ppozzo ave’...
‘Nncopp’ ‘a ll’altare tujo m’asciutt’ ‘o chianto,
e nisciun’ ata ‘o ssape meglio ‘e te:
mantengo ‘o vuto, e ccà te port’ o’ manto
si Assuntulella mia se sposa a mme...
Ciro Riemma
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ELLEGRINI AL SANTUARIO
fra Ruggiero Strignano O.P.
O Maria, faro di luce nel buio della notte, mostraci il Tuo materno cuore palpitante di amore. Concedici di
mettere il nostro cuore nel Tuo affinché ogni suo battito sia per Te e per il Tuo Figlio Gesù. Amen
Castiglion Fiorentino (AR)
Catanzaro
Fondi (LT)
Frattamaggiore (NA)
28
Napoli
Parrocchie
San Giovanni Battista Casavatore (NA) (70) con Stefania Ferone; San Rocco Frattamaggiore (NA) (44) con
don Armando Broccoletti; San Michele Arcangelo S.
Michele Salentino (BR) (45) con don Antonio Falcone;
San Paolo Salerno (54) con don Pasquale Mastrangelo;
Mater Ecclesiae Campobasso (80) con P. Gildo Saglio,
don Luigi Astarita e fra Giuseppe Salvatore; Santa Chiara Latina (50); Santa Maria Porto della Salute Fiumicino-Roma (50) con P. Marcello Miotto; Santo Stefano Baiano (AV) (80) con don Fiorelmo Cennamo;
Sant’Antonio Procida (NA) (50) con don Vincenzo Vicidomini; Santo Stefano Casalincontrada (CH) (54) con
don Enrico D’Antonio; Sant’Antonio Capistrello (AQ)
(50) con don Antonio Sterpetti; San Roberto Bellarmino Taranto (25) con Valeria Fumarola; Santa Maria
Maggiore Pignola (PZ) (50) con Agnese Covino; Maria SS. del Rosario Crotone (30) con Teresa Tudisco;
San Giuseppe Isernia (120) con don Ennio Lembo, don
Gianluigi Petti e don Gianni Di Rienzo; Sacro Cuore
Catanzaro (40) con Patrizia Procopio; Santa Maria Madre di Misericordia Bisceglie (BT) (270) con don Vito Sardaro e don Francesco Lorusso; San Carlo Borromeo Bari (50) con don Marco Simone; Santa Maria del
Buon Rimedio Castelforte Latina (54) con don Natalino Di Rienzo e Marco Lello; San Salvatore Piscinola
(NA) (54) con Maria Uccello; Santa Maria della Stella Casoria (NA) (400) con don Carmine Basile; Santi
Pietro e Paolo Cori (LT) (75) con don Angelo Buonaiuto;
Beata Maria Vergine Assunta in Cielo Ciciliano (Roma) (50) con Francesca Savelli e don Paolo Cartolari;
SS. Annunziata Maggiore Napoli (26) con don Gigi
Calemme; Santa Maria di Costantinopoli Circolo culturale “Cangiani” Napoli (50) con Pietro Cepollaro;
Sant’Alfonso Marano (NA) (35) con don Marco Montella; Sant’Antonio Trecase (NA) (45) con don Giuseppe Cesarino; Immacolata e San Pietro Apostolo
Cicciano (NA) (100) con don Francesco Feola; Maria
SS. del Monte Taburno (BN) (80) con don Claudio Carofano; San Martino Vescovo Maddaloni (CE) (50) con
don Antonio Iazzetta.
Gruppi
Riccia (CB) (50) con Rosaria Amorosa; Fondi (LT) (50) con Maria Calderini; Ruvo di Puglia (BA) (25); Monteleone di Puglia
(FG) (20); Campobasso (15); Carapelle (FG) (50); Cardito (NA)
(50) con Rubina Laezza; Agenzia Viaggi Bice Castiglion Fiorentino (AR) (54) con Beatrice Gazzini, Francesca Puzzo e Giuseppino Bernardini; Gruppo San Domenico Torino (15) con P.
Massimo Rossi OP e fra Alberto Mangili OP; Salerno (50); Santa Maria Capua Vetere (CE) (50) con Carmela Lauriello; Sora
– Broccostella (FR) (35) con Assunta De Ciantis; Pensionati Circumvesuviana Napoli (15); Cenacolo Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime Latina-Roma (109) con Luciana Cappelli, Claudia Maiello e P. Emmanuel Uwimana; Siano (SA) (50)
con San Marzano sul Sarno (SA) (110) con Vincenzo Fallo; Frigento (AV) (35) con Lucia Ranaudo; Federazione Maestri del Lavoro d’Italia Napoli (50) con Aldo Savarese e Felice Di Perna;
Capua (CE) (50) con Italia Farina; Procida (NA) (15); Ischia
(NA) (35); Corato (BA) (30) con Nella Tarantini; Pensionati ENEL
Napoli (35) con Ciro L’Astorina; Gruppo Giovani Santa Maria
della Neve Ponticelli (NA) (15) con Anna Rita Rea; Laici Francescani Aversa (CE) con Gaetano Natoli; Istituto Comprensivo
E. Morante Sant’Anastasia (NA) (110) con la prof. Giovanna
Esposito; Gruppi AVIS Sant’Anastasia (NA) - Trani e Barletta (BT)- Santa Maria Capua Vetere (CE) - Nocera Inferiore e
Agropoli (SA) (200) con Ciro Fragliasso; Azione Cattolica Ponticelli (NA) (50); Agenzia Granata Viaggi Battipaglia (SA) (50)
con Anna M. Barretta, Angelo Iannotti e Attilio Di Filippo; Associazione Cuore di Gesù e Maria Acerra (NA) (100) con don Biruk Demissie Alemayehu; Suore domenicane Figlie del Santo Rosario Pompei (NA) (20) con la Madre Generale Sr. Angelica Bruno OP; AVIS con Ciro Fragliasso; Amici della Fede Eboli (SA)
(95) con Liberato Buccella; Frati M. Cappuccini Convento S. Cuore Campobasso (23) con P. Luigi Chiarolanza; Frattaminore
(NA) (50); Capua (CE) (56) con Egidio Caruso; Cooperativa Sociale Napoli (15) con Erica Palbelli; Sarno (SA) (53) con Dino
Aito; Corato (BA) (50) con Rosa Cingotti; Corpo della Guardia
di Finanza e Polizia Tributaria Napoli (100) con il Cap. Renato
Sommella e Maresciallo Domenico De Curtis; Sant’Arpino (CE)
(35); Presbiteri della Diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia (AV);
Frati Francescani Assisi (PG) (10); Ciclo Club Italia Cardito (NA)
(20) con Raffaele Mugione.
Pompei (NA)
Ponticelli (NA)
Riccia (CB)
S. Michele Salentino (BR)
Torino
Cardito (NA)
Corato (BA)
29
RACCONTANO UN’AFFASCINANTE E STRUGGENTE STORIA DI FEDE
XIX SECOLO
Domenico Granata
Tavole dipinte che raccontano come in un’affascinante romanzo la vita con le sue ombre contrastate dalla
luce della fede e scrivono la storia quotidiana di un’epoca. Tutte esprimono una preghiera, un’invocazione,
tutte custodiscono gioie e dolori, palpiti che neanche
il tempo può cancellare. Una sorta di libro di preghiere, fatto di suppliche e ringraziamenti. Questo secolo,
il XIX con i suoi 776 esemplari è ricco di personaggi
e di pagine di storia: l’attacco di Roma del 1848 (cfr.
foto in alto); il colera del 1836-37, 1854-55 e 1884; il
vapore Mei Kong che stava per affondare nella notte
tra il 17 e il 18 giugno 1877 a Gurdfui in Costa d’Africa (cfr. foto a lato). Alcune tavole votive ritraggono guardie e ufficiali dell’esercito borbonico. Singolare quella che riproduce l’interno di un distretto militare, dove sulla parete c’è un manifesto con la scritta: “Consigli di Leva 1850”. Davvero interessanti per
la storia del costume le tavole di questo secolo, finanche quello dei bagnanti e come vestivano gli affiliati
alla camorra. Per l’arredamento, invece, i letti sono
con spalliere di ferro o in ottone artisticamente lavorate e cassettiere con vasi floreali sotto campane di vetro. Importante per la storia locale è la tavola votiva
che raffigura l’interno della chiesa di Santa Maria La
Nova di Sant’Anastasia (NA) con l’altare maggiore
dedicato a San Francesco Saverio, patrono della città.
Degni di nota sono i dipinti votivi riguardanti i frati
domenicani del Santuario, relativi ad una malattia, ad
una scampata aggressione ed altri al loro ministero.
Singolare quella donata da una monaca carmelitana
straniera che essendo stata calunniata, viene prosciolta da ogni accusa in seguito ad una supplica scritta che
consegna ad un ufficiale regio per poi presentarla al re
in persona. Al campo della medicina è legata in particolare una tavoletta che riproduce una stanza di un
ospedale con un ammalato di idropisia che viene sottoposto ad una singolare operazione chirurgica. Per la
storia del culto della Madonna dell’Arco ci sono alcuni dipinti votivi (9) che raffigurano i “battenti o
fujent” con la tradizionale divisa. Nell’800 la realiz-
30
zazione dei dipinti votivi, oltre al legno e alla tela si
serve anche di altri materiali: vetro, stagno, zinco, carta su tela e cartone. Per quelli di carattere marinaro si
raggiunge una tecnica di esecuzione precisa e di pregio. Inoltre per questi marinari, bisogna sottolineare
un aspetto cui, a differenza degli altri soggetti dove il
voto è fatto dal singolo, la committenza è collettiva,
in quanto è l’intero equipaggio a farsi carico del voto.
Alcuni ex voto marinari provengono dall’estero: Francia, Inghilterra e Austria. In questo secolo, si introduce l’usanza di donare il ritratto del graziato e continua
quella di annotare a tergo della tavoletta appunti scritti dal pittore, come la tavola del 1888 dove è riportato il prezzo da pagare: L.5,50. Le sigle riportate sono
quelle comuni ai secoli precedenti, solo verso fine secolo si tramutano in P.G.R. (Per grazia ricevuta) o
P.G.O. (Per grazia ottenuta). La maggior parte dei dipinti votivi di questo secolo sono datati e spesso compare il nome dell’autore. Di questo secolo tra il Santuario e il Museo sono esposte ben 437 tavolette.
Nomi dei personaggi riportati sulle tavolette: Clemente
Gaglione (13 dicembre 1823); Emanuel Morello (24 giugno
1830); Luigi Frigeri (giugno 1834); Nilo Misuraca Capitano
Aiutante Maggiore (1837); Mariannina Morbilli, nata Quinto (1839); Giuseppe Tartaglione di Marcianise (1840); Antonio Gaglione (1851); Simone Perillo (28 magio 1851); Alfredo Crisconio (1854); Giuseppe Dottore Ascione (4 ottobre
1855); D. Michele Bilancia di Caserta (16 gennaio 1856);
Principe di Torchiarolo (18 ottobre 1858); Capitano Antonio
Farese e il Tenente Carlo Ricciardi diretti per l’Isola di Lampedusa (21-22 febbraio 1860); Antonio Mustacciolo (20 dicembre 1862); Saverio Minadeo (1863); Angelo Muretto,
Francesco Muretto e Domenica Musone di Marcianise (24
maggio 1863); Antonio Supino di Montesarchio (1868); Sebastiano Mazza (15 agosto 1868); Raffaele e Maria Carmina
Carranca (17 settembre 1870); Carolina Di Sangro (20 dicembre 1870); Rosina Barbato di Carmine e Agnese Schettino di Marigliano (1871); Giuseppe Prota, Michele Aiello nel
golfo Stream (15 aprile 1871); Michele Caterino (febbraio
1873); Luigi Cella (novembre 1873); Pasquale Di Crisci
CENTRO STUDI ARCO
lana Pozzuoli (NA); Isola di Procida (NA); Monte di Procida (NA); Golfo di Catanzaro; Saviano (NA), Marcianise (CE);
Marigliano (NA); Montesarchio (BN); Casal di Principe (CE);
Isola di Ischia (NA); Carcere di Procida (NA); Isola di Lampedusa (AG); Lanzara (SA).
Vengono raffigurati: Dio Padre (4); Gesù Bambino (1); Gesù Crocifisso (5); Ecce Homo (8); Gesù Sacramentato (2);
Gesù Risorto (2); Sacro Cuore di Gesù (6); Gesù Buon Pastore (1); Sudario di Gesù Cristo (1); Annunciazione dell’Arcangelo Gabriele alla Vergine Maria (4); Madonna dell’Arco (751); Madonna Addolorata (55); Madonna della Libera (3); Madonna del Carmine (43); Madonna dei Flagelli
(1); Madonna di Montevergine (5); Immacolata (9); Madonna Assunta in cielo (1); Madonna del Rosario (8); Madonna
Incoronata (2); Madonna di Guadalupe (1); Madonna delle
Grazie (2); Vergine di Lourdes con Santa Bernadetta Soubirous (1); Madonna di Piedigrotta (1); Madonna col Bambino
Gesù (3). In (2) tavolette viene raffigurata la corona del Rosario tra le mani giunte; acquasantiera (15).
Santi protettori: San Giuseppe (11); San Pietro (1); Sant’Antonio di Padova (24); San Domenico di Guzman (1); San Vincenzo Ferreri (43); San Biagio (3); San Nicola di Bari (7);
Bottiglia con la manna di San Nicola di Bari (1); San Giovanni Nepomuceno (1); Sant’Anna (29), San Ciro (28); San
Gennaro (6); Beato Vincenzo Romano (13); Santa Rita da
Cascia (1); San Michele Arcangelo (2); San Leonardo (1);
Santa Filomena (4); San Francesco di Paola (10); San Francesco Saverio (4); Sant’Antonio Abate (1); San Rocco (6);
Santa Patrizia (1); Sant’Alfonso M. de’ Liguori (3); San Pasquale Baylon (3); San Gaetano (2); San Lorenzo (6); Santa
Teresa degli Scalzi (3); San Camillo De Lellis (2); San Filippo Neri (1); Arcangelo Raffaele con Tobia (1); San Luigi Gonzaga (1); Santa Chiara (1); Sant’Elena (1); San Giorgio (1);
San Vincenzo de’ Paoli (1); Beata Imelda Lambertini, domenicana (1); Santa Bernadetta Soubirous (1); “anime del purgatorio” avvolte dalle fiamme (52); “anime del purgatorio”
di un sacerdote (1).
Nome del pittore: Pasquale Liguori; R. Fasano; Magno Visco (1854); Landisi (1856); Francesco Gallo (1857); Fiore
(1871); Giustino Aciorme (1877); Raff. Santoro (19 giugno
1879); A. Petrocelli (1886); P. Cappelli (1890); Prof.re Ant.
De Vivo (1890); A. Costabile di Caserta (1895); Cesare Nicola Di Gennaro (1899).
VOTUM FECIT ET GRATIAM ACCEPIT
(1874); Gaetano Loschiavo (1874); Filippo... figlio di Procolo di Pozzuoli (1874); Procolo (1875); Michele Parisi
(1877); Di Fran. Trochia (1887); E.smo Profeta (1887); Giustino Aciorme di Baiano Vatta (5 settembre 1877); Gennaro
Fiorillo (1879); Gennaro Rujo (1879); Carmine Alterisio per
sua nipote Agnesina (1880), Compare Sangiovanni (16 aprile 1880); Pietro Torino (maggio 1880); Capitano Salvatore
Campo di Fuscaldi (17 dicembre 1881); Teresa Bariata moglie di Giuseppe Comone in Fecale (1882); Felice Parziale
(1882); Giuseppe Russo di Antonio (1883); Giuseppe Albano (7 marzo 1883); Domenico Pastore (8 ottobre 1883); Michele Esposito (1884); Pasquale Valentino di Marcianise
(1884); Alfonso Diglio e sua moglie Lucia Carfora ed i tre
suoi figli Rosina, Antonio, Madiette di San Felice a Cancello (1884); Salvatore Valente (1884); Pasquale Capone (15
marzo 1884); Gennaro Greco di Costantino (settembre 1884);
Pasquale Balsomo e Giuseppe Barrimo Ferraro di Afragola
(14 luglio 1885); Antimo Papale (1886); Giuseppina Peruggina (1886); Gennaro Raia di Napoli (1887); Vincenzo Denigris (1887); Capitano Giosuè di Donna (10 febbraio 1887);
D. Pietro De Simone, Raffaele Savella, Pasquale Savella, Biagio Campane, Salvatore De Cicco e Pietro De Falco (20 novembre 1887); Michelangelo Orlocchio fu Vincenzo di Campoli del Taburno (27 settembre 1888); Capitano Onofrio Altieri (16 marzo 1890); Pasquale Di Costanzo (10 agosto 1890);
Giovanni Parisi (8 settembre 1890); Pasquale Setola fu Gennaro e sua moglie Caterina Pistocco (1890-1891); Cav. Pastiglione e Carmela Marra (1891); Capitano Vincenzo Porta
(11 novembre 1891); Michele Naccone di Saviano (8 aprile
1892); La Anna (1893); Francesco Filardi (7 maggio 1894);
Rosaria Bologna (1895); Ciro Schiano (1895); Grecolio Fusco (1895); Leopoldo Ferrullo (26 ottobre 1896); Forino Satro di Nocera Inferiore (12 maggio 1897); Raffaele Pastore
di Roccapiemonte (31 maggio 1897); Carolina Di Stefano
moglie di Antonio Aliperta (12 gennaio 1899); Francesco Tessitore; Nicola di Foggia; Teresa Tammorrina; Nicola Pellegrino; Vincenza Bevilacqua; E. Turi; G. Turi; Diana Tomasone; Maria; Mario Di Martino; Casa Peselli; Felice Pica;
Bernardo Palmieri; Salvatore Giacchino; A. D. Di Pellegrino; Francesco Padula; Di Scafati; Filomena Matarazza; Bartolomeo Nielo; Domenica Parrima; Domenico Vidale; Coppola; Vincenzo Spagnolo; M. Modesta De Leva; Antonio Raniero; Davide; Pasquale Liguori; Erminia Parisy; Terracciani; Mariannina Aliperti; Pasqualina D’Amore di Vincenzo;
Giovanni Guerriero; Ambrogio Cantelli di Casal di Principe;
Re D.G.; Filippo Novelli e Antonio Palumbo.
Città e paesi: Foggia; Napoli; Piedigrotta-Napoli; Pozzuoli
(NA); Afragola (NA); Caserta (CE); Milazzo (ME); Positano (SA) e i tre isolotti, denominati “i Galli” o “Le Sirenuse”;
San Felice a Cancello (CE); Fuscaldo (CS); Santa Venera Acireale (CT); Campoli del Taburno (BN); Calabria; Capo Bianco (Isola Cipro); Guardfui (Costa d’Africa); Roccapiemonte
(SA); Nocera Inferiore (SA); Costa africana; Costiera puteo-
NOTIZIE UTILI
INDIRIZZO:
Santuario Madonna dell’Arco
Padri Domenicani
Via Arco, 178 - 80048 Sant’Anastasia (NA)
PER OFFERTE
C/C Postale n. 199802 intestato a
Santuario Madonna dell’Arco
80048 Madonna dell’Arco (NA)
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MESSE PERPETUE
Ogni lunedì alle ore 10.00 viene celebrata una Santa Messa
per tutti gli iscritti all’Opera del Suffragio Perpetuo vivi o
defunti. Tutti coloro che vorranno partecipare ai benefici spirituali di queste Sante Messe, potranno inviare i nominativi
insieme con una libera offerta.
I nomi verranno iscritti in un apposito registro. L’offerta può
essere inviata tramite C/C Postale n. 199802 intestato a:
Santuario Madonna dell’Arco - 80048 Madonna dell’Arco (NA)
oppure consegnata presso la Sala Offerte del Santuario.
ORARIO SANTE MESSE
Feriale
Mattino: 7 - 8 - 10 - 11
Pomeriggio: 18 (Ottobre - Marzo); 19 (Aprile - Settembre)
Sabato: 17 - 18 (Ottobre - Marzo); 18 - 19 (Aprile - Settembre)
Festivo
Mattino: 7 - 8.30 - 10 - 11 (Aula Liturgica) - 12 - 13
Pomeriggio: 17 - 18 (Aula Liturgica) - 19 (Ottobre - Marzo)
Pomeriggio: 18 - 19 (Aula Liturgica) - 20 (Aprile - Settembre)
Luglio - Agosto
Feriale
Mattino: 7 - 8 - 10 - 11 - Pomeriggio: 19
Festivo
Mattino: 7 - 8.30 - 10 - 11 (Aula liturgica) - 12 - 13
Pomeriggio: 18.30 (Aula liturgica) - 20
ORARI CONFESSIONI
Feriale
Mattino: 8 - 12
Pomeriggio: 16.30 - 18 (Ottobre - Marzo)
17 - 19 (Aprile - Settembre)
Festivo
Mattino: 6.45 - 12.45
Pomeriggio: 16.30 - 19 (Ottobre - Marzo)
17 - 20 (Aprile - Settembre)
Agosto
Feriale
Mattina: 9 - 11 - Pomeriggio: 17.30 - 19
Festivo
Mattina: 6.45 - 12.45 - Pomeriggio: 17.30 - 20
MUSEO DEGLI EX VOTO
(DI INTERESSE REGIONALE) (Ingresso gratuito)
Sabato:16.30 - 18.30 (Ottobre - Marzo)
17.30 - 19.30 (Aprile - Settembre)
Domenica e festivi:
9.30 - 12.30 - 16.00 - 19.00 (Ottobre - Marzo)
17.00 - 20.00 (Aprile - Settembre)
Nei giorni feriali prenotarsi presso la portineria.
APERTURA DEL SANTUARIO
Mattino: 6.30 - 13.00
Pomeriggio: 15.30 - 19.00 (Ottobre - Marzo)
15.30 - 20.00 (Aprile - Settembre)
ADORAZIONE EUCARISTICA
Ogni 1° giovedì del mese - 17 (ora solare)
18 (ora legale) e tutti i venerdì dell’anno.
CORSO DI CATECHESI
Ogni mercoledì (Settembre – Giugno) alle ore 18.30
presso il Centro Studi Arco.
BENEDIZIONE DEI BAMBINI
Ogni 1° sabato del mese alle 16.00
BENEDIZIONI DELLE AUTO
(Rivolgersi in Sala Offerte)
Giorni feriali: 8.00 - 13.00 e 16.30 alla chiusura
Domenica e festivi: al termine di ogni Santa Messa.
I PELLEGRINAGGI AL SANTUARIO
Per avere un’adeguata accoglienza, servirsi nell’evenienza
dei locali per la colazione al sacco, per la visita al Museo e
per essere menzionati nella rubrica apposita sul nostro Periodico, prenotarsi telefonando alla portineria del Santuario
o alla seguente e-mail: [email protected]
LA CASA DEL PELLEGRINO
Tel. e fax +39 081.5304131
Sito: www.lacasadelpellegrino.com
mail: [email protected]
Vetrina del Museo degli ex voto del Santuario dedicata a Giovanni Paolo II elevato agli onori degli altari.
In caso di mancato recapito rinviare a: P. Rettore Santuario 80048 MADONNA DELL’ARCO (NA) che si impegna a pagare quanto dovuto.
NUMERI DI TELEFONO
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Museo degli ex voto: 081.8999308
Ufficio Battenti: 081.8999300
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Centro Pellegrinaggi: 081.8999286
Casa Albergo per Anziani: 081.5303565
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Lunedì - Mercoledì 17.00 - 18.30