Il Portico del 21/09/2014

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DOMENICA 21 SETTEMBRE 2014
A N N O X I N . 34
SETTIMANALE DIOCESANO
DI
€ 1.00
CAGLIARI
Mai più inutili stragi
abato 13 settembre il Santo Padre
ha visitato il Sacrario Militare di
Redipuglia, in occasione del centenario dell’inizio della Prima
Guerra Mondiale. Il ricordo della Grande
Guerra, nelle parole di Papa Francesco diventa una chiave di lettura per il presente, segnato da sanguinosi conflitti in svariate parti del mondo. Tenere desta la memoria del
passato è un mezzo indispensabile per non
ripeterne gli errori e riuscire a perseverare
nella faticosa, ma indispensabile, opera di
costruzione della pace. La convinzione
espressa dal Papa è che la realtà della guerra, dove l’uomo si mette contro il suo fratello, rimane oggi come allora una terribile e
“inutile strage”.
Pubblichiamo di seguito l’omelia della Celebrazione Eucaristica presieduta da Papa
Francesco a Redipuglia. (rp).
S
Dopo aver contemplato la bellezza del paesaggio di tutta questa zona, dove uomini e
donne lavorano portando avanti la loro famiglia, dove i bambini giocano e gli anziani
sognano… trovandomi qui, in questo luogo,
vicino a questo cimitero, trovo da dire soltanto: la guerra è una follia.
Mentre Dio porta avanti la sua creazione, e
noi uomini siamo chiamati a collaborare
alla sua opera, la guerra distrugge. Distrugge anche ciò che Dio ha creato di più bello:
l’essere umano. La guerra stravolge tutto,
anche il legame tra i fratelli. La guerra è folle, il suo piano di sviluppo è la distruzione:
volersi sviluppare mediante la distruzione!
La cupidigia, l’intolleranza, l’ambizione al
potere… sono motivi che spingono avanti
la decisione bellica, e questi motivi sono
spesso giustificati da un’ideologia; ma prima c’è la passione, c’è l’impulso distorto.
L’ideologia è una giustificazione, e quando non c’è un’ideologia, c’è la risposta di
Caino: “A me che importa?”. «Sono forse io
il custode di mio fratello?» (Gen 4,9). La
guerra non guarda in faccia a nessuno: vecchi, bambini, mamme, papà… “A me che
importa?”.
Sopra l’ingresso di questo cimitero, aleggia
il motto beffardo della guerra: “A me che
importa?”. Tutte queste persone, che riposano qui, avevano i loro progetti, avevano i
loro sogni…, ma le loro vite sono state spezzate. Perché? Perché l’umanità ha detto: “A
me che importa?”.
Anche oggi, dopo il secondo fallimento di
un’altra guerra mondiale, forse si può parlare di una terza guerra combattuta “a pezzi”, con crimini, massacri, distruzioni…
Ad essere onesti, la prima pagina dei giornali dovrebbe avere come titolo: “A me che
importa?”. Caino direbbe: «Sono forse io il
custode di mio fratello?».
Questo atteggiamento è esattamente l’opposto di quello che ci chiede Gesù nel Vangelo. Abbiamo ascoltato: Lui è nel più piccolo dei fratelli: Lui, il Re, il Giudice del
mondo, Lui è l’affamato, l’assetato, il forestiero, l’ammalato, il carcerato… Chi si
prende cura del fratello, entra nella gioia
del Signore; chi invece non lo fa, chi con le
sue omissioni dice: “A me che importa?”, ri-
mane fuori.
Qui e nell’altro cimitero ci sono tante vittime. Oggi noi le ricordiamo. C’è il pianto,
c’è il lutto, c’è il dolore. E da qui ricordiamo
le vittime di tutte le guerre.
Anche oggi le vittime sono tante… Come è
possibile questo? E’ possibile perché anche oggi dietro le quinte ci sono interessi,
piani geopolitici, avidità di denaro e di potere, c’è l’industria delle armi, che sembra
essere tanto importante!
E questi pianificatori del terrore, questi organizzatori dello scontro, come pure gli imprenditori delle armi, hanno scritto nel cuore: “A me che importa?”.
E’ proprio dei saggi riconoscere gli errori,
provarne dolore, pentirsi, chiedere perdono e piangere.
Con quel “A me che importa?” che hanno
nel cuore gli affaristi della guerra, forse guadagnano tanto, ma il loro cuore corrotto ha
perso la capacità di piangere. Caino non ha
pianto. Non ha potuto piangere. L’ombra
di Caino ci ricopre oggi qui, in questo cimitero. Si vede qui. Si vede nella storia che
va dal 1914 fino ai nostri giorni. E si vede anche nei nostri giorni.
Con cuore di figlio, di fratello, di padre, chiedo a tutti voi e per tutti noi la conversione
del cuore: passare da “A me che importa?”,
al pianto.
Per tutti i caduti della “inutile strage”, per
tutte le vittime della follia della guerra, in
ogni tempo. Il pianto. Fratelli, l’umanità ha
bisogno di piangere, e questa è l’ora del
pianto.
SOMMARIO
ECONOMIA
2
Il Decreto
“Sblocca Italia”
del Governo Renzi
MISSIONI
3
Le tre suore italiane
barbaramente uccise
in Burundi
GIOVANI
5
L’intervista
a Giovanni Melis
Rettore dell’Università
SCUOLA
6
Attese e speranze
all’inizio del nuovo
anno scolastico
DIOCESI
11
Il 24 e 25 settembre
si svolgerà in Seminario
il Convegno dei Catechisti
2
IL PORTICO DEL TEMPO
IL PORTICO
DOMENICA 21 SETTEMBRE 2014
Economia. Per affrontare una difficile fase economica il Governo Renzi ha il dovere di attuare delle riforme in tempi rapidi.
Italia, un paese da sbloccare in fretta
RAFFAELE PONTIS
L’
EUROPA E L’ITALIA in particolare,
sono oggi più che mai di fronte
ad un bivio, investire sulla crescita e soprattutto proseguire
sulla strada delle riforme strutturali. In tal senso il Governatore della BCE, il nostro “Super Mario Draghi” è
stato chiaro in più di una circostanza. Al forum
delle Banche Centrali a Jackson Hole, sulle
Montagne Rocciose del Wyoming (Stati Uniti),
il Governatore Centrale ha evidenziato come
le manovre monetarie potranno contribuire
alla crescita, ma dovranno essere i singoli Paesi a completare lo sforzo per la definitiva uscita dall’empasse economica.
Mario Draghi ha insistito sulle riforme strutturali, attribuendo ad esse un importanza strategica. Ha evidenziato come la Riforma del
Lavoro, in senso più flessibile, avesse fatto si
che in Irlanda ed in Spagna dal 2012 ad oggi si
fosse potuta generare una reale crescita. Per
quanto riguarda gli investimenti il Governatore ha cercato di dare una strigliata all’Italia e
alla Francia, consigliando a Renzi ed a Hollande di potenziare gli investimenti pubblici
per poter ridare fiato alle economie nazionali. Insomma la ricetta è chiara: coniugare manovre di politica monetaria (lato BCE) con gli
investimenti pubblici (governi nazionali) accompagnate da serie e concrete riforme strutturali (mercato del lavoro e spesa pubblica).
Ci possiamo porre una domanda: l’Italia come
si sta muovendo in relazione a queste urgenze? Come il nostro Paese cerca di dare risposte
alla richiesta di modernizzazione e di crescita
economica?
Per quanto riguarda gli Investimenti, ben si
colloca il Decreto varato qualche giorno fa, il
cosiddetto Sblocca Italia, provvedimento che
ha come obiettivo centrale quello di ridare
fiato e ossigeno a tutta una serie di opere che
per mille ragioni sono bloccate nelle pastoie
burocratiche. Inoltre il decreto prevede tutta
una serie di provvedimenti capaci di ridare un
po’ di ossigeno ad alcuni settori trainanti della nostra economia, come l’edilizia e l’agroalimentare.
Nel dettaglio possiamo evidenziare alcuni
punti importanti del decreto.
Grandi Opere: La grande novità è stata fissare
la data di inizio di due grossi cantieri dell’Alta
velocità, la Napoli-Bari e la Palermo-Messina-Catania. Il Ministro Lupi, ha tenuto a precisare che entro la data del 1° novembre del
2015 i relativi cantieri dovranno inderogabilmente aprire. Un altro investimento importante sarà destinato al potenziamento delle
infrastrutture aeroportuali attraverso lo sblocco di 4,6 miliardi per gli aeroporti di Malpensa, Fiumicino, Firenze, Genova e Salerno. Inoltre saranno destinati altri 4 miliardi di euro
per mettere in cantiere altre opere strategiche
a livello locale come la Linea C di Roma, il passante ferroviario di Torino e il potenziamento
di altri cantieri per poter portare a termine alcune opere come il Brennero.
Per quanto riguarda il settore dell’Edilizia è
previsto un provvedimento che interessa un
po’ tutti i cittadini italiani intenti nella programmazione delle ristrutturazioni delle unità
abitative. D’ora in poi le ristrutturazioni in casa propria potranno essere attivate attraverso
una semplice comunicazione al Comune e
non più attraverso un’autorizzazione edilizia.
Di conseguenza ogniqualvolta che un cittadino vorrà operare frazionamenti o accorpamenti (nell’ambito delle medesime cubature)
si potrà presentare solo la cosiddetta SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) con
relativo risparmio di contributi relativi alla
costruzione.
In relazione al settore immobiliare viene data poi la possibilità ad un privato, ma anche
una Coop Edilizia od una Onlus, di ottenere un
bonus fiscale sull’acquisto di un immobile
nuovo se successivamente lo stesso viene affittato ad un canone convenzionale. Il Bonus
Irpef è riconosciuto nella misura del 20% su un
massimale d’acquisto di 300 mila euro. In soldoni questo permetterà ad un contribuente di
recuperare 60 mila euro e spalmarli in otto
annualità, con un beneficio Irpef annuale di
7.500 euro. Non è poco.
Tutti questi provvedimenti certamente daranno piccole boccate d’ossigeno, sappiamo
però che la vera partita verrà giocata sulla capacità del Governo Renzi nello sconfiggere la
vera burocrazia, ovvero una macchina statale che divora miliardi di EURO.
Qui sarebbe opportuno dare massima importanza e sostegno al lavoro dell’uomo dei tagli, Cottarelli. Perchè gli incentivi sopra descritti a poco potranno servire se ancora Società Pubbliche, Società Partecipate dallo Stato e Società cosiddette in “House” continueranno inesorabilmente a bruciare risorse.
Chiudiamo le falle e contemporaneamente
diamo gli incentivi. Sarà questa una delle grandi sfide che aspettano Renzi e che gli italiani si
aspettano da lui.
IL PORTICO DEGLI EVENTI
DOMENICA 21 SETTEMBRE 2014
Burundi. Tre suore italiane, da tanti anni in Africa, sono state barbaramente uccise.
Una vita al servizio dei poveri
spezzata da una violenza assurda
Papa Francesco:
“Il sangue versato
diventi seme
di speranza per
costruire
l’autentica fraternità”
SUSANNA MOCCI
UELLO CHE È accaduto
non è interruzione ma
compimento della loro
missione”.
Così commentano le Suore Saveriane Missionarie di Maria a proposito del brutale assassinio delle loro consorelle in Burundi. Suor
Lucia Pulici, suor Olga Raschietti
e suor Bernardetta Boggian sono
state ritrovate senza vita tra il 7 e
l’8 settembre nella missione di Kamenge, alla periferia di Bujumbura, dove vivevano. Le modalità
del massacro sono preoccupanti: le tre consorelle sono state
sgozzate da un assassino che ha
agito indisturbato.
Il pomeriggio del 7 settembre il
killer ha ucciso suor Lucia e suor
Olga; è poi tornato nella notte, introducendosi nella casa delle missionarie e uccidendo suor Bernardetta. Solo una suora è scampata all’attentato. Ancora sconosciuto il movente di un delitto co-
Q
Le tre suore trucidate in Burundi.
sì efferato, che ha lasciato sgomenta la popolazione locale e il
mondo cattolico.
Le tre anziane suore da anni operavano in vari paesi dell’Africa sette anni fa erano approdate in Burundi dove erano benvolute dalla
popolazione.
Avevano tra i 75 e gli 83 anni e, nonostante avessero problemi di salute, avevano insistito per poter
tornare in Africa e donare la loro
vita fino alla fine.
Prestavano il loro servizio nella
pastorale e in un centro parrocchiale di formazione per ragazze e
donne, aiutavano i poveri, stavano a contatto con la gente. Tre vite dedicate agli ultimi, la cui fine
lascia attoniti.
Il Santo Padre ha espresso la sua
vicinanza con un telegramma in-
dirizzato a Suor Giordana Bertacchini, Superiora Generale delle
Missionarie Saveriane nel quale
ha auspicato che «il sangue versato diventi seme di speranza per
costruire l’autentica fraternità tra
i popoli».
“Noi cristiani siamo chiamati a
portare il Vangelo dove non è conosciuto e nei luoghi più martoriati -spiega Padre Gianni, responsabile del centro saveriano
di Cagliari- Siamo presenti da tanto tempo in Burundi, dove abbiamo un centro di ritrovo per giovani, che conta circa 45.000 tesserati. Lì lavoriamo per l’integrazione e la riconciliazione delle etnie Hutu e Tutzi attraverso attività come lo sport, il teatro, la musica. La presenza dei missionari è
sempre sgradevole per chi vuole
fare i propri interessi - continua il
sacerdote-. Quello che è successo
è difficile da interpretare, ma certo è che lì la vita non vale niente ed
è facile uccidere. Ci dobbiamo
buttare con gli occhi della fede,
certi che il martirio sia la semente dei nuovi cristiani.
Quando il corteo funebre – diretto al cimitero di Panzi, nella Repubblica Democratica del Congo, dove sono sepolti altri missionari uccisi- è passato davanti alle
varie comunità ci sono state tantissime manifestazioni di affetto e
vicinanza da parte dei burundesi.
Questo ci fa capire che la gente ci
vuole bene”.
Toccanti le parole del Vescovo
Monsignor Enrico Solmi nella cattedrale di Parma durante la celebrazione eucaristica in memoria
delle saveriane :“Siamo certi che
le persecuzioni, l’angoscia, la spada non hanno prevalso perché in
tutte queste cose siamo più che
vincitori grazie a Colui che ci ha
amati (…).Nessuno ha un amore
più grande di questo: dare la vita
per i propri amici”.
I missionari saveriani di Cagliari
hanno organizzato un momento
di preghiera aperto a tutti coloro
che desiderino partecipare. Appuntamento giovedì 18 settembre alle 18.00 per la recita del Rosario e la celebrazione della Santa Messa nella casa dei Saveriani
in via Sulcis 1.
La complessa questione
delle servitù militari
Dopo la manifestazione a Capo Frasca
I. P.
ONTINUA IL dibattito contro le servitù militari dopo il presidio di alcune
migliaia di persone al poligono
di Capo Frasca, nell’oristanese.
Tra i manifestanti presenti sabato scorso anche i soliti esagitati, i
quali hanno pensato bene di oltrepassare la recinzione ed entrare nella base militare. Per loro,
ha giustamente detto Filippo Dispenza, Questore di Cagliari,
scatteranno i provvedimenti previsti dalla legge.
Ora però, archiviata la manifestazione la palla passa al tavolo
Stato – Regione, con il presidente della Regione Francesco Pigliaru e il Ministro della Difesa,
Roberta Pinotti, che cercheranno
un accordo in grado da un lato
di sgravare l’eccessivo carico di
servitù sull’Isola (oltre il 60% è
localizzato in Sardegna) e dall’altro di salvaguardare le necessità della Difesa.
C
Nel frattempo si sta per celebrare
il processo per il disastro ambientale (su questo si incentrerà il
dibattito giudiziario) per il quale
la Regione si è costituita parte civile, così come i parenti di alcuni
tra militari e civili vittime dell’inquinamento a Quirra. Si è giunti a
giudizio, è bene ricordarlo, per la
caparbietà di Domenico Fiordalisi, ex - procuratore di Lanusei
ed oggi in Procura a Tempio.
Negli ultimi giorni, passata la
tempesta molto mediatica sulle
basi, qualcuno ha iniziato a fare i
conti economici di un’eventuale
fuoriuscita dei militari dall’Isola.
C’è chi ha parlato di almeno
10mila buste paga che verrebbero a mancare, e chi invece ha
contestato questa cifra, chiedendo progetti di riconversione e di
ripristino ambientale. Sarebbe
interessante capire con quali fondi e chi dovrebbe pagare questi
progetti. C’è chi ha chiesto “l’apertura in Sardegna di stabilimenti produttivi delle diverse in-
Manifestanti a Capo Frasca.
dustrie da cui si forniscono le
Forze Armate, dai mezzi e dai sistemi di armamento (Agusta,
Alenia, Oto Melara) fino alle divise”. Insomma servitù sì, ma anche attività produttive per assicurare l’attività delle basi. Altri
invece hanno fatto presente che,
dopo la partenza da La Maddalena degli americani e dei sommergibili nucleari, viene lamentata la mancanza di alternative.
Insomma gli americani se ne sono andati ma nulla è stato creato
in alternativa dal punto di vista
economico.
E qui sta il vero problema. Qualunque sia la strada che verrà se-
guita, riduzione o completo
smantellamento delle servitù,
sarà necessario assicurare a quei
territori alternative economico –
occupazionali. Se così tante parti dell’Isola sono finite in mano
ai militari è certo che nessuno finora ha proposto possibilità di
sviluppo alternativo a quello delle basi. Un po’ come nel Sulcis
dove alla presenza di industria
primaria energivora e ad alto impatto ambientale non si è creata
un’alternativa, per cui la popolazione è in forte sofferenza.
In questo la politica ha delle precise responsabilità. Sarebbe ora
che se le assumesse.
IL PORTICO
3
il fatto
ALLA FERRARI
Il divorzio
è consensuale
Dopo 23 anni la Ferrari cambia
presidente. Luca Cordero di Montezemolo ha lasciato a favore di
Sergio Marchionne, a capo di Fiat
Chrysler. Una separazione consensuale, consumatasi sotto la
luce dei riflettori mediatici di tutto
il mondo, in una conferenza stampa dalle caratteristiche più anglosassoni che italiane.
La buonuscita è di tutto rispetto,
26 milioni di euro, è possibile anche che il brizzolato di nobile casata diventi presto il nuovo boss,
di quella che un tempo era la
compagnia di bandiera, l’Alitalia.
La fine dell’era Montezemolo segna un cambiamento importante
“Perché - come ha detto il nuovo
patron Marchionne - la Ferrari non
si ferma, ci sono le premesse per
una ulteriore crescita”.
Eppure nei quasi cinque lustri di
gestione Montezemolo sono stati numerosi i risultati sul fronte Formula 1 e su quello delle vendite
delle auto dai costi proibitivi.
Negli ultimi sei anni i podi delle
gare di F1 non si sono distinti per
il rosso Ferrari, se mai per quello
di vergogna e delusione. In compenso crescono ancora le vendite di auto negli Stati Uniti, così
come aumenta l’interesse per il
pubblico americano sulle vicende
della Formula Uno. Questi sono
sintomi di un’azienda che, al di là
delle scaramucce dei due top
manager, è in salute. I propri dipendenti a fine anno ricevono il
bonus produzione in busta paga,
una rarità di questi tempi.
Ora la sfida sarà rilanciare la Ferrari sia in pista (nessun titolo mondiale dal 2008), “non certamente
in questa stagione”, come ha detto lo stesso Marchionne, sia nelle vendite, considerato che il numero delle persone in grado di
spendere tanto per una vettura
così costosa è in forte calo, e nel
contempo la disponibilità finanziaria di chi è già ricco è in crescita. Quindi molte Ferrari anche se
in mano a pochi, Balotelli docet.
Resta alta l’attenzione anche degli investitori: il processo di aggregazione societaria di Fiat e
Chrysler è alle ultime battute, ma
resta lo scoglio delle richieste di
rimborso da parte dei creditori
per concludere il trasferimento
delle sedi in Olanda e Regno Unito e la quotazione a Wall Street.
Una cosa è certa. “La Ferrari è e
resterà italiana. Sarebbe inconcepibile fare la Ferrari fuori da Maranello. Stiamo esagerando a descrivere gli eventi dei prossimi
mesi”. Così Sergio Marchione.
Gli italiani si fidano, sperando di
non rimanere delusi, come già accaduto per altri loro simboli tricolore, ad esempio l’Alitalia, tanto
per restare “sul pezzo”. (rc)
4
IL PORTICO DEL TEMPIO
IL PORTICO
Il Papa. Nell’udienza con i biblisti italiani l’insistenza sul legame tra studio e spiritualità.
L’amore di Gesù sostiene gli sposi
nelle prove della vita di coppia
ROBERTO PIREDDA
LL’ANGELUS IL Santo Padre
si è soffermato in particolare sul significato della
Festa dell’Esaltazione
della Santa Croce. Quale motivo – si
è chiesto Papa Francesco – hanno i
cristiani per “esaltare” la Croce? «
Possiamo rispondere che noi non
esaltiamo una croce qualsiasi, o
tutte le croci: esaltiamo la Croce di
Gesù, perché in essa si è rivelato al
massimo l’amore di Dio per l’umanità […] Perché? Perché è stata necessaria la Croce? A causa della gravità del male che ci teneva schiavi.
La Croce di Gesù esprime tutt’e due
le cose: tutta la forza negativa del
male, e tutta la mite onnipotenza
della misericordia di Dio. La Croce
sembra decretare il fallimento di
Gesù, ma in realtà segna la sua vittoria».
La Croce del Signore Gesù è il segno
più eloquente del suo amore che
realizza la salvezza: « Quando volgiamo lo sguardo alla Croce dove
Gesù è stato inchiodato, contempliamo il segno dell’amore, dell’amore infinito di Dio per ciascuno di
noi e la radice della nostra salvezza.
Da quella Croce scaturisce la misericordia del Padre che abbraccia
il mondo intero. Per mezzo della
Croce di Cristo è vinto il maligno, è
sconfitta la morte, ci è donata la vita, restituita la speranza. Questo è
importante: per mezzo della Croce
di Cristo ci è restituita la speranza.
A
La celebrazione del rito del matrimonio presieduta dal Papa.
La Croce di Gesù è la nostra unica
vera speranza! Ecco perché la Chiesa "esalta" la santa Croce, ed ecco
perché noi cristiani benediciamo
con il segno della croce. Cioè, noi
non esaltiamo le croci, ma la Croce
gloriosa di Gesù, segno dell’amore
immenso di Dio, segno della nostra salvezza e cammino verso la
Risurrezione. E questa è la nostra
speranza».
Sono uniti in modo speciale alla
Croce di Cristo, ha mostrato il Papa,
quei cristiani che sperimentano la
persecuzione a causa della fede:
«Questo accade specialmente là
dove la libertà religiosa non è ancora garantita o pienamente realizzata. Accade però anche in Paesi
e ambienti che in linea di principio tutelano la libertà e i diritti
umani, ma dove concretamente i
credenti, e specialmente i cristia-
LE OMELIE DEL PAPA A SANTA MARTA
Il cammino di Cristo
Guardare a Maria
Vicino ai peccatori
ggi possiamo guardare
la Madonna, piccolina,
santa, senza peccato,
pura, prescelta per diventare la Madre di Dio e anche
guardare questa storia che è dietro, tanto lunga, di secoli e domandarci: ‘Come cammino io nella mia storia? Lascio che Dio cammini con me? Lascio che Lui cammini con me o voglio camminare
da solo? Lascio che Lui mi carezzi,
mi aiuti, mi perdoni, mi porti
avanti per arrivare all’incontro
con Gesù Cristo?’ Questo sarà il fine del nostro cammino: incontrarci col Signore. Questa domanda ci farà bene oggi. ‘Lascio che
Dio abbia pazienza con me?’. E così, guardando questa storia grande e anche questo piccolo paese,
possiamo lodare il Signore e chiedere umilmente che ci doni la pace, quella pace del cuore che soltanto Lui ci può dare, che soltanto
ci dà quando noi lasciamo Lui
camminare con noi.
(8 settembre 2014)
L’amore non guarda se uno ha la
faccia brutta o la faccia bella: ama! E
Gesù fa lo stesso: ama e sceglie con
amore. E sceglie tutti! Nella lista,
non c’è nessuno importante - fra
virgolette - secondo i criteri del
mondo: è gente comune. C’è gente
comune. Ma hanno una cosa - sì da sottolineare in tutti: sono peccatori. Gesù ha scelto i peccatori.
Sceglie i peccatori. E questa è l’accusa che gli fanno i dottori della legge, gli scribi: ‘Questo va a mangiare
con i peccatori, parla con le prostitute….’. Gesù chiama tutti! Ricordiamo quella parabola delle nozze
del figlio: quando gli invitati non
sono venuti, cosa fa il padrone di
casa? Invia i suoi servi: ‘Andate e
portate a casa tutti! Buoni e cattivi’,
dice il Vangelo. Gesù ha scelto tutti!
Non è un professore, un maestro,
un mistico che si allontana dalla
gente e parla dalla cattedra, lì. No!
È in mezzo alla gente; si lascia toccare; lascia che la gente gli chieda.
Così è Gesù: vicino alla gente.
(9 settembre 2014)
O
ni, incontrano limitazioni e discriminazioni».
Al termine dell’Angelus Papa Francesco ha ricordato in particolare la
Missione delle Nazioni Unite nella
Repubblica Centroafricana e la sua
visita a Redipuglia per ricordare i
morti della Grande Guerra.
Sempre domenica il Santo Padre
ha celebrato la Santa Messa con il
rito del Matrimonio per venti coppie della Diocesi di Roma.
Nell’omelia il Papa ha invitato gli
sposi a perseverare nella fedeltà
con l’aiuto della grazia: « L’amore di
Gesù, che ha benedetto e consacrato l’unione degli sposi, è in grado di mantenere il loro amore e di
rinnovarlo quando umanamente
si perde, si lacera, si esaurisce. L’amore di Cristo può restituire agli
sposi la gioia di camminare insieme; perché questo è il matrimonio:
Amare i nemici
È proprio dare se stesso dare il cuore, proprio a quelli che ci vogliono
male, che ci fanno male, ai nemici.
E questa è la novità del Vangelo. Padre, io … io non me la sento di fare
così!’ – ‘Ma, se non te
la senti, è un problema tuo, ma il cammino cristiano è questo!’. Questo è il cammino che Gesù ci insegna. ‘E cosa devo
sperare?’. Andate sulla strada di Gesù, che
è la misericordia; siate misericordiosi come il Padre vostro è
misericordioso. Soltanto con un cuore
misericordioso potremo fare tutto quello che il Signore ci consiglia. Fino alla fine. La
vita cristiana non è una vita autoreferenziale; è una vita che esce da
se stessa per darsi agli altri. E’ un
dono, è amore, e l’amore non torna
su se stesso, non è egoista: si dà.
(11 settembre 2014)
La correzione fraterna
Non si può correggere una persona senza amore e senza carità.
il cammino insieme di un uomo e
di una donna, in cui l’uomo ha il
compito di aiutare la moglie ad essere più donna, e la donna ha il
compito di aiutare il marito ad essere più uomo […] Non è un cammino liscio, senza conflitti: no, non
sarebbe umano. E’ un viaggio impegnativo, a volte difficile, a volte
anche conflittuale, ma questa è la
vita! E in mezzo a questa teologia
che ci dà la Parola di Dio sul popolo in cammino, anche sulle famiglie in cammino, sugli sposi in cammino, un piccolo consiglio. È normale che gli sposi litighino, è normale. Sempre si fa. Ma vi consiglio:
mai finire la giornata senza fare la
pace. Mai».
In settimana il Papa ha ricevuto in
udienza i membri dell’Associazione Biblica Italiana, con i quali ha
messo in luce il legame tra lo studio
della Scrittura e la vita spirituale
personale: «La fede, per risplendere, per non essere soffocata, dev’essere nutrita costantemente dalla
Parola di Dio […] È necessario naturalmente che lo stesso esegeta
sappia percepire nei testi la Parola
divina, e questo è possibile solo se
la sua vita spirituale è fervida, ricca
di dialogo con il Signore; altrimenti la ricerca esegetica resta incompleta, perde di vista il suo obiettivo
principale».
All’Udienza Generale, il Papa ha approfondito il tema della Chiesa madre che insegna le opere della misericordia.
Non si può fare un intervento chirurgico senza anestesia: non si
può, perché l’ammalato morirà di
dolore. E la carità è come una anestesia che aiuta a ricevere la cura e
accettare la correzione.
Prenderlo da parte, con mitezza,
con amore e parlagli. La correzione
fraterna è un atto
per guarire il corpo
della Chiesa. C’è un
buco, lì, nel tessuto
della Chiesa che bisogna ricucire. E
come le mamme e
le nonne, quando
ricuciono, lo fanno
con tanta delicatezza, così si deve fare
la correzione fraterna. Se tu non sei capace di farla con amore, con carità, nella verità e con umiltà, tu
farai un’offesa, una distruzione al
cuore di quella persona, tu farai
una chiacchiera in più, che ferisce, e tu diventerai un cieco ipocrita, come dice Gesù. ‘Ipocrita,
togli prima la trave dal tuo occhio….’. Ipocrita! Riconosci che tu
sei più peccatore dell’altro, ma che
tu come fratello devi aiutare a correggere l’altro.
(12 settembre 2014)
DOMENICA 21 SETTEMBRE 2014
pietre
IN LAOS
Ancora detenuti
i cristiani innocenti
Cinque cristiani accusati dell'omicidio di una donna convertitasi al
cristianesimo sono stati riconosciuti
“non colpevoli”, ma non sono ancora stati rilasciati. I cinque sono
detenuti senza aver commesso alcun reato e nessuna data è stata
fissata per il loro rilascio. I cinque
cristiani furono accusati di aver ucciso la signora Chan, una donna
convertitasi al cristianesimo, deceduta dopo due anni di malattia. I
cristiani conoscendo le sue gravi
condizioni di salute, erano andati a
visitarla nel villaggio dove viveva,
per portarle conforto. Deceduta
mentre i cinque erano là, ai cristiani locali è stato anche impedito di
SIRIA
I cristiani aiutano
gli yazidi giunti dall'Iraq
È durata solo 72 ore la campagna
popolare per la raccolta di cibo,
medicinali e vestiti realizzata da cristiani della città di Qamishli a favore dei profughi yazidi fuggiti dall'Iraq
sotto minaccia dei jihadisti del Califfato islamico per trovare rifugio in
territorio siriano,
presso il campo
profughi di Newroz. Comitati popolari hanno
montato una
tenda che per tre
giorni ha rappresentato il punto
di raccolta di beni di prima necessità destinati all'ultima ondata di rifugiati giunti in Siria e provenienti
soprattutto dall'area montuosa
nord-irachena del Sinjar. Un gruppo di giovani volontari ha poi provveduto al trasporto dei beni al campo profughi, annunciando anche
l'intenzione di porre in atto altre iniziative umanitarie a favore dei profughi, come il lancio di una campagna di vaccinazioni e l'istituzione
di équipe di supporto psicologico
per le donne e i bambini.
INDIA
Preside cristiano
malmenato e arrestato
L’assalto immotivato ad una scuola cattolica ha generato sdegno e
amarezza tra i cattolici dello stato di
Chhattisgarh, in India centrosettentrionale. Nei giorni scorsi la
scuola è stata bersaglio di un attacco ingiustificato da parte di teppisti violenti vicini al partito nazionalista indù, che accusavano in
modo del tutto pretestuoso il preside, p. Ligo Mathew, di aver insultato e parlato in modo violento ad
alcune allieve. Hanno fatto irruzione nella scuola, insultandolo e percuotendolo. Anche alcune docenti, accorse all’udire grida e rumori,
sono state malmenate. La polizia
ha condotto il religioso nella stazione di polizia locale, mentre una
folla di estremisti di radunava e urlava slogan contro di lui. Il sacerdote è stato condotto davanti a un
magistrato che l’ha condannato a
14 giorni di detenzione.
DOMENICA 21 SETTEMBRE 2014
IL PORTICO DEI GIOVANI
IL PORTICO
5
Cultura. Giovanni Melis, professore di economia aziendale, dal 2009 è Rettore Magnifico a Cagliari.
L’Università di Cagliari, una lunga tradizione
di formazione al servizio dei giovani dell’Isola
L’Ateneo di Cagliari
conta circa 29.000
studenti che seguono
78 corsi di laurea.
L’intervista al Rettore
Giovanni Melis.
GIAN MARIO ARESU
UNIVERSITÀ DEGLI Studi di
Cagliari ha iniziato la
sua attività nel 1626, dopo essere stata istituita
nel 1606 da Papa Paolo
V ed aver ottenuto, nel 1620, il privilegio di fondazione da Filippo III
di Spagna. Il suo stemma rappresenta Maria e riporta le mitre di Papa Ilario e dei Vescovi Eusebio e Lucifero, tre sardi che la Chiesa Cattolica venera come Santi.
A capo dell'Ateneo v'è, dal 2009, il
59esimo Rettore Giovanni Melis,
professore ordinario di Economia
Aziendale dal 1990.
Quanti Corsi di Laurea saranno
attivi all'Università di Cagliari nel
nuovo Anno Accademico?
Saranno 78 tra quelli triennali,
biennali ed a ciclo unico.
Il polo di Monserrato si sta espandendo e, secondo quanto è stato
anticipato, le strutture della clinica pediatrica Macciotta potrebbe-
coltà che hanno soprattutto gli studenti fuorisede, sta finanziando anche con la collaborazione della
Fondazione Banco di Sardegna
nuove borse, aggiuntive rispetto a
quelle dell'ERSU, per circa un milione di euro.
Quest'anno ci sono state, tra le altre, delle manifestazioni per rivendicare un maggior numero di
appelli soprattutto per la Facoltà
ro andare al polo economico-giuridico di viale Sant'Ignazio: è vero?
La clinica pediatrica stava nella
struttura Macciotta, che è stata liberata: tutta la pediatria e la neonatologia sono state trasferite all’Ospedale Microcitemico. I locali
della clinica Macciotta saranno destinati per aule, biblioteche e servizi vari in particolare al polo economico-giuridico e ci sarà anche un
incubatore di impresa.
Sempre parlando degli spazi universitari, non si può non notare
come esista un deficit di alloggi
pubblici per gli studenti fuori sede.
In tal senso dovrebbero iniziare i
lavori per il campus di viale La
Playa: quanti posti letto si riusciranno ad ottenere?
Noi abbiamo collaborato, ma questa è un'attività dell'ERSU (Ente Regionale Studio Universitario), non
dell'Ateneo. Credo che i posti letto
potrebbero essere 500 in questa
prima fase. Forse si possono fare
degli ampliamenti successivamente. È bene dire che l'Ateneo di
Cagliari, tenendo conto delle diffi-
di Scienze Economiche, Giuridiche e Politiche, ma anche per il polo umanistico: cos'è successo?
C'è una convinzione, che non è assolutamente confermata dai dati,
per cui, più appelli ci sono, più facile sia superare gli esami. In realtà
le Facoltà dove ci sono più appelli
sono quelle dove il numero dei fuoricorso è più elevato. Probabilmente questo dipende dal fatto che
ci sono troppi studenti, spesso pendolari o a tempo parziale, che non
seguono le lezioni e quindi preferiscono avere tanti appelli a disposizione. Comunque abbiamo previsto, soprattutto per gli studenti fuoricorso, delle misure particolari in
modo da cercare di aiutarli.
Questione tasse: a Cagliari sono
care?
No, sono mediamente tra le più
basse d'Italia. E abbiamo 5.000 studenti che sono totalmente esonerati.
Su una popolazione studentesca
di quanti iscritti?
Circa 29.000.
Intanto ci sono delle novità, tra le
L’
quali la Tessera Unica Studenti...
Sì, si tratta di una delle richieste degli studenti che noi abbiamo accolto. La tessera è in fase di realizzazione e mi auguro che faciliti l'accesso a tutti i servizi.
Si tratterà di una tessera per servizi solo universitari o anche extrauniversitari?
Noi partiamo da quelli universitari. Poi, se avremo la collaborazione,
vedremo di estenderla ai servizi
dell'ERSU ed anche a quelli delle
altre amministrazioni.
Dal punto di vista della valutazione dell'Ateneo, i ricercatori dell'Università di Shangai hanno inserito quella di Cagliari nella lista
delle prime 500 al mondo. È qualcosa di cui andare orgogliosi?
Noi riteniamo sia un fatto positivo
che quello di Cagliari sia fra i 21 Atenei, su più di 70 in Italia, ad essere
stati inseriti tra i primi 500 al mondo. Per noi è un riconoscimento rispetto agli sforzi che abbiamo fatto per migliorare la qualità della ricerca.
Parlando di internazionalizzazione, come si pone il più grande
centro culturale dell'Isola, che è
l’Università di Cagliari, rispetto ai
programmi di mobilità, di fronte
alle nuove tecnologie ed alla necessità di conoscere le lingue straniere?
Il nostro Ateneo ha accordi con oltre un centinaio di Università in tutto il mondo. E si fanno anche più
accordi con lo stesso Ateneo, quindi sono molto più di 100. Noi abbiamo una mobilità importante
per quanto riguarda gli studenti
Erasmus: quest'anno ci sono a disposizione 800 borse. Ma nel contempo possiamo contare anche su
un buon rientro di studenti che
vengono da altre Università. Relativamente alle lingue straniere, abbiamo attivato un intero corso di
Economia, indirizzo International
Management, in lingua inglese. E
poi c’è il Centro Linguistico d’Ateneo. Per quanto riguarda le nuove
tecnologie, sono tre i Corsi di Laurea online attivati per quest'anno e,
in più, ci sono 33 insegnamenti, in
particolare dei primi anni, tutti in
rete. Abbiamo fatto una proposta ai
responsabili dell'Università diffusa
di Nuoro ed Oristano perché si istituiscano dei punti d'ascolto in cui
gli studenti possano seguire le lezioni. È un impegno importante
che pensiamo di estendere ad almeno altri tre Corsi di Laurea.
Il suo mandato scade nel 2015: potrebbe fare un bilancio degli anni
che ha vissuto come Rettore?
Credo si possa dire che sono stati
anni molto difficili per i tagli ministeriali. Primo punto: l’Università è
l’unica Pubblica Amministrazione
che deve guadagnarsi il finanziamento statale con i risultati della
didattica e della ricerca, i fondi non
sono più scontati. Secondo punto:
ciò ha comportato una riorganizzazione complessiva di tutto l’Ateneo, una nuova cultura. In particolare noi abbiamo superato la cultura del numero e siamo alla cultura del merito. Tutte le risorse sono
assegnate sulla base dei meriti conseguiti, sia per la didattica che per la
ricerca. Abbiamo migliorato e potenziato la ricerca in termini di risorse ed anche di strumenti. La didattica è stata incrementata, in particolare sotto il profilo dell’orientamento e dei laboratori, ed è stato
garantito un organico adeguato.
Stiamo mettendo in campo tantissimi concorsi: nel 2014 ci saranno
circa 100 assunzioni.
Per quanto riguarda il progetto del
nuovo ospedale universitario, abbiamo potenziato il Policlinico, superando le cliniche con strutture
obsolete ed iniziando ad accorparle a Monserrato.
In cantiere c’è un progetto per edificare un nuovo blocco. Stiamo costruendo anche un centro di servizi per la ricerca ed una nuova
struttura per la Facoltà di Farmacia
ed alcuni Dipartimenti di Scienze,
in modo da trasferire e liberare il
Palazzo delle Scienze.
6
IL PORTICO DEI GIOVANI
IL PORTICO
DOMENICA 21 SETTEMBRE 2014
Scuola. Il 15 settembre ha preso il via in Sardegna il nuovo anno scolastico. Le voci di chi vive ogni giorno in questa realtà.
“La buona scuola significa voler bene
ai ragazzi, saperli ascoltare e valorizzare”
Le attese per il nuovo
anno nelle parole
di Vincenzo Porrà,
dirigente scolastico,
don Alessandro Simula,
docente di religione,
e la giovane Maria Adele
FRANCO CAMBA
C
I SONO AUGURI,
desideri,
aspettative, ma anche
timori, tra i pensieri di
chi, seppure con ruoli e
responsabilità diverse, da dirigente scolastico, insegnante o studente, ha atteso il suono della
campanella che segna l’inizio delle lezioni del nuovo anno scolastico.
Vincenzo Porrà, dirigente dell’Istituto Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera di Pula, alla vigilia dell’inizio delle lezioni ritiene di dover rivolgere un
augurio: “Buona scuola a tutti!
Questo è per la nostra società tra i
migliori auguri che possano essere indirizzati a tutti. Ai ragazzi, anzitutto, perché siano e si sentano
accolti come meritano, trovino un
ambiente sereno e siano aiutati a
comprendere l’importanza per il
loro futuro di impegnarsi nel loro
Alunni all’ingresso del liceo classico “Siotto” di Cagliari.
lavoro di tutti i giorni. Buona scuola alle famiglie, perché i genitori si
rendano conto dell’importanza
della scuola per i loro figli e della
indispensabilità di collaborare con
gli operatori tutti per rendere l’ambiente della scuola consono alle
necessità. Buona scuola agli operatori della scuola, perché sentendo tutta l’importanza del loro ruolo nel nostro Paese, siano motivati a svolgere ciascuno la propria
parte con impegno, passione per i
giovani, consapevolezza delle proprie responsabilità. Buona scuola
al Governo, perché porre la scuola fra gli obiettivi centrali della propria azione è una buona partenza,
ma per arrivarci occorre comprendere quali sono davvero i problemi e affrontarli”. Tra i principali problemi il professor Porrà individua: “la perdita della consapevolezza da parte della società
dell’importanza della formazione
della gioventù, con la conseguente demotivazione allo studio dei
ragazzi ed al lavoro degli operatori scolastici finiti al fondo dello status sociale, non solo per ragioni
economiche, l’invecchiamento
ormai drammatico della classe docente, la fatiscenza di parte considerevole delle strutture”.
Alla domanda su cosa si aspetta
dal nuovo anno scolastico, don
Alessandro Simula, da dieci anni
docente al Liceo scientifico e artistico “Brotzu” di Quartu Sant’Elena, risponde: “È dura avere aspettative perché l’inizio della scuola
spesso è accompagnato da annunci di tagli e di riforme, che sovente si traducono in un progressivo impoverimento delle risorse e
quindi delle possibilità di fare una
buona scuola. Quest’anno, appunto, il Governo parla di “buona” scuola. Al di là di cosa questo
voglia dire nelle menti di chi pianifica l’istruzione, “buona scuola”
per me significa anzitutto voler
bene ai ragazzi. Ossia volere il loro
bene. Essere capaci anzitutto di
ascoltarli e farsi compagni di viaggio, nella consapevolezza che per
loro siamo figure alternative ai loro amici e ai loro genitori, ma pur
sempre significative se vogliamo
andare al di là delle valutazioni,
dei giudizi e di quanto tecnicamente comporta la professione di
insegnante”.
Poi, proseguendo sull’esperienza
maturata tra i liceali, don Simula
afferma: “Personalmente cerco di
essere qualcuno che si mette a disposizione degli alunni anzitutto
ascoltandoli e cercando, se loro
consentono, di dare buoni consigli facendo in modo che loro stessi si accettino e si stimino: molti
ragazzi e ragazze sono carenti di
tutto ciò. Sono convinto che la
“buona scuola” deve nascere an-
Un nuovo anno al via tra
difficoltà e speranze
La complessa realtà dell’istruzione in Sardegna
F.C.
I
L NUOVO ANNO scolastico è iniziato. E se il primo settembre è
per gli insegnanti il Capodanno della scuola, caratterizzato dalla ritualità della “presa di servizio”
e, di norma, dalla partecipazione al
primo Collegio dei docenti, per la
stragrande maggioranza degli studenti italiani lo è stato il quindici
settembre. Giorno in cui, tranne
poche eccezioni, il suono della
campanella ha dato il via alle lezioni del nuovo anno scolastico per
oltre otto milioni e mezzo di alunni.
Un nuovo anno che ha preso l’avvio dopo un’estate durante la quale l’argomento scuola è stato all’ordine del giorno del dibattito
pubblico, sulla carta stampata e
sui social network, in attesa di una
preannunciata nuova riforma, che,
stando ai recenti documenti del
Governo, dovrebbe portare alla
“buona scuola, per far crescere il
Paese”.
E mentre si percepisce che l’anno
appena avviato potrebbe essere ricordato come quello di una nuova
primavera per la scuola italiana, il
Servizio statistico del Ministero
dell’Istruzione ha reso noti i dati
relativi al nuovo anno scolastico,
che derivano dagli organici di fatto.
Con un totale di 368.341 classi, gli
alunni previsti sui banchi delle
scuole statali, da quelle dell’infanzia alle secondarie di secondo grado, saranno quasi sette milioni e
novecentomila.
A questi si devono poi aggiungere
gli oltre novecentonovantamila
alunni che frequenteranno le scuole paritarie.
In Sardegna il numero complessivo degli alunni delle scuole statali
è di poco più di duecentododicimila, suddivisi in 10.906 classi. Di
questi alunni, circa cinquemilacinquecento hanno disabilità. Poiché ancora non si conoscono i da-
Studenti all’uscita dell’Istituto “don Bosco” di Cagliari.
ti definitivi, si stima che le scuole
paritarie sarde concorreranno nel
sistema dell’istruzione accogliendo sui propri banchi oltre sedicimila alunni. Durante il precedente
anno scolastico, oltre dodicimila
bambini hanno frequentato nelle
istituzioni paritarie sarde le scuole
dell’infanzia, mentre gli alunni delle primarie (ex elementari) sono
stati quasi duemilacinquecento, e
poco più di milleseicento ragazzi
hanno frequentato le scuole secondarie di primo (conosciute ancora come scuole medie) e di secondo grado, note ai più come
scuole superiori.
Tra circoli didattici, istituti comprensivi e istituti principali di primo grado, in Sardegna si arriva a
201 istituzioni del ciclo primario
(che si conclude con l’esame “di
terza media”), mentre le istituzioni del secondo ciclo, comprese
quelle educative, sono 114. Per
quanto riguarda le paritarie, l’anno
scorso hanno operato nell’isola
263 scuole dell’infanzia, 22 scuole
primarie, 6 scuole secondarie di
primo grado e 29 scuole secondarie di secondo grado.
Mentre a livello nazionale si pre-
che dagli stessi ragazzi e dalle loro
famiglie: occorrerebbe più fiducia verso il nostro lavoro e verso le
nostre persone. A patto, s’intende, che noi stessi la sappiamo meritare, ma servirebbe un credito
iniziale. Quanto si può realizzare
con un ragazzo dal quale riceviamo stima e fiducia! Tutto cambia
nel rapporto docente-alunno, tutto diventa più appassionante e
davvero fruttuoso. Quando questo accade, la scuola diventa una
vera e propria comunità educativa ed educante”.
In attesa della sua prima lezione
tra i banchi della prima ginnasio
del Liceo classico “Siotto” di Cagliari, alla tredicenne Maria Adele
Piano non mancano certo desideri e progetti: “Ho molte aspettative sul nuovo anno scolastico,
come trovare professori in gamba che mi diano la formazione necessaria per affrontare le classi
successive e per creare le basi per
la carriera di giornalista e scrittrice che vorrei intraprendere da
adulta”. Con la certezza che “studiare è più importante di quanto
noi crediamo”, concludendo la
sua riflessione, la giovane liceale ci
tiene a precisare che è convinta
che “studiare significa darsi una
cultura, acquisire le conoscenze
necessarie per vivere la vita di tutti i giorni, e che studiare oggi significa essere ricompensati domani”.
vede che gli alunni delle scuole statali con cittadinanza non italiana
saranno settecentoquarantamila,
di questi quasi cinquemila frequenteranno le scuole sarde: settecentocinquanta circa nelle scuole dell’infanzia, i restanti suddivisi
tra le primarie e le secondarie di
primo e secondo grado.
Infine, il Ministero ha reso noto anche il numero complessivo degli
insegnanti impegnati nelle scuole
statali di ogni ordine e grado: saranno complessivamente più di
settecentoventunomila. Di questi,
quasi ventiduemila presteranno
servizio in Sardegna.
Sul fronte sindacale regionale, intanto, si solleva la protesta sul dimensionamento della scuola sarda
che, secondo Ignazio Ganga, della
segreteria regionale della Cisl, auspica che il Consiglio regionale approvi una legge che possa “restituire autorevolezza alla scuola sarda, mettendola in condizione di
erodere l’emergenza educativa,
che si manifesta nell’indice di dispersione scolastica pari al 25,5%”.
Un dato questo che non può essere ignorato, soprattutto nel momento in cui in Italia prende avvio
il dibattito sulla riforma della scuola. E il Consiglio dell’Unione europea si prepara a discutere sul ruolo dell’istruzione e della formazione nel contesto della revisione della “Strategia Europa 2020”.
IL PORTICO DI CAGLIARI
DOMENICA 21 SETTEMBRE 2014
Fisco. Il Consiglio Comunale ha deliberato l’abbassamento delle aliquote della Tasi.
Nella rete caotica dei tributi locali
un po’ meno tasse per i cagliaritani
La Tasi è la tassa sui
servizi indivisibili,
un’imposta locale
che va a finanziare
strade, illuminazione,
e verde pubblico
FRANCESCO ARESU
C
ON UNA DELIBERA approvata all'unanimità durante
la seduta dello scorso 10
settembre, il Consiglio
Comunale di Cagliari ha deciso di
abbassare le aliquote della Tasi –
Tassa sui servizi indivisibili, imposta comunale istituita dalla Legge di
Stabilità 2014 – relative a una serie
di immobili “secondari”. Nello specifico la manovra prevede l'azzeramento della tassa relativa alle seconde case sfitte (immobili di categoria catastale da A/1 a A/9) e uno
sconto per aree fabbricabili, locali
commerciali e quelli della categoria
D come alberghi, banche, centri
sportivi, case di cura e altri.
Introdotta dall'ultima legge di stabilità, la Tasi è, insieme all'Imu e alla Tari (Tassa sui rifiuti, che sostituisce la Tares), una delle componenti della Iuc (Imposta unica comunale) e riguarda i servizi comunali rivolti alla collettività, come la
manutenzione stradale, la gestione
del verde pubblico o l’illuminazione comunale. Da pagare in due ra-
Una veduta della via Roma a Cagliari.
te – 16 giugno e 16 dicembre –, la
base imponibile della Tasi è la stessa dell’Imu, ma la sua peculiarità è
che il soggetto passivo non è soltanto il proprietario dell'immobile
ma anche l'eventuale affittuario,
con quest'ultimo tenuto a versare
solo una parte del totale (fra il 10 e
il 30 per cento, secondo quanto stabilito dal regolamento comunale
della Tasi, che a Cagliari corrisponde al 15 per cento).
«Meno tasse per i cittadini cagliaritani. Approvata oggi la proposta di
delibera che riduce di 2,3 milioni
di euro la Tasi», ha scritto soddisfatto il Sindaco Massimo Zedda
sul proprio profilo Facebook. «A
Cagliari – prosegue la nota del Primo cittadino – era già tra le più basse in Italia tra le grandi città e i capoluogo di Regione, come pubblicato oggi da Repubblica. Presentiamo a fine mese la delibera per
ridurre di 2 milioni di euro anche la
Tari (la tassa sui rifiuti)».
Secondo le stime fatte dalla Giunta,
nelle casse del Comune dovrebbero entrare poco meno di due milioni e mezzo di euro in meno rispetto a quanto preventivato ad
aprile scorso: a fronte dei 21 milioni e 630 mila euro previsti allora per
finanziare i servizi, lo sconto ap-
provato porta la cifra a quota 19 milioni e 330 mila euro.
La misura approvata dall'assemblea comunale prevede innanzitutto l'abbassamento dell'aliquota
da 1,5 per mille a 1 per mille dei
contributi dovuti per gli immobili
di categoria catastale A/10 (“uffici e
studi privati”), gli immobili di categoria C/1 (“negozi e botteghe”),
C/6 (“stalle, scuderie, rimesse, autorimesse”), C/7 (“tettoie chiuse o
aperte”) e C/2 (“magazzini e locali
di deposito”) che non costituiscono
pertinenze, immobili affittati non
come abitazione principale, aree
fabbricabili e tutti gli altri ai quali si
applica l'aliquota Imu del 9,6 per
mille.
Svolta, infine, per quanto riguarda
gli immobili delle categorie da A/1
a A/9 – quelli a uso abitativo – non
affittati: la delibera stabilisce che
l'aliquota passi dallo 0,8 per mille a
0. Su questi tipi di immobili rimarrà
però da pagare l'aliquota massima
dell'Imu, ovvero lo 10,6 per mille.
Per immobili di categoria D – tra
cui alberghi, centri sportivi, case di
cura – e terreni edificabili l'aliquota scenderà di mezzo punto,
dall'1,5 all'1 per mille. Stesso “sconto” per quanto riguarda garage e
posti auto non considerati pertinenza dell'abitazione principale.
Ai proprietari delle seconde case
non affittate resterà dunque da pagare l'aliquota massima dell'Imu,
prevista al 10,6 per mille, così come
rimarranno invariate aliquote e detrazioni per le abitazioni principali.
Meic, un’associazione
che unisce fede e cultura
Maria Lucia Baire è il nuovo presidente
GIANFRANCO DEL RIO
A PRIMAVERA del 2014 ha segnato il rinnovo delle cariche direttive in molte associazioni
cattoliche. Anche il Gruppo di Cagliari del M.E.I.C. – Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale - ha
proceduto il 29 aprile allo svolgimento dell’Assemblea per eleggere la
sua nuova dirigenza. Pur direttamente interessato a questa vi¬cenda
perché ero il Presidente uscente, sono lieto di riferirne perché è stata una
tappa certamente impor¬tante per il
nostro Gruppo, che pur nello scorso
ottobre aveva celebrato l’80° anniversario della fondazione del nostro
Movimento avvenuta proprio a Cagliari nel 1932.
In quella occasione, alla presenza del
Presidente Carlo Cirotto e di altri dirigenti nazionali, sono state ricor¬date le tre grandi figure dei fondatori:
l’Assistente Nazionale Mons. Gio-
L
vanni Battista Montini divenuto poi
Papa Paolo VI; il primo Presidente
nazionale Dr. Igino Righetti, grande
esempio di intellettuale cattolico; e
l’allora amatissimo Arcivescovo di
Cagliari Mons. Ernesto Maria Piovella, al quale il nostro Gruppo volle intitolarsi.
Siamo lieti di aver perseguito anche
negli ultimi anni il nostro mandato di
testimonianza realizzando iniziative di studio e di preghiera a servizio
della comunità cristiana di Cagliari.
I tre indirizzi fondamentali della nostra attività sono stati infatti lo studio della Parola , con l’aiuto valido
del nostro Assistente Mons. Mario
Ledda; l’incontro degli insegnamenti del Magistero con la cultura alta
del nostro tempo, con il sostegno anche della Pontificia Facoltà Teologica
della Sardegna; e l’attenzione ai problemi della nostra società, nella dimensione della politica e dell’economia.
IL PORTICO
7
brevi
IL 25 OTTOBRE
Convegno ecclesiale
regionale sulla crisi
È stata definita la data e la sede del
Convegno ecclesiale regionale sui
temi della crisi sociale, economica
e lavorativa, annunciato dai vescovi
della Sardegna in occasione della
festa dell'Assunzione, lo scorso 15
agosto. Si terrà sabato 25 ottobre
2014 a Cagliari, presso la Fiera internazionale della Sardegna.
Questo il titolo ufficiale: «Convegno ecclesiale regionale. Per un
cammino di
speranza. La
comunità cristiana in Sardegna
di
fronte alla crisi a un anno
dalla visita di
Papa Francesco».
Il lavoro preliminare di studio e organizzazione è stato condotto, già
da diversi mesi, dalla delegazione
regionale, composta dai responsabili diocesani per la pastorale sociale e del lavoro, e presieduta dal
vescovo d'Iglesias Giovanni Paolo
Zedda.
Martedì 2 settembre, presso la sede Caritas Oristano si è tenuto un
incontro con i responsabili regionali delle aggregazioni laicali e delle organizzazioni di ispirazione cristiana affinché questo evento ecclesiale possa essere espressione
corale di tutte le componenti della
comunità cristiana sarda. Il convegno si propone, infatti, tre obiettivi
principali: il rilancio delle tematiche
della lettera pastorale dei vescovi
della Sardegna consegnata lo scorso 19 marzo, il coinvolgimento delle comunità parrocchiali e delle aggregazioni laicali sulle attuali problematiche sociali, l'individuazione di alcune linee di azione dentro
la realtà ecclesiale e di richiesta alle istituzioni.
A partire dall'ultima decade del mese di settembre sarà possibile dare la propria adesione all'evento.
Le notizie relative al Convegno ecclesiale regionale saranno rese fruibili anche attraverso il sito internet
www.camminodisperanza.it.
DOMENICA
L’architetto Maria Lucia Baire, presidente Meic Cagliari.
È questa la griglia attraverso la quale
in questi anni nel nostro Gruppo si
sono svolti incontri, talvolta a cadenza settimanale, per favorire anche l’avvicinamento di nuovi soci.
Siamo infatti un gruppo di cinquanta iscritti, che nella realtà del MEIC
non sono pochi, ma in gran parte anziani. Quindi non è stato facile l’indicazione del nuovo presidente, e siamo felici perché il 29 aprile avevamo
già individuato il nome sul quale concentrare la nostra fiducia: l’Architetto Ingegnere Maria Lucia Baire. Figura laicale di impegno ecclesiale da
sempre, è, fra l’altro, direttore del Museo Diocesano di Cagliari, che lo ha
praticamente istituito rendendolo
anche sede di iniziative culturali del-
la nostra città.
Le siamo molto riconoscenti quindi
per aver accettato la carica e ci sentiamo impegnati tutti ad offrirle la
nostra collaborazione.
Ci aspettiamo da Lei proposte nuove
in linea con la sua professione nella
quale l’arte intreccia con la tecnica
un legame virtuoso assecondandolo
con l’ideale della bellezza.
Guiderà anche la delegazione del nostro Gruppo all’Assemblea Nazionale, a Roma, del 19 ottobre nella quale il MEIC rinnoverà la sua dirigenza
e discuterà proposte ed iniziative in
questo tempo difficile ma suggestivo.
Il tempo di Papa Francesco e della
Chiesa che deve “uscire” e dell’Italia
che deve rinnovarsi.
In edicola “Avvenire
Cagliari Mese”
Come ogni terza del mese, domenica è prevista la pubblicazione di
quattro pagine sul quotidiano
Avvenire. È un’esperienza comu-
nicativa che la Diocesi di Cagliari
ha intrapreso per dotarsi di uno
strumento che, congiuntamente a
“Il Portico”, contribuisce a riflettere più approfonditamente sui temi
che stanno maggiormente a cuore
e per i quali vale la pena utilizzare
un ulteriore canale comunicativo.Le modalità di ricezione della
pubblicazione sono disponibili
sul sito www.chiesadicagliari.
8
IL PORTICO DE
IL PORTICO
XXV DOMENICA DEL T. O. (ANNO A)
dal Vangelo secondo Matteo
I
n quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna.
Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò
nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne
vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro:
“Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo
darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le
cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli
disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del
pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di
più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo:
“Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai
trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della
giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico,
io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per
un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie
cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io
sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».
Mt 20, 1-16
MICHELE ANTONIO CORONA
il portico della fede
L
a pagina evangelica che ci viene offerta dalla liturgia domenicale presenta dei tratti
notevolmente interessanti per la comprensione dei vangeli, da poter essere paradigmatica. Il testo liturgico fa precedere
il racconto dall’annotazione: ‘In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola’. Senza voler entrare nella ricca e
complessa economia liturgica, è doveroso
far notare che tale introduzione non è presente nel testo biblico di Matteo. È aggiunta nella proclamazione celebrativa per contestualizzare la narrazione, dando una precisa chiave interpretativa, dal momento
che si decide inserire il racconto sotto la categoria di parabola, sebbene si tratti di una
similitudine (‘Il Regno dei cieli è simile…’).
Come orientarsi davanti ad un tale snodo?
La similitudine e la parabola non sono narrazioni finalizzate ad un insegnamento morale, né a presentare modelli da essere imitati tout court. Al contrario, esse rappre-
Per la sua vigna...
sentano il scintillio di un Regno e di un Padre che superano qualsiasi logica umana,
qualsiasi forma di giustizia retributiva, ogni
assetto sociale perfetto. Il Regno non si
muove con logiche statali: non ha esercito,
non batte moneta, non tassa i suoi cittadini, non ha un re che pretende. Invece, il Regno è governato da un Padre che ha manifestato il suo amore attraverso il dono del Figlio. Tenendo presente questa precisazione
di fondo, ci si può addentrare nel brano
evangelico presentando le apparenti insensatezze del racconto. Il padrone esce di
casa all’alba decidendo di non mandare il
fattore per assolvere un compito di mera
organizzazione lavorativa; la prima uscita
non è sufficiente a trovare operai per la sua
vigna, così ripete la sua azione per ben cinque volte; gli orari delle ripetute uscite seguono divisione classica della giornata (prima, terza, sesta, nona, undicesima) evidenziando la ritmicità dell’azione; il pagamento è tutt’altro che conveniente all’eco-
nomia del padrone. Se questi ipotizzasse
di uscire il giorno seguente, tra gli operai
nessuno cercherebbe lavoro nelle prime
ore, ma si siederebbe astutamente a fine
giornata, per ottenere il massimo col minimo sforzo. Per questo, a nessun imprenditore potremmo proporre un atteggiamento simile coi suoi dipendenti, poiché
ogni legge sindacale e di mercato andrebbe
presto distrutta, favorendo la logica del più
furbo e lavativo. Per questi e altri motivi è
necessario porre la dovuta attenzione al
brano evangelico e alla sua corretta lettura.
Ciò che Gesù sta proclamando non è il metodo di assunzione aziendale, né un nuovo
sistema economico basato sulla presunta
generosità dei manager, ma è l’assurdità di
un Regno che è offerto senza distinzioni,
senza appartenenze, senza meritocrazia,
senza il timbro risolutorio di cartellini. Agli
operai scontenti il padrone rivolge una domanda retorica: ‘Sei invidioso che io sono
buono?’. In essa è presente il senso com-
pleto del gesto di un padrone che non si
comporta come tale, che non fa calcoli di interesse personale, che non premia i migliori
perché lavorino di più e siano modelli per gli
sfaticati. Il Regno dei cieli è rivoluzionario.
La pretesa dei primi operai è spesso da noi
giustificata, poiché hanno fatto il loro dovere fino in fondo. In altre parole sono stati giusti, si sentono giusti, vogliono essere riconosciuti giusti. Invece il padrone non si
preoccupa di farli sentire giusti, ma di rendere tutti giustificati, cioè inseriti nel fiume di bontà, di giustizia illogica. La prima
lettura di Isaia apre bene questo quadro di
assurdità del regno scrivendo: ‘I miei pensieri non sono i vostri pensieri e le mie vie
non sono le vostre vie’. Su questo sistema si
riesce a intravvedere come ‘i primi saranno
ultimi e gli ultimi i primi’. Non per semplice contrappasso, ma poiché entrare nella
logica del Regno significa cambiare mentalità, sentirsi giustificati, condividere il dono della gratuità ricevuta.
ASCOLTARE IL GRIDO DEI POVERI
In questa sezione della Evangelii Gaudium (nn.187192), Papa Francesco partendo dalla Parola di Dio invita i cristiani a porsi in ascolto delle necessità dei poveri per agire di conseguenza, e dunque, pone l’accento a farsi ascoltatori di quel grido per la giustizia.
“Voi stessi date loro da mangiare, e ciò implica, sia la
collaborazione per risolvere le cause strutturali della
povertà…, sia i gesti più semplici e quotidiani di solidarietà di fronte alle miserie molto concrete che incontriamo”.
Perciò è urgente che coloro che si dichiarano cristiani,
si impegnino prima di tutto a riconoscere che la destinazione universale dei beni precede la proprietà privata e si adoperino per custodire quei beni e condividerli
liberando la cultura predominante dalla corruzione, annunciando il Vangelo di Gesù in tutte le realtà con la convinzione che la pace, di cui oggi, più che mai abbiamo
bisogno, si fonda e si realizza nel riconoscimento del rispetto dei diritti dell’uomo, ma anche dei diritti dei popoli.
Non ci si deve scoraggiare se in un primo momento si
pensa che il lavoro da compiere sia immenso e certamente non può essere risolto da un’azione o un gesto
isolati, è importante, comunque, incominciare da ciò
che cade sotto la propria esperienza diretta e quotidiana, cioè da ciò che si vede…ma è ovvio che bisogna
avere gli occhi educati a intravedere le varie necessità
così da analizzarle per poter operare a soddisfare e a
colmare quelle esigenze: sono i piccoli gesti che messi assieme possono cambiare il volto di certe realtà.
Si comincia da poco, e ci si impegna per contagio: certamente è importante prima di tutto educare alla solidarietà, alla pace e al dialogo.
Questo tipo di educazione passa attraverso una coo-
perazione tra ciò che è l’ideale e ciò che deve essere
condiviso operando e facendo concretamente, anche
nel poco.
La profonda crisi economica che oggi attraversa tutti i
continenti, anche quelli più ricchi, non può rendere sordi e ciechi i cristiani, i quali, al contrario debbono rimanere vigili per aprire spazi di fraternità e di giustizia per
tutti…”ascoltando il grido dei poveri”!
Come si potrà fare, ci si domanderà?
Papa Francesco indica varie vie tutte riconducibili alla
via maestra che è l’ascolto della Parola di Dio.
Da lì possiamo attingere ispirazione per il nostro agire da
veri discepoli di Cristo, dunque: amore fraterno, servizio umile e generoso, promozione della giustizia, misericordia verso il povero.
di Maria Grazia Pau
ELLA FAMIGLIA
DOMENICA 21 SETTEMBRE 2014
9
L’Instrumentum laboris del prossimo Sinodo/7
La Santa Famiglia
e l’educazione all’amore
I
RISCRITTURE
LA GRAZIA DELLA CHIAMATA
Gesù racconta proprio la parabola del padrone della
vigna che a diverse ore del giorno chiama operai a lavorare nella sua vigna. E alla sera dà a tutti la stessa paga, un denaro, suscitando la protesta di quelli della prima ora. E’ chiaro che quel denaro rappresenta la vita
eterna, dono che Dio riserva a tutti. Anzi, proprio quelli che sono considerati "ultimi", se lo accettano, diventano "primi", mentre i "primi" possono rischiare di
finire "ultimi". Un primo messaggio di questa parabola sta nel fatto stesso che il padrone non tollera, per così dire, la disoccupazione: vuole che tutti siano impegnati nella sua vigna. E in realtà l’essere chiamati è già
la prima ricompensa: poter lavorare nella vigna del
Signore, mettersi al suo servizio, collaborare alla sua
opera, costituisce di per sé un premio inestimabile, che
ripaga di ogni fatica. Ma lo capisce solo chi ama il Signore e il suo Regno; chi invece lavora unicamente per
la paga non si accorgerà mai del valore di questo inestimabile tesoro.
A narrare la parabola è san Matteo, apostolo ed evangelista, di cui tra l’altro ricorre proprio oggi la festa liturgica. Mi piace sottolineare che Matteo, in prima
persona, ha vissuto questa esperienza (cfr Mt 9,9).
Egli infatti, prima che Gesù lo chiamasse, faceva di mestiere il pubblicano e perciò era considerato pubblico
peccatore, escluso dalla "vigna del Signore". Ma tutto cambia quando Gesù, passando accanto al suo
banco delle imposte, lo guarda e gli dice: "Seguimi".
Matteo si alzò e lo seguì. Da pubblicano diventò immediatamente discepolo di Cristo. Da "ultimo" si trovò
"primo", grazie alla logica di Dio, che – per nostra fortuna! – è diversa da quella del mondo.
Benedetto XVI - 21 settembre 2008
n maniera pressoché costante,
viene sottolineata dalle risposte
l’importanza della famiglia di
Nazareth come modello ed esempio
per la famiglia cristiana. Il mistero
dell’Incarnazione del Verbo nel seno di una famiglia ci rivela come essa sia un luogo privilegiato per la rivelazione di Dio all’uomo. Di fatto,
si riconosce come proprio la famiglia sia il luogo ordinario e quotidiano dell’incontro con Cristo. Il popolo cristiano guarda alla famiglia di
Nazareth come esempio di relazione
e di amore, come punto di riferimento per ogni realtà familiare e come conforto nella tribolazione. Alla
famiglia di Nazareth la Chiesa si rivolge per affidare le famiglie nella loro realtà concreta di gioia, di speranza e di dolore.
37. Viene evidenziata dalle risposte
pervenute l’importanza dell’amore
vissuto in famiglia, definita come “segno efficace dell’esistenza dell’Amore di Dio”, “santuario dell’amore e
della vita”. La prima esperienza di
amore e di relazione accade in famiglia: si sottolinea la necessità che ogni
bambino viva nel calore e nella cura
protettiva dei genitori, in una casa
dove abita la pace. I bambini devono
poter percepire che Gesù è con loro e
non sono mai soli. La solitudine dei
bambini a causa dell’allentamento
dei legami familiari è presente, in
particolare, in alcune aree geografiche. Anche le correzioni devono essere finalizzate a far sì che i bambini
possano crescere in un ambiente familiare dove si viva l’amore, e i genitori realizzino la loro vocazione ad
essere collaboratori di Dio nello sviluppo della famiglia umana.
38. Si sottolinea con insistenza il valore formativo dell’amore vissuto in
famiglia, non solo per i figli, ma per
tutti i suoi membri. La famiglia è così definita “scuola di amore”, “scuola
di comunione”, una “palestra di relazioni”, il luogo privilegiato dove si impara a costruire relazioni significative, che aiutino lo sviluppo della persona fino alla capacità del dono di
sé. Alcune risposte sottolineano come la conoscenza del mistero e della vocazione della persona umana
sia legata al riconoscimento e all’accoglienza all’interno della famiglia
dei differenti doni e capacità di ciascuno. Emerge qui l’idea della famiglia come “prima scuola di umanità”:
in questo essa è considerata come
insostituibile.
39. Il ruolo dei genitori, primi educatori nella fede, è considerato essenziale e vitale. Non di rado si pone
l’accento sulla testimonianza della
loro fedeltà e, in particolare, sulla
bellezza della loro differenza; talvolta si afferma semplicemente l’importanza dei ruoli distinti di padre e
madre.
40. In riferimento ancora alla differenza, viene talvolta sottolineata la
ricchezza della differenza intergenerazionale che si può sperimentare in famiglia, al cui interno si vivono
eventi decisivi come la nascita e la
morte, i successi e le sventure, le mete raggiunte e le delusioni. Attraverso questi ed altri eventi, la famiglia
diventa il luogo in cui i figli crescono
nel rispetto della vita, nella formazione della loro personalità, attraversando ogni stagione dell’esistenza.
41. Si evidenzia insistentemente nelle risposte l’importanza che la fede
sia condivisa e resa esplicita da parte dei genitori, a cominciare dallo
stile di vita della coppia nella relazione tra loro e con i figli, ma anche
attraverso la condivisione della loro
conoscenza e consapevolezza di Cristo, il quale – come costantemente
ribadito – deve essere al centro della
famiglia.
42. È unanimemente sottolineata
l’importanza della preghiera in famiglia, come Chiesa domestica (cf.
LG 11), ove alimentare una vera e
propria “cultura familiare di preghiera”. L’autentica conoscenza di
Gesù Cristo è infatti promossa in famiglia dalla preghiera personale e,
in particolare, familiare, secondo le
forme specifiche e le ritualità domestiche, ritenute un modo efficace per
trasmettere la fede ai bambini
Sinodo dei Vescovi
Le sfide pastorali della famiglia
nel contesto
della nuova evangelizzazione
Instrumentum laboris
nn. 36-42
26 giugno 2014
10
IL PORTICO
IL PORTICO DEI LETTORI
DOMENICA 21 SETTEMBRE 2014
LETTERE A IL PORTICO
Carissimi amici de Il Portico,
il 23 settembre le comunità di Selegas e Seuni ricordano il 25° anno
di sacerdozio del nostro carissimo
e amato parroco, don Gigi Pisano.
Egli è in mezzo a noi da tanti anni e
vorremmo ricordarlo anche attraverso il giornale diocesano di Cagliari, per ringraziarlo di tutto il bene attivo e gioioso che, con gratuita, offre alla popolazione di Selegas e Seuni.
Assicuriamo fervente preghiera,
perché possa ancora per tanti anni essere di aiuto ai vicini e lontani,
esempio di unità pastorale e sacerdotale in messo a noi. Auguriamo tante grazie e benedizioni.
Con grande affetto e riconoscenza.
Ad multos annos!!
I parrocchiani di Selegas e Seuni.
Avvicinandosi il giorno del 25° anniversario di sacerdozio desidero attraverso il settimanale diocesano
esprimere il mio grazie a Dio per la vita e per avermi “nella sua immensa
bontà chiamato all’intima comunione con Cristo eterno sacerdote nel
servizio della Chiesa”.
Grazie alla mia famiglia per l'affetto e
la presenza nei momenti lieti e difficili della mia vita sacerdotale.
Grazie a quanti ho avuto la gioia di in-
contra nel mio cammino: vescovi,
sacerdoti, diaconi, suore , laici, amici, e i cursillisti della Diocesi di Cagliari
Ringrazio la comunità di Samatzai,
dove sono cresciuto, e le parrocchie
dove sono stato e sono: S. Maria del
Suffragio, Goni, Gergei, Selegas e
Seuni.
Chiedo perdono a tutte le persone a
cui ho fatto del male.
Vi invito a pregare per me, insieme
ai cari defunti che ho conosciuto, in
particolare i miei genitori.
S. Messa di ringraziamento.
Martedì 23 settembre ore 18,
Chiesa parrocchiale, Selegas.
Don Gigi Pisano
Gent.mo Direttore,
con queste poche righe sul giornale da Lei diretto vorrei ricordare un
amico. Si tratta di monsignor Giancarlo Atzei, Cancelliere della Curia
Arcivescovile, scomparso sei mesi
orsono.
Vorrei farlo per la stima e l’amicizia di
cui ho potuto godere fino al momento della sua scomparsa, lo scorso mese di marzo. Una persona,
quella di don Giancarlo, come amava farsi chiamare, che non ha mai
usato l’alto livello culturale conseguito per segnare distanze o peggio
ancora per discriminare qualcuno.
Anzi di lui era possibile apprezzare la
capacità nel mettere a proprio agio
qualunque interlocutore, dallo studioso alla casalinga che a lui si rivolgeva.
Non sto qui ad elencare i meriti accademici, già proposti in altre occasioni.
Come laico ho apprezzato il suo essere disponibile al confronto con
chiunque gli chiedesse conto di
scelte fatte all’interno della Chiesa
Inviate le vostre lettere a Il Portico, via mons. Cogoni 9, 09121 Cagliari o utilizzare l’indirizzo [email protected], specificando nome e cognome, ed una modalità per rintracciarvi. La pubblicazione è
a giudizio del direttore, ma una maggiore brevità facilita il compito. Grazie.
Il Campo scuola dell’Azione Cattolica
diocesana così come, da attento osservatore delle dinamiche della Santa Sede e dunque dell’agire del Papa, era capace di spiegare meglio alcune indicazioni che dal Vaticano
venivano proposte ai fedeli di tutto il
mondo.
L’ho incontravo negli uffici della Curia. Il sorriso era il suo biglietto da visita, assieme al saluto amichevole e
alla volontà di ascoltarmi, anche per
delle notizie frivole. Avevamo in comune una data: la mia di nascita
coincideva con quella della sua ordinazione presbiterale.
Così mi piace ricordarlo. Un uomo
sorridente che accoglieva gli altri,
capace di vivere in pienezza il suo
essere sacerdote della Chiesa di Cagliari e nel contempo essere studioso desideroso di trasmettere i suoi
saperi. Grazie per l’eventuale pubblicazione.
Lettera firmata
aperto le consultazioni alle quali
tutti, e non solo un gruppo ristretto
di esperti o delegati, possono
partecipare. Infine, si è assunto l'onere di presentare lui stesso, il
Presidente del Consiglio in carica,
e non il Ministro di un settore o un
vicario, il corposo documento. A
queste condizioni ritengo che sia
doveroso per quanti hanno a cuore le sorti della Scuola e delle future generazioni dare il proprio contributo di idee, il loro assenso o
dissenso all'iniziativa. Basta collegarsi al sito del Ministero della
Pubblica Istruzione e dare il proprio indirizzo mail. Insomma, comunque vada, e speriamo bene, la
Scuola sarà nei prossimi mesi al
centro delle nostre attenzioni,
Adolfo Valguarnera
Qualunque cosa si possa dire o
pensare su La Buona Scuola, il
piano presentato da Renzi, non si
può negare che abbia fatto una
mossa intelligente.
Ha detto subito quello che altri
hanno o avrebbero detto o alla fine
di lunghe dissertazioni.
Ed è quello che si aspettano di vedere realizzato molte migliaia di
persone e le rispettive famiglie. Ha
proseguito poi sulle motivazioni e
sulle modalità di possibile attuazione della proposta. Ha infine
In onda su
Radio Kalaritana
Frequenze in FM: 95,000 - 97,500 - 99,900 - 102,200 - 104,000
Oggi parliamo di… arte e fede
Le parrocchie di Serri ed Esocolca
(Terenzio Puddu)
Lunedì 22 settembre ore 8.30
Il Campo scuola diocesano "Tutto da scoprire, stando al passo!" rivolto ad Educatori Acr e Giovanissimi Giovani- Giovanissimi si è svolto ad Arborea dal 4 al 7 settembre. Il tema del campo, declinato diversamente a seconda del settore di appartenenza, è stato la Sequela partendo dal brano del Vangelo di Marco
"Coraggio, sono Io, Non temete!"
Cantantibus organis
Ascolto guidato alle interpretazioni
organistiche bachiane
di Marie-Claire Alain
(a cura di Andrea Sarigu)
Domenica 21 settembre ore 21.30
Oggi parliamo di… comunicazione
Il dialogo
A cura di Simone Bellisai
Martedì 23 settembre ore 19.10
Mercoledì 24 settembre ore 8.30
L’ora di Nicodemo
Bibbia e Liturgia
La struttura della fede - 1^ parte
A cura di Sabino Chialà.
Monaco di Bose
Mercoledì 24 settembre 21.30
Oggi parliamo con…
Michele Carrus
Segretario regionale CIGL
Mercoledì 24 settembre 19.10
Giovedì 25 settembre ore 08.30
L’udienza
La catechesi di Papa Francesco
Il giovedì ore 21.10 circa
Lampada ai miei passi
(22 - 28 settembre)
Commento al Vangelo
quotidiano a cura
del diacono Ignazio Boi
Dal lunedì al venerdì 5.00 / 6.48 /
21.00
Sabato 5.00 / 6.48 / (21.00 vangelo domenicale)
Domenica 5.00 / 7.30 / 21.00
Oggi è già domani
Nel cuore della notte con lo
sguardo verso il nuovo giorno
(A cura di don Giulio Madeddu)
Al termine sarà possibile ascoltare le cantate Sacre di Bach.
Ogni giorno alle 00.01 circa
IL PORTICO DELLA DIOCESI
DOMENICA 21 SETTEMBRE 2014
Evangelizzazione. Il 24 e 25 settembre si terrà il Convegno Diocesano dei Catechisti.
Accompagnare i nostri ragazzi
nel cammino dopo la Cresima
“L’iniziazione cristiana
oggi: il catechista
con i preadolescenti”
è il tema dei lavori
condotti insieme alla
Pastorale giovanile
MARIA LUISA SECCHI
S
I RINNOVA IL 24 e 25 settembre prossimi l'annuale appuntamento
con il Convegno Diocesano dei Catechisti. “L’Iniziazione
Cristiana oggi: Il catechista con i
preadolescenti” è il tema scelto per
la due giorni. “La scelta deriva prima di tutto dalla volontà di dedicare un momento di riflessione ed
educazione alla preadolescenza spiega don Emanuele Mameli, Direttore dell'Ufficio Catechistico diocesano dal 2013 e alla guida della
comunità di cittadina Madonna
della Strada dal 2010. Anche a livello nazionale si sta puntando molto
su questa fascia d'età soprattutto
in relazione all'aspetto che riguarda l'iniziazione cristiana”. In questo
senso la riflessione, che verrà proposta nel corso della due giorni, si
pone in continuità con il pensiero
espresso nelle lettere pastorali dell’Arcivescovo sull’Iniziazione Cristiana. Con questa scelta si intende
inoltre rispondere ad un’avvertita e
diffusa esigenza di approfondi-
Catechisti nell’Aula Magna del Seminario Arcivescovile.
mento sul ruolo del catechista nella delicata e nodale fase di vita dei
preadolescenti. “Una volta concluso il percorso formativo, dopo aver
ricevuto il Sacramento della Cresima, c'è il tempo del servizio dedicato allo spendersi per la comunità
cristiana che va valorizzata – prosegue don Emanuele. A livello diocesano mi sembra sia importante
aiutarsi tra Pastorale Giovanile e
Ufficio Catechistico in quelli che
sono i cammini previsti per i ragazzi. Sono queste in sostanza le
motivazioni che ci hanno portato
alla scelta del tema”. Anche a livello nazionale, riflettendo sul tempo
della “mistagogia” (il percorso fatto
di apprendimento e conoscenza
nonché di testimonianza che il cristiano fa dopo avere intrapreso e
ricevuto i sacramenti dell'iniziazione cristiana) l’attenzione è stata
dedicata proprio ai preadolescenti. Si impone l'esigenza di capire
meglio la fase di passaggio esistenziale che coinvolge anche la ricerca
nella fede e i relativi cammini di discernimento spirituale. In virtù di
tale constatazione si apre il ventaglio di appuntamenti proposti dall'Ufficio Catechistico Diocesano.
“Tra le iniziative in programma, oltre il Convegno, la prossima è quella del 28 settembre, data nella quale è previsto l'incontro con i nuovi
catechisti parrocchiali – afferma
don Mameli. Si tratta di una sorta di
supporto per le parrocchie. Spesso
i parroci si ritrovano a non avere
catechisti, per diversi motivi, e chi
decide di rispondere a questa chiamata ha bisogno quindi di incoraggiamento, di sostegno e momenti di formazione. E' necessario inoltre sentirsi parte di un ambiente diocesano nel quale poter
condividere la propria esperienza.
In questo senso abbiamo programmato un primo incontro ma
nulla vieta ce ne siano altri nei prossimi mesi – conclude il Direttore”. Il
Convegno, in sinergia con l’Ufficio
Diocesano di Pastorale Giovanile,
che curerà alcuni momenti di riflessione, provocazione e progettazione, si avvale dell’esperienza
del Professor Alessandro Ricci, dell’Istituto di Psicologia dell’Università Pontificia Salesiana, per ciò che
concerne la conoscenza delle potenzialità e dei rischi insiti nella
preadolescenza, e della Professoressa Suor Cettina Cacciato Insilla,
della Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium per l’aspetto relativo a competenze e attenzioni
del catechista con i preadolescenti. Il dibattito con i relatori, le comunicazioni sulle attività dell’Ufficio Catechistico e altri contributi
sulle buone pratiche della catechesi
con i preadolescenti, consegnano
al Convegno il compito di rilanciare, in modo operativo e deciso, la
catechesi parrocchiale in tutte le
sue componenti ed espressioni.
Programma
24 settembre
L’iniziazione
cristiana oggi:
I catechisti con
i preadolescenti
Convegno dei Catechisti
24-25 settembre 2014
Aula Magna
Seminario Arcivescovile Cagliari
[email protected].
www.ufficiocatechisticocagliari.it
h. 16 introduzione al Convegno. Preghiera.
h. 16.30 “Le solite scuse!” Preadolescenti in parrocchia. A cura di don Alberto Pistolesi,
incaricato della Pastorale Giovanile della Diocesi di Cagliari.
h. 17 L’età delle grandi migrazioni. Prof. Alessandra Ricci, Istituto di Psicologia, Facoltà
di Scienze dell’Educazione – UPS.
h. 18.15 Dibattito. Comunicazione sulle attività dell’Ufficio Catechistico
Diocesano.
h. 19.45 Conclusione.
25 settembre
h. 16. Preghiera. Saluto di Mons. Arrigo Miglio, Arcivescovo di Cagliari.
Consegna degli “Orientamenti per l’annuncio e la Catechesi”.
h. 16.45. Il catechista: discepolo e maestro tra tradizione e innovazione. Suor Cettina
Cacciato Insilla. Facoltà di Scienze dell’Educazione – Auxilium.
h. 18 Dibattito
h. 18.45 Oratorio e catechesi. A cura di don Alberto Pistolesi, incaricato della Pastorale
Giovanile della Diocesi di Cagliari.
Comunicazione sulle attività dell’Ufficio Catechistico Diocesano
h. 19.45 Conclusione.
È gradito il contributo di 5 euro per partecipante a sostegno delle spese del Convegno.
Per informazioni. Tel. 07052843216; cell. 3661504634
IL PORTICO
11
brevi
A SAN PIETRO DI SORRES
Ritorna
“Ora et Laboratorio”
La quinta edizione di “Ora et laboratorio”: laboratorio di comunicazione a ritmo di silenzio e preghiera, si svolgerà dal 17 al 19 ottobre
nel Monastero Benedettino di San
Pietro di Sorres (Borutta - Sassari).
“Ora et laboratorio”
è
un'esperienza di comunicazione perfettamente integrata nella
vita del monastero. Il Labora (lavoro) che scandisce le giornate dei monaci benedettini diventa, nella nostra proposta, laboratorio di comunicazione: lezioni teorico-pratiche durante le quali i partecipanti si confronteranno con la
loro capacità di ascolto e comunicazione.
La tre giorni, introdotta da padre
Antonio Musi, Abate di San Pietro
di Sorres, sarà guidata da SeànPatrick Lovett, docente di comunicazione alla Pontificia Università
Gregoriana, direttore della sezione
inglese della Radio Vaticana. L’iniziativa è organizzata da Mediante
Associazione di promozione sociale, in collaborazione con Libreria
Paoline di Cagliari e Unisola. Per
informazioni e prenotazioni Marco
Biggio: 339.15.83 - Giorgio Costa:
328.43.29.128.
NELLA BASILICA DI S. ELENA
Messa in ricordo
della visita del Papa
In occasione del primo anniversario della visita di Papa Francesco a Cagliari, il 21 settembre alle ore 19 sarà celebrata una Santa Messa nella basilica di Sant'Elena presieduta da don Andrea
Secci e con la partecipazione dei
giovani della Pastorale Giovanile
e animata dal coro diocesano dei
giovani. Sono invitati tutti i giovani della diocesi e chi vuole ricordare la visita di Papa Francesco.
AD OTTOBRE
Corso di Scienze
del matrimonio
L’Ufficio di Pastorale Familiare e
l’Istituto Superiore di Scienze Religiose hanno organizzato il VII
Corso in Scienze del Matrimonio
e della Famiglia per coppie e famiglie. Il corso
partirà ad ottobre, le iscrizioni
si ricevono dal
lunedì al mercoledì, dalle 17
alle 19 a partire
dal 22 settembre fino all’8 ottobre 2014, presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose a
Cagliari. La durata del corso è
biennale, per tre ore di corso alla settimana e un totale di 200
ore, suddivise in due semestri.
Per informazioni contattare i numeri 3482603149 - 3337468785.
12
IL PORTICO DELLA DIOCESI
IL PORTICO
brevi
MANDAS
Festival “Lawrence”.
nuovo successo
Con la consegna del premio Ducato d'oro 2014 al giornalista e
scrittore Francesco Abate (che
succede nei vincitori ad Anthony
Muroni e a Marcello Veneziani,
premiati nel 2013) si è conclusa
con successo a Mandas l'VIII edizione del Festival Lawrence. Tre
giorni densi di appuntamenti ed
incontri segnati, quest'anno, dal
"Viaggio nella storia". Particolarmente apprezzata e partecipata la
conferenza del prof. Stefano Pira,
su "Governare e viaggiare nella
Sardegna del Settecento". Ma,
come ogni anno, i momenti clou
sono stati gli incontri con gli autori
che hanno dato vita a momenti di
interessante confronto e dibattito,
a partire dai due romanzi storici
presentati da Nicolò Migheli e Pietro Picciau.
Massiccia presenza femminile per
apprezzare la prima opera di Loriana Pitzalis. Successo anche per
la rassegna di accostamento tra libri e prodotti locali che, sulle pagine scritte da Lawrence, ha riproposto gusti, sapori e profumi
della Sardegna dei primi di Novecento. “Questo piccolo Festival” - ha spiegato Umberto Oppus, sindaco di Mandas “ è stato,
come per le precedenti sette edizioni, un luogo da abitare: che si
trattasse delle stanze del “Circolo di Lettura”, ritornato dopo decenni agli anti fasti, soprattutto
culturali, dell’Ottocento quando
fu fondato, o di quelle dell’ex convento francescano, con le sue
splendide sale, le storie e i libri del
Festival Lawrence , nelle intenzioni di chi lo ha organizzato, erano pagine, voci, suoni, colori da
condividere, per conoscere le storie del nostro Paese.
DOMENICA 21 SETTEMBRE 2014
Devozione. Fino al 30 settembre saranno in Sardegna le reliquie del Santo di Pietrelcina.
L’esempio di San Pio è una via
per imitare la carità di Cristo
Parla Padre Roberto Sardu:
“La presenza delle reliquie
richiama alla conversione,
alla vita di preghiera,
ai sacramenti, e ricorda
l’amore verso il prossimo”.
FABIO FIGUS
R
IMARRANNO IN Sardegna fi-
no al 30 settembre, le reliquie di San Pio da Pietrelcina. Arrivate in città venerdì scorso, l’abito, la corona del
Rosario e il cingolo utilizzati dal
Santo durante la sua vita, sono
esposte alla venerazione e alla preghiera di tanti devoti in diverse parti dell’isola. “Questa peregrinatio
organizzata dai gruppi di preghiera Padre Pio, ha anche l’obiettivo di
raccogliere fondi per la costruzione nella città del Santo, di una
grande Via Crucis per tutti i pellegrini che ogni giorno arrivano da
ogni parte del mondo”, spiega padre Roberto Sardu, assistente regionale dei Gruppi di Preghiera S.
Pio.
Prima tappa del pellegrinaggio è
stata il convento delle Monache
Cappuccine di Cagliari e la cappella dell’ospedale “Brotzu” per un
incontro con gli ammalati. “È stato scelto questo luogo in quanto è
la struttura per i malati più grande
della città e perché – racconta il
cappuccino – il miracolo vivente
San Pio in visita alla Casa Sollievo della Sofferenza.
di padre Pio è stato la Casa Sollievo
della Sofferenza, dotata di millecinquecento posti letto e centro di
eccellenza scientifico. La sua idea
era quella che gli ammalati uscissero da quella struttura guariti nell’anima e nel corpo”.
Le reliquie sono poi state portate
nel convento dei cappuccini a Pula
dove, accolto con una fiaccolata, si
è svolto l’incontro di preghiera. Tappe anche a Capoterra, nella parrocchia S. Efisio dove è presente un
gruppo di preghiera, e a Pirri nella
parrocchia San Giuseppe di cui
quest’anno ricorre il sessantesimo
anniversario della fondazione.
Le reliquie potranno essere vene-
rate a Cagliari, nel convento di
Sant’Ignazio fino a martedì 23 settembre, dove dal 18 al 20 si terrà il
Triduo in preparazione alla festa di
San Pio. Lunedì 22, è prevista anche
una veglia di preghiera in Cattedrale alle 21, con la rievocazione
del Transito di San Pio alla quale
seguirà la fiaccolata di rientro verso la chiesa dei Frati Cappuccini.
Mercoledì 24 nella parrocchia cittadina di Sant’Anna è previsto il
Raduno diocesano dei gruppi di
preghiera alle 9, durante il quale la
reliquia sarà esposta alla venerazione dei presenti.
Dal 25 settembre la peregrinatio
proseguirà verso tutti i conventi
cappuccini in Sardegna.
Tappe a Oristano, Mores nel Santuario S. Antonio di Padova, a Sassari, Sorso e a La Maddalena dove
è presente un attivo gruppo di preghiera. Ultima tappa sarà la nuova
comunità cappuccina di Olbia dove martedì 30 settembre, Mons.
Sebastiano Sanguinetti presiederà
la Santa Messa, prima della partenza della reliquia alla volta di
Pietrelcina.
“E’ una benedizione per la nostra
amata isola la presenza delle reliquie di San Pio – riprende il cappuccino padre Roberto Sardu. La
devozione al santo è molto diffusa
in Sardegna, non si può dimenticare che Mons. Paolo Carta, vescovo di Foggia negli anni Cinquanta,
amico di padre Pio, fu lui ha consacrare la chiesa Santa Maria delle
Grazie di San Giovanni Rotondo,
così come era presente all’inaugurazione della Casa Sollievo della
Sofferenza. Anche fra Nazareno –
prosegue padre Roberto – era figlio
spirituale di padre Pio, ma come
lui, tanti in Sardegna sono stati suoi
figli spirituali ed è per questo motivo che nell’Isola si è diffusa questa
devozione che non è fine a se stessa, perché chi si reca a Pietrelcina,
lo fa per confessarsi, per partecipare all’Eucarestia, quindi come
segno di conversione. La presenza di quest’abito nelle nostre comunità testimonia come Padre Pio
sia in mezzo a noi, e ci richiama alla conversione, alla preghiera, ai
sacramenti e all’amore verso il
prossimo, come lui stesso fu uomo
di carità”.
DOMENICA 21 SETTEMBRE 2014
IL PORTICO DELLA DIOCESI
IL PORTICO
Ricorrenze. La Parrocchia di N.S. delle Grazie ha celebrato la festa di San Basilio.
Fede, devozione e catechesi
nella comunità di Decimoputzu
La parrocchia guidata
da don Gianmarco
di recente ha anche
acquistato un nuovo
edificio per le aule
catechistiche
I. P.
F
ESTA GRANDE a Decimoputzu per San Basilio.
Anche quest’anno si è rinnovato l’appuntamento di
settembre con le celebrazioni in
onore del monaco orientale, al
quale i putzuesi e molti fedeli provenienti dal diverse parti dell’Isola sono devoti. “In particolare - dice il parroco don Gianmarco Casti
- spiccano le persone provenienti
dal Sulcis - Iglesiente, che ogni anno non mancano mai. Molti poi
gli emigrati che ritornano, ai quali viene dedicata una celebrazione particolare, così come agli ammalati, presenti in un buon numero alla loro messa”.
La sequenza dei riti è oramai consolidata. Venerdì scorso la vestizione del Santo, il cui simulacro
viene portato in processione con
quello della Vergine, verso la chiesa campestre.
Lì, fino a martedì, è stato un susseguirsi di celebrazioni e appuntamenti civili, con centinaia di per-
sone presenti. Domenica sera lo
stesso Arcivescovo di Cagliari,
monsignor Arrigo Miglio, ha presieduto la messa vespertina alla
presenza di tantissimi fedeli che
non sono voluti mancare all’appuntamento. Per Decimoptuzu la
festa di San Basilio diventa occasione certamente di condivisione
ma anche per ripartire con le attività della parrocchia.
Quest’anno poi una piacevole novità impegnerà particolarmente
tutta la comunità. “Abbiamo acquistato un edificio nei pressi del-
la parrocchia - prosegue il parroco
- da destinare alle aule catechistiche. In diverse occasioni i parroci
che si sono susseguiti, hanno avuto difficoltà nell’avere delle aule
per la catechesi. Oggi grazie alla
disponibilità dei fondi dell’8x1000,
del contributo dei parrocchiani
ma soprattutto di una somma elargita dalla Fondazione Banco di
Sardegna abbiamo potuto acquistare le stabile, che deve essere sistemato. Per far fronte a tutte le
spese abbiamo acceso un mutuo a
cinque anni, ed alcuni lavori di
piccola entità sono stati già avviati. La nuova struttura consentirà
di avere delle aule a disposizione
per la catechesi, oltre che per altre attività, e sarà un punto di riferimento per l’intera comunità”.
La disponibilità di questi nuovi locali consentirà alla parrocchia di
portare avanti meglio le proprie
attività. Dall’arrivo di don Gianmarco i ragazzi ed i bambini di Decimoputzu hanno visto crescere le
opportunità per avere momenti di
aggregazione. “Dal Grest alle visite ad alcune realtà ecclesiali, solo
per fare degli esempi- conclude
don Gianmarco. Mi riferisco alle
visite a strutture caritative, piuttosto che ad altre realtà importanti
per la Chiesa di Cagliari. I ragazzi
hanno avuto ed hanno la possibilità di vedere come la Chiesa è fatta, oltre la dimensione della parrocchia, e quindi abbiamo programmato visite e gite a luoghi e
realtà della nostra Diocesi”.
Grazie all’acquisto di un autobus
don Gianmarco e i collaboratori
della parrocchia, in primis i genitori, hanno permesso ai più piccoli di poter andare al mare nei
mesi estivi, oppure di fare delle gite, molto apprezzate dai più piccoli, che insieme ai propri familiari hanno così vissuto giornate nel
quale conoscere nuove realtà.
La parrocchia di Nostra Signora
delle Grazie si conferma dunque
un punto di riferimento per tutta la
comunità di Decimoptuzu.
La festa di San Basilio
Foto Elio Piras
13
brevi
DAL 7 OTTOBRE
Corso di Missiologia
all’ISSR
Il Centro Missionario Diocesano e
l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Cagliari, organizzano un
Corso di Missiologia pastorale e
spiritualità missionaria. Le lezioni
si svolgono ogni Martedì dal 7 Ottobre al 27 Gennaio dalle 19,15 alle 20,45, all’Istituto Superiore di
Scienze Religiose via Sanjust 13
Cagliari, tel. 070 4071556. Docente sarà il professor don Gianmario
Piga e i destinatari del corso sono
operatori pastorali, tutti coloro che
desiderano approfondire la conoscenza della missionarietà della
Chiesa. Le Iscrizioni si ricevono
presso la Segreteria dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose, dal lunedì al mercoledì dalle 17 alle 19,
oppure presso il Centro Missionario Diocesano,martedì e giovedì
dalle 10 alle 12. Al termine del corso sarà rilasciato attestato di partecipazione.
SCIENZE RELIGIOSE
Al via le iscrizioni
per il nuovo anno
Lunedì 17 Settembre sono state
aperte le iscrizioni presso l'Istituto
Superiore di Scienze Religiose.
La Segreteria, situata a Cagliari in
via Sanjust 13, è aperta nei giorni di
lunedì, martedì e mercoledì dalle
17 alle 19.
Per informazioni si può consultare
il sito www.issrcagliari.it o telefonare al numero 070 4071556.
NOVITÀ EDITORIALI
Lo sport in gioco
di Nicola Simonelli
“Lo sport in gioco. Per giocare,
educare, divertire” di Nicola Simonelli è un testo rivolto a educatori, allenatori, animatori e insegnanti, ricco di riflessioni e proposte concrete per riprogrammare le proposte
sportive in chiave educativa, e
coniugare in
modo creativo
termini come
sport, gioco e
divertimento.
L’attività fisica
può essere fonte di amicizia, di
gioco e di festa, perché è esperienza ludica e liberante; essa presenta, inoltre, molteplici valenze
educative, oltre che tecniche, ed è
un vero e proprio tirocinio di vita.
Uno strumento pratico per allenatori, educatori sportivi, animatori
di oratorio, insegnanti di educazione fisica. È un testo che aiuta a
riflettere e a riprogrammare le proposte sportive in chiave educativa,
e che sa coniugare in modo creativo termini come sport, gioco e divertimento.
I giochi di questo libro possono
essere proposti anche nei centri
estivi, nei campeggi, oppure nelle
ore di educazione motoria nella
scuola dell’infanzia, primaria e secondaria.
14
IL PORTICO DELLA DIOCESI
IL PORTICO
segnalazioni
INIZIATIVE
Pellegrinaggio
notturno di San Pio
La notte tra il 22 ed il 23 si vivrà
(per le strade di Cagliari) il nono
pellegrinaggio itinerante a piedi
“San Pio da Pietrelcina”, una
notte di preghiera così strutturata.
Il raduno dei pellegrini è previsto
alle 23 del 22 settembre all'ospedale Marino, con benedizione. Alle 23.30 i pellegrini partiranno alla volta dell'ospedale
Binaghi, breve sosta di preghiera al Santuario di Bonaria per
poi dirigersi verso l'ospedale
San Giovanni di Dio (osp. Civile),
raggiungeranno il carcere, arriveranno all'ospedale SS. Trinità.
Feste patronali. La parrocchia cagliaritana ha celebrato la ricorrenza di Sant’Eusebio.
S. Eusebio, maestro della fede
e modello di evangelizzatore
Il programma
dei festeggiamenti
ha unito i momenti
liturgici agli incontri
culturali e alle iniziative
di sport e spettacolo
MATTEO PIANO
ue settimane di festeggiamenti e celebrazioni
per ricordare e celebrare la memoria di
Sant’Eusebio. Dal primo al quattordici di settembre, diverse attività e manifestazioni, sia civili che
religiose, sono state organizzate
dalla parrocchia di Sant’Eusebio
per vivere insieme la festa patronale. La Chiesa, costruita nel 1958
e riconosciuta civilmente nel 1960,
è situata in Via Quintino Sella, alle
pendici del colle di San Michele,
nel quartiere di Is Mirrionis.
Secondo la tradizione, Eusebio,
fondatore della Chiesa nel Piemonte e primo vescovo di Vercelli, nacque in Sardegna tra la fine
del III e l’inizio del IV secolo. Trasferitosi a Roma, in seguito alla
morte del padre, intraprese gli studi ecclesiastici. Papa Giulio I, conoscendo Eusebio per le sue grandi attitudini morali e spirituali, e
avendo intenzione di fondare una
nuova diocesi nella città di Vercelli, volle eleggerlo primo vescovo
della nuova diocesi.
In Piemonte, oltre a seguire attentamente l’attività pastorale della
diocesi, si occupò della formazione spirituale degli aspiranti sacerdoti. Durante il suo mandato attirò le ostilità degli Ariani e dello
stesso imperatore Costanzo, che
decise di mandarlo in esilio in Asia
D
Da lì i pellegrini si dirigeranno
verso l'Hospice, l’Ospedale Businco (Oncologico), l’Ospedale
Microcitemico e l'ospedale
Brotzu, raggiungendo la meta
di quest’anno: la parrocchia della Madonna della Strada”, dove
verrà celebrata la Santa Messa.
Lo spirito del pellegrinaggio è
quello di “iniziare” da un luogo di
sofferenza (portando ognuno la
propria, ma pregando fiduciosamente per tutte le persone)
per “arrivare” a lodare e ringraziare Dio, condividendo la “Pasqua”, vivendo insieme la Santa Messa, facendo memoria importante per tutti, del vissuto di
San Pio da Pietrelcina e chiedendo a Dio Padre, il dono della stessa fede.
Per informazioni 3391576025.
Momenti della festa patronale. (foto Elio Piras)
(tra la Palestina e l’Egitto). Morto
l’imperatore Costanzo e visitate
numerose diocesi dell’Asia, dopo
aver soggiornato a Roma, ritornò a
Vercelli dove morì nel 371.
Mons. Miglio, durante la S. Messa
patronale, ha voluto ricordare
Sant’Eusebio, come modello di vita e di carità: “Il dono della carità.
Questa è stata la caratteristica di
Eusebio, maestro e testimone della fede. Non solo si fece carico dei
problemi dei bisognosi, ma ebbè il
compito di portare il Vangelo ad
un'altra terra, vivendo la parola del
Signore come un dono che si riceve e si comunica. Oggi siamo convinti di dover comunicare il Vangelo a terre lontane, ma la nostra
isola, la Sardegna ha quotidianamente necessità della parola di
Dio. Perciò dobbiamo accogliere
e testimoniare nelle nostre comunità la Buona novella”. Il Vescovo
ha ricordato che per seguire Cri-
Ricordati di rinnovare il tuo abbonamento a
48 numeri a soli
DOMENICA 21 SETTEMBRE 2014
30 euro
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sto, ci vuole coraggio: “Sant’Eusebio dovette partire in esilio, perché rimase in minoranza, durante
il periodo delle eresie. Il Nord-Italia seguiva l’Arianesimo, per il quale Cristo era considerato solo uomo e non Dio. Eusebio non ha
paura di andare contro corrente e
nonostante rimanga solo, non per-
de il coraggio e continua a testimoniare la propria fede. Questo è
un insegnamento importantissimo per tutti noi”.
Durante queste settimane di festa,
tante attività vengono proposte
dal Comitato per i festeggiamenti,
proprio come ci spiega il parroco
Don Giuseppe Cadoni: “La festa
patronale viene seguita da un Comitato, che si occupa di organizzare le diverse attività che coinvolgono la comunità parrocchiale.
L’obiettivo è vivere questo momento in fraternità come una comunità. Il Comitato organizza tutte le manifestazioni civili, che sono
dedicate soprattutto ai giovani, come le “Eusebiadi”, che si svolgono
negli ambienti dell’oratorio. Inoltre ogni sera, c’è sempre qualche
attività: soprattutto musica, ma
anche esibizioni di danza, tornei di
diverso genere e incontri culinari.
Un attenzione particolare è stata
dedicata al Convegno sul diabete,
tenuto dalla Dott.ssa Francesca
Spanu.”
Il Comitato della festa, con l’aiuto
del parroco, si occupa anche degli aspetti religiosi. Particolarmente sentite dai fedeli, sono la
processione del Santo, con soste
lungo le vie del quartiere, e la messa celebrata dall’Arcivescovo.
IL PORTICO DELL’ANIMA
DOMENICA 21 SETTEMBRE 2014
Incontriamo Gesù/2. Il testo degli Orientamenti per la catechesi in Italia.
Il grande valore della formazione
per chi annuncia il Vangelo di Cristo
DON EMANUELE MAMELI
P
ROVIAMO A tracciare alcu-
ne linee di riferimento
che ci possano aiutare a
leggere gli Orientamenti
per l’annuncio e la catechesi in Italia, rispettando quelle che possiamo definire le caratterizzazioni
fondamentali e che, in certo qual
modo, risultano essere le scelte
operative dell’evangelizzazione e
della pastorale. In primo luogo, il
Documento ribadisce l’assoluta
precedenza della catechesi e della formazione cristiana degli adulti e, all’interno di essa, del coinvolgimento delle famiglie nella catechesi dei più piccoli. Anche alla
luce del nuovo scenario, sempre
più distante dall’adesione al Vangelo, il Documento, rinnovando
l’invito alla nuova evangelizzazione, avverte l’urgenza di promuovere la formazione permanente di
giovani, adulti , e soprattutto famiglie, perché siano testimoni significativi e annunciatori credibili del Vangelo negli areopaghi del
nostro tempo, capaci di raccontare la loro esperienza di fede (IG,
n.24). Altra direttrice fondamentale per la Chiesa italiana, risulta
essere l’ispirazione catecumenale
della catechesi, con un’esplicita
attenzione all’Iniziazione Cristiana degli Adulti, il Catecumenato, e
intesa come processo formativo e
vera scuola di fede. Il percorso e le
tappe del Catecumenato, in questo senso, rappresentano il mo-
Bambini impegnati nella catechesi.
dello per l’Iniziazione Cristiana,
nelle diverse e molteplici espressioni e possibilità in cui si intraprende il cammino: sia nella fanciullezza che nel risveglio della fede in età adulta.
Aspetto irrinunciabile, nel rinnovamento della catechesi e nell’annuncio in una prospettiva
missionaria, è certamente la formazione degli evangelizzatori e
dei catechisti, intesa come processo che sviluppa le competenze
dell’annuncio e dell’educazione,
e coinvolge il soggetto accompagnandolo nell’attitudine all’autoformazione (IG, nn.79-86). Tale
formazione riguarda non solo il
catechista ma anche, in forma
curricolare e permanente, il presbiteri e i diaconi. Gli Orientamenti si soffermano, poi, sulla necessità di attenzione e di coinvolgimento ecclesiale per ciò che
concerne la proposta mistagogica
ai preadolescenti, adolescenti e
giovani, in continuità con la catechesi per l’Iniziazione Cristiana
e, in modo specifico, in riferimento ai “passaggi esistenziali”,
ai “nuovi inizi” di cui è ricca l’età
della crescita verso la maturità.
Con ciò si intende lavorare sulla
strutturazione di cammini, esperienze e opportunità di servizio
che permettano a chi ha concluso
l’Iniziazione Cristiana in senso
strettamente sacramentale (Battesimo, Cresima ed Eucarestia), e
che quindi è “diventato cristiano”,
di “vivere da cristiano”, di continuare a percorrere la strada della
vita custodendo e facendo risplendere la fiamma della fede.
Proprio la feconda fase esistenziale della preadolescenza costituisce l’argomento del Convegno
Diocesano dei Catechisti di Settembre, evidenziando la preoccupazione della comunità ecclesiale nell’accompagnamento di
chi vive la gioia e la fatica della
crescita e, in essa, della scoperta e
della scelta di fede.
volgono ogni complimento come estasiati dalla sua presenza.
Se il Cantico presenta evidenti
segni che è un poema scritto originariamente per una more reale, vero, passionale, corporale,
sponsale, la tradizione ebraica e
cristiana hanno riletto questi versi come il canto di Dio per la sua
amata e viceversa.
Un amore che fa impazzire, che
coinvolge, stravolge, infuria,
drammatizza. I due sposi sono
protagonisti di un sentimento
che non si ferma a far caldo il
cuoricino, ma che investe prepotentemente tutti gli ambiti
personali. In questo senso, la
passione travolgente è tutt’altro che stigmatizzata e da demonizzare, poiché suggella la
dedizione totale dell’uno all’altra.
Dice a lui l’amata: ‘Mettimi come sigillo sul tuo cuore, come
sigillo sul tuo braccio; perché
forte come la morte è l’amore,
tenace come il regno dei morti è la passione: le sue vampe
sono fiamme di fuoco, una
fiamma divina’. I due sposi si
amano e si perdono, si ritrovano e si uniscono, si rincorrono
e si donano completamente.
Proprio questo doppio binario di presenza ed assenza continua rende il rapporto affettivamente sano e fortemente verace, al punto che l’ultimo spasimo del canto non è nel segno
della possessione che annienta, ma occasione per mostrare
la ricchezza dell’amore concedendo spazi di libertà all’altro/a: ‘Fuggi, amato mio, come una gazzella o un cerbiatto
sopra i monti dei balsami’.
PERSONAGGI DELLA BIBBIA
I due sposi
di MICHELE ANTONIO CORONA
N
ei mesi freddi molte
coppie di fidanzati e di
sposi scelgono di passeggiare teneramente
sull’arenile facendosi rinfrescare
dal vento.
È curioso notare come ci si prenda per mano, ci si scambino piccoli gesti d’affetto, si raccolgano
piccoli oggetti e li si mostrino all’altro. Essere spettatori di queste
attenzioni aiuta a risistemare
quanto siano importanti i dettagli in un rapporto d’amore e la
misura in cui la distanza, la mancanza, l’assenza diventino drammi enormi. ‘L’ho cercato, ma non
l’ho trovato’ è il grido che la sposa del Cantico dei Cantici lancia
ripetutamente in riferimento al
suo amato. È il dramma di chi
ama: non trovare più il proprio
partner. Non esiste dolore peggiore di non riuscire più a trovare la persona che si ama (si pen-
si anche una madre che perde un
figlio). I due sposi del Cantico
hanno dichiarato il loro amore, la
loro decisione di sentirsi legati
come un sigillo. Entrambi hanno avuto il coraggio di confessare il proprio amore ed ora sperano di non lasciarsi mai, di non
vedersi mai ad oltre un metro l’uno dall’altra.
Nella fase dell’innamoramento
la vicinanza è elemento fondamentale per sentirsi uniti, dediti,
coinvolti. I poemi di cui è composto il cantico sono delle collane di complimenti sublimi per i
due: ‘gli occhi tuoi sono colombe;
i tuoi denti come un gregge di pecore tosate (bianchissimi); la tua
bocca è piena di fascino; i tuoi
seni come due cerbiatti; il suo
petto è come d’avorio; dolcezza è
il suo palato; …’. Elogi tipici di
due innamorati che non vedono
null’altro che il/la partner e ri-
IL PORTICO
15
detto tra noi
Quelle tre suore
massacrate in Burundi
di D. TORE RUGGIU
Tutti i quotidiani di martedì 9 settembre hanno riportato la notizia
dell’orrendo omicidio di tre suore in
Burundi, una decapitata e 2 sgozzate forse dopo essere state violentate. Si tratta di 3 suore saveriane impegnate in missione da 7 anni. Suore tra l’altro anziane (75, 79 e
83 anni), che nulla hanno potuto per
difendersi dal bruto (o bruti) che non
hanno avuto nessuna pietà ma si
sono accaniti come fossero assatanati. Il Papa ha fatto sentire la sua
voce indignata: “il sangue versato
diventi seme di speranza per costruire l’autentica fraternità tra i popoli”. Lo stesso hanno fatto il presidente della repubblica Giorgio Napoletano e il ministro degli esteri che
hanno sottolineato che l’uccisione
delle suore “è un atto vile, esecrabile ed è un grande dolore per tutti”. Le
stesse autorità religiose e civili del
Burundi hanno espresso l’indignazione e promesso di fare luce sulla
vicenda quanto prima. Il Burundi è
uno dei Paesi più poveri dell’Africa
che nel 2006 è uscito da oltre 10
anno di guerra civile e i conventi
erano già stati presi di mira. Le suore appartenenti alla congregazione
delle missionarie saveriane, sorta a
Parma nel 1945 ed hanno come carisma la lotta all’analfabetismo e la
diffusione della cultura e del Vangelo tra i ragazzi e i giovani, con un
particolare aiuto per i bambini più
poveri. Notizie di questo genere non
hanno bisogno di lunghi commenti: si commentano da se. Da una
parte le suore, indifese e innocenti e,
dall’altra parte, uno o più delinquenti, meglio definibili bestie feroci. È il vecchio e sempre in atto contrasto tra il bene e il male, tra la luce
e le tenebre, tra il peccato e la grazia. Gesù definisce beati “i perseguitati a causa della giustizia” e,
quindi, anche le tre suore così malvagiamente uccise, con l’efferato
delitto, sono annoverate tra i “beati” e, pertanto, “di loro è il regno dei
cieli”. Ma, intanto, non possiamo
non condannare chi non osserva il
quinto comandamento “non uccidere” che insegna che la vita è sacra
dal concepimento alla morte naturale e solo Dio ha il potere di darla e
toglierla come e quando vuole. Già
nell’antichità Eschilo aveva coniato
questa espressione: “tutta l’acqua
dei fiumi non riuscirà a lavare la mano insanguinata degli omicidi”. La
carità ha due sorelle: la verità e la
giustizia. Chi commette questo e
altri delitti deve rispondere, oltre che
alla giustizia divina, anche a quella
umana. E se anche non si riuscisse
a trovare i colpevoli, azioni di tale
gravità producono il rimorso che è
già una condanna inscritta nel cuore dell’uomo. Proprio nel sacrario
del cuore risuona una voce inquietante ed inconfondibile che dice all’omicida: “dov’è tuo fratello e tua
sorella?”. E la domanda che Dio rivolse a Caino dopo l’uccisione del
fratello Abele e che si ripete ogni
volta che uno commette queste e simili nefandezze. Le suore riposano
in pace, godono la gioia dei beati,
pregano certamente per i loro carnefici e li affidano alla misericordia
divina….se si convertono.
16
IL PORTICO DI PAPA FRANCESCO
IL PORTICO
Il Santo Padre. La catechesi sulla Chiesa Madre che ricorda le opere di misericordia.
La Chiesa insegna ai suoi figli
le opere di misericordia
essenziale del Vangelo
è la misericordia. Dio
ha inviato suo Figlio,
Dio si è fatto uomo per
salvarci, cioè per darci
la sua misericordia.
La madre Chiesa ci insegna a dare
da mangiare e da bere a chi ha fame e sete, a vestire chi è nudo. E
come lo fa? Lo fa con l’esempio di
tanti santi e sante che hanno fatto
questo in modo esemplare; ma lo
fa anche con l’esempio di tantissimi papà e mamme, che insegnano
ai loro figli che ciò che avanza a
noi è per chi manca del necessario.
E’ importante sapere questo. Nelle famiglie cristiane più semplici è
sempre stata sacra la regola dell’ospitalità: non manca mai un
piatto e un letto per chi ne ha bisogno. Una volta una mamma mi
raccontava - nell’altra diocesi - che
voleva insegnare questo ai suoi figli e diceva loro di aiutare e dare da
mangiare a chi ha fame; ne aveva
tre. E un giorno a pranzo - il papà
era fuori al lavoro, c’era lei con i
tre figli, piccolini, 7, 5, 4 anni più o
meno - e bussano alla porta: c’era
un signore che chiedeva da mangiare. E la mamma gli ha detto:
"Aspetta un attimo". E’ rientrata
e ha detto ai figli: "C’è un signore lì
che chiede da mangiare, cosa facciamo?" "Gliene diamo, mamma,
gliene diamo!". Ognuno aveva sul
piatto una bistecca con le patate
fritte. "Benissimo – dice la mamma -, prendiamo la metà di ciascuno di voi, e gli diamo la metà
della bistecca di ognuno di voi".
"Ah no, mamma, così non va bene!". "E’ così, tu devi dare del tuo".
L’
DOMENICA 21 SETTEMBRE 2014
curiosità
SETTIMANALE DIOCESANO
DI CAGLIARI
Registrazione Tribunale Cagliari
n. 13 del 13 aprile 2004
Direttore responsabile
Roberto Piredda
Editore
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Grafiche Ghiani - Monastir (CA)
E così questa mamma ha insegnato ai figli a dare da mangiare
del proprio. Questo è un bell’esempio che mi ha aiutato tanto.
"Ma non mi avanza niente…".
"Da’ del tuo!". Così ci insegna la
madre Chiesa. E voi, tante mamme che siete qui, sapete cosa dovete fare per insegnare ai vostri figli perché condividano le loro cose con chi ha bisogno.
La madre Chiesa insegna a stare
vicino a chi è malato. Quanti santi e sante hanno servito Gesù in
questo modo! E quanti semplici
uomini e donne, ogni giorno, mettono in pratica quest’opera di misericordia in una stanza di ospedale, o di una casa di riposo, o nella propria casa, assistendo una
persona malata.
La madre Chiesa insegna a stare
vicino a chi è in carcere. "Ma Padre
INDUSTRIA GRAFICA
no, è pericoloso questo, è gente
cattiva". Ma ognuno di noi è capace… Sentite bene questo: ognuno di noi è capace di fare lo stesso
che ha fatto quell’uomo o quella
donna che è in carcere. Tutti abbiamo la capacità di peccare e di
fare lo stesso, di sbagliare nella vita. Non è più cattivo di te e di me!
La misericordia supera ogni muro,
ogni barriera, e ti porta a cercare
sempre il volto dell’uomo, della
persona. Ed è la misericordia che
cambia il cuore e la vita, che può rigenerare una persona e permetterle di inserirsi in modo nuovo
nella società.
La madre Chiesa insegna a stare
vicino a chi è abbandonato e muore solo. È ciò che ha fatto la beata
Teresa per le strade di Calcutta; è
ciò che hanno fatto e fanno tanti
cristiani che non hanno paura di
stringere la mano a chi sta per lasciare questo mondo […]
Cari fratelli e sorelle, così la Chiesa
è madre, insegnando ai suoi figli le
opere di misericordia. Lei ha imparato da Gesù questa via, ha imparato che questo è l’essenziale
per la salvezza. Non basta amare
chi ci ama. Gesù dice che questo lo
fanno i pagani. Non basta fare il
bene a chi ci fa del bene. Per cambiare il mondo in meglio bisogna
fare del bene a chi non è in grado di
ricambiarci, come ha fatto il Padre con noi, donandoci Gesù.
Quanto abbiamo pagato noi per
la nostra redenzione? Niente, tutto gratuito! Fare il bene senza
aspettare qualcos’altro in cambio.
Così ha fatto il Padre con noi e noi
dobbiamo fare lo stesso. Fa’ il bene
e vai avanti!
(10 settembre 2014)
Il libro sulla Visita
del Papa a Cagliari
Il volume che celebra l’anniversario
della visita di Papa Francesco a Cagliari.
Redazione:
Francesco Aresu, Federica Bande, Maria
Chiara Cugusi, Fabio Figus, Maria Luisa
Secchi, Roberto Comparetti.
Hanno collaborato a questo numero:
Tore Ruggiu, Emanuele Mameli, Michele
Antonio Corona, Raffaele Pontis, Susanna
Mocci, Gian Mario Aresu, Matteo Piano,
Franco Camba, Gianfranco del Rio, Maria
Grazia Pau.
Per l’invio di materiale scritto e fotografico e per qualsiasi comunicazione
fare riferimento all’indirizzo e-mail:
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L’Editore garantisce la massima riservatezza
dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di
richiederne gratuitamente la rettifica o la
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Associazione culturale “Il Portico” via Mons. Cogoni, 9 09121Cagliari.
2. bonifico bancario
GRAFICHE
GHIANI
dal 1981
stampatori in Sardegna
www.graficheghiani.it • [email protected]
• 070 9165222 (r.a.)
Il libro,
edito da Il Portico,
contiene un ricco
materiale fotografico
e i principali discorsi
del Santo Padre,
unitamente ai saluti
indirizzati al Papa
dai Vescovi sardi
più una selezionata
rassegna stampa
relativa all’evento.
È possibile trovare il volume nelle librerie di Cagliari:
PAOLINE di via Garibaldi, SALESIANA DON BOSCO di
piazza Giovanni XXIII, SANT’EUSEBIO di corso Vittorio
Emanuele II, OMNIA SACRA di via Eroi D’Italia a Pirri.
Versamento sul
CONTO CORRENTE BANCARIO n. 1292
intestato a:
Associazione culturale “Il Portico”
via Mons. Cogoni, 9 09121Cagliari
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