…PER FARE UN ALBERO CI VUOLE IL SEME…

L’ Agenda del Dire ore
PER FARE UN ALBERO
CI VUOLE IL SEME
La
stagione
2013/2014
ha
rappresentato per l’Accademia una
vera e propria rinascita organizzativa
ed
operativa.
Durante
l’estate
precedente infatti avevamo deciso
che saremmo entrati in gioco a tutto
campo, non solo nella formazione
(come è nostra tradizione) quanto anche nella commercializzazione del
mezzo meccanico e nelle strategie di sviluppo. Era nostra ferma
intenzione quella di superare una serie di inadeguatezze commerciali e
territoriali che ci impedivano di soddisfare appieno le tante richieste che
ricevevamo per l’inserimento della disciplina all’interno di nuovi Centri e
che un sistema delegato non riusciva ad accontentare. Fare questo
significava rimboccarsi le maniche, raffinare conoscenze e competenze, e
prendersi tante responsabilità nei confronti del nostro marchio, dei nostri
insegnanti e dei nostri allievi. Significava rafforzare il grande rapporto di
stima e fiducia con tutti loro cercando di strutturare un mercato sano e
fluido capace di accogliere le legittime aspirazioni di crescita ed
inserimento
professionale
degli
insegnanti,
garantendo
contemporaneamente alla nostra eccezionale comunità di allievi di essere
accolti in Centri ufficiali di alto livello che dessero loro la sicurezza di
praticare il programma originale insieme ad insegnanti certificati e sempre
aggiornati. Gran parte del lavoro è andato in questa direzione.
I risultati stanno arrivando, l’onda che si è generata in risposta alle nostre
manifestazioni nazionali, ed a Riminiwellness, è ben più alta che in
passato. Le corsistiche stanno andando molto bene, i mercati dove siamo
forti per tradizione (Lazio, Nord/ovest, Sicilia ecc.) si sono ulteriormente
rafforzati mentre è stato un piacere verificare la convinta partenza di
nuove aree quali l’Umbria, l’Abruzzo ed il forte interesse che si sta
risvegliando nel sud, nel nord/est ed in mercati esteri importanti.
La stagione 2014/2015 avrà il compito di consolidare ulteriormente questa
palingenesi e di rendere lo Striding® un marchio sempre più affermato in
un universo, quello del fitness, in cui non è sempre facile per un non
addetto ai lavori distinguere fra professionalità e incompetenza, come non
lo è riconoscere una proposta originale da una sterile imitazione. Anche
l’universo Indoor Walking, purtroppo, non si sottrae a questa amara realtà.
Chi cammina sa perfettamente che ci sono programmi seri, che
costituiscono un’alternativa allo Striding®, che noi rispettiamo fortemente
e che possono essere scelti o meno per un gusto personale o perché
corrispondono al desiderio di un certo tipo di training piuttosto che un altro
7rimanendo però sempre nel campo delle alternative. Ci sono poi
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L’ Agenda del Dire ore
programmi, nati, nascenti e nascituri che, a ben guardare non sono altro che una brutta (7
ma proprio brutta!..) copia dello Striding® (o peggio ancora che mischiano tecniche e nomi presi
da programmi diversi senza criterio o senso logico), dando origine a prodotti “vuoti”, creati per il
solo scopo di guadagnare denaro sfruttando idee e skill altrui o proposti semplicemente per
appagare una sete d’immagine del proponente. In realtà è chiaro che non basta aver cambiato
qualche nome qua e là se non si ha la forza di proporre delle valide alternative né la
professionalità per creare un programma completo ex novo. L’unica risposta che si può dare come
azienda seria a queste manifestazioni di mercato è quella di diventare ancora più bravi, tecnici e
professionali di quanto già non siamo per vincere la sfida in modo leale con i competitors veri e
per dimostrare agli allievi quanto bene facciano a diffidare dalle imitazioni.
Un’altra cosa che non deve essere mai dimenticata è che l’esempio deve sempre venire da
noi. Come Accademia conosciamo bene gli sforzi che stiamo facendo e quindi in coscienza siamo
consapevoli che in questo momento stiamo dando tanto. Sappiamo anche che si può fare sempre
meglio e sempre di più, per questo non ci accontenteremo né dormiremo sugli allori.
Come gruppo tecnico invece l’esortazione è sempre quella di restare uniti e portare avanti
tutti insieme un programma condiviso comunicato con un linguaggio semplice, chiaro, credibile e
logico in modo che a nessuno possa sfuggire la differenza con chi queste qualità non le ha.
Questo deve avvenire anche per altri motivi. Per citarne solo alcuni direi: la tutela della
serietà dell’Accademia, quella della salute degli allievi, quella dell’immagine degli insegnanti che
se parlano tutti la stessa lingua, pur nel rispetto delle loro diversità individuali, consegnano agli
allievi un’immagine forte di professionisti che sanno sempre ciò che stanno facendo e/o dicendo,
quella di rimanere coerenti con il contenuto dei nostri corsi di formazione e, non ultimo, quella di
permettere al maggior numero possibile di allievi di partecipare alla nostra comunità, evitando di
rendere lo Striding® un programma per pochi o di nicchia. Ogni insegnante Striding® che propone
una lezione in una certa occasione o in un determinato periodo rappresenta allo stesso tempo
l’Accademia e l’intero contenuto di questo articolo e deve sapere che il merito del grande
apprezzamento che abbiamo dipende anche dalla sua prestazione quotidiana, il che è certo
motivo di orgoglio.
Queste parole spero rafforzino il rispetto fra noi tutti che è già notevole ed il legame e la
complicità con i nostri allievi che oggigiorno sono tranquillamente in grado di cogliere questi
aspetti tanto è aumentato il loro grado di passione e di competenza. Il resto sarà l’annata che
abbiamo davanti a decretarlo77un caro saluto a tutti voi7
Vito Iozzo
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Fiere – Even – Corsi ed Orari
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Fiere – Even – Corsi ed Orari
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Fiere – Even – Corsi ed Orari
Striding® Certificazione (9 stage points) prima giornata
Venerdi 26 Settore 14/19 presso Le Piscine dello Stadio via dello Stadio (Terni)
Venerdì 24 Ottobre ore 14/19 presso New Fit Palestre via Lombardia 41 (Acireale)
Sabato 25 Ottobre ore 14/19 presso Polisportiva Pietro Micca via De Mosso 31A (Biella
Chiavazza)
Domenica 23 Novembre ore 14/19 presso Village Fitness Club viale Salvatore Rebecchini 5
(Parco De Medici) Roma
Striding® seconda giornata / terza giornata
Sabato 27 Domenica 28 Settembre ore 10/19 Presso Piscine dello Stadio via dello Stadio
(Terni)
Sabato 25 Domenica 26 Ottobre ore 10/19 Presso New Fit Palestre via Lombardia 41
(Acireale)
Sabato 15 Domenica 16 Novembre ore 10/19 Presso Polisportiva Pietro Micca via de Mosso
31A (Biella Chiavazza)
Sabato 13 Domenica 14 Dicembre ore 10/19 Presso Flaminio Sporting Club Via Vitorchiano
snc (Roma)
Striding® Anatomia & Fisiologia
Sabato 18 Ottobre ore 14/19 Presso Flaminio Sporting Club via Vitorchiano snc (Roma)
Striding® Heart Rate (4 stage points)
Domenica 23 Novembre ore 9/13 Presso Village Fitness Club Viale Salvatore Rebecchini 5
(Parco De Medici Roma)
Striding® Inspirational Direction (4 stage points)
Domenica 23 Novembre ore 14/19 presso Village Fitness Club viale Salvatore Rebecchini 5
(Parco De Medici Roma)
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Sommario
L’Agenda del Dire ore
Per fare un albero ci vuole il seme (di V. Iozzo)
pag.1
Fiere – Eventi – Corsi - Centri ufficiali
Diffidate—Na onal event—Nuovi centri—Corsi
pag.2-7
No zie e Curiosità
Ver gini queste sconosciute
Tony the Fridge
Pedana trasparente per camminare sul precipizio
Addominali da Record
pag.9
pag.9
pag.10
pag.10
Pianeta Striding®
Brividi sul tappeto (di E. Sassoli & P. Russo)
Strada, Montagna e Striding® oltre ogni emozione (di S. Spadaro)
pag.11
pag.12
La parola agli allievi
Lo Striding® e quello strano linguaggio (di M. Lucifreddi & A. Ippolito)
Facce da Striding® (M. Giorgi & N. Travascio)
pag.13
pag.15
Pillole di Anatomia, Tecnica e Ricerca
Al passo coi tempi (di A. Fan )
Una camminata “estrema”
Cos’è l’Alpinismrunning (di E. Mar net & A. Chatrian)
pag.17
pag.20
pag.21
Il Centro Spor vo
Intervista al Dire=ore del Centro Le Piscine di Terni Maurizio Frasconi
pag.23
Dalla parte dell’anima….
Autos ma (di Annalaura Boldorini e Pietro Spagnulo)
Ges re lo stress 15 strategie per vivere meglio
pag.25
pag.27
Altri percorsi del corpo e della mente
Idroterapia: guarire con l’acqua (di Simona Oberhammer)
pag.29
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No zie e curiosità
Vertigini queste sconosciute
Decisamente non per chi soffre di vertigini. E non per tutti in generale. Quello che ha fatto il
rocciatore americano Alex Honnold è una cosa più unica che rara. Lo scorso febbraio infatti ha
scalato El Sendero Luminoso, in Messico, una parete verticale di oltre 450 metri senza alcuna
protezione, contando solo su braccia e gambe. E anche il tempo con cui ha completato il
percorso se non è da record poco ci manca: ha scalato la parete in tre ore, contro i due giorni
che normalmente sono impiegati dagli altri scalatori. Ma senza corde e ganci sarebbe stato
impossibile pensare di avere un po’ di riposo sulla parete. Una settimana prima, Honnold ha
mandato un amico a preparare il percorso, in particolare pulendo la via in modo da garantire
che gli appigli fossero più saldi possibile.
Il rocciatore ammette che nei giorni precedenti era piuttosto spaventato dall’idea della scalata,
ma che appena ha messo le mani sulla parete la paura è svanita e tutto è diventato
“semplicemente stupendo”.
“Tony the Fridge”: maratone con frigo in spalla, per beneficenza
L’inglese Tony Phoenix-Morrison si è guadagnato il soprannome di “Tony the
Fridge” (“Tony il frigorifero”) perché da qualche tempo a questa parte prende parte ad alcune
maratone con un frigorifero in spalla. Perché gli è venuto in mente una cosa del genere? Per
guadagnarsi dell’attenzione per raccogliere soldi per beneficenza. “I miei amici sapevano che
sono allenato, quindi cercare di raccogliere fondi solamente correndo la maratona non
avrebbe concluso nulla. Mi sono messo a pensare a qualcosa di diverso: volevo una sfida
estrema, che mettesse alla prova i miei limiti. Nel 2011 ho detto che avrei corso con un frigo in
spalla, e tutti erano pazzi per l’idea! Sono finito sui giornali in 17 paesi”, spiega il
quarantanovenne. Correre con 42 Kg di frigo legati sulle spalle non è certamente semplice:
“Correre con il frigo è una cosa del tutto diversa dalla normale corsa. Inizia dura, poi diventa
impossibile. Non c’è altro allenamento che essere forti mentalmente”. Tony si è procurato
anche qualche infortunio portando il pesante fardello, ma ritiene che il messaggio sia
importante: “Ho pensato che il frigo fosse un peso veramente gravoso. Volevo usare il frigo
per attirare l’attenzione della gente su che cosa sia il cancro, un fardello pesante ogni giorno,
lungo la stessa strada”. I suoi sforzi hanno comunque ripagato: in questi anni infatti è riuscito a
raccogliere diverse decine di migliaia di sterline per le ricerche sul cancro.
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No zie e curiosità
Pedana trasparente per camminare sul precipizio
Una pedana molto particolare e veramente molto originale che sta facendo il giro del
mondo: si trova in Cina a Zhangjiajie, sul monte Tianmen. Chi avrebbe il coraggio di passarci
sopra?
Addominali da Record
L’agente della Swat di Pechino (la squadra speciale antiterrorismo) , Mao Weidong, ha stabilito
un nuovo record: è rimasto per 4 ore e 26 minuti con gli addominali in tensione. l precedente
record era di 3 ore e 7 minuti
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Pianeta Striding®
Brividi sul tappeto (di M.Sassoli e P.Russo)
Ci ritroviamo ancora una volta insieme, oltre che come amiche , come allieve e poi
come insegnanti per raccontarvi la nostra crescita per la passione dello Striding®.
Non vogliamo soffermarci tanto sul nostro percorso formativo che pure meriterebbe uno spazio specifico, ma vogliamo raccontare quello che sono le emozioni e le sensazioni che ogni
giorno ci accompagnano e che cerchiano di trasmettere alle nostre classi.
E’ stato come il colpo di fulmine, l’amore a prima vista, non sai come spiegarlo, lo provi;
è come una forza che non riesci a controllare,è viscerale;quei passi sul nastro generati soltanto dalle tue emozioni, perche’ soltanto le emozioni cosi’ grandi sono in grado di muovere “
l’anima”.
Se sul tappeto troverai la naturalezza del tuo passo in quel gesto cosi’ semplice eppure cosi’
importante, arriverai in cima e conquisterai la tua vetta attraverso i colori, le forme, le note e
tutte le tue autentiche emozioni. E poi la festa lassu’, su quella cima , la viviamo tutti insieme,
insegnanti e allievi, master, regional e nuovi certificati come una grande famiglia, tutti contagiati da questa scossa elettrica che ci fa sentire vivi e autentici una volta di piu’.
Ci siamo subito sentite parte di un rito nel nostro viaggio sul tappeto, come gli aborigeni australiani intenti a compiere il loro Walk About, il raggiungimento della vetta non solo inteso
come fine ultimo ma soprattutto come godimento del tratto prima della conquista7..la costruzione della lezione attraverso il sudore di quel viaggio virtuale, di quello spazio immaginato,percorso e soggettivo.
La musica che ci aggredisce e che allo stesso tempo dominiamo con il nostro passo fiero è
fondamentale per noi alla riuscita di una bella camminata e per questo cerchiamo di trasmettere ai nostri allievi note stimolanti e coinvolgenti che li accompagnano nel raggiungimento di
quell’obiettivo .
Le nostre prime lezioni non le dimenticheremo mai77tutte quelle serate passate in macchina ad ascoltare musiche ipnotiche ed accattivanti da inserire nei nostri primi fartlek7quanti
errori fatti!!!!.......quante domande e quante camminate da sole per provare le lezioni quasi a
cercare quella perfezione 7.che tanto non esiste mai!!!!
Nei nostri mille dubbi e altrettanti quesiti non ci siamo mai sentite sole e questo è il nostro
grazie per Voi, Master e Regional Presenters, per esserci sempre stati vicini e disponibili in
ogni momento , e grazie soprattutto a voi Allievi per esservi affidati e fidati perché tra un mare di risate, scherzi, giochi e sorrisi riusciamo ancora ad avere un nodo in gola e la pelle d’oca.
STRIDING® è una lunga strada da percorrere insieme , non importa con quale andatura, ma
sicuri che sara’ sempre La NOSTRA STRADA!!!!!
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Pianeta Striding®
Strada Montagna e Striding® oltre ogni emozione!
(di Stefano Spadaro)
C'è chi lascia un'impronta nel nulla e chi come me decide di lasciarla tangibile a volte su
una strada o su una montagna, che sia in allenamento o in gara, e a volte su un tappeto di Striding®. C'è chi vi racconta emozioni mai vissute e chi le vive e cerca di condividerle con voi.
Questo per me è lo sport indoor o outdoor, che sia su una strada su una collina su una montagna o su un tappeto, l'importante è vivere lo sport nella maniera più sana possibile. Non sono
un integralista, ma seguo quello che mi far star bene. La corsa e lo Striding® sono modi per
buttare via un po’ di stress e farli seguendo l'istinto ti regala un po' di tranquillità e di benessere
in più. Starmene in mezzo alla natura per delle ore senza preoccuparmi di nulla e risentire e
provare e riprovare quelle sensazioni a me care di fatica e divertimento per me non ha prezzo,
ritrovare quel miscuglio di battiti alterati, sudore, bellezza, natura che ti aiuta a non stancarti,
che ti fa andare avanti per ore macinando chilometri non ha prezzo. Così come nello Striding®
conquistarci insieme ogni giorno una montagna diversa costruendo per voi dei profili che abbiano un senso, una logica, un obiettivo e che uniscano tecnica, fatica, divertimento e VERE emozioni non ha prezzo. Nello sport sano non c'è invidia non c'è negatività, c'è quella sana rivalità
che comunque non ti fa perdere e ti lascia apprezzare quell'aria famigliare, intima che l'ambiente (che sia la natura o una palestra) mi ha
sempre regalato e che comunque ho sempre
cercato. Le corse, i Trail ti emozionano, ti
esaltano, ti fanno sognare, ti regalano quel
senso d'impresa che un po' tutti cerchiamo,
quelle stesse sensazioni che ognuno di voi
prova quando si arriva in cima alla propria
montagna camminando su un tappeto in palestra. Nel mio ultimo Trail "La chimera nera"
alla fine ho fatto 29 km con circa 2000 metri di
dislivello positivo e negativo, li ho fatti soffrendo un po', li ho fatti con piacere, mi sono divertito, ho tagliato il traguardo soddisfatto, e
colgo l'occasione per condividere questo viaggio con voi amici miei, con la promessa che le mie
emozioni diventino le vostre in ogni mia lezione di Striding®.
Stefano spadaro
Questa bella descrizione di Stefano pensiamo racchiuda il senso del saper vivere anche in situazioni diverse dallo sport ..siamo tutti in cammino verso il nostro destino .a volte insieme .altre volte avversari ..di un singolo capitolo però ..il libro è un’altra cosa .ecco il perché di questa foto!
La Redazione
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La parola agli allievi
Lo Striding® e quello strano linguaggio
(di Michela Lucifreddi e Alfonso Ippolito)
“7tallone, pianta, punta7” sono le prime parole che senti declamare dall’istruttore il primo giorno che, per chissà quale sventura, hai deciso di provare lo Striding®. Forse la sventura la legavi semplicemente al fatto che ogni volta che ti imbattevi con le persone che uscivano dalla sala
di Striding® notavi con stupore come la caratteristica che li distingueva era il bagno di sudore
che li ricopriva completamente da capo a piedi!
Di sicuro, iniziando a camminare sul tappeto e ripetendoti come un mantra “7tallone, pianta,
punta7”, il passo, battuta dopo battuta, diventa la spinta fondamentale per arrivare alla fine
della lezione.
Ma non è finita qui! Dopo aver digerito la camminata a canguro, forse solo per il fatto che l’insegnante ti aveva garantito che avresti faticato di meno, realizzi che oltre all’indicazione della
camminata aveva aggiunto parole a te incomprensibili. Dopo poco capisci che l’insegnante aveva spiegato la lezione al resto del gruppo. Guardavi gli altri con invidia perché sembrava avessero capito quell’idioma a parte e lo deducevi dal fatto che commentavano aggiungendovi risatine e sbuffi. Inoltre, gli esperti, ti guardavano con uno sguardo di compassione carico di comprensione e commiserazione per la tua prima volta. Solo dopo alcune lezioni realizzi che non è
tutto relegato al passo, sempre cadenzato dal “7tallone, pianta, punta...”, piccolo, medio e
grande, ma cominciano a profilarsi una serie di varianti dalla non chiara immediata comprensione.
Inizi quindi a capire che lo Striding® è caratterizzato da una serie di fattori piuttosto soggettivi
come la forma fisica e le capacità psicologiche di adattarsi allo sforzo e realizzi che solo una
cosa è indubbiamente oggettiva: la spiegazione del profilo della lezione da parte dell’istruttore.
Ti rendi conto che l’esercizio verrà scandito da due elementi fondamentali: PROFILI e PASSI e
noi ve li vogliamo spiegare così:
PROIFILI
ENDURANCE: di fondo potrebbe essere considerato il profilo di chi crede nella reincarnazione,
nel grande viaggio di chi riesce ad andare oltre7 cosa non si sa7. O lo odi o lo ami, non ci sono assolutamente mezze misure.
WEIGHT: quando senti questo profilo, che solitamente viene associato visivamente ad “un panettone”, capisci subito che ti starai per percorre una camminata senza pause. Di sicuro il mimare con la mano il profilo ti farà fare il tuo figurone.
FARTLEK: se stai facendo un fartlek molto probabilmente è settembre, questa è l’unica certezza. Per il resto ancora oggi ne abbiamo capito molto poco, tranne il fatto che un profilo che distruggerà le tue gambe ma anche il tuo sistema nervoso. Insomma la cosa da capire è che ti
devi gestire e non mollare mai.
INTERVAL: qui la situazione si complica, perché può essere ascendente o discendente, misto,
piramidale o piramidale inverso. Da non perdere d’occhio il numero dei picchi, e qui non fatevi
fregare perché a minor numero di picchi corrisponde una maggiore durata di questi. Significa
quindi che ti faranno arrivare alla fine di ogni singolo picco con la lingua di fuori7.soprattutto
perché i furbetti solitamente mettono delle musiche che ti galvanizzano. Significa quindi che
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La parola agli allievi
ogni picco è più lungo in termini di minuti a cui corrisponde un minor numero di tempi di recupero. Insomma, quando ad inizio lezione l’istruttore esordisce con “oggi facciamo un bell’ interval”
sappiate che il vostro cuore schizzerà in alto.
FUSION: quando te la vogliono buttare in caciara (confusione per i non romani). Chiaramente
l’insegnante non si è preparato la lezione e allora prende due pezzi di lezioni già fatte ed ecco
la fusion☺7.
PASSI
Ad inizio lezione sentirete dare i numeri: 92 98 102 106 105 110, non vi preoccupate non sono i
battiti del vostro cuore, ma i numeri di passi al minuto. Ora la battuta minima ci sfugge, 110 è la
massima.
In un momento di serietà e di orgoglio per i nostri istruttori vorremmo anche sottolineare che
dallo scorso anno la weight (panettone, ricordate?!) non può superare i 105 passi/minuto.
Concludendo con una frase di Eugenio Montale: "Non c'è sosta per noi ma strada, ancora strada e il cammino è sempre da ricominciare"7 insomma ti rendi conto che a noi ce piace da
camminà!!!
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La parola agli allievi
di Manuela Giorgi e Nicola Travascio
Manuela (detta Manu): donna, bionda, impiegata in una grande azienda operante nel settore metalmeccanico, una vita semplice fatta di amici e famiglia, grande appassionata di montagna.
Nicola (detto Nico): uomo, moro, funzionario tecnico ispettivo nel settore dei materiali da costruzione per il consiglio superiore dei lavori pubblici, diviso fra impegni di lavoro e famiglia, praticante l’hobby delle immersioni subacquee.
Due figure apparentemente molto diverse, l’una l’opposto dell’altra, ma che si sono ritrovate
qualche anno fa a condividere una stessa disciplina in palestra, lo Striding®.
E’ da quei primi momenti che inizia la nostra grande avventura sportiva ed interiore, fatta di amicizia, sudore, impegno, divertimento e.......tanta tanta passione !!!
Ci si ritrovava tardi nel pomeriggio, dopo un intensa giornata di lavoro, in una piccola palestra
alla periferia di Roma, ancora non proprio consapevoli della disciplina che stavamo praticando
ma pieni di buon umore e tanta voglia di capire ed imparare: alla fine di ogni lezione puntualmente avevamo spazzato via tutte le tensioni della giornata dalla mente, ci eravamo sempre più integrati nel gruppo di allievi e gradualmente ciascuno di noi ha iniziato il proprio viaggio interiore.
È ciò che ci accomuna tutt’oggi, persone così diverse ma unite nella ricerca del proprio equilibrio, del proprio benessere fisico e della condivisione di questo bellissimo sport con tutti quelli
che ormai sono diventati i nostri amici “della palestra”.
La motivazione di questa condivisione crediamo sia da ricercare nelle particolari condizioni psicofisiche che si raggiungono nel camminare sul "quel tappeto”, amico e nemico nello stesso tempo, sul quale ciascuno di noi scarica le proprie emozioni, tensioni e forza muscolare.... In una sola
parola l’ENERGIA, la stessa che alla fine della lezione torna indietro in forma diversa, per così
dire, filtrata dalle impurità, quelle che scientificamente vengono dette tossine.
Anche le nostre passioni per l’esplorazione sotto il mare e sulle montagne hanno in comune con
lo Striding® la ricerca di queste condizioni per cosi dire "ideali" dentro noi stessi....sia sott'acqua
che in alta quota ciascuno di noi, al fine di sostenere il notevole sforzo mentale, cardiaco e muscolare, è alla ricerca continua del contatto con il proprio Se , contatto tramite il quale si riesce a
tenere in equilibrio e a gestire tutti gli aspetti psicofisici sollecitati.....
Ci sono dei momenti in cui si è completamente soli con noi stessi, momenti in cui ci si fonde con
l’acqua o con l’aria sottile, (i momenti in cui siamo soli ad affrontare la montagna come dice Vito).....ma è proprio in quei momenti che abbiamo una forte comunanza di intenti: la sintonia con
l’elemento naturale,la scoperta della bellezza, lo sforzo fisico che ciascuno di noi mette in gioco,
la voglia di arrivare più in profondità nel mare o sulla cima più alta. Durante le lezioni di Striding®, che anno dopo anno non abbiamo mai smesso di seguire, siamo condotti dalla musica e
dalla bravura dei nostri insegnanti verso questa specie di portale, diverso per ognuno di noi, aperto il quale riusciamo a stabilire il contatto con il nostro Se.
La consapevolezza di quanto accade a ciascuno di noi, quale singola entità nel corso della lezione, fa si che poi si percepisca a poco a poco di essere parte di un gruppo avente il medesimo obbiettivo ... La stessa meta che non termina con la fine della lezione ma si traduce poi con il desi-
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La parola agli allievi
derio di far parte di un bellissimo gruppo di amici che si riuniscono per condividere altri aspetti
della vita anche al di fuori della palestra.
Diciamolo.....Razionalmente parlare in termini per cosi dire "filosofici" di una disciplina del fitness forse potrebbe far sorridere …..un pò come quando entrammo in palestra, ormai anni orsono, e vedemmo tutti questi "esauriti" sudatissimi che camminavano e camminavano senza sosta....E veniva spontaneo porci le fatidiche domande: "ma dove credono di andare?? Ma non si
rendono conto di essere chiusi in una stanza su un tappeto poggiato stabilmente a terra????”
Ebbene, noi facce da Striding® abbiamo la risposta a quelle domande.... Quegli "esauriti" vanno
ad un appuntamento molto importante per il quale è necessario, così come nella vita, dare il massimo con la propria mente, i propri polmoni, il proprio cuore ed i propri muscoli ... L’appuntamento con Se stessi.
Buon cammino.
Manu e Nico
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Pillole di anatomia tecnica e ricerca
Al Passo coi tempi
(di Antonio Fanti)
Cari lettori,
un po’ di tempo fa ci siamo lasciati dicendo “ rispettate i vostri piedi e abbiatene sempre cura!”
Il motivo di tale affermazione risiede anche nel fatto che tutti, almeno una volta nella vita, hanno
avuto a che fare con il mal di schiena ma non tutti sanno che spesso la colpa è7.nei piedi.
Le cause dell’enorme diffusione del mal di schiena vanno ricercate soprattutto nello stile di vita
del terzo millennio, improntato alla sedentarietà nel lavoro e nella vita sociale, e nella diffusione
epidemica dell’obesità, ormai sempre più un problema socio-sanitario, evidente fin dall’età pediatrica e causa di importanti sollecitazioni meccaniche della colonna vertebrale.
Non di rado la causa del mal di schiena va però ricercata nei piedi perché problemi di appoggio plantare dovuti a particolari conformazioni del piede, o più spesso, all’uso di calzature
inadeguate possono determinare una distribuzione scorretta del carico plantare e conseguentemente una postura scorretta della colonna. Le abitudini posturali scorrette nel tempo finiscono
per determinare lo sbilanciamento dell’assetto fisiologico del corpo con assunzioni di posizioni
compensatorie che a loro volta scompensano ulteriormente lo squilibrio iniziale.
Per strano che possa sembrare, quindi, usare calzature non adeguate o non correggere un appoggio plantare non corretto finisce per procurare male non solo ai piedi ma anche e soprattutto
alla colonna vertebrale.
Nel corso degli ultimi anni la ricerca biomeccanica ha portato allo sviluppo di calzature basculanti che possono aiutare a mantenere una postura corretta prevenendo diversi dolori a piedi e
alla schiena che derivano da posizioni “viziate” e riuscendo al tempo stesso a generare durante
la camminata un benefico massaggio e una stimolazione dei muscoli grazie ad un sano esercizio fisico. La suola convessa e dondolante, infatti, fa si che il piede non abbia un appoggio stabile, ma che oscilli avanti e indietro costringendovi a continui micro-aggiustamenti del baricentro. In tal modo sia i muscoli degli atri inferiori che gli addominali sono sollecitati, la postura è
continuamente modificata e il peso del corpo non grava sempre gli stessi punti. Per questo motivo tali calzature possono essere d’aiuto per combattere il mal di schiena e le contratture muscolari dovute ad una cattiva postura.
Purtroppo non si può dire la stessa cosa per quanto riguarda una calzatura tanto cara alle donne, che le accompagna nell’infinito pellegrinare, elemento di sensualità per eccellenza che
contribuisce ad evidenziarne l’eleganza e la femminilità, immancabile su ogni passerella di
moda, e sicuramente molto apprezzata dagli uomini...i tacchi alti.
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Pillole di anatomia tecnica e ricerca
I tacchi non sono molto adatti alla posizione eretta. Basti pensare che un tacco di soli due centimetri, la misura media per un paio di scarpe da uomo, determina una inclinazione di dodici gradi
mentre un tacco di otto centimetri l’inclinazione che ne determina per una persona di un metro
ottanta arriva a quarantacinque gradi per un tacco tradizionale e a venticinque gradi per una
scarpa tipo zeppa. E’ evidente che non è possibile camminare con una tale inclinazione, per cui
siamo costretti a una continua correzione della nostra struttura portante con relativa modifica della distribuzione del carico tra avampiede e retropiede per rimanere più o meno dritti.
L’articolazione della caviglia si piega all’indietro verso il tallone, le ginocchia e le anche si flettono
e le curve della colonna vertebrale si accentuano esageratamente. Cambiando l’angolazione delle articolazioni cambiano anche la lunghezza e l’azione dei tendini, dei legamenti, delle capsule
articolari e dei muscoli che lavorano su tali articolazioni. Viene alterata anche la pressione esercitata sulle ossa e sulle cartilagini che rivestono le ossa delle articolazioni.
Ma quanti di voi conoscono la storia del tacco alto?
I tacchi alti probabilmente erano già utilizzati nell’antico Egitto e persino dai cavalieri della Mongolia. Nel primo caso si pensa che i tacchi venissero utilizzati per evitare di sporcarsi i piedi mentre nel secondo caso i tacchi venivano indossati dai cavalieri per riuscire a tenere più saldamente
le staffe. L’utilizzo di scarpe rialzate con una finalità estetica sembra che sia iniziato con le matrone greche e romane che per sembrare più alte indossavano scarpe dotate di un rialzo che comprendeva tutta la suola della calzatura. Questo tipo di tacco alzava contemporaneamente il tallone e la pianta, così il piede restava comunque in piano. Nella Francia dell’Ancien Regime i tacchi
alti venivano indossati solo dalla nobiltà e non venivano portati soltanto dalle nobildonne ma anche dagli uomini. Persino lo stesso Luigi XVI amava farsi confezionare scarpe dal tacco riccamente decorato. Il tacco divenne presto simbolo di potere, autorità, ricchezza e prestigio, attributi
che ancora oggi, anche se un po’ mitigati dai tempi accompagnano il tacco alto. In Italia, l’arrivo
del tacco alto tra gli oggetti di moda delle nobili signore si fa datare attorno al XVI secolo. Alcuni
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Pillole di anatomia tecnica e ricerca
ritengono che il tacco alto fosse stato indossato per la prima volta nel 1507 dalla misteriosa Monna Lisa perché Leonardo Da Vinci avrebbe voluto ritrarre una figura più slanciata e sensuale. Secondo un’altra teoria, invece, i tacchi alti sarebbero stati indossati, questa volta volontariamente,
da Caterina de’ Medici nel 1533 in occasione delle sue nozze con il duca di Orleans.
Curiosità sui tacchi alti
La scarpa con il tacco alto più costosa al mondo è in vendita nel più importante centro commerciale di Londra, Harrod’s. Sono le scarpe del designer René Caovilla. Sulla punta del sandalo
c’è un cobra tempestato di diamanti, brillanti e zaffiri, mentre gli occhi sono rubini, il tutto per un
totale di 20 carati e per il prezzo di 91 mila euro. I sandali sono esposti in una teca di vetro protetti da un vero cobra.
• Qualche anno fa un artigiano indiano ha fabbricato un paio di scarpe con oltre 50 centimetri di
tacco. Il calzolaio ha battuto il record delle scarpe con i tacchi più alti ma si lamenta ancora che
nessuno le compri.
In giro per il mondo ci sono dei musei delle calzature, uno dei più importanti si trova a Manila
ed è stato inaugurato da una vera appassionata di tacchi alti. La signora Imelda Marcos collezionava scarpe per un puro piacere personale e, dopo aver raggiunto all’incirca i 3000 paia di scarpe, ha deciso di inaugurare il Museo della calzatura di Manila, un vero paradiso per le donne
che amano le scarpe. Ma non dobbiamo arrivare nelle Filippine per visitare un museo, infatti proprio in Italia si trovano gli altri due musei più importanti al mondo. Quello di Vigevano, Museo Salvatore Ferragamo dedicato allo stilista, contiene circa 10.000 scarpe, tra queste ci sono quelle
appartenute alla diva Marilyn Monroe.
Nell’intento di aver solleticato un pochino la vostra curiosità, non posso comunque non essere
d’accordo con alcuni grandi stilisti che dicono che le scarpe con i tacchi a spillo hanno, nella moda, la stessa importanza che ha la cornice per un quadro, ma d’altro canto è altrettanto vero
quanto sostenuto oramai da anni dagli ortopedici che questo tipo di calzatura può essere causa
di patologie scheletriche come alluce valgo, iperestensione delle ginocchia e relativa iperlordosi
lombare, problemi all’articolazione sacro-iliaca e come ultimo dolori fastidiosi a livello cervicale
(per non parlare dei piedi gonfi e polpacci infiammati). Sta quindi all’essere umano, nel caso specifico alle donne, usarli con parsimonia affinché bellezza e salute possano coesistere.
Un saluto affettuoso a tutti voi.
Antonio.
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Pillole di anatomia tecnica e ricerca
Una camminata “estrema”
Lo Slacklining, nato negli Stati Uniti nei primi anni ’80 e molto conosciuto
anche in Brasile e in vari stati europei come Francia, Spagna e Germania,
ha un nome che sembra uno scioglilingua inglese difficile da ripetere ma sta
diventando una disciplina “estrema”, sempre più diffusa che si può praticare ovunque, bastano una corda apposita e due alberi o due rocce. Dopodichè l’unico ingrediente diventa un grande senso di equilibrio per essere capaci di camminare sospesi a mezz’aria.
La sua definizione, dunque, potrebbe essere7..camminare sospesi in equilibrio su una fettuccia ancorata a due punti. Per molti aspetti, questa disciplina assomiglia al funambolismo. Se ne distingue però per alcuni aspetti
importanti. Contrariamente al cavo metallico fisso usato nel funambolismo,
tipico esercizio dell’arte circense, la linea da slacklining reagisce in modo più dinamico ai movimenti grazie alle sue proprietà elastiche. Il nastro si può muovere sia lateralmente, sia oscillando
in alto e in basso. La larghezza della fettuccia varia tra i 2,5 e i 5 centimetri. Ciò consente di praticare lo slacklining sia a piedi nudi sia con delle scarpe piatte.
Gli appassionati degli sport di azione possono usare la fettuccia come un piccolo trampolino per
eseguire salti spettacolari ed evoluzioni come rotazioni, flip e grab. Chi invece preferisce i movimenti più tranquilli apprezza lo Slacklining per il suo aspetto meditativo.
Oscillando per esempio su un nabile staccare dal quotidiano e consé stessi. Chi ama l’avventura e
in acqua può provare la variante
no diverse evoluzioni su una linea
go
Lo Slacklining; in Italia è ancora
ziano a verificare “apparizioni” an-
stro teso nel bosco, è possicentrarsi maggiormente su
non ha paura di farsi un tuffo
del waterline, in cui si provatesa sopra un fiume o un lapiuttosto raro anche se s’iniche nelle nostre città.
Aldilà comunque dell’apparente idilliaco e della sua utilità nel migliorare il senso dell’equilibrio e
la capacità di concentrazione, questa disciplina rimane un qualcosa che ha il sapore di sport estremo, con i conseguenti rischi potenziali per la propria incolumità e per quella di altri. Chi intende
praticarlo, a prescindere dallo spirito di emulazione per chi è più
esperto e dalla volontà di sfidare sé stessi portando la fettuccia ad
altezze sempre più proibitive e pericolose si ricordi sempre di farlo
in sicurezza e nel rispetto delle proprie possibilità.
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Pillole di anatomia tecnica e ricerca
Cos’è l’alpinismrunning (di Enrico Martinet - Andrea Chatrian)
«Continuerò a correre, poi camminerò e infine guarderò le montagne, seduto». Pare una frase
d’un pensiero del «Popolo degli uomini», i Cheyenne, in realtà è l’intento di un uomo che corre
sulle montagne. E che si è inventato uno sport, l’«alpinismrunning», che forse sarebbe meglio
definire podalpismo. Il giovane uomo non delle praterie, ma dei Pirenei, è Kilian Jornet Burgada, va per i 27 ma ha già alle spalle una serie impressionante di record: il Cervino in meno di 3
ore, il Monte Bianco in meno di 5, sempre di corsa. «Il Bianco è un mito ed è facile, il Cervino è
nell’immaginario di tutti ma basta una scivolata e sei morto».
Pensiero triste? No, Kilian non appare mai neppure accigliato: il suo viso è sempre pronto a
sorridere. Colma dislivelli di corsa con la stessa idea che fu di Marco Pantani: «Vado veloce per
finire in fretta la fatica, non per vincere». Ma poi vince. Qualsiasi gara di ultratrail, quel massacro di chilometri con dislivelli chilometrici in maratone d’alta quota. Il catalano Kilian (guai a
chiamarlo spagnolo) è figlio di una guida alpina e fin da dopo la nascita è cresciuto ai 2 mila
metri del rifugio gestito dalla famiglia. Il destino l’ha portata a rocce, neve, ghiaccio. Alpinismo,
scialpinismo, corsa in montagna. Gare e record senza dover sfidare nessuno se non il cronometro.
La sua caratteristica si direbbe il coraggio, perché a vederlo correre sulla cresta del Cervino (in
meno di un’ora è sceso dai 4478 metri della vetta ai 2020 di Cervinia) viene da chiudere gli occhi, da vertigine. Le immagini del suo ultimo film «Déjame vivir» (lasciami vivere) sono lì a dimostrarlo. E invece il suo «marchio» è la gioia a cui si consegna perfino con il gioco, mentre
affronta le sue imprese: salti dalle rocce, scivolate e camminate da Pinocchio sui ghiacciai.
Qualche anno fa ha lasciato i Pirenei per immergersi nella montagna più alta, il Monte Bianco.
Vive a Les Houches, vicino a Chamonix: arrampica e corre. Lui non lo sa, ma con i suoi amici,
francesi e non, ha portato nella seriosa cittadina ai piedi del Bianco la stessa ventata di «follia
allegra» degli alpinisti americani negli Anni 60, come il grande Gary Hemming, finito suicida nel
suo Wyoming, dove Kilian ha firmato un’altra impresa di velocità sul Gran Teton.
Nel weekend ha proiettato il film sul Cervino in Valle d’Aosta a Valtournenche e al Forte di
Bard: un bagno di folla da rock star. Ragazzi in delirio, autografi su ogni pezzo di carta recupe
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Pillole di anatomia tecnica e ricerca
rato o sulle cartoline che lo immortalano accanto al suo idolo da ragazzo, l’ormai brizzolato Bruno
Brunod, muratore valdostano che è stato campione del mondo degli skyrunner e che deteneva il
record sul Cervino in 3 ore e 14 minuti. Brunod ha forse anche doti divinatorie, perché l’agosto di
un anno predisse a Kilian: «Lo farai in 2 ore e 52». Così fu. Ora ci riprova e dal palco di Valtournenche annuncia: «Farai il “Tor des géants” in 61 ore». Il «Tor» è l'ultratrail più massacrante al
mondo, 330 chilometri che viaggiano sul territorio della Valle d’Aosta. Kilian: «E’ duro. Lo farò a
fine carriera». E di Bruno dice: «”E’ incredibile”, urlai, quando avevo 13 anni e vidi e lessi del suo
record sul Cervino. È grazie a lui se questo sport è arrivato dov’è». Il catalano ha una certezza:
«Mare e montagna sono rimasti gli unici spazi di libertà, dove non ci sono regole scritte. Ma il
mare... no, proprio non ce la faccio, dopo un giorno scappo».
Ancora: «Quello che faccio non lo si può fare per obbligo o contratto. Io così cerco la felicità».
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Il Centro Spor vo
CENTRO PISCINE DELLO STADIO DI TERNI
Intervista a Maurizio Frasconi
Il Centro Piscine dello Stadio di Terni è una Stru ura Fiteness di 5000 metri quadra
con tre piscine riconosciute idonee a gare nazionali ed internazionali dalla FIN
(esterna da 50 metri, interne da 25 e 16 metri), una Palestra da 300 metri quadra
a rezzata solo con macchinari Technogym di ul ma generazione, due ristoran , centro benessere, area bimbi, parafarmacia, acconciature Unisex ed area verde e tanto…tanto fitness! In
rappresentanza della mission di importante Centro abbiamo il piacere di ospitare un’intervista con il
suo Dire ore Maurizio Frasconi.
D) Buongiorno Maurizio e complimen per il tuo incarico alla guida del nuovo Centro Piscine dello Stadio di Terni che, a dispe o del suo nome, rappresenta anche un’importante nuova stru ura per il fitness. Avete fa o appena in tempo ad inaugurare che già avete registrato 1500 iscri) e tanto interesse
intorno a voi. Quali le chiavi di questo successo?
R) Ti ringrazio per l’apprezzamento nei confronti miei e della struttura che dirigo, sono contento
di poter rispondere alle domande che mi poni per questa intervista che ci dà risalto e visibilità’. Le
chiavi del nostro successo ritengo possano essere dovute innanzitutto alla oggettiva bellezza della struttura, un Centro all’avanguardia nel nostro Paese, ma soprattutto ai contenuti davvero di
spessore delle nostre attività, un’offerta diversificata atta a soddisfare le esigenze di tutte le tipologie di clientela.
D) Che obie)vi vi siete da per la stagione 2014/2015?
R) Il nostro obiettivo per la stagione 2014/2015 è cercare di incrementare ancora il numero degli
iscritti fino al raggiungimento della fatidica soglia di 4000.
D) Ci puoi spiegare in poche parole a quale mercato rivolgete la vostra offerta e quali sono le strategie e
le linee di azione per raggiungere gli obie)vi che hai descri o?
R) Come accennato prima la nostra offerta è indirizzata a tutte le fasce sociali con un’attenzione
particolare all’aspetto benessere nella sua massima espressione. Vivere bene e vivere al meglio
è il nostro motto.
D) La crisi economica, una bes a nera per tu) con cui fare i con o un’opportunità per fare andare
avan i più professionali e i più capaci?
R) Certamente una bestia nera soprattutto in una città come Terni, che è tra quelle più colpite
dalla crisi a causa delle note vicende che hanno coinvolto la più grande azienda della città dalla
quale trova sostentamento ed economia la quasi totalità della popolazione. In questo contesto
così precario però la professionalità e la migliore preparazione possono fare la differenza tra noi
e le nostre concorrenti. L’essere al passo con i tempi, aggiornarsi in funzione dei notevoli cambiamenti del mondo del fitness ed assecondarne le dinamiche rappresenta un fattore di successo
determinante.
D) All’inaugurazione abbiamo potuto apprezzare che è stata alles ta una bella sala per lo Striding® a
tes monianza dell’importanza che all’interno del Centro avete voluto dare a questa disciplina. Del resto
anche tu incominci ad essere conosciuto all’interno della nostra comunità non solo in Umbria. Cosa ha
avvicinato allo Striding® in maniera così importante?
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Il Centro Spor vo
R) Considerando come l’evoluzione del fitness vada nella direzione dell’attività di tipo funzionale,
ossia verso i reali movimenti che l’uomo svolge durante la sua quotidianità, e considerando che
anche lo Striding® abbia in qualche maniera cercato un approccio di questo tipo ecco il mio desiderio di sposare questo progetto che riporta un po’ alle origini dell’uomo ed al suo primo approccio con il movimento ossia “camminare”. Lo Striding® pone attenzione al gesto tecnico corretto
del camminare ed ai benefici sia fisici che mentali che questa disciplina ricerca ed è in grado di
sviluppare miglioramenti a livello cardiovascolare, respiratorio, posturale. La camminata insomma
è la nostra vera natura chiunque è in grado di farla e noi assecondiamo questa necessità ricercando equilibrio tra mente e corpo.
D) Pensi che lo Striding® possa avere un ruolo importante per la crescita del fitness in Umbria magari in
sinergia con altre discipline?
R) Ritengo di sì, se anche nelle altre discipline ci sarà uno studio attendo alla biomeccanica dei
movimenti ed ai reali benefici che l’attività potrà apportare allora si potrà esserci una crescita anche di altre attività.
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Dalla parte dell’anima
Autostima
(dal capitolo "Che cos'è l'autostima" estratto dal libro Le chiavi dell'autostima di Annalaura Boldorini e Pietro Spagnulo)
Il termine "autostima" contende con i termini "ansia" e "depressione" il primato dell'uso comune in campo psicologico.Non c'è essere umano che non abbia citato qualche volta la sua propria autostima o quella degli altri.Quante volte abbiamo detto o sentito dire che qualcuno ha
"scarsa autostima"?Quanti libri e corsi ci sono in giro che promettono di aumentare l'autostima?
Ebbene, il termine "autostima", per quanto apparentemente ovvio, può avere molti significati, e può riferirsi ad un gran numero di differenti aspetti di se stessi e a tanti differenti problemi.
Molti pensano che l'autostima sia come una specie di organo che può essere poco o molto
sviluppato. E quindi si ritiene comunemente che ci siano persone che ne sono poco dotate e persone che ne sono più dotate, oppure che ci si possa allenare, più o meno come ci si allena in palestra, ad aumentare la massa muscolare dell’autostima. Ma le cose non stanno così. L’autostima non è grande o piccola, non vi sono problemi di scarsa autostima o problemi di eccesso di
autostima.
L’autostima può essere sana o distorta.
Quando l’autostima è sana, le persone sono in pace con se stesse e con gli altri. Non si
sentono continuamente sopraffatte, né, all’opposto, tentano continuamente di sopraffare. Si assumono la responsabilità delle proprie scelte e sono realiste e, al tempo stesso, fiduciose nelle
proprie possibilità. Si mettono in gioco volentieri se si tratta di impegni compatibili con i propri valori ed i propri obiettivi. Accettano le proprie emozioni come una componente fondamentale della
vita e sono determinate a modificare quegli aspetti della realtà che possono essere modificati.
Se invece l’autostima è distorta, si verificano due possibili atteggiamenti:
Atteggiamento rinunciatario
L’atteggiamento rinunciatario è molto diffuso, ed è quello che dà l’idea che ci si trovi di
fronte a "scarsa" autostima. Molte persone che soffrono di questo problema sembrano non
volersi bene, sembrano non stimarsi abbastanza. Ogni piccolo impegno sembra un problema insormontabile e gli altri vengono considerati sempre più bravi, più sicuri, più capaci,
più fortunati. La distorsione consiste nel fatto che l’atteggiamento esteriore è docile e remissivo, ma interiormente le persone rinunciatarie sono terribilmente arrabbiate con gli altri e con il mondo.
Atteggiamento competitivo
L’atteggiamento competitivo consiste in un esteriore eccesso di sicurezza che sconfina
con l’arroganza e con il disprezzo degli altri. L’atteggiamento competitivo ha la funzione di
dimostrare a se stessi e agli altri di essere validi, capaci, autorevoli, potenti, intelligenti, ma
la dimostrazione non è mai definitiva ed i sentimenti di insicurezza sono sempre a portata
di mano. Inoltre, l’atteggiamento competitivo produce due effetti molto negativi. Il primo
effetto è che gli altri tendono a sviluppare sentimenti negativi verso chi ha questo proble
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Dalla parte dell’anima
ma perché si sentono svalutati, disprezzati, non ascoltati, e quindi spesso si sentono a
disagio e fondamentalmente arrabbiati con la persona competitiva. Il secondo effetto negativo è che nel tentare di dare costantemente dimostrazioni del proprio valore, queste
persone spesso non si godono gli aspetti belli della vita. Ad esempio, se mangio una mela
per dimostrare qualcosa, perdo il sapore della mela.
In entrambi i casi, come possiamo vedere, l’autostima non è semplicemente aumentata o diminuita, ma profondamente distorta. Nel caso dell’atteggiamento rinunciatario, la distorsione consiste nella
passività rabbiosa, invece, nel caso dell’atteggiamento
competitivo, la distorsione consiste nell’aggressività insicura. Molte persone, infatti, sembrano passare da un
atteggiamento rinunciatario ad un atteggiamento competitivo e viceversa, a seconda delle circostanze e del
contesto.
Per questa ragione, molti libri sull’autostima e molti corsi professionali si occupano di autostima insegnando
innanzitutto a non essere inutilmente aggressivi o passivi, in altri termini, insegnano ad essere assertivi.
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Gestire lo stress 15 strategie per vivere meglio
(per l’articolo si ringrazia il Dr. Enrico Parpaglione)
La frenesia della vita odierna, i problemi da affrontare sul lavoro e nelle relazioni possono alimentare in noi stress e tensione. Possiamo allora chiederci, come superare lo stress? La
terapia cognitivo comportamentale propone una serie di strategie validate scientificamente che
ci possono aiutare a ridurre lo stress e a prevenire l'insorgere di ansia e depressione.
1) Attività fisica - Svolgere attività fisica in modo regolare e moderato, magari in
compagnia di altre persone può esserci di aiuto nel ridurre lo stress.
2) Alimentazione - Una corretta alimentazione ci aiuta a mantenere uno stato di benessere psicofisico e ci rende quindi più forti quando dobbiamo fronteggiare situazioni stressanti.
3) Rilassamento - Lo stress modifica il nostro modo di respirare e rende i nostri
muscoli tesi. Grazie alle tecniche di rilassamento potremo imparare a riconoscere questo stato
di tensione e a ridurlo nel giro di pochi minuti.
4) Gestione del tempo - Ci sentiamo stressati perchè ci sembra di dover fare troppe cose? Il nostro problema potrebbe essere causato da una scorretta gestione del tempo.
L'apprendimento di abilità di gestione del tempo ci potrà aiutare a ridurre lo stress.
5) Abilità di pianificazione/organizzazione - Essere in grado di stabilire obiettivi
specifici e realistici e pianificare come raggiungerli può essere di grande aiuto per ridurre lo
stress. Al contempo non bisogna cadere nella trappola di una pianificazione eccessiva, questo
ci porterebbe a provare ansia e frustrazione ogni volta che il nostro programma non può essere
rispettato.
6) Ammorbidire le convinzioni - Forse pensiamo di dover far sempre tutto alla perfezione e di non dover sbagliare mai? Queste e altre convinzioni potrebbero essere la causa
del nostro stato di stress.
7) Problem Solving e Decision Making - Se di fronte ai problemi siamo spesso indecisi, siamo poco propensi a prenderci rischi o al contrario tendiamo a decidere con impulsività,potrebbero tornarci utili le strategie di problem solving e decision making.
8) Modificare il dialogo interno - A volte la causa di stress risiede più nel nostro
modo di parlarci che nelle situazioni esterne. Se tendiamo a ripeterci spesso frasi negative o
ansiogene diventa importante lavorare sul nostro dialogo interno per crearne uno più costruttivo.
9) Imparare tecniche di meditazione - Le tecniche di meditazione vengono da tempo
utilizzate in terapia cognitivo comportamentale. La ricerca scientifica ha infatti dimostrato che
possono essere un ottimo strumento per imparare a modulare la propria emotività.
10) Praticare la consapevolezza - Significa diventare consapevoli anche delle piccole
cose che facciamo, come camminare, osservare, parlare, muoversi, stirare, lavare i piatti ecc.
Questa pratica ci aiuta a ridurre lo stress vivendo il momento presente e apprezzando ogni
esperienza che la vita ci propone.
11) Imparare tecniche di defusione - Si tratta dell’abilità di diventare spettatori dei
propri pensieri, emozioni e sensazioni (Il termine defusione (dall'inglese defusion) significa sottrarsi all'influenza del linguaggio ed esplorare un evento nella sua semplice realtà percettiva/
sensoriale ndr).
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Dalla parte dell’anima
12) Lavorare sulla propria autostima - In alcuni casi la vita diventa stressante perchè tendiamo a svalorizzare ogni nostro risultato e ci focalizziamo esclusivamente sugli aspetti
negativi. Lavorare sull’autostima potrebbe essere indicato in questi casi.
13) Adottare uno stile relazionale assertivo - Si tratta di imparare a mediare con gli
altri e ad affermare i propri bisogni, ma anche ad ascoltare quelli delle altre persone. Diventare
più assertivi permette di ridurre in larga parte lo stress legato ai conflitti relazionali.
14) Apprendere dal proprio corpo - Ogni emozione è associata a sensazioni corporee che interessano aree specifiche del corpo, lo stesso dicasi per i blocchi emotivi. E’ possibile
imparare a conoscersi anche sotto questi aspetti e modulare il proprio stato di attivazione emotiva.
15) Fermarsi a ridefinire i valori Crescendo, assimiliamo i valori di chi ci circonda
fino a raggiungere l’adolescenza e iniziare ad accettare o rifiutare certi valori come parte di ciò
che siamo o estranei al nostro essere. Invece di accettare semplicemente quei valori instillati in
noi da genitori, insegnanti e dalla società, dobbiamo fermarci, guardare dentro di noi, stabilire i
nostri valori e applicarli alle nostre esistenze.
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Altri percorsi del corpo e della mente
Idroterapia: guarire con l’acqua (di Simona Oberhammer)
Ridurre inestetismi quali la cellulite, migliorare la circolazione, favorire il dimagrimento, rassodare i tessuti e rendere la pelle splendente sono alcuni tra i graditi effetti dell'idroterapia, una
metodica semplice ed efficace che può essere inserita nel programma di igiene quotidiana.
Il nostro organismo è costituito principalmente da acqua e proprio dall'acqua possiamo trarre
energia, salute, bellezza e vitalità.
Come ben sappiamo, se assunta internamente l'acqua è un valido mezzo per disintossicare e
ripulire l'organismo dalle scorie, stimolare il metabolismo e reidratare le cellule. Moltissimi, ma
meno conosciuti, sono i benefici dell'utilizzo dell'acqua per via esterna. Tale metodologia, che
prende il nome di idroterapia, viene ampiamente utilizzata dalla naturopatia, la scienza che utilizza unicamente mezzi naturali per guarire il corpo.
Molte sono le sue applicazioni. L'idroterapia aiuta a dimagrire, a sconfiggere la cellulite, a risolvere problemi ginecologici, a migliorare la circolazione. Agisce inoltre con effetti rilassanti o tonificanti.
È un metodo di cura naturale facile e innocuo, così semplice da poter rientrare nel programma
quotidiano della nostra igiene personale.
Cos'è l'idroterapia
Una bioterapia antica
Metodologia antichissima, l'idroterapia utilizza l'acqua a scopo terapeutico, sia calda che fredda.
Le pratiche idroterapiche sono svariate. Quasi tutte possono essere eseguite con facilità a casa.
I benefici dell'idroterapia
I suoi principi sono molto semplici.
Quando lo stimolo termico dell'acqua è applicato caldo i vasi sanguigni superficiali si dilatano, la
circolazione aumenta, favorendo il drenaggio delle tossine e delle scorie verso l'esterno. L'effetto
sul sistema nervoso è rilassante, stress e tensioni sono alleviati.
Quando lo stimolo è freddo i vasi sanguigni si contraggono, la circolazione si velocizza, aumentando l'ossigenazione e favorendo un effetto depurativo ancora più profondo. L'azione tonificante
e rinvigorente carica l'organismo di nuove energie. Anche il sistema nervoso, contrariamente a
quanto si potrebbe pensare, è sedato.
Molto utilizzato in idroterapia è anche l'abbinamento dei due stimoli, caldo e freddo, che determinano una sorta di ginnastica organica a livello del sistema circolatorio: vene e capillari si rafforzano.
Possiamo quindi affermare che l'idroterapia agisce come un vero e proprio farmaco ed è indicata
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Altri percorsi del corpo e della mente
per moltissimi disturbi. Quasi tutte le malattie traggono beneficio dalle applicazioni idroterapiche,
se effettuate con le corrette modalità e con costanza. L'idroterapia può essere applicata a tutti, a
persone sane o malate. È infatti indicata per coloro che sono in salute, come misura preventiva e
per i malati, come intervento terapeutico.
L'idroterapia in pratica
Una bioterapia facile
L'idroterapia è una terapia facile ed efficace che non utilizza tecniche laboriose o apparecchiature
complesse: per questo può essere facilmente inserita nel programma quotidiano di igiene personale. Conoscere le pratiche idroterapiche è quindi un'opportunità utilissima per aiutare se stessi e
autogestirsi nei piccoli disturbi di ogni giorno.
Ma quali sono le pratiche idroterapiche?
Ecco la descrizione delle più semplici, ma non meno efficaci, da utilizzare subito a casa.
La doccia. Moderno strumento di igiene, compare molto frequentemente tra le 160 tecniche idroterapeutiche ideate dal naturopata tedesco Sebastian Kneipp, padre della moderna idroterapia.
La doccia utilizzata è quella a "telefono", non con il getto proveniente dall'alto, perché solo così si
può passare l'acqua sul corpo con gradualità. Dopo una doccia calda, con l'acqua fredda si bagna il piede destro (la parte più lontana dal cuore) e si risale lungo la gamba destra. Quindi si ripete la stessa operazione sul lato sinistro. Poi tocca alla mano e al braccio destro. Dopo aver ripetuto il passaggio sul lato sinistro si bagnano l'addome, il petto e, per ultimi, la schiena e il viso.
La doccia, dovrebbe essere preceduta da una frizionatura di tutto il corpo.
Il periodo estivo può aiutare a fare amicizia con l'acqua fredda, ricordandosi sempre che lo stimolo va applicato per tempi molto brevi.
La spugnatura. Dolce e delicata, è consigliata ad ogni età. Si utilizza una pezzuola di spugna o di cotone da immergere in una bacinella di acqua fredda. Si strizza e si passa su tutto il
corpo seguendo lo schema indicato per la doccia. Le spugnature sono anche un valido trattamento rassodante per il seno, basterà procedere eseguendo movimenti ad "8", senza dimenticare la zona decolletè.
All'acqua della spugnatura possono essere addizionati estratti di piante.
La doccia facciale. Con il telefono della doccia, oppure semplicemente con una spugna, si
irrora il viso con acqua fredda, insistendo sui punti più rilassati. Questa terapia è utile per tonificare i tessuti e favorire l'irrorazione sanguigna, prevenendo così le rughe. Da tale terapia traggono
giovamento anche le pelli impure e acneiche perché vengono purificate.
L'abluzione degli occhi. Sul lavandino, con le mani a coppa, si raccoglie acqua fredda che
viene irrorata sugli occhi chiusi, per almeno 15 volte. Al termine si avvertirà un senso di benessere e freschezza.
Questa pratica idroterapica è utile per alleviare la stanchezza visiva tipica di chi passa tante ore
al computer, ma anche in caso di congiuntiviti, secchezza oculare, irritazioni.
È controindicata invece in caso di sinusite.
I bagni. Il bagno per eccellenza è quello di mare. È quindi il caso di approfittarne: nuotare
ma fare anche lunghe passeggiate nell'acqua, ottime per curare la cellulite.
Anche la sola e semplice azione di calpestare l'acqua sul bagnasciuga diventa un'efficace idroterapia in grado di migliorare la circolazione e scaricare tensioni.
In casa si può beneficiare dell'effetto terapeutico dei bagni aggiungendo all'acqua erbe e aromi
naturali.
Il pediluvio. Effettuato con l'acqua calda è rilassante e particolarmente adatto prima di dormire, per conciliare il sonno.
In caso di raffreddori o congestioni catarrali alle vie respiratorie è molto benefico se fatto con acqua caldissima e polvere di senape. I risultati non si faranno attendere.
L'idroterapia alternata. È una terapia validissima per eliminare gonfiori e pesantezza alle
gambe.
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Altri percorsi del corpo e della mente
Si utilizzano due bacinelle, una con l'acqua fredda e una con l'acqua calda. Si immergono i piedi
prima nell'acqua calda e poi nell'acqua fredda. Per più volte. I tempi di immersione in acqua fredda devono essere più brevi rispetto a quelli in acqua calda.
Lo stesso procedimento può essere utilizzato lungo tutta la gamba, alternando getti di acqua calda e fredda, eseguiti con il telefono della doccia.
Questa idroterapia è molto utile per irrobustire vene e capillari, dare compattezza alla pelle, stimolare la circolazione e contrastare la formazione di smagliature.
Pronto soccorso idroterapeutico
Avvertenze importanti
Il corpo deve essere ben caldo prima di qualsiasi applicazione fredda. Può essere riscaldato con
una frizionatura della pelle, con l'esercizio fisico o con l'acqua calda.
Le pratiche idroterapiche vanno effettuate lontano dai pasti. Il momento ideale per bagni e spugnature fredde è la mattina appena alzati.
Per le donne, durante il periodo mestruale, è consigliabile la sospensione dell’acqua fredda.
Ansia e nervosismo: bagni tiepidi con aggiunta di melissa, camomilla e tiglio; docce alternate.
Cellulite: spugnature e docce fredde precedute da una frizionatura di tutto il corpo, insistendo sui punti colpiti.
Disturbi della circolazione: bagni alternati alle mani e ai piedi; spugnature fredde la mattina.
Disturbi del ciclo mestruale: in caso di dolori fare un pediluvio alternato. Applicare anche
una borsa d'acqua calda sulla zona lombo-sacrale.
Gambe gonfie: pediluvi alternati, docce e spugnature alternate alle gambe. Quando possibile camminare a piedi scalzi sul bagnasciuga del mare.
Mal di testa: docce fredde ai piedi della durata di un minuto.
Occhi stanchi: abluzioni di acqua fredda sugli occhi e sulle tempie.
Problemi della pelle (dermatiti, eczemi, acne, irritazioni): spugnature fredde; aggiungere
nella bacinella di acqua 2-3 cucchiai di aceto di mele e qualche goccia di olio essenziale di limone.
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