villa raby, un contenitore stimolante di formazione e cultura

anno XXV
numero 4
aprile 2014
TORINO
MEDICA
comunicazione
informazione
formazione
LA RIVISTA DELL’ORDINE DEI MEDICI CHIRURGHI E ODONTOIATRI DELLA PROVINCIA DI TORINO
VILLA RABY,
UN CONTENITORE
STIMOLANTE
DI FORMAZIONE
E CULTURA
Si moltiplicano le
iniziative e le strutture
per dare risposte
sempre più adeguate alle
esigenze degli iscritti
for Healthcare
siamo una società di comunicazione integrata,
siamo specializzati nel campo della comunicazione sanitaria,
lo siamo da oltre vent’anni... e questi sono alcuni dei nostri numeri
Edi tori a s p Ecial is tica
Oltre 80.000 riviste di settore pubblicate ogni mese
Torino Medica, Andi Piemonte, Farmauniti News, Farmacia Amica, ANAAO Informa, Suso News,
Dalla Parte dell’Infermiere, Nursing Up, il Monitore Medico, Rivista dell’Ordine dei Farmacisti
della Provincia di Torino
congrEs s i Ed EvEnti
Segreteria organizzativa - Immagine coordinata
Gestione tecnica - Ufficio stampa
Congresso Europeo di Urologia 2010
(live surgery da 6 sale operatorie ripresa e trasmissione in HD)
Convegno Internazionale di Endoscopia
(live surgery ripresa, trasmissione e proiezione in 3D)
Congresso Nazionale AIG, Convegno 30 anni dei Consultori del Piemonte,
Congresso Airo Piemonte e Valle d’Aosta, Congresso Nazionale di Radioprotezione,
Convegno la PET in Oncologia, Congresso regionale AIC,
Convention Farmauniti, Convention Farmacia Amica.
v i dEo-produzionE
Produzione e post-produzione video professionale
Filmati istituzionali per ASO San Lugi di Orbassano, Ospedale San Giovanni Battista - Molinette,
Centro Antidoping, Dental School, Istituto Zooprofilattico, Centro Fisio Lingotto,
Gruppo Examina, Centro Ustioni, IRCC Candiolo,
Assessorato alla Salute Regione Piemonte, San Raffaele Turro.
grafica & s tampa , w E b & n Ew mE dia
Città della Salute, SIU, Ordine dei Medici di Torino, CPO Piemonte, Federfarma Piemonte,
Farmauniti, ANAAO, Irmet, LARC, Gruppo Examina, Centro Antidoping, Fondazione
Ustioni, ANDI, Centro Malattie Rare, Federfarma Liguria, AMOS, ASL To1,To2, To3,
To4, To5, Asl CN1, CN2, Asl No, Asl VCO, Asl VC, Asl BI, AO Santa Croce e Carle,
Clinica Pinna Pintor, Azienda Ospedaliera Mauriziano.
uffi ci o s tampa
Irmet, CIMO, Ordine dei Farmacisti, Federfarma Piemonte, ANDI, SIMM
dallo studio professionale all’azienda ospedaliera, la comunicazione sanitaria è il nostro mestiere
www.sgi.to.it [email protected]
Via Pomaro, 3 - Torino Tel. 011.359908, fax 011.3290679
Sommario
La Rivista è inviata a tutti gli iscritti all’Ordine dei Medici Chirurghi
e degli Odontoiatri di Torino e provincia e a tutti i Consiglieri degli Ordini d’Italia.
numero 4
aprile 2014
anno XXV
numero 4
aprile 2014
torino
medica
comunicazione
informazione
formazione
la rivista dell’ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia di torino
VILLA RABY,
UN CONTENITORE
STIMOLANTE
DI FORMAZIONE
E CULTURA
Si moltiplicano le
iniziative e le strutture
per dare risposte
sempre più adeguate alle
esigenze degli iscritti
“La sede dell’Ordine
(nella foto di copertina
il cortile con la
“Carrozzeria” sullo
sfondo”) sta diventando
anche un polo di
attrazione formativo,
culturale, artistico e
sociale per Torino e la
sua provincia. La sua rete
di associazioni di malati
e volontari, ad esempio,
promuove “Voltare
Pagina”: una rassegna
culturale di successo
aperta al pubblico che
è un appuntamento
con arte e letteratura
per trattare temi legati
alla malattia e alla
disabilità, ma soprattutto
un’occasione di dibattito
e confronto tra medici,
cittadini e associazioni.”
Direzione, Redazione,
Corso Francia 8
10143 Torino
Tel. 011 58151.11 r.a.
Fax 011 505323
[email protected]
www.omceo.to.it
Presidente
Amedeo Bianco
Vice Presidente
Guido GIUSTETTO
Segretario
Ivana GARIONE
4
8
10
12
14
16
19
21
23
24
Tesoriere
Guido REGIS
Consiglieri
Domenico BERTERO
Tiziana BORSATTI
Emilio CHIODO
Riccardo DELLAVALLE
Ezio GHIGO
Anna Rita LEONCAVALLO
Elsa MARGARIA
Aldo MOZZONE
prima pagina
Editoriale
Villa Raby dell’ordine,
Un contenitore stimolante
Mario Nejrotti
prima pagina
Tribuna
Torna “Voltare pagina”
Rosa Revellino
Parliamo di odontostomatologia
”Emergenza traumi dentali”
Nicola Ferraro
Il dedalo
Tumori: prima causa di
morte negli adolescenti
Nicola Ferraro
Pierpaolo Berra
Lo stetoscopio
Il carcere come luogo di
cura
Nicola Ferraro
Silvana Patrito
Fondazione FARO:
trent’anni di assistenza e
solidarietà
Alessandro Valle
Chi fa cosa
25
27
28
32
38
40
42
Novità su test HIV rapido su
saliva all’ASL TO2
Nicola Ferraro
Silvana Patrito
46
Impiantato alle Molinette
monitor cardiaco iniettabile
Nicola Ferraro
Pierpaolo Berra
50
Referti online degli esami di
laboratorio
Nicola Ferraro
Silvana Patrito
Alessandro Comandore nuovo
Presidente dell’Accademia di
Medicina di Torino
Nicola Ferraro
Renato TURRA
Roberto VENESIA
Rosella ZERBI
Patrizia BIANCUCCI (Od.)
Gianluigi D’AGOSTINO (Od.)
Bartolomeo GRIFFA (Od.)
Commissione Odontoiatri
Gianluigi D’AGOSTINO
Presidente
Patrizia BIANCUCCI
Claudio BRUCCO
52
60
Bartolomeo GRIFFA
Paolo ROSATO
Revisori dei Conti
Riccardo FALCETTA
Presidente
Carlo FRANCO
Angelica SALVADORI
Vincenzo MACRÌ Supplente
Salute
In salute e in malattia, in
ricchezza e in povertà
Chiara Rivetti
Cultura
San Valentino: festa degli
innamorati... della cultura
Nicola Ferraro
Considerazioni sulla “scienza
che sbaglia”
Prof. Davide Shiffer
La ricerca
in Provincia
La vitamina D: effetti e
speranze
Silvia Gambotto
Le nostre radici
SUNI: una giovane torinese
di 63 anni
Gaetano Marino
In memoria di Francesco
Gorgerino
Adriano Ramello
Dai congressi
“Medicina e violenza contro
le donne”
Nicola Ferraro
Pierpaolo Berra
Più medicina tropicale per
l’Italia di oggi e del futuro?
Nicola Ferraro
Silvana Patrito
Spirituralità e malattia: il
progetto “Stanze del silenzio”
Nicola Ferraro
Pierpaolo Berra
RUBRICHE
I servizi dell’Ordine
Comunicati
Corsi e congressi
in pillole
CONGRESSI
TORINO MEDICA
Direttore:
Amedeo Bianco
Direttore responsabile:
Mario Nejrotti
Caporedattore:
Nicola Ferraro
Aut. del Tribunale di Torino
n. 793 del 12-01-1953
Concessionaria esclusiva di pubblicità: SGI Srl Via Pomaro 3-10136 Torino Tel. 011 359908 / 3290702 - Fax 011 3290679 - e-mail: [email protected] - www.sgi.to.it
Grafica e Design SGI Srl
Stampa La Terra Promessa Onlus NOVARA
Chiuso in redazione il 24 aprile 2014
APRILE 2014
3
prima pagina
Editoriale
VILLA RABY DE
UN CONTENITOR
a cura di
Mario Nejrotti
LA SEDE ORDINISTICA
La sede dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Torino è ormai operativa da oltre un anno.
Altre volte abbiamo parlato della bellezza architettonica del “Villino Raby”,
dell’architetto Pietro Fenoglio, in Corso Francia 8. Un edificio così armonioso
che il FAI l’ha inserito l’anno scorso tra i monumenti offerti alla visita del
pubblico.
Il “Villino Raby” è stato fortemente voluto come sede comune di tutti i medici e gli odontoiatri dagli stessi iscritti dell’Ordine.
Essi hanno spronato con i loro voti assembleari i Consigli Direttivi, che si sono
succeduti in questi ultimi anni, a portare a termine questa opera, nonostante
tutte le difficoltà incontrate sulla strada.
Anche la bellezza di questo edificio e la sua funzione politica di “luogo della
professione e della memoria” hanno motivato l’Esecutivo, il Consiglio e, su
loro mandato, le Commissioni e la struttura di Comunicazione a sviluppare
un percorso che facesse crescere e dilatare gli orizzonti culturali da offrire
agli iscritti.
La funzione istituzionale dell’Ordine è certamente quella di essere garante,
come organo sussidiario dello Stato, verso la società e i cittadini che la compongono, della qualità e dell’etica della professione del medico e dell’odontoiatra.
ARIA NUOVA
È altrettanto importante, però, che l’istituzione sia attenta ai cambiamenti
e ai progressi culturali, alla ricerca in senso lato, alle problematiche ed alla
evoluzione sociale, aprendosi a nuovi orizzonti.
Questo è stato certo un merito degli ultimi Consigli Direttivi, ma un forte impulso è venuto dal 2011 dalla particolare attrazione che esercita questo edificio e dalla sua potenzialità di accoglienza per tutti i professionisti, ma anche
per altri mondi, che in qualche modo interagiscono con la salute dei cittadini.
Infatti, mentre si continuano a ricercare stimoli e contenuti specifici della
nostra professione, comunicandoli attraverso le pagine, cartacee e virtuali di
Torino Medica o attraverso i numerosi momenti formativi accreditati, di argomento deontologico, giuridico e tecnico, si fa strada la necessità di aprirsi
ancora di più alla società civile e ai suoi rappresentanti.
Molte iniziative vanno in una direzione insieme complementare e pioneristica.
4
APRILE 2014
ELL’ORDINE,
RE STIMOLANTE
Ne citeremo solo alcune a titolo di esempio.
Il “Network delle Associazioni”, che vuole creare
una rete di informazione e di mutuo aiuto tra le
molteplici Associazioni che si occupano dei malati e della loro assistenza e di solidarietà, a livello
nazionale e internazionale.
L’iniziativa “Voltare Pagina” in collaborazione
con il Circolo dei Lettori, progetto culturale per
parlare di disabilità e fragilità, attraverso presentazione e discussione di libri, documentari, sistemi diversi di comunicazione, che ne facciano
comprendere più a fondo ai professionisti, ma
anche ai cittadini e ai media, le problematiche e
il significato.
Iniziative di comunicazione e informazione come
gli articoli, le interviste e i filmati di Torino Medica e di Torinomedica.com, anche raggruppati
in sezioni come “Oltre il Giardino” “Cultura”
“Medicina e Scienze Umane”, quest’ultimo in
collaborazione con il Gruppo di Ricerca REMEDIA, mirano ad esplorare aspetti diversi della
cultura della salute, che sta espandendo in modo
sorprendente i suoi confini.
Ultimamente, su stimolo e in accordo con l’Esecutivo, è apparso sulla nostra testata un inserto,
in collaborazione con l’AMSI (Associazione Medici Scrittori Italiani) e il Centro Pannunzio, che
con il suo provocatorio titolo: “La Cultura è Salute” vuole discutere su quale sarà un possibile
e realistico futuro per la Sanità italiana.
u
APRILE 2014
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prima pagina
Editoriale
UN FUTURO AUSPICABILE
“Per tutelare la
salute in senso
lato e quindi dare
corpo al dettato
costituzionale, gli
operatori sanitari
non sono sufficienti,
nonostante tutti
i loro sforzi, ed
occorre immaginare
una sinergia ben
più vasta all’interno
della società”.
Essa non potrà occuparsi solo della cura delle malattie, della loro prevenzione e del rapporto con
il singolo malato, pure pilastri della sua funzione
sociale.
Nei prossimi anni si chiederà sempre di più alla
Sanità italiana di inserirsi nel contesto culturale e
civile, per contribuire fattivamente a scoprire, favorire e sviluppare tutti quei processi che possono
migliorare il benessere globale dei cittadini.
L’Articolo 32 della nostra Costituzione recita:
“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività…”
È intuivo che per tutelare la salute in senso lato
e quindi dare corpo al dettato costituzionale, gli
operatori sanitari non sono sufficienti, nonostante tutti i loro sforzi, ed occorre immaginare una
sinergia ben più vasta all’interno della società.
Ma è proprio la connaturata sensibilità per il “bi-
A sinistra: Un momento della presentazione
del libro di Gaia Rayneri “Pulce non c’è”, una
dolorosa e paradossale vicenda legata all’autismo,
tenutasi l’11 giugno scorso nella Sala Consiglio.
È stata la prima manifestazione culturale a Villa
Raby e il primo incontro della rassegna “Voltare
Pagina”
A destra: Il filosofo prof. Maurizio Ferraris,
ripreso durante il primo corso ECM organizzato
dall’Ordine il 9 ottobre scorso
6
APRILE 2014
sogno salute” di tutti i professionisti della Sanità,
che potrà aiutare tutti gli altri attori e soggetti
politici a filtrare il loro operato e le loro decisioni
attraverso una visione più generale di salute che
comprenda la famiglia, l’abitazione, la scuola, il
lavoro, la cultura, l’ambiente in cui viviamo e uno
sviluppo economico armonico e sostenibile della
società.
L’Ordine, come già in passato, ha spesso riunito
tutti gli operatori della sanità per decisioni politiche e organizzative a tutela della salute dei
cittadini.
Da questo nucleo operativo forte può ora nascere un movimento culturale nuovo, che coinvolga
progressivamente altri settori con l’obbiettivo di
contribuire al benessere di tutti: la piena operatività di Villa Raby, con le sue sale di studio,
riunione e convegno ha il grande merito di poter offrire spazi e strumenti per la crescita di una
“cultura della salute e per la salute”. ¢
pet
adulti e bambini
Le sedute
PET THERAPY
è un termine inglese
che indica attività di cura e di sostegno con l'ausilio degli animali da
compagnia.
Il servizio di pet therapy si rivolge ad
adulti e bambini con difficoltà motorie, del linguaggio e relazionali con
un approccio medico e riabilitativo:
+ Ambito Psicologico
+ Ambito Psichiatrico
+ Ambito Motorio-Riabilitativo
• sono individuali di 40-50 minuti
• si realizzano con un cane certificato
dal punto di vista sanitario dal Dipartimento di Scienze Veterinarie dell'Università di Torino, dall'IZSTO e dal
medico veterinario comportamentalista UAM
• si realizzano in stretta collaborazione
fra l'equipe terapeutica del paziente
e gli specialisti dell’associazione UAM
• sono strutturate su obiettivi personalizzati ed individualizzati
...ama la famiglia
Artemio Brusa
APRILE 2014
[email protected]
7
prima pagina
Tribuna
TORNA
“VOLTARE PAGINA”
Rosa Revellino
Pagine tra cultura e medicina
I Mercoledì dell’OMCeO di Torino
Dopo il successo e la partecipazione di pubblico del 2013 è ripartita la rassegna letteraria
organizzata dall’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Torino (OMCeO Torino) in collaborazione con il Circolo dei Lettori.
Un appuntamento con arte e letteratura che trattano temi legati alla malattia e alla disabilità,
ma soprattutto un occasione di dibattito e confronto tra medici, cittadini e associazioni. La
Rassegna infatti è curata dalla Commissione dell’OMCeO che coordina la rete di associazioni
di malati e di volontari attive sul territorio e che da tre anni lavorano in sinergia con l’Ordine
per diffondere una nuova cultura sulla malattia.
Si tratta di un progetto di network della solidarietà voluto da Amedeo Bianco, Presidente
dell’Ordine dei Medici di Torino e della Federazione Nazionale degli Ordini d’Italia
(FNOMCeO).
“Il ruolo delle associazioni è di certo fondamentale per la nostra professione: una realtà
che ha bisogno di conoscere da vicino i problemi vconcreti, i disagi e le difficoltà di chi si
trova quotidianamente in un corpo a corpo con la malattia”- afferma il Presidente Bianco.
Con questo dialogo aperto tra Ordine, cittadini, medici e associazioni si arricchisce e si
allarga, anche da un punto di vista culturale, anche il concetto di cura e di assistenza,
supportato dall’idea di una medicina sempre più a contatto, e sempre meno distante”.
E nei mercoledì dell’OMCeO di Torino, letteratura e arte si fanno occasione concreta di
incontro su questioni cruciali per la Medicina, la Sanita, la cultura e più in generale per la
società: cosa significa, ad esempio, “seguire”un ragazzino autistico? Esiste ancora uno stigma
legato alla malattia? O anche, come si può voltare pagina dopo una diagnosi di leucemia e
come il silenzio dei bambini sordi può essere affrontato dalle famiglie? C’è ancora una pagina
da voltare quando purtroppo ci si trova immobilizzati dalla testa ai piedi per uno sfortunato
tuffo in acqua?
Questi e molti altri i temi in calendario da marzo a giugno 2014 per gli appuntamenti che si
terranno a Villa Raby sede dell’Ordine dei Medici-in corso Francia 8 a Torino.
Un’iniziativa unica nel suo genere – afferma Ivana Garione, Segretario dell’OMCeO di Torinoche porta avanti l’idea di una medicina che si fa carico a 360° delle persone assistite in un
rapporto di vicinanza e di ascolto che va ben oltre la semplice cura della malattia.
8
APRILE 2014
Voltare Pagina
Pagine tra cultura e medicina
Mercoledì 19 marzo 2014 18.00-19.30
Luce Mia di Lucio Viglierchio.
Un particolare di
rilievo artistico della
“Carrozzeria” di Villa
Raby dove, dall’ottobre
scorso, si tengono eventi
culturali e di formazione.
Un’aula destinata alla
formazione, ed centro
congressi da oltre
200 posti al piano
interrato, stanno per
essere ultimate e si
aggiungeranno a questa
struttura.
Un documentario per fare della leucemia un nuova luce...mia
(Questo primo appuntamento ha avuto grande successo di pubblico)
Mercoledì 9 aprile 2014 18.00-19.30
Sia fatta la mia volontà di Marina Sozzi
Vivere senza dolore, morire con dignità è un diritto.
(Mentre stiamo facendo la rivista il secondo appuntamento non si è ancora tenuto: i
segnali raccolti durante il lavoro di preparazione dell’evento sono però molto positivi e ci
permettono di pronosticare un secondo successo di pubblico)
Mercoledì 7 maggio 2014 18.00-19.30
La Voce Silenziosa a cura di FIADDA (Famiglie Italiane Associate per la Difesa
dei Diritti degli Audiolesi)
La sordità infantile tra passato, presente e futuro
Mercoledì 28 maggio 2014 18.00-19.30
Lia Govers e una storia di guarigione.
Lo psichiatra mi inseguiva a piedi per le strade di Torino…
Mercoledì 18 giugno 2014 18.00-19.30
Sirena. Mezzo pesante in movimento di Barbara Garlaschelli
Io che vivo sopra un altro pianeta di Carlo M.Sartoris
La vita è un imprevedibile tragitto, durante il quale, ogni uomo dovrebbe perseguire il
suo sogno...
Prima l’acqua, poi lo schianto, poi il dolore. Poi di nuovo acqua...
Villa Raby Corso Francia 8-Torino
Progetto culturale ideato e curato da Rosa Revellino: Responsabile Comunicazione
Istituzionale dell’OMCeO Torino – [email protected]
A cura di Luisa Mondo e della Commissione Associazioni di Malati e Volontari
dell’ OMCeO della provincia di Torino
APRILE 2014
9
Discutendo di odontostomatologia
Questo il titolo del primo corso nazionale interdisciplinare tenutosi
sabato 8 marzo 2014 al Centro Congressi Lingotto di Torino,
nell’ambito del Sido International Spring Meeting.
Riservato a pediatri, medici di medicina generale e dell’emergenza ed
organizzato dalla Società Italiana di Odontoiatria Forense (SIOF) con
la Società Italiana di Ortodonzia (SIDO), è stato patrocinato dall’Ordine
dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia della provincia di Torino.
L’idea di partenza, quindi il concetto principale del corso intorno al
quale ha ruotato questo evento formativo, è che il soccorso alla vittima
di un trauma dentale è un’evenienza frequente, molto più frequente di
quanto le apparenze possano far immaginare. Il primo intervento deve
essere fatto quindi nel rispetto delle linee guida emanate dal Ministero
della Salute, senza dimenticare che le lesioni dentali, a prescindere
dall’età del soggetto, possono essere conseguenza di incidenti e di
azioni violente di ogni tipo. Molto spesso l’operatore sanitario chiamato
ad intervenire è sprovvisto di una formazione specifica, tanto da
condizionare la prognosi dei traumi dentali, di per sé fortemente
dipendente dal tempo intercorso tra l’evento traumatico e l’inizio del
trattamento appropriato.
Al termine del corso sono stati consegnati a ciascun partecipante due
poster (70x100 cm) in italiano e in inglese, riguardanti le norme da
tenere in caso di lesioni traumatiche dentali.
Nicola Ferraro
UN’OCCASIONE DI INCONTRO E CONFRONTO
La Tavola Rotonda conclusiva, coordinata da
Patrizia Biancucci, medico ortodontista e membro del Consiglio dell’Ordine di Torino, ha visto
l’intervento delle competenze più svariate data
l’interdisciplinarietà del tema: le implicazioni
infatti sono mediche, assicurative, sociali e giuridiche (sia penali che civili).
Un primo richiamo alla scarsa conoscenza
dell’argomento è stato fatto, in apertura di dibattito da Alberto Laino, citando i casi di due
bambini che hanno perso un dente durante
il gioco. Nel primo caso il dente recuperato è
stato immediatamente portato dal dentista,
nell’altro solamente molte ore dopo con un
esito terapeutico ed assicurativo ben diverso!
Ai numerosi interrogativi scaturiti nel corso
del dibattito ha risposto l’odontoiatra forense
Chantal Milani fornendo anche una panoramica legale del problema.
Su aspetti penali e processuali si sono invece
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APRILE 2014
soffermati Fernanda Deniso, vice questore aggiunto e il capitano dei Carabinieri Biagio Carillo, in rappresentanza delle Forze dell’Ordine.
Bullismo, maltrattamenti domestici, violenza
sulle donne sono occasioni frequenti di traumi
oro-facciali, troppo spesso contrabbandati dalle persone offese come effetto di “cadute dalle
scale” e troppo di frequente confinati nella cerchia familiare e sottaciuti dalle stesse vittime.
Molto forte nel corso della Tavola il richiamo
ad una coscienza individuale e sociale ancora
inadeguata alla gravità del problema, al punto
che la “sorella” Ammina Rivolta, insegnante
della Croce Rossa, ha auspicato una più vasta
informazione preventiva a livello scolastico.
Il presidente nazionale AIO Pierluigi Delogu si
è compiaciuto a sua volta per l’interesse sollevato sul problema dal dibattito citando la sua
Associazione come “alleata della prevenzione”
e caldeggiando l’istituzione di un “Registro dei
traumi” già esistente in Paesi del Nord Europa.
“EMERGENZA
TRAUMI DENTALI”
EMERGENZA DENTALE E SSN
L’annosa questione dell’assistenza odontoiatrica pubblica è stata richiamata da una pediatra nel caso di persone vittime di un trauma
maxillo-facciale con interessamento dei denti. Il
direttore della Dental School di Torino, Stefano
Carossa e il coordinatore dell’equipe multidisciplinare che accoglie e cura i pazienti vittime di
traumi dentali, Elio Berutti, nei loro interventi
hanno ricordato che, anche se il SSN provvede
agli aspetti maxillo-facciali ma non per le cure
odontoiatriche, in casi di emergenza l’accesso
alle cure è diretto e senza ticket.
UNA SINTESI… FORMATIVA
Quale sintesi del dibattito, il richiamo ad una
maggior informazione e formazione sul tema
(di cui l’Ordine di Torino si sta facendo carico
come Provider nazionale): due elementi assolutamente indispensabili per promuovere una
vera “cultura” sanitaria anche e soprattutto
nel campo forse un po’ sottovalutato dei traumi dentali.
VIDEOINTERVISTE ON LINE
Sul portale dell’Ordine www.videomedica.org si
possono scaricare ben nove interviste, a cura
di Patrizia Biancucci, ai massimi esponenti
dell’Ortodonzia italiana convenuti a Torino per
l’evento congressuale nazionale. Per accedere
basta digitare nello spazio di ricerca in alto a
destra nell’homepage la parola. “SIDO”.
Sulla Tavola Rotonda è invece scaricabile un’intervista alla d.ssa Biancucci. Per accedere basta digitare nello spazio di ricerca in alto a destra nell’homepage la parola: “TRAUMI DENTALI”. ¢
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11
Il dedalo
I tumori sono la prima causa di morte per malattia tra gli adolescenti e i giovani adulti.
Il 14 Febbraio scorso, in occasione della XII
Giornata Mondiale contro il cancro infantile,
a Torino presso il Museo Nazionale dell’Automobile “Avv. Giovanni Agnelli” si è tenuto
un convegno per fare il punto sugli interventi
necessari affinché adolescenti e giovani adulti
malati di tumore possano guarire di più e guarire meglio.
All’evento hanno partecipato: Medici e genitori, tramite AIEOP (Associazione Italiana
Ematologia Oncologica Pediatrica), FIAGOP
(Federazione Italiana Associazioni Genitori Oncoematologia Pediatrica), con la collaborazione
di AIOM (Associazione Italiana di Oncologia
Medica) e SIE (Società Italiana di Ematologia).
Negli ultimi anni sono aumentati in Italia in
modo significativo i casi di tumore in quella fascia di età e purtroppo i risultati delle cure, per
la maggior parte delle neoplasie, sono inferiori a quelli registrati tra i bambini. Tra le cause
principali il possibile ritardo diagnostico (l’intervallo medio tra l’insorgenza dei sintomi e la
diagnosi è di circa tre volte superiore a quello
dei bambini), frequentemente imputabile al
fatto che gli adolescenti celano o minimizzano
i disturbi iniziali e la difficoltà di accesso degli
adolescenti a centri di riferimento e a protocolli
terapeutici dedicati, non essendo ben definiti i
limiti di età per l’attribuzione ai centri pediatrici
e a quelli degli adulti.
Al convegno, rivolto agli addetti ai lavori, al
pubblico ed alla comunità tutta, hanno partecipato oncoematologi pediatri e dell’adulto,
psicologi, insegnanti, associazioni, rappresentanti delle Istituzioni.
UN PATOLOGIA TRA ONCOLOGIA PEDIATRICA E DELL’ADULTO
“I tumori degli adolescenti (15-19 anni) e dei
giovani adulti (19-24 anni) sono un evento
raro, circa l’1% di tutti i tumori maligni (in
Italia 800 nuovi casi/anno negli adolescenti e
1.300/casi anno nei giovani adulti) - afferma
Franca Fagioli, Direttore della S.C. Oncoematologia pediatrica e Centro Trapianti dell’A.O.U.
Città della Salute e della Scienza di Torino - ma
rappresentano la prima causa di decesso per
malattia, seconda causa dopo gli incidenti”.
In questa fascia di età si è osservato, negli ultimi anni, un miglioramento della probabilità di
guarigione meno significativo rispetto a quello
registrato nei bambini.
Adolescenti e giovani adulti si trovano in una
“terra di confine” tra l’oncologia pediatrica e
quella dell’adulto, che spesso diventa una “ter-
12
APRILE 2014
ra di nessuno”, in quanto non sono ancora ben
definiti i limiti di età per l’accesso ai centri di
cura e l’arruolamento in protocolli clinici specifici.
“Per quanto riguarda la Regione Piemonte aggiunge Raffaella Ferraris, Funzionario Direzione Sanità dell’Assessorato alla Tutela della
Salute e Sanità della Regione Piemonte - dal
dicembre 2004 è stata istituita la prima Rete
di Oncologia e Oncoematologia Pediatrica, per
la presa in carico dei pazienti con diagnosi di
neoplasia fino ai 18 anni e per garantire la continuità delle cure fino al termine del trattamento; diversa e non omogenea è la situazione in
altre regioni”.
Franco Sarchioni, presidente dell’UGI (Unione
Genitori Italiani contro il tumore dei bambini)
sottolinea: “Adolescenti e giovani adulti presentano aspetti e bisogni complessi e peculiari,
legati all’insorgenza della malattia neoplastica
durante una delicata crescita fisica, psicologica
e sociale e necessitano di un approccio globale,
multispecialistico, dedicato”. ¢
ADOLESCENTI IN CURA PER TUMORE:
LA SCUOLA CONTINUA
Oncoematologia Pediatrica di Torino
In Oncoematologia, alla fine del 2013, 16 studenti sono
risultati iscritti alla secondaria di II grado:
• classe prima: 9 studenti (3 ragazze + 6 ragazzi) di
cui uno straniero
• classe seconda: 1 studente (ragazza)
• classe terza: 4 studenti (2 ragazze + 2 ragazzi) di cui
uno straniero
• classe quarta: 2 studenti (2 ragazzi)
Per quanto riguarda i precedenti quattro anni:
• nel 2009/2010 41 studenti
• nel 2010/2011 39 studenti
• nel 2011/2012 46 studenti
• nel 2012/2013 26 studenti
Da tre anni la scuola è entrata nel circuito dei progetti
europei; oltre all’assistente Comenius esiste un parternariato Comenius con altre quattro scuole ospedaliere (Cracovia, Londra, Dublino e Reykjavik); il tema del progetto
è la sostenibilità ambientale, la sua durata è biennale. I
docenti delle cinque scuole partner ruotano e svolgono
attività di docenza nelle altre scuole.
TUMORI: PRIMA
CAUSA DI MORTE
NEGLI ADOLESCENTI
Nicola Ferraro
Pierpaolo Berra
Ufficio Stampa
Azienda ospedaliera
Citta della Salute
e della Scienza di
Torino
Da due anni la scuola partecipa ad un concorso europeo di traduzione denominato Juvenes Translatores.
Lo scorso anno un nostro ex studente, paziente dell’oncologia, ha
avuto una menzione. Per ogni edizione è stato prodotto un video: il
comitato scientifico del progetto ha chiesto che il video presentato
quest’anno possa essere trasmesso a Bruxelles in occasione della
premiazione.
Da due anni esiste un progetto e-twinning (gemellaggio) con altre
scuole ospedaliere europee.
Inoltre sono in fase di progetto un parternariato con la Turchia per
il 2015 e una collaborazione con le scuole ospedaliere di Caracas e
Città del Messico.
La normativa, di riferimento per la scuola ospedaliera, è la
seguente:
• Circ. Min. n. 353 del 7 agosto 1998 (Il servizio scolastico nelle
strutture ospedaliere)
• Circ. Min. n. 43 del 26 febbraio 2001 (Tutela dei diritti alla
salute, al gioco, all’istruzione ...)
estensione alle scuole secondarie di secondo grado
• Circ. Min. n. 60 del 6 luglio 2012 (Scuola in ospedale e
istruzione domiciliare)
Scuola dell’Infanzia
+ Scuola Primaria
Scuola secondaria
di primo grado
Scuola secondaria
di secondo grado
Istituto Comprensivo Istituto Comprensivo
“Vittorino da Feltre” “Peyron – Re
Umberto”
(Scuola Polo
Regionale per la
scuola ospedaliera del
Piemonte)
I.T.S.S.E.
“Levi – Arduino”
12 docenti così
suddivisi:
7 docenti a tempo
pieno
1 docente +
5 docenti a tempo
1 docente di religione parziale
a tempo parziale
14 docenti così
suddivisi:
10 docenti a tempo
pieno
4 docenti a tempo
parziale
Scuola dell’Infanzia
2 docenti così
suddivisi:
Scuola Primaria
8 docenti così
suddivisi:
7 docenti +
1 docente di religione
a tempo parziale
Totale 10 docenti
Totale 12 docenti
1 Assistente
Comenius
proveniente dalla
Germania (marzo –
giugno 2014)
(docente pagato dalla
Comunità Europea)
Totale 15 docenti
APRILE 2014
13
Lo stetoscopio
IL CARCERE COME
LUOGO DI CURA
“ARCOBALENO”:
da vent’anni in lotta
contro le dipendenze
Compie vent’anni di attività la Comunità Terapeutica “Arcobaleno” ASL TO
2 per tossicodipendenti, attiva all’interno del Padiglione E della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno come percorso terapeutico-riabilitativo per detenuti con dipendenza da sostanze stupefacenti, alcool o comportamenti.
Il Dipartimento Dipendenze 1 ASL TO 2, diretto da Emanuele Bignamini,
ha festeggiato la ricorrenza il 10 dicembre scorso con un seminario che
organizzato presso la Casa Circondariale Lorusso e Cutugno di Torino, per
riflettere su questa esperienza e le sue prospettive.
“Arcobaleno” nasce formalmente nel 1993, nell’ambito di un progetto della Direzione del Carcere delle “Vallette” e dal 2009 è gestita dal Dipartimento Dipendenze 1 dell’ASL TO2, in seguito al trasferimento di tutte la funzioni sanitarie dal Ministero della Giustizia al Servizio Sanitario Nazionale.
“La Comunità Terapeutica Arcobaleno gode di un particolare regolamento penitenziario definito ‘a custodia attenuata’, che si propone di creare
un contesto che consenta di conciliare i bisogni della cura con le esigenze
della sicurezza – spiega il Dott. Enrico Teta, Responsabile SerD-Area Penale
dell’ASL TO 2 – La sicurezza viene assicurata attraverso modalità che non
interferiscono con la prevalente finalità terapeutico-riabilitativa della struttura e la stessa relazione fra il personale di Polizia Penitenziaria e i pazienti/
detenuti assume una connotazione qualitativamente diversa, in sintonia con
gli obiettivi terapeutici”.
“I programmi terapeutico-riabilitativi della Comunità Arcobaleno, proposti ai detenuti che volontariamente vogliano intraprendere una cura, sono
gestiti dal Dipartimento Dipendenze attraverso un gruppo multidisciplinare
composto da psicologi, educatori, assistenti sociali, medici e infermieri –
spiega Emanuele Bignamini, Direttore Dipartimento Dipendenze 1 dell’ASL
TO 2 – in stretta collaborazione con la Direzione del Carcere, la Polizia
Penitenziaria e l’Ufficio Educatori del Ministero della Giustizia”.
“Arcobaleno – aggiunge il dottor Bignamini- dispone di 90 posti letto per
il settore maschile e 10 per quello femminile. Nei vent’anni di attività di Arcobaleno oltre 2.500 detenuti tossicodipendenti sono passati attraverso la
struttura– e circa i due terzi di essi hanno avuto un andamento favorevole,
con conclusione del programma all’interno oppure proseguimento all’esterno, in misura alternativa o in libertà”.
14
APRILE 2014
LA SITUAZIONE A LIVELLO NAZIONALE
In Italia, secondo i dati del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, alla rilevazione puntuale del 31 dicembre 2012 la popolazione detenuta tossicodipendente era di 15.663 soggetti,
pari al 23,8% del totale dei soggetti ristretti in
carcere (65.701 soggetti). Alla medesima data
in Piemonte i tossicodipendenti ristretti erano
1.140, pari al 22,8% dei detenuti presenti nelle
carceri piemontesi (4.997 soggetti).
Considerando i molti casi che sfuggono alla diagnosi, soprattutto tra i dipendenti da alcool, è
verosimile che almeno un detenuto su quattro
presenti una patologia da dipendenza.
“I tossicodipendenti detenuti presentano un profilo clinico sociale più complesso di quelli seguiti
nei servizi specialistici esterni, con un consumo di
alcool e droghe più grave, frequente poliassunzione di sostanze, maggiore carico di problematiche
mediche, infettive e psichiatriche, tasso di disoccupazione più alto, provenienza da aree di emarginazione sociale – precisa il dott. Enrico Teta– per
questa ragione gli interventi terapeutico-riabilitativi devono essere adeguati alla complessità dei
problemi da affrontare, per poter interrompere
il ciclo dipendenza-azioni criminose-detenzionericaduta. Per il successo del programma terapeutico è essenziale, al momento del ritorno in libertà, garantire continuità al trattamento da parte
dei Servizi territoriali e supportare il reinserimento
sociale perciò particolare importanza riveste il
collegamento con le agenzie esterne, per gestire
le necessità sanitarie e sociali del soggetto, con il
coinvolgimento di tutti gli attori sociali”.
Nicola Ferraro
Silvana Patrito
Ufficio Stampa
ASL TO2
Nei vent’anni di attività di
Arcobaleno oltre 2.500 detenuti
tossicodipendenti sono passati
attraverso la struttura– e circa
i due terzi di essi hanno avuto
un andamento favorevole, con
conclusione del programma
all’interno oppure proseguimento
all’esterno, in misura alternativa
o in libertà”.
Secondo quanto riportato da alcune ricerche
internazionali, all’uscita dal carcere, in assenza
di un trattamento specifico, oltre il 50% dei
soggetti con una storia di Disturbo da Uso di
Sostanze, ha una ricaduta entro un mese dal
rilascio.
Questo dimostra l’inefficacia del solo strumento
repressivo per contrastare la diffusione dell’uso
di sostanze stupefacenti e la necessità di favorire l’accesso ai programmi terapeutici di tutti
coloro che presentino una simile problematica
nonché la necessità di predisporre servizi sanitari
efficienti, anche all’interno degli istituti penitenziari, capaci di intercettare questi bisogni di cura
e dare risposte terapeutiche appropriate.
I PROGRAMMI TERAPEUTICO-RIABILITATIVI
DELLA STRUTTURA A CUSTODIA ATTENUATA “ARCOBALENO”
“Aliante”, che rappresenta simbolicamente e
concretamente un ponte verso i progetti di cura
e reinserimento sociale esterni, propone programmi flessibili, individualizzati in relazione alle
specifiche necessità, destinati a soggetti che verosimilmente rimarranno in carcere per un arco
temporale non superiore ad un anno e mezzo;
“Arcobaleno”, che costituisce un programma
terapeutico di tipo comunitario, attuato all’interno del carcere, destinato a soggetti per i quali
si prevede una permanenza nell’Istituto di 2-3
anni, con l’obiettivo di attivare un cambiamento
complessivo della persona. Il programma terapeutico è attuato con interventi individuali e di
gruppo e si basa sull’elaborazione della singola
storia di vita, per favorire il superamento della
dipendenza da sostanze e la scelta di uno stile di
vita alternativo a quello deviante. ¢
MARZO 2014
15
Lo stetoscopio
FONDAZIONE FARO:
TRENT’ANNI DI ASSISTENZA
E SOLIDARIETÀ
Alessandro Valle
Responsabile sanitario
Fondazione FARO - Torino
Accade spesso che gli operatori della FARO condividano esperienze ed
aneddoti anche lontani nel tempo ma ben presenti nella memoria di
ognuno; tuttavia, non sempre si ha modo di riflettere su quanto la Fondazione FARO ha significato e significa per la cittadinanza e per noi.
Ripercorrere insieme questi trent’anni di lavoro al fianco delle famiglie
può forse essere un’opportunità per comprendere meglio il presente e
progettare adeguatamente il futuro.
Negli anni ‘80 le prospettive dei pazienti oncologici in fase avanzata dimessi dagli ospedali erano a dir poco tragiche. La persona malata, fino a
poco tempo prima circondata da fior di professionisti ospedalieri, rischiava seriamente di non trovare un’assistenza dedicata che potesse lenire
le sofferenze determinate da una malattia inarrestabile. Il problema, da
tempo affrontato efficacemente in alcuni Paesi stranieri, come il Regno
Unito, era del tutto irrisolto in Italia e quindi anche nella realtà territoriale
torinese. Già nel 1983 alcuni oncologi dell’Ospedale S. Giovanni Antica
Sede di Torino, tra cui il prof. Calciati ed il dottor Bertetto, ben consapevoli della drammaticità del problema, avevano costituito la Fondazione
FARO con l’obiettivo di assistere a casa i malati non più curabili con
terapie antineoplastiche specifiche. Le buone intenzioni, la disponibilità
degli operatori ed il riconoscimento della Regione Piemonte, avvenuto
nel 1985, non erano però sufficienti per iniziare l’attività assistenziale
vera e propria in assenza della “materia prima”: i finanziamenti. Soltanto
nel novembre 1989, grazie ad un’elargizione ricevuta dal prof. Calciati
dopo un intervento radiofonico su un’emittente locale, la Fondazione
poté finalmente prestare assistenza al suo primo paziente. Il gruppo di
professionisti, sparuto ma già allora completo nel suo organigramma
(medico, infermiere, psicologo, fisioterapista), si mise al lavoro con l’entusiasmo e l’intraprendenza di chi “sceglie” di dedicarsi ad un’attività
del tutto innovativa.
16
APRILE 2014
Nel 1983 alcuni oncologi
dell’Ospedale S. Giovanni Antica Sede
di Torino, tra cui il prof. Calciati ed
il dottor Bertetto, costituirono la
Fondazione FARO con l’obiettivo di
assistere a casa i malati non più
curabili con terapie antineoplastiche
specifiche. Le buone intenzioni,
la disponibilità degli operatori ed
il riconoscimento della Regione
Piemonte, non erano però sufficienti
per iniziare l’attività assistenziale
vera e propria.
GLI INIZI
L’HOSPICE
Le difficoltà iniziali non furono trascurabili, in quanto si trattò di sgretolare gradualmente sospetti e “certezze” infondate. Parlare di cure palliative e di morfina in quegli anni significava mettere in allarme non soltanto
le famiglie ma anche gli stessi addetti ai lavori. Ciò nonostante, i nostri
caparbi pionieri superarono brillantemente i momenti più difficili, consapevoli dell’importanza del servizio offerto e gratificati dalla puntuale
riconoscenza delle famiglie.
Negli anni successivi si riconobbe la necessità di rinforzare i rapporti di
collaborazione con il Servizio Sanitario Nazionale ed in particolare con
il medico di famiglia. Progressivamente vennero stipulate convenzioni
formali con le ASL e nel 1995 venne fondata la Delegazione Valli di
Lanzo. Al 1998 risale la definizione di un protocollo d’intesa con il 118,
finalizzato a garantire le gestione delle emergenze nelle ore notturne. In
seguito sono stati perfezionati rapporti convenzionali anche con l’Ospedale Gradenigo, l’Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza
di Torino, l’IRCCS di Candiolo, ove i medici FARO svolgono un’attività di
consulenza. Dal lontano 1989 il nostro servizio di cure palliative domiciliari ha assistito a casa più di 20.000 ammalati; dai dodici pazienti del
1989 si è passati ad una media annuale di circa 800-1000.
Mentre il servizio domiciliare si radicava sempre più nel territorio, incominciò a maturare in noi la consapevolezza frustrante di non riuscire ad
assistere a casa tutte le famiglie che avremmo voluto, in genere per l’assenza dei requisiti ambientali di minima (mancanza di un familiare di riferimento, oppure familiare di riferimento presente ma a sua volta anziano
e malato...); alcune assistenze si concludevano in un reparto ospedaliero
di degenza per patologie acute, altre non iniziavano neppure. Si pensò
quindi alla realizzazione di un reparto che potesse accogliere i pazienti
non curabili a casa: l’hospice.
Ci voleva un colpo di fortuna, che effettivamente arrivò: l’occasione imperdibile giunse proprio
dall’Azienda Sanitaria Ospedaliera S. Giovanni
Battista di Torino, che ci porse su un piatto d’argento la possibilità di gestire nell’Ospedale S.
Vito un reparto appena ristrutturato e pronto
all’uso. E così nacque nel 2001 l’Hospice FARO
“Sergio Sugliano”, in cui abbiamo assistito sinora più di 2.400 pazienti.
Tuttavia, il numero di camere dell’hospice (14,
tutte singole) si dimostrò ben presto insufficiente per soddisfare tempestivamente i bisogni
della cittadinanza; questa constatazione indusse
la Fondazione FARO a cimentarsi in una nuova
avventura che sfociò, nel 2012, nell’apertura al
pubblico del secondo hospice, l’Hospice FARO
“Ida Bocca”, sempre nell’Ospedale S. Vito. La
nuova struttura, dotata di venti camere singole, ha consentito un significativo abbattimento
dell’imbarazzante lista d’attesa, evidentemente
inaccettabile in un contesto di cure palliative.
Come noto, le cure palliative devono fornire
una risposta non soltanto ai bisogni fisici degli
ammalati, ma anche a quelli psicologici, sociali
e spirituali dell’intero nucleo familiare. In alcune famiglie con spiccate caratteristiche di “fragilità” (isolamento sociale, presenza di minori,
familiari con patologia psichiatrica attuale o
pregressa...) il supporto psico-sociale offerto dal
nostro servizio di cure palliative rischiava di essere tardivo a causa della gravità dell’ammalato
e della prognosi infausta a breve termine.
u
APRILE 2014
17
Lo stetoscopio
IL “PROGETTO PROTEZIONE FAMIGLIA”
Pertanto, nel 2002 prese avvio un altro progetto, denominato “Progetto Protezione Famiglia”,
grazie al quale sono stati creati gruppi di lavoro multiprofessionali nei principali ospedali della Provincia, in grado di riconoscere precocemente gli elementi di fragilità e di agire tempestivamente
con programmi di supporto psico-sociale costruiti su misura. Una delle peculiarità del “Progetto
Protezione Famiglia” consiste nel garantire il servizio non solo alle famiglie di ammalati a cattiva
prognosi, ma anche a quelle in cui il paziente può realisticamente guarire: in quest’ultimo caso
l’appropriatezza dell’intervento è giustificata dalla complessità e dalla durata delle cure, in grado di
destabilizzare ulteriormente situazioni ambientali già “a rischio”. A tutt’oggi più di 2000 famiglie
sono state assistite con interventi psico-sociali personalizzati, che hanno suscitato l’interesse di altri
centri ospedalieri e territoriali.
LA PALLIAZIONE OLTRE L’ONCOLOGIA
Infine, giova ricordare che l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda da tempo l’attivazione dei servizi di cure palliative per tutti i pazienti alla fine della vita, indipendentemente dalla
patologia che li affligge. La Fondazione FARO, pur non dimenticando il proprio “DNA” oncologico (ben riconoscibile nello stesso acronimo: Fondazione Assistenza Ricerca Oncologica) ha dovuto
attrezzarsi di conseguenza. Dopo adeguata formazione dell’équipe professionale e dei volontari,
il servizio di cure palliative domiciliari ed in hospice è stato esteso ai pazienti affetti da malattie
neurologiche degenerative, cirrosi epatica, insufficienza renale e AIDS in fase avanzata, sempre nel
rispetto dei criteri prognostici previsti dalla normativa regionale. Ma il nostro interesse per le cure
palliative non oncologiche non si esaurisce certo qui: l’obiettivo futuro (che speriamo prossimo…) è
di poter attivare i nostri servizi anche nel caso di altre patologie cronico-degenerative, come quelle
cardiologiche e polmonari non oncologiche.
Probabilmente ho rubato troppo tempo all’attenzione del lettore, ma mentre scrivevo ho rivissuto
fatti e provato emozioni che forse soltanto una narrazione di questo tipo può evocare: volti di
persone che non ci sono più, di Colleghi che nel tempo hanno operato scelte professionali diverse
ma a cui va comunque il nostro ringraziamento per aver contribuito alla crescita della Fondazione,
testimonianze di affetto e, perché no, anche episodi spiacevoli, sul momento sconfortanti ma molto
utili per “crescere”. Fondamentale è stato ed è il contributo dei nostri sostenitori e dei volontari,
questi ultimi confluiti nell’“Associazione Amici della FARO”: la loro disponibilità e vivacità intellettuale costituiscono un motore inesauribile per le attività istituzionali della Fondazione.
Credo però che il nostro più sentito ringraziamento vada proprio alle famiglie assistite, che hanno
contribuito alla nostra maturazione personale e professionale con indimenticabili lezioni di vita, sorprendendoci quotidianamente per la capacità di sopportare la sofferenza con straordinaria dignità.
Dobbiamo a loro l’impegno a proseguire con la spinta motivazionale, la dedizione e l’unità di intenti
che hanno sempre animato il nostro lavoro in Fondazione, dalle origini ai giorni nostri. ¢
18
APRILE 2014
Chi fa cosa
NOVITÀ SU TEST HIV
RAPIDO SU SALIVA
ALL’ASL TO2
Nicola Ferraro
Silvana Patrito
Ufficio Stampa ASL
TO2
Da gennaio i medici di
Medicina Generale del
Distretto Circoscrizione
5 della ASL TO 2 possono
effettuare, agli assistiti
che ne facciano richiesta,
il test rapido HIV su
essudato gengivale.
L’iniziativa, già
sperimentata in
precedenza con una
equipe medica del
Distretto Circoscrizione
4, vede ora coinvolti, per
l’intero anno 2014, tutti
gli 89 Medici di famiglia
dei quartieri Vallette,
Lucento, Madonna di
Campagna e Borgo
Vittoria.
Il progetto si deve
alla collaborazione
tra gli Infettivologi
dell’Ospedale Amedeo di
Savoia, il Laboratorio di
Microbiologia e Virologia,
i Direttori dei Distretti
ASL TO 2 e i Medici di
Medicina Generale.
Nella foto, il virus dell’HIV
SIGNIFICATO DELL’INIZIATIVA
“L’introduzione di un test a risposta rapida per
identificare gli anticorpi anti HIV negli ambulatori
dei Medici di famiglia è un’arma in più per diagnosticare nuove infezioni – spiega Giancarlo Orofino,
Infettivologo dell’Amedeo di Savoia e referente del
progetto – soprattutto in soggetti inconsapevoli,
sia del proprio stato sierologico rispetto alla infezione da HIV sia del rischio in cui sono incorsi, e
avviarli tempestivamente al centro di cura specialistico dell’ASL TO 2”.
“Abbiamo riscontrato ampio interesse e
disponibilità tra i Medici di famiglia sin dalla presentazione del progetto – precisa Carlo Romano,
Direttore Distretto Circoscrizione 5 ASL TO 2 – per
cui ci attendiamo un utilizzo massivo del test rapido
salivare, che viene proposto a uomini e donne in
una fascia d’età tra i 18 e i 65 anni o comunque
sessualmente attivi, afferenti all’ambulatorio del
medico di famiglia, individuati come soggetti a rischio a causa di esposizioni, o per segni e sintomi
sentinella per patologie HIV correlate, oppure che
ne facciano spontanea richiesta sulla base dell’invito del medico”.
u
APRILE 2014
19
Chi fa cosa
I RISULTATI DELL’ATTIVITÀ PRECEDENTE
IL NUOVO TEST
I risultati dell’attività sperimentale precedentemente svolta per un anno
nel Distretto Circoscrizione 4, da un’equipe di 14 Medici di famiglia, con
259 test rapidi somministrati e una diagnosi di sieropositività, confermata
dal Centro regionale di riferimento dell’Amedeo di Savoia, ha evidenziato
l’utilità di inserire la richiesta del test HIV nella pratica clinica: “La nostra
esperienza pilota ha sancito l’importanza di questa attività, per la quale i
Medici di Medicina Generale vengono appositamente formati sia sull’infezione da HIV sia sull’utilizzo del test rapido – commenta il Dott. Edoardo
Tegani, Direttore Distretto Circoscrizione 4 ASL TO 2 – con l’individuazione
di un caso di positività confermata, a rischio per esposizione, che grazie alla
diagnosi precoce ora è in buona salute, rientrato al lavoro e in terapia antiretrovirale altamente attiva presso l’Amedeo di Savoia”.
Il test su essudato gengivale fornito ai Medici di famiglia dalla ASL TO 2 è
il medesimo utilizzato anche nella sede ospedaliera dell’Amedeo di Savoia,
consolidato quanto ad ottima accettabilità da parte degli utenti ed elevata
sensibilità e specificità.
“ Per primi in Piemonte esattamente due anni fa abbiamo introdotto questa
nuova metodica per rendere più accessibile, in termini di minore invasività, il
test alle persone che lo richiedono- spiega Valeria Ghisetti, Direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Amedeo di Savoia - il test salivare
rappresenta un piccolo capolavoro di bioingegneria, miniaturizzata, in grado
di catturare gli anticorpi presenti nella saliva attraverso un supporto solido simile ad un abbassalingua, che viene semplicemente appoggiato sulle
gengive del richiedente e in soli venti minuti fornisce il risultato, con elevati
livelli di sensibilità”. “Tutti i risultati reattivi al test rapido salivare vengono
ricontrollati con il test di riferimento su sangue – prosegue la Dott.ssa Ghisetti - secondo la metodica standard per fornire il risultato definitivo. Il test
salivare è un test di Terza generazione che va limitato alle persone esposte a
un evento a rischio antecedente di almenotre mesi, mentre il prelievo ematico può essere effettuato già entro 30 giorni dall’ipotetico contagio”.
Il test che il Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Amedeo di Savoia utilizza per la risposta
rapida su sangue è un test di quarta generazione che ricerca oltre agli anticorpi anti HIV anche
l’antigene p 24 del virus, presente nelle prime
fasi dell’infezione.
Il test è fondamentale nella diagnosi precoce
dell’infezione da HIV: un suo utilizzo in sedi alternative a quelle ospedaliere è il primo passo verso
un modello efficace e riproducibile di prevenzione, che potrà essere allargato ad un maggior
numero di medici di Medicina Generale e agli
specialisti ambulatoriali. ¢
LA SITUAZIONE DELL’HIV IN ITALIA E IN PIEMONTE
In Italia sono circa 4.000 l’anno i nuovi casi di infezione da HIV, con un flusso
pressoché stabilizzato negli ultimi anni, ma circa il 40-50 % riguarda persone
che giunge alla diagnosi in fase già avanzata di malattia (AIDS): tendenza
confermata anche nella nostra regione dal monitoraggio del SEREMI (ASL
AL), soprattutto tra coloro che riferiscono rapporti eterosessuali non protetti
come modalità di acquisizione dell’infezione.
Nell’anno 2012 in Piemonte le nuove diagnosi di infezione da HIV sono state
in totale 261, le diagnosi di malattia (AIDS) 42.
All’Amedeo di Savoia, centro di riferimento regionale per le malattie infettive
e il più attrezzato presidio ospedaliero del Piemonte per la cura e l’assistenza
dei malati di AIDS, nell’anno 2013 sono stati effettuati 15461 test HIV, di cui
2.530 (pari al 16,5% del totale) a risposta rapida entro un’ora dal ricevimento del campione (sia su sangue sia su saliva).
I soggetti risultati positivi in totale al test HIV sono stati 276 (1.8%), nel 77%
dei casi di sesso maschile e per lo più appartenenti alla fascia di età dai 30
ai 50 anni.
I soggetti positivi al test a risposta rapida sia salivare che su sangue sono stati
54, pari all’2.1% del totale dei test eseguiti.
20
APRILE 2014
Chi fa cosa
IMPIANTATO
ALLE MOLINETTE
MONITOR CARDIACO
INIETTABILE
Nicola Ferraro
Pierpaolo Berra
Ufficio Stampa
Città della Salute e
della Scienza
di Torino
Presso la Cardiologia universitaria dell’Ospedale Molinette della Città della
Salute e della Scienza di Torino è stato iniettato sottocute un monitor cardiaco
miniaturizzato. Molto più piccolo di una batteria “ministilo”, è in grado di
monitorare la funzionalità cardiaca per tre anni. Si chiama Reveal LINQ, e
permette la trasmissione dei dati a distanza (telemedicina) migliorando alcuni
aspetti diagnostici di patologie quali la sincope e la fibrillazione atriale.
L’innovativo sistema, che ha da poco ottenuto l’autorizzazione CE, è stato
impiantato su due malati affetti da sincope e sospetta fibrillazione atriale
silente. “Con una speciale siringa abbiamo iniettato in pochi minuti il
dispositivo appena sotto la pelle del paziente, nella parte pettorale sinistra,
attraverso una piccola incisione inferiore ad un centimetro.” spiega il
professor Fiorenzo Gaita, Direttore del reparto di Cardiologia Universitaria
dell’ospedale Molinette di Torino.
APRILE 2014
21
Chi fa cosa
IL SISTEMA REVEAL LINQ NELLA FIBRILLAZIONE ATRIALE
Il sistema comprende anche un innovativo monitor esterno di telemedicina che, posizionato presso l’abitazione del paziente, trasmette i dati diagnostici direttamente all’ospedale, utilizzando la tecnologia
cellulare per la telefonia mobile globale.
”Tutta l’attività cardiaca del paziente sarà quindi registrata per i prossimi tre anni, proprio come una
perfetta “microspia” che, attraverso il sistema esterno di telemedicina, farà pervenire i dati diagnostici
da casa in ospedale.” prosegue Gaita. “Il dispositivo, oltre a confermare con precisione la diagnosi
di sospetta fibrillazione atriale, è di grande aiuto nel valutare l’efficacia della strategia terapeutica
adottata, sia essa di tipo farmacologico o di tipo interventistico con l’ablazione transcatetere.” Aggiunge il professor Gaita: “La fibrillazione atriale è la causa di un terzo degli ictus ed i pazienti affetti
presentano un rischio di ictus cinque volte maggiore nonché un aumento del rischio di scompenso cardiaco e di morte cardiaca improvvisa rispetto a chi non ne soffre. Un nostro studio, appena
pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology, dimostra che non solo la fibrillazione
atriale è causa di ictus, ma che è anche responsabile di eventi ischemici cerebrali silenti, che causano
una ridotta capacità cognitiva dei pazienti con fibrillazione atriale rispetto a quelli con ritmo sinusale”.
L’innovativo sistema utilizzato alle Molinette, che prevede un monitor mininvasivo di piccolissime dimensioni e di grande efficacia che viene iniettato sottocute in pochi minuti con estrema semplicità
e blanda anestesia locale. Il paziente non subisce alcuna restrizione alle proprie attività quotidiane
e l’attività cardiaca registrata mostra quindi dati relativi alla vita reale. Il sistema non prevede e non
richiede cavi o elettrodi per monitorare il ritmo cardiaco.
LA FIBRILLAZIONE ATRIALE
Nella fibrillazione atriale, che rappresenta la più comune forma di aritmia con 610.000 pazienti affetti in Italia ed oltre 50 mila nuovi casi diagnosticati ogni anno, le camere superiori ed inferiori
del cuore non battono in modo sincrono. Un ritmo rapido e disorganizzato penalizza l’attività cardiaca: gli atri si contraggono rapidamente favorendo la formazione di coaguli di sangue, i ventricoli si riempiono con meno sangue e lavorano meno efficacemente determinando una perdita di funzionalità
cardiaca. Il 70 per cento dei pazienti percepisce la fibrillazione atriale come un battito cardiaco veloce
e irregolare, mentre nel 30 per cento dei casi la fibrillazione atriale induce sintomi sfumati o decorre
in modo del tutto asintomatico.
I primi episodi di fibrillazione atriale sono tipicamente di breve durata e si risolvono spontaneamente.
Con la progressione della malattia, gli episodi aumentano di frequenza e perdurano per più tempo.
Di conseguenza, la diagnosi di fibrillazione atriale molto spesso non viene effettuata nelle prime fasi
della malattia, ma solo quando gli episodi presentano una durata almeno giornaliera e divengono
documentabili con un semplice elettrocardiogramma. L’obiettivo da perseguire per ridurre il rischio di
ictus è quello di diagnosticare la fibrillazione atriale il più precocemente possibile. Per tale motivo, è
stato inizialmente utilizzato il monitoraggio elettrocardiografico secondo Holter, capace di registrare
il battito cardiaco per un’intera giornata. Il limite principale di questa tecnologia è però rappresentato
dalla registrazione sporadica del battito cardiaco: sono effettivamente monitorabili soltanto poche ore
nell’arco di un intero anno ed aumenta così il rischio di sottostimare la reale incidenza della patologia.
Il nuovo monitor impiantabile permette una diagnosi più puntuale della sincope cardiaca perché monitorizza l’ECG in modo continuo. Se l’episodio sincopale è indotto da un’alterazione del ritmo cardiaco, il dispositivo registra l’ECG al manifestarsi della patologia perché si attiva automaticamente proprio
durante lo “svenimento” del paziente. ¢
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APRILE 2014
REFERTI ON LINE
DEGLI ESAMI
DI LABORATORIO:
ESTENSIONE
DEL SERVIZIO
A TUTTA LA ASL TO2
Nicola Ferraro
Silvana Patrito
Ufficio Stampa ASL
TO2
La ASL TO 2 ha completato l’estensione della consegna on line dei referti degli esami di laboratorio a tutti i punti di accesso del
proprio territorio.
La ASL TO 2, dopo una iniziale fase di sperimentazione del servizio, avviato nell’ottobre 2012 nella sede “pilota” del Centro
Prelievi di via Pacchiotti 4, e una successiva estensione ai Centro Prelievi di Via Le Chiuse 66, Via del Ridotto 3/9 e Corso Toscana
108, ha infatti appena completato l’estensione del servizio anche ai Centri Prelievi di Via Montanaro 60 e di Lungo Dora Savona
24.
Al momento stesso dell’accettazione il Paziente può scegliere di vedere e stampare direttamente da casa i risultati, via Internet,
con il proprio computer.
Il servizio, gratuito e attivo 24 ore su 24, è semplice e immediato: occorre inserire il proprio codice fiscale, il codice personale del
referto, assegnato al momento del prelievo, leggere l’informativa sulla privacy e dare il proprio consenso.
Il referto on line sostituisce a tutti gli effetti quello cartaceo (che quindi non sarà necessario ritirare) e dovrà essere scaricato entro
e non oltre 45 giorni dalla data indicata sul modulo ritiro referti consegnato al momento dell’accettazione.
La marca temporale sui referti garantisce la validità giuridica del documento.
I referti che includono l’esame per HIV non sono consultabili on line in osservanza alla L. 135 del 05/06/1990.
La consultazione e stampa del referto è possibile solo se si è già provveduto a pagare il ticket dovuto o si è esenti.
Il referto on line è scaricabile in pdf o p7m, è “salvabile” sul computer dell’assistito, viene archiviato a norma di legge dalla ASL
TO 2 ed è già compatibile con il Fascicolo Sanitario Elettronico.
Il progetto prevede, anche la possibilità di ricevere il referto via posta.
In tal caso, la busta contenente il documento verrà recapitata all’indirizzo indicato dall’utente in fase di registrazione presso il
Centro Prelievi, anche ad un indirizzo diverso da quello di residenza.
Il progetto è stato elaborato dalla S.C. Relazioni Esterne ASL TO 2 diretta da Pier Carlo Sommo, con l’Area ICT diretta da Maria
Teresa Valente, coinvolgendo i Laboratori Analisi dell’ASL TO 2. ¢
APRILE 2014
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Chi fa cosa
ALESSANDRO
COMANDONE NUOVO
PRESIDENTE
DELL’ACCADEMIA
DI MEDICINA DI
TORINO
Nel corso dell’Assemblea dei Soci Ordinari ed
Emeriti dell’Accademia di Medicina di Torino
di fine dicembre 2013 si è proceduto, a norma
di Statuto, all’elezione del Presidente e del
Vice Presidente della storica e prestigiosa
Associazione Medica piemontese, relativamente
al prossimo biennio 2014-2016.
Il dottor Alessandro Comandone (Primario di
Oncologia dell’ospedale Gradenigo di Torino
e già Vice Presidente Accademia) è stato
eletto Presidente, succedendo al professor
Alberto Angeli, mentre il professor Giancarlo
Isaia (Primario di Geriatria universitaria
dell’ospedale Molinette della Città della
Salute di Torino) assumerà la carica di Vice
Presidente.
Agli iscritti titolari di queste prestigiose cariche
le felicitazioni del Consiglio dell’OMCeO di
Torino e della redazione di Torino Medica.
Nicola Ferraro
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APRILE 2014
Salute
IN SALUTE E
IN MALATTIA,
IN RICCHEZZA
E IN POVERTÀ
Chiara Rivetti
ANAAO Piemonte
Si ringrazia Gabriele
Gallone per l’autorizzazione
alla ripresa dell’articolo
La prima volta che ho sentito parlare di diseguaglianze in salute, ero ad un corso di preparazione sanitaria per lavorare nei paesi in via di sviluppo. Figurarsi.
Ero lì apposta, per queste odiose e profonde diseguaglianze tra mondi, intendo. Poi la docente, a sorpresa, inizia a parlare dei quartieri di Torino. Torino? E
ci racconta di un tram, per i sabaudi la Linea 3, che attraversa la città per 8 km,
da un quartiere collinare residenziale a uno periferico d’immigrazione. Ogni 2
km, la popolazione residente in quel tratto di strada vive un anno in meno. 8
km, 4 anni di vita di differenza tra chi risiede alla partenza e chi al capolinea del
tram numero 3. Nel profondo Nord del Nord del mondo, a Torino.
Ed io che mi illudevo si offrisse una buona medicina, a tutti. Eppure quello
italiano è stato classificato dall’OMS nel 2000 come il secondo SSN al mondo. I
medici di famiglia sono distribuiti uniformemente sul territorio, senza selezione
di professionalità. Negli ospedali pubblici, nessuno ti chiede quanto guadagni
o dove vivi prima di defibrillarti o farti la chemioterapia o operarti.
I dati però ci dicono un’altra cosa: la salute nel nostro Paese non è uguale per
tutti. Vediamoli i dati. u
APRILE 2014
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Salute
LA SALUTE DELL’ITALIA IN CIFRE
Le disuguaglianze sono evidenti in tutti i principali indicatori in cui si può misurare la salute: mortalità,
incidenza di malattia, disabilità, disturbi soggettivi. Qualsiasi sia poi l’indicatore di posizione sociale utilizzato, lo stato di salute peggiora man mano che si scende lungo la scala delle posizioni sociali.
Si può sintetizzare dicendo che chi è meno ricco, potente e colto stia anche peggio in salute. Bella
scoperta, direte.
Vero, ma le differenze in salute non si manifestano solo tra i due estremi della scala sociale: la salute di
chi sta ad un determinato gradino è sensibilmente migliore di chi sta un poco al di sotto e peggiore di
chi sta un poco sopra, a qualunque livello si analizzi.
Non si evidenziano differenze tra classi sociali solo nell’incidenza di alcune malattie genetiche, la cui
distribuzione è casuale, e per il tumore della mammella e il tumore del polmone nelle donne (per via del
ritardo d’età al primo figlio e dell’ esposizione al fumo, entrambi più diffusi tra le donne di elevata posizione sociale). Si riduce poi l’entità della disuguaglianza di salute tra classi sociali negli anziani, dovuta
probabilmente alla precoce selezione dei soggetti più resistenti nelle classi più disagiate.
In Italia, la speranza di vita ha una distribuzione eterogenea, che vede le regioni del Sud svantaggiate.
Tuttavia, una volta considerato l’impatto sfavorevole sulla salute delle caratteristiche sociali, lo scarto
Nord-Sud si riduce: la maggior parte dello svantaggio negli indicatori di salute delle regioni del Mezzogiorno è spiegato dalla particolare concentrazione di condizioni di svantaggio sociale individuale in
queste regioni (bassa istruzione, disoccupazione, lavoro manuale) (Costa e Marinacci, 2008).
La maggior parte degli studi ove si è misurato l’impatto relativo sulla mortalità di istruzione, qualità
dell’abitazione e deprivazione di contesto, mostrano una graduatoria che attribuisce maggiore importanza all’istruzione, seguita dalla qualità dell’abitazione e poi dalla deprivazione di contesto. Le differenze nella speranza di vita dovute al grado di istruzione oltre i 25 anni sono di 2.8 anni negli uomini e
1.1 anni nelle donne , mentre quelle nell’aspettativa di vita in buona salute sono rispettivamente di 10.5
anni e 4.6 anni: le persone meno istruite, quindi, non solo vivono di meno, ma vivono anche peggio,
perché affette da malattie per più anni della loro vita (Sihvonen et al., 1998).
S’INVECCHIA DI PIÙ MA IN QUALI CONDIZIONI?
Un esempio concreto: se si stima quante morti si sarebbero potute evitare se tutti i torinesi avessero
avuto lo stesso rischio di morte dei concittadini laureati, si può calcolare che in trenta anni la quota di
morti attribuibili sarebbe più che dimezzata tra le donne e ridotta di un terzo tra gli uomini (Costa et
al., 1998).
Da qui, l’estrema importanza delle condizioni sociali della famiglia di origine e delle possibilità di accesso
all’istruzione.
Per quanto riguarda il genere, la maggiore longevità delle donne è spesso caratterizzata da salute
precaria, ristrettezza economica e solitudine: negli ultimi decenni, mentre gli uomini guadagnano anni
di vita “in salute”, le donne acquisiscono anni di vita “in disabilità”. Nel periodo dal 1991 al 2005 , l’
incremento di speranza di vita alla nascita è stato maggiore nei maschi (2,5 anni) che nelle femmine (1
anno); gli uomini hanno in media 2,9 anni di vita in buona salute alla nascita in più rispetto alle donne
(Istat 2005).
Avere un lavoro, perché fonte di reddito ma anche di identità personale e sociale, ha un impatto rilevante sulla salute : sempre a Torino nelle ultime decadi è dimostrato un rischio di mortalità crescente
all’aumentare del numero di episodi di disoccupazione o dei tentativi di ricerca di lavoro falliti (Costa et
al., 1998). Qui, la speranza di vita tra i lavoratori manuali è inferiore di quasi tre anni rispetto a quella
dei dirigenti (Costa et al., 2006).
La famiglia, le relazioni sociali di qualità e una rete solida di aiuti hanno dimostrato di proteggere e
promuovere la salute .
Nel complesso, le coppie con figli risultano stare meglio delle persone senza figli che vivono sole o col
partner. L’appartenenza a famiglie monogenitoriali appare una condizione sfavorevole anche per la
salute dei figli. Infine, gli anziani che vivono soli hanno una peggiore salute mentale e minore vitalità,
oltre alla minore propensione a controlli clinici e a svolgere esercizio fisico (Saraceno e Brandolini 2007).
Come dice Naomi Klein, “quelli che si oppongono al welfare state non sprecano mai una buona crisi”.
Mi pare che questo sia il momento, e lo è da qualche anno, di una buona crisi. Se poco possiamo incidere sulla equa distribuzione delle risorse e del reddito o sui processi di inclusione sociale, certo l’ equità
di accesso al sistema sanitario è affar nostro, come lo è la garanzia di una offerta di salute buona e per
tutti. Per questo abbiamo il dovere di vigilare ed opporci alla politica di tagli e mortificazione di questo
nostro sistema sanitario, per non togliere altri anni di vita a chi abita al capolinea. ¢
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MARZO 2014
Cultura
Nicola Ferraro
SAN VALENTINO,
FESTA DEGLI
INNAMORATI…
DELLA CULTURA
Quello che non poté la TV riuscirono a farlo i musei del Palazzo degli Istituti
anatomici e l’Ospedale S.Anna di Torino. La TV generalista di qualità vera,
presunta o ricercata cerca da anni di mettere insieme la “cultura alta” con la
“cultura bassa” con risultati quasi sempre deludenti e avolte irritanti: nonostante i tanti guru raccattati negli anni non si sa mai bene dove. Quel mix a
conti fatti si dimostra sempre una specie di maionese impazzita dove i due
ingredienti, oltre a non integrarsi, si danneggiano a vicenda.
Invece a Torino il complesso museale più prestigioso della Facoltà di Medicina, molto conosciuto anche in Italia e all’estero, e il complesso ospedaliero che è un punto di riferimento piemontese, nazionale e internazionale
dell’Ostetricia e Ginecologia hanno saputo con semplicità e simpatia (in tutte le accezioni possibili) compiere il “miracolo” negato quasi sempre alla TV.
L’occasione è stata un’offerta culturale da spendere durante l’ultimo San
Valentino.
10,00 € per visitare in coppia i tre musei (Anatomia, Lombroso, Frutta) di
C.so Massimo D’Azeglio 52: “Vogliamo in questo modo offrire una bella opportunità di trascorrere una giornata speciale a tutte le coppie innamorate
dell’arte e della cultura, indipendentemente dal sesso e da qualsiasi legame
possa esserci. Inoltre venerdì 14 verrà offerta una visita guidata gratuita alle
ore 16 al Museo Lombroso e alle ore 17 al Museo di Anatomia. Tutte le coppie interessate alla visita devono prenotare chiamando il tel. 0116708195.
(Posti limitati, 24 per gruppo).
Buon San Valentino!”
Altrettanto interessante l’altra proposta per fare festeggiare gli innamorati.
“Il giorno di San Valentino, nello storico ingresso dell’Ospedale S. Anna di
Via Ventimiglia 3 - recentemente rinnovato e messo in sicurezza dalla Fondazione Medicina a Misura di Donna onlus - nasceranno, grazie alla creati-
vità degli studenti del Liceo Artistico Passoni, piccole
gru bianche beneaugurali realizzate con l’antica tecnica giapponese dell’origami.
Insieme a tutti coloro che intenderanno partecipare,
gli studenti produrranno bellezza, con piccoli e veloci
gesti, realizzando 1.000 piccole gru di carta per la
salute: secondo un’antica leggenda giapponese le
gru sono beneaugurali, e mille gru di carta salvano
una vita.
Sadako Sasaki, una bambina vittima degli effetti della bomba di Hiroshima, ne creò migliaia ed è oggi
celebrata nella letteratura, nella scultura e nella musica.
Le persone sono invitate “a pensare con le mani”,
perché, citando il padre dell’origami moderno, Akira Yoshizawa: “Quando le mani sono impegnate, il
cuore è sereno”
Il progetto è realizzato in collaborazione con l’Associazione Yoshin Ryu che cura a Palazzo Barolo la mostra in corso “Origami - Spirito di carta”, alla quale il
liceo Passoni ha contribuito.
Parteciperanno le classi IIIB, IIIE e IVE accompagnate
dai docenti Roberta Testa, Monica Veronese e Dario
Colombo.
Questo è il secondo appuntamento del Liceo Artistico Passoni che ritorna al S. Anna: lo scorso anno,
in occasione del progetto “Giardini dell’Arte” (coordinato dal Dipartimento Educazione del Castello di
Rivoli con la partecipazione di Michelangelo Pistoletto), gli studenti hanno realizzato un grande wall
painting sulle scale dell’edificio.
Con questa iniziativa prosegue l’attività del Cantiere
dell’Arte ideato dalla Fondazione Medicina a Misura
di Donna onlus con le più importanti istituzioni culturali e formative del territorio. Il tutto a sostegno
della partecipazione culturale attiva che, come confermano le più recenti frontiere della ricerca scientifica, favorisce la prevenzione di diverse patologie e
accelera le guarigioni”.
Inutile dire che il successo è stato davvero tale e che
l’anno prossimo (o forse prima, chissà) si replica.
Senza badare a share, senza invidie, cattiverie, falsi
buonismi e con tanto, tanto amore per la vita che
un museo e un ospedale dovrebbero essere naturalmente la sua casa. ¢
APRILE 2014
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Cultura
A sinistra, la dotteressa
Ana Aslan.
A destra, il dottor Luigi
di Bella.
SCIENTIFICA- EVIDENCE BASED/COMPLEMENTARE-ALTERNATIVA
Oggi la mancata acculturazione scientifica consente di mettere sullo stesso
piano le due Medicine e da ciò deriva la pretesa che l’Assistenza Sanitaria
pubblica, che già non ce la fa a soddisfare le richieste dei cittadini con la
Medicina ufficiale, fornisca prestazioni relative a quella alternativa, sia che
si tratti di semplici ipotesi scientificamente non provate giunte alla gente
dai media, che di proposte, scientificamente inaccettabili, di guarigione di
malattie incurabili e a prognosi infausta. Il grande sviluppo della scienza di
questi ultimi tempi (siamo andati sulla Luna!) ha indotto la convinzione che
la malattia mortale e la morte stessa siano diventate anacronistiche. Il diffuso
calo della capacità critica, cui ha grandemente contribuito l’analfabetizzazione di ritorno, ha acconsentito l’accettazione acritica di qualsiasi proposta che
si presenti vantaggiosa.
L’evoluzione socio-politica mondiale, indipendentemente dalle dottrine,
comporta oggi il diritto del cittadino ad avere dallo Stato le Medicine in
cui crede. Si veda ad esempio in USA, paese emblematicamente liberale
e contrario all’intervento dello Stato nelle questioni private, la battaglia di
Obama per estendere il Servizio Sanitario Nazionale. La stessa evoluzione e
la potenza dei media hanno condotto a denunciare, giustamente, qualsiasi
malefatta e pecca del servizio pubblico per cui si tende oggi a trovare un
colpevole per qualsiasi danno o sofferenza colpisca il cittadino il quale non
accetta più l’esistenza di malattie mortali. Se un terremoto provoca morti è
colpa dei sismologi che non l’hanno previsto. Se un bambino corre il rischio
di morte per una malattia incurabile, sarà colpa dello Stato che non ha consentito l’elargizione di una cura, qualsiasi essa sia, anche se scientificamente
inaccettabile, proposta dal primo ciarlatano o truffatore. E i giudici intervengono per obbligare i medici a curare il paziente secondo la procedura
che essi ritengono vantaggiosa, pur non avendo la minima competenza e
sostituendosi alle autorità sanitarie, magari anche deficitarie. Alla faccia della
“demarcazione”!
Negli ultimi cinquant’anni si ricorda una lunga lista di episodi di questo
tipo di cui il siero anticancro di Bonifacio e il caso Di Bella e sono stai i più
clamorosi. Ricordiamo ancora il caso del Gerovital con pellegrinaggi in Romania dalla dottoressa Aslan per ringiovanire; quello dei bambini distrofici
per cui erano stati proposti in Germania dal dr. Beckmann una fisioterapia miracolosa e, proprio qui a Torino, un’operazione chirurgica mostruosa quanto inutile: tutto a spese del Servizio Sanitario Nazionale. Da tutto
questo contesto emerge un dato fondamentale e cioè la convinzione che la
scienza nell’opporsi a queste proposte di guarigione prodotte da un metodo
pseudo-scientifico possa sbagliare. La scienza cioè è vista in alternativa e in
difetto di fronte a procedure misteriose ma ritenute efficaci. Vi è una zona
grigia situata fra i limiti della scienza, l’obbligo assistenziale dello Stato, la
compassione, l’emotività, la ciarlataneria e la criminalità in cui fiorisce questa
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APRILE 2014
In questi ultimi anni si sta
verificando, specie nei paesi
a più basso livello culturale,
una conflittualità nei rapporti
scienza/società che si riflette
sulla concezione della Medicina
e dell’assistenza sanitaria
nazionale. Da un lato l’evoluzione
culturale non sta conducendo
all’attesa riduzione della fiducia
nell’efficacia delle proposte
“alternative” alla Medicina
dall’altro vi è un incremento della
richiesta di erogazione da parte del
servizio assistenziale nazionale di
qualsiasi proposta che contenga
una promessa di vantaggio per la
salute, indipendentemente dal suo
contenuto scientifico e necessarie
autorizzazioni. Certamente il
valore relativo della scienza,
specie delle scienze biologiche e in
particolare della Medicina, che si è
venuto sviluppando nella seconda
metà del secolo scorso dalle
posizioni filosofiche degli Hanson,
Kuhn, Popper e dall’estendersi
delle posizioni fenomenologiche
a partire da Husserl, Heidegger,
Sartre e Merleau Ponty, è entrato
incompletamente e malamente
nella cultura generale delle attuali
generazioni. Se da un lato la
Medicina ha perso credito, pur
conservando l’aspetto esoterico ed
onnipotente che la gente malata
si aspetta, dall’altro non vi è stata
divulgazione scientifica sufficiente
per la famosa “demarcazione”
popperiana fra scienza e
pseudoscienza, di cui ha trattato
Alessandro Pagnini sulla domenica
di Sole 24 ore del 12.01.2014.
Prof. Davide Schiffer
CONSIDERAZIONI
SU “LA SCIENZA
CHE SBAGLIA”
convinzione, favorita senz’altro dalla malasanità, vera o mediatica che sia,
che ha condotto a spostare sulla scienza la colpa degli errori degli operatori
e delle mancate guarigioni.
I TEMPI E MODI DELLA SCIENZA
Del tutto recentemente sono comparsi sulla rivista The Economist del
19/10/2013 due articoli a proposito delle accuse che oggi vengono rivolte
alla scienza, dal titolo “When the science goes wrong” (Quando la scienza
sbaglia) e “Unreliable research. Trouble in the lab” (Ricerca inaffidabile. Grane il laboratorio). Il primo accusava direttamente la scienza di sbagliare e il
secondo era un po’meno incongruente, perché gli errori li attribuiva ai ricercatori e non alla scienza, ma non so con quanta consapevolezza di questa
distinzione. Ma come viene prodotta la scienza e qual è la sua attendibilità,
come funziona il mondo scientifico e che cosa è la verità scientifica?
In entrambi gli articoli sopracitati si elencavano errori che si verificano nella
produzione scientifica, quella che viene effettuata nei laboratori, e si discutevano le loro cause e motivazioni. Si è trattato di un cahier de doléance pieno
di pecche ed errori della ricerca e della sua utilizzazione. Si citava l’utilità da
parte dei ricercatori di pubblicare cose nuove, possibilmente eclatanti anche
se a scapito del loro controllo, per inseguire visibilità e carriera, e non invece
verifiche di dati. Fra le fonti di errore veniva citato proprio il metodo matematico-statistico, oggi abbondantemente utilizzato nella ricerca e favorito e
richiesto dalle riviste scientifiche stesse, specie le più prestigiose. Un errore
è possibile anche se il metodo è usato correttamente. È il valore del famoso
p o del cut-off che, se rende valido un certo dato per una maggioranza di
oggetti della serie studiata, è un errore per una minoranza. Non mi dilungo
sulla spiegazione di questo ossimoro e sull’impossibilità di escluderlo dalla
ricerca, ma devo sottolineare come in tutta la vicenda che coinvolge scienziati e riviste, verità scientifiche e carriere, non sono estranee la pressione
che la società esercita sugli scienziati con la richiesta di prestazioni sempre
più rapide e traducibili subito in vantaggi applicativi, e la politica delle riviste
scientifiche stesse adattatasi ad un mondo attualmente globalizzato. Da un
lato la forza del publish or perish e dall’altro il potere del famoso Impact Factor che viene usato per valutare, e senza fatica, gli scienziati, mentre invece è
un dato elaborato per la valutazione delle riviste.
Faccio rilevare come quelli elencati negli articoli citati non sono errori della scienza, ma degli
scienziati o ricercatori e la cosa non è di poca
importanza sul piano concettuale. La scienza non
è, per attuale definizione, né giusta né sbagliata:
è la scienza, prodotto del pensiero e dell’attività
degli uomini seguendo il metodo scientifico (a
partire da Galileo e da Newton). Essa non procede per stratificazione di risultati, ma attraverso
il cambiamento dei parametri. I dati scientifici,
ottenuti con metodo scientifico e cioè con rigore
logico e obiettività, sono transeunti e contingenti
perché storicizzati; sono validati dall’intersoggettività scientifica, e cioè dall’accordo fra scienziati, e dalla loro operatività nell’epoca in cui sono
prodotti. Essi sono in dialettica con i parametri
vigenti. Questi però mutano nel tempo per l’accumularsi di evidenze contrarie. Ne consegue
che quello che è vero oggi, potrà non esserlo più
domani. Tuttavia. quella verità relativa è oggi la
sola valida e non può essere messa in dubbio solo
perché un domani verrà contraddetta dai nuovi
parametri. La storicizzazione non vale solo per la
scienza, ma per tutte le discipline, storia compresa.
Per quanto concerne l’attendibilità della scienza,
questa è legata alla produzione di dati scientifici in dialettica con il tempo e con la comunità
scientifica. Gli scienziati possono sbagliare quando contravvengono a questi principi – e in questo
caso larga parte gioca l’ideologizzazione, conseguenza della cattiva costruzione del proprio vissuto scientifico. Non bisogna dimenticare che u
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Cultura
la vita psichica dell’uomo, e anche dello scienziato, non è fatta di pura razionalità, ma vi giocano una
parte importante l’immaginario, i sentimenti, le rimozioni che si compendiano nei cosiddetti meccanismi iponoici e ipobulici di Kretschmer, che corrisponderebbero a quanto usualmente va sotto il nome
di inconscio, come ho sostenuto recentemente (Attraverso il microscopio. Neuroscience e basi del ragionamento clinico. Springer Verlag, 2011). Il sottrarsi alla dialettica con l’intersoggettività scientifica
conduce a destoricizzazioni e quindi ad errori per ideologizzazione. Questi sono gli errori che possono
fare gli scienziati, non la scienza. Nell’applicazione pratica della biologia, sarà corretto tutto ciò che
l’intersoggettività scientifica convalida, perché ottenuto con metodo scientifico e con patterns interiori
di riferimento da essa validati. La modificazione della scienza nel tempo, per effetto della sua storicità
e dell’eraclitiano panta rei, non può essere presa a dimostrazione che la scienza sbaglia e quindi può
avere ragione la pseudoscienza.
LA SPECULAZIONE FILOSOFICA SULLA SCIENZA E SUL METODO SCIENTIFICO
Sopra: il premio Nobel
per la Biologia, dottor
Randy Scheckman e
il premio Nobel per la
Fisica, Peter Higgs.
Sotto: la senatrice Elena
Cattaneo.
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APRILE 2014
È chiaro che questo modo di vedere la scienza e la produzione dei dati scientifici è soggetto alla storicizzazione e al panta rei, ma è il solo modo di essere la scienza oggi. Nel dipingere questo doveroso
relativismo devo anche aggiungere che, nel corso del tempo, si è venuta affermando ed estendendo
nella scienza la fenomenologica introdotta da Husserl (ricordiamo “La crisi delle scienze europee e la
fenomenologia trascendentale”, a cavallo fra i secoli XIX e XX) che denunciando la matematicizzazione dei “plena” denuncia anche l’esclusione dell’esperienza individuale nella produzione del dato
scientifico. Il mondo oggettivo non è rappresentabile con formule matematiche o geometriche, ma
entra in noi attraverso la nostra esperienza, Questo rende ancora più relativo il prodotto della scienza,
ma non muta nel tempo il suo percorso intellettuale. Se è vero che nel corso lungo del tempo i parametri cambiano e quello che era vero non lo sarà più, é anche vero che al momento in cui viviamo la
scienza è vera, affidabile e operativa, anche se non in assoluto, e cioè dà risultati che si rivelano utili.
Nell’applicazione della Medicina – lo sanno tutti – un gran gioco ha ancora l’empirismo e cioè l’arte,
e anche questo è validato dalla operatività nel tempo delle procedure. Il mantenersi in dialettica con
i parametri del tempo, e quindi con la comunità scientifica, è garanzia della sola, anche se relativa,
verità e permette agli scienziati di emettere giudizi, di dare pareri e di assumere comportamenti e cioè
di riconoscere come errati quei dati o quelle proposte non conseguite con metodo scientifico, ma il più
delle volte frutto di ideologizzazioni e meccanismi inconsci dedialettizzanti, quando non decisamente
frutto di costruzioni truffaldine.
Una volta stabilito che l’intersoggettività scientifica è l’unico criterio per stabilire le verità dell’esistente,
bisogna anche considerare la possibilità che nelle varie epoche le strade seguite dalla ricerca scientifica
per giungere alle verità sono più o meno dritte o contorte risentendo della cultura del tempo che permea tutto ciò che viene espresso. Gli articoli citati, sempre nella ricerca delle motivazione degli errori
scientifici, denunciano il calo nei nostri tempi della revisione di lavori pubblicati e quindi il controllo dei
loro risultati, che la critica pone alla base della correzione di errori nel processo di produzione dei dati
scientifici e che rientra proprio nella funzione dell’intersoggettività scientifica che è quella di definire
vero o falso un determinato dato. La revisione di lavori fatti, cioè il ripetere esperimenti già pubblicati,
può comportare la correzione di errori, ma non è di facile esecuzione ed è oggi sempre meno gradita.
Per fare questo bisogna anzitutto ottenere dalle fonti originarie i protocolli seguiti, il che non è facile,
inclusi quei dettagli tecnologici che hanno consentito i risultati, ma che spesso vengono taciuti. Inoltre
la revisione costa e il “rischio” del lavoro che comporta è quello di confermare lavori di altri e questo
non dà vantaggi agli autori che possono vedere respinti i propri lavori dalle riviste perché confirmatory only. Le riviste poi non pubblicano volentieri lavori che sconfessano precedenti lavori pubblicati,
magari dalla stessa rivista.
Qui entrano in gioco le riviste scientifiche che usano loro criteri per la valutazione dei lavori scientifici
e ne decretano il successo o il silenzio. I criteri adottati soddisfano soprattutto la necessità della loro
promozione e della vendita di sottoscrizioni. Esiste un sistema di valutazione delle riviste che si chiama
Impact Factor (IF) il cui valore è inversamente proporzionale al numero dei lavori pubblicati per numero
della rivista. Esso però viene abitualmente usato per la valutazione dei singoli autori nelle loro carriere
universitarie, concorsuali etc. L’uso dell’IF consente di dare un punteggio quantitativo ai concorrenti
e nello stesso tempo di esonerare i commissari dal leggere i lavori scientifici presentati e ovviamente
dall’obbligo di essere competenti per farlo. Un recente articolo, sempre del The Economist (dicembre,
2013), riferisce che il dr. Scheckman (Berkeley), premio Nobel per la Biologia, ha dichiarato in un articolo sul Guardian che il suo Laboratorio boicotterà le riviste Nature, Cell e Science, definite “luxury
journals“ per l’alto IF, perché distorcono il modo in cui va la scienza. Un altro premio Nobel, Peter
Higgs, per la fisica ha dichiarato, sempre sul Guardian, che teme di non poter continuare il suo lavoro,
perché accusato dal suo Istituto di non pubblicare continuativamente su riviste ad alto IF.
LA QUESTIONE SPINOSA DELLA DIVULGAZIONE
Tutto quanto finora esposto sottolinea semplicemente che le magagne rilevate, i ritardi, le strade tortuose sono tutti intra-sistema
e riflettono il momento politico-culturale in cui vivono i ricercatori. Si crea cioè un circolo vizioso fra le riviste e i ricercatori: le
prime usando criteri che consentano alla rivista di diventare più diffusa ed autorevole obbligano i ricercatori a produrre lavori con
i loro criteri per la visibilità e la carriera. Tutto ciò ha solo un effetto ritardante, perché alla fine dei conti sarà sempre l’intersoggettività scientifica e cioè la comunità degli scienziati a decidere quello che è vero o no, anche se il giro sarà stato più lungo e il
percorso più tortuoso..
Ritornando però al punto di partenza e cioè alla discrepanza fra scienza e ricettività culturale media della gente, e cioè alla scarsa
comprensione della scienza da parte del pubblico, cito un recente articolo su Il Sole 24 Ore della senatrice Elena Cattaneo, insigne
neuroscienziata, la quale sottolinea a proposito della “demarcazione” la necessità di una maggiore divulgazione scientifica che
consenta una maggior recettività alle cose scientifiche. Questo è senza’altro condivisibile, perché renderebbe più accessibili al
pubblico quelle che sono definite le astrusità della scienza, coperte da un linguaggio esoterico. Oggi la comprensione delle cose
scientifiche è riportata, quando va bene, a quanto si è appreso di scienza nei licei, oppure quando va male al nulla. Siamo stati informati dai media quanto sia bassa la preparazione scientifica degli studenti italiani, fra gli ultimi in Europa. Viene di pensare che
sia giusto anche quanto asserito da Aldo Di Russo su Il Sole 24 Ore del 15 dicembre 2013 e cioè che la divulgazione scientifica,
per altro utilissima, funziona però soltanto con la “alfabetizzazione” e cioè se “la capacità di formulare pensieri astratti, massima
nella scienza, è già stata acquisita precedentemente e cioè consenta di accedere ad un linguaggio simbolico già costituito”. In
parole povere, occorre cioè che vi sia un plateau di cultura più elevato e che alla degradazione culturale di questi ultimi vent’anni
si ponga rimedio con la ri-acquisizione di un linguaggio “meno basato sull’approccio diretto dei sensi” e più sulla mediazione
della logica. La divulgazione scientifica avrebbe, secondo Di Russo, dei limiti e bisognerebbe partire da molto lontano per ovviare
alle incongruenze scienza/cultura di oggi. Questo stato di cose influisce sulla “demarcazione” di cui si è detto all’inizio. A me vien
fatto di pensare se sia stato utile ridurre nelle scuole lo studio del latino che da noi, vecchi, è stato sempre considerato la strada
maestra per lo sviluppo della logica.
COSA CI INSEGNA LA “VICENDA STAMINA”
Un altro esempio è l’attuale questione “Stamina”. Nella diatriba che si sta svolgendo dobbiamo rilevare l’esistenza di varie componenti. In primo luogo la posizione degli scienziati che nel loro riserbo e nella consapevolezza del valore storicamente relativo
dei loro giudizi, li fondano sul metodo scientifico e sulla loro operatività storica. Ricordo che gli scienziati hanno l’obbligo e il
compito di valutare in primo luogo l’innocuità dei trattamenti in esame, prima ancora che la loro efficacia, Nel caso Stamina
hanno abbondantemente rilevato che il trattamento non ha una base scientifica riconosciuta e ha invece molte imperfezioni
che lo rendono pericoloso (AIDS, proteina prionica, cancro…). A questo riguardo è utile ricordare che qualche anno fa uscì un
lavoro su PLOS Medicine (Amariglio et al, 2009 February; 6(2): e1000029) che segnalava il caso di un ragazzo affetto da atassia
teleangectasica, trattato con cellule neurali staminali fetali, che aveva sviluppato un tumore spinale, accertato come tumore
glioneuronale, e un tumore cerebrale. L’articolo è stato ripreso da altri lavori che hanno trattato del possibile sviluppo di tumori
da cellule staminali, in particolare di sarcomi nati da cellule staminali mesenchimali (Xiao et al, Clin Sarcoma Res, 2013, 3, 10).
Con ciò non voglio gettare allarmi ingiustificati, ma confermare ancora una volta la necessità di un rigoroso controllo nel maneggio di cellule staminali mesenchimali.
Rimangono fondamentali la difficoltà o l’impossibilità di capire il linguaggio scientifico da parte del pubblico per la sua deficitaria
preparazione o per l’insufficiente divulgazione. È comprensibile l’istintiva lotta per la vita dei malati e familiari che si aggrapperebbero a qualsiasi promessa o speranza, rinunciando a qualsiasi forma di logica di fronte alla morte. Si applica alla morte la possibilità di allontanarla e alla malattia di guarire, così come si è appreso dalla guarigione di pseudo- o finte malattie, volgarmente dette
funzionali, refrattarie a qualsiasi cura medica, ma ottenuta da terapie alternative su base suggestiva. Fanno parte della storia del
mondo le figure di maghi, santoni e guaritori, destinate a non scomparire mai fintanto che la scienza, teoricamente, non sarà in
grado di guarire tutte le infermità vere o finte che siano. Il fatto importante è che i santoni guariscono effettivamente infermità
“funzionali” o anche prodotte da meccanismi psico-somatici di origine psichica, con o senza lucro, ma questo non può essere
trasposto alle malattie vere e mortali di cui si conosce il substrato organico perché oggi studiatissimo.
QUANDO L’IGNORANZA SI LEGA AL MALAFFARE
L’ultima componente, e forse la più importante, è quella di chi lucra sulla speranza dei pazienti o per acritica paranoia pseudoscientifica o per denaro, magari in modo organizzato e globalizzato, come ha recentemente sottolineato ancora Elena Cattaneo
sul La Stampa del 24.12.2013, denunciando il tentativo da parte dei “salvatori” con le cellule staminali mesenchimali addirittura
di cambiare la legge sull’uso delle staminali facendolo ricadere in quella sui trapianti, che non comporta i dovuti controlli. Così si
è espresso su La Stampa anche De Luca. Nel caso di “Stamina” si aggiunge la stranezza, tutta italiana, che magistrati e ministri,
incompetenti, si sostituiscono agli scienziati nel decidere sull’uso di cellule staminali, squalificato da questi come inefficace e
pericoloso (anche dalla rivista Nature), apparendo quali arbitri fra scienziati “cattivi” che sbagliano” nel disapprovare procedure
salvifiche e scienziati “buoni”, perseguitati innovatori, che non vedono riconosciute le loro scoperte a difesa dei poveri malati
indifesi che pagano con la vita, e anche con i soldi, le provvidenziali scoperte inefficaci e redditizie, ma non per i malati. ¢
APRILE 2014
31
La ricerca in Provincia
LA VITAMINA D: EFFET
Silvia Gambotto
Pediatra di famiglia
ASL TO4
Coordinatrice della
3° Commissione
dell’OMCEO di
Torino
Maria Carmen
Azzolina
Dirigente medico
S.C. Direzione
Sanitaria Presidio
Molinette
Aurelio Devicariis
Otorinolaringoiatra,
Torino
Mario Gallo
SC Ostericia e
Ginecologia, ASL
TO4
Carlo Mamo
Servizio sovrazonale
di Epidemiologia,
ASL TO3, Grugliasco
(TO)
Angelo Pavia
Pediatra
Paola Toscano
FISIOLOGIA DELLA VITAMINA D
specialista in
odontostomatologia, Con il termine “Vitamina D” si definisce un gruppo di sostanze ormonali liposolubili dotate di
specifici effetti biologici di tipo endocrino sul metabolismo calcio-fosforico e di tipo autocrino e paTorino
Renato Turra
Pediatra di famiglia
ASL TO4
Corrado Vitale
Nefrologo, S.C.
Nefrologia e
Dialisi A.O. Ordine
Mauriziano di
Torino
Giancarlo Isaia
Director, Unit
of Geriatrics and
Metabolic Bone
Diseases,
AO Città della
Salute e della
Scienza di Torino
32
APRILE 2014
racrino su numerosi altri sistemi. Particolare rilievo assumono la vitamina D2, o ergocalciferolo, e la
vitamina D3, o colecalciferolo, che viene in gran parte sintetizzata nella cute sotto l’azione dei raggi
ultravioletti, oppure assunta con alcuni cibi (pesci grassi, olio di fegato di merluzzo, uova, burro).
La forma attiva della vitamina D3 è ottenuta dalla vitamina D2 e dalla vitamina D3 a seguito di due
distinte reazioni d’idrossilazione: la prima a livello epatico, con la formazione della 25 OH vitamina
D3 (calcidiolo o calcifediolo) e la seconda a livello renale, con la formazione dell’1,25 (OH)2 Vitamina D3 (calcitriolo) (Fig.1). I metaboliti attivi raggiungono per via ematica numerosi tessuti bersaglio,
dove si legano ad un recettore proteico specifico nucleare (Vitamin D Receptor o VDR). Gli effetti
endocrini della vitamina D, si manifestano nell’intestino, dove viene stimolata la sintesi della proteina legante il calcio, facilitandone l’assorbimento a livello duodenale, nell’osso, dove viene stimolata
la neoformazione osteoblastica e la mineralizzazione e nelle paratiroidi, dove la vitamina D inibisce
la sintesi del paratormone.
Gli effetti autocrini e paracrini, impegnano circa l’85% della vitamina D e sono stati dimostrati
in moltissimi tessuti, dove essa interviene anche nei meccanismi di proliferazione-differenziazione
cellulare e immuno-modulanti.
CAUSE DI IPOVITAMINOSI D
Negli ultimi anni è stata documentata in tutto il mondo una diffusa e marcata prevalenza di ipovitaminosi D, in particolare l’Italia è considerata un paese a rischio nei mesi invernali essendo compresa
nella “vitamin D winter area” (lat. 37° Nord), nella quale durante la stagione invernale l’organismo
non sintetizza vitamina D3 in quantità sufficiente.
TTI E SPERANZE*
Il deficit conclamato o subclinico di vitamina D è particolarmente comune
in tutte le età, ma soprattutto nei soggetti in età evolutiva, nelle persone di
pelle scura, tra gli anziani e i soggetti istituzionalizzati, iponutriti, portatori
di malattie croniche specie a carico di reni e fegato, sedi dell’attivazione
della vitamina D. Inoltre, un deficit può conseguire all’assunzione cronica
di steroidi o di farmaci antiepilettici e a patologie che determinano malassorbimento intestinale (celiachia, IBD, insufficienza pancreatica, colestasi
epatica, pregressa gastrectomia).
LA DIAGNOSI DI IPOVITAMINOSI D
In ciascun individuo, la disponibilità di sufficienti scorte di vitamina D può
essere valutata con il dosaggio della 25 OH vitamina D3 sierica, la cui concentrazione ottimale per la salute di scheletro e tessuti extrascheletrici varia
tra 30 e 70 ng/ml. Valori compresi tra 20 e 30 ng/ml sono considerati insufficienti, mentre concentrazioni inferiori a 20 ng/ml configurano un deficit
conclamato (Tab. 1).
I livelli sierici 25 OH vitamina D3 possono essere utilizzati come indicatori
di stato nutrizionale anche nella donna gravida. Benché non vi sia ancora
consenso su un livello ottimale, l’Accademia Americana di Pediatria raccomanda di valutare la concentrazione della vitamina D nel siero all’inizio
della gravidanza.
Attualmente l’Agenda della Gravidanza della Regione Piemonte non prevede tale screening, tuttavia nelle gravide ritenute a rischio di carenza di
vitamina D, il monitoraggio periodico dei livelli sierici di 25 OH vitamina
D3 dovrebbe comunque essere preso in considerazione.
PREVALENZA DELL’IPOVITAMINOSI D
Condizioni di ipovitaminosi D sono possibili
a tutte le età. Nei neonati le riserve di vitamina D acquisite durante la gestazione possono
esaurirsi tra il 1° ed il 2° mese di vita, poiché il
latte materno contiene una minima quantità di
vitamina D e molte puerpere diventano carenti se non ne assumono supplementi adeguati
(1.000–1.500 UI al giorno). Fra gli adolescenti
e i giovani adulti, circa un terzo può presentare
vari gradi di ipovitaminosi D. Negli anziani, soprattutto se istituzionalizzati, si verifica la maggior prevalenza di stati carenziali: la prevalenza di ipovitaminosi nella popolazione anziana
istituzionalizzata può arrivare a superare il 70%
nella stagione primaverile. Per ridurre la dimensione del problema in alcuni paesi europei e nel
Nord America si sta diffondendo la pratica di
addizionare i cibi con vitamina D.
APRILE 2014
u
33
La ricerca in Provincia
EFFETTI SCHELETRICI DELLA IPOVITAMINOSI D
A livello osseo l’ipovitaminosi D può determinare una condizione di diffusa e importante demineralizzazione che configura nell’adulto un quadro clinico “osteoporomalacico”, mentre nel bambino
possono essere presenti, peraltro raramente, casi di rachitismo carenziale, caratterizzato da deficit di
ossificazione, riduzione della crescita corporea, deformità e fragilità scheletriche. Una recente metanalisi, comprendente più di 30.000 soggetti ha riportato che la supplementazione di vitamina D (≥
792 UI/die) ha determinato una significativa riduzione del rischio di frattura (frattura anca: riduzione
del 30%; qualunque frattura non vertebrale: riduzione del 14%). L’efficacia della supplementazione
dell’ormone è stata osservata in tutti i soggetti ultrasessantacinquenni, indipendentemente dal sesso, dall’età, e dai livelli basali di vitamina D sierica. Per quanto riguarda la supplementazione associata di calcio e vitamina D, produce un’ulteriore riduzione del rischio solo se sono presenti elevati livelli
di vitamina quando la dose di calcio assunta è inferiore a 1g/die. Al contrario, la sola assunzione di
calcio è stata dimostrata determinare un aumento del rischio di frattura dell’anca. Nel suo complesso, la letteratura supporta le recenti raccomandazioni dell’Institute of Medicine, sottolineando che
si può ottenere il massimo beneficio nella prevenzione delle fratture osteoporotiche mantenendo
livelli sierici di 25 OH vitamina D3 > 24 ng/ml. Riguardo la salute del feto gran parte della domanda di calcio si verifica nel terzo trimestre di gravidanza, quando ha inizio la mineralizzazione dello
scheletro. In questo stadio si verifica una maggiore produzione di 1,25 (OH)2 vitamina D3 ed anche
dell’ormone paratiroideo peptide correlato (PTHrP) da parte della placenta.
EFFETTI EXTRA-SCHELETRICI DELLA IPOVITAMINOSI D
Poiché il VDR è stato individuato anche in cute, mammella, ipofisi, cellule pancreatiche, gonadi,
neuroni e cellule gliali, muscolatura scheletrica, monociti circolanti, linfociti B e T attivati, si sono
ipotizzati numerosi effetti extra-ossei della vitamina D. È stato osservato un legame tra ipovitaminosi
D ed astenia muscolare, che causa un’aumentata probabilità di cadute a terra e quindi del rischio di
fratture, specie dei femore. In effetti, numerosi trial clinici, condotti su anziani hanno mostrato una
significativa riduzione del rischio di caduta in seguito a supplementazione con vitamina di almeno
700-1.000 UI/die.
Inoltre, poiché l’attivazione dei recettori da parte della vitamina D promuove la corretta differenziazione di cellule in crescita, un corretto status vitaminico potrebbe teoricamente risultare protettivo
nei confronti delle neoplasie di mammella, ovaio, colon e prostata. La vitamina D sembra possedere
un’azione neuroprotettiva: un deficit è stato associato ad una maggiore incidenza di sclerosi multipla, malattia di Parkinson, schizofrenia, malattia di Alzheimer, mentre un corretto stato vitaminico
migliorerebbe le capacità mnemoniche e di apprendimento ed anche il controllo motorio.
La vitamina D svolge un ruolo critico nella regolazione dell’immunità, sia quella innata sia quella
A sinistra: Methabolism of OH D to 1-25 (OH)D2 for Non Skeletal Functions
A destra: Maggiori cause e conseguenze cliniche dell’Ipovitaminosi D
34
MARZO 2014
acquisita, specie a livello di vie respiratorie, pelle e apparato digerente, attraverso la modulazione dell’attività macrofagica e
la produzione di peptidi anti-microbici, sopprimendo in maniera paracrina l’attivazione dei linfociti T e la produzione di linfochine. In pazienti affetti da artrite reumatoide si è osservata una correlazione inversa dell’attività di malattia e del livello di
disabilità con i livelli di 25 OH vitamina D3. Alcuni autori hanno segnalato un’associazione tra livelli di vitamina D e incidenza
dell’infezione influenzale. L’ipovitaminosi D causa un’alterata sintesi e secrezione insulinica sia nel modello animale sia nell’uomo, predisponendo all’intolleranza al glucosio e al diabete mellito di tipo II. Il meccanismo d’azione è mediato non solo dal
controllo della calcemia, che regola sintesi e secrezione insulinica, ma anche da un’azione diretta sulla funzione delle cellule
pancreatiche. Particolarmente suggestivi sono alcuni dati relativi agli effetti dell’ipovitaminosi D sulle malattie cardio-vascolari,
dai quali sembra che la supplementazione riduca il rischio di ischemia cardiaca, ipertensione, insufficienza cardiaca e stroke.
Diversi studi hanno suggerito che la carenza di vitamina D possa avere importanti conseguenze nel periodo pre-concezionale,
durante la gravidanza, nel periodo perinatale e nell’infanzia. In un recente studio è stato ipotizzato un rapporto fra il livello
di 25 OH vitamina D3 nel siero materno all’inizio della gravidanza e la qualità dello sviluppo neuro-psicologico del neonato.
FABBISOGNO E SUPPLEMENTAZIONE DI VITAMINA D
La vitamina D3 viene considerata più potente della vitamina D2 ed è quella usata in Italia e nella maggior parte dell’Europa
mentre negli USA e nei paesi anglosassoni prevale l’uso della vitamina D2.
I livelli di assunzione raccomandati dall’Istituto di Medicina Americana (IOM) e delle Società Americane di Endocrinologia sulla
supplementazione di vitamina D in varie età della vita sono assai variabili (da 600 a 2.000 UI/die). Nelle donne in gravidanza
vengono riportati dosaggi quotidiani variabili tra 400 e 2.000 UI, ritenuti adeguati per raggiungere il livello di 25 OH vitamina
D3 sufficiente nel siero e la maggior parte degli esperti concorda che supplementi di vitamina D sono sicuri fino a dosi di 4.000
UI al giorno durante la gravidanza e l’allattamento. Non vi è sostanziale accordo circa la durata della profilassi e il dosaggio
con vitamina D nell’età evolutiva, ad ogni modo, nel 2011 l’Institute of Medicine ha suggerito un apporto di 400 UI/die nel
primo anno di vita e 600 UI/die nelle età successive.
Questo tipo d’intervento in età prenatale e nei primissimi anni di vita potrebbe produrre effetti biologici di tipo preventivo
sulle malattie autoimmuni, sul rischio oncologico e sullo sviluppo neuropsichico mediante un effetto epigenetico stabile, cioè
una modificazione persistente dell’espressione di alcuni geni, determinata dall’azione dei fattori ambientali, senza modificare
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APRILE 2014
35
La ricerca in Provincia
la loro struttura. L’atteggiamento dei pediatri italiani è sostanzialmente volto a promuovere una
profilassi continuativa nel primo e secondo anno di vita, con particolare attenzione al neonato
pretermine. Nelle epoche successive la somministrazione di vitamina D deve essere individualizzata
sulla base dell’esposizione solare del bambino e dell’adolescente o sulla base di eventuali condizioni
di rischio. Il fabbisogno di vitamina D può variare in presenza di alcune condizioni morbose come
precarie condizioni nutrizionali o malassorbimento intestinale, nonché in caso di somministrazione
cronica di alcuni farmaci (ad es. anticonvulsivanti o glucocorticoidi) Tra i vari preparati disponibili
in commercio, il colecalciferolo per via orale risulta il più adeguato in pazienti che non presentino
insufficienza renale o epatica grave. La supplementazione si è dimostrata efficace con schemi posologici molto diversi, da una volta al giorno ad una volta all’anno, a parità di quantità complessiva
assunta La farmacocinetica della vitamina D ne consente infatti la somministrazione di dosi depot
(ad esempio 25.000 UI per via orale al mese oppure 300.000 UI annuale per via intramuscolare od
orale), con documentati benefici in termini di prevenzione delle fratture femorali. L’intossicazione
da vitamina D è un evento piuttosto raro se si utilizza il colecalciferolo ed è stata documentata unicamente in soggetti assumenti dosi giornaliere molto elevate per lunghi periodi.
CONCLUSIONI
L’ipovitaminosi D è un fenomeno riscontrabile, con variabile prevalenza, in tutte le fasce di età. Dai
dati di letteratura appare evidente come questo problema sia generalmente sottovalutato, mentre
dovrebbe essere tenuto in adeguata considerazione, al fine di garantire uno stato vitaminico D ottimale per tutta la vita (25 OH vitamina D3 >30 ng/ml).
Livelli sierici ottimali di vitamina D fin dai primi mesi di gestazione possono avere un effetto benefico
non solo sul decorso della gravidanza ma anche sul feto, con effetti protettivi nei confronti di un
corretto sviluppo mentale e psicomotorio nelle prime età della vita.
Nell’anziano una corretta supplementazione può consentire non solo di prevenire cadute e fratture,
ma potrebbe avere un effetto protettivo contro l’insorgenza di neoplasie e di numerose altre malattie croniche e degenerative assai frequenti in età senile.
Oggi il nostro rapporto con il sole è piuttosto contradditorio, perché da un lato temiamo i danni derivanti da un’eccessiva esposizione solare, ma dall’altro cominciamo a prendere coscienza di come
alcune nostre abitudini (lavori in ambienti con luce artificiale, esposizione a smog e inquinanti, utilizzo di creme solari sempre più protettive) ci stiano allontanando dall’unica fonte naturale di vitamina
D che ci ha accompagnato nel corso dell’evoluzione. ¢
LETTURE CONSIGLIATE
Aghajafari F, Nagulesapillai T, Ronksley PE, Tough SC, O’Beirne M, Rabi DM. Association between
maternal serum 25-hydroxyvitaminD level and pregnancy and neonatal outcomes: systematic
review and meta-anlysis of observational studies. BMJ 2013;346:f1169
Holick MF, Binkley NC, Bischoff-Ferrari HA et al. Evaluation, treatment, and prevention of vitamin D deficiency: an Endocrine Society clinical practice guideline. J Clin Endocrinol Metab.
2011;96:1911-30
Gallo S, Comeau K, Vanstone C, Agellon S, Sharma A, Jones G, L’Abbé M, Khamessan A, Rodd
C, Weiler H. Effect of different dosages of oral vitamin D supplementation on vitamin D status in
healthy, breastfed infants: a randomized trial. JAMA 2013;309:1785-92
Rosen CJ, Adams JS, Bikle DD, Black DM, Demay MB, Manson JE, Murad MH, Kovacs CS. The
nonskeletal effects of vitamin D: an endocrine Society Scientific statement. Endocrine Reviews
2012;33:456-92
Wacker M, Holick MF. Vitamin D - Effects on skeletal and extraskeletal health and the need for
supplementation. Nutrients 2013;5:111-48
*Questa è una sintesi di un articolo corredato da tabelle, figure e link interattivi pubblicato sul’edizione on.line di Torino Medica (www.torinomedica.com). Per accedere basta digitare, nell’apposito
spazio di ricerca in alto a destra in homepage, la parola chiave: “Vitamina D”.
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Le nostre radici
SUNI, SOCIETÀ
DEGLI UROLOGI
DEL NORD ITALIA:
UNA GIOVANE
TORINESE DI
63 ANNI
Gaetano Marino
A Torino l’8, 9 e 10 maggio presso il
Centro Congressi “Torino Incontra” si
svolgerà il 63° Convegno della Società
degli Urologi del Nord Italia (SUNI),
una occasione per riunire a Torino
gli specialisti urologi del Nord Italia e
ovviamente di altre regioni nazionali.
La società del Nord Italia fu fondata
per iniziativa del Prof. Luigi Caporale
e da un numero limitato di soci che si
riunirono all’hotel Principi di Piemonte
a Torino nella primavera del 1951; da
allora annualmente le urologie del Nord
Italia si riuniscono per relazionare
esperienze clinico scientifiche
mantenendo l’aggiornamento necessario
a questa branca specialistica in continua
evoluzione grazie all’esponenziale crescita
delle tecnologie mediche e biomediche.
Questa società ha mantenuto da sempre
l’obiettivo di favorire la crescita culturale
scientifica dei giovani che potranno
relazionare comunicazioni e animare
la discussione clinica nell’ambito delle
tavole rotonde e dei simposi.
38
MARZO 2014
SULLA VIA TRACCIATA DA CAPORALE, MARTEN PEROLINO E LAUDI
Nella prima giornata vi sarà una sessione infermieristica satellite che approfondirà l’aspetto assistenziale
al paziente affetto da patologie dell’apparato genito urinario suddiviso per intensità di cura. Con particolare attenzione verranno messe in evidenza i percorsi diagnostici e terapeutici dei pazienti sottoposti
a chirurgia complessa o ricostruttiva.
Per ciò che concerne il programma medico, gli specialisti urologi approfondiranno gli aspetti diagnostici
e terapeutici dell’ostruzione cervico-prostatica focalizzando l’attenzione sulle ultime novità farmacologiche per il trattamento della vescica iperattiva . Di rilievo la tavola rotonda sul carcinoma prostatico
ormono-refrattario dove il trattamento può essere oggi programmato in un percorso clinico oncologico
approfondito e discusso nei gruppi interdisciplinari. Tra le tavole rotonde più innovative, di rilevo quella
relativa alla diagnosi precoce delle neoplasie della vescica che viene effettuata utilizzando metodiche
come la cistoscopia fotodinamica e il trattamento Laser - endoscopico delle neoplasie dell’alta via urinaria. In seno al convegno saranno inoltre discusse le tecniche relative al confezionamento di derivazioni
urinarie esterne continenti e gli aspetti andro-sessuologici.
Una tre giorni ricca di presentazioni scientifiche di alto livello grazie all’impegno degli urologi del Nord
Italia, un incontro in cui la storia si ripete annualmente in una regione e città diversa. Ho ancora il ricordo
di quando, giovane, ho assistito ad altri due congressi SUNI svoltosi a Torino: nel 1990 quando presidente era il mio Maestro, il Prof. Renato Marten Perolino, e nel 2006 quando presidente era Marco Laudi.
Il lavoro organizzativo dell’edizione SUNI 2014 è stato lungo ma mi appaga esserci oggi con i colleghi
con i quali ho condiviso per anni le esperienze scientifiche della Società e mi preme ringraziare anticipatamente il Prof Bruno Frea per i consigli, la segreteria scientifica ed organizzativa per il supporto e il
personale medico ed infermieristico dell’ASL TO5.
UN’OCCASIONE PER I GIOVANI, COME SEMPRE
Essere il presidente del 63° SUNI a Torino mi onora così come mi onora la folta presenza di tutti i Relatori, Moderatori e i partecipanti iscritti. Anche questa edizione torinese di incontro sarà un’occasione
concreta a disposizione di tutti i giovani specializzandi per acquisire esperienze e migliorare la loro
professionalità. ¢
APRILE 2014
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La ricerca in Provincia
IN MEMORIA
DI FRANCESCO
GORGERINO
Questo grande medico è mancato il 15 gennaio scorso nella città dove era
nato il 26 agosto 1931.
Era un uomo che sapeva farsi voler bene da tutti; è sempre stato generoso e
disponibile con tutti, fino all’esaurimento delle forze, per tutta la vita.
Eternamente “reperibile”, sia per il lavoro che per la famiglia o gli amici o
gli studenti. Sempre pronto, in qualunque occasione e con qualunque tempo e a qualunque ora a rispondere positivamente ad una richiesta di aiuto
medico: per il quale iniziava col tirar fuori dalla valigetta di pronto soccorso,
da cui non si è separato mai, lo stetoscopio che quasi faceva parte del suo
abbigliamento.
Per questo, fin da quando l’ho conosciuto, negli anni Sessanta, io giovane
assistente, Lui plurispecializzato, impegnato Primario anestesista aperto
ad ogni razionale innovazione, appassionato ed entusiasta nell’apertura
e organizzazione di una modernissima rianimazione, veramente di eccellenza come si dice oggi, ho subito deciso di collaborare con Lui. In più di
quarant’anni di amichevole frequentazione ho apprezzato la persona, il
professionista, il docente, il collega, il compagno, cristianamente il fratello,
l’AMICO.
Ho vissuto con Lui sotto molti profili di vicinanza professionale e umana.
Il superiore: il prof. Gorgerino era un affermato direttore ma sempre disponibile verso di me, giovane medico.
Il collega: sincero nella collaborazione, entusiasta nell’ampia applicazione ed
utilizzo delle nascenti tecniche di trattamenti extracorporei che gli proponevo: per questo divenimmo riferimento per il trattamento delle intossicazioni
da funghi velenosi.
Il premuroso anestesista: durante un intervento al mio secondogenito.
Il fiducioso paziente: per suoi problemi di salute per cui si era affidato a me.
Il piacevole compagno durante le vacanze e il fantasioso viaggiatore: nel
ricercare diversificati luoghi dove esplorare territori sconosciuti: il Nord’America, la Sardegna, come la Liguria, il Lago Maggiore o la Val Troncea.
E a tutti questi ruoli umani e professionali occorre aggiungere il fatto che
egli è stato davvero un marito premuroso e un padre generoso.
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GENNAIO 2014
Adriano Ramello
LA SUA BATTAGLIA PER LA DONAZIONE DEGLI
ORGANI
Fu determinato nel sostenermi e nel collaborare per
portare a termine tutte le attività che ci hanno condotto al primo prelievo di organi in Piemonte.
Divenuto fervente sostenitore, in Italia, della necessità di prelievo di organi, si è profuso in informazioni, formazioni, conferenze e appassionata diffusione per amore dei pazienti in attesa di trapianto. Per
questo subì anche un’ingiusta persecuzione giudiziaria, nella quale mi volle come tecnico esperto in
sua difesa.
Fu anche Presidente della sezione piemontese e
valdostana dell’Aido, l’Associazione Italiana dei Donatori di Organi. Una questione, questa della donazione degli organi, eticamente e religiosamente
“sensibile”, che all’epoca suscitò polemiche infuocate: ma che sostenne con energia e convinzione
non malgrado, ma proprio grazie alla sua profonda,
ed evidentemente meditata, fede cattolica. Non a
caso fu membro autorevole, accanto a insigni giuristi e studiosi, del Consiglio Nazionale di Bioetica.
Negli anni Ottanta, in una puntata famosa de “Il
Fatto”, Enzo Biagi lo intervistò proprio sul “conflitto” in merito alla sua posizione di cattolico in favore della donazione d’organi; disse con un sorriso disarmante: «Perché ho scelto la vita». Non soltanto
Biagi, ma anche noi da casa lo applaudimmo.
Fu anche promotore del primo Servizio di eliambulanze in Piemonte e Valle d’Aosta (lo chiamavamo
allora il “medico volante”) e a organizzare con la
Croce Rossa Italiana il Servizio di pronto intervento
“118”.
VIAGGIATORE-COLLEZIONISTA
Lo ricordiamo come un instancabile e viaggiatore (è
stato davvero ai quattro angoli del Mondo: a volte per congressi, più spesso per autentico spirito
d’avventura); era curioso e aperto al distante da sé
come pochi ed è stato grande fotografo, studioso
di geografia, collezionista non solo di francobolli,
ma praticamente di tutto: perché per lui ogni oggetto, ogni pianta – notevole una sua battaglia
ambientalista in Sardegna – ogni essere, animato o
inanimato che fosse, aveva importanza e meritava
attenzione e memoria come ogni persona che aveva incontrato sul suo cammino.
Grazie per la tua lezione professionale e di
vita, Franco; grazie per l’etica del lavoro, l’amore per la gente e il senso di responsabilità
verso la famiglia e le Istituzioni che ci hai insegnato.
Grazie per la tua fede e la tua profonda devozione mariana. ¢
APRILE 2014
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Dai congressi
“MEDICINA E VIOLENZA C
Il 14 novembre scorso, presso l’Aula Magna dell’ospedale CTO della Città della
Salute e della Scienza di Torino, si è tenuto il convegno “Medicina e violenza
contro le donne” - 3° Convegno del “Coordinamento Regionale della Rete
Sanitaria per l’accoglienza ed assistenza alle vittime di violenza domestica e
sessuale del Piemonte”, organizzato e presieduto dal dottor Patrizio Schinco
(responsabile Centro Supporto ed Ascolto Vittime di Violenza domestica DEMETRA dell’Ospedale Molinette di Torino).
Il Report 2013 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, redatto in collaborazione con la London School of Hygene & Tropical Medicine ed il
South African Medical Research Council, offre una drammatica dimensione globale della violenza subita dalle donne: il 35% delle donne nel Mondo
è vittima di violenza fisica e/o sessuale da parte del partner o di sconosciuti;
il 38% dei femminicidi avviene per mano del proprio compagno; il 30% dei
maltrattamenti alle donne ha inizio in gravidanza e una donna su quattro è
oggetto di violenza in questa fase della vita.
Per contrastare questa realtà che è una vera “emergenza sanitaria globale“,
l’Oms ha pubblicato nuove Linee Guida per una formazione specifica degli
operatori sanitari, in maniera che possano adeguatamente accogliere le donne, riconoscere i segni della violenza ed incoraggiare alla denuncia. Le violenze
domestiche, quando non portano alla morte, producono danni fisici e psichici
gravi che si ripercuotono anche sui figli: i bambini che crescono in un ambiente
violento hanno maggiori probabilità di sviluppare comportamenti di abuso di
alcool e droghe, un rischio di suicidio 6 volte maggiore e spesso da adulti sono
a loro volta oggetto e soggetto di violenza.Le mancate denunce sono infatti
una quota altissima: il 24% delle donne che subiscono violenza tace completamente, e se la violenza avviene in famiglia la “scelta” del silenzio arriva al
33,9%, mentre solo il 7% denuncia alle Autorità la violenza subita dal partner.
Nicola Ferraro
Pierpaolo Berra
Ufficio Stampa
Città della Salute
e della Scienza di
Torino
LA SITUAZIONE ITALIANA
La situazione in Italia non è meno preoccupante: 124 femminicidi nel 2012 e
65 nei primi sei mesi di quest’anno, mentre, secondo l’indagine Istat del 2006,
si stima che ci siano 6.743.000 donne tra i 16 ed i 70 anni vittime di abusi fisici
o sessuali e che circa un milione abbia subito stupri o tentati stupri.
Il Governo italiano ha recentemente ratificato la Convenzione di Istanbul contro la violenza domestica, ma a questo dovrebbero seguire atti e forme di
organizzazione per sostenere le donne vittime e la loro prole.
Le ragioni della violenza contro le donne risiedono nel persistere delle disparità di genere anche nel mondo del lavoro oltre che negli stereotipi culturali non
sufficientemente contrastati: una vera azione di prevenzione deve muovere da
un profondo ripensamento dei ruoli e delle relazioni tra i sessi. È possibile trovare le risorse necessarie a compiere questi interventi, anche perché la violenza
produce costi economici, oltre a privarci in molti casi delle risorse che possono
venire dalle donne”.
DENTRO LA VIOLENZA ALLE DONNE
Uno studio europeo quantifica in 30-60 euro l’anno pro capite il costo complessivo della violenza sulle donne (sommando i costi diretti, di assistenza ed
indiretti, di mancato apporto economico): una cifra che rapportata al nostro
Paese equivale a circa 2,4 miliardi di euro all’anno.
I risultati del rapporto Oms sulla violenza subita dalle donne sono impressio-
42
MARZO 2014
Le mancate denunce
sono una quota
altissima:
il 24% delle
donne che subiscono
violenza tace
completamente,
e se la violenza
avviene in famiglia
la “scelta” del
silenzio arriva al
33,9%,
mentre solo il
7% denuncia alle
Autorità la violenza
subita dal partner.
CONTRO LE DONNE”
FINALITA’
Una percentuale significativa delle donne e bambini che
ricorrono ai Pronto Soccorso dell'Azienda presenta sintomi
riconducibili a maltrattamenti subiti in atto o pregressi.
Il problema Il
è certamente
di un’attenzione
delle meritevole
donne
specifica da parte
di
strutture
che
curano
la salute delle
nel Mondo è vittima
persona: la violenza
e
il
maltrattamento
hanno
un impatto
di violenza fisica e/o
sulla salute delle persone e sulla sanità pubblica, che va
sessuale da parte
oltre il singolo evento violento, ma che ha conseguenze a
del partner o di
breve e lungo termine fisiche, psichiche e sociali; il non
sconosciuti;
riconoscimento della violenza come causa di malattia è uno
dei fattori cheilfavorisce dei
l’incidenza degli esiti a distanza.
35%
38%
femminicidi
Obiettivo della
giornata avviene
è sensibilizzare il personale
per manodidelcorrette
propriolinee di intervento sul
sanitario all'adozione
compagno;
fenomeno della
Violenza domestica e sessuale e presentare
le LG aggiornate
della Regione
dei Piemonte.
il 30%
maltrattamenti alle
DESTINATARI
donne ha
inizio in
gravidanza e
SEDE LEGALE: Corso Bramante, 88/90 - 10126
Torino Centralino: tel. +39.011.6331633
P.I./Cod. Fisc. 10771180014
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Sede, Centro Traumatologico Ortopedico, Istituto Chirurgico Ortopedico
Regina Maria Adelaide, Infantile Regina Margherita, Ostetrico Ginecologico
S. Anna
S.C. Formazione permanente e aggiornamento delle
risorse umane
MEDICINA E VIOLENZA
CONTRO LE DONNE
"3 ° CONVEGNO DEL COORDINAMENTO REGIONALE DELLA RETE
SANITARIA PER L'ACCOGLIENZA E PRESA IN CARICO DELLE VITTIME DI
VIOLENZA SESSUALE E DOMESTICA DEL PIEMONTE" DI CUI ALLA
DGR N. 14 – 12159 DEL 21/09/2009
una donna su
quattro è oggetto
Tutte le professioni sanitarie, Assistenti sociali
NUMERO
di
violenza DI
in PARTECIPANTI
questa
fase della vita.
120, di cui 60 riservati al personale dell’ AO Città della
Salute e della Scienza di Torino senza costo di iscrizione.
Per i restanti è prevista una quota di iscrizione come
descritto nella scheda allegata.
Le iscrizioni si chiuderanno al raggiungimento del numero
di partecipanti previsti.
Ordine Provinciale dei
Medici Chirurghi
e degli Odontoiatri di Torino
CON IL PATROCINIO DI
14 NOVEMBRE 2013
AULA MAGNA Presidio C.T.O
Via Zuretti 29 Torino
CORSO ACCREDITATO SU SISTEMA ECM REGIONE
PIEMONTE
APRILE 2014
43
La
Le donne devono essere aiutate a trovare la
forza di reagire perché ad oggi il 33.9% delle
donne vittime di violenza da parte del partner
ed il 24% di coloro che l’hanno subita da un
conoscente o da un estraneo rimane in silenzio.
C’è anche una quota non piccola di uomini
che subiscono violenza, variamente indagata,
le percentuali non sono troppo dissimili e
certamente ancora più misconosciuta della
violenza sulle donne.
Si tratta in gran parte di minori ma anche di
adulti, che assistono o subiscono violenza e che
sono il motore della perpetuazione generazionale
della violenza: i minori da grandi sceglieranno se
essere vittime o agire la violenza.
nanti: il 35% delle donne di tutto il mondo subisce nel corso della vita
qualche forma di violenza, soprattutto da parte di mariti e fidanzati, ed il
38% dei femminicidi avviene per mano del partner.
I dati evidenziano come le donne esposte alla violenza dei compagni siano
due volte più a rischio di depressione, quasi due volte più a rischio di dipendenza dall’alcol ed una volta e mezzo più a rischio di contrarre malattie
sessualmente trasmesse, come HIV, sifilide, clamidia e gonorrea. ll 42% di
coloro che hanno subito violenza fisica o sessuale ha riportato danni alla
salute. Uno dei dati che sorprende maggiormente –– riguarda la diffusione
del fenomeno nelle fasce ad alto reddito, che si attesta al 23.2%.
Esiste in particolare il fenomeno degli abusi in gravidanza. Se la violenza
domestica sulle donne è sempre inammissibile, lo è ancor di più in gravidanza. I dati la indicano come la seconda causa di morte nelle donne tra
i 15 e i 44 anni. Il 30% dei maltrattamenti ha inizio proprio durante il periodo della gestazione ed 1 donna su 4 è tuttora vittima di abusi in questa
fase della vita. Un dato preoccupante, cui si somma quello secondo il quale
il 69% delle donne maltrattate in gravidanza continuino a subire violenze
anche dopo la maternità. Le conseguenze vanno dal distacco di placenta a
disturbi alimentari, da infezioni a problemi psichici, come disturbi d’ansia e
del sonno, dall’abuso di alcol e farmaci a tentazioni suicidarie.
Anche per il feto e il bambino vi sono rischi drammatici come la morte
fetale, il parto pretermine, la poliabortività, nonché conseguenze psichiche
pesantissime. Recenti studi di Mc Crory hanno dimostrato che l’esposizione alla violenza domestica modifica alcune aree cerebrali dei bambini, con
il rischio di sviluppare disturbi d’ansia. I fanciulli che crescono in un clima
di violenza hanno il 50% di probabilità in più di abusare di alcol e droga,
un rischio sei volte maggiore di suicidio, più alte probabilità di sviluppare
effetti di stress sul cervello e comportamenti delinquenziali e di essere a
loro volta oggetto o soggetto di violenza.
CHE FARE?
Ma come si può concretamente intervenire a sostegno delle donne che subiscono violenza? I dati dimostrano come le donne devono essere aiutate
a trovare la forza di reagire perché ad oggi il 33.9% delle donne vittime di
violenza da parte del partner ed il 24% di coloro che l’hanno subita da un
conoscente o da un estraneo rimane in silenzio.
Occorre anche ricordare che c’è una quota non piccola di uomini che subiscono violenza, variamente indagata, le percentuali non sono troppo dis-
simili e certamente ancora più misconosciuta della
violenza sulle donne. E’ l’altra faccia dello stesso fenomeno: si tratta in gran parte di minori ma anche
di adulti, che assistono o subiscono violenza e che
sono il motore della perpetuazione generazionale
della violenza: i minori da grandi sceglieranno se
essere vittime o agire la violenza.
Ci sono ospedali che hanno strutturato servizi di assistenza sanitaria, psicologica e sociale, quali la Città della Salute e della Scienza di Torino, attraverso
il Centro Supporto ed Ascolto Vittime di Violenza
domestica DEMETRA delle Molinette ed il Soccorso
Violenza Sessuale dell’ospedale Sant’Anna, l’ospedale Maria Vittoria, il Cardinal Massaia di Asti e l’Ospedale di Biella, l’Asl To 4 con i suoi servizi ed altri.
Il Coordinamento della Rete Sanitaria per l’accoglienza e l’assistenza alle vittime di violenza domestica e sessuale del Piemonte, di cui alla DGR 1412159 del 21 Settembre 2009, lavora per creare
una rete di supporto ed assistenza attraverso l’integrazione ospedale-territorio e la Regione Piemonte
è una delle regioni a più elevata copertura sanitaria
del fenomeno.
IL CONVEGNO DEL 14 NOVEMBRE SCORSO
L’evento è stato organizzato per aiutare a ristabilire
una corretta valutazione da parte degli Operatori delle Professioni Sanitarie attirando l’attenzione
sulle conseguenze patologiche della Violenza. Si è
articolato in quattro sessioni dedicate alla Violenza
emersa in Pronto soccorso, all’accoglienza in ospedale, all’assistenza alle vittime nella regione Piemonte e nell’ultima ai materiali di lavoro. Il Convegno ha
avuto anche l’obiettivo di continuare l’ampio dibattito che da tre anni coinvolge tutti gli ospedali del
Piemonte su questo tema e che ha portato la Regione all’avanguardia in Italia per la gestione sanitaria
della Violenza nelle relazioni intime. ¢
APRILE 2014
45
Dai congressi
PIÙ MEDICINA TROPI
L’ITALIA DI OGGI E D
Nicola Ferraro
Silvana Patrito
Ufficio Stampa
ASL TO2
Questa, in estrema sintesi, la domanda che ha informato il VII Congresso nazionale della SIMET (Società Italiana di Medicina Tropicale) tenutosi dal 28 al 30 novembre scorso a Torino e presieduto da
Guido Calleri, Responsabile del Centro di Medicina dei Viaggi ASL TO 2 (organizzatore dell’evento),
nell’ambito delle Malattie Infettive e Tropicali I, dirette da Pietro Caramello presso l’Ospedale Amedeo
di Savoia.
Nell’ambito del Convegno sono stati trattati argomenti di salute globale, diritto di accesso alla salute,
salute del migrante, clinica ed epidemiologia delle malattie infettive e non-comunicabili, accesso alle
terapie, salute pubblica, cooperazione sanitaria internazionale, medicina dei viaggi, in un approfondimento a 360°, finalizzato all’esigenza attuale di formazione in medicina tropicale per gli operatori
sanitari, e di gestione della salute in ambito politico-sanitario, in linea con i cambiamenti in atto nella
salute del terzo millennio.
Nel nostro Paese, crocevia di flussi migratori e viaggi intercontinentali, emergono o riemergono malattie infettive specifiche di aree tropicali, che si impiantano anche in aree temperate, favorite da fenomeni come i cambiamenti climatici e il riscaldamento globale. Una nuova e particolare competenza
oggi sembra emergere quindi come necessaria per gli operatori sanitari italiani: la
specializzazione in Medicina Tropicale, per ora appannaggio di solo poche decine di esperti in Italia.
LA MEDICINA TROPICALE E LA SIMET
La medicina tropicale, un tempo trattazione di patologie correlate solo a una specifica area geografica,
oggi assume il significato di salute internazionale e viene intesa come un ponte che collega il Nord
e il Sud del mondo, un ponte su cui si muovono viaggiatori, immigrati, cooperanti, organizzazioni
internazionali, attività produttive, non solo in quanto veicoli e/o operatori di specifiche patologie, ma
come interessati da problematiche sanitarie complesse: l’accesso alla salute, l’accesso ai farmaci, la
sanità pubblica, il collegamento tra l’uomo, gli animali e l’ambiente.
Medicina tropicale, Medicina delle migrazioni, Medicina dei viaggi e Sanità pubblica non sono più
discipline distinte: sono diversi aspetti di fenomeni socio-sanitari trasversali nel mondo, in cui determinate malattie infettive risultano globalizzate a causa degli spostamenti e dei cambiamenti climatici.
La SIMET, leader nella promozione della ricerca sulla malaria e sulle altre malattie tropicali e leader nella cooperazione sanitaria internazionale, aderente alla Federazione delle Società Europee di Medicina
Tropicale e Salute Internazionale (FESTMIH), con cadenza triennale, ma per la prima volta a Torino,
ha tenuto questo importante congresso nazionale, fondamentale momento di incontro e discussione
sugli argomenti di medicina tropicale tra i professionisti del settore, medici, veterinari, epidemiologi,
operatori di sanità pubblica e altre figure sanitarie, a livello sia nazionale sia internazionale.
IL CONVEGNO
“Il Convegno affronta i molteplici aspetti della salute ‘globale’ – ha spiegato Pietro Caramello, Direttore di Malattie Infettive e Tropicali I dell’Amedeo di Savoia – è infatti questo il punto di arrivo di una
disciplina nata per lo studio delle malattie infettive tropicali. La medicina tropicale e delle migrazioni è
ormai la disciplina che studia le malattie infettive e non, connesse all’indigenza, al disagio sociale, alle
migrazioni, ai viaggi, riflettendo anche sugli aspetti non strettamente medici che influiscono sulle malattie, come l’economia, la povertà, il clima, tutti elementi che rendono molte fasce della popolazione
più esposte e suscettibili alle malattie, con minori possibilità di accesso alle cure”.
“L’organizzazione del Congresso Nazionale della Società di Medicina Tropicale è per noi un onore – ha
precisato Guido Calleri, Presidente del congresso e Responsabile del Centro di Medicina dei Viaggi
ASL TO 2 - e costituisce una tappa importante del percorso che abbiamo iniziato nella nostra ASL
da oltre quindici anni, con la creazione di un ambulatorio di Medicina dei Viaggi, di un sito internet
specialistico e con l’organizzazione delle numerose edizioni del Congresso Regionale di Medicina dei
Viaggi e delle Migrazioni. Oggi sono proprio i fenomeni migratori a costituire la vera sfida in tema di
46
APRILE 2014
ICALE PER
DEL FUTURO?
7° Congresso Nazionale
della Società Italiana di Medicina Tropicale
uota di
tel. 011
s.com -
Borgaro 1.
posta di
tamenti
e al 7°
controllo e cura delle malattie infettive, perché
reintroducono patologie considerate debellate,
PRESENTAZIONE
LAVORI di vita precarie e
anche
in relazione aDEI
condizioni
La Società Italiana di Medicina Tropicale (SIMET) è una società
cattiva
nutrizione, e portano in evidenza malattie
multidisciplinare che ha il mandato di promuovere la ricerca sulla m
poco
conosciute,
o econ
presentazioni
differenti
altre malattie
tropicali
la cooperazione
sanitaria
internazionale. A
rispetto
a quelle
tipiche
e bendinote
dellaTropicale
popo- e Salute Inte
Federazione
delle Società
Europee
Medicina
(FESTMIH).
lazione
autoctona. Al tempo stesso si evidenzia
Il Congresso
Nazionale degli
della SIMET
si svolge
ogni
3 anni,
anche
il fenomeno
immigrati
che,
per
la costituen
momento di incontro e discussione sugli argomenti di medicina tro
lunga
lontananza dal paese d’origine, perdono
professionisti del campo a livello nazionale ed internazionale.
le
protezioni
immunitarie
acquisite medicina
nel tempo
Medicina
tropicale,
salute internazionale,
delle migrazion
verso
patologie
classiche
la malaria”.
dei viaggi,
e salute più
globale
oggi noncome
sono più
discipline distinte ma div
di fenomeni
che collegano
ponte a dopp
“Inoltre
nel socio-sanitari
nostro Pianeta,
a causa come
dellaun
conmarcia le popolazioni del nord e del sud del mondo. Questi
tinua
accelerazione nella crescita della popocoinvolgono sia patologie infettive che non-comunicabili, per lo pi
lazione,
nellodi disagio
sviluppo
industriale
a causa
con condizioni
sociale
e povertà,ela cui
“globalizzazione” è
dell’incremento
della produzione
di scorie, rifiuti
dai viaggi, dalle migrazioni,
dagli spostamenti
di popolazione,
anchesidastanno
fenomenievidenziando
climatici quali ilmutazioni
riscaldamento globale:
efacilitata
gas-serra,
così adatti all'impianto
malattie
ambienti
sempre più estesi
ambientali
destinatediaalcune
rendere
il clima
più caldo
fuori dell'area tropicale, con scenari futuri del tutto incerti. E' per q
eCongresso
la vita sempre
più difficile
– ha
il dott.ormai “storic
di Medicina
Tropicale,
unaconcluso
denominazione
Calleri
– di qui
la diffusionedinamici
di patologie
trasmisdeve adattarsi
al cambiamenti
della salute
nel terzo millenn
aspettiprecedentemente
di transizione, come limitate
la SIMET stessa,
dalla
Medicina Tropicale
sibili,
ai paesi
tropicaInternazionale.
li,
come Dengue o Chikungunya, l’aumento di
Durante il Convegno saranno trattati argomenti di salute globale
patologie da calore in gruppi a maggior rischio
accesso alla salute, salute del migrante, clinica ed epidemiologia de
come
anziani
e bambini,accesso
le mutazioni
ambieninfettive
e non-comunicabili,
alle terapie,
salute pubblica, co
tali
comeinternazionale,
la desertificazione
e gli
sanitaria
e medicina
deieventi
viaggi. estremi
In questa prospettiv
operatore
sanitario (dai
medici, agli
infermieri,
ai veterinari, ai
come
inondazioni
e uragani.
Anche
di questi
farmacisti, agli assistenti sanitari, cui l'incontro è indirizzato) d
fenomeni fanno le spese soprattutto i paesi del
competenze di medicina “tropicale” nel significato innovativo c
Sud
del vogliono
mondo,dare
puralla
essendone
Giornate
disciplina. responsabili in
parte minima. I rischi di questa evoluzione sono
Un freccia, quando lanciata, non torna indietro (proverbio Ugandese)
concreti ed è necessario che l’economia, la politica
e la CONGRESSUALE
cultura occidentale riconoscano l’urgenza
SEDE
di
confrontarsi
con tali
scenari”.
Il Congresso
si svolgerà
a Torino,
presso il Centro Congressi del Santo
La sede congressuale
può essere
raggiunta:
TORINO
IN UN’ITALIA
SEMPRE
MENO PROin
auto
VINCIALE
28-29-30 novembre 2013
Centro Congressi del Santo Volto
Via Borgaro 1 - TORINO
- Direzione Tangenziale Torino Nord: Da Raccordo Torino - Casel
L’Italia
per prima è interessata
da imboccare
malattie infetti«Cenisia/Vallette/M.
Campagna»,
corso Grosseto, pro
corsorare
Potenza,
via Luini, procedere
per via Borgaro.
ve che,
nel svoltare
recenteinpassato,
oggi emergono
Direzione Tangenziale
Prendere
l'uscita «Regina M
o -riemergono,
e molteTorino
sono Sud:
malattie
di impordirezione Torino-Ovest Centro, entrare in corso Regina M
tazione,
o
addirittura
“dimenticate”
perché
non
proseguire in corso Potenza, imboccare corso Toscana, proced
comunicabili,
in quanto per lo più associate a
Borgaro.
condizioni
di disagio sociale e povertà: con i mocon i mezzi pubblici
- Metropolitana:
linea 1:
fermata
«piazza
Bernini»
proseguire in tr
vimenti
demografici
degli
ultimi
dieci
anni,enel
- Tram:
n° 3 eormai
9 (fermata:
«Piero Della Francesca»)
nostro
Paese
costantemente
un 10% della
- Bus Gtt: n° 3990 da e per Venaria Reale (fermata: 3408)
popolazione risulta proveniente da altri Paesi o
da altri Continenti e quasi sempre da aree ad alta
endemia per le patologie trasmissibili.
Proprio la ASL TO 2, non più di un anno fa, ha
registrato un decesso per un raro caso di Morbo
di Chagas, causato dal Tripanosoma Cruzi, pa-
APRILE 2014
47
Dai congressi
rassita tipico del Centro-Sudamerica, prevalentemente di Bolivia e Brasile, e ha attivato tutte le procedure per la cura dei congiunti nel Paese di provenienza. E’ stata una tragedia che ha evidenziato come
l’aumento dei flussi migratori debba richiamare l’attenzione delle Autorità Sanitarie su malattie come
questa, come la Cisticercosi, la Schistosomiasi, le infezioni da Strongiloides, oppure da “Virus Sin
Nombre”, della famiglia degli Hantavirus, responsabile sempre lo scorso anno del focolaio epidemico
nel Parco di Yosemite in California, o da “Virus West Nile” che tanta preoccupazione ha destato in
Veneto sul finire dell’estate 2013, con alcuni casi di malattia grave, neuro-invasiva.
“Si tratta di malattie esotiche e della povertà, endemiche in molte aree di partenza dei flussi migratori ma che ora devono essere monitorate anche in Italia, presso ospedali specializzati, con centri e
laboratori debitamente attrezzati – commenta il Direttore Generale ASL TO 2 Maurizio Dall’Acqua
– l’organizzazione a Torino di questo congresso è un grande riconoscimento per il Centro affidato al
dott. Guido Calleri, un servizio di eccellenza della nostra ASL, di riferimento regionale per la Medicina
dei Viaggi, ed è un riconoscimento per tutto l’ospedale Amedeo di Savoia, di riferimento in Piemonte
per le malattie infettive, nonché il più attrezzato Presidio Ospedaliero in materia, dotato dell’unico
laboratorio di Microbiologia e Virologia in grado di effettuare, nella Regione Piemonte, test molecolari
e sierologici per patologie infettive di importazione”. ¢
CENTRI SPECIALISTICI ASL TO2 DI
MEDICINA DEI VIAGGI E DELLE MIGRAZIONI
CENTRO DI MEDICINA DEI VIAGGI
AMEDEO DI SAVOIA
AMBULATORIO MI.SA. (MIgrazione SAlute)
AMEDEO DI SAVOIA
(Responsabile Dott. Guido Calleri)
(Presso Malattie Infettive e Tropicali I, Direttore Dott.
Pietro Caramello)
Il Centro svolge attività ambulatoriale di consulenza previaggio per i viaggiatori internazionali, con somministrazione di vaccini specifici, e di consulenza post-viaggio per
i problemi di salute verificatisi durante o a seguito del
soggiorno all’estero. Nel primo semestre 2013 ha eseguito
415 consulenze pre-viaggio e somministrato 1.135 dosi di
vaccino, incluso il vaccino per la febbre gialla. Ha inoltre
eseguito 136 visite post-viaggio, prevalentemente per malaria, gastroenterite, lesioni e infezioni cutanee, febbri di varia
origine.
Fornisce anche informazioni telefoniche e via mail sia a
utenti sia a operatori del settore e cura un sito web specifico, www.ilgirodelmondo.it”. Il Centro è in contatto e in
collaborazione con i maggiori centri di medicina dei viaggi
europei della Rete TropNet, con cui svolge attività di ricerca
clinica ed epidemiologica a livello internazionale, ed è attivo
nell’ambito della Società di Medicina Tropicale (SIMET) con
la partecipazione alla stesura di protocolli e linee guida riconosciuti a livello nazionale.
A livello locale collabora con la rete dei centri del Piemonte
e svolge attività didattica in numerosi ambiti come scuole,
università, organizzazioni internazionali, corsi di formazione e convegni.
(Responsabile Dott.ssa Margherita Busso)
(Presso Malattie Infettive e Tropicali I, Direttore Dott.
Pietro Caramello)
L’Ambulatorio Migrazione Salute (MI.SA) ASL TO 2 opera
in due sedi, una all’Amedeo di Savoia e una al SERMIG,
svolgendo sia attività di cura sia di prevenzione delle malattie infettive nella popolazione immigrata, prevalentemente nell’ambito di tubercolosi, HIV, infezioni a trasmissione
sessuale, epatiti virali, parassitosi e altri problemi infettivi.
Nel primo semestre 2013 il Centro ha seguito oltre 300
pazienti, provenienti soprattutto da Africa Sub Sahariana,
Nordafrica ed Est Europa, equamente distribuiti tra uomini
e donne, di età media 29 anni. Nello stesso periodo sono state effettuate circa 1000 visite infettivologiche, soprattutto
per infezione da HIV, TB e Malattie Sessualmente Trasmesse.
Il Centro, oltre all’attività clinico – diagnostica, svolge anche
counselling/educazione sanitaria su test HIV, riduzione del
rischio, aderenza a terapia antiretrovirale e antitubercolare
e prevenzione in generale; incontri di formazione per volontari attivi all’interno dell’ospedale, sostegno al progetto
“Test rapido HIV”.
48
APRILE 2014
PRESENTAZIONE DEL CORSO FAD
GOVERNO CLINICO
INNOVAZIONI, MONITORAGGIO,
PERFORMANCE CLINICHE, FORMAZIONE
Il corso "Governo Clinico” è rivolto a tutti i medici e odontoiatri, è del tutto gratuito ed eroga
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06/6841121 (centralino automatico – 16 linee s.p. – costo di una chiamata nazionale, da rete
fissa e mobile, in base alla propria tariffa contrattuale) identificando:
• il proprio Numero di iscrizione all’Albo Professionale
• il cap postale (distrettuale) della Provincia al cui Ordine si è iscritti.
Il servizio di HELP DESK, erogato direttamente da
FNOMCeO
(sede Ordine Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Torino)
è attivo dal Lunedì al Venerdì dalle ore 10.00 alle ore 12.00
tel. 011/5815110 - e-mail: [email protected]
MARZO 2014
49
Dai congressi
SPIRITUALITÀ E MALAT
IL PROGETTO “STANZE
Il 3 dicembre scorso nell’Aula Magna
A.M. Dogliotti del Centro Congressi
“Molinette Incontra” dell’Azienda
Ospedaliero - Universitaria San
Giovanni Battista – Molinette di
Torino si è tenuto il Convegno “Anima
valens in corpore aegro – Città della
Salute e della Scienza di Torino:
soluzioni architettoniche e percorsi
di cura”, organizzato dall’Azienda
Ospedaliera Città della Salute e della
Scienza di Torino, dalla Diocesi di
Torino e dal Politecnico di Torino.
Il titolo dell’evento che si potrebbe
tradurre come anima in salute
in un corpo malato, si riferisce
in modo esplicito alla dimensione
spirituale che accompagna lo
stato di malattia: una dimensione
“sanitaria” che sottolinea l’impatto
del crescente pluralismo religioso
su istituzioni e spazi sociali e che
rende gli ospedali anche un luogo di
negoziazione sociale e culturale, dove
costruire riconoscimento, dialogo ed
interazione.
50
APRILE 2014
Nicola Ferraro
Pierpaolo Berra
Ufficio Stampa Città
della Salute
e della Scienza di
Torino
MALATTIA, SPIRITUALITÀ E SANITÀ: IL PROGETTO “STANZE DEL
SILENZIO”
Dall’assistenza spirituale alla donazione degli organi, dai servizi di ristorazione all’Emergenza, comunità religiose e culturali si rivolgono al Servizio
Sanitario. In questo convegno si è discusso proprio di questo e di come il
Servizio sanitario regionale intende rispondere alle nuove esigenze imposte
dai cambiamenti culturali che contraddistinguono la nostra epoca.
La Stanza del Silenzio dell’ospedale Molinette, progettata e realizzata nel
2009, con la collaborazione del Comitato Interfedi della Città di Torino, è
stata la prima in un ospedale italiano ed è luogo di meditazione e preghiera
aperto a fedeli di ogni culto e provenienza.
All’inizio dello scorso anno è stato sottoscritto un contratto di ricerca con il
Dipartimento di Architettura e Design (D.A.D.) del Politecnico di Torino relativo allo sviluppo del Progetto “Stanze del Silenzio”. Il responsabile scientifico professoressa Anna Martina ha presentato in anteprima il Progetto
durante il Convegno. Il Progetto si inserisce nei percorsi progettuali delineati nel Master Plan della futura Città della Salute e della Scienza di Torino.
In particolare si qualifica come approfondimento specifico dei temi relativi
al rapporto ed alle modalità di interazione tra “funzioni e luoghi di cura”
e “funzioni e luoghi di culto”, in riferimento ad un contesto ospedaliero
caratterizzato sia da una grande complessità di prestazioni e relazioni, sia
da un’elevata eterogeneità dell’utenza sotto gli aspetti anagrafici, sociali e
culturali. La finalità pertanto è quella di definire criteri e linee di indirizzo
per l’individuazione, l’articolazione e la progettazione di possibili ed idonei
percorsi per la “cura dello spirito” nell’ambito della progettualità relativa
alla futura Città della Salute.
Particolare interesse è stato avanzato dall’Ufficio Diocesano Pastorale della
Salute, che ha colto nella progettualità in atto l’opportunità per individuare
i riferimenti ed i criteri per la realizzazione nella Città per la “cura dello
spirito” sulla base dell’individuazione e considerazione dei diversi culti. ¢
ATTIA:
DEL SILENZIO”
Aula Magna A.M. Dogliotti
Presidio Molinette
Corso Bramante 88/90 Torino
8.30 Registrazione partecipanti
9.00 Saluto Autorità
- A. L. Del Favero, Direttore Generale AO Città della Salute e della Scienza di Torino
- C. Nosiglia, Arcivescovo di Torino
- E. Tisi, Vice-Sindaco Città di Torino
- M. Gilli, Magnifico Rettore Politecnico di Torino
- E. Ghigo, Direttore Scuola di Medicina Università degli Studi di Torino
9.15
9.30
10.00
10.30
Moderatori:
M. Lombardo, Direttore Servizi di integrazione territoriale
M. G. Martinengo, giornalista de La Stampa Torino
Riflessioni introduttive - C. Nosiglia
Città della Salute e della Scienza: lo stato dell’arte - A. L. Del Favero
Dalle sale del silenzio ai percorsi dello spirito in ambito ospedaliero: il Progetto - Anna Marotta, Professore
Ordinario DAD
Percorsi di cura dello spirito: religioni in dialogo - Don Brunetti, Direttore Ufficio Diocesano Pastorale della
Salute
11.50 Coffee break
11.10 Ricerca, Formazione e Cura - G. Palestro, Preside emerito Scuola di Medicina Università degli studi di Torino,
Presidente del Centro Cattolico di Bioetica - Arcidiocesi di Torino
11.30 Esigenze relazionali in ospedale - R. Arione, Direttore Direzione Sanitaria Presidi Molinette/SGAS
11.50 Esperienze in Oncologia - M. Airoldi, Direttore S.C. Oncologia Medica 2
12.10 Progetto Religioni San Giovanni Battista di Torino - L. Di Marco, Direttore Ufficio Relazioni con il Pubblico AO
Città della Salute e della Scienza di Torino
12.20 Le esigenze del paziente - M. A. Schirru, Presidente Collegio IPASVI di Torino
12.40 Il ruolo del volontariato - M. T. Emanuel, Consigliere di Direzione AVO Piemonte
13.00 Pausa
14.00 Tavola rotonda: modera S. Dacquino, S.C. Medicina Interna 3 U
Nuove progettualità dei luoghi di Cura - Esperienze a confronto
Intervengono:
- La spiritualità nei reparti di degenza - Don Alessio, Cappellania ospedaliera
- Esigenze e progetti futuri - R. Cerri, S.C. U.R.P. AO Città della Salute e della
Scienza di Torino
- Esigenze formative dei mediatori socio-culturali - M. Grosso, S.C. U.R.P. AO Città
della Salute e della Scienza di Torino
- Mediatori socio-culturali: stato dell’arte - M.G. Zen, S.C. U.R.P. AO Città della
Salute e della Scienza di Torino
- Testimonianze sul campo - I. Dibra, Mediatrice socio-culturale
16.30 Conclusione
17.00 Valutazione ECM
Grafica G. Azzarello - URP A.O. Città della Salute e della Scienza di Torino - Presidio Molinette
Programma
Comitato Scientifico:
Lia Di Marco
Don Brunetti
Mario Lombardo
Anna Marotta
Corso accreditato su
Sistema ECM Regione
Piemonte COD 15439
Crediti calcolati: 4
Iscrizioni:
www.ecmpiemonte.it
Info:
URP A.O. Città della Salute
e della Scienza di Torino Presidio Molinette
tel. 011.6334731
APRILE 2014
51
rubriche
I servizi dell’Ordine
CASELLE PEC
L’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Torino
ha deliberato di rinnovare la convenzione con POSTECOM
per la gestione delle caselle di Posta Elettronica Cer tificata (PEC), attivate nel 2010.
Il rinnovo della convenzione prevede le stesse modalità
di adesione precedentemente adottate e cioè il pagamento
a carico di questo Ordine provinciale delle caselle attivate da par te degli iscritti.
PER INFORMAZIONI: telefonare allo 011.5815108
oppure inviare mail a [email protected]
PORTALE WEB
www.torinomedica.com
Il portale d’informazione indipendente e senza pubblicità dell’OMCEO della provincia di Torino.
Oltre a notizie e articoli su sanità, salute, farmaci...dall’Italia e dal mondo, potrete vedere filmati,
interviste, serivzi, inchieste, quando lo desiderate voi.
Non tutte le notizie, ma notizie per tutti!
ATTRIBUZIONE CODICE PIN
Per la compilazione del certificato di malattia on line.
Continua il servizio, attivato dall’Ordine, per l’attribuzione del codice PIN
a favore dei medici liberi professionisti (non dipendenti e non convenzionati)
per la compilazione della certificazione di malattia on line.
Per attivare la procedura di attribuzione, telefonare alla Segreteria Amministrativa allo 011.5815111
52
MARZO 2014
WEB area
www.omceo.to.it
Tutto ciò che occorre sapere sull’Ordine
ad iniziare dall’Albo degli iscritti
www.torinomedica.com
Cultura per la salute e le più importanti notizie
di aggiornamento medico-scientifico
con accesso diretto alle fonti
www.videomedica.org
La nostra rivista audiovisiva con servizi,
inchieste e interviste
www.omceotorinoservizi.com
Il portale dedicato alle Associazioni riconosciute
dall’Ordine ed ai servizi erogati
Newsletter
Iscrivetevi da torinomedica.com
per riceverla gratuitamente sulla vostra mail
www.facebook.com/omceo
MARZO 2014
53
rubriche
I servizi dell’Ordine
COMUNICAZIONE ORARIO UFFICI
Lunedì
Martedì
Mercoledì
Giovedì
Venerdì
8.30-13.30
8.30-13.30
8.30-13.30
8.30-13.30
8.30-13.30
14.00-17.30
14.00-17.30
14.00-17.30
14.00-17.30
14.00-17.30
Si comunica anche che l’Ufficio Previdenza (pratiche Enpam), per motivi
organizzativi, osserva il seguente orario:
Lunedì
8.30-13.30
Martedì
8.30-13.30
Mercoledì8.30-13.30
Giovedì
8.30-12.30
Venerdì
8.30-12.30
IL SEGRETARIO DELL’ORDINE
Ivana Garione
Agli iscritti
La “Federazione
Sanitari Pensionati
e Vedove” si occupa
della risoluzione dei
problemi economicosociali dei medici,
farmacisti, veterinari
che godono di una
pensione e dei loro
famigliari.
Per maggiori
informazioni o
per accedere ai
servizi dell’Ente,
si può telefonare
alla signora
Teresa Gariglio,
333/8440475,
Presidente
provinciale
dell’Ente, o al dott.
Giorgio Cappitelli,
348/6703250,
Presidente regionale.
(RTM)
54
MARZO 2014
Per comunicare un cambio di indirizzo
Si chiarisce agli iscritti che la procedura corretta per la segnalazione all’Ordine di un cambio di
residenza o di indirizzo prevede obbligatoriamente la compilazione dell’apposito modulo scaricabile all’indirizzo:
www.omceo.to.it à contatti à modulistica à modulo variazione indirizzo
Questo modulo deve essere inviato via mail all’indirizzo
[email protected]
o inviato tramite fax al numero 011505323
Inoltre si pregano gli iscritti di segnalare alla segreteria amministrativa eventuali disguidi di spedizione della rivista Torino Medica.
La Redazione di Torino Medica (RTM)
AVVISO AI MEDICI IN POSSESSO DI DIPLOMA DI FORMAZIONE
SPECIFICA IN MEDICINA GENERALE
I Medici che hanno conseguito il diploma di Formazione Specifica in Medicina Generale possono
darne comunicazione alla segreteria dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia
di Torino: il titolo sarà inserito nell’Albo dei Medici Chirurghi analogamente a quanto avviene per
i titoli di Specializzazione.
L’attestato potrà essere inviato anche via mail al seguente indirizzo:
[email protected] o via fax al numero: 011/505323.
Il Segretario OMCeO
Dr.ssa Ivana Garione
AVVISO DI SELEZIONE PER TUTOR VALUTATORI PER LO SVOLGIMENTO DELLA
PROVA PRATICA DEI LAUREATI CANDIDATI ALL’ESAME DI STATO ABILITANTE
ALL’ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE DI MEDICO-CHIRURGO
L’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Torino ha sottoscritto una Convenzione con l’Università di Torino per gli adempimenti previsti dal Regolamento concernente gli esami di Stato di abilitazione all’esercizio della
professione di medico-chirurgo modificato con decreto n. 445 del 19 ottobre 2001 e pubblicato sulla G.U. n. 299 del 27
dicembre 2001 e reso applicativo dall’Ordinanza ministeriale del 23 febbraio 2004.
Le sopra citate norme prevedono che l’esame di Stato di abilitazione alla professione consista in una prova pratica e in
una prova scritta. Alla prova scritta si accede solo dopo il superamento di una prova pratica a carattere continuativo consistente in una prova clinica pratica della durata complessiva di tre mesi articolati in un mese svolto presso un reparto di
medicina, un mese presso un reparto di chirurgia e per un mese presso un medico di medicina generale convenzionato
con il Servizio sanitario nazionale e realizzati, dopo il conseguimento della laurea (art. 1 DM 19.10.2001, n. 445).
In forza alla Convenzione con l’Università, il Consiglio Direttivo dell’Ordine è tenuto a predisporre un elenco di medici
operanti in qualità di dirigente medico in reparti di medicina generale, medicina d’urgenza o geriatria, medici operanti in
qualità di dirigente medico in reparti di chirurgia generale, chirurgia d’urgenza, ortopedia, otorinolaringoiatria, urologia
o ginecologia e medici di medicina generale convenzionati con il SSN, che possano dichiarare, sotto la propria responsabilità, di possedere i requisiti minimi di seguito elencati per ciascuna categoria.
Medici operanti in qualità di dirigente medico in reparto di medicina generale e chirurgia generale
1.essere iscritti all’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Torino
2.assenza di provvedimenti disciplinari sanzionati con provvedimento definitivo di sospensione dall’esercizio della professione nei dodici mesi precedenti
3.possedere almeno cinque anni di anzianità di servizio in un reparto ospedaliero o universitario di medicina o chirurgia
4.svolgere normalmente sia attività di reparto che ambulatoriale
5.avere congrua disponibilità di tempo per tale impegno
6.impegnarsi a frequentare il corso di formazione previsto
Medici di medicina generale convenzionati con il SSN
1.essere iscritti all’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Torino
2.assenza di provvedimenti disciplinari sanzionati con provvedimento definitivo di sospensione dall’esercizio della professione nei dodici mesi precedenti
3.possedere almeno dieci anni di anzianità di convenzione per la Medicina Generale con il SSN
4.avere in carico al momento della domanda un numero di scelte superiore a 750
5.disporre di un sistema informativo adeguato
6.avere congrua disponibilità di tempo per tale impegno
7.impegnarsi a frequentare il corso di formazione previsto
L’elenco così costituito, formato da tutti gli aspiranti alla attività di Tutore in possesso dei requisiti minimi, verrà sottoposto
alla Commissione Paritetica composta dai membri dell’Università e dell’Ordine per l’individuazione dei Tutori.
La Commissione Paritetica Ordine-Università, preso atto dell’elenco dei Medici che sono in possesso dei requisiti minimi,
dovrà procedere alla formazione di un elenco che verrà trasmesso alla Regione (combinato art.1, comma 2 Tirocinio, DM
n. 445 del 19 ottobre 2001 e art. 27, comma 3, DL n. 368 del 17 agosto 1999)
Per la validità della domanda farà fede la data di protocollo della stessa, che può essere inoltrata o per lettera raccomandata (C.so Francia 8 - cap.10143) o per raccomandata a mano direttamente agli uffici dell’Ordine o per fax al numero
011- 505323 o per e-mail [email protected].
Il candidato dovrà consegnare la domanda, come da modelli allegati, attestante il possesso dei requisiti minimi.
Torino, 8/7/2013
Il Presidente dell’Omceo della provincia di Torino
Dr. Amedeo Bianco
I modelli per le domande sono scaricabili dal sito www.omceo.to.it
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APRILE 2014
rubriche
Comunicati
COMUNICAZIONI
SU CORSI FAD DELLA FNOMCeO
PROGRAMMA NAZIONALE ESITI
NUOVO CORSO ECM AGENAS/FNOMCEO
Dal 23 settembre 2013, e lo sarà fino al 1° settembre 2014, è attivo il corso on line ECM sul
Programma Nazionale Esiti (PNE) realizzato da Agenas e FNOMCeO con il coinvolgimento della
Federazione IPASVI.
Per accedere al corso è necessario connettersi alla Homepage del sito web del Programma Nazionale Esiti (PNE) tramite link presenti sui siti internet di Agenas, FNOMCeO, Ministero della Salute,
IPASVI.
Attraverso le attività di PNE, il Ministero della Salute si avvale di AGENAS per lo svolgimento delle
funzioni di valutazione dei risultati (outcomes) delle prestazioni assistenziali e delle procedure
medico-chirurgiche nell’ambito del Servizio sanitario nazionale.
Obiettivi del corso sono la diffusione delle competenze necessarie a una corretta lettura e interpretazione dei contenuti di PNE, attraverso l’apprendimento di alcuni fondamenti di metodologia
epidemiologica applicata alla valutazione comparativa di esito.
Crediti: il corso, del tutto gratuito, eroga 12 crediti ECM (Codice ECM 69597). L’attestazione dei
crediti, una volta superato il corso, è disponibile nella “Situazione crediti” in alto a destra, appena
entrati sulla piattaforma.
Le professioni accreditate sono: medico, odontoiatra, infermiere, infermiere pediatrico, assistente sanitario.
Accesso: a chi si è registrato per i precedenti corsi ricordiamo che è necessario passare dal sito
FNOMCEO o IPASVI per accedere ai corsi.
È necessario passare dal sito della propria Federazione per il controllo ogni anno.
ATTENZIONE: Il sistema è basato su sessioni di lavoro; qualora si rimanga inattivi per più di 20
minuti la sessione scade e si deve quindi effettuare nuovamente l’accesso con ID e PIN.
CORSO FAD APPROPRIATEZZA 2013 - 2014
N° EVENTO 2603 - 79138
Si comunica che la validità del corso è stata prorogata fino al 18/11/2014 (salvo diverse disposizioni che saranno comunicate).
Si ricorda che questo corso ECM può essere seguito soltanto in modalità on line.
Il servizio HELP DESK, erogato direttamente da FNOMCeO (sede Ordine Medici Chirurghi e
Odontoiatri della Provincia di Torino) è attivo dal Lunedì al Venerdì dalle ore 10.00 alle ore 12.00
tel. 011/5815110 - e-mail: [email protected]
Si ricorda che è necessario passare dal sito FNOMCEO www.fnomceo.it o IPASVI www.ipasvi.it
per accedere al corso.
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rubriche
Corsi e congressi in pillole
Vengono qui pubblicate GRATUITAMENTE, di ogni congresso approvato dalla redazione:
- data del convegno - titolo del convegno - luogo del convegno. Gli eventi di cui si dà notizia sono, come
sempre, quelli che si tengono dal mese successivo a quello del numero pubblicato.
CORSI ECM DELL’OMCeO DI TORINO
I corsi, che annunciamo soltanto come titolo, sono in corso di definizione conclusiva di programma mentre stiamo elaborando questo
numero di TORINO MEDICA.
Preferiamo quindi non fornire altre informazioni che potrebbero rivelarsi non corrispondenti ad una realtà che ancora non conosciamo.
Ci sembra utile tuttavia dare informazioni sugli argomenti che
l’OMCeO di Torino sta elaborando da un punto di vista formativo.
L’aggiornamento tempestivo del programma di ciascun evento formativo e del relativo numero di crediti assegnato, oltre alla scheda
d’iscrizione, sono però scaricabili in Rete sia dal sito istituzionale
quando
8-10 maggio 2014
dove
www.omceo.to.it (sezione corsi ECM) sia dal Portale di informazione e
aggiornamento medico-scientifico e culturale www.torinomedica.com.
(homepage, in alto a destra).
Ecco le date e i titoli dei prossimi eventi che si terranno tutti presso la sede dell’Ordine, Villa Raby, C.so Francia 8 a Torino:
XX 24 maggio "Aver cura di chi cura : Misurare il burn-out"
XX 30 maggio Tavola Rotonda - MEDICINA E REALTÀ: lingua, filosofia, oncologia
XX 30 maggio Precarietà e Salute: per un approccio multiprofessionale
CONVEGNO SUNI
u 63°
SOCIETÀ DEGLI UROLOGI DEL NORD ITALIA
TORINO - Centro Congressi Torino Incontra
Via Nino Costa 8
quando
Sabato 10 Maggio 2014
dove
TORINO - Ordine dei Medici di Torino,
Villa Raby - Corso Francia 8
quando
Sabato 10 maggio 2014. Ore 8 – 14
dove
TORINO - Centro Congressi “Santo Volto”
Via Nole ang.Via Borgaro
quando
Martedì 13 maggio 2014. Ore 21
dove
TORINO - Accademia di Medicina di Torino
Via Po 18
u BISOGNI ASSISTENZIALI E SOSTENIBILITÀ NELLE
MALATTIE RARE
Evento ECM n.800-88186, con 6,8 crediti, promosso
dalla Commissione OMCeO-Torino Malattie Rare
u “…AL FEMMINILE”
DONNA E SOCIETÀ: IERI, OGGI, DOMANI
IMPLICAZIONI CLINICHE DI UN APPROCCIO
u FARMACO-GENETICO ALLA TERAPIA CON
MITOTANE IN PAZIENTI AFFETTI DA CARCINOMA
SURRENALICO Vittoria BASILE (Menzione d’Onore 2013)
INCIDENTALOMA SURRENALICO:
UNA MALATTIA DELLA TECNOLOGIA MODERNA
Relatore: Massimo TERZOLO
Presentato dal Socio: Alberto ANGELI
quando
15 maggio 2014
dove
E PSICHE NELLA DONNA: LE DIVERSE
u EROS
SFUMATURE NEL TUMORE DELLA MAMMELLA
TORINO - Centro Congressi Lingotto - Via Nizza 280
quando
17 e 18 maggio 2014
dove
TORINO - Cooperativa Sociale Isoinsieme Centro
Musicoterapia Benenzon Italia® - Via Piazzi, 41
quando
18-20 maggio 2014
dove
TORINO - Starhotels Majestic
Corso Vittorio Emanuele II 54
58
APRILE 2014
DI PERCUSSIONI
u SEMINARIO
IL GRUPPO COME RISORSA
Condotto da Giorgio Borghini
PENITENZIARIA 2014
u L’AGORÀ
XV CONGRESSO NAZIONALE SIMSPe-ONLUS
“Dalla teoria alla pratica: protocolli operativi in
ambito penitenziario”
S.I.M.S.Pe. – onlus Società Italiana di Medicina e Sanità Penitenziaria
quando
19-20 maggio 2014
u “CVC & FAV RESCUE”
dove
TORINO - Auditorium Banca Popolare di Novara,
Piazza San Carlo 196
quando
23 maggio 2014. Ore 21
dove
TORINO - Accademia di Medicina di Torino
Via Po 18
quando
24 maggio 2014
dove
TORINO - Sala Convegni della Clinica Santa
Caterina da Siena - Via Villa della Regina 19
quando
24- 25 maggio 2014
dove
u LA TERAPIA DELL’EPATITE C; FINALMENTE
RISOLUTIVA, MA QUANDO E PER CHI?
Relatori: Mario RIZZETTO, Alessia CIANCIO
u APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE NELLA PRATICA
CLINICA IN MENOPAUSA
Direttore del Convegno: Prof. K. Tavassoli
u TERAPIE PER LA MENOPAUSA
Responsabile scientifico: Prof. Carlo Campagnoli
TORINO - NH Hotel AMBASCIATORI
C.so Vittorio Emanuele II 104
quando
30, 31 maggio e 1 giugno 2014
dove
TORINO - Cooperativa Sociale Isoinsieme
Centro Musicoterapia Benenzon Italia®
Via Piazzi 41
quando
6 giugno 2014
dove
TORINO - Museo dell’Automobile
C.so Unità d’Italia 40
quando
6 giugno 2014. Ore 21
dove
TORINO - Accademia di Medicina di Torino
Via Po 18
DI 2° LIVELLO DI MUSICOTERAPIA
u CORSO
DIDATTICA
Tenuto da Prof.ssa Cinzia Manfredi
ADI TORINO 2014
u CONVEGNO
INVECCHIAMENTO E NUTRIZIONE:
AGGIORNAMENTI
VALUTAZIONE ECORADIOGRAFICA DELLA
u RISPOSTA CARDIOCIRCOLATORIA ALLO SFORZO
NEI PAZIENTI AFFETTI DA SCLEROSI SISTEMICA
Matteo BIANCO (Premio Arneodo 2013)
LA MEDICINA DEL LAVORO DI FRONTE ALLA
GLOBALIZZAZIONE DELLE CONOSCENZE E DEL
MERCATO
Relatori: Enrico PIRA, Dario ARRIGOTTI
Presentati dal Socio: Alessandro COMANDONE
quando
10 giugno 2014
u LA FRAGILITÀ DELLA FAMIGLIA
dove
TORINO - Ospedale San Giovanni Antica Sede,
Sala Infernotti - Via Cavour 31, Torino
quando
20 giugno 2014. Ore 21
dove
TORINO - Accademia di Medicina di Torino
Via Po 18
DEL PROF. LUIGI SANTORO
u COMMEMORAZIONE
di Mario PIPPIONE
I MITOCONDRI NELLA VITA E NELLA MORTE
DELLE CELLULE
Relatore: Rosario RIZZUTO (Padova)
Presentato dal Socio: Giuseppe POLI
quando
21 e 22 giugno 2014
dove
TORINO - Cooperativa Sociale Isoinsieme
Centro Musicoterapia Benenzon Italia®
Via Piazzi, 41
di DANZATERAPIA
u Seminario
“Danzare le origini”
Condotto dal Dott. Vincenzo Bellia
APRILE 2014
59
congressi
La
Torino 17 e 18 Giugno 2014
Presidio Ospedaliero “S. Anna”
Via Ventimiglia, 3
INFORMAZIONE IMPORTANTE
Cari lettori,
molti iscritti certamente sanno che questa rivista da anni non rappresenta un peso per il
bilancio del nostro Ordine in quanto i costi
più onerosi di composizione, stampa e spedizione sono sostenuti direttamente dalla società editoriale SGI (Società Generale dell’Immagine).
Infatti la raccolta delle inserzioni pubblicitarie
ha consentito fin ora alla SGI di sostenere tali
costi.
La crisi economica che ha colpito tutti i settori
e che tutti viviamo in prima persona ha determinato però uno squilibrio in questo bilancio
di entrate-uscite: infatti, a fronte dell’aumento dei costi di carta, stampa e spedizione si è
verificata una diminuzione della raccolta delle
inserzioni pubblicitarie.
In queste condizioni non sarebbe pertanto
possibile, per Torino Medica, proseguire la
pubblicazione e la propria missione istituzionale a costo zero come da noi desiderato.
Tra le tante soluzioni possibili, quella meno
gravosa e più praticabile è apparsa la riduzione del numero di pagine della rivista, realizzata pur senza rinunciare ai contenuti.
Ma ciò purtroppo non è sufficiente.
Pertanto d’accordo con l’editore, dal numero
di ottobre 2012 della rivista, gli annunci dei
convegni e degli eventi sul giornale e sul sito
Web saranno pubblicati a titolo oneroso.
La documentazione di questi eventi, una volta decisa la loro pubblicabilità, unita alla richiesta di pubblicazione, sarà trasmessa alla
concessionaria SGI che provvederà ad indicare l’ammontare del costo in relazione alla
dimensione dello spazio richiesto.
Per informazioni preliminari sulle condizioni
economiche gli inserzionisti possono rivolgersi direttamente alla dottoressa Daniela Cazzaro, presso SGI, al n° telefonico 011.359908
L’Esecutivo e la Direzione auspicano che tempi migliori possano consentire di poter tornare a fornire questo servizio gratuitamente
agli organizzatori dei convegni e degli eventi
formativi.
Il Presidente dell’OMCeO della provincia
di Torino
Amedeo Bianco
60
APRILE 2014
2° CORSO DI CHIRURGIA
VAGINALE:
ISTEROPESSI E COLPOPESSI AL
LEGAMENTO SACROSPINOSO
Presidenti del Corso: Prof.ssa Tullia Todros, Dott.
Gianluca Gregori
Direttori del Corso: Dott. Paolo Petruzzelli, Dott.
Paolo Cortese
Docenti: Prof. G. Menato, Dott. G. Gregori, Dott. P.
Cortese, Dott.ssa L. Squintone, Dott. L. Chiarolini, Dott.
P. Petruzzelli, Dott.ssa M. Chiadò
Il programma del Corso si articola in due giorni:
•martedì 17 giugno 2014 dalle ore 15.00 alle ore
19.00 è prevista la parte teorica,
•mercoledì 18 giugno 2014 dalle ore 08.00 alle
ore 14.00 “live surgery” in sala operatoria
DURATA DEL CORSO
Dieci ore complessive.
SEDE DEL CORSO
Per la parte teorica è l’Aula “Delle Piane”, situata
al piano terra del Dipartimento Universitario, in Via
Ventimiglia 3.
OBIETTIVO DEL CORSO
Far acquisire ai ginecologi maggior dimestichezza
con una tecnica chirurgica per la risoluzione del
prolasso genitale femminile che è destinata ad essere
sempre più impiegata, anche in considerazione
della nota allerta della FDA (2011) che sconsiglia
l’utilizzo delle “mesh” sintetiche per via vaginale. La
conservazione dell’utero ha l’obiettivo di ridurre ulteriormente l’invasività dell’intervento (con maggiore
accettabilità da parte delle pazienti), di preservare
l’integrità anatomo-funzionale pelvi-perineale e di
ridurre il tasso di recidive.
PROGRAMMA
MARTEDI 17 GIUGNO, ore 15 -19 Parte Teorica
Aula “Delle Piane”
Moderatore: Dott. L. Squintone
15.00 Presentazione del corso T. Todros, G. Gregori
15.30 Sospensione al sacrospinoso: indicazione e limiti
G. Menato
16.00 Anatomia chirurgica e strumentazione P. Cortese
16.30
Complicanze G. Gregori
17.00 L’incontinenza urinaria da sforzo associata al prolasso
L. Chiarolini
17.30 Vantaggi dell’intervento conservativo (tips and tricks)
P. Petruzzelli
18.00 Casistica e presentazione del programma operatorio
M. Chiadò, S. Parisi
18.30Discussione
ore 20.00 cena del corso
MERCOLEDI 18 GIUGNO, ore 8 -14 “Live
Surgery”
Blocco Operatorio 3° piano
2 interventi di: Isteropessi al sacrospinoso e cistopessi fasciale
P. Petruzzelli, G. Gregori
2 interventi di: Colpopessi al sacrospinoso e cistopessi fasciale
P. Cortese, L. Squintone
Il Corso è destinato ai medici specialisti
in ginecologia e in urologia, che vogliano
approfondire la loro esperienza in ambito
uroginecologico.
• La partecipazione al Corso è riservata a n. 8
corsisti.
• La partecipazione alla parte teorica in Aula
“Delle Piane” è gratuita e aperta a tutti fino
ad esaurimento dei posti disponibili (50).
Per l’iscrizione è necessario inviare una mail con i
propri dati ai due indirizzi indicati di seguito.
SEGRETERIA SCIENTIFICA ED
ORGANIZZATIVA:
Dr.ssa M Chiadò: [email protected]
Dr.ssa S. Parisi: [email protected]
TORINO - 6 giugno 2014
Museo dell’Automobile
Corso Unità d’Italia, 40
INVECCHIAMENTO E
NUTRIZIONE: AGGIORNAMENTI
Convegno Regionale Adi
Piemonte - Valle D’aosta
Presidente del Convegno: Giuseppe Malfi
PROGRAMMA
8.30 - 9.00 Registrazione dei partecipanti
9.00 - 9.10 Introduzione del Convegno
G. Malfi (Cuneo)
I SESSIONE (Moderatori G. Malfi, F. D’Andrea)
9.10 - 9.40
Sarcopenia: fisiopatologia e terapia nutrizionale
Dott. S.Riso (Vercelli)
9.40 - 10.00 La compromissione ideo-cognitiva
Dott. E. Luda (Rivoli)
APRILE 2014
61
congressi
rubriche
10.00 - 10.30 Terapia nutrizionale nel deficit cognitivo.
Dott.ssa M.L. Amerio (Asti)
10.30 - 10.45 Discussione
10.45 - 11.00 Coffee break
II SESSIONE (Moderatori: A.De Francesco.
E.Finocchiaro)
11.00 - 11.20 La nutrizione enterale nell’anziano
Dott.ssa M.C. Da Pont (Cuneo)
11.20 - 11.40 La nutrizione enterale nel paziente chirurgico anziano: aspetti di farmaconutrizione
Dott. S.Silvestri (Torino)
11.40 - 12.00 La nutrizione parenterale nell’anziano
Dott. U.Aimasso (Torino)
12.00 - 12.15 Discussione
12.15 - 12.45 Assemblea ADI
13.00 - 14.00 Lunch
III SESSIONE (Moderatori M. Bo, A.Pezzana)
14.00 - 14.30 Osteoporosi senile: risvolti nutrizionali.
Prof. G. Isaia (Torino)
14.30 - 15.00 Il trattamento nutrizionale delle piaghe da decubito
Dott. F. D’Andrea (Novara)
15.00 - 15.15 Discussione
15.15 - 17.00 TAVOLA ROTONDA
(coordina giornalista M. Menicucci)
Partecipanti : P. La Ciura (Cuneo),
M. BO (Torino), F. D’Andrea (Novara), A. Rimedio (Cuneo) , E. Luda (Torino)
La Nutrizione artificiale nella demenza senile: quali risposte?
17.00 - 17.30 Discussione
17.30 Conclusioni
Questionario di valutazione dell’apprendimento
Valutazione evento
ACCREDITAMENTO ECM:
L’evento è stato accreditato per le seguenti
categorie professionali: Biologo, Dietista,
Infermiere, Logopedista, Medico Chirurgo
(Scienza dell’Alimentazione e Dietetica,
Otorinolaringoiatria, Neurologia, Medicina
Generale - Medici di Famiglia, Geriatria,
Oncologia, Radioterapia, Medicina Fisica
e Riabilitazione, Medicina Interna, Igiene
Epidemiologia e Sanità Pubblica, Igiene
degli Alimenti e della Nutrizione, Continuità
Assistenziale, Audiologia e Foniatria,
Endocrinologia, Malattie Metaboliche e
Diabetologia)
CREDITI ECM:
7.5
62
APRILE 2014
NUMERO MASSIMO DI PARTECIPANTI:
100
SEGRETERIA ORGANIZZATIVA:
EVENTI 5 SRL
Via Santa Tersa, 19 10121 - Torino
Tel. 011 5693665 - Fax: 011 5694012
PROVIDER ECM:
STAFF SAS - provider ECM n°1038
Via Traversa, 9 12016 - Peveragno - Cuneo
Tel. 0171 339971 - Fax: 011 426921
APRILE 2014
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Accogliamo con un bel sorriso il Centro Odontoiatrico del Poliambulatorio
Villa IRIS di Pianezza. Composto da due moderni Studi Dentistici, di cui uno
specifico per i bambini. Gli studi sono provvisti di attrezzature
all’avanguardia ed operatori altamente qualificati.
MEDICINA D’URGENZA
Per i casi urgenti l’attività dentistica viene erogata nella massima
tempestività in modo da agevolare il paziente.
...ama la famiglia
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Artemio Brusa
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