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«Welfare» per 100.000 soci
Rilancio delle Famiglie coop
Ferrandi: «Non ce più bisogno solo di pane e latte, ma di protezione»
Dopo anni di gestazione, il welfare cooperativo potrà
essere esteso a tutti i soci della
cooperazione al consumo, aderenti alle Famiglie cooperative.
Un progetto a cui tiene in particólar modo il presidente
uscente di Federcoop, Diego
Schelfi, e che mira a un rilancio
della «fidelizzazione» della
compagine sociale.
Oggi è in programma la presentazione ufficiale dell'iniziativa, ma già nell'ultimo numero
del mensile Cooperazione trentina il tema viene sviscerato a
dovere.
Finora la sanità integrativa
cooperativa, gestita da «Cooperazione salute», è stata messa a disposizione di dipendenti
e amministratori delle cooperative che fanno parte del sistema di via Segantini. Al momento gli iscritti sono 14.000, sopratutto lavoratori e in qualche
caso i loro familiari, «che possono richiedere alla mutua il
rimborso di un ampio elenco
di spese sanitarie». Da anni il
sostegno è stato pensato per
arrivare, gradualmente, a toccare anche i semplici soci, ma il
percorso è stato tortuoso. Forse
qualche diffidenza reciproca di
troppo ha allungato i tempi,
tanto che qualche amministraTRENTO
14
mila
Gli iscritti
attuali a Coop
salute
15
euro
La tariffa che
sarà applicata
ai soci
10%
risparmio
Vertice
Un recente
convegno sul
welfare con il
presidente
Diego Schelfi
rispetto ai prezzi di mercato,
per un risparmio «che ammonta mediamente al 10%. Sul
tariffario odontoiatrico de "Il
dentista di Cooperazione salute" lo sconto può raggiungere
in alcuni casi il 70% rispetto al
mercato». «Oggi i soci — spiega Andrea Ferrandi, direttore
di Cooperazione salute — non
hanno bisogno solo di pane e
formaggio, ma anche di protezione sanitaria. L'invecchiamento della popolazione comporta più bisogni e più a lungo
e le misure di contenimento finanziario hanno inciso anche
tore, in polemica con le lungaggini e per rispondere all'interrogativo dei soci in attesa, ha
decìso di sospendere la propria
iscrizione.
Ora però si dovrebbe partire
sul serio. «Welfare cooperativo» prevede che il socio possa
aderire con la propria famiglia
a un piano di assistenza che dà
accesso a ima rete di strutture
sanitarie, odontoiatriche e sosui servizi alla salute». Una
marcia in più rispetto ai competitor della grande distribuzione «pura» come Poh o Conad? Presto per dirlo, di sicuro
il momento è quello giusto per
tirare fuori nuove idee.
L'idea è di far partire il progetto intercettando i 100.000
soci della cooperazione al consumo, raggiungendoli tramite
le Famiglie cooperative dislocate sul territorio. All'inizio i
soci potranno risparmiare rivolgendosi alle strutture convenzionate; raggiunta una certa massa critica, potranno esse-
ciò assistenziali distribuite in
tutto il territorio trentino, n documento attorno a cui graviterà
il tutto sarà la «Carta InCooperazione», che finora nelle Famiglie cooperative funziona
come fidelity card, ha valore
istituzione e permette di pagare la spesa a fine mese senza
costi aggiunti. In futuro, esibendo la Carta, il socio potrà
beneficiare di tariffe agevolate
Quanto si può
risparmiare
sulle spese
sanitarie
re attivati anche i rimborsi sui
costi sostenuti, come già accade per i dipendenti. Per aderire
all'iniziativa il socio della Famiglia cooperativa dovrà iscrivere
se stesso e se vuole anche la sua
famiglia a Coop salute versando una quota di 15 euro (30 se
c'è anche il nucleo) o utilizzando 1.500 punti elettronici accumulati sulla Carta. Ferrandi annuncia già che, dopo questa fase sperimentale, l'opportunità
verrà estesa anche agli altri soci
della cooperazione.
Enrico Orfano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Via Segantini incuriosita dai «social network»
Rapporto sui nuovi strumenti: 57 aziende in rete. «Sistema utile a raccogliere clienti»
TRENTO I social media incuriosiscono le cooperative trentine,
anche se ancora molte non li
considerano uno strumento
adeguato per mantenere un
contatto diretto con i propri soci o clienti. È il risultato di
un'indagine condotta dal mensile Cooperazione trentina e
pubblicata nel numero di febbraio.
n questionario è stato inviato a 430 società, tutte, tranne le
coop di abitazione. Hanno risposto in 120 (circa il 30%). Fra
le aderenti 58 coop di lavoro (il
23%), 14 agricole (il 16*); 29
Casse rurali (il 65%) e 19 Famiglie cooperative (il 28%).
Il primo
posto spelta
a Mezzacorona,
premiata da
Winespectator
Fra chi ha risposto, 63 non
utilizza i social media, mentre
57 invece sì. In particolare questo mezzo è attualmente utilizzato da 57 coop: 4 Casse rurali,
9 Famiglie cooperative, 7 coop
agricole e 37 coop di lavoro.
Chi non li usa ammette soprattutto di non avere una strategia chiara sul mezzo, anche
se alcuni non ritengono Facebook, Twitter e Youtube strumenti di marketing «idonei».
Chi li usa apprezza soprattutto la possibilità di avere un
«contatto tempestivo e low
cost con soci, consumatori,
clienti e fruitori di servizi». Importante anche la possibilità di
Facebook
Particolare della pagina Facebook della Federazione
della cooperazione trentina
«raccogliere nuovi soci o clienti». Il mezzo principe è Facebook, seguito da Youtube e
Twitter. Chi vi opera sono spesso risorse interne all'azienda,
con una frequenza per lo più
settimanale. La soddisfazione
non manca e nell'anno in corso
in molti contano di tentare l'avventura. Ancora poco conosciuti i canali social della Cooperazione trentina (66 «no» rispetto a 51 «sì»). L'azienda più
social della cooperazione trentina è Mezzacorona, che è stata
premiata da Winespectator all'ultimo Vinitaly.
E.Orf.
© RIPRODUZIONE P SERVATA
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«Basta Poste,
I CANAL SAN BOVO
Sulla chiusura dell'ufficio postale di Caoria, la frazione più popolosa del Comune di Canal
San Bovo e distante 8 chilometri, anche l'amministrazione comunale si sta muovendo per capire se è possibile trovare una
soluzione. La chiusura era stata
decisa già nel 2007. Allora si era
mosso l'allora sindaco Luigi Zortea e dopo una serie di interventi alla direzione delle poste trentine, era riuscito a spuntare una
parziale apertura degli uffici nelle giornate di lunedì, mercoledì
e venerdì mattina. Apertura
mantenuta fino a ora. Ed ecco
che Poste Italiane, continuando
nella sua politica di conteni-
mento dei costi, è tornata alla
carica decidendo di chiudere
del tutto l'ufficio di Caoria.
Naturalmente i residenti nella frazione non ci stanno e non
vogliono essere dimenticati. Per
questo hanno chiamato il Trentino per fare presente il loro disagio e le loro ragioni.
«Forse Poste Italiane non ha
considerato il fatto che l'ufficio
postale di Caoria - dicono i residenti - oltre a contemplare circa
80 movimenti giornalieri, ha un
portafoglio consistente di libretti postali, conto depositi e prelievo pensioni che interessano in
massima parte anziani. Anzi si
potrebbe dire che quel portafoglio è il più consiste di tutta la
valle del Vanoi. Il disagio che
crea la chiusura dell'ufficio è
grande, proprio perché di quei
depositi sono titolari, come si diceva, in massima parte anziani
che, come è naturale, hanno
problemi a recarsi per le relative
operazioni a Canal San Bovo
centro che dista più di 8 km.
L'alternativa potrebbe essere
quella di prendere la drastica
decisione di chiudere i conti e
trasferirsi in qualche altro sportello, in questo caso bancario,
che contempla l'apertura in paese».
Ma a farsi interprete della situazione di disagio è stato anche il senatore del Patt, Franco
Panizza che ha presentato un'
interrogazione urgente al Ministro competente, «per conosce-
re la situazione delle chiusure
degli uffici postali in Trentino e
nelle zone di montagna. Una vicenda - scrive Panizza - sulla
quale avevamo già espresso tutta la nostra preoccupazione,
chiedendo interventi e criteri
che non penalizzassero i territori a media o bassa densità abitativa come il nostro. Il piano di
razionalizzazione degli uffici postali, in questo momento, sembra non tenere conto delle specificità di territori come quelli
montuosi. La chiusura degli uffici in queste zone rischia di rendere i loro abitanti, cittadini di
serie B con consegne e possibilità d'accesso ai servizi nettamente inferiori rispetto a quelli di altre zone d'Italia»,
(r.b.)
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Credito
Informatica
bancaria cresce
I clienti
sono novanta
TRENTO Nel 2014 Ibt,
Informatica bancaria Trentina
ha allargato la propria rete di
clienti, n suo prodotto di
punta, Gesbank evolution,
viene utilizzato ora in circa 90
istituti di credito in rutto il
territorio italiano e a San
marino. Fra i nuovi ingressi il
Banco di Azzoaglio (storica
banca piemontese con 18 filial
fino in Liguria); la Banca
Sviluppo Tuscia; la Banca
Galileo (privata, con sedi a
Milano, Bergamo e Mantova).
Ibt ha oltre centro dipendenti
che seguono l'intero parco
clienti, sia nella manutenzion
ordinaria che negli
adeguamenti normativi. Negl
ultimi anni Ibt è riuscita ad
assumere diversi giovani,
selezionati a partire dagli Ict
Days e dai Tedx Trento.
Presidente è Giorgio
Fracalossi.
© RIPRODUZIONE RISERV*
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Toffol: «Tutta la skiarea perde credibilità»
PRIMIERO - La chiusura per protesta degli impianti di Passo Rolle ha
colto di sorpresa Paola Toffol, presidente della locale Apt, che non
era stata avvisata. «È più efficace commenta - continuare a richiamare l'attenzione sulle criticità del valico con modi opportuni. Io cerco
di ribadirlo in tutte le sedi che al
Rolle ci sono imprese sedute su
qualche milione di debito che hanno diritto di lavorare. Noi vendiamo un'area sciabile unica, i 60 chilometri di piste sono comprensivi
della skiarea di Rolle, quindi quando la strada rimane chiusa, sono
penalizzate sia le aziende, che tutta l'area nella sua credibilità».
Toffol concorda, invece, col dirigente Raffaele De Col che la funicolare possa essere un'alternativa al
collegamento stradale tra San Martino e Passo Rolle: «Ma devono sbrigarsi a farla. Ce l'hanno promessa
quattro anni fa e non si hanno ancora risposte, nonostante il governatore Ugo Rossi in autunno durante gli Stati generali del Turismo che
ho organizzato, abbia ribadito che
si farà.
Dev'essere chiaro che non abbiamo bisogno di cabinovie come si
sente ipotizzare da qualcuno: o noi
facciamo un collegamento alternativo che abbia un significato coerente con la nostra offerta di attenzione al territorio, oppure francamente non so di cosa stiamo parlando».
Nel frattempo, in attesa delle decisioni della giunta provinciale, l'Apt
«sta facendo un'azione molto forte
per riposizionare San Martino di
Castrozza sul mercato dello sport,
che è sia invernale che estivo. Tutte le azioni costose intraprese sono orientate al target bike, arrampicata, freeride».
«Ma lo sci - conclude la presidente
dell'Apt - resta fondamentale. Rinunciarvi richiede interventi altrettanto pesanti dal punto di vista finanziario. Dobbiamo saperci vendere come una località di "slow ski",
che significa pochi impianti, ma di
qualità, e collegare realmente San
Martino di Castrozza a quella meraviglia che è il Passo Rolle, non solo a parole e con un puzzolente servizio di skibus».
M.C.
Pag. 8
MONTA LA PROTESTA
Gruppo La Vis,
problemi
di liquidità
Rischio paghe
di Enrico Orfano
a pagina 11
La Vis, difficoltà a erogare le paghe
Gennaio, non si supereranno i mille euro. Addetti nervosi
Ancora problemi di liquidità
per La Vis : ieri è stato comunicato ai
dipendenti del gruppo che per quanto riguarda gennaio al massimo verranno pagati mille euro, la rimanenza verrà corrisposta a data da destinarsi.
La comunicazione diretta ai dipendenti della cooperativa la Vis e
delle altre società, come ad esempio
Casa Girelli, ha informato che la tensione finanziaria, dovuta al mancato
via libera delle banche al piano di
riassetto, avrà conseguenze in busta
paga. In particolare chi guadagna
uno stipendio sotto ai 1000 euro (come ad esempio i lavoratori part-time) non avrà problemi, mentre a chi
ha una paga superiore verranno riconosciuti solo 1000 euro, il resto in fuTRENTO
raHralIP
mmMmmm
ilAVl
Cantina La capogruppo della La Vis
turo, quando le condizioni lo permetteranno. A questo punto ai dipendenti di tutto il gruppo manca
ancora la tredicesima del 2014 e ora
anche parte del mese di gennaio. In
Casa Girelli manca anche circa la metà del premio di produzione 2014.
Ovviamente la notizia non è stata
presa bene dagli addetti, fra i quali
aumenta la preoccupazione e il nervosismo. Per dopodomani, venerdì
13, in Casa Girelli è in programma
un'assemblea con i sindacati per esaminare la situazione e decidere il da
farsi. Nel frattempo sul fronte finanziario non ci sono novità che possano testimoniare un diverso atteggiamento delle banche.
E.Orf.
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Pag. 9
Il Circolo vela Torbole
vuole ampliare la sede
Via libera dal Comune per la richiesta di contributo alla Provincia
Ci riprova anche PAc Nago Torbole per avere il campo sintentico alla Mala
di Matteo Casso!
I NAGO-TORBOLE
Da Nago-Torbole arriva il via
libera del Comune alla richiesta di finanziamento provinciale per due opere legate al
mondo dello sport: il rifacimento in materiale sintetico
del manto erboso del campo
da gioco in località Mala e Nago e la ristrutturazione con
ampliamento in sopraelevazione della sede del Circolo Vela Torbole. Nel caso del campo
sportivo si tratta di un bis della
domanda di contributo già
inoltrata (senza successo) lo
scorso anno, mentre nel caso
del sodalizio è il primo tentativo. Tutto parte dalla considerazione che la Giunta provinciale è autorizzata a concedere ad
associazioni ed enti sportivi
un contributo in conto capitale fino al 70% della spesa riconosciuta ammissibile per l'acquisizione, la costruzione, la ristrutturazione, l'ampliamento
e il miglioramento delle strutture sportive.
Per quel che riguarda la copertura sintetica dell'impianto naghese, per cui in un pri-
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Il Circolo vela Torbole punta ad alzare di un piano la sede
mo momento - vista la posizione in graduatoria - il contributo non è stato concesso, lo studio preliminare redatto dall'architetto Stefano Mazzoldi evidenzia una spesa complessiva
di 454.395 euro, di cui 380.797
per lavori. Nel 2014 la società
sportiva asd Nago Torbole Ac
non ha rinnovato la richiesta
di ammissione a finanziamento dell'intervento, ma è intenzionata a presentare una nuo-
va istanza per il 2015 sulla base
del progetto già approvato
dall'amministrazione: la Giunta Civettini ha quindi rinnovato la dichiarazione del pubblico interesse dell'opera relativa
alla struttura di proprietà comunale, opera che prevede
l'impegno al mantenimento
del vincolo di destinazione
all'uso sportivo per la durata
di 15 anni a partire dalla fine
degli eventuali lavori. Per
quanto concerne invece la sede del Circolo Vela Torbole, il
progetto preliminare redatto
dall'architetto Raffaella Todeschini delinea una spesa totale
di 600.000 euro, di cui 555.000
per lavori e 50.000 per spese e
imprevisti: si tratta in sostanza
della ristrutturazione dell'immobile con innalzamento di
un piano, con la Giunta municipale che ha dato parere favorevole all'intervento, per quanto ai soli fini della concessione
del contributo. Anche in questo caso, qualora l'iter di finanziamento andasse a buon fine,
ci sarebbe un vincolo di destinazione all'uso sportivo di 15
anni. «Nella sede del Circolo
Vela Torbole - spiega il sindaco Luca Civettini - ci sono vari
problemi ed è ora di "prenderla in mano", cogliendo l'occasione anche per ampliare di
un piano. Speriamo che l'opera, così come il rifacimento
della copertura del campo da
calcio, possa trovare finanziamento, nella consapevolezza
che la decisione spetta alla
Provincia e che non dipende
dal Comune».
tìRI PRODUZIONE RISERVATA
Pag. 10
Ecco la startup sociale per le famiglie
NICOLA GUARNITO
[email protected]
Le startup, in senso Iato, possono valere anche nel sociale e
non solo per l'industria. E a Rovereto, per schivare la crisi e
contestualmente coinvolgere la
società civile nella gestione
(gratuita) della vita pubblica, si
è scelto di puntare proprio su
questo. Tradotto in soldoni, significa mettere sul piatto degli
spiccioli per cercare di creare,
e consolidare nel tempo, un progetto di autogestione delle famiglie, di condivisione tra piccoli e grandi e di socializzazione tra cittadini a prescindere
dall'etnia e dall'estrazione.
In quest'ottica va visto il progetto «Centro e periferia: famiglie in rete» che offre spazi comuni in cui far divertire e interagire i figli tra 0 e 6 anni.
L'accesso è libero e non serve
prenotare (è richiesta solo
un'unica tessera annuale di 15
euro) ma ogni bimbo deve essere accompagnato da un adul-
:r n mm
to, genitore nonno zio o baby
sitter che sia.
I tre centri ritrovo e svago - al
Brione dentro lo Smart Lab, in
via Canestrini alla casa ex Tranquillini e alla Ludoteca di via Benacense - coprono cinque giorni alla settimana e si può andare ovunque, indipendemente
dalla residenza.
Lo scopo del Comune è plurimo. Innanzitutto si vuole mettere in relazione le famiglie della città e sviluppare una collaborazione tra nucle^diversi e
tra adulti e infanti ma, quel che
più si nota in epoca di taglio drastico delle risorse, istituire una
rete che si autofinanzi negli anni diventando un'attività sociale a costo zero per la comunità.
Ognuno, infatti, è invitato a contribuire con la presenza ed essere di supporto, in modo del
tutto volontario, agli altri. In altre parole le famiglie devono
operare per le famiglie, con la
società civile che si anima perché tale e non per un assegno
a fine mese.
Per quanto riguarda il concetto di startup sociale, a spiegarlo sono le cifre: per i tre anni del
progetto si spenderanno in totale 33 mila euro di cui 18 mila
versati dalla Provincia con un
apposito bando. Come le startup aziendali, appunto. La speranza, tra l'altro, è che questa
iniziativa riesca a completare il
percorso di integrazione con i
tanti stranieri che abitano a Rovereto. Ci vorrà del tempo, ovviamente, ma i segnali positivi
arrivano, per esempio, dalla Ludoteca dove, seppure in quattro anni, si è riusciti a coinvolgere le donne musulmane con
i propri figli.
Nei tre centri - gestiti da Progetto 92, Nexus Culture e Quartiere Solidale - si troverà un ambiente adeguatamente strutturato per target d'età in grado di
stimolare la creatività, la curiosità e le abilità dei bambini e dei
loro genitori, garantendo un
tempo condiviso con l'adulto
che li accompagna. Nelle sale
sono a disposizione ambiti mul-
tifunzionali, giochi, laboratori,
attività realizzate grazie alla fantasia di chi partecipa. E saranno sempre presente un educatore e volontari che faranno da
facilitatori.
Il progetto, per ora, rimane chiaramente una scommessa su un
nuovo modo di intendere la «res
publica». «Vogliamo proporre
un welfare dal basso accanto a
quello istituzionale. - butta lì
l'assessore alle politiche sociali Fabrizio Gerola - Oggi le famiglie sono più vulnerabili del passato per ragioni economiche
ma pure demografiche. Per questo cerchiamo di coinvolgerle
nell'azione in modo da trasformare questa iniziativa, tre due
o tre anni, in qualcosa di solido, partecipato e autofinanziato. E chiaro che ci aspettiamo
un coinvolgimento di associazioni, semplici cittadini, magari anziani che vogliono dare una
mano a titolo di volontariato.
La città è invitata a rispondere,
ad aiutarsi ma anche a divertirsi insieme».
Divertirsi insieme
Adulti e bambini fino a 6 anni
Dal 23 febbraio 2015 prenderà il via il progetto «Centro e
periferia: famiglie in rete!» con l'apertura in città di due
nuovi centri per famiglie con bambini da 0-3 anni e 4-6 anni. I centri saranno collocati in via Canestrini 1, in alcuni
locali della Ludoteca e in viale Trento 47 allo Smart-lab. II
progetto consiste nel potenziamento del servizio «Famiglie al centro» che il Comune di Rovereto ha aperto in via
Benacense, ex Forni, dal gennaio 2014 con la collaborazione della cooperativa sociale Progetto '92. Si vuole ora proporre questa nuova tipologia di servizio per le famiglie in
altre due zone della città, garantendo così ben 7 (8 da aprile) aperture settimanali, per un totale di 14-16 ore settimanali, sia al mattino che al pomeriggio, così distribuite: dalle 10 alle 12 martedì e venerdì al Brione e in via Benacense, lunedì e giovedì in via Canestrini; dalle 16 alle 18 lunedì e mercoledì in via Canestrini e in via Benacense.
Pag. 11
Ritorna venerdì «M'illumino di meno»
Tante le iniziative per ! ì l a edizione della campagna di sensibilizzazione sul risparmio energetico
I TRENTO
La presentazione di ieri
Anche quest'uri no Trenti! aderisce a M'illumino di meno, la
campagna di sensibilizzazione
sul risparmio energetico di Caterpillar, la nota trasmissione di
Radio 2 . Per l'undicesima giornata del risparmio energetico,
venerdì 13 febbraio, sono state
programmate diverse iniziative
che coinvolgono cittadini grandi e piccoli. Accanto all'impegno per un giorno, M'illumino
di meno è anche l'occasione
per raccontare o intraprendere
percorsi più strutturati nel rispetto dell'ambiente. Molte le
iniziative, eccone alcune.
Il Comune di Trento, in colla-
borazione con l'Agenzia provinciale per la protezione dell'ambiente (APPA) el'Agenzi;-i perle
risorse idriche e l'energia
(APRIE), allestirà la mostra didattica interattiva Energy Transformer le mille facce dell'energia nel cortile di ingresso di palazzo Geremia in via Belenzani.
La mostra sarà visitabile dalle
14.30 alle 18. Info su; www.appa. provìncia, tri. it/educazioneanibientalelmostreintemttivel
paginaC3.html
Come ogni anno, inoltre, anche
questa edizione di M'illumino
di meno avrà il suo spegnimento simbolico: il Dos Trento resterà al buio dalle 18 alle 19 di
venerdì. Le Politiche giovanili,
in collaborazione con le scuole
primarie della città e all'interno
del progetto "Bambini a piedi
sicuri", propongono una gara
di mobilità sostenibile. Tutti i
bambini e gli insegnanti sono
invitati, in particolare venerdì,
a raggiungere la scuola con modalità di trasporto sostenibile (a
piedi, in bicicletta, con i mezzi
pubblici), rinunciando al mezzo privato, I bambini più virtuosi saranno premiati.
Tutti i dipendenti dell'amministrazione comunale verranno sensibilizzati ad adottare le
"buone pratiche" per un ufficio
ambientalmente sostenibile.
L'Associazione di promozione
sociale Villazzano Tre e la Circo-
scrizione Ollrefersina, venerdì,
organizzano una fiaccolata con
partenza dalla scuola primaria
d a n n a alle 1K. Lungo il percorso le classi terze, quarte e quinte mostreranno i lavori realizzati dagli alunni per la giornata
nazionale del risparmia energetico. La circoscrizione di Mattarello in collaborazione con la Biblioteca, i vigili del fuoco volontari, la sezione Sat, il gruppo Alpini e la Cassa rurale di Aldeno-Cadine organizzano una
passeggiata sotto le stelle con
partenza alle 17.45 dal cortile
della scuola primaria di Mattarello fino a località Dossi. I partecipanti dovranno portarsi
unapila.
STRADENA5COSTE»VIA DELLA MANTOVANA
Un ricordo di campagna in pieno centro
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Kiturna venerdì «M'illumino di meni»»
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Pag. 12
La Provincia smentisce
la presidente delPApsp
di Paolo dorando
I CASTELLO TESI NO
«L'Apsp assicura parametri di
personale superiori a quelli stabiliti dalla Provincia»: lo aveva
detto giorni fa Fulvia Nervo, presidente dell'Apsp "Suor Agnese", in un documento ufficiale
del cda in risposta al Trentino.
«La struttura rispetta i requisiti
minimi di personale socio-sanitario (...) fatta eccezione per un
sottoparametro relativo all'assistenza generica alla persona», recita invece la determinazione
del Dipartimento salute e solidarietà sociale datata 3 febbraio
(firmata dal dirigente Silvio Fedrigotti) con cui la Provincia ha
rilasciato all'Apsp di Castello Tesino l'accreditamento provvisorio di un anno per 64 posti letto.
Chi ha ragione? Vediamo.
La Provincia, rilasciando l'accreditamento provvisorio, vincola quello istituzionale definitivo
all' osservanza di una lunga serie
di prescrizioni, contenute in un
allegato al provvedimento: tutte
per lo più di carattere tecnico-procedurale e facilmente realizzabili nel giro di pochi mesi, il
tempo dato appunto dalla Provincia alla "Suor Agnese" per
procedere. Prescrizioni che dunque non vale la pena citare per
esteso. È invece proprio la formulazione citata all'inizio, quella relativa al "sottoparametro", a
rivelare un'altra circostanza,
questa sì non secondaria alla luce delle polemiche degli ultimi
giorni sulla gestione finanziaria
del lascito Pasqualini da parte
del nuovo cda dell'Apsp, insediatosi nell'agosto del 2013. Che
cos e infatti questo misterioso
"sottoparametro relativo all'assistenza generica alla persona"? Si
tratta di un preciso rapporto tra
non finanziati. E infatti la Provin- mina. Manca insomma (anzi:
cia, nella determina, dà atto alla mancava già) il personale a ga"Suor Agnese" di aver dichiarato ranzia del rapporto 1 Oss/2,3
ospiti a copertura completa dei
(attraverso una nota del 27 diposti disponibili. Mentre in pascembre) che adempirà all'adesato non era così. Alla presidenguamento del parametro «al momento dell'ingresso degli ospiti te Nervo il Trentino pone dunque due ulteriori domande: che
e conseguente effettiva occupazione dei posti letto». Anche per- cosa dal 2013 ha mutato la situaché, in caso contrario, la Provin- zione? E perché ci ha parlato di
cia potrebbe tagliare per quota Apsp "sovraparametro" quando
già sapeva che non era così?
parte i finanziamenti. Detta più
chiaramente: l'Apsp garantisce
tìRIPRODUaoNERISERVSTfl
sì i parametri di personale richiesti dalla Provincia per l'accreditamento, ma per ora nulla più.
Mentre risulta al Trentino che altrove, in strutture analoghe, tali
parametri sono regolarmente
superati, per un buon 10% al di
là dello standard fissato nella delibera di cui si diceva. Cioè con
presenza di Oss maggiore rispetto a quel rapporto di 1 ogni 2,3
posti letto: un rapporto cioè più
che sufficiente a garantirne il rispetto, senza ulteriori assunzioni (tipicamente a tempo determinato), anche quando vengono coperti i posti aggiuntivi non
finanziati dalla Provincia. E, non
va dimenticato, senza le ingenti
risorse del lascito Pasqualini di
cui dispone la "Suor Agnese".
Torniamo ora alle dichiarazioni ufficiali che, a nome dell'intero cda, la presidente della "Suor
Agnese" Fulvia Nervo ha rilasciato venerdì 30 gennaio (attenzione alle date) in risposta alle domande del Trentino di alcuni
giorni prima, che riguardavano
soprattutto la gestione finanziaria del lascito Pasqualini: un documento lunghissimo, pubblicato integralmente nell'edizione
di sabato 31 gennaio, che però
nulla diceva circa la controversa
questione della vendita dei Btp a
tasso fisso (per un valore di 11,4
milioni di euro) e il conseguente
deposito dell'intera somma su
il numero degli ospiti della casa
un conto corrente della Cassa
di riposo e quello, in questo caRurale Valsugana e Tesino, con
so, degli operatori sociosanitari
(Oss) : rapporto che una delibera interessi drasticamente inferiori
rispetto allo stacco delle cedole
della giunta provinciale, la numero 2373 del 22 dicembre scor- se i titoli fossero stati mantenuti
so, fissa in 1 (uno) Oss ogni 2,3 fino alla scadenza. «Ci teniamo a
posti letto. E va detto che la man- sottolineare - scriveva la presidente - che sia in relazione al sercata osservanza verificata dalla
vizio infermieristico che a quelCommissione tecnica provincialo medico l'Apsp assicura parale per l'accreditamento, che ha
metri di personale superiori a
effettuato un sopralluogo alla
quelli stabiliti dalla Provincia».
rsa il 10 dicembre scorso, è relativa: quell' 1 /2,3 è infatti rispetta- Parole che non si conciliano con
to per quanto riguarda i posti let- la nota inviata il 27 dicembre a
Trento, in cui già si ammetteva il
to (64) finanziati dalla Provincia,
non rispetto del parametro, e
non così invece se si consideraora smentite anche dalla deterno anche quelli aggiuntivi (3)
SIUBIGUMEHTO. GRUATIRE EMTIEZZAnillE IHHEflHUI
Pag. 13
BORGO
In 1500 firmano per salvare la Lidi
SI negozio chiude a fine mese: domani incontro proprietà - sindaco
I BORGO
Il supermercato Lidi di Bc
Non chiudere il negozio della
Lidi di Borgo. A chiederlo - a
tutt'oggi - sono oltre 1.500
persone della Valsugana.
Tanti, infatti, sono coloro
che in questi giorni si sono recati al negozio di via Roma
per firmare la petizione. A
queste firme si aggiungono
poi le quasi 500 persone che
su Facebook hanno risposto
all'accorato appello lanciato
dai dipendenti del supermercato, che chiedono di essere
aiutati nel tentativo di salvare
il punto vendita di Borgo dall'
imminente chiusura, annunciata dalla proprietà per il
sempre più prossimo 28 febbraio.
In tantissimi dunque stanno portando la propria solidarietà ai dipendenti della grande catena di distribuzione alimentare e che al contempo si
oppongono alla chiusura del
punto vendita.
Tutto questo in attesa di capire come andrà a finire l'incontro tra il responsabile della Lidi e il sindaco di Borgo Fabio Dalledonne. Incontro che
è stato fissato per la giornata
di domani.
Pag. 14
Anche il gruppo Noi Comunità contro il Poli a Male
» VAL DI SOLE
Sono affidate ad un comunicato le osservazioni e le valutazioni dei consiglieri Alberto
Pasquesi e Marco Panizza del
gruppo "Noi Comunità" su
uno dei temi centrali della politica valligiana delle ultime
settimane, ovvero il Piano
stralcio in materia di programmazione urbanistica del settore commerciale, sul quale la
conferenza dei sindaci ha già
espresso il proprio parere.
Il gruppo Noi Comunità si è
riunito lunedi per analizzare
la proposta di piano stralcio
_in jvista. dell'assemblea della
Comunità, convocata per venerdì alle 20.30. «Pur condividendo alcune azioni contenute nel piano stralcio, come la
qualificazione commerciale e
la valorizzazione dell'offerta
commerciale dei centri storici- scrivono i consiglieri- Noi
Comunità esprimerà il suo voto negativo per la presenza
nel documento della localizzazione di un'area per l'insediamento di una grande struttura di vendita a Male».
Secondo quanto emerso
dal dibattito all'interno del
gruppo, che in Comunità di
valle siede tra i banchi della
minoranza, «la previsione di
una grande struttura di vendita non risulta coerente con gli
indirizzi strategici e le proposte operative individuate dall'
Accordo quadro di programma del Piano Territoriale di
Comunità, condiviso e sottoscritto da tutti i quattordici
Comuni e dal Presidente della
Comunità di Valle, Alessio Migazzi, in data 5 gennaio 2015».
Il gruppo guidato da Pasquesi non si limita ad anticipare la propria dichiarazione
di voto, ma chiede anche
«una presa di posizione chiara e netta sui contenuti del
piano alle forze politiche
(Patt, Upt, Pd) e ai gruppi assembleari presenti in assemblea con una nota ufficiale da
rendere pubblica prima di venerdì 13 febbraio 2015». Poi
un appello a tutti i consiglieri
di Comunità affinché gli stessi
«esprimano la loro scelta in
modo libero, trasparente e
motivato attraverso una votazione palese, senza nascondersi dietro alla richiesta di un
voto segreto». Ciò, secondo
Noi Comunità sarebbe un atteggiamento di responsabilità verso i cittadini della Val di
Sole.
(a.z.)
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Per i laureati il postofissoè un miraggio
di Luca nerognoli
I TRENTO
Il postofisso:quello che ieri era
un sogno realizzabile oggi è un
miraggio per la stragrande maggioranza dei giovani laureati
trentini. Che oltre a doversi rassegnare spesso al precariato, sono sempre più costretti ad accettare occupazioni non corrispondenti al loro livello di istruzione.
Fenomeno ancora più evidente
se si parla di prima occupazione. L'esito di una originale ricerca focalizzata sugli under 34 sono stati al centro del seminario
dal titolo "I primi lavori dei giovani a Trento: sempre più instabili e meno qualificati?", organizzato da Tsm LaReS ieri nell'aula
magna di Trentino School of Management, in via Giusti.
Principale relatore Emilio Reyneri, docente dell'Università di
Milano Bicocca e autore del libro "Dieci domande su un mercato del lavoro in crisi", al quale
è stato chiesto di approfondire
in ambito trentino la stessa materia sondata su scala nazionale.
«Dallo studio emergono due
processi- l'aumento dell'instabilità occupazionale durante la crisi e la dequalificazione dei primi
lavori - che ricalcano entrambi
quelli italiani», spiega il docente.
«Non è un risultato inatteso: era
facile formulare tali ipotesi, ma
noi le abbiamo dimostrate con i
numeri. La crisi ha prodotto
maggiore disoccupazione ma
anche un lavoro più instabile e
meno qualificato, a parità di livello di istruzione».
Sia la precarizzazione, sia la
sovra-istruzione o sotto-qualificazione dei primi lavori svolti
dai giovani (da 15 a 34 anni) sono tendenze di lungo periodo,
osservate sin dagli anni Ottanta
del secolo scorso, ma la crisi le
ha accelerate in modo netto.
A livello nazionale, sia pur
usando fonti diverse, è possibile
mettere in luce sia le tendenze di
lungo periodo, confrontando gli
anni Settanta con il primo decennio degli anni Duemila, sia
l'effetto della crisi, confrontando l'anno 2008 con l'anno 2012.
Per la provincia di Trento è possibile osservare solo l'effetto della crisi, ma entrambe le tendenze sono altrettanto nette che a livello nazionale.
Significativo il dato sui laureati trentini: negli anni 2007-2008
il 23% di essi trovava un lavoro
dipendente a tempo indeterminato, in misura lievemente superiore rispetto a chi si era fermato
alle medie e a chi aveva conseguito il diploma superiore; nel
2012-2013 quella percentuale
scende al 7,5%, contro il 17,8% e
l'I 1,1% degli altri livelli di istru-
In Italia i laureati con il posto
fisso precipitano dal 63% del decennio 1971-1980 al 37,8% di
quello 2000-2009, superati nettamente da chi si ferma all'istruzione primaria (il 45,9% raggiunge il posto fisso) e alla secondaria (46,3%). Il mercato del lavoro, dunque, produce pochi posti
di lavoro qualificati, con i laureati che hanno maggiori difficoltà
di inserimento ma che tuttavia
sul medio periodo hanno più
chance di trovare impiego: solo
il 3,9% resta senza contratto,
mentre rimane a casa il 16,3% di
chi ha un'istruzione primaria e il
7,9% di chi ne ha una secondaria. Quanto al livello di qualificazione, calano le professioni intellettuali, dirigenziali e tecniche,
aumentano gli impiegati esecutivi e gli addetti al commercio e al
turismo. «Invertire questa tendenza sarà faticoso», riflette Reyneri. «Abbiamo qualche segnale, in Trentino e in qualche regione del Nord, di ripresa dell'economia, ma non ancora dell'occupazione e solo in termini
quantitativi. È difficilissimo fare
previsioni».
La ricetta per rianimare il mercato del lavoro? È chiara, ma difficile da tradurre in realtà: «Servono investimenti in tecnologia
e innovazione, che in Italia latitano, anche se in Trentino va un
po' meglio».
Giovanna Fambri, dirigente
del Servizio Statistica della Provincia di Trento mette in luce un
altro fenomeno: «In Trentino c'è
una polarizzazione maggiore
sui lavori ad alto contenuto intellettuale e con competenze medio-basse. Questo dipende dal
maggior numero di attività stagionali legate al turismo, ma anche dal tipo di sistema produttivo, che è più terziarizzato di altri. La pubblica amministrazione inoltre ha dato impulso a professioni di un certo livello».
Il tasso di occupazione mostra un Trentino molto più vicino all'Europa, nelle fasce di età
25-34 anni (83,1% contro 84,2%)
e 15-64 anni (70,3% contro
71,9%), che all'Italia (73,1% e
63,5%).
Quanto al tasso di disoccupazione, Fambri invita a leggere
correttamente i dati: «Siamo al
23% ma questo non vuol dire
che 1 su 4 non lavora, perché il
riferimento è al 29% rappresentato dalla forza lavoro giovane.
Meglio utilizzare il "rapporto di
disoccupazione", un nuovo indicatore introdotto dall'Europa
dove il riferimento è all'intera
popolazione di quella fascia di
età: qui nel 2013 il dato giovanile
era del 6,8%, molto simile a quello totale, del 6,6%».
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Tempesta in aula
contro le quote rosa:
1.500 emendamenti
Nuovo muro contro muro dopo il caso del ddl antiomofobia
La presidente del consiglio Avanzo: «Sarà una lunga seduta»
I TRENTO
Dopo il rinvio "forzato" a luglio del ddl contro l'omofobia,
si profila un nuovo muro contro muro sulle quote rosa, già
"bocciate" dal Consiglio delle
autonomie. Gli emendamenti
presentati in consiglio regionale hanno già raggiunto quota
1550, cosi distribuiti: 500 a firma della Civica Trentina, 700
del M5S, 180 di Biirger Union,
100 della Lega Nord, una tren- La presidente Chiara Avanzo
tina di Progetto Trentino e alcuni anche di Verdi, Patt e Pd.
che siano affrontati in giornaCritiche e distinguo giungo- ta i due disegni di legge imporno quindi anche dai banchi tanti sulla fusione dei Comuni,
della maggioranza. «Una tale perché altrimenti si andrebbe
mole di emendamenti lascia a marzo. Quello sulla parità saintendere che ci sia un intento rà il secondo punto all'ordine
ostruzionistico e comunque la del giorno. Immagino che sarà
volontà di mettere in discus- una seduta lunga, ma è impossione questa legge, che ha un sibile sapere che ora si farà.
solo articolo», afferma la presi- Prima dell'inizio, ci sarà un
dente del consiglio regionale collegio dei capigruppo per
Chiara Avanzo. «Non so dire se concordare come affrontare la
ci sarà una trattativa: vedremo giornata».
domani (oggi, ndr). Ho chiesto
Fioccano intanto le prese di
posizione: il Movimento 5 Stelle, per voce di Filippo Degasperi, dichiara che la proposta di
legge, se approvata, punta a
«vincolare la libertà di scelta
dell'elettore trentino obbligandolo ad esprimere preferenze
di genere diverso solo nei comuni della provincia di Trento. Si tratta di un atto coercitivo che pone su un piano di disparitale donne del Trentino e
quelle dell'Alto Adige. Non si
ritiene nemmeno corretto
cambiare le regole a pochi mesi dalle elezioni amministrative». «La parità di genere - aggiunge Degasperi - si ottiene
non limitando la libertà di scelta dell'elettore ma piuttosto tutelando il ruolo dele donne offrendo i servizi che oggi mancano (per esempio asili nido,
politiche sociali, posti letto nelle Rsa, assistenza domiciliare
agli anziani)».
La Lega Nord - fa sapere il
segretario Maurizio Fugatti intende «bloccare l'attuazione
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Una raccolta firme per le quote rosa
di questa insensata normativa
dato che nel caso di applicazione l'elettore non potrà più scegliere secondo la propria volontà ma sarà obbligato, nel caso in cui indicasse più di una
preferenza, a votare per il candidato di sesso opposto al primo, ovvero, nella maggior parte dei casi, per una donna».
Per il coordinatore giovani
di Forza Italia Cristian Zanetti,
la norma «vincola il voto
dell'elettore» e «non rende più
libera l'espressione delle preferenze, andando così a ledere
un diritto del cittadino». «A
questo punto - conclude chiediamo perché non introdurre anche una quota giovani, visto che spesso questi ultimi risultano penalizzati pur
avendo tutto il diritto di rappresentare la propria comunità e di partecipare alla vita politica».
(l.rn.)
•f RI PRODUZIONE RISERVATA
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i e spento monsignor Visintainer
8 TRENTO
Si è spento ieri a Trento,
all'età di 82 anni, monsignor
Severino Visintainer, uno dei
sacerdoti più noti del clero
Trentino, al termine di alcune settimane di infermità vissute serenamente.
Originario di Salter (in valle di Non} aveva studiato teologia a Roma nella seconda
metà degli anni Cinquanta
per poi tornare a Trento dove - dopo un primo periodo
al servizio della parrocchia di
San Giuseppe - divenne docente del Seminario.
Ma monsignor Visintainer
fu anche vicario generale della diocesi di Trento per ben
vent'anni (dal 1975 al 1995)
al servizio di due vescovi:
monsignor Alessandro Maria Gottardi (14 anni) e monsignor Giovanni Maria Sartori (6 anni). Infine, con l'avanzare dell'età, tornò nella sua
valle di Non dove fu parroco
di Sanzeno, Banco e Casez e
negli ultimi anni collaboratore pastorale a Fondo, Malgolo, Romeno e Salter.
Lorenzo Dellai, all'epoca
presidente della giunta provinciale di Trento, nel 2008,
quando monsignor Visintai-
ner aveva 76 anni, salì a Salter per consegnargli, nella
chiesa della valle di Non,
l'Aquila di San Venceslao. Ieri l'onorevole Dellai ha voluto ricordare così il sacerdote:
«Scompare con monsignor
Visintainer un grande trentino, testimone autentico di
quella Chiesa dalle solide radici e dal forte radicamento
nella comunità. Come prete,
come studioso e anche nell'
esercizio delle sue funzioni
di vicario generale, don Severino ha sempre trasmesso ai
suoi interlocutori doti di sensibilità umana e di alto profi-
lo di pensiero. È stato per me
un onore conoscerlo e averlo
potuto frequentare in numerose occasioni pubbliche e
private».
Il funerale di monsignor Visintainer sarà celebrato domani mattina alle ore 10 nella cattedrale di Trento e successivamente nella chiesa
parrocchiale di Romeno, dove la comunità dei fedeli della valle di Non avrà l'occasione di salutare il sacerdote. Seguirà - come informa un comunicato dell'Arcidiocesi di
Trento - la sepoltura nel paese natale di Salter.
Un uomo schietto, che amava la libertà
Ha segnato cinquant'anni di chiesa trentina, fra accelerazioni progressiste e «frenate» identitarie
di Piergiorgio Cattarti
E SEGUEDALLAPRIMAPAGINA
Se ne va in punta di piedi, dopo
essersi ritirato da qualche anno
nella sua Val di Non (dal 2000 al
2004 presso la basilica dei Martiri di Sanzeno, poi come collaboratore nelle parrocchie dei paesi
vicini) in compagnia dell'amico
fraterno, don Piergiorgio Piechele. E come l'amico si spegne in
febbraio. Se ne va senza fare rumore, dopo una vita al servizio
della Chiesa trentina, come professore, come parroco, come vicario. Monsignor Severino Visintainer è morto così prima di aver
compiuto 83 anni. Ma la sua personalità è stata tutt'altro che silenziosa e tranquilla. Chi lo ha
conosciuto bene lo ricorda come un uomo colto, libero, deciso, sanguigno, aperto alla modernità,, pronto a intervenire sulle principali probiematiche interne ed esterne alla comunità
ecclesiale. Il suo era un parlare
schietto e franco. La sua abilità
di conferenziere anche. Purtroppo lascia pochissimi testi scritti.
La sua presenza ha segnato
profondamente gli ultimi cinquant'anni della diocesi di Trento, in una misura paragonabile a
quella di monsignor Rogger. E
come Rogger fu uomo di Chiesa,
di cultura e di potere: lasciate le
cariche però rivelò la sua umani-
stesso arcivescovo Gottardi, che
aveva capito che "l'unità politica" dei cattolici stava perfiniree
che anche le testimonianze "di
trincea" sono di grande valore.
Una differenza di vedute frutto
anche della inevitabile dialettica
tra vescovo e vicario.
Visintainer cercò invano di riportare agli antichi splendori
l'Azione cattolica: lui infatti, in
piena stagione wojtyliana, non
amava i movimenti di massa giudicati troppo entusiasti e autoreferenziali - preferendo i
gruppi diocesani storici. Ben
presto però capì che i tempi erano cambiati. Inesorabilmente
L'anziano sacerdote durante un'intervista a Trentino In Blu [vitaTrentina)
cambiati. Vedeva con preoccutà ricca e amichevole. Ruolo e tra
i
teologi
morali pazione l'invecchiamento del
umanità spesso confliggono tra "progressisti", ai tempi della di- clero, il seminario che si
di loro. Questo si rintraccia an- scussione sulla legge sul divor- svuotava... Alcuni ricordano la
che nella vicenda biografica di zio, si dimostrò aperto a una nor- sua attività, una delle sue molteVisintainer.
mativa che rispecchiasse i muta- plici attività, nella commissione
Aveva studiato alla Gregoria- menti della società italiana. Sal- diocesana Giustizia e Pace, cona, a Roma, poi a Lovanio, negli vo poi sostenere apertamente il me portatrice di uno sguardo atanni prima del Concilio. Dopo Referendum abrogativo del tento ai cambiamenti del monessere stato cappellano a San 1974, guardando con disappun- do.
Giuseppe, a Trento, divenne to a quei cattolici schierati sul
Aperto al mondo ma ancorato
professore di teologia morale al fronte del no.
al Trentino. Nel 2008 gli è stata
seminario - impegno svolto,
Un altro esempio. Nel 1978, a conferita l'Aquila di San Vencecon alcune sospensioni, per qua- fronte della candidatura alle ele- slao, il massimo riconoscimento
si 40 anni. Per vent'anni, dal zioni provinciali del cattolico della Provincia autonoma di
11175 al 1995. fu Vicario vescovi- {ed esponente delle Acli) .Aldo Trento. L'allora presidente Delle, sotto gli arcivescovi Goliardi Marzari tra lefiledel PCI come lai era dovuto salire in Val di
e Sartori.
indipendente, con la sua solita Non quasi per rimarcare la
Fu sicuramente un sacerdote schiettezza parlò di un "nonesità" del monsignore. La
conciliare, con però qualche po- "cristiano parzialmente fallito". fiera appartenenza identitaria alsizione altalenante. Annoverato Salvo poi essere smentito dallo le proprie radici serviva a Visin-
tainer come base per un'analisi
rigorosa del presente, con un occhio vigile per cogliere i "segni
dei tempi". Dellai lo definì come
"testimone della nostra storia e
delle radici cristiane e mitteleuropee della comunità trentina".
Monsignore guardava all'Europa, forse con qualche nostalgia
austriaca. Basti pensare che è
stato lui a celebrare, nel 2012, la
messa degli Schùtzen per il loro
pellegrinaggio a San Romedio alla presenza del noneso Franco
Panizza, raggiante alfiere della
memoria,
Visintainer aveva un grande rispetto della libertà altrui. Per lui
la libertà di coscienza della persona è sacra; nessuno può essere costretto ad agire contrariamente alla propria volontà. Nel
2006, in occasione dei suoi 50
anni di sacerdozio, festeggiati
ancora nella sua comunità, a Romeno, in un intervento sul ruolo
del prete, riprese questi concetti: "Quella di oggi è la sfida della
libertà e con questa libertà il prete deve rapportarsi giorno per
giorno. Non sono più i tempi in
cui bisognava esibire al parroco
la ricevuta dell'avvenuta confessione e comunione pasquale:
adesso il cristiano deve vivere la
sua fede nella libertà, libero di
sceglierla, ma anche di non farlo". Unalibertàe una veritàacui
è stato sempre fedele.
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Tassa di soggiorno, si tratta
Possibile un rinvio a ottobre
ANGELO CONTE
Il rinvio della tassa di soggiorno, chiesto dagli albergatori
trentini congiuntamente (Unat
più Asat) potrebbe diventare
realtà domani, anche se le difficoltà non mancano, a partire da quelle di bilancio. Domani mattina, infatti, è previsto
un confronto che viene annunciato come decisivo tra i vertici dell'Unione albergatori e
dell'Associazione albergatori
da un lato, l'assessore provinciale al turismo Michele Daliapiccola dall'altro.
Sul tavolo la richiesta massima degli albergatori di cancellare la tassa di soggiorno (considerata però irricevibile in
partenza da parte della Provincia), e la richiesta di mediazione di spostarla avanti di
qualche mese, in particolare
di farla partire non in maggio
bensì in ottobre o novembre,
così da saltare la stagione estiva. I circa 7 milioni di euro che
dovrebbero entrare quest'anno si ridurrebbero di una quota di un paio di milioni, i quali devono però essere coperti
in qualche modo perché il rinvio diventi effettivo.
A spiegare la posizione della
Provincia è l'assessore Daliapiccola che chiarisce come, effettivamente, domani ci sia il
vertice con gli albergatori che
«chiedono attenzione e noi
proveremo ad ascoltare le loro richieste. E al vertice di domani si decide sul rinvio o meno». Dallapiccola lascia aperta la porta anche al rinvio, ma
chiarendo che esso può arrivare solo se si trovano le risorse nel bilancio necessarie per
riuscire a coprire i mancati introiti causati dall'eventuale ri-
nivio. «1 tempi di applicazione
della tassa di soggiorno sono
oggetto di trattativa, ma occorre decidere, se ci sarà il rinvio, quali attività rinviare e cosa non fare. Perché, se un tempo si ragionava su un bilancio
che aveva avanzi anche di 400
milioni di euro da cui pescare
per poter soddisfare le richieste delle categorie, oggi quei
tempi non ci sono più».
Se il rinvio ci fosse, probabilmente verrebbe meno la minaccia degli albergatori trentini di abbandonare le Apt di
ambito o di congelare i versamenti volontari che servono
ad alimentare le risorse degli
enti di promozione turistica
territoriali.
Come è noto, sin dall'inizio,
Unat e Asat si sono opposti all'introduzione della tassa di
soggiorno, presente attualmente già in Sudtirolo e in tan-
te località turistiche sia italiane sia europee. Si tratta di una
tassa sotto forma di maggiorazione del costo della ricettività che va ad alimentare il capitolo del bilancio provinciale destinato a finanziare la promozione turistica nel suo complesso. In una fase di riduzione delle risorse di bilancio, l'intenzione della Provincia è
quella di evitare di tagliare il
budget destinato alla promozione turistica (in complesso
in media si tratta di circa 50
milioni di euro annui tra risorse assegnate dalla Provincia a
Trentino Marketing e alle Apt,
cui si aggiungono quelle che i
privati mettono a disposizione). La tassa di soggiorno nelle intenzioni della Provincia,
pagata dai turisti e non dagli
operatori turistici, dovrebbe
partire per legge dal primo
maggio.
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Startup, Trentino patria
eli innovazione
I TRENTO
Trento è la prima provincia in
Italia per densità di startup innovative: 107 imprese ogni 10
mila società di capitali, davanti
a Cagliari (41 imprese ogni 10
mila) e Torino (37 ogni 10 mila) . Secondo i dati pubblicati da
InfoCamere e Registro delle imprese, aggiornati al 5 febbraio
2015, in Trentino si contano
complessivamente 96 nuove
imprese ad elevato tasso di innovazione, contro le 22 di Bolzano. Un risultato che dimostra l'ottimo lavoro svolto dal
"sistema Trentino" grazie a programmi dedicati finanziati dalla Provincia autonoma di Tren-
to, quali Seed Money-FESR e
TechPeaks, agli spazi e ai servizi di accompagnamento offerti
negli incubatori di Trentino Sviluppo e all'elevato livello raggiunto da università, fondazioni ed enti di ricerca presenti sul
territorio.
Analizzando nel dettaglio le
96 startup innovative iscritte
nello speciale registro tenuto
dalla Camera di commercio di
Trento, si può notare che 38 sono state finanziate dal fondo
Seed Money-Fesr (40,6%), 9
hanno beneficiato del programma TechPeaks (9,3%), 22
sono insediate nei Business Innovation Centre (Bic) di Trentino Sviluppo (22,9%) ed in parti-
colare nei due incubatori tematici di Progetto Manifattura
(green) e Polo Meccatronica. Il
Seed Money-Fesr si è rivelato
strumento particolarmente efficace nell'accelerare la nascita
di startup di alta qualità. Dal
2009, anno di pubblicazione
del primo bando, il fondo cofinanziato da Provincia di Trento, Ministero Sviluppo Economico e Unione Europea ha sostenuto 100 progetti d'impresa
in settori innovativi e ad elevata tecnologia su 306 progetti
ammessi a valutazione; dei 100
ammessi a finanziamento, 87
sono già diventati impresa e
danno lavoro complessivamen-
te a circa 400 persone, in gran
parte giovani.
Lo strumento del "Seed Money" offre agli "startupper" un
finanziamento, fino a 150 mila
euro a progetto, a copertura
delle spese di avvio dell'impresa, come ad esempio analisi di
mercato, progettazione e prototipazione, acquisizioni attrezzature, brevetti/marchi, certificazioni. Circa 11 milioni di euro complessivamente stanziati
nelle tre edizioni (2009, 2011,
2013). Altri 23 progetti d'impresa sono stati finanziati dal programma TechPeaks, l'acceleratore di talenti gestito da Trento
Rise in collaborazione con
Trentino Sviluppo.
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L'incontro eli Rossi e Dallapiccola con l'Associazione Nazionale Città del Vino
L'INCONTRO
Associazione «Città del vino»
intesa eoe la Provincia
» TRENTO
I territori e le loro differenze sono la forza dell'Italia: questa la
sintesi fatta dal presidente della Provincia Ugo Rossi al termine dell'incontro, lunedì nel tardo pomeriggio, con i rappresentanti dell'Associazione Nazionale Città del Vino, che hanno fatto omaggio a lui e all'assessore all'agricoltura Michele
Dallapiccola di due delle 150
bottiglie "magnum" prodotte
per celebrare l'anniversario
dell'Unità d'Italia. L'incontro
ha offerto l'occasione per fare
una panoramica dell'attività
dell'associazione e impostare
la collaborazione con la Provincia che attualmente ne è socia.
Per l'associazione erano presenti
Carlo
Rossi,
"ambasciatore" del sodalizio,
Franco Nicolodi, coordinatore
per il Trentino Alto Adige, Paolo Corbini, vice direttore e Mario Mosna, anche lui "ambasciatore" dell'Associazione nazionale Città del Vino. L'associazione riunisce circa 500 soci, tra comuni che hanno vini
doc sul loro territorio, Regioni
e Province, come soci straordinari. In Trentino vi aderiscono
oltre alla Provincia, 11 comuni
e la Comunità della Vallagarina. "Si tratta di una rete importante - ha aggiunto il presidente Rossi - in un ambito strategico per l'economia legata alla filiera agroalimentare".
Pag. 22
Popolari, il relatore propone
un «tetto» ai diritti di voto
NICOLA PINI
ROMA
l controversodecreto legge che riformale banche popolari approda alla Camera, dove ieri sono state respinte (con 272 voti contro 136) le pregiudiziali di costituzionalità avanzate dalle opposizioni. Il via libera con
ampio margine non riflette però un sostegno altrettanto robusto sul merito del provvedimento, contestato anche da settori della maggioranza, in particolare dall'area
di Ned e Udc. Ma anche all'interno del Pd non mancano distinguo e richieste di modifica anche su aspetti non
secondari del DI che dispone la trasformazione in società
per azioni delle dieci maggiori banche popolari italiane
entro 18 mesi.
Il relatore Marco Causi durate la sua relazione in Commissione Finanze ha detto di avere chiesto al governo di
valutare l'inserimento di «limiti all'esercizio di voto» nelle future Spa, con l'obiettivo di «mantenere la caratteristica "public" degli istituti, cioè la proprietà diffusa». Causi ha parlato di ufi «rétrò'àl 5%"o al 3% questo si potrà
vedere». L'introduzione di un limite di questo tipo permetterebbe alle banche a mantenere un assetto di controllo di tipo plurale. Oggi le popolari sono società cooperative dove vige il voto capitario: ogni socio è titolare
I
di un voto in assemblea indipendentemente dalla quota di capitale posseduta. Caratteristica che, in base al decreto, manterranno solo le popolari e le banche di credito cooperativo più piccole.
Il governo per ora prende tempo e non si sbUangig, Il
sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta, interrogato sull'ipotesi di modifica avanzata dal relatore, si è
limitato a dire che «entreremo nel merito solo nei prossimi giorni, quando saranno formalizzate le proposte
valuteremo». Causi ha comunque difeso l'impianto generale della riforma che «è importante -ha detto - e non
è difensiva ma offensiva perché consentirà di rafforzare
il sistema». Mentre da Area Popolare (Ned e Udc) arrivano segnali molto critici. Alessandro Pagano, della Commissione Finanze, spiega che il suo gruppo ha «votato
contro le pregiudiziali di costituzionalità», ma ora chiede «profonde modifiche al decreto» perché mettere il
patrimonio della banche popolari arischiospeculazione internazionale è una follia». Anche Paola Binetti annuncia che «in commissione e in aula continueremo a
difendere la cultura fondativadellebanchepopolarietuttì gli strumenti che rendano possibile tradurla anche oggi in concreto sostegno alle famiglie e alle imprese». Favorevole invece all'impostazione del decreto il deputato di Centro Democratico BrunoTabacci che giudica «incomprensÌDile l'opposizione» alla riforma.
© RPRqpuSQW («SERVATA
Pag. 23
Credito. Dopo lo sciopero, riunione del Casi a Roma
Abi compatta: le banche
scelgono la linea dura
Cristina Casadei
codegliscattimagarisoloperladuLinea dura e compatta dei ban- ratadelcontratto.cosìcomelarevichieri sul rinnovo del contratto dei sione degli inquadramenti. Ma
bancari. Ilcomitatopergli affarisin- anche ilriconoscimentodell'1,85%
dacaliedellavorodiAbiierisièriu- di inflazione, una percentuale che
nito attorno al presidente Alessan- deriva dalla somma dello 0,1% del
dro Profumoacuièstatoconferma- secondo semestre del 2014, delto il mandato pieno e compatto per ri,3%peril2oi5,dell'i,5%peril20i6e
il negoziato. Lo sciopero del 31 gen- delloo,8%perilprimosemestredel
naio nonspostalalineadiAbi che è 2017. Totale3,7o%acuibisogna sofbasata sulle oggettive condizioni frane (MeremMedell'inflazione
economiche.fìnanziarieenormative in cui si trovano le banche in Italia,comeavevaspiegatoinun'inter- IO SCONTRO
vistaaquestogiornale(sivedail So- Muro contro muro sugli
le 24 Ore del 1° febbraio) lo stesso scatti: le imprese ne
Profumo e come è stato ribadito,
chiedono il blocco, fermo no
nellasostanza,ieri.Nessun cambiamento sulla tabella dimarcia. Se en- della Cgil. Linea dura ora
tro il 31 marzo non si farà il rinnovo, anche da parte della Fabi
da aprile il contratto, già disdettato,
sarà disapplicato.
Attenzione, però, sembra dire il per il triennio precedente, pari a
segretario generale della Fabi, Lan- ' i,85%.Perlebanchegiàpagato,peri
dò Maria Sileoni: «L'esito di questa sindacati, con Fabi e Fisac in prima
vertenza è nell'occhio del ciclone, fila, no.Unaposizione cheperò non
perché farà da apripista ai rinnovi sarebbe comune secondo quanto
contrattuali di altre categorie. Se scritto in alcuni volantini di due sivogliono il muro contro muro, con- gle sindacali, di cui gli istituti si fatinuino così». Nell'incontro di ieri i rebberoforti.
banchieri hanno fatto il punto sulla
È evidente che per le parti non è
situazione ribadendo la loro posi- facile tornare al tavolo. Dopo l'esezione: il contratto deve essere a co- cutivo della prossima settimana
stozero.Equestorichiederàilbloc- Abi però potrebbe chiamare i sin-
dacati per provare a riprendere il
dialogo. «Questa situazione conflittuale poteva essere evitata se ci
fosse stata, da parte di Abi, attenzione, sensibilità e lungimiranza
politica - osserva Sileoni -. Non c'è
solo la pregiudiziale su tfr e scatti
d'anzianità, che non condividiamo, ma mancano le risposte che le
banche devono dare, al settore e all'intero Paese, su occupazione,
area contrattuale, nuovo modello
di banca e inflazione. Da parte di
Abi c'è la volontà di interrompere
la dinamica del costo del lavoro,
che non è giusto considerare argomento di trattativa».
AlterminedeldirettivodellaUilca il segretario generale Massimo
Masi ribadisce «la disponibilità a
tornare al tavolo purché Abi tolga
qualsiasi pregiudiziale». Dal palco
diMilano,ilsegretariogeneraledella Cgil, Susanna Camusso, ha detto
chegliscattinonsitoccano.posizione condivisa da Sileoni. Oggi e domani cisaraildirettivodellaFisac.il
segretario generale Agostino Megale dice che «Abi deve togliere le
pregiudiziaUerestituirealnegoziatopari dignità Senonconvocheràa
breve i sindacati si andrà verso altri
scioperiealtremanifestazioni».
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1 dati dell'Airi
Inripresail mercato della casa
Nel 2014 mutui cresciuti del 32,5%
Erogati alle famiglie 25,3 miliardi
MASSIMO IONDINI
T
con un più 5-6% di compravendite.
Qualcosa si muove. Ma in gran parte
questa mini-ripresa è dovuta ad acquirenti che acquistano in contanti
immobili di livello medio o medioalto. I mutui recuperano, sì, ma in gran
parte grazie alle surroghe, cioè ai nuo-
oma lafiducia.Eripartonoi mutui delle famiglie per l'acquisto
della casa. Il bene più gettonato dagli
italiani sta cosìriprendendosilo scettro. Un dato finalmente positivo dopo anni di perdurante crisi del merln aumento del 77,5%
cato immobiliare. Nel corso del 2014
i prestiti a tasso variabile
t'ammontare dei mutui erogati dalle
84 banche del campione Abi (circa
L'esperto Armando Borghi:
l'80% della totalità del mercato ban«Un segnale che di solito
cario italiano) alle famiglie, per l'acquisto di case, è stato pari a 25,2 mianticipa la ripresa. E questo
liardi: una crescita del 32,5% rispetto
inizio di 2015 lo conferma»
al 2013. In aumento, in particolare, i
mutui a tasso variabile, che
rappresentano il 77,5%. Così i mutui
L'ammontare delle nuove eNuovi prestiti per le case (miliardi di euro)
rogazioni di mutui è anche
Quota a tasso variabile
superiore al dato dell'intero
2012 quando sì attestarono
sui 20,712 miliardi di euro. Il
dato fornito dall'Abi precisa
poi che, al netto delle rinegoziazioni di prestiti già in
essere, pari a 4,6 miliardi (il
18%), l'ammontare netto è
stato di 20,683 miliardi. Secondo l'Abi, questi dati «evidenziano laripresadel mercato dei finanziamenti alle
famiglie per l'acquisto delle
abitazioni». Ma è vera ripresa? A pensarla come l'Associazione bancaria italiana è
anche Armando Borghi, esperto di real estate dell'Università Bocconi di Milano
2014
ZU13
e ad di Citylife: «Siamo di
ANSA icamimeiri
Fonte: Abi (su 3 banche, 84% del mercato)
fronte a una ripresa del credito e questo è un segnale estremamente positivo - sottolinea
vi contratti di chi sostituisce un muBorghi -. Nel primo mese del 2015
tuo con un altro più conveniente. I
stiamo assistendo a una ripresa delle
tassi di interesse sono bassi, è vero.
transazioni. Un indicatore che anticiMa per erogare ifinanziamentile banpa di solito la ripresa del mercato». Più che chiedono garanzie che molti non
cauto Mario Breglia di Scenari Imriescono a dare».
mobiliari: «A mercato ha chiuso il 2014
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Start-up, Trentino in vetta
Nel registro camerale ne sono iscritte 96
Trento è la prima provincia in
Italia per densità di starrup innovative:
107 imprese ogni 10.000 società di capitali, davanti a Cagliari (41) e Torino (37).
Secondo i dati pubblicati da InfoCamere e Registro delle imprese, aggiornati
al 5 febbraio 2015, in Trentino si contano complessivamente 96 nuove imprese ad elevato tasso di innovazione, contro le 22 di Bolzano. Un risultato che dimostra il lavoro svolto dal «sistema
Trentino» grazie a programmi finanziati dalla Provincia autonoma di Trento,
quali Seed Money-FESR e TechPeaks,
agli spazi e ai servizi di accompagnamento offerti negli incubatoli di Trentino Sviluppo e all'elevato livello raggiunto da università, fondazioni ed enti di ricerca presenti sul territorio. Analizzando nel dettaglio le 96 starrup innovative
TRENTO
iscritte nello speciale registro tenuto
dalla Camera di commercio di Trento, si
può notare che 38 sono state finanziate
dal fondo Seed Money-Fesr (40,6%), 9
hanno beneficiato del programma TechPeaks (9,3%), 22 sono insediate nei
Business Innovation Centre (Bic) di
Trentino Sviluppo (22,9%) ed in particolare nei due incubatoli tematici di Progetto Manifattura (green) e Polo Meccatronica. Il Seed Money-Fesr dal 2009 ha
sostenuto 100 progetti d'impresa in settori innovativi e ad elevata tecnologia su
306 progetti ammessi a valutazione; dei
100 ammessi a finanziamento, 87 sono
già diventati impresa e danno lavoro
complessivamente a circa 400 persone,
in gran parte giovani. Nelle 3 edizioni
sono stati stanziati 11 milioni.
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Borgonovo corregge il testo
Pianificazione
socio-sanitaria,
si cambia linea
TRENTO Donata
Borgonovo Re cambia direzione.
Sono bastati sette giorni, all'assessora, per correggere la riforma della programmazione sociosanitaria dopo la pioggia di critiche subite durante le ultime audizioni di associazioni, professionisti e amministratori locali. Ai dubbi degli
addetti ai lavori avevano fatto eco le preoccupazioni bipartisan dei membri della quarta commissione. Ieri, alla ripresa dei lavori, l'assessora
ha presentato diversi emendamenti: tre, in particolare, quelli che sono intervenuti in maniera
decisa sulle questioni che avevano sollevato
maggiori perplessità.
«Nonostante i numerosi incontri e l'ampio dibattito — spiega Borgonovo Re — il mondo del
sociale ha manifestato il timore che il piano della salute celi una preoccupante "sanitarizzazione" del sociale e questo non vogliamo che sia
percepito nemmeno come possibilità». Il piano
per la salute viene disciplinato non più all'interno della legge provinciale sulla tutela della salute, ma dalla norma provinciale sulle politiche sociali, con la previsione di «formule di tipo partecipativo». Vengono poi previsti un «programma
sociale provinciale» con l'indicazione precisa
dei fabbisogni sociali, delle linee di indirizzo,
dei livelli essenziali, e un «programma sanitario
e sociosanitario provinciale», introdotto al posto della generica previsione di singoli atti programmatori in materia sanitaria e sociosanitaria. «La partecipazione — sottolinea Borgonovo
Re — viene così garantita in modo istituzionale». L'esame del provvedimento è stato rinviato
di due settimane per consentire approfondimenti.
Walter Viola (Progetto Trentino), riconosce
che «l'impostazione iniziale è cambiata di molto
e va riconosciuto lo sforzo apprezzabile di venire
incontro alle sollecitazioni emerse durante le
audizioni e i lavori in commissione. Ora il testo,
però, va analizzato a fondo».
A. Pap.
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REGIONE
Donne e urne
Gentile direttore,
oggi il Consiglio regionale si
dovrà esprimere sul disegno di
legge che potrebbe introdurre,
già nelle prossime elezioni comunali di maggio, la doppia preferenza di genere e cioè la richiesta a elettrici ed elettori, nel caso
in cui volessero esprimere tutte
e due le preferenze concesse, di
indicare come seconda preferenza una persona di sesso diverso dalla prima.
Si tratta di una norma che ha
già superato il vaglio costituzionale e che è già presente nelle le-
gislazioni comunali a livello nazionale. Fa parte delle cosiddette
azioni positive, caldeggiate dall'articolo 51 della Costituzione
per riequilibrare la rappresentanza femminile in grande sofferenza nei diversi ambiti sociali.
Lariluttanzadella classe politica
maschile a seguire il dettato costituzionale in materia e l'accanimento con cui cerca sempre di
trovare soluzioni — chiamate
«mediazioni» per indorare la
pillola — che riducano il più
possibile gli effetti positivi delle
norme tese al riequilibrio della
rappresentanza politica femminile la dice lunga sul mix di pochezza e arroganza che la contraddistingue.
Come Coordinamento donne
di Trento ci auguriamo che questa volta il disegno di legge venga approvato così com'è—senza
mediazioni da presa in giro, come quella di introdurre la preferenza di genere ma all'interno di
una terna di preferenze — e che
ciò sia di buon viatico all'approvazione in tempi brevi di una
legge elettorale provinciale altrettanto efficace nel perseguire
quello che sicuramente è un
obiettivo di civiltà e anche di democrazia.
Delia Valenti,
presidente Coordinamento
donne di Trento
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TEOLOGO E VICARIO
L'addio di Visintainer,
una coscienza libera
FRANCO DE BATTAGLIA
a morte di monsignor Severino
Visintainer, a 82 anni, sembra
Lriportare
indietro le lancette
dell'orologio della Chiesa trentina,
fa rivivere la stagione fattiva e
innovativa che ha preceduto e
seguito il Concilio, con i suoi
confronti, le sue contraddizioni, le
sue profezie. Resta il rimpianto, in
chi lo ha conosciuto. Non solo per la
perdita di un uomo grande.
CONTINUA A PAGINA AjC
Ma per non poter misurare sulla sua
esperienza di teologo raffinato e di
saggezza contadina (che non aveva mai
perduto) insieme, la pastorale di
accoglienza di papa Francesco, le
speranze e le tempeste che sta
suscitando. Perché Visintainer era uomo
che non temeva burrasche e temporali.
Come i contadini della Val di Non sapeva
che, dopo le grandinate che devastano i
«pomàri», occorre riprendere il lavoro da
capo, con dolore, ma con fiducia, senza
disperarsi.
Nato a Salter Severino Visintainer ha
vissuto i suoi ultimi anni nella piccola,
vicina, Casez, come parroco (dal 2000 al
2008) e poi come collaboratore pastorale.
Era «ritornato a casa», ma la sua era
anche la casa dove era nata la Chiesa
trentina, in prossimità di Sanzeno, il luogo
del martirio dei tre giovani di Cappadocia
inviati da Vigilio, e poi di Romedio, santo
antichissimo e modernissimo, perché
capace di saldare il farsi eremita con
l'esigenza di pacificarsi con la natura, di
riconoscere anche agli animali, l'orso,
(come diceva già San Basilio, non a caso il
promotore degli eremitaggi in
Cappadocia), l'anima delle creature di
Dio.
Origini umili e una morte umile quella di
mons. Visintainer. Ma nel mezzo
un'attività intensissima di
evangelizzazione nel mondo dei giovani,
delle coppie, oltre che di sostegno e
vocazione alla Chiesa tridentina nel
passaggio fra una tradizione non priva di
clericalismo, e una modernità con tutte le
sue contraddizioni, gli abbandoni e i
disimpegni: Visintainer ne soffrì e se ne
fece carico in prima persona, come
vicario generale di due vescovi, Gottardi
e Sartori per un ventennio, dal 1975 al
1995.
Sotto questo profilo Visintainer fu un
riferimento certo, un
ancoraggio forte nei
dubbi. Non perché non
ne avesse, ma perché li
affrontava, non li
coltivava. Voleva essere
un prete autentico. Le
sfide andavano superate,
non diventare alibi
all'incertezza. Nel preConcilio fu, assieme a
don Vielmetti, il
riferimento di una
generazione che lasciava
il vecchio
associazionismo
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diocesano per esplorare
strade nuove. Ma se
Vielmetti era vicino al
pensiero tedesco con
sfumature che spesso
avvolgevano i problemi, Visintainer, che
aveva studiato alla Gregoriana e poi a
Lovanio, rivendicava il suo essere teologo
moralista, quindi pratico. Si spendeva la
sera in conversazioni, omelie, incontri, e
comunicava non solo sapienza, ma
energia vitale. La sua era una visione non
intimista, «morbida» dell'essere cristiani.
Essere cristiani voleva dire essere donne
e uomini veri, voleva dire saper amare,
voleva dire essère coerenti.
Tre furono i suoi momenti di
testimonianza più significativa. Il primo
nel fermento pre-conciliare, quando
preparò l'humus umano su cui ancora si
regge tanta parte della solidarietà, della
tolleranza, della volontà
di dialogo dei cristiani
nel Trentino.
Il secondo si riferisce
alle polemiche aspre
attorno al referendum
sul divorzio (1974) alla
richiesta che veniva da
ampi settori di Chiesa
per «schierarsi» contro
l'abolizione del divorzio
tanto faticosamente
conquistato, alleandosi
di fatto alla «revanche»
politica della De di
Fanfani.
Visintainer, invece, con
prudenza, riconosceva il
primato della libertà di
coscienza, faceva capire
che un cristiano
rimaneva tale anche se diceva «no»
all'abolizione del divorzio, per evitare le
strumentalizzazioni di quel voto, o per
non condannare all'ipocrisia farisaica
tante dolorose realtà familiari. Questa
rivendicazione di coscienza non gli fu
perdonata da certi settori vaticani (e
politici romani). Aveva una preparazione
da vescovo, ma la sua coerenza gli bruciò
ogni eventualità di nomina. Visintainer,
peraltro, non se ne fece mai un cruccio.
Non cercava carriere ecclesiastiche. Era
un uomo che amava la semplicità, ed
anche la sua libertà.
Il terzo punto fu il sinodo che
l'arcivescovo Gottardi indisse negli anni
1984-85 nel concludersi del suo
episcopato, dopo la stagione della
diaspora dei sacerdoti, dentro una
crescente secolarizzazione, dopo gli anni
del terrorismo, per «fare il punto» sulla
«Chiesa in Trento» e prepararne il futuro.
Anima e motore del Sinodo, principale
artefici del lucidissimo documento finale
(sul quale occorrerà ritornare) fu
Visintainer. Era molto realista Visintainer,
non cedeva a facili ottimismi, ma aveva
un visione generosa, forte di Chiesa, non
cedeva a malinconie.
La sua ultima stagione data dal 2000,
quando lasciò gli incarichi diocesani per
fare il parroco a Sanzeno. La scelta venne
interpretata come un voler proporre un
ritorno alle origini della Chiesa per
rinnovarne la testimonianza. Per
rinnovare «dal basso» un mondo sempre
più secolarizzato. C'erano le premesse
perché tutto questo accadesse. La sua
scelta di esilio - interiore, perché nessuno
lo costringeva - resta invece uno dei
misteri della sua anima e della Chiesa
trentina. 0 forse una delle sue pagine più
grandi. Forse era «solo» bisogno di
preghiera. Forse derivò anche dalla sua
delusione (ne accennava con chi andava
a trovarlo) per come era cambiata la sua
Valle di Non, non tanto la fede, ma il Dna
cristiano della popolazione. E Visintainer
non era certo un tradizionalista! Ma lo
colpiva l'ottusità di coscienza che il
consumismo provocava. Non si
capacitava che i giovani provassero
piacere a dormire fino a mezzogiorno la
domenica mattina. Non perché non
andassero a messa: «Ma non vanno
nemmeno in montagna», diceva.
Ora monsignor Severino Visintainer non
c'è più. Ma il silenzio dei suoi ultimi anni
sembra quasi uno scrigno affidato al
Trentino - non solo alla Chiesa, a tutto il
Trentino dei laici, delle valli, del lavoro -.
perché lo custodisca. Lo ascolti. E un
giorno, forse, possa capirlo.
Ililti
==™'
- wBft
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