Sanità - Il Corriere di Roma

Il Nuovo Corriere
IlNuovoCorriere
di
numero 5 anno I
Etica e decenza,
solo tracce
in Campidoglio
Roma e del Lazio
VENERDÌ 20 FEBBRAIO 2015
NONCIPOSSOCREDERE
di Giovanni Tagliapietra
S
piace parlar sempre
delle stesse persone
ed esprimersi sempre negli stessi termini, ma certi fatti
non possono essere sottaciuti.
Come quello che raccontiamo
a fianco, in questa prima pagina, o come quello che riguarda quel disgraziato Suv
mal parcheggiato in cima a un
marciapiede nell'area protetta
del Campidoglio e appartenente al mitico assessore anticorruzione Sabella. Che ha
chiesto scusa, ma non si è
spinto ad automultarsi per
dare un segnale ai cittadini. Il
filo conduttore del nostro discorso è la decenza, l'etica del
potere, il rispetto del cittadino
anche oltre le leggi e le convenzioni. Come si può chiedere ad
un automobilista di rispettare
il codice e il buon senso,
quando l'amministratore per
fretta o altro non lo fa? Decenza, quella che non dimostra il sinbaco Marino nella
scelta e nella gestione dei suoi
uomini. Quel responsabile dell'anticorruzione in Campidoglio, finito nel tritacarne
dell'inchiesta Mafia Capitale
l'aveva scelto lui: oggi sempre
lui lo piazza alla guida dell'Anagrafe, la cassaforte dei
dati sensibili dei romani. Dice
il sindaco, lo prevede la legge,
non ho potuto farci nulla. Intanto poteva avvisarci, magari
con una bella conferenza
stampa, spiegando ciò che la
legge prevede in queste circostanze: poi avrebbe anche potuto sfidare quelle stesse
disposizioni, licenziando il dirigente e affrontando i ricorsi
e la lunga pratica del reintegro. Avrebbe lavorato l'Avvocatura del Campidoglio, si
sarebbe fatto un po' di rumore,
ma il segnale sarebbe arrivato
chiaro e diretto, e la gente sarebbe stata con lui, con il suo
sindaco.
Dirigente indagato? Marino
lo premia affidandogli l’Anagrafe
Si tratta dell'ex dirigente della Legalità e Trasparenza coinvolto nel l’inchiesta "Mondo di mezzo", era stato scelto per quel delicato
incarico proprio dallo stesso sindaco del Pd. Fu costretto alle dimissioni di fronte alle ipotesi di reato dir associazione a delinquere
di stampo mafioso Da una settimana sovrintende alla struttura dell'Anagrafe capitolina. La replica di Marino:”Obbligati dalla legge”
E
ssere indagati per mafia Capitale dalla procura di Roma diventa
un merito anziché, a rigor di logica, di cultura, di civiltà, di filosofia politica e giuridica, un demerito. E’ ciò che purtroppo
succede in Campidoglio, dove il sindaco Ignazio Marino per misurare
gli avanzamenti di carriera e l’attribuzione di ruoli di un certo spessore
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Il Corvo
finisce per premiare l’ex responsabile della Trasparenza e della Legalità
Italo Walter Politano,costretto alle dimissioni lo scorso dicembre per
ipotesi di reato che comprendono l’associazione a delinquere di
stampo mafioso nell’ambito dell’inchiesta denominata “Mondo di
mezzo”. Ste. Pas.
segue a pagina 3
METRO C
Il presidente
Tra promesse e penali
Anticoli: «Forse
un grande buco nero:
stavolta
la sicurezza delle stazioni
si parte
BOTTEGHE STORICHE
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a pagina 7
QUIPISANA
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a pagina 8
L
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cambierà la vita a centinaia di migliaia di romani. Quella della sicurezza delle stazioni è questione prioritaria
per il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro assieme a quella del decoro. Sottopassaggi ridotti a discariche, assenza di
segnaletica. Videosorveglianza? Meglio
non parlarne. Braccio di ferro costruttori-Campidoglio sulle responsabilità dei
ritardi . L’assessore Improta chiede risarcimenti per il mancato rispetto del cronoprogramma.
a pagina 6
venerdì 20 febbraio 2015 pagina 2
PRIMO PIANO
SCENARI CI MANCAVA L'ENNESIMO PASTICCIO IMMOBILIARE
Senza i 300 milioni delle case
per il Comune è fallimento sicuro
La Giunta Marino si accorge solo ora che l'85% dei suoi inquilini è moroso e soltanto dopo le polemiche in Consiglio promette di vietare la vendita
(con sconto ridotto dal 30 al 15%) a chi è in arretrato con i canoni mensili. Basterebbe chiedere all'Agenzia delle Entrate un controllo patrimoniale
su redditi e proprietà per trovare i furbi (e farsi pagare) e aiutare chi campa con la pensione minima. Sempre che non si voglia solo far dei favori agli
amici degli amici. E già si ipotizza di vendere 12.700 alloggi popolari. Senza neppure avere in mano un censimento aggiornato. Perché tanta fretta?
di Leonardo Giocoli
A
bbiamo scoperto che ridisegnare il logo di Roma (con
tante palle che girano nello
scudo ex SPQR), è il problema principale dell'amministrazione Marino. Buon per lui.
Peccato che le prima pagine dei giornali anche nazionali questa volta - vengano dedicate allo scandalo della Delibera 88 che dovrebbe portare alla vendita di 571 immobili
comunali di pregio (tra appartamenti e negozi), e all'ipotetico incasso di 309 milioni
di euro. Quattrini indispensabili a far quadrare i conti 2015 di Roma Capitale. Una
vendita immobiliare che da tempo andiamo
scrivendo, andava portata avanti con maggiore trasparenza. Ora si scopre che solo il
15% degli affittuari del Campidoglio è in regola con il pagamento dell'affitto. E che il comune perde decine di milioni di euro l'anno
di canoni non versarti. ""Eredità del passato", si autoassolve la giunta capitolina. Sì,
è vero, peccato che alcuni contratti stiano in
piedi da 20, 30 anche 50 anni. Quindi le responsabilità non saranno direttamente di
Marino ma della sinistra (e un po' anche
della destra) che ora guida il Campidoglio
certo sì.
Il problema è che per arrivare a conoscere
questi dati c'è voluto lo scoppio di una rissa
in aula, qualche esposto alla magistratura e
pure l'attenzione mediatica che ha costretto
la giunta a tirare fuori le carte. Ora l'assessore al Patrimonio, Alessandra Cattoi sembra cadere dal pero del buonsenso, come chi
si risveglia bruscamente alla realtà. Bentornato buonsenso.
Benvenuta nel mondo normale dottoressa
Cattoi. Quale proprietario di casa si sogna di
vendere a sconto un bene ad un inquilino
moroso? Nessuno, ovviamente. Il Campidoglio ci rassicura che "sta pensando a criteri
più stingenti". Una perplessità: non ci poteva
pensare prima? Di più: la maggioranza ha
dovuto frettolosamente presentare un maxiemendamento per correggere la delibera
che aveva scritto. bella coerenza.
Intanto - visto che il Milleproroghe ha sbloccato gli sfratti - non si può mandare la forza
pubblica a far sloggiare quel 49% di occupanti senza titolo, magari accertandone il patrimonio liquido e immobiliare così da
garantirsi il pagamento degli arretrati? Non
è poi così balzana l'idea visto che c'è chi deve
pagare anche 150 di affitti arretrati.
Poi visto che Roma ha 7mila sfrattati da sistemare forse si potrebbero concedere le
poche case sfitte (una quindicina) a questi,
con una garanzia bancaria (si chiama fideiussione) per l'assolvimento del canone. Magari
c'è qualche padre divorziato, o qualche
mamma single con un reddito non più dignitoso che si potrebbe veramente aiutare concedendogli un canone agevolato, o un
riscatto a sconto. Fin qui il residenziale.
Poi ci sono gli oltre 200 immobili non resi-
denziali. Grazie alle insistenze (un po' strumentali, invero), di Lista Marchini e 5 Stelle
sappiamo che ci sono prestigiosi ristoranti e
società che non solo pagavano due lire per
locali in centro storico, ma che per di più
erano e sono morosi. Bene: visto che si tratta
di società si fa presto: si manda un vigile e
un agente di Equitalia con un bel decreto ingiuntivo. E poi vediamo se pagano rapidi e
lesti come furetti.
C'è poi da spiegare l'arcano delle sedi umanitarie in centro storico. Ben venga che il comune conceda locali a queste - quando sono
vere e non dei paraventi - però in centro storico ci passano i turisti, mica i rifugiati. Che
senso ha dare delle sedi a due passi dal centro per delle istituzioni di beneficenza che in
teoria dovrebbero assistere i diseredati? Gli
"ultimi", solitamente, non vanno a passeggio
o fanno turismo. Magari i potrebbe pensare
il
anche alla concessione pluridecennale a titolo gratuito, magari più grande dell'attuale.
Magari vicino ai centri di accoglienza (che
sono fuori dal raccordo). Altro capitolo le
sedi ai partiti, di qualsiasi orientamento.
Che senso ha vendere un bene ad un partito
(visto che tutti già non se la passano benissimo)? E' un sicuro mancato incasso. E Marino si può permettere (quasi) tutto tranne
non incassare, perché altrimenti gli salta il
bilancio 2015.
C'è da chiedersi se l'improvvisazione al potere possa ancora funzionare. Marino, ancora una volta, questa volta soprattutto,
supplichi il comando generale della Guardia
di Finanza e dei Carabinieri di dargli un
uomo per portare a termine questa dismissione. Magari più di uno. Passare al setaccio
fine la lista dei furbetti e dei morosi è un dovere di onestà e trasparenza. In Campidoglio
c'è già chi ipotizza di mettere sul mercato.
«Dopo il patrimonio», esordisce il capogruppo di Centro democratico in Campidoglio, Massimo Caprari, «speriamo di
proseguire con l'alienazione di 12.700 immobili Erp già contenuta in una delibera del
2007 nella consiliatura Veltroni, che potrebbe fruttare 6-700 milioni per mettere il
bilancio comunale nei giusti equilibri e investire nell'acquisto di nuovi alloggi».
Domanda pertinente: visto che la nuova società di gestione Prelios Integra, guidata da
Nicolò Tarantino, si è classificata prima il 14
gennaio tra i 6 concorrenti, ma ancora non
ha messo mano al patrimonio (edilizia popolare e residenziale), non si potevano attendere le 6/8 settimane necessarie a
condurre un serio censimento tra i circa
45mila beni immobiliare del Campidoglio.
Perché tanta fretta? Già, perché?
ORSINO
P
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Perché logica e buon senso
non si trovano spesso
nella stanze del Campidoglio
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ogica e buon senso non
abitano spesso nelle
stanze del Campidoglio,
ed è stata una settimana decisamente vivace. C'è stato di
tutto, dalla decisione di vendere
un pezzo di Eur per liberarsi
della palla al piede di Fuksas e
della sua "nuvola" ( complimenti
all'assessore all'urbanistica Giovanni Caudo e al presidente dell'Ente Eur Pierluigi Borghini) ai turbamenti dell'assessore ai servizi sociali
Francesca Danese di fronte ai disagi in cui il Comune costringe i Rom (replicano dal centro destra: le case popolari
ai rom? Siamo su scherzi a parte). La stessa Danese la
scorsa settimana aveva lanciato l'idea di assoldare i nomadi per la raccolta differenziata. C'è qualcosa che non
va. Anche l'oggetto misterioso dell'Ente Città Metropolitana lascia perplessi, pochi soldi, zero competenze ma le
poltrone sono già occupate. Mauro Alessandri (chi?) sindaco di Monterotondo, anni 35, diventa di fatto il vice di
Marino, dovrà gestire la macchina di una organizzazione
ancora confusa, senza capo né coda, ma che di appetiti
politici ne ha già suscitati abbastanza. E la storia infinita
della Metro C? L'assessore Guido Improta vuol fare pa-
gare le penali per i ritardi, il prefetto Giuseppe Pecoraro
è preoccupato della assoluta mancanza di sicurezza. Ma
non lo ascoltano. Dalla Regione segnali positivi e negativi.
L'assessore allo sviluppo Guido Fabiani dà il meglio di sé
con il testo unico sull'artigianato. Zingaretti pontifica e promette un pacco di milioni, ma pensa ad altro. E la cultura?
A Roma dovrebbero essere protagoniste indiscusse, in
prima linea dovunque, in realtà delle assessore Lidia Ravera e Marinelli si sente parlare pochissimo. In Campidoglio si spintonano (o peggio) il marchiniano Onorato e il
presidente della commissione commercio Orlando Corsetti. Commercianti ed esercenti mordono il freno e masticano amaro. Pietro Lepore e Claudio Pica sono pronti
a compromessi, ma l'assessore Marta Leonori li tiene a
distanza. Meno male che ci sono i grillini in Regione e in
Campidoglio a contrastare il potere, Marcello De Vito,
Frongia, Raggi e Stefàno tirano fuori la vicenda del dirigente inquisito e dimissionato ma ripiazzato da Marino a
capo dell'Anagrafe, bel colpo: Davide Barillari e Devid
Porrello si battono come leoni alla Pisana e tengono sotto
pressione la maggioranza. Con l'anti corruzione, la trasparenza, le nomine, il sindaco capitolino non c'azzecca mai.
Anche il super giudice e super-assessore Alfonso Sabella,
lascia la macchina sul marciapiede impunemente. Che lezione possono trarne i romani?
CHI SALE
dall’alto Marcello De Vito,
Guido Fabiani
e Mauro Alessandri
CHI SCENDE
dal basso Alfonso Sabella,
Pierluigi Borghini
e Marta Leonori
venerdì 20 febbraio 2015 pagina 3
PRIMO PIANO
ETERNA EMERGENZA CHE NESSUNA AMMINISTRAZIONE
L'EDITORIALE UNA
HA SAPUTO O VOLUTO RISOLVERE
V
I nodi della questione rom
e i turbamenti dell'assessore
iene da piangere,
a guardare l’incapacità (ma ci
sono alcuni che
la definiscono
scarsa onestà…) dei politici che
hanno gestito Roma negli anni.
Nessuna differenza - come dimostra anche lo scandalo rivelato dall’inchiesta “Mafia
Capitale” - tra rossi, neri o bianchi. E una costante: l’interesse
della comunità, nel nostro caso
quella di Roma, non lo prendono mai in considerazione. La
parola magica di chi gestisce, o
ha gestito, la Capitale è “emergenza”, un termine nel cui nome
tutto è sempre possibile, eventualmente anche ai margini o
fuori dalla legge. Per esempio l’
”emergenza rom”, in questi
giorni sulle prime pagine dei
giornali dopo che l’assessore
Francesca Danese ha spiegato,
con involontario umorismo, che
si potrebbero utilizzare i rom per
tenere pulita Roma “perché sono
molto bravi nel recuperare i rifiuti e i materiali in disuso”; aggiungendo di essere convinta di
poter chiudere in tre anni i
“campi rom” della Capitale
anche grazie alla concessione,
agli stessi rom, di appartamenti
nelle case popolari dell’Ater.
Tutto questo, ovviamente, in risposta ad un’emergenza, quella
rom.
Un’emergenza, va detto subito, che emergenza
non è. Se è vero che gli oltre cento insediamenti
nei quali vivono i settemila rom residenti nella
Capitale sono potenzialmente vere e proprie
polveriere dove gli onesti convivono con pusher, ladri, lenoni e responsabili di ogni possibile traffico illegale, non si può certo “cadere dal
pero” e “scoprire” oggi, come sembra essere accaduto all’assessore Danese, che nella Città
eterna i rom vivono in campi che sono dei
ghetti e che anche loro hanno diritto “alla casa”.
Sono anni, anzi decenni, che le cose stanno così
e questo, va detto, soprattutto per colpa dei politici. Contrariamente a quanto avvenuto in
altre città, a Roma i sindaci – da Francesco Rutelli a Gianni Alemanno, passando per Walter
Veltroni – hanno tutti scelto di sistemare i rom
questa è una scoperta abbastanza
tardiva, ci si accorge ora che sono
posti che sembrano usciti dal
“Gomorra” di Roberto Saviano,
dato che vi vengono bruciate, per
eliminarle, sostanze nocive dannose per la salute (di tutti i cittadini romani, non soltanto dei
rom). Ancora più terra a terra:
cosa si è fatto per garantire che i
bambini rom possano frequentare la scuola? E’ infatti l’ora di finirla con l’affermazione che i rom
sono nomadi e non li si può costringere in un posto. Lo dimostra il fatto che il numero dei rom
di Roma è stabile da almeno
quindici – venti anni, dopo l’arrivo delle ondate provenienti da
ex Jugoslavia e Romania. I politici capitolini li rinchiusero nei
campi-ghetto allora, e oggi sono
ancora lì. Dopo che sono stati
spesi senza risultato i soldi che
avrebbero dovuto servire per il
loro inserimento.
Oggi, dopo le scelte dei governanti capitolini per i rom, la proposta dell’assessore Danese di
mettere al servizio della città la
loro bravura nello svuotare i cassonetti appare a dir poco lunare,
offensiva. E poi vuol dire che chi
governa non è informato, non sa
cosa deve fare: si dà il caso infatti
che un progetto del genere è già
stato realizzato negli anni novanta– vedi la città di Reggio Calabria – con finanziamenti
europei e la creazione di apposite cooperative;
e con ottimi risultati. A Roma una proposta
analoga presentata quasi dieci anni fa non ha
mai avuto risposta. Basta questo esempio per
mostrare il pressapochismo dell’attuale Giunta.
Atteggiamento che accompagna anche l’altra
proposta della Danese, quella di aprire ai rom
le case dell’Ater. Visto che sono stati ghettizzati
e sono fuori da ogni controllo, come valutare se
i rom hanno i requisiti per chiedere l’assegnazione di alloggi dell’Ater? Nessuno nega che i
rom siano diventati un problema. A loro, i verbali delle forze dell’ordine lo dimostrano, si devono addebitare molte responsabilità.
Corresponsabili, per non avere una politica di
integrazione, sono però i dirigenti capitolini.
Quelli di ieri e gli “apprenti sorcier” di oggi.
Diritti non garantiti (forse) ma anche doveri (non assolti), tanti equivoci
(chi sono veramente gli abitanti dei campi, autorizzati e abusivi) e tanti
soldi spesi (male) per favorire altri (i protagonisti di Mafia Capitale?)
ma non i nomadi. In mezzo squallore, tanta ipocrisia e tanti reati
di Carlo Rebecchi
in campi ad hoc, invece di attuare una vera politica di integrazione sociale. Chissà come mai;
che sia stato perché la creazione e la gestione
dei campi fa “girare” un bel po’ di soldi?
E’ a questo che conviene guardare, per poter valutare meglio le idee, in linea di principio ottime, se bene inquadrate, dell’ assessore
Danese. Tra il 2011 e il 2014, per l’inclusione
dei settemila rom residenti a Roma il Campidoglio ha speso quarantadue milioni di euro. “E
non sappiamo davvero dove siano finiti” diceva
ai giornalisti, poco più di un anno fa, un funzionario del Comune. Che siano andati in parte ai
protagonisti di Mafia Capitale è probabile.
Certo non sono serviti a rendere sopportabile
la vita nei campi se l’assessore Danesi, che pure
le emergenze sociali romane le segue da anni, è
rimasta sconvolta dalla visita fatta poco tempo
fa alla Best House Rom di via Visso, dove ha
scoperto che 288 rom, di cui circa 150 minori,
vivono in una struttura gigantesca e senza finestre. Un lager, insomma. Eppure per il superamento di situazioni come questa il prefetto
Pecoraro aveva dato nel 2008 al Campidoglio
32 milioni del “Piano Nomadi”, più dieci milioni annui per la gestione dei 127 campi (abusivi, tollerati e di solidarietà).
Certo, l’assessore Danese non è responsabile
dell’operato della Giunte che hanno preceduto
quella di Ignazio Marino che comunque, da
quando si è insediata, non ha proprio dato l’impressione di fare il massimo per far rispettare
la legge e chiudere i quasi certo insediamenti
abusivi della Capitale e dintorni. Dove, anche
segue dalla prima pagina
NONCIPOSSOCREDERE
Dirigente indagato? Marino lo premia affidandogli l’Anagrafe
I
l sindaco si giustifica e lega la sua decisione a questioni, a parer suo, di
carattere giuridico. «La ricollocazione in un incarico dirigenziale di
Walter Politano, che aveva rimesso il
suo mandato da direttore dell'area Anticorruzione di Roma Capitale dopo il suo coinvolgimento nell'inchiesta Mafia Captale, è
obbligatorio per legge», si legge in una nota.
Il fatto, afferma Marino, che «il dottor Politano sia indagato, infatti, non costituisce motivo di sospensione sine die dall'affidamento
di un incarico dirigenziale: l'attuale incarico
non si può in alcun modo configurare come
una promozione».
Politano, in sostanza, alla faccia dei magistrati che indagano su di lui, ha trovato uno
“sponsor” importante, il primo cittadino che
gli ha trovato un bel posto al sole: sarà infatti
dirigente dell’ufficio decentramento amministrativo, quello che si occuperà della nuova
struttura complessa amministrativa, anagrafe, liste elettorali, stato civile. No, non è
uno scherzo. Alla notizia, circolata negli ambienti politici, il Movimento 5 Stelle ha reagito immediatamente comunicato il proprio
disappunto. Un resa totale ai moti di cambiamento della politica messa in campo da
Marino, una ferita che incide profondamente sul modus operandi dell’amministrazione comunale. «Ecco la meritocrazia di
Marino, se sei indagato per mafia vieni subito promosso» è la dura dichiarazione dei
consiglieri 5 stelle De Vito, Frongia, Raggi e
Stefàno. Il M5S Roma si chiede, in effetti,
come sia possibile che un dirigente dell’amministrazione come Italo Walter Politano,
indagato per associazione mafiosa nell’inchiesta su mafia capitale, possa essere scelto
dal sindaco per continuare a ricoprire incarichi di rilievo. Tra le altre cose occorre rilevare che il dirigente rimosso guidava non un
servizio qualunque, ma l’ufficio anticorruzione del Campidoglio. E dunque per il M5S
Roma sono doppie le ragioni di opportunità
politica, ma anche sostanziali, che avrebbe
dovuto valutare il sindaco prima di fare questa scelta. Ora si può affermare, senza essere
smentiti, che un indagato per mafia ha in
mano tutti i dati sensibili dei cittadini romani. Bel colpo, sindaco.
Stef. Pas.
PRIMO PIANO
venerdì 20 febbraio 2015 pagina 4
IN PRIMO PIANO LA SCATOLA VUOTA DELLA CITTÀ METROPOLITANA
Pochi soldi e zero competenze,
ma le poltrone sono già occupate
Un debutto per finta, una cattedrale nel deserto, al di là del passaggio di consegne tra il prefetto-commissario
Riccardo Carpino e Ignazio Marino non c’è nulla e la cosa non sembra interessare a nessuno. Ma sono arrivate
le prime nomine: capo segreteria, Ivana della Portella, e vice sindaco, Mauro Alessandri. Ed è stato approvato
lo statuto che porta la novità dell’elezione diretta dei consiglieri (prima si votavano tra di loro gli eletti).
Manca tutto l’impianto: funzioni, soldi da spendere, programma. Mentre i sindaci dell’hinterland, dopo mesi
di emergenza maltempo, sono alle prese con strade dissestate e chiamano la Provincia per interventi urgenti
di Giovanni Santoro
U
n debutto per finta. È
quello della Città metropolitana di Roma, il
super Comune della
Capitale che insieme ad
altre 120 amministrazioni locali dal
primo gennaio di quest’anno ha sostituito la defunta Provincia. Una cattedrale nel deserto, però, perché al di là
del passaggio di consegne tra il prefetto-commissario Riccardo Carpino e
Ignazio Marino c’è il vuoto intorno.
Certo sono arrivate le prime nomine:
capo segreteria, Ivana della Portella, e
vice sindaco, Mauro Alessandri. Ed è
stato approvato lo statuto che porta la
novità dell’elezione diretta dei consiglieri (prima si votavano tra di loro gli
eletti). Ma manca tutto l’impianto: funzioni, soldi da spendere, programma.
Un mosaico difficile da comporre, un
gioco a incastro più simile a un cubo di
Rubik che a una cartografia di scienza
della politica. Dopo la battaglia tra correnti, per portare i fedelissimi dei big
nel consiglio di palazzo Valentini, il silenzio più assoluto. Il nodo è che la riforma studiata dal sottosegretario
L’unica novità è l’eleGraziano Delrio, la
zione diretta: cittalegge 56 del 2014,
dini richiamati al
esiste solo sulla
voto per le Province
carta. Un sistema
che dovevano essere
amministrativo
cancellate, mentre
vuoto di idee e pieno
prima toccava a sindi personale da ricoldaci e consiglieri
locare. Secondo le rieleggersi da soli. Il
l e v a z i o n i
secondo sprint, indell’Unione delle
vece, è quello del goProvince (Upi), il
verno Renzi che ha
Lazio – insieme ad
Mauro Alessandri
tagliato un miliardo
altre 7 giunte regionali – ha approvato solo delle delibere di finanziamenti statali, con la legge di
di giunta, impegnandosi a presentare stabilità.
delle proposte legislative sulla distribu- Senza soldi e senza competenze. Ma
zione delle competenze. Eppure le ele- entro marzo vanno comunque indivizioni del nuovo ente si sono celebrate il duate le persone che dovranno restare
in via IV Novembre e quelle da mettere
5 ottobre dello scorso anno.
Da allora una sola corsa, per non incap- in mobilità. Che presuppone la conopare nella reprimenda di palazzo Chigi, scenza di una nuova destinazione per i
è stata quella per l’approvazione dello lavoratori. Spetta al Campidoglio e alla
statuto. Chiuso in fretta e furia prima di Pisana fare una ricognizione dei vuoti
Natale, con i primi cittadini dell’hinter- in organico, fino ad oggi nessun piano è
land che sono stati estromessi dalla stato stilato.
scrittura del regolamento; nonostante Manca, in realtà, anche un altro pezzo
Marino, entusiasta, celebrava la condi- della pseudo riforma: una parte che si è
visione nella stesura delle norme. perso per strada. Entro ottobre, infatti,
bisognava riorganizzare - in un’ottica di
efficienza - la rete periferica. Nessuno,
però, ha visto quel programma. Così nei
Castelli hanno deciso di fare da soli.
Contare quanto Roma è impossibile,
per questo 6 Comuni (Castel Gandolfo,
Ariccia, Nemi, Genzano, Lanuvio e Albano) si sono seduti intorno a un tavolo
con la convinzione di associarsi per offrire dei servizi migliori. E più economici. In primis nel trasporto pubblico
locale, settore in cui i trasferimenti regionali sono scesi, nel 2014, del 25%.
Allo studio anche piani idrici, pubblica
sicurezza e pianificazione ambientale.
Il super sindaco Marino, invece, ha
provveduto a distribuire i primi incarichi. Ivana Della Portella, ex presidente
di Zetema ed ex consigliera comunale
rimasta fuori nella scorsa tornata elettorale, è pronta a rimettersi in sella con
il ruolo di capo-segreteria e 70mila euro
l’anno di retribuzione. La numero uno
dell’ufficio stampa dovrebbe essere la
giornalista di Radio città futura e Panorama Claudia Daconto. Il braccio destro
del primo cittadino, nell’area metropolitana, sarà Mauro Alessandri. Un tren-
AULA GIULIO CESARE DELIBERA 88 E DINTORNI, AMMINISTRAZIONE DETERMINATA A VENDERE GLI
IMMOBILI DI PREGIO. MA L'IMPIANTO NON REGGE
La lunga battaglia contro i poteri forti
ulla delibera n. 88 la battaglia è
aperta da giorni in Aula. Si susseguono le convocazioni del consiglio comunale ormai tutti i giorni
della settimana. Ad oggi le forze politiche di maggioranza e di opposizione
hanno presentato oltre 7000 emendamenti, quasi 1000 sono del M5S capitolino. L’opposizione di centro destra
sembra poco credibile poiché si scaglia
contro una operazione che in realtà
aveva proposto tale e quale durante la
giunta Alemanno. IIl Movimento 5
Stelle continua con un pressing martellante. Dalle quattro pregiudiziali
presentate sulla legittimità statutaria
della delibera si evince che “senza i
prezzi di vendita dei singoli immobili
S
non è possibile per esempio emendare
un valore anormalmente basso di un
immobile o ancora è possibile ipotizzare che si potranno vendere gli immobili al prezzo che vogliono, tenuto
conto della totale indeterminatezza dell'oggetto del provvedimento”. Più
chiaro di così. La pressione ha spinto
la maggioranza ad un parziale dietrofront con la presentazione di un maxi
emendamento sollecitato dalla Giunta
per modificare la delibera. E' il gioco
delle parti, ma non regge. E' l’impianto
della delibera n. 88 a non essere accettabile in termini di merito se si deve
conseguire il risultato della valorizzazione delle risorse a favore della collettività. Insomma la sensazione è che
dietro alla “Affittopoli” rimbalzata in
questi giorni su tutti i giornali vi sia comunque il tentativo di garantire privilegi o favori del tutto immotivati a chi
ha abitato per anni negli immobili del
Comune, a canoni irrisori, in case di
pregio in centro città e non solo. Non
c'è altra spiegazione. E si deve considerare che tali condizioni di privilegio
sono presenti anche per gli immobili
commerciali. E’ chiaro che tale patrimonio debba essere oggettivamente valorizzato in altro modo con affitti
quantomeno a prezzo di mercato garantendo naturalmente gli inquilini
con i redditi più bassi. Senza svendere
con maxi sconti ad inquilini per la
gran parte morosi. Il fiume di emenda-
menti in aula ci restituisce l’immagine
di uno scontro in cui la resistenza dei
poteri forti prevarica anche l’inequivocabile riconosciuta ingiustizia sociale.
“The Powers That Be”, letteralmente,
“i poteri che sono”: è l’espressione che
usano gli americani per indicare il potere costituito, i poteri forti, l’establishment dominante. Emana un'idea di
ineluttabilità, la forza di ciò che è
reale. Lo si legge anche nell’ultimo e
dotto libro di Federico Rampini. Si
adatta perfettamente alla situazione di
Roma.Lo scrittore giornalista si riferiva al potere dei banchieri. Ma forse
l'accostamento non è poi così peregrino.
Sandro Gugliotta
venerdì 20 febbraio 2015 pagina 5
PRIMO PIANO
Riccardo Carpino, ex commissario
della Provincia di Roma
Ivana della Portella
tenne professore, già alla sua seconda
esperienza alla guida di Monterotondo.
E qui si chiude la sua biografia. Ma non
la partita che lo ha portato sul secondo
scranno più importante di palazzo Valentini.
È uscito vincitore nell’eterna guerra del
Pd romano, grazie a sponsor di peso
come i senatori Bruno Astorre e Carlo
Lucherini, insieme al capogruppo re-
gionale Marco Vincenzi. Nomina facilitata dall’inchiesta Mafia capitale, che ha
coinvolto anche il recordman di preferenze Mirko Coratti e lo ha escluso
nello sprint decisivo. Alessandri ha battuto avversari come Gianni Paris,
l’eletto in Campidoglio che Marino
avrebbe voluto promuovere nel nuovo
ente. Per lui ci dovrebbe essere un posto
tra i delegati. In compagnia dei colleghi
dem Dario Nanni (renziano, sostenuto
dal sottosegretario Angelo Rughetti), lo
zingarettiano Marco Palumbo e Orlando Corsetti (vicino all’ala Noidem di
Gasbarra e Marroni). Le due donne dovrebbero essere la vendoliana Gemma
Azuni (Sel) e Svetlana Celli, della lista
civica Marino e sponsorizzata dal consigliere alla Pisana Gianluca Quadrana.
Così se la pace è fatta, a parole, ricom-
ponendo gli equilibri delle varie anime
del Partito democratico, tutto il resto è
ancora in fase embrionale. Mentre i sindaci dell’hinterland, dopo mesi di
emergenza maltempo, sono alle prese
con strade dissestate e chiamano la Provincia per interventi urgenti, almeno la
partita delle nomine si avvia alla conclusione. La scatola è vuota, le poltrone
sono già tutte occupate.
IN CONTROLUCE / “Rome & you”, bocciato all’unanimità . Ma ce lo dobbiamo tenere
N
ostalgia canaglia, verrebbe
da pensare guardando il
nuovo logo, anzi uno dei
nuovi loghi di Roma, che il sindaco Marino ha estratto dal suo
cilindro senza fondo. Una scritta
in inglese “Rome & you” che
campeggia sullo scudo rosso, depauperato pure della corona a favore di cinque palline colorate.
Nostalgia canaglia, per i tempi
ormai lontani di Pittsburgh, la
città americana nella quale Ignazio Marino, allora soltanto uno
stimato medico, ha vissuto e lavorato per anni. Il sodalizio si è
poi interrotto per motivi personali
e professionali sui quali non indaghiamo nell’ovvio rispetto della
privacy (e tacciano le malelingue
del web che disseminano in rete
missive di fuoco), ma la nostalgia
è rimasta. Ed ecco quel “Rome &
you”. bocciato all’unanimità: dai
comuni cittadini che si sono presi
la briga di rispondere al sondaggio voluto dall’Ansa, dai linguisti,
dai politici. Mai Marino aveva
Quanto costerà il nuovo logo?
Nessuno ha il coraggio di dircelo
Il Campidoglio non ha il coraggio di spiegare che tutte le scritte del Comune
dovranno essere sostituite, e magari anche le divise e i fratini dei vigili urbani.
E gli stampati, i documenti, le mappe e le guide, i permessi Ztl? Un disastro
compattato la
città in questo
modo.
Ma c’è dell’altro.
Perché a ben
guardare di loghi
ora Roma ne ha
tre. L’accorto sindaco ha infatti
specificato che il
vecchio logo con
lo scudo, la sigla
SPQR e la scritta
Roma Capitale rimane sui documenti ufficiali; c’è poi un logo istituzionale, nel quale scompare
l’attributo “capitale” a favore
della semplice scritta Roma che
affianca il tradizionale scudo con
la tradizionale sigla. E infine il
logo relazionale, quell’inglesismo
o americanismo, come preferir si
voglia. E qui cominciano i problemi. Perché se cercate su internet “roma capitale”, arriverete al
sito istituzionale
con il vecchio
logo
istituzionale, completo di
attributo e sigla.
Se invece cercate “comune di
roma” finite dritti
nel sito forse non
istituzionale del
Campidoglio,
dove le cinque
palline
che
hanno sostituito la corona spiccano in un trionfo di giallo, arancio e rosso. Dunque questo
secondo sito è considerato relazionale e non istituzionale? E da
chi? E perché?
Sofismi. In realtà, dal sindaco
gradiremmo qualche chiarimento. Per cominciare: la scritta
“Polizia Roma Capitale” che
campeggia sui fratini dei vigili urbani, sui berretti, sulle divise
estive, sulle fiancate delle auto e
delle moto in loro dotazione, è destinata anch’essa ad essere sostituita dalla semplice parola
“Roma”? E quanto costerà l’intera operazione? Per quanto riguarda il logo relazionale, quello
in inglese per capirci, comparirà
anche sui vari prodotti editoriali
come la “Charta Roma”, la
“Charta Ostia”, la “Charta Ostia
antica”, destinate ovviamente a
turisti e visitatori? E in tal caso,
le scorte delle varie mappe e
guide già stampate verranno
esaurite o finiranno al macero per
essere immediatamente sostituite con pubblicazioni che rechino il nuovo logo? E, ancora
una volta; quanto costerà? Al sindaco Marino l’ardua risposta.
Maria Pia Miscio
venerdì 20 febbraio 2015 pagina 6
PRIMO PIANO
IL CASO METRO C
M
etro C, capolinea Monte
Compatri/
Pantano.
L’ u t e n t e
scende dall’ultima corsa, quella
delle 18, in una stazione avveniristica: futuro anticipato dal
treno driveless, cioè senza conducente. Oltrepassati i tornelli, e
giunti nel parcheggio per recuperare l’auto, il nulla. Poche luci, la
speranza di essere videosorvegliati crolla alzando lo sguardo al
cielo: le telecamere poste sui pali
dell’illuminazione pubblica sono
coperte da buste di plastica nera.
Anche queste non sono in funzione. Il senso di insicurezza cresce, in una fermata dove sono già
state arrestate 7 persone, dall’inaugurazione di novembre
2014, per spaccio. Stessa scena a
Finocchio e Borghesiana. Sicurezza e decoro: sono queste le
principali problematiche riscontrate dall’amministrazione di
Ignazio Marino, durante i sopralluoghi notturni lungo la terza
linea metropolitana di Roma.
Stavolta l’allarme non arriva dai
cittadini o dagli amministratori
locali, ma dalla vice capo di Gabinetto del Campidoglio, Rossella Matarazzo. È sua la firma sul
documento che certifica lo stato
delle cose. Mentre l’assessore alla
Mobilità, Guido Improta, annuncia penali per i ritardi nei lavori e
il consorzio dei costruttori rilancia chiedendo il pagamento delle
somme dovute, il caos resta sempre lo stesso.
La scelta di analizzare ogni singola stazione è del prefetto Pecoraro, e arriva nel corso della
riunione del comitato per l’ordine pubblico e sicurezza sulla
Metro C, 2 giorni dopo l’apertura. Giri di notte, in aree con
pochi servizi per i pedoni su un
tappeto di siringhe. In primis le
criticità riguardano i sottopassaggi trasformati in discariche.
Gravi le condizioni a Torre Angela, dove i “due camminamenti
tra via Toraldo e via Boldù –
LA STORIA INFINITA DI UN’OPERA CHE CAMBIERÀ
LA VITA A CENTINAIA DI MIGLIAIA DI ROMANI
Tra promesse e penali
un grande buco nero:
la sicurezza delle stazioni
Questione prioritaria per il prefetto Pecoraro assieme a quella del decoro.
Sottopassaggi ridotti a discariche, assenza di segnaletica. Videosorveglianza? Meglio
non parlarne. Braccio di ferro costruttori-Campidoglio sulle responsabilità dei ritardi
L’assessore Improta chiede risarcimenti per il mancato rispetto del cronoprogramma
di Giovanni Santoro
scrive Matarazzo – sono invasi da
immondizie varie”. Senza dimenticare i “4 lampioni presenti nel
tratto, che non risultano funzionanti”. Stesso discorso a Grotte
Celoni, ma qui a essere in sofferenza sono anche gli attraversamenti di superficie. Impossibile,
ad esempio, attraversare la Casilina per “la totale assenza di impianti semaforici”.
Capitolo comicità a Torre
Maura. Segnaletica assente, lì
dove manca addirittura il nome
della fermata. Anche a Torrenova si ride – per non piangere –
per altri motivi, però. Qui “le
porte antipanico immettono in
un’area privata, recintata e che
non permette il naturale deflusso
o rendendo problematico l’accesso dei mezzi di soccorso”. In
pratica una via d’uscita senza
uscita, dove è più facile restare
intrappolati che mettersi in salvo
in caso di necessità. A Giardi-
netti, invece, situazione opposta:
“La zona posta sul lato sinistro
non risulta recintata, tanto che
intrusi potrebbero agevolmente
arrivare in prossimità dei binari”.
Mentre in via delle Tuberose, che
dovrebbe rappresentare l’ingresso ‘lato quartiere’, la strada è
chiusa perché il Campidoglio ha
dimenticato di andare avanti con
l’esproprio.
A Monte Compatri l’immagine
non è così diversa. Nonostante la
minaccia del sindaco Marco De
Carolis di boicottare l’apertura
della Metro C - fu necessario l’intervento del collega di Roma per
evitare il peggio - nulla è cambiato. Segnaletica inesistente, sovrappassi pedonale cancellato dai
progetti (nonostante i 7 morti in
un anno) e il surrogato semaforo
neppure messo in funzione. Luci
attivate solo in parte dopo innumerevoli segnalazioni. “Totale
insensibilità”, tuona il primo cittadino compatrese.
Non solo. Per la soap opera della
terza linea metropolitana c’è
anche il caso penali. Perché l’assessore Improta, dopo i lavori lumaca del costruttore, è deciso a
far pagare risarcimenti per il
mancato rispetto del cronoprogramma. Il Comune chiede, per
ogni giorno in più, 130mila euro.
Totale
dovuto
da
Caltagirone&Co., secondo il titolare della Mobilità, circa 32 milioni di euro. Perché Lodi
dovrebbe aprire in estate, 8 mesi
dopo dalla data stabilita sulla tabella di marcia. Mentre per gli
extra costi riconosciuti al general
contractor, 368 milioni di euro
concessi nel 2013, la procura capitolina indaga 10 persone per
abuso d’ufficio e truffa allo Stato.
“I ritardi? Per colpa del Campidoglio”, si giustificano le imprese
che hanno realizzato l’opera. E
così il consorzio presenta il conto
da oltre 140milioni di euro per
pagamenti mai arrivati. “Attese
superiori a un anno – hanno
scritto– determinano un danno
erariale per interessi maturati, di
cui i responsabili pubblici dovranno rispondere”. Tutto mentre arriva l’annuncio di allungare
l’orario di apertura fino alle 21.30
e di far proseguire l’infrastruttura
fino alla Farnesina. Peccato che
fino ad ora i dati parlino di fallimento. I treni, infatti, sfrecciano
vuoti. Perché i romani preferiscono ancora il bus, con il 105
che viaggia in condizioni da terzo
mondo. I pendolari preferiscono
la calca all’insicurezza.
venerdì 20 febbraio 2015 pagina 7
L’OPINIONE
CRONACHE
di Alberto Pica
Leonori e Corsetti, se in Campidoglio
la mano destra non sa cosa fa la mano sinistra
A
memoria di dirigente sindacale di lungo corso,
questa non l'avevamo mai
vista. Un assessore, Leonori, che
in grande segretezza predispone
un nuovo regolamento sulle occupazioni di suolo pubblico e
stravolge i meccanismi di calcolo delle tariffe per il pagamento del canone. Una
Commissione Consiliare Commercio, con il suo presidente
Corsetti e i suoi altri componenti, di maggioranza e di opposizione, che lavora per mesi allo
stesso obiettivo, e viene a sapere
lo stesso giorno in cui si accinge
a presentare il lavoro svolto alle
associazioni di categoria, che
l'assessore li ha anticipati, facendo approvare in Giunta, appunto in tutta segretezza, la
nuova delibera sui tavolini e il
nuovo metodo di tariffazione.
Come dire che in Campidoglio la
mano destra non sa cosa fa la
mano sinistra.... E allora non pos-
siamo mascherare lo sconcerto
di constatare come l'Amministrazione Capitolina risenta clamorosamente della frattura che
lacera i rapporti tra la sua Giunta
e la rappresentanza degli eletti
in Consiglio, dove anche i componenti della maggioranza, vedi
Orlando Corsetti rimane all'oscuro di quanto accade e di
quali obiettivi si prefigge l'assessore di riferimento che ... milita
nello stesso partito. Uno spettacolo che imbarazza chi vi assiste
dall'esterno e da addetto ai lavori, ma dovrebbe imbarazzare di
più chi muove i fili del governo
della nostra città, che nel frattempo continua a non vedere segnali di rinascimento in termini
di decoro, pulizia, sicurezza ed
offerta di pubblici servizi e le cui
attività produttive, il piccolo
commercio in particolare, non
riescono a levarsi da dosso gli effetti della perdurante crisi economica. A questo proposito,
significativo l'articolo di Dario Di
Vico apparso sulle pagine nazionali del Corriere della Sera, dove
da statistiche ufficiali abbiamo
scoperto che a Roma il numero
di bar e ristoranti che chiudono
continua ad essere superiore a
IL PRESIDENTE DELLA ASSOCIAZIONE,
L’INTERVISTA PARLA
GIULIO ANTICOLI
Botteghe storiche, forse
stavolta si parte davvero
Meno di duecento quelle riconosciute, un migliaio quelle rimaste. Con il nuovo testo unico
sul commercio cambierà parecchio, grazie anche al fondo rotativo di tre milioni.
Il Comune ha già concesso uno sgravio dell’Imu. Resta il fatto che non c’è una tutela reale
di Sabato Angieri
B
otteghe Storiche. In una
realtà come quella romana rappresentano parecchio,
tradizione,
cultura, abitudini, tutto
quello che alla fine concorre ad identificare l’anima di una città. Rappresentano ma non contano, non
vengono tutelate abbastanza, non
vengono valorizzate affatto. Ne parliamo con Giulio Anticoli, il presidente di Cna Roma Città Storica e
Associazione Botteghe Storiche di
Roma.
Presidente, ci inquadri il fenomeno delle botteghe storiche, quali caratteristiche deve
avere un esercizio per essere
riconosciuto come tale?
Innanzitutto è necessario avere cinquant'anni di attività e continuità familiare nella gestione, possibilmente
nello stesso edificio, altrimenti, nello
stesso municipio.
Quali vantaggi ha, oggi, un
esercizio riconosciuto "bottega storica"?
C'è da dire che fino a pochissimi
giorni fa il vantaggio non esisteva. Per
questo motivo infatti nessuno richiedeva lo status di "bottega storica" pur
avendo i requisiti che le illustravo
prima. Oggi, invece, anche grazie all'Associazione Botteghe Storiche, la
regione Lazio sta approvando un
Testo Unico sul Commercio che prevede tre milioni di euro come fondo
rotativo destinato a questi esercizi a un
tasso agevolato e senza passare per le
banche entro una certa somma. C'è
Giulio Anticoli, il presidente di Cna Roma Città Storica
e Associazione Botteghe Storiche di Roma
stato, inoltre, uno sgravio dell'IMU da
parte del Comune e stiamo lavorando
ad una legge nazionale in collaborazione con la senatrice Valentini (Pd)
che tuteli le botteghe storiche in maniera efficace.
Quali sono i tempi per l'approvazione di questo Testo
Unico sul Commercio?
Dovremmo essere in dirittura d'arrivo,
so che c'è stato un po' d'ostruzionismo
da parte delle opposizioni che hanno
presentato in Consiglio Regionale un
testo con duemila emendamenti e
quindi i lavori al momento sono rallentati.
Ci può dare dei dati rispetto
al numero di botteghe storiche a Roma e la loro divisione
in categorie?
Quelle riconosciute sono 198 ma il nu-
mero effettivo si aggira tra le 700 e le
1000 unità; come le accennavo, siccome fin'ora non c'erano di fatto vantaggi, molti non avevano interesse ad
iscriversi all'albo ma credo che dall'approvazione del Testo Unico le cose
cambieranno. Per quanto riguarda la
suddivisione in categorie ne abbiamo
varie: abbigliamento, enogastronomico, musicale, artigianato ecc.. ce ne
sono molte e negli ambiti più disparati.
Quante persone lavorano in
questi esercizi?
Noi abbiamo calcolato una media di
due/tre dipendenti per esercizio, poi
ce ne sono alcune che hanno fino a
quarantacinque dipendenti e sono
delle vere e proprie aziende di media
grandezza e altre dove lavora solo l'artigiano senza nessun aiuto.
Rivendicazioni. Che cosa
chiedete?
Una bottega storica per essere tutelata,
dovrebbe essere riconosciuta e paragonata a un bene museale. Pensi che alcune hanno delle sedi che sono delle
vere e proprie attrattive, immagini il turista che magari viene dagli Stati Uniti
e non ha mai visto una cosa del genere;
ciò nonostante, siccome il diritto di
proprietà è inalienabile non si può procedere in questa direzione. Infatti,
quando la proprietà decide di non volere più la b. s. nei suoi spazi, cambia attività e cancella quello che c'era prima:
è il caso del Caffè della Pace. Purtroppo
al momento non c'e nessuna possibilità
di tutela reale perché questo non avvenga. Aggiunga che gli affitti al centro
stanno schizzando alle stelle ed ecco
che si trova di fronte l'abbandono della
bottega artigiana o, ad esempio, di un
orafo che ha forgiato anelli per il Papa.
Esiste un "itinerario suggerito" per i turisti o una mappa
da offrire alle varie associazioni di promozione del territorio?
Non c'è uno strumento specifico. Noi
abbiamo portato avanti un percorso in
quella direzione con gli artigiani dell'Urbe, attraverso l'associazione "Botteghiamo" che si occupa di difesa e
promozione degli esercenti.
Ci parli dell'associazione.
"Botteghiamo" è un progetto che ci era
stato presentato, l'abbiamo ritenuto valido e abbiamo richiesto dei finanziamenti per realizzarlo. E' un ottimo
strumento però ci sarebbe lo stesso
tanto da fare, anche se qualcosa inizia
a muoversi.
quelli che aprono. E dove il 25%
di chi, spesso giovani attirati
dalla moda (sospinta dalle trasmissioni televisive di genere) di
intraprendere il business della ristorazione, chiude dopo 4 anni
per carenza di managerialità sul
campo e dilapida un capitale,
spesso messo a disposizione dai
genitori, tornando a far parte
della troppo folta schiera dei disoccupati. Ma la politica romana
di quanto accade in città sembra
non curarsene più di tanto, evidentemente distratta da altro
che i comuni cittadini non sanno
e non debbono sapere.
Non se ne esce,
slitta l’ok
su tariffe Cosap
e occupazione
suolo pubblico
litta l’ok del Campidoglio sulle
nuove tariffe Cosap e occupazione
del suolo pubblico. Ancora non si è
trovata una quadra sul come calcolare la tassa in modo ponderato
a seconda delle zone di Roma. Si rischia che in piazza del Colosseo si
paghi di meno rispetto al passato.
E la delibera potrebbe essere
anche eliminata dalle propedeutiche al bilancio 2015 ed essere approvata in Aula in un secondo
momento. Le commissioni capitoline Commercio e Bilancio, riunitesi martedì in seduta congiunta,
non hanno votato il parere favorevole alla delibera propedeutica.
«Ci sono delle perplessità sull’indicizzazione delle strade e sui coefficienti che danno le tariffe –
spiega il presidente della commissione Bilancio Alfredo Ferrari – Se
nelle prossime ore si riesce a formulare una proposta condivisa allora la delibera della Cosap può
essere votata con il bilancio sennò
troveremo altre vie». «È emerso
che la classificazione delle strade,
indispensabile per la città, in alcuni casi non risponde alle esigenze del commercio – commenta
il presidente della commissione
Commercio Orlando Corsetti –
Tanto per fare un esempio oggi a
piazza del Colosseo si paga al
giorno 0,79 centesimi al metro
quadrato, più la tassa degli ombrelloni che corrisponde a 65 euro
l’anno al metro lineare. Con la proposta di delibera, oltre allo sconto
sugli ombrelloni, la tariffa Cosap
passerebbe a 0,73. Ed è impensabile che l’amministrazione svenda
l’occupazione di suolo pubblico.
Avere 10 tavolini davanti al Colosseo significa avere un grande business. A Trastevere, invece, nel
mercato di piazza San Cosimato,
che ormai sta morendo, le tariffe si
quadruplicherebbero».
venerdì 20 febbraio 2015 pagina 8
CRONACHE
QUI PISANA I RIFLESSI DELLA OPERAZIONE LISTA PERILLAZIO
Zingaretti si allena in consiglio
per una eventuale sfida a Renzi?
L’eterogenenità di quel listino può rappresentare un modello alternativo da presentare all’elettorato democratico
al primo scricchiolio della leadership del premier. Ma c’è anche da considerare l’effetto boomerang della confluenza
di quei consiglieri nelle file del Pd regionale: equilibri territoriali sconvolti e pericolosi dualismi in provincia
L’
evoluzione delle
dinamiche interne alla Pisana
continua ad arricchirsi di nuovi capitoli. Marta Bonafoni ha
annunciato in una conferenza
stampa alla presenza di Zingaretti il suo passaggio a Sel. Il presidente, forse involontariamente,
ha spiegato le ragioni della chiusura del listino Per Il Lazio
quando ha ricordato che “Io ho
fatto le mie scelte con il sostegno
delle forze politiche che mi
hanno dato autonomia totale:
cosi' la direttrice di Radio Popolare si e' trovata seduta accanto a
un ex comandante dei carabinieri e all'ex presidente delle
Acli”. Una ammissione interessante, quella del governatore,
l’eterogeneitá è servita a vincere
le elezioni ma ha dimostrato
tutti i suoi limiti nell’azione politica portata avanti dal listino
bloccato. Dall’insediamento c’è
stata scarsa considerazione per le
proposte di quel gruppo di consiglieri da parte dei colleghi della
maggioranza e ci sono stati malpancismi di alcuni esponenti PD
verso, per esempio, la lotta ai vitalizi intentata dalla Petrangolini
e risolta frettolosamente in una
norma che in realtà non risolve
nulla.
Zingaretti sembra vedere nel
‘metodo Pisana’ la migliore alternativa da presentare all’elettorato
democratico al primo scricchiolio della leadership renziana, una
corsa verso lo scenario nazionale
puntellata da una visibilitá superiore a quella degli altri presidenti regionali e da alcuni
risultati che promuovono un
‘modello Lazio’ vincente.
Le sue speranze rischiano peró di
infrangersi contro una realtá politica differente, l’ingresso nel
PD dei consiglieri di PerilLazio,
eletti senza preferenze, muta infatti i fragili equilibri territoriali,
con pericolosi dualismi in provincia che possono convertirsi in
correnti e marosi difficili da governare.
Oltre le dinamiche politiche
resta peró una regione da amministrare e provare a far riemergere: ben vengano quindi testi di
legge come quello recentemente
approvato all’unanimitá sull’artigianato, prodotto del lavoro
condiviso di tutto il Consiglio,
che dovrebbe riuscire a portare
fondi comunitari nelle casse di
chi prova ancora a vivere del proprio mestiere nel Lazio.
Non di sole leggi vive l’uomo,
l’augurio é quindi quello che la
politica possa finalmente mettere da parte interessi estranei a
quelli della cosa pubblica per risolvere quei nodi che asfissiano
la nostra regione: i rifiuti, l’occupazione, i trasporti e, ovviamente, la sanitá.
E.F.
Marta Bonafoni con Nicola Zingaretti
La beffa dell’AMA e quella dell’ACEA
A
fine 2013 sono riuscito ad acquistare
(udite, udite! Le banche mi hanno dato un
mutuo!) un appartamentino nuovo a Settebagni, poco oltre il raccordo anulare. L’impresa ci ha messo di tutto per assicurare ai
neoproprietari unità immobiliari ad alta efficienza energetica. Ottima coibentazione, doppi
vetri, pannelli solari per l’acqua sanitaria e pannelli fotovoltaici perfettamente a norma per l’au-
toproduzione di energia. Ebbene ai primi di gennaio 2013 ho iniziato con l’ACEA una estenuante
pratica per la cessione dell’energia prodotta in
surplus dal mio impianto fotovoltaico, presentando una montagna di documenti e pagamento
bollettini vari. Dopo un anno e mezzo trascorso
senza avere risposte sono stato costretto a ingaggiare un professionista (400 euro). Adesso la
pratica è a posto, ma sono mesi che sto aspettando che un tecnico ACEA venga a fare un sopralluogo. Questo sarà pure “O’paese d’o Sole”,
ma è anche il paese della burocrazia estenuante
e delle promesse non mantenute.
E non è finita. Sempre da fine 2013 sono in attesa dei cassonetti dell’AMA. Prima mi hanno risposto che la richiesta la doveva fare il
condominio e finché non è stato costituito il condominio non c’è stato nulla da fare. Poi, sei mesi
fa, il condominio è stato costituito, ma dei secchioni ancora non c’è traccia. E sono costretto a
usare i cassonetti sistemati sotto casa dei miei,
dopo aver caricato in macchina la spazzatura
differenziata.
Intanto però mi arrivano le bollette. Quelle sì regolari e puntuali ogni bimestre. Ho provato a protestare e a rivolgermi a un’Associazione di
consumatori. Non c’è niente da fare: mi hanno
risposto che bisogna pagare, zitti e buoni, perché la Tarsu (o come si chiama ora) è una tassa
non il pagamento di un servizio. Quindi la devi
pagare e basta, anche se non hai i cassonetti.
Beh, amici del Nuovo Corriere, non se ne può più.
E voglio gridare anch’io a voce alta: “Non ci sto!”.
Francesco P. – Settebagni - Roma
Invitiamo i cittadini di Roma
e del Lazio a denunciare le cose che non vanno con
foto ed email
a questo indirizzo:
[email protected]
anità
S
la
Lazio
del
NUMERO 5 ANNO I VENERDÌ 20 FEBBRAIO 2015
DIETRO I FATTI
S.GIOVANNI – ADDOLORATA
Una caserma
nel Forlanini?
Un'idea, il problema
a pagina 13
rimane
Neonatologia: Così
consentiamo alle neo-mamme
di vivere con il bambino
a pagina 14
24 ore su 24
Zingaretti e la battaglia del lago
Se perde per la giunta sono guai
a pagina 12
I silenzi e le amnesie di Giunta e cabina di regia
C
ambio della guardia all’ospedale
pediatrico Bambino Gesù. Il Prof
Giuseppe Profiti lascia la Presidenza dell’Ospedale pediatrico
della Santa Sede per assumere un
incarico di responsabilità nel controllo degli atti
di una futura Fondazione che gestirà il complesso dell’Idi–San Carlo. I Patti Lateranensi
prevedono che la nomina dei vertici del Bambino Gesù spetti alla Segreteria di Stato Vaticana, e secondo le indicazioni del Pontefice il
segretario di Stato Cardinale Pietro Parolin ha
scelto una donna, Mariella Enoc, alla presidenza del Consiglio di Amministrazione dell’ospedale del Gianicolo per il triennio
2015-2017. Scelta importante e in qualche
modo rivoluzionaria, ma sicuramente fondata
La Enoc, vice presidente Cariplo, si è sempre occupata della gestione di strutture sanitarie ad
alto livello e di Fondazioni, ha la necessaria autorevolezza per l’incarico. Ricordiamo che
l’Ospedale Bambino Gesù è inserito nel Servizio
Sanitario Nazionale ed ha anche il riconosci-
mento di IRCCS nella Regione Lazio. Ma di
fatto sfugge al controllo di Zingaretti, che peraltro fatica a non far deragliare anche la macchina
sanitaria che da lui dipende direttamente. Le
emergenze sul suo tavolo si accumulano nel pur
silenzio totale del sub commissario Giovanni
Bissoni, presente in Via Rosa Raimondi Garibaldi (sotto il controllo della “zarina” Flori Degrassi?) A badare a poltrone e logiche di potere
ci si dimentica del territorio. Che giustamente si
rivolta. Contro la riorganizzazione del sistema
ospedaliero deciso dalla Regione numerosi sono
i comuni che hanno fatto ricorso al TAR del
Lazio e tra questi vanno ricordati quelli di:
Bracciano, Manziana, Trevignano, Anguillara
Sabazia e Canale Monterano, in campo contro
la riduzione drastica dei posti letto (da 80 a 30)
e la cancellazione del Pronto soccorso dell’Ospedale S. Padre Pio del comune di Bracciano. E’
una via tracciata, se Zingaretti calpesta norme
e diritti giustamente i giudici amministrativi del
Lazio alzano le palette. E la corsa del governatore diventa un percorso ad ostacoli. Altri ricorsi
pendono contro la chiusura di strutture ospedaliere sul territorio regionale. E se Zingaretti dovesse perdere? Il Presidente e Bissoni dovranno
ritornare al tavolo con la Degrassi e la cabina di
regia per tentare di arginare una rivolta contro
la chiusura di ospedali che parte spontaneamente dai cittadini e che viene recepita dai sindaci che non intendono essere spazzati via da
errori ed orrori di un piano sanitario regionale
fatto alla rinfusa e senza guardare alle reali esigenze dei territori interessati. A Nord come a
Sud della regione, in Asl diverse. Come farà Zingaretti che è anche Commissario di governo per
la Sanità a presentarsi al Ministero delle Finanze
con queste “cause perse” impostare dai comuni,
che hanno spesso lo stesso colore politico della sua
giunta Zingaretti? Non basta la pubblicità fatta
sui mezzi pubblici e attraverso tutte le radio del
Lazio per far credere ai cittadini che “la Sanità
sta cambiando”, mentre negli ospedali seguitano
ad allungarsi le liste di cittadini in attesa di accertamenti, esami e ricoveri. Esperti qualificati
denunciano limiti, errori e orrori, come la man-
canza di iniziative regionali di promozione di
campagne per le vaccinazioni anti- influenzali.
Scartabellando cartelle e documenti ci accorgiamo che l’ultima e importante campagna di
quel tipo fu condotta sotto la presidenza Storace,
e precisamente dall’Asp (cancellata da Zingaretti) guidata dal tandem Gramazio-Splendori,
che raggiunse oltre il 70% di vaccinazioni tra i
cittadini ultra sessantacinquenni con determinate patologie. C’erano locandine informative affisse negli ospedali, nelle farmacie e negli studi dei
medici di base che invitavano i cittadini a farsi
vaccinare. Oggi tutto è nel silenzio, mentre l’Istituto Superiore di Sanità, il Ministero della Salute
e i tecnici e gli scienziati del settore richiamano
l’attenzione sul fatto che molti, anzi moltissimi,
non hanno più effettuato vaccinazioni, intasando così pronto soccorso e DEA di primo e secondo livello. Ci sono gli ambulatori del week end
e le Case della Salute? Lo abbiamo raccontato la
settimana scorsa, nessuno lo ha spiegato con
chiarezza agli utenti.
Il Corvo
la
Sanità Lazio
venerdì 20 febbraio 2015 pagina 10
LA MAPPA DEL POTERE
del
Quei punti interrogativi
nell’organigramma danno da pensare
Z
ingaretti e i suoi collaboratori muovono le pedine sullo scacchiere come se giocassero a risiko. Attacco, difesa, presidio, arroccamento. L'anziano Petti a presidiare la RmA in attesa che venga conquistata dalle armate di Tanese (che
controlla la RmE, Il S.Spirito e il S.Filippo Neri? Mossa impetuosa e autoritaria. E che
fare dell'Ifo-Spallanzani? Tenere quei due territori non è facile, per ora si è arroccato
in difesa, ha piazzato un'unica terna dirigenziale a reggere i due Irccs, con effetti non
brillanti. Ma a Zinga dell'efficienza interessa poco, ha altre mire. Ha pescato nel
mazzo un giovane direttore amministrativo, Marta Branca, che per misteriosi motivi
era "saltata" al Policlinico Umberto I, e l'ha piazzata a gestire tutto, a dividersi tra via
Portuense e Torrino. C'era già un validissimo direttore amministrativo, allo Spallanzani, già inserita nella famosa short list di direttori generali sicuri, Lorella Mencarelli,
accantonata nel giro di 24 ore. C'è una casella libera equipollente, quella della Asl
RmD, potrebbe finire lì, a far da spalla al dg Vincenzo Panella, che dà l'impressione
di non essersi ancora ambientato.
Asl Viterbo
Direttore Generale
LUIGI MACCHITELLA
Direttore sanitario
Antonio Bray
Direttore Amministrativo Daniela Donetti
Asl Rieti
Direttore Generale
Laura Figorilli
Direttore sanitario
Marilina Colombo
Direttore Amministrativo Manuel Festuccia
Asl Frosinone
Direttore Generale
ISABELLA MASTROBUONO
Direttore sanitario
Roberto Testa
Direttore Amministrativo Mario Piccoli Mazzini
Asl Roma A
CENTRO STORICO
Commissario
Ernesto Petti
Direttore sanitario
Barbara Giudiceandrea
Direttore Amministrativo Alessandro Moretti
LEGENDA
Commissario
Facente funzione
A rischio?
Vacante
In uscita a
Asl Roma B
CENTRO STORICO
Direttore Generale
VITALIANO DE SALAZAR
Direttore sanitario
Vittorio Amedeo Cicogna
Direttore Amministrativo Sabrina Cenciarelli
Asl Roma C
EUR E DINTORNI
Direttore Generale
CARLO SAITTO
Direttore sanitario
Marina Capasso
Direttore Amministrativo Silvia Cavalli
Asl Latina
Direttore Generale
MICHELE CAPOROSSI
Direttore sanitario
Alfredo Cordoni
Direttore Amministrativo Vania Rado
Asl Roma D
DA TRASTEVERE A OSTIA
Direttore Generale
Vincenzo Panella
Direttore sanitario
Flavia Simonetta Pirola
Direttore Amministrativo Filippo Coiro ff
Asl Roma E
DAL VATICANO A BRACCIANO
Direttore Generale
Angelo Tanese
Direttore sanitario
Mauro Goletti
Direttore Amministrativo Maria Velardi
Asl Roma F
CIVITAVECCHIA
Direttore Generale
Giuseppe Quintavalle
Direttore sanitario
Francesca Milito
Direttore Amministrativo Lauro Sciannamea
Asl Roma G
TIVOLI, GUIDONIA, SUBIACO
Direttore Generale
GIUSEPPE CAROLI
Direttore sanitario
Federico Guerriero
Direttore Amministrativo Daniele Aguzzi
Asl Roma H
CASTELLI, ANZIO, NETTUNO
Direttore Generale
FABRIZIO D’ALBA
Direttore sanitario
Narciso Mostarda
Direttore Amministrativo Francesca Merli
AZIENDE OSPEDALIERE
San Giovanni Addolorata
San Camillo Forlanini
Direttore Generale
ILDE COIRO
Direttore sanitario
Stefano Pompili
Direttore Amministrativo Massimiliano Gerli
Direttore Generale
Antonio D’Urso
Francesco Cortese
Direttore sanitario
Direttore Amministrativo Alessandro Cipolla
Sant’Andrea
Policlinico Universitario Umberto I
Direttore Generale
Egisto Bianconi
Direttore sanitario
Lorenzo Sommella
Direttore Amministrativo Paola Longo
Direttore Generale
Domenico Alessio
Direttore sanitario
Amalia Allocca
Direttore Amministrativo VACANTE
San Filippo Neri
Ifo
Commissario
Angelo Tanese
Direttore sanitario
Mauro Goletti
Direttore Amministrativo Maria Luisa Velardi
Commissario straordinario Valerio Fabio Alberti
Direttore sanitario
Marina Cerimele
Direttore Amministrativo Marta Branca
Spallanzani
Ares 118
Commissario straordinario Valerio Fabio Alberti
Direttore Generale
MARIA PAOLA CORRADI
Domenico Antonio Ientile
Direttore sanitario
Direttore Amministrativo Francesco Malatesta
Direttore sanitario
Marina Cerimele
Direttore Amministrativo Marta Branca
venerdì 20 febbraio 2015 pagina 11
PRIMO PIANO
la
Sanità Lazio
del
EDITORIALE
Troppe bugie sugli atti aziendali,
questa melina nasconde qualcosa?
N
on deve essere facile interpretare il ruolo di Zingaretti, costretto a sorridere
e promettere per restare in
partita (politica, naturalmente, la Regione è solo un treno dal
quale saltare al momento giusto). Sulla sanità stanno per arrivare valanghe di tagli,
con conseguente stretta dei "consumi",
mentre il governatore vende a tutti l'immagine di una regione risanata, che sta per
uscire dal commissariamento e che quindi
potrà investire. Niente da fare, ci aspettano risparmi, riduzioni, contenimenti. La
situazione rischia di essere peggiore di
prima, magari senza l'alibi del deficit (che
peraltro continua a gravare minaccioso,
tutt'altro che vinto). In cassa non c'è un
euro, non si possono allargare i cordoni
della borsa, c'è poco da sognare. La situazione non è chiara, e Zinga non ha nessun
interesse a chiarirla per dichiararsi sconfitto. Sarà per quello che fin qui ha evitato
di affrontare l'opposizione in un dibattito
aperto alla Pisana? Pronto Soccorso nel
caos, ospedali con l'acqua alla gola, solo
quei quattro-cinque primi della classe si
salvano e vengono coccolati. Per gli altri
solo "punizioni" o peggio, disinteresse totale. Venti di rivolta si levano nella capitale
e nelle province dell'impero. E' in rivolta
il Pontino, si agita il Reatino, il caso-Bracciano, che vede tutti i comuni dell'area
(anche di marca Pd) coalizzati per battere
la Giunta Zingaretti, può rappresentare la
miccia per un incendio incontrollabile. E
il governatore è impotente, deve scappare,
dibblare i problemi. Segue e fa seguire (ma
a volte non ci capisce bene chi comandi in
realtà) uno schema di vecchio tipo, che
contempla solo l'occupazione del potere e
delle poltrone. In subordine qualcuno (la
cabina di regia, poteri occulti), indirizzano la politica sanitaria regionale in un
cul de sac di astrusi, teorici indirizzi.
L'ideologia al potere, si fanno scelte
(anche cercando di ammazzare delle eccellenze, vogliamo ricordare il S.Lucia?)
per inseguire degli obiettivi che non
hanno aderenza con la realtà, che non tengono conto del territorio, delle esigenze
della popolazione. Ma il controllo del potere, delle poltrone, della "dirigenza", impedisce che il dissenso abbia voce, si
manifesti, faccia valere le sue ragioni. Il
centralismo democratico è roba da libri di
storia e di politica economica, ormai, ma
nel Lazio sembra vivere una seconda giovinezza. Il potere consente di non portare
a termine l'iter degli atti aziendali,nessuno
può e deve sapere. Certo non la folla degli
utenti, ma nemmeno chi per ragioni politiche e amministrative sarebbe titolato a
farlo. Sono mesi che menano il can per
l'aia, una supercommissione di esperti starebbe valutando i documenti, ma la presenta- zione-discussione slitta di mese in
mese, ora si parla di metà marzo.
Nascondono qualcosa? Non si può non
pensarlo. Ma nella vacanza degli atti possono accadere tante cose. E a questo siamo
abituati.
il
ORSINO
S
della
Situazione fuori controllo,
i manager evitano
di prendere posizione
L
a zarina della sanità laziale, Flori Degrassi, è
abbottonatissima, non
parla. Che fine ha fatto la commissione sugli Atti Aziendali?
Non si sa, eppure è lei a tenere
in mano il pallino del gioco.
Quanto costa tutta questa
melina, che effetto può avere
sulla quotidianità della sanità laziale? Le
liste d'attesa sono rimaste le stesse, la
crisi dei Pronto Soccorso rimane tale e
quale. I problemi sul tappeto restano e si
moltiplicano. Messi in fila contribuiiscono
a realizzare una foto impressionante. Ma
i manager rimangono al loro posto, non li
tocca nessuno, la "verifica" non è mai
stata fatta. Di alcuni si sono perse le
tracce, non si espongono mai? Qualcuno
sa come si chiami il direttore generale
della Asl RmD? Dicono Vincenzo Panella. E da Viterbo arriva mai una notizia?
Eppure le cose non vanno bene. Giuseppe Quintavalle (RmF) non ha saputo
difendere Bracciano (ospedale) ed ora è
preso in contropiede, il povero Michele
Caporossi a Latina soffre le pene dell'inferno, Valerio Fabio Alberti (Ifo e Spallanzani) si è allargato troppo, ha piazzato
(o gli hanno fatto piazzare) direttori sanitari e amministrativi che devono ancora
dimostrare il loro valore, e la produttività
intanto scende. E Angelo Tanese, come
amministra il San Filippo Neri? E Saitto
come controlla S.Eugenio e Cto? Hanno
gioco facile gli oppositori, gli avversari politici e non. La situazione di fatto è incontrollabile, non basta una manciata di case
della salute e di ambulatori della domenica a cambiare le cose. Bravi Fabrizo
Santori, Davide Barillari, Antonello Aurigemma a sferzare la Giunta. Ma anche
questo non basta, Zingaretti è assediato
dai problemi, dalle emergenze., E meno
male che qualcuno si arrangia da se
come Ilde Coiro (S.Giovanni Addolorata),
Isabella Mastrobuono (Frosinone) e Vitaliano De Salazar (RmB).
CHI SALE
dall’alto Fabrizio Santori,
Vitaliano De Salazar
e Davide Barillari
CHI SCENDE
dal basso Vincenzo Panella,
Giuseppe Quintavalle
e Valerio Fabio Alberti
la
Sanità Lazio
venerdì 20 febbraio 2015 pagina 12
CRONACHE
del
VERO SIGNIFICATO DELLO SCONTRO
IN PRIMO PIANO ILSULL’OSPEDALE
PADRE PIO
Zingaretti e la battaglia del lago
Se perde per la giunta sono guai
I Comuni del Braccianese uniti nella lotta per la difesa dell’integrità del loro nosocomio
ricorrono al Tar per bloccare la riconversione. Le argomentazioni sono tecniche e non solo
giuridiche, il piano di riordino ospedaliero viola la legge in diversi punti . La Giunta potrebbe
trovarsi con le spalle al muro e la rivolta cresce anche in altri territori della regione
di Giulio Terzi
L
a chiamano la “battaglia del lago”.
Sembra una questione locale, ma
non lo è. Quando i comuni del
Braccianese si consorziano per difendere l’integrità del loro ospedale, il Padre Pio, combattono da anni la loro
battaglia a colpi di carta bollata e ricorrono al Tar
con giustificati motivi per stoppare il piano di
riorganizzazione ospedaliera regionale di Zingaretti e soci si configura un conflitto che rischia di
mettere in scacco la giunta anche sotto un profilo
politico e non esclusivamente tecnico. Sono targati Pd i sindaci che guidano la rivolta in tutta la
regione, sollecitati dai loro cittadini assolutamente insoddisfatti delle decisioni adottate da
una Giunta che pure hanno contribuito ad eleggere. Il rischio corto circuito è notevole, l’allarme
parte da Rieti e Viterbo per scendere fino al Pontino. E quando sono le aule dei tribunali amministrativi o giudiziari a colmare quella mancanza di
confronto tra istituzioni, significa che la politica
ha fallito. Torniamo a Bracciano, è davvero eloquente quanto sta avvenendo attorno al lago, con
il Sindaco Sala e i primi cittadini di altri comuni
limitrofi che hanno presentato ricorso al Tar contro la riconversione dell’ ospedale Padre Pio. E’
stato formalizzato il 2 febbraio scorso il deposito
del ricorso con il quale Bracciano, Manziana e
Trevignano, (aderiscono anche i Comuni di Anguillara Sabazia e Canale Monterano, che hanno
deliberato in merito, ma che non è stato possibile
richiamare nel ricorso per i tempi strettissimi della
presentazione dell’atto), chiedono la sospensione
in via cautelativa di vari provvedimenti adottati dal
Commissario ad acta per la sanità della Regione
Lazio che si riferiscono nel loro complesso alla
‘attuazione dei Programmi Operativi’ 2013-2015.
Lungo l’elenco delle violazioni di legge evidenziate
dal legale Michele Damiani, incaricato dal Comune di Bracciano. In apertura il provvedimento
fa riferimento alla sentenza del Consiglio di Stato
che aveva stralciato dal decreto 80 del 2010 il
Padre Pio di Bracciano sostanzialmente per il
mancato rispetto della cosiddetta “golden hour”
atta a garantire i necessari tempi di accesso a strutture di emergenza salva vita. Il ricorso, oltre a sottolineare una vistosa riduzione dei posti letto che
calano dagli 80 attuali ai 30 posti letto ordinari
più 10 di day surgery, fa leva su numerose viola-
zioni di legge riguardanti il pronto soccorso”.
L’aspetto politico grave è che l’ amministrazione
di Bracciano è a guida Pd, e che le critiche a Zingaretti arrivino proprio dal centrosinistra. Nel ricorso, i Comuni evidenziano dati ed elementi
emblematici di una situazione alla quale va assolutamente posto rimedio. Governare così non è
possibile. ‘Il modulo emergenziale previsto è caratterizzato dall’assenza di medici anestesisti, di
medici rianimatori o altri specialisti- si legge nel
documento - Eventuali analisi di laboratorio non
potranno essere effettuate da medici specialisti
(assenti nella struttura) ma soltanto da tecnici di
laboratorio i quali dovranno – mediante il cosiddetto teleconsulto (che verrà istituito, invero,
nella Regione Lazio, soltanto a decorrere dal 31
dicembre 2015) – chiedere la diagnosi ai medici
dell’ospedale di Civitavecchia”. Non è neanche
prevista – prosegue il ricorso – la presenza di un
medico che possa effettuare una TAC, nonostante un nuovo apparecchio per la Tomografia
Computerizzata Assistita sia stato acquistato da
più di un anno. Dunque – si sottolinea ancora –
la tutela della salute dell’intero comprensorio di
Bracciano, viene affidata, in tutte le situazioni di
emergenza ad un solo mezzo di soccorso sanitarizzato” Non generiche rivendicazioni di campanile, insomma, ma contestazioni specifiche.
Razionalizzare ha un senso, cancellare duplicati
di servizi è utile e razionale, evitare gli sprechi è
cosa ovvia. Ma tagliare, risparmiare senza logica
e penalizzando gli utenti significa altro e non
trova giustificazioni di sorta. I documenti del
piano di riorganizzazione ospedaliera regionale
sono contenuti in un ponderoso dossier, pieno
di ovvietà ma anche di analisi intraducibili e campate in aria, lontane dalla realtà e spesso difficilmente decifrabili dagli stessi addetti ai lavori.
Certo ci sono delle linee guida essenziali, che razionalizzano secondo dei criteri di spesa e di risparmio, forzando spesso in modo intollerabile la
volontà e gli interessi dei cittadini che pur pagano
per avere quello che serve e interessa a loro. La
salute, il conforto dell’assistenza. Trasformare gli
ospedali minori in case della salute e in centro di
primo soccorso, chiuder ei punti nascita non performanti rientra in una logica di carattere generale
che andrebbe adattata a realtà orografico, geo-politiche, sociali del territorio. Un concetto difficile
da far digerire.
IL PUNTO/ La direzione generale della Asl di Frosinone spiega
Atto Aziendale? Un percorso trasparente e partecipato
“N
on credo si potesse compiere un percorso più
ampio e coinvolgente. La
Direzione Aziendale ha voluto assicurare a tutti il massimo grado di partecipazione dal quale - in armonia
con le disposizioni e le linee guida
nazionali e regionali - sono state accolte sia nel PSA che nell’Atto Aziendale gran parte delle richieste, come
ad esempio la Chirurgia Oncologica
nel P.O. di Sora che – come reso noto
nei giorni scorsi – sta già entrando
nella fase di attuazione pratica ». Il
direttore generale della Asl di Frosinone Isabella Mastrobuono difende
a spada tratta l’Atto Aziendale portato a compimento dalla sua gestione e il percorso di trasparenza
faticosamente ma caparbiamente
compiuto per raggiungere questo
obiettivo. Con una nota ai media ricorda la filosofia che il documento
sottende e punto per punto i suoi
momenti di analisi e discussione. L’
“Atto di Autonomia Aziendale” è uno
dei documenti più importanti che il
Direttore Generale può mettere in
campo durante il proprio mandato e
che ha riflessi enormi sulla qualità e
quantità dei servizi erogati – si legge
nella nota - Ciò a maggior ragione in
un momento di riorganizzazione, di
nuovi processi, di nuove azioni come
l’attuale per la Sanità È proprio per
questo che la Direzione Aziendale
per redigere il Piano Strategico e
l’Atto Aziendale ha voluto un percorso – trasparente e partecipato –
che ha permesso a tutti di seguire i
vari passaggi e di rendere proposte,
secondo un cronoprogramma rigo-
roso e intenso.Da agosto 2014 e fino
al 13 novembre 2014, data in cui i
documenti sono stati deliberati, il
confronto e la partecipazione si è
così sviluppata:
- 7 AGOSTO 2014: inizio consultazione on line per la redazione del
Piano Strategico Aziendale (PSA) sul
sito web ASL in “Amministrazione
Trasparente”;
- 8 SETTEMBRE 2014: data di scadenza Consultazione on line a cui
sono state invitate formalmente n.
150 Associazioni di volontariato, i
Sindaci, i Sindacati, Confindustria,
Federlazio, Camera di Commercio,
Università di Cassino, etc. , i cittadini tutti; ampia informazione è
stata data anche sulla stampa, le TV
locali, sulla rete Internet e sui social
network;- La Consultazione ha fatto
giungere on line n. 9 proposte da Associazioni di volontariato e n. 7 proposte
dai
Sindaci,
tutte
attentamente esaminate dalla Direzione Generale ed in gran parte accolte sia nel PSA che nell’Atto
Aziendale;
- 13 SETTEMBRE 2014: si è svolta la
Conferenza Sanitaria Locale per la
redazione PSA aperta a tutta la cittadinanza e alle organizzazioni civiche;
- 22 SETTEMBRE 2014: incontro specifico con Associazioni datoriali e di
categoria
e con l’Università degli
Studi di Cassino Sono state inoltre
effettuate, sia per il PSA che per
l’Atto Aziendale, quattro Conferenze
dei Sindaci con votazione favorevole
sui due documenti avvenuta in data
13 novembre 2014.
venerdì 20 febbraio 2015 pagina 13
CRONACHE
DIETRO I FATTI
I
la
Sanità Lazio
del
ANCORA UN EFFETTO ANNUNCIO SULLA SORTE
DELLO STORICO OSPEDALE
Una caserma nel Forlanini?
Un'idea, il problema rimane
l linguaggio dei giornali e della politica
non va solo letto e
ascoltato, va interpretato. Quando il
Messaggero dedica mezza pagina all'argomento Forlanini
e nel titolo associa l'ospedale
ad una stazione dei carabinieri si può pensare che sia
tuto stato fatto. E' una sorta
di effetto-annuncio traslato,
si butta lì un progetto in fase
di elaborazione e si valuta
l'effetto che fa. Tra l'altro in
questo caso l'effetto non può
essere che positivo, e per un
po' anestetizzante. L'opinione
pubblica è messa tranquilla.
Deve sapere che si è deciso
cosa fare del vecchio e nobile
nosocomio di Monteverde,
che entro l'anno verrà comunque svuotato (c'è nell'atto aziendale) degli ultimi
reparti rimasti, una cinquantina di posti letto in tutto.Ma
se leggi l'articolo tra le righe
ti rendi conto che se il trasferimento di quel che resta al
S.Camillo è scritto nell'atto
aziendale tutto il resto è "allo
studio" della Regione che
deve decidere come utilizzare
i 120mila metri quadrati della
struttura. Che oggi presenta
forti problemi di controllo e
"governabilità", nel senso che
nonostante vengano spesi 12
milioni all'anno per vigilanza e
manutenzione è di fatto in larga
La Regione pensa di affittare ai carabinieri di Monteverde un decimo
della struttura, oggi in parte ricovero di sbandati e prostitute. Un bene
per la sicurezza, anche se ci vorrà un anno per realizzare l'impresa.
E il resto? Non si sa. Non si è deciso o non si deve far sapere
parte controllata da sbandati di
ogni tipo, clochard, prostitute e
via dicendo. Par di capire che
qualcuno voglia far passare un
messaggio: intanto piazziamoci
(in affitto) una stazione dei ca-
rabinieri, trasferendo quella
di Monteverde. Così tutti si risparmia qualcosa e si garantisce un po' di sicurezza nel
perimetro. Ci sono tempi tecnici, bonifica del territorio,
gara d'appalto, apertura del
cantiere... dicono i suggeritori che ci vorranno non
meno di 300 giorni, a partire
da quando non si capisce
bene. Ma il problema del Forlanini, anche se nel 2016 ci
arrivassero sul serio i carabinieri sarebbe tutt'altro che risolto. Stiamo parlando del
10% della struttura, c'è da decidere per tutto il resto. Non
è un problema del dg del San
Camillo, che con il trasferimento dei reparti chiude la
sua parte di operazione. Finirà come per il San Giacomo, chiuso sei anni fa e che
costa 150mila euro all'anno
di sola vigilanza? Il piano
ospedaliero della Regione è
un rebus, in qualche modo
andrà coinvolto nell'operazione anche il Campidoglio.
E sicuramente più di qualche
privato eccellente. Il governatore non ha deciso cosa fare
del suo futuro, il Forlanini è
una carta da giocare all'occorrenza. Insomma, sarà dura.
Ma l'effetto annuncio c'è
stato, nel più puro stile zingarettiano. I romani di Monteverde
possono
dormire
tranquilli.
QUADRANTE UN'ALTRA CATEGORIA SUL PIEDE DI GUERRA
A
ccanto alle scuole di
specializzazione medica, è particolare la
situazione relativa agli specializzandi “non medici”
del settore sanitario (biologici chimici, psicologi, fisici
iscritti alle scuole di specializzazione sanitarie, ecc.) i quali,
pur avendo tutti gli obblighi e
doveri dei colleghi medici,
non hanno diritto ad uguale riconoscimento, né economico,
né in termini di diritti fondamentali.
I laureati in medicina vincitori
di concorso sono infatti assegnatari di un contratto di formazione specialistica per
l'intera durata del corso, nonché di un trattamento economico e di una copertura
previdenziale. I laureati “non
medici”, invece, altrettanto
vincitori di concorso, non beneficiano della medesima posizione contrattuale né dello
stesso trattamento economico, e sono altresì tenuti a
Gli specializzandi “non medici”
minacciano di agire in giudizio
pagare il premio per la copertura assicurativa dei rischi
professionali.
Tali specializzandi veterinari,
odontoiatri, farmacisti, biologi, chimici, fisici, psicologi e
laureati appartenenti ad ulteriori categorie sanitarie non
rientranti nell’area medica,
ammessi e iscritti dal primo
al quinto anno di corso delle
scuole post-laurea di specializzazione dell’area sanitaria,
rivendicano, da tempo, l’applicazione del trattamento contrattuale di formazione
specialistica di cui all’articolo
37 del decreto legislativo 17
agosto 1999, n. 368, e successive modificazioni. In sostanza:
lo
stesso
riconoscimento economico ri-
servato agli specializzandi
medici.
“Attualmente – afferma l’Avv.
Cristiano Pellegrini Quarantotti – non sussiste alcuna
equiparazione giuridica delle
categorie degli specializzandi
medici e dei non medici, in
quanto a questi ultimi non
viene riconosciuto il diritto ad
ottenere un trattamento economico normativo del tutto
analogo a quello dovuto ai
laureati in medicina anch’essi
ammessi ad un scuola di specializzazione”.
Ciò, nonostante gli specializzandi laureati in discipline diverse da medicina e chirurgia
svolgano, al pari dei propri
colleghi specializzandi medici, un impegno eguale a
quello previsto per il personale medico del Servizio Sanitario Nazionale a tempo
pieno e la partecipazione alla
totalità delle attività del servizio di cui fanno parte le strutture nelle quali si effettua la
scuola di specializzazione.
Questo implica quindi una frequenza giornaliera, lo svolgimento di turni obbligatori, la
partecipazione attiva in reparto, in molti casi essenziale
per
il
regolare
funzionamento delle attività
di laboratorio, e, comunque
all’efficienza del dipartimento
o dell’ospedale di riferimento.
Emergono, però, diverse disparità di trattamento contrattuale tra le due categorie,
seppure dal decreto ministe-
riale dell'1 agosto 2005 si
evinca un’assoluta equiparazione, atteso il riconoscimento
del
diritto
all'inquadramento dell'attività svolta da soggetti
specializzandi mediante
uno specifico contratto di formazione specialistica con relativa corresponsione di un
trattamento economico. Di
conseguenza, la medesima
disciplina organizzativa, con
l’individuazione, peraltro, di
un Osservatorio Nazionale
unico per le discipline mediche e non mediche.
“Ne consegue – prosegue
l’Avv. Pellegrini Quarantotti –
che tutti gli specializzandi non
medici che hanno frequentato o stanno frequentando la
scuola di specializzazione
possono agire in giudizio per
vedersi riconosciuto lo stesso
trattamento contrattuale ed
economico di formazione specialistica riservato agli specializzandi medici”.
la
Sanità Lazio
venerdì 20 febbraio 2015 pagina 14
CRONACHE
del
INTERVISTA
PARLA LA DR.SSA GIOVANNA MARAGLIANO, RESPONSABILE UOC
NEONATOLOGIA DELL’AZIENDA OSPEDALIERA S.GIOVANNI – ADDOLORATA
“Così consentiamo alle neo-mamme
di vivere con il bambino 24 ore su 24”
Con l’apertura del nuovo Nido l’ospedale mette in campo attraverso la modalità di degenza del “rooming-in” un servizio fortemente
innovativo per tutta la durata della permanenza in reparto. Ciò comporta notevoli vantaggi per la coppia madre-neonato, specie in relazione
alla precocità dell’avvio dell’allattamento al seno, alla riduzione dei tempi di pianto ed alla distribuzione più fisiologica dei ritmi sonno-veglia
di entrambi. Il nosocomio, all’interno del quale nascono in media 1500 bambini l’anno, accoglie anche una quota di neonati provenienti
da ospedali esterni, specie neonati prematuri o affetti da patologie che richiedono un’assistenza di tipo intensivo o subintensivo
di Francesco Vitale
C
on l’apertura del
nuovo Nido, inaugurato lo scorso 6 febbraio 2015, l’Azienda
Ospedaliera S.Giovanni – Addolorata offre alle neomamme la possibilità di vivere con il
proprio bambino 24 ore su 24 fin
dalla nascita, attraverso la modalità di
degenza del “rooming-in”. Il nuovo
Nido fa parte dell’Unità Operativa
Complessa di Neonatologia, all’interno della quale è attivo anche il
nuovo Reparto di Neonatologia, inaugurato il 9 luglio 2014 e comprendente, su una struttura di complessivi
650 mq, le tre sezioni operative dedicate rispettivamente alla Terapia Intensiva e Subintensiva neonatale ed
alla Neonatologia (Patologia Neonatale), in grado di accogliere neonati
gravemente pretermine, affetti da patologie acute e croniche d’organo correlate alla stessa prematurità, ma
anche neonati a termine di gravidanza, con funzioni vitali compromesse e patologie richiedenti terapie
o interventi diagnostici invasivi o particolarmente complessi. Abbiamo
parlato delle peculiarità del nuovo servizio con la dr.ssa Giovanna Maragliano, Responsabile f.f. UOC
Neonatologia .
Come è strutturato il reparto?
L’inaugurazione del reparto di Neonatologia del S.Giovanni – Addolorata
con il presidente Nicola Zingaretti e il direttore generale Ilde Coiro
Il nuovo Nido è situato al I piano
dell’Ospedale S.Giovanni, dinanzi alla
Sala Parto, ed è composto da uno spazio dedicato alle neomamme, ove
sono ubicati fasciatoi e postazioni per
il cambio e l’igiene dei neonati, nonché spazi dedicati all’allattamento ed a
colloqui informativi con i medici ed il
personale infermieristico, specie in
vista della dimissione del neonato.
L’aspetto più caratterizzante dell’organizzazione della degenza delle
mamme e dei loro neonati è senz’altro
l’istituzionalizzazione del “roomingin”, modalità di degenza con la quale il
neonato viene posto, nel proprio lettino, accanto al letto della madre, nella
sua stessa stanza, 24 ore su 24, per
tutta la durata della permanenza in
ospedale. Ciò comporta notevoli vantaggi per la coppia madre-neonato,
specie in relazione alla precocità dell’avvio dell’allattamento al seno, alla riduzione dei tempi di pianto ed alla
distribuzione più fisiologica dei ritmi
sonno-veglia di entrambi, al minore rischio di ingorgo mammario ed al contenimento del calo ponderale
fisiologico del neonato. Il precoce accudimento del proprio figlio è un ottimo “training” per la neomamma e
pone le basi per un rapporto sicuro e
sereno una volta a casa, attraverso il
coinvolgimento della coppia genito-
riale, ed il rinforzo del senso di affetto
ed appropriatezza, se è vero che,
quando nasce un bambino, “nascono”
anche una madre ed un padre. Il rooming-in è inoltre consigliato dalle
principali organizzazioni sanitarie internazionali (OMS – UNICEF, 1991
e 2006) come importante strumento
facente parte dei “10 passi per proteggere, promuovere e sostenere l’allattamento al seno”.
Quanti parti vengono effettuati in media ogni anno?
All’interno dell’Ospedale S.Giovanni
di Roma nascono in media 1500 neonati ogni anno. L’Unità Operativa
Complessa di Neonatologia accoglie
però anche una quota di neonati provenienti da ospedali esterni, specie
neonati prematuri o affetti da patologie
che richiedono un’assistenza di tipo intensivo o subintensivo. E' molto importante anche accompagnare le future
madri (e i futuri padri) durante questo
viaggio meraviglioso. Quali sono i servizi offerti dal reparto e quali tra questi
i più richiesti.I futuri genitori vengono
“accompagnati” all’evento nascita attraverso i corsi di preparazione al parto,
nei quali il personale medico specializzato (neonatologi, ostetrici) ed il personale di assistenza (puericultrici,
ostetriche) forniscono informazioni
preziose, consigli e supporto scientifico, relazionale e psicologico alla coppia in attesa. La figura del papà è posta
quindi in grado di partecipare attiva-
mente al lieto evento, come testimonia
l’alta percentuale di papà che entrano
in Sala Parto e vivono accanto alla loro
compagna l’esperienza indimenticabile
e profondamente emozionante della
nascita del proprio figlio.
Un ricordo o un'esperienza
particolare che l'ha particolarmente colpita in questa
nuova esperienza…
Per noi tutti, operatori sanitari che vivono la propria professione all’interno
del Reparto, è stato particolarmente
appagante, anche sul piano emotivo,
sperimentare che la gioia delle neomamme, già al massimo per la nascita
del proprio bambino, viene moltiplicata dalla certezza di poterlo tenere
accanto a sé sempre, ricostituendo
temporaneamente e simbolicamente,
in un momento molto delicato quale
quello dell’immediato post-nascita, la
simbiosi vissuta con il bambino durante la gravidanza. In un’epoca che si
caratterizza per ritmi e condizioni di
vita frenetici, in grado, in alcuni casi,
di mettere a rischio la dignità e la libertà dell’essere umano, crediamo che
un atteggiamento di rispetto ed accoglienza della persona, nei tempi dettati
da un evento così fisiologico, come la
nascita, possa costituire un valido
aiuto ed una buona “cura per il futuro”,
tenendo conto che, come affermato da
Voltaire, “dal nostro primo passo nel
mondo, dipende il resto dei nostri
giorni”.
Rebibbia-Pool Multidisciplinare “Ponte 111”
Progetto ”Messaggio in una Bottiglia”
La Asl RmB vince il bando regionale
“N
el Complesso Polipenitenziario di Roma – Rebibbia, la UOS Casa di
Reclusione e Terza Casa della ASL
Roma B attraverso il Pool Multidisciplinare “Ponte 111” è risultata vincitrice del Bando della Regione Lazio
"Programma di utilizzazione degli
stanziamenti per il sistema integrato
regionale di interventi e servizi sociali- Definizione delle linee guida per
l'accesso ai contributi regionali per la
realizzazione di progetti per la promozione e il sostegno dell'invecchiamento attivo”, con il progetto
”Messaggio in una Bottiglia”.
Il Pool Multidisciplinare “Ponte 111”,
attivo dal settembre 2012 e costituito da uno Psichiatra, uno Psicologo, un Tecnico della Riabilitazione
Psichiatrica ed un Infermiere, ha realizzato, attraverso numerose attività
socio – clinico - riabilitative e nell’implementazione di un lavoro di Rete, il
coinvolgimento di tutte le istituzioni
interne ed esterne, finalizzato alla
presa in carico territoriale successiva
a scarcerazioni o misure alternative
al carcere.
Il Progetto è rivolto a detenuti con
diagnosi psichiatrica, a sintomatologia a volte florida, che possono pre-
sentare frequenti acting out auto ed
eterolesivi, con un passato spesso
caratterizzato da consumo di sostanze stupefacenti ospiti presso una
sezione, unica in Italia, denominata
secondo un linguaggio mutuato dal
Codice Rocco “Minorati Psichici.
Gli utenti saranno condotti attraverso un percorso riabilitativo risocializzante in cui utilizzeranno le
competenze maturate per svolgere
alcune attività, quali:
la creazione di magliette, loghi e
gadget con materiale grafico pittoriche e letterarie prodotto dai detenuti
pazienti;
la diffusione e vendita del materiale
sul territorio attraverso iniziative
pubbliche, il cui ricavato sarà utilizzato per migliorare le condizioni di
vita all’interno del Carcere, attraverso l’acquisto di oggetti di uso comune necessari per il vivere
quotidiano;
l’attività di educazione alla legalità
e di prevenzione dell’uso di sostanze
psicotrope da presentare nelle
scuole attraverso lezioni e proiezione
del materiale;
la realizzazione di un cortometraggio
- documentario da diffondere nel territorio e nelle scuole.
SANITÀ&RICERCA
venerdì 20 febbraio 2015 pagina 15
la
Sanità Lazio
del
LO STUDIO LE STRATEGIE RIABILITATIVE DELLA FONDAZIONE S.LUCIA IRCCS
Questionario in undici punti
per uscire bene dal dopo-ictus
Le ricerche dell'Istituto di via Ardeatina e la rete di centri specializzati che nelche nel quadro del “Modello Lazio” annunciato
dal presidente Zingaretti dovranno occuparsi della gestione integrata dei pazienti con malattie cerebrovascolari per i quali la Regione
ha messo a punto uno specifico Pacchetto Ambulatoriale Complesso (P.A.C.) ai fini dell’inquadramento diagnostico e della gestione
a lungo termine degli esiti. Stefano Paolucci, Direttore della Uoc di Neuroriabilitazione presenta Post-Stroke Check List, uno
strumento rivolto essenzialmente ai medici di famiglia, per aiutarli a evidenziare e gestire problematiche ed esiti nella fase territoriale
di Giulio Terzi
L’
ictus rappresenta in
Italia la prima causa
d’invalidità, il suo
peso nei prossimi
anni è verosimilmente destinato ad aumentare a
causa del progressivo invecchiamento della popolazione. Ancora,
la riduzione della mortalità nella
fase acuta dovuta al diffondersi di
strutture dedicate come le “stroke
unit”, sta causando un notevole aumento della percentuale dei sopravvissuti, che avranno bisogno di
particolari trattamenti, sia di carattere preventivo che riabilitativo. A
questo proposito la Regione Lazio
ha messo a punto uno specifico
Pacchetto Ambulatoriale Complesso (P.A.C.) dedicato ai pazienti
con malattie cerebrovascolari, ai
fini dell’inquadramento diagnostico e della gestione a lungo termine degli esiti (“PAC per
follow-up, riabilitazione e prevenzione delle complicanze delle malattie cerebrovascolari”). E’ il
“modello Lazio”, appena presentato dal governatore Zingaretti nel
corso di una conferenza stampa,
una “rete” di sorveglianza e di assistenza nella quale potrebbe giocare
un ruolo importante la Fondazione
S.Lucia Ircss. In occasione di
quell’incontro Stefano Paolucci segretario della Società Italiana di
Riabilitazione
Neurologica
(S.I.R.N.) Direttore Unità Operativa Complessa di Neuroriabilitazione Fondazione S.Lucia IRCSS
ha portato un contributo operativo importante nel quadro della
prevenzione del trattamento dell’Ictus, la versione italiana della
Post-Stroke Check List (PSC),
pubblicata da Philp nel 2013 sul
Journal of Stroke and Cardiovascular Diseases e punto di forza della
strategia riabilitativa dell’Istituto
di via Ardeatina. La PSC apparentemente è un semplice questionario, rivolto essenzialmente ai
medici di famiglia, per aiutarli a
evidenziare e gestire problematiche ed esiti nella fase territoriale,
fase in cui le problematiche sono
spesso rilevanti e le soluzioni non
sempre di facile individuazione. La
PSC - spiega Paolucci - prevede
undici item, ciascuno relativo a
specifiche problematiche cliniche
e funzionali, dalla prevenzione secondaria di nuovi eventi vascolari
all'autonomia, dalla gestione corretta della spasticità al dolore, all'incontinenza, alle capacità di
movimento e all'attività sessuale, al
fine di poterle evidenziare precocemente e migliorarne la gestione
tramite l'invio a sanitari di riferimento. Per ogni domanda vengono
proposte due diverse soluzioni,
sulla scorta di una possibile rispo-
Nel Lazio diecimila casi l’anno
D
opo l'Ictus una persona veniva presa in carico dalla Asl ma non piu' da
chi aveva preso in carico la fase acuta. Con il Pac si chiude il cerchio, e
la Asl puo' dialogare con i medici della prima fase. Tra l'altro i veri costi
dell'ictus non sono tanto quelli legati al servizio sanitario, quanto quelli delle
famiglie: calcolati in 14 miliardi l'anno, tra badanti, adeguamento della casa.
In pratica, una finanziaria. A quanto si apprende, nel Lazio l'incidenza di ictus
cerebrale e' pari a 10.000 casi l'anno, con una mortalita' preospedaliera di circa
il 30%. Nel 2013 nella regione Lazio si sono verificati circa 7000 ricoveri per
ictus ischemico e 1700 per ictus emorragico. In pazienti di eta' superiore ai 35
anni, i ricoveri per ictus ischemico con accesso attraverso il pronto soccorso
sono stati 6300. Nel Lazio, la mortalita' a 30 giorni dal ricovero e' stata pari al
14% nel 2013, sostanzialmente invariata negli ultimi 5 anni, mentre la proporzione di accessi in riabilitazione post acuzie dopo ictus ischemico e' stata pari
al 33%, quasi invariata negli ultimi 5 anni. La proporzione di accessi in riabilitazione risulta molto bassa e solo parzialmente potrebbe essere spiegata da
problemi di completezza e sistemi informativi. La distribuzione dei volumi di ricovero per ictus ischemico per struttura nel Lazio nel 2013 e' estremamente
frammentata, ci sono 83 strutture che ricoverano casi di ictus, piu' della meta'
di queste vedono meno di 50 casi l'anno.
sta positiva o negativa, con un
chiaro riferimento alla figura sanitaria che deve farsi carico delle problematiche del paziente, sia essa il
medico di medicina generale, lo
specialista neurologo, fisiatra o di
altro tipo, il fisioterapista o l'infermiere specializzato. Una sua capillare diffusione potrebbe essere di
grande aiuto ai pazienti in quella
fase, frequentemente molto delicata, del ritorno al domicilio.
Sanità
Lazio
la
del
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Quotidiano
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venerdì 20 febbraio 2015 pagina 17
CRONACHE
VISTI PER VOI DAL 17 FEBBRAIO AL 12 APRILE AL PALAZZO DEL QUIRINALE
Giuseppe, “Il Principe dei sogni”
una storia biblica in venti arazzi
In mostra nel Salone dei Corazzieri uno straordinario racconto per immagini
così come lo volle Cosimo I de’ Medici: al centro il figlio prediletto di Giacobbe
di Maria Pia Miscio
U
no straordinario racconto per immagini da
vedere per intero e in
sequenza, per la prima
volta dopo quasi un
secolo e mezzo: parliamo dei venti
arazzi ispirati alla storia biblica di Giuseppe, che aveva il dono di interpretare
i sogni, eccezionalmente riuniti nell’anno dell’Expo di Milano e da martedì scorso, 17 febbraio, in mostra nel
Salone dei Corazzieri del Quirinale. “Il
principe dei sogni”, questo il titolo
scelto per l’esposizione curata da Louis
Godart (consigliere per la conservazione del patrimonio artistico del Presidente della Repubblica) , resterà a
Roma fino al 12 aprile; dal 29 aprile
al 23 agosto sarà invece la Sala delle
Cariatidi di Palazzo Reale a Milano ad
ospitarla; quindi, dal 15 settembre al
15 febbraio 2016, l’intero ciclo dedicato a Giuseppe tornerà nella sua sede
naturale, per la quale venne originariamente concepito, la Sala dei Duecento
di Palazzo Vecchio a Firenze, dove era
stato fino al 1882, quando per volere
dei Savoia dieci arazzi vennero trasferiti a Roma.
“Il Principe dei sogni”, frutto di genialità artistica e sapienza artigianale, ricostruisce attraverso venti arazzi
l’intera storia del figlio prediletto di
Giacobbe, narrata nella Genesi, così
come la volle e l’ammirò Cosimo I de’
Medici, che tra il 1545 e il 1553 l’aveva
commissionata a Jacopo Pontormo,
Agnolo Bronzino e Francesco Salviati. A tradurre in trame e orditi, in
nodi infinitesimali, in intrecci di colori
e sfumature, a rendere palpitanti i
corpi, a dare profondità alle prospettive, a far risplendere ogni particolare
pensarono poi gli arazzieri fiamminghi
Nicholas Karcher e Jan Rost, che dai
cartoni disegnati dai tre artisti trassero
altrettanti capolavori nei laboratori
della manifattura granducale. Il risultato ora è lì, grandioso e splendente
dopo il recente e attento restauro, nel
Salone dei Corazzieri del Quirinale,
prima tappa della mostra itinerante.
Scorrono i venti arazzi per raccontare
di Giuseppe, figlio prediletto di Giacobbe; Giuseppe il divinatore, l’interprete dei sogni, odiato dai fratelli e per
questo venduto come schiavo in Egitto.
Raccontano quei panni del giovane
ebreo al quale Dio riserva un destino
luminoso alla corte del faraone, nonostante le avversità, gli ostacoli, i nemici
. Raccontano quelle tele di un uomo
saggio e misericordioso, la cui vita è
scandita e fissata in venti momenti iconografici con straordinaria potenza di
sintesi e, al tempo stesso, con ricchezza
di particolari, riferimenti artistici, storici e simbolici. Una sceneggiatura, verrebbe da dire, degna del miglior
maestro di Hollywood. Rapiscono l’attenzione e catturano lo sguardo, difficile staccare gli occhi, se non quando il
collo e la testa cominciano a dolere per
la posizione innaturale. Ma l’occasione
è unica e ghiotta, non c’è che da approfittarne. Infatti, nata grazie all’impegno
della Presidenza della Repubblica e del
Comune di Firenze, la mostra “Il Principe dei sogni. Giuseppe negli arazzi
medicei di Pontormo e Bronzino”, riunisce idealmente tre delle città più rappresentative della storia e dell’arte
italiana. Ma solo per qualche mese.
Il Principe dei sogni
Dal 17 febbraio al 12 aprile 2015
Palazzo del Quirinale, Roma
Da martedì a sabato
h 10 – 13 e 15,30 – 18,30;
domenica h 8,30 – 12.
Lunedì e festività chiuso
Ingresso gratuito
Info: www.quirinale.it
EVENTI/Prima edizione del premio “Anita Ekberg”
G
Hollywood party a Palazzo Ferrajoli,
tutti in pista e con i costumi di scena
iovedì 12 febbraio, una sfolgorante
atmosfera hollywoodiana ha attraversato i saloni di Palazzo Ferrajoli, agodersi il party duecento ospiti tutti mascherati
con costumi ispirati ai grandi film del cinema
internazionale. “Regista” da Sara Iannone.
Presidente de” L’Alba del terzo millennio” supportata da un comitato promotore presieduto
da Patrizia Caimmi. La scenografia curata nei
minimi dettagli ha proposto un red carpet sovrastato da un meraviglioso arco floreale dove
i fotografi hanno immortalato ospiti vip e celebrità; poi set cinematografico nella sala
rossa e angolo photocall con le più belle immagini dei film che hanno fatto la storia del
Cinema. In apertura di serata la giornalista
Camilla Nata ha presentato la prima edizione del Premio “Anita Ekberg”, istituito dalla
associazione culturale “L’Alba del Terzo Millennio”, in omaggio all’icona felliniana della
dolce vita romana scomparsa l’11 gennaio
scorso a Rocca di Papa. Il riconoscimento è
destinato alle eccellenze italiane che hanno
contribuito a fare grande il nostro cinema. I
primi premiati sono stati Lando Buzzanca, Barbara De
Rossi, Sandra Milo, Silvana Pampanini e Andrea Roncato.
“La mia associazione – ha detto Sara Iannone - ha voluto dedicare questa iniziativa a tutti gli artisti con l’intento di esaltare,
rafforzare e divulgare la difesa della dignità del lavoro artistico;
un’idea che s’inserisce nel nostro progetto: “...In Arte precario...”
volto a sostenere in modo innovativo progetti importanti e am-
Candido in un affascinante Mandrake , al terzo
posto ; la coppia Eleonora de Fonseca Pimentel e
Robespierre interpretati da Ella Grimaldi e consortesecondo premio, il primo premio a Marina
Bartella Pesci e Irene Bozzi in Cabaret
di Liza Minelli. Infine, prima delle danze, con
uno straordinario effetto scenografico, ha
fatto il suo ingresso una torta monumentale a
foggia di Fontana di Trevi!; una vera e propria
opera d’arte pasticcera realizzata da Claudio
Cristiani e offerta dal ristorante Il Cantuccio . Tra i duecento visti Adriana Russo,
Eleonora e Saverio Vallone, la marchesa Dani del Secco d’Aragona, Luigi
Bruno, Zina Bensalem, Fulvio Rocco,
Irene Bozzi, Raffaella Serrapiglia Sestini, Gianni Ietto, il prof. Massimo
Massetti, il presidente Alfredo Pontecorvi, Maria Monsè, Metis Di Meo,
Eleonora Sergi, Galatea Ranzi, Iolanda
Gurreri, il marchese Giuseppe Ferrajoli,Stefano Crisci, Diego Righini,
Paola Tassone, Silvio Pollio, Alessandra Guida, Antonio Zechila, Piero
Graus con Roberta Beolchi, Rosella Antonelli, Rosella Antonelli, il prof. Rocco Paludetti, Francesco
Violi, Marco Morra, Pilar Taormina, Carla Montani,
Adele Lax Mazzotta, Antonietta Lazzaruolo, Maria
Buongiorno, Franco Parisi, Ella Grimaldi, Diana Torrice, Bianca Maria Lucibelli, Alessandro Montagne,
Cataldo Calabretta, Elena Ossola, Laura Azzali Tomaro, Elisabetta Gualandri, Antonio Minni.
Duecento ospiti tutti mascherati con costumi ispirati ai grandi film del cinema internazionale
per la serata organizzata da Sara Iannone e dalla sua associazione “L’Alba del terzo millennio”.
Premiati Lando Buzzanca, Barbara De Rossi, Sandra Milo, Silvana Pampanini e Andrea Roncato
biziosi dedicati tanto alla promozione dei nuovi talenti quanto
agli artisti di fama. “L’Alba del Terzo Millennio” ha voluto dare
vita a questo premio insieme con il “Festival internazionale del
film corto Tulipani di seta nera: un sorriso diverso” per testimoniare l’importanza delle opere cinematografiche a sfondo sociale.” Dopo la premiazione raffinata cena a buffet; intorno ai
tavoli profumati di fiori e sfavillanti di luci e cristalli, c’erano tra
gli altri Silvana Augeri, Lia Viola Catalano vestite in per-
fetto stile anni ‘30 a gustare un cheescake salato con chutney
di pomodorini e scorzette di limone assieme al principe Giovanelli con Vittoria con Maria Grazia De Angelis e Paolella in charleston. Durante la cena, una giuria in incognito ha
osservato gli ospiti e alla fine ha scelto i tre che meglio hanno
saputo interpretare il proprio personaggio; le tre maschere vincitrici sono state premiate con un omaggio della gioielleria
Gemma Gi di Raffaella Serrapiglia Sestini: Natalino
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CRONACHE
OBIETTIVO SCUOLA
Riforma della PA, si va verso il comparto unico?
Gli attuali quattro settori, che meno di cinque anni fa erano 12, verrebbero fusi. Il progetto è entrato a far parte del nuovo disegno
di legge n. 1577, composto da sedici articoli, di cui dieci deleghe, che il Governo ha detto di volere approvare. No del sindacato
Anief-Confedir: non sempre semplificare significa migliorare. Collocare tre milioni di dipendenti in un unico ambito farebbe ben presto
venire meno le specificità di ogni categoria: a pagarne le conseguenze sarebbero anche i cittadini, sui cui si riverserebbero i sicuri disservizi
di Alessandro Giuliani
I furbetti della legge 104
(agevolazioni handicap)
nel Lazio sono di più
C
reare un unico comparto nella Pubblica
Amministrazione: il
progetto è entrato a far
parte del nuovo disegno
di legge n. 1577, composto da
sedici articoli, di cui dieci deleghe, che
il Governo ha detto di volere approvare
nei prossimi giorni. Ed è caldeggiato
da uno dei sindacati più rappresentativi del pubblico impiego, rimettendo
in tal modo ulteriore mano alla riduzione voluta nell’aprile del 2010 dall’ex
ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, attraverso cui i comparti statali erano già stati ridotti da 12
agli attuali 4: autonomie locali e camere di commercio, regioni e sanità,
scuola, tutto il resto della pubblica amministrazione.
Di fronte a questa prospettiva, AniefConfedir si dichiara anticipatamente
contraria: nel comparto unico del pubblico impiego confluirebbero, infatti,
insegnanti, medici, dipendenti degli
enti locali e tutti gli altri lavoratori statali, facendo venire meno le peculiarità
professionali, con i derivanti diritti,
delle varie categorie impropriamente
fuse.
“Collocare tre milioni di dipendenti in
un unico calderone farebbe ben presto
venire meno le specificità di ogni distinta categoria: non è possibile pensare di unificare le regole e le
prerogative dei dipendenti della scuola
S
con quelle specifiche di chi opera nei
comparti impiegatizi o in quelli dei
medici, che non a caso sono definite a
monte da contratti ben diversi”, spiega
Marcello Pacifico, presidente Anief e
segretario organizzativo Confedir.
Nelle intenzioni del legislatore, l’operazione del comparto unico servirebbe
ad agevolare la mobilità dei dipendenti
pubblici e a semplificare le specificità
contrattuali. “Ma non sempre semplificare significa migliorare” incalza Pacifico. “Come sindacato reputiamo
invece decisamente più proficuo realizzare un contratto collettivo nazionale quadro che disciplini le regole di
vari settori pubblici coinvolti”.
“In caso contrario – conclude il sindacalista – si andrebbe verso il caos lavorativo,
derivante
da
una
indeterminatezza delle funzioni, come
dei diritti e dei doveri, cui verrebbero
sicuramente collocati i nostri dipendenti pubblici e tutti i cittadini, su cui
si riverserebbero i disservizi”.
Le ragioni del sindacato sono state
espresse nei giorni scorsi anche ad Angelo Rughetti, sottosegretario alla Funzione Pubblica.
Nell’affrontare le criticità del Pubblico
Impiego e della dirigenza, la Confedir
ha chiesto al sottosegretario di ripartire
dal protocollo d'intesa del maggio
2012 e di attivare gli specifici tavoli sui
ono 86.361 professori di ruolo (dei totali 640 mila) e 30.250 collaboratori del personale Ata (su 180.243 complessivi) che usufruiscono dei
permessi e delle agevolazioni concesse dalla legge 104 del 1992 sui
portatori di handicap. Percentuali con picchi massimi registrati in tre regioni
del Centro che, dopo il caso siciliano di Menfi, dove nell’istituto comprensivo
Santi Bivona, l’8 gennaio scorso, 70 docenti sui complessivi 170 non erano in
servizio perché in malattia o coperti dalla 104. I beneficiari secondo il Miur
sono troppi. Il 13,3% del personale docente di ruolo – quasi un professore su
sette – gode della legge che sancisce, per lavoratori colpiti da malattie invalidanti o per quelli che devono accudire familiari affetti da gravi patologie, tre
giorni al mese di permesso retribuito e non soggetto a controlli e una serie di
agevolazioni come il prolungamento del congedo parentale o i permessi a ore.
Poi ci sono i dati riguardanti il personale Ata: il 16,7% dei collaboratori fruisce
della 104. I dati vengono fuori dopo la decisione del sottosegretario Faraone
di elaborare un monitoraggio, il primo compiuto finora dal Miur, e reso possibile anche grazie agli uffici scolastici regionali che hanno scandagliato tutte
le scuole e inviato il numero dei permessi al ministero.
temi significativi della dirigenza pubblica e del precariato.
Durante l’incontro si è parlato anche
del blocco degli stipendi dei pubblici
dipendenti, confermato per tutto almeno tutto il 2015 e che potrebbe essere esteso, vista l’assenza di vacanza
contrattuale fino a tutto il 2018, per un
ulteriore triennio. “Non è possibile
continuare a tenere gli stipendi degli
statali 3-4 punti sotto l’inflazione.
Esemplare è quanto accade nella
scuola: un insegnante della scuola
media neo-assunto, a fronte di una retribuzione europea media lorda che
sfiora i 27mila euro, in Italia si deve accontentare di 24mila euro, sempre
lordi. E fine carriera il gap si triplica,
visto che i nostri docenti si pensionano
con circa 36mila euro, contro i 45mila
dei colleghi Ue. E alle superiori la differenza è ancora più alta”.
REDAZIONALE
Scuola, si rinnovano i rappresentanti sindacali
Cambia la scuola con ANIEF! Dal 3 al 5 marzo 2015 si voterà in tutte le scuole per il rinnovo delle RSU. ANIEF sarà presente con 2.300 liste
e oltre 3.200 candidati. Finalmente avrai la possibilità di dare la tua preferenza a un sindacato nuovo, portavoce delle istanze di tutto
il personale della scuola, docenti e ATA, precari e di ruolo, con una visione europea dei princìpi, delle regole e dei diritti. Io cambio la scuola,
e tu? Vota e fai votare ANIEF alle elezioni RSU dal 3 al 5 marzo. Per saperne di più, vai su www.anief.org e leggi il nostro programma elettorale
“Sono vent’anni che il settore è monopolizzato
dagli stessi sindacati, con i risultati deprimenti
sotto gli occhi di tutti: contratto fermo dal 2009
e con la prospettiva di rimanere tale fino al 2018;
niente più vacanza contrattuale; stipendi sotto
l’inflazione di 4 punti, contro i 3 del pubblico impiego ma soprattutto mentre il privato ha fatto
registrare un bel più 6 per cento. Per non parlare
delle indennità dimezzate, visto che il Fondo
d’Istituto è stato portato da 1 miliardo e 400 milioni del 2011 a poco più di 600 milioni di oggi”.
“E che dire dell’accordo sottoscritto nell’agosto
del 2011 che ha permesso di assumere 67mila
lavoratori ad invarianza finanziaria? Però il fondo
dobbiamo ancora toccarlo – ha continuato Pacifico – perché con i decreti di riforma in arrivo, il
Governo vuole legare il merito alla prestazione
di chi si vuole mettere ‘in gioco’: con gli insegnanti che verranno pure valutati da genitori e
studenti con più di 15 anni. Inoltre, il decantato
merito, riservato al 66% dei docenti, sapete a
quanto corrisponde? A quei 60 euro sottratti agli
stipendi di tutti, non adeguando le buste paga
nemmeno al costo della vita: quindi si vuole far
passare un aumento per merito quello che si sarebbe dovuto assegnare per via naturale all’intero corpo insegnanti”.
L’Anief arriva a questa tornata sindacale con
16mila tessere “vere”, il doppio dell’ultimo rinnovo RSU, grazie alla sua visione transnazionale
dei diritti dei lavoratori, che hanno permesso di
raggiungere risultati concreti: per raggiungere
la soglia minima del 5% di rappresentatività,
l’Anief ha costituito 2.300 liste con 3mila candidati complessivi. “Per riuscire nell’intento dobbiamo però ottenere un risultato elettorale
straordinario. Ma siamo l’unico sindacato che ha
i numeri e gli strumenti per farlo e abbiamo il dovere di provarci fino in fondo, perché forse i tempi
dell’alternanza in un mondo così statico sono finalmente maturi”, ha spiegato il presidente
Anief, Marcello Pacifico.
L’Anief è consapevole che la sfida verrà vinta soprattutto se riuscirà ad avere credito da quel
mezzo milione di lavoratori oggi privi di deleghe
sindacali: “a loro ricordiamo che è troppo facile
ascoltare passivamente il ritornello della parte
pubblica che non ci sono soldi per rinnovare i
contratti. Di fronte a certe rigidità, non ci sono
concertazioni o compromessi da adottare – continua Pacifico - ma la contrattazione va spostata
nei tribunali della Repubblica. E lo stesso vale
per contrattazioni d’Istituto, tra l’altro ridotte a
trattare su meri ‘conticini’ visto che l’importo è
stato assorbito da altre voci di spesa, sempre
con l’avallo dei famigerati sindacati rappresentativi: se il dirigente scolastico non le vuole portare a termine con le Rsu, che non d’ora in poi
non dovranno più fare “sconti”, allora è giusto
che se la vedano con i revisori dei conti”.
“Dare rappresentatività ad un sindacato come il
nostro – continua Pacifico – significa tornare a
dare forza alle ragioni di chi vuole una scuole e
dei cittadini migliori. Significa non dare più credito a certi sindacalisti che si ricordano del personale solo in occasione del rinnovo delle RSU,
come hanno fatto in questi giorni Cgil, Cisl e Uil
organizzando un sit-in a metà febbraio per la stabilizzazione di oltre 100mila docenti abilitati non
inseriti nelle GaE, che però solo l’Anief in questi
anni ha difeso in tutte le sedi”.
Il rinnovo delle Rsu delle scuole si svolgerà nei
medesimi giorni in cui il Governo tenterà di approvare l'ennesima riforma al ribasso, per gli studenti e per il personale. Se si eccettuano alcuni
punti, come il potenziamento dell'apprendistato,
la formazione dei docenti e l'assunzione di
150mila precari, anche se non gli abilitati 'invisibili', il resto è tutto da rivedere: “ si vogliono far
sparire i supplenti brevi, i vicari dei presidi, i
gruppi di lavoro a supporto dei progetti e delle
attività extrascolastiche indispensabili per l’attuazione del Pof. Al loro posto arriveranno neoassunti assorbiti nell’organico funzionale: dei
veri prof superman che, seppure senza titoli, conoscenze ed esperienza, dovranno ergersi a
ruolo di docenti tuttofare. Con i soliti sindacati
pure consenzienti”.
venerdì 20 febbraio 2015 pagina 19
LITORALE
REGIONE DESTINA 26 MILIONI DI EURO PER LE OPERE
INIZIATIVE LA
DI DIFESA IDRAULICA DEL LITORALE
Ostia, intanto si continua a costruire
di Enzo Bianciardi
D
issesto idrogeologico,
i soldi ci sono, ma
adesso viene il difficile: i tempi di realizzazione, ossia, come
e quando verranno eseguite le opere
fianziate. I Cdq non mollano la
presa: “Sorveglieremo sull’immediata esecuzione dei cantieri” si legge
su una nota diffusa dal Coordinamento, mentre il Municipio celebra
la vittoria. “Il pacchetto di interventi
varato dalla Regione Lazio rappresenta una “vittoria” storica per i cittadini del X Municipio – annuncia
Andrea Tassone, presidente del municipio - Nello specifico, sono stati
stanziati: 1.100.000 euro per la regolarizzazione dell'incile di Tor Boacciana; 200.000 euro per la
ricalibratura della rete scolante consortile del canale Bagnolo;
1.500.000 euro per la ricalibratura
del fosso della Madonnetta;
4.200.000 euro per la ricalibratura
dell’influente C del canale Palocco;
4.760.888 euro per la ricalibratura
del canale Dragoncello fino al sottopasso lungo la via del Mare; 200.000
euro per la ricalibratura e l’inversione di pendenza del canale
Ostiense; 11.735.044 euro per la sistemazione idraulica dei canali Bagnolo e Pantano; 3.009.019 euro per
la ricalibratura della rete scolante del
bacino sotteso alle idrovore di Galeria, Piana del Sole e soprattutto di
Ostia. In totale 26 milioni di euro per
la messa in sicurezza idrogeologica
del nostro territorio, vittima un anno
fa, di un’alluvione che ha lasciato in
ginocchio centinaia di famiglie”.
Anche a Fiumicino arriveranno 6 milioni e 200mila euro per finanziare interventi di messa in sicurezza: tre
milioni finalizzati a lavori di ristrut-
turazione e potenziamento dell'impianto idrovoro di Isola Sacra e tre
milioni e 200mila euro dedicati alla
realizzazione di una arginatura a protezione dell'abitato sempre di Isola
OBIETTIVO: MIGLIORARE LA VIABILITÀ ED AGEVOLARE LA RACCOLTA
Nuova dislocazione dei cassonetti
M
entre la differenziata segna il passo nell’entroterra ad Ostia è iniziato lo spostamento dei cassonetti (attualmente sono circa 3 mila) per
agevolare la raccolta dei rifiuti e migliorare la viabilità.
E’ il primo, ma fondamentale passo, per organizzare in
maniera adeguata il servizio. Il presidente della Commissione Ambiente del X Municipio Eliseo Franzese afferma: “Stiamo effettuando due sopralluoghi settimanali
per monitorare direttamente la situazione e operare i dovuti aggiustamenti. Siamo intervenuti in via dell'Appagliatore, di fronte al mercato rionale, per spostare alcuni
cassonetti posti sulla carreggiata. Nei prossimi giorni, faremo lo stesso in via Mar dei Caraibi, dove ci sono tre
scuole e una fermata dell'autobus, in via Raffaele De
Cosa e in via dei Traghetti”. Costo dell’operazione circa
350mila euro. Verranno rivisti ed opportunamente segnalati anche gli alloggiamenti dei contenitori. In via dei
Traghetti i cassonetti verranno riuniti per agevolare la
raccolta dei rifiuti e migliorare la viabilità della zona. “In
accordo con l'AMA stiamo intervenendo per la sistemazione delle campane per la raccolta del vetro – continua
Eliseo Franzese – che non dovrebbero più presentare
problemi di fuoriuscita di bottiglie e altri contenitori
dalla base. Entro tre mesi dovrebbe essere tutto perfettamente a regime”.
En. Bia.
AL BIANCO JAZZ BAR NASCE UN NUOVO POLO CULTURALE. LIBRI E MUSICA PER TUTTI
Swing di parole
C
Sacra.Il finanziamento con oltre
26 milioni di
euro delle opere
di difesa, accolto
con un sospiro di
sollievo dai residenti, potrebbe
non
bastare,
anche perché, si
continua a costruire ed i nuovi
insediamenti potrebbero alterare
non solo gli attuali ma anche i
futuri “equilibri”. La Delibera di
Giunta capitolina n.8 del 23 Gennaio
2015 ha autorizzato, infatti, la lottizzazione di ben 35.000 metri cubi
nella zona Stagni, uno fra i quartieri
devono essere dei piccoli momenti di
ultura e musica, un binomio artisvago e di spettacolo”. Inoltre, in quasi
stico che vuole essere un nuovo
tutti gli incontri non saranno solo libro e
polo letterario. Sono previsti, inautore i protagonisti, poiché a dar voce e
fatti, sedici incontri di carattere letterario
volto alle storie che verranno presentate,
tutti i giovedì alle ore 17 e fino al 28 magci saranno attori che interpreteranno dei
gio, al Bianco Jazz Bar in Via Marenco di
brani dei libri o, come accadrà con Rita
Moriondo, ad Ostia. Un nuovo salotto letPacilio e Orsola Fortunati, gli scrittori-arterario dove saranno presentati ventiquattisti prenderanno in mano il microfono e
tro autori e sarà possibile ascoltare due
canteranno in jazz le parole delle loro
mini concerti jazz. Un’iniziativa voluta da
opere letterarie. All’interno di “Swing di
Manuela Minelli e Francesca Patti, focaParole” ci sarà anche un cabaret letterario
lizzata su parole e musica e che va ad af(giovedì 5 Marzo), ossia una serie di racfiancarsi alla già ricca programmazione di
Manuela Minelli
conti assai divertenti interpretati da attori
concerti con i grandi nomi del jazz, blues
e swing che si esibiscono ogni settimana sul palcoscenico del di teatro. E, ancora, il 26 febbraio e il 21 maggio, duetti letterari
Bianco Jazz Bar. “Swing di Parole”, infatti, è una rassegna cul- con “Parole Incrociate” in cui una coppia di autori presenterà
turale diversa dal solito clichè delle presentazioni di libri fini ognuno il libro dell’altro, in un serrato confronto a due prima,
a sé stesse. “Nei nostri incontri sarà l’autore stesso a raccontare e con il pubblico poi. Il 2 Aprile si parlerà di femminicidio,
il suo libro. – spiega Manuela Minelli – Di solito le presenta- con un libro ben lontano dai luoghi comuni troppo spesso
zioni di un libro sono noiose. Ho visto persone tra il pubblico usati dalle cronache nere e rosa dei notiziari. Anche la poesia
assopirsi e non perché il libro o l’autore in questione non va- sarà protagonista, ma sempre in maniera originale. Il 28 maglessero, ma perché troppo spesso la cultura viene presentata gio con “Saffo e le altre” alcune poetesse contemporanee legin maniera noiosa, accademica, spocchiosa, come qualcosa di geranno e commenteranno, sempre con la partecipazione dei
elitario, indirizzata soltanto agli addetti ai lavori. Credo che presenti, alcuni versi del passato. E per fare in modo che la culsia un grave errore di comunicazione”. “Il nostro obiettivo in- tura sia utile, oltre che allo spirito, anche alla vita, il 7 maggio,
vece è fare arrivare un bel libro di poesia, un appassionante nella giornata che precede quella dedicata alla lotta contro il
romanzo, una biografia, in mano a tutti – continua Francesca tumore ovarico, verrà presentato uno straordinario libro di faPatti - anche a coloro che hanno quella sorta di timore reve- vole, legato ad un progetto che finanzia la ricerca.
En. Bia.
renziale verso l’oggetto-libro, con presentazioni letterarie che
che verranno interessati dagli interventi. Il miglioramento dei sistemi di
drenaggio delle acque e quindi di tutela dalle alluvioni non può prescindere da un progetto generale di tutela
idrogeologica. Il M5S ha chiesto, in
proposito, che i lavori di messa in sicurezza idraulica del territorio municipale vengano inseriti all’interno
della cartografia del Piano di Assetto
Idrogeologico (P.A.I.) come aree a
rischio idraulico, affinchè possano
essere utilizzati i fondi che devono
ancora essere attribuiti. E’ necessario, pertanto, procedere con la mappatura del rischio idraulico, dando un
segnale chiaro ai cittadini di voler fermare l’avanzata del cemento nelle
aree idrogeologicamente più fragili
del Municipio X. “Invece di continuare fare nuove promesse sullo
stanziamento di fondi per l'emergenza allagamenti, bisogna pensare
alla manutenzione dei canali di
scolo”. Ha affermato Luca Marsella,
responsabile di Casa Pound Italia sul
litorale romano, “Oltre allo stato di
abbandono degli ex-canali di bonifica, problema che denunciamo da
tempo - ha continuato Marsella - la
cosa assurda è aver trovato il canale
ostruito dai rami delle recenti potature degli alberi della strada. Come se
non bastasse, la pessima gestione sul
territorio della raccolta differenziata
ed il mancato ritiro dei cassonetti dell'immondizia ha fatto sì che i canali di
scolo, in poco tempo, si trasformassero in discariche. Intanto - ha concluso Marsella – aspettiamo a veder
realizzati gli interventi in somma urgenza annunciati dal mini-sindaco”.
Il Municipio respinge qualsiasi ipotesi di proroga.
Per protesta il gestore ha iniziato lo sciopero della fame
Sigilli ad Approdo alla lettura
Sigilli ad “Approdo alla lettura” sul pontile. Clamorosa la protesta del gestore Tullio
Catalano, il quale ha iniziato lo sciopero della fame e della sete per protestare contro
la decisione del Municipio di non “riproporre” l’iniziativa per la prossima estate.
Dopo dieci anni lo stand di libri sul pontile, meta di passeggiate ed eventi estivi dedicati alla cultura viene definitivamente cancellato. Ma Tullio Catalano tiene duro e
promette battaglia. “Lo scorso 30 settembre avevamo ricevuto un’istanza di chiusura, contro la quale ci siamo rivolti al Tar che il 16 ottobre ha emesso una sospensiva. Non so cosa dire: avevo chiesto una proroga all’istanza (il contratto del resto
scadeva a fine 2015) al 15 aprile”. Dal Municipio è arrivato però un “no” a qualsiasi
proroga e la Giunta municipale il 13 ha confermato la decisione le cui motivazioni,
nella sostanza non sono state ancora chiarite. L’amarezza di Catalano è tangibile:
“Ho sempre cercato di collaborare con l’Amministrazione. – afferma – Anche durante l’ultima estate lo stand di Approdo alla lettura è stato un punto di riferimento
culturale per la città. Tante associazioni, autori ed artisti hanno partecipato ai nostri
eventi estivi. In diciassette anni sono stati allestiti almeno 1.700 eventi. Il presidente
Andrea Tassone ha affermato che avrei accumulato dei debiti nei confronti dell’amministrazione: questo è falso e posso dimostrarlo”. Sull’intricata questione dagli avvocati della società “Il libraio” è stato presentato un esposto alla procura per “falso
ideologico”. Sul tema è intervenuto anche Sandro Lorenzatti, v.presidente del X Municipio: “Non abbiamo alcuna intenzione di ripresentare il bando. – spiega Lorenzatti
– Secondo noi, non garantiva più qualità e adeguate scelte culturali. Inoltre, c’è un
contenzioso in atto per il pagamento del canone di occupazione di suolo pubblico
(sembra attorno ai 50 mila euro) e per il rilascio di una serie di autorizzazioni, tra
cui, quella paesaggistica, in quanto, com’è noto, il lungomare è un’area vincolata”.
Sul piatto, ci sarebbero, in sostanza gli oneri di occupazione di suolo pubblico, che
Approdo alla lettura avrebbe “scomputato” dalle spese sostenute per l’attività culturale estiva e non versato.
E.B.
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venerdì 20 febbraio 2015 pagina 21
RUBRICHE
SCELTI PER VOI
LA SCOMMESSA ENOGASTRONOMICA
DI RODOLFO MAZZEI
Exquisitaly, il nome dice utto
New entry a largo di S.Susanna, due passi da Via Veneto, dai Ministeri e da Termini:
è cioccolateria, pasticceria, bar e presto sarà anche ristorante per un modo diverso di stare
a tavola neo rispetto della tradizione. Cucina e prodotti italiani di qualità
S
i chiama "Exquisitaly". Cioccolateria, pasticceria, bar e presto anche
ristorante che si propone di innovare il modo di stare a tavola pur rispettando in pieno la tradizione. E’ nata
prima di Natale nel cuore della Roma
degli affari e dei ministeri, a un passo
dalla Roma della Dolce Vita, a un passo
da Termini: in poche parole, a Largo
S.Susanna. Come spiega il proprietario
nonché ideatore di questa scommessa
enogastronomica, Rodolfo Mazzei:
«Exquisitaly è nata da un'esigenza e da
una volontà precise. L'esigenza era quella
di dare una vetrina adeguata alla mia
altra attività: l'azienda cioccolatiera
"Cioccolato di Bruco" che da tempo crea
prodotti gourmet. La volontà che mi ha
spinto a lanciarmi in quest'attività, forse
in modo ancora maggiore rispetto all'esigenza, era quella di mettere in piedi un
luogo adeguato alla mia visione del cibo
e dello "stare a tavola" in Italia. Io credo
che nel nostro paese ci siano tre luoghi
di socialità legati all'enogastronomia: il
bar, la pasticceria e il ristorante e ho voluti racchiuderli tutti in questo spazio. Il
nome è una dichiarazione programmatica, quello che io e miei collaboratori
amiamo sono le "squisitezze italiane" e
intendiamo lanciare un percorso che
coinvolga anche i clienti in questa riscoperta». E il modo in cui intendono farlo
è quantomeno ambizioso.
In primis a "Exquisitaly" intendono
porre estrema attenzione alla qualità
degli ingredienti; Mazzei spiega che conosce di persona tutti i suoi fornitori, li
incontra nelle loro aziende, ne osserva
attentamente le modalità produttive e
solo se tutti questi aspetti lo soddisfano
li accoglie nella sua cucina. Stabilita questa fiducia il passo ulteriore è quello di
permettere ai clienti di poter acquistare
i prodotti che hanno gustato. «Spesso
abbiamo a che fare con piccoli produttori che difficilmente riuscirebbero a inserirsi in un mercato come quello
romano. Ebbene, noi gli offriamo la possibilità di farsi conoscere e così tutti ci
guadagnano: noi abbiamo un'ottima
base per i nostri piatti, le aziende si
espandono e i clienti possono acquistare
prodotti di qualità che altrove non riuscirebbero a trovare». Il secondo piano
è quello dell'offerta culinaria. Lo chef,
che proviene dall'entourage del Gambero Rosso, si occuperà di presentare
una "cucina dei sapori" e cioè: « una gastronomia basata sulla semplicità e l'im-
portanza dei singoli ingredienti tipicamente italiana». Inoltre, accanto al
menu fisso, ogni mese saranno presentati
piatti tipici di una diversa regione della
penisola con ingredienti locali, vini autoctoni e uno chef esperto chiamato a lavorare a "quattro mani" con il capocuoco.
«Intendiamo dare valore alla "cucina dei
territori" che poi è la base e la ricchezza
di ciò che chiamiamo cucina italiana,
guidando i nostri clienti alla riscoperta
di sapori autentici e, spesso, dimenticati
ad un prezzo accettabile. – conclude
Mazzei - Il conto medio per una cena,
esclusi i vini, sarà infatti di cinquanta
euro per persona». Provare per credere.
QUALCOSA DI PIÙ
Il ristorante di Exquisitaly apre la settimana prossima. Il locale è aperto tutti
i giorni dalle 6 alle 20 - dalla prossima
settimana 6-24. La cucina sarà aperta
a tutte le ore, si potrà cenare alle 4 del
pomeriggio. Non è cosa da poco.
La ricetta di Sisto
LE MANIE ASTROLOGICHE
di Patrizia Tamiozzo Villa
con leggerezza e ironia, alcune caratteristiche ricorrenti, quelle un po'
maniacali, dei segni zodiacali. L'astrologia semplice e divertente
(venerdì 20/2/2015)
♈ Ariete (21 Marzo - 20 Aprile)
♎ Bilancia (23 Settembre - 22Ottobre)
Mercurio vi apre la strada per nuove possibilità lavorative. Se qualcuno vi è di ostacolo potrete contare sull’aiuto, anche spirituale, dei
vostri famigliari. In amore sarete voi a prendere iniziative, che saranno coronate da successo.
E’ il vostro momento: aiutati da Mercurio e
Sole in un segno amico, avrete successi nella
vita sociale e, se siete single, importanti novità anche nel settore sentimentale. Mercurio
vi farà avere una piacevole sorpresa da un famigliare o da una persona amica.
♉ Toro (21 Aprile - 21 Maggio)
♏ Scorpione (23 Ottobre-22 Novembre)
E’ una fase impegnativa della vostra vita,
però molto dipende da voi e, anche se Sole e
Mercurio vi creano ostacoli nei rapporti sociali, potrete superare tutto con l’aiuto di Marte
e di Venere, che vi rendono più garbati e gradevoli verso gli altri.
Qualche contrasto, recato da pianeti negativi,
potrà essere superato dato che Venere e
Marte vi invitano ad amare per San Valentino,
quindi, la massima attenzione a non deludere
chi si aspetta da voi amore, tenerezza e… un
bel regalino.
♊ Gemelli (22 Maggio - 21 Giugno)
♐ Sagittario (23 Novembre-21 Dicembre)
Venere, Marte e Saturno vi rendono insoddisfatti; però proprio oggi che è San Valentino
dovete superare ogni malumore e dedicarvi
ad un momento di relax con il partner. Non dimenticate di fargli anche un regalino personalizzato, che sottolinei il vostro genuino affetto.
♋ Cancro (22 Giugno - 22 Luglio)
Venere e Marte, positivi, vi favoriscono nel
settore sentimentale; festeggiate questa giornata come fosse già primavera, a maggior ragione se la vostra è una unione che dura da
molti anni; in questo caso sarete festeggiati
anche dai vostri figli (e nipotini?...).
♌ Leone (23 Luglio - 22 Agosto)
Anche se in questo momento vi sentite poco
amati, scrollatevi di dosso questa falsa impressione: è vero che dovete combattere contro tre pianeti negativi, Marte, Nettuno e
Venere; ma è Saturno, il Maestro dello Zodiaco nel vostro segno ad invitarvi alla serenità.
♑ Capricorno (22 Dicembre - 20 Gennaio)
È necessaria una pausa nel lavoro, perché
avete accumulato fin troppi impegni; è invece
il momento di dividere con la persona amata
ore di serena felicità e di reciproco affetto; non
dimenticate un piccolo dono per il vostro
amore.
Anche se Sole e Mercurio opposti, vi rendono
trascurati e distratti, con l’aiuto di Giove otterrete buoni risultati nel lavoro e in campo finanziario. Potrete, inoltre, trascorrere
momenti deliziosi con la persona amata e
questo riempirà il vostro sensibile cuore di
molta felicità.
♒ Acquario (21 Gennaio - 18 Febbraio)
♍ Vergine (23 Agosto - 22 Settembre)
♓ Pesci (20 Febbraio - 20 Marzo)
Marte e Venere, in opposizione, vi fanno sentire un po’ trascurati dal partner; per fortuna le
amicizie sulle quali potete contare vi saranno
prodighe di preziosi consigli, suggerendovi
viaggi e crociere o anche, più semplicemente
tranquille gite fuori porta.
Venere e Marte vi rendono molto disponibili,
non solo all’amore ma anche all’amicizia.
Qualche polemica, facilmente superabile,
nell’ambiente di lavoro: fate ricorso al vostro
consueto savoir faire e alla vostra collaudata
simpatia.
Con Sole e Mercurio nel vostro segno, potete
- nel caso foste soli sentimentalmente - avere
un incontro veramente positivo; in questo periodo, che è quello del vostro Segno natale,
per le coppie già sposate nuova intensità e
passione aumentate.
SISTORANTE
Il ristorante si trova vicino ai
Musei Vaticani e a pochi
passo dal mercato Trionfale.
Le materie prime quindi sono
sempre freschissime e per
questo motivo il menu cambia
quotidianamente. Tra le varie
portate, molto buoni gli gnocchi, fatti in casa, se ne possono scegliere 6 tipi.
Ambiente molto familiare e informale, massima cura per i
commensali, a disposizione
45 coperti.
Fettuccine carciofi e pancetta
Ingredienti per 4 persone
quattro carciofi,
200 gr di guanciale di Norcia,
500 gr di fettuccine
Preparazione
Far soffriggere uno spèicchio d'aglio con olio
extra vergine, tagliare il guanciale a lista-
relle. Togliere l'aglio e aggiungere il guanciale. Pulire i carciofi e tagliarli a fettine sottili e aggiungerli al guanciale. Aggiungere un
mestolino di acqua di cottura e coprire per
circa 5 minuti. Scolare le fettuccine ed unirle
al condimento con una spolverata di pecorino. Servire con una guarnizione di prezzemolo fresco.
vai al SISTORANTE
con
e avrai uno sconto del 10%
Non rinunciare ad una cena fuori...
il Sistorante propone
il menù light del "dopo Natale"
Carpaccio di spigola
Vermicelli al pomodoro
fresco basilico e scampi
oppure
Gamberoni grigliati accompagnati
da pinzimonio
tagliata di ananas e kiwi
un calice di vino bianco chardonnay
Euro 25 a persona
SISTORANTE
Via Tolemaide 17 - Roma
Tel. 0664521715
venerdì 20 febbraio 2015 pagina 22
RUBRICHE
SCELTI PER VOI SCENDONO IN CAMPO I LABORATORI DI VIA DI PRISCILLLA
Scuola di cucina? Mamà è molto di più
Come andare oltre il percorso strettamente didattico e offrire ai romani un nuovo concetto di convivialità a tavola.
Le proposte alternative, da "Chef per una sera" a "affitta la cucina". Grandi professionalità e una location unica
di Francesco Vitale
Le proposte di Mamà
F
emplicemente una fusione di
artigiani appassionati del loro
mestiere, con la voglia di condivisione e la voglia di mettere a
disposizione di tutti la possibilità di nuovi incontri, nuove sfide personali
e l’allegria del “creare“ insieme. Ecco alcune
delle caratteristiche di Mamà, i laboratori di
cucina, un vero e proprio social cooking
non virtuale per rinnovare il concetto di
convivialità a tavola. Si trova in via di Priscilla un palcoscenico culinario dove la professionalità di grandi chef e l’originalità di
una location unica creano un’armonia perfetta e la voglia di stare insieme. Grazie alla
sapiente guida di chef, stellati e non, Mamà
è il luogo perfetto per chi, da sempre, ha una
passione per la cucina, ma anche per chi per
la prima volta vuole cimentarsi tra i fornelli.
Una formula creativa e all’avanguardia, personalizzata per tutte le vostre esigenze. A
differenza delle altre “Scuole di Cucina”,
dove il percorso è strettamente didattico,
l’esperienza di Mamà, è completa grazie a
una degustazione finale di quel che viene
preparato.
Sulla scia della fortunata esperienza e in
partnership con la nota scuola di cucina milanese
Teatro7|Lab, Mamà’ apre i battenti per offrire ai romani un nuovo concetto di convivialità a tavola. E
per rafforzare le relazioni sui territori. Perché se un
tempo c’erano le strade della città, intitolate agli artigiani che condividevano le stesse vie, oggi i maestri
d’arte continuano ad animare i quartieri offrendo
qualità, bellezza e gusto. Ed è questa la loro risposta
alle difficoltà, che si supera con la coesistenza, e non
concorrenza. Perché uniti si resiste a qualunque
Corsi di Cucina - Lezioni monotematiche serali “one shot”: per cucinare insieme ad altri partecipanti, guidati da uno chef. Insieme, ma
ognuno con la sua postazione personale. Imparare tecniche e trucchi degli
chef, esplorare la cucina del mondo, valorizzare i nostri piatti regionali,
scoprire nuove ricette e modalità di preparazione e alla fine degustare
tutto il menù della serata, accompagnato da un calice di vino. Un modo
diverso per stare insieme imparando, condividendo la cultura del cibo.
Chef per una sera - Dedicato a chi vuol vestire i panni dello chef, ma
non ha una cucina adeguata e vuole solo godersi i suoi ospiti, senza il pensiero del ‘dopo’. Con questa opzione sarà infatti affiancato da un assistente che si occupa di stoviglie, pentole e pulizie.
I Piccoli Chef - Dedicato a chi vuol far imparare, pasticciare e amare
il buon cibo; - Cene Aziendali e Team building: dedicato a chi vuole trasformare i prevedibili e noiosi incontri di lavoro in un momento di scena con
novità, convivialità e sfide interne.
Affitta la Cucina - La terza via dell’invito a cena, la vera alternativa tra
di cucina di casa e ristorante. Il team di Mamà mette a disposizione la sua
cucina per preparare e gustare una perfetta cena insieme agli ospiti, accompagnati da uno chef di supporto e da un assistente per le pulizie a richiesta.
crisi, economica e morale. Mamà nasce da questa
fusione: artigiani che si rimboccano le maniche,
mettono a fattor comune i loro arnesi e in un laboratorio di cucina raccontano e insegnano agli appassionati le loro creazioni. Dietro il concetto, una
coppia speciale: Mario De Angelis, titolare della storica “Casa del Cremolato” e il resident chef Mauro
Del Grande, proprietario del noto ristorante “La
Mora” e al loro fianco e dietro le quinte di Mamà’,
Ann Christine Hjelm, svedese a Roma da 20 anni.
Mamà Srls - Laboratori di Cucina
Via Di Priscilla15/17 - 00199 Roma, Italy
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AI LETTORI DEL
Fari Led, Matrix, Laser! Il futuro della luce è già qui
di Davide Bianchino
Sono passati già 24 anni da quando l’italianissima Magneti Marelli presentò un’innovazione che cambiò radicalmente il concetto di illuminazione automobilistica. Era il 1991 quando Bmw
offrì come primo equipaggiamento della sua ammiraglia Serie
7 i fari allo Xeno. Il filamento delle classiche lampadine venne
sostituito da un gas, lo xeno appunto, in cui erano immersi due
elettrodi. Un sistema complesso e costoso ma dal punto di vista
della resa fu una vera rivoluzione. Una luce bianca potentissima,
tanto che per scongiurare eventuali pericolosi abbagliamenti, la
legge impose l’obbligo di un sistema di regolazione automatico del fascio luminoso,
nonché dell’impianto lavafari. La luce giallastra delle lampadine alogene fece invecchiare di colpo i classici fari. Nonostante ciò,
comunque, le lampadine non sono sparite
dalle nostre automobili, anzi, gli impianti
classici risultano ancora i più diffusi soprattutto sulle fasce medio-basse. Una delle ragioni è da imputare senz’altro all’elevato
costo dei fari allo xeno. Ma l’innovazione tecnologica, si sa, ha bisogno di tempo prima
di imporsi a livello “democratico”. Nel frattempo però la ricerca va avanti e quello che
oggi è considerato “moderno” potrebbe presto rivelarsi obsoleto
davanti a nuove invenzioni. E’ quello che sta accadendo con i fari
allo xeno da quando è arrivata sul mercato la tecnologia Led.
Fari ancora più potenti, luce più bianca e un consumo di energia
notevolmente inferiore (a parità di luce emessa, assorbe circa
un quinto dell'energia rispetto alle lampade alogene). In tempi
in cui la lotta al risparmio energetico è diventata una priorità,
questa nuova tecnologia ha trovato subito terreno fertile per diffondersi. Altro grande vantaggio dei fari al led è la durata eleva-
tissima, tanto che non sono previste sostituzioni dei moduli interni: i fari sono completamente sigillati. Inoltre, la possibilità di
utilizzare componenti piccolissimi permette ai designer automobilistici di sbizzarrirsi con le linee delle carrozzerie come mai fatto
prima. Senza ombra di dubbio, è questa la tecnologia che ha più
probabilità di diffondersi in ogni settore e in ogni fascia di mercato. E più si diffonderà, più i costi si abbasseranno, anche nel
settore dell’automotive. Non a caso solo pochi mesi fa è stato
assegnato il Premio Nobel ai ricercatori giapponesi che hanno
inventato questa innovativa fonte di illuminazione. Tornando ai
fari delle nostre auto, ovviamente anche il led ha avuto una sua
evoluzione in questi ultimi tempi. L’Audi, ad esempio, propone
già su alcuni modelli gli avveniristici fari “Matrix-Led”, seguita a
breve distanza dalla Mercedes con i suoi “Active Multibeam
Led”. In entrambi i casi si tratta di sistemi che permettono di variare il fascio luminoso in base alle esigenze del momento. La
centralina elettronica decide se alzare, abbassare o ruotare la
luce emessa se si incrocia ad esempio un altro veicolo. I sensori
sono talmente sofisticati che riescono a distinguere perfettamente un veicolo, un pedone o un ciclista, modificando di conseguenza (e in pochi millesimi di secondo) il fascio luminoso. Ma
non è finita qui: la nuova frontiera è rappresentata dalla tecnologia laser. I raggi laser blu sono convertiti in luce bianca grazie
ad un sistema che dirige il fascio dei diodi su una piastra al fosforo. Il risultato è una luce molto intensa che viene percepita
dall'occhio umano come quella diurna. Nonostante un consumo
di energia 30% inferiore, l'intensità luminosa che si ottiene è
dieci volte superiore rispetto a quella delle lampade alogene,
allo Xeno o al Led. E la portata arriva fino a 600 metri: più del
doppio rispetto alle luci convenzionali. Con benefici enormi sulla
sicurezza di guida notturna e impensabili solo qualche anno fa.
Il futuro della luce è già qui. Benvenuto futuro.
direttore responsabile
Giovanni Tagliapietra
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venerdì 20 febbraio 2015 pagina 23
RUBRICHE
SCELTI PER VOI
IN PRIMA FILA
AL TEATRO VASCELLO DAL 24 FEBBRAIO
ALL’1 MARZO 2015
Carmina Burana, Medioevo a passo di danza
con lo Spellbound Contemporary Ballet
di Maria Pia Miscio
L
a grande danza contemporanea va in scena al
Teatro Vascello di Roma con la Spellbound
Contemporary Ballet, naturale erede di quella
Spellbound Company fondata nel 1994 dal nostro
Mario Astolfi, ad oggi uno dei coreografi più importanti sulla scena europea. Dal 24 febbraio al primo
marzo la compagnia riproporrà i “Carmina Burana”,
considerata la sua più bella coreografia, il suo spettacolo più rappresentativo. La coreografia e la regia
sono naturalmente quelle di Astolfi, le musiche
quelle inconfondibili di Carl Orff.
In repertorio dal 2006, “Carmina Burana” è sicuramente la corografia di maggior successo di Astolfi.
Ideata nel 2006, ha realizzato il record di incassi in
svariate stagioni italiane ed ha ormai superato le 150
repliche grazie anche alla sua presenza costante nei
festival di Austria, Spagna, Thailandia, Germania,
Cipro, Panama, Lussemburgo. Merito sicuramente
dei testi e soprattutto delle musiche di Carl Orff, che
continuano ad ammaliare - e prova ne è il balletto
proposto appena qualche giorno fa al Teatro dell’Opera di Roma – ma merito sicuramente della creatività di Astolfi e delle versatilità dei suoi danzatori.
Quello proposto al Vascello dal 24 febbraio è il nuovo
allestimento dello spettacolo realizzato recentemente
per i duecento anni del Teatro Sociale di Como e per
il Prisma Festival di Panama.
Da sempre alla ricerca di nuovi linguaggi e nuove formule comunicative ed espressive, Mario Astolfi è ri-
masto negli anni profondamente legato a questa sua
creatura scintillante e gioiosa che, è lui stesso a raccontarlo, “rappresenta una sicurezza” per l’intera
compagnia. I “Carmina Burana” vennero ritrovati,
numerosissimi (più di trecento componimenti di
vario genere), in un manoscritto dell’abbazia di Benediktbeuren, da cui presero il nome. Composti per
lo più nel 1200, diffusi in Germania e Sassonia dai
clerici vaganti, letterati girovaghi studiosi dei classici
greci e latini, cantori del vino, delle donne, del vagabondaggio e del gioco, ci danno del Medioevo un’immagine ben diversa da quella tradizionale. Non
soltanto epoca buia e cupa e triste, ma epoca luminosa, in cui l’umanità, superata la paura delle teorie
millenariste, si riapre alla vita, alla gioia, all’esaltazione dei sensi, preparando al tempo stesso quelle
strabilianti scoperte che porteranno ai profondi mutamenti dei secoli a venire. Dunque, quella dei “Carmina” è una poesia burlesca, impudente, sovversiva,
carnale: si parla senza troppi veli del corpo e della sua
quotidiana avventura, se ne esplicano con gioia le
funzioni, non si guarda all’altrove. Tace il linguaggio
della ragione, si dimentica il pudore e si osa persino
irridere audacemente al divino con inni e motivi religiosi che sono in realtà una parodia dei testi sacri e
delle preghiere.
Profondamente rivisitati da Mario Astolfi, i “Carmina Burana” conservano lo spirito e l'atmosfera originali con l'aggiunta di momenti e piccole altre
avventure collezionate dal 1994 ad oggi. La forza
narrativa della danza, della musica e dei versi riescono da sole - perché in verità la scenografia è volutamente scarna - ad evocare visivamente tutta la
potenza espressiva contenuta nella raccolta medievale; scurrilità plebea e raffinatezza cortigiana si incontrano e si fondono nei tre momenti che
scandiscono in crescendo l’intera coreografia fino a
quell’incendium cupiditatum, fino allo scatenamento delle passioni finale. L’attuale versione per il
Teatro Vascello è, secondo lo stesso Mario Astolfi, sicuramente la più potente, la più intensa e la più completa portata fino ad ora in scena dalla sua
compagnia.
M.P.M.
Carmina Burana
Dal 24 febbraio all’1 marzo 2015
Teatro Vascello
Via Giacinto Carini 78, Roma
Biglietti € 15, per gruppi
di almeno dieci persone € 10
Info e orari: 06 5881021 e 06 5898031
TRITTICO DI CONCERTI DELL’ACCADEMIA SANTA CECILIA ALL’AUDITORIUM
Pappano e Jansen, il violino di Brahms
D
ue grandi partiture dell’Ottocento, firmate da Schumann e
Brahms, e una rara pagina del
Novecento italiano di Gian Francesco
Malipiero per il trittico di concerti in
programma sabato 21, lunedì 23 e
martedì 24 febbraio all’Auditorium
Parco della Musica nell’ambito della
stagione sinfonica dell’Accademia di
Santa Cecilia. Sul podio dell’omonima
sala ci sarà il maestro Antonio Pappano, impegnato a dirigere l’Orchestra
dell’Accademia e la violinista olandese
Janine Jansen che suonerà lo Stradivari
Barrere del 1727 concessole in prestito
dalla Fondazione Elise Mathilde.
Come direttore artistico dell’Accademia ceciliana, sir Antonio Pappano ci
ha abituati ormai da anni alla sua versatilità e alla sua curiosità musicale. È
Janine Jansen
un esploratore della bella musica, raffinata eppure coinvolgente. E il trittico
di concerti che si accinge a dirigere è
una conferma di tali attitudini. Si comincerà con Malipiero, autore italiano
del Novecento che, con la sua visione
essenzialmente antiromantica, contribuì insieme ad autori come Casella, a
riportare la musica italiana nel solco
della tradizione europea. I suoi “Concerti per Orchestra”costituiscono una
sorta di suite concertante che impegna
in un ruolo quasi solistico alcuni strumenti dell’orchestra.
Sarà quindi la volta della Sinfonia n.4
di Schumann, composta nell’estate del
1841 ed eseguita per la prima volta a
Lipsia il 6 dicembre dello stesso anno.
Non ebbe grande fortuna perché l’attenzione del pubblico, quella volta, fu
catturata dall’esibizione in duo di
Franz Liszt e Clara Schumann, che con
le loro variazioni virtuosistiche su un
tema di Bellini dominarono il concerto. Schumann mise la Sinfonia in un
cassetto e la riprese per una revisione
più o meno dieci anni dopo, raccogliendo il suo ultimo, grande successo
in vita. La parte finale delle tre serate
sarà invece riservata al grandioso
“Concerto per violino” di Brahms,
composto nell’amata Carinzia nel 1878
e caratterizzato da una scrittura densa
e complessa, ricca di virtuosismi. Insomma, la partitura ideale per una violinista come Janine Jansen, di
grandissima tecnica, che proprio a
queste pagine ha legato il suo debutto
da solista nel 2001.
M.P.M.
Il violino di Brahms
Sabato 21 (h 18), lunedì 23
(h 20,30) martedì 24 (h 19,30)
febbraio 2015
Auditorium Parco della Musica,
Viale Pietro De Coubertin, Roma
Biglietti da € 19 a € 52
Info: 06 8082058
IN SCENA ALL’AMBRA JOVINELLI FINO AL 1 MARZO
TEATRIO PARIOLI
Branciaroli interpreta Enrico IV
Franco Branciaroli sceglie di cimentarsi
con un grande personaggio del teatro
come l’Enrico IV di Pirandello. In scena
fino all’1 marzo nel teatro di via Giosuè
Borsi, il dramma in tre atti è considerato, insieme ai “Sei personaggi in
cerca d’autore”, il capolavoro dello
scrittore siciliano.
Biglietti da € 20 a € 25;
info 06 8073040
SALA UMBERTO
I mille volti di Max Paiella
Si intitola “Sono d’accordo su tutto” lo
spettacolo che Max Paiella porta in
scena fino all’1 marzo al teatro Sala
Umberto. Tra ironia e sarcasmo, ecco le
avventure e disavventure di un uomo
che alla fine si arrende al costume dilagante, il trasformismo, unica arma per
sopravvivere. A supportare Paiella la
sua band di sempre, The Rabbits.
Biglietti da € 23 a € 32;
info 06 6794753
ACCADEMIA FILARMONICA
Roma in Jazz
I classici del jazz e le più celebri canzoni degli anni Cinquanta saranno al
centro del concerto in programma giovedì 26 febbraio alle 20,30 all’Accademia Filarmonica Romana. Nella Sala
Casella di via Flaminia 118 la New
Roman Jazz Orchestra sarà protagonista di questo vero e proprio viaggio musicale nel tempo, affidato a jazzisti di
grande classe come Mario Cantini,
Gianni Sanjust, Michele Pavese, Roberto Podio e Michael Supnick.
Biglietti € 10; info 06 3201752
AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA
Finalmente Truffaut
Il 28 febbraio alle 21 arriva “Finalmente
Truffaut”, spettacolo ideato a trent’anni
dalla morte del grande regista da Valerio Cappelli e Mario Sesti. Affidato alla
voce e alla presenza scenica di Sergio
Rubini ripercorre la vita, i film, le amicizie e gli amori di Truffaut, avvalendosi
anche di contributi video e riprese.
Biglietti € 15; info 0680241281
TEATRO VITTORIA
Okidok, risate a crepapelle
Svago e risate senza limiti: è la promessa degli Okidok, in scena fino al 22
febbraio. Xavier Bouvier e Benoit Devos,
clown belgi che fanno un uso minimalista di trucco e costumi, conoscono a
menadito le tecniche del corpo e l'utilizzo dello spazio Moderni e raffinati ma
estremamente popolari e divertenti,
sanno utilizzare le tecniche più varie del
circo mostrandosi a corpo libero, quasi
nudo: giocoleria, equilibrismo e acrobazia sono gli ingredienti di uno spettacolo
sorprendente ed esilarante.
Biglietti € 10; info 06 3201752
Stefano Accorsi incontra il Decamerone di Giovanni Boccaccio
D
iciamo la verità: a richiamare l’attenzione è soprattutto il
nome di Stefano Accorsi, attore cinematografico di
successo ed interprete sensibile di una generazione quella dei suoi coetanei quarantenni - perennemente incompiuta.
Ed è per lui che gran parte del pubblico decide di acquistare il biglietto e prendere posto nella sala del Teatro Ambra Jovinelli
dove ha debuttato il 19 febbraio, e dove resterà in scena fino
all’1 marzo, “Decamerone. Vizi, virtù e passioni”. Ma poi, a Roma
come al Teatro La Pergola di Firenze, scelto per la prima nazionale,
“la gente è rimasta per lo spettacolo”, chiosa sorridente il protagonista.
Insomma Stefano Accorsi incontra Boccaccio, il grandissimo Boccaccio con la sua prosa rivoluzionaria per i tempi, con le sue novelle
sorridenti e maliziose sullo sfondo cupo della peste che semina
morte e distruzione. Accorsi incontra Boccaccio, seconda tappa di
quel progetto “Grandi italiani” al quale l’attore lavora ormai da
tempo insieme a Marco Baliani. Attore lui stesso, ma in questo caso
drammaturgo e regista, Baliani ha costruito e continua a costruire
intorno alla figura di Accorsi spettacoli nei quali vengono riletti alcuni grandi classici della letteratura italiana - prima di Boccaccio
era stata la volta di Ludovico Ariosto e dal suo “Orlando furioso”,
mentre a completare la trilogia sarà “Il principe” di Machiavelli sfidandone la complessità linguistica e narrativa per far risplendere
la bellezza delle loro invenzioni e delle loro intuizioni
Ed ecco allora il Decamerone, atto secondo del progetto “Grandi
italiani”: Baliani, coadiuvato da Maria Maglietta, costruisce una
drammaturgia che ruota attorno a sette novelle di Boccaccio. Insieme a Stefano Accorsi sono in scena Salvatore Arena, Silvia
Briozzo, Fonte Fantasia, Mariano Nieddu e Naike Anna Silipo, tutti
impegnati ad interpretare più ruoli, dando corpo e voce al gruppo
di giovani in fuga dalla Firenze colpita dalla peste. Impegnati per
dieci giorni a raccontare novelle che potessero esorcizzare la paura
e la minaccia incombente della morte. Per questo sul palcoscenico
sfilano personaggi dalle multiformi identità: un personaggio comico, uno drammatico, uno che pesca nella commedia dell’arte,
l’altro nella filodrammatica, un altro ancora nell’humour nero. I dialetti si rincorrono e si alternano, contribuendo a ricreare la ricchezza
linguistica e narrativa di Giovanni Boccaccio, il ritmo è serrato, è
difficile perdere l’attenzione o incappare in momenti di noia. Al con-
trario, lo spettacolo appare come un vero e proprio prontuario di
teatro, basato su un accurato lavoro di drammaturgia e scrittura
delle sette novelle selezionate e caratterizzate ciascuna da un suo
stile narrativo e da personaggi diversi che, attraverso il racconto
scenico, fuggono la peste di oggi, i mille mali che affliggono l’uomo
d’oggi.
M.P.M.
Decamerone. Vizi, virtù, passioni
Dal 19 febbraio all’1 marzo 2015
Teatro Ambra Jovinelli
Via Guglielmo Pepe 43, Roma
Biglietti da € 17 a € 32
Info: 06 83082884